Clamorosa scoperta nel Castello di Conversano: le mura megalitiche attraversano il grandioso maniero degli Acquaviva. Nel calendario degli incontri promossi dal Comune di Conversano e dal Prof. Vito L’Abbate, il 16 gennaio scorso il prof. Paolo Perfido, del Politecnico di Bari , ha illustrato alla vasta e interessata platea dei presenti, i risultati dello studio della Facoltà di Architettura sulla lettura dei monumenti e, nello specifico, del Castello di Conversano. Il docente si è soffermato sulla tecnica adottata: rilievo celerimetrico per creare un modello digitale delle sequenze cronologiche nella costruzione del manufatto, adottando tecniche all’avanguardia come il GPS, la stazione laser totale, il livello ottico laser. Le scoperte a cui il suo gruppo è pervenuto hanno del clamoroso: ha dimostrato che il castello è in parte costruito su un tratto delle mura megalitiche che circondavano l’antica Norba nel IV-V sec. ac. Ancora più importante è stata la rilevazione interna ed esterna della torre poligonale: vera e propria macchina da guerra a difesa del castello e della città. In seguito si propongono foto che evidenziano il percorso delle mura megalitiche nel castello con riproduzioni tridimensionali del lavoro del Politecnico. Nella seconda parte, particolari della torre poligonale con i percorsi interni di difesa. Nell’ultima parte si propongono i preziosi ed interessanti appunti descrittivi delle alunne della III A del Linguistico S. Benedetto, presenti alla lezione del prof. Perfido. Per concludere va detto che il lavoro di ricerca è stato commissionato al Politecnico di Bari dall’Amministrazione Comunale di Conversano nelle persone del Sindaco Giuseppe Lovascio e dell’Assessore alla Cultura, Pasquale Sibilia.
Foto e testo: prof. Vito Didonna. Appunti del rilievo:Mastroscianni Narumi, Saliu Ingrit, Annamaria Cannone. Tavole in 3D: Politecnico di Bari. Rielaborazione grafica: Scaffaleweb
Iniziamo il percorso dalla famosa tela di Alfio Tomaselli (Catania 1846-Conversano 1915), un pittore siciliano, che alla fine dell’800, dipinse questa splendida veduta del Castello di Conversano.
Siamo alla Porta del Lauro. Di fronte, le mura megalitiche su cui sorge parte del monastero di S. Benedetto. Le mura megalitiche risalgono al VI sec. a.c. e sono formate da grossi massi sovrapposti a secco e danno origine a un muro con uno spessore di 4 metri.
Particolare delle mura pelasgiche.
Piazzetta del Lauro. I massi costituiscono la base su cui sorge l’edificio e il locale commerciale.
Particolare dei grossi massi di fondazione. Questi tratti di mura presentano caratteri delle costruzioni dei Pelasgi, un popolo di origine greca
Adesso ci siamo spostati di 100 metri, sulla piazzetta della Torre Poligonale. Tracce di mura megalitiche ammorsate con un tratto di muraglia pi첫 recente.
Particolare della connessione.
Siamo nell’atrio del castello, davanti alla porta d’ingresso più antica.
Particolare dell’ingresso con il camminamento che porta alle stalle e alle cisterne.
Si notano i massi megalitici che ritroviamo all’interno del castello, a significare che questa parte dello stabile fu edificata nell’ XI sec. proprio sulle mura pelasgiche. A destra una delle tante cisterne di acqua piovana.
Particolare delle mura e della cisterna.
Ancora un particolare che evidenzia la sovrapposizione a secco dei massi.
Ci spostiamo adesso verso la zona pi첫 interna del castello, detta della cavallerizza, zona destinata ad accogliere carrozze e i famosi cavalli bianchi della razza Conversano. In fondo il cortile interno.
Il cortile interno del castello fatto ristrutturare dai conti Giulio Antonio e Dorotea d’Atri alla fine del ‘600. Si notano ancora i massi megalitici su cui poggia la maestosa torre maestra alta 25 metri.
Particolare del cortile interno con l’ammorsamento lapideo.
Ancora un particolare dei manufatti
Ricostruzione in 3D della torre maestra, della torre di nordest e della torre poligonale. Questo il primo nucleo del Castello di Conversano secondo gli studi del Politecnico di Bari.
Ricostruzione virtuale che evidenzia la dislocazione esterna del complesso della torre di nordest a ridosso delle mura megalitiche, in rosso
Videata in 3D: in primo piano il cortile interno e la torre maestra, a destra. Sulla sinistra la torre poligonale.
La torre poligonale è stata costruita dagli Acquaviva nel 1503: si presenta poderosa e massiccia al di fuori del vecchio tracciato delle mura megalitiche. Le analisi del Politecnico di Bari hanno evidenziato all’interno del manufatto uno straordinario sistema difensivo su tre livelli, con fuciliere e bombarde: la torre era isolata dal Castello e si poteva accedere da una porta stretta azionata dall’interno da un sistema basculante. La torre era dotata di cucina, cisterna e una latrina.
La torre poligonale, costruita probabilmente nei primi anni del 1500 da Andrea Matteo Acquaviva, si presenta poderosa come una fortezza leonardesca. E’ collocata al di fuori delle mura megalitiche su una scarpata che dominava un vallone sottostante. Il suo sistema di difesa, complesso e sofisticato, permetteva di controllare la posizione a 360 gradi, grazie alle fuciliere e ai cannoni posizionati nelle bocche di lupo del tetto.
Torre poligonale: si notano le feritoie per gli archibugi e la merlatura di protezione dei cannoni. A sinistra è collocata l’unica stretta porta d’accesso del fortilizio.
Particolare della merlatura con lo stemma della famiglia Acquaviva d’Aragona. I conti Acquaviva, originari della Baviera, si stabilirono nel feudo di Conversano nel 1456.
Torre poligonale: lo stemma della famiglia Acquaviva d’Aragona si presenta riccamente inquartato. Si possono individuare infatti i simboli della famiglia Acquaviva (leone rampante), dei re d’Aragona (i quattro pali), della corona d’Ungheria, della famiglia d’Angiò e del regno di Gerusalemme.
Torre poligonale: particolare dell’ingresso, la porticina a destra.
Torre poligonale. L’ingresso stretto permetteva l’accesso ad una sola persona per volta controllato all’interno della fortezza da un sistema basculante.
Torre poligonale: alla base della porta d’accesso, si notano feritoie laterali in cui era incardato l’asse del piccolo ponte levatoio
Torre poligonale: particolare del rullo attorno a c ui scorreva la catena del ponte levatoio. L’incavo si può notare nella parte superiore della porticina.
Torre poligonale: visione a raggi x tridimensionale dell’interno del manufatto. Si notano in rosso i camminamenti delle postazioni per fucili, le prese d’aria e il cilindro di rifornimento per le bombarde collocate sul tetto.
Nel corso della lezione del prof. Paolo Perfido, alcune alunne della III AL del Liceo Linguistico "S. Benedetto" di Conversano: Narumi Mastroscianni. Ingrit Saliu, Annamaria Cannone, hanno trascritto i momenti più salienti della relazione, mettendo a fuoco graficamente i grandi risultati dell’indagine del Politecnico di Bari.