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Manuale di fitocomplementi

L’utilizzo in naturopatia dei rimedi vegetali per il benessere di organi e funzioni.

Monografie e applicazioni pratiche

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© 2023 Edizioni Enea - SI.RI.E. srl

Prima edizione: aprile 2023

ISBN 978-88-6773-131-2

Art Direction: Camille Barrios / ushadesign

Stampa: Graphicolor (Città di Castello)

Edizioni Enea

Ripa di Porta Ticinese 79, 20143 Milano info@edizionienea.it - www.edizionienea.it

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di quest’opera può essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore, a eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni.

Questo libro è stampato su carta che proviene da foreste certificate FSC® e da materiali riciclati Questo libro è stampato su carta che proviene da foreste certificate FSC® e da materiali riciclati

È con esse e attraverso esse [le piante] che il nostro pianeta produce la sua atmosfera e fa respirare gli esseri che vestono la sua pelle. La vita delle piante è una cosmogonia in atto, la genesi costante del nostro mondo.

PARTE PRIMA

Betulla (Betulla verrucosa e Betulla pubescens)

Tiglio

Triphala

Tulsi

Uncaria

Uva ursina

Valeriana

Valeriana rossa

Verbasco

Verbena

Verga d’oro

Viburno

Viola

Vite vergine-Vite americana

Vite vinifera

Withania-Ashwagandha

Zenzero

PARTE TERZA

Utilizzo dei fitocomplementi nella pratica naturopatica.

Esempi di applicazioni

Il terreno umano e la salutogenesi

Il Sistema immunitario

1. Favorire una buona funzionalità del Sistema immunitario

2. Le piante officinali del Sistema immunitario

3. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito immunitario

4. Esempi di applicazione

4.1. Infiammazione acuta

4.2. Infiammazione acuta recidivante

4.3. Infiammazione cronica e cronico-degenerativa

4.4. Autoimmunità Il Sistema endocrino

1. Favorire una buona funzionalità del Sistema endocrino

2. Le piante officinali del Sistema endocrino – tiroide

2.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito endocrino – tiroide

2.2. Esempi di applicazione – tiroide

2.2.1. Ipertiroidismo

2.2.2. Ipotiroidismo

3. Le piante officinali del Sistema endocrino – pancreas endocrino

3.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito endocrino – pancreas endocrino

3.2. Esempi di applicazione – pancreas endocrino

3.2.1. Ipoglicemia

3.2.2. Sindrome metabolica o sindrome X

3.2.3. Resistenza insulinica – iperglicemia

3.2.4. Diabete

4. Le piante officinali del Sistema endocrino – gonadi e ginecologia

4.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito endocrino – gonadi e ginecologia

4.2. Esempi di applicazione – gonadi e ginecologia

4.2.1. Sindrome premestruale (PMS) – dismenorrea

4.2.2. Fibromi uterini, cisti ovariche (e sindrome dell’ovaio policistico), cisti mammarie (mastopatia fibrocistica)

4.2.3. Endometriosi

4.2.4. Vulvovaginite

4.2.5. Gravidanza e puerperio

5. Le piante officinali del Sistema endocrino – gonadi e andrologia

5.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito endocrino – gonadi e andrologia

5.2. Esempi di applicazione – gonadi e andrologia

5.2.1. Ipertrofia prostatica

5.2.2. Balanite e balanopostite

5.2.3. Climaterio maschile e andropausa

Il Sistema nervoso

1. Favorire una buona funzionalità del Sistema nervoso

2. Le piante officinali del Sistema nervoso

2.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito nervoso

2.2. Esempi di applicazione

2.2.1. Stress

2.2.2. Alterazioni del tono e dell’umore

2.2.3. Disturbi del sonno

2.2.4. Cefalea – emicrania

2.2.5. Nevralgia del trigemino

2.2.6. Deficit mnemonici – neurodegenerazione

2.2.7. Malattie demielinizzanti, sclerosi multipla

2.2.8. Cataratta, disturbi di vascolarizzazione e retinici, secchezza oculare

L’Apparato cardiocircolatorio

1. Favorire una buona funzionalità dell’Apparato cardiocircolatorio

2. Le piante officinali dell’Apparato cardiocircolatorio

2.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito cardiocircolatorio

2.2. Esempi di applicazione

2.2.1. Fragilità capillare – teleangectasie

2.2.2. Stasi venosa o insufficienza venosa

2.2.3. Emorroidi

2.2.4. Flebiti e flebotrombosi

2.2.5. Arteriosclerosi e aterosclerosi

2.2.6. TIA (transient ischemic attack), ictus

2.2.7. Claudicatio intermittens

2.2.8. Morbo di Raynaud

2.2.9. Ipertensione arteriosa (HTA)

2.2.10. Ipotensione arteriosa

2.2.11. Aritmie cardiache – tachicardia

2.2.12. Cardiopatia ischemica

2.2.13. Anemia

L’Apparato digerente

1. Favorire una buona funzionalità dell’Apparato digerente

2. Le piante officinali dell’Apparato digerente – stomaco

2.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito digestivo – stomaco

2.2. Esempi di applicazione – stomaco

2.2.1. Dispepsia funzionale

2.2.2. Reflusso gastro-esofageo

2.2.3. Gastrite (Helicobacter pylori)

2.2.4. Ulcera peptica

3. Le piante officinali dell’Apparato digerente – fegato e vescica biliare

3.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito digestivo – fegato e vescica biliare

3.2. Esempi di applicazione – fegato e vescica biliare

3.2.1. Piccola insufficienza epatica

3.2.2. Steatosi epatica

3.2.3. Ipercolesterolemia

3.2.4. Litiasi biliare

3.2.5. Epatiti

3.2.6. Cirrosi

4. Le piante officinali dell’Apparato digerente – pancreas esocrino

4.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito digestivo – pancreas esocrino

4.2. Esempi di applicazione – pancreas esocrino

4.2.1 Pancreatite

5. Le piante officinali dell’Apparato digerente – intestino

5.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito digestivo – intestino

5.2. Esempi di applicazione – intestino

5.2.1. Enterite ed enterocolite

5.2.2. Sindromi da malassorbimento

5.2.3. Infiammazioni croniche dell’intestino

5.2.4. Diverticolosi del colon

5.2.5. Colon irritabile o IBS (Irritable Bowel Syndrome)

5.2.6. Stipsi

L’Apparato osteoarticolare

1. Favorire una buona funzionalità dell’Apparato osteoarticolare

2. Le piante officinali dell’Apparato osteoarticolare

2.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito osteoarticolare

2.2. Esempi di applicazione

2.2.1. Forme artritiche

2.2.2. Artrosi

2.2.3. Fibromialgia

2.2.4. Osteoporosi

2.2.5. Tendinopatie

2.2.6. Pronto soccorso

L’Apparato respiratorio

1. Favorire una buona funzionalità dell’Apparato respiratorio

2. Le piante officinali dell’Apparato respiratorio

2.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito respiratorio

2.2. Esempi di applicazione

2.2.1. Disturbi di tipo infettivo (alte vie respiratorie)

2.2.2. Disturbi di tipo infettivo (basse vie respiratorie)

2.2.3. Disturbi di tipo allergico

L’Apparato tegumentario

1. Favorire una buona funzionalità dell’Apparato tegumentario

2. Le piante officinali dell’Apparato tegumentario

2.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito tegumentario

2.2. Esempi di applicazione

2.2.1. Infezioni batteriche della cute

2.2.2. Acne

2.2.3. Psoriasi

2.2.4. Couperose

2.2.5. Acne rosacea

2.2.6. Dermatiti

2.2.7. Micosi

2.2.8. Virosi cutanee

2.2.9. Alopecia

2.2.10. Vitiligine

2.2.11. Punture di insetto e pruriti

2.2.12. Pelle secca e devitalizzata, scarsa produzione di sebo, difficoltà di cicatrizzazione

L’Apparato urinario

1. Favorire una buona funzionalità dell’Apparato urinario

2. Le piante officinali dell’Apparato urinario

2.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi in ambito urinario

2.2. Esempi di applicazione

2.2.1. Cistite

2.2.2. Pielonefrite

2.2.3. Calcolosi urinaria

2.2.4. Insufficienza renale, glomerulopatie, sindrome nefrosica e disturbi tubulo-interstiziali

Appendice 1

Dalla nascita alla pubertà, fitocomplementi per crescere bene

1. I fitocomplementi più adatti in pediatria

2. Le piante officinali per bambini e adolescenti

2.1. Contestualizzazione dei diversi fitocomplementi per bambini e adolescenti

2.2. Esempi di applicazione

2.2.1. Dermatiti

2.2.2. Disturbi intestinali

2.2.3. Dentizione

2.2.4. Dolori di crescita

2.2.5. Sostegno immunitario

2.2.6. Disturbi del sonno

2.2.7. Enuresi

2.2.8. Cefalea

2.2.9. Pubertà

Appendice 2

Senescenza, l’aiuto dei fitocomplementi per una buona vecchiaia

1. Favorire una buona funzionalità di organi, apparati e sistemi durante la vecchiaia

2. Le piante officinali della geriatria

2.1. Esempi di applicazione

2.1.1. Drenaggio e depurazione

2.12.2. Preservare o ristabilire l’equilibrio della flora batterica (vie urinarie, stomaco, intestino, pelle, vie respiratorie)

2.1.3. Preservare o ristabilire il ritmo delle funzioni

Più passa il tempo, più mi rendo conto che il mondo delle piante officinali va studiato, frequentato a lungo e sperimentato in prima persona, per poter iniziare un dialogo e una relazione dalla quale imparare più di qualcosa su come rimanere in salute e prenderci cura l’uno dell’altro.

Dovremmo considerare le piante come nostre alleate: è grazie a loro che l’intero pianeta si è dotato di un’atmosfera; che il procedere della Vita ha generato gli animali, i quali, non essendo autotrofi a differenza delle piante, hanno trovato in queste il loro sostentamento. Le piante abitano la Terra da milioni di anni, molto prima che il minimo abbozzo di essere umano fosse biologicamente possibile.

Capiamo allora facilmente perché le piante sono nostre alleate: perché sono alleate della Vita stessa. Comprendiamo anche perché i principi attivi contenuti nei loro tessuti vengono riconosciuti dalle nostre cellule che rispondono in virtù di un comune vocabolario biochimico: le molecole del mondo vegetale non ci sono mai state estranee, anche se apparteniamo a regni diversi.

La grande capacità dell’essere umano di guardare, immaginare, sperimentare e, credo, la sua profonda spinta alla sopravvivenza nonostante tutto, hanno fatto sì che la Natura diventasse il luogo ove trovare ciò di cui vi era bisogno, comprese le cure quando necessario. L’uomo ha saputo imparare dall’acqua e ideare l’idroterapia, dal sole e farne l’elioterapia, dalla terra e utilizzare l’argilla, e infine, dai vegetali e ottenere al contempo cibo e medicina.

L’uomo ha trovato nel mondo vegetale anche una mappa per interpretare il suo universo e riempirlo di simboli e significati. L’albero è, ad esempio, l’asse su cui tutto il Cosmo si tiene: il tronco rappresenta l’asse centrale che unisce l’alto e il basso, il cielo e il mondo sotterraneo, mentre le fronde rappresentano il divenire dei viventi, e il continuo mutare e trasformarsi della realtà.

In questo libro parleremo delle piante officinali, e degli integratori alimentari da esse ottenuti (i fitocomplementi), alle quali si affida la Naturopatia per favorire l’equilibrio della persona e conservarne la salute.

Nella Prima parte vi si trovano alcune informazioni di base, essenziali per una corretta comprensione e un buon impiego di questi preziosi rimedi nella pratica naturopatica.

Nella Seconda parte ogni pianta viene descritta in una scheda; sono indicate le sue attività e suggerimenti di utilizzo. Si è scelta una forma schematica per offrire un manuale d’uso pratico. Tuttavia, invito ad approfondire ogni pianta officinale che va considerata un vero e proprio individuo vegetale portatore di una profonda complessità.

La Terza parte, infine, è dedicata agli schemi di applicazione suddivisi nei diversi sistemi e apparati. Per primi vengono trattati i tre grandi sistemi di relazione: quello immunitario, quello endocrino e quello nervoso, e a seguire tutti gli apparati in ordine alfabetico. In chiusura è disponibile un breve glossario dei termini botanici.

Ringraziamenti: ringrazio le Edizioni Enea per il lavoro che questo voluminoso libro ha richiesto; tutti i miei maestri e maestre, quelli passati e quelli futuri, che mi hanno introdotto alla Naturopatia e all’utilizzo dei rimedi vegetali. Ringrazio la dottoressa Catia Trevisani per la supervisione alla Terza Parte di questo manuale, quando nel testo si affrontano squilibri più gravi e patologie. Ringrazio Margherita Faccio una delle mie più care amiche e colleghe che con il suo esempio mi aiuta a lavorare con rigore e profondità. Infine, ringrazio i miei clienti, gli studenti dei corsi e tutti coloro che negli anni mi hanno ascoltata in lezioni e conferenze: dalle vostre domande e dal vostro desiderio di fare della Naturopatia uno stile di vita nasce la mia ricerca. Grazie a voi, rimango un’eterna allieva della Natura.

Parte prima

I principi attivi

I principi attivi contenuti nelle piante officinali sono quelle molecole che, se inalate, ingerite o applicate localmente, determinano delle reazioni e delle modificazioni, per lo più di tipo funzionale, a livello di cellule, tessuti e organi.

Sono definite piante officinali quelle piante che contengono nei loro tessuti vegetali quantità significative di queste molecole attive.

Non sappiamo ancora tutto sul perché i vegetali producano i principi attivi. Certo, sono molecole fondamentali per la sopravvivenza del vegetale stesso. Alcune di queste molecole hanno infatti lo scopo di allontanare parassiti ed erbivori, altre hanno una funzione vessillifera, ovvero servono per attrarre animali che possano assicurare la propagazione, altre ancora servono per comunicare con le specie vicine, per esempio avvisandole della presenza di predatori cosicché a loro volta queste possano sintetizzare sostanze irritanti o tossiche che le difendano.

Nelle piante officinali distinguiamo un metabolismo basale o primario e un metabolismo secondario. Dal primo si ottengono proteine, acidi nucleici, lipidi e carboidrati. Il secondo è invece il risultato della sintesi, a partire dalle macromolecole del metabolismo basale, di altri elementi attivi, in genere con peso molecolare inferiore, che sono per questo definiti micromolecole. Sono tali sostanze, che chiamiamo anche principi attivi, a costituire, insieme ai metaboliti primari, il fitocomplesso.

La scoperta e lo studio dei principi attivi risale al 1800, quando iniziarono ad essere disponibili tecnologie capaci di svelare quali molecole fossero contenute nei vari tessuti vegetali e comprendere così su quali basi chimiche si fondassero gli effetti delle piante officinali. Precedentemente ci si era potuti basare su osservazione, deduzione ed evidenze che emergevano dalla pratica d’uso. La scoperta dei principi attivi e la loro catalogazione per struttura chimica o funzione hanno spesso confermato le acquisizioni più antiche ma le hanno anche arricchite apportando maggior precisione sui bersagli, sugli effetti, sulle vie di eliminazione. La saggezza tradizionale e i saperi successivi insieme offrono quindi una visione più ampia, utile per cercare di comprendere tutta la ricchezza offerta dalle piante officinali.

In ogni individuo vegetale, proprio come per gli esseri umani, identifichiamo un genotipo e un fenotipo. Il genotipo è il portatore delle informazioni genetiche di base, mentre il fenotipo è il risultato dell’adattamento alle condizioni ambientali, sotto la spinta delle quali dal DNA genotipico vengono sintetizzate delle sostanze che in seguito determineranno la sintesi di specifici principi attivi e la loro concentrazione.

Il fenotipo ha quindi caratteristiche soggettive e rappresenta la risposta all’ambiente. Alcuni suoi caratteri col tempo possono diventare acquisiti, e questo può accadere in vari modi: per selezione naturale, perché l’uomo è intervenuto selezionando a sua volta oppure perché è intervenuto in modo più invasivo, come nel caso degli OGM.

Questo ci dice che, nonostante il mondo vegetale ci paia un mondo meno in divenire rispetto a quello animale, anche le piante modificano la loro espressione genica come risposta alla relazione che stabiliscono con l’ambiente e alcune di queste modificazioni, con il tempo, possono venire integrate stabilmente. Anche il mondo vegetale quindi, proprio come quello animale, continua la sua evoluzione.

I principi attivi sono dunque espressione di questo adattamento avvenuto nei millenni e che, come abbiamo visto, continua il suo percorso.

Di seguito vediamo alcuni principi attivi tra i più importanti quando si parla di utilizzare i derivati delle piante officinali in Naturopatia.

Gli alcaloidi sono principi attivi azotati che hanno una reattività di tipo basico quando si aggiunge un acido organico, per esempio del succo di limone. Formano così un sale e nel caso in cui l’alcaloide non fosse stato solubile in acqua lo diventa. È il motivo per cui negli infusi di Escolzia e Passiflora si suggerisce di aggiungere del succo di limone, in modo da portare nella soluzione acquosa gli alcaloidi presenti in queste piante officinali.

Per la pianta gli alcaloidi rappresentano una difesa contro i predatori che vengono “avvertiti” dal sapore amaro di queste sostanze della presenza di qualcosa che può essere tossico e pericoloso.

Nell’organismo umano a dosi molto basse questi principi attivi hanno un effetto aperitivo e digestivo, dato proprio dal sapore amaro, mentre a dosi più alte intervengono a livello del Sistema nervoso centrale con un effetto sedativo (per esempio gli alcaloidi benzilisochinolinici delle Papaveraceae e gli alcaloidi indolici della Passiflora), oppure possono essere degli ipotensivizzanti, dei car- diotonici, degli antimalarici (come nel caso della China) o, infine, degli immunostimolanti (come accade con gli alcaloidi contenuti nell’Uncaria).

Alcuni di questi principi attivi sono tossici, come per esempio quelli della Belladonna e dello Stramonio (alcaloidi tropanici).

I fenoli sono composti aromatici. Ne fanno parte: composti fenolici semplici, fenilpropanoidi, cumarine, lignani, antrachinoni (antranoidi), polifenoli (flavonoidi, antociani) e isoflavoni.

• I composti fenolici semplici sono:

- la salicina (nel Salice), con proprietà antinfiammatorie e antipiretiche, blandamente analgesiche e antireumatiche;

- il salicilato di metile (nella Betulla), con azione antinfiammatoria, antipiretica e analgesica;

- gli idrochinoni (nell’Uva ursina), antisettici delle vie urinarie;

- i naftochinoni (nella Tabebuia), astringenti, antinfiammatori e antisettici; i floroglucinoli (nel Luppolo), sedativi e ipnotici.

• I fenilpropanoidi si trovano in piante come il Verbasco (verbascoside) e l’Echinacea (echinacoside) e svolgono un’azione immunitaria e antisettica.

• Le cumarine sono una classe molto ampia in cui distinguiamo:

- le idrossicumarine, dalle proprietà antibiotiche, per esempio l’umbelliferone (nella Camomilla);

- le furanocumarine, con azione fotosensibilizzante. Queste molecole stimolano infatti la pigmentazione cutanea e si mette in guardia contro la loro fototossicità, suggerendo di evitare le esposizioni prolungate ai raggi solari quanto si utilizzano piante officinali che le contengono (come l’Angelica e il Levistico);

- le piranocumarine, antispasmodiche a livello uterino, delle vie biliari, di quelle respiratorie e dei vasi coronarici (come il Meliloto).

I lignani derivano dalla condensazione di due unità fenilpropanoidiche. Li si trova soprattutto nei tessuti legnosi e hanno proprietà antimicrobiche, e, in alcuni casi, anche adattogene perché agiscono in ambito endocrino e surrenalico. Hanno altresì un’azione di protezione cardiovascolare. Le piante che contengono questi principi attivi sono molte, per esempio il Carciofo, il Tarassaco, l’Ortica e la Bardana.

I polifenoli comprendono:

- i flavonoidi, una classe molto vasta, con numerose attività probabilmente dovute alla loro interazione con molti complessi enzimatici. Hanno proprietà antiallergiche, antinfiammatorie, radical scavenger, antiossidanti, anti-epatotossiche (drenanti), antiaggreganti piastriniche e antivirali;

- gli antociani (o antocianosidi) che hanno una funzione vessillifera per la pianta, per la quale fanno anche da filtro contro le radiazioni nocive del sole, sono i pigmenti che colorano fiori, foglie e altre parti vegetali. Nell’uomo svolgono un’attività antiossidante, protettiva vascolare, antispasmodica, antiedemigena, diuretica e di aumento dell’energia contrattile del miocardio. Li troviamo ad esempio nei Mirtilli e nel Biancospino;

- i tannini, macromolecole polifenoliche, che reagiscono con le proteine con effetto tannizzante e hanno, per questo motivo, proprietà astringenti e cicatrizzanti. Li troviamo per esempio nell’Amamelide (amameliltannini);

- i fenoli policiclici, tra i quali i depsidi, tipici dei licheni, con proprietà antibiotiche;

- gli antranoidi da cui derivano gli antrachinoni come sennosidi e antracenosidi con un’azione lassativa;

- gli isoflavoni con azione antiossidante e ormono-simile.

I glicosidi sono il risultato dell’unione di una molecola non zuccherina (aglicone) con una saccaridica (glicone). Vengono distinti sulla base della natura chimica dell’aglicone oppure dal tipo di legame che sussiste tra le due unità. L’azione di queste molecole dipende solitamente dalla natura della parte non zuccherina, mentre quella saccaridica interviene modificando l’intensità dell’azione biologica (attenuandola o incrementandola), la solubilità e la tossicità dell’intera molecola.

Fanno parte dei glicosidi:

- i glicosidi idrochinonici, dove lo zucchero si lega ad un idrochinone (per esempio l’arbutina). Hanno un’azione antisettica del tratto urogenitale e li troviamo nelle Ericaceae;

- i glicosidi flavonidi, dove lo zucchero si lega a un flavonoide (per esempio lo spireoside). Hanno un’azione antiedemigena, diuretica e antispasmodica (un esempio è la Regina dei prati);

- i glicosidi antocianici o antocianosidi, dove lo zucchero si lega ad un antociano. Hanno azione antiedemigena, proteggono il microcircolo e contribuiscono alla rigenerazione della porpora retinica (Mirtillo nero);

- i glicosidi antranoidici e antrachinonici, dove lo zucchero si lega ad antranoidi o antrachinoni (ne è un esempio l’emodina). Li troviamo in tutte le piante ad azione lassativa irritante;

- i glicosidi cumarinici, dove lo zucchero si lega a una cumarina come avviene nell’esculoside e nel melilotoside. Hanno azione antiedemigena, anti-vitamina K (quindi anticoagulante), spasmolitica e vasodilatatrice (un esempio è il già citato Meliloto);

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