Slideshow Jan Palach

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DAL PUNTO DI VISTA STORICO JAN PALACH E LA PRIMAVERA DI PRAGA


FASE STORICA

Si parla di un periodo storico di liberalizzazione politica avvenuto in Cecoslovacchia durante il controllo dell’Unione Sovietica, dopo gli eventi successivi alla Seconda Guerra Mondiale e nell’ambito della Guerra Fredda.


Iniziò il 5 gennaio 1968, quando il riformista slovacco Alexander Dubček salì al potere e terminò il 20 agosto dello stesso anno, quando il Paese venne invaso da uno dei corpi militari dell’Unione Sovietica e da alleati del Patto di Varsavia


LE RIFORME DI DubÄ?ek

Le riforme da lui promosse tra cui: la libertà di stampa, la federalizzazione del Paese, la riattivazione dei partiti non comunisti e delle organizzazioni di massa, la riorganizzazione del sistema produttivo e maggiore autonomia dall’URSS; andavano contro la visione sovietica di controllo, non solo sui mezzi di stampa, ma anche delle manifestazioni di pensiero libero


Dopo una discussione nazionale sulla possibilitĂ di dividere il paese in una federazione di tre repubbliche: Boemia, Moravia-Slesia e Slovacchia DubÄ?ek sostenne la decisione per la divisione della Cecoslovacchia in due nazioni distinte: la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca

DIVISIONE DEL TERRITORIO


LE CONSEGUENZE DELLE RIFORME

Le riforme per il decentramento delle autoritĂ amministrative e le libertĂ di espressione, non furono assecondate dai sovietici che inviarono migliaia di soldati e carri armati del Patto di Varsavia ad occupare il paese.


Dopo l’invasione della 2. le proteste non violente Cecoslovacchia da parte delle furono all'ordine del giorno, truppe militari del Patto di tra cui le protesteVarsavia: suicidio dello studente Jan Palach e di altre 1. Si verificò un’ondata di persone che lo emularono emigrazione verso i paesi dell'Europa occidentale


JAN PALACH Uno studente non ancora ventunenne, iscritto all’Università Carolina di Praga, scuote i suoi connazionali dal loro torpore dandosi fuoco nella centralissima Piazza Venceslao, vicino al Museo Nazionale. Lascia un biglietto, firmandosi “La fiaccola numero 1” e lasciando intendere che, qualora le sue richieste non verranno esaudite, altri ragazzi si sarebbero dati fuoco.


● l’abolizione della censura ● la cessazione della diffusione del periodico propagandistico gestito dalle forze sovietiche di invasione.

LE SUE RICHIES Il giovane Palach spiega chiaramente che il suo non è un TE

suicidio, ma un gesto di protesta contro la soppressione della libertà d’opinione nel Paese.


LA SUA MORT E Jan Palach muore tre giorni dopo e il suo gesto porta alla rivolta del popolo E LE La spaccatura tra il regime e il popolo CONS diventa insanabile. EGUE


I funerali di Jan Palach, nonostante gli impedimenti, furono una grande manifestazione di dolore per tutto il paese.


Sulla facciata di un teatro, venne scritta a grandi lettere la famosissima frase di Bertold Brecht:

«Infelice quel popolo che ha bisogno di eroi».

La bara fu portata al cimitero, lì la figura più anziana della facoltà di filosofia pronunciò un discorso davanti ad essa:

«La Cecoslovacchia sarà un paese democratico soltanto quando il sacrificio di un suo figlio non sarà più necessario».


ALCUNI MONUMENTI DEDICATI A JAN PALACH

Statua rappresentativa del suo gesto in piazza Jan Palach a Roma

Lastra rappresentante la maschera funeraria di Palach esposta all’Università Carolina, nella Città Vecchia di Praga)


GARIWO segnala Jan Palach tra le figure dei GIUSTI LINK: https://bit.ly/3blTI7t


FONTI: ricerche su internet sulla storia politica della Primavera di Praga e articoli scritti sulla morte di Jan Palach e sul suo gesto ● https://bit.ly/3eqt2US ● https://bit.ly/2VmUxaF ● https://bit.ly/2RQa3tf ● https://bit.ly/2VhA0E4

MARTINA STELLA E VERENA BARONI, volontarie servizio civile 2020


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