giovani e politici negoziano il futuro

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Gioventù in Azione 2007-2013 è un programma della Direzione Generale Istruzione e Cultura della Commissione Europea. In Italia è attuato dalla Agenzia Nazionale per i Giovani. L'Autorità Nazionale del programma è il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Gioventù in Azione 2007-2013 è un programma di educazione non formale e promuove progetti europei di mobilità giovanile internazionale di gruppo e individuale attraverso gli scambi e le attività di volontariato all'estero, l'apprendimento interculturale e le iniziative dei giovani di età compresa tra i 13 e i 30 anni.

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informazioni e contatti: progetto giovani e di comunità – comune di Montebelluna via tintoretto 19, 31044 Montebelluna – Treviso tel. 0423 617426 - progettogiovani@comune.montebelluna.tv.it

www.ilsestante.eu giovani cittadini e decision makers per politiche giovanili partecipate

I destinatari del programma sono i gruppi di giovani, le organizzazioni giovanili, gli animatori giovanili, le autorità locali, le organizzazioni operanti nel terzo settore, tutti coloro che lavorano con e per i giovani.

sonsof.net

www.gioventuinazione.it


Questa brochure è stata realizzata e stampata all’interno del progetto “Giovani e politici negoziano il futuro” grazie al finanziamento dell’azione 5.1 del Programma Gioventù in azione della Commissione Europea. Gioventù in Azione 2007-2013 è un programma della direzione Generale Istruzione e Cultura della Commissione Europea. In Italia è attuato dalla Agenzia Nazionale per i Giovani. www.gioventuinazione.it

Finito di stampare GIUGNO 2009 Questo volume è stato curato da: Andrea Pozzobon, Alberto Baccichetto, Alessandro Tonello.


“Fare politica” è un’esperienza che, assieme alle tante difficoltà, porta con sé elementi di speranza e di stupore. Soprattutto quando si sperimentano nuovi percorsi di partecipazione e di democrazia che aiutano a illuminare da prospettive diverse alcuni luoghi comuni ben radicati nei cittadini e nella “classe politica” quali “i giovani non partecipano, i politici sono tutti uguali, non ci sono più luoghi di formazione politica, non si può collaborare tra maggioranza e opposizione”… Il percorso “Giovani e politici negoziano il futuro”, finanziato dal Programma Gioventù della Commissione Europea, ha aiutato noi consiglieri comunali di maggioranza e opposizione e alcuni gruppi di giovani della Città di Montebelluna a superare la tentazione di fare e “subire” la politica dei luoghi comuni; questo grazie ad un percorso che, per quanto circoscritto e sperimentale, ci ha fatto apprendere che la democrazia e l’amministrazione condivisa non si inventano, non si sviluppano da sé, ma sono frutto di esperienze di riflessione, di confronto, di legittimazione reciproca, di negoziazione e di costruzione partecipata del bene comune. Con questa piccola pubblicazione vogliamo far conoscere gli esiti di questa nostra esperienza, sicuri che la circolazione di buone prassi contribuisca alla crescita della relazione tra giovani e politica e allo sviluppo del senso di cittadinanza e di comunità.

Loris Poloni Consigliere comunale incaricato alle Politiche Giovanili e di Comunità


Indice: 06 - Introduzione - giovani e politica: un percorso possibile 08 - Le tappe del Progetto 09 - Fase 1 - la promozione del Progetto 20 - Fase 2 - organizzazione e progettazione 23 - Fase 3 - definizione delle azioni 26 - Fase 4 - convegno nazionale 27 - Conclusioni



INTRODUZIONE Giovani e politica: un percorso possibile Da anni molti sociologi, politologi, giornalisti scrivono saggi e articoli, opportunamente fondati da ricerche sul campo, in merito alle possibili cause di una relazione debole e incostante tra giovani e politica. L’analisi di molte di queste ricerche fa emergere però che tale scollamento non è un dato costante e unilaterale, ma va interpretato in maniera differente a seconda dell’accezione a cui si dà al termine politica. Sensibili differenze vengono infatti evidenziate a seconda che ci si riferisca alla militanza ad un partito, ad una lista civica, ad un’associazione socio-politico-culturale o esclusivamente all’essere informati. La percezione che ci sia bassa partecipazione alla vita politica italiana da parte dei giovani, infatti, è legata soprattutto alla relazione con la politica istituzionale e partitica. Tuttavia, come si può notare dall’ultimo rapporto di Demos&Pi “Gli Italiani e lo Stato” (novembre 2008), l’indice di mobilitazione politica raggiunge il 71% tra i giovani (15-24 anni) a fronte di un indice generale del 50%; in sette su dieci dichiarano di aver partecipato ad almeno un’iniziativa di carattere politico nell’ultimo anno. Su cosa si fonda quindi la vasta percezione di alta disaf-

fezione da parte dei giovani alla vita politica? Come tutte le relazioni, possiamo osservare la relazione tra giovani e politici da punti di vista differenti. Alcune domande generative per tale relazione potrebbero essere: Quali sono le condizioni che la politica impone per avervi accesso? I giovani sono disponibili a sottostare a tali condizioni? Cosa intendiamo quando parliamo di partecipazione alla vita politica? Informazione in merito all’attualità, attività associativa, ruolo politico in un’amministrazione pubblica, militanza in un partito o in un movimento politico-culturale, partecipazione alla risoluzione dei problemi della comunità locale, attenzione al bene comune? Sono i giovani che non partecipano alla vita politica delle loro città o è la politica che ostacola la loro entrata o quanto meno fa poco per favorirla? Il progetto che viene descritto attraverso questa brochure nasce dalla volontà del Comune di Montebelluna, attraverso il Progetto Giovani e di Comunità, di provare ad affrontare questo tema non in termini di analisi sociologica, ma direttamente sul campo partendo dal coinvolgimento dei due attori principali: i giovani e i politici della città. Questo grazie ad un finanziamento del Programma Gioventù della Commissione Europea che, in vista della scadenza elettorale europea, ha sostenuto l’idea progettuale finalizzata a stimolare l’incontro e la collaborazione tra i giovani e la comunità politica locale. La tesi di fondo del progetto sta nell’idea che una nuova


relazione dei giovani con la politica possa partire dall’intendere la politica come percorso in cui giovani e politici definiscano reciprocamente il proprio ruolo nella comunità locale, creando così le condizioni per realizzare processi di risposta ai problemi sentiti in una pratica di negoziazione, di cooperazione, di amministrazione condivisa, di democrazia.

coinvolti, tracciando in chiusura delle conclusioni che si caratterizzano per uno sguardo sul futuro in termini di impatto che questo progetto può avere nei prossimi anni.

L’idea generativa è quella di provare ad intraprendere un percorso che affronti i problemi espressi dai giovani contattati nel territorio comunale al fine di promuovere l’individuazione di un soggetto collettivo di giovani che non nasca da una proiezione identitaria predefinita (partitica, ideologica, sociologica, ecc.), ma che trovi la propria identità in un percorso che parte dall’ emersione e definizione dei problemi, per passare poi alla progettazione e realizzazione delle azioni in un processo di confronto e negoziazione con i rappresentanti della politica istituzionale locale (nel nostro caso la Commissione consigliare politiche giovanili). In una dinamica di confronto, giovani e politici locali si sono impegnati nella progettazione coordinata di nuovi scenari dove esprimere forme innovative di cittadinanza attiva. Attraverso questa brochure ci proponiamo di fare una sintesi del lavoro svolto. Questo lavoro di memoria storica avverrà tentando di ripercorrere i percorsi (paralleli e incrociati al tempo stesso) fatti dai giovani e dai politici locali


LE TAPPE DEL PROGETTO L’obiettivo principale del progetto è stabilire una relazione tra gruppi di giovani del territorio e alcuni politici locali per permettere il confronto reciproco e l’individuazione di alcuni nodi critici, sui quali costruire azioni da condividere con l’amministrazione comunale (Vedi fig. 1). Si crea perciò il “gruppo istituente”, la cabina di regia, formata dall’equipe operativa (due operatori e un coordinatore), il consigliere incaricato alle politiche giovanili e la dirigente di settore, allo scopo di garantire il trasferimento di competenze utile alla promozione stabile del cambiamento e della relazione tra giovani e politici. Concretamente si alimenta un processo nel quale, progressivamente, “l’assemblea dei giovani” acquisti autonomia nel negoziare con gli amministratori locali, ingaggiati a loro volta nel percorso. Allo stesso modo quindi si lavora per la costituzione del “gruppo dei politici”, formato da 8-10 consiglieri comunali, che decidono di intraprendere questa esperienza. All’unanimità i consiglieri che compongono la Commissione Consigliare Politiche Giovanili decidono di partecipare al progetto: questo gruppo di politici quindi diventa soggetto attivo e si pone in negoziazione con l’assemblea dei giovani. Di seguito si descrive l’evoluzione e lo sviluppo del progetto, distinguendo i percorsi dell’assemblea dei giovani e del gruppo dei politici.

Gruppo istituente “manutentore del processo” Territorio

Assemblea dei giovani

Istituzione amministrazione comunale

fig. 1 - Modello organizzativo

Commissione consiliare politiche giovanili

Gruppo dei politici


FASE 1 - La promozione del progetto Il percorso dell’assemblea dei giovani 1. Preparazione di una serie di incontri con i leader giovanili del territorio, per iniziare a promuovere e diffondere il progetto oltre che a raccogliere le adesioni o comunque le prime impressioni, che questo genera tra i giovani. Si tratta quindi di un primo ciclo di riunioni nelle quali si contattano ragazzi rappresentativi e coinvolti in attività diverse: da quelle parrocchiali a quelle sportive, dall’ambito scolastico ai gruppi che frequentano le attività del Progetto giovani, dall’associazionismo a chi si occupa di immigrazione e volontariato. Ad ogni incontro si registrano bisogni, problemi, aspettative, critiche, punti di forza e debolezza, sogni… 2. Organizzazione di incontri allargati a tutti i giovani contattati: in due incontri aperti e ravvicinati tutti i giovani contattati, o comunque interessati al progetto, hanno l’occasione di conoscersi e scambiarsi le prime sensazioni sull’avvio del progetto. Per facilitare la conduzione e la gestione di questa fase gli operatori riservano particolare cura alla dimensione dei contenuti trattati (e su cui si deve proiettare la negoziazione coi politici) e alla costruzione del modello organizzativo (sia per ingaggiare i nuovi che

per rodare e mantenere un processo differenziato per funzioni specifiche), stimolando il gruppo su tre piani: 1) la condivisione e il confronto sui bisogni/problemi emersi finora; 2) la condivisione e la discussione del percorso progettuale; 3) la definizione della modalità migliore per la promozione del progetto e l’allargamento del gruppo stesso (in modo da garantire maggior rappresentatività del territorio e maggior forza nella negoziazione). A tal proposito, i giovani decidono di costruire e somministrare un questionario ad altri giovani come modalità specifica di aggancio, in modo da ingaggiarli nel percorso grazie alla restituzione dei dati emersi dall’elaborazione dei questionari stessi. Le tre ipotesi di sviluppo che il gruppo prende in considerazione sono: un forum o sito-blog promozionale; un questionario per ingaggiare altri giovani del territorio; un evento pubblico aperto alla cittadinanza interessata nel quale raccogliere consensi e idee. Si decide di preparare un questionario (da somministrare vis a vis, per agganciare nuovi partecipanti nella restituzione dei dati emersi) e di organizzare la prima assemblea dei giovani. Nascono due gruppi di lavoro con un mandato preciso e condiviso da tutti: un gruppo si occupa dell’elaborazione del questionario (a partire dalle quattro macro aree derivate dall’elaborazione collettiva dei bisogni/problemi emersi finora) e un gruppo di organizzare il modo migliore la restituzione dei dati che emergono dai questionari stessi.


3. Risultati del questionario Il questionario diventa l’elemento strutturale per la costituzione dell’assemblea dei giovani: una volta ideato, strutturato e redatto dal gruppo, sotto forma di polarizzazione, viene somministrato laddove i ragazzi s’immaginano di trovare collaborazione o intesa, ovvero dove già ci sono agganci o particolari sensibilità… ad esempio nelle parrocchie, nelle scuole, in biblioteca, tra gli amici. La polarizzazione non è un’indagine sociologica o un elemento diagnostico: è una provocazione, uno strumento per stimolare la discussione e la curiosità dei nuovi per fondare e coinvolgerli in una assemblea, centrata sull’influenzamento e sul confronto e non rappresentativa o delegante. Il gruppo elabora una polarizzazione con più di 21 item, eccola nel dettaglio: “Siamo un gruppo di giovani che attraverso il Progetto giovani del Comune di Montebelluna ha pensato di formulare questa scheda, al fine di individuare quali siano i bisogni principali che permettano di migliorare la quotidianità dei giovani di Montebelluna. Di seguito sono riportate alcune affermazioni che sono emerse dai giovani. Ti chiediamo di esprimere una tua opinione sulle affermazione riportate collocandoti nella scala di valori che li segue. L’insieme complessivo dei dati sarà oggetto della riflessione e conseguente definizione di azioni risolutive durante l’assemblea promossa nel volantino allegato”.

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Età: 17-21 22-25 26-30 Sesso: M F Nazionalità: _____________ totalmente contrario

abbastanza contrario

incerto

abbastanza d’accordo

totalmente d’accordo

1. In città, l’informazione rispetto ai corsi e alle possibilità formative proposte dagli enti locali, soddisfano le richieste dei giovani.

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0 2. Le opportunità che gli Istituti scolastici offrono (circa le esperienze all’estero, i gemellaggi, gli scambi culturali nazionali o europei) soddisfano i bisogni dei giovani montebellunesi.

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3. Il trasporto scolastico degli istituti superiori oggi è organizzato in maniera efficiente all’interno del comune.

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6. Gli Istituti scolastici di Montebelluna offrono scarse possibilità di orientamento nell’ambito lavorativo per gli studenti in uscita.

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4. Sono insufficienti le risorse oggi presenti nel territorio per auto organizzare delle attività culturali extrascolastiche (progetti musicali promossi dagli stessi studenti, laboratori o corsi di teatro etc. etc.).

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2 5. Visti i costi dei corsi di recupero, sarebbe opportuno che gli studenti si auto organizzassero per far fronte a questa necessità.

8. Oggi le politiche messe in atto dal comune per facilitare l’integrazione dei ragazzi stranieri sono efficaci.

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7. Le relazioni affettive tra giovani italiani e stranieri sono considerate negative e censurate da parte degli adulti.

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9. L’integrazione delle persone affette da disabilità (fisica o psichica) nella comunità cittadina è buona.

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12. Oggi, il giovane montebellunese viene facilitato nella creazione di una impresa autonoma.

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10. Gli incontri e le relazioni spontanee tra ragazzi stranieri e italiani sono difficoltose e spesso sfociano in conflitti.

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13. L’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani montebellunesi è adeguatamente tutelato e accompagnato.

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11. I ragazzi stranieri, rispetto a quelli italiani, hanno maggiore difficoltà nella scelta e nell’accesso alle scuole superiori.

14. A Montebelluna è facile reperire informazioni riguardanti le attività svolte all’interno del territorio comunale.

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15. E’ importante che i giovani imparino a soffrire e a cavarsela da soli per sviluppare quelle capacità che consentono loro di vivere in autonomia dalla famiglia.

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18. I progetti e le attività, promossi e offerti dal Comune di Montebelluna, soddisfano le richieste dei giovani rispetto al tempo libero.

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16. I giovani non hanno difficoltà a trovare a casa in affitto.

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19. A Montebelluna, non è disponibile uno spazio dove poter auto-gestire attività artistiche, o culturali, alternative ai soliti bar.

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17. I giovani hanno aiuti concreti per avviarsi all’acquisto di una casa.

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7 2 20. Per i giovani, ad oggi, è difficile partecipare ed essere attivi nella vita politica-amministrativa del Comune, perchè mancano le condizioni che ne facilitino la partecipazione.

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21. I “campetti” e le piastre polivalenti, a Montebelluna, sono poco utilizzati come luogo d’incontro fra i giovani.

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3 In tre settimane vengono raccolti 55 questionari, compilati da giovani residenti a Montebelluna, invitati alla prima assemblea dei giovani in cui si restituiscono i dati emersi. Nel frattempo l’altro gruppo di lavoro si occupa dell’organizzazione dell’evento per la restituzione dei dati, decidendo il setting migliore per l’evento (tempi, luogo, grafica, buffet, promozione, musica). 4. Assemblee dei giovani

• Nel primo momento assembleare dei giovani coinvolti

dall’inizio, o coinvolti con la polarizzazione, si discutono e si socializzano i risultati emersi dalla polarizzazione; l’obiettivo è raccogliere i primi stimoli che aiutano a definire maggiormente i problemi, oltre ad affrontare i nodi che generano conflitto. Il risultato di questo particolare passaggio è la divisione condivisa e ragionata per aree tematiche. In base ai problemi/bisogni emersi nei lavori di gruppo, si individuano quattro macro riferimenti: l’area scuo-

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la, l’area passioni e tempo libero, l’area integrazione, l’area autonomia. Da qui parte un processo ciclico di “risonanza collettiva” tra il lavoro in assemblea (dove si apre…) e i successivi sviluppi nei singoli gruppi di lavoro per macro aree (dove si chiude…) al fine di fondare e facilitare la parte decisionale.

• Nella seconda Assemblea, i giovani si dividono da su-

bito nelle quattro aree tematiche, elaborano specifiche riflessioni e setacciano le cause (dei bisogni/problemi emersi) per priorizzare problemi percepiti. L’ulteriore sforzo richiesto è quello di progettare, immaginare soluzioni o proporre azioni (o scenari di azione) possibili, da presentare ai politici nella prossima assemblea congiunta. Spontaneamente si crea un piccolo gruppo di sostegno all’assemblea dei giovani che ha lo scopo di ottimizzare la presentazione del lavoro fin qui svolto alla prossima assemblea con i politici. Ha l’obiettivo inoltre di sostenere e guidare l’avanzamento progettuale delle azioni ipotizzate, negli incontri, nelle comunicazioni e nelle promozioni del gruppo giovani.


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Il percorso dell’assemblea dei politici

dovrebbe agire nella relazione con i giovani.

L’ipotesi progettuale prevede la partecipazione di circa una decina di politici/consiglieri comunali disponibili a partecipare al progetto. Si è individuato il gruppo di consiglieri comunali che costituiscono la Commissione consigliare politiche giovanili come il più adeguato ad interagire con i giovani, in una logica negoziale, al fine di individuare alcune azioni da implementare a livello comunale. La Commissione è composta da consiglieri che rappresentano tutti gruppi partitici presenti in Consiglio Comunale.

c) le garanzie reciproche che i consiglieri si chiedono nel processo di relazione con i giovani, le istituzioni e la comunità.

La contrattazione del percorso All’unanimità i consiglieri aderiscono all’ipotesi progettuale, dichiarando la completa disponibilità a lavorare almeno sulle seguenti dimensioni: a) la definizione/condivisione dell’identità della Commissione consigliare politiche giovanili (d’ora in poi CCPG) attraverso l’esplorazione delle sue principali relazioni, in tre tappe:

• con il Consigliere incaricato alle Politiche giovanili; • con il Consiglio comunale e la Giunta; • con i giovani e la comunità. b) il ruolo politico (ruolo, valenze, metodi) che la CCPG

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Il gruppo politico si è da subito contraddistinto come un aperto laboratorio di riflessione e auto-formazione. Le tappe: A. definizione e condivisione dell’identità del ccpg Per esplorare l’identità della CCPG si è utilizzato lo strumento della polarizzazione chiedendo ai politici in due momenti diversi di indicare il loro grado di accordo/disaccordo con le seguenti affermazioni: 1 - La Commissione consigliare politiche giovanili è un organo consultivo del Consigliere incaricato alle Politiche Giovanili e di Comunità 2 - La Commissione consigliare politiche giovanili si confronta e decide solo sulle linee progettuali e non sull’ordinario 3 - La Commissione consigliare politiche giovanili definisce e propone le linee progettuali ai giovani. 4 - La Commissione consigliare politiche giovanili sarà in


grado di sostenere e/o tutelare le decisioni prese, rapportandosi col Consiglio Comunale e la Giunta 5 - La Commissione consigliare politiche giovanili è responsabile dell’inadempienza all’attuazione delle decisioni che riguardano le politiche giovanili Sulla base dei dati complessivi ricavati dall’espressione dei politici in merito alle affermazioni sopra riportate, si stimola un dibattito con l’obiettivo di far emergere alcuni nodi critici in merito al ruolo della CCPG, rispetto al progetto e alla relazione con gli altri attori istituzionali; di seguito si riportano quali sono stati i principali punti di discussione e di orientamento per lo più condivisi:

• emerge un sostanziale accordo sul ruolo di organo

consultivo della CCPG nei confronti del Consigliere incaricato, intendendo per organo consultivo non semplicemente un gruppo dal quale avere un’opinione, ma un gruppo di lavoro che, insieme al Consigliere incaricato, riflette e orienta le decisioni, delle quali poi il Consigliere incaricato si fa sostenitore;

• trattandosi di una commissione, si concorda che ci si

occupa esclusivamente delle linee progettuali (pur specifiche), ma non dell’ordinario/quotidiano (compito non realizzabile);

• i consiglieri, pur assumendosi la responsabilità politica

(e quindi la direzione delle linee progettuali), concordano che le linee progettuali devono essere negoziate con i giovani;

• le decisioni prese dalla CCPG sono sostenute dalla

stessa nei luoghi istituzionali (in consiglio comunale e in giunta), senza per questo azzerare le inevitabile prospettive partitiche;

• la CCPG può nel tempo diventare responsabile dell’inadempienza dell’attuazione delle decisioni che riguardano le politiche giovanili se riesce ad assumere progressivamente il ruolo sopradescritto: attualmente il principale responsabile resta il Consigliere incaricato. Si lavora congiuntamente per il raggiungimento di questo obiettivo.

B. quale ruolo politico agisce il CCPG? Si è perciò passati ad esplorare quale ruolo politico la CCPG dovrebbe agire nella relazione con i giovani: come negoziare con i giovani? qual è il ruolo del politico? Per favorire il confronto e la discussione tra i politici, si è utilizzata la seguente simulazione: “Nella città di Mazzinia un gruppo di giovani dopo un percorso di riflessione sulle politiche giovanili locali chiede di incontrare alcuni rappresentanti del Consiglio Comunale, per porre alla loro attenzione alcune problematiche legate all’autonomia giovanile. In particolar modo, ai problemi

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legati all’accesso al mondo del lavoro e allo sviluppo dell’imprenditoria giovanile. Come vi attivereste, come parte politica, in riferimento a questi stimoli?” Ne è nato un confronto, non esente da sensibili differenze, nel quale i consiglieri si sono incontrati/scontrati sulle modalità “politiche” più adeguate per relazionarsi ai gruppi di giovani; emerge in ogni caso la necessità di:

• trovare le occasioni per conoscere, avvicinare e capire i giovani

• affiancare, confrontarsi con le realtà giovanili • far emergere i bisogni del territorio • trovare strumenti per relazionarsi • avvicinare le realtà imprenditoriali, i giovani, i soggetti (istituzionali e non) della comunità locale

Le numerose affermazioni emerse si possono classificare secondo alcune tipologie o modalità di relazione politico/ giovani:

• sostitutiva: il politico si prende carico completamente •

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dei bisogni dei giovani e ne diventa portavoce unilaterale; scaricabarile: il politico accoglie il bisogno, ma esorta i

giovani a trovare autonomamente le soluzioni o li invia ad altri;

• delega: il politico accoglie e cerca di capire le esigenze

dei giovani, ma tende a delegare ad altri l’intervento, tralasciando la sinergia coi giovani;

• distributiva a pioggia: il politico cerca di non scontentare nessuno, cercando soluzioni che possano accontentare tutti e non sembrare discriminatorio;

• manipolativa (strumentale): il politico fa diventare il problema dei giovani uno strumento per rinforzare o destabilizzare l’ordine politico esistente, a seconda che sia di maggioranza o di minoranza;

• paternalistica: alla stregua dello stereotipo del “buon

padre di famiglia”, il politico rinforza e rincuora i giovani, senza aiutarli a risolvere il loro bisogno (“pacca sulla spalla”);

• promo-relazionale (promozionale): il politico accoglie le

istanze, si mette a disposizione dei giovani per definire i confini del problema e individuare le soluzioni possibili con i giovani stessi, evidenziando il ruolo del politico e del giovane cittadino

• propagandistica: il politico chiede il voto e il sostegno in cambio della soluzione del problema…


La soluzione promo-relazionale viene da tutti riconosciuta e definita come la miglior soluzione alle sopra citate domande, che determinano il ruolo del politico nel progetto. C. con quali reciproche garanzie? Infine il percorso interno alla CPCG porta alla definizione condivisa di alcune garanzie, che i consiglieri si offrono reciprocamente nel percorso progettuale e nelle relazioni coi giovani. Dopo un libero confronto a partire da quanto emerso negli steps precedenti, i consiglieri decidono che, pur nella delega reciproca nella relazione con i gruppi, il luogo di decisione politica nei confronti delle proposte avanzate dai giovani resta la CCPG e non può quindi essere delegato ad un singolo consigliere. Ciò rafforza l’identità della CCPG e permette che i giovani e la comunità abbiano un chiaro e reale interlocutore politico. Inoltre i consiglieri dichiarano congiuntamente che il progetto in questione non sia inquinato dalla quotidiana dialettica politica maggioranza-opposizione che contraddistingue la tradizionale modalità di fare politica. In tal modo si garantisce che il progetto venga comunque sostenuto in modo condiviso dalla CPCG, senza nessun tentativo di strumentalizzazione partitica.

Prima assemblea di negoziazione tra giovani e politici Al primo incontro assembleare tra giovani e politici coinvolti nel percorso, spetta ai giovani farsi carico della presentazione delle ipotesi di sviluppo formulate. Nel foyer della Biblioteca Comunale, moderati dal coordinatore del Progetto, hanno prima presentato il percorso fin qui svolto dal gruppo, dividendo la presentazione grafica nelle quattro aree tematiche, individuate nei precedenti lavori di gruppo (scuola, integrazione, passioni e tempo libero, autonomia) e poi, risposto alle prime impressioni, alle perplessità e alle richieste di approfondimenti dei politici. Ne è uscito un interessante e a tratti vivace dibattito, in cui ci si è espressi liberamente, al fine di sviluppare le ipotesi e gli scenari proposti dai giovani. Il confronto reciproco produce ampio materiale per la ridefinizione degli scenari d’azione proposti dai giovani.

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FASE 2 - Organizzazione e progettazione Il percorso dell’assemblea dei giovani Il gruppo di sostegno, che precedentemente ha collaborato nella presentazione ai politici, si occupa di preparare la terza assemblea giovani. I nodi da affrontare ora sono due: la definizione del modello di lavoro da adottare e la ridefinizione delle azioni proposte, a partire dai feedback ricevuti dai politici. Nelle terza assemblea dei giovani si procede, da un lato, all’individuazione di specifiche azioni progettuali da negoziare con i politici (nel prossimo incontro) e, dall’altro, alla definizione del modello organizzativo da adottare per rendere stabile e continuativo il rapporto con la parte politica, sempre più in autonomia dall’equipe operativa. Nell’affrontare le quattro aree di lavoro originali presentate ai politici, l’assemblea dopo un attento approfondimento decide di ridurre i gruppi di lavoro accorpando l’area scuola all’area passioni e tempo libero. Di conseguenza i gruppi di lavoro diventano tre: autonomia, scuola e cultura, e integrazione. L’assemblea infine, per rinforzare la propria identità cerca di darsi un nome, o un simbolo di riconoscimento, condiviso in gruppo; perciò, dopo approfondita riflessione, l’assemblea, sceglie come nome, icona e simbolo Bellero-

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fonte, un personaggio eroico della mitologia greca, la cui impresa più grande fu quella di uccidere la Chimera (un mostro epico cui viene attribuita l’invincibilità e che Omero descrive con la testa di un leone, il corpo di una capra e la coda di serpente). Lo slogan che l’assemblea prende come marchio, è ancora più incisivo, “fatti, non illusioni!”. L’assemblea Bellerofonte vuole individuare e sconfiggere la Chimera che allontana i giovani dalla politica delineando dei percorsi che vadano ad affrontare direttamente le principali problematiche dei giovani della città. Il modello organizzativo (vedi fig. 2) immaginato per definire ruoli e funzioni, all’interno del gruppo dei giovani, prende spunto dalle aree tematiche: ogni area individua due referenti. L’elemento chiave del sistema è però il gruppo di coordinamento, composto dai referenti (formato da 1 a 3 giovani per gruppo tematico), e pro tempore dai due operatori. Ha la funzione di sostenere i gruppi, organizzare e preparare l’assemblea mensile; decidere chi coordina e conduce l’assemblea e le eventuali consulenze degli operatori. Il coordinamento si incontra prima e dopo le assemblee, al fine di programmare l’avanzamento del percorso. L’assemblea dei giovani diretta dal coordinamento resta il luogo delle decisioni condivise e contrattate; è lo spazio di connessione, aggiornamento e scambio delle informazioni tra i gruppi tematici; cura la valutazione dell’andamento generale del progetto e dei singoli gruppi tematici; infine è luogo di riferimento per le decisioni e le comunicazioni dei


giovani al gruppo politico; ha cadenza mensile. Ai referenti si assegna il ruolo della rappresentanza del singolo gruppo tematico: si attivano perciò nel convocare le riunioni del proprio gruppo e nel presenziare alle riunioni del coordinamento, tutelando il gruppo nella conduzione delle riunioni e gestendo l’avanzamento dei lavori del gruppo, fino ad esporsi laddove necessario in fasi assembleari e coi politici. Agli operatori viene riservato un ruolo esterno e consulenziale, ovvero una presenza non più “obbligatoria” per la gestione dei singoli gruppi tematici, ma attiva temporaneamente nei coordinamenti, nelle assemblee dei giovani e negli incontri negoziali coi politici; gli operatori non devono necessariamente svolgere funzioni di conduzione, bensì diventano risorsa per la gestione dei gruppi o per attivare dei brevi cicli formativi per i referenti o per i gruppi stessi.

Assemblea “Bellerofonte”

Gruppo di coordinamento

Gruppo autonomia

Gruppo integrazione

Gruppo scuola e tempo libero

fig. 2

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Il percorso dell’assemblea dei politici Dopo il primo confronto pubblico coi giovani, il gruppo dei politici si ritrova per confrontarsi e darsi dei feedback su quanto emerso in assemblea, per socializzare le sensazioni, le impressioni del primo incontro…in attesa del secondo incontro che si presenta meno filtrato e più negoziale.

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Seconda assemblea di negoziazione tra giovani e poltici Il Secondo incontro assembleare giovani e politici è convocato al fine di poter attuare una prima reale negoziazione e valutazione delle azioni da implementare sulla scorta del lavoro di ritaratura fatto dai gruppi dei giovani dopo il confronto della prima assemblea con i politici. La negoziazione avviene tramite un lavoro di discussione tra i consiglieri comunali componenti la Commissione politiche giovanili e una rappresentanza dell’assemblea dei giovani (formata da due rappresentanti per area tematica). Dopo una prima ri-proposizione delle azioni da parte dei giovani, si affrontano le criticità che volta per volta i politici fanno emergere. Ogni nodo è discussa fino a quando non si arriva ad una convergenza o alla richiesta di garanzie reciproche per la realizzazione delle azioni. La seconda parte dell’assemblea ha il compito di definire la modalità con la quale i politici possono sostenere il lavoro dei gruppi di giovani e dell’assemblea, nel processo di realizzazione delle azioni. Si definisce un modello organizzativo attraverso il quale ad ogni gruppo di lavoro si assegnano due referenti politici, come interlocutori primari svolgenti funzione di interfaccia con l’intera commissione consigliare che rimane il luogo deputato alle decisioni politiche.


FASE 3 - Definizione delle azioni Implementazione del modello La fasi successive di lavoro si susseguono secondo la logica prevista dal modello costruito. Infatti nelle settimane successive i gruppi di giovani si ritrovano per fare una progettazione operativa delle azioni. Il gruppo di coordinamento si incontra più volte al fine di condividere lo stato dei lavori dei gruppi tentando di avere anche uno sguardo complessivo sull’andamento del processo. Inoltre, si fissa una assemblea di confronto e monitoraggio del percorso coi politici, nel quale i gruppi hanno modo di condividere lo stato dei lavori assieme ai politici di riferimento. Gli operatori del progetto cominciano gradualmente a cambiare il loro ruolo, assumendo una funzione consulenziale e di sostegno nei confronti dei giovani e della loro relazione con i politici. Le azioni o gli scenari individuati Di seguito andremo a elencare le azioni o gli scenari d’azione immaginati, così come sono state definite per la negoziazione tra giovani e politici, nel secondo incontro. In successivamente a tale definizione le azioni hanno avuto, in base al processo di progettazione operativa che le contraddistingue, delle modifiche e delle ri-tarature poi condivise con i politici.

Eccole nel dettaglio. Il Gruppo autonomia propone:

• L’apertura di uno sportello dove siano disponibili, gratuitamente, dei consulenti del lavoro ai quali far riferimento per avere informazioni, in ambito giuridico-amministrativo, sia come singoli che come associazioni. Le informazioni a cui si fa riferimento sono: i contratti (illustrare le attuali tipologie di contratto sia di dipendenza che di libera professione), il mercato del lavoro, le norme che regolano contratti e forme di imprenditoria giovanile, le attività di volontariato (il significato e le norme tutelanti le attività di stage, frequentazione e tirocinio)

• Bandire concorsi per associazioni e/o individui, che non

si vincolino ai fondi disponibili per le politiche giovanili: ovvero svincolarsi dalla fascia d’età per permettere ai giovani di entrare nel mondo del lavoro mettendo a disposizione strutture e strumenti per poter sviluppare progetti specifici. Favorire la possibilità di finanziamenti diversi dai bandi di concorso.

• La

costruzione di una bacheca on-line per l’“orientamento”: per offrire informazione sulle statistiche di occupazione in base alle tipologie di laurea o diploma (richiesta di mettere a disposizione dati specifici relativi al territorio di riferimento), sulle possibilità

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di impiego o carriera sia per giovanissimi che per neodiplomati che non intendono proseguire gli studi.

• attivare dei percorsi al fine di sostenere e guidare i giovani nell’accesso alla casa.

Il Gruppo integrazione propone: Attraverso la mappatura dei servizi esistenti per gli stranieri, trovare delle forme di accompagnamento agli stessi, per determinare le opportunità o le occasioni d’incontro che facilitino la costruzione di relazioni significative tra italiani e stranieri. Con la particolare attenzione a non sviluppare azioni volte solo agli stranieri, ma partire dai loro bisogni per sviluppare reti d’integrazione:

• creare uno spazio estivo di gioco e studio tra pari o

strutturare dei corsi base di lingua italiana, gestiti in forma aggregativa e ricreativa, coinvolgendo giovani italiani (ad esempio volontari, mediatori culturali e tirocinanti dei licei delle scienze sociali), per favorire la relazione tra pari.

• la proposta di sostenere, attraverso un coordinamento, la cultura dei viaggi e degli scambi verso stati “altri”, di cui è forte la comunità nel territorio montebellunese.

• oppure costruire dei percorsi scolastici formativi legati all’integrazione, dove si coinvolgono anche le famiglie.

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• curare gli aspetti legati allo sport e al tempo libero, come possibili scenari d’azione per innovative forme di integrazione.

Il Gruppo scuola & cultura propone:

• strutturare un’università popolare ovvero un luogo dove

poter scambiare conoscenze e competenze tra giovani in materie diverse: ad esempio corsi multidisciplinari tenuti da giovani studenti, o non professionisti, a prezzi calmierati, anche su materie extrascolastiche.

• Correlato alla prima, si immagina uno Spazio debitamente autogestito, come un luogo per ospitare l’università popolare e molte altre attività…ad esempio concerti, teatro, feste, esposizioni, conferenze…

• A partire dai gemellaggi, ma anche dalle varie comunità presenti nel territorio, l’idea Viaggiare&conoscere, si propone di creare e pubblicizzare uno sportello, per favorire e sostenere gli scambi e i viaggi culturali, cogestito da un gruppo di giovani volontari e da operatori comunali. L’obiettivo è di sviluppare una rete di “valorizzazione del viaggio”, sfruttando i finanziamenti dell’unione europea e coinvolgendo gli istituti scolastici convenzionati e le associazioni operanti nel territorio.


Terza assemblea di negoziazione tra giovani e politici La terza assemblea tra i giovani e i politici segna l’importante momento di monitoraggio e valutazione del Progetto e dei lavori fin qui svolti. Le azioni individuate dai gruppi hanno ancora le sembianze di scenari, che si stanno sempre più delineando. L’incontro diventa perciò l’occasione per attivare i gruppi di lavoro misti nei quali ai giovani si affiancano i due consiglieri referenti, per l’ulteriore sviluppo, sostegno e approfondimento delle azioni. Restano infine da discutere i dettagli e le funzioni dei due gruppi nella gestione e preparazione del Convegno Nazionale, oltre ai ruoli attivi che decidono di affidarsi nell’ambito della presentazione del percorso e per il rilancio/sostegno delle prospettive o delle azioni individuate nel progetto.

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FASE 4 - Convegno Nazionale Il Convegno nazionale rappresenta la chiusura formale del progetto e il rilancio del processo in vista dei mesi futuri. In una prospettiva di dissemination dei risultati, la tappa conclusiva del percorso assume un doppio significato con target distinti: la prima rivolta a tecnici e politici, la seconda a tutta la cittadinanza, oltre che ai giovani e ai politici attivi nel percorso. Il primo ha quindi l’obiettivo di divulgare il progetto come azione potenziale da sviluppare nei vari territori. Per questo assessori nell’ambito del welfare, consiglieri comunali, dirigenti e funzionari degli enti locali, operatori del pubblico e del privato sociale, sono coinvolti in un qualificato dibattito nel quale far emergere limiti e valenze del progetto, in un’ottica di sviluppo e promozione di nuove forme di sussidiarietà e amministrazione condivisa, nella comunità locale. Il secondo invece ha la finalità di diffondere i risultati e le prospettive del progetto a tutta la cittadinanza. Per questo, si invitano oltre ai giovani, agli amministratori e ai consiglieri comunali coinvolti nel percorso, tutti i cittadini e le associazioni di Montebelluna. Diventa perciò l’occasione per valutare e confrontarsi rispetto all’impatto del progetto, e riflettere per trovare nuove forme di sviluppo e rilancio dell’esperienza.

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CONCLUSIONI Per tracciare le conclusioni di questo percorso si ritiene fondamentale tornare alle considerazioni fatte in premessa in termini di domande generative e di ipotesi di lavoro. L’idea generativa di “intraprendere un percorso che affrontasse i problemi espressi dai giovani contattati nel territorio comunale al fine di promuovere l’individuazione di un soggetto collettivo di giovani che non nasca da una proiezione identitaria predefinita (partitica, ideologica, sociologica, ecc.), ma che trovi la propria identità in un percorso che parte dall’ emersione e definizione dei problemi, per passare poi alla progettazione e realizzazione delle azioni in un processo di confronto e negoziazione con i rappresentanti della politica istituzionale locale”, sembra sia stata confermata dalla concreta evoluzione del progetto. Infatti possiamo affermare che nove mesi sono stati sufficienti ad attivare un percorso che, per quanto limitato, ha sviluppato un processo molto generativo (tra giovani, tra politici, tra giovani e politici) e portato ad alcuni risultati interessanti anche se parziali. Il processo è significativo perché alcune decine di giovani si sono confrontati tra loro su alcune problematiche sentite a livello della comunità locale e hanno colto l’opportunità di confrontarsi e negoziare con dei politici locali. Ciò ha permesso di avvicinarsi alla politica attraverso una relazione con persone/politici che a loro volta hanno riflet-

tuto sulla valenza del loro ruolo e di come questo possa essere agito con modalità generative (o meno) per i soggetti, i gruppi, la comunità. Il processo è ancor più significativo perché tale confronto (tra soggetti, tra gruppi, tra gruppi e istituzioni) ha sortito delle decisioni comuni che sono in fase di realizzazione grazie alla connessione tra (giovani) cittadini e soggetti istituzionali (consiglieri comunali) in un’ottica di amministrazione condivisa e di sussidiarietà. I nove mesi non sono bastati perché le azioni siano già concretamente realizzate, ma in questo tempo si sono poste le basi perché nuovi soggetti collettivi (i gruppi di giovani) e un soggetto collettivo con nuova consapevolezza (la Commissione consigliare politiche giovanili) continuino le azioni intraprese e ne sviluppino altre in seguito con modalità sempre più democratiche e volte allo sviluppo della cittadinanza. Kurt Lewin nel 1948 sosteneva che “è errato presumere che gli individui, se abbandonati a se stessi, tendano a seguire, nella vita di gruppo, uno schema democratico”. La costruzione della democrazia, in particolare nella comunità locale, è lenta perché necessita di continue e soddisfacenti esperienze di negoziazione, di scambio, di cooperazione, di attenzione individuale, gruppale e comunitaria al bene comune. Rispetto alla relazione giovani e politica rimangono aperte alcune domande generative; il progetto, rispondendo ad

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alcune, ha stimolato una maggiore consapevolezza nella classe politica rispetto a come i giovani possono iniziare a rapportarsi all’amministrazione della cosa pubblica senza per forza dover rimanere nei clichè comuni e senza dover per forza accettare delle condizioni non condivise. Vive la speranza che la spinta data dalle domande generative aperte porti a continuare questo progetto nel quale la politica diventa la strada attraverso la quale i giovani possano far emergere i propri bisogni e progettare le strade risolutive in dialettica con la comunitĂ tutta.

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