Catalogo live 2014

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CATALOGO MOSTRA



INTRODUZIONE

8 dicembre 2013 uno sparuto gruppo di amici confabulano in una riunione carbonara. Nasce la pagina facebook “Semplicemente fotografare” sono passati alcuni mesi e gli iscritti superano i 2500. Un successo rapidissimo derivato dalla ampia condivisione degli scopi del gruppo: migliorarsi reciprocamente con una sana discussione intorno alla fotografia, senza perdere di vista che la fotografia è si passione, ma anche divertimento. Non solo postare foto per fare raccolta di like, ma confrontarsi e anche criticarsi a vicenda, se necessario. Nel tempo è emersa una concezione della fotografia condivisa da molti di noi. Sul web, attraverso il monitor si vedono migliaia di immagini, ma sono virtuali, la vera fotografia per essere tale deve essere stampata, esposta. Conoscerci virtualmente non era più sufficiente, la necessità di incontrarci era ormai improrogabile. Quindi Semplicemente fotografare Live! 27/28 settembre 2014, un evento reso possibile dalla collaborazione del Comune, della Pro Loco, degli imprenditori di Novafeltria che ci ha accolti mettendo a disposizione gli ambienti per mostre, workshop, set fotografici, letture portfolio ed altro.

Ventiquattro mostre personali ed una collettiva. Nessun “comitato scientifico” per selezionare autori e foto da esporre, nessuna intenzione di fare scuola, tendenza. Ogni fotografo responsabile delle foto che ha esposto. Nessun prim’attore, nessun gregario, semplicemente insieme. Eppure pare che nella diversità di approccio, nella singolarità di ogni partecipante, le fotografie esposte e questo catalogo, abbiano un respiro più ampio, siano in qualche modo una sintesi di quello che è oggi la fotografia, finalmente nel reale.

(Giorgio Rossi)



PERSONALI



Max Angeloni. Da sempre “fotografo di persone” predilige la fotografia dove il protagonista sia l’elemento umano: dal reportage, alla moda, ai matrimoni. I suoi servizi sono pubblicati da testate italiane ed estere. Fotografo esclusivo dei fotoromanzi Grand Hotel per la casa di produzione The Best. Ha curato per la stessa produzione anche la migrazione del processo lavorativo da analogico a digitale. Collabora con la rivista Fotografia Reflex con articoli legati alla tecnica di illuminazione con i flash, il ritratto e le prove sul campo di fotocamere e attrezzature. L’illuminotecnica, insieme al ritratto ambientato, sono anche le situazioni che prevalentemente affronta nei workshop e nei corsi di fotografia che organizza in tutta Italia. Fondatore e docente della scuola di fotografia, portale web ed etichetta cinematografica Riflessifotografici.com. Dal 2005 è il fotografo ufficiale del Tae kwon do CSEN. In qualità di direttore della fotografia è stato uno dei pionieri nella sperimentazione delle nuove tecnologie video offerte dai moderni sistemi reflex digitali e della loro applicazione nel campo cinematografico. Fotografo per Fujifilm Italia - Photoshow 2012 Docente Fujifilm Fujifilm eXperience tour. Testimonial Campagna Pubblicitaria Fujifilm X-M1 (Fufjifilmxstories.it). E’ anche fotografo NPS Italia (Nikon Professional Sistem) e World Wide X Photographers Fujifilm.



DANIELE D’AMATO. Daniele nasce nel 1969 a Casarano, un piccolo paese del basso Salento dove tuttora vive e lavora. La fotografia entra nella sua vita a undici anni, quando per la cresima gli regalano una Polaroid. Da lì in poi è amore. I suoi primi soldi li spende per una Ricoh XR-X, poi passa a Nikon e completa il corredo fino al giorno in cui gli rubano l’automobile con dentro quasi tutta l’attrezzatura. E’ una batosta che lo fa riflettere molto e fotografare poco. Ma dura solo qualche anno, e dovendo ripartire da zero decide di passare al digitale con Canon. Nel frattempo conosce molta gente e inizia a lavorare stabilmente. A questo punto della sua vita la fotografia sembra assumere un aspetto quasi marginale fino al giorno in cui viene chiamato per tenere un corso di fotografia nell’università popolare del suo paese. Qui conosce le migliori persone possibili che dopo il corso gli chiedono di continuare un percorso fotografico insieme. Daniele aspettava quel via da lungo tempo: si organizza in fretta e alla fine arriva a fondare un’associazione fotografica. Negli ultimi tempi è tornato a essere un nostalgico moderno ed è passato da poco al medio formato analogico e alle mirrorless. Ha acquistato usata una Zenza Bronica e una Olympus e vive felicemente circondato dalla moglie, dai suoi tre figli e da numerose immagini. Daniele è ragioniere programmatore, laureato in Scienze della Comunicazione e in Sociologia e ricerca sociale. Master in Didattica e Psicopedagogia dei Disturbi Specifici dell’apprendimento. Insegna informatica negli Istituti Tecnici, è Presidente dell’associazione Photosintesi, Direttore Editoriale della testata giornalistica IVISIVI, Amministratore dello studio fotografico Comunickare e collaboratore di Fotografia Reflex. E’ delegato regionale UIF (Unione Italiana Fotoamatori) per la Puglia e insegna Linguistica delle immagini e Metodologia del Portfolio nella scuola di Fotografia Photosintesi.



Lia Alessandrini e Giorgio Rossi. Un account duplex su facebook, due sguardi, una passione condivisa e coltivata insieme: lui, oltre 30 anni come fotografo professionista, lei oltre 30 anni e basta. Lui specializzato in fotografia d’ambiente, architettura e paesaggio, dopo anni di collaborazione fotografiche per testate una volta importanti e ora chiuse causa crisi editoria, aveva smesso di fare click. Le mostre, l’illustrazione di libri, la collaborazione con il Comune di Roma era ormai un ricordo. Chili di analogiche medio e grande formato, lenti varie e molteplici. giacevano in fondo a un buio armadio. E’ stato l’incontro con Lia a fargli tornare e crescere la voglia di tuffarsi nel mare digitale. Insieme a Lia, che amava la fotografia sin da bambina, che non avendo ancora una macchina fotografica passava il tempo nelle cabine per fototessera. Abbiamo scelto di dedicarci a progetti, serie di fotografie. Non ci è necessario andar lontani, anche a pochi passi da casa, nella nostra meravigliosa Italia c’è molto ancora da documentare, da mostrare. L’anno scorso una mostra a Novafeltria per provare l’ebrezza di esporre su una parete.



Giulio Limongelli. Nasce a Bari in una calda estate del 1963, era l’8 agosto: di quel giorno non ricorda nulla, ma sua madre gli ha sempre fatto pesare il fatto di essersi persa quella sera una puntata di Jonny Dorelli in TV per colpa sua. Dopo le scuole elementari e medie, i suoi genitori hanno unilateralmente deciso di iscriverlo al Liceo Scientifico sottraendo così due braccia all’agricoltura. Riesce a diplomarsi nei sei anni canonici (già all’epoca era un provocatore per cui lo buttarono fuori con un voto in più del minimo ma lui non si è offeso). Dopo il Liceo all’epoca si doveva “fare il militare”; ovviamente fece una scelta controcorrente rifiutandosi di partire e svolgendo in alternativa il servizio civile presso una Biblioteca Francescana di un’antica Abbazia del XII secolo: è stata questa l’esperienza che lo ha avvicinato al mondo della fotografia in quanto il suo tutor era sì un prete ma anche grande appassionato di fotografia naturalistica. Quest’uomo (a cui sarà grato per sempre ma anche no) riuscì a trasmettergli questa sua seconda passione, ma non la prima. Al termine di questo periodo viene in contatto con lo Studio/Laboratorio della sua città e inizia un periodo di apprendistato a trecentosessanta gradi: dalla ripresa alla stampa in camera oscura. Intraprende una sua autonoma attività all’inizio della seconda metà degli anni ottanta, occupandosi sia di fotografia per aziende (fotografia commerciale e pubblicitaria) che per privati. Sul finire degli anni novanta inoltre insegna Fotografia presso enti e istituti per la formazione professionale della Regione Puglia. Nel 1992 insieme alla moglie Elena decidono di trasferirsi a Bologna, dove tuttora risiedono e svolgono l’attività di Fotografo e Artigiano con un negozio/studio/laboratorio aperto al pubblico in via Mazzini 113d e dove svolgono anche un’attività didattica con corsi e workshop di approfondimento di Fotografia e Camera Oscura. In questi ultimi anni infine si è dedicato anche all’esposizione in mostre in città come Londra, Milano, Firenze, Padova, Roma e la stessa Bologna.



Diego Bardone. Nasce a Milano nel 1963. La sua passione fotografica invece nasce quando ha circa venticinque anni. Ha collaborato con “Il Manifesto” per alcuni anni, poi la vita lo ha portato altrove, ma la sua passione non si è mai spenta. Nei suoi pensieri non c’è niente di meglio che essere di fronte a una fotografia in bianconero: non si può scappare, si possono chiudere gli occhi ma alla fine si può essere sicuri che non scomparirà come un’immagine che scorre sopra uno schermo. Del nero, del bianco e nel mezzo una infinita scala di grigi: questa è la vita, questo è Diego e la sua passione.



Renato Greco. Nasce a Lecce nel 1973 e si avvicina alla fotografia da giovanissimo. A dieci anni s’incuriosisce e prende in prestito la Yashica Fx3 di suo padre e la Mat 124G del nonno; appena adolescente si fa regalare un ingranditore Meopta Opemus 6 (ancora in funzione) e inizia a stampare assiduamente in bianconero, leggendo tutto il leggibile sulla materia e sperimentando da autodidatta. Studia (ma non termina) Architettura a Venezia, ne approfondisce soprattutto le discipline legate alle arti visive e alla storia delle tecniche e della fotografia seguendo il corso di Italo Zannier allo IUAV e frequentando quasi quotidianamente l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee che aveva a due passi da casa. L’occasione per svoltare e far diventare questa passione un lavoro arriva quando riceve la chiamata per il servizio civile e cerca un settore nel Comune di Venezia dove poter impiegare quel tempo in qualcosa che gli piacesse; finisce così nel Servizio Videocomunicazione dove è ancora oggi, a occuparsi di fotografia istituzionale, giornalistica, documentaristica, fonica, ripresa e montaggio video e attraverso il quale collabora negli anni con testate giornalistiche e Tv di tutto il mondo. Da sempre cerca di portare le sue passioni a essere la sua vita e non solo un hobby, e questo si traduce in un incastro di una moltitudine di attività creative diventate lavoro, a partire dalla musica attraverso il progetto da lui fondato Nossa Alma Canta nel 1998, distribuito in tutto il mondo e con il quale ha suonato in vari paesi, il suo studio di produzione musicale e le tante collaborazioni con altri gruppi e musicisti internazionali. La fotografia la coltiva anche parallelamente al lavoro per passione come blogger, sia approfondendo gli aspetti tecnici sul suo blog personale e sul forum che ha contribuito a creare dedicato ai sistemi Mirrorless CSC, che su piattaforme fotografiche social dove invece ci si pone un fine più fotografico di linguaggio e contenuti.



Piero Parisi. Nasce a Messina il 28/07/1962, commerciante, appassionato di fotografia, ama ammirare le opere di autori che hanno contribuito a scrivere la storia di questa forma d’arte attraverso libri e mostre, ama guardare opere di altri appassionati che condividono la sua stessa passione, ama leggere riviste del settore, consigli e segreti dei più esperti, sempre con la stessa voglia di migliorare il suo occhio e la tecnica che aveva da principiante. Partecipa a numerosi workshop, tra i quali il più importante una due giorni full-immersion con il Maestro Oliviero Toscani intitolato: Il proprio punto di vista, nell’ambito del Toscana Fotofestival del 2014. Ha partecipato a mostre collettive nella sua città, ricevendo da più parti giudizi lusinghieri, non ultimo quello del Sindaco di Messina. Ha avuto il piacere di vedere pubblicati alcuni suoi scatti sulle riviste IL FOTOGRAFO e FOTOGRAFARE, unitamente a una brevissima recensione non priva di giudizi positivi. Partecipa alla mostra di Novafeltria, organizzata dal gruppo SEMPLICEMENTE FOTOGRAFARE con grande orgoglio, con la consapevolezza che il confronto aiuta a crescere e con l’entusiasmo di conoscere personalmente gli amministratori e tanti iscritti, con i quali ha scambiato e continua a scambiare, attraverso l’omonima pagina FACEBOOK, opinioni, pareri e momenti di pura goliardia.



Mauro Raponi. Vive e lavora a Roma dov’è nato il 13 agosto del 1966. Interessato da sempre alle arti visive, al cinema e alla fotografia, attualmente sta collaborando con la coreografa e ballerina Benedetta Capanna alla realizzazione di video per spettacoli di danza contemporanea. Dal 1996 lavora come video reporter ed autore di documentari d’arte e cultura e programmi per la Rai, mentre dal1999 è regista e ideatore,insieme al critico d’arte Philippe Daverio, del fortunato programma d’arte Passepartout, per Rai3. Ha diretto vari documentari fra cui quello sul mestiere del costruire, per Inarcassa, sulla storica Galleria d’Arte Marconi di Milano,sulla prestigiosa Collezione Panza di Biumo nella Villa Litta Panza a Varese, per il Fondo Ambiente Italiano, e infine ha collaborato come autore a sei documentari per RaiSat dal titolo Musei d’Italia. Nel 2000 fonda la società di comunicazione audio-video UbikMedia srl,che nel 2010 diventa Medìade srl e che tutt’oggi dirige. Inizialmente ha svolto attività di critico d’arte collaborando con la rivista d’arte contemporanea Terzo Occhio di Bologna e curando mostre personali e collettive di pittura e scultura, in spazi pubblici e privati. Alcune altre esperienze formative svolte durante gli studi universitari sono state le due collaborazioni con il critico e storico dell’arte prof. Giorgio Di Genova, autore della Storia dell’arte italiana del ‘900 per generazioni,e poi con l’artista e critico Mirella Bentivoglio, punto di riferimento della corrente artistica Poesia Visiva. Fotografa da sempre ma negli ultimi anni si è avvicinato a quest’attività in modo più analitico frequentando corsi di teoria, storia e tecnica fotografica presso alcune interessanti realtà culturali della capitale come le associazioni Officine Fotografiche e Laboratori Visivi. Ha formazione artistica ed è laureato in storia dell’arte contemporanea.



Dennis Ziliotto. La fotografia arriva abbastanza tardi nella sua vita ma per fortuna le passioni sono senza tempo, così a vent’anni prende in mano la prima macchina fotografica senza sapere che dopo qualche tempo il suo desiderio sarebbe stato quello di far diventare questa passione un lavoro. Per lui scattare fotografie è diventato qualcosa che va oltre la semplice realizzazione di immagini, gli ha profondamente cambiato il modo di vivere e il modo di relazionarsi con gli altri. Da circa un paio d’anni si sta dedicando alle antiche tecniche fotografiche in particolar modo a quella del collodio umido. Questa tecnica risale al 1850, si eseguono fotografie su lastre di vetro (ambrotype) e alluminio (tintype) mediante un procedimento lungo e complicato. Dennis è nato a Noventa Vicentina in provincia di Vicenza nel Luglio del 1970 e ora risiede a Monselice in provincia di Padova dove gestisce la sua Bottega Fotografica.



Bruno Panieri. E’ un apprendista stregone che si era allontanato per alcuni anni dalla fotografia dopo averne fatto una delle tante passioni in giovane età, accanto alla lettura e alla musica jazz. La fotografia digitale gli ha permesso di ricominciare, superando la sua pigrizia in camera oscura - a suo tempo ricavata al volo nel bagno di casa - ed è stato un vero punto di svolta. Gli piace cambiare spesso macchina fotografica e provare di tutto, non tanto per amore della tecnologia, ma per l’amore della sperimentazione empirica. Ha ripreso, qualche mese fa, la passione per la pellicola e da quel giorno che ha ripreso preso in mano la vecchia Canon FTB di suo padre con il suo 50mm. ha cominciato a collezionare vecchi pezzi di ferro. E’ nato nel 1962 e vive a Roma.



Pavel Vavilin. Nasce nel 1971 a Gorkij (Ex Unione Sovietica). Si trasferisce in SIberia con i suoi genitori negli anni ottanta. Dopo la Scuola studia economia cibernetica all’università. Presta il servizio militare nei reparti speciali. Si trasferisce in Italia nel 1993. Consegue gli studi di filosofia e teologia ad Assisi e a Roma. Attualmente vive a Roma. La sua prima macchina fotografica è la Smena-8M e ancora bambino passa le ore in giro a scattare e altrettante ore in camera oscura per ricreare le immagini catturate. Scatta sempre in bianconero perché è daltonico. Ciò gli ha permesso di difendere la propria visione della realtà (“Bah! Intanto è un daltonico e vede le cose in maniera diversa da noi!” - dicevano i critici di quello che faceva). E’ nato in un paese che non esiste più. E questo lo spinge in continuazione a ritrovare quello che non c’e’ sia nei rapporti con le persone che con le cose. La fotografia che è stata sempre la sua passione fin dal piccolo gli permette di riunire la faccia ben visibile della realtà con quello che crede il suo senso nascosto. Per cui gli piace definire quello che fa come una fotografia religiosa, come una ricerca della religiosità nel quotidiano. Da qualche tempo ha cominciato a esporre le sue fotografie, grazie ai suoi amici che lo spingono a farlo.



Marco Andoardi. Nasce a Torino nel 1973. E’ innanzitutto sposo felice e padre di quattro piccoli pargoletti. Gli piacciono le cose semplici: una casa in campagna, girare per monti, muoversi lentamente con la sua bicicletta o in punta di piedi, per non fare troppo rumore. Tra le cose semplici che ama, fa rientrare anche la fotografia, che è stata sua compagna da sempre. Nel 2007, grazie ai docenti di un corso di fotografia di ritratto, la sua passione prende un nuovo slancio, alla semplice azione del fare fotografia si affianca il desiderio di conoscere la storia e gli autori del passato. Leggendo e visitando mostre il suo fotografare si arricchisce e diventa più consapevole di quello che fa. L’essere umano, mai banale sempre interessante, è l’oggetto del suo fotografare, soprattutto quando è ancora piccolo, con la sua spontaneità. Non disdegna anche il cercare di raccontare il mondo in cui vive isolando piccoli dettagli che attirano il suo sguardo.



Bianca Romanella. Nasce nel 1972 e vive tra le Marche e il Piemonte. Inizia a scattare con il digitale, tardi e quasi per gioco. Lo alterna all’analogico, al medio formato che davvero adora. L’amore per la fotografia, per la sua storia, per i personaggi che ne fanno parte, cattura subito la sua curiosità. Da lì inizia una sorta di ricerca personale, basata sull’estetica della decadenza, dei luoghi non luoghi, di ciò che è passato ma che si vuole ritrovare! Una memoria di piccoli eventi quotidiani che sopravvive attraverso un tempo e uno spazio posto parallelamente alla vita quotidiana, attraverso il rarefarsi di piccoli frammenti visivi e che si svela solo nella volontà dell’osservatore. Adora gli scatti non costruiti. Non crea mai dei set. Si diverte molto anche con la street photography. Fotografa tutto ciò che attira la sua attenzione, tutto ciò che le regala un’emozione.



Claudine Tissier e Fabio Campo. Sono insegnanti per deformazione professionale e artisti eclettici e poliedrici, spesso incompresi. Spaziano dappertutto: scrittura, film-making, fotografia, arti figurative e plastiche, web designer. Non si fanno mancare nulla. Vivono tra Nizza e Bologna ma viaggiano appena possibile, spesso in Asia e particolarmente in India, dove sono anche diventati perfino esperti di Bollywood. Tra i vari ed eterogenei progetti quello che sta loro più a cuore è proseguire la collaborazione con alcune associazioni di solidarietà a donne e bambini in difficoltà.



Ivano Cheli. Fotografa da oltre 30 anni, sempre con la curiositĂ e la voglia di trovare la bellezza intorno a lui. Guarda la realtĂ a trecentosessanta gradi. Lo attraggono le linee pure e perfette della natura, il gioco degli occhi e delle pieghe in un volto, i grafismi urbani, i contesti anche estremi e abbandonati, le scene limpide e pulite. Vive e lavora tra Italia e Svizzera. Gli piace viaggiare e realizzare reportage di viaggio.



Primo Cassol. Nasce a Vicenza nel 1952. Ancora bambino si sposta con la famiglia e cresce sulla riva trentina del Garda tra Riva e Arco: il lago diventa così il cortile della sua infanzia. Si diploma all’Istituto Tecnico per Geometri di Rovereto nel 1972 e svolge la professione, titolare di uno studio di progettazione edilizia. Autodidatta, in epoca recente vede la fotografia in maniera diversa e più profonda, frequentando Nunzio Battaglia e Sandro Iovine in occasione di un workshop in Trentino, incontro che affronta il tema della Grande Guerra e dal quale nasce il suo primo lavoro compiuto, “Riflessi: oltre il conflitto”. La fotografia di Primo Cassol nasce sempre da un impegno sociale e abbraccia una massima di Luigi Ghirri secondo cui la fotografia va praticata, sporcata dall’incontro col reale e, per rendere giustizia a questo reale, lo stile non deve essere in funzione di se stesso ma deve piegarsi alle esigenze e ai bisogni degli stimoli che l’ambiente propone. Oggi vive e lavora ad Arco.



Lucio Barabesi. Nasce a Montalcino una cinquantina di anni fa. Frequenta per un pò l’istituto tecnico ma poi dirotta per l’istituto d’arte e lì si appassiona alle arti visive, inseguendo ideali utopici. Dopo il servizio militare diventa operaio agricolo e per molti anni si disperde nella campagna pur continuando a disegnare. Una decina di anni fa rientra nel mondo cittadino e compra una fotocamera digitale, un computer e inizia a smanettarci su. Negli ultimi sei anni si è messo d’impegno leggendo molto, provando anche la pellicola e divertendosi un sacco. Ha collaborato per un anno con l’agenzia Impres di Siena insieme a Mirco Lucaroni “una foto al giorno” una mostra a Follonica Beach e una a Siena. Sperimentatore di varie tecniche e tematiche adesso si diverte molto con l’infrarosso. Vive a Siena e fa ancora l’operaio; non disegna più, non và più a pesca, scatta solo troppe fotografie.



Mauro Capelli. L’interesse per la fotografia nasce nel 2011 e da autodidatta sperimenta questa passione iniziando dai classici generi del paesaggio e ritratto. Dopo molteplici esperienze si avvicina con curiosità e con sempre maggiore entusiasmo alla fotografia di strada e qui trova la sua dimensione e la sua inclinazione naturale nel saper cogliere quello che accade intorno a lui. Tutto questo lo porta inevitabilmente ad avere una consapevolezza maggiore per quello che è l’attimo, il momento magico dell’accadere di un qualcosa, e da qui la necessità di fermare il fatidico momento, come se il pensiero avesse già immortalato ciò che sta per sopraggiungere. Il suo desiderio è di coinvolge con queste fotografie che non sono altro che racconti di ordinaria quotidianità, dove ognuno di noi si può identificare in piccoli attimi fermati con un semplice clic.



Andrea Urbini. Nasce trent’anni fa a Novafeltria, cresce in mezzo a questa splendida natura che circonda il suo paese e che lo ha fatto avvicinare al mondo della fotografia da circa 10 anni. Inizia a fotografare tutto quello che lo circonda, e con il passare degli anni continua a fotografare per passione tutto quello che lo circonda, sperando di cogliere al meglio ciò che prova nell’istante un cui scatta, per poi riviverlo guardandolo.



Biografia



Marco Bucci. Fotografo amatore con base a Rimini e Milano, cerca nella bellezza femminile un modo per esprimere i suoi pensieri e quelli di chi ritrae. Non disdegna di riprendere anche paesaggi, cose o semplici momenti di quotidianità; tutto concorre a creare la sua visione della vita che riporta nelle proprie fotografie. Nelle fotografie di Marco le donne diventano protagoniste assolute, colte nella loro totale bellezza, nella loro fragilità, nei loro gesti sensibili e nei loro sguardi sicuri e forti; così le racconta e le ama fotografandole, svelando la loro identità e le loro emozioni. Con delicatezza e affetto, come se ogni singola donna davanti al suo obiettivo diventasse importante. Con una sua storia da raccontare, con una propria identità da mettere a nudo.



Massimiliano Giuliani. Nasce a Novafeltria nel 1971 e grazie alla mia passione per il computer e la tecnologia si avvicina al mondo della fotografia fin da piccolo, prima utilizzando le prime analogiche compatte e poi, con i primi risparmi, acquistando la prima reflex analogica. Da autodidatta e leggendo molti libri comincia a capirne i vari funzionamenti e si appassiona sempre di più cercando di ampliare il suo corredo fotografico. Da circa un anno ormai questa passione sta diventando parte integrante della sua vita, e si è ormai specializzato nella fotografia di insetti. Si alzo spesso all’alba per cercare soggetti ancora intorpiditi dal freddo della notte, e così poterli fotografare nel loro habitat e con tutta calma. Ha aperto anche un gruppo su facebook “Diversamente Macro” collegato a questo genere di fotografia, proprio per aiutare tutte quelle persone che si vogliono avvicinare a questo fantastico mondo.



Max Allegritti. Nasce nel 1979 in una notte in piena primavera milanese, e portato nella periferia sud a bordo di un Fiat 128 bianco. Tra una corsa in bici e un tiro a canestro, suo zio, che era un fotografo professionista, lo portava ogni tanto con sé a fare da “flashista”. Batteria al piombo sulla spalla, flash Metz 60 nella mano destra e: stai fermo lì finché non te lo dico io. E’ nato tutto così. Quando i suoi compagni di classe in gita si portavano la Polaroid, lui si presentava con la reflex dello zio. Forse è per questo che non aveva molti amici. Poi anni di buio. Non perché si fosse scaricata la batteria al piombo, ma perché con l’adolescenza cambiano i venti e si va dietro un po’ a tutto, nella speranza che si trovi finalmente la risposta a ciò che si cerca. Il rock, la poesia, la pittura, l’amore. Nel frattempo fa anche una vita normale: liceo prima, poi università, e infine lavoro e famiglia (ha una bellissima moglie e tre fantastici marmocchi). E così continua la ricerca della bellezza, del significato, di quello struggimento davanti alle cose più semplici. Riomincia a fotografare nel 2007, anno di acquisto della prima reflex digitale ed entra nel tunnel. Perché quando scopre che la fotografia ti permette di tirar fuori tutta la bellezza di ciò che ti circonda, non puoi più farne a meno. Chi può fare a meno della bellezza? Da quasi un anno scatta quasi esclusivamente con una Rolleiflex T 75/3.5 regalatagli dal caro zio (sì, quello di cui sopra) e le foto che vedete qui rappresentate sono state scattate su pellicola Kodak Portra 160, sviluppate e stampate su carta fotosensibile da un artigiano lombardo.



Giampiero Bianchi. Dopo una breve parentesi lavorativa negli studi di grafica parigini (era il 1990), arrivatoci con una presentazione di Franco Balan, inizia la collaborazione con Michele Provinciali. Contemporaneamente apre il suo studio fiorentino all’interno di un team di creativi: collaborazioni con le agenzie e le aziende fiorentine. Nel 1997 ritorna nel Montefeltro e comincia ad occuparsi di fotografia, design, brand territoriale. Nel 2005 un suo oggetto è selezionato da ADI design index. Fonda con il dott. Jankovic, la piu piccola accademia d’italia, quella del formaggio di fossa, la quale è composta da soli due membri. La sua ricerca è un’interazione tra contenuti sociali, umanistici, culturali in genere, e arte, fotografia, grafica, design. Ideatore di un movimento culturale che recupera l’antico “otium” come base per nuovi paradigmi creativi.



COLLETTIVE



Melania Tommolillo. Nasce in provincia di Napoli il 22 maggio 1968. Il 22 nella cabala napoletana è il pazzo ed è inutile dire il 1968 che cosa ha rappresentato, potrete farvi un’idea della sua personalità. Dopo aver trascorso il periodo formativo in questa splendida città, all’età di venti anni si trasferisce nella provincia di Roma. Fotograficamente è autodidatta e la passione per la fotografia è iniziata in epoca giovanile con una piccola compatta analogica, compagna di viaggio. Poi, una pausa di qualche anno. Attraverso Facebook s’iscrive in un gruppo fotografico e da lì è rinasce la passione per la fotografia. Il suo interesse fotografico spazia in tutto ciò che attira l’attenzione del suo vedere: dalla street al paesaggio, dal minimo particolare alla grande installazione, forse perché è una persona che ama l’arte, le sue sfaccettature e anche perché è molto curiosa. In ogni fotografia c’è una infinitesima parte della sua personalità e probabilmente la sua curiosità la spinge a cercare e provare nuovi contesti, e in questo la versalità delle fuji con la gamma dei suoi obiettivi riesce a soddisfare pienamente il suo interesse. Le passioni fanno parte di ogni persona e coltivarle può essere d’aiuto non solo per se stessi ma anche per chi ci circonda.


Roberta Grappasonni. Nasce a Roma a metà degli anni sessanta, pertanto gli anni della sua adolescenza coincidono con quelli che comunemente vengono chiamati gli anni di piombo, ma sono anche gli anni dei fotoreporter, di quella che ora si chiama street photography, della macchina fotografica per tutti e delle prime kodak e polaroid. Ha la fortuna di avere un papà appassionato di fotografia e tecnologia che le regala una polaroid 1000, con quella inizia a muovere i primi passi documentando gite scolastiche, feste e tutti quei momenti che una ragazzina vuole portarsi con sé. Ecco questa è la sua fotografia: narrazione di attimi. Anche se le attività quotidiane e i figli non hanno fatto si che la parte centrale della sua vita la fotografia abbia un ruolo marginale lasciando sopita la passione, la scomparsa del padre le fa riprendere in mano la sua dsrl sony e ricomincia quel percorso documentaristico chiuso in un cassetto per troppo tempo. L’amore per la sua città, per le passeggiate, la curiosità verso ciò che la circonda fa il resto e la porta fin qui.


Valter Ventroni. Nasce a Roma il 15 giugno del 1963, cresce in quella che allora si poteva definire una sorta di suburra del XX secolo: Pietralata. Questa borgata era, e in parte lo è ancora, un condensato di vita, di popolo e di contraddizioni le quali hanno naturalmente influenzato la visione sul mondo che lo circonda lasciandolo legato a quel pensiero popolare, tanto semplice quanto vero, dove lealtà, rispetto, amore, solidarietà e senso appartenenza rappresentano l’abc. Appartenenza anche per quella città eterna che negli anni della sua giovinezza sembra lontanissima da raggiungere. Forse è proprio per questo che i primi “giretti” con la sua Yashica FX-3 inizia a farli proprio per il centro storico di Roma: Gianicolo, Pincio, Ponte Sisto, San Pietro. Passano almeno trent’anni dai primi giretti; non c’è più la Pietralata-Suburra ora c’è un quartiere inglobato nella città, non c’è più la pellicola ora ci sono una ventina di milioni di pixel, non c’è più la Yashica ora c’è una Canon 6D ma Ponte Sisto, Gianicolo, Pincio e San Pietro sono sempre lì come a voler dare quel senso di continuità di cui tutti hanno bisogno. E riprende a fare i suoi giretti perché gli piace fotografare l’eternità di questa città unica al mondo. Unica ed eterna come uno scatto.


Paolo Traversari. Nasce e cresce nella ridente Marca Trevigiana, i suoi paesaggi sono da sempre fonte di ispirazione per le sue riflessioni. Si rammarica di aver scoperto tardi la fotografia, durante gli studi universitari perché avrebbe voluto molto più tempo libero da ritagliarsi per coltivare questa passione e approfondire tutte le tematiche che più lo interessano. E’ un fotoamatore e spera un giorno di poter esibire le sue opere in una mostra personale. Gli piacciono particolarmente la fotografia di paesaggio, architettura e reportage di viaggio, ma se capita si cimenta anche in altri generi. Come nella vita, è una persona di poche parole, dando più importanza ai gesti che quotidianamente si compiono.


Gian Mario Trivellone. Trentanni di pellicole, quintali di Progresso Fotografico, un archivio di ventimila diapositive scelte ed organizzate, decine di macchine e obiettivi cambiati alla ricerca di non si sa che cosa. Era digitale: iniziata con molto sospetto e circospezione; autodidatta in post produzione, maggior attenzione a cambi macchine e lenti. Ha avuto anche il barbaro coraggio di organizzare e valutare un intero table book che ha riscosso un notevole successo di vendite. Ancora alla ricerca de “la meio foto la famo domani� e invece di insistere a fotografare vecchie auto sgangherate e cani pelosi dovrebbe buttare tutto alle ortiche e darsi all’ippica. Ancor meglio andare in giro fra monti, laghi e mari.


Ernesto Chiarantoni. Nasce a Roma il 3 gennaio 1960. In arte MID. Diploma tecnico industriale nel 1978. Dal 1982 lavora presso lo Stato Maggiore della Marina all’interno dello staff WEB dell’Ufficio Comunicazione. Il soprannome MID...? Ascoltava la canzone Midnight Walker di Dave Spillane quando gli comunicarono che suo padre lo aveva lasciato. Decise che sarebbe diventato il suo nickname che nel corso del tempo è diventato appunto Mid. Di lui fotografo, anzi, quasi fotografo c’è poco da dire. In verità lui crede di non esserlo proprio. Lui scatta per se stesso. Cerca poco il consenso di ciò che vedono i suoi occhi. Il suo concetto ispiratore è di Mario Giacomelli: La fotografia è una cosa semplice, a condizione di avere qualcosa da dire.


Mauro Eberspacher. Fotografa per curiosità da più di venti anni, senza ancora aver capito bene i confini esistenti tra i diversi generi, che per lui rimangono il femminile ed il maschile. Finora ha capito: diaframma, tempo di scatto e sensibilità ISO; il resto sono, ormai, sfumature elettroniche che esulano dai suoi limiti. Ha capito anche che all’obiettivo è meglio mettere un filtro perché altrimenti gli viene un brutto male.


Dario Limongelli. Vent’anni. Nasce a Bari e risiede a Bologna. Ha frequentato l’Istituto Tecnico Majorana e lavora come montatore meccanico presso IMA. E’ stato introdotto all’interesse per il settore dal premio Nobel per l’inutilità della fotografia, Giulio Limongelli, nonchè suo padre, che ben presto lo ha ammonito dal farne la sua professione. Ha comunque affiancato l’artista-artigiano per apprendere la fine arte della fotografia e se non per professione, per personal diletto. Da sei anni segue il babbo nei servizi e da circa due anni che approfondisce il campo personalmente, alla ricerca di uno stile personale.


Gianloris Cresti. Nasce a Rimini nel 1966, ma ha vissuto la sua giovinezza a Casteldelci, respirando e subendo il fascino di una natura incontaminata, quasi selvaggia, che lo ha sicuramente influenzato nel proseguo della sua vita. Si definisce cittadino del mondo, goloso di emozioni, che con la fotografia cerca di trasmettere al suo pubblico. Amante dei particolari, alla ricerca della semplicità nella quotidianità, in uno sguardo, in un paesaggio, in un cane che randagio se ne và lungo un sentiero di campagna. Sponsor volontario della Valmarecchia, ama farla conoscere nei suoi angoli più nascosti e quindi più veri, ma anche far risplendere i suoi gioielli storico naturalistici e culturali, preferibilmente con scatti in bianconero. Nel 2013 ha allestito mostre personali sulla Religione e la Cultura della Valmarecchia, (“Lapides narrant”), a Verucchio e a Sant’Agata Feltria, e una vsulla Natura della valle (“MY Word -ovvero una valle rossa.)





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