Gazzetta dello sport

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www.gazzetta.it venerdì 12 ottobre 2012 1,20 €

REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 TEL. 0262821 REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 TEL. 06688281 POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO

n 242 anno 116 ­ Numero Anno

Desert Boot Amber Gold

ITALIA

info@asak.it - clarks.it

MONDIALE 2014 ALLE 19 (DIRETTA SU RAI 1) GLI AZZURRI A YEREVAN

l’Analisi

ITALIA CERCASI

ORA CI VUOLE UN GIOCO di LUIGI GARLANDO

VINCERE IN ARMENIA PER RIPARTIRE

Piove a Yerevan. Battuta facile: smetterà? Perché all’orizzonte si staglia carismatico il monte Ararat, sul quale approdò l’arca di Noè dopo il diluvio. E’ qui che Cesare Prandelli, patriarca azzurro, prova a ricominciare. Cerca l’Italia dell’Europeo.

Prandelli: «E’ la svolta». Balotelli in dubbio: ha l’influenza. L’Under (ore 21, Rai 3) nell’andata dei playoff contro la Svezia CECCHINI, ELEFANTE, VERNAZZA PAGG. 6­9, BIANCHI PAG. 17

3 Azzurri in allenamento a Coverciano ANSA

L’ARTICOLO A PAGINA 17

IN PRIMO PIANO SI TRATTA PER IL FUTURO ROSSONERO Mel

MILAN

D’ARABIA Berlusconi vuole cedere il 30% della società rossonera per 250 milioni di euro. In pole position il Fondo Sovrano del Qatar con cui i contatti sono continui. Gli sceicchi sono interessati al club, allo stadio di proprietà e alla tv

BOCCI, LAUDISA ALLE PAGINE 2­3

3 Silvio Berlusconi in una elaborazione grafica (elab. RASTABBBELLO) IL PRIMO OBIETTIVO TUTTO SULL’EX DEL BARÇA

L’INCONTRO CON GUARDIOLA ENTRO UN PAIO DI SETTIMANE A PAGINA 3

FORMULA 1 DOMENICA GP IN COREA

CICLISMO LE RIVELAZIONI DEI COMPAGNI DI SQUADRA E I LEGAMI CON L’ITALIA

Le frasi che incastrano Armstrong Nell’inchiesta anche la confessione di doping di Bertagnolli

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Hamilton: «Teneva l’Epo in frigo, vicino al latte». Hincapie: «Mi diede due fiale nel 2005». Landis: «Controllavo le sacche a casa sua»

9 771120 506000

Fernando Alonso, 31 anni. In testa al mondiale REUTERS

Alonso ci riprova «Con cinque podi il mondiale è mio» CREMONESI, DEGL’INNOCENTI, IANIERI ALLE PAG. 20­21

ALLE PAGINE 24­25

IL ROMPI PALLONE DI GENE GNOCCHI

BASKET EUROLEGA

TENNIS CHE FENOMENO

Milano e Siena Federer record 300 settimane tocca a voi! da numero 1 Cantù va k.o. BARTEZZAGHI, ORIANI PAGINE 26­27

MARTUCCI A PAGINA 31

Gianluca Basile, 37 anni LIVERANI

Roger Federer, 31 anni. Svizzero AP

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Galliani a New York: «E’ vero, incontrerò Guardiola, ma per chiedergli un prestito».

ESCLUSIVO

DEL PIERO La sveglia suona alle 6.30 Alessandro Del Piero al Sydney OLIVERO A PAGINA 12

IL LUTTO AVEVA 73 ANNI

Addio Haller 3 scudetti con Juve e Bologna LICARI A PAGINA 13

INTER SERVE O NO?

Sneijder fuori Senza di lui quattro vittorie DALLA VITE A PAGINA 15

SU SPORTWEEK

PARLA IL PUGILE GAY Domani a € 1,50 con la Gazzetta


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PRIMO PIANO

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IL NUMERO

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milioni di euro è la valutazione della società Milan secondo Forbes, la più importante rivista di economia e finanza: il club rossonero è il club calcistico più «ricco» d’Italia e sesto del mondo, dietro Manchester United, Real Madrid, Barcellona, Arsenal e Bayern Monaco (tutti club che hanno uno stadio di proprietà)

Milan, si 4fa ava Club, stadio e tv Dagli sceicchi pronti 250 milioni

Possibile una cessione del 30% al fondo della famiglia Al Thani, la stessa che controlla il Psg ALESSANDRA BOCCI CARLO LAUDISA MILANO

Un piano per tornare al top, in tempi brevi. Un Milan d’Arabia per convogliare capitale fresco nelle casse rossonere e avere un budget di spesa degno di un club che secondo la rivista Forbes vale oltre 764 milioni di euro. Berlusconi valuta la sua creatura un po’ di più (circa 800 milioni), ma non intende cederla completamente. Esiste invece un progetto di cessione di una quota di minoranza, intorno al 30 per cento, e i contatti con il Fondo Sovrano del Qatar sono ormai costanti. L’obiettivo è di avere denari freschi per 250 milioni di euro. Ma allo studio ci sono più varianti. Rilancio All’inizio possono es-

serci in comune progetti immobiliari. È la formula scelta dall’Inter per far entrare un gruppo cinese in società: il Milan potrebbe fare lo stesso con il fon-

do arabo e lanciare così anche il progetto stadio nuovo che tanto sta a cuore a Barbara Berlusconi. Stadio nuovo o San Siro rimesso a nuovo. Ma questo sarebbe soltanto l’inizio, perché al gruppo qatariota interessa entrare non soltanto nel calcio italiano (possiede già il Psg), ma anche nel mercato televisivo. Grandi movimenti finanziari si sviluppano intorno al Milan. Il sentiero è tracciato: visti i bilanci della galassia Fininvest, difficilmente il Milan potrà permettersi di tornare alle spese di un tempo, a meno di ricorrere al patrimonio personale dei membri della famiglia Berlusconi. Cercare di coinvolgere investitori stranieri in grandi progetti, mantenendo di fatto il controllo del club, è

In vista anche una collaborazione tra Mediaset e Al Jazeera sul fronte mediatico

considerata la scelta migliore. Certo, investire in un settore in perdita come il calcio italiano (peraltro con una quota di minoranza), non è nello stile dei magnati del Qatar. Ma quel che interessa è un’espansione nel settore della comunicazione. Investire nel Milan significa interagire con Mediaset. Non a caso di recente s’è parlato di una collaborazione tra la tv di Cologno Monzese e Al-Jazeera, il colosso televisivo della famiglia Al Thani, autentico ponte mediatico tra il mondo arabo e l’Occidente. Pazienza Serve discrezione per operazioni tanto delicate. Così si sa e si saprà sempre poco delle trattative in corso, e Galliani ieri si è limitato a una dichiarazione quasi noncurante: «Non c’è niente di vero, ma non si può stare a smentire tutto». Si riferiva all’affare arabo, ma anche alle indiscrezioni su un’offerta arrivata dalla Russia. La trasferta di piacere di Silvio Berlusconi a casa Putin infatti ha riacceso le voci sull’interes-

I NUMERI

243

milioni di euro sono i ricavi del Milan riferiti al bilancio del 2011 (l’ultimo approvato)

22,2

milioni sono i tifosi del Milan in Europa, secondo uno studio di Sport+Markt

46

miliardi di euro è il patrimonio stimato di Qatar Investment Authority, il fondo sovrano del Qatar, presieduto dallo sceicco Hamad bin Jassem bin Jabr Al Thani, primo ministro del Paese

samento di Gazprom e altri investitori russi. Però al momento sono arabi i candidati più vicini a un ingresso in società. Decisioni Il piano arabo potrebbe portare circa 250 milioni nelle casse del Milan, nelle quali lo scorso anno la famiglia Berlusconi ha depositato altri 80 milioni per ripianare i conti. Le cessioni di Thiago Silva e Ibrahi-

movic hanno fatto il resto, con il conseguente pareggio di bilancio. Ma questa politica non va necessariamente d’accordo con grandi risultati sportivi. Altre volte il Milan ha imboccato e poi abbandonato la via dell’austerity. Nel 2001, quando già i conti delle sue società consigliavano moderazione, arrivò il sussulto di Silvio Berlusconi, che a sorpresa acquistò Rui Co-


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Una veduta dello skyline di Doha, capitale del Qatar AFP

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SCEICCHI IN EUROPA

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DOPO LE FRASI D’AFFETTO PER IL MILAN

Chi crede a Ibra? Galliani svicola I tifosi: bugiardo

S Manchester City Mansour bin Zayed Al Nahyan (nella foto), sceicco degli Emirati Arabi, è il proprietario del Manchester City dal 2008

nti il Qatar 4

Zlatan Ibrahimovic, 31 anni, al Psg da luglio PHOTOVIEWS MARCO PASOTTO MILANO

APPUNTAMENTO A NEW YORK FRA DUE SETTIMANE?

LA SCHEDA

Pep Guardiola (nella foto LINGRIA), 41 anni, ha allenato il Barcellona dal 2008 al 2012: in 4 stagioni ha vinto, tra l’altro, 3 campionati spagnoli, 2 Champions, 2 supercoppe europee e 2 Mondiali per club. Dopo l’ultima stagione, si è preso un anno sabbatico: attualmente trascorre la maggior parte del suo tempo a New York

Silvio Berlusconi, 76 anni, con Hamad bin Jassem bin Jabr Al Thani, 53, premier del Qatar ANSA

sta per 35 milioni di euro, l’affare più costoso della sua storia. E un paio d’anni fa, in momenti di proclamata necessità di risparmio spuntarono dal cilindro Ibra e Robinho. Adesso l’austerità sembra totale, ma Berlusconi non si rassegna a un ruolo di secondo piano nel calcio. L’antidoto è proprio la caccia ai capitali stranieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La rotta non cambia: dritti su Pep MILANO

Il viaggio non s’ha da fare, per il momento, ma non è detto che non si faccia più: Adriano Galliani e Pep Guardiola potrebbero incontrarsi fra un paio di settimane a New York, anche se le indiscrezioni pubblicate ieri hanno colto di sorpresa l’entourage dell’ex tecnico blaugrana. Ma il Milan è deciso a fare un tentativo per il futuro e Galliani potrebbe presto prendere un aereo per New York. «Di solito ci vado a trovare mia figlia», ha detto ieri a Sky. Diciamo che potrebbe essere un viaggio di vacanza-lavoro. Corsa affollata Il fatto di rimandare una prima, reale presa di contatto con Pep potrebbe anche essere legato a un’evoluzione societaria: se davvero l’accordo con il fondo del Qatar si concludesse in tempi brevi, il Milan avrebbe basi più solide per preparare un progetto che possa interessare Guardiola e convincerlo a stoppare i tanti tentativi dei club inglesi. In prima fila ci sono Arsenal e Manchester United, perennemente alla ricerca dell’erede per i rispettivi grandi vecchi

Malaga Lo sceicco Abdullah bin Nasser Al Thani (Qatar) dal 2010 controlla il Malaga, prossimo avversario del Milan in Champions

(Wenger e Ferguson) che però sembrano sempre destinati alla pensione e sono ancora in sella. Il Tottenham s’è già fatto avanti, il Chelsea ha soldi e ambizioni a palate. Ma Guardiola non valuterà soltanto la convenienza economica dell’incarico: Pep vuole qualcosa di affascinante, e il Milan può puntare su un fascino che all’estero resiste. Piano S Berlusconi vuole che il

suo braccio destro provi a convincere Guardiola. Al momento l’attenzione è concentrata sulla necessità di preservare Allegri il più possibile, ma, con o senza un traghettatore, per la prossima stagione si cambia. Un piano B, con i problemi di questo periodo, non è stato ancora preparato. però se Pep dovesse restare un sogno è facile immaginare che il Milan busserebbe alla porta di Spalletti. Quanto alla voglia di tornare al Milan dei milanisti, Filippo Inzaghi è l’allenatore del futuro, ma adesso il Milan ha altri progetti. Il rilancio è necessario in tempi brevi, perché un club perdente non piace a nessuno. Tantomeno agli sponsor. al.bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

S Getafe Lo sceicco Butti bin Suhail Al Maktoum (Emirati Arabi) dal 2011 controlla il Getafe attraverso il Royal Emirates Group

S Barcellona Dal dicembre 2010, la Qatar Foundation è il main sponsor sulle maglie del Barcellona (primo della storia): accordo per 30 milioni all’anno per 5 anni

Le reazioni del giorno dopo? Piuttosto freddine. Le bombe lanciate da Zlatan Ibrahimovic dal ritiro svedese non hanno poi avuto tutta questa eco. Probabilmente perché un suo ritorno al Milan in questo momento presenta un livello troppo alto di irrealizzabilità. Ieri, fuori dai cancelli di Milanello ad esempio, i discorsi dei fedelissimi che stazionavano a caccia di autografi erano i soliti degli ultimi tempi: pochi gol, difesa ballerina, Allegri colpevole o innocente a seconda dei casi. La parola Ibra è circolata poco. E Galliani, dal canto suo, non ha provveduto a fare chiarezza visto che nel lasciare il centro sportivo rossonero, a domanda specifica, si è limitato a rispondere un frettoloso «arrivederci». Liquidato in poche righe Per quanto riguarda il versante francese, a parte l’ovvio tentativo di minimizzare la questione da parte di Leonardo, gli organi di stampa hanno dato pochissimo risalto alle esternazioni di Zlatan. In particolare: L’Equipe ha liofilizzato tutto in un box di circa quindici righe a pagina 6, mentre Le Parisien — quotidiano molto vicino al Psg — non è andato oltre una «spalla» di trenta righe. Una «sotto-esposizione» mediatica che probabilmente mira a non enfatizzare troppo una situazione scomoda. Ma può anche darsi che Ibra non sia proprio stato preso sul serio. «Mercenario» Un po’ come dev’essere avvenuto in Italia fra i tifosi. Chi si aspettava di trovare su Facebook inni al ritorno dello svedese è rimasto deluso. Niente gruppi tipo «Ibrahimovic torna da noi», ma un certo scetticismo diffuso. Basta dare uno sguardo al nostro sito, Gazzetta.it, dove i commenti dei lettori parlano di «esternazioni per allocchi» e di «manovra creata ad arte per preparare il prossimo contratto col Psg». Un termine ricorrente nei confronti di Zlatan è infatti «mercenario», ma lo descrivono anche come «opportunista», «bugiardo» e in diversi assicurano che «le bandiere vere seguono la propria squadra anche in B». Chiaramente c’è anche chi lo difende e lo riprenderebbe a occhi chiusi, ma è la minoranza. Per la maggior parte del popolo rossonero, Ibrahimovic è un capitolo chiuso. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE A

Allegri-Galliani ancora coppia fissa Dopo la cena della riconciliazione, insieme a Milanello. E Pato segna sotto gli occhi dell’a.d. MARCO PASOTTO MILANO

Ristorante super segreto, e super segreti anche alcuni dei contenuti affrontati lungo la serata. Ma, a quanto pare, la cena dell’altra sera che ha avuto per unici commensali Adriano Galliani e Massimiliano Allegri è stata proficua. Un tête-à-tête cordiale e utile per fare un punto della situazione e scambiarsi informazioni guardandosi negli occhi senza filtri, senza altri interlocutori. Sul piatto, oltre alle pietan-

Nocerino deluso: «Devo ammettere che non mi vedo bene in questo modulo» ze, più o meno tutto il menù che propone il mondo Milan in questo periodo tribolato. Comunque, nessun trattamento ruvido da parte dell’a.d. rossonero nei confronti dell’allenatore. Quello era avvenuto lunedì, e per chiarire adeguatamente i propri pensieri è sufficiente una ramanzina sola. Sistemazione Ciò che interessa

Che forma Pato, 23 anni, salta un compagno durante la partitella in famiglia di ieri pomeriggio a Milanello alla quale hanno assistito Adriano Galliani, Ariedo Braida e Massimiliano Allegri BUZZI

particolarmente a Galliani è avere da Allegri continue e dettagliate relazioni sullo stato di salute — fisico e mentale — della squadra, visto che nessuno come l’allenatore ha il

polso della situazione. Così, fra gli argomenti di discussione dell’altra sera, ci sono stati le preoccupanti palle inattive, l’altrettanto preoccupante involuzione di Boateng e soprattutto le enormi difficoltà in zona gol. Dirigente e tecnico hanno parlato molto di sistemazione in campo, di approccio alla fase offensiva e della possibilità di variare modulo, a seconda delle esigenze, di gara in gara o durante una stessa partita.

INCONTRO COI TIFOSI

Bojan: «Allegri non è il nostro problema»

Fiducia Per quanto riguarda il

futuro di Allegri, la linea di pensiero e la filosofia societaria non sono cambiate. Galliani ha ribadito la fiducia all’allenatore, da parte sua e da parte della proprietà (come aveva già detto l’a.d., «nei confronti di Allegri fra me e Berlusconi c’è piena unità di intenti»). La linea è la stessa emersa in quest’ultimo periodo: il Milan è intenzionato ad andare avanti con lui, perché nella stagione del reset sarebbe troppo facile gettare subito la croce addosso all’allenatore. Ma ovviamente Allegri è legato ai risultati. In caso di sprofondi con Lazio o Malaga la situazione diventerebbe incandescente e molto probabilmente irreparabile, sebbene Galliani si renda perfettamente conto che il calendario è destinato solamente a peggiorare. Sulley scalpita Intanto ieri po-

meriggio il numero due di via Turati si è presentato a Milanel-

Bojan Krkic, 22 anni LAPRESSE (s.g.) «Non è Allegri il problema del Milan». Nello Store rossonero per incontrare i tifosi, Bojan dà un calcio alle voci che vorrebbero Guardiola in arrivo a Milano («si dice, ma non si sa se è vero») e si schiera in difesa, del suo allenatore: «Un grande che rispetto per tutto quello che ha fatto al Milan». E' per questo rispetto che dribbla su Guardiola: «E' stato un mio allenatore, ha vinto tanto, ha dato tanto al Barcellona. Non è compito mio stabilire se in un momento di difficoltà sia giusto cambiare in panchina o meno, io dico che il problema siamo noi: dobbiamo mettere più attenzione in diverse fasi della gara. E avere la fortuna di segnare. Dico anche però che non meritavamo di perdere il derby. Ma non è solo colpa dell'arbitro».

lo in occasione della partitella in famiglia. Un modo per dimostrare alla squadra la vicinanza della società e anche per rendersi conto delle condizioni di Pato. Galliani, apparso piuttosto rilassato, ha guardato la partita accanto ad Allegri e Braida, e ha finalmente visto sbloccarsi gli attaccanti. E’ finita due a due con doppietta di Pazzini da una parte, e gol di Pato e Robinho dall’altra. Segnali confortanti da entrambi i brasiliani e pure da Muntari, che continua a migliorare a vista d’occhio: il ghanese potrebbe bruciare le tappe e rientrare già a fine novembre. Nel lasciare Milanello Galliani ha fatto una battuta a proposito della cena dell’altra sera con Allegri: «Se abbiamo mangiato cacciucco o paella? — ha scherzato a Sky, con riferimento ad Allegri e Guardiola — Assolutamente il cacciucco, anche perché la paella è valenciana...». La fatica di Antonio Dunque

menù livornese, che però sembrerebbe un po’ indigesto per Nocerino. Ieri il centrocampista rossonero ha spiegato a Milan Channel: «Io faccio fatica come tutta la squadra, però devo ammettere che non mi vedo bene in questo modulo, sarei ipocrita se dicessi il contrario. Ci sono giocatori che sono più adatti di me a giocare con questo schema. Comunque tocca a me far cambiare idea all’allenatore in vista delle prossime partite». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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QUALIFICAZIONI MONDIALI NAZIONALE COSI IN CAMPO A YEREVAN (ORE 19 ITALIANE)

GDS

Italia, Armeno questa! Prandelli: «È la svolta, ci giochiamo tanto» «Sto vedendo un piglio diverso, non lavoriamo bene: di più» Marchisio: «Juventini raccomandati? No, siamo lavoratori» DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA ELEFANTE YEREVAN (Armenia)

O svoltare, o sbandare. Il guidatore ha studiato la strada e soprattutto gli ostacoli disegnati sulle carte del percorso: meglio dirselo subito, che non sarà una passeggiata. «E che ci giochiamo tanto», dice Cesare Prandelli. «Ma la squadra in questi giorni mi ha dimostrato di saperlo, e questo è importante». Se poi lo capiscono anche gli altri, tanto meglio: «Perché non è questione di essere più preoccupato di due anni fa:

non ho paura, ma il nostro cammino può diventare più facile se tutti si rendono conto che questo è un girone impegnativo e che le nostre avversarie si possono considerare tutte squadre emergenti. Non lo dico io, ma le loro ultime partite». Un piglio diverso La squadra lo sa, dice il c.t., e si è regolata di conseguenza: «Dal primo giorno di questo ritiro ho visto un piglio diverso rispetto a settembre, un’attenzione e un’intensità particolari negli allenamenti. La squadra non ha lavorato bene: di più. Insomma, c’è la

consapevolezza di essere a un momento di svolta nel nostro cammino». Perché l’Italia di settembre stavolta potrebbe non bastare, esattamente come non bastò quella di Sofia per vincere: «E non è questione di ritrovare il gioco, ma l’intensità del nostro gioco. Lo abbiamo cercato anche un mese fa, ma a un ritmo troppo basso: è stato come non realizzare affatto il nostro pensiero». Che raggiunse forse la sua massima espressione il giorno di Italia-Germania all’Europeo, «ma se quella è la partita che ci è rimasta negli occhi, dobbiamo ricordare

che fu un po’ il punto finale di una cavalcata: il vero punto di riferimento sono le gare precedenti, quelle che ci diedero la certezza di poter fare un grande Europeo». A un altro ritmo Prandelli dice ritmo, e diventa un po’ la sua password del giorno: «Dobbiamo giocare a un ritmo più alto perché così possiamo sfruttare meglio le nostre qualità. Perché loro, che sono organizzati e molto interessanti tecnicamente, sanno alzare il ritmo a gara in corso. Dunque perché ci aspetta una sfida che sarà fat-

ta anche di capovolgimenti di fronte: essere preparati, sapersi adeguare pure da questo punto di vista, significherà anche riuscire a mantenere equilibrio». Senza fare dell’Armenia un’avversaria improvvisamente temibile, «ma ricordando che il fatto di essere vicecampioni d’Europa non ci autorizza a non avere massimo rispetto di tutti. Tanto più di una squadra moderna, in evoluzione, che ha nei quattro uomini offensivi il punto di forza, perché non danno riferimenti e sanno come attaccare gli spazi». Macché favoritismi Poi verrebbe voglia di attaccare anche a Prandelli, quando il discorso scivola sui presunti favoritismi agli juventini quanto a tempi e modi di allenamenti. Però alla fine la ripartenza del c.t. è soprattutto un sorriso sarcastico: tradotto suonerebbe più o meno «guarda cosa mi tocca sentire», ma il ruolo gli impone una spiegazione articolata. «Queste sono le cose che non fanno bene al calcio: il fatto di voler inventare polemiche che non

esistono. Da due anni i miei giocatori sanno di dover venire in Nazionale con i compiti da casa: i primi due giorni sono dedicati al recupero dopo le partite e se sono loro a dirci cosa è meglio fare, è un vantaggio per tutti e non vuol dire dare un vantaggio a qualcuno. Poi, completato il recupero, è evidente che tocca a me allenare tutti con l’intensità giusta». Urlo Marchisio Al diretto interessato Marchisio, invece, non viene neanche da sorridere ironicamente: nessuna voglia di farsi tirare per la giacca restando in silenzio. «Quello che alcuni hanno chiamato defaticante, in realtà era un allenamento normale e non è una novità che i preparatori chiedano a noi, tutti noi, cosa è meglio fare. Sono frasi che aggiungono peperoncino a Juve-Napoli di sabato prossimo, ma noi qui in Nazionale ci scherziamo sopra. Paura della Juve? Siamo campioni d’Italia e ci vogliono battere tutti, basta non fraintendere: non siamo dei raccomandati, siamo dei lavoratori». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ARMENIA L’«AMERICANO» E’ IL CAPOCANNONIERE DEL CAMPIONATO RUSSO

Occhio a Movsisyan: segna più di Eto’o DAL NOSTRO INVIATO

SEBASTIANO VERNAZZA YEREVAN (Armenia)

Attenzione all’«Americano». Se Henrikh Mkhitaryan — ragazzo prodigio dello Shakhtar di Lucescu in Ucraina — è la mente dell’Armenia, il 25enne centravanti Yura Movsisyan ne rappresenta il braccio. Lo chiamano l’«Americano» perché è cresciuto negli Stati Uniti, in California, nell’area di Los Angeles. Ha studiato e giocato nell’High School di Pasadena, città in cui si disputò la finale Mondiale 1994, si è formato nel campionato a stelle e strisce (Kansas City Wizards e Real Salt Lake), è passato per la

Danimarca (Randers) ed è approdato in Russia, al Krasnodar.

sia scoppiata una polemica per il caro biglietti: in Armenia gli stipendi medi sono molto bassi, intorno ai 300 euro al mese.

Caro biglietti Oggi Movsisyan è

capocannoniere del campionato russo con 9 gol, due in più di Eto’o all’Anzhi. E’ svelto e potente. Per un po’ si è barcamenato tra Usa e Armenia, non sapeva per quale nazionale giocare. Privilegiare la patria adottiva o quella di famiglia? Buona la seconda. Con la maglia dell’Armenia ha messo dentro 5 reti in 17 partite, quattro nelle qualificazioni a Euro 2012. Barzagli e Bonucci faranno bene a non sottovalutarlo allo stadio Hrazdan, dove sono attesi circa 40 mila spettatori, nonostante

Pro Italia Mercoledì sera, all’ae-

Yura Movsisyan, 25 anni IPP

roporto, c’erano circa 300 persone ad attendere lo sbarco degli azzurri. Bandiere, feste, richieste di foto e di autografi. La cosa ha solleticato il patriottismo di tanti connazionali. «Venduti al nemico», l’offesa più gentile. Vardan Minasyan, c.t. dell’Armenia, minimizza: «Parliamo di una minoranza. Vedrete che cosa succederà nelle piazze se batteremo l’Italia». Minasyan omaggia Prandelli: «Ha cambiato l’Italia. Non siete più la squadra del catenaccio. Al-

l’Europeo avete dimostrato flessibilità e voglia di attaccare. Dovremo essere aggressivi su Pirlo, la fonte del vostro gioco». Corsa e testa: «Il gioco degli scacchi insegna che tutto viene dalla mente». L’Armenia si è data un’organizzazione, poco fuori Yerevan c’è la locale Coverciano. Si chiama Technical Center-Football’s Academy, consta di 5 campi e di tutto ciò che altro serve, albergo e ristorante inclusi, ed è stata inaugurata due anni fa, presente Michel Platini in persona. Il presidente discusso Una brutta storia però agita in qualche modo il calcio armeno e coinvolge il presidente della federa-

zione, il 49enne Ruben Hayrapetyan, soldato dell’Armata Rossa quando l’Armenia faceva parte dell’Unione Sovietica, e oggi ricco imprenditore e uomo politico. Il suo impero economico spazia dal tabacco al gas, dai minerali al turismo e al tessile. Il 17 giugno scorso, dentro un ristorante di sua proprietà, è stato ammazzato un medico militare e due colleghi della vittima sono stati malmenati. Il «movente» non è chiaro. Secondo alcuni l’assassinio è imputabile alle guardie del corpo di Hayrapetyan, che però ha scagionato i suoi guardaspalle e ha smentito con forza di essere coinvolto nell’omicidio. Hayrapetian non è indagato per l’accaduto. Gli avvocati della famiglia dell’ucciso accusano la polizia di non condurre le indagini nei dovuti modi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Balotelli azzurro, l’unico ostacolo è l’influenza Mario sta male, ma si è allenato e può farcela E con la maglia azzurra, solo Pirlo fa meglio DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO CECCHINI YEREVAN (Armenia)

La squadra azzurra nell’ultima rifinitura di ieri sera a Yerevan AFP

IN ALLENAMENTO COLPO PER OSVALDO, MA CI SARÀ

Riecco Criscito: sarà titolare «Mesi duri, ma ora sono felice» YEREVAN (Armenia) All’ultima azione della rifinitura di ieri sera, Prandelli ha temuto di perdere in un colpo solo la sua coppia di attaccanti. Perché Balotelli continuava a tossire combattendo con l’influenza e Osvaldo aveva appena preso una tacchettata sulla tibia destra da Sirigu. Niente di grave, si è capito in fretta: il romanista ce la farà, per Mario deciderà il termometro fra stamattina e oggi pomeriggio. E’ l’unico dubbio che resta al c.t., che già da giorni aveva deciso il rientro da titolare di Mimmo Criscito, in base al principio che ieri il c.t. ha esposto in risposta ad una domanda sulla convocazione di Ranocchia: «Se da mesi gioca nel suo club, come altri indagati, perché noi non dovremmo poterlo convocare? Nessuno va condannato prima di un giudizio definitivo». E’ proprio quello che non è andato giù a Criscito: «Non nascondo che sono stati sei mesi difficili, anche perché sono stato descritto diversamente da come sono. Essere di nuovo qui non è una rivincita: era un obiettivo. Ora è tutto alle spalle: devo

Domenico Criscito, 25 anni FORTE dimenticare il passato e pensare solo al presente. Non mi resta rabbia, solo la felicità di essere di nuovo in Nazionale: per restarci a lungo, spero, ma starà a me avere lo spirito giusto, quello di riconquistare questa maglia gara dopo gara. Con Prandelli ho parlato, ma non c’era nulla da chiarire: lui è felice, io anche, ora abbiamo lo stesso obiettivo, che si chiama Brasile 2014». ma.cec.-a.e.

Come spesso capita prima delle partite della Nazionale, abbiamo una preghiera laica da indirizzare in silenzio al giocatore più atteso. Problema: a quale immagine la eleviamo? A quella che lo vede commosso tra le braccia di sua madre nella notte più bella del calcio azzurro degli ultimi 6 anni? Oppure a quella che lo rivela sorridente e perso nelle spire del fumo di una sigaretta? O forse a quella che lo vede baciare la sua ex/futura promessa sposa che lo renderà presto padre? Confessiamo di non saperlo. Mario Balotelli ha due virus che convivono nel suo corpo: l’uno lo rende incostante, l’altro — il più recente — lo mette in dubbio per la sfida di stasera con l’Armenia. Pronto Giovinco Partiamo da qui. Da un allenamento completato ma terminato dicendo al medico di essere a pezzi. «Mario ha l’influenza e sta così così — dice infatti il professor Castellacci —. Spero che una dormita e una sudata gli bastino. Ha la possibilità di farcela». Ma Prandelli pensa all’alternativa, che sembra essere Giovinco, ovvero un attaccante fisicamente speculare rispetto a Mario. Inutile dire, però, che si farà di tutto per recuperare Balotelli, il suo peso, la sua forza, che a guardare bene si nasconde anche in tutte quelle foto che hanno scandito il trascorrere degli ultimi mesi, nelle istantanee ci riportano alla doppietta contro la Germania all’Europeo, alle polemiche con Mancini per la sua condotta non da atleta, alle sue incertezze sul futuro che incombe.

Casa azzurra In fondo, a pensarci bene, si scopre che la squadra in cui Balotelli è stato più sereno, più vicino al paradigma che tutti gli innamorati del calcio vorrebbero rappresentasse, è stata proprio la Nazionale. Fateci caso: tra Inter e City, in tanti sono pronti a raccontare aneddoti di bizze e umori malsani. Nella Casa Italia preparatagli da Prandelli, persino il lungo ritiro dell’Europeo è stato metabolizzato solo con briciole d’intemperanza giovanile. Voto oro Al netto di sim-

patie e antipatie, i

«Sta così e così», dice Castellacci. Se non dovesse recuperare, è pronto Giovinco za alle prestazioni in azzurro che per quelle messe in vetrina col City. Logico però che tutto questo non basti. L’Italia che nel 2010 era nato sull’asse Cassano-Balotelli ha già perso (per ora) un protagonista. Prandelli infatti sa creare ambienti «giusti», ma non fa sconti. Non può. E ieri, a netto della febbre, è stato il giorno dell’incoraggiamento: «Ha fatto una settimana di allenamenti molto importante, soprattutto dal punto di vista della concentrazione. Con lui ho parlato solo di calcio e non di altro». Una cosa è certa: avendo scoperto all’improvviso che la strada per il Mondiale è più scoscesa del previsto, stasera l’Italia ha bisogno di Balotelli più che mai. Lontano dai gossip e dai veleni del calcio settimanale, chissà che Mario non bruci (anche) di quella febbre azzurra che gli gonfia silenziosamente il cuore. L’Italia è sua: è arrivato il momento di prendersela per non lasciarla mai più.

Mario Balotelli, 22 anni, attaccante PAOLUCCI

YEREVAN (Armenia)

Tre milioni in patria, circa dieci sparsi nel mondo. Sono gli effetti della diaspora armena. Un popolo in fuga da invasioni e genocidi. Armeni ovunque, dall’Europa alle Americhe. Anche in Italia. Per esempio, Paolo Kessisoglu, ex conduttore delle Iene, ha origini armene: in principio il cognome era Keshisyan, i suoi avi lo trasformarono in Kessisoglu per dribblare le persecuzioni. L’Armenia, indipendente dal 1991 dopo la fine dell’Urss, di cui fu una regione, e Paese di religio-

clic SAN LAZZARO, PEZZO D’ARMENIA IN ITALIA

Nella laguna di Venezia c’è uno dei centri di cultura armena più importanti: il monastero di San Lazzaro

ne cristiana, ha una storia complessa. Diplomazia Gli armeni vennero

massacrati dai turchi in due periodi. Il primo alla fine dell’Ottocento, il secondo nel 1915-1916. Impossibile stabilire il numero dei morti. La Turchia continua a negare lo sterminio. Tra i due Paesi sono stati fatti dei passi avanti grazie alla «diplomazia del pallone»: le partite per la qualificazioni al Mondiale 2010. I diplomatici, quelli veri, sussultarono quando il sorteggio mise Turchia e Armenia nello stesso gruppo. Si temeva il peggio, ma tutto andò bene. I ca-

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la guida La prossima sfida martedì a San Siro con la Danimarca GRUPPO B Partite giocate Bulgaria-Italia Malta-Armenia Danimarca-Rep.Ceca Italia-Malta Bulgaria-Armenia Classifica Italia Bulgaria Armenia Danimarca Rep.Ceca Malta

Pt 4 4 3 1 1 0

2-2 0-1 0-0 2-0 1-0

G 2 2 2 1 1 2

V 1 1 1 0 0 0

N 1 1 0 1 1 0

P 0 0 1 0 0 2

Gf 4 3 1 0 0 0

Gs 2 2 1 0 0 3

LE PROSSIME PARTITE Rep.Ceca-Malta

oggi, ore 18

Armenia-Italia

oggi, ore 19

Bulgaria-Danimarca

oggi, ore 20

Rep.Ceca-Bulgaria

16 ottobre

Italia-Danimarca

16 ottobre

Bulgaria-Malta

22 marzo 2013

Rep.Ceca-Danimarca

22 marzo 2013

Armenia-Rep.Ceca

26 marzo 2013

Malta-Italia

26 marzo 2013

Danimarca-Bulgaria

26 marzo 2013

Armenia-Malta

7 giugno 2013

Rep.Ceca-Italia

8 giugno 2013

Danimarca-Armenia

11 giugno 2013

Italia-Bulgaria

6 settembre 2013

Malta-Danimarca

6 settembre 2013

Rep.Ceca-Armenia

6 settembre 2013

Armenia-Danimarca 10 settembre 2013 Malta-Bulgaria

10 settembre 2013

Italia-Rep.Ceca

10 settembre 2013

Malta-Rep.Ceca

11 ottobre 2013

Danimarca-Italia

11 ottobre 2013

Armenia-Bulgaria

11 ottobre 2013

Bulgaria-Rep.Ceca

15 ottobre 2013

Danimarca-Malta

15 ottobre 2013

Italia-Armenia

15 ottobre 2013

A PLZEN

Vydra guida l’attacco ceco contro Malta Un ex italiano cerca di far meglio dell’Italia. È Matej Vydra, 20 anni, centravanti ceco: proprietà Udinese, segna tanto nel Watford di Zola e proverà a farlo anche in Nazionale. Alla sua terza presenza, alla Doosen Arena di Plzen contro Malta, il c.t. Bilek gli darà un posto al centro dell’attacco, al fianco di Pekhart. Restano assenti Rosicky e Pilar, sarà un buon test in vista della gara «vera» della Repubblica Ceca in questo turno di nazionali: martedì a Praga c’è la Bulgaria, gara chiave.

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IL PAESE OSPITANTE UN POPOLO IN FUGA, UNA CIMA CONTESA E IL CALCIO CHE FECE DIPLOMAZIA CON LA TURCHIA

Tre milioni in patria, 10 nel mondo Il Monte Ararat come simbolo

numeri raccontano come nelle 14 presenze in Nazionale santificate da 4 reti, Balotelli ha avuto una media voto pari a 6,38. Cioè la seconda tra coloro che qui in Armenia oggi proveranno la caccia ai tre punti. Come dire, meglio di Mario per la critica ha fatto solo un giocatore: Andrea Pirlo. Punto. E se questa può sembrare un’ottica viziata da italocentrismo, a sorreggerci arrivano quei giurati che inseriscono l’attaccante bresciano tra i 53 candidati al Pallone d’Oro, regalando la netta sensazione che tale menzione d’onore sia arrivata più in for-

LA GAZZETTA DELLO SPORT

A SOFIA

pitani si strinsero le mani, i presidenti delle nazioni sedettero vicini. I turchi vinsero 2-0 sia a Yerevan sia a Bursa, in casa loro.

Bojinov nell’attacco bulgaro Danimarca, dubbio Bendtner

Azerbaigian e Ararat L’Armenia

SOFIA Bojinov giocherà, Bendtner no. L’attaccante del Verona fa il suo rientro al centro dell’attacco di una Bulgaria alle prese con assenze importanti. Il neo acquisto della Juve spera di tornare protagonista (con la Danimarca di solito lo è) ma il ct Olsen frena. «Devo valutare con attenzione. Bendtner è importante per il nostro modulo, ma non viene utilizzato dal suo club, è fermo da mesi... Vedremo, voglio pensarci bene». Si fanno i nomi di due giovani, Jorgensen (21 anni) e Cornelius (19) entrambi del Copenhagen, ma potrebbe esserci l’avanzamento del duttile Krohn Dehli come spalla di Rommedhal. Della Bulgaria che ha

è in forte tensione anche con l’Azerbaigian, perché il Nagorno Karabakh è provincia armena in territorio azero. I turchi stanno con l’Azerbaigian. Sullo sfondo, il Monte Ararat, dove secondo la Bibbia si ritrovò Noé alla fine del diluvio. Gli armeni lo sentono come cosa loro, ma oggi la montagna appartiene alla Turchia e gli armeni ne soffrono. Il profilo dell’Ararat — che significa «luogo creato da Dio» — fa capolino nello stemma della federcalcio, si incunea dentro un pallone. Calcio e politica nel Caucaso, dove Europa e Asia si mischiano. s.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA

pareggiato con gli azzurri e battuto l’Armenia mancheranno 4 pedine: Veselin Minev e Dyakov, squalificati e i centrocampisti Sarmov e Gargorov, infortunati. ni.ce. COSI’ A SOFIA BULGARIA (5-3-2) Mihaylov;

Manolev, Bodurov, Y. Minev, Popov, Ivanov; G. Milanov, Gadzhev, Micanski; Bojinov, Popov. All. Penev. DANIMARCA (4-5-1) Andersen; Jakobsen, Okore, Agger, Wass; Rommedhal, J. Poulsen, Stokholm, Kahlemberg, Lorentzen; Khron Dehli. All. Olsen. ARBITRO Chapron (Fra).


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VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

QUALIFICAZIONI MONDIALI NAZIONALE

«Noi, bistrattati da Pallone d’oro» Marchisio: «Italiani spesso penalizzati. Pirlo lo merita». De Rossi raggiunge Tardelli no per risentire i soliti, fastidiosi ritornelli. Il terzo caso è quello di Montolivo, che oggi torna a riprendersi l’Italia in quel ruolo di trequartista che nell’era Prandelli ha ingoiato tanti prima e dopo di lui. Tutto sommato, Riccardo è stato quello che lo ha interpretato meglio, quello di cui il c.t. si fida di più. Il miglior motivo, quindi, perché la sfida con l’Armenia diventi la sua santificazione, visto che il campionato gli ha dato il volante del Milan più scalcinato degli ultimi anni.

DAI NOSTRI INVIATI

MASSIMO CECCHINI ANDREA ELEFANTE YEREVAN (Armenia)

Sembra quasi di vedere una nuvola galleggiare sulle loro teste. È impastata di pensieri, di ansie, di voglia di riscatto. L’Italia scopre un centrocampo attraversato da spinte centrifughe, se si eccettua forse la serenità operosa che vive Marchisio, che al massimo cova il rovello della sfida col Napoli in programma tra soli 8 giorni. Per il resto, il rosario composto da De Rossi, Pirlo e Montolivo racconta paradossi di gloria (lo juventino e il romanista, proprio insieme a Marchisio, sono inseriti nella lista dei 53 candidati al Pallone d’oro) e attualità non positive.

Sicurezza Marchisio In questo

Caso De Rossi Nell’occhio del ci-

clone c’è De Rossi più di tutti. Se si eccettuano le volte in cui è stato preservato per problemi fisici o impegni di Champions, il giallorosso non finiva in panchina nella Roma per scelta tecnica dalla stagione 2003-04, da quando cioè era ancora a caccia di un ruolo da protagonista. Domenica scorsa Zeman ha materializzato l’«offesa», condendola con un giudizio più pesante dell’estromissione: «Non si è allenato bene, pensa più a sé stesso che alla squadra». Nella spaccatura che si è venuta a creare, la dirigenza e gran parte dei tifosi si sono schierati dalla parte del boemo, e non è un mistero che alla Roma — complice un

Daniele De Rossi, 29 anni, ha debuttato in Nazionale il 4 settembre 2004 contro la Norvegia (2-1). Claudio Marchisio, 26 anni, ha esordito in azzurro il 12 agosto 2009: 0-0 con la Svizzera LRPHOTO-SYNC

bilancio in profondo rosso — nessuno farebbe le barricate per trattenerlo qualora arrivasse un’offerta degna del valore del giocatore. Ma il calcio non è solo numeri, e così non sappiamo come l’amarezza di De Rossi — che oggi aggancerà con 81

presenze tre mostri sacri come Tardelli, Bergomi e Franco Baresi — si trasformerà in energia azzurra. Pirlo & Monto Diversa la situazione di Pirlo, che invece soffre in modo quasi speculare. La accla-

rata indispensabilità alla Juve e alla Nazionale infatti, alla luce dei suoi 33 anni, lo mette al centro di polemiche sulla necessità di risparmiarsi. Possibile? L’universo azzurro dice forte e chiaro di no, ma ad Andrea basta una prestazione un po’ sottoto-

quadro fatto di luci e ombre, perciò, c’è bisogno di respirare la sicurezza di Marchisio, totem senza problemi nella Juve e nella Nazionale. «È una partita importante e difficile — spiega — anche ora nel calcio non esistono più avversari facili. Noi però ci siamo allenati bene e stiamo meglio di un mese fa, senza contare che ritroviamo il 4-3-1-2, cioè il modulo che conosciamo meglio. Tanti juventini in lizza per il Pallone d’oro? È un omaggio all’Italia, troppo spesso il nostro paese è bistrattato. E se è giusto premiare gli attaccanti perché sono spesso i più decisivi, bisogna anche ricordare che anche Pirlo quest’anno lo è stato sempre». Proprio vero. Forse non basterà per superare la concorrenza di Messi e Cristiano Ronaldo, ma per intimorire l’Armenia e rasserenare una mediana un po’ ansiogena probabilmente sì. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Taccuino INIZIATIVA A MILANO

Domani all’Arena «Arte e Sport» MILANO In campo per i bam bini. Domani, all'Arena civica di Mi lano, ecco «Arte e Sport», organiz zato da «Coraggio non sei solo». Dalle 17 alle 23 gare di atletica e par tite di calcio con varie squadre cit tadine (tra cui una Gazzetta). Dalle 18 mini incontri di bambini dai 4 ai 6 anni. L'incasso della manifestazio ne andrà al reparto di Neonatolo gia e terapia intensiva neonatale della clinica Mangiagalli di Milano. Info 023313172.

BOLOGNA

Natali operato Fuori 4-6 mesi BOLOGNA (n.z.) Dovrà re stare fuori dai 4 ai 6 mesi Cesare Natali, operato ieri a Bologna per la ricostruzione del legamento crocia to anteriore del ginocchio destro. Il difensore rossoblù comincerà la riabilitazione la prossima settima na. Anche il portiere Agliardi è ac ciaccato, ma dovrà stringere i den ti per le assenze di Curci e Stojano vic. Ed entro domani Portanova co noscerà il verdetto del Tnas sulla squalifica di 6 mesi per omessa de nuncia. Oggi doppio allenamento, domani amichevole a Reggio Emi lia.

SIENA

Doppio Larrondo in amichevole COLLE VAL D'ELSA (a.l.) Cinque gol del Siena nell'amichevo le di metà settimana contro il San Donato Tavarnelle (Eccellenza) gio cata ieri pomeriggio a Colle val d'El sa. In gol nel primo tempo Paolucci su rigore, doppietta di Larrondo e reti di Reginaldo e Terzi nella ripre sa. Siena con il 3 4 2 1.


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UNDER 21

«Voglio l’Italia che ha vinto in Olanda» Mangia si gioca l’Europeo nell’andata playoff con la Svezia. Borini ko: frattura allo scafoide la risonanza ha evidenziato una frattura pregressa.

DAL NOSTRO INVIATO

FRANCESCO VELLUZZI FRANCAVILLA AL MARE (Chieti)

Entusiasmo Il Boro vuol restare

Devis Mangia ha un approccio molto zen, sorridente e rilassato. Forse lo ha aiutato l’esperienza con Zamparini a Palermo dove la tensione è continua. Per lui il calcio va preso nella giusta misura. Ma oggi, alla guida dell’Under 21 nell’andata del playoff con la Svezia, si gioca tutto e il calcio italiano, uscito in rialzo da Euro 2012, deve confermare il trend di crescita perché altrimenti riprenderanno i soliti processi. Devis predica tranquillità: «Viviamole come due partite di calcio. Cerchiamo di far divertire la gente e prendiamole nel modo giusto». Non aspettatevi che dica anche «vinca il migliore». Mangia la grinta la trasmette eccome ai suoi. Li coccola e li carica, li sente vicini. Ha ereditato e riformato un bel gruppo: «La tensione sta salendo. Vorrei un’Italia come contro l’Olanda (il suo debutto 3-0 a Ferragosto a Leeuwarden). Ma sono consapevole del lavoro che abbiamo fatto, non sono preoccupato, anzi sono convinto della nostra qualità e del nostro sistema (il 4-4-2) che non cambio». Svezia Mangia ha studiato bene l’avversario che martedì riaffronterà a Kalmar. Scordiamoci la Svezia battuta 3-1 a Reggio Emilia nel marzo 2011. E’ cambiata: «Ha qualità, è tatticamente preparata, e fisicamente ben strutturata». Ha tre-quattro buoni giocatori: un esterno (Hamad), un fantasista (Ajdarevic), una punta che segna (Ishak). «Dovremo curare bene le palle inattive perché su quelle si può decidere la partita». Insomma non ci devono essere cali di concentrazione. L’Italia si presenta con un Insigne in più e un Verratti in meno: «Io sono contento, Verratti non l’ho mai avuto, Insigne non va troppo caricato di responsabilità e deve giocare per la squa-

la guida Ok Olanda e Spagna Oggi in programma altre cinque gare GIOCATE IERI SLOVACCHIA-OLANDA 0-1 Marcatori: Van Ginkel al 10’ e 37’ s.t. SPAGNA-DANIMARCA 5-0 Rodrigo al 16’, 18’, 21’ p.t., e al 21’s.t. OGGI Repubblica Ceca-Russia ore 16 Germania-Svizzera ore 18 Francia-Norvegia ore 18.45 Inghilterra-Serbia ore 19 Italia-Svezia ore 21 LA FORMULA Sette squadre accederanno alla fase finale del torneo (a cui si aggiungerà Israele, paese organizzatore dell’evento): negli spareggi doppio confronto ad eliminazione diretta. In caso di parità al termine della partita di ritorno vige la regola dei gol segnati in trasferta; se la parità persiste ancora si procederà con i tempi supplementari ed eventualmente i calci di rigore. Il ritorno delle gare è in programma la prossima settimana: lunedì 15 ottobre si giocherà Olanda-Slovacchia, tutte le altre si disputeranno il giorno successivo, compresa la partita dell’Italia in Svezia, alla Guldfageln Arena di Kalmar alle ore 18 italiane.

Devis Mangia, 38 anni PIERANUNZI

dra». In attacco Immobile e De Luca favoriti su Gabbiadini, mentre Borini, che doveva essere l’altro super rinforzo, è fuori dai giochi. Ha una frattura allo scafoide del piede destro. Qui non si è mai allenato,

a vedersi la partita. Perché in questa squadra c’è entusiasmo e c’è la carica della città di Pescara dove l’Under torna per la quarta volta in omaggio al dirigente Marinelli e al capo delegazione Gravina che è abruzzese. In squadra ci sono due ragazzi che hanno fatto la storia del club tornato in A: Insigne e Immobile. E tre che giocano qui, il portiere Perin, il difensore Romagnoli e soprattutto il centrale difensivo Capuano che è di Pescara: «Ci aspettiamo almeno 10 mila persone», dice. «Io ne vorrei un po’ di più» aggiunge Marinelli. Per la prima volta la Federazione

monta per l’Under il «Vivo Azzurro Puma Village» attorno allo stadio. Uno spazio per 4 mila persone. Ci giocheranno dalle 14 alle 20 più di 600 bambini che si sfidano in mini partite. Lo staff di Casa Azzurri ha pensato a tutto: animazione, gonfiabili, piccole porte, gadget, foto set, il biliardino gigante (domenica il village sarà all’Arena di Milano). La Qartiglia ha preparato arrosticini, salumi, formaggi e vini in quantità. Quasi una sagra. In tante scuole sono stati dati i biglietti. Non fa freddo, la gara è alle 21 e il sabato per molti è libero. Soprattutto tornano Insigne e Immobile, gli eroi dell’idolo Zeman. Tutto invoglia a uscire a riveder le stelle. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ORE 21 COSÌ IN CAMPO A PESCARA. IN TV SU RAI 3

GDS


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TRAPATTONI

QUALIFICAZIONI MONDIALI DAL NOSTRO INVIATO

il Film

PIERFRANCESCO ARCHETTI DUBLINO (Irlanda)

Quando diciotto anni fa i tedeschi si presentarono al cancello della sua villa, a Cusano Milanino, Giovanni Trapattoni non avrebbe mai pensato che quel sì l’avrebbe trasformato in un fenomeno internazionale che fa stupore ancora oggi, mentre rincontra la Germania. Franz Beckenbauer, Karl Heinz Rummenigge e Uli Hoeness — la triade onnipotente del Bayern — volarono a Milano e portarono via il più vincente dei nostri tecnici. Trap non era mai uscito dall’asse lombardo-torinese: giocatore del Milan, un’escursione al Varese, allenatore della Juve e dell’Inter con un carico illimitato di gloria e trofei. Va considerato il periodo: nel ’94 non era abitudine dei nostri calciatori espatriare (la legge Bosman non esisteva ancora), figurarsi gli allenatori: problemi di lingua, timori nel confrontarsi con altre culture, soldi. Quando Trap partì per la Germania, Fabio Capello, campione d’Europa col Milan, commentò: «Esperienza interessante, in fondo siamo nel Mec», come si chiamava il mercato comune europeo. Tre stagioni dopo, Trap vinse il titolo in Bundesliga; Don Fabio quello spagnolo con il Real Madrid, Alberto Bigon quello svizzero al Sion.

S Rummenigge «Ancora oggi è popolarissimo da noi: per la simpatia, per il suo spessore umano che per la gente conta più delle vittorie»

S Neuer «Ero un ragazzino quando allenava da noi, però mi ricordo la sfuriata celebre. Se l’Irlanda ha la sua energia, sarà dura».

LA VITTORIA IN BUNDESLIGA Festa e canti per il titolo 1996-97

LA CONFERENZA DI STRUNZ Trap conquista i tedeschi (’98)

A STOCCARDA Il ritorno in Germania (2005-06)

Infinito Trap «Questa partita vorrei giocarla io»

Innovatore Quello che i tedeschi

vedono adesso non è un Trap molto diverso. A 73 anni alza ancora il palleggio durante l’allenamento sotto la pioggia così fitta che sembra voler riempire il mare di fronte; ha un cappellino verde e la carica di quando batteva i pugni sul tavolo gridando Strruuunnz (10 marzo ’98), la simpatia di quando strillava Vola-re-oh-oh, sul balcone del municipio di Monaco, con i pantaloni di cuoio alla zuava. Cio-fanni, come lo pronunciano loro, ha sempre l’entusiasmo per spiegare tutto alla sua maniera, nel suo esperanto calcistico. «Good morning, guten Tag: I don’t make the miracoli» sussurra ora, per salutare e spiegare che non è un santo. In Baviera traduceva letteralmente aria fritta: gebratene Luft. E i teutonici che non avevano tale espressione idiomatica, si interrogavano: gebratene? Luft! Eppure lo chiamavano Maestro o Don Giovanni. Li incantava: venne presentato di venerdì 13, da loro non porta bene e disse: «Io sono nato con la camicia, come Leonardo da Vinci e Beckenbauer». Lo ripresero nel ’96, nonostante la fuga nella prima stagione, 60 posto, decisione già a dicembre di rientrare in Italia. Il secondo tentativo fu il migliore: tre titoli, campionato, coppa e supercoppa, l’addio nel ’98 nonostante altri due anni di contratto. Andò alla Fiorentina, perché «non posso morire tedesco». Nel 2005 tornò, per 8 mesi allo Stoccarda. Non funzionò però dopo la prima intervista disse: «È l’ultima volta che parlo in italiano: devo riappropriarmi della lingua».

L’ARRIVO A MONACO NEL 1994 Rummenigge presenta il Trap

Diciotto anni fa conquistò la Germania a suon di titoli e battute Ora allena l’Irlanda e arriva da rivale Giovanni Trapattoni, 73 anni, si infervora durante un allenamento della sua Irlanda

Presente A Monaco fuggiva da Astrid, maestra di tedesco «che mi voleva far ripassare anche prima di addormentarmi», o da Umberto, mite coetaneo «fissato con il futuro passivo». Insegnava la tattica del sandwich (banali raddoppi che i tedeschi non praticavano) e predicava la rotation, nonna del turnover. Declamava: «Non sarò solo pane e calcio. Anche birra». Sopportò alcune loro tradizioni, come la discesa del fiume cittadino sui tronchi; le visite all’Oktoberfest; la canzone da Natale da incidere senza play back (un successone: 120 mila copie); ma quando esplose per una critica da parte di suoi tre giocatori (Basler, Scholl e

Strunz), divenne immortale. Urlò frasi sgrammaticate che diventarono un cult e sono entrate nei vocabolari, come Ich habe fertig (voleva dire ho finito ma il senso e l’ausiliario sono diversi), Flasche leer (vuoti come bottiglie) e quello Strruuunnz che a noi fa ridere ma per loro significa poco. La Germania lo elesse personaggio dell’anno «per l’energia mostrata»; gli diede il Leone d’oro (premio televisivo); lo avvicinò a John Kennedy perché «nessuno straniero aveva parlato così forte al cuore dei tedeschi dopo il presidente americano nel ‘63». La nazione gli giurò rispetto eterno: nel 2005, quando Benedetto XVI fece il suo pri-

mo viaggio all’estero per la giornata della Gioventù di Colonia, Trap fu invitato a parlare di «come si allena la fede», in uno stadio e davanti a 50 mila giovani. «Il cardinale Ratzinger, già vescovo di Monaco, mi fece avere alcuni libri religiosi, li custodisco gelosamente». Maestro Il Cio-fanni tedesco è la prima versione dell’international Trap. Diventerà Joao al Benfica, quando ringraziò la Madonna a Fatima per il titolo riportato alla Lisbona rossa dopo 11 anni (2005); ancora Cio-fanni al Salisburgo, altro scudetto (2007). Oppure il Jo o Geeeeovanniii irlandese, colui che è salito sul monte sacro

dopo la qualificazione all’Europeo e che adesso vorrebbero buttare giù dalla rupe, dopo qualche sconfitta: «Se ne vada al Blackburn, che gli ha fatto un’offerta», scrivono i più velenosi. E lui tiene duro: «Vorrei giocarla io una partita così». Stasera Trap guarderà Löw e proverà a fargli rimangiare il senso di superiorità che costa sempre tanto ai tedeschi, quando vedono gli italiani. Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco: è la sua celebre massima che però a Monaco non sfoderava. Gatto in tedesco si dice Katze e la t si legge zeta. Strunz e Katze sarebbe stato troppo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA PARTITA IL TRAP: «DOVREI INZUPPARMI CON L’ACQUA SANTA». IL C.T. TEDESCO COCCOLA IL SUO CENTRAVANTI: «ANCHE IN ITALIA STA DIMOSTRANDO IL SUO VALORE»

Keane si blocca, Löw si gode il «fenomeno» Klose DAL NOSTRO INVIATO

DUBLINO

Due giri di campo, poi Robbie Keane si fa da parte. Il capitano salta Irlanda-Germania per un problema al tendine d’Achille. Con il forfait del miglior attaccante irlandese di sempre, 121 presenze e 54 gol in nazionale, salgono a sei le assenze per Trapattoni: gli altri infortunati sono i difensori

centrali St. Ledger e Dunne, i centrocampisti Whelan e McClean, l’altra punta Doyle. Trap commenta: «Dovrei inzupparmi con l’acqua santa, visto che sono credente». Vai Miro L’Irlanda ha iniziato il girone vincendo in Kazakistan 2-1 ed è seconda con la Svezia (una gara giocata). I tedeschi sono primi a sei dopo le vittorie contro Austria e Far Oer. Joachim Löw sarà senza Lahm,

squalificato, e gli infortunati Hummels e Gomez. Torna Schweinsteiger, prima volta dopo la semifinale europea contro l’Italia, mentre davanti Miro Klose, 64 reti, cercherà di avvicinarsi al record di Gerd Müller (68). In settimana Uli Hoeness, presidente del Bayern, ha sostenuto che i gol del laziale non valgono quelli del «Bomber der Nation», perché troppi sono stati segnati a squadre tipo Liechtenstein e si-

mili. Il c.t. ieri ha difeso la sua punta: «È un fenomeno per come segna anche in Italia: alla sua età tanti l’avevano già cancellato, invece Miro dà sempre tanto per il calcio tedesco». p.f.a. Così a Dublino, ore 20.45 IRLANDA (4-3-3) Westwood; Coleman, O’Shea, O’Dea, Ward; Andrews, Fahey, McCarthy; McGeady, Walters, Cox. All. Trapattoni. GERMANIA (4-2-3-1) Neuer; Boateng, Mertesacker, Badstuber, Schmelzer; Khedira, Schweinsteiger; T. Müller, Özil, Reus; Klose. All.: Löw.

Robbie Keane, 32 anni AP

Miroslav Klose, 34 anni FORTE

ARBITRO: Rizzoli (Ita)


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QUALIFICAZIONI MONDIALI

La Russia di Capello alla prova Ronaldo

GRUPPO A

L’allenatore friulano, che ha trovato casa a Mosca, prepara la sfida al Portogallo. CR7 non è al top ma dovrebbe esserci lazioni non vogliono dire molto. Vogliono dire tutto.

DAL NOSTRO INVIATO

PAOLO CONDO’ MOSCA

Ronaldo Russia-Portogallo di

oggi è in tutta evidenza la prima metà della mela che vale la qualificazione diretta al Mondiale; compito improbo per Capello, i portoghesi agli Europei sono usciti in semifinale dalla Spagna, e solo ai rigori. «Rivale fortissima, ma anche noi siamo una grande squadra. Quando ho saputo che Ronaldo s’era fatto male nel clasico ho sperato in qualcosa di più grave - il sorriso amichevole fa chiaramente intendere che si tratta di un complimento al campione - ma vedo che dovrò provare a fermarlo. E’ un grande, lo considero vicino al Pallone d’oro». Prima di Capello aveva parlato il capitano Denisov, in rotta con lo Zenit dopo gli acquisti di Hulk e Witsel ma confermato dal c.t. (che ha avuto una lunga telefonata di chiarimento con Spalletti). Davanti giocherà Kokorin, ragazzo per il quale Fabio stravede e che ha ormai soffiato il posto al più noto Dzagoev. Nel Portogallo Paulo Bento semina dubbi su Pepe, Ronaldo e Meireles, ma la sensazione è che giocheranno tutti e tre.

Fabio Capello ha trovato casa, un bell’appartamento in affitto semicentrale nel quale lui e la moglie Laura si trasferiranno dopo questo ciclo di partite mondiali. La promessa di vivere a Mosca, fatta a dirigenti che temevano il mercenario prendi-i-soldi-e-scappa, viene così mantenuta; Capello invece non aveva promesso nulla sullo studio della lingua, ed è per questo che la risposta alla domanda di un giornalista russo («mi hanno regalato un libro di grammatica, lo sto sfogliando»), ha colto tutti di sorpresa. La sensazione è che il tecnico italiano si stia appassionando al nuovo incarico. Se poi aggiungete quanto gli piaccia fare il cittadino del mondo... Relazioni L’altra sera, per rac-

contarne una, nel grande albergo in cui la nazionale russa ha fissato il suo ritiro Capello ha incrociato Fabio Andreotti, giovane e quotato tenore impegnato in una serie di concerti nel vicino teatro. «Mister, deve assolutamente farmi l’onore...», e così dopo cena, mentre i giocatori bivaccavano nella hall con mogli e fidanzate, Fabio se l’è svignata per mezz’ora. «Ho sentito il "Nessun dorma" e il primo bis, "O sole mio". Bravissimo». Ad attendere il rientro di Capello, in mezzo al suo staff in tuta, un giovane distinto in giacca e cravatta. «È il nuovo medico. Ne aveva-

GRECIA-BOSNIA

Karagounis torna per il record 121 presenze (c.lau.) Ricordate l’impresa della Grecia che estromette la Russia dall’ultimo Europeo? Gheorgos Karagounis con un gol decide quella sfida, ma è anche vittima di un’autentica beffa. Un chiaro fallo da rigore viene letto come una simulazione e quel giallo gli costa il quarto di finale con la Germania, ma soprattutto gli impedisce di battere il record di presenze con la nazionale ellenica. Bene, oggi il capitano della Grecia può prendersi la rivincita. Ad Atene c’è lo scontro diretto con la Bosnia e Karagounis riparte (forse) dalla panchina. Ma Santos intende riconoscergli il premio di toccare quota 121 e superare così Zagorakis. Allo scontro diretto Grecia e Bosnia si presentano in testa, con 6 punti. Quindi la gara odierna può essere decisiva per la qualificazione al prossimo Mondiale. Karagounis ha 35 anni e in estate ha vissuto momenti difficili. Separatosi dal Panathinaikos solo l’11 settembre ha trovato l’intesa con il Fulham. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fabio Capello, 66 anni, è il c.t. della Russia dal 19 luglio 2012 AP

Il tecnico punta su Denisov, in rotta con lo Zenit, e preferisce Kokorin a Dzagoev

mo bisogno, l’ho chiesto a Ettore Messina che me lo stava trovando, poi però mi ha chiamato Robertino Carlos, dall’Anzhi, e si è fatto garante delle capacità di questo ragazzo». E Messina? «Viene alla partita, devo chiedere i biglietti». Le re-

L’AMICHEVOLE BATTUTO L’IRAQ 6-0

Il Brasile a valanga A segno pure Kaká MAURICIO CANNONE MALMÖ (Svezia)

Battere l’Iraq allenato da Zico per 6-0 non è proprio un’impresa ma il Brasile ha dei motivi per esultare. Kaká, al ritorno in nazionale dal Mondiale 2010, dà inizio alle ostilità impegnando il portiere Sabri al 5’ con un colpo di testa ravvicinato. Il Brasile domina un avversario molto inferiore. Tocca a Oscar aprire le marcature su lancio di Neymar al 22’. Ed è proprio il gioiello del Chelsea a raddoppiare al 27’ su gran cross di Kaká, dalla linea di fondo. Alla fine del primo tempo, Kaká impegna due altre volte Sabri; Paulinho, mediano nel mirino dell’Inter, colpisce la traversa di testa. Il 3-0 porta la firma di Kaká al 2’ della ripresa: scatta, salta un avversario e conclude in rete di sinistro. Al 10’ segna Hulk: dribbla un iracheno in piena area e insacca. Al 30’ Neymar, assistito da Paulinho, fa il quinto gol, e poi serve Lucas, autore del 6-0. «È stato un piacere giocare insieme alla nuova generazione di talenti», ha detto Kaká dopo la goleada. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Kakà, 30 anni, e Oscar, 21 ANSA BRASILE-IRAQ 6-0 MARCATORI Oscar al 22’ e 27’ p.t.; Kaká al 2’, Hulk al 10’, Neymar al 30’, Lucas al 34’ s.t. BRASILE (4-2-2-2) Diego Alves; Adriano, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo; Paulinho (Fernando dal 43’ s.t.), Ramires (Sandro dal 35’ s.t.); Oscar (Giuliano dal 36’ s.t.), Kaká (Lucas dal 26’ s.t.); Neymar, Hulk (Thiago Neves dal 28’ s.t.). All. Menezes. IRAQ (4-4-2) Sabri; Saeed, Rehema (A.Ibrahim dal 16’ s.t.), Shaker, Abbas; K. Ibrahim, Khalid (Jabbar dal 42’ s.t.), Ahmad, Akram (Zahra dal 16’ s.t.); Yasin (Karrem dal 16’ s.t.), Mahmood (Rhadi dal 16’ s.t.). All. Zico. ARBITRO Martin Hansson (Svezia).

GRUPPO C

Partite giocate Galles-Belgio Croazia-Macedonia Scozia-Serbia Scozia-Macedonia Belgio-Croazia Serbia-Galles

COSÌ A MOSCA, ORE 17 RUSSIA (4-3-3) Akinfeev; Anyukov, V.Berezutskiy, Ignashevits, Kombarov; Fayzulin, Denisov, Shirokov; Glushakov, Kerzhakov, Kokorin. All. Capello. PORTOGALLO (4-3-3) Rui Patricio; Joao Pereira, Pepe, Bruno Alves, Coentrao; Meireles, Veloso, Moutinho; Nani, Helder Postiga, C. Ronaldo. All. Paulo Bento. ARBITRO Kassai (Ung)

la situazione Riparte la corsa a Brasile 2014, con i padroni di casa già qualificati. Di seguito le partite in calendario oggi e la notte di domani. CENTRO-NORD AMERICA GRUPPO A Guatemala-Giamaica (domani alle 4) Antigua-Usa (domani all'1) CLASSIFICA Guatemala, Usa, Giamaica 7; Antigua 1. GRUPPO B El Salvador-Costa Rica (domani alle 3.30) Guyana-Messico (domani alle 3) CLASSIFICA Messico 12; El Salvador 5; Costa Rica 4; Guyana 1. GRUPPO C Panama-Honduras (domani alle 4.05) Canada-Cuba (domani all'1.45) CLASSIFICA Panama 9; Honduras 7, Canada 7; Cuba 0. REGOLAMENTO Le prime due di ogni gruppo confluiranno in un altro girone, di cui le prime 3 andranno al Mondiale, la quarta spareggerà con la vincente dell’Oceania SUDAMERICA Colombia-Paraguay (oggi alle 22.30) Bolivia-Perù (alle 22) Ecuador-Cile (alle 23) Argentina-Uruguay (domani ore 2) CLASSIFICA Argentina 14; Colombia, Ecuador 13; Uruguay, Cile 12; Venezuela 11; Perù 7; Bolivia, Paraguay 4. REGOLAMENTO Le prime quattro vanno al Mondiale. La quinta speareggia con la quinta dell'Asia OCEANIA Isole Solomon-Nuova Caledonia (oggi alle 6) Tahiti-Nuova Zelanda (alle 8) CLASSIFICA Nuova Zelanda 6; Nuova Caledonia 3; Solomon 3; Tahiti 0. REGOLAMENTO La vincente del girone spareggia con la quarta dell'ultimo turno di Nord-Centro America.

Classifica Serbia Belgio Croazia Scozia Macedonia Galles

Pt 4 4 4 2 1 0

0-2 1-0 0-0 1-1 1-1 6-1 G 2 2 2 2 2 2

V 1 1 1 0 0 0

N 1 1 1 2 1 0

Le prossime partite Galles-Scozia Serbia-Belgio Macedonia-Croazia Belgio-Scozia Macedonia-Serbia Croazia-Galles

P 0 0 0 0 1 2

Gf 6 3 2 1 1 1

Gs 1 1 1 1 2 8

Oggi Oggi Oggi 16 ottobre 16 ottobre 16 ottobre

GRUPPO D

Pt 6 6 3 3 0 0

G 2 2 2 2 2 2

V 2 1 1 1 0 0

N 0 0 0 0 0 0

Le prossime partite Olanda-Andorra Turchia-Romania Estonia-Ungheria Andorra-Estonia Ungheria-Turchia Romania-Olanda

P 0 0 0 1 1 1

Gf 6 6 6 3 0 0

G 2 1 1 1 2 1

V 2 1 1 0 0 0

N 0 0 0 0 0 0

Le prossime partite Far Oer-Svezia Kazakistan-Austria Irlanda-Germania Far Oer-Irlanda Germania-Svezia Austria-Kazakistan

Partite giocate Slovenia-Svizzera Albania-Cipro Islanda-Norvegia Cipro-Islanda Norvegia-Slovenia Svizzera-Albania

Gs 1 0 4 2 5 9

Classifica Svizzera Albania Islanda Norvegia Cipro Slovenia

Oggi Oggi Oggi 16 ottobre 16 ottobre 16 ottobre

P 0 0 0 1 2 1

Gf 5 2 2 0 1 0

Gs 1 0 1 0 4 3

Oggi Oggi Oggi 16 ottobre 16 ottobre 16 ottobre

Pt 6 3 3 3 3 0

0-2 3-1 2-0 1-0 2-1 2-0 G 2 2 2 2 2 2

V 1 1 1 0 0 0

N 0 0 0 0 0 0

Le prossime partite Albania-Islanda Svizzera-Norvegia Slovenia-Cipro Albania-Slovenia Cipro-Norvegia Islanda-Svizzera

P 0 0 0 1 1 1

Gf 4 3 2 2 2 1

Gs 0 3 1 3 3 4

Oggi Oggi Oggi 16 ottobre 16 ottobre 16 ottobre

GRUPPO G

Partite giocate Lussemburgo-Portogallo Russia-N.Irlanda Azerbaigian-Israele N.Irlanda-Lussemburgo Israele-Russia Portogallo-Azerbaigian Pt 6 6 1 1 1 1

G 2 2 2 2 2 2

V 2 2 0 0 0 0

Le prossime partite Lussemburgo-Israele Russia-Portogallo Israele-Lussemburgo Russia-Azerbaigian Portogallo-N.Irlanda N.Irlanda-Azerbaigian

N 0 0 1 1 1 1

P 0 0 1 1 1 1

Gf 6 5 2 1 1 1

1-2 2-0 1-1 1-1 0-4 3-0

Partite giocate Lettonia-Grecia Lituania-Slovacchia Liechtenstein-Bosnia Grecia-Lituania Slovacchia-Liechtenstein Bosnia-Lettonia

Gs 0 1 3 3 4 5

Classifica Bosnia Grecia Slovacchia Lituania Lettonia Liechtenstein

Oggi Oggi 16 ottobre 16 ottobre 16 ottobre 14 novembre

GRUPPO H

Pt 6 6 4 1 0 0

G 2 2 2 2 2 2

V 2 2 1 0 0 0

1-2 1-1 1-8 2-0 2-0 4-1 N 0 0 1 1 0 0

Le prossime partite Grecia-Bosnia Liechtenstein-Lituania Slovacchia-Lettonia Bosnia-Lituania Lettonia-Liechtenstein Slovacchia-Grecia

P 0 0 0 1 2 2

Gf 12 4 3 1 1 1

Gs 2 1 1 3 2 10

Oggi Oggi Oggi 16 ottobre 16 ottobre 16 ottobre

GRUPPO I

Partite giocate Montenegro-Polonia Moldova-Inghilterra Polonia-Moldova San Marino-Montenegro Inghilterra-Ucraina

Classifica Montenegro Inghilterra Polonia Ucraina Moldova San Marino

Pt 6 3 3 0 0 0

0-5 2-0 0-2 3-0 1-4 4-0

GRUPPO F

Classifica Russia Portogallo Lussemburgo N. Irlanda Azerbaigian Israele

Classifica Germania Svezia Irlanda Austria Kazakistan Far Oer

3-0 1-2 1-2 2-0

GRUPPO E

Partite giocate Andorra-Ungheria Olanda-Turchia Estonia-Romania Turchia-Estonia Ungheria-Olanda Romania-Andorra Classifica Olanda Romania Ungheria Turchia Estonia Andorra

Partite giocate Germania-Far Oer Kazakistan- Irlanda Austria-Germania Svezia-Kazakistan

Pt 4 4 4 1 0 0

G 2 2 2 1 2 1

V 1 1 1 0 0 0

Le prossime partite Inghilterra- San Marino Moldova-Ucraina Polonia-Inghilterra Ucraina-Montenegro San Marino-Moldova Montenegro-San Marino

2-2 0-5 2-0 0-6 1-1

N 1 1 1 1 0 0

P 0 0 0 0 2 1

Gf 8 6 4 1 0 0

Gs 2 1 2 1 7 6

Oggi Oggi 16 ottobre 16 ottobre 16 ottobre 14 novembre

Partite giocate Georgia-Bielorussia Finlandia-Francia Georgia-Spagna Francia-Bielorussia

Classifica Francia Spagna Georgia Bielorussia Finlandia

Pt 6 3 3 0 0

1-0 0-1 0-1 3-1

G 2 1 2 2 1

Le prossime partite Bielorussia-Spagna Finlandia-Georgia Spagna-Francia Bielorussia-Georgia

V 2 1 1 0 0

N 0 0 0 0 0

P 0 0 1 2 1

Gf 4 1 1 1 0

Gs 1 0 1 4 1

Oggi Oggi 16 ottobre 16 ottobre

IL REGOLAMENTO

Passano le 9 prime dei gironi europei Spareggio per le 8 migliori seconde Al Mondiale 2014 parteciperanno 32 squadre, compreso il Brasile, qualificato di diritto come ospitante. In Europa si qualificano direttamente al Mondiale le vincitrici dei nove gironi. Le otto migliori seconde disputeranno i playoff tra di loro (il 15 e il 19 novembre 2013). Oltre alla Seleçao, il Sudamerica

qualificherà quattro squadre, la quinta spareggerà con la quinta dell’Asia, che manderà al Mondiale altre quattro squadre. Il contingente africano sarà di cinque nazionali, quello centro nord americano di tre, più eventualmente una quarta che spareggerà con la vincente del girone dell’Oceania.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

DALL’ALTRO CAPO DEL MONDO L’ESCLUSIVA

Una giornata speciAle Sveglia alle 6.30 Panino Del Piero Rumore del mare S’allena come un ragazzo, mangia allo stadio, passeggia al tramonto: che vita DAL NOSTRO INVIATO

G.B. OLIVERO SYDNEY (Australia)

«Ci vediamo domattina. Sveglia alle 6,30». Alle 6.30? Sembra di stare in caserma. Alessandro Del Piero spiega: «Non ci sono alternative. L’allenamento inizia alle 10, io devo essere al campo tra le 8.30 e le 8.45 perché prima della seduta con i compagni lavoro con Giovanni Bonocore, il mio preparatore personale. C’è molto traffico e in macchina ci mettiamo 30’ se l’allenamento è alla Macquarie University e 15’ se è allo stadio. Quindi sveglia alle 6.30». All’improvviso riemerge il ricordo degli sms

Vive in una villa con giardino e piscina, guida a sinistra. E ha voglia di pallone notturni dei tempi italiani: evidentemente a Del Piero bastano poche ore di sonno. Una giornata con Ale, dalla mattina alla sera: mille cose da fare, ritmi alti, allegria. Mattina Del Piero fa colazione a casa, zona Darling Point, il rumore del mare sufficientemente vicino da scacciare ogni eventuale nostalgia dell’Italia. Dopo l’iniziale soggiorno all’hotel The Star, la famiglia Del Piero si è trasferita qui da poco. È una villa grande con giardino e piscina: nonostante sia priva del canestro per giocare a basket, che per Ale è quasi imprescindibile, potrebbe essere la sistemazione definitiva. Del Piero se la cava al volante con discreta disinvol-

IN TV SU MEDIASET PREMIUM (8.30)

Domani debutto in casa davanti a 30mila tifosi Esaurite le maglie 10 SYDNEY Aiuto, non abbiamo più magliette. L’allarme arriva dallo store dell’Allianz Stadium che, in occasione del debutto casalingo del Sydney contro il Newcastle Jets (in diretta domattina alle 8.30 su Mediaset Premium), sarà prevedibilmente preso d’assalto dai tifosi degli Sky Blues (attesi oltre 30.000 spettatori) alla ricerca di qualcosa che non c’è: la maglietta ufficiale di Ale Del Piero. «Le scorte — raccontano le commesse — sono finite in fretta. Abbiamo venduto tantissime magliette numero 10. Le taglie M e L, le più richieste, sono esaurite da giorni. Restano alcune XL e XXL, che finiranno domani in pochi minuti». Ogni maglietta ufficiale, quella prodotta dallo sponsor tecnico e completata dalle patch del club e della A League, costa 120 dollari australiani (quasi 100 euro). DICEMBRE L’Adidas è già stata attivata, ma le

forniture sono attese addirittura per dicembre: i regali di Natale sono salvi, ma i tifosi dovranno pazientare quasi due mesi. Nessuno, d’altronde, si aspettava una situazione simile: l’affetto per Ale è andato oltre ogni previsione. Nel magazzino dello store sono pronte le lettere che compongono il nome Del Piero e le due cifre del 10, ma per essere stampate serve la nuova fornitura. E nel frattempo lo store vende a prezzo ridotto magliette simili ma non originali: in pratica la versione per adulti delle divise da bambino. Tutte con il numero 10: in esposizione non c’è la maglietta di nessun altro giocatore, nemmeno del capitano Terry McFlynn. Del Piero, solo Del Piero. gb.o.

tura nonostante in Australia la guida sia a sinistra. Sul navigatore sono memorizzate le tappe più frequenti: la casa, il campo d’allenamento, lo stadio, il ristorante preferito, alcuni punti di interesse turistico. Allenamento Ieri l’allenamento era all’Allianz Stadium: prima delle 8.30 il bar dell’impianto è già pieno di gente e in palestra si fatica a scorgere un attrezzo libero. Amanti del fitness e del benessere, non giocatori. C’è anche una piscina all’aperto con le corsie per nuotare e l’acqua riscaldata. Lascio Ale davanti agli spogliatoi e lo anticipo in campo: questa è la mentalità australiana, non ci sono zone vietate ai giornalisti. In fondo al tunnel c’è un volto amico, Zeljko Kalac. Tuta, scarpe da calcio, berretto in testa, sigaretta e caffè in mano: è sempre lui. «Ciao man, ben arrivato. Hai visto che bella l’Australia?». L’ex milanista non è solo il preparatore dei portieri ma anche un collaboratore di mister Ian Crook: «Del Piero si è inserito bene, in squadra e in città. Le prime sere volevo portarlo fuori, ma era sempre stanco. Adesso si è ripreso. Io mi diverto, anche se da giocatore non dovevo pensare a niente mentre adesso mi tocca farlo. Comunque non mi tuffo più sennò non mi rialzo. Quando gioco con gli amici un torneo over 35, faccio il numero 10: dovresti vedere che numeri, man». E i tuoi cavalli? «"Pazzesco" corre oggi, mentre "Buffering" corre sabato: speriamo vincano». All’improvviso arriva Ale e scherza: «Cosa fanno qui i giornalisti? Via, via... Non è possibile, ma dove siamo?». Kalac è pronto: «Man, questa è l’Australia». Lavoro e pranzo L’allenamento

Flash dal nuovo Del Piero australiano tra l’allenamento all’Allianz Stadium di Sydney e la guida con la sua auto australiana (con volante a destra)

è prima atletico e poi tattico: domani c’è il debutto casalingo e Crook prova qualche soluzione. Il clima è sereno, lontano dall’isteria e dalle tensioni del nostro calcio. Adam Griffiths, il numero 8, ha il codino, la fascia in testa, la faccia da attore e dice di essere un filmmaker, un regista, e non un giocatore. E infatti ha girato uno degli spot a cui ha partecipato Del Piero. Dopo circa un’ora e mezza è il momento della doccia, poi per il pranzo ci sono due opportunità. La più comoda è il bar dello stadio: assortimento di primi e soprattutto di panini. Il menu

dei sandwich è a sfondo calcistico: c’è il «Sydney FC» (prosciutto cotto, mostarda, avocado, formaggio, lattuga, pomodoro: leggero...), il «Real Madrid», il «Barcellona» e c’è il «Del Piero»: prosciutto, ricotta, melanzane, carciofi, pomodori. La maggior parte della squadra, comunque, opta per il «Liverpool»: panino con la cotoletta e molta maionese. E non ditelo ai nutrizionisti. La seconda opzione, quella scelta ieri, è «Balla»: il ristorante italiano che ha adottato Ale e la famiglia nei primi giorni australiani. Pomeriggio Poi inizia la parte

più rilassante della giornata: il ritorno a casa, i giochi con i bimbi, la passeggiata con gli splendidi colori del tramonto, le telefonate con l’Italia. A Sydney si cena molto presto, la famiglia Del Piero ha trovato un sano compromesso tra gli orari locali e quelli italiani. Torino è lontana, Torino è nel cuore, ma la nuova vita sembra davvero bellissima.

Juve in pressing su Isco: servono 21 milioni

MATTEO BREGA ALESSANDRO RUSSO

Il Malaga allenato da Manuel Pellegrini ha molti occhi indiscreti puntati addosso. Il talento di Francisco Roman Alarcon Suarez, conosciuto col nome di Isco, 20 anni, è tra i più in evidenza. Non a caso proprio la Ju-

ventus lo sta seguendo con molta attenzione, magari in prospettiva gennaio, con l’intenzione di evitare che la quotazione possa salire ancora. Il club spagnolo qualche tempo fa ha fissato la clausola rescissoria a quota 21 milioni: una quota destinata a lievitare. La Juve non solo ha inviato emissari, ma sono arrivate anche segnalazioni direttamente dalla Spagna per Marotta che ha voluto dettagli e caratteristiche del trequartista che ha iniziato nelle giovanili del Valencia dove ha esordito in Champions nel 2010, prima di passare al Malaga l’anno dopo.

Esplosione Le esibizioni euro-

pee contro lo Zenit, contro cui Isco ha segnato una doppietta, e poi in trasferta contro l’Anderlecht sono state accompagnate da quelle con l’under 21 spagnola (in gol anche ieri con la Danimarca). Isco ha alle spalle già una esperienza al Mondiale under 20 dove le sue qualità di trequartista erano emerse con decisione. Curiosamente va segnalato che anche l’Inter ha mandato uno 007 sulle tracce di Isco durante l’ultimo turno della Liga. Isco è finito nel mirino anche dell’uomo di fiducia di Allegri che ha seguito in Belgio il Malaga,

prossimo avversario dei rossoneri in Champions. Altri nomi La Juventus comun-

que sta continuando l’opera di monitoraggio ad ampio raggio. Nella lista anche Quintero, centrocampista del Pescara, in prestito dall’Atletico Nacional. Marotta e Paratici non dimenticano l’Olanda dove crescono Willems, esterno sinistro del Psv, e i due difensori del Feyenoord Martins Indi e Janmaat. Ma c’è un nome nuovo da non sottovalutare, sempre tra le fila del Feyenoord: si tratta del mediano Clasie. Lo spagnolo Isco, 20 anni REUTERS

Piace anche Totti «Ma è difficile che lasci Roma» SYDNEY Totti dopo Del Piero? Sognare non costa nulla e Tony Pignata, a.d. del Sydney e principale artefice dell’arrivo di Ale in Australia, confessa a Panorama.it che gli piacerebbe convincere Francesco al clamoroso trasferimento. Ieri durante l’allenamento Pignata ha però spiegato: «Non credo che Totti abbia lo stesso carattere di Del Piero e la stessa voglia di lasciare l’Italia e Roma cui è molto legato. In ogni caso adesso non abbiamo posti liberi per altri stranieri». Pignata si gode Del Piero: «Sono contentissimo del suo approccio alla nuova realtà. Spero segni domani e faccia vincere la squadra nel debutto casalingo». gb.o.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MERCATO BIANCONERI ATTIVI PURE IN ITALIA: PIACE QUINTERO PER IL CENTROCAMPO. CAPITOLO TOP PLAYER: LLORENTE, DROGBA O OSVALDO

Tutti sul gioiello del Malaga: pure Inter e Milan lo seguono con attenzione

L’A.D. PIGNATA

Top player A gennaio però la

Juve punterà forte sul top player che in estate non è arrivato. Con i soldi della qualificazione agli ottavi di Champions, Marotta andrà a caccia di Llorente (in scadenza nel 2013 con l’Athletic Bilbao) anche se Arsenal e Tottenham spingono. Altrimenti si tornerà a bussare al sogno Drogba o si proverà a convincere la Roma a cedere Osvaldo Matri risponde Fra chi rischia di andarsene da Torino a gennaio c’è Matri, giocatore con un buon mercato. Ma l’ex Cagliari non intende ancora «abdicare» e in allenamento non molla di un centimetro. Come ieri, nella partitella con il Savona: 5-1 per la Juve, tripletta di Pogba e doppietta appunto di Matri. © RIPRODUZIONE RISERVATA


VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IL LUTTO

Addio Haller Il «napoletano» che conquistò Bologna e Juve Il grande Helmut se ne è andato a 73 anni: con la Germania segnò un gol nella finale mondiale ’66 FABIO LICARI

«È un tedesco, ma lo abbiamo sempre chiamato il napoletano. Bernardini era fissato con i ritiri, ce li imponeva quando giocavamo in casa, e lui era sempre il primo a cercare qualche scappatella. Il più birichino». Helmut Haller da Augsburg, Germania, era così come lo ricordava Ezio Pascutti, compagno nel grande Bologna che faceva tremare il mondo. Fantasioso, geniale, sregolato. Campione. Non c’è più. Night e Mussolini Haller è morto ieri a 73 anni, nella sua città. Soffriva di demenza senile: dopo l’infarto del 2006 non si era più ripreso. Gioca per Bologna e Juve, segna il primo gol nella leggendaria Inghilterra-Germania 4-2 rubando il pallone dopo il fi-

Helmut Haller segna ai russi in semifinale dei Mondiali 1966 AP

la scheda HELMUT HALLER EX DI BOLOGNA E JUVENTUS 73 ANNI

«È stato il mio maestro di dribbling In Italia pochissimi stranieri come lui»

Franco Causio, 63 anni LAPRESSE odiava le diete e lo ammetteva. Heriberto Herrera lo ha curato con diete rigide nel periodo alla Juve: era arrivato dal Bologna in sovrappeso di molti chili e l’allenatore gli "allungò" la carriera. Mal sopportava l’aereo: si sistemava nelle ultime file. Ciao, straordinario Helmut, mio maestro». Giuseppe Calvi

PERANI CON LUI IN ROSSOBLU’

«Era brillante, sdrammatizzava tutto Ci rimasi male quando andò a Torino» Marino Perani ha vissuto con Haller l’epopea del settimo e ultimo scudetto del Bologna, vinto nello spareggio di Roma contro l’Inter. «Piango una persona con la quale mi trovavo benissimo fuori e dentro il campo perchè caratterialmente eravamo molto simili, ci piaceva ridere e scherzare, vivevamo il calcio senza stress. Helmut era un tipo brillante che sapeva sdrammatizzare tutto. In campo univa classe e potenza, aveva i colpi per cambiare l’inerzia della partita e la forza per tagliare il campo con le sue progressioni palla al piede. Ricordo che ci rimasi malissimo quando seppi che era stato ceduto alla Juventus. Lui era cresciuto in

story Vinse tre scudetti Uno col Bologna e due con la Juve

«Tre volte Sivori» Arriva in Italia

nel 1963 dall’Augsburg: in Cile, l’anno prima, tutti avevano apprezzato questa mezzala sinistra imprevedibile, quasi «10», dribbling e senso del gol. «Il nostro Haller vale tre Sivori», urla il presidente del Bologna rossoblù Renato Dall’Ara dopo la firma. Sei stagioni, uno scudetto, 180 gare, 48 gol. Nel 1964 il «biondo» è calciatore dell’anno. Rapporti non sempre facili nello spogliatoio e con la società: anche perché, dietro, c’è Frau Waltraud, la prima moglie. Gli fa da procuratore e telefona ai giornalisti, li insulta, se parlano male del marito. Lui è innamorato della bella vita, di lui s’innamora l’Avvocato. È Juve, 1968.

Primo titolo Che gioia a Bologna Haller esulta: scudetto nel 1964

Marino Perani, 72 anni LIVERANI quel grande Bologna e vederlo andare via mi fece capire che quel nostro ciclo era ormai finito. Sapevo che non stava bene da tempo ma per quanto te la aspetti una notizia così fa sempre male. Dopo Bulgarelli, con Haller scompare un altro grandissimo della storia rossoblù». Andrea Tosi

Nato ad Augusta il 21 luglio 1939, Helmut Haller è stato una stella di Bologna (campione d’Italia nel 1964) e Juve (scudetto nel ’72 e ’73). Con la Germania ha disputato tre Mondiali (’62, ’66 e ’70).

grandi ricordi al mio arrivo alla Juve: i consigli di Haller e l’aiuto di Picchi». Franco Causio di Haller è anche riserva, e il tedesco, generoso e sincero, lo aiuta ad ambientarsi. Anche Picchi dà una mano al tedesco, una volta: andandolo a prendere per un orecchio e riportandolo in ritiro, lui che si è bellamente dato. Mica l’unica «fuga» in bianconero. La più storica risale al ’72, Wolverhampton-Juve 2-1: visto che all’andata è finita 1-1, Vycpalek decide di risparmiare al ritorno un po’ di titolari in vista del derby. Haller no: gioca, è il migliore. Dopo la partita, chiede di uscire e il «no» dell’allenatore non lo scalfisce. Lo trovano di notte a bere

champagne in un locale. Niente derby (perso) per punizione. Due scudetti Juve In bianconero, la bellezza di cinque stagioni, due scudetti, 116 partite e 21 gol. Si presenta in condizioni atletiche non ideali ma, come scrive Stefano Bedeschi nei suoi ritratti bianconeri, «il Ginnasiarca Heriberto Herrera lo torchia come un’oliva e lo restituisce alla più invidiabile delle condizioni fisiche». Quasi regista offensivo, urla sempre ai compagni: «Tu non chiama (palla, ndr). Io vedo e ti dà». Gioca la finale di Coppa Campioni (0-1 contro l’Ajax) e chiude. Un giorno un tifoso — scrive Gigi Garanzini in «E continuano a chiamarlo calcio» — si presenta: è un fabbricante di sci e gli chiede di eseguire il tunnel, possibilmente a sinistra sul lato opposto alla tribuna, perché lì c’è il suo cartellone pubblicitario «così in tv sono obbligati a inquadrarti e a casa vedono la mia marca». Pallone rubato Invecchia gesten-

Fughe da champagne «Ho due

CAUSIO CON LUI IN BIANCONERO

Franco Causio compagno nella Juve di Helmut Haller, propone simpatici ricordi del tedesco, suo idolo. «Povero, grande Helmut. Un vero maestro per me. Ero appena arrivato nella Juve, mentre Haller venne a Torino nel pieno della maturità. Lo consideravo un idolo, già quando giocava nel Bologna, nel mio stesso ruolo. Simpaticissimo, mi dava tanti suggerimenti; a lui ho rubato i segreti del mestiere. Calciava benissimo con entrambi i piedi; in Italia pochissimi altri stranieri hanno dimostrato le sue qualità. Da lui ho appreso soprattutto il dribbling sull’esterno, la sua arma micidiale. "Tu non chiami palla, so dov’è lei perché io guardo", mi ripeteva spesso in campo. Helmut era simpaticissimo,

schio finale, ogni tanto lo beccano al night. Scrisse il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung: «Gli italiani erano scettici, li stupì con la prontezza di spirito. A uno spettatore che lo apostrofò con Heil Hitler rispose Heil Mussolini». Si sposa tre volte (l’ultima con una cubana di 43 anni più giovane). Se l’è goduta.

Bianconero Haller alla Juve Nel 1968 alla Juve: vincerà 2 scudetti

Amici Con Bulgarelli Helmut e il capitano, bandiere rossoblù

do un negozio di abbigliamento sportivo e inventandosi procuratore. Ma la storia più bella la scrive in Nazionale. Haller è nella squadra che perde il Mondiale ’66 contro l’Inghilterra per il gol fantasma di Hurst. Suo il gol dell’1-0. Poi la disfatta. «Ero a sei metri, vidi che la palla non aveva superato la linea. Protestammo, ma i nostri dirigenti ci facevano la predica: "Abbiamo perso due guerre e dobbiamo stare zitti"». Haller consuma la «vendetta» a modo suo: «Tenevo d’occhio l’arbitro in attesa del fischio finale. Nella confusione finale me ne impadronii». Per trent’anni. Perché? «Voi avete vinto, io mi prendo il pallone». Nel 1996 confessa di essere lui il «ladro» e lo vende al Mirror: la somma è devoluta in beneficienza. L’ultimo tunnel. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

SERIE A

in Vetrina LE IMPRESE CHE PIU’ HANNO INFIAMMATO I TIFOSI PARTENOPEI

25 ottobre 2009

31 ottobre 2009

12 febbraio 2011

1 ottobre 2011

Prima trasferta, tre punti

Con la Juve da 0-2 a 3-2

Due volte Cavani, Roma ko

Inter battuta dopo 17 anni

Con Mazzarri il Napoli cambia subito marcia. A Firenze, nella prima trasferta col nuovo tecnico, sfiora più volte il gol, sbaglia un rigore che Quagliarella si fa parare da Frey e nel finale vince con merito grazie a Maggio ANSA

E’ l’impresa che fa impazzire i tifosi del Napoli. Sotto di due reti con la Juventus, i partenopei si scatenano nella ripresa. Hamsik accorcia, Datolo segna il suo unico gol italiano e nel finale segna ancora Hamsik: qui il 3-2 INSIDE

E’ l’esame di laurea. Lanciato verso la qualificazione in Champions, il Napoli riesce, per la prima volta da quando è tornato in A, a espugnare anche il campo della Roma. Cavani segna su rigore e su azione ANSA

Infranto un altro tabù, il Napoli passa sul campo dell’Inter dove non vinceva dal 1994. Hamsik EPA chiude il match dopo le reti di Campagnaro - sugli sviluppi di un rigore che Julio Cesar para ad Hamsik - e di Maggio stadi impossibili, sono stati violati nel corso di questi tre anni. Roma e Inter si sono dovute arrendere l’anno scorso, come la Juve che ha conosciuto la sconfitta quando non era ancora disponibile il nuovo stadio e, dunque, si giocava all’Olimpico.

Mazzarri fuori casa sa far correre il Napoli Arrivò nel 2009 quando gli azzurri in trasferta vincevano poco Poi più successi che sconfitte: ora la sfida in casa Juventus DAL NOSTRO INVIATO

MIMMO MALFITANO CASTELVOLTURNO (Caserta)

Qualcuno s’è preoccupato di recapitargli un dato prezioso e indicativo, che dovrebbe alleggerirgli le tensioni di questa lunga attesa. Per chi non lo sapesse, il rendimento del suo collettivo, in trasferta, è davvero strepitoso. Le cifre ricordano che dal giorno del suo avvento in panchina, il 6 ottobre 2009, il Napoli ha giocato 56 volte lontano dal San Paolo, mettendo insieme 23 vittorie, 17 pareggi e 16 sconfitte. Un dato importante, che viene richiamato alla vigilia della sfida diretta che vedrà le due capolista affrontarsi allo Juventus Stadium, sabato 20, alla

Il precedente

VINCENZO CITO

Tutto come allora, una Juve indistruttibile, capolista, campione d’Italia e imbattuta. La sfidava un Napoli lanciatissimo, senza sconfitte, che divideva il primato coi bianconeri dopo due mesi di campionato. Si sfidarono alla 9ª giornata (stavolta all’8ª). Ne uscì la partita della storia, che ha ispirato libri, testi teatrali, decise uno scudetto e cambiò una mentalità. Era Juventus-Napoli del 9 novembre 1986. «Partimmo per quella trasferta come uno studente che va a fare un esame dopo aver letto solo 5 pagine di un libro - racconta Antonio Damasco nel monologo tratto dal libro di Maurizio De Giovanni -. Può sempre capitare, però, che ti chiedano proprio quelle 5 pagine». Sfida impossibile Quando, arri-

vato a Torino, incocciò nello sguardo altero di una tifosa avversaria, ricorda. «Mi guardò come un entemologa che osserva uno scarafaggio parlante prima di dirmi: pensate di avere qualche speranza?» Quelle poche, finirono a inizio del secondo tempo quando Laudrup segnò raccogliendo la respinta di Garella sul tiro di Cabrini. 1-0

Tendenza invertita Con Mazzar-

rendimento esterno della squadra. Nerll’anno solare 2009, prima con Reja e poi con Donadoni, il Napoli non aveva mai vinto in trasferta. E inoltre, tanti tabù ancora in sospeso, erano rimasti tali. Per esempio, stadi come l’Olimpico di Roma, San Siro, Marassi, il vecchio Delle Alpi, erano proibiti per i napoletani. Ad uno ad uno, Mazzarri li ha abbattuti tutti, attraverso una crescita tecnica che ha reso il suo progetto avvincente e di sicuro avvenire. La qualità del gioco è migliorata, come quella dell’organico che oggi può contare sulla presenza di alcuni top player come Cavani, Hamsik, Pandev.

ri c’è stato una cambiamento radicale per quanto riguarda il

Svolta tattica Il cambiamento

IL BOTTINO

GDS

ripresa del casmpionato.

di atteggiamento introdotto dall’attuale allenatore è stato determinante per cominciare a fare risultato anche lontano dal San Paolo. Il gioco di rimessa, per intenderci, è stato alla base di quest’inversione di tendenza che ha permesso al Napoli di dettar legge un po’ ovunque. La presenza di giocatori rapidi nei capovolgimenti di fronte ha reso il collettivo di Mazzarri imbattibile o quasi. Quelli che erano gli

Dopo il match di Torino arriveranno i deferimenti per il caso Gianello

Mazzarri, 51 anni CUOMO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferrario e la rete da cui cominciò tutto «Segnerà Aronica, gregario come me» per la Juve, come sempre. «Invece lui (mai nominato in tutto il testo, ovviamente Maradona) prese Bagni per la testa e gli disse qualcosa all’orecchio». Diego spiegò a fine gara. «Quella rete ci ha fatto arrabbiare, a noi bastava il pareggio». Nomen omen Eccola la reazione azzurra, coincisa con un cambio. «Entrò Sola, dentro Carnevale - ancora Damasco - La potenza dei nomi». Tacconi para una, due, tre, quattro volte su Renica, Maradona, ancora Maradona, Giordano. Poi succede l’impossibile, al 27’ del secondo tempo. Su un angolo di Romano, la palla rimbalza su tre giocatori e poi a terra, e finisce tra i piedi di Ferrario. Che ci faceva lì, lo stopperaccio di Lainate, mai superata la metà campo in vita sua, se non per battere i rigori? «Non lo so neanch’io - ricorda oggi - forse furono i compagni a spingermi avanti o fu una mia scelta». Si vede che non è pratico, sotto il suo piedone la palla assume una strana traiettoria, rimbalza a terra, tocca il palo, entra nella porta e dopo - irridente - continua a rimbalzare. Non se ne intende neanche di esultanze, si limita ad alzare un braccio. La storia gli ha restituito quel che gli doveva, cinque anni prima un suo

Moreno Ferrario negli anni Ottanta e la sua rete alla Juventus il 9 novembre 1986

autogol aveva spezzato la corsa del Napoli verso lo scudetto. «Eppure non mi sono mai sentito in colpa per quello che era avvenuto nel 1981, merito dei tifosi del Napoli. Non ho mai ricevuto tanti inviti dai club come nella settimana seguita a quel match perso in casa col Perugia. Volevano consolarmi».

Classifica SQUADRE

PT

JUVENTUS NAPOLI LAZIO INTER ROMA FIORENTINA CATANIA SAMPDORIA(-1) GENOA TORINO(-1) MILAN BOLOGNA PESCARA UDINESE PARMA CHIEVO PALERMO ATALANTA(-2) CAGLIARI SIENA(-6)

19 19 15 15 11 11 11 10 9 8 7 7 7 6 6 6 5 5 5 2

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7

6 6 5 5 3 3 3 3 2 2 2 2 2 1 1 2 1 2 1 2

1 1 0 0 2 2 2 2 3 3 1 1 1 3 3 0 2 1 2 2

0 0 2 2 2 2 2 2 2 2 4 4 4 3 3 5 4 4 4 3

17 14 12 11 14 8 9 9 8 9 7 9 6 7 6 6 6 5 4 8

4 3 6 6 11 6 11 8 8 5 7 10 14 11 10 14 11 11 11 8

■ CHAMPIONS ■ PRELIMINARI CHAMPIONS ■ EUROPA LEAGUE ■ RETROCESSIONE

racconta Damasco - ed era lui ad applaudire noi». Giordano, il romano diventato napoletano a vita in quel momento. Nel 2004, da allenatore della Reggiana, dopo una vittoria in C1 sul Napoli, si rifiuterà di andare in sala stampa («So cosa stanno provando ora i tifosi partenopei, non voglio farmi vedere da loro»).

Il sorpasso Non è finita. Eccola

la rivoluzione che cambia mille anni di vittimismo e di mentalità perdente. Maradona non è sazio, ordina l’ultimo assalto. Sono passati solo due minuti, altro corner, stavolta è un gol d’autore, Giordano colpisce a volo per l’incredibile 2-1. «Correva, correva verso noi tifosi -

Juventus Stadium Resta questo l’unico tabù. Nella passata stagione, nell’unica partita giocata a Torino, il Napoli ha rimediato una sconfitta dal risultato pesante, 3-0, che ha praticamente allontanato ogni velleità di scudetto da parte dei napoletani. Stavolta, lo scontro è proprio diretto, nel senso che le due squadre sono appaiate in testa alla classifica e anche se non sarà determinante, questa sfida sa tanto di scudetto. Mazzarri la preparerà col chiaro intento di confermarsi pure in trasferta e, soprattutto, per lanciare il messaggio definitivo al campionato per tutto quanto riguarda la questione scudetto. Dopo tre anni di crescita, sia lui sia il Napoli sono pronti per ambire al tricolore. E Torino potrà già dare una prima indicazione di come potrà finire, questa stagione. E dopo Torino la Procura federale potrebbe far uscire i deferimenti per la vicenda Gianello

Ultima firma E chi lo segna il

3-1? Volpecina, un altro gregario, per la vittoria che deciderà anche il campionato. Napoli in testa, mai più raggiunto per il primo sospirato scudetto. La storia può ripetersi? «Partita equilibrata - dice Ferrario, oggi osservatore per Tesser nel No-

vara - gli azzurri hanno lo stesso entusiasmo di noi pionieri. E tatticamente possono sfruttare quegli spazi che la Juve sarà costretta a concedere. Noi fummo favoriti dal fatto che il mercoledì i nostri avversari avevano giocato in Coppa Campioni col Real Madrid, supplementari compresi. Stavolta c’è il problema dei nazionali, però penalizzerà entrambe. E’ un Napoli coraggioso, il capitano Paolo Cannavaro incarna lo spirito del nostro Bruscolotti. Mi piacerebbe che a decidere fosse ancora una volta un gregario, magari Aronica» Tutto cominciò da lì. E tutto, da lì, potrebbe ricominciare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

***Siena 6 punti; **Atalanta 2 punti; *Sampdoria, Torino 1 punto di penalizzazione La classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti; 2) a parità di partite giocate, differenza reti; 3) gol segnati

Prossimo turno 8ª GIORNATA sabato 20 ottobre JUVENTUS-NAPOLI LAZIO-MILAN domenica 21 ottobre, ore 15 CAGLIARI-BOLOGNA ATALANTA-SIENA CHIEVO-FIORENTINA INTER-CATANIA PALERMO-TORINO PARMA-SAMPDORIA UDINESE-PESCARA GENOA-ROMA

ore 18 ore 20.45 ore 12.30

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VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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SERIE A

Sneijder sì e no L’Inter aspetta Wesley ma senza di lui 4 vittorie I nerazzurri riescono a cavarsela anche con l’olandese ai box Il Pallone d’oro Suarez: «E’ importante, non indispensabile» MATTEO DALLA VITE MILANO

Wes or not? Ovvero: Wesley Sneijder sì o no, serve oppure non serve, è problema o risorsa, se ne può fare a meno oppure è esattamente il contrario? Detto che Sneijder è un numero uno riconosciuto, ecco che ciclicamente esce il domandone: visto che senza di lui l’Inter ha infilato le ultime 4 vittorie (contro il Chievo Wes giocò solo i primi 26’), la sua assenza giova davvero a Stramaccioni? E’ - questo fiorire di interrogativi - il destino di chi ha macrogranuli di talento, di chi ondeggia fra colpi super e colpi anche normali. E le risposte sono dei tifosi Vip ma anche nei numeri.

Sopra, Wesley Sneijder, 28 anni, twitta una foto mentre si sottopone a cure fisioterapiche. In alto, con la maglia dell’Inter FORTE

LA CURIOSITÀ

Nasce un’Accademia dell’Inter a pochi passi dallo Juventus Stadium Sembra una «beffa» ma è semplicemente l’idea di espandere non solo il nome Inter ma anche di aumentare la leva di bambini per il futuro nerazzurro da portare poi — ed eventualmente — ad Appiano Gentile. Il tutto sarebbe normale se non succedesse a pochi passi dallo Juventus Stadium, quindi a Torino, quartiere «Vallette». Entro metà novembre — si apprende da La Stampa — l’ex

campo del Cral Gtt (in crisi dopo quindici anni di attività) diventerà ufficialmente una nuova roccaforte del vivaio dell’Inter, eterna rivale della Juventus. Come società leader a livello giovanile, due giorni fa l’Inter ha partecipato al «Youth Development Central for the future of football club» a Londra presentando il proprio modello organizzativo assieme ad Ajax e Dinamo Zagabria.

4 vinte su 7 con lui «Sintetizzerei tutto in una frase - dice Lusito Suarez, Pallone d’Oro e interista dal 1961 al ’70 -: Wesley è certamente importante, ma non è indispensabile. E’ vero che lo Sneijder dell’inizio di stagione è andato benissimo, ma la squadra sta andando bene e trovando equilibri anche senza di lui. E’ un campione, e su questo non si discute, ma ultimamente ha avuto anche diversi infortuni». I numeri sono così suddivisi: ad inizio stagione partendo da Spalato e prima della gara di Verona contro il Chievo - Sneijder ha giocato 7 partite, ne ha vinte 4 e perse 3. In altre due (contro Vaslui e Rubin in casa) è rimasto in panchina. Il tutto appunto fino alla gara contro il Chievo, quando è cominciato un altro calvario al 26’ p.t.: lesione al muscolo semimembranoso indiretto e post-traumatico. 4 vinte su 4 senza Consideran-

do che al momento della sua uscita l’Inter era ancora 0-0, i dubitabondi sull’importanza di Wes contano la vittoria di Verona come conquistata senza di lui: contro Chievo, Fiorenti-

IL TECNICO RACCONTATO DAL SUO EX COLLABORATORE

«Petkovic? Studiava Delneri E giocava come Capello» Rossini: «La Lazio l’ha scoperto seguendo Lulic. E ora non crollerà» DAVIDE STOPPINI ROMA

Allenava anche quando giocava, copiando Capello. E da tecnico ha studiato l’Italia: Delneri, in particolare. Vladimir Petkovic raccontato da Arno Rossini, che il tecnico di Sarajevo aveva chiesto come vice

alla Lazio e che resta tuttora il suo consigliere. Fa l’osservatore per l’Under 21 svizzera e lo Young Boys. Non può non aver notato la Lazio: «C’è tutto Vlado dietro le imprese di Klose e compagni. Nelle facce dei giocatori vedo l’ambizione di un uomo che ha sempre pensato di arrivare in Italia, anche quando ai tempi del Bellinzona faceva il doppio lavoro alla Caritas e gli allenamenti li preparava in macchina. La match analysis? Quella è arrivata dopo, allo Young Boys». Da Delneri Prima Petkovic è stato giocatore: «Un mio giocato-

Vladimir Petkovic, 49 anni GALEANO

re, al Bellinzona — fa Rossini —. Era un centrocampista alla Capello: un trascinatore». Poi la panchina: «Allo Young Boys con lui gli abbonati passarono da 8mila a 15mila. Lo scelsero tra 40 candidati, li convinse par-

na, Neftçi e Milan, l’Inter ha vinto contando su Cassano, Coutinho, anche Alvarez e con Palacio che sta tornando. Insomma, le varianti ci sono «ma nessuno tocchi Wes - dice Enrico Bertolino, attore e conduttore tifosissimo dell’Inter -: lui è un’arma in più, e se si discute uno del genere allora finisce il mondo. E’ sempre così: appena uno s’infortuna sono bravi tutti gli altri... Nella storia dell’Inter ne sono passati di ben peggio, ma molto molto peggio: vogliamo richiamare Pancev che è libero? I campioni non si toccano, sempre meglio averne di più che non averne». Volere e potere Wesley - si sa adesso è a Los Angeles e due volte al giorno si sottopone a sedute fisioterapiche da un professionista di fiducia. Resterà

E da Los Angeles l’olandese twitta: «Sto lavorando e non vedo l’ora di tornare a giocare» in California per una settimana, poi tornerà a lavorare ad Appiano Gentile. Il capitano dell’Olanda vorrebbe tornare a giocare contro la Juve il 3 novembre ma è più plausibile che il rientro possa avvenire contro l’Atalanta l’11. Nessuno vuole ricadute improvvise.

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L’APPUNTAMENTO ANNUALE

TIFOSI VIP

S Lusito Suarez «Lo Sneijder degli ultimi anni non ha illuminato tanto... Se non c’è lui si va avanti lo stesso, però è un giocatore importante»

S Evaristo Beccalossi: «A ventotto anni e con quella dose di genio che ha, Wesley va assolutamente atteso e recuperato: però quanti infortuni...»

S Enrico Bertolino: «Ma stiamo scherzando? Se si discute uno come Sneijder allora finisce il mondo. Lui è un’arma in più, sempre, e mai un problema»

Massimo Moratti, 67 anni, presidente Inter ANSA

Il 29 l’assemblea Ricapitalizzazione e new entry nel cda Verrà approvato il bilancio 2011-12, con una forte perdita MARCO IARIA twitter@marcoiaria1

È stata convocata per il 29 ottobre, alle 18.30, l’assemblea dei soci dell’Inter, chiamata ad approvare il bilancio della stagione 2011-12, che si è chiuso con una perdita di circa 80 milioni. Il club nerazzurro — e questa non è una novità — ricade nelle condizioni previste dall’articolo 2447 del codice civile: il deficit ha eroso oltre un terzo del capitale, per cui v’è la necessità di abbatterlo e ricostituirlo. Insomma, servirà denaro fresco per garantire la continuità aziendale. Massimo Moratti, il socio di riferimento, non si è mai sottratto a questa incombenza: la prossima assemblea, nella parte straordinaria, dovrà quindi deliberare una nuova ricapitalizzazione, dopo quella da 40 milioni di un anno fa, quando l’esercizio (2010-11) si chiuse con un rosso da 87 milioni. Lo squilibrio dei conti nerazzurri ha avuto uno shock positivo quest’estate, con l’abbattimento del monte-stipendi per 45 milioni. Gli effetti, tuttavia, non si manifesteranno pienamente nel bilancio 2012-13 a causa della mancata partecipazione alla Champions League.

Stramaccioni Wesley è perno indiscutibile, ecco il parere di Evaristo Beccalossi, indimenticato Numero 10 nerazzurro. «La qualità e la forza del giocatore non si discutono - dice -, e sono convinto che avendo ancora 28 anni vada aspettato e recuperato a tutti gli effetti. A patto che? Negli ultimi due anni ha avuto troppi infortuni, quindi a patto che stia attento a non ricascarci più...».

New entry All’ordine del giorno dell’assemblea anche la nomina del consiglio d’amministrazione. Dovrebbe esserci l’ingresso di Kamchi Li, Kenneth Huang e Fabrizio Rindi, i membri in rappresentanza della cordata cinese che, sulla base degli accordi sottoscritti ad agosto, acquisterà il 15% dell’Inter (per una cifra attorno ai 55 milioni). Operazione, questa, legata a doppio filo alla costruzione del nuovo stadio, entro il 2017, da parte del colosso China Railway Construction Corporation. Il direttore generale dell’Inter Marco Fassone, forte dell’esperienza di Torino con la Juventus, ha iniziato i sopralluoghi nelle cinque aree interessate (caserma Santa Barbara, Sesto San Giovanni, Expo, San Donato e Rozzano) ma ci vorranno alcuni mesi prima di scegliere la location e sottoscrivere l’intesa con l’amministrazione comunale.

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Strama stravede Detto che per

lando da uomo, non da tecnico. A Berna ancora guadagnano con lui: presero Doumbia per 130 mila euro. Non era nessuno: l’hanno rivenduto al Cska Mosca per 11 milioni. Discorso identico per Mayuka, finito ad agosto al Southampton». La testa è sempre stata all’Italia: «In tempi non sospetti mi disse: "Arriverò in Serie A". Nel 2008 andò a studiare da vicino l’Atalanta di Delneri». Però c’è il buco nero dell’esperienza al Samsunspor: «Gli sono passati sotto il naso 45 giocatori, impossibile fare meglio». E allora la Lazio: «Lo scoprirono seguendo Lulic, da lì è partito tutto». Ora sono rose e fiori, in estate però: «Mi chiamò, non erano momenti facili per lui. Mi disse: "Le amichevoli non contano, io guardo solo al preliminare di Europa League". Ha avuto ragione. E ora vi dico: tenete d’occhio la Lazio, perché non crollerà». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Buu al Tottenham: Lotito scrive all’ Uefa Nella serata di ieri la Lazio ha inviato all’Uefa le controdeduzioni per il caso dei buu razzisti a Defoe, Lennon e Townsend, giocatori del Tottenham, in occasione della partita

di Europa League disputata a Londra il 20 settembre scorso. La sentenza è prevista per la prossima settimana, il 18 ottobre. Il club di Lotito non dovrebbe andare oltre una multa di 20 mila euro e la diffida dello stadio Olimpico. stop

F.C. INTERNAZIONALE MILANO S.p.A. Sede in Milano – Corso Vittorio Emanuele II, 9 – Capitale sociale C 40.820.763,00 C.F. e n. Registro Imprese di Milano 80066310154 – R.E.A. n. 742209 CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA DEI SOCI I Signori Azionisti sono convocati in Assemblea Ordinaria e Straordinaria il giorno 29 ottobre 2012 alle ore 18.30, in prima convocazione e, occorrendo, il giorno 31 ottobre 2012 stessa ora e luogo, in seconda, presso la Banca Popolare di Milano – Sala delle Colonne – Via San Paolo, 12 – Milano, per deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO: Parte ordinaria: • Approvazione del bilancio al 30 giugno 2012, delibere conseguenti; • Nomina del Consiglio di Amministrazione, previa determinazione del numero dei Consiglieri e della durata in carica; • Nomina del Presidente del Consiglio di Amministrazione. Parte straordinaria: • Deliberazioni ai sensi e per gli effetti degli artt. 2364 – 2447 del codice civile. Per poter partecipare all’assemblea direttamente o per delega, a’ sensi dell’art. 2370 C.C. e dell’art. 9 statuto sociale, i Signori Azionisti dovranno depositare i certificati azionari almeno tre giorni prima presso la sede sociale o la sede di Milano della Banca Popolare di Milano. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Milano, 10 ottobre 2012

(Massimo Moratti)


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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SERIE A

Roma multinazionale A Trigoria insegna Totti Il capitano al lavoro con Zeman esempio per i giovani Lopez dall’Uruguay: «Lo guardo e provo ad imparare»

S ITALIA In Armenia ci sono Osvaldo, De Rossi, Balzaretti e Destro. Martedì bis con la Danimarca ITALIA U21 A Pescara Italia-Svezia: c’è Florenzi. Ritorno martedì

Trigoria, di questi tempi, sembra quasi un deserto calcistico: 14 giocatori lì, a sudare, alle dipendenze di Zeman (compreso Nego, ma senza Lobont, ancora out), uno in meno (13) di quelli sparsi in giro per il mondo, con le varie nazionali. A conti fatti, più che una squadra di calcio sembra una di calcio a 5. Organico dimezzato, anche se fornito di pezzi pesanti. Uno su tutti, Francesco Totti, che continua ad allenarsi con l’intensità di una ragazzino. E poi Nicolas Burdisso, il «Bandito», che proprio in questi giorni è a «lezione di tattica» per assimilare al meglio i movimenti della difesa (alta) di Zeman.

S ITALIA U19 Oggi in Albania, prima partita verso l’Europeo: Romagnoli

S BOSNIA Pjanic salterà la Grecia, martedì gioca contro la Lituania?

S BRASILE Ieri Castan in Svezia, test con l’Iraq. Martedì bis in Polonia con il Giappone

Start-up In un ambiente ancora

scosso dal caso-De Rossi (inserito tra i 50 candidati al Pallone d’Oro, ieri su di lui la stampa inglese ha registrato l’interesse anche del Chelsea, oltre che del City) ed Osvaldo, la dirigenza

S LITUANIA U19 Svedkauskas: ieri con la Danimarca, domani Serbia

Bradley fa 70 con gli Usa: «Zeman? È uno che sa sempre quello che deve fare»

Il capitano Già, Totti. Lui è da

IN 13 PER IL MONDO

S

ANDREA PUGLIESE ROMA

giallorossa si gode la Roma multinazionale. Tredici giocatori in giro per il mondo, con il primo a scendere in campo che è stato il baby del gruppo: Nico Lopez, ieri nell’amichevole (Uruguay-Perù 2-1) di preparazione al prossimo «Sudamericano Sub 20». «El Diente», come lo chiamano in Uruguay, ha visto per la prima volta dal vivo il figlio Elias, giocando tutti i 90 minuti come «topo sciolto»: attaccante libero di svariare, come lo definisce il tecnico Verzeri. Lopez, poi, ha parlato di Roma: «Tornare a casa è sempre bello, ma nella Capitale mi sto godendo la possibilità di giocare ed imparare al fianco di grandi giocatori come Totti. E non mi aspettavo di esordire così presto in prima squadra, è stata una bella sorpresa».

4

PALERMO ZAMPARINI: «PER 100 MILIONI VENDO TUTTO»

Hernandez fa crack starà fuori 6 mesi FABRIZIO VITALE PALERMO

Ancora un crack, il terzo per Abel Hernandez nelle ultime tre stagioni. Stavolta non sono i muscoli, l’infortunio è più grave: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. L’attaccante se l’è procurato con l’Uruguay. Il verdetto, emesso dalla federazione uruguaiana, troverà conferma oggi quando Hernandez sarà visitato a Roma dal professor Mariani. «E’ successo tutto così rapidamente — ha detto l’uruguaiano —. Stavo giocando e per evitare il tecnico ho fatto una brutta torsione con il ginocchio». La «Joya» dovrà stare fermo sei mesi. Il presidente Intanto Zamparini è tornato a parlare, rompendo il silenzio che aveva promesso di osservare. «Quanto dura Lo Monaco? Ho voluto prendere un socio, gli ho ceduto il 10% delle azioni anche se non me le

LAPRESSE

Stars&Stripes Tra i volti nuovi in giro per il mondo, c’è attesa anche per la 70a presenza in Nazionale di Michael Bradley, che con gli Usa oggi sarà impegnato in casa di Antigua e Barbuda. «In Italia sono diventato un giocatore più completo e più rapido nel riconoscere le differenti

situazioni di gioco — dice il centrocampista — Roma? Mi godo la città ed il club, non pensavo fosse così solido». Poi, un giudizio su Zeman, di cui Bradley è un fedelissimo: «Ha una grande personalità, il suo modo di fare mi piace. È uno con le idee molto chiare, sa sempre quello che vuole: in allenamento, dai suoi giocatori e dalla squadra». È quello che si spera a Roma in questi giorni. Il deserto di Trigoria andrà avanti fino a mercoledì, quando alla spicciolata torneranno un po’ tutti. Nel frattempo, però, il messaggio lanciato con le esclusioni di Osvaldo e De Rossi dovrebbe essere arrivato a destinazione: da oggi gioca solo chi vuole soffrire per la causa. La Roma multinazionale, del resto, è anche questo: condivisone di gioie, dolori e fatiche, in giro per il mondo.

La Fiorentina premia Klose Ma col Bayern segnò in off-side

Lodi, c’è l’intesa con il Catania: contratto rinnovato al 2016

Giovanni Sardelli

CATANIA Entro domani, al massimo lunedì, Francesco Lodi rinnoverà l’accordo con il Catania. Un’intesa che dal 2015 verrà prolungata di una stagione, accontentando le aspirazioni del centrocampista. Ieri i rappresentanti del calciatore e l’a.d. rossazzurro, Sergio Gasparin hanno trovato l’intesa sul contratto, dunque anche sulla cifra che il ragazzo pattuirà, in linea con il tetto del Catania, che di solito non supera le 400 500 mila euro annue. La conferma spegne ogni voce secondo la quale, a gennaio, il Pirlo rossazzurro potesse andar via. In estate si era ipotizzato il Milan, ma anche la Fiorentina. Lodi, invece, ha giurato amore eterno al Catania: «Qui mi trovo bene — ha sempre detto — e vorrei continuare a dare il mio apporto a una squadra che è davvero forte». A giorni potrebbe anche essere prolungato il contratto del terzino sinistro Marchese, al quale il Catania ha formulato una proposta.

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Giovanni Finocchiaro

S PARAGUAY Stasera Piris in Colombia, martedì contro il Perù

S URUGUAY U20 Ieri Nico Lopez in campo contro il Perù

S USA Bradley stasera con Antigua e Barbuda, bis il 16 con il Guatemala

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CATANIA

S

un po’ che in giro non ci va più (per sua scelta) e forse oggi si troverà anche a fare zapping in tv, per ammirare i suoi compagni impegnati con le varie nazionali. Per il rinnovo del contratto (scadenza giugno 2014), invece, c’è ancora tempo. Il capitano non ci pensa neanche per ora, concentrato com’è sul campionato e sul cercare di rialzare le sorti giallorosse. E le voci di questi giorni su di una presa di contatto con la dirigenza giallorossa sono solo tali: semplici voci.

pagherà tantissimo — ha detto a Radio24 —. A Palermo ho speso 90 milioni di euro, che forse non rivedrò più, e ritengo Lo Monaco uno dei migliori dirigenti italiani. Quanto vale il Palermo? Io chiedo 140-150 milioni, ma se me ne offrissero 100 lo venderei domani. Comunque, cerco investitori disposti a mettere dentro 40-50 milioni, non a rilevare la mia quota di azioni. Con gli arabi non è ancora finita, ci stiamo lavorando».

FAIR PLAY VIOLA

OLANDA Stekelenburg: oggi Andorra, il 16 con la Romania Francesco Totti, 35 anni, ha sempre giocato con la Roma. Ha esordito in A quando aveva solo 16 anni: 28 marzo 1993 Brescia-Roma 0-2

Abel Hernandez, 22 anni

Il gol in fuorigioco di Klose Manca l’ufficialità, ma la decisione è presa. Il cartellino viola di settembre verrà assegnato a Miroslav Klose. Il tedesco segnò di mano nella gara del San Paolo contro il Napoli, salvo poi ammettere la colpa. Logica conseguenza l’annullamento del gol. Il gesto, è stato premiato a maggioranza dalla giuria del cartellino viola. Ma la scelta non piace per niente ai tifosi della Fiorentina. Quando vestiva la maglia del Bayern Monaco infatti, fu proprio Klose a segnare il gol, in netto fuorigioco, che a conti fatti estromise i viola dalla Champions League 2009 10.

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L’INCHIESTA 32 INDAGATI A FERMO, MA LA VICENDA SUI DOCUMENTI IRREGOLARI POTREBBE COINVOLGERE ALTRI

ABBREVIATO CALCIOPOLI

PROCURA FEDERALE

False cittadinanze, Bergessio è fuori

C’è l’appello di Giraudo, Lanese, Pieri e Dondarini

Palazzi al lavoro Oggi si chiude su Spezia-Legnano

Comincia questa mattina presso la quarta sezione penale del Tribunale di Napoli l’appello per il rito abbreviato di Calciopoli (condannati Giraudo, Lanese, Pieri e Dondarini) si proseguirà il 19 e il 26 ottobre con pronuncia della sentenza il 26 per evitare la prescrizione. La sentenza di primo grado è del 14 dicembre 2009: Giraudo (3 anni), Lanese (2), Pieri (2 e 4 mesi) per associazione per delinquere, Dondarini (2 anni) per frode sportiva. Oggi ci sarà la relazione del giudice Rosaria Molè e dopo la requisitoria della Procura generale.

Altre audizioni alla Procura federale per Spezia-Legnano, finale playoff di Seconda Divisione 2009-2010: sentiti l'allora medico del Legnano, Luigi Valcarenghi, l'ex calciatore, Alessandro Pontarollo e l'ex d.g. dello Spezia, Aldo Jacopetti. Con l’audizione dell’ex arbitro Roberto Bagalini e di Eugenio Olli, d.s. del Feralpi Salò che perse la semifinale con il Legnano, si chiuderà l’inchiesta. Eventuali deferimenti arriveranno o con quelli del Napoli (dopo il 20 ottobre) o con il filone legato alle carte di Cremona.

DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA TOSI FERMO

Le indagini della Procura della Repubblica di Fermo, condotte dai Carabinieri del comandante Pasquale Zacheo, sulle false cittadinanze che coinvolgono molti calciatori e altri sportivi militanti o transitati in Italia avanzano piano ma potrebbero presto assumere sviluppi eclatanti anche su altre piazze. Al momento il Sostituto procuratore Raffaele Iannella smorza i toni del caso anche se 34 indagati tra cui un funzionario dell’ufficio anagrafe e una dirigente del Pdl locale fanno comunque rumore. «Ho

ereditato il fascicolo dal procuratore capo uscente Vardara ma non ne ho ancora preso visione perciò sono all’oscuro della vicenda se non per quello che ho letto sui giornali — argomenta il magistrato —. Quel fascicolo è stato depositato a giugno. Abbiamo sei mesi per esaminare il quadro. Perciò oggi qualunque conclusione è prematura». La genesi di questa inchiesta parte da lontano, come tempi e come geografia. Nel 2007 una procura penale di Buenos Aires segnalò con una rogatoria internazionale ai colleghi di Fermo che alcuni giocatori del giro della nazionale argentina si sarebbero attivati per ottenere in modo facile la cittadi-

nanza italiana attraverso gli uffici di un agente sudamericano residente nella città marchigiana. Emersero tre nomi su tutti: Gonzalo Bergessio, Marcos Aguirre e Augustin Pellettieri. I tre dovevano sostenere un provino per Inter, Napoli e Torino, circostanza che è oggetto di accertamenti dell’Arma. Peraltro solo Aguirre ottenne il passaporto italiano e le prime indagini della Polizia Anticrimine e dei Carabinieri di Fermo si conclusero qui. Nessuno di loro risulta indagato, perciò oggi Bergessio si chiama fuori da questa storia essendo extracomunitario al Catania. Nozze Il caso è stato riaperto a

causa delle nozze di un brasiliano che aveva ottenuto la cittadinanza italiana a Fermo. Le verifiche hanno evidenziato irregolarità documentali facendo cadere il funzionario dell’ufficio anagrafe che ha confessato allargando il campo dei falsi passaporti con riguardo ai calciatori, sarebbero una ventina che militano o hanno militato in serie A, B e Lega Pro, e ad altri soggetti attivi nel calcio a 5 e nel volley femminile. Il tutto sotto la regìa di un imprenditore e di un ex vicesindaco della cintura fermana che hanno rigettato ogni addebito. Vagliata anche la posizione dell’ex milanista Roberto Ayala. © RIPRODUZIONE RISERVATA


VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

di FRANCO ARTURI

opire, troncare, padre molto reverendo. «S Troncare, sopire». E’ una delle citazioni manzoniane più ricorrenti. Immortale. La rispolveriamo nell’occasione per allontanare da noi il dubbio che sia la fotografia di alcune importanti decisioni della giustizia della federbasket. Ne parlavamo in un intervento precedente. Nei prossimi giorni capiremo se arriverà un po’ d’aria fresca da queste parti o tutti gli argomenti spinosi rimarranno confinati nelle segrete dei Palazzi romani e dependance ad assetto geografico variabile. Lunedì infatti la Giudicante si esprimerà sull’impugnazione dell’Olimpia Milano contro l’archiviazio-

dallaPrima

dopo il diluvio. E’ qui che Cesare Prandelli, patriarca azzurro, prova a ricominciare. Cerca l’Italia dell’Europeo che a settembre ha rimesso in campo, ma non ha riconosciuto nel gioco e nell’anima. Il c.t. giura di avere intravisto in allenamento segnali incoraggianti: più intensità, più motivazioni, accese dalla consapevolezza che steccare stasera in Armenia e non fare risultato pieno con la Danimarca martedì vorrebbe dire inguaiare in cammino per il mondiale brasiliano. Rispetto settembre, Prandelli ha un Balotelli in più, influenza permettendo. Ma non sono i suoi gol la cosa più importante da ritrovare. La cosa più importante comincia con la minuscola, prescinde dalle individualità e riguarda tutti: il gioco. E’ il gioco che ha fatto bella e vincente la Nazionale all’Europeo. Le candidature al prossimo Pallone d’Oro lo confermano. Sei sono gli azzurri in corsa tra i 53: Buffon, Marchisio, Pirlo, De Rossi,

Cesare Prandelli e Mario Balotelli (di spalle) PAOLUCCI

Balotelli e Di Natale. Un anno fa c’era il solo Di Natale, che anche in questa stagione è arrivato per conto suo, grazie alla prolifica stagione all’Udinese. Gli altri sono tutti in lizza grazie a Prandelli. Perché la Roma (De Rossi) ha vissuto un’annata grama e agli juventini è mancata la visibilità della Champions. E’ stato l’Europeo ad attirare gli occhi sugli azzurri e sui gol di Balotelli. Ma c’è un dato ancora più significativo, scivolato troppo inosservato: c’è tutta la mediana di Prandelli. Il nostro ultimo Pallone d’Oro è stato Cannavaro, prima di lui Baggio e Paolo Rossi. Grandi difensori o gente da gol, le nostre specialità perché per tradizione abbiamo attraversato spesso il centrocampo di corsa, in contropiede. A costruire in mezzo sono più bravi gli altri. E’ qui che Prandelli ha fatto la rivoluzione. Dopo il diluvio sudafricano, il patriarca azzurro ha cercato terra nuova: palla a terra, palleggio, pressing e ritmi alti. C’è riuscito tanto che la sua Italia ha sfiorato l’Europeo e i suoi costruttori sono finiti in massa tra i candidati al Pallone d’oro. Merito del gioco. Per questo, anche se sarebbe importante ritrovare i gol di SuperMario che torna dopo le lacrime piante in finale a Kiev; anche se metterci in tasca tre punti sarebbe prezioso, non c’è bottino preferibile a quello del gioco ritrovato. Perché non siamo una squadra di grandi individualità, ma abbiamo un gioco che rende migliori i singoli, come dimostrano le candidature meritate in azzurro più che altrove. E’ una contingenza delicata per i nostri centrocampisti, a parte lo straripante Marchisio. De Rossi è reduce dalla bruciante panchina di Zeman, Pirlo ha avuto un inizio di stagione sofferto, Montolivo è stato travolto dal momentaccio rossonero, prima di riemergere in un derby giocato bene. Prandelli li ricompone come contro la Germania per evocare la magia di una manovra che quella notte toccò il suo punto più alto. Una volta che ritroveremo quel gioco, può piovere quanto vuole e noi ci sentiremo asciutti, al caldo. Quasi in Brasile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

evitare che si verifichi un’altra grande delusione. L’Under 21 dello sfortunato Casiraghi saltò l’ultimo Europeo per aver perso lo spareggio con un rivale che sulla carta sembrava il meglio che si potesse trovare. Due a zero all’andata, poi l’incredibile sconfitta per 3-0 a Borisov, complice una sciocchezza di Mannone. Il portiere sullo 0-0 tentò di scartare un avversario che invece se ne andò tutto solo verso la porta. Ora gli azzurrini si ritrovano, dopo aver dominato il girone, a giocarsi tutto in due gare per conquistare Israele 2013. E’ l’assurdità del regolamento bellezza, e non ci puoi fare nulla. Di fronte avranno la Svezia, un avversario tutto sommato abbordabile, come la Bielorussia. E che ha fatto molta più fatica di noi per conquistare i play off. Ma imparare dal passato significa coltivare la memoria per non cadere negli stessi errori. In quel caso, oltre all’indubbia iella, poca concentrazione, sufficienza e in fondo mancanza di carattere. Allo stesso tempo però, bisogna dimenticare la Bielorussia, perché questa è un’altra storia: tempi, giocatori e consapevolezza sono diversi. Nel maggio dell’anno scorso, l’Under di Ferrara passeggiò in amichevole con la Svezia a Reggio

di VALERIO MARINI

Emilia: 3-0. Ma non è un precedente attendibile. In primis perché ora la posta in palio è seria, e poi perché le squadre sono altre. Per dire, anche se per età avrebbero potuto, con Devis Mangia non c’è nessuno dei tre marcatori di allora: Fabbrini, Paloschi e Macheda. Le cose cambiano, e in fretta, quando si tratta di giovani. Anche perché qualcuno fa il salto di qualità. L’Under 21 sarebbe una corazzata imbattibile con Balotelli, Verratti, Destro, El Sharaawy. Ma anche così Mangia non si può lamentare. E’ un momento di meglio gioventù il nostro. Lo dimostra il «ratto» dei talenti da parte di Prandelli. Che ha lasciato Insigne all’Under e questa è una gran notizia. Con Immobile l’intesa è perfetta. In mezzo poi, c’è l’imbarazzo della scelta. La Svezia è cambiata ma ha il solito gioco, basato sulla corsa e sul fisico. Attenzione però a Ishak, classe ’93, che gioca nel Colonia. Nelle qualificazione ha fatto caterve di gol. Qui lo assisterà Ajdarevic, un numero 10 con molta fantasia. Ci vorrà un po’ d’attenzione in difesa e una manovra fatta di scambi veloci e incroci per mettere in difficoltà i lungagnoni svedesi. Insigne, Immobile, De Luca e Florenzi sono fatti apposta per questo. Sarebbe un peccato non cogliere l’attimo. Il nostro calcio ha davvero bisogno di freschezza e prestigio. E chi meglio di questa gioventù può darcelo? twitter @fabiowhites © RIPRODUZIONE RISERVATA

mandare assolti tutti. Ma dopo un’indagine seria, accurata, «terza», che non lasci possibilmente alcuno scheletro in nessun armadio. Questa federazione è storicamente troppo appiattita sul gruppo dominante del momento ed è pochissimo disposta a processare il proprio passato. Il salto culturale in avanti dev’essere proprio questo: impedire che in campo organizzativo, normativo ed arbitrale si stabiliscano egemonie improprie. Non ci piaceva quella di Siena ieri, non ci piacerebbe una di Milano o di chiunque domani. Vogliamo canestri puliti, neutrali e trasparenti. E’ chiedere troppo? © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marca la differenza di SANTIAGO SEGUROLA Adjunto al director di «Marca», quotidiano sportivo spagnolo

Messi e Ronaldo oggi sono come Coppi e Bartali difficile che BarcelloÈ na-Real Madrid possa deludere. Sempre ci sono esiti in-

TwitTwit

IL CINGUETTIO DEL GIORNO

ALE DEL PIERO Leggenda Juve ora al Sydney

In Italia è la giornata dello sport #paralimpico. Per festeggiare i Campioni e per trovarne di nuovi nello sport e nella vita. Ale @delPieroale

TANIA CAGNOTTO Campionessa di tuffi

Forse ho sbagliato qualcosa? Dovrebbero essere degli involtini di pollo...

CRISTIANO RONALDO

ABBIAMO BISOGNO DI FRESCHEZZA COGLIAMO L’ATTIMO CON L’UNDER 21 icordare la Bielorussia. O dimenticare la R Bielorussia. Dipende da quale prospettiva si osserva il problema. Bisogna ricordarla, per

Già, ma chi deve eventualmente cercarle le prove se non un organo di giustizia sportiva che è lì appunto per quello? Qui non si tratta di schierarsi per l’uno o l’altro club, ma di chiedere che venga fatta chiarezza su quel caso spinoso. Magari anche per

@TCagnotto

ilFuturo

di FABIO BIANCHI

ne da parte del Procuratore federale Alabiso del suo esposto su intercettazioni sospette che riguardavano importanti personaggi del mondo arbitrale e dirigenziale di club. Evitiamo di entrare nel groviglio delle formule giuridiche, ma una cosa colpisce della motivazione di archiviazione: al club milanese viene addossata l’incapacità di fornire «alcun elemento di prova» delle proprie tesi.

laVignetta

SE LA NAZIONALE RITROVA IL GIOCO ALLORA IL BRASILE SARÀ PIÙ VICINO iove a Yerevan. Battuta facile: smetterà? P Perché all’orizzonte si staglia carismatico il monte Ararat, sul quale approdò l’arca di Noè

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LA FEDERBASKET, LE INTERCETTAZIONI E UN’INCHIESTA CHE SI DEVE FARE

ilCaso

di LUIGI GARLANDO

LA GAZZETTA DELLO SPORT

Fuoriclasse portoghese

Primo contatto col tempo in Russia. Fa freddo ma abbiamo fatto un buon allenamento per la partita @Cristiano

ROBERTA VINCI Tennista italiana

Cerco un centro di gravità permanente.... @roberta vinci

DANIELE MOLMENTI Olimpionico di canoa

Milanello, Como, Sondrio, Milano, Genova, Sestri Levante, Portofino, Torino e adesso... verso Roma!!! Che vita ouuu... @DanieleMolmenti

STEFANO MANCINELLI Cestista italiano

In macchina... autostrada... con piazza grande a tutto volume... tanta roba, grande luciooooooo @mancio6

FABIO DE LUIGI Attore e presentatore tv

Fosse per me partirei per un'isola tropicale ma come faccio che c'è la partita con l'Armenia? @FabioDeLuigi

teressanti. È ovvio: troppi buoni giocatori, troppa passione, troppa storia, troppi interessi, compresi quelli di carattere politico. Appena un mese dopo la storica manifestazione per l'indipendenza — un milione di persone sono scese nelle strade di Barcellona per chiedere la secessione — il nazionalismo catalano ha utilizzato la potente finestra mediatica della partita per rinnovare la pressione su Madrid. Il Barcellona ha partecipato alla causa palesando il suo rilevante ruolo sociale in Catalogna. A Madrid però la presa di posizione del Barcellona è stata letta altrimenti: un club assoggettato agli interessi di una parte della classe politica catalana. Si torna così al vecchio dibattito sul ruolo di una squadra di calcio nella società. Deve rimanere vergine da contaminazioni politiche, oppure essere il riflesso della realtà sociale del suo ambiente? Il Barca ha cercato di risolvere questo dilemma già molto tempo fa, quando si presentò dinnanzi al mondo come qualcosa di più di un semplice club. Il Barcellona si fa carico di un peso socio-politico che altre squadre rifiutano o ignorano. Con o senza bandiere, fin dal primo momento i tifosi sono stati conquistati dalle emozioni del calcio, dalla rivalità di due squadre che si odiano ma si necessitano per misurare la propria grandezza, dallo straordinario numero di stelle in campo, dalla presenza di Messi e Cristiano Ronaldo, i due giocatori che incoronano il calcio contemporaneo. Non ci sono interessi politici tali da reggere il confronto con tutto questo. La partita ha confermato la grandezza di Messi e Cristiano. Hanno bisogno l'uno dell' altro proprio come il Real e il Barca. Hanno fatto la differenza, e continuano nella loro affascinante sfida. Demoliscono record a velocità vertiginosa. Messi ha segnato 50 gol nello scorso campionato, Cristiano Ronaldo 46. Ogni stagione, tra lo stupore e l'incredulità dei tifosi, alzano l'asticella. Sono finiti i tempi in cui 25 gol facevano di un attaccante un su-

percannoniere. Cristiano Ronaldo e Messi hanno inaugurato una nuova era. O forse hanno dato vita a un'epoca irripetibile. Sebbene Barca e Real Madrid dispongano delle due rose più ricche del mondo, l'influenza di Messi e Cristiano Ronaldo è assoluta. Senza di loro, le due squadre sarebbero fantastiche, ma di certo più vulnerabili. Al Camp Nou l'equilibrio si è rotto solo quando sono apparsi i due geni per marcare la differenza. È evidente il privilegio del calcio spagnolo: due squadre straordinarie guidate da due leggende viventi nel pieno della loro carriera, che si sfidano partita dopo partita, rispondendo ogni giornata alle immense aspettative che suscitano tra i fan. Quella che caratterizza Messi e Cristiano Ronaldo è un tipo di rivalità trascendente, storica, la stessa che alimentò i duelli tra Bartali e Coppi, Joe Di Maggio e Ted Williams, Bill Russell e Wilt Chamberlain, Magic Johnson e Larry Bird ... Tutti costoro hanno segnato un'epoca che è diventata leggendaria per lo sport. Lo stesso accadrà con questi due fenomeni del calcio. Il potere calcistico e mediatico delle due stelle di Real e Barca è così travolgente da far passare spesso in secondo piano tutto il resto. A mio parere, il Real Madrid non ha saputo sfruttare una ghiotta occasione. È vero che ha giocato bene la prima mezz'ora, ma è sparito dopo il pareggio e non ha più dato alcun segnale di ambizione. Ha sorpreso per la mancanza di fiducia. Non si troverà mai più ad affrontare un Barça così vulnerabile in difesa. Vilanova ha sfoderato un quartetto inedito: Mascherano e Adriano sono alti 1.72, Alves 1.70, Jordi Alba 1.65. Probabilmente la squadra giovanile del Barça ha una statura media maggiore. Il Real Madrid, noto per la sua potenza atletica e per il suo spettacolare gioco aereo, ha fallito contro una difesa che non trasmetteva alcuna fiducia, e ha concesso un pareggio che lascia inalterato il divario: otto punti a favore del Barca. Non è un vantaggio da poco. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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CALCIO A 5 SPECIALI PER GAZZETTA

Acqua&Sapone, derby e un tabù da sfatare I Barbarossa lasceranno il ciclismo, ma nel futsal rilanciano Stasera c’è il Pescara: è caccia al primo successo casalingo tra le prime quattro». Per farlo, sulla panchina è stato confermato «il filosofo» Massimiliano Bellarte e la squadra è stata ulteriormente rinforzata: «Ma il giocatore che farà la differenza ancora non l’abbiamo potuto utilizzare. Si chiama Chaguinha (arrivato dagli spagnoli del Lobelle Santiago, ndr), nelle amichevoli ha impressionato». Non è ancora arrivato il transfer, dovrebbe esordire dopo la sosta.

MARCO CALABRESI

L’Acqua&Sapone, ora, il Giro d’Italia lo fa nel calcio a 5. Tre punti in casa della Lazio, altri tre a Venezia, soltanto uno in casa, dove lo scorso anno vinse nove partite su 13, costruendo prima la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia, poi quella ai playoff scudetto. L’occasione per sfatare il tabù del PalaCastagna di Città Sant’Angelo arriva giusto in tempo prima della sosta di 40 giorni per il Mondiale: stasera (ore 20.30, differita su Rai Sport 1 dalle 21.30) c’è il derby con un Pescara in silenzio stampa e reduce da due sconfitte consecutive dopo altrettante vittorie nelle prime due giornate. Colpo di fulmine A Pescara e

Montesilvano (che domani sera ospita la Lazio provando a restare l’unica a punteggio pieno), nel polo abruzzese delle squadre di Serie A da due anni si è aggiunta anche l’Acqua&Sapone Fiderma, nata nel 2007 dall’unione tra il Marina Città Sant’Angelo — il cui presidente, Marco Fiore, è ancora il numero uno del club — e il Pescheto, fondato nel 2000 al

Hector, 29 anni, pivot dell’Acqua&Sapone, in azione contro la Marca DI ROCCO

ritorno da un viaggio in Brasile. «Lì, insieme ad alcuni colleghi e amici scoprimmo il calcio a 5, fu un colpo di fulmine — racconta Nando Barbarossa, patron dell’Acqua&Sapone assieme al padre Enio —. Da quel giorno, abbiamo iniziato un percorso che ci ha portati fin qui. I segreti della scalata? Passione e progettualità, cercando di migliorare un tassello alla volta, senza fare follie che rischierebbero di essere pagate care. E in Abruzzo ci siamo crea-

ti la nostra storia sul campo, vincendo i campionati e senza ricorrere ad alcun ripescaggio». Progetti Dopo 12 anni, a fine stagione l’Acqua&Sapone lascerà il ciclismo; nel calcio a 5, invece, c’è la volontà di diventare un top club. «In due-tre anni vorremmo arrivare a lottare per lo scudetto — rilancia Barbarossa —. Quest’anno, intanto, la speranza è quella di ripetere i risultati della scorsa stagione e, possibilmente, di entrare

UNDER 21 ALBANI APPLAUDE LA VITTORIA SULLA POLONIA

Nove pali, poi il riscatto «Ho visto un’Italia super» Nove pali in 40 minuti: se non sono un record, poco ci manca. E visto che sull’Italia Under 21, nella prima delle due amichevoli con la Polonia (persa 3-1 martedì), si era accanita la malasorte, nella seconda gara serviva una prestazione super, per battere i polacchi e la sfortuna. Detto, fatto: 4-0 per gli azzurrini a San Vito al Tagliamento e ottime indicazioni per Raoul Albani, nei primi test della stagione, che precedono di due mesi il torneo di San Pietroburgo (12-16 dicembre), dove l’Italia lavora per essere protagonista. Soddisfazione Chiedeva una

prova di carattere, Albani, dopo una sconfitta inaspettata quanto immeritata, ed è stato accontentato. «Ci siamo ripresi quello che abbiamo lasciato nella prima gara (persa per tre disattenzioni difensive, ndr). La delusione ci ha portato a fare una delle prestazioni più belle da quando sono responsabile di questa Nazionale. I miei ragazzi hanno interpretato la partita nel modo migliore, mostrando la voglia di vincere che è servita per riscattarci». Nuove leve Quella Under 21 è una Nazionale in continuo rinnovamento. Oltre ai «soliti» Mentasti, Sordini, Tornatore, Rizzo, Milucci e Sordini (tutti sotto l’occhio vigile di Menichelli), crescono i migliori pro-

Aspettando Chaguinha, l’Acqua&Sapone si consola con le parate di Marco «Xuxa» Zaramello (sabato scorso anche autore di un gol) e con i gol di Hector Albadalejo Blazquez: 30 lo scorso anno tra regular season, playoff e Coppa Italia, già sei nelle prime quattro giornate. Stasera, prima del derby, sarà premiato per il titolo di capocannoniere vinto nella passata stagione (a pari merito con Foglia); poi, il derby, a cui il Pescara arriva senza lo squalificato Morgado e con Nicolodi in non perfette condizioni, ma comunque temibilissimo. Ha iniziato con il calcio a 5 a 18 anni, Hector: in tempo per aiutare l’Acqua&Sapone a realizzare il suo sogno.

Bomber

S Angelo Schininà, 21 anni, dell’Acquedotto, festeggia Yuri Bacoli, 20, dopo il gol dell’1-0 nel secondo test con la Polonia FRANZONI

dotti dei settori giovanili: l’infortunio di Marco Caverzan (’94, della Marca Futsal), ha regalato la palma di più giovane in campo a un altro ’94, Nunzio Frosolone, che dopo aver conquistato tre scudetti a livello giovanile (due Allievi e uno Juniores), da quest’anno fa presenza fissa nei 12 del Napoli, allenato dal tecnico che quegli scudetti li ha vinti in panchina, Carmine Tarantino. Dedica speciale Se l’unico giocatore a essere andato a segno in entrambe le amichevoli con la Polonia è Julio De Oliveira, pivot dell’Asti, a sbloccare la seconda partita è stato Yuri Bacoli: partito da Latina, dopo l’esperienza poco fortunata con la Luparense (complici anche gli infortuni), si è riavvicinato a casa. La Cogianco Genzano, che lo aveva ripreso lo scorso anno, lo ha girato in prestito proprio alla Rapidoo Latina (A2), che sabato scorso ha esordito con una vittoria sull’Augusta: ha messo il pallone in rete e ha subito alzato occhi e braccia al cielo. «Il gol segnato, come tutti quelli che ho fatto e che spero farò, è per mio padre Carmine, che non c’è più — dice —. Far parte della Nazionale è un’emozione straordinaria, e dobbiamo sentirci fortunati a vestire questa maglia. In tanti vorrebbero essere al nostro posto». m.cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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NUOVA GESTIONE

Raoul Albani, 55 anni, romano, è in carica dal 1 settembre 2009 Questo il bilancio degli azzurrini: 2009-2010 7 giocate 4 vittorie 3 sconfitte 2010-2011 8 giocate 3 vittorie 3 pareggi 2 sconfitte 2011-2012 6 giocate 1 vittoria 3 pareggi 2 sconfitte 2012-2013 2 giocate 1 vittoria 1 sconfitta Totale 23 giocate 9 vittorie 6 pareggi 8 sconfitte

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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WEEKEND LUNGO

5a giornata OGGI Acqua&SaponePescara (ore 20.30, differita 21.30 su RaiSport 1) DOMANI MontesilvanoLazio (ore 20.30, diretta su RaiSport 2); PutignanoMarca (16); VeronaKaos (16) DOMENICA Cogianco-Asti (ore 18); Rieti-Napoli (20.30)

S Classifica Asti 10 Montesilvano* 9 Luparense 8 Cogianco 8 Napoli 7 Acqua&Sap. 7 Lazio 7 Pescara 6 Kaos 5 Marca 5 Rieti 3 Venezia** 3 Putignano 0 Verona 0 * una partita in meno ** una partita in più

UEFA FUTSAL CUP 1-6 CON L’IBERIA STAR

Luparense, che brutto avvio «Troppi errori»

Alex Merlim, 26 anni, stella della Luparense e dell’Italia

Per la Luparense si mette male. L’Elite Round di UEFA Futsal Cup di Tbilisi, per i campioni d’Italia, parte come peggio non si poteva: 6-1 per i padroni di casa dell’Iberia Star, risultato che costringe la squadra di Colini (unico tecnico italiano a salire sul trono d’Europa, due anni fa col Montesilvano) a un’autentica impresa. Da tentare già oggi (ore 13), contro un Benfica che sembrava aver spianato la strada alla Luparense: in vantaggio di tre gol a cinque minuti dalla fine, i portoghesi si erano fatti riacciuffare sul 3-3 dagli ungheresi del Gyor. Amarezza Il momentaneo 2-1 di Saiotti (l’ex Au-

gusta ieri esordiva con la nuova maglia) sembrava aver risvegliato i veneti dopo l’uno-due di Augusto nel primo tempo, ma la scelta di Colini di inserire Pedotti portiere di movimento non ha dato gli effetti sperati. «Abbiamo sbagliato troppo sotto porta — ammette Colini —. Ora la partita con il Benfica diventa ancora più decisiva». Non vincerla, sarebbe una condanna definitiva. m.cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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SERIE BWIN IL PROTAGONISTA

«Ho dimenticato il Milan e vado in A con lo Spezia» Di Gennaro dai complimenti di Berlusconi alla nuova avventura «Il trequartista non è più di moda, così ho imparato a fare tutto» GUGLIELMO LONGHI

Quella volta che Berlusconi gli ha detto, guardando un po’ schifato i capelli lunghi: «Giochi trequartista? Allora puoi tenerli così: i fantasisti devono essere un po’ bizzarri». E Galliani: «Abbiamo Di Gennaro, non ci serve Ronaldinho». E Ancelotti: «Ha le qualità per diventare il nuovo Pirlo». Tracce di Milan, una piacevole ossessione che ormai sta sfumando: il milanese Davide Di Gennaro non pensa e non spera più di tornare nella squadra dove è cresciuto. Basta con i prestiti: ora c’è solo lo Spezia, che in estate ha comprato il cartellino offrendogli un triennale, c’è «una società ambiziosa che ha speso tanto». Dopo la vistosa frenata (tre sconfitte di fila), la squadra è tornata a correre, battendo la Reggina e strapazzando il Livorno: «Il gruppo è stato molto rinnovato, c’è bisogno di tempo. Ma certe critiche mi sono sembrate eccessive», dice Di Gennaro. Che studiando da leader, aspetta di diventare papà (in marzo) e non ha rimpianti per una carriera che avrebbe potuto prendere un’altra direzione: «Certo, dopo il debutto, tra l’altro nel giorno dell’addio di Costacurta, per anni l’obiettivo è stato giocare nel Milan. Ma sono realista, se non sono mai stato ripreso è perché sul campo avevo dimostrato di non essere pronto». La buttiamo lì: non è che il ragazzo porta anche un po’ sfiga, visto che al debutto col Milan ha perso in casa contro l’Udinese e il primo gol in A (febbraio 2009, Reggina) l’ha segnato proprio ai rossoneri?

rie B: «Dipende dalle mode del momento, dai gusti dell’allenatore. A Serena piace il giocatore che si muove tra le linee, e quindi la situazione è perfetta. Ma per non farsi trovare spiazzato è importante adattarsi ad altri ruoli». Al di là delle mutazioni tattiche, a 24 anni Di Gennaro può dire di aver provato un po’ tutto: la promozione (Bologna), la retrocessione (Reggina), l’infortunio grave (rottura del tendine del retto femorale). E i complimenti di Berlusconi.

la scheda DAVIDE DI GENNARO 24 ANNI FANTASISTA DELLO SPEZIA

Davide Di Gennaro è nato a Milano il 16 giugno 1988. Cresciuto nelle formazioni giovanili del Milan, debutta in serie A con i rossoneri il 19 maggio 2007 (sconfitta 3-2 in casa con l’Udinese). Comincia poi la lunga serie di prestiti.

2008 Conquista la promozione in B con il Bologna. 2008-2009 Gioca in Serie A con la Reggina (24 presenze, 1 gol).

Gennaio 2010 Va al Livorno (11 presenze).

2010-2011 E’ a Padova, gioca 17 partite e segna 5 gol, ma si ferma per un grave infortunio.

2011-2012 A Modena la sua stagione migliore: 32 partite, 10 gol.

Estate 2012 E’ comprato a titolo definitivo dallo Spezia.

Davide Di Gennaro è alla prima stagione allo Spezia. Ha giocato 556 minuti e segnato 3 gol. Media voto: 6,14 TASSONE

Il ruolo Il saggio Carletto aveva le sue ragioni per ipotizzargli un ruolo alternativo: «Ripeteva sempre: per fare il trequartista devi avere qualità uniche, forse irripetibili, mentre è più facile trovare spazio come play davanti alla difesa. Lì puoi diventare un grande centrocampi-

sta». Posizione che lui all’occorrenza (Porcari squalificato) ha coperto senza problemi: «A me piace giocare dietro le punte, ma anche da esterno destro con la possibilità di accentrarmi per tirare col sinistro, il mio piede». Fantasista, una figura in via d’estinzione, soprattutto in Se-

Il futuro «Devo ringraziare Bergodi che a Modena mi ha dato la possibilità di tornare a giocare dopo 6 mesi terribili. E’ stata la mia stagione migliore». E questa? «L’obiettivo dichiarato è andare in A in due anni, ma nessuno ci vieta di anticipare i tempi». Come è successo a Cesena e Novara, protagoniste del doppio salto (tornate giù subito, ma questa è un’altra storia...): «Vero, ma erano cambiate pochissimo salendo in Serie B. Lo Spezia invece è stato stravolto, sono arrivati una ventina di nuovi giocatori, mentre Sassuolo e Verona, le grandi favorite, possono puntare su un gruppo ormai consolidato». L’altro ostacolo sulla corsa verso la A è molto più materiale: «Fatichiamo ad adattarci al campo sintetico del Picco, almeno io mi trovo male. E’ un altro tipo di calcio: velocità del tiro difficile da prevedere, rimbalzi irregolari. Soltanto Porcari, che giocava a Novara, non ha problemi». Dallo Spezia rimbalza la stessa domanda: erba finta, promozione vera?

A

GOL E FANTASIA

Ma dai

!

C’E’ UN SERPENTE IL PADOVA FERMA L’ALLENAMENTO S Riccardo Saponara, 20 anni, trequartista dell’Empoli. Ha giocato 498 minuti e segnato 4 gol. Media voto: 6,25 (la migliore dell’Empoli)

PADOVA (a.m.) Un ospite indesiderato ha interrotto la seduta di allenamento del Padova. Nessuna invasione di tifosi o contestatori: il capitano Trevisan si è accorto della presenza di un piccolo serpente sul campo. L’innocua biscia d’acqua è stata presa in consegna dagli addetti al campo del centro di Bresseo che hanno riportato il rettile, senza alcun maltrattamento, nel suo habitat naturale delle vicine campagne. Nel frattempo la squadra di Pea si era già spostata in un campo vicino.

S Tanino Caridi, 32 anni, trequartista/esterno, alla prima stagione con la Pro Vercelli. Ha giocato 641 minuti e segnato un gol. Media voto: 6

S Simone Motta 35 anni, trequartista, è alla quarta stagione con il Novara. In questo campionato ha giocato 208 minuti. Media voto: 5,6

LA SITUAZIONE

Domani due gare Baracani a Novara Programma e arbitri. Domani, ore 18 Juve Stabia Bari (Castrignanò di Roma), ore 20.45 Novara Brescia (Baracani di Firenze). Domenica, ore 12.30 Vicenza Padova (Pinzani di Empoli), ore 15 Cesena Crotone (Roca di Foggia), Cittadella Modena (Fabbri di Ravenna), Empoli Ascoli (Di Paolo di Avezzano), Lanciano Pro Vercelli (Gavillucci di Latina), Sassuolo Varese (Palazzino di Ciampino), Spezia Ternana (Merchiori di Ferrara), Verona Grosseto (Abbattista di Molfetta), ore 20.45 Reggina Livorno (Ostinelli di Como). K.o. Lesione al legamento della

caviglia per Troianiello (Sassuolo): 15 giorni di stop.

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PRIMA DIVISIONE L’ALLENATORE RITROVATO

Acori e la panchina scomoda I PREMI

Premio Cestani Premio Laudano

Medie voto e gol Balzano in vetta Mungo e Magnaghi Lega Pro e La Gazzetta dello Sport hanno istituito due premi per il miglior giovane (premio Cestani) e il miglior marcatore giovane (premio Laudano): ammessi i calciatori nati dal 1992 in poi. Premio Cestani Il miglior giovane viene scelto con le medie voto Gazzetta (bisogna aver giocato almeno il 50% dei minuti): Mungo (1993, Chieti, 475’) media voto 6,75; Maltese (1992, Viareggio, 426') e Thiam (1992, Alto Adige, 373’) 6,70. Premio Laudano Se ci sono più giovani a parità di reti, vince quello che ha giocato meno: Magnaghi (1993, Viareggio, 540’) 4 reti.

domenica sono in buona parte suoi, ma è mia abitudine pensare al futuro. L’esonero fa parte del lavoro e dobbiamo accettarlo».

Il nuovo tecnico del San Marino vince al debutto ma è contestato: è un ex del Rimini

Festa a Rimini Dopo la bella

GIORGIA BERTOZZI SAN MARINO

Leonardo Acori è tornato in panchina. Proprio a due passi da quella Rimini dove finora ha ottenuto le vittorie più belle, portandola dalla C2 fino a sfiorare la Serie A. Dopo essere stato fermo un anno, sfruttato per aggiornarsi «guardando tante partite e i video d’allenamento di Viscidi e degli altri tecnici di Coverciano», l’allenatore umbro ha preso in mano il San Marino, che si era affacciato alla Prima divisione con una sola vittoria in 5 partite. «Iniziare con i tre punti (2-1 contro l’Alto Adige, ndr) era quello che auspicavo. E’ stato importante per l’ambiente e anche per me, spesso abbonato al pareggio nella gara d’esordio». Sarà che Rimini e San Marino sono confinanti, sarà che i tifosi biancazzurri so-

Leonardo Acori, 57 anni LAPRESSE

no molto legati all’ex tecnico Petrone (un playoff e una promozione diretta in due stagioni), ma domenica non sono mancati i cori di contestazione. «Capisco l’attaccamento dei tifosi a Petrone, così come so che i meriti per la vittoria di

esperienza riminese, durata sei anni, Acori di esoneri ne ha subiti tre. «Ma non certo per i risultati — puntualizza —. A Livorno eravamo terzi, a Benevento abbiamo centrato i playoff e a Cremona c’era la vicenda del calcioscommesse. Esoneri assurdi, che non hanno intaccato volontà, passione e autostima». Il passato però ritorna: domenica sera a Rimini si festeggia il centenario. Acori ci sarà? «Giochiamo a Bergamo, ma mi organizzerò: è un evento troppo importante, non voglio mancare. Come mi accoglieranno i tifosi? Credo bene, sarò sempre grato a loro e alla città. Non mi sento un traditore. Sono un professionista e faccio il mio lavoro». Domenica l’amarcord di Acori inizierà già alle 15, quando nell’AlbinoLeffe ritroverà una pietra miliare del suo Rimini: Pierre Giorgio Regonesi: «Un ragazzo strepitoso, come tutta quella rosa, con cui altrimenti non avrei potuto centrare risultati prestigiosi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

SECONDA DIVISIONE

Alle 20.30 c’è un anticipo nel girone A La capolista Pro Patria col Venezia Questa sera alle 20.30 è in programma l’anticipo del girone A della Seconda divisione: la capolista Pro Patria ospita il Venezia. La partita sarà arbitrata da Di Martino di Teramo. Ecco la classifica dopo 6 partite: Savona, Forlì e Pro Patria p. 13; Alessandria e Renate 12; Castiglione 9; Mantova 8; Monza (-4) e Bellaria 7; Venezia, Giacomense e Santarcangelo 6; Bassano e Rimini 5; Valle d’Aosta (-1), Fano (-1) e Milazzo 3; Casale (-5) 1. DIMESSO LIVIERO (an.me.) Matteo Liviero, giovane terzino sinistro di proprietà della Juventus in prestito al Perugia, è stato dimesso ieri pomeriggio dall’ospedale del capoluogo umbro dove era stato ricoverato in seguito a uno scontro di gioco fortuito con Buscè nel corso della partita con il Pisa. Il calciatore, al quale è stata asportata una parte del rene sinistro, adesso rimarrà in città per una decina di giorni, il tempo necessario per sottoporsi a ulteriori accertamenti e per cominciare una prima fase rieducativa. Dovrebbe tornare ad allenarsi a gennaio. MERCATO (i.m.) Il Catanzaro ha definito l’ingaggio del trequartista Andrea Russotto, ex Livorno e Carrarese, in prova da qualche giorno. Stamattina le ultime visite mediche e l’annuncio ufficiale della società.

POSTICIPI IN TV Sono stati resi noti i prossimi posticipi del lunedì della Prima divisione che andranno in diretta su Rai Sport 1 (ore 20.45): Trapani-Lecce il 22 ottobre, Cremonese-Reggiana il 29, Latina-Perugia il 5 novembre, Carpi-Treviso il 12, PisaSorrento il 19. PRIMA DIVISIONE La situazione dei due gironi dopo 6 giornate e il prossimo turno. Girone A Lecce p. 16; Entella 13; Carpi 10; Lumezzane, Trapani* e Portogruaro* 9; Como* (-1) 8; Alto Adige* 7; Feralpi Salò*, San Marino, Reggiana, Cremonese (-1) e Pavia 6; Cuneo 5; Tritium* 2; Treviso (-1) 1; AlbinoLeffe (-10) -3. (*ha già riposato). Domenica (ore 15): AlbinoLeffe-San Marino; Alto Adige-Cuneo; CremoneseTreviso; Feralpi Salò-Como; Lecce-Entella; LumezzaneTrapani; Pavia-Carpi; Portogruaro-Tritium; riposa Reggiana. Girone B Frosinone (-1) e Latina (-1) p. 12; Pisa, Viareggio e Avellino 11; Gubbio 10; Benevento. Perugia (-1) e Prato 9; Paganese 8; Nocerina 7; Andria (-1) 6; Catanzaro 5; Sorrento 4; Barletta 2; Carrarese 0. Domenica (ore 15): Avellino-Perugia; BeneventoAndria; Carrarese-Prato; Catanzaro-Nocerina (lunedì, ore 20.45); Gubbio-Barletta; Latina-Frosinone; PaganesePisa; Sorrento-Viareggio.


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FORMULA 1 GP COREA DEL SUD l’Analisi di ANDREA CREMONESI

Il pericolo non è solo Sebastian Prendete Monza, fondetela con la parte più sinuosa di Suzuka, aggiungete un pizzico di circuito cittadino (qualcosa tra Monaco e Singapore) e otterrete Yeongam. Diciotto curve, 12 delle quali si percorrono a una media di 200 km/h, altre 6 intorno ai 100, tre settori: il primo velocissimo con tre rettilinei e curve secche, il secondo un divertente misto, il terzo una sorta di cittadino con i muri vicini all’asfalto. Proprio lì dovevano sorgere, secondo i desideri degli organizzatori, hotel e porto turistico che invece per crisi economica (e inchieste) sono rimasti sulla carta, lasciando questo impianto imprigionato in una landa desolata. È in questo scenario che parte il mini mondialino: 5 gare in meno di due mesi, con Fernando Alonso e Sebastian Vettel separati da soli 4 punti. Niente, quando ne restano da assegnare 125. Ma se l’aritmetica li mette sullo stesso piano, le situazioni sono assai differenti. Il campione del mondo arriva in Corea con l’umore alle stelle dovuto alle due vittorie consecutive che lo hanno rilanciato nel Mondiale dopo il disastro di Monza. Per di più su questa pista è sempre andato fortissimo (nel 2010 si ritirò a 9 giri dalla fine mentre era in testa e l’anno scorso vinse) e ha tra le mani una Red Bull che tra Singapore e Suzuka ha mostrato di essere parente stretta con quella che l’anno scorso dominava. Non solo: qui avrà a disposizione un altro sostanzioso pacchetto di novità aerodinamiche. Alle quali si aggrappa pure Webber, rinfrancato dalla prima fila di Suzuka. Dall’altro lato c’è un Alonso che, sbollita la rabbia di Suzuka, sa di avere tra le mani una macchina onesta, che non si rompe mai, e un team che per strategia è in grado di aiutarlo a «massimizzare» il risultato. «Se facciamo 5 podi il gioco è fatto», è la tesi dello spagnolo. In realtà servirebbero almeno un paio di decimi in più per essere competitivi anche in qualifica, cosa che permetterebbe alla rossa di partire in zone meno calde. Qualcosa qui ci sarà, ma è difficile che possa fare la differenza. Una Ferrari che non cresce, rischia di regalare alla Red Bull alleati inaspettati come McLaren e Lotus, che potrebbero aiutare la rivale nell’operazione sorpasso. A Woking hanno ad esempio scoperto che le mediocri prestazioni di Hamilton domenica di Suzuka erano legate a un guaio alla sospensione e questo ha galvanizzato Lewis, che a -42 dalla vetta si sente ancora in corsa. La Lotus, invece, riparte nello sviluppo con un nuovo tipo di scarico: se funzionasse Kimi Raikkonen (terzo a -37 punti) potrebbe regalarsi un finale di stagione esaltante. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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OGGI LE LIBERE Domenica sulla pista di Yeongam (5.615 m) si corre il GP Corea del Sud, 16a prova (su 20) del Mondiale 2012. Previsti 55 giri per un totale di 308,630 km

S Programma Oggi Libere dalle 3 alle 4.30 e dalle 7 alle 8.30 Domani Libere dalle 4 alle 5. Qualifiche alle 7 in diretta su Rai 2 Domenica Gara alle 8, in diretta su Rai 1. Sintesi alle 19.30 su Rai 2

S Classifiche Piloti 1. Alonso 194 2. Vettel 190 3. Raikkonen 157 4. Hamilton 152 5. Webber 134 6. Button 131 7. Rosberg 93 8. Grosjean 82 9. Massa 69 13. Schumacher 43 Costruttori 1. Red Bull 324 2. McLaren 283 3. Ferrari 263

S Prossime gare 28 ottobre India 4 novembre Abu Dhabi 18 novembre Stati Uniti 25 novembre Brasile

E ora comincia un Vettel favorito Garantisce Schumi Michael: «Ha l’auto migliore» Seb: «Adesso siamo costanti» MARCO DEGL’INNOCENTI YEONGAM (Corea del Sud)

Adesso si sbilancia persino Michael Schumacher. Che ora pronostica per il suo «erede» Sebastian Vettel la vittoria finale contro Fernando Alonso: «Con la macchina che si ritrova, Seb può spingere ancora di più e portare il titolo a casa», prevede l’ex ferrarista, che a fine anno concluderà la sua carriera in F.1. Anche se ammette di aver cambiato parere negli ultimi giorni: «Prima della gara in Giappone ero dell’opinione che, con il vantaggio che aveva, sarebbe stata ormai una passeggiata per Fernando. Invece, le cose possono cambiare così in fretta!». Consapevolezza E’ quello che,

a parti invertite, teme anche Vettel, che quando gli si chiede quanto sia fiducioso di ripetere in Corea la grande prestazione di Suzuka, risponde: «Vedremo, ci sono stati spesso degli alti e bassi e penso che potrà accadere anche qui. La caratteristica di quest’anno è di essere difficilmente prevedibile gran premio dopo gran premio. Può succedere di tutto, in gara e prima. Noi speriamo, però, di aver raggiunto adesso una buona costanza. Tra qui e Suzuka non abbiamo avuto molto tempo per importanti modifiche, anche se un paio le abbiamo sempre in ogni gara. La cosa più importante sarà essere disciplinati, concentrarsi un passo dopo l’altro, a cominciare dalle libere. E riuscire a migliorare ulte-

riormente la macchina, soprattutto per quanto riguarda l’assetto. Il resto si vedrà in conseguenza molto rapidamente». Favorito Il pilota tedesco della

Red Bull ha vinto su questo circuito lo scorso anno ed è reduce da due successi consecutivi: a Singapore e Suzuka. Ovviamente è conscio di partire favorito, ma sottolinea: «Cercheremo di sfruttare e prolungare questo momento favorevole per poter centrare ancora un risultato molto importante. Il circuito dovrebbe adattarsi a noi, qui siamo sempre stati competitivi, quindi ci riproveremo senz’altro». Il terzo Non c’è però soltanto

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Punti tra i due rivali Fernando è ancora in vantaggio nel Mondiale, ma ora ha solo 4 punti su Seb a 5 gare dalla fine Alonso nei pensieri di Vettel. Seb continua convintamente a non escludere neppure Lewis Hamilton dal novero dei candidati al titolo: «Credo che sia sempre il suo obiettivo, o che debba essere il suo obiettivo. La McLaren dopo la pausa estiva è pur sempre risultata la vettura maggiormente competitiva. Si, penso proprio che lui e la sua vettura abbiano ancora buone possibilità». Squadra Quanto al suo compa-

gno di team Mark Webber, si capisce che il tedesco non conti molto sul suo aiuto. Quando soprattutto risponde freddamente: «Anche lui deve cavarsela da solo». Infatti, l’australiano — che, per la cronaca, ha perdonato Romain Grosjean per l’incidente avvenuto a Suzuka («ci siamo spiegati, il fatto per me è ormai archiviato») — , nonostante lo separino 60 punti da Alonso non ha nessuna intenzione di gettare la spugna e, anzi, vuole rifarsi dopo la sfortunata prova nel

GP del Giappone. Gara nella quale, essendo partito in prima fila con Vettel, avrebbe potuto rendergli la vita dura: «Io voglio vincere, quindi continuo a correre per me stesso. Sono venuto qui per mettercela tutta. A Suzuka c’è stata proprio una bella battaglia tra Seb e me. Lui ha fatto davvero un gran lavoro in qualifica, ma devo dire che l’ho fatto anch’io e ora penso soltanto a me stesso ed a finire la stagione nel modo migliore possibile».

La stretta di mano tra Sebastian Vettel, 25 anni, e Fernando Alonso, 31, sotto gli occhi di Romain Grosjean, 26 COLOMBO

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LA STORIA L’AVVOCATO AUSTRIACO DI ORIGINE INDIANA POSSIEDE ANCHE UN TERZO DELLE AZIONI DEL TEAM Sebastian Vettel REUTERS

Monisha, prima donna al comando La Kaltenborn eredita il ruolo da Peter Sauber: dirigerà la squadra al muretto dei box YEONGAM

Da ieri è ufficiale: Monisha Kaltenborn, avvocatessa austriaca di origini indiane, sostituisce Peter Sauber anche alla guida operativa della scuderia svizzera che porta il nome del suo fondatore. È la prima donna nella storia della F.1 che, nel ruolo di team princi-

pal, come si dice in gergo, dirigerà una squadra dal muretto dei box. Sauber aveva già ceduto a fine 2011 alla Kaltenborn — da anni sua stretta collaboratrice, prima come legale poi come abile tessitrice di tutti i rapporti con gli sponsor — un terzo delle azioni della società e il ruolo di a.d. «Che Monisha sarebbe diventata la mia erede è già stabilito da molto — ha detto Sauber, che domani compirà 69 anni —, ovvero da quando ci ha assistito come legale nella trattativa per il riacquisto del team da parte della Bmw. Adesso è arrivato il momento del passaggio del bastone del comando». Anzi, del volante, come nella piccola cerimonia

Il passaggio di volante tra Sauber e la Kaltenborn REUTERS

tenutasi davanti al box. Dal canto suo la Kaltenborn, che quest’anno ha già sostituito in tre occasioni Sauber al muretto del team, ha promesso: «Mi

sono posta traguardi ambiziosi e continuerò a sviluppare il team secondo lo spirito di Peter». m.d.i. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Mondialino per due Alonso: «Cinque podi e il titolo sarà mio» Lo spagnolo ostenta ottimismo: «La Ferrari è abituata a lottare per il vertice, la Red Bull no. Senza sfortuna, vinco io» te»), le perplessità sono legate alle prestazioni della F2012 e alla speranza che i prossimi sviluppi le consentano di fare un ulteriore salto di qualità. «Abbiamo spinto sin dal primo test invernale, non è cambiato nulla nelle ultime gare. Qui non avremo grosse novità, visto che sono passati solo quattro giorni dall’ultima gara (sono previsti piccoli dettagli aerodinamici e nuove comparazioni delle ali tra i due piloti come a Suzuka; n.d.r.), così cercheremo di lavorare sulla macchina nel miglior modo possibile. Ma sono convinto che saremo competitivi, come lo siamo stati nelle ultime otto-dieci gare. Non saremo i più veloci, ma siamo sempre stati in lotta per il podio».

DAL NOSTRO INVIATO

PAOLO IANIERI YEONGAM (Corea del Sud)

Se è nervoso e preoccupato non lo mostra affatto. Anzi. «Il Mondiale mi sta sfuggendo di mano? Per niente. Ho perso punti importanti, ma queste sono le gare e la delusione di Suzuka domenica sera era già dimenticata. Sebastian è stato fortunato a Singapore con il ritiro di Lewis (Hamilton; n.d.r.) e in Giappone con il mio. Ma con cinque gare sempre sul podio, il titolo è il mio». È un Fernando Alonso carico e determinato quello che fa la sua apparizione nel nulla che circonda la pista di Yeongam.

LE SCUSE A WEBBER DOPO SUZUKA

Grosjean: «Cerco di evitare incidenti» (a.cr.) Sorride imbarazzato, come un ragazzino che sa di averla combinata grossa. A distanza di un mese, Romain Grosjean è di nuovo sotto i riflettori per la scellerata partenza di Suzuka, che ha mandato all’aria la gara di Webber. «Il mio obiettivo è evitare incidenti al primo giro. Non sono stupido, capisco i

rischi della partenza. L’incidente di Spa è stato impressionante e io sono stato il primo ad essere felice che Fernando non si fosse fatto nulla. All’interno del team ho avuto discussioni, non sono contenti e anch’io non lo sono perché a Enstone lavorano 550 persone e non è bello gettare al vento il loro lavoro».

Tranquillità In conferenza stampa parla e ride con Sebastian Vettel, il grande rivale che siede al suo fianco, poi quando è il momento di raccontare di questa e delle prossime gare che preludono a una volata senza esclusioni di colpi, lo fa sempre lanciando messaggi di fiducia. «Proprio qui, dopo la mia vittoria nel 2010 sembrava che il Mondiale per noi fosse una cosa già fatta, mentre adesso tutta l’opinione pubblica pensa che vincerlo sarà molto difficile, per esser poi pronta a cambiare nuovamente idea se qui dovessi finire davanti a Sebastian. Se useremo al meglio i nostri punti di forza, le strategie, le buone partenze, le fermate ai box al momento giusto, capitalizzando i punti come abbiamo fatto fino a questo momento, possiamo fare bene. Fino a questo momento per noi è stato un Mondiale quasi perfetto. La Ferrari è abituata a lottare fino all’ultimo per il titolo, la Red Bull no e questo potrebbe costarle il campionato».

Attacco Su Twitter domenica

Sicurezza Se sull’Alonso pilota

Nessuna novità sulla F2012

ci sono pochi dubbi («La Ferrari fa troppo affidamento su di me? Questo non è importan-

In alto Fernando Alonso, 31 anni, e qui sopra la F2012 spinta ai box: non ci sono novità, ma i piloti proveranno due ali diverse AFP

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IL BRASILIANO DA MARANELLO NON ARRIVA ANCORA LA CONFERMA MA FELIPE SEMBRA TRANQUILLO

Massa crede al rinnovo «Sono certo del futuro» DAL NOSTRO INVIATO

YEONGAM

Il ritardo non lo preoccupa. L’annuncio che ci si attendeva nell’immediatezza del post Suzuka non è ancora partito da Maranello, ma Felipe Massa ha tutt’altro che l’aria tesa. «Non sono preoccupato, per il futuro sono al 100 per cento sicuro», spiega con il sorriso il pilota brasiliano, facendo intuire come l’ufficializzazione del rinnovo con la rossa sia ormai solo cosa di pochi giorni. Una scelta, quella di

aspettare ancora, che forse Maranello — sempre che ancora non ci siano dubbi sulla riconferma — intende usare per pungolare Felipe a dare ancora un contributo pesante in questo finale di stagione, provando a inserirsi tra Fernando Alonso e gli avversari per aiu-

«Quando guido non penso al contratto. Ho la coscienza pulita: faccio il massimo»

tare lo spagnolo a conquistare il titolo, ma anche per portare punti pesanti in ottica Mondiale costruttori. «Non guido pensando al contratto — assicura però Felipe —. Quello che mi tranquillizza è come lavoro, sapere che quando esco dall’auto ho fatto tutto il possibile. Le ultime gare sono quelle che mi danno tranquillità e forza, è come se avessi fatto due campionati diversi, dalla pausa estiva in poi io ho guidato meglio ma anche la macchina è stata più competitiva, so-

dopo la gara aveva scritto che «se il nemico pensa alla montagna, attacca dal mare. Se pensa al mare, attacca dalla montagna». Sorride, Alonso, nello spiegare come spesso «gli avversari pensano che sia fatta, che il destino sia in mano loro. Quello è il momento di attaccarli». Anche se poi precisa come questo non gli farà cambiare modo di correre, nonostante il divario da Vettel sia ormai di soli 4 punti. «Io credo di avere attaccato a ogni gara, provando a tirare fuori il massimo in ogni occasione. Non credo che si debba guidare o andare al di là di quello che è il nostro massimo. Abbiamo avuto un po’ di sfortuna nelle ultime gare, ma se torneremo ad avere corse normali, il Mondiale lo vinco io. In questo momento il mio avversario è Vettel, ma basta che io finisca davanti a lui, che gli succeda qualcosa e il mio avversario potrebbe tornare a essere Hamilton. Basta una gara e cambia tutto. Noi dobbiamo farne cinque senza problemi di affidabilità, restando concentrati, e portare delle novità che funzionino subito e bene».

MONDIALE RALLY 18-21 OTTOBRE prattutto in gara, mentre in qualifica dobbiamo riuscire a fare un ulteriore passo in avanti». Lezione Felipe prova anche

ad analizzare a mente fredda il periodo nero: «Non direi che ho imparato qualcosa di nuovo su di me, è solo che quando le cose vanno bene ci si sente più felici, naturalmente. A volte, quando le cose non vanno nella direzione giusta, tutto sembra peggiorare e gli eventi accadono senza capirne il motivo. Una volta che tutto si sistema, allora va meglio sia il modo in cui si guida sia il modo di lavorare». p.i. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Loeb in Sardegna passerella da iridato «Insieme al GP d’Italia di F.1, questo è l’evento più importante organizzato dall’Aci»: parola del presidente Angelo Sticchi Damiani, che ieri a Roma ha presentato il Rally Italia Sardegna, penultima tappa del Mondiale. Da giovedì 18 a domenica 21 ottobre, gli appassionati potranno così ammirare l’Extraterrestre Sébastien Loeb, che con la Citroën Ds3 ha appena conquistato in Francia il nono titolo iridato. Ma per Loeb non sarà tutto facile. Nei 306 km cronometrati nel nord della Sardegna, suddivisi in 16 speciali, saranno tanti i pretendenti alla vittoria. Primo fra tutti il finlandese Mikko Hirvonen, compagno di Loeb alla Citroën. Ma occhio anche a Latvala con la Fiesta. Il passaggio più emozionante sarà il «Micky’s jump», vera e propria icona di questo rally, da affrontare nella foresta di Monte Lerno, scenario della terza tappa. Sabato 20 (alle 18.30) e domenica 21 (alle 13) diretta su Rai Sport 2. Francesco Dragonetti © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MOTOMONDIALE GP GIAPPONE

Vale...il podio? Il guastafeste Rossi «Siamo vicini ai primi» Il pesarese prova a inserirsi nella sfida Lorenzo-Pedrosa «I mancati complimenti a Biaggi? Non ho il suo numero» DAL NOSTRO INVIATO

FILIPPO FALSAPERLA MOTEGI (Giappone)

L’atmosfera non aiuta: quando scocca l’ora della conferenza stampa della vigilia, di solito col sole pieno, Motegi la triste è già avvolta nella penombra. Speriamo non ci siano intoppi in prove e gare, perché altrimenti occorrerà accendere i riflettori. I due contendenti, come sempre, si trovano fianco a fianco. E ribadiscono il proprio animo. «Parto per fare la pole e vincere la gara», dice il leader, forte dei 33 punti di margine che poi gli fanno aggiungere «beh, se non dovessi riuscirci

devo cercare di essere sul podio». Replica Dani Pedrosa, che quasi la dà persa: «l’importante è riuscire a divertirsi in pista». Beato chi ci crede. Variabili Qui c’è in più la scheggia incontrollabile Casey Stoner, che torna leggermente claudicante, ma quando sale in moto cancella qualsiasi problema. Come ha dimostrato correndo a Indianapolis («senza prendermi nessun rischio di guida») con la caviglia distrutta ma quasi da podio. Un ruolo lassù lo chiede anche Andrea Dovizioso, «perché questa, ma poi ancora di più la Malesia, può essere una pista favorevole». E a sorpresa si candida perfino Valentino Rossi: il ducatista questa volta non gioca di rimessa. Sulla rossa non ci sono novità, ma diversi elementi lo fanno essere ottimista. «Non so se potrò arrivare sul podio — pun-

tualizza —, però possiamo rimanere più vicini ai primi. Poi il posto si vedrà, perché ogni gara ha la sua storia. L’anno scorso ci si poteva riuscire. Le prove erano andate benino, avevo lottato col Sic per la seconda fila. E poi nel warm-up avevo fatto 4˚. Marco e Dovi erano stati penalizzati per partenza anticipata, quindi c’erano tutte le possibilità. Invece sono caduto al 1˚ giro ed è sfumato tutto». Ma le sensazioni restano buone. «È una pista favorevole alla Ducati (vi ha vinto il titolo 2007 Stoner, con vittoria in gara di Capirossi, n.d.r.), ma soprattutto mi incoraggiano i risultati con la nuova dotazione, telaio e forcellone. A Misano eravamo stati aiutati dalle situazione, ma il risultato di Aragon non era reale».

«

Pensiamo ad affrontare una gara alla volta. L’importante è divertirsi

Futuro Valentino ha poi affrontato la novità della gestione unica MotoGP-Superbike. «È giusto che i due campionati continuino ad esistere, ma è anche chiaro che adesso si assomigliano troppo: si deve fare una Superbike più di serie, una specie di Stock». E La MotoGP? «La mancanza di spettacolo è data da due fattori, elettronica e gomme. La prima si può sicuramente limitare. Non è possibile che oggi ci sia il traction control perfetto per ogni curva: diamo la possibilità di una taratura unica, così in una curva sarà perfetto, ma in un’altra si dovrà faticare. Dicono che sia una questione di sicurezza, ma oggi l’elettronica è 30 per cento sicurezza e 70 prestazioni. Le gomme? Troppo "perfette" ed è un male. Ma non so chi potrebbe chiedere alla Bridgestone di fare pneumatici peggiori...».

DANI PEDROSA SPAGNOLO DELLA HONDA

Nemici Infine Max Biaggi ed il

Valentino Rossi, 33 anni, con il suo fumetto Manga MILAGRO

suo 6˚ titolo. «Ho visto la gara, è stata emozionante. Ha meritato il titolo se si guarda il campionato nella sua interezza. Perché non gli ho fatto i complimenti? Non ho il suo numero di telefonino...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PATRON EZPELETA PARLA DEL FUTURO DOPO L’ACQUISTO DA PARTE DELLA DORNA

«La Superbike è messa peggio di quello che fanno credere» DAL NOSTRO INVIATO

MOTEGI

Quello che doveva dire la scorsa settimana a Magny-Cours ieri Carmelo Ezpeleta lo ha raccontato con una sorta di sorrisino compiaciuto ad una platea compatta di team manager, ma alla fine non direttamente interessata. Il messaggio è partito dal Giappone per raggiungere team e protagonisti della Superbike. La Infront Motosport (società in passato compartecipata dalla famiglia Flammini) adesso è diventata di proprietà della Dorna e il suo numero 1 ha idee abba-

stanza chiare: «Il 2013 non cambierà nel modo più assoluto. Il calendario non è ancora definitivo, ma se ci saranno cambiamenti non saranno derivati dalla sovrapposizione di date con la MotoGP. Anche i regolamenti (ancora non ufficializzati, n.d.r.) sono quelli già stabiliti con la Federazione, elettronica compresa. Per il 2014 si vedrà». Regole È chiaro che ci sarà una

integrazione dei due campionati. «La proprietà Bridgepoint vuole lo sviluppo di entrambi i campionati e questo si può fare meglio con la collaborazione.

In futuro la Superbike deve tornare più aderente al concetto delle derivate di serie, mentre le GP devono essere prototipi. Una vittoria sulle Case e in particolare sulla Honda? Io ho buoni rapporti con tutti e con tutti parlerò». Appare chiaro che i Flammini (mai nominati...) non ci saranno. «Prima di capire cosa c’è da fare, occorre andare a vedere quello che è realmente quel campionato. Ho la sensazione che la situazione sia molto peggiore di quello che vogliano far credere all’esterno». f.f. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzetta.it Gazza

Tvf TRICOLORE SBK: SALITE A BORDO DELLA BMW ROSA

Un weekend a tutto gas, da seguire giorno dopo giorno sul sito rosa. Il nostro tester Stefano Cordara correrà in questo fine settimana a Vallelunga l’ultima tappa del Tricolore Superbike con una Bmw «griffata» Gazzetta. Per l’occasione scriverà un diario, con impressioni di guida, aneddoti e curiosità dai box. Gli articoli saranno corredati da video in presa diretta.

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INFORTUNATO TORNA DOPO TRE GARE

OGGI LE LIBERE Domenica si corre a Motegi (4.801 m) il GP Giappone, 15a tappa (su 18) del Motomondiale 2012

S Programma Oggi Libere 1: ore 2.15 Moto3; ore 3.10 MotoGP; ore 4.10 Moto2. Libere 2: ore 6.15 Moto3; ore 7.10 MotoGP; ore 8.10 Moto2. Tutto in diretta su Italia 2 Domani Libere 3 (su Italia 2): ore 2.15 Moto3; ore 3.10 MotoGP; ore 4.10 Moto2. Qualifiche (su Italia 1 e Italia 2): ore 6 Moto3; ore 6.55 MotoGP; ore 8.10 Moto2 Domenica Warm-up (su Italia 2): ore 1.40 Moto3; ore 2.10 Moto2; ore 2.40 MotoGP. Gare (su Italia 1 e 2): ore 4 Moto3 (20 giri, 96,020 km); ore 5.20 Moto2 (23 giri, 110,423 km); ore 7 MotoGP (24 giri, 115,224 km)

S Classifiche MotoGP 1. Lorenzo 290 2. Pedrosa 257 3. Stoner 186 4. Dovizioso 179 5. Crutchlow 135 6. Rossi 128 Moto2 1. M. Marquez 258 2. P. Espargaro 210 3. Iannone 178 Moto3 1. Cortese 245 2. Salom 194 3. M. Viñales 179 4. Fenati 120

Casey Stoner, 26, e sullo sfondo Jorge Lorenzo, 25 AFP

Stoner e il ritiro «Non mi pento della decisione» GIOVANNI ZAMAGNI MOTEGI (Giappone)

Sorridente. Rilassato. Con una gran voglia di tornare in moto, anche se ancora dolorante. Quasi un controsenso per uno che ha già annunciato il ritiro a fine stagione. Ma è proprio il desiderio di finire al meglio una carriera per certi versi straordinaria — 2 titoli mondiali in MotoGP, uno con la Ducati e uno con la Honda, 44 vittorie, di cui 37 in MotoGP con il primato di successi (33) nell’era 800 — a spingere Casey Stoner a un recupero non affrettato, ma sicuramente rischioso. «Se dovessi picchiare nuovamente la caviglia destra sarebbe un bel problema» ammette un po’ preoccupato. Ma non ce la faceva più a guardare i rivali in pista, mentre lui era costretto a stare quasi immobile sul divano. 50% Così ha deciso di tornare a Motegi, anche se

non lo ama troppo. «Mi ero posto come obiettivo di rientrare in Giappone, ma, per la verità, speravo di essere un po’ più avanti con il recupero: adesso sono al 50% della mia forma. I medici assicurano che è normale che sia così. Più avanti dovrò subire un altro intervento». Guidare non sarà semplicissimo: Stoner teme soprattutto i movimenti laterali più della pressione sulla pedana. «Questa è una pista molto faticosa per il fisico, sarò in difficoltà soprattutto nei cambi di direzione. Non mi aiutano nemmeno le tre gare consecutive, ma non ce la facevo più a stare a casa». Una situazione, però, che Casey assicura non si ripeterà l’anno prossimo, quando non correrà più. «Non c’entra nulla: in questa occasione non potevo fare altro che stare sdraiato o seduto, al massimo potevo muovermi con le stampelle (che adesso non usa più, n.d.r.) e fare fisioterapia: non sono affatto pentito di essermi ritirato». Rammarico Piuttosto, Stoner si rammarica per

quello che avrebbe potuto essere, ma non è stato per l’infortunio. «C’era la possibilità di fare bene, avrei voluto finire in un altro modo la mia carriera. Comunque ci sono ancora quattro gare per togliersi delle soddisfazioni». Senza pensare troppo ai giochi di squadra. «La Honda non mi ha chiesto di aiutare Pedrosa e spero proprio che non lo faccia: ho sempre detto che questo è uno sport individuale». Più chiaro di così… © RIPRODUZIONE RISERVATA

Taccuino CROSS

S Cairoli: «Punto a superare Everts»

Prossime gare 21 ottobre Malesia 28 ottobre Australia 11 novembre Valencia

Tony Cairoli punta a diventare il crossista più tito lato di sempre, superando il belga Stefan Everts. «Lui ha vinto dieci Mondiali, io sono già a sei: siamo vicini», ha detto il siciliano a Sky Sport 24. «Sarà invece più difficile superarlo nella classifica delle vittorie nei GP».

«ROUTE 58»

Un calendario per Simoncelli Mediafriends e Sport Mediaset presentano il ca lendario «Route 58 — in viaggio con Sic», in edicola da oggi a 7,90 euro. I proventi dalla vendita andranno alla Fondazione Marco Simoncelli.

TEST SUPERBIKE AD ASSEN

Haslam prova la Honda Leon Haslam ha già iniziato la nuova avventura nel Mondiale Superbike in proiezione 2013. Ieri, infatti, ad Assen, l’inglese ex Bmw ha provato per la prima volta la Honda CBR 1000RR con cui correrà il prossimo anno. DI GRASSI FERRARISTA Il 18 novembre il brasiliano Lucas Di Grassi correrà il City of Dreams of Macau GT Cup con una Ferrari 458 GT3 del Team AF Corse.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

CICLISMO LE INCHIESTE DOPING

L’Usada, l’agenzia antidoping americana, ha messo le carte sul tavolo. E adesso che succede? Sul territorio a stelle e strisce Armstrong è radiato, e ha già «perso» i 7 Tour. Ora tocca all’Uci, la federazione internazionale, che si è impegnata «a non ritardare la risposta più

QUI AMERICA

L’Uci ha 21 giorni per togliergli i 7 Tour Wiggins: «Tante prove» Il frontespizio del dossier Usada

del necessario». Ha 21 giorni per decidere se ratificare o fare appello al Tas. Intanto Bradley Wiggins, il re del Tour, ha detto: «Sono scioccato per l’ampiezza delle prove. Non sono attacchi isolati. Quando vedi che ci sono tante testimonianze, ti cadono le braccia. Ma non sono sorpreso».

Da Armstrong In 1000 pagine di inchiesta, l’Usada ha svelato il sistema di doping organizzato da Lance Armstrong nelle sue squadre dal 1998. Ecco le accuse che gli hanno rivolto, sotto giuramento, alcuni tra gli 11 ex compagni.

CIRO SCOGNAMIGLIO

La solita, ostentata indifferenza. Lance Armstrong ha reagito così alla pubblicazione dell’Usada del dossier doping che lo inchioda. «Stasera passerò del tempo con la mia famiglia. Non sono turbato». Anche se le conclusioni dell’Usada potrebbero riaprire i giochi dell’inchiesta penale archiviata a febbraio, perché evocano «false dichiarazioni sotto giuramento» rese da Armstrong, che ha sempre negato il doping. Lance rischierebbe fino a 30 anni di prigione, e 1,5 milioni di dollari di multa: improbabile, ma non impossibile, secondo gli esperti. Intanto, il dossier Usada è un pozzo senza fondo. E chiama in causa l’Uci: sta facendo molto discutere una dichiarazione di Verbruggen (n. 1 della federciclo nell’epoca-Armstrong) del 2011. «Non si è mai dopato. Mai, mai, mai. Non c’è niente» (ieri smentita).

LANCE: «VINCERE!» L’obiettivo di Armstrong è chiaro: «Vincere la corsa più importante del mondo (il Tour, ndr) e non solo una volta, ma continuare a vincerla (lo fece 7 volte di fila, 1999-2005, ndr)». Per questo, era necessario che la squadra si evolvesse da «Bad News Bears (un film su una squadra di baseball un po’ scalcagnata, ndr) a New York Yankees». Il sistema-doping comprende il team manager Bruyneel, l’allenatore Pepe Marti, i medici Michele Ferrari (bonifici per oltre 1.000.000 di euro), Pedro Celaya e Luis Del Moral. Nomi che ricorrono spesso negli affidavit (dichiarazioni scritte sotto giuramento) degli ex compagni di Armstrong.

GEORGE HINCAPIE «Sono stato amico di Lance fin dall’inizio. Nel 1995 lui realizzò che in gruppo ci fosse stato un cambio di marcia, con l’uso dell’Epo, e che bisognava fare qualcosa. Armstrong mi disse che dopo il cancro aveva smesso di usare l’ormone della cre-

«Chiesi l’Epo a Lance Indicò il frigo: la teneva proprio vicino al latte» Da Hamilton a Hincapie («Mi diede due fiale»), i compagni hanno inguaiato il texano. Ora rischia il carcere per le bugie?

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«

HANNO DETTO

S Alonso «Sono deluso, io amo la bici e Lance era più di un corridore. Penso che resterà comunque una ispirazione per tanta gente, qualsiasi cosa accada»

LEVI LEIPHEIMER AMERICANO, 38 ANNI

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S Schumacher «Si può pensarne bene o male, ma non trovo giusto giudicare con le conoscenze di oggi cose che sono avvenute dieci anni fa»

Ero colpito dalla relazione così amichevole che Lance aveva con Verbruggen

TOM DANIELSON AMERICANO, 34 ANNI

scita, quindi prima della malattia ne faceva uso. Sapevo che nel 1999 usava Epo. Nel 2000, in una corsa in Spagna, mi disse che aveva preso testosterone. Quando seppi che c’erano gli ispettori antidoping all’hotel, glielo dissi. Lui lasciò la corsa. Nel 2001 parlai con lui per cominciare il programma di trasfusioni. Nel 2003, aveva ospiti nel suo appartamento a Girona, aveva bisogno del mio e andò nella stanza da letto con il dottor Del Moral e una sacca di

sangue. Mi chiese di prestargli una gruccia per tenerla in alto. Rimasero nella stanza tra 45’ e un’ora, il tempo che serve per una trasfusione. Al Tour 2003, o 2004, mi disse: "Oggi peserò 500 grammi in più". Significava che aveva fatto una trasfusione". Poco prima del Tour 2005, avevo bisogno di Epo, gliela chiesi. Me ne diede due fiale a Nizza. Me le aveva già date in un’altra occasione. Io continuo a considerarlo un grande ciclista, e sono fiero di

Lance Armstrong festeggia il 7˚ Tour de France di fila, nel 2005, in giallo sui Campi Elisi: a sinistra, il fido George Hincapie BETTINI

GIRO DI PECHINO AL VALTELLINESE LA TERZA TAPPA

Gavazzi festeggia sulla Grande Muraglia DAL NOSTRO INVIATO

MARCO PASTONESI BADALING (Cina)

Francesco Gavazzi, 28 BETTINI

Dopo la mia testimonianza, Lance mandò un sms minaccioso a mia moglie

Se nella vita esiste un giorno, un’ora, un attimo, se esiste una data, un incontro, un appuntamento, se esiste una corsa, un ultimo chilometro, un traguardo, per Francesco Gavazzi era quello di ieri. E

avere corso con lui».

DAVID ZABRISKIE «Il ciclismo era un rifugio, i lunghi e duri allenamenti una catarsi, mi facevano evadere dalle difficoltà familiari. Mio padre era un dipendente dalla droga, e vedevo questo sport come una cosa salutare che mi avrebbe tenuto lontano da quella strada. Conobbi Armstrong nel 1998, la prima stagione all’Us Postal fu il 2001. Alle prime iniezioni, mi spiegavano che

erano per il recupero. Fui scioccato quando mi parlarono di Epo, cominciai a chiedere se avrei potuto avere bambini, o subito cambiamenti fisici. Mi dissero: "Quelli che arrivano davanti a te sono dopati, e anche quelli dietro di te". Mi sentivo messo in un angolo, piangevo».

JONATHAN VAUGHTERS «Alla Vuelta 1998, ad Andorra, Lance mi chiamò nella sua stanza, e dopo essersi lavato i denti, si fece una iniezione sottocutanea di Epo. Nello stesso anno, al Mondiale, eravamo in un bed&breakfast io, Lance, Vande Velde e Celaya. Prima di un controllo, Celaya somministrò a Lance una soluzione salina per abbassare l’ematocrito».

TYLER HAMILTON «Nel maggio 1999 ero a Nizza, nella villa di Lance, con lui e la moglie Kristin. Gli chiesi se mi potesse dare dell’Epo, lui mi indicò il frigorifero. Ce l’aveva vicino al latte. E come molti, alle corse, aveva un thermos per l’Epo. Nel 2000 presi per la prima volta un aereo privato, da Nizza a Valencia, con Lance e Kevin Livingston. Davanti a Bruyneel, ci togliemmo 500 centilitri di sangue. Ce lo saremmo re-iniettati al Tour».

FLOYD LANDIS «Dopo il Delfinato 2002, mi avvicinò Bruyneel e mi disse che a St. Moritz Armstrong mi avrebbe dato dei cerotti di testosterone. Nel 2003, andai da Armstrong a Girona, dove incontrai Ferrari. Mi estrasse mezzo litro di sangue e lo nascose in un frigo dentro un armadietto della stanza da letto. Nel frigo c’erano anche altre sacche. Subito dopo, Armstrong mi chiese di rimanere nell’appartamento per prendermi cura del sangue. Se ne sarebbe andato per alcune settimane, voleva che controllassi la temperatura del sangue ogni giorno per essere sicuro che non ci fossero problemi. Nel 2003, Bruyneel mi disse di incontrare Armstrong nel suo appartamento per farmi dare Epo. Lance me ne diede una scatola davanti alla moglie e i tre figli. Personalmente, ho visto l’uso di sostanze proibite di Armstrong dal 2002 al 2004. Al Tour 2003 e 2004 l’Epo veniva somministrata ad Armstrong in piccole dosi per bilanciare le variazioni dei reticolociti dopo le trasfusioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MERCATO IL VICENTINO NEL TEAM DI SARONNI non in un luogo qualsiasi, ma in una delle sette meraviglie del mondo: la Grande Muraglia. A 3 chilometri dall’arrivo, Edvald Boasson Hagen scatta e sembra già avere la vittoria in tasca. Nei primi due chilometri accumula 20". Finita. Anzi, no: EBH si appesantisce e Gavazzi decolla per il suo magico attimo, appuntamento, traguardo. E, con un ultimo guizzo, se la gode. «Sono venuto fuori all’ultima curva, a 150-100 metri dall’arrivo, ho buttato giù un dente, le gambe hanno risposto cantando, e lì

ho cominciato ad avere fiducia». Ventotto anni, valtellinese, ragazzino che al calcio ha preferito il ciclismo, azzurro da dilettante e da professionista, quest’anno il sortilegio di quattro secondi posti prima dell’incantesimo di questa vittoria. Dietro di lui, un pugno di italiani: quarto Nocentini, settimo Capecchi, ottavo Moser, decimo Pietropolli. Oggi la quarta delle cinque tappe, da Yanqing a Changping, 165,5 km, tre salitelle, l’ultima a una trentina di km dal traguardo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pozzato-Lampre, accordo per 3 anni

Filippo Pozzato, 31 anni BETTINI

Adesso c’è anche la firma: Filippo Pozzato correrà per la Lampre. Il 31enne vicentino ha concluso con il team di Giuseppe Saronni un accordo triennale. Dopo la stagione con la Farnese di Luca Scinto, Pozzato torna dunque in un team di World Tour: dopo stagioni in chiaro-scuro, l’occasione del definitivo rilancio.


VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

QUI PADOVA

Dal 2010 l’indagine centrata sul medico Chiusura a fine mese Ferrari, 59 anni; a destra, il verbale di Bertagnolli

E’ l’inchiesta più vasta contro il doping mai svolta a livello internazionale. L’ha aperta nel luglio 2010 Benedetto Roberti, ex p.m. militare a Padova, che coordina un gruppo di lavoro con Interpol, Usada e le polizie di Francia, Spagna, Svizzera e Italia (Carabinieri e Finanza). Al centro il

ruolo del medico Michele Ferrari e i collegamenti con atleti, procuratori, rappresentanti nelle banche svizzere. Per gli inquirenti, il fatturato del doping oscilla sui 30 milioni: coinvolti una settantina di sportivi, tra ciclisti (molti stranieri) e atleti come Schwazer. L’inchiesta dovrebbe chiudersi a fine mese.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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PISTARD AZZURRI

Paoli e Luca Ceci positivi ai Tricolori Luca Ceci e Loris Paoli positivi a uno stimolante: il controllo è del 26 settembre, ai campionati italiani su pista.

all’Italia shock Il 18 maggio 2011, a Padova, in 3 ore di deposizione davanti al pm Roberti, Leonardo Bertagnolli racconta il suo viaggio agghiacciante nel mondo del doping. Con una guida: il medico Michele Ferrari. LUCA GIALANELLA

Nessuno aveva mai raccontato con tanta precisione il sistema doping del medico Michele Ferrari. La deposizione spontanea del professionista Leonardo Bertagnolli apre una finestra agghiacciante sui metodi dopanti e sui rapporti tra preparatore e atleta. Di assoluta sudditanza: Bertagnolli dice di «iniettarsi sulla spalla una fiala anonima, di cui Ferrari non precisava la qualità, garantendomi che non era dopante e non faceva male. Io pagavo 80 euro in contanti». Ora non corre più: l’Uci l’ha fermato a giugno per variazioni sospette del sangue nel passaporto biologico, e la Procura Coni ha chiesto 3 anni di squalifica. Dal pm Roberti, Bertagnolli è accusato di «assunzione e pratiche vietate: emotrasfusione, eritropoietine, testosterone, ormone della crescita». Intercettato dalla Finanza nell’agosto 2010, non ha reticenze. Parla. Fa i nomi dei corridori che ha visto allenarsi con Ferrari. Coinvolge la Liquigas, che lo cacciò proprio per quella frequentazione. E martedì sarà di nuovo alla Procura Coni (il marciatore Schwazer è spostato al 30).

IL NUOVO SISTEMA Le quindici pagine del verbale sono parte integrante del dossier Usada contro Armstrong, per testimoniare l’operato del medico ferrarese. E offrono uno spaccato di quello che il pm Roberti, a pagina 8, definisce il «pool», il nucleo del sistema-doping sotto indagine: il medico Ferrari («ispiratore occulto»), il procuratore Raimondo Scimone, l’avvocato svizzero ed ex consulente Uci Rocco Taminelli (già nella difesa di Contador) e l’ematologo Giuseppe Banfi, «esperto medico ufficiale».

«PRIMO TEST NEL 2002» «Con Ferrari un solo test a casa sua, a Ferrara, nel 2002. Non mi disse nulla di farmaci e pratiche dopanti. Mi disse che non poteva seguirmi. Sono tornato da lui alla fine del 2006, aven-

il retroscena

MAURIZIO GALDI VALERIO PICCIONI

Quando i siti internet «sfornano» l’esplosiva confessione di Leonardo Bertagnolli sul consumo sistematico di doping sulla base delle indicazioni del dottor Ferrari, Gianni Petrucci è fuori dalla grazia di Dio. Il verbale in cui il corridore confessa al pm Roberti e ai

Bertagnolli confessa il doping di Ferrari «Ed eravamo in tanti...» Sconvolgente testimonianza del trentino: epo e trasfusioni dal 2007. Coinvolti la Liquigas, più Pellizotti, Kreuziger, Gasparotto

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REPLICA LA SQUADRA

«Mai autorizzato a frequentarlo Noi in prima linea»

HA VINTO 17 CORSE

Leonardo Bertagnolli è nato a Fondo (Trento) l’8 gennaio 1978. Ha corso per Saeco (dal 2002 al 2004), Cofidis (2005 e 2006), Liquigas (2007 e 2008), Amica Chips (2009), Diquigiovanni (2009-2010) e Lampre (2011).

S VITTORIE Bertagnolli ha vinto 17 corse, tra cui San Sebastian (2007), una tappa alla Vuelta (2005) e una al Giro d’Italia (2009).

S RITIRO Il 27 giugno Bertagnolli ha annunciato il ritiro: qualche ora dopo, l’annuncio dell’Uci dell’apertura di una procedura per anomalie nel passaporto biologico

do avuto un contratto con la Liquigas. Essendo sofferente di tiroide, pensai di tornare da Ferrari per risolvere i problemi. Chiesi a tutto il personale della Liquigas (Amadio e Corsetti: team manager e medico, ndr) di poter frequentare Ferrari per i miei problemi e nessuno si oppose. Chiesi a Ferrari se mi poteva seguire. Mi rispose che, dato che sapeva che avrei corso con la Liquigas, non c’erano problemi. Da allora mi recai periodicamente dal Ferrari, anche perché avevo nel 2007 l’avallo dalla Liquigas. Avevamo pattuito e 12.000 annuali per le sue prestazioni da pagarsi a rate».

«IN TANTI A ST. MORITZ» «Quando ripresi ad allenarmi dopo il problema cardiaco, a luglio 2007 andai a St. Moritz da Ferrari assieme a Bertolini, il nipote ciclista di Francesco Moser (Leonardo, ndr), Gasparotto, Pellizotti, Chicchi e tanti altri di altre squadre: molti venivano da Livigno. Nel 2006 ero a

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Livigno per conto mio e lì vidi Ferrari con un gruppone di ciclisti tra cui Vinokourov».

«EPO: CON 1000 ALZI» «A St. Moritz, Ferrari mi parlò di eritropoietina. Mi disse di farla in piccole dosi, 1000 unità al giorno endovena — "con 1000 alzi e con 500 mantieni". Assunsi Eprex, smettendo 2-3 giorni prima della gara come consigliatomi. Mi procurai l’Epo da un ex dilettante di Brescia, Manuel Bresciani. Ho iniziato a

Ecco la dura risposta della Liquigas: «Dal 2005 la nostra presenza nel ciclismo è sempre stata contraddistinta da un’intransigente lotta e prevenzione al doping. Dopo il caso Di Luca-Santuccione e l’informativa 2007 del Coni sui medici inibiti, Liquigas ha proibito (prima al mondo) la frequentazione di preparatori o medici esterni. Bertagnolli presentava anomalie nei valori e nel 2008 è stata limitata al minimo la sua presenza alle corse. E si smentisce l’affermazione secondo cui la squadra acconsentì alla frequentazione di Ferrari per i problemi alla tiroide: nessun atleta poteva rivolgersi a medici esterni. Bertagnolli fu solo autorizzato alle consulenze specialistiche dell’endocrinologo di Ferrara professor Degli Uberti».

Foto 1 Leonardo Bertagnolli nel 2007 e 2008, in maglia Liquigas Foto 2 Franco Pellizotti, già squalificato due anni, e Tricolore 2012

prenderla su consiglio di Filippo Manelli nel 2003 (endocrinologo, indagato a Padova: la Procura Coni ha chiesto l’inibizione a vita, ndr). A differenza di Manelli, Ferrari mi spiegò meglio le modalità di assunzione dell’Epo per non essere trovato positivo».

BETTINI

«Ricordo che una volta, nel 2007, vidi da Ferrari Popovych e Bileka. All’interno della Liquigas, ho saputo che Pellizotti an-

«PELLIZOTTI, CHICCHI...»

dava da Ferrari a Monzuno (dove fa i test: ndr). So che da Ferrari andavano molti colleghi della Liquigas e la stessa società era consapevole: Pellizotti, Kreuziger, Gasparotto, Chicchi. A fare i test con Ferrari ho visto Pellizotti, Gasparotto e Possoni».

«ORA SI FA IL SANGUE» «Nel 2007 con l’obbligo della reperibilità si rischiava di essere trovati positivi all’Epo. Ferrari mi consigliò l’autoemotrasfusione, il "dentro e fuori" di cui si parla nell’intercettazione del 27 agosto 2010».

«COMPRA QUESTO FRIGO» «Prima dei consigli di Ferrari non ho mai fatto la trasfusione del sangue. Mi spiegò le modalità della pratica dicendo di prendere le sacche dai canali veterinari — le prime le presi da Bresciani —. Mi indicò di prelevare dai 350 cc ai 500 cc. Mi disse di fare un nodo alla sacca e di pesarla sulla bilancia. Una volta riempita, provvedevo a conservarla in un frigo ospedaliero tra i 2 e i 4 gradi. Fu Ferrari a indicarmi il tipo di frigo da comprare consegnandomi un depliant: ho provveduto ad individuare il rivenditore comprando l’elettrodomestico in provincia di Ravenna».

«AVEVO PAURA» «Ferrari mi consigliò anche quando fare l’emotrasfusione, dicendo di prelevare il sangue prima di andare in altura e di reimmetterlo dopo, per meglio giustificare lo sfasamento dei parametri: ematocrito, reticolociti. La pratica l’ho iniziata nel 2008. La prima volta ebbi anche paura di farla. La feci una sola volta in quell’estate perché in quel periodo la Liquigas mi vietò di andare da Ferrari, cambiando atteggiamento nei confronti delle frequentazioni. Nel 2009 ho fatto una sacca prima del Trentino: in quell’anno vinsi una tappa al Giro (con l’Androni, ndr). Ho fatto un paio di sacche nell’estate 2009. Nel 2010 la prima sacca prima del Trittico, la seconda prima di Camaiore, la terza prima del Lombardia».

«BUTTA VIA TUTTO» «Ho visto Ferrari a fine 2010. Sapendo della perquisizione a Popovych mi disse di buttare via tutto perché c’era il rischio di indagini». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Roberti non si fida del Coni, Petrucci s’arrabbia suoi investigatori ha ormai un anno e mezzo. Il procuratore antidoping Ettore Torri ne è venuto a conoscenza solo ieri mattina. Era stato lui a martellare telefonicamente Roberti per chiedergli le carte in questi mesi. Soltanto all’inizio dell’estate, quindi un anno dopo la deposizione bomba, c’era stato un generico invito a indagare su alcuni ciclisti. Fra cui Bertagnolli, nel frattempo fini-

to nelle carte per i valori anomali del suo passaporto biologico e su cui si era cominciato a indagare, ignari delle sue devastanti ammissioni di Padova. «Più di così non posso dirvi per non compromettere l’inchiesta», avrebbe risposto Roberti a Torri. Torri che oggi torna alla carica, sollecitando il pm, anche perché la procura antidoping viene umiliata dall’essere stata scavalcata dal

suo omologo statunitense, l’Usada, l’organismo che ha costruito il chilometrico j’accuse a Lance Armstrong. Perché Roberti ha mandato le carte negli Stati Uniti e non a Roma? In realtà i suoi interlocutori sono stati l’Interpol e la Wada, organismi sovranazionali dunque, che da due anni hanno a Lione un vero e proprio ufficio mondiale antidoping, a cui si sono rivolti poi gli americani. Ma il no a Torri

Ettore Torri e Benedetto Roberti

ha anche un’altra genesi. Detto in parole povere: Roberti non si fida abbastanza di Coni e Federazioni. Tenere al coperto Bertagnolli ha consentito al-

le indagini di proseguire a luci spente. Ma alla base di questa scelta, ci sarebbe stata anche una mancata sintonia con alcuni investigatori in occasione di un intervento operativo ormai piuttosto lontano nel tempo. Intanto il Coni prova a fare da solo: la procura antidoping ha convocato in via «urgente» Bertagnolli per martedì. L’ex corridore ha già dato buca una volta. Arriverà? © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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BASKET EUROLEGA: 1a GIORNATA

Prima fermata Cantù comincia male Lubiana, che sorpresa I brianzoli, che non avevano ancora perso, cadono contro la meno accreditata del girone. Trinchieri: «Poca cattiveria» la 1a giornata Oggi Siena-Berlino Sportitalia (20.45) Messina soffre Il Cska di Messina rischia in casa con il Lietuvos. Parte bene il Fenerbahce di Pianigiani nel girone di Cantù. PRIMA GIORNATA Girone A Fenerbahce Ulker Istanbul-Khimki 92-80 (Preldzic 20, McCalebb 17, Sato 12, Andersen 2; Planinic 17, KC Rivers 14, Koponen 6 con 1/8 al tiro); Mapooro Cantu-Olimpia Lubiana 71-84. Oggi: Real Madrid-Panathinaikos Atene. Girone B Chalon sur Saone-Prokom Gdynia 81-74 (Rush e I. Evtimov 17; Koszarek 14), Unicaja Malaga-Maccabi Tel Aviv 80-85 (Calloway 25, Simon 19; Hickman 16, Logan 14, Eliyahu 13). Oggi: Montepaschi Siena-Alba Berlino (ore 20.45 diretta Sportitalia). Girone C Zalgiris Kaunas-Cedevita Zagabria 90-62 (Jankunas 20, K. Lavrinovic 17, Kaukenas 9; Gelebale 16, Wright 15, Marques Green 0/6 al tiro); Olympiacos Pireo-Caja Laboral Vitoria 85-81 (Printezis 17, Spanoulis 16, Perperoglu 14; Lampe 18, Oleson 13). Oggi: EA7 Milano-Anadolu Efes Istanbul (ore 20.45 diretta Sportitalia 2). Girone D Cska Mosca-Lietuvos Rytas Vilnius 75-73 (Weems 14, Krstic e Khryapa 12; Seibutis 19, Katelynas 12, Radosevic 10). Oggi: Barcellona-Bamberg, Besiktas Istanbul-Partizan Belgrado. FORMULA Al termine della stagione regolare (14 dicembre), le prime quattro dei 4 gironi all’italiana si qualificano alle Top 16 (dal 27/12 al 5/4/2013) dove le 16 squadre saranno divise in due gironi all’italiana da 8. Le prime 4 di ogni girone passano ai quarti di finale al meglio di 5 partite (dal 9 al 25/4). Chi passa i quarti si qualifica per la Final Four di Londra (10-12/5).

DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO ORIANI DESIO (MB)

Due punti pesantissimi, che potrebbero addirittura già segnare l’Eurolega canturina. Vero, era solo la prima partita, ma perdere in casa con l’Olimpia Lubiana, considerata l’unica certezza del girone, in senso negativo, lascerà il segno quando si tireranno le somme prima di Natale. Perché molto probabilmente sarà difficile che gli sloveni tolgano punti in trasferta a Fenerbahce, Real Madrid, Khimki o Panathinaikos. Una sconfitta netta, con la Mapooro che non è mai andata oltre i 3 punti di vantaggio (peraltro nelle battute iniziali sul 12-9), inseguendo per quasi tutti i 40’, approssimativa e titubante in attacco (44% da 2, 25% da 3), pessima in difesa, soprattutto sotto canestro, come dimostra il 60% al tiro da 2 dell’Olimpia (era addirittura 66 al 30’). Lunghi Va comunque anche da-

to merito a Lubiana che ha giocato un’ottima partita, sbagliando pochissimo, dominando l’area con una batteria di lunghi tutt’altro che di quarta fascia (come invece si pensava fosse la squadra...), trascinata dal nazionale australiano Baynes (16 punti e 12 rimbalzi) e dallo statunitense Page, senza dimenticare i buoni 16’ di Omic, un 2.15 del 1992. «Abbiamo giocato da veterani anche se siamo una squadra gio-

CANTÙ LUBIANA

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(17-20, 40-41; 53-59) MAPOORO CANTÙ: Smith 4 (1/3, 0/2), Aradori 16 (4/9, 1/3), Markoishvili 13 (2/6, 2/5), Leunen 7 (1/4, 1/2), Cusin 5 (2/6); Scekic 3 (1/1), Mazzarino 5 (1/1, 1/3), Brooks 10 (3/6, 0/1), Tyus 5 (2/3), Tabu 3 (1/2, 0/4). N.e.: Kudlacek, Abass. All.: Trinchieri. OLIMPIA LUBIANA: Waters, Blazic 12 (4/8, 1/1), Salin 15 (2/3, 3/7), Baynes 16 (6/9), Page 17 (4/7, 3/5); Prepelic 8 (1/2, 1/6), Rannikko 4 (1/2 da 3), Muric, Bubnic 8 (3/4), Omic 4 (1/1). N.e.: Rupnik, Mocnik. All.: Filipovski. ARBITRI: Jovcic (Ser), Jasevicius (Lit), Pilodis (Gre). NOTE - T.l.: Can 20/28, Lub 15/20. Rimb.: Can 32 (Aradori 8), Lub 37 (Baynes 12). Ass.: Can 11 (4 con 2), Lub 17 (Waters 6). Progr.: 5’ 4-7, 15’ 28-29, 25’ 49-47, 35’ 64-65. Usc. 5f.: Cusin 36’45" (66-70). Spett. 3631.

vane, mettendo in pratica il piano partita che avevamo preparato — dice coach Filipovski — L’abbiamo vinta in difesa nel 2o tempo. Per noi sono due punti che ci danno tanta fiducia». Regia Cantù ha annaspato per tutti i 40’, con un Jerry Smith molto opaco in regia, Cusin che ha fatto fatica a contenere i lunghi avversari, caricandosi presto di falli, Tyus meno efficace del solito e utilizzato appena 18’, Brooks che ha avuto un solo sprazzo nel secondo quarto e Markoishvili a corrente alternata. Ogni volta che Cantù sembrava poter scollinare, puntuale arrivava il parzialino

(mai devastante ma sufficiente per rallentare i brianzoli) degli sloveni. Accadeva a fine primo tempo (8-2), a fine terzo periodo (12-4 che permetteva a Lubiana di passare da 49-47, ultimo vantaggio interno della serata, a 53-59). Per non parlare poi di quello decisivo, il 17-5 con cui ha chiuso il match, con la Mapooro che era riuscita a portarsi sul -1 (66-67) grazie a 8 punti consecutivi di Aradori in apertura di 4˚ periodo. Umani «Lubiana ha stramerita-

to, ha giocato con grande concentrazione e desiderio — dice Trinchieri — A noi è successo qualcosa di molto umano, che non per questo ci rende meno colpevoli: abbiamo disputato una partita priva della giusta cattiveria, povera, con poca umiltà, non ci siamo fatti trovare pronti. Non è un’accusa ai giocatori, non sono stato bravo io a trovare i quintetti giusti, è un concorso di colpa. Capita dopo qualche successo, si pensa che basti scendere in campo per vincere. Diciamo che a noi è accaduto in modo fragoroso. Mancano 9 partite, non finisce qua». Dopo la Supercoppa, il tris dei preliminari, il 2 su 2 in campionato, arriva quindi lo stop più inatteso per Cantù, ma forse anche quello che lascia più il segno. Ora Trinchieri dovrà lavorare sulla testa dei suoi, convincerli che in questa Europa delle grandi c’è posto anche per loro. Fra una settimana ad Atene col Pana vedremo se ci credono.

NBA AMICHEVOLE RISERVATA AI PARENTI

Nuggets ad Aurora per onorare le vittime della strage di luglio

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DONNE DOMANI A PESCARA LA PRIMA GIORNATA DI A-1 CON 11 SQUADRE

taneità, ma sono play».

Sottana: «Per Schio e l’Italia ho detto no a Turchia e Wnba»

E’ arrivata a Schio con 3 mvp. Qual è quello a cui tiene di più?

«Quella dello scudetto di Taranto. Il mio primo, emozione unica». I Denver Nuggets nella palestra del liceo di Aurora, in Colorado Che campionato prevede?

FRANCESCO VELLUZZI

Giorgia Sottana è il nuovo simbolo del basket donne. Talento puro unito, pian piano, alla razionalità. Perché non vieni eletta mvp delle finali scudetto, di Coppa Italia e Supercoppa se hai solo genio e giocate da fenomeno. Giorgia, oggi al vernissage del basket donne che riparte domani con l’Opening Day da Pescara, verrà premiata anche come migliore del campionato. «Mi fa piacere. Ho fatto progressi, soprattutto nell’ultimo anno a Taranto. Credo di aver fatto il salto di qualità». Ma ha piantato Taranto andando a rinforzare la rivale Schio. C’è chi non ha gradito...

«I tifosi. Alla Supercoppa mi hanno fischiata. Ma con lo staff mi sono lasciata bene. A Taranto non è andato avanti il progetto (niente Eurolega, ndr.). Ho sfruttato la clausola che mi permetteva di avere una possibilità altrove. Sono andata a Schio.

«Anomalo. Mi dispiace che sia a 11 senza Sesto e Como. Schio è fatta per vincere, inutile nascondersi. Lucca è forte, mette in difficoltà chiunque, Parma può fare discretamente. Ma chi pensa che Taranto molli, si sbaglia. Abbiamo vinto la Supercoppa nettamente contro di loro, e senza due straniere, ma il risultato è un po’ falsato».

Avevo offerte dall’estero, ma ci tenevo a restare in Italia. In questo momento è bello essere protagonisti nel tuo Paese. Ma un giorno vorrò provarci». Dove le piacerebbe?

«Ora è logico dire in Turchia. Con la Wnba potrei provare. Ho avuto contatti con Washington, ma ho sempre privilegiato la Nazionale».

Il movimento latita. Voi giocatrici forse vi chiudete un po’ troppo e non siete personaggi, come quelle degli sport individuali...

Ha portato quasi da sola la Nazionale all’Europeo con Ricchini c.t. Cosa è scattato per arrivare al traguardo?

«Una vittoria in uno sport singolo ha un’esaltazione diversa, ma noi non ci chiudiamo. A Schio abbiamo fatto le cuoche. Ma il problema vero è che la Supercoppa non si vedeva in tv. E’ colpa nostra?»

«Ognuna si è messa a disposizione dell’altra. Nessuna gerarchia. C’è rispetto, in un gruppo super». Com’è stato l’impatto con Schio, regno di Macchi e Masciadri?

«Mi hanno accolto bene, alcune le conosco dalla Nazionale. Macchi e Masciadri sono talento e razionalità. E’ un onore stare con loro, c’è rispetto reciproco. Io gioco indifferentemente play o guardia, dò spon-

Giorgia, che fa degli ottimi soldi che guadagna?

«Metto da parte. Le vacanze le ho fatte a casa, niente mondanità, andrei su un’isola deserta a trovare pace. L’auto? Una Micra». Giorgia Sottana, 23 anni

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Il 20 luglio scorso un folle travestito da Joker, il cattivo dei fumetti, entrò in un cinema di Aurora, in Colorado, dove si proiettava la prima del film «Il Cavaliere Oscuro», ultima puntata della saga di Batman, freddando 12 innocenti e ferendone altri 58. Meno di tre mesi più tardi i Denver Nuggets di Danilo Gallinari hanno deciso di onorarli disputando uno scrimmage nella palestra del liceo di Aurora, al quale hanno potuto assistere solo i parenti delle vittime e gli studenti della Gateway High School. «E’ una cosa che ancora oggi mi mette i brividi — ha commentato il tecnico George Karl — E’ surreale pensare a quello che è successo. Mi capita ogni tanto di passare da queste parti in auto, è qualcosa difficile da dimenticare, ci vorrà molto tempo. Spero che questa serata sia servita per portare qualche minuto di allegria a chi ha sofferto tanto». Alla fine si è imposta la squadra dei Bianchi,

capitanata da Ty Lawson, che ha battuto quella dei Blu di Andre Iguodala 90-72. Intanto prosegue la preseason Nba. Ieri a Pechino Miami ha battuto i Clippers 94-80 con 20 punti di LeBron. In campo anche Wade e Griffin, reduci da infortuni alle ginocchia. Dieci punti per Bargnani (4/11 al tiro con un rimbalzo in 22’) nella sconfitta dei Raptors a Detroit. Due punti in 13’ per il lituano Valanciunas. Sei punti in 18’ invece per l’ex trevigiano Motiejunas con Houston, che ha piegato Oklahoma City 107-105. Pesante k.o. - per quel che conta - dei Lakers contro Portland. Los Angeles è stata battuta 93-75 ma era priva di Kobe Bryant, fermato per un problema a una spalla. Dirk Nowitzki, che non ha giocato contro il Barcellona per via di un ginocchio gonfio, potrebbe finire sotto i ferri per un intervento di pulizia dell’arto. Dovrebbe comunque essere pronto per la prima di stagione regolare, il 30 ottobre.


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PALLAVOLO A DOHA Jeffrey Brooks, 23 anni, ala di 2.03, esordiente in Eurolega CIAMILLO

OGGI MILANO-EFES IL 37ENNE È IL PIÙ VECCHIO

4 Parla Juantorena

I NUMERI

«Ma quale crisi 4 Trento è carica»

Squadre di Eurolega Basile ha giocato l’Eurolega con la Fortitudo dal 2000 al 2005, con il Barcellona dal 2005 al 2010 e con Cantù lo scorso anno. Oggi l’esordio con Milano.

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Gianluca Basile, 37 anni, contro Courtney Lee, 27, dei Celtics CIAMILLO

Basile, il nonno d’Eurolega: «Chi l’avrebbe detto?» PAOLO BARTEZZAGHI

Taccuino

Gianluca Basile sta per cominciare la 12a Eurolega della sua carriera. Ne ha saltata solo una, per infortunio nel 2010/11. Oggi l’esordio con la maglia di Milano in casa con i turchi dell’Anadolu Efes (ore 20.45, diretta Sportitalia 2). È l’unico giocatore italiano in attività ad aver vinto l’Eurolega, nel 2010 con il Barcellona. Ora è anche il più vecchio.

SERIE A

Maestranzi è libero Risoluzione del contratto tra Anthony Maestranzi e Siena che lo scorso anno lo aveva prestato a Ro ma. Il play italo americano potrebbe interessare ad Avellino. DANNI (pe.m.) L’inglese «Guardian» ha scritto che, dopo la finale persa con gli Usa, alcuni giocatori della Spagna hanno danneggiato le stan ze del villaggio olimpico di Londra per 9000 euro poi risarciti dal Comi tato spagnolo.

LEGADUE

Oggi Brescia-Trieste Alle 20.45, diretta Rai Sport 2, Brescia Trieste. Brescia ha tesse rato Gino Cuccarolo. Michele Vitali dalla Virtus alla Biancoblù Bologna.

Gazzetta.it SUL SITO RIVEDI CANTÙ STASERA HIGHLIGHTS DI MILANO E SIENA L’Eurolega è anche su Gazzetta.it, che vi ripropone gli highlights di tutte le partite delle tre italiane impegnate nella massima competizione europea. Sono già disponibili le immagini della sfida tra la Mapooro e Olimpia Lubiana. E stasera potrete rivedere il meglio delle partite di Milano, impegnata in casa contro i turchi dell’Anadolu Efes, e della Montepaschi Siena, che di ritorno dalla doppia sfida dal sapore Nba contro Cleveland e San Antonio ospita i tedeschi dell’Alba Berlino.

Un orgoglio o un peso?

«Non avrei mai pensato di arrivare a 37 anni, giocando tutti gli anni l’Eurolega. È motivo di orgoglio. Tutti gli sforzi che ho fatto sono ripagati». Qual è stata la prima partita?

«Non mi ricordo. Quando nel gennaio 1999 arrivai alla Forti-

«

Siamo costruiti per vincere. Non so se l’Eurolega. Ma non si può mai dire GIANLUCA BASILE GUARDIA DI MILANO

tudo, ero fuori in Coppa perché a Reggio Emilia avevo già giocato in Korac. C’ero alle Final Four che vinse lo Zalgiris, ma non nel roster». Il ricordo più bello è la vittoria con il Barcellona?

«È stata una liberazione. Era stato importante avere giocato una finale con la Fortitudo dov’era più difficile arrivare così in alto che con il Barcellona dov’era più logico. Ma non è mai facile vincere, anche con squadre costruite per farlo. Non basta essere forti». Cosa ci vuole d’altro?

«Arrivare in piena forma alle Final Four. E prima ancora per arrivarci, alle finali. Le cose devono girare nel modo giusto». Fortuna?

«Un pizzico sì. Un esempio è la vittoria dell’Olympiacos lo scorso maggio».

Fin dove può arrivare Milano?

«È una squadra costruita per vincere. Non so se per vincere l’Eurolega. Per com’è andata lo scorso anno, con la vittoria dell’Olympiacos, non si può mai dire». Che problemi ha in questo momento la squadra?

«I soliti di un gruppo che cambia cinque giocatori. Pensavo che cinque non sarebbero stati così tanti per modificare sorti ed equilibri. C’è bisogno di tempo. So che l’ambiente non ha voglia di aspettare più di tanto. Anzi, tutti si aspettano grandi cose. Siamo tranquilli e fiduciosi». I ritmi che comporta l’Eurolega aiutano o complicano la costruzione di un gruppo nuovo?

«La squadra si costruisce stando in campo, giocando. L’allenamento è importante, ma l’intensità di una partita non è paragonabile. Più si gioca e più ad alto livello e più si ha la possibilità di migliorare». La partita indimenticabile?

«Più delle partite, ricordo gli ultimi tiri. Come quello decisivo da tre con l’Efes nel 2004. Se avessimo vinto poi a Pau Orthez, saremmo andati alle Final Four con la Fortitudo. Da capitano, è stato speciale». A proposito: la settimana scorsa a Bologna, un bambino di 10 anni che tifa Virtus insulta l’ex capitano della Fortitudo. Come si esce da questa logica?

«Siamo così, è brutto dirlo. Quante volte si fanno appelli sull’onda di un episodio, poi si dimentica. Viviamo lo sport con odio per l’avversario. Non andiamo a tifare la nostra squadra ma per insultare gli altri. Abbiamo questa cultura sportiva, fatico a credere che si possa cambiare. Ho anche sentito insulti per quello che ho fatto, qualcuno dice che è colpa mia. È una minoranza. Purtroppo i piccoli imitano i grandi». Le piccole Basile vanno al palasport a vedere il papà?

«Solo alle partite in casa. Fuori no, soprattutto nei campi caldi. Meglio evitare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Record di punti Basile ha un record di 34 punti realizzati il 4 marzo 2008 con il Barcellona in gara-2 dei quarti di finale contro il Maccabi.

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Più vecchi di lui nel 2011 Lo scorso anno, Basile (nato il 24 gennaio 1975) non era il più vecchio in Eurolega perché c’erano Yildrim (Galatasaray) del 1972. Riddick (Charleroi) del 1973, Mulaomerovic (Zagabria) e Pashutin (Kazan) del 1974.

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Più vecchi di lui in Serie A Basile non è il più vecchio nel campionato italiano: sono nati nel 1974 Alessandro Tonolli (Roma) e Andrea Conti (Cremona). Per ora nessuno dei due ha giocato.

Alla vigilia del Mondiale per club che inizia domani: «La Nazionale Italiana? A suo tempo parleremo» NICOLA BALDO TRENTO

A Trento al titolo mondiale per club ci tengono così tanto da mettersi i colori dell’iride sulla maglia. Da ieri sera Kaziyski e compagni sono in Qatar, da tre anni a questa parte la Trentino Volley si guadagna il diritto di cucirsi quei colori sulla divisa, portandosi a casa quella manifestazione per club che prende il via domani fra i palazzi di Doha. E per cercare il poker iridato Rado Stoytchev avrà a propria disposizione anche quell’Osmany Juantorena che è la sua freccia più importante costretta a stare a guardare nel ko di domenica contro Vibo Valentia.

corto Osmany -. Io voglio fare un anno senza polemiche, su di me se ne sono già state abbastanza nello scorso campionato. Tutti hanno già parlato troppo, quindi io preferisco lasciare chiacchiere e polemiche alla gente, alla stampa, fuori insomma. Ci sono diversi suoi colleghi che mi chiamano per sapere se voglio replicare a Travica o Zaytsev sul mio possibile arrivo nella nazionale italiana ma a me non interessa rispondere. Quest’anno voglio solo restare tranquillo e pensare al mio lavoro, voglio far parlare solamente il campo. Se andrò nella nazionale italiana si vedrà più avanti, parlando con tutte le persone in causa». 30 gradi E da domani parlerà so-

Tre volte «Il passato ormai è pas-

sato, non conta quanto abbiamo fatto negli ultimi tre anni dice l’italocubano - chiaro che vogliamo ripeterci, ma non dobbiamo nulla per scontato». Anche perché questo inizio di stagione è stato grigio finora per la truppa trentina, con due sconfitte in due partite fra la Supercoppa con Macerata e l’esordio in campionato. «Non siamo abituati a questa situazione, per fortuna ci è capitato di rado negli ultimi anni - prosegue Osmany -, forse prima non era del tutto normale vincere così spesso tre a zero in un’ora. Adesso siamo calati, ma secondo me non si può dire che siamo in crisi dopo aver perso una sola partita. C’è la tranquillità giusta e la consapevolezza del nostro potenziale, dobbiamo solo riuscire a mettere tutto questo in campo». Un girone eliminatorio (che inizia domani, ndr) ampiamente alla portata di Trento che comprende i padroni di casa dell’Al Rayan, i messicani del Tigres e i brasiliani del Sada Cruzeiro di Wallace e il cubano Leal. Ma dopo, in semifinale o finale, è probabile l’incrocio con quello Zenit Kazan dove l’«Hombre» (come è soprannominato) sembrava destinato la scorsa primavera. Prima del clamoroso dietrofront. «Affrontare Kazan o Belchatow è la stessa cosa per me, sarà una partita come un'altra ? taglia

lamente il campo. Quello iridato in mezzo ai 30 gradi di Doha ed i poco meno di 20 dei suoi palasport. Primo avversario saranno i padroni di casa dell’Al Rayan. «Contro di loro ho già giocato quando ho preso parte ai playoff del campionato qatarino all’inizio dell’estate, dopo la stagione con Trento - racconta ancora Juantorena - di base erano una buona squadra, ma adesso sono ancora più temibili in quanto hanno comprato diversi atleti stranieri. Non possiamo dare niente per scontato, doppiamo prima di tutto pensare a noi». Osmany Juantorena è tornato ad allenarsi con il resto del gruppo dell’Itas solamente martedì dopo che in Supercoppa Italiana, a Modena, all’inizio del secondo set contro Macerata, una contrattura agli addominali l’ha costretto a guardare poi dalla tribuna stampa la gara persa contro i calabresi. Per una Trento che non perdeva due gare consecutive da un anno e otto mesi, mentre in casa in campionato era imbattuta da quasi un anno.

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HA DETTO

S Polemiche «Voglio fare un anno senza polemiche, su di me ne sono state dette abbastanza nello scorso campionato. Tutti hanno già parlato troppo»

S Tre volte «Il passato ormai è passato, non conta quanto abbiamo fatto negli ultimi tre anni: chiaro che vogliamo ripeterci, ma non dobbiamo dare nulla per scontato»

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Taccuino Che tegola per Macerata Kovar si infortuna (m.c.) L’infortunio a Jiri Kovar guasta l’amiche vole di ieri Lube e Sir Safety Perugia vinta 3 1 da Macerata (Starovic 25 punti). Proprio in av vio di gara l’incidente a Kovar che stramazza a terra dolorante tenendosi il ginocchio sinistro, forse ruotato innaturalmente: subito l’inter vento dei sanitari e il giocatore portato a brac cia in infermeria. Si sospetta una distorsione al ginocchio sinistro, ma solo dopo gli esami di oggi se ne saprà di più.

MERCATO (cam.ca. f.c.) La Chateau d’Ax Ur bino ha deciso di non tagliare il libero Stacey Sykora, nonostante l’arrivo al suo posto di An tonietta Vallese. Colpo grosso di Sala Consili na che ha ufficializzato l’ingaggio della 28enne russa, ma di nazionalità bulgara, Nadezhda Shopova, lo scorso anno nel Konya (Tur). La Shopova in Italia ha schiacciato a Parma, Cre mona e Verona. IN RUSSIA (a.a.) Lo Zenit Kazan di Valerio

Vermiglio si riprende il primo posto del girone A con la quarta vittoria in quattro gara ma con il terzo tiebreak in casa dell’Ural Ufa di Angioli no Frigoni, Massimiliano Giaccardi (2˚). Nel gi rone B rimangono in testa l’Iskra Odintsovo di Roberto Santilli e Tommaso Totolo (2˚) in casa del Perm 0 3 e il Novy Urengoy di Ferdinando De Giorgi 3 0 al Nizhny Novgorod del tattico Pirolo.

IN RUSSIA2 (a.a.) Inizia con una vittoria sof ferta il campionato dello Zarechie Odintsovo di Antonella Del Core e Veronica Angeloni 3 2 al Tyumgu, mentre il Fakel Novy Urengoi di Ma rika Serafin è stata sconfitta dalla Dinamo Mo sca 1 3. SANREMO CUP (c.f.) Prime sfide oggi per il 28˚ Memorial Tessitore di Sanremo (Im), a Vil la Ormond: Giaveno Cannes (17.30) e Bolo gna Prostejov (20.30). Nelle fila emiliane in campo anche l'ultima arrivata Milos. Il team francese nell'anticipo del 2˚ turno della Pro F ha superato 3 1 il Nantes (Centoni 9, Arcangeli 4 set da titolare).


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VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012


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PALLANUOTO VIA ALL’A-1 FRANCO CARRELLA

Come Clark Gable, quando profetizzarono: «Con quella faccia, non potrà mai fare l’attore». Andò più o meno così, l’approccio di Riccardo Tempestini con la pallanuoto. A Firenze, la nonna materna decide di iscriverlo dopo aver ascoltato i racconti del fratello Raoul Bonora, buon nuotatore di origine francese («Che spettacolo le partite in mare a Montecarlo»), ma al segretario della piscina chiede preoccupata: «Sarà mica uno sport duro?». Risposta raggelante: «Tanto suo nipote non deve giocare in serie A». Quel quattordicenne classe 1961, invece, ne avrebbe fatta di strada, diventando una bandiera della Florentia (scudetto nell’80) con un lungo percorso in Nazionale (argento ai Mondiali ’86). Poi, tante soddisfazioni anche in panchina: nella stessa squadra toscana (le finali 2000 e 2001, la Coppa Coppe 2001), a Brescia (Coppa Len 2006) e con le ragazze della Pro Recco. Nella scorsa stagione, alla prima esperienza nel torneo femminile, accoppiata campionato-Coppa Campioni. Avventura trionfale che gli vale il passaggio alla squadra maschile orfana di Porzio, l’uomo che in 7 anni ha conquistato altrettanti scudetti e 4 Champions: «Eredità pesantissima, non solo per i risultati. Pino era un faro dentro e fuori dall’acqua. È un onore, per chi fa il mio mestiere, approdare su questa panchina: per un allenatore di calcio, equivale al Real Madrid». Le schermaglie Ci arriva, suo

malgrado, dopo un’estate di turbolenze. I mal di pancia di Volpi, le schermaglie con Fin e Len, il patron che si defila, un budget improvvisamente ridotto. Con l’abbandono della squadra donne, ora ridiventata Rapallo, la scelta cade su di lui. Non è un ripiego, nonostante i contatti con altri coach, da Bovo a Vujasinovic: «Tutto dipendeva dalla sopravvivenza della sezione femminile. Ed ero già stato nominato responsabile dell’area tecnica. Quanto alla costruzione della rosa, non credo che siamo più deboli dell’anno scorso: Zlokovic e Ivovic erano due fuoriclasse, però Aicardi e Luongo mi danno ampie garanzie. Mangiante deve solo ritrovare il ritmo-partita. Spiace aver perso Giorgetti, per il resto abbiamo confermato l’ossa-

Stefano Tempesti, al centro, coi compagni del Recco BORSARELLI

L’avversaria numero 1 è Brescia (f.c.) Pro Recco ancora davanti a tutti, dunque. Percentuali scudetto? Diciamo 40%. È il campionato numero 94, le prime 8 vanno ai playoff. La finale sarà ancora al meglio di 3 partite (15, 18, 21 maggio): speriamo che dalla prossima stagione si torni alle 5 partite. Brescia Finalista scudetto (a testa alta), ha preso Goran Fiorentini da Savona. A 40 anni, Roberto Calcaterra resta il giocatore più anziano dell’A 1. Percentuali scudetto: 25%. Savona Cambia il centroboa titolare: Deserti al posto di Aicardi. Ha meno credito rispetto a un anno fa, «ma forse più compattezza» osserva Tempestini. Percentuali scudetto: 15%.

Tempestini lancia la nuova Recco «Restiamo il Real» Il tecnico del dopo Porzio, con budget ridotto «Anno zero, i ragazzi dovranno essere una roccia»

Riccardo Tempestini, 51 anni

tura della Nazionale. Coi ragazzi sto lavorando soprattutto sul piano mentale, devono metabolizzare la svolta. È come un anno zero». Rinuncia alla Champions e un solo straniero, il mancino ungherese Madaras (otterrà la naturalizzazione attraverso i 9 anni di militanza nel nostro campionato) nella stagione in cui c’è l’apertura ai comunitari, ma l’obbligo di schierare almeno 5 italiani contemporaneamente in vasca: «Paletti che non mi convincono, fermo restando che appoggio Campagna e il presidente

GOLF WORLD FINAL IN TURCHIA

McIlroy vola in acqua Tiger batte il delfino FEDERICA COCCHI ANTALYA (Turchia)

Alla fine l’allievo non ha superato il maestro anzi, ha preso una bella lezione. Nella terza giornata del Turkish Airlines World final ad Antalya, in Turchia, il numero uno al mondo McIlroy ha affrontato per la prima volta in un testa a testa Tiger Woods. Un incontro attesissimo, che avrebbe portato uno dei due alla semifinale del torneo dal supermontepremi di 5,2 milioni di dollari.

Rory McIlroy e Tiger Woods REUTERS

LE RIVALI

Splash Un inizio umido per il nordirlandese, anche ieri accompagnato sul percorso dalla fidanzata tennista Wozniacki, non tanto per la pioggia abbondante del pomeriggio di mercoledì ma per il colpo alla 1 subito finito in acqua. Da lì la gara di Rory è stata tutta in salita e ne ha così approfittato Tiger che battendolo, e grazie alla sconfit-

IL PROGRAMMA

Alle 19 l’anticipo Brescia-Bogliasco su RaiSport2 Oggi, l’anticipo della 1a giornata è Brescia Bogliasco: alle 19, diretta su RaiSport 2. Domani alle 15 le altre gare: Savona Lazio, Nervi Pro Recco, Ortigia Florentia, Acquachiara Camogli e Quartu Posillipo.

del Coni, Petrucci: in tempi di ristrettezze economiche, possono esserci più opportunità per i giovani. Più in generale, vorrei che ci fosse maggiore collaborazione tra la Fin e i club». Le previsioni Ecco, i giovani. Quali possono consacrarsi? «Penso al mio Andrea Fondelli, a Francesco Di Fulvio della Florentia, a Damonte del Savona, a Vergano del Bogliasco» pronostica Tempestini, negli ultimi anni eccellente opinionista su SportItalia e Sky («Mi sono divertito e devo ringraziare Ettore Miraglia, il mio "scopritore"»). Guarda caso, si ritroverà come prima antagonista il Brescia: nell’aprile 2008, fu un divorzio traumatico. Esonero, e panchina a Bovo. Pesarono le frizioni con alcuni big, poi l’allenatore vinse il lodo arbitrale. «Ma di quell’esperienza ho ricordi meravigliosi, anche se tutto è finito in malo modo. Sì, resta un’avversaria tosta». Tra i maestri, Tempestini ricorda con particolare piacere Dennerlein: «Un uomo speciale». Non segue molto le vicende politiche: «Ma conosco personalmente Renzi e lo stimo parecchio». È laureato in Geologia. «La Pro Recco? Vorrei che fosse una roccia, un granito. Ora vado a dirlo ai ragazzi».

Amaurys Perez col figlio Gabriel Acquachiara Già rivelazione dello scorso campionato, la squadra napoletana sembra quella che realmente si è rinforzata. Tra gli acquisti, il mancino montenegrino Danilovic e l’azzurro Perez. L’olimpionico Franco Porzio diventa presidente onorario e lascia la presidenza alla 18enne figlia Chiara, tenendo fede a una vecchia promessa. Gesto simbolico, ma d’effetto: la squadra si chiama così in suo onore. Percentuali scudetto: 15%. Posillipo Un’incognita. Via Silipo, panchina a Occhiello, mago delle giovanili. Età media di 22,5 anni: solo il Camogli, che si affida esclusivamente ai baby, è più verde. Percentuali scudetto: 5%.

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RUGBY CON GLI OSPREYS: ORE 21 SKY 3 ta di Kuchar ad opera di Schwartzel, ha agganciato le semifinali. «Non sono molto deluso — ha detto McIlroy, che porta comunque a casa 300 mila dollari —. Volevo provare questo campo, vedere come si gioca in Turchia. E così è stato. Ho ancora una settimana di vacanza — ha concluso — e questo è stato un buon allenamento». Remunerativo, per giunta.

Heineken, c’è Treviso In Galles con Vosawai

Tigre sorridente Nel pomeriggio, in semifinale, Woods è stato sconfitto dall’inglese Justin Rose che gli ha così precluso la finale contro un Westwood finalmente ritrovato. «Sono soddisfatto — ha detto l’americano —. Il mio gioco sta tornando quello dell’inizio stagione. Colpisco bene la palla e non fosse stato per qualche putt sbagliato di troppo avrei segnato uno score davvero basso». Dieci colpi sotto il par per Lee Westwood che, battendo il sudafricano Schwartzel si è aggiudicato la finale. «Sono entusiasta — ha detto l’ex n.1 — ho lavorato tanto e si vede. Ho giocato senza ansia». Oggi lui e Rose si scontreranno per il premio finale di un milione e mezzo di dollari. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Manoa Vosawai, 29 anni FAMA

(e.sp.-ma.p.) Debutto in Heineken Cup per Treviso che stasera a Swansea (ore 21 italiane, diretta Sky Sport 3) sfida gli Ospreys gallesi, battuti a Monigo nella prima giornata di Celtic. La novità riguarda l’esclusione del metaman Barbieri, che partirà dalla panchina: numero 8 torna Manoa Vosawai, a sette mesi dall’infortunio alla spalla destra. Altro rientro quello di Nitoglia bloccato per tre settimane da un infortunio muscolare alla coscia sinistra. Prima da titolare per il pilone sudafricano Jacobus Roux, mentre in mediana si rivede la coppia azzurra Burton-Botes. Nel girone di Benetton e Ospreys anche gli inglesi di Leicester e i francesi del Tolosa. Intanto per l’esordio delle Zebre, domani alle 14.30 a Parma col Connacht (dir. Sky Sport Extra), il d.t. Gajan si affida a Orquera e Tebaldi in regia, a Geldenhuys e Sole in se-

conda e a Perugini (per Aguero) in prima. In campo oggi anche due delle quattro italiane di Challenge. Mogliano, all’esordio assoluto, fa visita al Bayonne, mentre il Prato è a Grenoble. Treviso: McLean; Nitoglia, Benvenuti, Sgarbi, Iannone; Burton, Botes; Vosawai, Zanni, Favaro; Bernabò, A. Pavanello; Roux, Ghiraldini, Al. De Marchi. All. Smith. A disp. Ceccato, Rouyet, Di Santo, Minto, Derbyshire, Barbieri, Semenzato, A. Pratichetti. Heineken. Gir. 1. Domani: Edimburgo (Sco)-Saracens (Ing); Racing Metro (Fra)-Munster (Irl). Gir. 2. Oggi: Ospreys (Gal)-TREVISO (ore 21, dir. Sky Sport 3). Domani: Tolosa (Fra)-Leicester (Ing; ore 16, dir. Sky Sport 3). Gir. 3. Domani: ZEBRE-Connacht (ore 14.35, diretta Sky Sport Extra); Harlequins (Ing)-Biarritz (Fra; ore 19, dir. Sky Sport 2). Gir. 4. Oggi: Ulster (Irl)-Castres (Fra). Domani: Northampton (Ing)-Glasgow (Sco). Gir. 5. Domani: Clermont (Fra)-Scarlets (Gal); Leinster (Irl)-Exeter (Ing). Gir. 6. Domani: Sale (Ing)-Cardiff (Gal); Tolone (Fra)-Montpellier (Fra). Challenge. Gir. 1. Ieri: Mont de Marsan (Fra)-Gloucester (Ing) 6-11. Gir. 2. Domani (ore 14): ROVIGO-Perpignan. Gir. 3. Oggi (ore 20): Bayonne (Fra)-MOGLIANO. Gir. 4. Domani (ore 18): CALVISANO-Agen (Fra). Gir. 5. Oggi (ore 19.30): Grenoble (Fra)-PRATO.


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TENNIS LA CLASSIFICA DI LUNEDI’ VINCENZO MARTUCCI twitter@vincemartucci

Ci sono numeri e numeri. L’ultimo che emerge dal pallottoliere del tennis è 300, come le settimane al numero 1 del mondo, che Roger Federer festeggerà lunedì mattina. Un numero enorme, oltre 6 anni al vertice di uno sport durissimo, fra i più diffusi del pianeta, per di più a 31 anni e 2 mesi, quando i rivali diretti (Djokovic, Murray e Nadal) ne hanno 25/26. «E’ un gran numero, anche se 299 o 300 per me non fanno una grande differenza. Da bambino non avevo mai pensato a qualcosa del genere, il mio sogno era giocare sul Tour, giocare Wimbledon, magari diventare numero 1 del mondo. Ed ora eccomi qui a 300 settimane. E’ davvero incredibile. Probabilmente uno dei miei traguardi più grandi. Sono molto orgoglioso di questo record». concede il primatista di 17 Slam. Che ha disertato le vacanze di Dubai proprio per evitare lo sgambetto di Djokovic a Shanghai, in Cina. Gli bastava arrivare ai quarti per conservare la maglia rosa e, pur fuori forma, distratto dalle minacce di morte di un blogger locale, stizzito dalla forzata rinuncia alla famiglia, innervosito dal cambio di programma prima del ritorno in Europa (a Basilea e Londra), ha rispettato la consegna. Condendola di altri numeri: 11, come le vittorie su 11 duelli contro Stanislas Wawrinka, il connazionale, amico e compagno dell’oro olimpico in doppio quattro anni fa a Pechino, 6, come i tie-break, vinti su 6.

Federer fa 300 settimane al n. 1 «E’ incredibile» Con i quarti a Shanghai, stoppa la rimonta di Djokovic. Ma l’amico Tiger nel golf è a 623!

cora e ancora. Perché il tempo si muove ancora più veloce dello sport, all’inseguimento del numero successivo. Ma RogerExpress potrà crogiolarsi per sempre guardando dall’alto i 24 campioni della storia della classifica dei numeri 1 del mondo, elaborata dal computer, dal 23 agosto 1973, sulla base dei risultati dei tennisti professionisti nelle precedenti 52 settimane. Per il Magnifico, però, cresciuto idealizzando prima Becker, ed Edberg, e quindi Sampras, l’eroe che ha buttato giù dal piedistallo proprio nel suo regno, battendolo a Wimbledon 2001, il colpo grosso è già stato il 16 luglio. Quando, col settimo sigillo ai Championships, è tornato in vetta per la prima volta dal 6 giugno 2010, ritoccando il record di 286 settimane proprio dell’americano. Tiger Federer non pensa al primato di re del tennis più longevo, lontanissimo, a 33 anni e 131 giorni, che Andre Agassi ha fissato nel 2003. E nemmeno a quello assoluto di un tennista. Perché le 377 settimane di Steffi Graf hanno soppiantato anche le 332 di Martina Navratilova. Lo appagano le 170 settimane di quel mostro di bravura di John McEnroe e le 270 di quel fenomeni di volontà di Ivan Lendl. Nè può paragonarsi all’amico Tiger Woods, numero 1 del golf per 623 settimane (281 consecutive, dal 12 giugno 2005 al 10 ottobre 2010), quasi doppiando il mitico Greg Norman, a 331. Ci sono numeri e numeri.

SAMPRAS È 2o A 286 Ecco la classifica dei 25 giocatori diventati numero 1 del mondo, dal 23 agosto 1973. quando l’Atp varò una classifica a punteggio elaborata dal computer. Sotto le prime 5 tenniste rimaste più settimane in vetta (lu.mar.) GIOCATORI SETTIMANE N. 1 Roger Federer(Svi) 300 Pete Sampras (Usa) 286 Ivan Lendl (Cec) 270 Jimmy Connors (Usa) 268 John McEnroe (Usa) 170 Bjorn Borg (Sve) 109 Rafael Nadal (Spa) 102 Andre Agassi (Usa) 101 Lleyton Hewitt(Aus) 80 Stefan Edberg (Sve) 72 Jim Courier (Usa) 58 Novak Djokovic (Ser) 53 Gustavo Kurten (Bra) 43 Ilie Nastase (Rom) 40 Mats Wilander (Sve) 20 Andy Roddick (Usa) 13 Boris Becker (Ger) 12 Marat Safin (Rus) 9 Juan Carlos Ferrero (Spa) 8 John Newcombe (Aus) 8 Yevgeny Kafelnikov(Rus) 6 Thomas Muster (Aut) 6 Marcelo Rios (Cil) 6 Carlos Moya (Spa) 2 Patrick Rafter (Aus) 1

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Sampras Ci sono numeri e numeri. Questo 300 rimarrà nella memoria, come quelli dell’atletica coi neoprimatisti che posano davanti al tabellone luminoso o del primo 10 della ginnastica inventato per Nadia Comaneci. Un numero che, comunque cambierà la settimana del 22 ottobre, e an-

L’entrata stellare di Roger Federer (31 anni) che ieri a Shangai ha battuto il connazionale Wawrinka ed è nei quarti AFP

Masters 1000 di Shanghai (Cin, 3.500.000$, cemento), ottavi: Federer (Svi) b. Wawrinka (svi) 4-6 7-6 (4) 6-0; Cilic (Cro) b. Verdasco (Spa) 4-6 6-1 6-4; Murray (Gbr) b. Dolgopolov Jr. (Ucr) 6-2 6-2; Stepanek (Cec) b. Isner (Usa) 6-4 6-7 (5) 6-3; Tsonga (Fra) b. Baghdatis (Cip) 6-2 7-6 (2); Berdych (Cec) b. Querrey (Usa) 6-2 6-7 (3) 6-4; Haas (Ger) b. Tipsarevic (Ser) 6-2 6-1; Djokovic (Ser) b. F. Lopez (Spa) 6-3 6-3.

Steffi Graf ora ha 43 anni

GRAF IMPRENDIBILE: 377 GIOCATRICI SETTIMANE N.1 Steffi Graf (Ger) 377 Martina Navratilova(Cec) 332 Chris Evert (Usa) 260 Martina Hingis (Svi) 209 Monica Seles (Usa) 178

OLIMPIADI LA RICORRENZA CELEBRATA IN POLONIA

Quegli strani Giochi del 1944 con gli atleti-prigionieri del Lager Il membro Cio Pescante ha ricordato con un premio l’ultimo sopravvissuto

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CLAUDIO GREGORI

In Polonia c’erano i maggiori campi di sterminio: Auschwitz-Birkenau, Maidanek, Treblinka, Sobidor. Fu un ebreo polacco, Lemkin, a coniare la parola genocidio. Quando il 13 dicembre 1981, ai tempi di Solidarnosc, fu dichiarata la legge marziale in tutto il paese, a Oxford uscì un saggio di storia polacca intitolato God’s Playground, Il campo da gioco di Dio. Le Olimpiadi Nascoste fanno parte di questo straordinario gioco. Seconda Guerra Quando, il 1˚

settembre 1939, i Tedeschi invasero la Polonia e la Seconda Guerra Mondiale incominciò. Furono cancellate le Olimpiadi del 1940 e 1944. Si tennero altri Giochi, che non hanno a che fare con i record, ma con il cuore e la speranza. Nei campi di prigionia di Landwasser, nel 1940, e di Woldenberg, nel 1944, i prigionieri disputarono l’Olimpiade. A promuo-

1 Mario Pescante premia in Polonia la figlia di Arkady Brzezicki, uno dei sopravvissuti, assente per motivi di salute 2 Ecco come si presentava una squadra di calcio di detenuti dell’epoca. 3 Alcuni degli annulli che vennero dipinti per l’occasione. 4 Il campo di detenzione come è oggi

verle furono due polacchi: Teodor Niewiadomski e Arkadiusz Brzezicki. Il loro amor di patria è raro: Maria Curie chiamò «polonio» il primo nuovo elemento che scoprì e Chopin compose le «Polacche» in esilio. Niewiadomski aveva salvato duecento ebrei del Ghetto di Varsavia nascondendoli nel camion dei rifiuti. Quando fu imprigionato a Landwasser, Norimberga, con gente di 7 paesi diversi lanciò l’idea di fare l’Olimpiade. Realizzò 5 cerchi di filo di ferro e ritagliò con le mani medaglie di cartone. Le coppe erano ri-

cavate da gavette. Armi vietate Erano Giochi di fortuna. Non c’era la scherma: le armi erano inaccessibili ai prigionieri. Né il salto con l’asta, che avrebbe subito alimentato sospetti di fuga. Né il lancio del giavellotto. Il lancio del peso divenne, come in origine, il lancio della pietra. Le partite di pallavolo si disputarono tra le lenzuola stese ad asciugare e il filo della biancheria faceva da rete. Poiché i guardiani del campo ai prigionieri facevano fare per punizione un percorso col salto della rana, la punizio-

ne fu trasformata in competizione. Fu proprio Niewiadomski a vincere il «salto della rana». Molti anni dopo ha ricordato che, quando vinse, l’inno nazionale polacco fu suonato con una fisarmonica a bocca in un’atmosfera surreale e che due prigionieri, un francese e un olandese, avevano le lacrime agli occhi. Sulle gare, nel 1979, il regista polacco Andrzej Kotkowski ha fatto il film Olympiada '40. 466 atleti Nel campo di Woldenberg, oggi Dobiegniew in Polonia c’erano 6000 ufficiali polac-

chi. La bandiera fu fatta con un lenzuolo e i cerchi olimpici con le sciarpe colorate mandate dalla Croce Rossa. Un prete portò i palloni. Ci furono gare di calcio, pallavolo, pallacanestro, pallamano, scacchi e pugilato. Poiché i pugili erano denutriti e si temevano fratture, agli atleti fu data una razione maggiore di latte in polvere. Ci fu perfino l’emissione di francobolli dipinti ad acquerello. Le gare durarono dal 23 luglio al 13 agosto 1944: proprio il 1˚ agosto a Varsavia era scoppiata la rivolta comandata dal generale Boor. Furono 466 i concorrenti.

«L’unica bandiera olimpica che in quei giorni sventolò fu la nostra», dice con orgoglio Brzezicki, che fu partorito a Grozny in Cecenia il 4 dicembre 1907, mentre i genitori tornavano da un campo di lavoro in Siberia. Ora, a quasi 105 anni, è stato premiato dal membro Cio Mario Pescante (il premio è stato ritirato dalla figlia). Sui Giochi di Woldenberg, a maggio, Rai 1 ha trasmesso il film di Alfredo Peyretti «L’Olimpiade Nascosta». Sono Giochi belli, preziosi e rari. Più che allo sport appartengono alla storia dell' uomo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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TUTTENOTIZIE & RISULTATI Baseball PLAYOFF MLB

San Francisco rimonta storica Serata di grandi emozioni nel 1o turno dei playoff Mlb. Gli Yankees si sono portati sul 2-1 con Baltimore pareggiando la gara al 9o inning con un fuoricampo di Ibanez, che ha poi concesso il bis al 12, dando la vittoria a New York 3-2 e chiudendo a 16 la serie di vittorie consecutive agli extra inning degli Orioles. Oakland porta Detroit alla bella segnando 3 punti al 9o e vincendo 4-3 grazie a un singolo di Coco Crisp. Grande impresa di San Francisco che vince la terza partita consecutiva in trasferta e diventa la prima squadra della National a rimontare dallo 0-2 in una serie al meglio delle 5. American: NY Yankees-Baltimore 3-2 (serie 2-1); Oakland-Detroit 4-3 (2-2). National: Cincinnati-San Francisco 3-8, 4-6 (2-3); Washington-St.Louis 0-8 (1-2).

Varie GIORNATA PARALIMPICA

Più di 20mila stanno al gioco

Ippica GIA’ IERI CORSE SALTATE

Niente stipendi Napoli, sciopero e blocco totale MICHELE FERRANTE

Oggi alle 13.30, quasi certamente i dipendenti dell’ippodromo di Agnano decideranno di chiudere l’ippodromo, di sospendere cioè l’attività a tempo indeterminato per l’impossibilità di risolvere la vertenza con la Agnano Spa che non paga loro gli stipendi da tre mesi. Già ieri una giornata di sciopero ha fatto saltare il convegno di trotto con due batterie del GP Aste che vengono recuperate oggi a Castelluccio. Una sorta di macabro benvenuto al progetto Unione Ippica che sarà inutile se non ristrutturerà veramente il settore.

po bloccato l’erogazione dei suoi corrispettivi per un’inadempienza (cartella esattoriale) di 17 milioni di euro della Ippodromi e Città, la Società che accorpava Napoli, Roma trotto e Firenze trotto, prima di venire spacchettata in tre diverse Società relative a ciascuna pista. Una parte del debito è rimasta attaccata alla Agnano Spa, che ha inoltrato un ricorso al Tar Campano poi per incompetenza. Liquidazione I rubinetti resta-

no chiusi, la Agnano Spa ver-

rà messa in liquidazione come la società che gestisce Tordivalle, mentre Firenze trotto ha già cambiato sede (dalle Mulina al Visarno) e gestore. Proprio ieri c’è stato l’ingresso dello stilista Roberto Cavalli, già proprietario di galoppatori, nella società formata da Hippogroup e da Cesare Meli. Blocco Di fronte a tutto ciò

l’assemblea dei lavoratori è intenzionata a bloccare l’attività a tempo indeterminato, magari in attesa che qualcuno subentri nella gestione, magari qualcuno che da tempo soffia sul fuoco della crisi per accaparrarsi a prezzo di saldo anche l’ippodromo che detiene il record di spettatori, i 25.000 che videro Varenne distruggere Victory Tilly e vincere per la terza volta il Lotteria, nel 2002. Da allora sono passati 10 anni, mica un secolo... DETTORI IN CANADA Lanfranco Dettori monterà Joshua Tree per il trainer Marco Botti nel Canadian International (gruppo 1) a Toronto domenica.

200.00 euro Le posizioni delle

Piazza delle Città Lombarde LIVERANI

(c.a.) L'effetto Londra 2012 ha caratterizzato la settima edizione della Giornata dello Sport Paralimpico, indetta da Cip ed Enel: oltre 20 mila studenti in dieci piazze italiane (fra le altre, piazza del Popolo a Roma e piazza Città della Lombardia, sotto la sede della Regione, a Milano, e Mirandola, la città martoriata dal terremoto in Emilia, sono stati i luoghi scelti per la diretta Sky della manifestazione) hanno incontrato i campioni della Paralimpiade e provato le discipline viste ai Giochi. Festeggiati Cecilia Camellini (Mirandola), Martina Caironi (Milano), Oscar De Pellegrin (Roma). «Un gran momento di sport e aggregazione, e senza dubbio un pretesto per ricordare la straordinaria avventura alla Paralimpiade Londra 2012», ha detto il presidente del Cip, Luca Pancalli.

Varie DAL 26 AL 28 OTTOBRE

Il 2˚ Sport Days sarà a Rimini E’ stata presentata ieri nella sede Coni di Milano la seconda edizione di Sport Days, in programma alla Fiera di Rimini dal 26 al 28 ottobre. Un kermesse, organizzata oltre che dall’ente fieristico da Coni Servizi con l’aiuto dell’Agenzia Nazionale per i Giovani che nelle tre giornate prevede la disputa di 80 eventi sportivi outdoor e indoor, 40 convegni nei 14 padiglioni dedicati in cui espongono 64 organismi sportivi. Saranno presenti diversi protagonisti dei Giochi di Londra, fra cui Jessica Rossi, Russo, Cammarelle e Mangiacapre e la Forciniti. Nell’ambito di Sport Days in un padigione di 6000 mq si svolge anche il primo Salone Professionale dell’Impiantistica Sportiva. Particolare attenzione è rivolto anche al turismo sportivo.

parti sono lontanissime. A fronte di un debito complessivo verso i lavoratori di circa 200.000 euro, è stato proposto un acconto di 75.000 euro (da suddividere tra i 117 dipendenti) ritenuto non sufficiente. Il Comune di Napoli, proprietario dell’impianto, è intervenuto come mediatore, ma al momento una via d’uscita non esiste. La Agnano Spa non può pagare gli stipendi perché l’Unire-Assi ha da tem-

Atletica Gli atleti keniani contro le tasse Gli atleti keniani di alto livello, guidati da David Rudisha e Vivian Cheruiyot, hanno chiesto di discutere con le autorità fiscali le tasse, che a loro dire ingiustamente, pagano sui premi vinti. Si sentono bersagliati, perché già pagano in media il 30% nei Paesi in cui conquistano il premio, sebbene un’atleta come la Cheruiyot solo quest’anno abbia vinto premi per oltre 460 mila euro. Si teme una fuga di talenti.

Boxe Oggi a Segrate De Donato tricolore (r.g.) Torna in provincia di Milano, dopo 5 anni, un campionato italiano professionisti (Cavallari): l’ultima volta nel 2007 con Abis-Langella nei welter. Stasera al Palasport di Segrate (Mi), il mancino milanese Renato De Donato (9-1) difende la cintura superleggeri dall’assalto di Alfredo di Feto (19-12-2). Diretta dalle 22.15 su Raisport 1. Gli altri incontri. Superpiuma: Scarpa (8-2) c. Petrovics (Ser, 1-7-1); welter: Pintaudi (4) c. Didanovic (Ser, 15-19), 6 t. GALASSI VERA IRIDE (r.g.) La sfida di domani a Mexico City tra la detentrice Mariana Juarez (35-5-3) e Ava Knight (Usa 9-1-3), titolare della cintura Ibf che non mette in palio, assegna solo la cintura Diamond Wbc dei mosca. Il titolo diverrà perciò vacante, dando l’ufficialità al match del 27 ottobre a Padova, tra Simona Galassi (17-1-1) e Renata Szebeledi (Ung, 15-9), per conoscere la nuova campionessa. PACQUIAO ALLUNGA (r.g.) Manny Pacquiao (54-4-2) ha allungato il contratto con la Top Rank di Bob Arum fino al 2014, smentendo l’imminente ritiro. Il filippino che affronterà per la quarta volta Manuel Marquez (Mes, 54-6-1) l’8 dicembre a Las Vegas, pensa di battersi con Floyd Mayweather jr. (43) entro il 2013. RITORNA GIANLUCA (r.g.) La Opi2000 organizza il 10 novembre a Civitavecchia la sfida per la vacante cintura Ue welter tra il pugile di casa Gianluca Branco (45-3-1) e il polacco Krysztof Bienas (42-4-1), 32 anni. Branco ha 42 anni. PREMIATI (i.m.) Due italiani e uno straniero dei D&G Milano Thunder fra i premiati dall’Aiba con i suoi «Annual Award». Si tratta di Francesco Damiani (eletto miglior tecnico delle Wsb), Franco Falcinelli (miglior ufficiale di gara) e Sergiy Derevyahchenko (Ucr, miglior pugile Wsb). Migliori pugili dell’anno in assoluto nominati Oleksandr Usyk (Ucr) e Katie Taylor (Irl). Cerimonia di premiazione il 7 dicembre a Yerevan (Arm).

Varenne stende Victory Tilly: 25.000 in tribuna nel Lotteria 2002 CALDANI

Scacchi FINAL MASTERS

Sport invernali A TORINO

Caruana patta contro Anand

Stadio olimpico Festa della neve

Ghiaccio Coppa short track Azzurri con Lobello Il c.t. Eric Bedard ha definito le squadre azzurre per le due prime tappa della Coppa del Mondo di short track in Canada (19-21 ottobre a Calgary, 26-28 ottobre a Montreal). Con Arianna Fontana leader, spicca la 1a presenza dell’oriundo statunitense Anthony Lobello, aggregato al gruppo sin dalla scorsa stagione. Lunedì la partenza. Uomini: Cassinelli, Confortola, Dotti, Lobello, Reggiani, Viscardi. Donne: Fontana, Maffei, Peretti, A. e M. Valcepina, Viviani.

Golf IL CONVEGNO

Trentino, sport e promozione Fabiano Caruana, 20 anni

Christof Innerhofer, 27 anni ANSA

A Bilbao (Spa), nell’8˚ dei 10 turni del Final Masters, ieri Fabiano Caruana ha imposto la patta col nero all’iridato Anand. Oggi affronterà Vallejo (Spa), mentre Carlsen (Nor), che condivide la leadership con l’azzurro, trova Anand.

Oggi e domani è in programma dalle ore 9 alle 18.30 in Piazza d’Armi a Torino e allo stadio olimpico, dove è stata realizzata una vera cittadella dello sport, la prima edizione di «Fisi Tour», iniziativa che intende promuovere gli sport invernali in città. L’ingresso è libero e a tutti sarà possibile provare sulle strutture allestite in quest’area sci alpino e snowboard, fondo, la spinta del bob, il tiro del biathlon con fucili laser e il trampolino per il salto. Saranno inoltre presenti gli atleti azzurri delle varie discipline per incontrare i tifosi e firmare autografi. I migliori ventuno fra loro riceveranno in uso anche le auto Audi che utilizzeranno durante la stagione invernale. Si tratta di un’iniziativa, organizzata dalla Fisi in collaborazione con il Comune ed il supporto di Provincia e Regione, sull’onda della «Festa della Neve» organizzata dalla Gazzetta dello Sport quindici anni fa che permette di vivere da vicino le discipline sportive dell’inverno all’alba della stagione agonistica che sta per prendere il via.

Rotelle IN NUOVA ZELANDA

Tris azzurro ai Mondiali Podio tutto azzurro ai Mondiali di pattinaggio artistico in scena ad Auckland (Nuova Zelanda). Nella specialità delle coppie artistico il titolo è andato a Sara Venerucci/Danilo Decembrini, campioni mondiali in carica, che nel programma conclusivo hanno ottenuto il punteggio massimo (10.00) da sei dei sette giudici. Sara, 22 anni, di Rimini, in coppia con Danilo, 24 anni, di Roma, è al terzo titolo mondiale consecutivo. Argento ai bolognesi Giulia Merli/Daniele Ragazzi e bronzo per l’altra coppia italiana Pamela Cappeller/Marco Garelli.

(ni.ba.) In bicicletta su e giù per le Dolomiti, scendendo con gli sci lungo i pendii delle valli di Fiemme e Fassa o della Paganella o Madonna di Campiglio. Ma anche windsurf sul lago di Garda, arrampicata su pareti di roccia ed escursioni nel verde. Un ventaglio di possibilità che trovano casa in Trentino e che sono state al centro ieri di un convegno dal titolo «Sport turismo territorio. Schema vincente?» organizzato da Trentino Marketing alla Cantina LaVis. Sul palco tre massimi dirigenti dello sport italiano come Dino Meneghin (Fip), Renato di Rocco (Federciclismo) e Flavio Roda (Fisi). A loro il compito di spiegare come lo sport sia il veicolo migliore per mostrare le peculiarità di un territorio. Come quello trentino, provincia fra le più sviluppate in Italia in quanto a praticanti in rapporto alla popolazione, ma che può contare su un patrimonio naturale e strutture all’avanguardia che ne fanno una vera palestra a cielo aperto.

PAVAN OK Dopo il primo giro al Portugal Masters di Vilamoura (European Tour; par 71, montepremi 2.250.000 e), il miglior italiano è Andrea Pavan, 16˚ con -2 sul par (4 birdie, 2 bogey). Federico Colombo è 33˚ a -1 (4 birdie, 3 bogey), mentre Matteo Manassero, Francesco ed Edoardo Molinari sono appaiati al 57˚ posto (par); Lorenzo Gagli è 68˚ con +1. Il testa l’inglese Fisher e lo scozzese Gallacher con -6, un colpo davanti all’altro scozzese Murray. 2˚ giro oggi in diretta dalle 15 su Sky Sport 3.

Hockey ghiaccio NUOVO ARRIVO AL VAL PUSTERIA (m.l.) Il Val Pusteria, capolista in serie A, ha ingaggiato il 34enne attaccante canadese Ben Guitè che vanta in carriera 174 presenze in Nhl.

Ippica BOLOGNA: 16-11-15-17-14 8ª corsa - m 1660: 1 Oro Fks (A. Faolfi) 1.15.4; 2 Ontheroad Again; 3 Pulcinella Jet; 4 Omega d’Alfa; 5 Omero de Mura; Tot.: 2,55; 1,67, 4,08, 2,75 (47,60). Quinté: e 2.617,87. Quarté: e 333,28. Tris: e 171,56. OGGI QUINTÉ A MILANO A San Siro (inizio convegno alle 14.55) scegliamo Naldo Benal (13), Maier (14), Madyson de Gloria (12), Leader di Poggio (11), Ioris (10) e Narciso Vl (9). SI CORRE ANCHE Trotto: Follonica (15.25), Montegiorgio (15.20) e Foggia (13.45). Galoppo: Roma (14.35).

Nuoto ESPOSTO RESPINTO «Non sussistono motivi di intervento». Questa la posizione della Giunta del Coni sull’esposto presentato da Giorgio Quadri, candidato alla presidenza della Federnuoto, sull’applicazione delle norme statutarie concernenti le procedure di riaffiliazione delle società. CASO TARRES (pe.m.) Nonostante l’incontro a Madrid tra il presidente federale Carpena e Anna Tarres, accompagnata dal suo avvocato, la vicenda delle presunte maniere illecite di allenare da parte dell’ex c.t. del nuoto sincronizzato, finirà in tribunale: la Tarres ha querelato per diffa-

mazione Carpena, che difende il licenziamento con la lettera di 15 atlete contro l’allenatrice.

Olimpiadi SI’ MADRID (pe.m.) Nonostante la crisi economica che attanaglia la Spagna, secondo un sondaggio l’80,2% dei cittadini è favorevole alla candidatura di Madrid per l’Olimpiade 2020. Il Cio deciderà la sede di questi Giochi a Buenos Aires il 7 settembre 2013. La capitale spagnola dovrà vedersela con Istanbul (Tur) e Tokyo (Giap).

Rugby Italia-All Blacks dirigerà Rolland Scelti gli arbitri per i test azzurri di novembre: Italia-Tonga, sabato 10 a Brescia, sarà diretta dall’inglese Greg Garner; Italia-Nuova Zelanda di sabato 17 all’Olimpico di Roma andrà all’irlandese Rolland; Italia-Australia di sabato 24 a Firenze sarà affidata al sudafricano Lourens Van der Merwe. Intanto il 34enne 2ª linea dell’Australia Nathan Sharpe ha rinviato il ritiro: dopo gli infortuni a Horwill e Vickerman, sarà a disposizione dello staff wallaby per il tour europeo (Francia, Inghilterra, Italia e Galles). MAHONEY FERMATO (i.m.) Tre settimane di squalifica (fino al 28 ottobre) al capitano del Rovigo Luke Mahoney per il placcaggio pericoloso su Sanchez nel derby col Petrarca. In serie B quattro mesi (fino al 7 febbraio) a Mattia Ferrulli (Lyons Venezia) per calcio a un avversario.

Sci nautico VINCE ALLAIS (m.l.) Altro acuto dello slalomista azzurro Carlo Allais che ha chiuso a Fosso Ghiaia (Ravenna) la stagione italiana delle discipline classiche. Nel Kli Trophy internazionale, categoria Open, successo tra le boe per Allais con l’ottimo risultato di 0.50 a 10.25.

Taekwondo EUROPA-ASIA Domani a Mosca è in programma Europa contro Asia, competizione su 8 sfide, una per categoria. Nell’Europa anche un azzurro, Leo Basile (Esercito), 29 anni di Pozzuoli, campione d’Europa in carica nella +87, la stessa categoria in cui Carlo Molfetta ha vinto l’oro a Londra. Europa, donne: -49 Ioanna Koutsou (Gre); -57 Mihaila Malina (Rom); -67 Petra Matijaševi (Cro); +67 Reshmie Oogink (Ola). Uomini: -58 Sanli Uno (Sve); -68 Filip Grgic (Cro); -80 Arman Yeremyan (Arm); + 80 Leonardo Basile.

Tennis DONNE Secondo turno sul cemento. A Osaka (Gia, 220.000$): Parmentier (Fra) b. Zheng (Cin) 6-3 6-4; Scheepers (S.Af) b. Lucic (Cro) 6-2 6-2; Watson (Gbr) b. Medina Garrigues (Spa) 6-7 (4) 6-2 6-3; Robson (Gbr) b. Zhou (Cin) 6-4 6-4. A Linz (Aut, 220.000$): Mattek (Usa) b. Suarez (Spa) 6-3 6-3; Begu (Rom) b. Bertens (Ola) 6-4 7-6 (7); Azarenka (Bie) b. Halep (Rom) 6-1 6-1; Martic (Cro) b. Mayr (Aut) 6-2 3-6 6-0.

Tuffi TOCCI SETTIMO (al.f.) Nella gara da 1 m ai mondiali juniores di Adelaide (Aus), Giovanni Tocci è 7˚ con 483.25 punti; dominio per il cinese Peng Jianfeng che ottiene 551.40 punti. Elena Bertocchi e Laura Bilotta chiudono al 12˚ posto la gara dei 3 m sincro con 236.31; successo alle cinesi Zheng Qulin e Liu Jiao (287.70).

Vela Barcolana con Esimit (a.fr.) Tra gli oltre mille iscritti (finora) alla 44ª Barcolana di domenica sul golfo di Trieste ci sono Esimit Europa 2 (oggi la presentazione), vincitore nella scorsa edizione, e Maxi Jena (2˚), i due scafi più grandi della regata. «Barcolana, I love you» ha detto Jochen Schümann, lo skipper di Esimit Europa 2, arrivato ieri a Trieste. Una barca con la scritta bianca sulla randa «Ciao Paolo» ricorderà Paolo Burgato recentemente ucciso con la moglie nel drammatico delitto di Lignano.

REGIONE MARCHE Azienda Sanitaria Unica Regionale Regione Marche - AVVISO INDIZIONE GARA - Si rende noto che l’ASUR ha indetto con det. 735 ASUR DG 2012 procedura aperta per la copertura assicurativa ALL RISK del patrimonio mobiliare e immobiliare, lotto unico CIG 4577605724 IMPORTO COMPLESSIVO MESI 48 € 480.891,00. Termine per la ricezione dell’offerta 9/11/2012. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.asl11.marche.it oppure UOC Provv-Eco Area Vasta 4: tel. 0734/6252887 - fax 07346252830 e-mail f.decicco@asl11.marche.it. Data invio GUCE 28/09/2012. IL DIRETTORE UOC PROVV-ECO Dott. Fulvio De Cicco

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VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

LETTERE

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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TERZO TEMPO DITE LA VOSTRA

Porto Franco

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Qualunque Milan è migliore di questo Milan. Adesso speriamo che tutti gli addetti ai lavori e soloni vari si siano convinti che stiamo parlando di una società diventata mediocre, che ad un allenatore mediocre ha dato una rosa mediocre con un non-portiere. Ciò non toglie che non si dovrebbe permettere ad una casta, pardon classe, arbitrale altrettanto inadeguata di infierire su cotanta pochezza e farla franca. Senza giustificare un mercato che, per esempio, a fronte della rinuncia a Maxi Lopez per risparmiare 8 milioni ne spende 7.5 + Cassano per Pazzini che senza cross (e il Milan non ne fa) è inutile.

alla dirigenza per la prossima stagione è: Milan prenditi un allenatore fortunato.

Alessio Zani Marcello Leonardelli

Sono milanista e vorrei affrontare questo momento difficile senza critiche ad Allegri, alla dirigenza o agli arbitri, anche se qualcuna se la meriterebbero, ma con un po' di ironia additando il quarto responsabile di questa iniziale disfatta, e cioè la dea bendata. Il Milan ha perso con Sampdoria, Atalanta e Inter subendo 1 tiro in porta. Quindi il mio consiglio

2012: la fuga dal calcio (italiano) Ho letto la lettera dei tifosi juventini che volevano seguire la loro squadra in Champions League in Danimarca. Capisco pienamente la loro amarezza. Anche perché ho potuto vedere con i miei occhi come sia facile, se si vuole, organizzare una trasferta. La scorsa settimana io ed un mio amico ci siamo recati ad Anfield per Liverpool-Udinese. I biglietti li acquisto tramite il sito ufficiale del Liverpool, senza che nessuno mi chieda tessere particolari o altro, li pago 19 sterline (ed eravamo a fianco della KOP, a 5 metri dal campo) e in 10 giorni li ricevo a casa. Trovo online aerei e hotel e in tutto per tre giorni di vacanza spendiamo circa 230 euro a testa. Ora mi domando perché da noi questo non può succedere? Senza poi commentare lo stadio. Fuori tifosi che circolano liberamente insieme e mangiano insieme prima della partita; nessuna area di pre-filtraggio, nessuna perquisizione, nessun clima da guerra. Entri allo stadio e nessuno fuma, lo steward chiede gentilmente se siamo tifosi di Liverpool o Udinese, gli spalti sono uno

Anch’io tenterò di essere ironico: arbitri e fortuna c’entrano con la crisi del Milan per il 2.5%. Credo sia più interessante parlare del restante 97.5. I rossoneri meritano in pieno la posizione che occupano in classifica, un filo sopra la zona retrocessione, fuori dalle prime 10, lontanissime dall’area primato ed Europa. Il tutto dopo

spettacolo e alla fine la KOP applaude l'Udinese che ha vinto. E poi tutti insieme al pub per bere una birra insieme, supporter di Liverpool e Udinese. Ora perché un italiano può seguire tranquillamente all'estero una partita tra una squadra inglese e una italiana in mezzo ai tifosi inglesi, mentre lo scorso anno, per fare un esempio vicino a me, ai tifosi del Pergocrema venne vietata la trasferta a Cremona per il derby? Sono queste le cose che allontanano dal calcio. Dopo questa esperienza credo che farò molta fatica a tornare a San Siro per la mia amata Inter. P.s.: è ancora più triste vedere come ci siano più barriere al campo dell'oratorio di Vaiano Cremasco per le partite del CSI rispetto ad Anfield... Marco Corti (Vaiano Cremasco)

Come il lettore dell’altro giorno, anch’io ho chiesto informazioni all’agenzia indicata per il pacchetto viaggio + biglietto per Nordsjaelland-Juventus: volo a/r con partenza da Bologna + una notte hotel 2/3 stelle + biglietto partita, €. 750,00. Con gli stessi soldi si fa una settimana nel Mar Rosso volo a/r + hotel 5 stelle all inclusive (info dal sito della stessa agenzia). Venti giorni fa sono stato a Londra per Chelsea-Juventus, biglietto settore ospiti dallo Juventus

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Franco Arturi farturi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Ruggiero Palombo rpalombo@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it

PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTI Roland Berger Giuseppe Rotelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Umberto Ambrosoli, Andrea Bonomi C., Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Piergaetano Marchetti, Paolo Merloni, Carlo Pesenti, Giuseppe Vita DIRETTORE GENERALE Riccardo Stilli

Testata di proprietà de "La Gazzetta dello Sport s.r.l." - A. Bonacossa © 2012

DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Giulio Lattanzi

un favorevole calendario iniziale. La squadra non ha nemmeno cominciato a superare lo shock della campagna cessioni. Avrebbe dovuto trasformarsi in una banda d’assalto, piena di entusiasmo e aggressività. Viceversa è lenta, prevedibile, ripiegata sulle sue ansie e affidata agli estri di un diciannovenne come El Shaarawy. Molto grave e controproducente, in queste condizioni, parlare di primi posti da recuperare. Con i passaggi indietro di De Jong? Con Emanuelsson di col-

Club, viaggio organizzato da soli con volo a/r + due notti in hotel 2 stelle, tutto compreso ci è costato €.360,00. Sicuramente la Juve avrà molti tifosi al seguito in meno con questi prezzi. Alberto Gorini

... Io ho rinunciato allo stadio viste le disgrazie della mia squadra, ma nemmeno ci penso ad andare a vedere la Serie A che pure ho a 40 km, preferisco il calcio inglese, l'anno scorso Wigan-Bolton: per i biglietti è stato uno scherzo; in quanto allo stadio, fantastico! Sabato 20 ottobre sarò a Selhurst Park per C. Palace-Millwall, è un derby sud-londinese molto sentito e ugualmente sono riuscito ad avere i biglietti online con una cortesia e una disponibilità che qua nemmeno sogniamo. E' molto triste veder affondare il calcio italiano senza che nessuno degli addetti ai lavori faccia qualcosa di concreto... Antonio Baldi (Cava de’ Tirreni)

In questo periodo di crisi mi chiedo come si fa a far pagare un bambino di anni 15 la bellezza di 50 euro il biglietto del derby di Milano, secondo anello rosso. E poi si chiedono come mai gli stadi sono vuoti. Allora e molto meglio il divano con una pizza, una bibita e soprattutto un bagno decente. Alfonso Longobardi

RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Quotidiani Sede Legale: Via A. Rizzoli, 8 - Milano Responsabile del trattamento dati (D. Lgs. 196/2003): Andrea Monti privacy.gasport@rcs.it - fax 02.62051000 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA Via Solferino, 28 - 20121 Milano - Tel. 02.62821 DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano Tel. 02.25821 - Fax 02.25825306 SERVIZIO CLIENTI Casella Postale 10601 - 20110 Milano CP Isola Tel. 02.63798511 - email: gazzetta.it@rcsdigital.it PUBBLICITÀ RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE PUBBLICITÀ Via A. Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02.25841 - Fax 02.25846848

po elevato a vertice di creatività dopo una vita da riserva? Con Yepes titolare in difesa? Con 7 gol presi in due mesi su calcio da fermo? Senza essere ingenerosi, la cifra di gioco espressa è fin qui sufficiente soltanto ad una salvezza sofferta. E’ dura la metamorfosi in poche settimane da «club più titolato del mondo» a squadra qualunque. Ma non è nemmeno cominciata. E con questa rosa si tratta di uno sbocco obbligato. La gente non si disamora per la perdita di competitività improvvisa: in fondo nessuna società come questa ha conquistato il diritto a qualche stagione di pausa dopo 25 anni di successi, di intuizioni e di ottime gestioni. Anche i tifosi lo capiscono. Se però ottengono in cambio la percezione di una nuova via che può avere contenuti vari: giovani, slancio, corsa, spirito d’avventura e di sacrificio, invenzioni tecniche e tattiche. Non è tanto il confronto col passato a far male, quanto piuttosto la perdita di identità presente e l’impossibilità di vedere il futuro. Qualunque Milan è migliore di questo: è giusto che Allegri ne tenga conto.

... Sto organizzando una trasferta a Monaco per il 24 novembre per andare ad assistere a Bayern-Hannover96: parteciperanno 75 persone, tutte italiane. Ho prenotato un pullman a due piani con un'adesione che sinceramente non mi aspettavo nemmeno io... Daniel Garofalo

Guardate che cosa produce la pubblicazione di una lettera sul tema trasferte, costi, stadi. E non sono tutte: devo fermarmi per problemi di spazio. Chissà se i dirigenti del calcio non si rendano conto, prima o poi, di quali sono le reali richieste dei loro clienti-tifosi e quindi di quali siano le priorità d’intervento nel calcio italiano. Non ho mai amato i passatismi di qualsiasi provenienza, ma è innegabile che il calcio dal vivo si stia progressivamente allontanando dal pubblico sano, che continua ad essere il bacino d’interesse più ampio. E anche l’unico, aggiungo, che possa garantire vitalità e salute a questo sport che è anche fenomeno sociale. La globalizzazione, come sappiamo, produce anche forti ricadute negative. Ma fornisce anche formidabili opportunità di scambi, conoscenze, arricchimento. Siamo nei guai se si comincia a preferire una partita dell’Hannover o della Serie B inglese alle nostre. Ma grossi guai.

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I NUMERI

1606 I ragazzi che hanno vinto nel 2012 il concorso di Intercultura

INTERCULTURA BANDO FINO AL 10 NOVEMBRE

Un anno di liceo (e di sport) lontano da casa

37%

La percentuale di ragazzi che hanno scelto l’Europa per l’anno all’estero, con il Nord America (23%) al secondo posto. Nel 2000 invece era il 48% con il Nord America al 29%.

21%

I ragazzi che quest’anno hanno scelto l’America Latina. E’ il continente più in crescita visto che nel 2000 erano solo il 7% che lo sceglievano

Giacomo Galanda (al centro) è stato argento olimpico DANIELE MICCIONE

C’è Ludovica Gandini di Varese che ha fatto parte della squadra di cheerleading della sua scuola canadese e si è esibita in occasione delle partite di football degli Alouettes di Montreal. C’è Gabriele Tealdo di Monza che si è allenato con Antonio Mckay, vincitore di due ori olimpici nella 4x400 a Los Angeles e Seul e oggi coach di atletica. E ci sono migliaia di ragazzi che hanno praticato nuovi sport, sfidato a pallone coetanei brasiliani, scoperto le arti marziali in Cina. Intercultura manda ogni anno 1600 studenti italiani delle scuole secondarie a studiare all’estero. Le motivazioni sono varie (e molto personali): mettersi alla prova, conoscere nuove realtà, imparare una lingua, viaggiare, ma anche — perché no — allargare gli orizzonti sportivi. «Quando prepariamo il dossier del ragazzo — spiega Raffaele Pirola, responsabile comunicazione — cerchiamo di mettere in evidenza pure le passioni sportive. I volontari che devono abbinarli con le famiglie cercano di venire incontro a queste esigenze. In ogni caso molte scuole all’estero hanno strutture sportive migliori di quelle italiane». L’esperienza di Galanda C’è anche un atleta famo-

so tra i ragazzi che hanno fatto un anno di liceo all’estero con Intercultura: Giacomo Galanda, colonna della nazionale di basket argento olimpico e oro europeo. «Tutti mi chiedono se sono andato negli Stati Uniti per migliorarmi nel basket — racconta Galanda —. Tutt’altro! In realtà ci sono andato, contro il parere del mio allenatore in Italia, per uscire dal mio ambiente, mettermi alla prova, crescere come persona. Era qualcosa che volevo fare assolutamente. Ho fatto un anno nell’Iowa, nel 1991-92, ed ancora adesso sinceramente lo ricordo come l’anno che mi ha formato e che ha dato una svolta alla mia vita». Le informazioni Gli Stati Uniti sono sempre il Paese più richiesto ma ci sono una serie di destinazioni (inaspettate) in crescita: 55 ragazzi quest’anno sono andati in Brasile, 84 in Argentina, 78 in Cina. Ma anche 28 in Cile. 54 in Costarica, 9 a Panama, 10 in Malesia, 49 in Thailandia. In tutto sono 43 le nazioni disponibili. I ragazzi vengono ospitati da famiglie del posto e inseriti in scuole simili a quelle che frequentavano. Le iscrizioni scadono il 10 novembre, si possono candidare ragazzi nati tra il primo luglio 1995 e il 31 agosto 1998, ovvero tra i 15 e i 17 anni per fare la terza o quarta classe di scuola superiore all’estero. L’anno non viene perduto perché la scuola italiana lo riconosce. Ovviamente studiare all’estero è un impegno economico pesante, per questo Intercultura mette a disposizione un migliaio di borse di studio totali e parziali. Il bando di concorso è consultabile su sito www.intercultura.it oppure si può chiamare allo 0577/90.00.01. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

ALTRI MONDI

Il fatto del giorno

_la Lombardia nella bufera

DI GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Come mai Formigoni va avanti nonostante l’ultimo scandalo? Un suo assessore comprò voti dalla ’ndrangheta. Ma la Lega preferisce continuare a sostenerlo in cambio di un azzeramento della giunta Per ora, il consiglio regionale lombardo non si scioglie, Formigoni resta presidente e sarà solo azzerata la giunta, per sostituirla in pochi giorni con una «caratterizzata da un programma rinnovato, con la riforma della sanità, del welfare e dell’organizzazione delle amministrazioni delle Regioni del Nord», secondo quanto comunicato dallo stesso Governatore.

1La giunta sarebbe il governo della Regione. Gli assessori è come se fossero i ministri, no? Tutto questo per il caso Zambetti, che ora le tocca di rispiegare.

Il caso Zambetti, che era assessore lombardo alla Casa dal 2010, è questo: i pm sostengono che Zambetti, del Pdl, per farsi eleggere nel 2010, comprò per 200 mila euro 4 mila voti dalla ‘ndrangheta. C’è un’intercettazione eloquente, alla quale crede perfino Formigoni. Oltre ai 200 mila euro risulta la promessa di far vincere alle ditte della ‘ndrangheta gli appalti più succosi, specie quelli legati a Expo 2015; l’assunzione all’Azienda regionale di edilizia residenziale (Aler) della figlia di un affiliato; il rinnovo del contratto di parrucchiera per la sorella del boss Costantino; l’assegnazione di una casa Aler in favore della sua amante. Zambetti, eletto grazie ai voti comprati, non voleva pagare l’ultima rata da 30 mila

Roberto Formigoni, 65 anni, presidente della Lombardia dal 1995, ieri all’arrivo nella sede del Pdl a Roma per il vertice con Alfano e Maroni ANSA

euro. Gli arrivò allora una telefonata dalla Calabria. Lo chiamava il boss Pino D’Agostino: «Dottore, buonasera, come sta? Il diabete (pausa) se lo cura? Se lo deve guardare, bisogna fare attenzione con (lunga pausa) il mangiare...». Zambetti pagò immediatamente, assunse la figlia dell’affiliato e, di fronte agli ‘ndranghetisti che s’erano presentati con un pizzino dove erano elencate le condizioni del patto, pianse. I malavitosi, tra di loro, lo chiamano pisciaturu, «uomo di niente». Il pm D’Amico lo ha fatto arrestare con altre 18 persone. La Boccassini, in conferenza stampa, ha detto: «La democrazia e la libertà di voto sono state violate». In effetti il caso è gravissimo: per la prima volta si sa con sicurezza che i voti sono venduti e comprati, a Milano e anche al Sud, come si capisce dalle telefonate.

2 Come si garantiscono quattromila voti?

Nell’intercettazione, ricavata dalla microfonatura di un’automobile, i due ‘ndranghetisti parlano di un napoletano che «gestisce 10/12 condomini; poi c’è un altro napoletano, che hanno i locali a Milano, quelli 400/500 voti li portano solo loro... la famiglia Barbaro… il sondaggista Ambrogio», cioè Ambrogio Crespi, fratello del Luigi Crespi, sondaggista e uomo-comunicazione di Berlusconi e condannato poi a 7 anni per bancarotta. Zambetti è accusato di voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa.

3 Veniamo alle conseguenze politiche.

Bisogna partire dal fatto che non solo Formigoni è sotto inchiesta, ma che fino a questo momento 14 esponenti della Regione sono indagati, tra cui cinque assessori della giunta. La Lega finora ha creduto, o finto di credere, alla tesi del governatore secondo cui si è sempre

trattato di abbagli o di trame politiche dei magistrati, «uscirò ancora una volta pulito dai processi» eccetera. La ’ndrangheta però è apparsa agli esponenti del Carroccio qualcosa di troppo. Gli assessori e i consiglieri hanno consegnato al partito le dimissioni, Formigoni ha risposto ritirando le deleghe e ieri a Roma c’è stato l’incontro Formigoni-Maroni-Alfano.

4 Rottura? Ieri mattina sembrava proprio di sì. Formigoni ha detto quanto segue (glielo riassumo): se la Lega fa cadere la giunta lombarda, e ci porta allo scioglimento del consiglio, il Pdl farà cadere le giunte di Piemonte e Veneto, che sono governate dal Carroccio. Simul stabunt, simul cadent («staranno in piedi insieme, cadranno insieme»). Alfano, più tardi, ha confermato: «Noi in Veneto abbiamo rinunciato a Galan». I due governatori di Piemonte e Veneto, Cota e Zaia, hanno rispo-

sto, più o meno: «Formigoni si occupi della Lombardia, che al Piemonte e al Veneto ci pensano i piemontesi e i veneti». Con queste premesse, la strada della rottura sembrava imboccata definitivamente. Invece sia il Pdl che la Lega sanno bene che, tornando alle urne, rischiano di consegnare tutte e tre le regioni al centro-sinistra. E quindi, a fine incontro, Formigoni, che aveva annunciato «gesti molto forti di discontinuità», ha fatto capire che si sarebbe proceduto solo al «rinnovo».

5 Può durare un accordo simile?

AL SENATO IL PRIMO SÌ

Ok alla riforma elettorale: proporzionale e preferenze Il primo round della lunga partita legislativa sulla riforma elettorale è andato ieri al Pdl, che è riuscito a far passare in commissione Affari costituzionali del Senato il suo testo base: prevede un sistema proporzionale corretto con le preferenze, un premio di maggioranza del 12,5% dei seggi complessivi alla lista o alla coalizione di liste che ottiene il maggior numero di seggi a livello nazionale, una soglia di sbarramento del 5% alla Camera e al Senato. La votazione in commissione sul testo messo a punto dal Pdl Lucio Malan è finita 16 a 10: a favore del testo anche Udc, Mpa Fli e Coesione nazionale Lega Nord (anche se Calderoli ha subito aperto alle modifiche). Contro Pd, Idv e il presidente della commissione, Carlo Vizzini. In ogni caso, si è arenata la proposta del Partito democratico, firmata da Enzo Bianco, che prevedeva i collegi. Ora verrà fissato il termine per gli emendamenti e il provvedimento si voterà dalla prossima settimana per essere approvato entro la fine del mese. La rassicurazione è arrivata dal presidente del Senato Renato Schifani: «Si è fatto un grosso passo avanti sulla nuova legge elettorale. Ora su questo testo base servirà la massima collaborazione tra i partiti per trovare il massimo della convergenza, che già sui 2/3 del testo si è realizzata». Su diverse questioni, infatti, Pdl e Pd non litigano: il premio di maggioranza al 12,5% dei seggi (76 alla Camera e 37 al Senato) e soglia di sbarramento al 5%. Resta aperto il nodo, tutt’altro che secondario, delle preferenze: «Penalizzano le donne e alimentano le clientele», dice infatti il Pd.

E se venisse fuori che il metodo di comprare voti dalla ‘ndrangheta era generalizzato? Se venissimo a sapere che una quota importante dei consiglieri eletti nei Comuni, nelle Province, nelle Regioni il consenso se lo comprano proprio da chi traffica in prostitute, ammazza se non gli paghi il pizzo, riempie le nostre città di droga?

Renato Schifani, 62 anni

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notizie Tascabili

Per i voti incoerenti

Allerta al Centro e al Sud

Londra, 45 mila studenti devono rifare la maturità

Oggi nelle piazze di 60 città

Un incubo raccontato al cinema, in Italia, dal film «Immaturi». Ma che diventa realtà in Gran Bretagna, dove 45 mila giovani, a novembre, dovranno rifare l’esame di maturità. Tutto nasce dallo scandalo sui punteggi esploso in estate. Tra la sessione di gennaio e quella di giugno, i voti sono infatti risultati «incoerenti»: troppo generosi nella prima sessione, più vicini agli standard nella seconda. Per risolvere la questione, meglio rifare tutto. Ma intanto si è costituita un’associazione di studenti, genitori e docenti più l’80% dei presidi che ha presentato un ricorso all’Alta Corte di Londra, con il quale si chiede che non si rifaccia l’esame ma si ricorreggano tutti i compiti incriminati.

È arrivato il maltempo E da lunedì c’è pure il ciclone «Cleopatra»

La scuola in sciopero contro i nuovi tagli: cortei in tutta Italia Oggi è il giorno dello sciopero della scuola proclamato dalla Flc Cgil. In 60 città di tutta Italia, da Milano a Palermo, sono organizzati cortei, manifestazioni e sit-in. Migliaia di studenti, docenti e personale scolastico protesteranno contro i tagli previsti nella «spending review»; per il rinnovo del contratto fermo dal 2009 e per la restituzione degli scatti di anzianità; per modificare la legge sulle pensioni che impedisce l’ingresso di giovani docenti nella scuola; contro il nuovo concorso «inutile e costoso» e per un piano di stabilizzazioni che dia certezze al personale docente. Infine, si sciopera per chiedere finanziamenti «adeguati e certi» e investimenti in tecnologie e innovazioni. A Roma è previsto il corteo principale, con partenza alle 9 in piazza dell’Esquilino e arrivo in Piazza SS. Apostoli.

La vetrina della gioielleria Damiani dopo il maxi-colpo FOTOGRAMMA

Colpo all’alba a Milano

Furto da Damiani Rubati gioielli per 650 mila euro Maxi colpo da 650 mila euro alla gioielleria Damiani di via Montenapoleone 10, a Milano. A metterlo a segno sarebbe stato un solo ladro, che è entrato in azione all’alba. Grazie alle imma gini riprese dall’impianto di video sorveglianza è stato possibile ricostruire nei dettagli i suoi

movimenti. L’Arsenio Lupin (alto, magro, carnagione chiara, vestito di nero con il volto nascosto dal casco) è arrivato su uno scooter che ha lasciato parcheggiato con il motore acceso. Il ladro ha saltato una piccola recinzione che divide la strada da una galleria interna dove si trova la gioielleria e, con un martello, ha sfondato la vetrina blindata. Mentre suonava l’allarme ha arraffato 7 gioielli che erano esposti (due paia di orecchini, due anelli, una collana di perle e due di diamanti) ed è scappato a bordo dello scooter.

Il maltempo si prende l’Italia. Tutto il Paese dovrà fare i conti da oggi con correnti umide e instabili che interesseranno soprattutto Centro e Sud, con le zone tirreniche in allerta. Già diramato dal Dipartimento della Protezione civile un avviso di avverse condizioni meteorologiche, con tanto di raccomandazioni consultabili su Internet. Prevista anche una stretta collaborazione con regioni e prefetture per monitorare l’evolversi della situazione. In Campania la sala operativa della Protezione civile usufruisce già di una vigilanza rinforzata, mentre in Toscana si ipotizzano allagamenti, danni ai locali interrati, smottamenti e possibili interruzioni della viabilità. Anche la giornata di domani sarà all’insegna di piogge e rovesci, e domenica ci sarà in lieve miglioramento. La tregua sarà «mini» ed è destinata a terminare con l’arrivo di «Cleopatra», perturbazione atlantica che lunedì porterà temporali su tutto il Paese e un abbassamento delle temperature di 3-6 gradi. Si unirà poi il ramo perturbato scandinavo che sulle Alpi porterà pure la neve.


VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

ALTRI MONDI

FMI: «SERVONO ALTRI 2 ANNI»

Grecia, i disoccupati sono oltre il 25% In Grecia uno su quattro è senza lavoro. È il nuovo massi mo storico toccato da Atene per il tasso di disoccupazione, salito a

Indigna gli italiani il video di Leonardo portato via a forza Il bimbo conteso tra i genitori: la polizia si scusa per l’intervento di Padova. E si muove il governo FILIPPO CONTICELLO

Tra la concitazione e la rabbia, quattro parole: «Questa è la Gestapo», urla la zia. E intanto suo nipote di 10 anni è stretto nelle mani dei poliziotti inviati dal giudice: lo strattonano e lo caricano bruscamente in macchina. Usano la forza, troppa, visto che di mezzo c’è un bimbo senza colpa. Il contorno è una contesa aspra tra genitori separati in Veneto, ma il dettaglio che fa indignare l’Italia è un video mandato in onda mercoledì da Chi l’ha visto su Rai 3: tre minuti come un pugno allo stomaco e alla coscienza. Si vede il piccolo Leonardo prelevato dagli agenti dalla sua scuola elementare a Cittadella, non lontano da Padova: hanno l’ordine di trasferirlo in una struttura protetta, ma tutto si complica, fino alla scena drammatica e isterica ripresa dalla zia con un telefono. Si scorge la piccola tuta celeste di Leonardo, trascinato per mani e piedi, mentre chiede aiuto alla nonna e prova a divincolarsi piangendo. Quando è sbattuto dentro alla volante, dice pure «Non respiro, zia, aiutami». Ad assistere ad ogni secondo il padre, un avvocato: poteva vedere il figlio una volta a settimana, ma ha ottenuto la potestà esclusiva e un’ordinanza per farlo allontanare dalla casa materna e poter riallacciare un rapporto con lui. Più degli strattoni Il dramma ha

superato i confini della famiglia ed è triturato nel dibattito pubblico. La politica si indigna, fioccano le interrogazioni parlamentari e oggi il governo riferirà alla Camera. Intanto, il presidente del Senato, Renato Schifani, vuole chiarimenti («I

NUOVO RINVIO IN INDIA

Marò, il processo sarà l’8 novembre Terzi: «Noi allibiti» Nuovo rinvio per il pro cesso ai marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: il giudizio contro i due, arrestati in India il 19 febbraio perché accusati di aver ucciso due pescatori scambiandoli per pirati nelle acque indiane, si terrà a Kollam l’8 novembre. Lo spostamento era nell’aria, visto che l’alta corte di New Dehli deve decidere sul tema della giurisdizione dopo il ri corso italiano, ma il nostro ministro degli Esteri, Giulio Terzi, è rimasto sorpreso: «Siamo allibiti e sconcertati che l’India non riesca a espri mere un giudizio in tempi rapi di che riporti a casa i marò».

Un momento del video girato a Cittadella (Padova): Leonardo, 10 anni, è trascinato via dai poliziotti che eseguono la sentenza del giudice IPP

«

Alla base della storia non ci sono sentimenti, ma risentimenti tra immaturi GIANNA SCHELOTTO PSICOTERAPEUTA

bambini hanno diritto ad essere ascoltati») e il capo della polizia, Antonio Manganelli, si scusa, avviando un’indagine interna. Pare, comunque, che gli agenti abbiano girato al magistrati un video integrale dell’irruzione: per loro le maniere forti sono state necessarie dopo che il figlio si è ribellato al padre, colpendolo con calci e pugni. In ogni caso, l’ordinanza della sezione Minori della Corte d’Appello di Venezia doveva essere applicata da un po’: i poliziotti hanno agito a scuola dopo che i servizi socia-

condannato per mafia

ELISABETTA ESPOSITO

Si appoggia a un bastone, ha lunghi capelli bianchi, la barba e gli occhi tristi. Eppure è un giorno buono per Bruno Contrada, 81 anni appena compiuti, tornato libero ieri dopo aver scontato la pena di 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Tra custodia cautelare preventiva, detenzione in carcere e arresti domiciliari, l’ex numero due del Sisde è arrivato a 8 anni di detenzione. E ora il suo legale, Giuseppe Lipera, chiederà anche la revoca della misura accessoria di tre anni di libertà vi-

li erano stati rifiutati diverse volte dalla madre, Ombretta Giglione. Lei ieri ha protestato davanti alla scuola di Leonardo e in lacrime ha parlato del figlio: «Non me l’hanno fatto vedere, liberatelo». Alfonso, il nonno materno, ha aggiunto: «Il bambino non vuole vedere il papà, lo percepisce come troppo autoritario». Ma a sentire il padre, un avvocato, tutt’altra verità: «Lo manipolavano, io l’ho salvato e ora sta bene», dice. Scivoloso farsi largo tra anni di incomprensioni, ma la psicoterapeuta Gianna Schelotto ha un’idea: «Quel video è una barbarie perché l’applicazione della legge non può tralasciare il buon senso. Alla base non ci sono sentimenti, ma risentimenti, genitori immaturi: più degli strattoni dei poliziotti, fanno male davvero al piccolo Leonardo». Perché lui, di certo, paga delle colpe non sue.

luglio al 25,1% dal 24,8% del mese precedente: lo ha annuncia to l’Ente greco di statistica. Intanto il direttore generale dell’Fmi, Christine Lagarde (nella foto Ap), ieri ha aperto alla Grecia, valutando «necessari» altri due anni perché rispetti gli impegni di bilancio.

IN FRIULI A COLTELLATE

Torna a casa ubriaco: la compagna lo uccide È rientrato a casa ubriaco e ha aggredito la convivente. A quel punto è iniziata una violenta lite e la donna ha reagito impugnando un coltello da cucina e con un solo colpo ha ucciso il compagno al torace: Gabriele Sattolo, un agricoltore di 39 anni, è morto dopo il ricovero in ospedale. L’episodio è successo mercoledì sera a Cervignano del Friuli, in provincia di Udine. È stata proprio la convivente, Francesca Del Medico, un’impiegata in cassa integrazione di 42 anni — che in questo periodo aveva pure una gamba ingessata a causa di un incidente — a chiamare i soccorsi. I due non erano sposati e non avevano figli. Durante il trasferimento in ospedale, quando era ancora cosciente, Sattolo ha voluto difendere la compagna: «È stato un incidente». La donna è stata interrogata dal pm e sottoposta a fermo nel carcere di Trieste. Un altro fatto di sangue è avvenuto ieri a Collegno, alle porte di Torino: con un coltello da cucina lungo circa 30 centimetri Francesco Barraco, segretario in una scuola di Caselette (To), ha colpito la moglie Vincenzina Scorzo, di 56 anni, uccidendola. Uno dei due figli della coppia è rimasto ferito a una mano nel tentativo di dividere i genitori. Il ragazzo, di 16 anni, è stato trasportato all’ospedale di Rivoli, ma le sue condizioni non sarebbero gravi anche se si trova in stato di choc. L’altro figlio della coppia, di 18 anni, era invece a scuola durante il terribile delitto.

250

i delitti in famiglia Secondo gli ultimi dati Istat, dei 600 omicidi commessi in Italia ogni anno, circa 250 avvengono in famiglia

LA CORTE COSTITUZIONALE

Dipendenti più ricchi Salvati gli stipendi La Corte costituzionale salva dai tagli gli stipendi delle toghe e dei paperoni della Pubbli ca amministrazione, i dipendenti

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«QUI MORÌ GIULIO CESARE»

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pubblici con un reddito superio re ai 90 mila euro. Con una lunga sentenza (63 pagine), ha dichiarato l’incostituzionalità di alcune norme del decreto legge sulla manovra economica 2011 12 perché possono determinare «un irragionevole effetto di discriminazione».

ilrisparmiatore DI FRANCESCO CARLÀ*

Il mito del mattone si sta sgretolando Rende troppo poco S La crisi ha mandato al tappeto due certezze

A Roma: la scoperta spagnola Dopo sei anni di ricerche, è stato scoperto il punto esatto in cui morì Giulio Cesare. La storia ci ha tramandato che l’imperatore romano fu pugnalato nella Curia di Pompeo, a Roma, nell’attuale area archeologica di largo di Torre Argentina. Adesso un gruppo di studiosi spagnoli del Centro de Ciencias Humanas y Sociales (Csic) ha individuato, all’interno della zona archeologica una lastra, due metri per tre in cui, nelle Idi di Marzo del 44 a.C., Cesare fu assassinato nella congiura guidata dal figliastro Bruto

degli italiani: titoli di Stato e immobili. Era difficile pensare che su un bene potessero addensarsi più nuvole. Tasse in aumento sulla rendita e sul patrimonio (Imu); troppa costruzione negli anni del boom post-euro; fine del mutuo facile che ha avuto un calo del 50% solo nell’ultimo anno; eccessiva crescita dei prezzi dopo l’introduzione della moneta unica. Una bolla che non è esplosa in modo drammatico, come in Spagna e negli Usa, solo per una maggiore prudenza delle banche italiane e per il risparmio delle famiglie. Ma c’è la possibilità concreta di un ritorno in auge degli immobili? Difficile immaginarlo. La verità è che il mattone non ha mai avuto le caratteristiche per essere considerato un vero investimento, se si escludono appartamenti e immobili commerciali nelle zone giuste. Solo questi hanno goduto di una forte rivalutazione, ma anche di una rendita importante sul capitale investito. Ed è questo che fa la differenza. Invece, dall’equivoco tra rivalutazione e rendita è nato il mito immobiliare italiano. Un mito che si sta sgretolando. Oggi un immobile dovrebbe rendere il 7% lordo all’anno rispetto a quanto vale. Se un appartamento vale 500 mila euro dovrebbe renderne 35 mila l’anno. Quindi, se si può vendere a 500 mila, dovrebbe fruttare circa 3 mila euro al mese d’affitto, più il condominio. Una cifra che pochi sono disposti a pagare. Per questo gli affitti sono spesso più bassi. E, quindi, anche la rendita. Quanto alla rivalutazione: per i prossimi anni secondo me non se ne parla. * Presidente www.finanzaworld.it

LA CINA SUPERA GLI AMERICANI

Lenovo detronizza Hp Vende 13,7 milioni di pc Per la prima volta, i cinesi di Lenovo sono leader mondiali nelle vendite di computer, detronizzando gli americani di Hp. Secondo l’istituto di ricerca Gartner, nel terzo trimestre 2012 l’azienda di Pechino ha venduto 13,77 milioni di pezzi (15,7% del mercato mondiale, +9,8% in un anno) rispetto ai 13,55 milioni di Hp, che ha una quota del 15,5% e ha perso il 16,4%. È la prima volta dal 2006 che Hp non è in testa. «Lenovo ha puntato a un posizionamento aggressivo sui prezzi, in particolare sul mercato per i professionisti», spiegano alla Gartner. Terza è la texana Dell (10,5%).

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L’ex 007 Contrada è un uomo libero «Ma chi mi ha fatto male si pentirà» mente malato, per questo dal 2008 è ai domiciliari nella sua casa di Palermo. Ma parla ai giornalisti con orgoglio: «Non odio nessuno e rifarei tutto quello che ho fatto nella mia vita, trascorsa al servizio dello Stato. Mi sono sempre sentito libero spiritualmente e di sicuro non sono stato rieducato. Anzi, ho la presunzione di aver educato io qualcuno dei miei compagni di sventura». Gli chiedono della trattativa Stato-mafia: «È una vicenda che non conosco, ma vi assicuro che non porterò con me nella tomba nessun segreto, né di Stato né di altro genere».

gilata. Ma i sorrisi sono pochi, il rancore immenso. Perché lui, arrestato la prima volta il 24 dicembre 1992 dopo le accuse di pentiti come Buscetta, Mutolo e Cancemi, si considera vittima di un errore giudiziario: «Continuerò la mia battaglia per dimostrare la mia innocenza finché sarò in vita, fino a quando avrò respiro, non mi fermerò mai. Sono sicuro che arriverà il momento in cui la verità verrà ristabilita e quel giorno, che forse io non vedrò mai, qualcuno dovrà pentirsi del male che ha fatto a me e alle istituzioni». Orgoglio Le parole sono forti, il tono pacato. Contrada è grave-

Bruno Contrada, 81 anni, a Palermo dopo la fine dei domiciliari ANSA

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ALTRI MONDI

OGGI IL NUOVO SINGOLO

Riecco Ramazzotti Il video su Gazzetta.it Il conto alla rovescia per il ritorno di Eros Ramazzotti è fi nito: debutta oggi in radio e nei negozi digitali «Un angelo disteso

FRANCESCO RIZZO

VOLATA A TRE A MONTMELÓ NELLA F. RENAULT 2.0 ALPS Daniil Kvyat, Norman Nato e Paul-Loup Chatin. Volata finale a tre (nella foto) nella Formula Renault 2.0 ALPS, che a Barcellona, il 20 e 21 ottobre, assegnerà il titolo 2012.

Un russo e due francesi in lizza per il successo, al termine di una stagione al “top”. Quattro differenti vincitori, 11 piloti sul podio ed uno schieramento in costante crescita negli ultimi appuntamenti che non hanno mancato di riservare continue sorprese. L’ultima è quella del sorpasso dello stesso Kvyat nei confronti di Nato, leader della classifica prima del weekend del Mugello, che adesso paga invece 13 punti (54 quelli in totale ancora in palio). In Toscana il giovane alfiere del team Koiranen Motorsport che corre con il supporto del programma Red Bull, ha messo a segno la sua quarta vittoria di fila, la settima in assoluto per lui. Doppia pole e vittoria in entrambe le gare, con Nato e Chatin nell’ordine secondo e terzo. Tre piloti in lotta per il successo di tre team diversi. Per Nato, in pista con i colori della RC Formula, due affermazioni a Imola e una sul “cittadino” di Pau lo scorso maggio. Lo stesso su cui in Gara 2 era stato Chatin a imporre il proprio dominio, regalando anche una delle due vittorie 2012 alla Tech1 Racing, squadra che sul circuito belga di SpaFrancorchamps ha potuto festeggiare anche il primo successo del colombiano Oscar Tunjo. 44 i punti che dividono il transalpino, lo scorso anno terzo in campionato, dalla vetta. A Montmeló l’ultimo atto di questa appassionante sfida.

CIAK SI GIRA: BUONA LA PRIMA AL MUGELLO PER AV FORMULA, BVM E PREMA Se in Spagna i riflettori saranno puntati sulla lotta per il titolo, sono tante le novità viste in occasione del penultimo appuntamento del Mugello. Buona la prima sul circuito toscano per la Prema, al suo rientro nella categoria, che ha messo a segno due sesti posti con Luca Ghiotto ed un quarto con il brasiliano Bruno Bonifacio. Ottimo anche l’esordio della AV Formula con il sammarinese Emanuele Zonzini, la colombiana Tatiana Calderón ed il russo Egor Orudzhev, autore di un eccellente settimo tempo in qualifica. Ma sui saliscendi toscani ha fatto la sua prima uscita nella Formula Renault 2.0 ALPS pure la BVM Racing. Rientro in grande stile, nell’ottica di una partecipazione costante nel 2013 per la squadra di Giuseppe Mazzotti, che ha affidato una monoposto al giovane Michael Heche (nella foto), 17 anni.

L’ultimo cow-boy che cavalca tra i canali tv italiani ha 73 anni, si è mantenuto giovane facendo yoga e per girare le sue scene alla luce dell’alba si alza ancora alle 3 e mezzo del mattino. Però non vive nella Monument Valley: si è trasferito in Alta Pusteria e indossa la divisa della Guardia Forestale. Da domenica (e poi, dal 18, al giovedì), per otto prime serate su Rai 1, Terence Hill è il protagonista della seconda serie di Un passo dal cielo, fiction che nel 2011 è arrivata a 6,5 milioni di spettatori. Tanto che, quest’anno, le puntate sono di più e nel cast entra l’ex Miss Italia Miriam Leone, ma la sostanza non cambia: avventure, impegno ecologista, schermaglie con un commissario napoletano (Nord contro Sud, funziona sempre), storie d’amore. «Sì, ma prometto più azione: tiro pugni, scalo montagne, vado a cavallo. L’asso nella manica di questa fiction sono i panorami delle Dolomiti, forse perché nessuna serie televisiva le aveva mai mostrate. Io resto, però, uno che va a caccia di cattivi». Come in «Don Matteo», anche qui Terence Hill, l’ex vagabondo dei western comici con Bud Spencer, indossa una divisa e dimentica l’anima da Peter Pan.

«L’epoca del Peter Pan è passata, ma una divisa, in fondo, l’ho sempre avuta, fin da quando Sergio Leone mi buttò sulle spalle uno spolverino sul set di Il mio nome è nessuno, 40 anni fa. La tonaca di Don Matteo ricorda lo spolverino e in Un passo dal cielo, malgrado sia un militare, torno a essere un cavaliere solitario. Vivrò un sentimento, un affetto, come vedrete, ma gli eroi del west sono destinati alla solitudine».

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a cura di RCS MediaGroup Pubblicità

Terence Hill, 73 anni, ieri a Roma, a Villa Borghese, per il lancio di «Un passo dal cielo 2», in onda da domenica sera ANSA

Terence Hill «Ora il mio West è sulle Dolomiti» L’attore torna su Rai 1 con «Un passo dal cielo 2» «Meglio una fiction che la violenza di Tarantino»

«

Se mostrassi il mio lato oscuro sullo schermo, qualcuno mi potrebbe imitare TERENCE HILL SUL SUO PERSONAGGIO

Insomma, è la storia di uno sceriffo ambientata in Alto Adige...

«Ci sono solo similitudini: la dimensione epica dei paesaggi, l’impegno per la giustizia...». Al cinema, almeno in Italia, il western è invece antiquariato...

«Per il mio tipo di western, quello che facevo con Bud Spencer, non c’è più pubblico: l’avvento di registi come Quentin Tarantino, che hanno spettacolarizzato la violenza, rende difficile fare film d’azione tornando al passato. Il cinema d’avventura italiano ora è Gomorra. Franco Nero è andato in America per un ruolo in Django Unchained, proprio di Tarantino, ma lui aveva interpretato Django nel film di Corbucci del 1966. Io ho detto no a film Usa troppo violenti». Ma le nostre fiction, dagli sche-

PER LA LETTERATURA L’AUTORE DI «SORGO ROSSO»

mi spesso ripetitivi, non potrebbero imparare tanto dalle serie Usa?

«No. Il cinema e la tv Usa hanno colonizzato l’immaginario italiano e non è stato del tutto un bene. Per diventare più esportabili, molte fiction dovrebbero banalizzare il nostro modo di essere, diventare neutre». Quando vedremo Terence Hill in un ruolo da cattivo?

«Meglio di no. Se porto il mio lato oscuro sullo schermo, qualcuno potrebbe imitarmi...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Foto

Mo Yan ha vinto il Nobel: è il primo scrittore cinese

Lo scrittore Mo Yan, 57 anni AP

Subito fra i più veloci nelle prove libere (suo il settimo tempo al termine della seconda sessione), lo svizzero ha poi pagato un po’ di sfortuna e in Gara 1 è riuscito a concludere al 14esimo posto. Ma il potenziale c’è… e a Barcellona il team ravennate è ancora una volta intenzionato a dimostrarlo.

al sole», la canzone che antici pa l’atteso, nuovo album di inediti del cantautore romano, «Noi», in arrivo il 13 novembre. Il videoclip del singolo (nella foto), girato a Madrid e diretto da Ago Panini, si potrà vedere oggi e domani in esclusiva per l’Italia su Gazzetta.it.

Nessuno come lui. Mo Yan è il primo cinese a conquistare il Nobel per la Letteratura, assegnato ieri a Stoccolma. Speciale anche la motivazione: per la commissione che lo premierà con 1,2 milioni di euro, le sue opere hanno qualità di «realismo allucinatorio». Mo Yan, pseudonimo letterario di Guan Moye, significa «non voglio parlare»: un nome

scelto per ricordare gli anni della rivoluzione culturale cinese, quando una sola parola sbagliata poteva costare cara. Ha iniziato a scrivere giovanissimo, dopo essersi arruolato nelle forze armate, e oggi è considerato il più importante scrittore cinese contemporaneo. Tra i suoi romanzi Sorgo Rosso (1986), da cui è tratto il film di Zhang Yimou nominato agli Oscar. Il suo ultimo romanzo invece è Wa (La rana). Ma Mo Yan ha anche lavorato per il cinema, firmando ad esempio le sceneggiature di Addio mia concubina e Il sole ha orecchie. I suoi lavori sono sempre stati «uno spaccato della Cina degli umili», ha scritto il quotidiano cinese Global Times, tanto che alcuni dei suoi libri sono stati messi al bando perché considerati «provocatori e volgari». «Sono felice — ha detto lo scrittore — e pronto a lavorare sodo per ringraziare tutti. Ma la Cina ha tanti autori che meritano di essere conosciuti». e.e.

J.Lo superstar: pienone a Bologna Tutto esaurito per Jennifer Lopez. La prima esibizione dal vivo in Italia di J.Lo, ieri alla Unipol Arena di Bologna per l’unica tappa nostrana del «Dance Again World Tour», è stata un successone. La 42enne star nata nel Bronx da genitori portoricani (nella foto Ap), che ha venduto 70 milioni di dischi e ha una fortuna di 200 milioni di euro, ha ballato e cantato a più non posso. Sulle note delle hit «On The Floor», «Waiting fot Tonight», «Love Don’t Cost a Thing», è stata affiancata sul palco anche dal compagno, il ballerino 24enne Casper Smart


VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

39

ALTRI MONDI Oroscopo

21/3 - 20/4

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22/6 - 22/7

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24/8 - 22/9

LE PAGELLE

Ariete 7+

Toro 8

Gemelli 6-

Cancro 7+

Leone 6,5

Vergine 7,5

DI ANTONIO CAPITANI

Giornata di fermento positivo nel lavoro e utile a chiudere ogni sospeso. Ma non pedanteggiate. Sudombelico muy zuzzurellone.

IL MIGLIORE Creatività fa rima con genialità. E la giornata è piena di buonumore e di fortuna: ogni obiettivo e ogni corpo turgido possono essere raggiunti!

Applicatevi nel lavoro e in amore. E non ingoiate vivo chi dovesse contrariarvi: meglio la diplomazia. Bizzarrie sudombelicali.

Potete compiere meraviglie nel lavoro. I colloqui vanno a buon fine, l’amor è pieno di complicità, il suino inside you adempie mucho.

Economia e lavoro trovano sollievi inattesi. Anche se Saturno vi sfigoabbatte un po’. Reagite: tutto è ok! Fornicazione epicurea.

L’intuito è ottimo consigliere, specie nel lavoro e nella semina di cose nuove. L’amor si fa iper-romantico, ma si desuinizza un po’.

23/11 - 21/12

22/12 - 20/1

21/1 - 19/2

20/2 - 20/3

Sagittario 5,5

Capricorno 7,5

Acquario 6,5

Pesci 5,5

Lo sfigopessimismo aleggia. Scacciatelo. Perché attira gli ostacoli. E vi imbruttisce. Vigore ok, però, e sudombelico reattiverrimo.

Lo stress è tanto. E gli zebedei vi seguono trascinandosi. Ma oggi il capo v’apprezza e l’appetito suino è soddisfatto. Si migliora, dunque.

È tempo di svolte e gol storici. Ma fate in modo che la Luna odierna non vi demotivi. Buone notizie finanziarie, il sudombelico frizza.

Il lavoro vi fa venire gli zebedei caravelliformi, in pieno mood Culumbus Day. Ignorate fallocefali e polemici, tutelatevi. Calo suino.

23/9 - 22/10

23/10 - 22/11

Bilancia 6,5

Scorpione 7+

Lavorare e organizzarvi da soli vi fa gioco. E vi fa produrre per tre. Ergo: non vi insfighite. Serpeggiano voglie suine alternative.

Il lavoro di squadra approda al successo. Ma pure se lavorate da soli, una dritta può schiudervi orizzonti proficui. Lievi guizzi suini.

ANDREA PIRLO

Il centrocampista della Juventus e della Nazionale è nato a Brescia il 19 maggio 1979. Ha già segnato 3 gol in campionato

Gazzetta.it

Televisioni in chiaro RAITRE

CANALE 5

ITALIA 1

TGR AGORÀ RAI PARLAMENTO LA STORIA SIAMO NOI CODICE A BARRE TG3 LE STORIE LA STRADA PER... TGR - TG3 LA CASA NELLA... GEO & GEO TG3 - TGR - BLOB UN POSTO AL SOLE ITALIA - SVEZIA UNDER 21 23.00 AMORE CRIMINALE 0.00 TG3 LINEA NOTTE 0.10 TG REGIONE 1.00 METEO 3 1.05 APPUNTAMENTO...

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MATTINO CINQUE TG5 '12 - ORE 10 FORUM TG5 BEAUTIFUL CENTOVETRINE UOMINI E DONNE POMERIGGIO CINQUE TG5 '12 - 5 MINUTI POMERIGGIO CINQUE AVANTI UN ALTRO! TG5 STRISCIA LA NOTIZIA I CESARONI V Fiction Tv 23.40 SUPERCINEMA 0.05 TG5 - NOTTE 0.35 STRISCIA LA NOTIZIA 1.25 UOMINI E DONNE 2.50 FINALMENTE...

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RETE 4

LA 7

CARABINIERI 6 RICETTE DI FAMIGLIA TG4 DETECTIVE IN CORSIA LA SIGNORA IN... TG4 FORUM IERI E OGGI IN TV A CASA DOPO... TG4 TEMPESTA D'AMORE WALKER TEXAS RANGER 21.10 QUARTO GRADO Attualità 23.55 I BELLISSIMI DI R4 0.00 SECRET WINDOW 2.00 TG4 NIGHT NEWS 2.28 ROMA VIOLENTA 4.10 I MIRACOLI NON...

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20.30 21.05 23.10 23.25 0.55 1.05

CARTONI TGR - TG2 I FATTI VOSTRI TG2 PECHINO ESPRESSO PARLIAMONE IN... LA SIGNORA DEL WEST RAI TG SPORT TG2 COLD CASE SQUADRA SPECIALE COBRA 11 TG2 VOYAGER Documenti TG2 L'ULTIMA PAROLA RAI PARLAMENTO TELEGIORNALE CLOSE TO HOME

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2.30

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ANCONA

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min max

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Venezia

14 18

Perugia

18 20

16 17

19 21

MILANO

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ROMA

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Mossi

PERUGIA

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POTENZA

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REGGIO CALABRIA

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ROMA

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TORINO

11

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ROMA

TRENTO

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Tramonta

Sorge

Tramonta

TRIESTE

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18:43

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18:34

13

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VENEZIA

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17.30 AUTOMOBILISMO: FERRARI CHALLENGE Coppa Shell. Gara 2. Da Vallelunga (Rm)

0.00

CALCIO: MANCHESTER CITY BORUSSIA DORTMUND

RUGBY: OSPREYS BENETTON TREVISO

A Tijuana i giocatori dello Xolos (nella foto Alfredo Moreno) dopo un gol: uno mima uno sparo, l’altro crolla. Squalificati

Heineken Cup

BLOG

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A Bordeaux il giovane Vada non può giocare

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Valentin ha 16 anni, segna tanto ma non può giocare col Bordeaux: la Fifa lo blocca per l’età. Tutto sul blog «Sotto la Torre Eiffel»

10.00 GOLF: PORTUGAL MASTERS PGA European Tour. Da Vilamoura, Portogallo

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Domani

Dopodomani

Correnti occidentali moderatamente instabili continuano a determinare piogge sparse sulle aree tirreniche, sulla Romagna e, in giornata, sulle aree adriatiche, localmente al Nordest. Più asciutto e con maggiori schiarite altrove.

Tempo più asciutto e soleggiato in via generale, soprattutto al Centrosud. Peggiora con piogge sparse in giornata sulle aree settentrionali a Nord del Po, poi arriva il maltempo serio in serata al Nord, a partire dal Nordovest.

Ancona

Firenze

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Neve

1.00

Segnano a Tijuana e mimano lo sparo Squalificati in due

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VIDEO

16 18

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0.00 1.05 1.10

Ci sono 6 italiani in corsa per il prestigioso Pallone d’oro. Secondo voi Pirlo lo merita più di tutti. Continuate a votare

Bologna Genova

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Quale italiano meriterebbe il Pallone d’oro?

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GENOVA

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Molto forti

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Maltempo al Centro e sul Nord Appennino, Emilia Romagna, alto Adriatico in mare con rovesci e temporali anche forti. Piogge frequenti al Nordovest, sulle Alpi, verso il Nordest la sera e Trieste sul basso Tirreno, Salento. Più asciutto altrove.

Coperto

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GIRO DI PECHINO

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RUGBY

CICLISMO

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Nebbia

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22.40 DE DONATO - DI FETO

Eurolega. SportItalia 2

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GazzaMeteo

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PALLANUOTO

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