Rosa d’Oriente Rosa d’Occidente Nostra Signora del Carmelo 16 luglio 2011 A cura di
Santa Fizzarotti Selvaggi
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In copertina: Rosa del Giardino di Nostra Signora del Carmelo
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Dedicato a Padre Diego Pedone Frate Cappuccino
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Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dalla vostra carne il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Ezechiele, 26
La tradizione d’ oriente la canta panaghia, tutta santa, perché immune da ogni macchia di peccato, plasmata e resa dallo Spirito Santo creatura nuova. Questa è la novità di Maria e questa è la sua grandezza! S.E. Mons. Cosmo Francesco Ruppi
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Premessa In compagnia del Sole e della Luna
L’ idea di raccogliere in questo piccolo libro, dal titolo “Rosa d’ Oriente Rosa d’ Occidente” alcuni pensieri dell’anima è scaturita nel mese di maggio del corrente anno a Lourdes mentre ricordavo Padre Diego Pedone durante le Sue tante riflessioni mariane. Ed è così che ho detto a me stessa che sarebbe stato bello leggere alcuni di questi pensieri, in forma di poesia e di piccoli brani letterari, in occasione della festa di Nostra Signora del Carmelo, nel giardino di mia Madre. Esiste l’alba e il tramonto, ma è il sorgere quotidiano del Sole ad indurci alla speranza . La Terra gli va incontro da sempre in compagnia dolce della Luna, mentre i Popoli si muovono verso un Occidente posto comunque ad Oriente dell’Oriente stesso. Si segue il corso apparente del Sole. E al mattino si guarda a Levante per vederlo apparire mentre la Luna si nasconde nel Cielo. Al Sole si deve la vita sulla Terra e alla Luna la rigenerazione, le colture e le maree… Padre Diego Pedone, Frate Cappuccino, nel 1992 , è stato, con me, l’ideatore dell’evento dedicato alla Madonna del Carmelo , che pur da sempre si è festeggiata in casa di mia Madre, ricorrendo, il 16 luglio, il Suo onomastico.
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Nel 2010, di ritorno dal mio pellegrinaggio in Terra Santa guidato da S. Ecc. Mons. Cosmo Francesco Ruppi, insieme abbiamo organizzato uno spazio di incontro che in qualche modo ricordasse il Monte Carmelo, Nazareth , Betlemme e il profumo del nardo , ovvero il profumo di Cristo Risorto, in quella simbolica continuità donataci sotto la Croce quando Egli disse alla Madre:” Donna, ecco il tuo figlio!». 27Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Giovanni (19, 25-27) La sofferenza del Cristo e' visibile negli ammalati e in noi tutti che alla Madre ci abbandoniamo come figli donati sotto la Croce. Ed è la Madre che consola e dona speranza . E' tradizione, dunque, che nel giardino dedicato alla Madonna del Carmine nel giorno 16 luglio di ogni anno si ringrazi il Signore, per il tramite della Vergine Santissima, dei doni ricevuti , dei frutti della mente e del cuore . Una sorta di Cenacolo spirituale, quale antidoto alla omologazione del pensiero e ai pregiudizi che precludono ogni possibilità di dialogo creativo al servizio dell'umanità. Una comune intensa preghiera. La creatività, e con essa la conoscenza, facilita la interconnessione delle relazioni umane in un discorso in cui l’Uno si ritrova parte dell’Altro. Le riflessioni che ho raccolto rappresentano la traccia e il ricordo del 16 luglio 2011. Nel pensiero fervido di Padre Diego sono anche compresi Don Tonino
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Bello, S. Ecc. Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Giuseppe Gorjux e Vincenzo Pipitone che hanno sempre creduto nella forza rigeneratrice della Poesia e del pensiero creativo. Si uniscono, alle loro intense parole, scritti di Padre Mariano Bubbico, di Angela Campanella, di chi scrive, di Marta Polidoro e di Monica Sbisà. Infine una breve nota critica per il libro Conversazioni di Giuseppe Tempesta. Suoni e canti accompagnano le letture: ed è in tal senso, lungo le linee della tradizione della mia famiglia, che ho sempre inteso coniugare la parola poetica e la parola della musica, immagini del cuore e della mente , all'interno di un unico discorso cosi come era in origine quando Poesia Musica e Canto erano insieme. Si tratta di una proposta per il nostro cuore e il nostro spirito assetati di conoscenza, verità e amore, un modo per rivolgere lo sguardo verso il Cielo da questa Terra, da questo nostro “ stare sulla Terra”, come afferma Heidegger. Sono particolarmente grata a Padre Mariano Bubbico che proseguirà lungo la tradizione inaugurata da Padre Diego, e a tutti coloro che a questo evento partecipano con sentimenti di pura amicizia e con spirito di devozione alla Beata Vergine del Carmelo. Si tratta di una ricerca di Senso, nella consapevolezza che siamo gocce d’acqua del medesimo mare. Ogni goccia d’acqua è diversa dalle altre eppure fondamentale alla vita. Gocce che nutrono i giardini del mondo: da quello islamico a quello rinascimentale, al giar
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dino Zen, ai chiostri dei Monasteri cristiani, al giardino di Nostra Signora del Carmelo. Le rappresentazioni di Maria nel mondo sono infinite, ma mi sembra emblematico che l’ultima apparizione della Immacolata Concezione a Lourdes sia avvenuta nel 1858 il giorno della ricorrenza della festività della Madonna del Carmine.“Fate penitenza” forse sta per “trasformate i vostri cuori come i fiori di un giardino”, “Andate alla fonte, berrete e lavatevi”, ci riconduce al Giordano, alla fonte di Acqua Viva che è il Cristo, alle Sue piaghe d’amore “per le quali noi siamo stati guariti” (Isaia, 53), e poi “Direte ai sacerdoti che si costruisca qui una cappella e che ci si venga in processione “forse è un invito alla “convivialità delle differenze”, a quella “Mensa Christi” attraverso la quale Maria ci consegna ai sentieri del Cielo, ai giardini della Gerusalemme Celeste. Diventa ora fondamentale sviluppare un percorso attraverso l’analisi dell’esistente e considerare tutti gli esseri umani dotati di uno “scrigno” ricco di preziose potenzialità per tutti sì che “il cuore di pietra diventi un cuore di carne”, come leggiamo in Ezechiele. Dickinson dice: «Tutto imparammo dall’amore: alfabeto, parole, un capitolo, il libro possente». Amore nel senso di Agape, la Terra promessa, il sogno dei popoli alla ricerca di giorni nuovi. L’Aurora è il momento in cui sono udibili le voci dell’Alba . Fondamentale è facilitare il dialogo fra gli individui, i gruppi, le etnie sì da sgretolare i pregiudizi: le Arti possono essere un nodo di raccordo e saldatura tra vari
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mondi in un processo generativo come è proprio della nostra natura. L’amore si fonda sulla conoscenza. Sulle rive del Mediterraneo spesso ascoltiamo il seguente proverbio: “Fatti rifare da tua madre”. Il che vuol dire tornare alle origini, a quelle simboliche acque cosmiche pregne di fecondità, per ricominciare a sperare nella nascita di un Uomo Nuovo. Santa Fizzarotti Selvaggi
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Presentazione Nella festa della Madonna del Carmelo
In occasione dell’onomastico di Carmela, la madre di Santa, rispecchiandoci in Maria e nelle sue case, mi piace proporvi delle riflessioni sulla casa e nei suoi significati molteplici e suggestivi. Le case di Maria: dalla casa dove è un angelo a parlare (Annunciazione), alla casa dove parlano il vento e il fuoco (giorno di Pentecoste). Dalla casa di Nazareth, alla casa di Giovanni, di Betania e di Gerusalemme. Silenziosa ed accogliente Maria nelle case vive e coltiva pensieri, sentimenti, desideri, relazioni che preparano ad accogliere il mistero della vita divina ed umana. Le case di Maria ci permettono di andare da considerazioni sulla casa come abitazione alla casa dove accadono eventi decisivi della vita e ci offrono spazi interiori,luoghi dove si può trovare Dio che parla al cuore e dove nel respiro dei viventi si può respirare lo Spirito di Dio. Le case di Maria sono un richiamo suggestivo ed tenero alle nostre case, perché è nella casa che si realizza la maggior parte della nostra esistenza. La casa è luogo degli affetti, di conflitti e di intimità, luogo dove
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nasce la vita, dove si vive e si aiuta a vivere, dove si muore. La casa è luogo di gioie e di sofferenze! Come nelle case di Maria, così in ognuna delle nostre case il piccolo e l’infinito si possono incontrare nella poesia dei gesti quotidiani, nella contemplazione spontanea delle cose, negli sguardi semplici, dove l’istante si apre all’eterno e dove l’eterno si inserisce nell’istante. La casa! Ed il pensiero corre alle tante case dove si ha cura di un anziano, dove si dà speranza ad una persona sola o abbandonata, dove si affrontano e si gestiscono conflitti, dove si vivono esperienze di gioia e di dolore. La casa, luogo dove nell’intimità si recupera quella parte di umanità che il mondo esteriore spesso ci sottrae. La casa ci fa trovare noi stessi, le persone e le cose più nostre, la casa può impedirci di farci sopraffare dalla monotonia della quotidianità perché lì, nel respiro di ogni abitante, respira il Signore della vita, anche se non sempre ne siamo consapevoli. Contemplare Maria nell’esperienza della casa, ascoltarla e meditare sul suo comportamento, impariamo ad ascoltare ed accogliere chi bussa alla porta della nostra casa perché ci chiede qualcosa o perché aspetta da noi sprazzi di luce o frammenti di umanità.
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Maria ha avuto sempre Gesù nel suo cuore e con Lui è vissuta in ogni circostanza della sua vita. Dall’esempio di Maria abituiamoci a stare nella nostra casa, verificheremo il nostro cammino esistenziale nella varietà delle sue espressioni e troveremo il senso della nostra vita per noi e per gli altri. Ognuno di noi ha una casa dove viviamo e siamo in relazione; ma la nostra vera casa è nella nostra interiorità: è lì che possiamo trovare noi stessi, i nostri vissuti, i nostri affetti ed i nostri progetti. Entriamo nel segreto della nostra anima in compagnia di Maria ed in compagnia di p. Diego ed allora sperimenteremo momenti estatici dove il cielo si unisce alla terra e dove il mondo si dilata ed abbraccia tutto quello che quotidianamente sogniamo e desideriamo. Mariano Bubbico Frate Cappuccino
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Don Tonino Bello Maria, donna accogliente
Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell'intimo del cuore. A capire, cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. Non entra in casa per metterci le manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà. Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti ci danno fastidio. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, mette in discussione i nostri programmi e manda in crisi le nostre certezze, ogni volta che sentiamo i suoi passi, evitiamo di incontrarlo, nascondendo ci dietro la siepe, come Adamo tra gli alberi dell'Eden. Facci comprendere che Dio, se ci guasta i progetti, non ci rovina la festa; se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace. E una volta che l'avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce. Santa Maria, donna accogliente, rendici capaci di gesti ospitali verso i fratelli. Sperimentiamo tempi difficili, in cui il pericolo di essere defraudati dalla cattiveria della gente ci fa vivere tra porte blindate e sistemi di sicurezza. Non ci fidiamo più l'uno dell'altro. Vediamo agguati dappertutto. Il sospetto è divenuto organico nei rapporti col prossimo. Il terrore di essere ingannati ha
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preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. E il cuore se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti. Disperdi, ti preghiamo, le nostre diffidenze. Facci uscire dalla trincea degli egoismi corporativi. Sfascia le cinture delle leghe. Allenta le nostre ermetiche chiusure nei confronti di chi è diverso da noi. Abbatti le nostre frontiere: le frontiere culturali, prima di quelle geografiche. Queste ultime cedono ormai sotto 1'urto dei popoli" altri", ma le prime restano tenacemente impermeabili. Visto allora che siamo costretti ad accogliere gli stranieri nel corpo della nostra terra, aiutaci perché possiamo accoglierli anche nel cuore della nostra civiltà. Santa Maria, donna accogliente, ostensorio del corpo di Gesù deposto dalla croce, accoglici sulle tue ginocchia quando avremo reso lo spirito anche noi. Dona alla nostra morte la quiete fiduciosa di chi poggia il capo sulla spalla della madre e si addormenta sereno. Tienici per un poco sul tuo grembo, così come ci hai tenuti nel cuore per tutta la vita. Compi su di noi i rituali delle ultime purificazioni. E portaci, finalmente, sulle tue braccia davanti all'Eterno. Perché solo se saremo presentati da te, sacramento della tenerezza, potremo trovare pietà. Da Maria, donna dei nostri giorni Edizioni San Paolo, Milano, 1993
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Giuseppe Gorjux Divagazioni
Vivere senza cercare? Gesù disse (1): “Chi cerca non smetta di cercare finché non trova e quando troverà resterà sconvolto e, così sconvolto, farà cose meravigliose e regnerà sul Tutto.” Forse è questo Il tormento Cui siamo destinati Cercare E cercare Ma sappiamo Che nulla troveremo, Nulla che possa renderci Padroni Di noi stessi. Solo chi riceve il dono La Fede Solo chi ha ricevuto quel dono Troverà
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E sarà padrone del Tutto Come GesÚ disse Secondo Tommaso. Nel donarci la vita Il Padreterno Non è stato Uguale con tutti. Come le leggi Degli uomini. E noi non troveremo. Ma che senso avrebbe Vivere Senza cercare? (1) Il Quinto Vangelo (Vangelo di Tommaso) traduzione di Mario Pincherle Macroedizoni - X ediz. 2005
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Misericordia ( Preghiera laica ) Se un microsecondo Signore Tu potessi Dedicare Ai figli di Adamo Ci fulmineresti In un solo Lampo E quanto gli uomini Stanno facendo Sarebbe Compiuto. Ma se per un nanosecondo Usassi Un frammento Della Tua Misericordia Forse Nella Tua cosmica Bontà Per l’ultima volta Signore Potresti Spegnere La follia Che ci travolge.
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Forse Potremmo Tornare a vedere E ricominciare . Forse.
Si ringrazia Giacomo Gorjux per aver consentito la pubblicazione delle “Divagazioni” di Giuseppe Gorjux tratte da La Coscienza di sé. Ai confini del tutto e del nulla, Dedalo, Bari, 2008
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Vincenzo Pipitone Sussurri d’Amore Sussurri d’amore che partono dal mio cuore e raggiungono il tuo cuore nel silenzio assoluto, seguendo vie sconosciute. Sussurri d’amore, incandescenti e roventi, che non bruciano il corpo. Sussurri d’amore, dove le parole divengono note musicali e giungono al tuo cuore, come una sublime melodia. Sussurri d’amore, dove l’amore è espresso con colori pastello da un pittore naif. Sussurri d’amore: li ascolti dappertutto; nei giardini dove trovi i glicini in fiore ed in riva al mare,dove l’onda che arriva accarezza la battigia. Sussurri d’amore che sentirai nelle ampie vallate come un eco prolungato. Sussurri d’amore: segni perenni d’Amore. Da Canto d’Amore, Schena Editore, Fasano (Br), 2008
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Angela Campanella ...e Dio del silenzio aprì la solitudine
Al principio dell’ Universo Dio è solo nella sua immensità. È l’inizio senza inizio, l’inizio assoluto, l’eternità. Una luce abbagliante senza principio e senza fine. Miliardi e miliardi di fotoni che vagano senza meta e senza ritorno, perdendosi in se stessi. Fluttuano nel vuoto. Nulla si trasforma. Non c’è neanche il fluire del tempo. Il silenzio e il vuoto sono perfetti. La solitudine di Dio è perfetta. La Sua mente è perfetta. Gli infinitesimi quanti della Sua infinita sapienza conoscono cori di Angeli e di Arcangeli, conoscono numeri, stelle, pianeti, cieli. Conoscono il moto perpetuo della notte e del giorno, la luce che appare e scompare, conoscono l’ ordine sapiente dell’universo senza confini. Conoscono la sua Trinità e conoscono l’ Uomo, proiezione dello stesso Dio. Ma Dio è Solo. Tutto è ancora nulla. Thanatos e Athanatos sono ancora dentro di Lui. All’improvviso, nasce l’ attimo, che non è più nullo; è l’attimo primigenio. E quell’ancora si trasforma in tempo, diventa passato, presente, futuro. Diventa ieri, oggi, domani col sorgere e il tramontare del Sole e della Luna. I fotoni primordiali divengono fasci rettilinei di energia che riscalda il Mondo. Thanatos e Athanatos escono da Dio e diventano il ciclo imperturbabile della
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natura dove Vita e Morte lavorano incessantemente inseguendosi nell’universo. Adesso è l’Uomo che è Solo. Dio lo ha voluto così, come nella Sua primigenia solitudine. Non per niente lo ha voluto e fatto a sua immagine. E a nulla valgono gli appelli disperati di questa fragile creatura che non vede il suo Infinito Padre e la Grande Madre che lo hanno generato. La vita è sogno? La vita non è sogno? La vita non è sogno. …Vero l’uomo/e il suo pianto geloso del silenzio./ Dio del silenzio, apri la solitudine. (S.Quasimodo) E Dio aprì la solitudine dell’uomo, lo volle come Egli è: padrone della sapienza e dell’arte. E l’uomo non fu più solo. Conobbe se stesso, la natura e i sentieri al di là del cielo e i quanti che lo generarono. E le infinite trasformazioni di un universo che non si ferma mai. Ed ebbe compagna l’arte. Che riempì la sua solitudine ed esorcizzò la sua morte. L’arte fu fuori e dentro di lui. Nel suo pensiero, nei suoi gesti sapienti, nelle sue sensazioni, nelle emozioni della sua anima; per mescolarsi con lo stupendo infinito equilibrio del Creato e del suo Creatore. Fino a diventare punto, linea, traccia. Sulla roccia, sull’ argilla, sulla carta. Miliardi di segni hanno riempito il mondo.
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Per una fine che non ci sarà mai. Se l’uomo non la vorrà. Da I Volti della luna. Radici, visioni, orizzonti di Santa Fizzarotti Selvaggi, Schena Editore, 2010
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Santa Fizzarotti Selvaggi Verso Occidente Verso Oriente guardo con cuore tremante e da lontano odo fragori di tuono e dolci ricordi sente la mia anima in frantumi tra le foglie del bosco alla ricerca di Te mio Amore fuggito nel nulla in un istante di felicitĂ disperso nel giardino delle mele e del fico tra giacigli di colchici
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e profumo di rose in attesa dell’alba. Sul letto damascato i miei pensieri vagano nell’universo sordo di suoni e calmo d’angoscia in preghiera di speranze quali sinfonie di Cielo. Ma Tu Amore che taci nell’ombra della tua memoria d ’alloro e di mirto adorna di menta
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prova a svegliare il tuo cuore smarrito nel labirinto della paura e del dolore. Senti di nuovo i palpiti perduti e conoscerai tenerezze di sogno. Tramonto di seta crudele famelico di pane e latte e di mare rifugio estremo specchio dell’Universo sei della vicenda umana.
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Terra d’infanzia invoco e giorni felici colmi di giochi e stupore tra danze meravigliose del cuore dipinte da mille parole libere nel profumo del Tempo scritte su pietre vive d’ogni tormento e sospiri di fede in compagnia d’Amicizia lontana d’ogni Contesa tra sabbie di nero e di bianco
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abiti di mistero di una terra perduta nel sole di Colchide calda di sapienza. E nel velo della sera scorgo nube ardente sul monte in attesa di Croce sulle zolle insanguinate del Giglio e fervore di vittoria dell’Apostolo Santo guerriero senza orizzonti adorno di stelle.
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Marta Polidoro Tra le dita‌ Soffia il vento. La sabbia tra le dita umide delle lacrime che gli altri non hanno pianto. Il sole che sorge e io non lo
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vedo perchÊ è solo fuoco attorno a me. Solo umida sabbia tra le dita... ...Tra i sospiri del vento.. Ascolto, tra i sospiri del vento, la voce di qualcuno e i colori
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mi illuminano il viso. E sento, finalmente, la musica...
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Monica Sbisà Nella musica del Cielo…
Nella musica del Cielo risuona il canto di Padre Diego. Assoluta la sua umanità. Profonda la sua conoscenza dei Misteri del Padre. Indimenticabile il timbro, dolcissimo, della sua voce. Ad ogni creatura di questa Terra dedicava il suo ascolto, attento e gentile, scevro da ogni facile giudizio. Questo piccolo mondo terreno senza la presenza costante del nostro fratello a volte ci sembra più grigio, più freddo, quasi opaco. Ed è proprio allora che accade il Meraviglioso, una risposta arriva a gran voce dal profondo del nostro cuore. E’ la luce della fede che Padre Diego ci ha insegnato ogni giorno. Ci ricorda la speranza, la certezza della Vita Eterna, la forza per avvicinarci a Dio, il coraggio di tendere la mano verso il prossimo. Quell’altro da sé che la fede vera ci insegna a conoscere, capire e ad amare incondizionatamente. Un angelo è tornato in Cielo, lasciando nella scia della sua trascendenza una melodia indelebile e
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nell’anima di chi ha incrociato il suo cammino una fonte di gioia eterna. Grazie è la parola piÚ opportuna. Per ogni preghiera, per ogni attimo, per ogni momento, per ogni insegnamento.
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Nota critica
E tra Oriente e
Occidente, all’incrocio di ottiche
diverse si collocano le Conversazioni di Giuseppe Tempesta pubblicate da Adda Editore, a cura di Maria Antonietta Elia , Bari 2010 , pp247. Il pensiero cristiano, in questo libro, emerge da questo Maestro di educazione e di vita consapevole del limite umano nella comprensione dell’infinito mistero dell’Essere supremo, di Dio. Non a caso nel capitolo “Liberalismo economico, individualismo, laicismo”, l’Autore riprende l’episodio di Sant’Agostino relativo “al fanciullino che cerca di versare le acque dell’oceano nella sua piccola buca” mentre al Santo risponde che “come non è possibile a me essiccare l’oceano costringendone le acque nella limitatissima buca, così tu non potrai mai comprendere l’Infinito”. Giuseppe Tempesta ricentralizzando il ruolo del Cristianesimo come fondante una società pregna di valori propone una diversa concezione del mondo che si inscrive tra le due volontà apparentemente opposte dell’Oriente e dell’Occidente, facilitando lo svelamento del loro dinamico compenetrarsi. Il Cristo è il portatore di Luce e di Pace. In tal senso si rivolge a Maria, Madre dei credenti, come scrive nell’omonimo libro S.E. Mons Cosmo Francesco Ruppi, che per Giuseppe Tempesta è davvero la guida nei labi-
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rinti del mondo. Si tratta del principio femminile che governa la creatività, dell’aspetto materno di Dio, della Madre del Cristo, il Quale con la Sua Parola ci sostiene nel nostro cammino, nel nostro quotidiano salire lungo la via che porta al Golgota, alla possibilità cioè che ai piedi di quella Croce possa fiorire la speranza nella nascita di una rinnovata Umanità. Santa Fizzarotti Selvaggi
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In Maria sono celebrate le nozze tra Cielo e Terra. Un grande desiderio espresso dal profeta Isaia: “Se tu squarciassi il cielo e scendessi: davanti a te sussulterebbero i monti”. In Maria il Cielo si è squarciato e si è umanizzato, ma anche questo composto di polvere si è divinizzato, e così abbiamo il Cielo a portata dell’uomo e la Terra a portata di Cielo. L’ “Eccomi” di Maria. Il Suo “ Eccomi” pronto e generoso ha ripristinato il dialogo tra Cielo e Terra.
Padre Diego Pedone Frate Cappuccino
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Indice Santa Fizzarotti Selvaggi, Premessa, In compagnia del Sole e della Luna………………… ........................ 4 Padre Mariano Bubbico, Presentazione, Nella festa della Madonna del Carmelo ................................... 9 Don Tonino Bello, Maria, donna accogliente ........ 12 Giuseppe Gorjux, Vivere senza cercare? ................ 14 Giuseppe Gorjux, Misericordia……………………...16 Vincenzo Pipitone, Sussurri d’amore ..................... 18 Angela Campanella, I volti della luna .................... 19 Santa Fizzarotti Selvaggi, Verso Oriente Verso Occidente......................................................................... 22 Marta Polidoro, Tra le dita ..................................... 27 Marta Polidoro, …Tra i sospiri del vento………….. 28 Monica Sbisà, Nella musica del Cielo ................... 30 Nota critica Conversazioni di Giuseppe Tempesta pubblicate da Adda Editore, a cura di Maria Antonietta Elia , Bari 2010, pp247.; S. Fizzarotti Selvaggi ...................... 32
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Con il Patrocinio culturale della Fondazione Fizzarotti- Selvaggi
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