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ABETE BIANCO

Abies alba Mill. (Abies pectinata Lam. e DC.)

Famiglia: Pinaceae

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Ordine: Pinales (Coniferales)

Descrizione botanica

Albero sempreverde poco adattabile, delicato e lento nella fase vegetativa iniziale, sebbene possieda un grande potere di rigenerazione. È longevo e può raggiungere i 40-50 metri d’altezza.

I rami hanno un andamento caratteristico: si rivolgono verso terra, come piegati dal peso, opponendosi al movimento slanciato del tronco.

Le foglie sono aghiformi, simili ai denti di un pettine (da qui il nome della specie) e le pigne, erette, si sgretolano a maturazione, liberando semi triangolari.

Parti utilizzate

Gemme.

Costituenti di maggiore interesse

Metaboliti primari delle cellule meristematiche.

Attività e indicazioni

Rimedio che la gemmoterapia classica riserva all’ambito pediatrico, specialmente per quelle tipologie di bambini e adolescenti ipostenici, che presentano lentezza nell’accrescimento sul piano osteo-articolare, immunitario e neuro-endocrino.

Abete stimola la crescita intervenendo positivamente sul metabolismo fosfo-calcico e rendendo più efficace la fissazione del calcio a livello osseo. Questo porta a ricadute positive anche a livello nervoso, con diminuzione di nervosismo e irritabilità. Il miglioramento dell’accrescimento è conseguente anche allo stimolo endocrino, poiché Abete migliora il rilascio dell’ormone della crescita (GH). Questo ormone è altresì coinvolto nel sostegno dell’attività del timo con un ulteriore aiuto da parte di questo gemmoderivato all’efficienza del Sistema immunitario. Abete si dimostra inoltre efficace come antinfiammatorio delle ghiandole linfatiche ed ha un’azione antianemica.

Si tratta di un rimedio specifico per favorire la crescita armonica del bambino e dell’adolescente ipostenico che può presentare:

• problemi a carico dell’apparato osteoarticolare: demineralizzazione, scoliosi, cifosi, rachitismo, ritardo nel consolidamento di fratture ossee, ritardo della dentizione, carie, dolori di crescita;

• sensibilità immunitaria che si palesa soprattutto a carico dell’apparato respiratorio con infezioni delle alte e delle basse vie respiratorie, come raffreddori e influenze frequenti, e che richiede un sostegno al cambio di stagione;

• ipostenia, ipersensibilità, inappetenza, tendenze anemiche, anemia.

Oltre alle indicazioni tradizionali che vedono questo Macerato Glicerinato indicato per il sostegno del bambino ipostenico, le applicazioni cliniche successive hanno dimostrato che Abete è un efficace rimedio anche nel soggetto ipostenico adulto, dove alle tendenze diatesiche giovanili si sovrappongono note distoniche e i disturbi possono diventare più cronici e severi, come:

• spasmofilia a causa dell’inefficace metabolismo fosfo-calcico spesso in relazione a un’inefficienza paratiroidea;

• osteopenia e osteoporosi;

• paradontosi;

• disturbi circolatori (flebiti) e intestinali (colon irritabile, colite ulcerosa);

• alterazione del tono e dell’umore con ansia oppure malinconia, tendenze depressive, riduzione della memoria e della concentrazione.

Estrazioni e quantità consigliate Macerato Glicerinato: 50 gocce per 2 v/dì.

Tossicità e controindicazioni Nessuna.

Acer campestre L.

Famiglia: Aceraceae

Ordine: Sapindales

Descrizione botanica

Albero dalla chioma fitta e tondeggiante, che non supera i 12 metri d’altezza. La sua corteccia tende al grigio con sfumature bruno-rossastre man mano che l’albero invecchia. Le gemme, piuttosto piccole, tendono anch’esse al rosso così come le foglie in autunno. I fiori sono riuniti in corimbi e i frutti sono disamare alate anch’esse con striature rossastre.

Parti utilizzate

Gemme.

Costituenti di maggiore interesse

Metaboliti primari delle cellule meristematiche.

Attività e indicazioni

Rimedio attivo a livello dell’apparato digerente dove concorre a migliorare l’attività epatica e biliare, con azione antinfiammatoria, anti-litiasica e anti-dislipidemica.

Sostiene la funzionalità del pancreas, ne disinfiamma il tessuto e controlla la glicemia oltre a supportare la produzione degli enzimi pancreatici.

La coordinazione a livello epato-biliare e pancreatico produce un effetto benefico che interessa l’intestino di cui Acero migliora l’ambiente (con effetto eubiotico) portando inoltre una più efficace coordinazione delle funzioni nervose, endocrine e immunitarie che in questa sede si incontrano. Da qui un effetto positivo sull’asse intestino-cervello che da alcuni soggetti viene percepito anche con un miglioramento dell’umore.

Acero è quindi un rimedio indicato per supportare positivamente la funzionalità dell’apparato digerente, utile in caso di:

• dismetabolie: ipercolesterolemia, iperglicemia, resistenza insulinica;

• discinesie biliari, sabbia e calcoli biliari;

• infiammazioni pancreatiche.

Oltre a queste indicazioni principali, Acero può essere utile:

• negli stati di ansia, agitazione, stress in soggetti dismetabolici e intossicati; • nevralgie, Herpes zoster, prurito dovuto ad ittero.

Estrazioni e quantità consigliate Macerato Glicerinato: 50 gocce per 2 v/dì.

Tossicità e controindicazioni Nessuna.

Achillea

Achillea millefolium L.

Famiglia: Asteraceae

Ordine: Asterales

Descrizione botanica

Pianta erbacea perenne alta fino a 1 metro, con un rizoma strisciante. Le foglie hanno un tipico contorno lanceolato, con lacinie dentate. I fiori, tubulari e ligulati, sono raccolti in corimbi e possono essere bianchi o rosa (a volte azzurri) a seconda della composizione del suolo.

Parti utilizzate

Sommità fiorite.

Costituenti di maggiore interesse olio essenziale (camazulene, borneolo), lattoni sesquiterpenici, flavonoidi (vitexina, apigenina), polienine, alcaloidi (betonicina), polisaccaridi, acidi organici, cumarine, tannini.

Attività e indicazioni utilizzata fin dall’antichità, conosciuta dalla medicina greco-romana e impiegata per tutto il Medioevo, Achillea era il rimedio a cui affidarsi per arrestare le emorragie. Apprezzata anche in liquoreria per le sue proprietà digestive, era ritenuta efficace come lenitiva delle pelli delicate, tanto che la si ritrova ancora oggi in oleolito e prodotti cosmetici.

Le sue proprietà antiflogistiche, oltre a contenere il focus infiammatorio, riducono lo spasmo e stimolano i meccanismi riparativi in particolare a livello di mucose, endoteli e cute. Achillea è dunque un valido aiuto a livello gastroenterico dove protegge e ripara per l’appunto la mucosa, oltre a supportare la digestione; a livello vasale, dove protegge l’endotelio ed esercita un’azione flebotonica; e, infine, a livello uterino dove risulta essere un’anti-dismenorroica e un’antiemorragica.

Può essere utilizzata in caso di:

• infiammazioni gastriche e intestinali con crampi e nausea, lentezza digestiva (ma anche gastrite iperstenica), tendenze ulcerative, ulcera peptica, sonnolenza postprandiale, indigestione, gonfiori e fermentazioni;

• sindrome premestruale, dismenorrea, metrorragie, menopausa;

• disturbi circolatori, varici ed emorroidi.

La Tintura Madre, opportunamente diluita, oppure l’oleolito possono essere utilizzati esternamente in caso di:

• emorroidi sanguinanti, ragadi anali;

• pelle arrossata e irritata;

• couperose, capillari fragili.

Estrazioni e quantità consigliate

Infuso: 6-12 g di droga/dì. Lasciare in infusione coperto per 10 minuti.

Tintura Madre: 30-40 gocce per 2-3 v/dì.

Uso esterno: diluire al 10% in acqua sterile per impacchi. Oleolito.

Tossicità e controindicazioni

Non tossica alle quantità consigliate, non presenta effetti collaterali. In letteratura vengono riportati rari casi di orticaria e possibili fenomeni allergici in caso di ipersensibilità individuale ai sesquiterpeni lattonici contenuti nelle Asteraceae.

Parte terza

Utilizzo dei fitocomplementi nella pratica naturopatica. Esempi di applicazioni

In questa terza parte ci occupiamo di contestualizzare l’utilizzo dei fitocomplementi a sostegno di apparati e sistemi, secondo il metodo naturopatico che si focalizza sul supporto della salute.

Nei capitoli che seguono, per ogni apparato e sistema, verranno indicati gli scopi principali da raggiungere quando si intende utilizzare i fitocomplementi in un’ottica naturopatica. Verranno quindi proposti alcuni schemi di intervento che prevedono l’associazione di diversi rimedi. È bene ricordare, ancora una volta, che essendo la Naturopatia un tipo di conoscenza che segue le esigenze di ogni individuo, tali schemi di intervento non pretendono di rispondere alle poliedriche necessità dell’umano e presentano quindi margini di adattamento e perfezionamento.

Il terreno umano e la salutogenesi

Le caratteristiche uniche e irripetibili di ogni individuo costituiscono quello che viene definito “terreno”. Potremmo dire che il terreno è il risultato dell’interazione plastica e continua tra fattori genetici e ambientali a generare quello che viene chiamato “fenotipo”, ovvero l’espressione di una realtà mente-corpo che si struttura incessantemente e si trova, per tutta la durata della sua esistenza, in un ritmico scambio sé-ambiente. In questa danza si individuano quindi il soggetto, con le sue dinamiche interne, l’ambiente, con la sua complessità, e la relazione tra i due. È in questo scambio, in questo dialogo continuo e in questa ritmicità, e nel mantenimento della stessa, che secondo la Naturopatia si può coltivare la salute.

Se in un modello patogenetico la salute è pensata come assenza di sintomi che esprimono la presenza della malattia, e l’attenzione è posta sulle cause delle malattie (come si generano le patologie), vi è un altro modello, quello salutogenetico che, al contrario, si interroga su quali siano le cause della salute, ovvero come si crei la salute e come la si possa implementare. Il termine “salutogenesi” è stato coniato alla fine nel Novecento da uno studioso israeliano, Aaron Antonovski

(1923-1994), il quale fu incaricato di valutare le fonti della salute fisica, psichica e spirituale, e come poterle riprodurre. Da un modello “riduzionistico” e basato su una logica “causa-effetto” il pensiero si sposta, seguendo questo nuovo paradigma, su un piano più sistemico e complesso. È secondo questa complessità che cercheremo di suggerire come utilizzare i fitocomplementi, considerandoli come parte di quelle buone pratiche che preservano e rafforzano il patrimonio di salute di ognuno.

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