Scienza e Conoscenza

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Scienza e Conoscenza, Editing snc, trimestrale, aprile. 2009 , n.28, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB ForlĂŹ n. 67/2009

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Anno 8 Numero 28 - II trimestre 2009

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Scienza e Conoscenza è un marchio Macro Soc. Coop Via Giardino 30, 47023 Diegaro di Cesena (FC) www.macroedizioni.it Giorgio Gustavo Rosso ideatore del progetto Scienza e Conoscenza Editore

Editing snc Direttore Responsabile Elsa Masetti In redazione Elsa Masetti Romina Alessandri Erica Gattamorta Ufficio Abbonamenti Editing snc Tel. 0547 347627 info@scienzaeconoscenza.it Comitato Scientifico Massimo Corbucci Vincenzo Valenzi Davide Fiscaletti Valerio Pignatta Revisione Paola Di Manno Revisione Tecnica Davide Fiscaletti Traduzioni Daniele Pietrini Valeria Valli Per le immagini www.shutterstock.com Stampa Lineagrafica - Città di Castello Distribuzione in edicola Italian Press (Milano) Hanno contribuito alla realizzazione di questo numero: (in ordine di articolo) Vincent Gambino Vittorio Marchi Siddhi D. Moscati José Arguelles Ivana Iovino Mario Graziano Michele Proclamato Marina Borruso Ivan Russo Laura Mazzolini E. Panchetti Nicholas Caposiena

Autoriz. Trib. Forlì N. 21 dell’8 luglio 2002 Numero 28 apr../mag./giu. 2009 II° trimestre 2009

INDICE PROGETTARE L’IMPOSSIBILE Intervista a Michio Kaku A cura di Vincent Gambino KAOSMOS L’abbraccio tra coscienza e scienza A cura della redazione 100 MESI Clima terrestre: climaterio o climax? Valerio Pignatta TEERUM, IL NOSTRO PIANETA Massimo Corbucci IL COSMO CAMBIA STAGIONE Vittorio Marchi LA SCIENZA DEI MAYA Intervista a Sabrina Mugnos A cura di Elsa Masetti

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I NUMERI MAGICI DI RAMANUJAN Michele Proclamato 50 12 A PASSEGGIO CON ECKART TOLLE Marina Borruso 56 16

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IL PROSSIMO CICLO 2012 secondo B. Lipton e G. Braden A cura di Siddhi D. Moscati

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TRANSIZIONI 2012, punti di vista José Arguelles

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La cellulosa utilizzata per la produzione della carta su cui è stata stampata questa rivista proviene da foreste amministrate

IL SENSO DEL NUMERO Mario Graziano

CHE IL CIBO TI SIA MEDICINA V. Pignatta, E. Masetti, E. Panchetti

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LE PIRAMIDI DELLA BOSNIA AA.VV.

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ESAGRAMMI E FREQUENZE Nicholas Caposiena

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SENZA FILI A cura della Redazione

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Novità in libreria In libreria Consigli di lettura In libreria News - Nuovo Teorema News - I virus dell’energia Collezione arretrati

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La cellulosa utilizzata per la produzione della carta su cui è stata stampata questa rivista è sbiancata senza l’uso di cloro. Questa carta è riciclabile

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana


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Linee di congiunzione

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i sembra di essere da sempre in mezzo ai libri e alle riviste, eppure mantengo inalterata la passione e l’interesse per la lettura. Sfogliare, più o meno superficialmente, migliaia di testi ogni anno, mi consente di aprire la mia mente al dialogo con geni straordinari e a tanti argomenti diversi. Quando si ha l’opportunità di abbeverarsi a innumerevoli fonti così fresche e così diverse tra loro, diventa difficile accontentarsi dell’acqua chiusa e ferma dentro qualche bottiglia di plastica e credere che sia l’unica e la migliore. “Scienza e Conoscenza” è una delle mie fonti preferite, per la sua speciale capacità di proporre una selezione davvero unica del pensiero scientifico e filosofico contemporaneo, quello più indipendente e libero da schemi, vincoli e conflitti d’interesse. In questo numero il giapponese Michio Kaku si trova in compagnia di Rene Levì, continuatore in Francia dell’opera di un altro giapponese, George Oshawa, fondatore della macrobiotica conteporanea. E per una strana coincidenza proprio in questi giorni siamo stati anche visitati da Masaru Emoto (vedi foto), in vista della pubblicazione del suo nuovo libro scritto con Massimo Citro: La Scienza dell’Invisibile, Fisica e medicina tra materia e spirito. Masaru Emoto, sulla scia delle ricerche di Jacques Benveniste, ci propone i suoi cristalli d’acqua, influenzati dal suono e dal significato delle parole. Citro imprime nell’acqua l’informazione terapeutica dei farmaci tradizionali, e passa dall’acqua al malato, umano o animale, solo l’informazione terapeutica, ripulita in questo modo dalle altre informazioni nocive

presenti nei farmaci e che provocano i cosiddetti effetti collaterali. Qual è la linea di congiunzione tra Emoto, Citro e Michio Kaku che ci parla della “sinfonia delle stringhe”, che danno vita alla chimica con le sue diverse melodie, all’interno di un iperspazio non più a 3 ma a 11 dimensioni? E ancora quale connessione c’è tra i sopra nominati e Oshawa, e Levì, che hanno offerto a miriadi di persone l’opportunità di guarirsi grazie a una specifica scelta e all’armonizzazione della propria alimentazione? Da un lato troviamo l’epigenetica, e tante altre ricerche e discipline, che ci dimostrano l’influenza della mente sul corpo, sul Dna, sul nostro stato di salute o malattia. Dall’altro ci sono la macrobiotica, e tante altre tecniche alimentari e terapeutiche, che riescono a modificare il nostro stato di salute o di malattia agendo sulla materia. E poi ci sono l’agopuntura, l’omeopatia, e tant’altro che operano nel mondo invisibile, riuscendo a influenzare quello visibile. Come si possono spiegare e armonizzare tutte queste differenti letture della realtà che conosciamo, e che a volte appaiono in conflitto tra loro? Socrate e Giordano Bruno ci insegnano che quanto più sappiamo, più scopriamo di non sapere; il disegno complessivo e il disegnatore restano, almeno per il momento, al di fuori della nostra portata. Ma il puzzle diventa sempre più avvincente, se pensiamo a pezzi di 11 dimensioni, pezzi che probabilmente non sono fatti di materia ma sono frequenze, oppure pensieri, oppure amore? Giorgio Gustavo Rosso

Il nostro periodico è aperto a tutti coloro che desiderino collaborare nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione che così recita: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», non costituendo pertanto tale collaborazione gratuita alcun rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma. Scienza e Conoscenza 5


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Multiverso: intervista a Michio Kaku

Progettare L’Impossibile prima di colazione Michio Kaku, fisico e autore di risonanza internazionale, è uno tra gli addetti che ha inviato di recente, attraverso i media, comunicazioni specifiche affinché Stati e Governi si equipaggino al meglio nei confronti del prossimo massimo solare che cade – ironia della sorte – nella fatidica data del 2012. Con questo, lui ammette di dormire sonni più che tranquilli, anzi ricchi d’intuizioni, che, pur avendo un certo sapore fantascientifico, poggiano su i più studiati cardini della Teoria delle Superstringhe. Scienza e Conoscenza lo intervista di nuovo su multidimensioni, babyuniversi, sparticelle… in attesa che il Large Hadron Collider di Ginevra emetta “l’ardua sentenza”.

I

l dott. Michio Kaku è una Superstar della Fisica contemporanea, autore di diversi testi tra cui anche Iperspazio edito da Macro Edizioni. e ultimo, La fisica dell’impossibile di Net Edizioni, libro quest’ultimo dove Kaku azzarda l’imporsi, in futuro, di tecniche che violano più di una legge fisica, per es. macchine che implementano il moto perpetuo e la precognizione. Stiamo parlando di un serio ricercatore e insegnante, e senza dubbio di un divulgatore molto apprezzabile. Tuttavia Kaku non ama palesarsi quale outsider o eretico, come credono in molti e come alcuni suoi scritti spingono a credere. La sua visione scientifica non è poi così estrema, rispetto alla fisica 6 Scienza e Conoscenza - n. 28, apr./mag./giu. 2009 -

odierna che è estrema per sua natura a confronto del pensiero comune... Infatti tra alcuni consigli dispensati ai nuovi ricercatori nell’ambito della fisica, Kaku suggerisce di non andare fuori del seminato, anzi, se si vuole dire qualcosa ed essere ascoltati bisogna parlare di superstringhe e teoria del Tutto. Di sicuro non c’è molto spazio per divagare vista la difficoltà degli argomenti, e gli eclettici (o i geni?) della scienza suppongo non siano tantissimi. Comunque sia, siamo (anche) nelle mani dei grandi scienziati che stanno disegnando un futuro che ha dell’incredibile, a volte ha anche qualche cosa di profondamente sconcertante... e se il 2012 non sarà


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A cura di Vincent Gambino

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Multiverso: intervista a Michio Kaku

un futuro già scritto, come alcuni pensano, chissà se quello che Kaku si prefigura non sia proprio ciò che ci aspetta… S&C: Lei è ricercatore nel campo della teoria delle Superstringhe e della Teoria M. Ci potrebbe dire qualcosa a riguardo ed in che momento dell’evoluzione scientifica si sono presentate queste teorie? MK: Einstein passò gli ultimi 30 anni della sua vita cercando di formulare la “Teoria del Tutto”. Desiderava una singola equazione, magari un’equazione lunga appena un centimetro, che potesse spiegare l’intero funzionamento dell’Universo; dalla sua nascita alla sua espansione, fino ad arrivare alla formazione dei pianeti e della vita. Desiderava poter leggere la “Mente di Dio”. Sarebbe dovuta essere la coronazione della sua vita, la più grande scoperta da quando i Greci 2000 anni fa posero la domanda: “Di cosa è fatta la materia?”. Ma fallì. Tuttavia oggi la teoria più papabile (nonché l’unica),

la chance di creare nuove particelle predette dalla teoria delle superstringhe. S&C: Lei ha anche suggerito che, forse, viviamo in un universo multidimensionale, in cui tutte le dimensioni “coesistono” simultaneamente nello stesso spazio. Mi sembra che abbia usato l’immagine della radio a molte frequenze per rendere l’idea. Ci può parlare un po’ di più di questo concetto? MK: Ci sono molti tipi di universi paralleli. Il primo tipo è quello postulato dalla teoria dei quanti, forse quella di maggior successo di tutti i tempi. I laser, le bombe atomiche, i computer, gli Ipod e internet, tutto questo ed altro ancora si basano su questa teoria, che dice che tutto è vibrazione. Pensa appunto alla radio, a tutte le frequenze che si trovano nella tua stanza in questo momento. Frequenze radio da tutto il mondo, sulle quali tuttavia non sei sintonizzato. La tua radio si può sintonizzare solamente su una di queste frequenze alla volta. Sei, per così dire, “incoerente” con queste frequenze.

L’Universo ci appare tridimensionale solo perché siamo “come mosche” intrappolate nella carta moschicida tridimensionale candidata a divenire la Teoria del Tutto è la Teoria delle Superstringhe, ciò di cui mi occupo nella vita, sono co-fondatore della “Teoria dei Campi delle Stringhe” (String Field Theory) una branca importante della teoria delle superstringhe. In passato pensavamo che elettroni e protoni fossero tutti “particelle-punti” (point particles). Oggi invece crediamo che l’elettrone sia più simile ad un anello, o ad un “nastro di gomma”, troppo piccolo per poter essere osservato. Quando questo vibra con frequenze diverse, cambia, diventando neutrino, quark, bosone etc. Tutte le particelle che abbiamo osservato in laboratorio, “fracassando” gli atomi, non sarebbero altro che frequenze differenti dello stesso oggetto. Allora, la Fisica è la legge dell’armonia di stringhe vibranti, la Chimica sono le varie melodie che si possono suonare quando queste stringhe si scontrano l’una con l’altra. L’Universo è una sinfonia di Stringhe. E finalmente abbiamo una candidata per quella “Mente di Dio” che Einstein cercava così febbrilmente. La Mente di Dio è musica che vibra attraverso un Iperspazio a 11 dimensioni. Quindi tutta la materia che vediamo attorno a noi non è altro che musica cosmica, e l’Universo non è affatto tridimensionale, ma endedimensionale (a 11 dimensioni). Per tagliar corto, la materia che osserviamo è fatta di vibrazioni differenti di microscopiche superstringhe. So che tutto ciò può sembrare fantascienza, ma siamo fiduciosi di poter testare alcuni aspetti di questa teoria con il Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra. Tutte le teorie vanno testate, e questo nuovo strumento ci da 8 Scienza e Conoscenza - n. 28, apr./mag./giu. 2009

Quindi, la teoria dei quanti ci mostra come tutto sia vibrazione e come a ogni vibrazione corrisponda una realtà differente. Nella tua stanza in questo momento ci sono infinite realtà che vibrano simultaneamente. Potrebbero esserci le vibrazioni dei dinosauri, degli alieni, dei pirati... che ballano nella tua stanza! Non sei, però, coerente con quelle vibrazioni. Non essendo in sintonia con tali vibrazioni non possiamo più interagire con esse. Questa immagine delle realtà multiple che danzano nella stessa stanza potrebbe sembrare bizzarra, ma la teoria dei quanti ha un punto a suo favore: è corretta. È stata testata con un’accuratezza di “1 parte in 10 miliardi”. È la teoria di maggior successo di tutti i tempi. Il mondo moderno dipende da questa teoria, l’economia stessa dipende da questa teoria, ma le sue basi filosofiche sono alquanto fantastiche e ci spingono forzatamente a considerare l’idea di realtà multiple. Oltre agli universi paralleli della teoria dei quanti esiste anche un universo multidimensionale. Noi viviamo in un universo tridimensionale, con altezza larghezza e profondità. Chiunque parli di una quarta dimensione viene considerato un po’ “picchiatello”. Comunque sia, molti fisici oggi non credono più nelle tre sole dimensioni. Quando proviamo a unificare tutte le forze della natura (forza di gravità, luce e le due forze nucleari) in una singola equazione, ci accorgiamo che non lo si può fare in sole tre dimensioni. Tre dimensioni sono semplicemente “troppo piccole” per poter stipare tutte queste forze assieme. Se ci concediamo il lusso di 10 dimensioni abbiamo allora delle stringhe vibranti che possono unificare tutte e quattro le forze. Se ce ne


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concediamo 11, allora possiamo anche avere delle membrane (o sfere, ciambelle, come quelle da mare per intenderci...). Oggi possiamo solo vedere tre dimensioni. Quindi le altre dimensioni devono essere esistite al momento del big bang, per poi arricciarsi in piccole “palle”, così minuscole da non poter essere più viste. Nondimeno, alcune di queste dimensioni, potrebbero anche essere molto vaste. Molti si chiedono infatti, se l’universo si stia espandendo, in che cosa si sta espandendo? In un’altra dimensione. Con questa nuova prospettiva, l’Universo è la scorza di grandi “sfere” in espansione in un iperspazio a 11 dimensioni. L’Universo ci appare tridimensionale solo perché siamo “come mosche” intrappolate nella carta moschicida tridimensionale. Come per tutte le teorie, è necessario testarle. La teoria dei quanti è stata testata miliardi di volte (ogni volta che usiamo un laser, un computer, internet...), ma lo spazio multidimensionale necessita di test con l’LHC e una nuova generazione di satelliti spaziali. S&C: È teoricamente possibile un viaggio interdimensionale? Lei non ha forse suggerito che in ogni buco nero collassante potrebbe esserci un passaggio da un universo all’altro? E che cosa accadrebbe a un uomo in uno spazio non tridimensionale? MK: Nel 1963 il matematico Roy Kerr scoprì che in teoria un buco nero potrebbe essere l’ingresso a un’altra dimensione. Se un buco nero rotante collassa, forma un anello rotante. Questo anello ruota talmente veloce che la forza centrifuga sviluppata impedisce il collassare del buco. Se cadi in questo buco non morirai necessariamente, potresti invece accedere ad un altro universo. E se passi nuovamente da questo anello ti troverai di nuovo in un altro universo. Un po’ come schiacciare il tasto “Su” in un ascensore, i piani paralleli in questo caso saranno interi universi. È una cosa simile ad alice attraverso lo specchio. Lo specchio rappresenta l’anello rotante che si forma nel buco nero. Sfortunatamente in questo particolare ascensore non c’è nessun tasto “Giù” e quindi non si può tornare indietro. Da Kerr in poi i buchi neri hanno generato molte controversie in fisica. Per prima cosa negli anni ottanta un nuovo tipo di buco nero fu “isolato” dagli studiosi del CalThec (California Institute of Technology), un tipo di buco munito del bottone “Giù”. Questi tipi di buchi sono chiamati “transversable wormholes”. In realtà c’è una vivace polemica riguardo l’effettiva esistenza di questi wormholes. Alcuni credono che se una “macchina” passasse attraverso un wormhole esploderebbe. Oppure potrebbero portarti indietro nel tempo e funzionare come una macchina del tempo o, ancora, portarti a grandi distanze nello spazio. In altre parole, potrebbero essere instabili e, addirittura, richiudersi. La difficoltà maggiore sarebbe, comunque, trovare il corretto tipo di carburante per attraversarli. Prima di tutto per creare un wormhole stabile dovresti dare origine a un passaggio o un portale attraverso un buco nero, e poi utilizzare dell’energia o materia negative per mantenerlo stabile ed evitare che collassi.

Michio Kaku

Fino ad ora la materia negativa non è ancora stata trovata. Dovrebbe avere qualità anti gravitazionali e cascare all’insù invece che verso il basso. L’energia negativa, però, è stata osservata in laboratorio. L’effetto Casimir è stato testato in laboratorio e ci è possibile creare minute quantità di energia negativa. Per creare la stabilità necessaria al passaggio purtroppo dovremmo avere vastissime quantità di energia positiva e negativa, così forse ci vorranno ancora migliaia di anni prima di poter creare una macchina del tempo, se mai potremmo farlo. Nondimeno i wormholes ed il viaggio nel tempo non sembrano in contrasto con la conoscenza attuale della fisica. S&C: È vero che lei ha suggerito l’idea di una Creazione Continua? Che cosa significa questo concetto? MK: La più recente teoria riguardo al Big Bang che pare comprendere a pieno tutti i dati inviati dai satelliti è quella del “gonfiamento-inflazione” (inflation), che significa che l’universo ha subito una turbo-carica espansionale all’inizio dei tempi. Questa teoria dell’inflazione è una teoria quantistica, e quindi abbiamo una certa probabilità che si possa ripetere di nuovo e di nuovo, ancora e ancora. Se è così, qualche universo potrebbe nascere nell’istante stesso in cui mi leggete. Pensate a un bagno pieno di schiuma. Questa immagine in cui ogni bolla di sapone rappresenta un nuovo universo è la “nuova” idea emergente in cosmologia chiamata “Multiverso”. Normalmente, queste bolle si espandono, ma capita anche che si scontrino dando vita a nuovi universi. Questo potrebbe essere successo anche con il nostro universo, e questo a sua volta potrebbe aver dato e dare ancora origine ad altri universi.

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Multiverso: intervista a Michio Kaku

Ciò potrebbe unire la visione buddista che crede in un universo senza tempo con quella Giudeo-Cristiana che crede nella Genesi. Se questo è vero, significherebbe che la Genesi accade continuamente come bolle che si formano in un oceano senza tempo (Nirvana) a 11 dimensioni iperspaziali. S&C: Che cos’è una Sparticella e che cosa spera si possa ottenere con l’LHC? MK: L’LHC, che ha un diametro di 27 Km, è la più imponente macchina scientifica mai realizzata, e quello che speriamo è che possa farci osservare nuove particelle, quali la sparticella o super particella. Questa è la maggiore candidata a ottenere il titolo di “Materia Oscura”, che tra le altre cose costituisce il 23% dell’universo (e tanto per essere chiari, gli atomi costituiscono solo un misero 4%, ed il restante 73% è misteriosa “Energia Oscura”). La sparticella predetta dalla teoria delle stringhe è invisibile, ma ha un peso, e queste sono esattamente le proprietà della materia oscura. La Materia Oscura era considerata fantascienza fino a qualche tempo fa e adesso abbiamo delle mappe di materia oscura nell’universo. La Materia Oscura tiene la nostra galassia assieme, altrimenti il sole e i pianeti sarebbero andati alla deriva nello spazio profondo miliardi di anni fa. Sarebbe sensazionale se l’LHC potesse produrre delle microscopiche particelle di materia oscura nei prossimi mesi (sarà riacceso questa estate). Se ciò avvenisse... immagino già i titoli di tutto il mondo: “Nuova forma di materia trovata per la prima volta, il mondo non è fatto principalmente di atomi...”. S&C: Lei ha anche affermato che forse un giorno avremo la capacità “divina” di creare nuovi baby universi. Come potrebbe accadere? E questo non violerebbe la legge che dice: niente si crea e nulla si distrugge? MK: Potrebbe essere possibile creare degli universi baby in laboratorio, ma stiamo parlando di migliaia se non milioni di anni a venire. Per poter far ciò dovremmo poter controllare l’Energia Plank, che per intenderci è qualche fantastiliardo più grande di quella dell’ LHC. L’Energia Plank è quella forma d’energia che rende instabili gli universi e li fa “sobbollire”, è l’energia che forma gli wormholes. Pensa all’acqua che bolle. Si arriva ad una temperatura tale in cui l’acqua diventa instabile e si formano delle bolle. L’energia Plank fa la stessa cosa al nostro universo. L’ultima volta che ciò è avvenuto, o che si è raggiunta l’Energia Plank, è stato il Big Bang. Comunque non violeresti la legge di conservazione di energia giocando a fare Dio. La materia nel nostro universo (stelle e pianeti) ha un’energia positiva, ma la gravità ha energia negativa. La somma delle due le cancella entrambe. Quindi non c’è bisogno di così tanta energia “netta” per creare un baby universo. Forse tra qualche miliardo di anni, quando l’universo stesso comincerà a morire e non sarà altro che una landa desolata di buchi neri e stelle morenti, a quel punto una razza abbastanza evoluta non dovrà necessariamente morire con quest’universo ma crearne uno nuovo dove ricominciare. 10 Scienza e Conoscenza - n. 28, apr./mag./giu. 2009 -

S&C: Cambiamo argomento. Nel suo ultimo libro mostra come molte delle odierne impossibilità saranno delle realtà nel futuro. Che ne pensa della fusione fredda e delle novità del maggio scorso? Quando lo incontrai l’estate scorsa, Brian Josephson, era molto emozionato per i risultati ottenuti e mi disse che ormai sarebbe stata solo questione di accettazione o meno da parte del mondo scientifico. MK: Fino ad ora la Fusione Fredda è stata deludente. Ci sono stati sporadici rapporti su risultati ottenuti da alcuni laboratori, ma poi altri non sono riusciti a replicare. Ogni scienza deve essere basata sulla testabilità e riproducibilità, fin ora la fusione fredda non ci ha dato energia affidabile. Nessuno a oggi può darci una grande quantità di energia dall’acqua con un semplice click di un interruttore, in nessun caso. Fin tanto che la fusione fredda non ci darà il 100% di energia a ogni singolo esperimento, sarà sempre considerata come un qualcosa di curioso se non addirittura un falso. Se il motore a scoppio funzionasse meno dell’1% delle volte, sarebbe considerato un oggetto inutile. I congegni per la fusione fredda funzionano meno dell’1% delle volte, questo fa sospettare il falso. S&C: Una domanda in tema. Il 2012 e il prossimo massimo solare. Non rischierà di dare un pesante stop a tutte le attività tecnologiche in genere? MK: Il 2012 non sarà sicuramente la fine del mondo come molti profeti suggeriscono, ma coincide effettivamente con il prossimo ciclo solare. Ogni 11 anni il sole raggiunge un massimo (come quando si girano gli ingranaggi di una sveglia, serrandoli sempre di più fino a che esplodono) in cui i poli magnetici sud e nord si invertono. Questo fenomeno causa un improvviso tsunami di energia che poi si scaglia come vento solare verso la terra. Nei tempi passati questo fenomeno è passato inosservato in quanto non avevamo satelliti. Ora, con i milioni di satelliti che abbiamo mandato in orbita solamente negli ultimi dieci anni, potremmo avere dei gravi problemi. Nel 19esimo secolo un potente massimo solare distrusse le linee telegrafiche di allora, da questo possiamo adesso calcolare quanto sia stato potente. Se questo dovesse succedere nuovamente avremmo gravi problemi a molti satelliti spia, satelliti meteo, comunicazione mobile, internet... causando grande scompiglio qui sulla terra. S&C: Non ci sarà rischio sulla terra visti i problemi che abbiamo con la nostra atmosfera danneggiata? Lei è stato, ad un certo punto della sua vita, un protegèe di Edward Teller (fisico ungherese naturalizzato statunitense, ndr). Nel 1997 Edward Teller presentò, a un convegno internazionale sulle emergenze planetarie, a Erice, in Sicilia, un sistema di schermatura solare che prevedeva l’utilizzo di wellback materials (particolari materiali riflettenti) rilasciati nei nostri cieli per poter prevenire eccessive radiazioni solari sulla terra. Crede che questo tipo di tecnica sarà usata nel 2012?


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A cura di Vincent Gambino MK: Sarà sicuramente una tempesta molto seria, ma la terra ha superato questo tipo di tempeste solari per miliardi di anni. Come dicevo è solo adesso che avremo dei problemi a causa dei satelliti. La vita sulla terra andrà avanti senza problemi. Per quanto riguarda tutto quello che si ottiene da internet digitando 2012, posso assicurarti che gli scienziati faranno sonni tranquilli il 21 dicembre di quell’anno, quando ancora una volta le previsioni dei profeti risulteranno sbagliate. Note Davide Fiscaletti parte del comitato scientifico della rivista ha contribuito con qualche domanda all’intervista

Cos’è Cosa Effetto Casimir L'effetto Casimir fu scoperto nel 1948 dal fisico olandese Hendrick Casimir e può essere considerato uno degli effetti più significativi della teoria quantistica dei campi e delle manifestazioni dell’attività del vuoto quantistico. La fenomenologia dell'effetto è molto semplice: fra due piastre conduttrici elettricamente scariche, vicinissime e parallele, si esercita una forza attrattiva. Si ha a che fare con un condensatore il quale risulta sensibile agli effetti quantistici del vuoto: il numero degli urti delle particelle virtuali dalla parte esterna di entrambe le piastre è maggiore del numero corrispondente di urti dalla parte interna. In conclusione, se due piastre conduttrici, allo stesso potenziale, vengono sufficientemente avvicinate, si manifesta una forza che può essere attribuita a fluttuazioni quantistiche di energia che, in virtù del principio di indeterminazione di Heisenberg, non può essere nulla. Ed è questo uno dei pochissimi effetti macroscopici dell’attuale meccanica quantistica. Da cui deriva la sua notevole importanza anche per applicazioni tecnologiche.

Intervista con:

Michio Kaku Fisico teorico impegnato da anni nello studio della teoria delle stringhe, ne ha dato la prima formulazione in termini di teoria di campo. Attivissimo anche come divulgatore scientifico è professore di fisica teorica al City College di New York – www. mkaku.org.it. Tra le sue opere: Iperspazio – Macro Edizioni 2002, Mondi Paralleli – Codice Edizioni 2006, Fisica dell’impossibile – Codice Edizioni 2008

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2012: punti di vista

transi z Abbiamo sentito parlare della geosfera e magari della biosfera. Il termine “noosfera” è invece, per molti, nuovo. Prova ne è che il dizionario del portatile lo segna in rosso – errore. Sentiamo, invece, parlare molto di crisi economica mondiale. Meno del fatto che anche l’economia sia soggetta al secondo principio della termodinamica. Sebbene l’autore – storico e studioso di fama mondiale – sembri partire da un terreno “profetico” è ben equipaggiato di praticità e buon senso. Giudicate voi! Cos’è il passaggio dalla biosfera-noosfera? Secondo le profezie, la fine del ciclo 1987-2013 coincide con un preciso punto-evento geologicoevolutivo: la transizione biosfera-noosfera. La transizione biosfera-noosfera segna il punto in cui la consapevolezza del pianeta passa dall’inconscio cosmico al conscio cosmico. Si tratta di un momento importante anche per la storia dell’Universo. Da un punto di vista teologico, tale transizione è nota come fine del sesto giorno della creazione e inizio del settimo, o della Seconda Creazione. In pratica, è indicata come la strada che porta al 2012. Questo momento è stato definito e previsto, per la prima volta, contemporaneamente da V.I. Vernadsky, lo scienziato russo i cui sistemi geochimici hanno definito la biosfera, e Pierre Teilhard de Chardin, un gesuita francese, paleontologo. Insieme, essi hanno coniato il nuovo termine – noosfera – a Parigi, nel 38 Scienza e Conoscenza - n. 28, apr./mag./giu. 2009

1926. Per entrambi, la noosfera (la “fodera” mentale del pianeta) era effetto di un punto critico dell’evoluzione terrestre. Per Vernadsky, questo punto è definito dalla crisi da lui chiamata “combustione geochimica”. Essa è dovuta all’impatto delle tecnologie e delle civiltà industriali sulle risorse e i cicli della biosfera, che porta a un picco di crisi, a sua volta determinante uno spostamento qualitativo verso la noosfera e l’inizio dell’era psicozoica (era di mediazione tra la materia e lo spirito, ndr). Per Teilhard de Chardin, la noosfera è preceduta dalla formazione di una rete planetaria di informazioni, che poi diventa anche l’ultimo rito di passaggio materialetecnologico prima del “punto omega”. Questo punto omega, che viene anche associato al corpo mistico di Cristo, rappresenta l’ingresso dell’umanità, e del pianeta, nella noosfera, la Mente Unica della Terra. Grazie alla scoperta della Legge del Tempo, le concezioni di Vernadsky e di Teilhard


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José Argüelles

z ioni sulla transizione biofesfera-noosfera trovano un punto di incontro. La Legge del Tempo permette anche di datare con precisione la transizione: 1987-2013. Nella Legge del Tempo e nel Movimento di Pace per l’Adozione del Calendario delle Tredici Lune (J. Argüelles, Sincronario Galattico - Calendario delle 13 Lune, Wip Edizioni) la transizione biosferanoosfera è ben nota. Le varie pratiche dell’ordine sincronico servono ad aiutare gli esseri umani ad adattarsi alla noosfera, che la Legge del Tempo definisce ulteriormente come il campo universale della telepatia. La Legge del Tempo include inoltre le profezie degli antichi Messicani, secondo cui il completamento della chiusura del ciclo provoca il sesto sole, il sole della consapevolezza, l’ingresso in una nuova era solare. Nel 2013 emergerà il nuovo essere solare, l’homo noosphericus, un telepate biosolare o Mago Terrestre Noosferico. Scienza e Conoscenza 39


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La Legge del Tempo e la crisi economica mondiale Molto si parla della “crisi finanziaria planetaria”, ma sembra che a nessuno venga in mente la “Seconda Legge della Termodinamica”. Essa definisce l’entropia, la tendenza inevitabile dell’energia a dissiparsi, una legge che riguarda tutti i fenomeni sul piano tridimensionale, materiale-fisico. Essa definisce, quindi, anche il mondo del materialismo e del bene artificiale che lo domina e governa: il denaro. Sembra che nessuno voglia riflettere sul vecchio adagio inglese: “Ciò che sale dovrà scendere”. I “manipolatori” del mondo che governano la realtà in base a dure leggi finanziarie pensano che l’unica via del denaro debba essere quella in salita. Se va in giù, perdono la testa. Sono solo soldi, non hanno valore nella realtà cosmica, quindi perché scaldarsi tanto? Hanno paura persino a usare la parola “recessione”. La bolla del mito del progresso è scoppiata. Povere, povere banche! I governi non fanno che promettere enormi somme di denaro per salvare queste banche e la loro élite sull’orlo del collasso. Sembra che nessuno ricordi un altro adagio: “Rubare a Pietro per pagare Paolo”. Il contribuente è Pietro e il banchiere è Paolo. Tutti questi sforzi riportano alla

2012: punti di vista buon senso di mettere una canzone dei REM: “It’s the end of the world as we know it, but I feel fine” (È la fine del mondo così come lo conosciamo, ma mi sento bene). Sì, il punto è tutto qui. Ma quando hai tenuto a lungo le redini del gioco e improvvisamente la mano (il credito) passa a qualcun altro, non vuoi ammettere che il gioco è finito. Certo, il gioco è finito, il sistema è crollato e il danno è irreparabile. La biosfera aspettava questo momento da molto tempo, perché quando i banchieri governavano il mondo, la

Non è possibile invertire la seconda legge della termodinamica con i soldi mente una filastrocca inglese: “Humpty Dumpty sedeva su un muro, Humpty Dumpty cadde e si fece male, nessun cavaliere o uomo del re riuscì a rimettere in sesto Humpty”. Almeno, quando la banca Lehman Brothers ha fatto fallimento e i suoi impiegati londinesi furono informati del licenziamento, questi ultimi ebbero il

First Noosphere World Congress Un buon luogo per mettere a fuoco il vostro nuovo senso di carità potrebbe essere il “First Noosphere World Congress, Envisioning Earth as a Work of Art” (Primo Congresso Mondiale sulla Noosfera, per immaginare la Terra come un’opera d’arte), il 18-22 luglio 2009 a Bali – www.lawoftime.org. www.noospherecongress.org. Se il mondo sta sprofondando, chi lo salverà? Ciò di cui abbiamo bisogno è una nuova visione, un nuovo programma e un nuovo manuale di navigazione per definire lo scopo e il destino dell’umanità. Con questi in mano, potremo decidere in modo intelligente come spendere il resto dei soldi e avere almeno i fondamenti della noosfera – il nuovo ciclo dell’evoluzione umana – già pronti nel 2012.

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biosfera sapeva benissimo che “ciò che va bene per gli affari, va male per la biosfera”. Adesso tutto si è invertito. Forse è troppo tardi per arrestare il surriscaldamento globale, ma almeno la causa del problema sta morendo dissanguata nella locale Borsa dei cambi. Questo è un punto irrisolvibile, a prescindere da quanti soldi il governo userà per cercare di risolverlo. Non è possibile invertire la seconda legge della termodinamica con i soldi! Come ha detto Einstein, non puoi risolvere un problema allo stesso livello o con gli stessi mezzi che l’hanno creato. Devi uscire dal guscio e vedere cosa c’è di nuovo e cosa sta succedendo nel Grande Universo. Allora, siccome mancano solo tre anni e qualche mese al 2012, perché non comportarsi con furbizia? Restano ancora un po’ di contanti, anche se sempre più soldi sono ritirati dalle banche e dagli investimenti, per paura che il sistemi crolli. Anziché metterlo da parte per un’epoca futura in cui comunque nulla del vecchio mondo funzionerà, pensate ai possibili modi utili di impiegare il denaro restante: per esempio, nutrire gli affamati, creare giardini, piantare foreste, investire in nuove tecnologie non inquinanti e, sì, immaginare un


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José Argüelles mondo diverso, dove il tempo non sia più denaro, ma arte. Resta ancora poco del vecchio mondo, quindi, se ne avete la possibilità, riflettete veramente sull’opportunità di investire in un mondo nuovo, in una nuova visione della realtà. Perché non usare ciò che vi è rimasto per creare le fondamenta del nuovo ordine evolutivo, la noosfera? Vedete, i soldi, le banche, la guerra, le tasse… Tutto queste cose fanno ormai parte della storia. E il significato del 2012, se non lo sapete, è che la storia finirà. Non occorrono prove migliori della frase oggi tanto usata: “crisi finanziaria mondiale”. È vero, la fine della storia è l’inizio di qualcosa di meglio: una nuova epoca, in sintonia con i cicli naturali e i ritmi dell’universo. Non hai bisogno di un meteorologo per sapere in quale direzione soffia il vento. [Bob Dylan]

CHI è chi V.I. Vernadedky (1863-1945) geochimico e esperto di minerali sovietico È noto per il suo libro del 1926 The Biosphere, dove ipotizza che la vita è la forza geologica che dà forma alla terra. Nella teoria originale di Vladimir Vernadsky, la noosfera è la terza fase dello sviluppo della Terra, successiva alla geosfera (materia inanimata) e alla biosfera (vita biologica). Ccome la nascita della vita ha trasformato in maniera significativa la geosfera, così la nascita della conoscenza ha trasformato radicalmente la biosfera. La noosfera, secondo Vernadsky, emerge nel momento in cui l’umanità, attraverso la capacità di realizzare reazioni nucleari, è in grado di trasformare gli elementi chimici. Vernadsky fu un pioniere importante verso le scienze ambientaliste, il primo a rendersi conto del global warming. V.I. Vernadsky, Biosphere & Studies in Geochemistry II.

Per Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), gesuita, paleontologo e filosofo francese la noosfera è una specie di “coscienza collettiva” degli esseri umani che scaturisce dall’interazione delle loro menti e si è sviluppata con l’organizzazione e l’interazione degli stessi a mano a mano che essi hanno popolato la Terra. Più l’umanità si organizza in forma di reti sociali complesse, più la noosfera acquisisce consapevolezza. Questa è un’estensione della Legge di complessità e coscienza di Teilhard, legge che descrive la natura dell’evoluzione dell’universo. Pierre Teilhard de Chardin sostenne, inoltre, che la noosfera sta espandendosi verso una crescente integrazione e unificazione che culminerà in quello che egli definisce Punto Omega, che costituisce il fine della storia. Tra le sue opere, per approfondire: Verso la convergenza – Gabrielli Editore 2004, Il fenomeno umano – Queriniana 2006, Il futuro dell’uomo – Il Saggiatore 1972.

Jose Arguelles© - per gentile concessione. Copyright per la traduzione italiana – Scienza e Conoscenza

Scritto da:

José Argüelles (Valum Votan), ideatore della Legge del Tempo Statunitense di origine messicana, è stato il fondatore nel 1983 del movimento Planet Art Network, un’organizzazione per la pace che fonde arte e spiritualità al fine di raggiungere una meta politica mondiale, e della Fondazione per la Legge del Tempo nel 2000. Professore di storia presso l’Università di Princeton, l’Università di California, l’Università del Colorado e presso numerosi altri istituti specializzati in Storia dell’Arte, José Argüelles è stato l’autore di studi approfonditi sull’antica cultura Maya (da qui il secondo

nome: Valum Votan) e il formulatore di brillanti teorie riguardanti la Legge del Tempo, che stabilisce che il tempo – quale quarta dimensione – è una frequenza di sincronizzazione universale e la sua formula è T(E) = Arte, dove il tempo viene reso fattore dall’energia ed è arte (non denaro come si usa dire). Detto con le parole di Argüelles: «L’essenza del tempo non è nella durata, computata in ore, minuti e secondi meccanici, che trascina nel futuro. Piuttosto, l’essenza del tempo è la sincronizzazione che conosciamo vagamente come sincronicità, il cui strumento supremo è il nostro stesso biocomputer umano, con le sue venti dita fra mani e piedi, e tredici articolazioni principali. Siete voi, oh umani, la via al di là della tecnologia - ma solo con la conoscenza giusta!». Tra le opere di Argüelles: La Dinamica del Tempo, Il progetto Rinri, Il fattore Maya, tutti editi da Wip Edizioni.

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Matematicamente parlando

Il senso del Introduzione Da dove derivano le capacità numeriche degli esseri umani? Considerare i nostri pensieri come inseparabili dalle parole che usiamo per esprimerli è alla base della cosiddetta “ipotesi di Whorf”, dal nome del linguista che per primo ha sostenuto che il linguaggio che parliamo determina i nostri processi di pensiero. Whorf ha infatti sostenuto che non ci sia un modo sistematico o universale di categorizzare dati, ma che i fattori linguistici influenzino il modo secondo cui ritagliamo la natura, la organizziamo in concetti ed assegniamo loro un significato. Seguendo questo ragionamento, il linguaggio risulterebbe essere importante in tutti i campi del sapere, in primis quello matematico, per legare i differenti tipi di rappresentazione dei numeri. L’ ipotesi trova oggi scarso credito tra gli scienziati cognitivi in seguito ad alcuni studi che hanno messo in evidenza come i neonati posseggono già dopo pochi mesi di vita sofisticate conoscenze sulle proprietà degli oggetti, sia fisici che sociali, nonché rappresentazioni dello spazio, del tempo e del numero (Spelke, 2003). Inoltre, più in generale, alcune ricerche condotte in ambito neuropsicologico rivelano una dissociazione tra processi di linguaggio e di pensiero: vi sono pazienti che con capacità linguistiche largamente risparmiate mostrano gravi deficit intellettivi (è il caso della sindrome di Williams) e altri che con gravi danni alle funzioni linguistiche rivelano invece prestazioni intellettive normali (è il caso di molte afasie). Anche gli studi condotti sui cosiddetti “ragazzi selvaggi”, cresciuti fin da piccoli in condizioni 46 Scienza e Conoscenza - n. 28, apr./mag./giu. 2009


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Mario Graziano

numero Sembra che gli animali possano far di conto. In che modo può essere d’aiuto all’uomo della strada sapere ciò? Può essere d’aiuto sapere che la matematica essendo una competenza alla portata degli animali è una facoltà naturale e pertanto non di difficile approccio, venendo meno in questo modo il pensiero comune che la matematica è quanto di più difficile e artificioso che la mente umana sia riuscita a creare. Inoltre le regole che governano la discriminazione delle numerosità degli animali sono le stesse che regolano il nostro modo di agire, ecco perché quando entriamo, ad esempio, in una classe, se le persone presenti sono poche riusciamo a prima vista a sapere quante sono, viceversa, dobbiamo invece utilizzare il sistema decimale e contarle d’isolamento sociale e quindi linguistico (come il celebre fanciullo dell’Aveyron, protagonista dell’omonimo film di François Truffault), evidenziano lo stesso tipo di problema. Partendo da queste considerazioni, si è fatta strada tra gli scienziati cognitivi la convinzione che sarebbe utile tentare di spiegare le nostre conoscenze numeriche in termini prettamente evolutivi. L’uomo, infatti, possiede un sistema capace di manipolare delle quantità e visto che appartiene al regno animale tutto porta a credere che i vicini dell’uomo nella catena evolutiva siano dotati, almeno in germe, dello stesso sistema. Gli animali, infatti, pur non essendo provvisti del linguaggio, nondimeno, sanno orientarsi nello spazio usando le relazioni geometriche tra gli oggetti, sanno costruire strumenti e risolvere problemi d’inferenza logica, posseggono una intuitiva comprensione del numero e delle relazioni di causalità (Vallortigara, 2005). I dati sperimentali che supportano l’esistenza di un pensiero matematico animale sono estesi e molto convincenti; lontani dal pretendere di fare un resoconto esaustivo di tutte le ricerche, ci limiteremo, nel proseguo di questo articolo, a parlare degli studi che si sono dimostrati particolarmente interessanti.

Distinzione di numerosità La letteratura scientifica sulla cognizione numerica degli animali è piena di aneddoti che raccontano come alcuni animali particolarmente eruditi riescano a risolvere operazioni complicate. L’esempio più famoso è quello di un cavallo (il cui nome era Hans), istruito dal suo proprietario, tale Wilhelm von Osten, a contare, addizionare e sottrarre. Quando il suo proprietario, infatti, scriveva su una lavagna una certa operazione aritmetica, il cavallo iniziava a battere uno zoccolo per terra, fermandosi solo quando il numero di battiti corrispondeva alla soluzione dell’operazione richiesta. Tuttavia, quando si è scoperto che Hans non era capace di effettuare alcuna operazione se il suo maestro non conosceva la risposta, allora il dubbio è apparso su questi studi ed insieme a questo la necessità di inventare metodi di ricerca più rigorosi. I primi studi in questa direzione furono effettuati negli anni ’50 da Mechner (1958). Nel paradigma sperimentale utilizzato da questo ricercatore, un topo veniva introdotto in una gabbia in cui si erano precedentemente installate due leve: la leva A e la leva B. Per ottenere del cibo, il topo doveva inizialmente premere un certo numero di volte (n) la leva A, quindi premere B. Se il topo premeva B, prima che il numero

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