(dall’Introduzione)
Tratte da I libri della Giungla di Kipling, Le Storie di Mowgli sono il filo conduttore dell’Atmosfera Giungla che anima la vita del Branco. La scelta dei brani e il commento sono a cura dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani che utilizza l’Ambiente Fantastico Giungla, ricavato dalle opere di Kipling, per la sua originalità pedagogica, come elemento caratterizzante del metodo educativo per i bambini dagli 8 agli 11 anni. € 16,00
La collana tracce intende offrire ai capi scout e agli educatori indicazioni metodologiche e sussidi pratici per lasciare le tracce che servono ad orientare il cammino dei loro ragazzi.
Rudyard Kipling Le storie di Mowgli
“Boschi ed acque, venti ed alberi, saggezza, forza e cortesia, il favore della giungla ti accompagna”. I valori della giungla corrono anche sulle vie dell’emozione che ogni capo, che ne è sostanzialmente il custode, riesce a suscitare, perché emozione sia adesione, ed adesione sia vicinanza, e vicinanza sia riflessione, e riflessione crescita.
Rudyard Kipling
Le storie di Mowgli Scelta dei brani e commento a cura dell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani
collana tracce - metodo
Incaricata del Comitato editoriale: Laura Galimberti Da I libri della Giungla di Rudyard Kipling Scelta, riduzione e commento a cura dell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani Traduzione di: Fausto Catani Edizione curata da: Massimo Bertolucci, Fabrizio Coccetti, Mario Turci Collaboratori: Sandro Cancian, Nicola Catellani, Francesco Chiulli, Rosa Ermacora, Giuseppe Finocchietti, Livio Giraudo Hanno inoltre collaborato: Alberto Baggini, Stefano Barbieri, Andrea Bordoni, Chicco Calvo, don Pino Cangiano, Fabio Geda, Paola Lori, don Andrea Lotterio, Zeno Marsili, don Luca Meacci, Cinzia Pagnanini, Angela Pesce, Gaetano Russo, Daniela Sandrini, Pasquale Scarpitti, Daniela Serranò, Francesco Silipo Si ringraziano i partecipanti, gli animatori e i maestri del Convegno nazionale Giungla “La Giungla ha molte lingue…” dell’Agesci – Branca L/C del 2005 Prima edizione: Nuova Fiordaliso, febbraio 1996, Ristampa: marzo 1997 Seconda edizione: settembre 2000 Ristampe: giugno 2002, ottobre 2004, Fiordaliso, febbraio 2006, novembre 2007 Terza edizione: ottobre 2008 Prima ristampa: gennaio 2010, Seconda ristampa: febbraio 2012 stampato su carta ecologica ISBN 978-88-8054-837-9 Progetto grafico e impaginazione: Giovanna Mathis Foto di copertina: Fotolia Illustrazioni: Sergio Trama Redazione: Maria Sole Migliari Coordinamento editoriale: Stefania Cesaretti © Fiordaliso Società cooperativa C.so Vittorio Emanuele II, 337 00186 Roma www.fiordaliso.it
Rudyard Kipling
Le storie di Mowgli
da “Il libro della Giungla” e “Il secondo libro della Giungla” scelta dei brani e commento a cura dell’Agesci
edizioni scout • fiordaliso
INDICE
PRESENTAZIONE
7
INTRODUZIONE
8
ISTRUZIONI PER L’USO
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I RACCONTI FONDAMENTALI I fratelli di Mowgli La caccia di Kaa Il Fiore rosso La tigre! La tigre! I cani rossi La corsa di primavera
15 16 34 76 96 129 169
ALTRI RACCONTI Come venne la paura L’invasione della giungla L’ankus del re
207 208 238 284
SCHEDE APPLICATIVE Raccontare I tipi morali Le Parole Maestre I simboli e la simbologia della Giungla Digressioni Giungla La natura nella Giungla La mappa della Giungla Il tempo nella Giungla I libri della Giungla e le Storie di Mowgli I racconti e la Pista di Branco Nomi e personaggi Giungla
315 316 318 321 324 326 328 329 330 332 334 336
RINGRAZIAMENTI Grazie di cuore a tutte le straordinarie persone che hanno fatto parte della Pattuglia nazionale L/C nel percorso che dal 2003 al 2008 ha rilanciato la riflessione sugli Ambienti Fantastici: Massimo Bertolucci, Fabio Geda, Gaetano Ladisa, Zeno Marsili, Cinzia Pagnanini, Marco Quattrini, Gaetano Russo, Daniela Sandrini, Daniela Serranò, Francesco Silipo, Andrea Vecci. Grazie al gruppo di lavoro “Il Favore della Giungla”, che ha contribuito a questa nuova edizione partendo dagli Atti del Convegno nazionale Giungla 2005. Ne hanno fatto parte: Massimo Bertolucci, Sandro Cancian, Nicola Catellani, Francesco Chiulli, Rosa Ermacora, Beppe Finocchietti, Fabio Geda, Livio Giraudo, Angela Pesce. Grazie ai duemila partecipanti, ai maestri di Bottega e agli animatori delle Fucine del Convegno nazionale Giungla “La Giungla ha molte lingue…”, che ha avuto luogo ad Argenta il 3-4-5 giugno 2005. Il percorso durato un anno per arrivare al Convegno e l’impegno degli Staff che hanno lavorato sui racconti e sull’Ambiente Fantastico Giungla hanno permesso di rielaborare, in maniera creativa, struttura e note delle Storie di Mowgli. Grazie, che il favore della Giungla vi accompagni! Paola, Fabrizio e don Andrea
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PRESENTAZIONE
«Ma più d’ogni altra cosa gli piaceva d’andare con Bagheera nel caldo cuore oscuro della foresta, dormire per tutto il giorno, e di notte, assistere alla caccia di Bagheera per vedere come faceva». La Giungla è esperienza. Non si impara leggendo le pagine di un libro, ma seguendo Bagheera mentre caccia, di notte, per vedere come fa. La Giungla si intuisce solo respirando l’odore della Mowha in fiore, sdraiandosi per riprendere fiato su un ramo dell’albero del Dhâk e facendosi cullare dallo scroscio della Waingunga, poco lontana. La Giungla è mistero. Nella Giungla non si sa mai cosa possa capitare, chi si rischi di incrociare lungo la pista, quali occhi ci osservino nel buio. La Giungla è grande, piena di luoghi da scoprire ed esplorare. Ogni giorno, siamo chiamati a una nuova caccia, una sfida inedita e emozionante, da affrontare con coraggio e passione. La Giungla è avventura. Il viaggio di Mowgli da cucciolo d’uomo a Signore della Giungla è una grande corsa nella natura, attraverso le stagioni, i luoghi e lo spirito dei suoi protagonisti. Il senso dell’avventura è la linfa vitale di ogni caccia. Non manchi mai. Le Storie di Mowgli sono un libro, sì, ma da usare come un taccuino di viaggio. Col passare degli anni di servizio in unità, dovrebbe riempirsi di sottolineature, di annotazioni, di riflessioni sull’arte del racconto, di appunti sui giochi e sulle attività svolte. Un grande valore aggiunto di questo testo sono proprio le note che ciascuno può scrivere, frutto della propria esperienza e dei ragionamenti condivisi con lo Staff. Lasciare in dono questo libro a chi farà servizio in Branco dopo di noi, offrirà una miniera d’oro di suggerimenti e attenzioni. Buona caccia! Paola Lori, Fabrizio Coccetti e don Andrea Lotterio Arcanda, Akela e Baloo d’Italia Bracciano, 1 maggio 2008 7
INTRODUZIONE
«Che ci faccio con la Giungla?» sembra di leggere ogni tanto nello sguardo di qualche capo. «Chiedilo a Bagheera!» viene d’istinto di rispondere. «Ma perché non ad Akela o a Baloo?» «No, di sicuro, va’ da Bagheera». Se Akela è il garante di quella memoria che nella Giungla è la conoscenza e osservanza della legge e se Baloo è la quieta saggezza del dialogo e dell’incontro, Bagheera è il signore della corsa e della prova e per questo della Giungla conosce tutti i sentieri. Di sicuro Bagheera inviterebbe a chiederti «che ci fai tu nella Giungla?». Perchè qui sta la risposta: la Giungla non la si guarda, la si percorre, la Giungla non è una storia buona da raccontare, la Giungla è una dimensione fantastica buona da giocare. Come direbbe Mowgli, più che nella testa, la Giungla è nello stomaco, nell’esperienza che si riesce a fare di essa (non con, ma di essa). Pare che Kipling non ci abbia detto tutto della Giungla, forse dando per scontata la capacità del lettore di vedere fra le righe. Non ci ha svelato, ad esempio, la mappa di quell’intrico di sentieri che attraversa come una rete tutto il territorio di Seeonee. Sono sentieri per viaggiare, che non ammettono turisti, e Bagheera sa che ogni viaggio si basa su di un motivo, un senso, un significato da dare alla propria presenza e sovente alla propria vita. Correre nella Giungla, quello che amiamo chiamare caccia, è la continua tensione alla ricerca di prede, che è tensione alla realizzazione di piccole e grandi avventure di crescita. Come un viaggio, la preda raggiunta è innanzitutto il risultato di un equilibrio fra intenzione, progetto e obiettivo. La caccia è avventura e tensione al successo anche se l’insuccesso non ne è la negazione, ma uno dei risultati prevedibili. Akela conduce la caccia perché sa aprire sul territorio i sentieri di un sano rapporto fra pensiero (il progetto) e azione (la pratica, gli strumenti, i modi). Che cos’è la Pista di ogni bambino se non l’avventura della continua ricerca di armonia fra progetto e legge, fra creatività e tensione al risultato, fra prova e preda, fra sé ed ogni altro? 8
INTRODUZIONE
Mowgli scoprirà presto che l’avventura che l’aspetta si sostanzierà in due grandi cacce, diverse ma integrate l’una con l’altra: quella del confronto con l’ingiustizia e la violenza, e quella del confronto con se stesso e la sua umanità, una ricerca di sé che lo condurrà al grande salto della Corsa di Primavera. Nella giungla del Popolo Libero l’avventura della crescita di Mowgli, uomo e lupo, è rappresentativa di una dimensione sostanziale di quel che chiamiamo Progressione Personale: la ricerca di sentieri per capire e per capirsi, per amarsi e per amare, per comprendersi e saper perdonare. Per utilizzare la Giungla con efficacia va sempre tenuto presente che è tutta la parabola di crescita di Mowgli a rappresentare un forte messaggio per il bambino, per questo il bambino deve essere padrone di questa storia nella sua interezza sostanziale, non solo di qualche singolo episodio o frammento di racconto. Mowgli capita nella Giungla da cucciolo d’uomo, nudo e condannato a morire. Viene salvato e diventa parte del Branco, impara la Legge e le Parole Maestre. Cresce. Sa porsi come garante della Legge, in aiuto di Akela, nella notte del Fiore Rosso. Da Signore della Giungla rischia la propria vita per salvare il Branco e tutta la Giungla nella battaglia contro il Dhole. Solo però dopo la Corsa di Primavera, con il superamento della crisi provocata da un conflitto interiore, potrà passare ad una nuova dimensione della propria vita. Il passaggio al villaggio degli uomini conclude il viaggio iniziatico e lancia una nuova fase: Mowgli uomo tra gli uomini. Il cucciolo d’uomo cresce, si trasforma nel corpo, sperimenta il rapporto con il mondo e l’avventura affascinante della percezione di sé e di sé con l’altro. All’interno del Branco, le relazioni dei bambini tra loro, con la comunità e con gli adulti, nello stile della Parlata Nuova, si realizzano in linguaggi e modi più vicini a quelli della poetica dell’esistenza, che non alle tecnologie del rapporto interpersonale. Nella poetica del rapporto interpersonale sta la sostanza del comprendere e del comprendersi. Infine, l’uso educativo delle Storie di Mowgli rimanda al loro valore di strumento, che richiede quindi una capacità pratica di utilizzo, per evitare che diventi un semplice attrezzo povero e mono-uso. La pratica delle Storie di Mowgli richiede la disponibilità del buon artigiano: conoscenza, esperienza e immaginazione. Conoscenza: quella che si pratica innanzitutto leggendo e rileggendo, commentando e confrontando le proprie scoperte ed emozioni, anche in Staff. 9
IINTRODUZIONE FRATELLI DI MOWGLI
annotazioni
Esperienza: chedisse nasceMamma dalla frequentazione quotidiana della «Ha mancato laquella preda», Lupa, «Che succede?». giungla, dalla costanza e dalla naturalezza dell’uso di Parole Maestre, detti, richiami ad corse episodi, danze, canti, di tutto ciòShere che costruisce 22. Babbo Lupo fuori di pochi passi ed udì Khan che l’Atmosfera brontolava eGiungla. ringhiava furiosamente, mentre si rotolava in mezzo alla Immaginazione: la giungla ha sentieri, radure, guadi, rupi, pozze boscaglia. sicure e argini pericolosi; Kipling li ha descritti, ma quelli veri (cioè quelli che veramente è possibile trasmettere) sono solo nella 23. «Lo stupido non ha saputo far di meglio che saltare dentro un nostra capacità di immaginarli e dileanimarli come li sentiamo fuoco di taglialegna, e si è bruciato zampe»,per disse Babbo Lupo cone come li vediamo. un grugnito. «Tabaqui l'accompagna». I valori della giungla corrono sulle vie Mamma dell’emozione ogni 24. «Qualcuno viene su per la anche collina», disse Lupa, che drizzancapo, ne è sostanzialmente il custode, riesce a suscitare, perchè do un che orecchio. «Sta' in guardia». emozione sia adesione, ed adesione sia vicinanza, e vicinanza sia riflessione, crescita. 25. Si udì eunriflessione lieve fruscìo nel fitto dei cespugli e Babbo Lupo si accucciò sulle zampe posteriori, pronto al balzo. Allora, se foste stati Boschi acque, ed alberi,del mondo: il lupo là a guardare, avreste vistoed la cosa piùventi meravigliosa forzaera e cortesia, spezzare a metà il suosaggezza, slancio. Egli scattato prima di vedere conil favore della giungla ti accompagna. tro chi stava saltando, e poi aveva tentato di fermarsi. Il risultato fu un balzo di quattro o cinque piedi dritti in aria; e ricadde quasi nel medeMassimo Bertolucci simo punto da cui s'era levato. Fabrizio Coccetti 26. «L'uomo!» ringhiò. «Un cucciolo d'uomo. Guarda!». Mario Turci 27. Proprio di fronte a lui, sorreggendosi ad un ramo basso, stava un piccolo bimbo bruno tutto nudo, che sapeva appena camminare... La creatura più morbida e grassottella che mai sia giunta di notte ad una caverna di lupi. Il bimbo guardò in su, dritto negli occhi di Babbo Lupo, e rise. 28. «È un cucciolo d'uomo codesto?» disse Mamma Lupa. «Non ne ho mai visti. Portalo qui».
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L’ANKUS DEL RE
del diametro di due piedi; e Kaa rimase immobile, soffiando in Id'acqua STRUZIONI PER L’USO silenzioso divertimento. Poi cominciò il gioco abituale della sera... il
annotazioni
ragazzo, dalla sua grande forza, e il pitone nella sua nuova pelle sontuosa, che si erigevano l'un contro l'altro per una partita di lotta: una prova di occhio e di forza. Naturalmente Kaa avrebbe potuto schiacciare una dozzina di Mowgli se si fosse lasciato andare; invece giocava facendo attenzione e non metteva in azione nemmeno la decima parte della sua potenza. Sin da quando Mowgli era stato in grado di sopportare un tratLe Storieun di po' Mowgli in tre parti: questo gioco, che gli tamento rude, sono Kaa divise gli aveva insegnato aveva sciolto le membra come niente altro avrebbe potuto. A volte 1. I racconti fondamentali. La avvolto parabolafin di quasi crescita Mowgli Mowgli rimaneva lambito ed al di collo tra le rappremobili sentadiunKaa, fortelottando messaggio i Lupetti, devono essere padroni del spire perper liberare una che mano ed afferrarlo alla gola. senso Kaa compiuto delle Storie di Mowgli loro interezza. Ogni muoanno Allora si afflosciava, lasciando chenella si liberasse, e Mowgli, vannorapidamente quindi raccontati tuttii ipiedi racconti contenuti in questa sezione. di vendo entrambi cercava d'intralciare il vantaggio 2. Altri racconti. I racconti in scagliava questa parte potrannoalla essere utilizquell'enorme coda, mentre inseriti questa si all'indietro ricerca di zati a scelta Staff, asulla delle esigenze educativeavanti dell’Unità. un masso o didello un tronco cui base avvolgersi. Si dondolavano e die3. Vengono presentati alcunipropizia approfondimenti tro,Schede testa aapplicative. testa, ognuno aspettando l'occasione finché il sui bel principali strumenti Giungla. gruppo, degno di unalegati statua,all’Ambiente si disfaceva Fantastico in un turbinio di spire nere e gialle e di gambe e braccia, che si dibattevano freneticamente, per poi ricomporsi ancora nuovamente. «Su! Su! Su!» lo incitava Kaa, mentre Le introduzioni compiva una seriedei di racconti finte con la testa, cui perfino la guizzante mano di Mowgli non poteva stornare. «Attento! Ti tocco lì, fratellino! Lì e poi L’introduzione di ogni racconto suddivisa lì! Ti si sono intorpidite le mani?è E di nuovonelle lì!». seguenti parti: - Presentazione. Introduce brevemente al racconto e al suo utilizzo. -10. LaIltraccia. Offre una sintesi puntimaniera... del racconto nepreciso proponecolpo una gioco finiva sempre allaper stessa con eun possibile suddivisione. diretto dalla testa che mandava il ragazzo a rotoloni. Mowgli non era -mai I tipi morali. Vengono presentati i tipi morali compaiono nel racriuscito a trovare una difesa efficace controche quella botta fulminea, rimandi per una migliore e,conto, come con diceva Kaa, al eratesto perfettamente inutile caratterizzazione. che ci si provasse. - I luoghi. Vengono descritti i luoghi principali in cui si svolge il racconto,«Buona con rimandi al testo. 11. caccia», borbottò Kaa alla fine; e Mowgli, come di consue- Mowgli. Viene descritta l’evoluzione di Mowgli nelle Storie. - La Giungla e la Pista Personale. Offre spunti per collegare la Pista 11. Mowgli è ansimante e ridente: sapeva che avrebbe perso, ma ha fatto del suo meglio e si è divertito ugualmente. Personale dei Lupetti con il racconto. Uso del grassetto Il grassetto è usato nel testo per far risaltare alcune Parole Maestre, Detti e Modi di dire della Giungla o espressioni particolarmente importanti. Le Parole Maestre sono figlie dell’esperienza, quindi dipendono dalla vita del proprio Branco. Alcune tra le frasi in grassetto potranno diventare Parole Maestre, se utilizzate in modo opportuno, 11 289
ISTRUZIONI PER L’USO
vedi a proposito la scheda “Le Parole Maestre”. Un asterisco è messo vicino alle frasi che saranno - quasi certamente Parole Maestre in ogni Branco. Uso del corsivo Il corsivo è usato nel testo per mettere in evidenza alcune frasi importanti, che è bene saper raccontare in maniera fedele al racconto. Uso delle parentesi quadre Alcune frasi del testo sono racchiuse tra parentesi quadre. Sono quelle che presentano un messaggio che potrebbe generare confusione nella definizione dei tipi morali (non pensati da Kipling, ma sviluppati dalla nostra pedagogia) o che presentano eccessi dei personaggi. In questi casi, va messa una particolare attenzione nel racconto, modificando queste parti come sembra più opportuno, visto che facciamo un uso pedagogico (e non letterale) delle Storie di Mowgli. A destra trovate lo schema di una pagina tipo e le relative istruzioni per l’uso.
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TITOLO DEL RACCONTO
La colonna esterna al testo serve per scrivere le proprie annotazioni personali durante la lettura, come in un taccuino di viaggio.
annotazioni
La zampa è un indizio di un tipo morale. È posizionata a lato del testo in corrispondenza di una frase che descrive un tipo morale. Ne sono state messe solo alcune, come invito alla ricerca e al corretto uso della morale per tipi. Un asterisco indica le frasi che sono - quasi certamente Parole Maestre in ogni Branco.
*
È lo spazio per annotare le proprie riflessioni sui contenuti e messaggi principali del racconto. Ne sono state scritte alcune come suggerimento iniziale. È lo spazio per scrivere la traduzione del contenuto valoriale/educativo del racconto in azioni pedagogiche e attenzioni concrete della vita di Branco. Si può anche tenere sinteticamente nota delle proprie attività e giochi collegati al racconto. Anche qui sono proposti alcuni suggerimenti iniziali. NEL RACCONTO
IN CACCIA
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I RACCONTI FONDAMENTALI
I fratelli di Mowgli
Presentazione Questo racconto narra l’inizio dell’avventura di Mowgli nella giungla. È anche il primo racconto che ascoltano i bambini quando entrano in Branco. Da qui parte la grande parabola di Mowgli da ranocchio indifeso a Signore della Giungla. Mowgli entra in scena come un cucciolo braccato che si regge a mala pena in piedi, eppure egli viene accolto, prima da Mamma Lupa e Babbo Lupo nella tana assieme agli altri cuccioli e poi alla Rupe del Consiglio del Popolo Libero, per il prezzo di un toro cacciato da Bagheera e per le buone parole di Baloo. Proprio Bagheera, assieme ad Akela, predice che quel cucciolo darà la caccia a Shere Khan. Il racconto è pieno delle suggestioni e degli odori della giungla notturna (erano le sette di una caldissima sera…). Compaiono per la prima volta molti dei personaggi che accompagneranno Mowgli nel suo percorso di crescita, di essi sono delineati i tratti più importanti. Il valore della Legge è continuamente richiamato e ne viene sottolineata la necessità; inoltre la disponibilità all’accoglienza e la fiducia da parte degli amici di Mowgli sono continuamente poste in primo piano. Il racconto fa da sfondo all’accoglienza dei cuccioli nel Branco. È opportuno valorizzare questo momento con una caccia particolare e una cerimonia di accettazione semplice e significativa. È l’occasione per introdurre gradualmente i canti (“Attorno alla rupe”, “Guardate bene”, “Fratelli alla candida luna”...) e le danze giungla (“Danza di Tabaqui”, “Danza di Bagheera” e “Danza di Baloo”).
La traccia §1 - 44 - Tabaqui annuncia che Shere Khan è di nuovo in caccia. - Mowgli viene accolto nella tana di Babbo Lupo e Mamma Lupa. - Mamma Lupa difende Mowgli da Shere Khan. §45 - 68 - Akela chiama e si riunisce il Consiglio della Rupe. 16
I FRATELLI DI MOWGLI
- Shere Khan al Consiglio della Rupe chiede di avere Mowgli per sé. - Baloo parla in favore di Mowgli. - Bagheera offre un riscatto per Mowgli. - Il branco accetta Mowgli. - Akela affida Mowgli a Babbo Lupo e Mamma Lupa perché lo crescano come si conviene ad uno del Popolo Libero. Altro esempio di suddivisione: 1-17; 18-44; 45-68.
I tipi morali La figura di Babbo Lupo appare in questo racconto e solo con pochi Babbo altri brevi cenni lungo tutte le Storie di Mowgli. Qui ci viene presen- Lupo tato come un padre premuroso e fedele alla famiglia e alla Legge. Nutre grande affetto per Mamma Lupa (§40). Raksha, la diavola (§40), non a caso ci viene fatta conoscere qui con Mamma questo suo nome. Ardente, pronta a dare la vita per i propri figli e pe r Lupa Mowgli, sa dare fiducia e sa correre dei rischi. È immagine della protezione e della sicurezza (§39). È lo sciacallo, leccapiatti, vile, servile adulatore, si contenta che altri Tabaqui caccino per lui. Disprezzato da tutti e temuto per la sua pazzia (§2). La tigre che viveva vicino al fiume Waingunga. Prepotente, arrogan- Shere Khan te, non chiede permesso e vuol comandare (§32) e soprattutto non rispetta la Legge. È la personificazione, molto concreta, del male che minaccia Mowgli. È il grande e grigio lupo solitario che guida tutto il branco con la forza Akela e l’astuzia (§47). Garante della Legge (§47) e della giustizia, non degna Shere Khan neppure di uno sguardo, non drizza neppure un orecchio (§49) e non si lascia distogliere da ciò che è importante. L’orso bruno che insegna ai lupacchiotti la Legge (§52). Parla in favo- Baloo re di Mowgli (§53), è pronto a fare anche a lui da maestro. La pantera nera, astuta come Tabaqui, audace come il bufalo selvag- Bagheera gio e terribile come l’elefante ferito, ma che ha una voce dolce come il miele selvatico (§55). Bagheera è il dinamismo, il movimento, appare come un’ombra in mezzo al Consiglio, conosce la Legge e 17
I FRATELLI DI MOWGLI
chiede il permesso di essere ascoltato, ma più importante di quello che può dire è quello che già ha fatto (§60). La forza che si fa servizio, l’intelligenza che sceglie la pista migliore per il bene.
I luoghi La tana È il luogo dell’accoglienza, degli affetti e della vicinanza. Il ritorno alla
tana segnerà alcuni dei momenti più importanti della vita di Mowgli nella Giungla, come la fine della caccia di Kaa (§172) o prima di tornare al villaggio degli uomini, alla fine della notte del fuoco, per salutare Babbo Lupo e Mamma Lupa (§79-84). La tana è il luogo dove si ritroverà Mowgli quando deciderà di cacciare da solo.
La Rupe del È la cima di una collina cosparsa di pietre e massi, dove un centinaio di Consiglio lupi può nascondersi (§47). La Rupe del Consiglio è il luogo cardine
attorno al quale ruotano le Storie di Mowgli. I grandi momenti di svolta nella vita di Mowgli avvengono alla Rupe: lì Mowgli viene accettato dal branco (§68), lì si svolge la notte del Fiore Rosso, lì Mowgli porta la pelle di Shere Khan, lì si prende la decisione di combattere contro i cani rossi e infine lì Mowgli saluta i suoi amici prima di lasciare per sempre la giungla. È il luogo simbolo dell’unità del Branco. In questo racconto, in particolare, ci viene presentato come luogo della democrazia del Popolo Libero, delle decisioni e di poche chiacchiere (§47).
Mowgli Ha circa un anno e mezzo. In questo racconto ci viene presentato per la prima volta, e ci appare come ciò che di più tenero e indifeso possa giungere di notte nella tana di un lupo. Di fronte a Babbo Lupo è nudo e riesce appena a camminare, eppure non ha paura e sorride (§27) e trova poco dopo un suo posto nella tana (§44). Al Consiglio della Rupe non si accorge neppure di ciò che gli accade intorno: un atteggiamento ben diverso da quello che avrà in seguito. Akela, Bagheera e Baloo vedono già in lui quello che sarà in futuro: un uomo che “potrà essere d’aiuto a suo tempo” (§64).
La Giungla e la Pista Personale La dimensione dell’accoglienza è centrale in questo racconto, ma non 18
I FRATELLI DI MOWGLI
sono da dimenticare i molti riferimenti alla Legge, da scoprire (Lupo della Legge), rispettare e fare propria (Lupo della Rupe), trasmettere agli altri con l’esempio (Lupo Anziano). Per chi vive il momento della scoperta Sentirsi accolti con gioia nel Branco e scoprire questo nuovo mondo: ai cuccioli è chiesto solo di voler giocare. Questo racconto li accompagna nel momento in cui vivono l’accoglienza che la comunità di Branco riserva loro. Per chi vive il momento della competenza È l’occasione per rafforzare il proprio senso di appartenenza alla comunità. Questi Lupetti sono parte attiva del Branco che accoglie i cuccioli e contribuiscono a creare un clima di accoglienza (prede, specialità possono essere giocate anche a questo scopo). Per chi vive il momento della responsabilità È un’occasione privilegiata per mettersi al servizio della comunità e dei cuccioli in particolare. I più grandi sperimentano la dimensione dell’accoglienza dal punto di vista di chi accoglie. Possono essere di grande aiuto nel trapasso nozioni, accompagnando i primi passi dei cuccioli in Branco. Sono protagonisti nel rendere la tana accogliente per l’arrivo dei cuccioli e sono per loro punto di riferimento con il proprio esempio.
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I FRATELLI DI MOWGLI
annotazioni
CANTO NOTTURNO DELLA GIUNGLA Ora Chil l'avvoltoio ci riporta la notte, che Mang il pipistrello aveva liberata... Le mandrie sono chiuse nelle stalle e nelle capanne. Perché noi saremo scatenati fino all'alba.
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Questa è l'ora dell'orgoglio e della forza, artiglio e zanna e zampa. Oh, ascoltate il richiamo! - Buona caccia a tutti coloro che rispettano la legge della giungla.
1. Erano le sette di una caldissima sera tra le colline di Seeonee, quando Babbo Lupo si destò dal suo riposo diurno: si grattò, sbadigliò e stiracchiò le zampe una dopo l'altra per liberarne le estremità dal torpore del sonno. Mamma Lupa giaceva col grosso muso grigio allungato in mezzo ai suoi quattro cuccioli guaiolanti, ancora malfermi sulle loro zampe; la luna splendeva nella bocca della caverna, dove essi tutti vivevano. «Augrh!» disse Babbo Lupo «è tempo di mettersi nuovamente in caccia»; e stava per slanciarsi giù dalla collina, quando un'ombra piccola dalla coda fioccosa traversò la soglia e mugolò: «Buona fortuna t'accompagni, o capo dei lupi; e buona fortuna e forti zanne bianche ai nobili cuccioli; che essi non dimentichino mai gli affamati che ci sono in questo mondo». 2. Era lo sciacallo - Tabaqui, il leccapiatti - ed i lupi dell'India disprezzano Tabaqui, perché questi corre in giro a combinare guai, a raccontare frottole e mangiando stracci e brandelli di pellami nei mucchi d'immondizie presso i villaggi. Ma hanno anche paura di lui, perché Tabaqui, più di chiunque altro nella giungla, è predisposto a diventar pazzo, ed allora dimentica di aver sempre avuto paura di tutti, e corre per i boschi mordendo ogni cosa che incontri sul suo cammino. Perfino
NEL RACCONTO
2. Tabaqui è temuto non per la sua forza, ma per la sua capacità di fare del male.
IN CACCIA
2. Già in questo primo racconto proponiamo l’approccio ad una morale per tipi. È importante curare la narrazione per dare la possibilità al bambino di costruire la propria immagine dei tipi morali, sottolineando le azioni concrete compiute dai personaggi piuttosto che facendo commenti. Qui è utile sottolineare la figura vile di Tabaqui in opposizione a quella di Babbo Lupo.
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I FRATELLI DI MOWGLI
la tigre scappa e si nasconde, quando il piccolo Tabaqui diventa pazzo, perché la pazzia è la cosa più brutta che possa capitare ad una creatura selvaggia. Noi la chiamiamo idrofobia, ma essi la chiamano dewanee la pazzia - e fuggono.
annotazioni
3. «Entra, dunque, e cerca», disse Babbo Lupo, brusco; «ma non c'è nulla da mangiare, qui». 4. «Per un lupo, no», disse Tabaqui; «ma per una creatura così meschina come son io, anche un vecchio osso è un gran banchetto. Chi siamo noi, il Gidur-log (il popolo degli sciacalli) per fare gli schizzinosi»? Sgattaiolò in fondo alla caverna, dove trovò un osso di daino, con qualche rimasuglio di carne ancora attaccata, e si accomodò a sgranocchiarne le estremità, tutto felice. 5. «Tante grazie, per questo buon pasto», disse leccandosi le labbra. «Come sono belli i nobili piccini! Che occhi grandi! E sono ancora così giovani! Davvero, davvero avrei dovuto ricordare che i figli di re nascono principi!». 6. Ora Tabaqui sapeva bene, come chiunque altro, che niente è tanto di malaugurio come il fare complimenti ai piccoli in loro presenza, e gli faceva piacere di constatare che Mamma Lupa e Babbo Lupo erano proprio a disagio. 7. Tabaqui rimase accucciato immobile a godersi il male che aveva fatto; poi aggiunse malignamente: 8. «Shere Khan, il grosso, ha cambiato il suo terreno di caccia. Per la prossima luna caccerà fra queste colline, così mi ha detto».
4. Un lupo del Popolo Libero non si accontenterebbe mai di una preda non cacciata da lui. Spunto per stimolare alla caccia di prede originali e personali.
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