Formazione docenti. Esperienze e attività Fuoriclasse per la progettazione dei percorsi.

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FORMAZIONE DOCENTI Esperienze e attivitĂ Fuoriclasse per la progettazione dei percorsi.

Fuoriclasse 2018


A cura di: Elisa Rocco, Francesca Tacchia Questo kit nasce dell’impegno quotidiano di Save the Children e delle associazioni partner nel contrasto alla dispersione scolastica. Si ringraziano Associazione EaSlab, Associazione Kreattiva, Cooperativa E.D.I. Onlus, CISV Solidarietà s.c.s per il prezioso lavoro sul campo nelle scuole Fuoriclasse. Rispetto di genere Per Save the Children, da sempre, il rispetto di genere rappresenta una priorità fondamentale, e, in tutte le nostre attività, poniamo la massima attenzione al rispetto dei diritti delle bambine. Nel presente documento, per semplificazione e sintesi, utilizziamo il termine generico “bambini” come falso neutro e cioè come riferimento sia a bambine che bambini. Tale termine, sempre ai fini della semplificazione del linguaggio, ricomprende anche la fascia d’età dei ragazzi fino ai 18 anni inclusi.

SAVE THE CHILDREN ITALIA ONLUS


FORMAZIONE DOCENTI Esperienze e attivitĂ Fuoriclasse per la progettazione dei percorsi


INDICE INTRODUZIONE CAPITOLO 1 PRESENTARE E CONDIVIDERE IL PROGRAMMA FUORICLASSE 1.1 Fuoriclasse, mondo di insiemi e sottoinsiemi 1.2 Confronto incrociato 1.3 La ricetta di Fuoriclasse

6 8 9

CAPITOLO 2 ACCOGLIERE E CREARE UN CLIMA COLLABORATIVO 2.1 2.2 2.3 2.4

Il Ciclo di apprendimento esperienziale Le coppie Ascolto attivo: una competenza essenziale per la relazione educativa Dinamiche di gruppo e gestione dei conflitti

10 12 13 15

CAPITOLO 3 PROMUOVERE IL PROTAGONISMO DEGLI STUDENTI CON I CONSIGLI FUORICLASSE 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8

Le carte DIXIT: i ruoli nel Consiglio fuoriclasse (studenti, docenti, facilitatore) La Gazzetta: analisi dei problemi, risorse e fattibilità World café: analisi dei problemi, risorse e fattibilità L’albero del Cambiamento: progettazione delle proposte da presentare al dirigente scolastico La linea del tempo Fuoriclasse: monitoraggio e valutazione delle proposte I docenti per la realizzazione delle proposte dei Consigli fuoriclasse Il decalogo del facilitatore per i Consigli fuoriclasse Gli standard di Save the Children per una partecipazione etica e significativa

16 17 18 19 20 21 23

CAPITOLO 4 DIFFONDERE LA DIDATTICA INCLUSIVA 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 4.7 4.8 4.9

La settimana dell’accoglienza Il tempo del cerchio (circle time) Sperimentare il circle time La lezione partecipata attraverso il metodo del circle time Cross the line L’ascolto dei propri sentimenti Crow-Lab per il cooperative learning Co-costruzione di un percorso ponte e didattica orientativa Costruiamo ponti

25 26 27 29 30 31 32 33 35


CAPITOLO 5 MONITORARE,VALUTARE E CO-PROGETTARE LE ATTIVITÀ FUORICLASSE 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5

Le isole delle emozioni e del pensiero Monitoraggio e valutazione con Swot Analysis Monitoraggio e valutazione con Ecocycle Autovalutazione di gruppo Monitoraggio e autovalutazione, un passaggio fondamentale ma delicato

36 37 38 39 40

FAQ

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APPENDICE Scheda per la microprogettazione Scheda del Ciclo di Apprendimento Esperienziale Scheda per l’attività Le coppie Scheda per l’attività Cross the line Scheda per il monitoraggio e la valutazione con la Swot Analysis

44 45 46 47 48

BIBLIOGRAFIA

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INTRODUZIONE Il manuale, che comprende una selezione di attività sperimentate nell’ambito di Fuoriclasse e Fuoriclasse in Movimento, vuole sostenere gli educatori impegnati nella formazione docenti sui temi del contrasto alla dispersione scolastica. Le progettazioni educative nascono dal lavoro sul campo insieme ai nostri partner (Cooperativa EDI Onlus, Associazione Kreattiva, Cooperativa CISV Solidarietà s.c.s., Associazione EaSlab), con cui condividiamo l’impegno quotidiano in oltre 170 scuole italiane, dalla Valle D’Aosta alla Sicilia. Al centro del nostro lavoro, il Consiglio fuoriclasse, percorso di consultazione gestito da rappresentanze di docenti e studenti, volto a individuare soluzioni condivise e a concretizzare un’azione di cambiamento stabile nella scuola. Oltre alla promozione del protagonismo degli studenti, in questo kit l’attenzione è dedicata alla didattica inclusiva, approfondita a partire dalle relative cinque azioni di adesione a Fuoriclasse in Movimento: la settimana dell’accoglienza, il circle time, i percorsi ponte, l’educazione sentimentale, il setting d’aula per la didattica partecipativa. Oltre gli approfondimenti tematici, sono trattati anche alcuni nodi centrali della formazione rivolta agli insegnanti. Comunicazione efficace. Come condividere la complessità degli interventi? Come agevolare il dialogo tra le varie realtà coinvolte? Come muoversi affinché le attività di Fuoriclasse e Fuoriclasse in Movimento siano sempre più organiche alla cultura organizzativa scolastica? Clima collaborativo. Quali strategie adottare per promuovere gli apprendimenti, lo scambio, la crescita individuale e del gruppo? Progettazione condivisa. Sperimentiamo insieme per poi realizzare in autonomia: come accompagnare gli insegnanti nella conduzione dei Consigli fuoriclasse? Monitoraggio e valutazione. Quando fermarsi e verificare l’andamento delle attività? Con quale approccio? Come valorizzare il punto di vista degli insegnanti?

• • • •

Per ognuno di questi aspetti sono proposte attività formative, dettagliate nei vari passaggi anche più pratici (le tempistiche, gli spazi, i materiali) e arricchite dai consigli di chi le ha sperimentate sul campo. Nel manuale non mancano approfondimenti teorici, suggerimenti di lettura, strumenti pratici per sostenere la realizzazione delle attività. L’invito è quello di lasciarsi incuriosire dalle tante esperienze realizzate nelle scuole di tutta Italia, valorizzando quanto sistematizzato finora come punto di partenza per sperimentare nuovi percorsi di scambio e crescita con gli insegnanti che incontreremo quest’anno. Carlotta Bellomi Responsabile Unità Scuola Save the Children Italia

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CAPITOLO 1 PRESENTARE E CONDIVIDERE IL PROGRAMMA FUORICLASSE 1.1 Fuoriclasse, mondo di insiemi e sottoinsiemi, a cura di Save the Children Attività in semplici passi 30’

Proponete ad ogni partecipante di condividere il proprio nome e la classe/scuola di appartenenza. Ogni docente può arricchire la presentazione spiegando perché la sua classe/scuola è “fuoriclasse” e “a rischio dispersione”.

15’

Introducete il programma attraverso il seguente video: https://goo.gl/gVeHqF.

30’

Chiarite i dettagli delle attività previste, evidenziando la differenza tra Fuoriclasse e Fuoriclasse in Movimento oltre che lo sviluppo diacronico e territoriale del programma.

30’

Disegnate a terra due insiemi intersecati, uno intitolato Fuoriclasse e l’altro Fuoriclasse in Movimento. Gli insegnanti hanno a disposizione diverse parole chiave: insieme dovranno decidere dove collocare i concetti valutando se appartengono a Fuoriclasse, a Fuoriclasse in Movimento o ad entrambi.

15’

Concludete la sessione formativa condividendo il posizionamento delle parole chiave e sciogliendo eventuali dubbi e curiosità sul programma. Suggerimenti per i formatori •

L’attività di apertura può essere funzionale per creare una mappa delle scuole coinvolte, evidenziando iniziali positività e criticità. A supporto della presentazione dettagliata dell’intervento si possono valorizzare la scheda progetto e le presentazioni power point. Il gioco di posizionamento delle parole chiave può essere svolto in plenaria o in piccoli gruppi, a seconda del numero dei partecipanti. Oltre ai concetti suggeriti, le parole chiave possono essere arricchite dalle esigenze/ peculiarità locali. In chiusura è utile ricordare ai docenti la possibilità di consultare la pagina facebook di programma (Fuoriclasse contro la dispersione scolastica: https://goo.gl/LiaKPy) e di iscriversi alla newsletter bimestrale (http://tinyurl.com/j6z3znk).

• • •

Tempo: 2 ore Materiale: carta da pacco, pennarelli, scotch di carta, post-it, cartellini per le parole chiave, computer, proiettore, slide, video. 7


1.2 Confronto incrociato, a cura di Associazione Kreattiva Attività in semplici passi 5’

Dividete i docenti in 4 sottogruppi, per aree di attività (Centro educativo, Laboratori motivazionali, Consigli fuoriclasse, Percorsi docenti e genitori).

15’

Chiedete loro di scrivere delle domande/curiosità/dubbi rispetto alle attività della loro area di riferimento.

30’

Tornate in plenaria e fate rispondere dalla vostra equipe alle domande scritte dagli insegnanti, avviando così un confronto diretto con referenti e formatori sulle attività. Suggerimenti per i formatori È importante inviare la scheda progetto prima dell’incontro di presentazione o dedicare qualche minuto iniziale alla lettura della stessa. Un altro strumento utile è il video che riassume l’esperienza di Fuoriclasse, facendola raccontare ad operatori – docenti – beneficiari: https://goo.gl/gVeHqF. È importante cercare di dividere i docenti collocandoli nei gruppi delle attività che si troveranno poi a seguire durante l’anno. É meglio dare informazioni brevi e concise durante il confronto perchè si rischia di allungare troppo i tempi, rendendosi comunque disponibili per eventuali approfondimenti in un’altra occasione. In chiusura è utile ricordare ai docenti la possibilità di consultare la pagina facebook di programma (Fuoriclasse contro la dispersione scolastica: https://goo.gl/LiaKPy) e di iscriversi alla newsletter bimestrale (http://tinyurl.com/j6z3znk).

• • • •

Tempo: 50 minuti Materiale: fogli e penne, schede di progetto.

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1.3 La ricetta di Fuoriclasse, a cura di E.D.I. Onlus Attività in semplici passi 5’

Consegnate ai docenti un foglio A4 con il disegno di una terrina e chiedete loro di prepararsi ad entrare nella “Cucina del benessere scolastico” per realizzare la “Ricetta Fuoriclasse”.

10’

Chiedete a ciascuno di scrivere il proprio nome, una caratteristica e cosa significa per loro benessere scolastico.

25’

Condividete in plenaria quanto realizzato.

10’

Presentatevi e concordate con i partecipanti le buone pratiche per stare insieme in “cucina” (Patto d’Aula).

5’

Iniziate a “cucinare”, pescando gli ingredienti: l’articolo 2, l’articolo 12, l’articolo 28, l’articolo 29 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza scritti su alcuni cartoncini con la forma di ingredienti.

30’

Dividete i docenti in 4 gruppi e create la ricetta Fuoriclasse migliore per il proprio contesto scolastico.

35’

Al termine del gioco condividete tutte le ricette che formeranno il Menù per veri Fuoriclasse. Suggerimenti per i formatori •

In conclusione può essere utile vedere il video di presentazione del programma Fuoriclasse https://goo.gl/gVeHqF. È utile ricordare ai docenti la possibilità di consultare la pagina facebook di programma (Fuoriclasse contro la dispersione scolastica: https://goo.gl/LiaKPy) e di iscriversi alla newsletter bimestrale (http://tinyurl.com/j6z3znk).

Tempo: 2 ore Materiale: carta da pacco, pennarelli, scotch di carta, cartellini con ingredienti di Fuoriclasse, computer, proiettore, video, materiale per il gioco.

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CAPITOLO 2 ACCOGLIERE E CREARE UN CLIMA COLLABORATIVO 2.1 Il Ciclo di apprendimento esperienziale, a cura di CISV Solidarietà s.c.s. Attività in semplici passi 2’

Presentatevi come facilitatori per la soluzione di un problema; scegliete un problema aperto e sfidante e proponetelo al gruppo dei docenti.

10’

Formate gruppi di 2-3 persone. Ogni gruppo deve elaborare una soluzione del problema sulla base delle conoscenze possedute attualmente.

3’x

Un relatore per gruppo espone la soluzione e spiega come si è giunti ad ottenerla (3’ x ogni gruppo).

5’x

Come facilitatori, al termine dell’esposizione, esaminate punti di forza e punti di debolezza della proposta, invitando tutti a farlo insieme a voi. Riassumete su un cartellone in una tabella a due colonne “buone soluzioni” e “soluzioni discutibili” (5’ x ogni gruppo).

5’

Chiedete ai gruppi di trovare una o più soluzioni ottimali, attingendo alle buone idee emerse, offrendo anche il vostro aiuto, se necessario.

10’

Prendete un altro cartellone e scrivete le buone soluzioni e le regole da seguire per realizzarle. Il cartellone rimarrà appeso in tutti gli incontri di formazione. L’attività può continuare (subito o in un altro incontro) applicando la soluzione ottimale trovata alla risoluzione di un problema analogo, che presenta un piccolo livello di difficoltà in più. Suggerimenti per i formatori • • • • • • •

È utile informare i docenti che si realizzerà un’attività secondo il Ciclo dell’apprendimento esperienziale di Pfeiffer e Jones (potete mostrare l’ immagine del ciclo, cfr Appendice p. 45). È meglio creare il gruppo a coppie/terzetti mirati (uno “più competente” e uno meno), con docenti che non sono abituati a lavorare insieme. È utile nominare il “meno competente” relatore della coppia: in questo caso sarà “il più giovane”. È importante sottoporre alle coppie un problema aperto (ossia con più soluzioni possibili o con una sola soluzione, ma a cui si possa arrivare per strade differenti), sfidante, tratto dal mondo reale, mai visto prima in quella forma. È meglio avvertire fin dall’inizio che un relatore per gruppo dovrà presentare in un tempo limitato (es. 3 minuti) la soluzione e spiegare il motivo per cui la si ritiene buona. É importante sottolineare i punti di forza dell’attività e i possibili spunti/collegamenti con le discipline scolastiche. In chiusura è utile ricordare ai docenti che l’attività è riproponibile alla classe nella stessa modalità, e mostrare anche i materiali di supporto o altre risorse pronte da poter utilizzare.

Tempo: 60 minuti

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Materiale: • Due cartelloni • Slide o link alle seguenti esperienze didattiche: http://www.edurete.org/ps/sa.asp?ida=9 • Costruire il fut(m)uro • Costruiamo una piramide alimentare • Breve bibliografia (cfr Bibliografia p. 49) • Riproduzione dell’immagine seguente (cfr Appendice p. 45):

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2.2 Le coppie, a cura di EasLab Attività in semplici passi 15’

Chiedete ai docenti di camminare nello spazio e salutare chi incontrano in modo informale, con un “give me five”, con un saltello, con un abbraccio. Le coppie formate con l’ultimo saluto dell’abbraccio formano la coppia che lavora insieme per l’intera attività.

10’

Fate sedere a coppia i docenti e individualmente chiedete di compilare lo schema a torta riportato sul foglio con le proprie informazioni e caratteristiche personali (cfr Appendice p. 46 per un esempio di schema, che può essere rivoluzionato di volta in volta).

10’

In coppia leggete lo schema compilato e raccontatevi!

10’

Fate scambiare il foglio con lo schema e con quest’azione simbolica invertite i ruoli diventando “l’altro”: leggete con attenzione tutte le informazioni riportate in esso.

60’

A coppie, a turno ed in plenaria, chiedete di presentarsi e raccontarsi. Ogni individuo parla in plenaria come se fosse l’altro mentre la persona raccontata lo accompagna posizionandosi alle sue spalle. Una volta terminato si invertono i posti; si prosegue finché non sono terminati tutti i racconti delle coppie.

15’

In plenaria domandate a tutti: “Come vi siete sentiti nei panni dell’altro? Quali le difficoltà incontrate?” per la restituzione finale. Suggerimenti per i formatori •

• •

L’attività permette di rompere il ghiaccio e di far entrare in contatto già da subito i membri del gruppo, permette di far conoscere i partecipanti in una condizione intima che è quella della coppia. Con l’immedesimazione nei panni dell’altro e lo scambio d’identità si promuove l’empatia all’interno del gruppo e si facilita la creazione di un clima disteso e sereno. Lo schema a torta utilizzato per raccogliere le informazioni personali, riportato su un foglio A4, può essere rivoluzionato. Le modalità di presentazione della coppia in plenaria possono essere scelte sulla base del livello di affiatamento del gruppo. Potete consigliare ai docenti di proporre agli studenti questa attività ad inizio anno, per creare un clima collaborativo in classe.

Tempo: 2 ore Materiale: fogli A4 con lo schema a torta (cfr Appendice p. 46), penne.

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2.3 Ascolto attivo: una competenza essenziale per la relazione educativa, a cura di Save the Children L’ascolto attivo è una competenza comunicativa che migliora l’efficacia e l’efficienza della comunicazione e consente di creare relazioni interpersonali equilibrate e soddisfacenti. L’ascolto attivo è una tecnica di comunicazione di tipo assertivo, basato sull’accettazione del pensiero altrui e l’empatia. Si rivela utile non solo a promuovere la capacità di esprimere le proprie emozioni o argomentazioni, ma anche a saper ascoltare e percepire le ragioni e i sentimenti degli altri, stabilendo quel contatto autentico che può diventare base per relazioni arricchenti ed efficaci. Nel contesto scolastico l’ascolto attivo favorisce la comunicazione tra pari e con gli insegnanti, contribuendo a creare un clima di fiducia in cui bambini e ragazzi potranno sentirsi autonomi e sicuri nell’esprimere i propri pensieri. L’uso del linguaggio verbale e non verbale e l’utilizzo di dinamiche di gruppo diventano espedienti importanti per instaurare una buona relazione con gli allievi, affrontare l’espressione di emozioni forti come la rabbia, supportare il gruppo classe nel caso in cui sorgano difficoltà relazionali. Come mettere in pratica l’ascolto attivo Conoscere e padroneggiare alcune tecniche di ascolto attivo permette ad insegnanti ed educatori di favorire l’espressione dei sentimenti in classe e promuovere un clima positivo di fiducia e accoglienza, tenendo sempre a mente che la comunicazione è un processo circolare: ogni azione comunicativa influenza ed è influenzata dal comportamento verbale e non verbale dell’interlocutore. Eccone alcune in sintesi, con l’invito ad approfondire l’argomento (cfr Bibliografia p. 36). 1.

Porsi (davvero) in ascolto. Ascoltare è un atto volontario che implica il desiderio di prestare attenzione alla conversazione per comprendere ciò che l’interlocutore sta esprimendo.

2.

Incentivare la curiosità. Dare spazio alla curiosità intesa come spinta verso l’altro e il suo mondo emotivo, senza la presunzione di conoscere a priori emozioni e sentimenti altrui.

3.

Prestare attenzione alla meta comunicazione. É importante cogliere ogni aspetto del messaggio: la postura, il tono di voce, le esitazioni e ogni emozione che trapeli da quanto viene detto.

4.

Porsi con un atteggiamento empatico. Favorire la proria e altrui capacità di “mettersi nei panni” dell’altro, calarsi nella sua realtà per comprenderne punti di vista, pensieri, emozioni e sentimenti.

5.

Utilizzare la prima persona per comunicare agli altri i propri sentimenti (“Io sento”, “Io provo”). É una tecnica che permette all’alunno di entrare in contatto con i vissuti personali dell’insegnante/educatore. L’alunno sentirà che il docente sta comunicando il proprio stato d’animo con autenticità e non assumerà un atteggiamento di difesa.

6.

Non giudicare e accettare il pensiero altrui. Non è necessario che le idee di chi parla e di chi ascolta siano convergenti e non è opportuno fare dei tentativi perché vengano modificate. Ciò che conta è dare dignità a ogni verità, anche la più soggettiva.

7.

Utilizzare segnali di contatto. Questi segnali sono fatti per lo più di sguardi benevoli, sorrisi, cenni di assenso con il capo o con il viso. Sono importanti poiché indicano una presenza incoraggiante e rassicurante, specialmente nei momenti di esitazione e incertezza, senza entrare nel merito dei contenuti della comunicazione.

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8.

Usare tecniche di rispecchiamento empatico. Consistono in una serie di interventi che non interpretano le parole dette dall’altro, ma, come veri e propri specchi, riflettono quanto detto senza modificare la costruzione del discorso o il contenuto emotivo espresso. Ad esempio: “mi stai dicendo che…”, “se ho ben capito ti sei sentito…”, utilizzando poi le stesse parole dell’interlocutore.

9.

Favorire momenti di silenzio. Anche quando l’interlocutore termina di parlare o fa una pausa, l’ascoltatore sceglie di proposito di non intervenire, per consentire all’altro di restare con i suoi pensieri, perché possa riflettere su quanto ha appena affermato. Maggiore è lo spazio che l’ascoltatore lascia al silenzio, più importante sarà la quantità di informazioni che verranno esposte dall’interlocutore.

10. Concedersi un tempo relazionale. Dedicare i primi minuti della giornata alle confidenze dei ragazzi, uno spazio dove ciascuno possa esprimere i propri vissuti, ansie, preoccupazioni, disagi che, se non comunicati ed elaborati con l’aiuto dell’insegnante e dei compagni, potrebbero passare attraverso un comportamento negativo.

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2.4 Dinamiche di gruppo e gestione dei conflitti, a cura di Save the Children Per Sherif, uno dei padri fondatori della psicologia sociale, l’essenza di un gruppo è costituita dal fatto di possedere una struttura, per cui i membri sono legati fra loro da rapporti di status e di ruoli, e dalle norme e valori comuni. La dinamica di un gruppo nasce da forze opposte che si equilibrano in una tensione necessaria e stimolante. Se si prende in considerazione il gruppo classe, le dinamiche a cui bisogna prestare attenzione riguardano i rapporti tra gli studenti, gli insegnanti ed eventuali educatori o professionisti esterni, all’interno dell’organizzazione di una specifica scuola. Ecco alcuni aspetti da tenere a mente: •

Lo stile di conduzione influenza il clima del gruppo. • Leadership autoritaria: l’insegnante detiene il potere in modo esclusivo, non permette che gli allievi interagiscano fra loro, dà ordini e si aspetta che vengano eseguiti senza discussione, non presenta agli studenti il percorso d’apprendimento da compiersi, cosa che creerebbe le basi per un’autonomia di movimento e maggiore partecipazione. Il risultato di questo tipo di conduzione è alto sul piano della produttività, ma il clima di gruppo è negativo, essendo caratterizzato da tensione, aggressività, che gli allievi spesso esprimono con i pari (non potendola manifestare col leader). • Leadership democratica: l’insegnante discute con gli allievi il progetto operativo, presenta in dettaglio le varie unità d’apprendimento, ascolta, è dialettico, non stronca le relazioni fra coetanei; questa vicinanza e interazione non significano, tuttavia, abdicare al proprio ruolo di responsabilità e di autorità. Il risultato è buono sul piano della produttività e sul piano del clima, che è caldo, interattivo, partecipativo.

I ruoli creano stabilità nella struttura del gruppo, favorendo ordine e prevedibilità. Assegnare ruoli, distribuire compiti e funzioni, incanala le forze del gruppo verso il raggiungimento degli obiettivi, e al tempo stesso contribuisce all’autovalutazione di ciascun membro che, confrontandosi con gli altri, matura delle aspettative riguardanti il proprio valore e le proprie capacità. È importante ricordare che nei gruppi esistono sempre dei ruoli informali, cioè non stabiliti dall’istituzione, necessari al gruppo stesso (ad esempio il leader, il nuovo arrivato, il capro espiatorio, il clown…).

Stabilire e condividere delle norme permette di raggiungere gli obiettivi, mantenere unito il gruppo, costruire una realtà condivisa e definire le relazioni con l’ambiente sociale per rapportarsi alla realtà esterna, fatta di altri gruppi, in termini di collaborazione, competizione, conflitto, solidarietà. Le norme sono scale di valori, che definiscono ciò che è accettabile e non accettabile per il gruppo.

Porre attenzione alle modalità di comunicazione. È importante lavorare sulle modalità con cui ci si esprime e sull’organizzazione dello spazio (ad esempio il circle time permette di vedersi tutti e favorisce una migliore comunicazione). Senza comunicazione (verbale e non verbale) non può esistere un gruppo.

Poiché ogni gruppo è caratterizzato da differenze e ineguaglianze, bisogna accettare il fatto che il conflitto sia una realtà intrinseca al gruppo stesso. I conflitti costruttivi comportano, attraverso l’analisi e la negoziazione di posizioni diverse, un arricchimento e un’evoluzione positiva della vita di esso. Spesso il gruppo mette in atto strategie quali l’evitamento o la negazione del conflitto. Al contrario è importante essere consapevoli della presenza di un conflitto e quindi essere capaci di gestire efficacemente e creativamente gli aspetti conflittuali alla ricerca di soluzioni accettabili per tutti i componenti.

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CAPITOLO 3 PROMUOVERE IL PROTAGONISMO DEGLI STUDENTI CON I CONSIGLI FUORICLASSE 3.1 Le carte DIXIT: i ruoli nel Consiglio fuoriclasse, a cura di E.D.I. Onlus L’idea dell’attività è legata al Photolanguage (Fotolinguaggio), una metodologia utilizzata in svariati campi, da quello educativo sino a quello clinico. La forza evocativa delle sue immagini permette di far emergere contenuti preconsci e l'elaborazione degli stessi. Dixit, nello specifico, è un gioco di carte ideato da Jean-Louis Roubira e illustrato da Marie Cardouat, vincitore dello Spiel des Jahres nel 2010. Attività in semplici passi 5’

Predisponete le carte Dixit a terra, al centro del cerchio – in numero almeno pari al doppio dei partecipanti. Le immagini devono essere molto diverse fra loro (animali, paesaggi, persone, in bianco e nero o a colori).

2’

Ponete le seguenti domande, scritte su cartelli o a voce: “I ruoli nei Consigli fuoriclasse? Quanti? Cosa sono? Che storia pregressa abbiamo come insegnanti nelle classi? Quali gli aspetti costruttivi?”

10’

Proponete ad ogni partecipante di camminare liberamente in uno spazio ampio tra i cartelli e scegliere una o più carte che rappresentino la risposta alla domanda posta all’inizio dell’attività.

5’

Suggerite di guardare e soffermarsi sulle immagini disposte nello spazio per poi scegliere quella che più attrae la loro attenzione e che stimola ricordi e associazioni.

3’x

Ciascuno presenta poi al gruppo l’immagine scelta - o più di una - e la motivazione (3’ ciascuno). Suggerimenti per i formatori • • •

Le carte Dixit sono molto evocative e volendo a loro volta le insegnanti possono usarle con i bambini e i ragazzi per affrontare molte altre tematiche. L’attività è molto versatile e può essere adeguata a tanti contenuti, come ad esempio: momenti dedicati all’autovalutazione dei laboratori, discussioni legate alle metodologie d’insegnamento, formazioni sulla Child Safeguarding Policy. Il formatore può scegliere di utilizzare questa attività, associando la carta Dixit e il suo contenuto ai cinque diritti della CRC che reputano - per la propria esperienza e sensibilità - più importanti e prioritari.

Tempo: prevedere almeno 15 minuti per la spiegazione, la scelta delle carte e la riflessione personale. Aggiungere altri 3 minuti a partecipante per garantire a ciascuno il tempo giusto di esprimere la propria opinione ed essere aperto al confronto. Materiale: carte Dixit.

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3.2 La Gazzetta: analisi dei problemi, risorse e fattibilità, a cura di EaSlab Attività in semplici passi 5’

Chiarite ai docenti l’obiettivo dell’attività: sperimentare una sorta d’inchiesta giornalistica per ogni problema/ risorsa emersa nel corso delle attività dei Consigli, da poter replicare con gli studenti.

10’

Presentate lo strumento utilizzato per l'inchiesta: la Gazzetta, dove si riporta ogni singolo problema che dev'essere analizzato, da piccoli gruppi o coppie, secondo le 5W - what, where, why, when, who.

30’

Chiedete ai partecipanti di compilare la Gazzetta autonomamente, oppure di intervistare le altre persone presenti per farsi aiutare nella compilazione.

30’

Definite il passo successivo dell’attività, ossia la condivisione in plenaria delle Gazzette: ogni coppia/gruppo presenta la propria scheda.

45’

In contemporanea, su carta pacco, il facilitatore appunta il problema e, al termine della presentazione delle 5W, i partecipanti votano per alzata di mano secondo il criterio della rilevanza.

Suggerimenti per i formatori • • •

Prima di proporre l’attività bisogna definire bene i problemi, le risorse e la fattibilità relativi ai Consigli su cui si vuole far ragionare i partecipanti. Sottolineare ai docenti che questa attività che stanno sperimentando in prima persona può essere utilizzata con gli studenti per definire al meglio la fattibilità dei problemi riscontrati in termini di soluzione e per consultare i compagni delle classi. Nella fase della condivisione in plenaria delle Gazzette, tutti i problemi non votati vengono messi da parte e si lasciano solo quelli gestibili ed importanti per i partecipanti che servono ai docenti per comprendere meglio il punto di vista degli studenti.

Tempo: 2 ore Materiale: cartelloni, cartoncini, post-it, carta pacco, colla, scotch, pennarelli.

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3.3 World café: analisi dei problemi, risorse e fattibilità, a cura di Easlab e E.D.I. Onlus Attività in semplici passi 15’

Organizzate per ogni argomento di discussione relativo ai Consigli fuoriclasse e relativa analisi di problemi/risorse/fattibilità un tavolo e un cartellone, su cui siano già scritte una parola chiave, una domanda o una frase che possano essere il punto di partenza per stimolare il ragionamento: “Qual è il ruolo dei docenti? Del dirigente? Della scuola? Degli studenti?”.

10’

Proponete ad ogni partecipante di posizionarsi su un tavolo e chiarite che ogni gruppo potrà confrontarsi sull’argomento proposto dal cartellone e potrà scrivere sul cartellone quello che pensa a riguardo.

20’

Definite un segnale convenzionale (suono, segno…) dopo il quale ogni gruppo cambierà tavolo per arrivare al nuovo tavolo, leggere cosa c’è scritto sul cartellone e poi aggiungere nuove riflessioni.

30’

Chiarite che per ultimare questa fase ogni gruppo dovrà essere passato per ogni tavolo. Ricordate la necessità di eleggere un portavoce per gruppo.

45’

A questo punto, ogni gruppo dovrà leggere ciò che è scritto sul cartellone e fare una sintesi per la restituzione finale in plenaria. Suggerimenti per i formatori •

• •

Prima di proporre l’attività del World cafè bisogna scegliere gli argomenti relativi ai Consigli su cui si vuole far ragionare i partecipanti. Una volta scelti (minimo tre - massimo cinque, a seconda del gruppo), si preparano i cartelloni e, successivamente, si possono scegliere oggetti simbolici o immagini da affiancare a ciascuno. A supporto dell’attività, sarebbe utile segnare per terra il percorso da compiere, con dello scotch carta su cui disegnare frecce che portino da un tavolo all’altro. É utile ricordare ai docenti che l’attività potrà essere riproposta agli studenti per ragionare sull’analisi dei problemi/risorse/fattibilità in classe e/o nei Consigli fuoriclasse.

Tempo: 2 ore Materiale: cartelli con frasi o parola stimolo, cartoncini, post-it, colla, scotch, pennarelli, oggetti simbolici.

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3.4 L’albero del cambiamento: progettazione delle proposte da presentare al dirigente scolastico, a cura di EaSlab Attività in semplici passi 15’

Condividete con i docenti i problemi più votati dagli studenti che dovranno ora trasformare in proposte di cambiamento.

5’

Consegnate ai docenti un cartoncino in cui sarà inserita la domanda: “Qual è il problema più votato?” seguita dalla descrizione del problema.

5’

Distribuite in tempi diversi 3 cartoncini (due marroni e uno verde) a forma di tre parti di un albero (radici, tronco, chioma) e chiedete, ogni volta, di rispondere alla domanda scritta sul retro. Distribuite il primo cartoncino (a forma di radici), contenente la domanda: "Perché è importante per voi questo problema?”.

15’

Distribuite il secondo cartoncino a forma di tronco, contenente la domanda: "Come vogliamo risolvere il problema?" (Proposta/intervento di cambiamento in cui i docenti riflettono su cosa possono fare loro come insegnanti e cosa gli studenti. Porre attenzione anche a cosa potrebbero fare le famiglie).

20’

Distribuite il terzo cartoncino a forma di chioma con la domanda: "Trasforma il problema in positivo e proponi delle azioni reali di cambiamento” (tempistiche, ruoli, cosa serve).

20’

Chiedete ai partecipanti di mettere insieme i vari cartoncini, incollandoli su carta pacco, invitandoli a riflettere insieme sulla forma creata.

30’

Infine ci si ritrova in plenaria per la condivisione degli alberi del cambiamento che i docenti potranno utilizzare con gli studenti (soprattutto delle primarie) per lavorare sulle proposte di cambiamento da presentare ai dirigenti. Suggerimenti per i formatori Per le secondarie di I grado, in alternativa all’albero, i docenti possono utilizzare anche una micro-progettazione delle proposte con le seguenti informazioni: “Qual è il problema?”, “Proponi un’azione di cambiamento” (es. evento raccolta fondi, esperto per percorso laboratoriale, acquisto materiali, chi fa cosa, come, quando/in che tempi).

Tempo: 2 ore Materiale: cartoncini a forma di parti di albero con le domande stimolo, carta pacco, post-it, colla, scotch, pennarelli.

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3.5 La linea del tempo Fuoriclasse: monitoraggio e valutazione delle proposte, a cura di EaSlab e E.D.I. Onlus Attività in semplici passi 10’

Presentate la struttura della linea del tempo e distribuite i post-it ed un pennarello ad ogni partecipante.

5’

Proponete ad ogni docente di scrivere individualmente su ogni post-it cosa ricordano/cosa li ha colpiti maggiormente del percorso su cui è stata costruita la linea del tempo.

15’

Chiedete ad ogni partecipante di condividere in plenaria quanto scritto, attaccando i post-it alla linea del tempo. Ricordate di inserire i diversi post-it nella linea, rispettando la cronologia delle tappe/macroaree dei Consigli fuoriclasse precedentemente inserite.

15’

Avviate una fase di restituzione in plenaria che favorisca un dibattito aperto dei partecipanti in merito all’argomento trattato.

5’

Fate seguire alla fase di condivisione un breve debriefing sull’attività svolta. Suggerimenti per i formatori • • •

La linea del tempo può essere utilizzata nelle attività di riepilogo, sintesi, richiesta feedback, ma anche come attività di apertura nei diversi incontri per costruire la memoria di quello su cui si sta lavorando. Prima di realizzare la linea del tempo con i partecipanti è necessario prepararne già la struttura. La linea del tempo può essere utilizzata dai docenti anche con gli studenti.

Tempo: 60 minuti Materiale: filo di lana o spago, post-it, cucitrice, pennarelli.

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3.6 I docenti per la realizzazione delle proposte dei Consigli fuoriclasse, a cura di Save the Children Attività in semplici passi 15’

Iniziate con un icebreaking: “Secondo voi qual è il diritto negato a scuola?” o “Secondo voi qual è il bisogno degli alunni?”. A partire da questi stimoli i docenti si esprimono e, attraverso la condivisione, riallacciatevi alle proposte di cambiamento come modalità di risposta ad un’esigenza reale.

5’

Fate breve memoria del percorso Fuoriclasse: “A che punto siamo?”.

10’

In plenaria presentate il piano di progettazione delle proposte di cambiamento, già sottoposto ad approvazione da parte del dirigente scolastico.

25’

Chiedete ai docenti di integrare i piani d’azione rispondendo ad alcune domande, per dettagliare ruolo e compiti in fase di realizzazione delle proposte: “Qual è il nostro ruolo? Come possiamo essere di supporto ai ragazzi? Qual è il ruolo diretto?” Es. contattare i genitori, chiedere alla preside delle strisce antiscivoli, etc…

20’

Chiedete ai docenti di scrivere le risposte su cartoncini colorati e di applicarli sul piano di progettazione.

15’

Supportate gli insegnanti nel dettagliare e stabilire tempi, ruoli ed eventuali problemi da risolvere.

25’

Chiudete con un’attività di autovalutazione: in cerchio, con il supporto di un gomitolo che si passa tra le mani, si risponde alle domande: “Cosa ti aspetti dalla realizzazione di queste proposte? Cosa ti porti con te? Cosa lasci?”. Le parole formeranno una ragnatela con il gomitolo, simbolo della rete creata.

5’

Consegnate il kit didattico. Suggerimenti per i formatori • • •

L’attività permette di condividere con i docenti le azioni da portare avanti per realizzare le proposte accettate dal dirigente. È utile a capire meglio le competenze dei docenti e a dividere in maniera equa gli impegni di ciascuno a supporto degli studenti. È importante responsabilizzare molto i docenti in questa fase, sul loro ruolo fondamentale per la buona riuscita del percorso.

Tempo: 2 ore Materiale: fogli A4, penne, pennarelli, carta pacco, post-it.

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3.7 Il decalogo del facilitatore per i Consigli fuoriclasse, a cura di E.D.I. Onlus Nel percorso dei Consigli fuoriclasse è importante tenere presente la coesistenza di tre livelli di funzionamento: il contenuto del Consiglio, la procedura e il clima. Se l’adulto - insegnante o formatore - facilita il Consiglio tenendo conto di questi tre livelli, si hanno più possibilità di ottenere un rendimento ottimale. Ecco alcune attenzioni da tenere: 1.

Predisporre un setting facilitante e favorire l’attivazione energetica. Favorire il benessere (anche fisico) dei partecipanti al gruppo durante tutto l’incontro.

2.

Chiarire tema e scopo dell’incontro. Condividere l’agenda e il patto formativo responsabilizzando i partecipanti su tempistiche e attività da realizzare.

3.

Mantenere l’attenzione e promuovere la partecipazione di tutti, utilizzando una lavagna o un cartellone in cui indicare argomenti e parole chiave emersi e valorizzare i contributi dei partecipanti. Ad esempio, se alcuni partecipanti non sono mai intervenuti, puoi dire: “Proviamo a sentire chi ancora non si è espresso?”, oppure “Raffaella, tu cosa ne pensi?”.

4.

Far progredire ogni tema dalla negatività (critica) alla positività (proposta). Ad esempio, invece di dire: “Non sono d’accordo”, dì: “Io preferirei”.

5.

Non giudicare, ma sostenere e capacitare.

6.

Fare - e invitare a fare - interventi brevi e concreti. Quando i partecipanti si esprimono in termini troppo astratti o generali chiedi di fare esempi.

7.

Parafrasare: riformulare, ridire con altre parole ciò che è stato detto.

8.

Parlare in prima persona (“io…”, “a me…”) e invitare i membri del gruppo a fare altrettanto. Evita espressioni impersonali come “è giusto…”, oppure “non si può…”, piuttosto dì: “io vorrei…” etc… Evita generalizzazioni e indefiniti (es. “perchè si sa che tutti i bambini/gli insegnanti…”).

9.

Chiarire, far aggiungere o aggiungere l’informazione mancante, fare dei collegamenti tra le diverse idee espresse e la reale situazione scolastica.

10. Riassumere le principali idee espresse.Verificare che le proposte siano effettivamente accettate o meno. Promuovere così una sintesi finale e una valutazione formativa dell’incontro.

Prima di condividere il vademecum, ragioniamo con gli insegnanti sul ruolo del facilitatore. La riflessione di gruppo può essere sostenuta dallo strumento della sagoma: creiamo insieme la sagoma del buon facilitatore.

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3.8 Gli standard di Save the Children per una partecipazione etica e significativa 1.

Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Questo comporta: - assicurare che i bambini possano esprimere liberamente le proprie idee ed opinioni, che siano seriamente ascoltati e che le loro idee e punti di vista vengano presi in considerazione nelle decisioni da prendere; - esplicitare chiaramente quale sia lo scopo e la portata della loro partecipazione e quale impatto possa avere; - fornire accesso a tutte le informazioni necessarie riguardanti il loro coinvolgimento; - garantire il tempo necessario per decidere se partecipare e dare il proprio consenso informato; - sensibilizzare e formare gli adulti coinvolti a lavorare e a relazionarsi con i bambini e ad essere consapevoli e pertinenti al contesto in cui vivono.

2.

Partecipazione rilevante e volontaria Questo comporta: - assicurare che i bambini possano scegliere se partecipare o no, come farlo e per quanto tempo; - coinvolgerli secondo modalità, livelli e tempi che sono consoni alle loro capacità ed interessi; - scegliere modalità di lavoro che vedano sempre il bambino al centro di ogni attività e prevedere anche metodologie di coinvolgimento volte al miglioramento del contesto in cui vive, a livello strutturale e culturale.

3.

Ambiente motivante e a misura di bambino Questo comporta: - utilizzare metodologie che sviluppino nei bambini l’autostima e la fiducia in se stessi; - assicurare il tempo e le risorse necessarie a garantire una partecipazione di qualità; - identificare o creare spazi a misura di bambino dove bambini e ragazzi possano sentirsi a proprio agio; - fornire loro, fin dall’inizio, tutte le informazioni necessarie, utilizzando format e linguaggi che siano loro facilmente accessibili e comprensibili.

4.

Pari opportunità Questo comporta: - garantire a tutti i bambini e i ragazzi la possibilità di partecipare, in modo che nessuno venga discriminato per età, colore della pelle, genere, lingua, religione, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, nazionalità, appartenenza etnica o sociale, mezzi economici, disabilità, censo o status di qualsiasi tipo; - nel caso in cui il processo di coinvolgimento dovesse prevedere forme di rappresentanza, condividere con i bambini i criteri di selezione dei propri rappresentanti e dar loro la possibilità di sceglierli fra i loro pari; - avere come guida, nel decidere le modalità di partecipazione, l’età, il genere, le abilità e le competenze dei bambini che si vogliono coinvolgere, senza esprimere opinioni né sulla loro diversità, né su quello che sanno o non sanno fare; - finalizzare la partecipazione all’inclusione sociale e all’impatto positivo sulla loro vita a livello individuale e collettivo.

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5.

Staff e personale efficiente e preparato Questo comporta: - garantire che tutto il personale ed i gruppi dirigenti siano sensibilizzati e formati sulle questioni inerenti la partecipazione dei bambini e resi consapevoli del fatto che questa è parte integrante dell’assetto organizzativo; - fornire al personale il supporto e la supervisione necessari a monitorare e valutare le pratiche di partecipazione attuate; - supportare il personale ed i gruppi dirigenti nell’affrontare l’eventuale cambiamento individuale e culturale che la partecipazione dei bambini comporta, senza che questo sia considerato un problema.

6.

La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei bambini Questo comporta: - fare tutto il possibile per salvaguardare e ridurre al minimo i rischi di abuso e sfruttamento o di altre conseguenze negative che i bambini possono incontrare durante la loro partecipazione; - garantire la confidenzialità, l’anonimato ed il rispetto dei loro confini: è un loro diritto decidere cosa vogliono rivelare della propria vita; - assicurare che la loro partecipazione non aumenti l’esposizione a situazioni di violenza, abuso, maltrattamento e sfruttamento; - offrire loro il supporto psicologico adeguato se la partecipazione rischia di far rivivere loro il trauma delle violenze subite o sperimentare emozioni forti; - richiedere ed ottenere il loro consenso per poter usare tutte le informazioni che forniscono e salvaguardare sempre tutte le informazioni confidenziali; - non riprendere o pubblicare mai fotografie, video o immagini digitali di bambini senza il loro consenso esplicito e dei loro genitori, meglio se scritto. Il consenso deve prevedere anche menzione dell’utilizzo specifico che si intende fare delle immagini.

7.

Follow up e valutazione Questo comporta: - impegnarsi fin dall’inizio del processo a fornire una restituzione rapida e chiara sui risultati della loro partecipazione e/o il follow up; - realizzare insieme ai bambini la valutazione della qualità e dell’impatto della loro partecipazione; - realizzare e rendere disponibile la versione child-friendly dei rapporti finali riguardanti il processo di partecipazione, in modo che i bambini possano verificare i risultati della loro partecipazione; - assicurare che gli adulti valutino a loro volta se e come hanno tenuto conto delle priorità e delle raccomandazioni espresse dai bambini e se le hanno integrate nelle loro policy, strategie e programmi; - riconoscere gli errori individuati durante il processo di valutazione ed impegnarsi ad utilizzare le lezioni apprese per migliorare i processi di partecipazione futuri. Condividi con gli insegnanti gli standard e insieme provate a rileggere l’esperienza dei Consigli fuoriclasse con le lenti della partecipazione! Come possiamo rendere concreti gli standard nelle attività Fuoriclasse? Cosa funziona già bene? Su quale standard dobbiamo invece ancora migliorare?

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CAPITOLO 4 DIFFONDERE LA DIDATTICA INCLUSIVA 4.1 La settimana dell’accoglienza, a cura di EasLab Attività in semplici passi 15’

Dividete il gruppo docenti in piccoli gruppi e consegnate a ciascun docente una copia della CRC semplificata. Chiedete a ciascun gruppo di individuare un articolo della CRC da valorizzare attraverso la settimana dell’accoglienza.

15’

Chiedete di scrivere su un post-it una proposta di attività per la settimana dell’accoglienza e, al termine, di tornare in plenaria.

30’

Chiedete di riportare attraverso un portavoce l’articolo da valorizzare e la relativa proposta di attività.

10’

Raccogliete i post it su carta pacco e annotate per ciascun gruppo l’articolo scelto le parole chiave emerse.

30’

Favorite lo scambio tra i docenti e la scelta di una o più attività, tra quelle proposte.

20’

Favorite la creazione di un calendario condiviso della settimana dell’accoglienza, dove riportare giorni, attività e materiali utili. Suggerimenti per i formatori • • •

Nella fase di condivisione in plenaria guidate il gruppo alla individuazione dei bisogni/obiettivi che si pone la settimana dell’accoglienza. Potete favorire la scelta delle attività suggerendo, se necessario, attività e giochi relativi all’educazione all’affettività. Lo schema dell’attività è replicabile e adattabile in altri contesti di progettazione. Potete arricchire o modificare l’attività in base al contesto o alle esigenze specifiche del gruppo.

Tempo: 2 ore Materiale: copie della CRC, scotch, carta pacco (due fogli), pennarelli, penne, post it, fogli A4.

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4.2 Il tempo del cerchio (circle-time) Il circle-time è una metodologia molto efficace per l’educazione socio-affettiva della classe. Durante il tempo del cerchio gli alunni si riuniscono per discutere un tema, un argomento o un problema proposto da uno o più di loro o dall’insegnante. La disposizione circolare facilita la comunicazione e la conoscenza reciproca, aiuta a stabilire un clima di classe favorevole, riconoscere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri (empatia), stimolare l’assunzione di responsabilità, valorizzare le risorse e le differenze individuali, educare all’uguaglianza e alle pari opportunità di genere. L’alunno acquisisce consapevolezza di sé, sviluppa atteggiamenti interpersonali positivi e competenze sociali quali la capacità di ascolto attivo, di empatia, di cooperazione. Inoltre permette agli insegnanti di conoscere meglio la propria classe e agli studenti di conoscersi meglio tra loro. Può essere utile per risolvere i conflitti, attraverso l’analisi dei problemi e l’individuazione comune di possibili soluzioni. Il confronto, la progettazione, ma anche il gioco didattico e le attività manuali risultano più coinvolgenti ed efficaci se sostenuti dalla cooperazione che la circolarità produce. L’educazione socioaffettiva ha come teorie di riferimento la Psicologia di Comunità e la Psicologia Umanistica. I due approcci hanno alcuni aspetti comuni il concetto di individuo, considerato come portatore di risorse che, se adeguatamente potenziate, permettono di sviluppare una buona qualità della vita; il concetto di empowerment, inteso come accrescimento di conoscenze, competenze, modalità relazionali; il valore attribuito al gruppo come strumento di crescita individuale e sociale. Tecnica del circle-time • I ragazzi sono disposti in cerchio, preferibilmente con le sole sedie. Se qualcuno manifesta il desiderio di non partecipare alla discussione gli si chiede comunque di restare all’interno del cerchio. • Può essere utile adottare un rituale di inizio che sottolinei l’inizio dell’attività. • Nessuno è obbligato a parlare, ma il conduttore chiede a ciascuno di intervenire, ogni volta che si ripresenta il suo turno. • La durata dell’intervento è libera, ma è cura del conduttore arginare gli atteggiamenti di protagonismo o sopraffazione. • Ognuno ascolta con attenzione gli interventi dei compagni: è fondamentale promuovere l’ascolto dell’altro. Il conduttore del circle time: • ha il ruolo di coordinare il dibattito facilitando la comunicazione; • fa rispettare l’ordine degli interventi, richiamando l’attenzione del gruppo sul compito ogni volta che ci si allontana dal tema in discussione. Il conduttore del circle time: • non deve essere direttivo; • non deve esprimere giudizi di valore, consenso o dissenso in merito al contenuto degli interventi; • non deve avere il ruolo dell’interlocutore privilegiato che pone domande o fornisce risposte.

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4.3 Sperimentare il circle time a cura di CISV Solidarietà s.c.s. e Associazione Kreattiva Attività in semplici passi 5’

Proponete ai docenti di conoscere e sperimentare uno strumento operativo utile a promuovere inclusione, adatto a tutte le età e per tutti i gradi scolastici: il “circle time” o “tempo del cerchio”, citandone i riferimenti scientifici.

5’

Spiegate gli obiettivi e le caratteristiche del circle time (cfr cap 4.2 "Il tempo del cerchio" p.26)

5’

La comunicazione avviene secondo regole condivise e finalizzate a promuovere l’ascolto attivo e la partecipazione di tutti.

10’

Chiedete se qualcuno dei presenti ha già praticato questa attività e, nel caso, di esporre brevemente la sua esperienza. Proponete ai docenti di sperimentare un circle time per poi saperlo proporre anche ai propri studenti. Fate disporre in cerchio le sedie.

5’

Enunciate le regole: ognuno può esprimersi liberamente quando è il suo turno, nessuno può interrompere l’altro, non si possono esprimere giudizi su quanto detto da ognuno (può essere utile, per esempio, stabilire che i turni di parola siano ritualizzati dal passaggio di un oggetto). Sottolineate che nemmeno chi facilita (docente) può esprimere giudizi su quanto detto durante il circle time.

20’

Proponete un argomento per il primo circle time che faciliti la condivisione, evitando argomenti troppo conflittuali o problematici.

20’

Al termine del cerchio, iniziate un momento di debriefing con i docenti: come vi siete sentiti? Che cosa vi è piaciuto? Che cosa vi ha dato eventualmente fastidio? Quali sono i punti forti e le criticità di quest’attività?

20’

Chiedete poi di pensare alla realizzazione in classe del circle time, ponendo ad esempio le seguenti domande: Quale frequenza (si consiglia almeno una volta al mese); come chiarire e far rispettare e regole (ad esempio scrivendole su un cartellone che rimane in classe); come scegliere gli argomenti con gli studenti.

Suggerimenti per i formatori PRIMA • Proponete un argomento per il circle time che faciliti la condivisione (es. una grande soddisfazione che ho provato nella mia professione di docente) evitando argomenti troppo conflittuali o problematici e scegliendo tra temi che siano comuni a tutti i partecipanti. DURANTE • Osservate il coinvolgimento delle persone, l’agio o il disagio manifesto, a chi sono dirette le comunicazioni, come si svolgono gli interventi. • Fate rispettare le regole. • Facilitate la discussione, offrendo sostegno e incoraggiamento ai più timidi e cercando di “neutralizzare” i più aggressivi. • Chiedete chiarimenti.

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DOPO • • • • •

Dedicate molta attenzione al momento del debriefing, cioè della riflessione metacognitiva dopo il tempo del cerchio, perché solo riflettendo insieme sull’apprendimento che nasce dall’esperienza, i docenti possono essere poi in grado di proporlo anche ai propri allievi. Fate costruire un cartellone con i punti forti e i punti deboli del circle time. Suggerite di avere un elenco di argomenti da proporre agli allievi all’inizio. Suggerite la possibilità di tenere in classe una scatola, in cui in modo anonimo si depositano le proposte di argomenti per il circle time e poi si cerca di affrontarli tutti nel corso dell’anno. Fornite ai docenti delle indicazioni di lettura per approfondire:

. D. Francescato, A.Putton, S.Cudini, Star bene insieme a scuola, La nuova Italia Scientifica, Bari 1986, pp. 57, 58 . https://www.savethechildren.it/blog-notizie/un%E2%80%99attivit%C3%A0-l%E2%80%99inclusione-scuola-il-circle-time

. Filippo Furioso, https://issuu.com/savethechildrenit/docs/fuoriclasse_formazione_filippo_fuor Tempo: 1,5 ore Materiale: Due cartelloni: un cartellone per scrivere le regole del circle time (nell’attività con gli allievi e con i docenti) e un cartellone per analizzare punti forti e criticità (nell’attività con i docenti).

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4.4 La lezione partecipata attraverso il metodo del circle time, a cura di CISV Solidarietà s.c.s. e Associazione Kreattiva Attività in semplici passi 10’

Organizzate il setting: proponete ai partecipanti di sedersi in cerchio in modo da potersi vedersi tutti in faccia, sulle sedie oppure in terra su un grande tappeto.

15’

Chiarite con i partecipanti che tutti hanno la possibilità di parlare liberamente o secondo l’ordine del cerchio. Definite il tema di discussione con i partecipanti: la scelta può avvenire per votazione o scelta libera e definite anche il tempo di discussione.

45’

Iniziate l’attività: aprite la discussione e fate domande stimolo sull’argomento scelto per coinvolgere tutti. Alcuni esempi di domande: “Cosa ne pensi?”, “Condividi questo pensiero o pensi diversamente?”, “Come risolveresti tu la situazione?”

10’

Proponete di scrivere su un grande cartellone alcune frasi stimolo o punti importanti riguardanti l’argomento emersi durante la conversazione.

15’

Chiedete al gruppo di procedere con l’attività di autovalutazione che definite “il semaforo del cerchio”. Ogni partecipante può utilizzare un colore per valutare il proprio contributo (autovalutazione) e il contributo del gruppo. I colori a disposizione saranno: rosso (non adeguato) giallo (parzialmente adeguato) verde (adeguato). Fate disegnare su un foglio A4 il seguente schema a ciascun partecipante e fate procedere con l’autovalutazione: Argomento

Autovalutazione

Contributo del gruppo

Rispetto delle regole convenute

Partecipazione

Interesse

Soddisfazione

15’

Raccogliete il feedback dell’autovalutazione chiedendo il motivo della scelta del colore. Suggerimenti per i formatori •

Il ruolo del formatore, che fa parte del gruppo, è quello di facilitatore della comunicazione.

Tempo: 1 ora e 50 minuti Materiale: Cartelloni, pennarelli e fogli A4 con la griglia per la valutazione.

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4.5 Cross the line, a cura di E.D.I. Onlus Attività in semplici passi 10’

Disponete i docenti in cerchio e fate prendere loro una posizione comoda, fate partire una musica classica e avviate il rilassamento. Tra le domande, a cui non devono dare risposta, domandate loro come stanno.

15’

Al termine della musica chiedete loro se si domandano mai prima di entrare in classe: “Come sto oggi?”.

15’

Disponete una linea rossa nel centro della stanza, fate alzare i docenti e disponeteli tutti da un lato della stanza. Fate loro delle domande (cfr Appendice p.47) , ad ogni domanda, chi ha vissuto quella situazione deve superare la linea. Domandate loro come sono stati e cosa hanno osservato.

25’

Date a ciascun docente un foglietto diviso a metà e chiedete loro di scrivere da un lato cosa ci rende uguali in questo gruppo e cosa diversi. Create insieme a loro un cartellone che raccolga i contributi di tutti, invitandoli a riflettere e confrontarsi su quanto emerso.

45’

Ponete al centro dell’aula due frasi scritte su cartoncino: comunicate loro che, partendo da queste frasi, divisi in gruppi, dovranno scrivere delle buone pratiche che conducano la didattica verso i due concetti espressi affinché l’educazione sentimentale non sia un concetto astratto, ma possa nascere dalla quotidianità scolastica, dai gesti e i momenti vissuti tutti i giorni in classe.

15’

Chiedete ad ogni gruppo di condividere due attività, raccogliete tutti i fogli e consegnate loro un piccolo libretto che abbia come copertina le due frasi e alcune pagine vuote, proponendo loro di continuare a scrivere esempi di attività come hanno appena fatto fino all’incontro successivo. Condividete con loro la possibilità di creare un libretto pubblicabile e condivisibile con altri.

20’

Concludete con uno sguardo di cura: un fiore passa dalle mani di un docente all’altro e deve rimanere in mano almeno 10 secondi; durante questo tempo tutti gli altri docenti regalano uno sguardo di affetto e cura verso colui chi tiene in mano il fiore. Proseguite così in silenzio, o con sottofondo musicale, fino alla fine del giro. Suggerimenti per i formatori •

Curate i dettagli e invitate i docenti a farlo sempre: utilizzare bellezza nella didattica aiuta ad educare il sentimento, l’apprendimento nasce dall’esperienza e giunge alla mente passando per il ricordo.

Avere consapevolezza dei propri sentimenti è il primo passo verso l’educazione sentimentale degli alunni: noi siamo degli esempi di fronte al bambino, porsi di fronte al bambino con calma interiore genera pace, potete condividere con i docenti queste riflessioni.

Tempo: 2 ore. Materiale: Musica e casse, filo o scoth rosso, scheda con domande (cfr Appendice p.47), fogli A5, cartellone, libretti da consegnare, fiore.

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4.6 L’ascolto dei propri sentimenti, a cura di E.D.I. Onlus Attività in semplici passi 5’

Chiedete ai docenti di iniziare a muoversi nella stanza, come preferiscono. Mettete una musica di sottofondo. Invitateli a riflettere sulla loro giornata, da quanto si sono svegliati, fino a quando sono giunti in quella stanza, aiutandoli a ripercorrere tutto ciò che hanno fatto con delle domande stimolo. La domanda finale sarà “come state ora?”

10’

Divideteli a coppie per fare il gioco dello specchio. A ritmo di musica, una persona della coppia dovrà rappresentare davanti allo specchio la propria sveglia e la propria giornata, l’altra persona della coppia sarà il suo specchio e dovrà ripetere tutti i movimenti rappresentati. Dopo 5 minuti chiedete di scambiare i ruoli.

15’

Fateli posizionare in semicerchio e chiedete loro di creare una scultura umana. La scultura dovrà rappresentare gli stati d’animo in quel momento. Ognuno andrà a posizionarsi su una tela immaginaria, scegliendo una posizione che rappresenti il suo stato d’animo e che dovrà essere mantenuta sino a che tutti si saranno posizionati. Fate una foto del quadro, che verrà condivisa con tutti.

15’

Posizionatevi in cerchio e raccogliete feedback sull’esperienza vissuta. Riprendete il tema dell’importanza di avere consapevolezza di sé e di come si sta con gli altri come primo importante passo verso l’educazione sentimentale degli alunni.

50’

Presentate loro un grande libro. Chiedete ad ognuno di loro di condividere le buone pratiche che hanno pensato nel primo incontro (cfr. cap. 4.5 p.30) e di scriverle su un libro comune. Favorite un confronto per far sì che il libro possa essere il più completo possibile e decidete insieme il titolo del libro.

20’

Concludete con la creazione di una storia comune che vada a ripercorrere il percorso svolto insieme: consegnate a ciascuno un foglio con alcune domande; si inizia a scrivere dal punto più in alto del foglio, in verticale. Ad ogni domanda, il foglio viene piegato per coprire la risposta e viene passato al vicino, che farà lo stesso e andrà a rispondere alla seconda domanda sul nuovo foglio ricevuto. Si continua così fino alla fine delle domande stimolo. Al termine ognuno avrà una storia, scritta a più mani, che avrà ripercorso il lavoro fatto insieme e i pensieri emersi. Suggerimenti per i formatori •

Modificate le attività iniziali a vostro piacere, mantenendo il percorso di senso: per condurre una buona educazione sentimentale, il percorso deve partire dalla consapevolezza e padronanza dei propri sentimenti (come adulto). Poi, è necessario azzerare tutte le possibili discriminazioni, riconoscersi tutti uguali e diversi allo stesso tempo. Infine porre il pensiero sulla didattica è il modo migliore per utilizzare lo strumento che hanno quotidianamente a disposizione per generare cura e attenzione.

Oltre a questo percorso esistono anche attività specifiche che mettano il focus su come sto io e come stai tu, ma crediamo di non dover appaltare l’educazione sentimentale solo a momenti sporadici, ma di doverla intessere nella quotidianità scolastica, per non inviare stimoli contraddittori.

Tempo: 2 ore. Materiale: Musica e casse, libro gigante, fogli A4 con domande, cartellone, cancelleria.

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4.7 Crow-Lab* per il cooperative learning, a cura di E.D.I. Onlus Attività in semplici passi 5’

Spiegate al gruppo dei partecipanti il funzionamento del processo e pattuite tempistiche ed eventuali ruoli (detentore del tempo, aiuto nella categorizzazione, aiuto per garantire la partecipazione di tutti etc...) e dividete la classe in sottogruppi di circa 4-5 partecipanti ciascuno.

5’

Scegliete un argomento di interesse per la classe.

5’

Dividete l’argomento in 3 - al massimo 4 - parti e appendete un cartellone di colore diverso per ciascun argomento alle pareti della stanza.

10’

Esponete la prima parte dell’argomento con una prospettiva di alto profilo e d’ispirazione.

10’

Si apre il processo ai gruppi, che attivano al proprio interno un momento di confronto tra partecipanti, che potranno formulare domande condivise da sottoporre al “docente” e alle quali potranno dare risposta i partecipanti più esperti e il docente.

5’

I partecipanti di ciascun gruppo riportano le relative domande nel rispettivo cartellone.

15’x Ripetete

il momento dell’esposizione dell’argomento, del confronto successivo tra gruppi e rilevazione delle relative domande, tante volte quanti sono gli argomenti da trattare. Con l’aiuto di qualche partecipante, categorizzate le domande di ciascun argomento e riponetele nelle rispettive scatole preposte. Rispondete alle domande pescando dalle apposite scatole e dedicando minimo 15 minuti ad ogni argomento. Suggerimenti per i formatori •

Questa attività è uno strumento per rivoluzionare l’assetto tradizionale di una lezione e integrare, in una dinamica fluida e interattiva, il momento formativo fornito dal docente/formatore con il coinvolgimento attivo dei bambini/ragazzi e partecipanti in generale.

Variante maieutica: i partecipanti durante la pausa e dopo la categorizzazione hanno la possibilità di scrivere il loro nome nel post-it se vogliono rispondere loro stessi alla domanda, se possono dare un contributo. I docenti/formatori che vogliono indagare le conoscenze acquisite o già insite nel gruppo, possono usare il Crow Lab in questo modo.

Variante partecipativa: i partecipanti durante la pausa e dopo la categorizzazione hanno la possibilità di scrivere il loro nome nel post-it se vogliono rispondere loro stessi alla domanda o inserire nuovi post-it, qualora volessero dare un contributo con un’osservazione, un esempio pratico, un dubbio o semplicemente un supporto/rinforzo positivo all’argomento.Variante adeguata per prendere decisioni insieme.

Tempo: 2 ore. Materiale: un cartellone di diverso colore per ogni argomento, post-it degli stessi colori dei cartelloni, cancelleria, un contenitore per ogni argomento che possa raccogliere i biglietti delle domande.

32 * Da un’idea di Sociolab Firenze, riadattato e utilizzato in finalità cooperative-learning dalla cooperativa E.D.I. Onlus.


4.8 Co-costruzione di un percorso ponte e didattica orientativa, a cura di Save the Children La didattica orientativa è una “buona pratica” che coinvolge tutti i cicli scolastici in verticale, dalla Scuola dell’Infanzia al biennio della Scuola Secondaria di secondo grado. Essa tende a potenziare le risorse del singolo in situazione di apprendimento e a valorizzare l’aspetto formativo/educativo delle singole discipline negli interventi quotidiani. La didattica disciplinare, per divenire orientativa e fornire gli strumenti necessari all’attivazione delle capacità di scelta, deve porre l’attenzione su alcuni aspetti: • la scelta dei contenuti da proporre, in cui i ragazzi possono progressivamente scoprire interessi e attitudini; • la scelta e il potenziamento degli strumenti di studio più idonei a favorire l’apprendimento; • il rafforzamento dell’autoconsapevolezza e della capacità di riflessione sul proprio percorso; • una pluralità di metodologie didattiche: la lezione frontale non è una modalità orientativa, al contrario dell’organizzazione per laboratori dove i bambini sono guidati nella ricerca di soluzioni personali ai quesiti posti. Le situazioni di apprendimento non devono essere concepite come luoghi depositari di un sapere da memorizzare, fisso e immutabile, ma essere funzionali alla soluzione dei problemi a cui ci si trova dinnanzi nell’agire quotidiano, ponendo quindi al centro gli allievi e l’apprendimento. Di seguito un esempio di come poter impostare il lavoro per accompagnare i docenti a strutturare dei percorsi ponte con l’obiettivo di facilitare il passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria di primo grado. Il lavoro di preparazione (novembre - dicembre) É necessario un lavoro preventivo all’attività in sé, coordinato dagli insegnanti che in ciascuna scuola si occupano di orientamento: l’individuazione di un argomento curriculare che abbia anche un collegamento con il territorio in cui sono ubicate le scuole (ad esempio l’intitolazione di una strada ad un personaggio famoso, una manifestazione locale che coinvolga anche le scuole). Sviluppo dell’argomento (novembre - dicembre) I docenti svilupperanno il tema autonomamente con i rispettivi alunni (classi quinta primaria e seconda o terza secondaria di I grado): • Gli studenti della scuola secondaria possono prepararsi sull’argomento scelto attraverso la metodologia della classe capovolta. • Gli insegnanti della scuola primaria introducono il tema in classe e forniscono materiale di approfondimento diversificato (articoli, video, immagini…); agli alunni viene spiegato che questo argomento sarà poi ulteriormente approfondito insieme agli studenti della scuola secondaria di I grado.

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La visita alla scuola secondaria di I grado (febbraio) • I bambini vengono accolti nella scuola da alcuni studenti; vengono accompagnati a visitare alcuni luoghi significativi (per esempio sala lettura, palestra, cortile, aula informatica). • In un’aula laboratorio predisposta ad hoc la classe viene fatta sedere e gli studenti più grandi espongono metodologie, appuntamenti e iniziative tipiche della scuola, valutazione, rispondendo anche ad eventuali domande dei bambini sulla scuola secondaria. • I bambini vengono quindi divisi in gruppi e alcuni degli studenti più grandi rispondono attraverso metodologie interattive e ludiche alle domande sul tema comune precedentemente poste dai bambini. • Attività di chiusura e saluto.

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4.9 Costruiamo ponti, a cura di Save the Children Attività in semplici passi 5’

Spiegate ai docenti che dovranno microprogettare un’azione ponte partendo dalla traccia fornita (vedi box precedente), provando, qualora emergano delle criticità, a individuare soluzioni e proposte alternative per superarle.

45’

Dividete i docenti in 4 gruppi (l’ideale sarebbe di circa otto partecipanti ciascuno) avendo cura che siano eterogenei rispetto al grado scolastico in cui insegnano. Fate lavorare i gruppi, rimanendo disponibili per dubbi o altro.

60’

Dedicate l’ultima parte dell’incontro alla restituzione in plenaria (5’ per la presentazione di ciascun gruppo + confronto e discussione).

10’

Curate la chiusura, ponendo l’accento sui concetti chiave emersi dalla discussione.

Tempo: 2 ore Materiale: Cartelloni o carata da pacco, pennarelli, post-it, scheda dell’attività ponte (1 per partecipante)

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CAPITOLO 5 MONITORARE,VALUTARE E CO-PROGETTARE LE ATTIVITÀ FUORICLASSE 5.1 Le isole delle emozioni e del pensiero, a cura di Save the Children Attività in semplici passi 5’

Chiarite l’obiettivo dell’attività: fare una prima valutazione del percorso Fuoriclasse, attraverso un viaggio immaginario tra le isole delle emozioni e del pensiero.

5’

Chiedete ai docenti di spostarsi nell’aula, dove, attraverso alcune domande stimolo, saranno invitati a riflettere e scrivere su fogli A3.

60’

Preparate le seguenti tappe, dislocate in punti diversi dell’aula e chiedete ai docenti di spostarsi nell’aula da una tappa all’altra. • “Lascia un messaggio ai futuri docenti che replicheranno il percorso l’anno prossimo”. • “Lascia un ricordo e/o un’emozione”. • “Cosa porti con te?”, un diritto conquistato dal docente, ma anche dagli studenti durante il percorso per creare il quaderno dei diritti di Fuoriclasse. • “Cosa lasci?” (punti critici).

30’

Proponete di creare un quaderno Fuoriclasse in cui inserire i contributi di ciascuno.

20’

Le risposte e le riflessioni saranno scritte su fogli A3 per la creazione del quaderno Fuoriclasse (non necessariamente durante l’attività, anche successivamente). Suggerimenti per i formatori • • •

L’attività può essere replicata nella sua interezza con gli studenti per valutare il percorso fatto. Le domande da inserire al punto due possono essere arricchite in base alle necessità del formatore (e del docente). I docenti possono scrivere dove preferiscono, non devono necessariamente rispondere a tutte le domande.

Tempo: 2 ore Materiale: cartelloni, cartoncini, post-it, carta pacco, colla, scotch, pennarelli, quaderno: dono per i futuri rappresentanti.

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5.2 Monitoraggio e valutazione con la Swot Analysis, a cura di Associazione Kreattiva Attività in semplici passi 10’

Presentate ai docenti un modello di Swot Analysis corredato da domande stimolo (cfr Appendice p.35).

5’

Dividete i docenti in due gruppi in base al tipo di partecipazione, diretta o meno, al progetto.

20’

Invitateli a concordare tra loro i punti di forza e di debolezza ravveduti all’interno del progetto, corredandoli con l’individuazione di minacce e opportunità per la buona riuscita dello stesso presenti nel territorio.

25’

Invitateli a restituire quanto scritto, in plenaria. Suggerimenti per i formatori • • •

Questa attività è utile per parlare di aspetti critici e potenziali del progetto, utilizzando uno strumento sintetico e visivamente efficace. É importante il confronto tra i docenti direttamente coinvolti e i docenti più esterni al progetto, per verificare percezioni e livello di impatto indiretto. É fondamentale spiegare ai docenti che il momento di monitoraggio non deve essere scambiato come uno spazio per dare voce alle critiche e alle richieste, ma si deve cercare di affrontare gli aspetti, soprattutto quelli critici, proponendo soluzioni.

Tempo: 60 minuti Materiale: fogli, penne, stampa della matrice Swot con domande stimolo (cfr Appendice p. 35).

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5.3 Monitoraggio e valutazione con Ecocycle, a cura di E.D.I. Onlus Attività in semplici passi 10’

Dividete i docenti in gruppi secondo le aree di intervento e la partecipazione al progetto.

5’

Presentate a loro lo strumento di valutazione Ecocycle. Ecocycle è uno strumento utile per monitorare e valutare il percorso svolto. Come in un circolo virtuoso, un percorso di programmazione, per funzionare, ha bisogno di diversi aspetti e soprattutto di un’azione propositiva. Come nella semina: elimino le erbacce, tengo le procedure efficaci di semina e raccolta, pianto nuovamente alcune piante e delle nuove se occorre. Allo stesso modo, nella programmazione di tutto il percorso Fuoriclasse chiedete ai docenti di riflettere su 4 aspetti: • Cosa tengo: cosa ha funzionato e tengo così com’è. • Cosa elimino: cosa non ha funzionato e voglio eliminare. • Cosa creo: cosa manca quindi cosa vorrei creare di nuovo. • Cosa rinnovo: cosa ha funzionato ma vorrei migliorare e quindi rinnovare.

5’

Disegnate su un foglio un infinito diviso in 4 parti:

COSA MANTENGO

COSA CREO

COSA RINNOVO

COSA ELIMINO

30’

Chiedete ai docenti divisi nei piccoli gruppi (o in plenaria se sono pochi) di ragionare su questi aspetti pensando al programma Fuoriclasse nel suo complesso o, se necessario, per focus (partecipazione docenti/studenti; impatto dei Consigli fuoriclasse sulla classe e sulla scuola; rappresentanza etc…).

30’

Chiedete ad ogni gruppo di condividere le proprie riflessioni.

30’

Create un unico Ecocycle. Suggerimenti per i formatori Questo strumento è un ottimo punto di partenza per riprogettare e da cui ripartire l’anno successivo. Tempo: 2 ore Materiale: carta da pacco, pennarelli, post-it.

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5.4 Autovalutazione di gruppo, a cura di CISV Solidarietà s.c.s. Attività in semplici passi 3’

Annunciate che farete un’attività di autovalutazione di gruppo del percorso fatto. Appendete un cartellone diviso in due colonne: da una parte scrivete: “É andata bene!”, dall’altra: “Possiamo migliorare!”.

15’

Chiedete ai partecipanti di rispondere in maniera spontanea e senza un ordine stabilito, ricordando ad alta voce un momento dell’attività che secondo loro è andato bene e uno che cambierebbero o eliminerebbero. Appuntate sul cartellone sintesi degli interventi.

2’

Fate una una foto del cartellone e archiviatela, oppure lasciatelo appeso al muro come promemoria per le prossime attività. Suggerimenti per i formatori • • • • •

Il processo funziona meglio se non vengono fatti commenti o discussioni dopo ciascun intervento, lasciando così i partecipanti liberi di esprimersi senza nessun giudizio né limitazione. É importante conservare memoria della valutazione fatta per apportare miglioramenti al processo di apprendimento. Può essere utile sottolineare i punti di forza dell’attività e i possibili spunti/collegamenti per le discipline scolastiche ed i processi educativi. Lasciare sempre aperta la possibilità di arricchire l’attività. Potrebbe essere proposta anche una scheda individuale, in cui ognuno fa un’autovalutazione individuale rispetto al processo di apprendimento svolto (tenere conto che in questo caso l’attività richiederebbe più tempo a disposizione).

Tempo: 20 minuti Materiale: cartelloni, pennarelli.

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5.5 Monitoraggio e autovalutazione, un passaggio fondamentale ma delicato, a cura di CISV Solidarietà s.c.s. L’autovalutazione può essere un’operazione potenzialmente destabilizzante, ambigua e ansiogena. Certo, non per tutti è così, le differenze individuali giocano un ruolo importante, ma spetta alla sensibilità degli educatori tener conto del contesto di ogni singola classe e dei singoli individui. Per questi motivi può essere utile coinvolgere i docenti in una riflessione sulla complessità dell’autovalutazione. L’autovalutazione deve poter costituire un’esperienza ecologica per la persona, cioè un momento formativo vissuto con positività in relazione a tutto il proprio ambiente personale, di vita e di apprendimento. Occorre: • Saper accettare il giudizio sulla propria prestazione e il suo significato (non necessariamente positivo). • Saper tollerare la valenza giudicante di questa operazione senza mettere in crisi la propria identità, il proprio concetto di sé, la propria autostima, il proprio senso di auto-efficacia, il che, a sua volta, implica: • Saper separare il giudizio sulla prestazione dal giudizio sulla propria persona (“io non sono il compito che ho svolto, il mio essere globale non si identifica con quello che faccio in un’occasione specifica”). • Saper relativizzare una prestazione isolandola da altre dello stesso o di altro tipo (“non sono stato bravo questa volta, ma lo sono stato in passato e lo posso essere in futuro”). • Sapere, in modo simile, accettare il giudizio sulla propria competenza, adottandone una concezione dinamica, cioè relativizzandola nel tempo (“non sono ancora competente, ma posso esserlo o esserlo meglio in futuro”), rispetto allo stesso ambito (“non so leggere poesie, ma so leggere romanzi”) o ad ambiti diversi (“non sono tanto bravo nel parlare, ma lo sono di più nello scrivere”), e, in generale, rispetto alla propria persona. Si dovrebbe (tutti) poter dire: “io non sono una competenza, ma un insieme di competenze in divenire, quindi anche di capacità in potenza”. In sintesi ciò equivale a saper gestire la propria percezione di competenza in modo positivo e realistico al contempo. É fondamentale che le procedure di autovalutazione: • Vengano introdotte gradualmente, su compiti e contesti semplici, lineari, non invasivi ma rassicuranti, e che valorizzino le positività dell’individuo, le sue intelligenze personali, le sue attitudini. • Si realizzino in un clima di classe non giudicante, cooperativo più che competitivo, basato sulla fiducia reciproca tra alunni e tra alunni e insegnanti. • Siano progettate in modo che la sfida del giudicarsi, sia controbilanciata da un opportuno sostegno del contesto di classe. • Siano parte di un sistema valutativo che privilegi la natura formativa della valutazione e che sia esplicitato e condiviso a livello di classe e di scuola.

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FAQ Domande frequenti 1. I Consigli fuoriclasse, oltre ad essere strumenti per la promozione del benessere scolastico, sono anche occasioni di apprendimento? I Consigli fuoriclasse sono un’occasione privilegiata per l’apprendimento perché, di fatto, non riproducono “compiti di realtà”, ma lo sono di per sé. Gli studenti sperimentano un percorso per riconoscere e far emergere le proprie competenze e proporre un reale cambiamento della scuola. La competenza risiede nella mobilitazione delle risorse dell’individuo (conoscenze, abilità) e si configura come un saper agire (o reagire) in una determinata situazione o contesto, allo scopo di conseguire una performance. Formare per competenze è dunque questo: richiedere prestazioni complesse, basate sulla produzione di soluzioni a problemi tratti dal mondo reale dello studente, perché non si impara se non si è “in situazione” e si impara a scuola per vivere al meglio la vita quotidiana. Attraverso l’esperienza dei Consigli fuoriclasse, si promuove inoltre il ruolo attivo e costruttivo del discente, che impara non dagli stimoli, ma dall’attività esercitata sugli stimoli e costruendo la propria visione del mondo a partire dal confronto costruttivo e riflessivo insieme agli altri (coetanei, docenti, genitori, formatori) sulle cose che vive. 2. Quali sono i riferimenti teorici alla base dei Consigli fuoriclasse? I Consigli fuoriclasse permettono ai bambini di sperimentare e attualizzare valori come la cooperazione, il senso di responsabilità, il rispetto di sé e degli altri, l’autonomia e la democrazia. I riferimenti teorici sono diversi, ma si deve principalmente a Freinet l’approccio pedagogico basato su cooperazione, espressione e comunicazione. Inizialmente Freinet, sviluppando l’idea della cooperazione scolastica, ha coinvolto gli studenti in riunioni dedicate alla vita economica della scuola. Successivamente, ha incluso momenti ad hoc per elaborare soluzioni ai problemi delle singole classi, sostituendo di fatto sostituito l’apprendimento competitivo con quello cooperativo. Inoltre, ha previsto un lavoro in squadra con gli insegnanti creando incontri a livello nazionale per rompere l’isolamento (cfr. il ruolo dei docenti supporter e dei tavoli territoriali). Il pedagogo francese è stato a sua volta influenzato da altri innovatori della scuola, come Maria Montessori, Cousinet, Dewey, etc... 3. Quanto mi impegna partecipare ai Consigli fuoriclasse? Per le scuole modello e pioniere, il percorso dei Consigli fuoriclasse prevede 16 ore per anno scolastico. Agli insegnanti viene proposto di sostenere l’attività con altri piccoli impegni fondamentali, come ad esempio la gestione delle elezioni, il sostegno nella restituzione del percorso nelle classi, il contributo nella realizzazione delle proposte o nella realizzazione di un evento finale. In sintesi, a partire dalla “base comune” del percorso dei Consigli (16 ore), si definiscono insieme – considerando il contesto, la disponibilità e le caratteristiche degli insegnanti coinvolti – le altre tipologie di contributo, affinché l’esperienza abbia l’impatto più significativo possibile. Anche per le scuole in rete consigliamo di organizzare i Consigli in un percorso educativo strutturato (10-20 ore), che preveda, in aggiunta, azioni collettive come le elezioni, il confronto con le classi, la restituzione alla scuola dei risultati raggiunti. 4. Da insegnante, come posso supportare il lavoro dei rappresentanti? Il tema della rappresentanza è un nodo fondamentale dei Consigli fuoriclasse, perché può favorire, come può compromettere, la partecipazione dei ragazzi. Se la delega non viene gestita in modo adeguato, può crearsi un divario tra eletti e non eletti. Elezioni e rappresentanza hanno bisogno di essere guidati per non sminuirne il valore e compromettere la partecipazione. Il docente può fungere da facilitatore in alcuni passaggi delicati, ad esempio: • Le elezioni: gli insegnanti - eventualmente con l’aiuto di formatori - hanno il compito di chiarire il significato delle elezioni e della rappresentanza, garantendo ai candidati la possibilità di farsi conoscere per quello che possono fare e soprattutto per quello che vogliono imparare partecipando ai Consigli fuoriclasse. • La comunicazione rappresentanti – classe: è necessario prevedere momenti ad hoc nei quali i consiglieri comunicano ai propri “elettori” (la classe) quello che il Consiglio sta discutendo e facendo. Le decisioni prese dal Consiglio possono essere sostenute da sondaggi o consultazioni e vanno sempre comunicate alle classi; ad esempio si possono prevedere bacheche facilmente fruibili da tutti. 41


5. Fuoriclasse può finanziare un'azione di ristrutturazione di uno spazio scolastico? Nell’ambito delle scuole modello/pioniere e per l’anno scolastico 2017-2018, Fuoriclasse sostiene economicamente la realizzazione delle proposte di cambiamento elaborate dagli studenti nell'ambito dei Consigli, per un importo massimo di 500 euro. Non è invece previsto, per le scuole in rete, un contributo economico per la realizzazione delle proposte di cambiamento. 6. Il budget dedicato alla realizzazione delle proposte dei Consigli fuoriclasse delle scuole modello/ pioniere è valorizzabile anche per l’anno scolastico successivo? No, il budget è relativo all’anno scolastico in corso; il budget non utilizzato sarà destinato a sostenere le proposte dei Consigli di altre scuole Fuoriclasse. 7. Rispetto all’asse territorio, quali azioni di cambiamento possono essere realizzate? Le azioni possibili su questo asse riguardano il legame tra scuola e quartiere. Gli studenti potranno progettare attività di sensibilizzazione coinvolgendo il quartiere su diverse problematiche che riterranno urgenti da affrontare (legalità, bullismo, riqualificazione, valorizzazione territorio…) o avviare momenti di riflessione e scambio con gli enti locali per questioni legate a problematiche scolastiche (es: incontrare l’istituzione pertinente per confrontarsi su questioni legate alla struttura della scuola). 8. Di cosa trattano i percorsi di formazione per gli insegnanti e gli incontri con i genitori? Nell’ambito del programma Fuoriclasse, i percorsi docenti e genitori mirano a rafforzare la capacità della comunità educante di contrastare la dispersione scolastica. Per l’anno scolastico 2018-2019, i percorsi per gli insegnanti si focalizzano sui valori fondanti di Fuoriclasse in Movimento (inclusione, protagonismo degli studenti, comunità educante), condividendo saperi, metodologie e strumenti pratici per promuovere il benessere scolastico. I percorsi per i genitori vogliono rafforzare il dialogo scuola-famiglia, favorendo la partecipazione degli adulti nelle azioni di miglioramento della scuola. 9. Vorrei intraprendere un percorso laboratoriale che favorisca la partecipazione degli studenti nella mia classe/scuola: esistono materiali per gli insegnanti da poter consultare? Save the Children si occupa anche di produrre pubblicazioni utili a diffondere la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e le buone pratiche che favoriscano l’attuazione dei principi fondanti di essa. Per un percorso esperienziale a scuola su diritti, partecipazione, inclusione si consiglia di consultare queste pubblicazioni, reperibili in rete: • Save the Children Italia, “Benessere scolastico e partecipazione. L’esperienza dei prodotti comunicativi Fuoriclasse”, 2017. Link on line: https://goo.gl/LHCTu6 • Save the Children Italia, “Diverse lingue, stessi diritti, gli articoli della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in sei lingue”, 2016. Link on line: https://goo.gl/kAaJMu • Save the Children Italia, “Scuole Fuoriclasse”, 2016. Link on line: https://goo.gl/UnVFLo • Save the Children Italia, “La Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza”, 2012. Link on line: https://goo.gl/EscCsv • Save the Children Italia, “Tu partecipi, io partecipo”, 2010. Link on line https://goo.gl/szxsMU 10. Save the Children è un ente accreditato per la formazione docenti? Save the Children è ente accreditato presso il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ai sensi della Direttiva n. 170/2016. Ai fini dei crediti formativi, i docenti riceveranno attestato di partecipazione per le ore di formazione svolte.

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11. Come sono nati il Manifesto e le azioni del Movimento? I valori e le azioni di Fuoriclasse in Movimento nascono dall’esperienza del modello Fuoriclasse e da un percorso di consultazione e partecipazione che nel 2016 si è sviluppato su tre livelli: • I Consigli fuoriclasse: abbiamo raccolto il punto di vista di oltre 1100 studenti di Bari, Crotone, Milano, Napoli, Scalea, Praia a Mare, Roma e Torino. • Il Comitato Scientifico, che ha coinvolto esperti e docenti/dirigenti Fuoriclasse, ha elaborato il posizionamento StC (Save the Children, “Scuola di qualità, educazione in comunità: inclusione, protagonismo e lotta alla dispersione”, 2017. Link on line: https://goo.gl/r27BTj). • I Tavoli Territoriali: grazie alla realizzazione di 13 incontri sono stati coinvolti oltre 200 insegnanti e dirigenti scolastici, che hanno individuato le 15 azioni per contrastare la dispersione scolastica. 12. Nell’ambito del Movimento, le scuole sono chiamate a scegliere e realizzare azioni di benessere scolastico. Che tipo di supporto offre Save the Children? Save the Children supporta le scuole attraverso il percorso docenti: orienta, forma, accompagna nella realizzazione dell’attività attraverso la condivisione di strategie e strumenti operativi efficaci. Non è previsto un supporto finanziario: proprio perché stiamo creando un Movimento, proponiamo a tutta la rete di compiere annualmente un’azione collettiva che valorizzi le risorse presenti nelle singole scuole e sui territori. Per approfondire visita la piattaforma online dedicata al Movimento: https://goo.gl/F5iiFC 13. Nell’ambito del Movimento, la scuola può scegliere tre azioni afferenti al medesimo valore? Sì, la scuola sceglie in autonomia nell’ambito delle 15 azioni del Movimento (https://goo.gl/6byADC), anche se consigliamo di sperimentarsi su tutti e tre i valori proposti. 14. Nell’ambito del Movimento, un Istituto Comprensivo può avere scuole che realizzano la medesima azione di benessere scolastico? Sì, come è vero anche il suo contrario: ogni scuola decide in autonomia quale azione intraprendere a partire dai bisogni e dalle risorse specifiche di contesto. Ci possono quindi essere scuole del medesimo Istituto che realizzano la stessa azione o che ne scelgono di differenti. 15. Nell’ambito del Movimento, qual è la durata dell’azione di benessere scolastico? Indicativamente l’azione deve avere rilevanza nell’anno scolastico in cui è stata scelta come focus principale. Ben venga se l’azione viene poi replicata e proseguita anche negli anni successivi: l’auspicio è proprio che la sperimentazione avviata duri nel tempo.

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APPENDICE Scheda per la microprogettazione

Microprogettazione incontro n. Obiettivo: Titolo incontro: Sequenza e tempistica

Apertura

Nome attivitĂ

Nome attivitĂ

Chiusura

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Cosa fanno i formatori

Metodologia

Materiali


Scheda Ciclo di Apprendimento Esperienziale

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Scheda per l'attivitĂ Le coppie

Nome

Come mi vedono gli altri

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Come mi vedo io

Io nella scuola sono...


Scheda per l’attività Cross the line Domande e frasi stimolo • Attraversa la linea in silenzio, se sei mai stato preso in giro o chiamato con un nomignolo o preso in giro? • Attraversa la linea se ti sei mai sentita/o esclusa/o perché sei una ragazza/un ragazzo.” • Attraversa la linea se sei mai stata/o chiamata/o con un nome brutto o umiliante solo perché sei una ragazza o solo perché sei un ragazzo.” • Attraversa la linea se ti è mai stato detto che non si dovrebbe fare qualcosa o non ti dovrebbe piacere qualcosa perché sei una ragazza/ perché sei un ragazzo” • Attraversa la linea se sei mai stato giudicato o preso in giro a causa del colore della pelle.” • Attraversa la linea se sei mai stato preso in giro per il tuo accento o la tua voce, o per come canti.” • Attraversa la linea se tu o uno qualsiasi dei tuoi familiari o dei tuoi amici ha una disabilità.” • Ora attraversa la linea, se hai mai visto qualcun altro che veniva infastidito o chiamato con un nomignolo o preso in giro.” • Attraversa la linea se ti è mai stato detto che non si deve piangere, mostrare le tue emozioni, o avere paura.” • Attraversa la linea se ti sei mai sentito solo.” • Attraversa la linea se hai mai avuto paura.” • Attraversa la linea se tu o qualcuno a cui vuoi bene è mai stato preso in giro o preso in giro per gli occhiali, le bretelle, un apparecchio acustico, o per gli abiti che indossa, per l'altezza, il peso, la carnagione, o la dimensione o la forma del corpo.” • Attraversa la linea se hai mai sentito la pressione dei tuoi amici o di un adulto per fare qualcosa che non volevi fare e dopo ti sei sentito male o hai provato vergogna” • Attraversa la linea se ti sei mai vergognato di aver parlato con il cuore o aver condiviso preoccupazioni, paure, speranze o segreti e sogni con qualcuno.” • Attraversa la linea se qualcuno ti ha fatto del male e non hai reagito perché avevi troppo paura di dire o fare qualcosa.” • Attraversa la linea se sei stato fermo o a guardare mentre veniva fatto del male a qualcuno e non hai detto o fatto nulla, perché avevi troppa paura.” Altri spunti possibili: 1. Sei mai salito sul punto più in alto di 3000 m? 2. Hai mai vissuto oltreoceano per più di un anno? 3. Hai mai cantato il karaoke? 4. Sei mai stato senza fare la doccia per più di due settimane? 5. Hai sia un fratello che una sorella? 6. Hai mai cavalcato un cavallo? 7. Hai mai mangiato le cosce di rana? 8. Sai parlare due o più lingue? 9. Sei mai stato innamorato di qualcuno? 10. Hai mai conosciuto qualcuno che non mangia la carne? 11. Hai nuotato in due o più oceani diversi? 12. Hai rotto tre o più ossa nel tuo corpo? 13. Sei mai andato a casa di persone di una cultura diversa dalla tua? 14. Hai mai scalato un albero o una parete rocciosa di oltre 10 metri in verticale? 15. Hai mai avuto un parente stretto che è vissuto per oltre 100 anni? 16. Hai mai cucinato un pasto per più di venti persone? 17. Hai mai tenuto un pappagallino come animale domestico? 18. Hai mai tenuto un elefante come animale domestico? 19. Hai mai toccato il tuo naso con la tua lingua? 20. Hai mai giocato con le bambole? 21. Hai mai visto un orso polare? 47


Scheda per il monitoraggio e la valutazione con la Swot Analysis

PUNTI DI FORZA

OPPORTUNITÀ

Per questo quadrante, ragioneremo sulle nostre caratteristiche personali e su quelle della nostra attività utili a raggiungere gli obiettivi che ci poniamo. Alcuni esempi di domande: • Cosa facciamo bene? • Quali sono le nostre abilità uniche? • Quali conoscenze specialistiche abbiamo? • Che esperienze abbiamo? • Dove è più proficuo il nostro lavoro?

Per questo quadrante, ragioneremo sulle condizioni esterne che ci aiuteranno a raggiungere il nostro obiettivo. Alcuni esempi di domande: • Quali sono gli obiettivi su cui ci stiamo focalizzando? • Come utilizzare la tecnologia per migliorare l’attività? • Ci sono attività e progetti correlati alla nostra che offrano una opportunità?

SWOT ANALYSIS PUNTI DI DEBOLEZZA

MINACCE

Per questo quadrante, ragioneremo sulle nostre caratteristiche personali e su quelle della nostra attività che potrebbero danneggiare il nostro progresso e ostacolare il raggiungimento dei nostri obiettivi. Alcuni esempi di domande: • In quali aree abbiamo bisogno di migliorare? • Quali risorse ci mancano? • Quali parti del progetto “Fuoriclasse” non hanno pienamente funzionato? • Dove abbiamo bisogno di maggior formazione/ esperienza? • Cosa ci fa perdere tempo e/o energia?

Per questo quadrante, ragioneremo sulle condizioni esterne che potrebbero danneggiare il nostro progetto. Alcuni esempi di domande: • Quali ostacoli ci troviamo ad affrontare? • Che cosa sta succedendo nella società in generale? • Che cosa sta succedendo nella nostra città e nel nostro territorio?

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BIBLIOGRAFIA • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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