Scienza e Conoscenza, Editing snc, trimestrale, agosto 2009 , n.28, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB ForlĂŹ n. 67/2009
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771720 998007
Rivista â‚Ź 7,40
Anno 8 Numero 29 - III trimestre 2009
ISBN 887507-698-4
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788875 076986
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ditoriale
di Giorgio Gustavo Rosso
Scienza e conformismo Da Leonardo a Corbucci, passando per Tesla e Reich ritjof Capra, nella bella intervista di pagina 36 relativa ai suoi studi su Leonardo, afferma che il genio fiorentino ha preceduto Galileo e Newton, anticipando il metodo scientifico empirico, e che grazie a lui “la scienza si sarebbe potuta sviluppare in un modo completamente differente”. A Nikola Tesla è accaduto qualcosa di analogo: ad alcune sue scoperte sono state preferite quelle di Edison, ottenendo così che l'umanità utilizzi energia elettrica più costosa da produrre, conservare e distribuire. E molte altre scoperte e intuizioni di Tesla giacciono nascoste e inutilizzate, pur potendo portare enormi benefici all'umanità. Wilhelm Reich, probabilmente, s’ispirò a Tesla nell’affrontare alcuni dei suoi studi, e ottenne risultati così eccezionali per l'umanità, al punto da essere imprigionato. E ancor oggi, come ben descritto a pagina 23, le sue carte sono tenute semi-segregate, anche contro la sua volontà testamentaria. Capra cita Leonardo: “Prima di procedere farò alcuni esperimenti, perché questo è il modo in cui tutti gli osservatori dei fenomeni naturali devono procedere”. E sempre Capra ci dice che Leonardo può essere definito un pensatore sistemico, capace di collegare tra loro fenomeni diversi. Ciò che accomuna questi geni è una straordinaria capacità di osservazione della natura, per riuscire a interpretarne il funzionamento, secondo una visione olistica e non specialistica. Nel far questo Leonardo, Tesla e Reich sono obbligati a mettere in discussione la scienza accademica, perennemente basata su dogmi di natura
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religiosa e ideologica, e incapace di utilizzare il metodo scientifico empirico. Oggi come allora, ciò che chiamiamo scienza, e che va per la maggiore, è per gran parte un cumulo di merce scadente, priva di conferma sperimentale, molto frequentemente venduta a potenti interessi industriali e finanziari. Ciò che mi colpisce nelle Lezioni di fisica estrema di Massimo Corbucci, che pure potrà fare i suoi tentativi ed errori, come tutti, è la capacità di pensare senza i limiti della cultura scientifica del suo tempo, la capacità di collegare discipline apparentemente
molto lontane fra loro, nello sforzo di trovare una sintesi capace di offrire una chiave interpretativa, e poi di tradurre tutto ciò in conseguenze concrete per il nostro vivere quotidiano. Quanti “scienziati” oggi hanno il coraggio di esprimere i loro più audaci convincimenti e sottoporli al vaglio della comunità, per aiutarci a trovare o ritrovare il filo di Arianna della nostra esistenza su questo pianeta dell'universo? Ancora una volta invito chi ha competenze autorevoli a uscire dal conformismo accademico per promuovere una potente e pacifica rivoluzione scientifica, capace di contribuire a una più rapida evoluzione dell'umanità. Scienza e Conoscenza 1
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Editing snc Direttore Responsabile Elsa Masetti In redazione Elsa Masetti Romina Alessandri Erica Gattamorta Ufficio Abbonamenti Editing snc Tel. 0547 347627 info@scienzaeconoscenza.it Comitato Scientifico Massimo Corbucci Vincenzo Valenzi Davide Fiscaletti Valerio Pignatta Revisione Paola Di Manno Revisione Tecnica Davide Fiscaletti Per le immagini www.shutterstock.com Claudio Catalano Stampa Lineagrafica - Città di Castello Distribuzione in edicola Italian Press (Milano) Hanno contribuito alla realizzazione di questo numero: (in ordine di articolo) Vincent Gambino Vincenzo Isabella Valenzi Francesco Raggi Dario Zamboni Fabio Burigana Cristina Cuomo Patrick Véret Anna Bacchia Melisa Rossi Andrea Provaglio Ivana Iovino Fiorella Rustici Alvise Fedrigo Fiamma Ferraro Ennio Vorcizio Samantha Fumagalli Claudio Catalano
Autoriz. Trib. Forlì N. 21 dellʼ8 luglio 2002 Numero 29 lug./ago./sett. 2009 III° trimestre 2009
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INDICE AL SERVIZIO DEL COSMO Intervista a Ervin Laszlo A cura di Vincent Gambino e e Davide Fiscaletti
RESPIRARE BENE NON SIGNIFICA RESPIRARE DI PIÙ Fiamma Ferraro 56 6
IL SUONO È TUTTO Massimo Corbucci, Francesco Raggi, Dario Zamboni 18 UNA VOCE A 5 SENSI Fabio Burigana, Cristina Cuomo, Patrick Véret
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ÌNIN: IL SALTO QUANTICO DELLA MENTE Anna Bacchia, Melisa Rossi
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DA LEONARDO A OBAMA Intervista a Fritjof Capra A cura di Andrea Provaglio
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LA MENTE GENETICA Fiorella Rustici
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FELICITÁ A PELLE Samantha Fumagalli
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A PROVA DI NERVI Intervista a Jacques Blanchard A cura di Valerio Pignatta
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L’ARCHITETTURA POLISENSORIALE Claudio Catalano
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Questione di Watt Eventi di Fusione Wilhelm Reich: gli Archivi Danni da Elettrosmog Persuadere o informare?
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IL RISVEGLIO DEL GIGANTE Intervista a Anthony Robbins A cura di Alvise Fedrigo e Elsa Masetti 50 Il nostro periodico è aperto a tutti coloro che desiderino collaborare nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione che così recita: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», non costituendo pertanto tale collaborazione gratuita alcun rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma. Scienza e Conoscenza 5
Intervista a Ervin Laszlo
Al servizio del
Cosmo e della sua Evoluzione
rvin Laszlo, che i lettori di Scienza e Conoscenza già conoscono, quale autore di alcuni articoli, è una delle menti più brillanti del nostro tempo. Candidato due volte Nobel per la pace, Laszlo nasce a Budapest nel 1932. La sua vita è un mare di esperienze che spaziano dalla musica, alla scienza, alla filosofia… Autore di svariati libri, è presidente del Club di Budapest, un’associazione culturale che opera in tutto il mondo per il risveglio di una nuova consapevolezza umana e planetaria. Essa vede tra i suoi sostenitori il Dalai Lama, Nelson Mandela, Desmond Tutu e altrettanti protagonisti di livello internazionale nelle scienze, nelle arti, nella spiritualità. È vincitore d’innumerevoli premi e detentore di titoli e lauree ad honorem. Racchiuderlo in breve in una presentazione non è semplice. Fluido, interdisciplinare, è sempre in viaggio al servizio del… Cosmo, disponibile a condividere con il mondo la sua missione, anzi la “nostra” missione di umani e il nostro destino di co-creatori. Di che missione si tratta? Ce lo racconta con parole semplici nel suo ultimo libro – Cosmos (Macro Edizioni), a breve in libreria – scritto a due mani, con Jude Currivan: La missione dell’umanità è di far progredire l’evoluzione del Cosmo. Suona come un ideale astratto, ben lontano dalla nostra vita e dalle nostre preoccupazioni quotidiane, ma non lo è: è eminentemente concreto e pratico, ed è giunto per noi il momento di comprenderlo senza indugio. Riguarda, non soltanto il futuro del Cosmo, ma
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anche il nostro imminente futuro, e quello di tutta la vita sulla Terra. Che altro aggiungere? Sì, la sensazione che si riceve nel parlare con lui: senso di prospettiva, pace e Coerenza... Scienza&Conoscenza: Nei tuoi lavori recenti hai sottolineato come il campo unificato che sta alla base della realtà, da te definito campo akashico, abbia come elementi fondamentali le informazioni. Potresti fare un parallelismo tra la tua visione del campo akashico e la teoria di Bohm dell’ordine implicito (con la quale sembra avere alcuni punti in comune)? Ervin Laszlo: Sì, molti punti in comune. La teoria di Bohm è principalmente utilizzata per poter spiegare alcune anomalie della fisica quantistica altrimenti inesplicabili, specialmente rispetto alle interconnessioni tra i quanti. Bohm ha suggerito l’esistenza di un ordine implicito, nel quale le cose esistono virtualmente e solo in seguito esse “emergono” nella realtà, dove possiamo percepirle; così si ha un movimento di andata e ritorno continuo tra l’Ordine Implicito e quello Esplicito. Si potrebbe dire molto altro rispetto alle sue teorie, ma la struttura di base è questa. Così abbiamo due distinte realtà, separate, che interagiscono tra loro di continuo. Quello che io suggerisco, invece, è che la realtà sia un tutt’uno, non c’è separazione. Naturalmente dobbiamo dare per scontato che c’è molto di più oltre alla realtà che possiamo osservare
A cura di Vincent Gambino e Davide Fiscaletti
“Sinfonia del Cosmo”, Olio su tela 60x80, © 2007-2009 Andrea Latina – per gentile concessione dell’autore Scienza e Conoscenza 7
e percepire con i nostri sensi comuni, una realtà molto più profonda di quello che possiamo rilevare con i mezzi fisici a nostra disposizione. È un aspetto dello spazio che “sta al di sotto” dello spazio comune, un Iperspazio, che è il fondamento di tutto lo spazio che esiste nell’universo. Questo Iperspazio contiene tutte le informazioni; tutte le informazioni che poi si esplicano nel mondo manifesto, che non è altro che un livello differente della medesima realtà. Abbiamo per questa ragione bisogno di utilizzare il modello olografico per spiegare questi aspetti della realtà. Considero il “Piano Olografico” come la parte più profonda della realtà. Quello che comunemente percepiamo è solo la punta di un immenso Iceberg. S&C: Lei crede che in questo spazio profondo esistano entità coscienti? Entità che vivono in quel livello di realtà? EL: Questa è una domanda eccellente. Quello che sappiamo di certo è che qualsiasi informazione esiste in quel livello di realtà, tutto quello che si ha in questo mondo esiste integralmente in quel livello profondo. Un po’ come con internet. L’informazione è presente ma hai accesso a essa solo quando ti connetti a quel particolare file che t’interessa. Abbiamo indizi
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Intervista a Ervin Laszlo comunque, che suggeriscono una certa “indipendenza” delle informazioni presenti nei livelli più profondi della realtà, una certa persistenza indipendente delle informazioni. Questo è un campo molto speciale della ricerca, un aspetto che va ben al di là della comune ricerca della fisica contemporanea, è un fenomeno nuovo...o meglio è un fenomeno antico ma nuovo alla ricerca scientifica. S&C: Già… riscopriamo cose già presenti in tutte le culture tradizionali... EL: Esatto, queste conoscenze fanno parte della più antica Sapienza dell’Umanità intera. Ma, una cosa è parlare d’informazione a questi livelli, quello che tu mi stai invece suggerendo è la presenza di “coscienze” in questo livello. Una forma di coscienza senza un corpo fisico. Abbiamo evidenti indicazioni che fanno pensare che si possa effettivamente comunicare con entità non più incarnate, o che mai lo sono state, che vivono questo stato della realtà. Possiamo fare ciò attraverso quella che, ultimamente, è chiamata “Trans-comunication” (comunicazione trans personale). Proprio due giorni fa ho ricevuto nuove informazioni da alcuni amici ricercatori riguardo alla possibilità di ricezioni di “voci” attraverso internet. Con uno strumento o applicazione di skype che attendo di ricevere, si possono riproporre esperimenti simili a quelli che un tempo si facevano con l’uso di nastri, registratori a cassette. Registrando con certi accorgimenti e
A cura di Vincent Gambino e Davide Fiscaletti risentendo i nastri a velocità differenti si hanno delle voci che non si percepiscono con l’udito. S&C: Alla luce della tua visione del campo akashico, cosa pensi riguardo alla Matrix Divina di Gregg Braden e riguardo al campo morfico di Rupert Sheldrake? EL: Ho familiarità in particolare con il lavoro di Sheldrake, abbiamo affrontato diversi argomenti assieme più volte e tentato anche di scrivere un libro a quattro mani, senza successo. Tuttavia le nostre opinioni hanno delle differenze e delle similarità. Due cose a riguardo: Sheldrake sostiene che più tu fai una cosa, più questa sarà semplice da fare, così questo campo profondo è un campo in cui si formano delle abitudini. Io non credo che ciò sia esatto. Io parto dal concetto di ologramma. Quando un’informazione è registrata in questo Campo, è lì, ed è sempre a tua disposizione.
mostrato come questa visione sia scorretta. Conosci l’esperimento Double Slid? L’esperimento è preparato in un modo tale che anche quando osserviamo la particella come corpuscolo, l’aspetto ondulatorio è sempre presente! Così, la conclusione alla quale si giunge è che tra i due aspetti, corpuscolare ed ondulatorio, quello ondulatorio sia il più profondo, quello che è sempre presente. S&C: Torniamo alla coerenza… In che modo la coerenza di cui tu parli si distingue dal termine utilizzato nel linguaggio comune? Tu affermi che recuperare la coerenza è alla base della nostra missione cosmica quando, per es. personaggi come A. Huxley hanno detto: “La coerenza è contraria alla natura, contraria alla vita. Le sole persone perfettamente coerenti sono i morti”. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un linguaggio
In un sistema si ha coerenza quando le sue parti sono connesse in tal modo che, nel momento in cui qualcosa accade a una di esse, si ha un effetto anche sulle altre S&C: Quindi il campo akashico è come un grande Hard disk universale? EL: Sì, esatto. Un’altra differenza di pensiero è, invece, più di natura filosofica; Rupert pensa, o almeno lo pensava l’ultima volta che abbiamo parlato insieme, che questo campo non abbia alcuna spiegazione scientifica, che sia al di là della scienza. Io credo che, se si osserva la fisica dei quanti, il Big Bang, i campi virtuali, tutti queste branche della scienza, sono inesplicabili secondo la fisica classica e non accessibili dalle nostre capacità fisiche o apparecchiature. Molta della scienza attuale è metafisica secondo i termini della scienza passata. Il mio lavoro è, da un certo punto di vista, quello di dare un senso oggettivo, apportare il maggior numero di evidenze possibili a questa visione della realtà, renderla più accessibile alla scienza contemporanea. S&C: Si sente sempre parlare di collasso d’onda per illustrare come un sistema quantistico si evolva. Rifacendosi alla recente scoperta del fisico Shahriar Afshar, lei sostiene che le forme d’onda delle possibilità non collassano attraverso l’atto dell’osservazione, ma diventano coerenti. Sebbene nel suo libro in uscita si parli molto di coerenza rimane a mio avviso un concetto ostico per i più. Cos’è la coerenza e come si può applicare alla nostra vita e alla sua evoluzione? EL: Sì, infatti, io non credo che necessariamente si debba parlare di funzione di collasso, esiste un fenomeno che Bohr ha chiamato il “Principio di Complementarità”. Nuovi esperimenti hanno
filtrato dalla cultura e, come tu evidenzi, incapace di sostenere il senso della vita? EL: Nel nostro linguaggio quotidiano utilizziamo certi termini in modo metaforico e letterale. Nel campo dell’indagine scientifica utilizziamo la parola coerenza in un modo specifico. In un sistema si ha coerenza quando le sue parti sono connesse in tal modo che nel momento in cui qualcosa accade a una di esse si ha un effetto anche sulle altre. Questa stessa coerenza si può avere anche tra sistemi. Significa essere sulla stessa lunghezza d’onda, sulla stessa frequenza. Ora, in natura accade che, quando una specie o una popolazione perda coerenza con il resto che la circonda, può procedere per un po’, ma alla fine, non essendo più in grado di riprodursi viene eliminata dalla selezione naturale. Questo accade perché essere coerenti con l’ambiente è funzionale a ottenere l’energia, l’informazione e la massa necessaria alla sopravvivenza. Il genere umano è riuscito, nel corso della storia, a ridurre sempre di più il proprio grado di coerenza con la natura, sostituendo ciò che deriva dall’ambiente con sistemi artificiali, con la tecnologia, per produrre energia, cibo... Abbiamo, dunque, imposto la nostra incoerenza sull’ambiente. Per un po’ possiamo andare avanti, ma solo fino al punto in cui ci troveremo di fronte al collasso di questo sistema e la natura non sarà più in grado di offrirci l’energia, l’informazione, la massa – il cibo per esempio – di cui necessitiamo per rimanere in vita. Avanziamo, mascherando la nostra incoerenza con la tecnologia, forzando la natura a obbedirci, e se diecimila anni fa
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Intervista a Ervin Laszlo c’era, sul pianeta, una piccola umanità, oggi siamo un’enorme umanità che spinge, follemente, verso un punto critico. Quindi, utilizzando un linguaggio più comune, coerenza significa che dobbiamo trovare l’armonia che ci è propria.
Ogni giorno richiede immancabilmente nuove decisioni e nuovi obiettivi. Spesso non abbiamo le idee chiare sul da farsi, perdiamo la capacità di affrontare le cose con giocosità e fiducia e non utilizziamo la nostra componente intuitiva. Ci capita dunque di rimandare, di accontentarci del nostro quotidiano, non trovando il coraggio di coltivare nuovi obiettivi che potrebbero ridare gioia alla nostra vita. In realtà, è la vita stessa che racchiude in sé il cambiamento: niente rimane immutato, tutto si trasforma. Cambiamento significa crescita; il cambiamento creativo è evoluzione e la sua mancanza comporta in un certo qual modo una perdita di interessi, conoscenza, capacità vitale, nella stessa misura in cui qualsiasi organismo biologico decade quando non riceve più nuove informazioni. L’unica vera conoscenza alla quale è necessario ambire, dunque, è l’auto-conoscenza. L’evoluzione si manifesta solamente se siamo noi stessi a cambiare e il nostro cambiamento dipende a sua volta dall’uso consapevole della nostra forza creatrice. Con i nostri pensieri e le nostre azioni costruiamo la nostra realtà e siamo creatori della nostra vita. E quando ne diventiamo consapevoli, ci occorre solamente un passo per raggiungere il nostro obiettivo più alto: prendere in mano la nostra vita e farne un capolavoro... Con CreativEvolution ti offriamo un metodo assolutamente geniale ed innovativo che facilita l’accesso al tuo enorme potenziale di risorse. La tecnica è rapidamente assimilabile nel corso di un seminario intensivo di 3 giorni e mezzo, in cui viene insegnato come sincronizzare l’emisfero cerebrale sinistro razionale-analitico, con quello destro immaginifico-intuitivo. Ciò consente di modulare l’attenzione verso campi morfici individuali e collettivi allo scopo di ricevere informazioni di ordine superiore, altamente risolutive nei confronti di problematiche che investono il quotidiano. Tra i molti vantaggi ottenibili: individuare e raggiungere gli obiettivi in modo ottimale; scoprire e stimolare talenti nascosti; aumentare sensibilmente la creatività e la capacità di risolvere problemi; sperimentare a livello psichico diverse esperienze possibili per scegliere quella ideale.
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S&C: Gli anziani Hopi hanno lasciato detto: “Bandite la parola ‘lotta’ dal vostro atteggiamento e vocabolario. Tutto ciò che fate, ora, deve essere fatto nella sacralità e nella celebrazione. Voi siete quelli che stavamo aspettando”. Può essere questa una via pratica di porre attenzione al nostro modo di comunicare, in-formando e co-creando una diversa realtà basata sulla cooperazione-riconciliazione piuttosto che sulla separazione? EL: Quello che dobbiamo capire è che siamo divenuti l’eccezione nella storia dell’umanità. Le culture tradizionali, come gli Hopi per esempio, sono vissute per centinaia o anche migliaia di anni; noi, negli ultimi 200 anni, siamo riusciti a creare qualcosa mai esistita prima nella storia dell’umanità. Certo, non intendo che dobbiamo tornare a prima del Neolitico, non parlo di un livello di coerenza tale con l’ambiente, ma negli ultimi 200 anni siamo divenuti incoerenti a un livello così alto da essere artefici della nostra stessa fine. Parlo di ciò che è avvenuto dall’era del carbone, della benzina, della produzione di energia su larga scala e così via, fino all’aumento esplosivo della popolazione mondiale. S&C: Non pensa, ricollegandoci alla sua apertura verso la tradizione induista, che si tratti proprio del ciclo che stiamo vivendo attualmente? EL: Io credo che ci siano delle spirali, se così mi posso esprimere. Ci sono cose che si ripetono ciclicamente, ma non, esattamente, nello stesso modo. Esiste un’evoluzione, un procedere del cambiamento. Sono, principalmente, per quel che mi riguarda, un evoluzionista. Il cambiamento progressivo che avviene ha un termine d’irreversibilità, e quando qualcosa ri-accade, non lo fa mai nello stesso modo. È probabile che esistano cicli di coerenza e incoerenza, ma non è un andare avanti e tornare indietro che accade. Dobbiamo sperare che il prossimo ciclo, che è quello che andiamo a realizzare, sia un ciclo di coerenza, ma non possiamo attingere al “vecchio”, alla coerenza delle culture tradizionali, dobbiamo trovare la coerenza che ci è propria, utilizzando le migliori informazioni di cui disponiamo, le tecnologie più avanzate, ed i valori più alti e coscienti possibili. S&C: Riassumendo prima, in breve, la definizione di campo informazionale può dirci in che rapporto sta il suono con tale campo? “Primo fu il verbo”, questa citazione che, volendo o nolendo quasi tutti conoscono, sta dunque scientificamente prendendo forma? EL: Il suono, da un punto di vista scientifico, è un fenomeno connesso al cervello, abbiamo un suono quando il cervello entra in risonanza con una certa 10 Scienza e Conoscenza - n. 29, luglio/agosto/settembre 2009 -
lunghezza d’onda proveniente dall’ambiente che lo circonda. Il suono è determinato da onde, e quando queste non sono presenti, non si può parlare di suono. Naturalmente il suono è qualcosa che accade all’interno della coscienza. Dal mio punto di vista il suono è un fenomeno che non si può considerare separatamente da un osservatore. Anche per la luce vale la stessa cosa. Sì, possiamo parlare dei fotoni, delle onde acustiche che viaggiano nell’atmosfera, ma il fondamento stesso di questi fenomeni, il fondamento della luce o del suono, si ha quando questi interagiscono con il nostro sistema cerebrale. Tutto è Ondulatorio. Io credo che la natura più profonda della Creazione, sia ondulatoria. S&C: Possiamo allora affermare che il suono è necessario alla Creazione? EL: Sicuramente. La Creazione, o meglio l’onda che corrisponde alla Creazione, è equivalente al suono. Non c’era ancora alcuna specie organica in grado di percepire quel suono, e, quindi, non c’era il fenomeno del suono, ma un’ipotesi perfettamente plausibile è che ci fosse un’Entità Superiore, la Coscienza di questo campo della Creazione che ha percepito questo suono, e che il Campo è pieno degli elementi di questa entità superiore. Si potrebbe dire che nella coscienza di questa entità la creazione è stata un suono estremamente complesso... S&C: È stato nominato due volte per il Nobel alla Pace. Alcune persone affermano che per raggiungere la pace si debba passare attraverso la guerra. È secondo lei necessario dover fare esperienza della guerra per raggiungere la pace? EL: No, non credo. Anzi penso che sarebbe terribilmente pericoloso e triste se si dovesse passare dalla guerra per arrivare alla pace. Ed è anche vero che, su di un certo piano, il conflitto, la crisi, lo stress, siano necessari per far avvenire dei cambiamenti. La guerra, però, è un errore tragico, poiché, al giorno d’oggi, in un ambiente e un ecosistema già super stressati e vicini al punto di rottura, sarebbe un suicidio per l’intero pianeta. Il cambiamento deve accadere, la pace deve essere raggiunta, ma indipendentemente dalla guerra, questa è la nostra unica speranza di sopravvivenza.
Leggere per approfondire Alcune tra le ultime opere di Ervin Laszlo: - Con Jude Currivan - Cosmos – Da esecutori a cocreatori (Titolo originale: Cosmos. A Co-creator’s Guide to the Whole-World), Macro Edizioni, estate 2009 - Risacralizzare il Cosmo, Urra Edizioni 2008 - Il punto del Caos, Urra Edizioni 2007
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Si dice che…
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Oggi è molto diffusa lʼasserzione che le onde elettromagnetiche possono nuocere alla salute, eppure stiamo assistendo al proliferare di congegni ad alto contenuto tecnologico che producono attorno ad essi campi elettromagnetici olti non sanno che i campi elettromagnetici rappresentano un fenomeno naturale e tutta la materia ne è invasa. Essi si producono nell’atomo, sono presenti nelle nostre cellule e il nostro cervello quando lavora produce un campo elettromagnetico qualitativamente molto simile a quello prodotto da alcuni semplici elettrodomestici. L’intero universo è pervaso da campi di natura elettromagnetica. Il Sole, la nostra stella, produce campi elettromagnetici estremamente intensi su tutte le regioni dello spettro. Infatti, appena si verifica un campo, le onde elettromagnetiche che si producono sono caratterizzate dalla frequenza
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(cicli al secondo), e per spettro si indica il campo di frequenze prodotte dalla specifica sorgente. Le onde radio si propagano a un frequenza di diverse centinaia di migliaia di cicli al secondo fino ad arrivare anche ad alcune centinaia di miliardi di cicli al secondo, e il nostro Sole produce tutte queste frequenze e tante altre ancora con ampiezza così elevata da superare tutti i telefoni cellulari prodotti ed esistenti sulla terra. Questa considerazione è sufficiente per lasciarci pensare che le nostre preoccupazioni sono davvero ingiustificate. Inoltre, ad oggi, non abbiamo studi ufficialmente riconosciuti ed approfonditi che ci inducono a