Le ‘Carte Conversano, Atti criminali’ nell’Archivio Diocesano di Conversano

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collana “opuscula n.1”

Le ‘Carte Conversano, Atti criminali’ nell’Archivio Diocesano di Conversano

Francesco Saverio Iatta


“Molta documentazione [tra cui non poche filze oggi classificate come ‘Acta criminalia 1’] è stata trovata frammista ad altre serie. Risulta, allo stato attuale [cioè al 2006], ancora mancante un faldone di atti relativi agli anni 1611-1769 2, che Marco Lanera segnalava come presenti nel suo Catalogo provvisorio 3 (p.17), indicandoli ancora in disordine e non schedati” 4. Quanto abbiamo appena riportato ci ha fatto tornare in mente un rovello che non ci ha quasi mai abbandonato mentre tentavamo di ricostruire le vicende’ criminali’ in cui sarebbero stati coinvolti alcuni degli uomini di Chiesa che avevano la loro residenza nelle terre che amministrava la diocesi di Conversano 5 nel corso del XVII secolo.



Vicende (quelle cui abbiamo appena accennato) che avevano una singolare rilevanza (anche e non solo meramente storica) in quanto per queste vicende la “Vescoval Corte della città di Conversano” 6 aveva fatto svolgere una serie di accertamenti ch’erano volte ad accertare se vi si potessero, o meno, ravvisare episodi in cui si poteva riconoscere l’opera, continua e/o episodica, di ‘masciare’ 7 e/o stregoni 8. Il rovello, cui prima abbiamo appena accennato, pur se era alimentato da una serie di semplici supposizioni, aveva, pur tuttavia, finito con l’assumere il carattere di quella sorta di refrain che, tormentosamente fastidiosi, non si cavan poi proprio facilmente di testa.


Avvertivamo infatti, piuttosto distintamente, la sensazione cui abbiamo appena accennato mentre pe l’appunto tentavamo di ricostruire, anche nei loro risvolti socio-culturali, i casi di stregoneria 9 di cui era reperibile la relativa documentazione presso l’Archivio Diocesano di Conversano 10 (d’ora in poi ADC) nella sezione ‘Carte Conversano, Atti criminali’.


Per assolvere a questa incombenza ci eravamo proposti, per l’appunto, di esaminare tutte le ‘carte’ riguardanti Conversano 11 e, più specificamente, quelle rubricate come ‘Atti criminali’ 12. ‘Carte’ che sono state regestate proprio in questi ultimi anni 13 presso l’ADC 14. E che sono state inserite nella sub unità rubricata come ‘Atti criminali’ da Anna Maria Cristiana Guarnieri, archivista esterna della Sovrintendenza archivistica per la Puglia. Fra i casi di presunta e/o accertata stregoneria, di cui si erano miracolosamente salvati gli incartamenti ed erano quindi confluiti presso l’ADC, vi erano, documentati, però solo tre casi. E in uno si questi ultimi vi era stato implicato addirittura sin anche un sacerdote 15.


Un sacerdote del clero conversanese che per l’imputazione di stregoneria era stato non solo processato (mentre era vescovo della diocesi di Conversano, Filippo Meda 16) quanto poi anche esemplarmente punito. Ebbene quanto ci era parsa (forse solo inizialmente) una semplice, molto probabilmente anche sconsolante supposizione, alla luce di quanto ci fa prendere contezza Anna Maria Cristiana Guarnieri, ciò che ci era parso


come una mera ipotesi, riteniamo, invece, si debba, malauguratamente, considerare null’altro che una ben triste quanto sconsolante realtà. La minacciosa supposizione, cui abbiamo appena accennato, però, non ci siano limitati a subirla passivamente. Non abbiamo infatti trovato nulla di meglio quanto meno per attenuarla che apparentare lo stato, attuale, delle ‘carte’ custodite nell’ADC a ciò che rimane dopo che una terra è stata investita e quindi devastata da un maremoto. Insomma, presa di petto da un nubifragio che ha quindi fatto disperdere, in mille imprevedibili stravolti rivoli, un numero non affatto modesto di documenti che, in origine, invece molto probabilmente erano stati diligentemente conservati.


Siamo dovuti ricorrere a delle metafore (lo ribadiamo) perché non riuscivamo a rinvenire altre più calzanti similitudini per renderci conto, con una metafora quasi materialmente palpabile, lo stato sconsolante dei documenti che tentavamo di reperire e che, forse un tempo, (hainoi!), erano stati conservati negli archivi degli uomini di Chiesa conversanesi e che, oggi, finalmente, sono custoditi nell’ADC. Una triste realtà quindi (quella appena più sopra solo sommariamente descritta) che non si può non definire che irreparabile. Irreparabile in quanto non è affatto improbabile che una non modesta, purtroppo gran messe, di documenti (in specie quelli attualmente inventariati come “Atti criminali”) non si può non considerare che del tutto irrimediabilmente persa per sempre.


Irrimediabilmente persa (siamo costretti nostro malgrado a renderlo di pubblico dominio) non solo per colpa del tempo. Quanto forse principalmente per colpa, miserabilmente dolosa, di coloro (e forse non sono stati neppure pochi) che hanno ritenuto loro specifico quanto precipuo dovere eliminare quella filza di documenti che provava la condotta, non certo esemplare, di un uomo di Chiesa che apparteneva alla loro famiglia. Quanto abbiamo appena accennato è potuto avvenire perchĂŠ, molto probabilmente nel recente passato, chi aveva accesso agli archivi degli uomini di Chiesa di Conversano si è preoccupato di far sparire le ‘carte’ che provavano che un loro parente era venuto meno, in maniera particolarmente grave, ai precetti di santa romana chiesa, sia pur diversi decenni se non secoli prima. E per questo motivo si era reso col-


pevole di atti criminali che divenuti oggetto d’esame da parte della “Vescoval corte della città di Conversano” erano poi stati anche esemplarmente, puniti dal ‘foro ecclesistico’ di Conversano.


A questa sconsolante conclusione siamo giunti riflettendo anche su un altro dato, ma solo in apparenza singolare, che non si può non rilevare esaminando l’attuale, irrisoria consistenza numerica dei magri incartamenti che costituiscono l’attuale insieme di ‘carte’ che costituiscono la sub unità archivistica rubricata come ‘Conversano. Atti criminali’ oggi custodita presso l’ADC. Infatti questi ‘casi’, classificati come ‘Atti criminali’, assommano, in totale, a soli settantuno casi. Benché questi benedetti accidenti si riferiscano a indagini in cui sono stati implicati, tra il 1549 e il 1860 17, alcuni degli uomini di Chiesa residenti in Conversano.



E si tratta, in genere, di denunce, querele, remissioni, verbali di processi, istruttorie, monitori, istanze di perdono e mandati di carcerazione. Insomma, nel corso di ben duecento undici anni, il ‘foro ecclesiastico di Conversano’ sarebbe intervenuto per indagare e quindi giudicare, unicamente, settantuno casi in cui sarebbero statti coinvolti uomini di Chiesa residenti in Conversano. Questi dati quindi non possono non far rilevare che si è in presenza di un numero singolarmente irrisorio di casi criminali esaminati dal ‘foro ecclesiastico’ riguardanti uomini di Chiesa residenti in Conversano. Se, infatti, i dati che abbiamo appena riportato offrissero un quadro realistico del tasso di criminalità che si dovrebbe addebitare agli uo-


mini di Chiesa residenti in Conversano se ne dovrebbe, conseguentemente, dedurre che gli uomini di Chiesa residenti in Conversano dovrebbero aver vissuto, tra il 1549 e il 1860, in una sorta di paradiso in terra.


Infatti, nel corso di ben oltre duecento anni, gli uomini di Chiesa residenti in Conversano si sarebbero macchiati di crimini, di competenza del ‘foro conversanese’, in soli settantuno casi.


Se, però, si tiene presente il numero davvero notevole di religiosi che furono residenti in Conversano, tra il 1549 e il 1860 18, l’ipotesi che abbiamo appena adombrato non può non parere che irreale. È quindi davvero quanto mai improbabile che gli ‘Atti criminali’ che sono oggi custoditi presso l’ADC possano realmente rendere conto del tasso di ‘criminalità’ che sarebbe da addebitare a carico degli uomini di Chiesa residenti in Conversano tra il 1549 e il 1860. È, infatti, impossibile stimare, in base agli incartamenti oggi conservati presso l’ADC, quali siano stati, in realtà, gli accertamenti eseguiti dal ‘foro ecclesiastico conversanese’ nei confronti degli uomini di Chiesa residenti in Conversano. Foro che per legge, come si sa, era tenuto a vagliare gli addebiti che venivano formulati a carico di sacerdoti, chierici, frati e monache


che risiedevano a Conversano tra il 1549 e il 1860, data quest’ultima sino alla quale è stato in vigore, per legge, il ‘foro ecclesiastico’ 19. Alle perplessità che abbiamo in precedenza segnalato va poi inoltre aggiunto che, tra i casi rubricati come ‘atti criminali’, due soli incartamenti riguardano probabili casi in cui sarebbero state implicate due “masciare” 20. (cfr. ADC. Carte Conversano. Acta criminalia, n. 93, «Informatio de maleficii contra Dorotheam Dominici de Zingaro» accusata di «magaria»; cc. 39. 1611 e «Interrogatorio di Primiano Guarnieri, davanti all'arciprete di Rutigliano a proposito «una femina,che sapesse fare qualche magaria ò sale incantato»; cc. 2. [sec. XVIII] ).


Mentre un solo dossier riguarda un’accusa di concubinaggio 21. Del caso appena segnalato viene incolpato il canonico don Angelo del Buono. Il fascicolo che lo riguarda è regestato: ADC. Carte Conversano, Acta criminalia, n. 05, e recita: «Informatione contra il


can. don Angelo Buono de concubinato»: esame di testimoni per una causa di adulterio; cc. 8. 1662 Ma, ad aggiungere scorno alla beffa, (così almeno a noi pare) non si riesce poi affatto ad afferrare, dalla carte che sono rimaste del presumibile originale incartamento, se l’accusa di concubinaggio di cui è accusato il nostro canonico sia poi stato realmente accertato o meno. Nel suo giuramento, infatti, il sacerdote «disu che e (sic) vero che tene la dicta Chiariccia dal quale se ne fa servire in far far pane, in apparecchiare et lavare (…) et continuamente va in casa dicta donna a suo piacere per lavare panni, lavare et altri soi bisogni», ma aggiunge che non «nce mangia (…) beve» o dorme». Due sole indagini, del ‘foro ecclesiastico di Conversano’ invece afferiscono a condotta scandalosa rilevata e/o esaminata rispettivamente


nel corso del 1736 22 e quindi del 1741 23. Un caso riguarda un concorso per un’evasione dal carcere civile 24. Un altro dossier è, invece, messo insieme, e quindi istruito per permettere il relativo processo investigativo, per “prattica scandalosa” 25. Un'altra indagine è svolta dal ‘foro conversanese’ perché un sacerdote residente in Conversano “aveva rapito, dal conservatorio di san Giuseppe, l’educanda Maria Carmela Anelli” 26 (cfr., ADC. Carte Conversano. Acta criminalia, n. 40, «Informatio contra rev. can. don Archangelum de Elligijs terræ Noiæ» per aver rapito, dal conservatorio di San Giuseppe, l'educanda Maria Carmela Anelli; cc. 16. 1749). Un altro provvedimento dello stesso ‘foro’, invece, inibisce a don Gregorio La Candela di frequentare la cognata Porzia Comes 27. Quindi poi ancora vi è un altro incarta-


mento che riguarda un’indagine che ha stabilito di infliggere “atti correzionali” a don Francesco d’Orazio per condotta scandalosa 28. I rimanenti casi, invece, riguardano querele per percosse 29, ingiurie 30, minacce e percosse 31, percosse 32, contumelie 33, maltrattamenti34, pubbliche offese 35, violenze 36, furto di galline 37, violenti maltrattamenti 38, schiaffi e pugni 39, comportamento molesto 40, querela per falsità 41, per porto abusivo d’armi 42 e per prepotenze 43. Dall’esame delle querele presentate nei confronti degli uomini di Chiesa residenti in Conversano, dal XVII al XIX secolo, si dovrebbe quindi desumere (tenuti presenti esclusivamente i dati quantitativi che si possono ricavare dall’esame dagli ‘Atti criminali’ che li riguardano e che son giunti sino a noi dopo mille peripezie) che il tasso di crimi-


nalità che avrebbe caratterizzato il comportamento degli stessi uomini di Chiesa era ben più che accettabile. Più che accettabile in quanto si deve tenere conto, in proposito, dei tempi, non certo idillici, in cui vissero gli uomini di Chiesa residenti in Conversano e poi anche per la stessa natura, sostanzialmente venale, dei ‘delitti’ che sarebbero stati loro addebitati. Quanto abbiamo appena riportato è un dato che, ovviamente, si desume se si tiene unicamente conto che le denunce, presentate nei confronti degli uomini di Chiesa residenti in Conversano, risultano essere quantitativamente modeste. Modeste perché son sporte contro degli uomini di Chiesa che son vissuti nel corso di ben duecento undici anni.


Infatti in questo stesso periodo, sarebbero state presentate (ad accettare per buone le ‘carte’ conservate nell’ADC) contro gli uomini di Chiesa residenti in Conversano, unicamente settantuno denunce. Cioè circa due querele per anno solare. Eppure è stato ripetutamente accertato che, in specie nel corso dell’epoca moderna, le risse e gli scontri tra chierici e chierici e tra chierici e laici; che la resa dei conti, tra le fazioni in lotta, era quasi un affare da risolvere privatamente; che zuffe e risse, più o meno feroci e/o sin anche con esiti raccapriccianti, non solo erano all’ordine del giorno quanto caratterizzavano, per la loro inusitata feroce ripetitività, peculiarmente quasi ogni classe sociale 44.


Da questo stesso genere di eccessi non riteniamo potessero essere del tutto esenti proprio gli uomini di Chiesa che risiedevano in Conversano. Uomini di Chiesa che, fra l’altro, costituivano una vera e propria classe sociale e che, come tale, aveva degli specifici interessi e quindi poi anche dei peculiari privilegi da difendere e che, per altro come la storia abbondantemente dimostra, li sapeva ben difendere contro ogni genere di intromissione. Va in proposito, quanto meno segnalato, che sino a tutto il 1860 i crimini degli uomini di chiesa erano giudicati dai rispettivi ‘fori ecclesiastici’, e non da quelli civili, in forza del privilegio di cui godevano, per l’appunto, tutti gli uomini di Chiesa.


E spesso i ‘fori ecclesiastici’ punivano, in maniera esemplare, preferibilmente quei ‘crimini’ che riguardavano la sfera sessuale e quindi poi in second’ordine quelli relativi all’ortodossia. Se quindi si ritengono affidabili (ma non lo sono come abbiamo documentato) i dati che si ricavano dall’esame degli ‘Atti criminali’ che riguardano gli uomini di Chiesa residenti in Conversano dal XVII al XIX secolo, questi offrirebbero un quadro ‘criminale’ quanto meno idillico della condotta degli stessi uomini di Chiesa. Quanto meno idillico (lo sottolineiamo!) sol che questi dati li si paragonino con la qualità della condotta ‘criminale’ che, quasi nello stesso arco di secoli, si può rilevare per la comunità dei religiosi residenti in Rutigliano.


Per Rutigliano possiamo infatti consultare, sempre nell’ADC, invece ben 224 45 incartamenti riguardanti altrettanti ‘Atti criminali’ esaminati dal XVI al XIX secolo, contro i 71 dossier messi insieme per quei casi ‘criminali’ nei quali sarebbero stati implicati altrettanti uomini di Chiesa residenti in Conversano. Se quindi si accettano per buoni i dati che, oggi, si possono rilevare dagli “Atti criminali” che riguardano i casi relativi agli uomini di Chiesa residenti in Rutigliano, questi registrano ben undici denunce per altrettanti omicidi 46; quattro poi per uso di armi da fuoco 47; un caso per aver appiccato fuoco ad una casa 48 ed un altro ancora per un accoltellamento 49.


Gli omicidi, come si riesce ad appurare leggendo le relative ‘carte’ processuali, sono commessi da altrettanti uomini di chiesa residenti in Rutigliano. Ma in proposito va aggiunto un particolare che ci offre un quadro ben più che indicativo dell’atmosfera ‘criminale‘ e quindi della condizione morale che si registrava in Rutigliano. Questa era divenuta tanto irrespirabile che, nei confronti degli uomini di Chiesa residenti in Rutigliano, il vescovo di Conversano del tempo, Filippo Meda, “ordina che nessun sacerdote residente in Rutigliano deve uscire dalla città armato” 50.


Dati ‘criminali’ quelli appena fatti rilevare che contrastano, in maniera singolarmente eclatante, se li si paragonano con la condotta criminale che si dovrebbe, al contrario, dedurre dagli “Atti criminali” che riguardano i religiosi residenti in Conversano. Infatti gli incartamenti che riguardano gli uomini di


Chiesa residenti in Conversano non solo sono numericamente irrisori, se paragonati a quelli dei religiosi residenti in Rutigliano (risultano 71 contro i 224 conservati per Rutigliano), ma permetterebbero, altresì, di rilevare (erroneamente!) che gli uomini di chiesa residenti in Conversano non avrebbero commesso che dei ‘crimini’ semplicemente veniali. Veniali, ovviamente, se paragonati con quelli che avrebbero commesso i confratelli residenti in Rutigliano. Infatti gli uomini di Chiesa residenti in Rutigliano non si limitano a commettere omicidi, quasi a man salva; ma sarebbero poi anche stati fatti oggetto di tutta una serie di indagini, svolte dal ‘foro ecclesiastico’ di competenza, tese ad accertare casi, di una gravità inusitata 51, in cui sarebbero stati coinvolti più e più volte uomini della Chiesa di Rutigliano.


Quando abbiamo sin qui fatto rilevare ci costringe quindi a ritenere gli incartamenti giudiziari che riguardano gli uomini di Chiesa residenti in Conversano: dolosamente carenti ed anche numericamente irrisori Fenomeno che non si può non addebitare che ad una serie di manomissioni di certo dolose e poi, sin anche, tutt’altro che episodiche. 1Gli

acta criminalia, come è noto, comprendono, per la maggior parte, denunce, querele, remissioni di querele, verbali dei processi istruiti dal ‘foro ecclesiastico’, istruttorie, monitori, mandati di carcerazione, testimoniali e istanze di perdono. 2 La sottolineatura è nostra. 3 I dati bibliografici completi, relativi al contributo del Lanera, sono i seguenti, M. Lanera, Archivio diocesano di Conversano. Catalogo


sommario provvisorio 1981, Castellana 1981. Del Catalogo del Lanera esiste una copia presso la Biblioteca civica ‘M. Marangelli’ di Conversano, la cui attuale collocazione è la seguente: C/3/11. 4 Cfr., A.M.C. Guarnieri, Fondo Conversano. Acta criminalia in Fonti per la storia di Conversano, volume secondo, L’Archivio della curia vescovile. Inventario dei Fondi Conversano, Monasteri e Conventi, collana ‘ Biblioteca di cultura pugliese, serie seconda n.171’, Presentazioni: D. Padovano vescovo di Conversano, V. Castiglione Minischetti e A. Fanelli condirettori dell’Archivio diocesano di Conversano; Prefazione: C. Lavarra direttore scientifico Centro ricerche ed arte - Conversano; Introduzione: G. Dibenedetto direttore dell’archivio stato di Bari e soprintendente archivistico per la Puglia; Contributi di D. Porcaro Massafra: L’archivio diocesano di Conversano un laboratorio di sperimentazione archivistica e di C.


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Guarnieri L’archivio della Curia vescovile di Conversano, a c. di Cristiana Guarnieri e Antonella Caprio, Congedo, Galatina 2006, pp. XIII-466, €30, p.137, nota n.1. “la diocesi [di Conversano] comprende: Conversano, Alberobello, Castellana, Noci, Putignano, Rutigliano e Turi”, cfr. A. Fanelli, Conversano [Cupersanen(sis) o Conversanen(sis)] in Cronotassi iconografia e araldica dell’episcopato pugliese, progetto di ricerca finanziato dalla Regione Puglia, Assessorato alla cultura realizzato dalla Unione regionale dei centri di ricerche storiche ed artistiche archeologiche e speleologiche di Puglia, Levante Bari, 1986, p.163. Ben più preciso, in proposito, è, invece, Marco Lanera che riporta:” Turi e Noci costituiscono, insieme con Conversano, il nucleo originario, e mai controverso, della Diocesi, mentre le altre comunità civili sopra menzionate [Noci, Turi, Putignano, Rutigliano, Albero-


bello e Castellana], o ne entrarono a far parte tardivamente, o formarono oggetto di penose querele e contestazioni”, cfr., M. Lanera, Archivio diocesano di Conversano, op. cit., p.3. Per le “penose querele e contestazioni cui si riferisce Marco Lanera si cfr. M. Lanera, Archivio diocesano di Conversano, op. cit., pp.3-6, 6 Cfr. ADC, Conversano, Acta criminalia, busta 4/1, fascic. 18 f.1r. 7 ”Masciara: colei che opera la mascia. Veniva chiamata anche, senza particolare differenza, strega o fattocchiara”, cfr. P. Locaputo, Glossario in Le masciare. Storie di streghe dai verbali inediti di un processo del 1582, Edilnorba rsl, Scisci, Conversano 1997, p.154. Per la querelle ci permettiamo di rinviare ai seguenti nostri contributi: F. M. Sforza, vewscovo di Conversano, e le “masciare”; Una “masciara” nella Conversano del 600; Femina che sapesse fare magaria e Don Bartolomeo Coletta. Contributi confluiti in Casi di


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stregoneria, in poca moderna, a Conversano, in corso di pubblicazione. Cfr., F.M. Sforza, vescovo di Conversano, e le “masciare”; Una “masciara” nella Conversano del Seicemto; Femina che sapesse fare qualche magaria e Don Bartolomeo Coletta contributi che costituiscono il cuore di questo contributo. I ‘casi’ cui ci riferiamo sono i seguenti: ADC. Conversano, Acta criminalia, n. 3: «Informatio de maleficii contra Dorotheam Dominici de Zingaro» accusata di «magaria»; cc.39.1611; Ibidem, n.46: «Interrogatorio di Primiano Guarnieri, davanti all'arciprete di Rutigliano a proposito «una femina, che sapesse fare qualche magaria ò sale incantato»; cc. 2. [sec. XVIII] e Ibidem, [«Informatio contra rev. Bartholomeum Colletta» per condotta scandalosa; cc. 18. 1736, busta 4/1, fasc.18, ff.1-r-51r]. Casi che sono stati oggetto di una no-


stra ricostruzione e che, riportati in questo contributo, hanno i seguenti titoli: Una ‘masciara’ nella Conversano del Seicento; ‘Femina che sapesse fare qualche magaria’ e Don Bartolomeo Coletta. 10 D’ora in poi ADC. 11Cfr.,http://www.archiviodiocesano.info/default.asp?pagina=ADC&i d_ad=on&lang=it&subpage=4, ADC, Carte di Conversano, nuova schedatura a cura di Antonella Caprio e Cristiana Guarnieri. 12Cfr.,http://www.archiviodiocesano.info/default.asp?pagina=ADC&i d_ad=on&lang=it&subpage=4&ind=48 e Cristiana Guarnieri, Conversano. Acta criminalia, in Fonti per la storia di Conversano, volume secondo, L’Archivio della curia vescovile, op. cit., pp. 137145.


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La nuova sede dell’ADC, che insiste nei pressi del chiostro dell’ex convento dei Paolotti, è stata inaugurata il 19 ottobre del 2002, (cfr. http://www.archiviodiocesano.info/default.asp?pagina=home&lang =it). La regestazione delle ‘carte’, cui prima ci siamo riferiti, oggi confluite nell’ADC è durata ben quindici anni (cfr. D. Porcaro Massafra, L’archivio di Conversano. Un laboratorio di sperimentazione archivistica in Fonti per la storia di Conversano, volume secondo, L’Archivio della curia vescovile, p.5) ed è terminata, grosso modo, nel corso del 2006, cfr. AA.VV. Fonti per la storia di Conversano, volume secondo, L’Archivio della curia vescovile, op. cit. 14Cfr.http://www.archiviodiocesano.info/default.asp?pagina=ADC&id _ad=on&subpage=intro&lang=it . Oltre che on line, la regestazione dei documenti attualmente custoditi nell’ADC si può consultare an-


che su supporto cartaceo, per cui cfr. AA.VV., Fonti per la storia di Conversano, vol. II, op. cit. e R. Colaleo – M. Lippolis, Le carte conversanesi nell’Archivio Diocesano di Conversano, Newdata Srl, Noci (Ba), 2010, pp.950. 15 Cfr. A. Fanelli, Cronache d’amore e magia a Conversano nel primo Settecento, collana ‘crescamus n. 14’, Noci 2010. 16 Filippo Meda prese possesso della diocesi assegnatagli il 6 luglio 1701 e la resse sino al 18 luglio del 1733 anno in cui decedette in Conversano, località nella quale è stato sepolto, cfr. Cronotassi iconografia e araldica dell’episcopato pugliese, op. cit. p.164. Il Meda ha dato alle stampe: Segreti spirituali, morali e misti, non meno curiosi, che utili, i quali ognuno gia sa, contuttocio ansiosamente gli va cercando ... Divota eutrapelia di monsignor Filippo Meda ... In Napoli: nella stamperia di Felice Mosca, 1729-1732,


voll. 6; Discorsi teologici e predicabili intorno alla vicinanza del Giudizio universale. Opera di monsignor Filippo Meda da Milano, vescovo di Conversano ..., In Napoli nella stamperia di Felice Mosca, 1724; L' incontinente senza scusa, ovvero Difese del divino precetto intorno la purità, modi facili per acquistarla, e conservarla. Opera di monsignor Filippo Meda milanese, vescovo di Conversano, divisa in 20. colloquj famigliari, In Napoli nella stamperia di Felice Mosca, 1728. Tutti i testi editi dal Meda sono, oggi, custoditi presso la Biblioteca del Seminario vescovile di Conversano, la cui collocazione è, tutt’ora, provvisoria. Il Meda si è conquistato, un posto di riguardo, negli annali della storia della diocesi conversanese per essere finalmente riuscito, dopo non pochi tentativi frustrati anche per mere ragioni economiche, a fondare il Seminario vescovile (1703) della sua diocesi (cfr. Angelo Fanelli, Per una storia


dei Seminario vescovile di Conversano. 1. Dal concilio di Trento alla fine dei Seicento, s.i.l., Dicembre 1995, p. 33) e poi perché, nello stesso anno, si è poi pure felicemente adoperato per far sorgere la Biblioteca dello stesso seminario oggi intitolata a ‘D. Morea’. Sul Meda si cfr. Ferdinando Ughelli, Italia sacra sive De Episcopis Italiae, et insularum adjacentium, rebusque ab iis praeclare gestis, deducta serie ad nostram usque aetatem. Opus singulare provinciis 20. distinctum. Tomus septimus. Complectens Metropolitanas, earumque suffraganeas Ecclesias, quae in Lucaniae seu Basilicatae, & Apuliae tum Dauniae, cum Peucetiae Regni Neapolitani praeclaris provinciis continentur, Venetiis: apud Sebastianum Coleti 1721, colonna 718-720; Pietro Gioja, Conferenze istoriche sulla origine e sui progressi del Comune di Noci in Terra di Bari, in cui si associa la biografia dei Conti di Conversano Acquaviva


d’Aragona, terza edizione, introduzione di Cosmo Francesco Ruppi, a cura dell’Amministrazione del Comune di Noci, Laterza, Bari 1973, Conferenza V, pp.128-129; Memorie storiche della città di Conversano /scritte da/Giuseppe Antonio Di tarsia Morisco / primicerio della cattedrale di Conversano / che si pubblicano per cura dei signori / Sac[erdote]. Luca Antonio e Raffaele di Giambattista / zio e nipote Tarsia Morisco / sotto la direzione e con note dell’architetto / Sante Simone / direttore degli scavi e monumenti di antichità e r[egio] delegato scolastico / di Conversano, Tipografia di Benedetto Favia, Conversano 1881, p. 130-132; Giuseppe Bolognini, Storia di Conversano dai tempi più remoti al 1865 corredata di documenti e di tavole genealogiche, Tipografia editrice Canfora & C., Bari 1935, pp.194-196. Cenni sul Meda sono ancora in Antonio Acerbi - Massimo Marcocchi, Ricerche sulla Chiesa di Mila-


no nel Settecento, Vita e pensiero, Milano 1988, p. 46. L’ultimo consistente contributo, ma su un aspetto particolare dell’attività del presule Filippo Meda è dovuto a Rosanna Bianco, per cui cfr. Filippo Meda, Vescovo committente. Cultura artistica a Conversano nel primo Settecento, in "Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia", XXXVII-XXXVIII, 1994-1995, Bari 1995, pp. 331- 339. In precedenza si erano interessati del Meda, e il Croce li cita tutti, l’Argelati, per cui cfr, Filippo Argelati, Bibliotheca scriptorum mediolanensium: seu Acta, et elogia virorum omnigena eruditione illustrium, qui in metropoli Insubriae, oppidisque circumjacentibus orti sunt; additis literariis monumentis post eorumdem obitum relictis, aut ab aliis memoriae traditis, vol. II, 1906 e, quindi, Filippo Meda, omonino del Nostro, noto avvocato e uomo politico, per


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cui cfr. Filippo Meda, Un vescovo milanese nella Puglia ai principi del secolo XVII, Milano 1920, estratto dalla Scuola Cattolica. Cfr., Archivio Diocesano Conversano, Acta criminalia in http://www.archiviodiocesano.info/default.asp?pagina=ADC&id_a d=on&lang=it&subpage=4&ind=48 e, quindi, in AA.VV. Fonti per la storia di Conversano, vol. II, L’Archivio della curia vescovile. Inventario dei Fondi Conversano. I. Fondo Conversano. Acta criminalia, op. cit., pp.137-144. Per la consistenza numerica del ‘Clero di Conversano dal 1558 al 1690’, fonte Archivio Segreto Vaticano, cfr., A. Fanelli, Per una storia del Seminario vescovile di Conversano. 1 Dal concilio di Trento alla fine del Seicento, s.i.l. di stampa e data, p.36. La stessa consistenza del clero si può compararla con quella della ‘Popolazione di Conversano’, fonte Archivio Segreto Vaticano, in Ibidem,


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Per una storia, op. cit., p. 35. Per altro, come è noto, in specie nel corso dell’epoca moderna il numero dei sacerdoti fu singolarmente numeroso tanto che gli storici son soliti indicare il fenomeno come “clericalizzazione della società”. Si cfr. in proposito, almeno, R. Bizocchi, Clero e Chiesa nella società italiana alla fine del Medioevo, in Clero e società nell’Italia moderna, a c. di G. Rosa, collana ‘Biblioteca universale Laterza n.434’, Laterza Bari 1992 e M. Rosa, Riforma e riforme il clero regolare nella penisola italiana, in Clero cattolico e società europea nell’età moderna, collana ‘Biblioteca essenziale Laterza / Storia moderna n. 73’, Laterza, Bari 2006. Come è noto, «competeva alla particolare giurisdizione dei vescovi giudicare nelle cause, sia civili che criminali, che vertenti tra chierici e laici, spettavano al foro ecclesiastico. Tale organo mantenne


le sue competenze sino al 1809, quando Gioacchino Murat, per regio decreto, «abolì il privilegio di foro e sottopose gli ecclesiastici alla giurisdizione ordinaria. Gli ordinari diocesani mantennero l’autorità correzionale a loro concessa dal diritto canonico, da esercitarsi sul clero delle rispettive diocesi, in ordine a tutto ciò che non era disciplinato dalle leggi civili. Il concordato del 21 marzo 1818, tra la S. Sede e il governo borbonico ripristinò il foro speciale, ma limitatamente alle cause matrimoniali e quelle concernenti la disciplina dei chierici, mentre tutte le cause civili in cui questi erano parte rimanevano sotto la competenza delle normali magistrature. La legge del regno di Sardegna del 9 aprile 1850, n.1013 (legge Siccardi), estesa all’ex Regno di Napoli, dopo l’annessione del 1860 soppresse il privilegio del foro», cfr. C. Palma, Acta civilia in D. Porcaro Massafra (a c. di), L’Archivio Diocesano di Terlizzi, I,


Inventario del fondo cartaceo, in Quaderni dell’Archivio diocesano di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo - Terlizzi, Mezzina1994, pp.150 e segg. E particolarmente le pp. 150-154. 20 Cfr. ADC. Carte Conversano. Acta criminalia, n. 93, «Informatio de maleficii contra Dorotheam Dominici de Zingaro» accusata di «magaria»; cc. 39.1611; «Interrogatorio di Primiano Guarnieri, davanti all'arciprete di Rutigliano a proposito «una femina, che sapesse fare qualche magaria ò sale incantato»; cc. 2. [sec. XVIII]». 21

Del caso viene incolpato il canonico don Angelo del Buono. L’incartamento che lo riguarda è regestato, ADC. Carte Conversano, Acta criminalia, n. 05, «Informatione contra il can. don Angelo Buono de concubinato»: esame di testimoni per una causa di adulterio; cc. 8. 1662 Ma, ad aggiungere scorno alla beffa, (così almeno


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a noi pare) non si riesce poi affatto ad afferrare, dalla carte che sono rimaste del presumibile originale incartamento, se l’accusa di concubinaggio di cui è accusato il nostro canonico sia poi stato realmente accertato o meno. Nel suo giuramento, infatti, il sacerdote «disu che e (sic) vero che tene la dicta Chiariccia dal quale se ne fa servire in far far pane, in apparecchiare et lavare (…) et continuamente va in casa dicta donna a suo piacere per lavare panni, lavare et altri soi bisogni», ma aggiunge che non «nce mangia (…) beve» o dorme». Cfr. ADC. Carte Conversano. Acta Criminalia, n. 26, «Informatio contra don Franciscum Paulum la Ruccia» per condotta scandalosa; cc. 4. 1736


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Cfr. ADC. Carte Conversano. Acta criminalia, n.30, «Informatio contra don Nicolaum Maellaro» per condotta scandalosa; cc. 18. 1741 Cfr., ADC. Carte Conversano. Acta criminalia, n. 04, «Atti in contumacia pro rev. Promothore Fiscali contra sub. Julium de la Fortia» per la complicità prestata alla fuga dal carcere civile del cl. Giuseppe Carlo Poli e Giulio della Forza; cc. 18,1660-1661 Cfr., ADC. Carte Conversano, Acta criminalia, n.38, «Informatio contra clericum Ioannem Andream Guglielmi Baris» per una «prattica scandalosa»; cc. 12. 1747 Cfr., ADC. Carte Conversano. Acta criminalia, n. 40, «Informatio contra rev. can. don Archangelum de Elligijs terræ Noiæ» per aver rapito, dal conservatorio di San Giuseppe, l'educanda Maria Carmela Anelli; cc. 16. 1749.


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Cfr. ADC. Carte Conversano. Acta crimninalia, n.50, «Criminalia contra sac. don Gregorio La Candela» per inibizione della frequentazione con la cognata Porzia Comes; cc. 4. 1752 28 Cfr., ADC. Carte Conversano. Acta criminalia, n. 69,«Atti correzionali contra don Francesco d'Orazio» per condotta scandalosa; cc. 20. 1819. 29 Cfr., ADC. Carte Conversano. Acta criminalia. “Querela criminale presentata da Ursula del Vecchio contro il figlio, don Nicolò Punizzo per percosse; cc. 4. 1713”; «Atto criminale» ad istanza di Francesco Paolo Coletta contro il diacono Donato Curiale per percosse; cc. 2.1684; Querela criminale presentata da Ursula del Vecchio contro il figlio, don Nicolò Punizzo per percosse; cc. 4. 1713


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Cfr., ADC. Carte Conversano. Acta criminalia. «Informatio ad instantiam notar(ii) Joannis Battiste la Carità contra don Franciscum Paulum Menga» per ingiurie; cc. 6. 1684 31 Cfr., ADC. Carte Conversano. Acta criminalia. «Esame del diacono Lonardo Innamorato» per minacce e percosse; cc. 2. 1685, 32 Cfr., ADC, Carte Conversano. Acta criminalia. «Informatio contra sacerdotem don Ioannem Baptistam Rodriguez» per percosse con «uno schiaffo amano aperto tanto violento nel volto»; cc. 14.1735 33 Cfr. ADC. Carte Conversano, Acta criminalia. «Informatio criminalis contra don Petrum Antonium Luzzi à Taranto» per contumelie contro Joan la Ruccia e altri; cc. 3. 1686 34 Cfr. ADC. Carte Conversano. Acta criminalia. «Criminalia tra Domenico Lo Priore e il diacono don Giuseppe Trovisi» per violenti maltrattamenti nella strada del Ringo; cc. 16. 1718


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Cfr., ADC. Carte Conversano. Acta criminalia. «Informatio contra sac. Riccardum Lieggi» per pubbliche offese[13]; cc. 7.1735. 36 Querela criminale presentata da Carlo Giuliano contro il chierico Primiano Guarnieri per violenze; cc. 4. 1720; «Informatio contra don Domenicum Saracini, et alios» per violenza nei confronti degli esecutori dell'arresto del fratello; cc. 25. 1731 37 «Informatio contra clericum Donatum Antonium Mastrovingenzo» per la vendita di sette galline rubate dal sottano di Natale Giannuzzi; cc. 4. 1734 38 «Criminalia tra Domenico Lo Priore e il diacono don Giuseppe Trovisi» per violenti maltrattamenti nella strada del Ringo; cc. 16. 1718; «Acta criminalia contra cl. Dominicum Antonium Radicchio» per aver maltrattato Antonio d’Orazio con uno «sbottorrone»; cc. 5. 1735


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«Acta criminialia contra don Franciscum Paulum Caputi cl. Vitum Antonium Montone»; per aver assalito in pubblica piazza Vito Corrado Conti con «più schiaffi e pugni»; cc. 14. 1724 «Acta criminalia contra clericum Hieronymum la Salandra terræ Molæ Baren(sis) diœcesis» accusato di comportamento molesto; cc. 4. 1724 «Informatio criminalis contra rev. don Valeriano Susca et don Franciscum Paulum Giuliani. 6» per falsità dimostrata nel saldare l'obbligo di consegna di olio «mosto»; cc. 48. 1714 «Informatio contra rev.dos Riccardum Lieggi, Gregorium Candela, Michaelem Coletta, Vitum Antonium Clemente et clericos Ioannem Palazzo, et Paulum Moccia» per abusivo porto d'armi; cc. 8. 1734 «Informatio contra don Gregorium Candela» per prepotenze[16]; c.s.n.1-35+1. 1736


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Sulla violenza nobiliare e contadina negli ultimi decenni dei Seicento e sulla sua repressione cfr. G. Angelozzi-C. Casanova, La nobiltà disciplinata. Violenza nobiliare, procedure di giustizia e scienza cavalleresca a Bologna nel XVII secolo, collana ‘Heuresis, IX Sezione di Scienze stoiche’, Cleub, Bologna 2003. Sulle difficoltà incontrate nel disciplinamento del clero, cfr. C. Donati, Vescovi e diocesi d’Italia dall’età tridentina alla caduta dell’antico regime in M. Rosa (a c. di), Clero e società nell’Italia moderna, Laterza, Roma-Bari 1992, pp.321-389; C. Casanova, Preti non disciplinati in Don Antonio e i suoi giudici. Storie criminali fra foro laico e foro ecclesiastico (Bologna, fine XVII –metà XVIII secolo), collana ‘Heuresis, IX Sezione di Scienze stoiche’, CLEUP, Bologna 2009, pp.35-46. Quindi per la sanzione penale dei reati ‘senza vittima’ e nelle relazioni private, C. Casanova, Crimini nascosti, collana


‘Heuresis, IX Sezione di Scienze stoiche’, CLEUB, Bologna 2007. Per le modalità con le quali veniva amministrata la giustizia criminale in Bologna, cfr., G. Angelozzi - C. Casanova, La giustizia criminale in una città di antico regime. Il tribunale del Torrone di Bologna (secc. XVI-XVII), collana ‘Heuresis, IX Sezione di Scienze stoiche’, Cleub, Bologna 2008. Sull’amministrazione della giustizia penale in epoca moderna, cfr. M. Lombardo, La giustizia nell’Italia moderna, collana ‘Quaderni Laterza n.144’, Laterza, Bari 2008. 45 Cfr. www.ADC. Rutigliano. Atti criminali 46 Cfr. ADC, Rutigliano, Acta criminalia, Omicidio commesso da Sigismondo de Iudice a danno di Giulio di Pirro, cc.38,1538;"Rutiliani 1660 Criminalia" omicidio commesso da don Vito Antonello de Tinno a danno di don Giovanni del Vecchio. Titolo illeggibile per scolorimento e macchie, cc.12, 1660; Rutigliano


1672. Pro homicidio Magliocca" colpito con un archibugio; Omicidio di Vito Magliocca avvenuto nella vigna di don Vito Giacomo lo Grasso alla contrada detta Latorre dagli eredi di Francesco di Paula, cc.4,1674; Rutiliani 1699. Causa nobis speciale comissa a sacra congregatione super dispensationem [...] citati per omicidio comisso in personam Ioannem Mariam Valenzano ut intus"; Rutilianio Criminalia". Accusa per don Oronzo Nicola Marzovilla e don Giacinto d'Albis di aver ucciso Vito Antonio di Lorenzo, Volume cucito deleto, cc.143, 1702-1705; Rutiliani Criminalia" per omicidio da parte del clerico Giuseppe Albanese a danno di Orazio Siciliano, cc.11,1712; Rutiliani 1716; Alla sacra penitenziaria per criminali. Rutiliani 1718. Il sacerdote Michele Buono dalla terra di Rutigliano diocesi di Conversano" per l'omicidio commesso dal chierico Giulio Pappalepore a danno di Michele Buono, cc.11; Rutiliani 1736.


Criminalia contra eremitam insignem Annunciationis" omicidio commesso da Francesco Antonio de Lauro a danno di Anna Conti, cc.20; Rutiliani 1745. Informatio contra clericum Tricarico", per omicidio a danno del fratello Domenico, cc.50; Rutiliani 1745. Informatio contra clericum Tricarico", per omicidio a danno del fratello Domenico, cc.50. 47 Cfr. ADC, Rutiliani 1723. Criminalia contra referendum Adrianum del Vecchioâ€? per un’aggressione con arma da fuoco. cc. 6;1731 Rutigliano criminalia" per colpi con arma da fuoco da parte del chierico Giuseppe del Vecchio a danno del chierico Nicola Poli"; Deleto; all'interno del fascicolo è stato rinvenuto il proiettile (palla di piombo) usato per colpire la vittima, cc.44; Rutiliani informatio contra don Michaelem Buono" per uso di armi da fuoco, cc.6


48 Cfr.,

ADC, Rutigliano 1666. Informatione contra don Bartolomeum Buono [...] incendio posto alla casa del chierico Alessandro Lamberta. 49 Cfr. ADC, Rutiliani 1798. Criminalia" per coltellate da parte del domenicano Nicola Chiaia a danno di Aurelia Martucci, cc.8. 50 Cfr. ADC, Rutiliani 1706. Acta criminalia". Il vescovo di Conversano ordina che nessun sacerdote deve uscire dalla cittĂ armato, cc.4,1706. 51 Ai delitti che abbia giĂ elencato si devono poi sommare una lite con uso di armi (Cfr. ADC, Rutigliano, Atti crimiunali n.3 "Reverendus abbate Marcellis vicarium maioris ecclesiae Rutiliani reverendissimi domini episcopi civitatis Cupersanis contra diaconum Iulium Violanum de eodem Rutiliano", per una lite con uso di armi, relativa a del grano, cc.9, 1551); per aver procurato una ferita (cfr.


Ibidem, "Rutiliani 1645 contro Xanto di Vito Vavallo per haver ferito in testa il suddiacono Tommaso Russo", cc.13, 1646); un sequestro di persona ( cfr. Ibidem,"Rutigliani 1654. Infornatione contro il clerico Donato Pappalepore d'haver sequestrato [...] Antonio Aromato [...]. cc.10, 1654-1655); per un furto di beni (Ibidem, "Rutiliani 1660. Informatione contro don Vito Giacomo Renna, don Cola Maria Redavid, e don Rocco Pappalepore de turbata iurisdizione [ordinario]", perché alla morte di don Vito Pierro, si sono impossessati dei suoi beni, cc.12,1660); per ferite (cfr. Ibidem, “Rutigliano 1686. Informatio contro il clerico Filippo del Vecchio", per ferite a danno di Pietro Antonio Gallone, cc.6,1686); per minacce verbali nei confronti del vescovo (cfr., Ibidem, “Il diacono Vito Bartolomeo Buono espone querela criminale contro l'arciprete, per minacce verbali nei confronti del vescovo”, cc.2, sec. XVII);


sei casi per comportamento immorale (cfr., Ibidem, Rutigliano 1703. Criminale contra reverendum canonicum Ioannem Iacobellis" per comportamento immorale con Margherita Cannito, cc.6; "Rutiliani 1737. Criminalia contra Robertum Petrilli" per comportamento immorale con una donna sposata, cc.12,1737; “Comportamento immorale di don Michele Buono con Alvita dell'Edera, cc.68,1737-1741; "Rutiliani 1746. Acta de practica scandalosa Nicolai Cavullo cum Rosam Pascarella et mandatum de non conversanda cum eadem sub paena excomunicatione"cc.12,1746; "Rutiliani 1776. Criminalia contra sacerdotem Caietanum del Giudice" per comportamento immorale, cc.22, 1776; "Rutiliani 1804. Criminalia contra sacerdotem don Vitum delli Turri" per comportamento immorale con Alvita L'Insalata, cc.24,1804); per un caso di stupro (cfr. Ibidem, "Rutigliano 1752. Atti criminali e stupro commesso


dal canonico don Francesco Vavalle alla zitella Maria Teresa de Albis", cc.4,1752) e quindi poi diversi casi per liti, minacce, espressioni ingiuriose, aggressioni e percosse.


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