VdG Magazine Marzo 2011

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MARZO 2011

EURO 4,90

VDG | ANNO 1 | N. 1 | MENSILE | Poste Italiane SpA | Spedizione in abbonamento postale | D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Roma Aut. N. 109/2009 | Belgio Euro 9,30 | Canton Ticino Ch.Fr. 11,50 | Costa Azzurra Euro 11.90 | Stati Uniti

CIBO & TERRITORIO VIAGGI & BENESSERE ARTIGIANATO & DESIGN

IL LISTINO di oltre 500 prodotti selezionati da Vie del Gusto Store

SCOPERTE di stagione

Carote del Fucino Broccolo fiolaro Ceci di Faeto Lenticchie di Leonforte

Arte orafa

Locande del Salento

Ilaria Borletti Buitoni




sommario sommario marzo 2011

12 Il borsino del gusto 14 L’Italia che merita 16 Dal mondo 18 Civici Consumatori 20 Scienza e vita 22 Almanacco di Barbanera 24 Dalle nostre ambasciate 26 Appuntamenti

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44 Indagine

34 Cover story

Il patrimonio storico e artistico dell’Italia cade a pezzi. Ciò che potrebbe essere un driver economico è un tesoro abbandonato. Le proposte del Fai e Zonin.

82

cibo&territorio

viaggi&benessere

48 La forza dei legumi

82 Evasioni fuori porta

La rivincita dei fagioli di Saluggia, delle lenticchie di Leonforte e dei ceci di Faeto

52 La carota del Fucino

Storia e virtù del prodotto principe dell’Aquilano: dolce, croccante, Igp

56 I gioielli del Salernitano Alla scoperta delle alici di Cetara e dei pomodori dell’agro nocerino

60 Olio 62 Biologico 64 Carta della Pasta, Cocciole 68 Buono a tavola, pizza margherita 70 Consumo responsabile 72 Chef a scuola, insalata gourmet 74 Il ristorante, Alce nero bio caffè 76 Cibo & blogger 4

In questo 2011 avido di ponti, meglio scegliere mete facili: dalla Val Nure ai percorsi d’acqua alle porte di Roma

86 Beauty-case

88 Turismo religioso 90 Lezioni di ospitalità


SSSSSSssst!

Il riposo fa bene al sapore.

Stagionato da 9 a 15 mesi

La sua pasta già granulosa ha un gusto delicato: ecco il Grana Padano D.O.P. più giovane, il formaggio da pasto per eccellenza.

Stagionato oltre 16 mesi

Formaggio da grattugia o da tavola? Il Grana Padano D.O.P. oltre 16 mesi risolve ogni dubbio, con il suo gusto pieno, pronunciato ma mai piccante.

Stagionato oltre 20 mesi

Grana Padano RISERVA: la stagionatura prolungata lo rende di assoluta eccellenza. Perfettamente idoneo tanto al consumo da pasto che da grattugia, è una scelta da veri intenditori.

Grana Padano, tre stagionature, tre sapori.

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“Interventi per la promozione e la valorizzazione delle produzioni Lattiero casearie di qualità - art 4 l.r. n. 9/2005 - DGR 2049/2010”


sommario sommario marzo 2011

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124

piaceri&dintorni

artigianato&design

costume&società

94 Le grappe di Borgo San Vitale

114 Mani d’oro

124 Come ti vesto la città

6

141 Shopping list

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È qui che nascono gli unici distillati ricavati da uve Franciacorta Docg

98 Salento con locanda Antiche dimore e suggestive masserie per scoprire una terra d’altri tempi

Da Vicenza ad Arezzo: viaggio nei distretti orafi che tutto il mondo ci invidia

120 Homo faber, Art toys

L’importanza dell’arredo urbano come momento di socialità e crescita culturale

128 Bon Ton 130 Tendenze 132 Arte

104 Orto dei semplici, Scalogno

134 Libri

106 Selezioni, Broccolo fiolaro

136 Teatro

108 La scoperta, Panigacci

138 Cinema

110 Benservito



Direttore Responsabile Domenico Marasco Caporedattore Luca Borghi Tel. 0289053260 Redazione Chiara Corridori Tel. 0289053257 Contributi speciali Lorella Ridenti Tel. 0289053280 Copertina Mario Longhi Fumagalli Foto Editor Giuseppe Magaretti Grafica e impaginazione Daniel Addai Carlo Fontana Tel. 0289053269 Foto: Fotolia.com Stampa: PuntoWeb Srl 00040 Ariccia (Roma) Distribuzione Italia Messaggerie Periodici ME.PE. S.p.A. Via G. Carcano 32 20141 Milano tel. 02895921 fax 0289504932

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Rosalia Imperato, Alessandro Mei, Giovanni Merone, Francesca Oliverio, Laura Ruggieri

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Sardegna Roberto Dall’Acqua, Annalisa Bernardini, Lino Erriu, Giuseppe Pulina Sicilia Cesare Aldesino, Marco Scapagnini Toscana Elena Conti, Marco Ghelfi, Alberto Presutti, Antonio Tartarelli

Marche Gilda Ciaruffoli, Ferruccio Squarcia

Trentino Francesca Negri

Molise Giovanni Scapagnini

Umbria Gino Celletti, M. Pia Fanciulli

Piemonte Fabio Alcini,

Veneto Benedetta Frare, Claudio LoTufo


Š Generalcummunication

10 grandi vini nelle migliori enoteche e ristoranti

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editoriale

di Domenico Marasco

Un Magazine per l’Italia che merita Carissimo lettore, VDG Magazine nasce dalla straordi-

naria esperienza decennale di una squadra che ha fatto della professionalità una missione. Una squadra e un giornale che vogliono occuparsi della cultura sul cibo, sul vino, sul territorio. Un territorio che vogliamo difendere e promuovere. Un giornale, quindi, che si pone al centro del sistema agroalimentare di qualità per divulgarne il valore. Un giornale a sostegno di migliaia di aziende che producono con passione e fatica prodotti di eccellenza. Siamo qui a sostenere quell’Italia migliore che fatica e suda, nella speranza di farcela per i propri figli. E ancora una volta su questo numero ci occupiamo di beni culturali: continueremo a farlo fino a quando si capirà

che in questo Paese il patrimonio storico e artistico deve essere considerato un driver economico. Vi porteremo poi nelle locande del Salento e a scoprire la carota del Fucino ma anche il broccolo fiolaro e i ceci di Faeto. E, ancora, il Borsino del gusto con quello che di buono e di cattivo è emerso nell’ultimo mese. Non dimentichiamo l’Italia che merita con altre belle segnalazioni. Insomma, nomen omen, come dicevano gli antichi. Ecco perché VDG Magazine, un nome che rispecchia il destino del giornale capace di raccogliere e stimolare il dibattito, di creare opinioni, di fare luce sulla verità tante volte negata proprio all’Italia che produce. Un magazine, come proprio ci sentiamo, al servizio solo ed esclusivamente dei lettori.

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il borsino del gusto

di Grillo Parlante

Il ministro blocca i pizzoccheri Sondrio e un pastificio bergamasco in lite per far ottenere ai rispettivi pizzoccheri l’indicazione geografica protetta. Da una parte c’è l’intero territorio della provincia di Sondrio che, unanime, rivendica l’attribuzione esclusiva del riconoscimento del suo prodotto-emblema; dall’altra, un pastaio di Bergamo che produce pizzoccheri marchiandoli come della Valtellina e intende far valere il diritto di entrare a far parte del territorio della Igp. Troppa confusione, il ministro Galan stoppa il procedimento. Morale: niente Igp.

Galan non mette le mani in pasta È una storia all’italiana. Alla faccia dell’Unità. Diciamola tutta: che la battaglia dei pizzoccheri, con due province in lite per aggiudicarsi l’Igp, arrivi a scomodare un ministro la dice lunga sulla forza delle logiche di campanile. In un Paese dove i piccoli comuni faticano a chiudere i bilanci per la cronica mancanza di risorse statali, il vero problema sarebbe quello di accorpare gli enti locali di zona per assicurare servizi e sostegni alle famiglie. Invece… Invece la pur dignitosa rivendicazione della tipicità di un prodotto - i pizzoccheri sono storicamente il piatto leader della Valtellina - arriva al Mipaaf. Che, in perfetto stile pilatesco, pur di non prendere posizione blocca un iter già avviato da otto anni. Se le istituzioni centrali non riescono a dirimere una controversia da paese, figuriamoci se possono lavorare per riproporre il ruolo centrale che l’agricoltura dovrebbe avere nell’economia di uno Stato.

Per segnalazioni scrivete a: grillo.parlante@viedelgusto.it

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Il Tg5 sorpassa Minzolini Il Tg5 batte e sorpassa il Tg1 delle 20 nella gara degli ascolti. Non tanto per proprio merito, quanto per la cattiva informazione offerta dal telegiornale diretto da Augusto Minzolini. Segno che gli italiani si sono stancati degli eccessivi spot pro governativi e dei servizi gossippari propinati dal Tg1.

No alle mutande di Ferrara Una manifestazione a favore del premier organizzata da Giuliano Ferrara e chiamata: “In mutande ma vivi”. Uno spettacolo indegno, per quanto ci riguarda. Non tanto per il tema trattato - cioè la difesa di Berlusconi e il suo diritto a vivere la sfera privata come meglio crede -, quanto per la volgare prostrazione di fronte al potere.

Piazze rosa Un milione di donne sono scese in piazza in tutta Italia per pretendere più rispetto e dignità. La parola d’ordine è stata «se non ora, quando?». 230 le città coinvolte in una marea umana senza bandiere di partiti e sindacati. Il filo rosso: chiedere le dimissioni del premier Berlusconi.

Silenzio energetico Il 18 febbraio è tornata “M’illumino di meno”, la più radiofonica campagna sul risparmio energetico. Anche quest’anno Caterpillar - in onda tutti i giorni su Rai Radio Due - ha invitato comuni, associazioni, scuole, aziende e case di tutt’Italia ad aderire all’iniziativa creando quel “silenzio energetico” che ha coinvolto le piazze di tutta Europa negli anni scorsi, per fare spazio, dove possibile, ad un’accensione virtuosa, a base di fonti rinnovabili.

In prima linea contro le mafie Anna Canepa, sostituto procuratore presso la Direzione investigativa antimafia, ha analizzato la complessa ragnatela mafiosa che si è ramificata anche e soprattutto al Nord. «Il problema è relativo in particolare al riciclaggio del denaro sporco. Per fermare il mimetismo dei soldi delle mafie occorre regolamentare meglio le regole della distribuzione e del lavoro».



l’italia che merita

Etichette, più informazione meno burocrazia Il nuovo Disegno di legge impone di riportare l’indicazione del luogo d’origine: un passo avanti a tutela del Made in Italy. Ma serve una comunicazione chiara che aiuti i produttori di qualità a capire la normativa di Luca Borghi L’obbligo di riportare nell’etichetta anche l’indicazione del luogo di origine o di provenienza dei prodotti agroalimentari è legge. Scrosciano gli applausi bipartisan: organizzazioni agricole e dei consumatori per una volta sono d’accordo. Ma, al di là delle pur legittime esultanze, con questo passo l’Italia ha finalmente deciso di lanciare un preciso segnale all’Unione europea: la tracciabilità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole è un diritto di ogni consumatore del vecchio continente. Di più: l’era del falso Made in Italy, che danneggia il nostro patrimonio di prodotti tipici e tradizionali, potrebbe essere

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al capolinea. Come sempre, però, bisogna passare dalle parole ai fatti. Ci auguriamo che il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali assicuri un’informazione più completa ai produttori onesti che puntano alla qualità. Nei fatti: la speranza è che non partano controlli indiscriminati con sanzioni proibitive, ma che il Mipaaf metta prima in campo una comunicazione capillare e soprattutto chiara che aiuti i produttori a compilare a dovere le etichette senza cadere nei tranelli della burocrazia all’italiana. Solo così si tutela e si promuove la competitività delle imprese che producono qualità.

Sudalimenta, prodotti… spaziali

Emmanuele Forcone, re della pasticceria

«Da quattro generazioni offriamo ai nostri clienti dei prodotti unici ed inconfondibili: gli unici approvati dalla Nasa per gli astronauti che hanno partecipato alla missione Discovery 2007». Raffaele Tiberino (nella foto con l’astronauta Paolo Nespoli), titolare di Sudalimenta, è orgoglioso: dal 1888 la sua azienda, situata a Bari, porta sulle tavole italiane e straniere le migliori specialità pugliesi e del Meridione. Sudalimenta, con i suoi prodotti, è partner di “L’Universo dentro” a Milano e “Fragmenta Maris” a Roma. Oltre a commercializzare una linea di risotti, pasta, cous cous, zuppe e contorni “Pronti da cuocere”, Sudalimenta è custode della tradizione delle famose orecchiette baresi, dei capunti, della confettura di mela cotogna, degli strozzapreti pugliesi e dell’inimitabile confettura di cipolla rossa.

Emmanuele Forcone, 27 anni, già campione italiano nel 2010, si è aggiudicato insieme alla squadra nazionale italiana il titolo di vice campione del mondo di pasticceria. Alla manifestazione, svoltasi a Lione, in Francia, hanno partecipato i migliori pasticceri a livello mondiale. Per una manciata di punti, il team degli chef spagnoli ha conquistato il primo posto, mentre quello belga si è classificato al terzo posto. La rappresentanza italiana, oltre che da Forcone, era composta da Domenico Longo di Reggio Calabria e Davide Comaschi di Milano, il direttore tecnico Alessandro Dalmasso e l’allenatore Luigi Biasetto. Il team ha proposto il “Bosco incantato”, affidando alle forme artistiche delle sculture di ghiaccio, cioccolato e zucchero una simpatica presenza di fate, gnomi.


Stop alle diete sbagliate

Quando l’Università aiuta l’economia

Pasta per cena? Darà buon sonno

Rispetta la terra, saprà ricompensarti

Sull’uomo moderno si è abbattuto un “perfect nutritional storm”. Cioè, una tempesta nutrizionale perfetta, scatenata da prodotti alimentari con un indice glicemico molto elevato: zuccheri e grassi che il nostro organismo non riesce proprio a bruciare. La definizione è di Camillo Ricordi, 53 anni, erede della grande famiglia di discografici, ma soprattutto una delle menti più insigni della ricerca medica italiana. Da anni, dirige il Diabetes Research Institute di Miami e, di recente, ha pubblicato uno studio su come l’infiammazione a bassa intensità, cronica e silente, innescata da una dieta sbagliata, acceleri i processi patologici. Dalle malattie cardiovascolari a quelle neurovegetative che sono le vere spine nel fianco delle popolazioni occidentali.

Non semplici chef, anche se rinomati, ma ambasciatori del gusto. I grandi cuochi napoletani possono contribuire a creare ricadute positive nei rapporti tra industria e alta ristorazione. Lo testimonia una ricerca condotta da un gruppo coordinato da Vincenzo Fogliano, docente presso la facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli. Lo studio parte dal presupposto che il territorio campano sia uno dei più eccellenti nella tradizione alimentare. Partendo dalla descrizione di quattro prodotti locali - pasta secca, conserve di pomodoro, frutta secca e cioccolato -, e ricostruendo le relazioni tra le varie componenti della filiera per ogni prodotto, la ricerca fornisce alle istituzioni che definiscono le strategie un quadro di intervento per progetti mirati di promozione e valorizzazione del settore.

«Un piatto di pasta per cena? È perfetto per accompagnarci verso un buon sonno». Il dottor Liborio Parrino, vice presidente dell’Aims (Associazione italiana medicina del sonno), non ha dubbi: «La pasta contiene zuccheri a lento rilascio, quindi consente alla glicemia di avere un equilibrio costante. Il primo passo per non disturbare il sonno». Perchè, si sa, chi mangia male, dorme peggio. Temi di forte attualità - 1 italiano su 3 ha problemi legati a sonno e veglia -, al centro della nuova campagna di informazione dell’Aims . «Il cambiamento degli stili di vita - spiega Parrino - che hanno alterato le abitudini alimentari sono sempre più spesso causa di vere e proprie sindromi. Siamo di fronte a patologie che causano delle ricadute sociali - pensiamo al risvolto del giorno dopo - e sanitarie».

Casa Setaro nasce dal desiderio di Massimo e sua moglie, Mariarosaria, vignaioli a Trecase, in provincia di Napoli, di tenere in vita la preziosa eredità di famiglia. Le impronte di quattro generazioni sono impresse tra le viti delle terre nere che crescono aggrappate alla lava dell’amato e temuto vulcano. “Rispetta e ama la terra, lei saprà ricompensarti”. Questo motto riflette appieno la filosofia aziendale. I vini nascono dalla profonda convinzione che il rapporto di reciproco scambio tra uomo, ambiente e vigna è alla base di una sana viticoltura di qualità. Le varietà utilizzate sono di tradizione millenaria e rigorosamente autoctona: Caprettone del Vesuvio e Falanghina per i vini bianchi, Piedirosso e Aglianico per i rossi.

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dal mondo

di Claudio Lo Tufo

Africa e mondo arabo, esplode la crisi del cibo Il commento Non è solo l’Egitto a vivere un’emergenza alimentare. I prezzi del cibo e dell’acqua sono in veloce ascesa in tutto il mondo arabo e in Africa, e potrebbero innescare una vera e propria crisi economico-alimentare anche nei Paesi in via di sviluppo risparmiati dalla crisi economica, ma che hanno ancora una larga parte della popolazione che vive in stato di semi-povertà. Nel continente africano, gli aumenti hanno raggiunto il record storico del 32% in 6 mesi. In Egitto l’aumento è stato del 17% mentre nel resto del mondo arabo del 25%. A spingere sull’acceleratore dei prezzi i cattivi raccolti – dovuti al maltempo – di Russia e Australia, l’inflazione, l’incremento della domanda indiana e cinese, e il biofuel. Che destinando alla ben più lucrativa industria energetica una parte sempre crescente dei raccolti, ha diminuito la produzione di cereali destinati a scopi alimentari.

A fare i profeti son tutti furbi. E a dirla tutta provo una certa irritazione quando sento i commenti che parlano di una crisi prevedibile e mettono l’accento sulle differenze culturali e di credo tra musulmani e cattolici. Il fatto vero è che di fronte alla fame non c’è religione che tenga e la gente è scesa in piazza perché non ha da mangiare. Una fame che il nostro Paese, immerso nel pettegolezzo di palazzo, non conosce affatto, anzi la questione è terribilmente inversa. Insomma da una parte del mondo la gente scende in piazza pronta a farsi ammazzare per un pezzetto di pane, per chiedere il diritto a poter campare lavorando, ma con dignità. Dall’altra, in questa Europa flaccida e vecchia, la politica porta in piazza il suo pubblico: ora contro il potente, ora contro i giudici, ora contro l’impresa. Nel frattempo la crisi avanza e prima o poi ci porterà inesorabilmente di fronte alla realtà dei fatti. Non voglio fare troppa retorica, ma la dimostrazione delle nostre tendenze sta nel trovare in una sera qualunque tutte le osterie di Verona piene e far fatica a mangiare. Beati i ristoratori, ma non

mi pare sintomo da terzo mondo, penso diversamente che non vogliamo cedere su niente o meglio su qualcosa cediamo ed è la qualità. Infatti, in tempo di ristrettezze economiche non si deve non spendere, questo significherebbe frenare l’economia, ma nemmeno farsi prendere dalle crisi convulsive da shopping che portano a comprare tutto e male. Insomma come curarci? Come ringiovanire? Come evitare di vedere in piazza centinaia di veline pronte al colpo di stato per avere anche loro il diritto all’ultima borsa da cinquemila euro? Come sopravvivere a tutto questo, mentre c’è gente che perde la vita per un tozzo di pane? Chi davvero può rispondere? Forse nessuno. Di certo noi possiamo fare il nostro valorizzando l’Italia del merito, quella che combatte ogni giorno per fare impresa. Noi possiamo, tutti insieme, premiare chi si spacca la schiena ora sui libri ora nei campi, possiamo farlo relegando l’Italietta che non ci piace in una riserva, o che so, in uno zoo. Che d’altronde sarebbe l’unico posto per questi fenomeni da baraccone. Sperando che gli elefanti mi perdonino.

Claudio Lo Tufo 16


Cina, il gigante ha difficoltà a sfamarsi

Arriva il rovescio della medaglia della strepitosa crescita cinese. Secondo quanto dichiarato a fine gennaio dal vice ministro dell’agricoltura ChenXiaohua, nei prossimi anni la Cina affronterà sempre maggiori difficoltà a sfamare la propria popolazione. Secondo i calcoli del ministero, infatti, nel periodo 2011-2015 si completerà la migrazione di circa metà degli abitanti verso la città, con un conseguente aumento delle necessità alimentari e un calo della produzione di sussistenza dovuto alla scomparsa dei contadini. La trasformazione sociale porterà a una domanda addizionale annuale di 4 milioni di metri cubi di grano, 800 mila tonnellate di olio e 1 milione di tonnellate di carne che la Cina, fa sapere il ministro, potrebbe non essere in grado di soddisfare. Con le prevedibili conseguenze sul bilancio del gigante.

Usa, l’amministrazione scende in campo contro il junk-food

Crociata in Usa contro il junk-food, il cibo spazzatura di fast-food e colossi alimentari che crea obesità, favorisce l’insorgere della depressione e aumenta i rischi di infarto. Lanciata da Michelle Obama, che ha dichiarato più volte il suo appoggio a uno stile di vita sano, fatto di alimentazione equilibrata e esercizio fisico, la crociata anti-junk ha guadagnato supporters anche nell’amministrazione locale. E i sindaci di Los Angeles, Philadelphia, e Detroit, sostenuti dal Physicians Committee for Responsibile Medicine, hanno varato leggi per contrastare l’apertura di nuovi fast food nelle loro città, allo stesso tempo favorendo fiscalmente ristoranti e negozi di alimentari che offrono scelte sane. Contro il cibo spazzatura anche il colosso Walmart, che ha varato un piano quinquennale per ridurre sale, grassi e zuccheri nei prodotti alimentari che distribuisce, e favorire il consumo di frutta e verdura tramite price-points più appetibili. Letteralmente.

L’Italia vince a Mosca

Durante l’inaugurazione del Prodexpo di Mosca, alla presenza del ministro Galan e degli imprenditori del settore, il presidente dell’ICE Umberto Vattani parla di un grande successo: «Le più recenti rilevazioni sull’export agro-alimentare italiano in Russia sono più che confortanti e indicano che la Russia è tra i nostri principali partner commerciali, con quasi 100 milioni di euro di vendite nel 2010. Il settore dei vini ha registrato un’impennata nell’ultimo anno e le aspettative per il prossimo appaiono ancora più promettenti. La presenza dell’ICE permetterà di realizzare una serie di iniziative su richiesta di diversi committenti, tra cui l’Associazione FederBio, la Regione Sardegna e aziende del settore alle quali viene offerta la possibilità di organizzare incontri d’affari con operatori locali individuati dall’Ufficio di Mosca». A conferma del successo delle esportazioni Italia/ Russia, relativamente al comparto delle bevande, il confronto tra i primi 10 mesi del 2009 ed i primi mesi del 2010: lo scorso anno l’interscambio Italia/Russia si è attestato sui 112.007 di euro, rispetto ai 74.389 euro dell’anno precedente. Insomma i numeri sono più che confortanti.

Berlino, gli oscar del mondo ortofrutticolo

Un kit selezionato di erbe e spezie da coltivare a casa. Un nuovo fungo dal sapore di mandorle ed anice, povero di calorie e ricco di vitamine. Un nuovo lime australiano a forma di cetriolo per decorare i piatti e, ancora, mele rosa carico e pere dalla buccia rossa per attirare il pubblico giovanile. Sono solo alcune delle innovazioni scese in gara a Berlino per contendersi il Flia: il Fruit Logistica Innovation Award, l’equivalente orto-frutticolo dell’Oscar, assegnato da 5000 operatori provenienti da 121 nazioni del mondo. A competere non solo frutta e verdura, ma anche le nuove tecnologie per la conservazione, il trasporto e il consumo degli alimenti. Come l’Art – ArilsRemovalTool – vincitore dell’edizione dello scorso anno: una macchina automatica per rimuovere i semi dai melograni. 17


occhio ai consumi

di Marco Bacchetta

Presidente Nazionale Associazione Civici Consumatori - www.civiciconsumatori.it

Centrali rischi finanziarie Come tutelare i propri dati, inserire note e modifiche e far cancellare i dati obsoleti e quelli negativi fuori termine temporale Un tema molto sentito dai consumatori in un periodo di grande crisi ormai pluriennale è quello della presenza dei propri dati nelle “centrali rischi finanziarie” private che vengono consultate dagli istituti bancari e finanziari in occasione delle richieste di credito da parte dei consumatori e delle loro imprese. Le centrali rischi, strutture informative regolamentate dal Garante per la Protezione dei dati personali dal 2004 con un Codice Deontologico obbligatorio (n. 8 /2004), racchiudono i dati finanziari di tutti coloro che hanno un rapporto di credito con un istituto bancario o finanziario, e quindi praticamente di una altissima percentuale di adulti e delle loro imprese. I data base sono aggiornati dalle banche e finanziarie, che inviano i dati dei consumatori grazie alle autorizzazioni “Privacy” che usualmente si sottoscrivono all’accensione dei rapporti e alle richieste di finanzia-

menti. Le numerose centrali rischi vengono utilizzate soprattutto per verificare se il richiedente di un finanziamento sia o meno un cattivo pagatore. Le modalità di inserimento dati e le durate di permanenza nelle stesse centrali rischi sono state stabilite dal Garante come da seguente tabella. I consumatori possono esercitare, presso il proprio istituto di credito o presso le centrali rischi i diritti di verifica e chiedere le rettifiche qualora i dati presenti siano erronei, non aggiornati o siano rimasti inseriti per tempi maggiori di quelli stabiliti dal Garante. Suggeriamo altresì che le richieste di verifica e rettifica, per essere efficaci, devono intervenire contemporaneamente su tutte le centrali rischi in cui risiedono i dati erronei e tutti gli istituti di credito interessati. L’Associazione Civici Consumatori (centroservizi@civiciconsumatori.it) assiste i propri iscritti nelle relative procedure.

Situazioni di maggior interesse

dati possono essere conservati e visibili per non più di 12 mesi dalla data di regolarizzazione nel caso di ritardi fino a due rate complessive, per 24 mesi per ritardi successivamente regolarizzati di più di due rate. Decorsi detti periodi i dati devono essere cancellati se non si verificano ulteriori ritardi nei pagamenti.

• per le richieste di un credito: i dati possono essere conservati per il tempo dell’istruttoria e comunque per non più di 180 giorni e in caso di risposta negativa, per non più di ulteriori 30 giorni dalla data di detta risposta.

Possessori di carte di credito: attenzione alle truffe telefoniche e on line!

Segnaliamo ai possessori di carta di credito di non fornire alcuna notizia a coloro che, via mail o per telefono, dopo aver parlato di argomenti vari relativi al servizio chiedono, con varie scuse, il codice pin della carta (il numero di tre cifre che è stampato sul retro della carta). Si avvisa che i malintenzionati potrebbero già conoscere nome, indirizzo e numero della carta dell’utente, ma non sanno il codice pin, che è ciò che gli manca per “svuotare“ la carta di credito, per cui alla fine della comunicazione, con scuse banali (quali per esempio la verifica di aver effettivamente parlato con l’utente), chiedono di dettare il pin. 18

• i dati del primo ritardo nei pagamenti, nei sistemi che trattano solo notizie di tipo negativo, possono essere visibili solo dopo 120 giorni dal mancato pagamento (o, se per periodo inferiore, dopo il mancato pagamento di 4 rate non regolarizzate). • i dati del primo ritardo nei pagamenti, nei sistemi che trattano notizie positive e negative, possono essere visibili, nel caso in cui l’interessato sia un consumatore, solo decorsi 60 giorni dall’aggiornamento di fine mese, oppure, se per periodo inferiore, dopo il mancato pagamento di due rate mensili oppure quando il ritardo è relativo ad una delle ultime due rate del finanziamento; nel caso di impresa decorsi 30 giorni dall’aggiornamento mensile. • nel caso di notizie negative di ritardi di pagamento successivamente regolarizzati, i

• nel caso di notizie negative di ritardi di pagamento non successivamente regolarizzati, i dati possono essere visibili e conservati per non più di 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale e/o dalla data in cui comunque è stato necessario un aggiornamento in relazione al pagamento o comunque dalla data di cessazione del rapporto (vedere Art.6 comma 5). • nel caso di cessione del credito a soggetti terzi e successivo pagamento, i dati positivi devono essere immediatamente registrati e visibili dopo la segnalazione alle Centrali rischi che può essere effettuata anche dal soggetto interessato (procedura consigliata), si precisa che si deve allegare la dichiarazione liberatoria o altra idonea documentazione. • nel caso di notizie di tipo positivo, le stesse possono essere conservate per non più di 24 mesi dall’estinzione del rapporto.



scienza e vita

di Giuseppe Pulina Professore di Zootecnia speciale all’Università di Sassari

Senza uova che gusto c’è? Intervista al professor Achille Franchini, uno dei massimi esperti al mondo di questo alimento essenziale per il corretto sviluppo del nostro organismo: consumato due volte al giorno non aumenta il colesterolo plasmatico

Le uova appartengono alla nostra alimentazione in modo talmente profondo che quasi non ci accorgiamo di dove stanno. Oltre al loro consumo diretto (fresche, al tegamino, alla coque), le uova le troviamo nella pasta, nei dolci, nelle frittate e nelle fritture e quale condimento e aggregante di moltissimi piatti. In Italia nel 2009 sono state prodotte 13.084.000.000 uova pari a 817.750.000 kg e, in questo senso, il nostro Paese si configura fra le principali nazioni europee in termini sia di produzione che, fortunatamente, anche di qualità. Data la loro importanza, questo mese ci occupiamo di loro con un’intervista al professor Achille Franchini, ordinario di Zoocolture e direttore del Dipartimento di Scienze degli alimenti dell’Università di Bologna e già presidente della Federazione europea della World Poultry Science Association, uno dei massimi esperti al mondo di uova. Allora professore, quali sono le principali caratteristiche dell’uovo? «L’uovo di gallina è un fondamento dell’alimentazione umana in tutte le parti del mondo sia per le sue caratteristiche nutrizionali, sia perché a differenza di altri alimenti di origine animale non ha vincoli o limitazioni di natura culturale o religiosa. L’uovo è l’alimento caratterizzato da proteine dal più elevato valore biologico e possiede un profilo aminoacidico che si sovrappone in maniera ideale ai fabbisogni di aminoacidi dell’organismo umano. Oltre

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alle elevate proprietà nutrizionali delle sue proteine, l’uovo si caratterizza tra gli alimenti di origine animale anche per essere la fonte proteica disponibile al minor costo, fattore che contribuisce a favorirne la diffusione ed il grande uso nei Paesi in via di sviluppo. L’uovo è un alimento eccezionale per la diversità e qualità dei nutrienti che, in aggiunta alle proteine, sono rappresentati da vitamine e minerali e da una componente lipidica, contenuta esclusivamente nel tuorlo, costituita in gran parte da acidi grassi insaturi, fosfolipidi e colina, importante per lo sviluppo del tessuto cerebrale. Ha inoltre la peculiarità di essere un alimento naturalmente già confezionato, l’unico commercializzato nei Paesi europei che reca impresso sulla superficie del guscio importanti informazioni relative alla sua origine quali il Paese produzione e unità di allevamento, nonché la modalità con cui gli animali sono stati allevati». L’uovo è perciò uno degli alimenti più completi esistenti, non fosse altro che è stato progettato per nutrire il nascituro fino al completo sviluppo. Quali sono le peculiarità nutrizionali? «Le peculiarità nutrizionali dell’uovo sono costituite da proteine di elevato valore biologico contenute sia nel tuorlo sia nell’albume, da un elevato livello di fosfolipidi, da un alto rapporto acidi grassi insaturi/saturi, all’incirca


pari a 2, da un altrettanto elevato rapporto polinsaturi/saturi pari a 0,7-0,8, (ben al di sopra del minimo raccomandato di 0,35), da un buon contenuto in vitamine liposolubili ed idrosolubili con la sola eccezione della vitamina C e da un elevato contenuto di minerali (Ca, Mg, S, P, Cl, Na, Fe). È ricco in fosforo e di ferro che in un uovo si ritrova in quantità pari a circa 1/3 del fabbisogno giornaliero dell’uomo. La parte edibile dell’uovo è però carente di calcio che invece è contenuto in abbondanza nel guscio da dove viene mobilizzato dall’embrione per il suo sviluppo». Ma oltre alle proteine l’uovo contiene altre sostanze di elevato valore nutritivo, ad esempio i lipidi... «Sì è vero. I lipidi rappresentano un importante componente dell’uovo, che ne contiene circa 5 g costituiti principalmente da trigliceridi e fosfolipidi concentrati tutti nel tuorlo. Sono lipidi facilmente digeribili in quanto si trovano allo stato di emulsione. I fosfolipidi rappresentano un materiale assai importante per la sintesi cellulare e per la funzionalità delle membrane. Il contenuto lipidico dell’uovo è stabile, mentre la composizione in acidi grassi può essere modificata attraverso manipolazioni della componente lipidica della dieta della gallina». Per anni le uova sono state indicate come alimenti portatori di colesterolo. Così come altri prodotti di origine animale, si tratta di accuse infondate, ma che hanno molto nociuto al consumo di questi importanti alimenti. Qual è oggi la situazione? «La profilassi delle malattie cardiovascolari a partire dagli anni ‘70 ha rappresentato un indubbio fattore di sviluppo del settore della carne bianca, ma nei Paesi industrializzati ha determinato anche una forte contrazione dei consumi di uova legata all’elevato contenuto di colesterolo presente in questo alimento. Questo è facilmente comprensibile se si considera che l’uovo per noi è un alimento, ma in natura rappresenta lo strumento di perpetuazione della specie, il cui contenuto deve permettere lo sviluppo dell’embrione e la nascita del pulcino. Oggi il livello di colesterolo si attesta attorno a valori di 200-220 mg/uovo rispetto ai 270-300 mg dei vecchi standard: la riduzione è dovuta al forte incremento della produttività degli ibridi attualmente utilizzati che di fatto ha determinato un effetto di “diluizione” del colesterolo prodotto dalla gallina. Per lungo tempo il colesterolo è stato considerato responsabile delle principali patologie cardiovascolari dei consumatori, per la relazione tra tasso ematico di questo lipide e l’insorgenza di tali patologie. Da questo ne è conseguito il suggerimento dei dietologi di ridurre il consumo di alimenti ricchi di colesterolo, quindi anche di uova».

Com’è l’uovo moderno? «Dobbiamo chiarire che il colesterolo non deve essere considerato esclusivamente come una molecola con effetti negativi per la salute dell’uomo, perché non dobbiamo dimenticare come esso sia un componente essenziale delle membrane cellulari, un precursore di ormoni e sia utilizzato dal fegato per la sintesi degli acidi biliari necessari per la digestione degli alimenti. Inoltre solo il 20% del colesterolo ematico è di origine alimentare, mentre il restante 80% deriva dalla sintesi endogena e quindi legato alle caratteristiche genetiche dell’individuo. Recenti studi epidemiologici, relativi a morbilità e mortalità, indicano come non vi sia alcuna relazione tra dieta e incidenza di malattie cardiovascolari quando si considerino altre componenti della dieta quali grassi dietetici nel complesso, il contenuto di fibra ed il consumo di frutta e verdura. In differenti popolazioni che consumano quantità simili di colesterolo e di acidi grassi saturi si è osservata una diversa incidenza di malattie cardiovascolari». Qual è allora il consumo ottimale di uova? «È stato messo in evidenza come il consumo di 2 uova al giorno non aumenti il colesterolo plasmatico, avvalorando l’ipotesi che l’elevato tasso di fosfolipidi del tuorlo, pari a circa 2 g, innalzi il livello di lipoproteine ad alta densità responsabili del trasporto del colesterolo in eccesso dai tessuti periferici al fegato, esercitando così un effetto benefico sulla colesterolemia del consumatore. In sostanza è stato ridimensionato il ruolo del colesterolo alimentare e quello dell’uovo e solo le persone affette da particolari dismetabolie dovrebbero evitare l’assunzione di alimenti ricchi in colesterolo».

Curiosità È nato prima l’uovo o la gallina? Finalmente posso fornirvi la risposta definitiva a questa domanda retorica di eccellenza che ha tormentato la nostra logica fin dalla remota infanzia: è nato prima l’uovo! Infatti, l’uovo è il primordiale sistema di riproduzione degli animali vertebrati, i pesci, dai quali si sono poi evoluti i dinosauri, apparsi sulla terra circa 240 milioni di anni e scomparsi improvvisamente 60 milioni di anni fa, i quali anche loro si riproducevano “facendo l’uovo”. Poiché gli uccelli sono i diretti discendenti dei dinosauri, tanto da essere stati classificati dai naturalisti nella stessa classe dei Dinosauria, possiamo senza ombra di dubbio affermare che i pennuti sono certamente esistiti molto tempo dopo che la natura aveva messo a punto le uova. Per cui, è nato prima l’uovo della gallina.

Possiamo dire allora che l’uovo è un perfetto componente della dieta dell’uomo? «Senza ombra di dubbio si può affermare che all’uovo non manchi nulla per essere un alimento completo ed ottimale per l’organismo umano».

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almanacco di barbanera

È marzo: si riparte Da ricordare Sabato 19 marzo – San Giuseppe, Festa del papà A marzo si celebra il mite Giuseppe, sposo di Maria, padre di Gesù, falegname, e per questo patrono degli artigiani. Ma sotto la sua barba lunga, sotto il suo mantello, si cela anche un’altra figura, quella del vecchio anno che lascia il posto al ritorno della primavera. Marzo era infatti nel calendario di Romolo il primo mese dell’anno, in cui l’anno vecchio moriva il 19, per rinascere il 21, antico capodanno, giorno dell’equinozio di primavera, della “prima stagione”. Poi, dai primi anni del XX secolo, in Italia e in altri Paesi europei, il giorno di San Giuseppe, il padre per antonomasia, è diventato anche quello della festa del papà, che si celebra nel nostro Paese al nord e al centro con le frittelle di riso, le zeppole di San Giuseppe, al sud con gli sfinci, frittelle ricoperte di miele. Lunedì 21 marzo – Equinozio di primavera Dopo il Capodanno, l’arrivo della primavera è forse il momento dell’anno più denso di suggestioni e significati. Piena di vitalità, di nuove speranze, la luce della nuova stagione spazza via le tenebre dell’inverno. Astronomicamente parlando prende avvio con l’equinozio, in cui notte e dì hanno uguale durata. 22

di M. Pia Fanciulli

Mutevole e repentino, imprevedibile e instabile, dominato com’è da un passaggio affascinante come l’equinozio di primavera, questo è il mese della rinascita, delle feste che anticamente celebravano l’avvio di un nuovo ciclo, dell’uomo e della natura. In una campagna al suo primo risveglio

Anche se l’apparenza inganna i sensi. Complice infatti la rifrazione dei raggi solari dovuta all’atmosfera terrestre, la percezione è che il periodo di luce sia maggiore, perché il sole ci appare prima che sia effettivamente sorto, mentre continuiamo a vederlo anche dopo il tramonto, per 10 minuti in più, con la sensazione di una notte più corta. Andando indietro nel tempo, l’equinozio coincideva con l’inizio del nuovo anno, affollato di riti e feste che celebravano la ripresa della vita e che seminavano la terra di fuochi e danze. Con uno scopo: assicurarsi buoni raccolti. Si credeva che più alti fossero stati i salti dei danzatori, più alto sarebbe cresciuto il grano. Domenica 27 marzo – Ora legale estiva Appuntamento con il tempo da non dimenticare. Anche perché il rischio potrebbe essere quello di perdere l’occasione della vita per il semplice fatto di essere arrivati con un’ora di ritardo. Meno male che è domenica, così le possibilità di mancare qualcosa di importante si riducono. Tutt’al più si perderà un treno! Comunque, è da tenere bene a mente che domenica 27, alle ore 02, le lancette dei nostri orologi dovranno essere spostate alle 03. Si dormirà un’ora di meno, ma avremo un’ora di luce in più. E sarà così fino al ripristino dell’ora solare, che tornerà domenica 30 ottobre.

Sole e Luna Il Sole Il 1° sorge alle 06.36 e tramonta alle 17.50 L’11 sorge alle 06.20 e tramonta alle 18.01 l 21 sorge alle 06.03 e tramonta alle 18.13 Il 1° marzo si hanno 11 ore e 14 minuti di luce solare mentre il 31 si hanno 12 ore e 39 minuti. Si guadagnano 85 minuti di luce solare.

La Luna Il 1° sorge alle 04.37 e tramonta alle 14.46 Il 12 tramonta alle 00.44 e sorge alle 10.00 Il 21 tramonta alle 06.31 e sorge alle 20.50 La luna è all’apogeo domenica 6 alle ore 10. È al perigeo sabato 19 alle ore 21.

Luna in viaggio In questo mese i giorni favoriti dalla luna per gli spostamenti sono: 1, 2, 3, 24, 25, 29, 30.


Orti e dintorni

Belli e sani La terra si risveglia e noi con lei. Una buona vitalità ci pervade senza risparmiarci però talvolta una lieve sensazione di stanchezza. Per far fluire al meglio le nuove energie che la stagione dona, una mano può venirci dalle arti marziali. Scegliamone una ed iscriviamoci ad esempio ad un corso di Tai Chi, disciplina che nasce dalla mescolanza di taoismo e medicina tradizionale cinese. Nel Tai Chi i movimenti continui, misurati, armoniosi, si susseguono fino a sembrare danza, eseguita con lentezza e armonia calcolata. Può essere praticata a tutte le età, anche le più avanzate. È efficace per sviluppare equilibrio e resistenza, per migliorare le funzioni cardiorespiratorie, per risolvere problemi articolari, ansia, stress e tensioni di vario tipo. Ma soprattutto ci aiuterà a cambiare la percezione del nostro corpo, che non ci apparirà più una sorta di congegno, una macchina al nostro servizio, ma qualcosa di valore da amare e rispettare. Che i fiori siano belli alla vista e piacevoli all’odorato è risaputo. Noto è anche come molti vengano utilizzati in preparati di grande efficacia per la salute e la bellezza. Tra questi ci sono anche le delicate primule che spuntano ai primi di marzo dalla terra ancora addormentata. Grazie alle sostanze e ai principi che contengono, queste familiari piante favoriscono i processi metabolici, hanno una forte azione espettorante, agiscono sugli organi del sistema ritmico: cuore e polmoni. I loro fiori si potranno utilizzare per la preparazione di tisane contro emicranie e vertigini. Primule anche per i trattamenti di bellezza. Si può ad esempio fare un bagno di vapore per la pulizia del viso aggiungendo due manciate di fiori freschi e un cucchiaino di bicarbonato a un litro di acqua bollente. Dopo aver tenuto il viso sopra al vapore per almeno cinque minuti, si risciacquerà la pelle con acqua fresca, per poi finire applicando una crema leggera.

luna crecsente

luna calante

Nessun mese ha così tanti proverbi agricoli quanto marzo. Con la primavera arriva infatti il momento delle grandi manovre nell’orto, ma anche degli innesti e delle ultime potature nel frutteto. E poi c’è la campagna, ci sono i prati che riprendono, generosi, a donarci le gustosissime erbe spontanee: cicoria, vitalba, raponzoli, strigoli e magari a fine mese i primi asparagi! Seguendo la luna nell’orto, è tempo di seminare all’aperto, in calante (dal 1° al 3 e dal 20 al 31), indivie, lattughe, spinaci, bietole e carote, ma anche di impiantare le “zampe” di asparago. A fine luna si interrano i tuberi di patata. È bene invece attendere la luna crescente (dal 5 al 18) per seminare zucchini e zucche, pomodori da conserva, peperoni e melanzane e per sarchiare le fragole togliendo le infestanti. Se poi ci si occupa anche del giardino, la luna calante ci assisterà nella messa a dimora degli arbusti da fiore, dei bulbi estivi e nel potare le siepi. Siamo alla ricerca di un bell’arbusto resistente e decorativo? Ecco il “pallon di maggio” o “palla di neve” che sta conquistando sempre più estimatori. Se ci affascinano infatti i giardini d’altri tempi, quelli dai fiori semplici e gentilmente profumati, allora il viburno fa per noi. Questa pianta, il cui nome scientifico è Viburnum opulus, si trapianta a marzo. Molto decorativo, raggiunge i quattro metri d’altezza e fiorisce generosamente ad aprile-maggio. Poco esigente, predilige posizioni soleggiate ma non teme le basse temperature. Si accontenta delle piogge, chiedendo qualche annaffiatura solo nei periodi particolarmente asciutti.

Saggezza popolare • Marzo un sole e un guazzo. • Se non vuoi la botte vuota, di marzo lega e pota. • San Giuseppe (19 marzo) frittellaio, di frittelle ne fece un caldaio. • Non c’è marzo così bello, senza neve sopra il cappello. • L’Annunciazione di Maria (25 marzo) l’inverno caccia via. • Sole di marzo, acqua di mare, donna che fischia: non ti fidare. • Se canta il cucco sulla quercia nera, ricordati che è primavera. • Marzo, re dei capricci, ogni giorno combina pasticci. • Chi ha un buon ciocchetto, lo serbi a marzetto. • Luna marzolina fa crescere l’insalatina.

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di X dalle nostre ambasciate xxx xxxxxx

Statale, il borgo del pesto ligure I lettori hanno aderito al nostro invito di diventare ambasciatori. Qui di seguito le loro segnalazioni, i loro commenti, le profonde riflessioni Statale è una frazione del comune di Ne, in provincia di Genova. Ci si arriva uscendo dall’autostrada a Lavagna, svoltando a destra si entra a Cogorno e si prosegue per la Val Graveglia. Prende il nome dal fiume che costeggia tutta la valle. Statale è a circa 600 metri: ha 94 abitanti fissi, ma l’estate forse arrivano a 200. Ha un buon ristorante gestito da un signore ligure. Si mangia molto bene: si chiama Paganini. A Statale, il 30 maggio si festeggia la Trinità: messa e pranzo sul piazzale della chiesa, menù ligure preparato delle signore del posto. Il 20, 21 e 22 agosto si festeggia il patrono San Bartolomeo: tombolata, gastronomia e danze. Di solito i piatti preparati sono: antipasti vari con pezzi di polpettoni di verdure secondo la stagione, ravioli di borraggine con sugo di carne (tucu è il nome in genovese), trenette al pesto, asado (pancia di vitello o manzo cotto per tantissime ore lontano dal fuoco di brace), testaeù (sorta di focaccette condite con il pesto) e dolci casalinghi di vari tipi. Il pesto è buonissimo: io abito in Liguria da 39 anni, ma il pesto di Statale non l’ho mangiato in nessun posto. Giovanna Lorito – Lavagna (Genova)

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Gli psicologi “low cost” La psicoterapia? Un diritto di tutti e non un lusso di pochi. Da questa convinzione muovono gli psicologi “low cost”, un gruppo di professionisti che ha dato vita all’Associazione Spsp (Servizi psicologici per la salute della persona), con l’obiettivo di rendere accessibile a tutti un aiuto psicologico offrendo sul territorio romano una serie di servizi rivolti al benessere della persona e della comunità. Loredano Farina - Roma Calano le vendite al dettaglio Le vendite al dettaglio continuano a calare. Non lo dicono solo i dati Confesercenti, ma anche quelli Istat. E il settore alimentare è quello più penalizzato. Tutto ciò crea una forte incertezza individuale sul nostro futuro di commercianti. Tommaso Neri - Cremona I nodi rimangono quelli della crescita economica e degli strumenti utili alle imprese per investire in innovazione e sviluppo. Le risorse vanno trovate tagliando sprechi ed eccessi, razionalizzando enti ed istituzioni, finalizzando il tutto allo sviluppo, alla riduzione del debito e alla diminuzione della pressione

fiscale. Obama in queste ore ha chiesto al Congresso americano meno tasse per le imprese e ha rilanciato l’obiettivo di tagliare le spese. Verrebbe la voglia di dire: peccato che Obama non sia un politico italiano. Il suo discorso sui veri problemi dello sviluppo sarebbe stato utile anche per il nostro Parlamento.

All’iniziativa si può aderire attraverso il servizio sms: n° 346/0286745 e il nostro blog: Viedelgusto.blogspot.com



di Gilda Ciaruffoli

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Veneto

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Mentre la città è messa sotto sopra da maschere in gara per aggiudicarsi il premio di più bella, in un’invasione - tutta al femminile, visto che il tema del carnevale di quest’anno è “Ottocento, la città delle donne” - di eroine romantiche in festa… presso i padiglioni dell’Expo si svolge la Fiera del Carnevale di Venezia: le Regioni d’Italia, tra Turismi e Sapori. Protagonisti aziende e artigiani che mettono in mostra le proprie eccellenze. Così tra sfilate di carri allegorici e giochi coinvolgenti, una serie di forniti stand offrono l’opportunità di trovare articoli davvero unici e di gustare le bontà locali, visto l’ampio spazio dedicato all’enogastronomia. 3-6 marzo, Venezia - Info: www.carnevale-venezia.com

Gusto senza maschera

Friuli Venezia Giulia

Il manzo in passerella

L’ultimo sabato di carnevale, a Grado, va in scena una suggestiva rievocazione medievale con la sfilata del Manso Infiocao, che attraversa calli e campielli della cittadina. La sfilata ricorda il tributo di dodici maiali e un manzo che gli abitanti di Aquileia dovevano consegnare ogni giovedì grasso ai gradesi meno abbienti. Il Manso Infiocao, che in gradese significa “manzo infiocchettato”, è divenuto il simbolo dell’evento. La festa è anche l’occasione per gustare il biscotto del Manso Infiocao, un dolce simile ad una ciambella, ricoperto di zucchero, la cui ricetta risale al Trecento. 5 marzo, Grado (Go) Info: www.comune.grado.go.it

Sardegna

Archivio Fondazione Sa Sartiglia Onlus – Foto di Gianfranco Casu

L’isola del carnevale

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Si rinnova a Oristano la tradizione centenaria della Sartiglia. Giostra cavalleresca in cui si sfidano audaci cavalieri,
si tratta di una corsa all’anello, o meglio alla stella, ed è anche una festa della prosperità e della speranza. La Sartiglia è il tipico carnevale di Oristano, che si apre al rullo dei tamburi, e si svolge secondo un preciso rituale che vede tra i momenti più attesi la corsa del cavaliere con la spada in pugno acclamato dalla folla esultante. La Sartiglia rappresenta un’ottima occasione per gustare i prodotti locali, proposti nelle bancarelle del centro che trasformano le vie della città in un percorso enogastronomico oltre che culturale. 6-8 marzo, Oristano Info: www.sartiglia.info

Emilia Romagna

Parole in fumo… anzi fumetto

Il mondo delle bande dessinée è protagonista di BilBOlbul, Festival Internazionale di fumetto, che rafforza quest’anno la sua identità basata su tre linee guida: la centralità degli autori, la contaminazione tra fumetto e arti e l’approccio divulgativo. Come da tradizione BilBOlbul dedica una retrospettiva a un maestro del fumetto contemporaneo; per questa edizione si è scelto di omaggiare il lavoro di José Muñoz. L’altra grande mostra del Festival è dedicata a Vanna Vinci, una delle voci più significative nel panorama del fumetto italiano. Ampio spazio è dedicato al rapporto tra fumetto e letteratura e a quello con il cinema, mondi legati a doppio filo all’identità culturale della città. 2-6 marzo, Bologna Info: www.bilbolbul.net


Piemonte

Bontà superlative

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È una rassegna degli antichi mestieri, una rievocazione storica con sfilata, ma anche una mostra mercato del prodotto tipico, la Sagra del Polentonissimo. Cuore della festa è lo “scodellamento del polentonissimo”, sul fuoco dalle prime ore del mattino, che rievoca antiche cerimonie propiziatorie legate all’arrivo in paese dei magnin, gli stagnini, che stagnavano le pentole e, secondo una leggenda, si lega a un atto di generosità del Marchese del Carretto, che sfamò con polenta, frittata di cipolle e salsiccia un gruppo stremato dalla fame. Per ringraziarlo, il gruppo regalò al paese l’enorme paiolo di rame in cui viene tuttora cotta la gigantesca polenta. 13 marzo, Monastero Bormida (At) Info: www.comune.monasterobormida.at.it

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Liguria

Focaccia, pesto e non solo

Torna, nello splendido borgo di Finale Ligure, la tre giorni dedicata alle produzioni locali, il Salone dell’Agroalimentare, allestito presso il complesso monumentale trecentesco di Santa Caterina. Come consuetudine, il Salone è suddiviso in aree tematiche: Carruggio del Pesto, Largo dell’Olio, Saletta dei Presidi Slow Food, Mercato del Pesce, Piazzetta della Focaccia, dedicata alla focaccia classica e a quella di Recco… Il tutto esclusivamente Made in Liguria per rendere omaggio alle produzioni presenti sul territorio che si sono distinte per il recupero delle tradizioni. 11-13 marzo, Finale Ligure (Sv) Info: www.saloneagroalimentareligure.org

Toscana

Tradizioni rinnovate

La Notte dei Rivolti, tradizione che si è protratta fino a qualche decennio fa, iniziava la notte dell’ultimo di carnevale: dopo aver festeggiato, i“festaioli” iniziavano a fare i rivolti - pietanza povera ottenuta con farina e acqua - e uova sode; durante la giornata avveniva il miracolo, ovvero il “battesimo del maiale a baccalà”, con tutta la carne pronta per essere mangiata che si trasformava in baccalà… la quaresima era così rispettata e la festa salva! La tradizione, ribattezzata e rinnovata, è recentemente tornata in auge. Cuore dell’evento la preparazione e la distribuzione dei rivolti, e la voglia di far rivivere quel sano spirito goliardico ancora vivo tra la gente del posto. 9 marzo, Cinigiano (Gr) Info: www.prolococinigiano.org

Abruzzo

Da morir dal ridere…

Oggi considerato dall’Unesco tradizione locale da salvaguardare, il Carnevale Morto non ha riscosso sempre lo stesso successo. Il suo svolgimento è stato ostacolato fin dalle origini a causa dello spirito fortemente irriverente della festa le cui prime edizioni si sono svolte negli anni Venti del ’900, organizzate da gruppi di giovani insofferenti al regime. L’evento prevede, oggi come ieri, la processione del Carnevale, impersonato da un fantoccio trasportato in una bara, accompagnato dalla banda che suona la marcia funebre di Chopin e dai canti satirici degli abitanti del paese. Come da tradizione, il “funerale” si conclude con la degustazione dei dolci tipici, castagnole e chiacchiere, bagnate dal vin brulé preparato dal Gruppo Alpini di Montorio. 9 marzo, Montorio al Vomano (Te) Info: www.comune.montorio.te.it 27


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Friuli Venezia Giulia

Vietato distrarsi

Olio Capitale 2011 è il 
5° Salone degli oli extra vergini tipici di qualità, una vetrina internazionale per conoscere le migliori produzioni nazionali ed estere. Caratteristica peculiare della manifestazione è quella di presentare l’olio in esclusiva, senza abbinarlo ad altri prodotti alimentari che notoriamente distraggono l’attenzione dall’extra vergine: tutta l’esposizione, la promozione, la pubblicità, gli eventi collaterali, sono focalizzati sul solo prodotto olio d’oliva. Corsi di cucina, seminari tecnici, talk show, degustazioni, un ricco programma di convegni arricchiscono l’offerta del Salone, durante il quale si svolge anche un concorso riservato agli oli extra vergini di oliva tipici e di qualità prodotti nell’area del Mediterraneo, nel quale un ruolo di primaria importanza hanno i visitatori chiamati a giudicare i prodotti in gara. 18-21 marzo, Trieste - Info: www.oliocapitale.it

Piemonte

Unità al cioccolato

Una grande penisola di cioccolata: è con questa maxi installazione che Cioccolatò festeggia il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, inaugurando la manifestazione torinese dedicata al cibo degli dei. Ad affiancare la grande Italia ci saranno i Mille di Cioccolatò, i mille cioccolati italiani, rappresentativi di tutti i distretti del cioccolato - dal Gianduja District ai distretti di Cuneo, Varese e Belluno, dalla Tuscan Chocolate Valley a Modica, passando per l’Umbria - tutti protagonisti di degustazioni guidate. Completa il goloso percorso la mostra Gli Italiani e il Cioccolato. Dal 17 marzo, Torino Info: www.cioccola-to.it

Marche

Il festival del tipico

Il Festival dei prodotti tipici delle Marche è una vetrina a tutto tondo delle eccellenze locali: la crescente attenzione al connubio produzioni-territorio ha trasformato la manifestazione in un vero e proprio Made in Marche Festival. L’evento resta un’occasione per assaggiare e acquistare olive ascolane, ciauscolo, maccheroncini di Campofilone, vino cotto, salame di Fabriano, prosciutto di Carpegna e il pregiato pesce dell’Adriatico. Grande spazio è dedicato al confronto con le cucine di altre realtà italiane e straniere: ospiti d’onore la provincia spagnola di Segovia e la Regione Siciliana. 19-21 marzo, Fermo Info: www.tipicita.it 28

Emilia Romagna

In onore dell’Artusi

Nel centenario della morte del padre della cucina italiana, Pellegrino Artusi (1911-2011), Forlimpopoli, sua città natale, promuove assieme a Firenze, città di adozione, un ricco calendario di iniziative che proseguiranno fino al 2012. Le danze si aprono il giorno dell’Unità d’Italia quando, in contemporanea in diverse città italiane, viene servita una cena artusiana realizzata con prodotti locali e nell’ambito delle tradizioni territoriali, promossa dall’ordine professionale dei Maestri di Cucina ed Executive Chef in collaborazione con il Comitato delle celebrazioni artusiane e, in ogni città, con le scuole alberghiere, gli istituti di ristorazione e i cuochi locali. 17 marzo, località varie info: info@pellegrinoartusi.it


Foto di Cosimo Filippini

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Lombardia

Scelte buone e giuste

Torna Fa’ la cosa giusta!, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Quest’anno grande protagonista è l’alimentazione, con una sezione speciale dedicata al cibo buono e giusto: non solo agricoltura biologica o biodinamica, produttori a filiera corta o a km zero, ma anche ricette contro lo spreco e percorsi interattivi alla scoperta dei prodotti culinari. Da non perdere, all’interno della sezione speciale “Mangia come parli”, l’iniziativa “La cucina fa spettacolo”, dove, in uno spazio attrezzato con prodotti ed elettrodomestici eco-friendly, cuochi milanesi, food blogger, consorzi di produttori, semplici appassionati e vip dei fornelli si alternano nel presentare ricette legate alla tipicità, al riuso degli scarti, alla sperimentazione. 25-27 marzo, Milano - Info: www.falacosagiusta.org

Emilia Romagna

A tavola come una volta

Foto di Alberto Gori

Fa tappa a San Secondo la manifestazione Il Ponte dei Sapori, che lega alcuni comuni della bassa parmense in un percorso culturale ed enogastronomico che vede protagoniste le eccellenze del territorio e la riscoperta delle tradizioni locali. Tra esposizioni e mercatini biologici, degustazioni e artigianato artistico, a stuzzicare i palati sono il Parmigiano Reggiano, il culatello, il fiocchetto, il violino… e le tante golosità della tradizione locale. 27-28 marzo, San Secondo (Pr) Info: www.pontedeisapori.it

Umbria

Una “dolce” nonnina

Quella di Segamo la Vecchia è una tradizione antica. A Gubbio, viene preparato un enorme biscotto a forma di “vecchia” che viene spezzettato e distribuito agli abitanti. Le origini dell’usanza non sono certe ma è certo che la “vecchia” simboleggia la Quaresima, tempo di privazioni e sacrifici: “segarla” vuol dire interrompere i quaranta giorni di digiuno per concedersi qualche licenza nel mangiare. Tra musiche e canti, a Gubbio è possibile assaggiare il proprio pezzettino di “vecchia” di pasta frolla, per trascorrere una giornata in dolcezza. 31 marzo, Gubbio (Pg) Info: www.comune.gubbio.pg.it

Località varie

tesori da scoprire

Il patrimonio artistico e naturalistico italiano è protagonista della 19ª edizione Giornata FAI di Primavera che prevede l’apertura straordinaria di 660 monumenti in tutte le regioni italiane. Il Palazzo del Quirinale a Roma, Palazzo Pisani a Venezia, le Catacombe di San Gennaro a Napoli, gli appartamenti restaurati della Villa Reale di Monza sono solo alcuni dei centinaia di siti messi eccezionalmente a disposizione del pubblico.In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, il FAI - Fondo Ambiente Italiano dedica alcuni percorsi al Risorgimento con itinerari, visite speciali, mostre e concerti per rendere i cittadini più consapevoli ed orgogliosi del prezioso patrimonio culturale che li unisce e li identifica. 26-27 marzo, località varie Info: www.giornatafai.it 29


appuntamenti in breve 41 1

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Carnevale in Val Gardena

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Molti eventi ai quali partecipare in maschera e sci. Dal 3 marzo, località varie Trentino Alto Adige Info: www.valgardena.it 2

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Sagra di Carnevale

Degustazione dei maccheroni col sugo di “squccidde” di maiale. 3-8 marzo, Larderia (Me) - Sicilia Info: www.comune.messina.it 3

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14 6

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8 45

Carnevale

Si svolge la tradizionale Sagra della Salsiccia. 3-8 marzo, Chiaramonte Gulfi (Rg) - Sicilia Info: www.comune.chiaramonte.rg.it 5

ArtistInMostra

Punto d’incontro per pubblico e artisti. In contemporanea con Mercanteinfiera. 4-6 marzo, Parma - Emilia Romagna Info: www.artistinmostra.it 6

Buon Vivere

Un itinerario del gusto legato all’idea di vita all’aria aperta. 4-6 marzo, Piacenza - Lombardia Info: www.buonvivere.info 7

Sagra della ciambella

34ª edizione della festa del tipico dolce. 4 marzo, Boville Ernica (Fr) - Lazio Info: comune.boville-ernica.fr.it 8

Sorgentedelvino Live

Mostra di vini naturali per gli amanti del buon bere. 5-6 marzo, Castello di Agazzano (Pc) Lombardia Info: www.sorgentedelvinolive.org 9

Ortogiardino

Salone della floricoltura, vivaistica, orticultura. 5-13 marzo, Pordenone Friuli Venezia Giulia Info: www.ortogiardinopordenone.it 10

Féta dou Barò

Festa dei coscritti classe 1992 con canti, balli e vino. 5 marzo, Cogne (Ao) - Valle d’Aosta Info: www.cogne.org 30

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Carnevale di Cetraro

Concerto, sfilata di carri e fuochi pirotecnici. 3-8 marzo, Cetraro (Cs) - Calabria Info : tel. 0982999501 4

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Carnevale a Santa Maria a Vico

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Intrattenimento musicale e teatrale nelle piazze del paese. 5-8 marzo, Santa Maria a Vico (Ce) Campania Info: www.comune.santa-maria-a-vico.ce.it 12

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DolceCarnevale

Tradizionale distribuzione di dolciumi. 6 marzo, Camerino (Mc) - Marche Info: www.comune.camerino.mc.it 13

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Sant’Agata in Fiore

Mostra mercato florovivaistico. 6 marzo, Sant’Agata dei Goti (Bn) Campania Info: www.eptbenevento.it 14

Battaglia delle arance

Manifestazione storica del carnevale locale. 7 marzo, Ivrea (To) - Piemonte Info: www.carnevalediivrea.it 15

La Mascherata del Diavolo

Protagonista il diavolo vestito di pelli di capra. 8 Marzo, Tufara (Cb) - Molise Info: www.comune.tufara.cb.it 16

Sagra della Fregnaccia

Degustazione della fregnaccia, frittella con uva passa e mentuccia. 8 marzo, Acquapendente (Vt) - Lazio Info: www.comuneacquapendente.it 17

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Sagra della frittata e salsicce

Degustazione di dolci tipici e di salsicce con frittata. 8 marzo, Vallerotonda (Fr) - Lazio Info: www.vallerotonda.net

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Sagra della Polenta

Tradizionale manifestazione enogastronomica. 8 marzo, Nemoli (Pz) - Basilicata Info: www.nemoli.net 19

Carnevale dei Poveri

Sfilata di 12 asini, addobbati con costumi colorati. 9 marzo, Olevano sul Tusciano (Sa) - Campania Info: www.olevano.it
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Cioccolosità

Si assaggia solo cioccolato artigianale. 11-13 marzo, Monsummano Terme (Pt) Toscana Info: www.cioccolosita.it 21

Il Veneto al 300x100

Protagonisti 300 vini e 100 aziende vinicole. 12 marzo Susegana (Tv) - Veneto Info: www.aisveneto.it


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Sagra del Carciofo

Appuntamento per gli amanti delle tipicità gastronomiche. 12-13 marzo, Uri (Ss) - Sardegna Info: www.comune.uri.ss.it 23

Taste n° 6

Salone dedicato alle eccellenze del gusto e dell’Italian Lifestyle. 12-14 marzo, Firenze - Toscana Info:
www.fuoriditaste.it
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Antiquaria

Mostra mercato d’arte e antiquariato. 12-20 marzo, Padova - Veneto Info: www.padovafiere.it 25

Festa della Pulendina

Tramanda la tradizionale mestatura e cottura della polenta di farina di castagne. 13 marzo, Vernio (Po) - Toscana Info: www.comune.vernio.po.it

Terre di Toscana

Degustazione che raduna il top della produzione regionale. 13-14 marzo, Lido di Camaiore (Lu) Toscana Info: www.acquabuona.it/2010/11/terre-di-toscana 27

Artexpo Arezzo

Dedica due macro sezioni al Moderno e al Contemporaneo e un padiglione alle accademie. 17-21 marzo, Arezzo - Toscana info: www.artexpoarezzo.it 28

Sagra dell’arancia

Si celebra l’Arancia rossa di Sicilia Igp. 18-20 marzo Centuripe (En) - Sicilia Info: www.comune.centuripe.en.it 29

Children’s Tour

Salone delle vacanze 0-14. Occasione d’incontro tra esperienze turistiche rivolte alle famiglie. 18-20 marzo, Modena - Emilia Romagna Info: www.childrenstour.it 30

Giardini d’autore

Mostra mercato dedicata al giardinaggio. 18-20 marzo, Riccione - Emilia Romagna Info: www.giardinidautore.net 38 17

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Suggestiva processione tradizionale. 19 marzo, Mammola (Rc) - Calabria Info: www.prolocomammola.org 33

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Le tavole di San Giuseppe

Il palo della cuccagna

Gioco a squadre nel giorno di San Giuseppe. 19 marzo, Alberona (Fg) - Puglia Info: www.alberona.org 35

Falò di San Giuseppe

Accensione dei tradizionali falò. 19 marzo, Bovino (Fg) - Puglia Info: www.prolocobovino.it 36

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San Giuseppe nel borgo antico

Tavole imbandite dove i commensali invocano San Giuseppe. 19 marzo, Nociglia (Le) - Puglia Info: www.comune.nociglia.le.it

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Vintage

Salone-mercato per gli amanti degli oggetti “d’annata”. 18-20 marzo, Forlì - Emilia Romagna Info: www.fieravintage.it

Il falò di San Giuseppe

Accensione di falò in vari quartieri. 19 marzo, Montescaglioso (Mt) - Basilicata Info: www.montescaglioso.net

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I favor’ di San Giuseppe

In ogni quartiere un falò e uno spazio dedicato alla gastronomia locale. 19 marzo, Venafro (Is) - Molise Info: www.comune.venafro.is.it 38

Festa di San Giuseppe

Gli abitanti invitano i compaesani a pranzo. 19 marzo, Civitacampomarano (Cb) - Molise Info: www.comune.civitacampomarano.cb.it 39

Celebrazioni Benedettine

Sfilata del corteo storico medievale e cammino di San Benedetto. 21 marzo, Norcia (Pg) - Umbria Info: www.comune.norcia.pg.it 40

Vernice Art Fair

Evento dedicato al mondo dell’arte. 25-27 marzo, Forlì - Emilia Romagna Info: tel. 0543777420/798466
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Gran Premio Giovanissimi

Evento che coniuga lo sci agonistico e il divertimento dei piccoli partecipanti. 25-27 marzo, Val Gardena Trentino Alto Adige Info: www.valgardena.it 42

Cavour gourmet

Mostra dedicata agli aspetti intimi della vita del conte Camillo Benso. Dal 26 marzo, Torino Piemonte Info: www.pralormodesign.com 43

Love chocolate

Iniziative “cioccolatose” a tema: degustazioni, concorsi, laboratori. 26-27 marzo, San Benedetto del Tronto (Ap) Marche Info: www.lovechocolate.it 44

Arte Pordenone

Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea. 26-28 marzo, Pordenone Friuli Venezia Giulia Info:
www.artepordenone.it 45

Festa di San Giuseppe

Acquisti per la nuova stagione agricola. Degustazione dei Ferso, frittelle di pastella. 27 marzo, Borghetto di Borbera (Al) Piemonte Info: www.comune.borghettodiborbera.al.it 46

Nel mondo dei sentimenti

Concorso di Narrativa e Poesia. Tema di quest’anno: l’egoismo. 28 marzo, Lagosanto (Fe) Emilia Romagna info: www.comune.lagosanto.fe.it 31


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P. Grafico: Piaemme.net - Pescara

Le confetture dello gnomo


SOS beni culturali cover story

Un’opportunità da sfruttare L’Italia, che con 45 siti censiti dall’Unesco ha il record mondiale dei patrimoni dell’umanità, è da serie B in fatto di gestione e valorizzazione di musei, siti archeologici e monumenti. Nonostante i ripetuti crolli, da Pompei a Padova, lo Stato taglia i fondi destinati al mantenimento dei gioielli che tutto il mondo ci invidia di Luca Borghi

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Pompei affidata alla Protezione civile. La Domus Aurea chiusa per crolli. Ma la lista nera dei beni culturali a rischio di estinzione è molto più drammatica. Da Nord a Sud, infatti, lo stato di salute di siti archeologici, musei, monumenti a cielo aperto è una rovina. E dire che l’Italia vanta il primato assoluto di luoghi patrimonio dell’umanità: ben 45, contro i 42 della Spagna e i 40 della Cina, i 35 della Francia e i 21 degli Stati Uniti. Paesi che, guarda caso, ci hanno di gran lunga superato nella classifica del turismo internazionale. Insomma, la legge dei numeri è impietosa: se da una parte lo Stato taglia i fondi per i restauri - appena 50 milioni di euro per i prossimi tre anni -, dall’altra gli ingressi ai musei sono crollati sotto i 9 milioni, la metà rispetto a ciò che accade in Francia, Regno Unito e Usa. Alcune fotografie locali, poi, sono da serie B: il parco archeologico di Siponto, nel Foggiano, ha avuto solo 4 visitatori; il museo di Palazzo reale a Pisa appena 299, il museo archeologico di Formia 775 e poco più di mille ne ha contati il museo archeologico nazionale di Parma. Roba da scandalo, cioè l’esatta conseguenza della politica culturale italiana, incapace di promuovere nuove strategie di marketing territoriale e, soprattutto, di fare sistema.

L’ira del ministro Il ministro Sandro Bondi, di fronte al collasso del “Museo Italia”, è arrivato perfino a minacciare le dimissioni. «Il governo deve capire che i beni culturali non sono solo un costo, ma una risorsa reale per tutto il Paese. È chiaro che la crisi economica e la riduzione dei finanziamenti ci hanno costretto ad operare delle riforme anche molto pesanti. Purtroppo, siamo dovuti intervenire sugli enti lirici e sul cinema. Ma, adesso, con la riduzione del Fus che passa da 400 a 260 milioni di euro, la situazione rischia davvero il collasso. Il mio ministero, sia chiaro, non chiede il trasferimento di nuovi e ulteriori fondi. Come ministro, infatti, chiedo delle riforme. Faccio alcuni esempi, per me già oggi molto chiari: proseguire sulla strada, già intrapresa, di defiscalizzare il cinema; liberalizzare la cultura, cioè separarla dall’anda-

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SOS beni culturali cover story

«Senza cultura si cancella la democrazia» A stilare una classifica delle prossime Pompei ci si perde in una lista senza fine. Un vero e proprio libro delle “occasioni perse”: la cultura è abbandonata a se stessa e alle leggi del tempo, nessuno che pensi di sfruttarla come un driver economico naturale. Ma quanti sono i siti a rischio? «Tutta Italia, siamo allo sfascio», risponde secco e lapidario Salvatore Settis (nella foto in alto, archeologo, storico dell’arte ed ex direttore della Normale di Pisa, «se ne dico dieci, gli altri mille andrebbero dimenticati, ma quando si taglia il bilancio operativo del ministero dei Beni culturali di 281 milioni di euro, qual è il risultato? Che va in rovina l’intero Paese». Quadri, sculture, ville, siti archeologici che rischiano di scomparire. Ma sono tanti, troppi da ricordare, «avrebbero bisogno di un ministro dei Beni culturali che fosse capace di lottare per ottenere i soldi e le attenzioni giuste», commenta Settis, «invece noi abbiamo Bondi, che afferma di non andare a chiedere l’elemosina a Tremonti, come se fosse una questione personale. Qui è a rischio la cultura, grazie alla quale sviluppiamo la capacità critica, impariamo a ragionare. Insomma lo strumento essenziale della democrazia. Se la cancelli elimini entrambe».

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Sopra, il crollo della Domus dei Gladiatori

-----a Pompei e un’immagine del sito prima

del crollo, avvenuto lo scorso novembre. Sotto, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi

mento dello Stato». Bondi ha, così, deciso di passare alle vie di fatto lanciando un accorato appello anche al sistema imprenditoriale. «Il salvataggio della cultura può passare anche attraverso il sostegno dei privati - commenta il ministro -. Non dimentichiamoci che l’Italia ha sempre avuto una solida tradizione di mecenatismo. Oggi, la situazione economica generale ci impone di dare nuova linfa a questa possibilità. Insomma, bisogna tentare a tutti i costi di liberare la cultura da un rapporto di eccessiva dipendenza dallo Stato e dalla politica».

Il virus dei crolli I crolli di Pompei sono, dunque, lo specchio di un’Italia culturale che non riesce (o non vuole) sfruttare al meglio ciò che la storia le ha regalato. Il dramma della Casa dei Gladiatori è un virus: si è diffuso lungo tutto lo stivale a una velocità a dir poco impressionante. In Sicilia pensano al noleggio di tute e bombole per lanciare


I ripetuti crolli sono lo specchio di un’Italia culturale che non riesce (o non vuole) sfruttare al meglio ciò che millenni di storia le ha regalato. Non c’è da stupirsi se gli ingressi ai musei sono la metà rispetto a Francia e Usa A destra, le rovine del Quartiere dell’Altare della colonia di Kamarina, in provincia di Ragusa; in basso, una veduta dell’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere nel Casertano

la visita subacquea della colonia di Kamarina. Dopo 2.600 anni sulle terre emerse, ora se la sta mangiando il Mediterraneo. E nessuno sembra capace di fermarlo. La colpa, se così vogliamo definire l’indifferenza, è la solita: decenni di sperperi, incuria, soldi buttati, scarsa manutenzione. Tant’è che ora è allarme anche a Pisa: il museo delle navi antiche - 30 imbarcazioni del terzo secolo avanti Cristo riemerse dalle piene dell’Arno 12 anni fa - dopo l’inaugurazione ufficiale è abbandonato a se stesso. I casi sono decine, forse di più. Ma non esiste un dossier aggiornato, né una commissione parlamentare che vigili. Eppure la prossima volta potrebbe toccare all’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere nel Casertano o alla Cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze.

Parola d’ordine: perseverare «Non si deve intervenire con una grande guerra, ma con una lotta continua, un’azione perseverante come nelle battaglie anti-terrorismo,

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SOS beni culturali cover story

Il presidente del Fai: «Nella cultura il riscatto civile del nostro Paese»

Alcune immagini dell’area archeologica di Roselle in Toscana; nella pagina seguente, in alto, Villa del Balbianello e sotto l’Abbazia di San Fruttuoso tra Camogli e Portofino

Il presidente del Fai, Ilaria Borletti Buitoni

altrimenti finisce tutto sottoterra», spiega Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali. Ma le parole devono fare i conti con i fatti: l’anno scorso è stato tagliato più di un miliardo e mezzo da un budget insufficiente da almeno un decennio. Il personale è metà di quel che servirebbe. E poi chi va in pensione non viene sostituito: «Serve un commissario, replica il governo ogni volta che un crollo riporta l’attenzione sul più grande dramma silenzioso del Paese: l’eutanasia di Stato per scavi e rovine». Roselle, in Toscana, con le sue mura etrusche, è un altro esempio di incuria. Oggi, quei tre chilometri di storia sopravvissuta a guerre e saccheggi sono un’impalcatura che sbarra la strada e la visuale. Ogni giorno una crepa si allarga o ne nasce una nuova. Ed è allarme. I responsabili della soprintendenza toscana, Fulvia Lo Schiavo e Carlotta Cianferoni, ma anche il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, non dormono la notte: «Un piano di interventi metterebbe in salvo questo patrimonio dell’umanità. E invece fra ritardi, tagli e blocco delle assunzioni, chi lavora a Roselle si sente abbandonato a se stesso».

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«Era necessario anche il sacrificio dei Gladiatori di Pompei per urlare all’Italia e al mondo il dramma dello sfascio che da decenni stanno vivendo i nostri beni culturali? Forse sì, visto che non è bastato il fragore dei recenti crolli». Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fai (Fondo ambiente italiano) da sempre in prima linea per difendere il patrimonio artistico e architettonico nazionale, di fronte agli ennesimi crolli annunciati lancia un appello al governo e alle istituzioni. Il Fai, infatti, promuove in concreto una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutela un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. La Fondazione, senza scopo di lucro, dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. «Avremo bisogno di altri tragici segnali - sottolinea con indignazione - per porre fine alla pervicacia con la quale il Paese da decenni indebolisce sistematicamente, di fatto demolendola, la più formidabile struttura di tutela del mondo? Il ministero per i Beni e le Attività culturali, con il vergognoso 0,2% del bilancio dello Stato, dovrebbe tenere in piedi la più faraonica e prestigiosa rete di beni culturali del mondo, gloria e vanto di ogni italiano e di ogni uomo civile. Una struttura un tempo stupefacente per efficacia e professionalità e alla quale, taglio dopo taglio, mortificazione dopo mortificazione, si è giunti quest’anno addirittura a vietare l’uso dell’automobile per i sopralluoghi ai cantieri, a meno che la benzina per la sua macchina non se la paghi di tasca sua lo stesso soprintendente. Quest’ultimo affron-


to si somma a drastici tagli ripetuti e continui per restauri, manutenzione, gestione, struttura e personale, ai recenti prepensionamenti che hanno costretto molti grandi soprintendenti ad andarsene nel pieno delle loro forze e delle loro capacità senza che nuove assunzioni consentano l’enorme lavoro necessario». Il presidente del Fai, riflettendo sull’anniversario dell’unità d’Italia, entra nello specifico della crisi politica, economica, morale e istituzionale che sta attraversando il nostro Paese. «Quest’anno - commenta Ilaria Borletti Buitoni - si celebra l’anniversario della nostra unità. Un’occasione che potrebbe e dovrebbe essere motivo per una riflessione importante e costruttiva, proprio perché stiamo attraversando una fase così oscura e preoccupante della storia italiana. Siamo tutti attoniti o forse, ahimè, solo disillusi di fronte a una crisi profonda politica, morale, istituzionale oltre che ovviamente economica. Come reagire? Come poter dare un contributo che sia uno scatto in avanti, che aiuti non solo i nostri sostenitori ma tutti a capire che siamo di fronte a uno di quei momenti della vita nel quale si deve fare appello alle forze e alle risorse migliori individuali e collettive se si vuole guardare di nuovo al futuro con ottimismo?». Il presidente prosegue: «Il Fai si occupa di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale italiano. Si occupa, quindi, di Cultura. Ecco, dunque, la prima risposta: un Paese che non riconosca la propria identità culturale e che avvilisca i segni di questa identità, è un Paese destinato alla decadenza. Cultura è consapevolezza, è rispetto, è crescita morale e, va anche aggiunto, proprio in una fase di recessione così importante, è sviluppo. Tutto in Italia è cultura e noi, difendendo questo concetto, diamo già un contributo civile e lo diamo con i fatti, oltre che con la nostra voce indipendente e rispettata. Apriremo tre Beni: il Negozio Olivetti a Ve-

nezia, Villa dei Vescovi vicino a Padova e il Bosco di San Francesco in Umbria. Li restituiremo alla collettività restaurati e valorizzati, segni diversi degli straordinari percorsi che i linguaggi culturali italiani hanno lasciato. Sarà quindi un anno per la nostra Fondazione particolarmente significativo nel quale, nonostante le difficoltà del momento, sapremo rispettare il nostro impegno con le istituzioni e i generosi amici che hanno voluto affidarci questi luoghi d’arte e di natura. Il Fai farà e avrà la sua parte in queste celebrazioni con l’orgoglio di chi, come i nostri sostenitori e volontari, crede possibile il riscatto civile del nostro Paese». «Credo che si debba ripartire dal sistema scolastico italiano - spiega ancora Ilaria Borletti Buitoni - che è in crisi ormai da vent’anni. L’amore per l’arte e per la natura si insegna a scuola, invece il nostro Paese ha prediletto valori molto diversi, chiamiamoli televisivi, e questo ha messo in secondo piano quei valori civili e di cultura che fanno parte della coscienza civile di una nazione». Un primo passo decisivo che, nel medio e lungo periodo, porterebbe a quella che il presidente Fai definisce una “dicotomia partecipata”, ovvero una maggiore ed efficace collaborazione tra istituzioni e cittadinanza. «L’unica forma di collaborazione utile - prosegue Ilaria Borletti Buitoni - è che per la politica diventi un imperativo aggiungere nei suoi programmi la tutela del patrimonio culturale. Ma il fatto di sentirlo come qualcosa di giusto e irrinunciabile non può che venire dalla società civile. Esattamente ciò che succede in altri Paesi europei, Inghilterra in primis, dove per la valorizzazione e la gestione dei beni culturali i soggetti privati non solo sono determinanti, ma lavorano con un forte spirito di cooperazione e in sinergia con gli apparati pubblici, i quali hanno a loro volta efficaci strumenti normativi di controllo. Ho l’impressione che stiamo migliorando, più fra le persone che nelle istituzioni».

Il lamento di Bologna Il degrado non colpisce solo il cuore archeologico del Sud. A Bologna, infatti, il lamento della Garisenda - la più bassa delle due Torri - è assordante. L’emblema della città è a rischio crollo: lo ha detto il sismologo Enzo Boschi, lo ha ripetuto Legambiente, lo ammettono addirittura al ministero. Ma di soldi nemmeno l’ombra. Cambi città, ma la musica non cambia. A Firenze, il segretario della Uil Beni culturali, Gianfranco Cerasoli, è in prima linea da tempo: la cupola di Santa Maria in Fiore è monitorata costantemente, mentre l’ex convento di Sant’Orsola è abbandonato da anni.

Allarme a Roma Roberto Cecchi è il commissario delegato per le aree archeologiche di Roma e Ostia che rappresentano, all’incirca, la metà dei monumenti italiani. Dopo uno screening dettagliato e minuzioso, ha messo in pista 65 interventi urgenti nell’area della città eterna dove il Palatino corre i rischi più gravi. Il piano di interventi c’è ed è partito. Per il colle dei Cesari sono 15 gli interventi in corso. Una spesa di 9,6 milioni di euro e ne

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SOS beni culturali cover story

La corrosione sta uccidendo il Satiro danzante È una delle più belle sculture greche conservate in Italia, il “Satiro danzante di Mazara del Vallo”, opera bronzea, alta due metri e mezzo, attribuita a Prassitele, pescata casualmente nel canale di Sicilia nel 2008 dai marinai di un ignaro peschereccio e ora conservato nella cittadina in provincia di Trapani. O forse sarebbe meglio dire mal conservato a sentire l’allarme lanciato dal responsabile del restauro, Roberto Petriaggi dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma. Il satiro infatti sarebbe a rischio corrosione perchè esposto al caldo, al freddo, all’umidità dato che il museo dove è conservato, l’ex chiesa di Sant’Egidio, non possiede un impianto di climatizzazione. «I fattori ambientali possono innescare nuovi processi di corrosione - afferma Roberto Petriaggi - cosa già avvenuta in passato». Da più di un anno l’opera non viene ispezionata, nè si controllano i rilevatori di umidità. Esiste però «un progetto per la sistemazione del museo - spiega Luigi Biondo, direttore del Servizio storico e artistico della Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani - per una spesa di 400 mila euro. Attualmente è fermo negli uffici del servizio patrimonio, per la valutazione dell’assessorato regionale ai Beni culturali».

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Sopra, la scultura del Satiro danzante conservata a Mazara del Vallo; sotto, uno scorcio delle Torri di Bologna, uno dei simboli della città

restano altri due da impegnare. Molte situazioni pericolose sono state sanate, sono stati aperti nuovi percorsi, scoperti luoghi sacri e affreschi mai svelati. Ma non basta mai. Resta l’emergenza della Domus Tiberiana, il palazzo imperiale modificato nei secoli e chiuso al pubblico da trent’anni. Lesioni, crepe e dissesti strutturali sono la spina nel fianco di architetti, ingegneri, geologi, archeologi. «L’acqua è un nemico pericoloso in un terreno sfruttato nei millenni», sottolinea Maria Grazia Filetici, architetto della Soprintendenza: «Si devono quindi evitare sia accumuli che smaltimenti errati, ripristinando, dov’è possibile, le condutture antiche». L’acqua è anche il pericolo numero uno della Domus Aurea sul colle Oppio. Il problema, come sempre, sono i soldi che non bastano mai. «Con i cinque milioni dei primi due lotti», spiega il commissario Luciano Marchetti, «stiamo provvedendo sia a mettere in sicurezza che a impermeabilizzare questa zona, la prima a riaprire entro due anni, di più non possiamo fare. Per completare i lavori necessari occorrono ben altri investimenti, almeno 15 milioni di euro».


La mappa dei tesori a rischio Necropoli etrusche I siti di Brera, Castel d’Asso e Norchia (nella foto in alto) sono minati da lesioni che si stanno facendo sempre più evidenti. Vulci è insieme a tutta la valle archeologica a rischio costante di allagamento.

Se l’Italia distrugge la Bellezza Rizzo e Stella con «Vandali» raccontano come e perché l’Italia stia distruggendo la sua unica ricchezza: l’arte Nel 1979 l’Italia era «il secondo Paese del mondo per attrezzatura ricettiva, il primo per presenze estere, per incassi turistici e per saldo valutario». Tre decenni più tardi siamo precipitati al quinto posto. E le cose vanno ancora peggio per la «competitività» turistica, che tiene conto di tante cose che richiamano, scoraggiano o irritano i visitatori e che ci vede addirittura al ventottesimo posto. Noi abbiamo una sola, grande, e verrebbe da dire, immeritata ricchezza: la bellezza dei paesaggi, dei siti archeologici, dei musei. È nostro il primato dei siti Unisco: 45, più del doppio degli Stati Uniti e 400 musei nazionali contro i 20 francesi. Ma non basta vantarsene a parole, i fatti rivelano una lista interminabile di beni culturali abbandonati. La denuncia arriva, in questi giorni, anche dalle autorevoli firme di Rizzo e Gianantonio Stella che con “Vandali” scandagliano il problema, ahimé per noi, di scottante attualità. L’elenco di abusi edilizi, crolli, fondi, manutenzioni inesistenti e scempi di ogni genere è imbarazzante. “Il guaio è che da molto tempo immaginiamo che tutto ci sia dovuto. Che gli stranieri, per mangiar bene, bere bene, dormire bene, fare dei bei bagni e vedere delle belle città, non abbiano altra scelta che venire qui, da noi. Che cortesemente acconsentiamo a intascare i loro soldi, quanti più è possibile, concedendo loro qualche spizzico del dolce vivere italiano. Peggio: siamo convinti che questi nostri tesori siano lì, in cassaforte. Destinati a risplendere per l’eternità senza avere alcun bisogno di protezione. Di cura. Di amore. Non è così…” Rimarcano gli autori. E infatti perché mai i turisti stranieri dovrebbero continuare a preferirci a Paesi meno ricchi di tesori ma più organizzati e capaci di custodirli e valorizzarli?

Luoghi Unesco La zona di Cerveteri è in stato di allarme rosso. Il terreno mette in mostra i segni del dissesto. Delle mille tombe etrusche, appena quaranta sono attualmente aperte al pubblico. Mura a pezzi Le mura dei principali siti storici sono in condizioni disperate. Il caso di Tarquinia parla da solo. E Falerii Novi, vicino a Viterbo, sta perdendo pezzi dalle mura. Canossa Il sito archeologico di Canossa, in provincia di Reggio Emilia, antico insediamento gallo-romano sta per essere schiacciato da decine di condomini. Sos Sardegna I massi nuragici della tomba dei Giganti a Is Concias (foto in basso), vicino a Cagliari, cadono a pezzi. Portopalo Il parco archeologico nel siracusano, del IV secolo a.c., inaugurato nel 2007 è stato completamente abbandonato. Le pale molisane I giacimenti archeologici del Molise sono stretti nella morsa dei nuovi impianti eolici in progettazione nella valle del Tammaro. Sigilli alle chiese Santa Maria degli Angeli e la chiesa della Gancia, a Palermo, rischiano di crollare. Sono scattati i sigilli per motivi di sicurezza, così come per l’arco della Zisa.

Abruzzo in allarme Marruvium a San Benedetto dei Marsi, Alba Fucens e il vicus romano Amplero a Callelongo sono considerati a rischio di cedimento. Padova Lo stato di conservazione delle mura rinascimentali padovane, sono al limite della decenza. Le terme romane di Montegrotto necessitano di manutenzione continua. Capri e Canosa Villa Jovis è chiusa al pubblico. A Canosa, sono a rischio i siti di San Leucio e degli ipogei Lagrasta e Cerbero.

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SOS beni culturali cover story

La carta del rischio

Zonin, quando fare impresa significa sostenere la cultura Per Giovanni Zonin, sostenere la cultura significa tutelare e valorizzare il territorio. Cioè dare la spinta a un driver economico che, per l’Italia, è naturale. E se lo dice lui, a capo della più blasonata casa vinicola italiana e presidente della Banca Popolare di Vicenza, c’è da crederci. Per Zonin parlano i fatti: come imprenditore ha trasformato le nove tenute di famiglia in veri e propri capolavori ambientali e storici meta, ogni anno, di migliaia di turisti; come banchiere ha contribuito a un importante programma di iniziative culminate con il recupero del palladiano Palazzo Thiene, opera per cui il gruppo bancario ha ricevuto dall’Unesco il premio per il miglior restauro a livello mondiale. «In America, abbiamo un’azienda che fu disegnata dal presidente Thomas Jefferson - spiega Zonin -. Bene: ogni anno la struttura è visitata da 120 mila turisti. Diciamolo: da noi non succederebbe mai. Purtroppo, noi siamo abituati alle cose belle e spesso le distruggiamo. La nostra politica aziendale, invece, è un’altra: tutte le nostre tenute, che inizialmente erano in stato di completo abbandono, sono state recuperate. Dai vigneti alle abitazioni, ricostruendo un

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Un particolare dei mosaici della villa romana del Casale a Piazza Armerina (Enna)

paesaggio che oggi è meta di quel turismo che così riscopre natura, storia, arte e tradizioni della nostra Italia più bella». L’impegno di Giovanni Zonin verso la salvaguardia del patrimonio artistico si è poi concretizzato con una forte azione della Banca Popolare di Vicenza per riportare a casa le opere italiane finite sui mercati internazionali dell’arte. Intere

In Sicilia è da dieci anni che esiste la “Carta del rischio dei beni culturali”: una specie di fotografia aggiornata costantemente che traccia lo stato di salute di monumenti, siti archeologici e musei che va avanti grazie a 4 milioni di euro che ha stanziato l’Unione europea. I documenti raccontano una Sicilia che cade letteralmente a pezzi. Le aree considerate più a rischio sono le province di Palermo, Catania e Messina. Non stanno meglio Caltanissetta e Enna, ufficialmente immuni dal degrado, ma protagoniste dei peggiori crolli degli ultimi anni. Basti pensare che proprio in provincia di Caltanissetta, a metà novembre, è caduto il portale dell’antico santuario di Maria d’Alemanno, una chiesa del tredicesimo secolo realizzata dall’Ordine dei cavalieri teutonici. Che dire poi del santuario di Gela? I restauri sono stati promessi nel lontano 1985, quando lo stato di conservazione era già considerato a rischio di cedimenti. La lista dei rischi dice che da sette anni la villa romana del Casale di Piazza Armerina è un cantiere a cielo aperto. Per salvare i cento milioni di tessere dei mosaici, disposti su un’area di oltre 4 mila metri quadri della dimora patrizia, sono piovuti oltre 18 milioni di euro dall’Unione europea e dalla Regione Sicilia. Ma i lavori sono ancora in alto mare. Non se la passa meglio il tempio di Selinunte. Dal 2007 si parla di lavori di ripristino, ora l’accesso al pubblico è limitato per evitare che i calcinacci del cemento, utilizzato per il restauro di mezzo secolo fa, vengano giù sulla testa dei turisti.

collezioni che sono state acquistate in giro per il mondo al fine di riappropriarsi di quei capolavori che tutti ci invidiano. In nome di un impegno civile che dia forza al territorio. Ha, dunque, ragione il ministro Bondi quando sostiene che la cultura deve staccarsi dalla politica e dallo Stato per essere sempre di più un affare privato? «Io sostengo che serve più

educazione civica - commenta Zonin -. Un esempio arriva da Bassano del Grappa dove c’è una gara aperta tra i cittadini che fanno donazioni importanti per sostenere il proprio patrimonio. In altre zone, purtroppo, ciò non avviene e lo Stato si fa latitante di fronte ai lasciti. E’ inutile invocare l’aiuto dei privati quando lo Stato, a volte, non dà il buon esempio».


O


indagine

di Saro Trovato

Il bello d’Italia vince tra i giovani Più che musica, moda e sport - i classici interessi under 30 - sono gli “immortali” monumenti artistici i simboli più apprezzati per il rilancio d’immagine del Belpaese. E anche l’enogastronomia gioca un ruolo importante nell’orgoglio nazionale

L’atteso giorno è finalmente alle porte. Il 17 marzo, infatti, l’Unità d’Italia festeggia i 150 anni. Ma cosa pensano i giovani italiani delle celebrazioni del 2011? Se a sentirle proprie è ben il 64% degli intervistati, è quasi uno su due a ritenere inappropriato lo spazio dedicato all’eccezionale avvenimento dai mass media (45%). A malapena uno su quattro, però, è a conoscenza del perché sia stata scelta proprio la data del 17 marzo: solo il 25%, infatti, la ricollega alla proclamazione del Regno d’Italia mentre a confonderla con la nascita della Costituzione o l’anniversario della “Breccia di Porta Pia” è rispettivamente il 31% e il 12%. Il 2011 per i giovani italiani rimane comunque la perfetta occasione per cele-

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brare i simboli e i valori dell’italianità (25%) visto che ben il 44% considera l’immagine del Belpaese all’estero appena sufficiente. E, a sorpresa, i simboli su cui puntare per il rilancio d’immagine non sono in quei campi più vicini ai territori giovanili – come la musica (55%), la moda (52%) o lo sport (39%) – bensì gli “immortali” monumenti artistici italiani (79%) e l’enogastronomia (67%) che davvero riuniscono il Paese e aumentano l’orgoglio nazionale. Questo è quanto emerge da uno studio condotto da Meta Comunicazione su 900 giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni sui blog e i principali social network, a cui è stato chiesto un parere sull’Italia e sui simboli dell’italianità.


1 Quanto sente propri i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia? Abbastanza

41%

Molto

23%

In maniera sufficiente

18%

Poco

15% 3%

Per nulla

2 Come reputa l’attenzione dedicata dai mass media all’avvenimento?

Scarsa Ottima Pessima

17% 9% 3%

7 Quali sono i temi e gli argomenti che incidono in maniera negativa sulla percezione dell’Italia? L’incuria dei monumenti e dell’arte

53%

Malavita organizzata/Illegalità

49%

La burocrazia e la politica

45%

Bisognerebbe parlarne molto di più

45%

Reputo l’attenzione sufficiente

21%

La facilità nel “taroccare” i prodotti del “Made in Italy”

43%

Darei più spazio

20%

Il poco spazio all’innovazione e ai giovani

36%

Altro/non so

22%

Un po’ più del necessario

9%

Altro/non so

4% 1%

Fin troppa

3 Secondo lei, perché è stata scelta la data del 17 marzo? Per celebrare la nascita della Costituzione Italiana 31%

8 Quali, invece, gli argomenti che incidono in maniera positiva sull’immagine dell’Italia? Le eccellenze enogastronomiche

78%

I monumenti “immortali”

67% 65%

La liberazione dal dominio straniero

27%

Le eccellenze del “Made in Italy”

La proclamazione del Regno d’Italia

25%

Le eccellenze artistiche

54%

In ricordo della “Breccia di Porta Pia”

12%

Le bellezze naturali

44%

Altro/non so

29%

I trionfi sportivi

22%

5%

Altro/Non so

4 Cosa rappresentano per l’Italia le celebrazioni dei 150 anni? Un’occasione per celebrare i simboli e i valori dell’italianità

25%

Un evento che fa riflettere sul “sentirsi italiani” 24%

9 Quanto reputa fondamentale un’ottima immagine dell’Italia all’estero per il futuro del Paese? Molto importante

41%

Un momento per ricordare la nostra storia

22%

Abbastanza importante

30%

Un giorno in più di vacanza

15%

Indifferente

13%

Un anno come un altro

12%

Poco importante

8%

Per nulla importante

2%

Altro/non so

6%

Altro/Non so

2%

5 In quali simboli si rivede nell’essere italiano? Nell’eccellenze del Belpaese

69%

Nella millenaria storia comune

65%

10 Su quali simboli dell’italianità punterebbe per il rilancio dell’immagine italiana?

Nella bandiera/inno/Costituzione

51%

Monumenti/Arte

79%

Nella lingua

48%

Enogastronomia

67%

Nella tradizione/Usi e costumi

33%

Musica

55%

Altro/Non so

17%

Moda

52%

Bellezze paesaggistiche

49%

Cinema

46%

Sport

39%

Altro/Non so

21%

6 Come valuta l’immagine all’estero dell’Italia? Sufficiente Buona

44% 27%

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Cibo&Territorio 48

La forza dei legumi La rivincita dei fagioli di Saluggia, delle lenticchie di Leonforte e dei ceci di Faeto

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La carota del Fucino Storia e virtù del prodotto principe dell’Aquilano: dolce, croccante

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I gioielli del Salernitano Alla scoperta delle alici di Cetara e dei pomodori dell’agro nocerino

da pag. 60 Rubriche

• Olio • Biologico • Carta della Pasta • Buono a tavola • Consumo responsabile • Chef a scuola • Il ristorante • Cibo & blogger

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cibo&territorio

La forza dei legumi Ci sono i fagioli di Saluggia, protagonisti della panissa, e le lenticchie di Onano, tanto apprezzate da papa Pio IX, o quelle di Leonforte, nerissime e dal gusto deciso. E poi i ceci di Faeto, tra i piÚ gustosi della penisola, e le declinazioni di farina nei tanti piatti regionali. Il loro valore? Fanno decisamente bene e dagli anni Novanta in giÚ si sono presi una rivincita. Anche nelle cucine d’autore di Riccardo Lagorio

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La tradizione del consumo di legumi è fortemente radicata nelle campagne e durante particolari occasioni. Come a Sant’Olcese, sulle colline alle spalle di Genova, dove le fave fresche sono consumate la quarta domenica di aprile assieme al celebre salame Tra i cibi più frequenti e apprezzati all’interno delle comunità umane un posto di privilegio, anche grazie alla loro naturale conservabilità, spetta ai legumi. Giocoforza sono numerosissime le leggende e le testimonianze storiche del loro impiego, dalla rossa minestra di lenticchie preparata da Giacobbe nella Genesi ai precetti di Galeno per aumentare la forza fisica dei gladiatori grazie all’utilizzo di fagioli passando per i consigli di Catone che prescriveva il consumo di fave e lupini mischiati a grano, farro ed orzo insaporiti con lardo di maiale dando origine a quelle che ancora oggi sarebbero avvincenti minestre (pulmentaria). La farina di fave era così diffusa nel mondo latino che nelle commedie plautine fu conferito al crapulone di turno il nome stesso della polenta che ne veniva prodotta (maccus). E poi come dimenticare il libro V del Trattato sulla cucina di Apicio, interamente dedicato a ricette a base di legumi? Un ruolo fondamentale hanno giocato i legumi nella cucina ebraica. I cronisti del Cinquecento co-

me Leone de’ Sommi Portaleone e Mandolino da Muggia narrano con dovizia di particolari la preparazione di minestre di riso con ceci e fava franta, pasta cotta con fagioli bianchi dall’occhio, minestre di lenticchie e uova. Si deve proprio alla diffusione delle comunità ebraiche in Spagna l’affermarsi del piatto nazionale spagnolo, il cocido o olla podrida (un bollito misto con verdure, carne ma soprattutto ceci). Non a caso tra i legumi proprio i ceci sono il simbolo del Paese iberico. Tuttavia i legumi non hanno avuto grande spazio nella letteratura gastronomica del nostro Paese negli ultimi tre secoli, relegando, come ha fatto per esempio Pellegrino Artusi, i legumi a un ruolo poco più che marginale (eccezion fatta per piselli e fagiolini) nella sua Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Confinati all’interno delle mura domestiche quasi che il consumo dichiarasse lo stato d’indigenza come per quel Mangiafagioli diAnnibale Carracci, i legumi hanno ripreso con gli anni Novanta il ruolo di ingrediente di rispetto anche nelle cucine d’autore.

In questa pagina, i fagioli di Saluggia, nel Vercellese. Simili ai più diffusi borlotti ma dal colore più tenue e dalla forma più allungata, sono un toccasana per l’organismo perchè contengono proteine, vitamine del gruppo B e tante fibre; nella foto sotto, una pianta di fagiolo

Ciceri e tria secondo il Ristorante Il Cortiletto Ingredienti: 100 g di farina 200 g di semola 300 g di ceci secchi un pizzico di bicarbonato 1 cipolla 1 spicchio d’aglio un gambo di sedano una foglia di alloro tre pomodorini prezzemolo olio di oliva sale e pepe Esecuzione La tria, ovvero la pasta, vien preparata lavorando la semola e la farina con acqua tiepida precedentemente salata, fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, che va lasciato riposare per almeno mezz’ora sotto un panno umido. Dividere l’impasto in più parti, che vengono stese con il matterello dando origine alle sfoglie, da cui piegando e ritagliando a forma di fettuccine si ricava la tria. I ceci, tenuti a bagno per dieci ore, vengono messi a cuocere in acqua abbondante con qualche foglia di alloro. A metà cottura vengono nuovamente scolati e rimessi a cuocere in un’altra pentola con altra acqua bollente, questa volta unitamente a tutte le verdure. Quando la cottura dei ceci è ormai prossima, si frigge una piccola parte della tria in olio bollente; la rimanente è lessata in abbondante acqua salata. Alla fine unire e cospargete il tutto con pepe macinato al momento.

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cibo&territorio

A ciascuno la sua ricorrenza

La panissa secondo il Ristorante Dubini Ingredienti: 400 gr di fagioli di Saluggia un salamino di cotenna mezza cipolla un rametto di rosmarino una fogliolina di salvia un pezzetto di lardo 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva 2 cucchiai di conserva di pomodoro sale e pepe 8 manciate di riso Esecuzione Far cuocere al dente i fagioli che avrete buttato nell’acqua fredda. A parte, in una pentola molto capace, far soffriggere in abbondante olio extravergine d’oliva un trito di cipolla, rosmarino, salvia e lardo. Quando il soffritto sta per essere pronto, versare i due cucchiai di conserva di pomodoro, quindi unire i fagioli precedentemente cotti, fare rosolare il tutto per cinque minuti e subito dopo aggiungere il riso. Mescolare e quindi continuare la cottura del riso aggiungendo ogni tanto il brodo dei fagioli. Un attimo prima di spegnere il fuoco, fare tante fettine del salamino di cotenna che precedentemente avrete fatto cuocere in acqua per un’ora e unire al riso.

Nelle foto sopra, le lenticchie di Onano (in basso, uno scorcio del borgo medievale dell’alto Lazio). Queste lenticchie sono perfette nelle minestre o nelle zuppe e possiedono pasta vellutata e aromi vegetali ben marcati; in basso, a destra, le lenticchie prodotte a Leonforte in Sicilia

La tradizione del consumo dei legumi si è soprattutto radicata nelle campagne e durante determinate occasioni. Come avviene a Saluggia, nel Vercellese. La domenica di Carnevale tradizione vuole che Re e Regina Fagiolo prendano a prestito per i tre giorni successivi le chiavi del paese, consegnate loro dal sindaco, e dopo la messa mattutina si distribuiscano i fagioli con le cotiche cucinati sulla piazza e messi a sobbollire dopo la mezzanotte dalle famiglie. Il fagiolo di Saluggia è una star del gusto che deve la sua rinomanza ai terreni sodi e rossi.Ne vengono prodotti circa 500 quintali l’anno da una manciata di contadini che li seminano dopo la mietitura dell’orzo e li raccolgono a metà settembre. Simili ai più diffusi borlotti (si distinguono dal colore più tenue e dalla forma più allungata), i fagioli di Saluggia sono un toccasana per l’organismo:100 grammi di prodotto secco contengono 20 grammi di proteine, vitamine del gruppo B, poco sodio e tante fibre. I fagioli, insieme al riso, altra importante risorsa agricola del territorio,concorrono alla preparazione della panissa (un risotto tipico del Vercellese). Anche in Liguria, sulle colline alle spalle di Genova, a Sant’Olcese, una data importante è legata al consumo di legumi. In questo caso si tratta di fave fresche, consumate la quarta domenica di aprile assieme al celebre salame.

Storiche lenticchie Storicamente nel borgo medievale di Onano, nell’alto Lazio, che vale una visita per l’imponente Palazzo Madama e per la Chiesa della Madonna delle Grazie (dove si cede al fascino dell’affresco di Madonna con Bambino, attribuito a Sano di Pietro), i legumi la fanno da padrone. Le lenticchie di Onano sono ricordate fin dal 1561 in uno dei primi Statuti della cittadina. Così apprezzate da papa Pio IX da sollecitare l’interesse di uno scrittore-politico imperturbabile come Giulio Andreotti che, ne La Sciarada di Papa Mastai, sottolinea come l’erede di Pietro, allo scoccare della 50


Una veduta di Faeto, a cavallo tra Puglia e Campania, dove nascono ceci di piccole dimensioni dal gusto simile alla nocciola. Da nord a sud della penisola la farina di questi legumi si presta ad innumerevoli utilizzi

perdita del potere materiale nel 1871, si consolasse di buon grado con un piatto di minestra di lenticchie,procurategli dal cardinal Prospero Caterini, originario di Onano e imparentato con il futuro Papa Pio XII.Lenticchia dal colore verde-plumbeo, possiede pasta vellutata, con aromi vegetali ben marcati. Perfetta nelle minestre o nelle zuppe, la lenticchia di Onano si gusta al meglio con un soffritto di guanciale, carota, sedano, e pomodoro oppure in umido nei piatti di selvaggina da piuma che si trova sul vicino lago di Bolsena. Anche i colori rendono più buono il cibo. È così che bisogna spostarsi sulle colline ennesi, a Leonforte in Sicilia, per conoscere lenticchie nerissime e dal gusto deciso che non sfigurano neppure come contorno con il pesce. Ma la quantità prodotta è davvero insignificante ed è ripresa solo grazie all’abnegazione di un contadino profeta di altre rianimazioni vegetali, come accaduto per la pesca tardiva.

Come nocciole e farina A Faeto, in zona ventosa a cavallo tra Puglia e Campania, nascono alcuni dei ceci più gustosi della penisola. Varietà dalle piccole dimensioni, pressoché sferica e dal tegumento beige e rugoso che la rende adatta ad accogliere intingoli e condimenti, si distingue per l’evidente peduncolo. Questi ceci possiedono gusto simile alla nocciola e si prestano particolarmente per la preparazione del piatto che si può considerare bandiera della cucina salentina, ciceri e tria, popolare ormai in tutta la regione. Da nord a sud la farina di ceci si presta infine a innumerevoli utilizzi: diffusa da Genova sino alle terre alessandrine di confine, la farinata è un impasto di acqua, farina di ceci e olio che si cuoce a forno in grandi teglie. Prende il nome di fainè a Sassari, dove si trova, anche farcita, in numerosi locali che portano l’omonimo appellativo.Nel Pisano,dove è apprezzata riempita con formaggio fresco, la si conosce come cecìna. Se la pastella è arricchita da prezzemolo, si frigge e se ne ottiene una frittella, la panella, con cui si riempiono pani ai semi di sesamo rotondi e morbidi per un gustoso piatto di strada ecco che siamo certi d’essere arrivati a Palermo. Non solo a tavola i legumi hanno conquistato il mondo…

Scelti per voi dove mangiare Ristorante Dubini Via Roma 34, Mombello Monferrato (Al) Tel. 0142944116 Nella tranquillità di un borgo adagiato sui colli monferrini una risorsa che propone specialità locali con esperienza ed eleganza. Occasione per concedersi un’ottima panissa. Prezzo: 35 euro. Il tempio della minestra Corso Cavour 1, Onano (Vt) Tel. 076378215 Sobrio locale che dissimula nel nome la specialità della casa, le minestre a base di legumi. Privilegia, con intelligenza, materie prime dei luoghi intorno. Prezzo: 25 euro. Ristorante Il Cortiletto Via Famiglia De Nicastri 26 , Lucera (Fg) Tel. 0881542554 Fantasia e accoglienza sono ingredienti che non mancano mai in questo elegante ristorante, ricavato in un signorile palazzo. Materie prime eccellenti, sapienza nella proposta dei legumi. Prezzo: 30 euro.

Hotel Sorriso Viale Raffaello Sanzio, Lucera (Fg) Tel. 0881540306 In posizione strategica, accolgono ampi spazi, una gestione professionale e servizi adeguati per chi viaggia come turista o per lavoro. Camera standard a 80 euro.

dove comprare Fagioli di Saluggia Luigi Formica Cascina Tenimento 2, Saluggia (Vc) Tel. 0161486004 Lenticchia di Onano Marino Dattoli produttore agricolo Via San Giovanni 48, Onano (Vt) Tel. 076378546 Lenticchia nera di Leonforte Agrirape di Angelo Manna Corso Umberto I 556, Leonforte (En) Tel. 0935904862

dove dormire

Ceci di Faeto Azienda Agricola Tangi Via Cappella 6, Faeto (Fg) Cell. 3462391107

Borgo Le Torrette Strada Statale Casssia km 120, San Lorenzo Nuovo (Vt) Tel. 0763531070 La ristrutturazione di un noto architetto ha riportato a nuova vita un borgo del Settecento. Tutte differenti tra loro le camere. Prezzi: a partire da euro 90.

Azienda Agricola Bittarelli Loc. Poggio del Sole, Vaiano Castiglione del Lago (Pg) Tel. 0759527072 info@agricolabittarelli.it www.agricolabittarelli.it

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cibo&territorio

La carota con una marcia in più Nel territorio dell’Altopiano del Fucino cresce a 750 metri d’altitudine circondata da un clima e una conformazione del terreno che le regalano caratteristiche diverse rispetto alle altre tipologie sul mercato. Qui l’ortaggio ha un colore molto intenso ed è più croccante e zuccherino. Come vuole l’Igp di Rosalia Imperato

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La carota (Daucus carota L.) è una pianta erbacea biennale della famiglia delle Umbelliferae. È diffusa in Europa, Asia e Nord Africa. Ne esistono diverse cultivar che sono coltivate in tutte le aree temperate del globo. In Italia la coltivazione della carota interessa molte regioni provviste di aree pianeggianti, sabbiose e irrigue. La più apprezzata è la carota dell’Altopiano del Fucino Igp.

Diversa per natura Di colore arancio intenso, compreso il colletto, la carota dell’Altopiano del Fucino Igp presenta una radice di forma prevalentemente cilindrica con punta arrotondata, priva di peli radicali e si caratterizza per l’epidermide liscia e la polpa estremamente croccante. È prodotta in provincia dell’Aquila, su tutto il territorio della Piana del Fucino o Altopiano del Fucino, un bacino di 14.000 ettari, divenuto zona agricola sul finire del 1800 quando furono completate le opere di bonifica, ad opera del principe Alessandro Torlonia. Un territorio giovane, quindi, altamente produttivo e poco contaminato che, grazie alla natura del terreno e al clima particolarmente favorevole, riesce a trasmettere a questo ortaggio caratteristiche organolettiche e nutrizionali tali da essere apprezzate e riconosciute dai consumatori. «La coltivazione delle carote in quest’area è iniziata solo nel 1950 e subito ha riscosso un notevole apprezzamento», dice il presidente del Co.t.o.f. (Consorzio di tutela e valorizzazione dei prodotti orticoli del Fucino), Aniceto Ciaccia. «Il nostro territorio - siamo a 750 metri d’altitudine - il clima e la conformazione del terreno donano al prodotto caratteristiche diverse rispetto alle altre tipologie di carote presenti sul mercato. La nostra carota presenta un colore molto più intenso rispetto alle altre, prevalentemente di color arancio sbiadito, e una forma cilindrica e non conica come in molte altre tipologie. È molto più croccante, non legnosa, più zuccherina». Quest’ultima caratteristica la rende molto utilizzata nella produzione di succhi, ma è apprezzata anche per la preparazione di creme, zuppe e vellutate, per accompagnare carni o pesce e per la realizzazione di sformati, torte salate e dolci, come la deliziosa torta di carote.

Sopra, la coltivazione della carota nell’area dell’Altopiano del Fucino, in provincia dell’Aquila. Caratterizzata da proprietà organolettiche e nutrizionali uniche, questa carota è apprezzata per la preparazione di succhi, zuppe, torte salate e dolci ma anche per accompagnare carni e pesce

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cibo&territorio

Vellutata di carote con scampi in tempura Ingredienti 4-6 persone 2 cipolle 2 cucchiai di olio extravergine di oliva 1 kg di carote 350 g di patate 100 g di mandorle 1 cucchiaino di cannella in polvere 1 cucchiaino di sale 1 l d’acqua 250 ml di panna 1 tuorlo 250 g di farina 750 g di scampi olio di arachidi Tagliare le cipolle a fettine sottili, versarle in una casseruola con l’olio di oliva e farle cuocere per circa 2 minuti. Aggiungere le carote tagliate a dadini, le patate a cubetti, le mandorle tritate, la cannella in polvere, il sale e 500 ml d’acqua e cuocere a fuoco lento per circa 30 minuti o finché le verdure risulteranno molto tenere. Frullare fino a ottenere un composto omogeneo e incorporare la panna. In una ciotola unire il tuorlo e l’acqua rimanente. Aggiungere 150 g di farina e mescolare bene. Sgusciare gli scampi, infarinarli e passarli nella pastella. Scaldare a fuoco medio una piccola padella antiaderente. Aggiungere abbondante olio di arachidi. Cuocere gli scampi per 3-4 minuti o sino a quando saranno leggermente dorati. Suddividere la vellutata nei piatti, unire gli scampi in tempura e servire. Ricetta di www.caramelalafleurdesel.blogspot.com

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Per un pieno di vitamine «Un’ultima caratteristica contraddistingue la carota dell’Altopiano del Fucino Igp: l’elevato contenuto di vitamine», conclude il presidente Ciaccia. «Tiamina, riboflavina e beta-carotene (vitamina A) sono presenti in quantità notevoli rispetto alle altre tipologie di carote». Ricca di fibre e oligoelementi (calcio, ferro, fosforo, potassio, magnesio) la carota del Fucino è tra gli alimenti più ricchi di vitamina A: la contiene sotto forma di precursore vitaminico, il beta-carotene, sostanza a cui il corpo può attingere a seconda del bisogno. La funzione più nota della vitamina A è quella di partecipare al meccanismo della visione. Oltre a ciò garantisce protezione alla pelle e alle mucose, rinforza il sistema immunitario e ha un importante ruolo antianemico. Agisce co-

me potente antiossidante e aiuta l’organismo a neutralizzare i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento delle cellule e dell’insorgere di vari disturbi organici. L’assunzione frequente aiuta a ridurre significativamente il tasso di colesterolo e a mantenere più efficiente la funzionalità polmonare. Ottima alleata per chi vuole dimagrire, la carota non contiene grassi saturi, colesterolo e ha un carico calorico risibile, essendo costituita per più del 90 per cento di acqua: 100 grammi di carote contengono solo 35 calorie. Infine, svolge un ruolo importante nel favorire l’abbronzatura: il beta-carotene è capace infatti di stimolare la formazione della melanina, il pigmento scuro che l’organismo produce per proteggere l’epidermide dall’aggressione dei raggi ultravioletti e che dona al corpo un bel colorito.

La carota è ricchissima di vitamina A, che oltre a partecipare al meccanismo della visione, protegge la pelle e le mucose, rinforza il sistema immunitario e agisce come antiossidante e antianemico


Scelti per voi Nelle terre della Piana

Il vino ideale Il vino perfetto per accompagnare un piatto a base di carote è il Tenuta di Testarossa Bianco Igp Colline Pescaresi dell’azienda Pasetti, ottenuto da uve trebbiano e pecorino. Questo vino si presenta di colore giallo paglierino intenso. Al naso offre sentori di frutta gialla matura che ricordano gli agrumi, la pesca e note di crosta di pane e miele. Al palato è ricco e ripropone le sensazioni fruttate, che si esprimono morbide unite a delicate note di tostatura che accompagnano il finale.

Nell’Altopiano del Fucino molti sono i luoghi che meritano di essere visitati. Uno dei luoghi più belli è senz’altro Avezzano. In questa piccola cittadina è possibile scoprire siti unici come la cattedrale dei Marsi dedicata al protettore della città San Bartolomeo che, nonostante i frequenti terremoti e le continue ricostruzioni, presenta ancora una facciata neorinascimentale. Altro luogo sacro ricco di fascino è il santuario della Madonna di Pietraquaria sito sul Monte Salviano. Il santuario, distrutto nella Battaglia di Tagliacozzo, fu ricostruito solo secoli dopo in seguito a vicende tramandate da leggende. Tra queste si narra di un pastorello sordomuto a cui un giorno, sul Monte Salviano, apparve una bella Signora vestita di bianco. Si rivolse a lui con dolci parole, che miracolosamente il sordomuto riuscì ad ascoltare, dando conforto alla sua umana miseria. Il pastorello scese di corsa dal monte e si recò dal parroco, al quale riuscì a riferire con la parola quanto gli aveva raccomandato la bella Signora, ovvero di non indugiare nella ricostruzione della chiesa. Prima di lasciare queste terre un altro luogo merita di essere visitato: il castello Orsini-Colonna. Voluto nel 1490 da Gentile Virginio Orsini, il castello fu concepito, come si legge in un’iscrizione posta sul portale ogivale, come rocca Ad exitum seditiosis Avejani ovvero come monito da eventuali rivolte della popolazione avezzanese. Un elemento che caratterizza il castello è la disposizione delle quattro torri angolari, che risultano perfettamente allineate con i punti cardinali. Questa fortezza, sede del Museo d’Arte Moderna di Avezzano, fa spesso da cornice a concerti e spettacoli. La carota svolge un ruolo importante nel favorire l’abbronzatura: il beta-carotene stimola la formazione della melanina, il pigmento scuro che dona alla pelle un bel colorito. A sinistra, il paesaggio innevato della Piana del Fucino vista dal Monte Salviano

dove mangiare Ristorante Revè Via M. Kolbe 8, Avezzano (Aq) Tel. 0863410451 Un locale accogliente dove mangiare preparazioni semplici e gustose ispirate alla tradizione culinaria regionale, ma reinterpretate con grande raffinatezza. La carta dei vini offre una buona selezione di etichette, con particolare riguardo a quelle abruzzesi. Prezzo medio: 30 euro. Ristorante Le Jardin Via Sabotino 40, Avezzano (Aq) Tel. 0863414710 Uno splendido palazzo d’epoca dove gustare piatti prevalentemente di pesce realizzati con ingredienti di indiscutibile freschezza e qualità. Si può cominciare con una selezione di frutti di mare serviti crudi o con un carpaccio di filetto di tonno per poi proseguire con tagliolini al nero di seppia con telline e concasse di pomodori o con mezze maniche con scampi, zucchine e tartufo. Prezzo medio: 45 euro. Ristorante Fonte Rio Via Fonte Rio 1, Avezzano (Aq) Tel. 0863412180 Offre piatti della cucina tipica abruzzese, preparati con cura e grande professionalità. Da provare i piatti a base di funghi e tartufi e le carni alla griglia. Una buona carta dei vini con etichette di qualità. Prezzo medio 35: euro.

dove dormire Hotel dei Marsi Via Cavour 79/b, Avezzano (Aq) Tel. 08634601 Oltre 100 camere e 4 mini appartamenti arredati con cura e forniti di tutte le necessarie comodità. Doppia: 90 euro. Hotel Principe Via Oslavia 16, Avezzano (Aq) Tel. 0863413746 L’hotel sorge nel centro storico di Avezzano, le camere sono luminose e tranquille, allestite con eleganza e sobrietà. Doppia: 70 euro. Hotel Velino Via Montello 9, Avezzano (Aq) Tel. 0863412696 - 412697 Piccolo e accogliente albergo situato nel centro storico di Avezzano. Le camere sono arredate con semplicità e sono dotate di ogni confort. Doppia: 85 euro.

dove comprare Confetture Carotispica De.Ca. Pasticceria Denaro Via V. Veneto 76, Ispica (Rg) Tel. 0932959977 www.carotispicataste.it

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cibo&territorio

Il Salernitano, terra di alici e pomodori di Franco Cappuccio

Dalla Costiera Amalfitana al Cilento, questa fetta di Sud è un giacimento di sapori: dal cipollotto noverino al San Marzano, dalla mozzarella di bufala al carciofo, dai limoni ai vini unici come il Tintore La Provincia di Salerno - la più estesa d’Italia per vastità, complessità e diversificazione del territorio - è sicuramente una delle più varie del nostro Paese. Tutto ciò comporta straordinarie tipicità produttive: si può spaziare dai prodotti della pesca a quelli dell’agricoltura e dell’allevamento. Per proporre al moderno viaggiatore intriganti itinerari turistici enogastronomici, è opportuno suddividere in tre zone il racconto del territorio.

Costiera Amalfitana L’unica via di accesso alla Costiera Amalfitana è la statale 163 che segue il profilo della costa caratterizzandosi per i numerosi tornanti e per la carreggiata piuttosto ristretta che però regala anche panorami mozzafiato. Superato Vietri sul Mare, noto soprattutto per la sua raffinatis-

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sima ceramica, si arriva a Cetara che ha saputo fare della qualità dei suoi prodotti della pesca, in particolare tonno e alici, un motivo di vanto e di sviluppo economico per gli abitanti. Qui, dopo aver ammirato le splendide cupole maiolicate delle chiese di San Francesco e di San Pietro, è proprio impossibile rinunciare ad assaggiare una delle specialità del posto: la colatura di alici. L’origine di questo liquido ambrato, derivato dalla conservazione delle alici sotto sale, si perde nei secoli della storia. Di padre in figlio, di generazione in generazione, la ricetta della colatura di alici si è tramandata sino ad oggi. Con il suo sapore deciso e una spiccata sapidità permette di condire verdure fresche o spaghetti, piatto un tempo tipico della vigilia di Natale e oggi riproposto costantemente dai più raffinati gourmet. Dopo Cetara si arriva a


Maiori e alla sua villa romana, a Ravello con la sua atmosfera incantata, ad Amalfi il cui splendido centro storico riflette l’antica grandezza. Procedendo lungo la costa si toccano altri borghi incantevoli per finire a Positano, la cui bellezza è impossibile descrivere a parole. Ciò che colpisce l’occhio del visitatore che percorre tutta la Costiera Amalfitana è la presenza di numerosi vigneti e limoneti, spesso degradanti verso il mare e posti in posizione impervia. Grandi vini di pregio, con presenza di vitigni autoctoni e unici (Tintore, Ginestra, Pepella) e una rara varietà di limoni, lo Sfusato Amalfitano, utilizzato anche in pasticceria e nei distillati, sono eccellenze enogastronomiche da assaggiare assolutamente.

Agro Nocerino-Sarnese L’agro Nocerino-Sarnese è una piana situata a nord della provincia di Salerno che è sempre stata appetita da varie

popolazioni attratte dalla sua naturale vocazione agricola. I terreni agricoli, attraversati quasi interamente dal fiume Sarno, che ne ha in passato permesso l’irrigazione, hanno nella composizione la presenza di lapilli e ceneri del Vesuvio che, raffreddandosi, hanno sedimentato il terreno fornendogli un ricco fertilizzante naturale. Qui nascono varie specialità ortofrutticole tra cui spicca il pomodoro San Marzano e il cipollotto nocerino. Il primo, dalla caratteristica forma allungata, fu portato in Campania intorno al 1770 in dono al re di Napoli dal re del Perù. Nell’agro il pomodoro ha trovato le condizioni ottimali, acquisendo profumo e sapore che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Il pomodoro inoltre, nell’agro, non solo è coltivazione ma anche trasformazione grazie all’insediamento di numerose aziende che costituiscono un’importantissima ossatura industriale per la provincia di

In apertura, una veduta di Amalfi. In questa pagina le eccellenze produttive del territorio: la mozzarella di bufala, il limone Sfusato Amalfitano e le alici di Cetara

“La qualità vinca sui prodotti di prezzo” Il comparto del pomodoro ha nel Salernitano uno dei principali distretti produttivi. Un settore vivace, sano, ma soprattutto capace di rinnovarsi e di imporsi anche sui mercati stranieri. La chiave del successo? Mantenere inalterato il gusto, la corposità e il profumo del pomodoro Made in Italy anche nel barattolo. In una parola: eccellenza. Una battaglia che l’Italia del pomodoro può continuare a vincere solo con la passione. La stessa che, da 60 anni, è l’anima del marchio Graziella. Un’azienda che, da tre generazioni, tramanda di padre in figlio non solo il 100% dell’assetto societario ma anche l’arte di coltivare, raccogliere, pelare ed inscatolare il pomodoro Roma. Marcello Saviano (nella foto in alto), Ceo dell’azienda con sede a San Valentinio Torio, parla dei 10 milioni di barattoli di pomodoro che produce come se fossero tutti figli suoi. «La nostra filosofia ammette con determinazione e semplicità - è la stessa da 60 anni. Essere i testimoni dell’antica ricetta del pomodoro pelato a mano, coltivato senza additivi chimici e con i canoni di una filiera interamente certificata». Ma c’è di più: dal campo al barattolo, non passano più di dodici ore. Tempi da record, in nome della qualità. Che si esprime anche nel confezionamento: «i nostri barattoli non sono rivestiti dalla classica e normale banda stagnata che, nel tempo, viene corrosa delle componenti acide del pomodoro svela Saviano -. Il gusto e il profumo del pomodoro Graziella rimane sempre integro grazie alla pellicola di ceramica che avvolge tutte le confezioni». Innovazione, ricerca, investimenti, rispetto dell’ambiente: ecco le parole d’ordine del “re” dei pomodori pelati. Una mission perseguita in tutti i processi produttivi che, dal 2005 ad oggi, ha permesso all’azienda di conseguire trend di crescita del 100%. I dati di fatturato non hanno bisogno di commenti: dai 4,9 milioni di euro di un lustro fa, il marchio Graziella ha chiuso il 2009 con 10,4 milioni di euro. Un impero che, oggi, dà lavoro a 400 addetti, conta su 350 fornitori e compare in 30 insegne della Gdo, oltre a esportare in Venezuela, Cile, Inghilterra, Hong Kong, Emirati Arabi, Francia, Russia e Germania. Senza dimenticare che l’azienda è fornitrice ufficiale del Vaticano. 57


cibo&territorio

Il visitatore che percorre la costa cilentana resta affascinato dalla natura intatta e rigogliosa dove vigneti ed uliveti, oltre a fornire vino ed oli di grande qualità sono un elemento essenziale del paesaggio L’Enoteca Provinciale di Salerno “L’unione fa la forza”. Tale motto frutto di antica saggezza non sempre ha avuto facile applicazione nel Sud d’Italia. A Salerno, invece, la maggior parte delle aziende vitivinicole in uno con la Provincia di Salerno hanno dato luogo all’Enoteca Provinciale con lo scopo di diffondere il vino ed il territorio. Dopo due anni di attività l’Enoteca oggi accoglie 33 aziende che rappresentano tutte le zone vinate della provincia. Aderiscono Alfonso Rotolo, Barone, Cantina Rizzo, Cantine Marisa Cuomo Srl, Gran Furor Divina Costiera, Carmine Botti, Casa di Baal, Casebianche, Casula Vinaria, Donna Clara, Giuseppe Apicella, Giuseppe Longo, I vini del Cavaliere, Luigi Maffini, Lunarossa, Marino, Massimo Cobellis, Mila Vuolo, Monte di Grazia, Montevetrano, O’ Cammariello, Pietro Spera, Polito, Reale, San Giovanni, San Salvatore di Pagano Giuseppe, Tenute del Fasanella, Tenuta Mainardi, Tenuta San Francesco, Terra di Vento, Tiziana Marino, Verrone Viticoltori, Vigne di Raito, Viticoltori De Conciliis. Il turista può mettersi in contatto con l’Enoteca per visitare le aziende associate.

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Salerno. Il cipollotto nocerino, dal bulbo tenero e da una spiccata dolcezza della polpa, è un antichissimo ortaggio che compare già negli affreschi delle case pompeiane. Oggi rappresenta la scommessa dell’agricoltura salernitana. Gustarlo nelle salse o come componente di magnifiche frittate è un vero piacere della gola ma l’agro nocerinosarnese però non è solo agricoltura. Infatti, presenta pregevoli monumenti da visitare come la Basilica di Materdomini, il Castello di Mercato San Severino, il Battistero paleocristiano di Nocera Superiore.

Cilento Il Cilento è un territorio ricco di sfaccettature, grazie alla sua particolare conformazione. Si suddivide in due grandi macrozone: la costa e la zona interna. La costa è

caratterizzata da pittoreschi paesi che si affacciano su un mare incontaminato: Castellabate, assurto ad ulteriore notorietà grazie al film “Benvenuti al Sud”, Acciaroli, Palinuro, Scario, Sapri attraggono in estate turisti e appassionati del mare provenienti da tutto il mondo. Il visitatore che percorre la costa cilentana resta affascinato dalla natura intatta e rigogliosa dove vigneti ed uliveti, oltre a fornire vino ed oli di grande qualità sono un elemento essenziale del paesaggio. La zona interna, ancora non del tutto scoperta dal turismo, presenta paesaggi montani di indubbio fascino ma anche una rappresentazione di un sistema di vita rurale scampato alla omogeneizzazione del mondo odierno. È bellissimo immergersi nell’atmosfera di Roscigno Antica - borgo pressochè disabitato - o visitare la grotta di San Michele a


Scelti per voi dove mangiare La Caravella Via Camera 12, Amalfi (Sa) Tel. 089871029 - www.ristorantelacaravella.it Locale con importanti ceramiche antiche, cucina che partendo dalla tradizione si rinnova in elaborazioni di grande pregio. Prezzo medio: 80 euro. Osteria Reale Via Cardamone 75 Frazione Gete, Tramonti (Sa) Tel. 089856144 - www.osteriareale.it Locale con giardino per cene estive. Specialità locali ispirate alla tradizione con proposte di carne e di pesce. Prezzo medio: 35 euro. Il Faro di Capo d’Orso Via Taiani 48, Maiori (Sa) Tel. 089877022 - www.ilfarodicapodorso.it Con vista mozzafiato sul mare. Elaborazioni curate con materie prime di gran qualità. Prezzo medio: 70 euro. Ristorante del Golfo Via Porto 57, Salerno Tel. 089231581 - www.ilristorantedelgolfo.it Locale storico con specialità marinare e ottima cantina. Tradizione ed innovazione in piatti di alta qualità. Prezzo medio: 40 euro.

Nonna Sceppa Via Laura 45, Capaccio - Paestum (Sa) Tel. 0828851064 - www.nonnasceppa.com Storico locale dove si gustano specialità basate su prodotti tipici come il carciofo di Paestum. Prezzo medio: 40 euro.

dove dormire Grand Hotel Salerno Via Lungomare Clemente Tafuri 1, Salerno Tel. 0897041111 - www.grandhotelsalerno.it Moderno e funzionale, camere confortevoli con vista sul mare. Villa Poseidon Via Alfonso Gatto, Salerno Tel. 089223130 - www.villaposeidon.it Dimora di grande fascino a picco sul mare. Hotel Santa Caterina Strada Statale Amalfitana 9, Amalfi (Sa) Tel. 089871351 - www.hotelsantacaterina.it Albergo a picco sul mare con camere ampie e luminose. Doppia da 290 euro. Palazzo Sasso Via San Giovanni del Toro 28, Ravello (Sa) Tel. 089818181 - www.palazzosasso.com Hotel raffinato in grado di accontentare i viaggiatori più esigenti. Camera doppia: da 224 euro.

Nella pagina accanto, i templi di Paestum, sito archeologico e zona di produzione del carciofo e della mozzarella di bufala. In questa pagina, sopra, il dolcissimo fico bianco cilentano e, a destra, il pomodoro San Marzano, dalla caratteristica forma allungata, tesoro dell’agro Nocerino-Sarnese

Sant’Angelo a Fasanella. Tra i grandi prodotti cilentani merita attenzione il fico bianco che si caratterizza per un’elevata dolcezza e pastosità. Con questo frutto si realizzano numerose prelibatezze, dal fico farcito con frutta secca (noci, mandorle) a quello ricoperto di cioccolato. La “porta” di accesso al Cilento è la piana di Paestum. Il sito archeologico è anche zona di produzione della mozzarella di bufala e del carciofo. La mozzarella ormai è conosciuta in tutto il mondo ma i palati più esercitati sanno distinguere la produzione salernitana da quella casertana, entrambe tutelate dal marchio Dop. La mozzarella di Paestum e zone limitrofe è più delicata, con un sapore meno deciso e meno sapido rispetto a quella aversana. Il carciofo, conosciuto fin dai tempi dei Borbone, è compatto, privo di spine e molto versatile in cucina.

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l’olio

di Gino Celletti Capo Panel Consiglio Oleicolo Internazionale www.frantoicelletti.com www.monocultivaroliveoil.com

Sono oltre 1600 le cultivar dell’Olea Europaea L. censite, ma non tutte vengono coltivate. Sul mercato trionfano ancora i prodotti di massa anche se è il binomio cultivarambiente a conferire all’olio peculiarità chimiche e organolettiche uniche. Le specie vanno protette per l’economia, la cultura. E la salute

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Biodiversità da tutelare Qualcuno ha scritto che «gli uomini chiamano destino il bidone in cui accumulano gli errori della propria vita». Certo è che da sempre gli uomini delocalizzano le proprie responsabilità sul fato o sul governo, specie quando piove. Questo numero di Vdg magazine ve ne dà conto riportando alla ribalta l’incuria in cui versa il nostro passato architettonico. Ma c’è molto di più di un muro romano che crolla o di un monumento decapitato, qui c’è la natura che muore, perché non parla e non vota. Gli uomini non hanno ancora capito che la vita sulla terra, compresa quella della specie umana, è possibile solo grazie ai servizi forniti dai cosiddetti “ecosistemi“, che integrandosi tra loro, consentono la funzionalità delle biodiversità esistenti e che essa è tanto più elevata quanto più i germoplasmi originali vengono conservati. Tradotto in parole semplici, la nostra vita è come un orologio e se viene a mancare una rotella tra gli ingranaggi, il movimento si ferma. Al momento sono state censite 1628 cultivar dell’Olea Europaea L. (www.monocultivaroliveoil.com) ma non tutte vengono coltivate. Esistono invece tanti motivi per mantenere un’elevata presenza delle biodiversità germoplasmatiche. La perdita di specie, sottospecie o cultivar comporta infatti un danno inestimabile a carattere ecologico, economico, scientifico e culturale. L’agricoltura del nostro secolo tesa all’efficienza produttiva, al controllo chimico dei parassiti, a preferire cultivar più produttive, ha provocato l’abbandono e la perdita di migliaia di varietà che non soddisfacevano a queste prerogative. Le coltivazioni intensive e superintensive dell’ulivo poi, attuate in Europa ed in altri Stati emergenti, sono state da una parte utili a produrre olio a basso prezzo ma non sono riuscite a produrne uno più salutare. Hanno invece colonizzato, con poche cultivar, vastissimi territori, eliminandone altre autoctone, con il conseguente svilimento eco-ambientale. L’olivicoltura italiana ha tentato di salvaguardare il grandissimo patrimonio varietale, consapevole che molte varietà considerate minori potranno essere rivalutate dai produttori e dai consumatori più attenti ed esigenti, ma senza la consapevolezza generale, questi sforzi, ancora una volta, saranno in balia del loro “destino”. Non si vuole capire che l’olivicoltura italiana, fatta da micro ambienti, per poter sopravvivere alla concorrenza degli oli di massa, non può far altro che puntare sull’olio tipico che produce e che è il binomio cultivar-ambiente a conferire all’olio peculiarità chimiche e organolettiche uniche. In breve sono gli oli monocultivar i soli a garantire il futuro della nostra olivicoltura e mi auguro che anch’essa non voglia dotarsi del suo personale “bidone”.



biologico

di Riccardo Astolfi

Rosa canina, dal bosco un concentrato di salute foto di Chiara Frascari

Nei negozi bio, i prodotti fatti con questa pianta spontanea vanno forte. Soprattutto infusi e tisane ricche di vitamina C

Passeggiando d’inverno sui sentieri di campagna, tra gli arbusti innevati, è facile vedere spuntare tra la neve e i rami qualche bacca dal colore rosso vivo. Si tratta della rosa canina, pianta spontanea della stessa famiglia della rosa, molto diffusa nei nostri boschi. Il frutto, piccolo e carnoso, raggiunge la completa maturazione nel tardo autunno: viene raccolto alle prime gelate, quando la consistenza diventa più morbida e il frutto si stacca con facilità dal ramo. Ha un gusto molto gradevole, fresco e delicato, leggermente acidulo e astringente (per via dei tannini presenti nel frutto), simile a quello dei frutti rossi. Negli ultimi anni, nei negozi biologici è sempre più facile trovare diversi prodotti a base di

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rosa canina: dagli infusi alle tisane, dai frutti essiccati (un vero concentrato di vitamina C) ai nettari di frutta, dai prodotti cosmetici, come creme per il viso e per le mani, a marmellate e composte. Queste ultime sono ottime spalmate su una fetta di pane fresco, ma vengono esaltate anche dallo sfizioso abbinamento con formaggi stagionati e carni bianche. Per le sue riconosciute proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e per l’alta concentrazione di vitamine (in particolare, come accennato, vitamina C) la rosa canina è considerata dalla medicina popolare un efficace rimedio per combattere i rigori dell’inverno e il conseguente abbassamento delle difese immunitarie.

Marmellata di gusto Con le bacche raccolte durante l’ultima passeggiata è facile preparare in casa una gustosa marmellata di rosa canina. Prima di tutto lavate le bacche, privandole del gambo e della peluria scura. Poi fatele sobbollire in acqua fredda per circa un’ora, riducetele in polpa e filtrate. Aggiungete quindi alla polpa ottenuta zucchero grezzo di canna o altro dolcificante naturale e fate bollire per un’altra mezz’ora. Se volete, in questa fase potete aggiungere un po’ di scorza di limone per aromatizzare e gelificare il composto. Alla fine versate la marmellata ottenuta in vasetti sterlizzati. È pronta per essere conservata per tutto l’inverno.



carta della pasta

di Luca Borghi

Cocciole, la Sardegna nel piatto Pasta unica e prodotta da un solo maestro pastaio, richiama la forma delle piccole conchiglie tipiche dell’isola. Per avere il massimo risultato, attenzione ai tempi di cottura

Le cocciole sono prodotte con il grano duro coltivato nell’isola: grazie al clima e alla passione degli agricoltori il frumento assume proprietà proteiche e glutiniche di tutto rispetto

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La guardi e vedi le spiagge della Sardegna. Le assaggi e senti la fragranza del grano duro che, grazie al clima dell’isola e alla passione dei coltivatori, assume proprietà di tutto rilievo. Già. Le cocciole - richiamano la forma delle piccole conchiglie tipiche del litorale sardo - sono dei veri e propri capolavori dell’arte pastaria. Prodotte solo e esclusivamente da un pastificio artigianale della provincia di Sassari, le cocciole sono una delizia anche per i palati più raffinati. Soprattutto se il tempo di cottura, 8 minuti e non un secondo di più o di meno, viene rispettato. Massima attenzione anche in fase di scolatura: il formato deve essere coccolato, non rovesciato con forza in una teglia. Il miglior abbinamento? Ecco gli ingredienti, secondo la ricetta originale del maestro pastaio che ha inventato il formato per quattro persone: 500 grammi di cocciole, 500 grammi di tonno fresco, 400 di pomodoro, 4 filetti di acciughe, origano, basilico, aglio, olio extravergine di oliva, sale e un pizzico di pepe. Il procedimento è semplice e richiede al massimo mezz’ora di tempo: tagliare il tonno a dadini e soffriggerlo in olio extravergine di oliva con uno spicchio d’aglio intero, poi aggiungere il pomodoro concassè (scottato, sbucciato e tagliato a cubetti), le acciughe a pezzettini e foglie di basilico. Infine, cuocere le cocciole al dente; scolarle e farle saltare in padella con il preparato. Guarnire con un pizzico di origano e servire. Un piatto semplice e “povero”, di facile preparazione, ma di sicuro successo. Provare per credere.

Il vino giusto? L’Alghero torbato è un vino fermo, di un bel giallo paglierino con riflessi verdognoli l’Alghero torbato. All’olfatto presenta tutti gli aromi intensi e tipici dell’isola, mentre al palato offre una varietà di armonie che richiamano all’amarognolo asciutto. Con i suoi 11 gradi, l’Alghero torbato si presenta come un vino adatto a sposare il pesce. In particolare, i piatti - proprio come le cocciole al tonno - che portano in tavola i sapori tradizionali della Sardegna.



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Da metà Marzo apriranno le iscrizioni per il CORSO DI AVVICINAMENTO AL VINO Costo del corso: 80€ Offerta a coppia: 150€

Durata della lezione: circa tre ore La lezione prevede degustazione di 4 vini con esempi di abbinanento. Saranno trattati i seguenti punti: - Breve introduzione storica (storia della vite, il come e il perché del vino, mitologia e aneddoti); - Viticoltura (ciclo biologico, allevamento e potatura della vite); - Vinificazione (la vinificazione in bianco, in rosso, la spumantizzazione); - Cenni sulla botte ed il legno; - Corretta stappatura di una bottiglia; - Basi per la degustazione.

HI Per informazioni contattare il numero 02 89053270


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Il buono a tavola

di Francesco Maria Bucarelli - ente FOSAN Fondazione per lo Studio degli Alimenti e della Nutrizione

“Ahi serva Italia di dolere ostello …. in te non stanno senza guerra li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode di quei ch’un muro e una fossa serra”. Quando si ascolta il notiziario del mattino, riecheggiano nei nostri pensieri questi tristi versi del Purgatorio. Le cronache del ‘300 però ci sono d’aiutano a relativizzare i nostri affanni, e a desiderare di celebrare il giubileo della nostra amata patria, ricercando quanto ci unisce. E certamente il popolo Italiano è unito dalla passione per la buona tavola e per l’allegro convivio: ne è prova che il parlamento, pur così diviso in tutto, ha trovato l’unanimità per approvare IL DDL sulla tracciabilità del Made in Italy a tavola. La Pizza Margherita, con la sua colorata vivacità e la fragranza mediterranea che ispira al gioioso convivio e all’ amicizia, è divenuto uno dei più noti simboli dell’Italia nel mondo. È il paradosso di questo alimento tricolore e partenopeo, che assunse il nome della Regina d’Italia di Casa Savoia, e che rappresenta in qualche modo la riappacificazione nazionale dopo la tragica guerra civile del brigantaggio. In principio… Nel 1889, durante il soggiorno alla Reggia di Capodimonte, la Regina volle gustare la già allora famosa pizza napoletana. L’abile pizzaiolo Raffaele Esposito propose alla colta e generosa sovrana la pizza napoletana pomodoro, mozzarella e basilico, che da allora assunse il nome di Margherita, in onore di una regina Savoia che seppe guadagnarsi le simpatie di tutto il popolo italiano. Ma la storia della pizza è molto più antica. L’etimo della parola è incerto, secondo taluni deriva dal latino pinsare (pigiare), per altri autori è di derivazione germanica, da bĭzzo-pĭzzo (boccone), idioma parlato nel ducato longobardo di Benevento. Le prime attestazioni scritte della parola “pizza”sono state rilevate a Gaeta, risalgono al 997 e si riferiscono a prodotti simili alle focacce di epoca romana. La parola pizza ricorre anche nei ricettari delle corti rinascimentali del Nord Italia, riferita però a preparazioni di pasta, prevalentemente dolce, spianata a disco e arricchita con uova e grassi; si tratta degli antenati delle numerose preparazioni da forno dolci e salate,

Pizza Margherita, il Tricolore nel piatto 68

Con la sua vivace policromia e la fragranza mediterranea che ispira al gioioso convivio e all’amicizia, è divenuto uno dei più noti simboli dell’Italia nel mondo. E dal punto di vista nutrizionale è un ottimo piatto unico, con un apporto energetico compreso tra le 600-800 calorie


che oggi troviamo nelle specialità regionali con il nome di pizza o pizza cresciuta. La Pizza “ca’ pummarola ncoppa”, però, nasce a Napoli tra il 1715-1725 quando nel regno dei Borbone si andò diffondendo l’uso la coltura del pomodoro, che diventerà condimento caratterizzante della dieta mediterranea. Originariamente la pizza era condita con pesce, aglio olio o lardo, e prodotta come “street food” dei vicoli popolari di Napoli. Ma ben presto la pizza acquistò tanto prestigio, che Ferdinando IV di Borbone, su richiesta della consorte Maria Carolina d’Austria, fece costruire nel bosco di Capodimonte un forno per rallegrare i ricevimenti all’aperto con la pizza. Si diffuse così la moda della pizza e nella capitale partenopea si diffusero le pizzerie. Vincenzo Corrado, cuoco generale del principe Emanuele di Francavilla, nel trattato “Il cuoco galante”, edito nel 1773, descrisse per la prima volta la Pizza Napoletana.

• Farina

90 - 120 gr

• Pomodoro pelato frantumato e/o pomodorino fresco tagliato

60 - 80 gr

• Olio extravergine di oliva

4 - 5 gr

• Foglie di basilico fresco

qb

Secondo il disciplinare Stg (Specialità Tradizionale Garantita) la pizza napoletana deve essere lavorata a mano senza mattarello e risultare elastica, piegabile a libro

La “vera napoletana” Oggi la pizza napoletana ha conquistato il mondo in mille varianti, ma la “vera napoletana” è codificata dalla Gazzetta Ufficiale Europea del 14/02/2008, che sancisce il disciplinare della Specialità Tradizionale Garantita STG “PIZZA NAPOLETANA” nelle varianti “Margherita” e “Marinara”. Questo disciplinare, che fu stilato e registrato nel 1984 dai pizzaioli napoletani, descrive dettagliatamente ingredienti e procedure di preparazione e cottura della pizza che può fregiarsi del titolo di “Pizza Napoletana STG”. La lavorazione deve avvenire rigorosamente a mano, senza uso del mattarello, la parte centrale deve essere spessa 0,4 cm e circondata dal cornicione dorato di 1-2 cm. La cottura deve essere fatta in forno caldissimo (485 °C sulla volta del forno) e deve durare 60-90 secondi. La pizza nel suo insieme deve risultare morbida, elastica, facilmente piegabile a “libretto”. Dal punto di vista nutrizionale la Pizza Margherita STG, è un ottimo piatto unico, con un apporto energetico compreso tra i 600-800 kcal, in base al diametro della pizza. La ripartizione dell’energia nei macronutrienti carboidrati/proteine/grassi nella Pizza STG è perfettamente in linea con i principi della dieta mediterranea. La presenza di pomodoro e olio extravergine di oliva, condimenti caratteristici della dieta mediterranea, apportano antiossidanti e acidi grassi monoinsaturi che esplicano azione protettiva nei confronti dello stress ossidativo, mentre la mozzarella di bufala è un ottima fonte di proteine e calcio. La pizza ha il limite, come piatto unico, di avere un basso apporto in acqua e in fibre, e dovrebbe quindi preferibilmente essere affiancata da una porzione di frutta o verdura. Da segnalare anche un indice glicemico relativamente alto, analogo a quello del pane bianco. La pizza Margherita non STG, ha generalmente un più basso contenuto in mozzarella (peraltro spesso sostituita con filoni di pasta filata) e una composizione variabile in base agli usi locali; per questo generalmente viene attribuito alla pizza Margherita comune un apporto in energia e proteine inferiore rispetto a quello della Margherita STG. Ma il più grande pregio della Pizza Margherita, questa ambasciatrice della dieta mediterranea e del Tricolore nel mondo, è quello di fare festa, di dare gioia. I colori e la fragranza della pizza creano un’atmosfera di solare allegria mediterranea che non ha pari, per cui anche le teste cornate hanno lasciato i loro banchetti succulenti, per rallegrasi con gli amici con i poveri ingredienti della dieta mediterranea.

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consumo responsabile

di Benedetta Frare Fairtrade Italia

Equi e solidali per mestiere A tutti coloro che vogliono entrare nel settore del commercio sostenibile con una propria attività Fairtrade Italia rivolge un corso ad hoc, che attraverso un fitto programma affronta tutte le tematiche necessarie per avviare un progetto imprenditoriale

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C’è chi ha scelto di aprire una Bottega del Mondo lasciando tutte le certezze di un lavoro sicuro per il desiderio di realizzare un sogno; c’è chi ha da sempre avuto il “pallino” dell’equosolidale e ha trovato un gruppo di amici per condividere un progetto imprenditoriale; c’è chi infine gestiva il bar di un circolo Arci e ha sentito parlare dei prodotti Fairtrade e vuole inserirli nel proprio locale perché li ritiene qualitativamente superiori agli altri e vuole saperne di più… C’è chi, come Laura e Hassan, lei cooperante e lui ingegnere informatico dipendente di una multinazionale delle telecomunicazioni, ha scommesso tutto per fare del proprio negozio un punto di incontro tra Oriente ed Occidente sulle strade del commercio equo e ha trovato il modo di valorizzare un produzione locale (l’olio di Argan) per creare una linea cosmetica equosolidale e biologica. Tanti di loro hanno incrociato in questa strada, spesso difficile e impegnativa, il corso di Fairtrade Italia “Commercio equo: istruzioni per l’uso”, riproposto da otto anni con una media di due edizioni all’anno da Fairtrade Italia. In questo lungo percorso, l’iniziativa ha accolto complessivamente più di 300 persone che cercavano un luogo qualificato di informazione e formazione sul commercio equo, spesso provenienti da percorsi eterogenei e in cerca di un punto di riferimento. Sede “storica” del corso è il Centro studi Cisl di Fiesole, a Firenze, per accogliere i corsisti che vengono sia da Nord che da Sud della penisola, a fine febbraio. Fitto il programma di interventi che riguardano differenti aspetti della gestione di un punto vendita: da un’introduzione generica al commercio equo, alla sua storia e alle differenti realtà che lo compongono alla gestione fiscale e finanziaria, alle tecniche di approvvigionamento e di allestimento delle ambientazioni e delle vetrine fino alle tecniche di formazione e di comunicazione interna ed esterna. I docenti sono esperti del settore o persone che gestiscono direttamente un’attività in quest’ambito. Per chi sta pensando ad un ‘orizzonte di impegno professionale nel commercio equo, può rivolgersi all’indirizzo info@fairtradeitalia.it, oppure telefonare al numero: 0498750823.



chef a scuola

di Gianfranco Lo Cascio Italian Food Style Education Culinary Institute Carni, Cottura sul fuoco vivo, affumicatura

Come stupire con un’insalata gourmet Ortaggi e verdure, frutta, elementi molto saporiti e croccanti, dressing. Questi i componenti essenziali, oltre a una buona dose di fantasia per mixare L’insalata, spesso, viene considerato un cibo triste. Forse perché si associa al periodo della corsa alla “prova costume” oppure perché ritenuto poco gustoso. Eppure bastano davvero pochi accorgimenti per trasformarlo in un piatto sfizioso, colorato, nutriente e soprattutto goloso! Tutti gli esperti di nutrizione sono uniti nell’affermare che il consumo di frutta e verdura crude giovi alla salute. I micronutrienti contenuti nei vegetali cioè fitochimici, vitamine e minerali sono indispensabili a mantenere sano il nostro organismo. In più, i nutrizionisti che prediligono la dieta mediterranea, consigliano di consumarle ad ogni pasto. Alla luce

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di tutto ciò, l’insalata gourmet è l’unico stratagemma valido in grado di mantenere in salute il nostro organismo e appagare la nostra golosità. Com’è possibile che un’insalata riesca ad essere nutriente e sana e al contempo golosa? Applicando, in modo semplice e immediato, alcune piccole regole utili a costruire mille ricette tutte diverse e gustosissime. Vediamo subito come fare. Abbiamo già detto altre volte che la bocca risponde a diversi tipi di stimoli. Alcuni sono chimici come il salato, il dolce, l’aspro e l’amaro oltre al senso UMAMI. Quest’ultimo può essere descritto come la “forza di un sapore”. Per esempio, il fungo

porcino è molto UMAMI mentre una foglia d’insalata lo è pochissimo. Oltre agli stimoli chimici la bocca percepisce altre sensazioni, prettamente “meccaniche” quale temperatura, croccantezza, unto, rugosità e altro. Il segreto per preparare un piatto goloso è proprio quello di inserire, volutamente, il maggior numero di queste sensazioni al fine di amplificare la percezione sensoriale. L’insieme di queste sensazioni, in armonia, rende un cibo “buono”. Gli elementi che costituiscono la nostra insalata gourmet sono: ortaggi e verdure, frutta, elementi UMAMI, cioè molto saporiti ed elementi croccanti, dressing. Per le verdure e gli ortaggi c’è poco da dire; scegliamo le migliori, possiamo aggiungere ortaggi grigliati o sbollentati alle nostre lattughe. È una buona prassi fare anche uso di indivie e cicorie (come la riccia e la belga) in concomitanza alle classiche lattughe romane o trocadero. Le prime hanno un tono amarognolo che, se non eccessivo, dona una nota sfiziosa e una percezione sensoriale ulteriore. La frutta aggiunge toni acidi e dolci. Mele Granny Smith, spicchi d’arancia, pere; spazio alla fantasia. Gli elementi UMAMI, come detto, sono piccole sferzate di sapore: un pomodoro secco, delle lamelle di funghi, un paio di olive taggiasche o, sopra ogni cosa, briciole di formaggi erborinati o dal tono acido: gorgonzola, Roquefort, caprini e feta la fanno da padrone. Ne basta pochissimo: 30 g a porzione appagano gola e non sconvolgono i piani della dieta. Gli elementi croccanti possono essere crostini, fette di pane tostato o una piccola manciata di frutta secca quali noci, mandorle, nocciole, pinoli. Attenzione però, la frutta secca ha anche un elevato contenuto calorico perciò va usata con moderazione; quattro o cinque anacardi, magari tostati in padella per aumentarne l’aroma grazie agli oli essenziali che riaffiorano, saranno più che sufficienti a fornire sapore e nota croccante. Il dressing è il condimento ma non solo. Può essere una vinaigrette o una citronette ma anche molto altro quali un salsa allo yogurt per esempio. L’alchimia è semplice: una parte di grasso, tre parti di liquido acido, sale, elementi aromatici quali spezie, erbe, salsa di soia e uno “stabilizzante”. Gli stabilizzanti sono sostanze in grado di mescolare e tenere “legati” elementi altrimenti si dividerebbero per esempio l’acqua e l’olio. Uno stabilizzante naturale è la senape. Basta aggiungerne un cucchiaino, utilizzare un mixer e la vostra vinaigrette sarà completamente stabilizzata e legata, pronta da essere aggiunta, solo all’ultimo mi raccomando.


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il ristorante

Alce nero caffè bio: il primo a “spreco zero” Gli agricoltori Mielizia e Libera Terra incontrano l’arte della cucina e nasce un locale impegnato per una Bologna più sostenibile

di Luca Borghi

Un inedito mix tra il negozio, il caffè e il ristorante, con un’ampia offerta di prodotti biologici e i menù per la colazione, il pranzo, l’aperitivo e il brunch: ha aperto anche a Bologna, in via Petroni 9 (tel. 0512759196), Alce nero caffè bio, il format lanciato dallo storico marchio del biologico italiano come proposta di stile, per vivere la scelta di sostenibilità anche con il pasto fuori casa. «Questo locale - spiega Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero & Mielizia - è il luogo in cui l’arte di produrre si unisce all’arte della cucina: dai prodotti ai piatti, dalla terra ai profumi e al gusto. Insieme agricoltori e cuochi, per una cultura e diffusione del cibo vero, buono, biologico e possibile». L’attenzione alla produzione e preparazione dei cibi, vive anche nelle scelte fatte all’interno di Alce nero caffè bio: si tratta infatti del primo locale in Italia, insieme al “gemello” di Cesena, ad aver ottenuto la certificazione “Spreco Zero” di Last Minute Market, lo spin-off dell’Università di Bologna promosso da Andrea Segrè. Il locale rispetta, infatti, una serie di buone pratiche volte al risparmio energetico, alla differenziazione dei rifiuti, alla riduzione di sprechi e al completo utilizzo del cibo. Per questo mette in moto anche un circolo virtuoso di recupero degli alimenti in eccedenza, che verranno ceduti gratuitamente alla mensa di Santa Cecilia, presso la chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna. Tra le finalità del locale, anche quella di restituire a via Petroni «il diritto alla sua bellezza», con azioni concrete mirate alla raccolta differenziata dei rifiuti e a un’opera di pulizia costante dell’area: «perché - conclude Cavazzoni - vogliamo dare il nostro contributo al fine di ridare a questa strada antica e ai suoi frequentatori il piacere di starci bene».


N

el 1090 con due capponi, tre pani e sei denari d’argento rosso lucchese, Rodolfo del fu Ardimanno e Vinizio del fu Sichelmi iniziano a coltivare le prime vigne a “Dieulele”. I due contadini sono stati precursori di una cultura che nel corso dei secoli è poi stata abbandonata… Nel 2006, con l’inaugurazione della nuova Cantina e con il rinnovamento della quasi totalità dei vigneti, Dievole completa la sua rinascita e ricrea una storia che sembrava perduta…

Ogni vino per noi è una sfida, una ricerca per trovare il giusto equilibrio tra uomo e natura. Siamo riusciti in questa difficile impresa con il nostro Novecento, frutto di passione e devozione, simbiosi tra terroir, esperienza e innovazione. Potente e intenso, allo stesso tempo morbido ed elegante, con profumi di ciliegia e frutti di bosco.

Chianti Classico Castelnuovo Berardenga (SI) www.dievole.it - caterina.sorbi@dievole.it


cibo & blogger notizie

curiosità

di Luana Porfido

consigli

passaparola

gossip

Delizie di primavera

Cheese cake ipocalorico Di questo dolce se ne conoscono stili, variazioni e ricette diverse tra di loro. È tipico dei paesi anglosassoni, anche se le fonti storiche ne collocano gli albori nell’antica Grecia: secondo Callimaco, le prime esperienze “culinarie” sono da attribuirsi a Aegimius, autore di un testo sulla preparazione di torte a base di formaggi. Stiamo parlando del “cheese cake”, goloso e irrinunciabile, ma anche ipercalorico e devastante, insomma, un colpo basso per quanti sono costretti a seguire regimi dietetici rigorosi. Cedere ad un boccone morbido e appagante di cheese cake non sarà più un problema per nessuno, basta seguire i consigli di Tania Zuckerbrot, che nel suo sito/blog ci regala una democratica ricetta di cheese cake ipocalorico. Non dimenticatevi di annotarla nei vostri ricettari! www.thatsfit.com/2011/01/20/healthy-cheesecake-recipe/

Cosa ti preparo a marzo? Nei cesti dei fruttivendoli ecco arrivare i primi asparagi. Prima di effettuare l’acquisto, occhio alle punte! Devono risultare dritte, chiuse e croccanti quando le tagliate. Il gambo deve essere lucido e sodo, senza screpolature. È versatile e presente in numerose ricette tradizionali. Le risorse in rete dedicate agli asparagi sono numerose e tutte autorevoli, ma per comodità ne abbiamo selezionate un paio. Il sito “Alimentipedia” dedica all’ortaggio una pagina di informazioni indispensabili a conoscerlo da vicino, mentre nel blog “Ricettacolo” sono presenti decine di ricette a base di asparagi. Imperdibili. www.alimentipedia.it/Verdura/ Verdura_asparago.html http://ricettacolo.com/ricette/asparagi

Crimine in cucina A cena con delitto? Magari con un’arma molto particolare e facile da far sparire… insieme con i piatti sporchi! Aspiranti killer, eccovi la “ricetta” infallibile per eliminare i vostri nemici giurati: prima di tutto invitateli a cena, poi offrite loro deliziosi piatti a base di pregiate “rane-toro” africane, opportunamente cosparse di abbondante noce moscata, e per concludere, invitanti fette di torta a base di mandorle amare… Le vostre vittime non resisteranno a lungo, vedrete! Cibi altamente tossici, sostanze letali che si nascondono negli alimenti e negli ingredienti più comuni: la top ten del crimine, direttamente sul vostro piano di lavoro! “21 dangerous and deadly dishes”, a cura dell’Huffington Post, è una rassegna divertente e allo stesso tempo tremendamente seria di tutto ciò che fa… delitto in cucina. http://www.huffingtonpost.com/thedaily-meal/21-deadly-dishes_b_811345. html#s226528&title=Namibian_Bullfrog 76

Muffin agli asparagi

Nonostante le innumerevoli ricette a base di asparagi, si fa sempre una gran fatica ad introdurre l’ortaggio nella dieta dei bambini. Perché non provare a nasconderli nei dolci più amati? Il blog “Gingerandtomato” propone un’idea astuta e sana che saprà accontentare il palato dei più piccoli. Si tratta di golosi “muffin agli asparagi”: buoni e bellissimi da vedere, veloci da preparare e perfetti anche per un buffet salato. Buona idea! www.gingerandtomato.com/ricettecreative/muffin-asparagi/


viedelgusto.blogspot.com Gli spaghetti del Sol Levante Non c’è dubbio che gli spaghetti siano la “cifra” gastronomica che accompagna la nostra fama in giro per il mondo. È inoltre il piatto base della dieta mediterranea al quale risultano legati molti dei nostri più bei ricordi, il piatto più copiato, abusato, celebrato, preparato. Chiunque sa preparare un piatto di spaghetti, almeno in Italia. Ma che succede all’estero? Lontano, lontanissimo dai nostri confini, ad esempio… in Giappone? Lì vanno letteralmente matti per gli spaghetti, al punto da dedicarvi una nutrita serie di ricette. Ne trovate una molto divertente nel blog “Japanesefood”. Il piatto si chiama “Spaghetti Naporitan” e pare essere molto popolare tra i bambini che amano portarselo a scuola ben custodito nei piccoli lunch box. Non ci resta che provarli… http://japanesefood.about.com/od/ udon/r/naporitanrecipe.htm

Il Panettone

Ispirazione d’autore

Ancora spaghetti? Sì, ma secondo l’Artusi! Nel mese che ricorda il centenario della morte del grande gastronomo, vale la pena ripercorrere alcune sue ricette, assaporandone non solo i sapori autentici, ma anche i testi sapienti. Nel famoso ricettario ci sono le nostre radici e non solo quelle gastronomiche. I blogger, ad esempio, riempiono spazi virtuali di ricette ed esperienze, rifacendosi a quello stile genuino e non costruito che l’Artusi incarnò per primo. Nel blog “Buttalapasta.it”, abbiamo scovato la riedizione della storica “pasta con le acciughe”, golosa e saporita, come la foto che accompagna la ricetta. www.buttalapasta.it/s/ricette-artusi

Il sugo all’italiana Se le ricette giapponesi degli spaghetti non vi hanno convinto, allora date un’occhiata al post della blogger “Cookingmama”, intitolato “Il miglior piatto di pasta all’italiana”. Il post è la risposta, lievemente piccata, allo chef superstellato David chang, il quale nel corso di un’intervista raccontava di aver mangiato il miglior piatto di pasta all’italiana proprio in Giappone, condito con superbi pomodori locali. La nostra food blogger non si è fatta intimorire dalla star del fornello, proponendo ai suoi lettori un sugo specialissimo, preparato con una variegata quantità di verdure locali, ovviamente freschissime. È un sugo che racchiude tutto l’amore che le nostre cuoche italiane sanno dispensare mentre cucinano. È un ingrediente raro, capace di dare ai piatti un sapore unico. Altro che Giappone… http://cookingmama.myblog.it/ archive/2010/10/15/il-miglior-piattodi-pasta-all-italiana.html

Un anno con l’Artusi W Pellegrino Artusi! Avete presente la storia di Julie Powell che nell’arco di un anno riuscì a cucinare tutte le ricette della leggendaria cuoca Julia Child? Il risultato di tanta fatica fu un successo planetario suggellato da un best seller di successo ed un blockbuster con protagonista nientemeno che Meryl Streep. Ebbene, in rete da qualche mese due “pellegrini” infaticabili si stanno cimentando nella preparazione delle ricette dell’Artusi. Il count-down procede inesorabilmente, ma loro non perdono un colpo e giorno dopo giorno il loro blog si anima di succulente esperienze “Artusiane”. Ce la faranno a portare a termine l’impresa di cucinare le 790 ricette dell’Artusi in soli 365 giorni? A giudicare dall’entusiasmo e la competenza profusi, crediamo proprio di sì. http://pellegrinidiartusi.blogspot.com/ 77


Dolci da primato Con le ghiotte proposte di Melegatti, azienda leader del settore dolciario da ricorrenza, ogni occasione si trasforma in un momento di festa!

Melegatti Spa Sede legale e amministrativa Via Monte Carega 23 San Giovanni Lupatoto (VR) Italia Tel. +39 0458951444 - Fax +39 0458951445 melegatti@melegatti.it - www.melegatti.it

La storia di Melegatti inizia nel 1894 quando il suo fondatore, Domenico Melegatti, brevettava il Pandoro, ancor oggi il prodotto di maggior prestigio dell’azienda; nel secondo dopoguerra nasce il primo stabilimento industriale: la differenziazione dei prodotti e l’attenzione verso le strategie di vendita e distribuzione consentono di aumentare rapidamente la capacità produttiva. Nonostante il passaggio industriale, tutti i prodotti mantengono la caratteristica di “prodotti di pasticceria”, realizzati esclusivamente con ingredienti di primissima qualità attraverso il metodo tradizionale della lievitazione naturale. Grazie alla creatività e allo spirito commerciale del fondatore, Melegatti è oggi una realtà all’avanguardia nella tecnologia e nell’innovazione, che vanta una produzione di 15 milioni di kg/anno, diversificati in dolci da ricorrenza, in particolare Panettone, Pandoro, Colomba, Torte e altre specialità per tutte le occasioni di festa. La gamma spazia dai prodotti tradizionali ai più ricercati, variando impasti, forme, coperture e farciture. Il punto di forza di Melegatti è da sempre l’alta qualità che inizia dalla scrupolosa selezione delle materie prime: oltre alla scelta di ingredienti non ogm e senza grassi idrogenati, tutti i prodotti utilizzati sono sottoposti ad attente analisi da parte del Laboratorio di Controllo Qualità dell’azienda, supportato dal lavoro di laboratori esterni. L’azienda è certificata ISO 9001, KOSHER e sta per certificarsi anche per BRC e IFS. Presente con i suoi prodotti in 40 Paesi in tutto il mondo, Melegatti punta ad un’espansione nelle più importanti catene della grande distribuzione di Stati Uniti, Brasile, Romania, Russia,India, Australia e Cina. Una storia golosa…che non conosce sosta!

Sopra, due golosità Melegatti: Fior di Mandorlo e Colomba al limoncello


Dal 1894 Tradizione di Qualità

Natale con i tuoi... ma a Pasqua ci pensiamo Noi.

Colombadoro: l’idea giovane, senza canditi. La Colomba soffice e leggera, ma con qualcosa in più: una ricca glassa di mandorle con zucchero a velo.


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Viaggi&Benessere 82

Evasioni fuori porta In questo 2011 avido di ponti, meglio scegliere mete facili: dalla Val Nure ai percorsi d’acqua alle porte di Roma

da pag. 86 Rubriche

• Beauty case • Turismo religioso • Lezioni di ospitalità

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viaggi&benessere

Evasioni fuori porta Sull’asse Milano-Roma due gite-vacanza facili da effettuare in questo 2011 avido di ponti, aspettando impazienti la primavera di Riccardo Lagorio Tra castelli, salumi e torta di patate a due passi da Milano Da Milano in poco più di un’ora si raggiunge la Val Nure, nel Piacentino. La prima tappa è Paderna, nella campagna di Pontenure, dominata dal profilo del maniero che risale al Mille. Il fossato ricolmo d’acqua, le mura intatte e l’oratorio di Santa Maria a croce greca sono il prologo a paesaggi contrassegnati da degradanti colline verso fertili campagne e testimoni di duelli e lotte di potere accaduti nel corso dei secoli. Come il castello nel centro di San Giorgio Piacentino, distrutto nel 1242 da re Enzio, figlio di Federico II, e teatro nel 1799 dell’assedio degli austro-prussiani o della vicina Rocca, costruzione militare del Rinascimento, trasformata in villa signorile già all’inizio del XVII secolo. Terre da sempre contese anche perché genitrici di un’agricoltura fiorente. Ponte dell’Olio deve il suo nome proprio al fatto di essere stato per secoli luogo di baratto e scambio tra i prodotti della riviera ligure e quelli della campagna padana

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In alto, una veduta aerea del Castello di Paderna nella campagna di Pontenure e, nella foto sotto, il fossato ricolmo d’acqua dell’elegante maniero, oggi residenza padronale e azienda agricola biologica


Scelti per voi dove mangiare Ristorante Riva Località Riva 16, Ponte dell’Olio (Pc) Tel. 0523875193 Uno dei migliori ristoranti della Provincia, dove la maestria della cucina si combina con la preparazione della sala. 55 euro ben spesi. Ristorante Il Piccolo Via don Alessandro Sala 18, Farini (Pc) Tel. 0523910212 Cortesia, praticità, ottima cucina casareccia. Tre aspetti fondamentali per assaporare salumi, torta di patate, pisarei e fasoi. Costo a persona: 30 euro.

Sopra, a sinistra, la coppa piacentina, un’eccellenza gastronomica del territorio; a destra, il centro di Bettola, “porta” della Val Nure

(olio e pesce per formaggio e salumi). In località Riva l’imponente castello documentato già nel XII secolo si presenta con cinta merlata quasi sul greto del fiume. Anche la frazione Folignano possiede un castello, a pianta quadrangolare con torri cilindriche e circondato da un fossato. Nella facciata si scorgono ancora gli incastri del ponte levatoio. Per gli appassionati di archeologia industriale, le fornaci per la produzione di calce, che hanno funzionato dal 1881 al 1958, sono visitabili contattando il municipio (tel. 0523874411). La strada comincia ad inerpicarsi prima di arrivare a Bettola, elegante centro in cui spiccano la piazza dedicata a Cristoforo Colombo e le case-torri costruite nel Cinquecento. Bettola è la patria della burtleina, una simpatica frittella di farina, uova e cipolla dorata nello strutto bollente. Per assaggiarla, accompagnata dal locale vino bianco frizzante, bisogna attendere le sagre d’estate. Difficile non innamorarsi del paesaggio del territorio di Farini con numerose località sparpagliate sull’Appennino. Si rincorrono monumenti storici di grande valore artistico come la Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio a picco sul Nure, la Torre campanaria di Cogno San Savino, la Torre del Manfredello in locali-

tà Casa dell’Oste, gioiello di architettura militare dell’XI secolo in stato di abbandono e suggestivi paesaggi come i Monte Cinque Dita e Burrasca e il Parco delle Rossane. Nei campi della frazione Mareto, frazione a 1000 metri di altitudine tra verdi pascoli, vengono coltivate superbe patate. Con le stesse a Farini si producono le torte di patate, gustosi involucri di pasta sfoglia circolare al cui interno trova spazio un passato di patate, formaggio ed erbette, vanto per l’intera valle. Poco più su, a Nicelli, con l’aria pura e intiepidita dal Mar Ligure, nelle cantine stagionano irripetibili salami, coppe e pancette. Per gli acquisti di queste prelibatezze bisogna però recarsi a Ferriere, il Comune più alto della Val Nure, quasi sul crinale della Val d’Aveto. Ferriere deve il nome all’attività estrattiva, ricordata anche nella piazza del borgo dai carrelli e dagli attrezzi per l’estrazione e la lavorazione del ferro e dal piccolo museo dove si illustra il materiale proveniente dalle cave. Per chi ama l’adrenalina, il rafting è ampiamente praticato nell’Aveto, sull’altra dorsale dove il nome della frazione Castagnola fa capire di cosa abbia vissuto la popolazione sino a quattro decenni fa. Da lì tutte le strade, tortuose, portano al mare.

Albergo Cacciatori Località Mareto 57, Farini (Pc) Tel. 0523915131 Ambiente suggestivo, piatti di casa curati. Non mancano mai la torta di patate (si può anche acquistare), i salumi e i vini valligiani. Si pranza a meno di 30 euro.

dove dormire Agriturismo Castello di Fulignano Località Folignano - Ponte dell’Olio (Pc) Tel. 0523876240 Accomodati in un torrione del castello, con una cucina che offre deliziose pietanze, tra cui i tortelli con la coda e la torta di fichi. Doppia: 80 euro Chalet Rocca dei Folli Località Rocca dei Folli - Ferriere (Pc) Tel. 0523922951 Case di legno indipendenti arredate in modo semplice ma funzionale. Prezzo: 50 euro al giorno. Albergo Lago Nero Località Monte Armano - Ferriere (Pc) Tel. 0523929108 Un sobrio albergo alpino a 1200 metri d’altitudine. Prezzo: 40 euro in pensione completa.

dove comprare Salumi Lanfranchi Salumi Corso Roma 12, Ferriere (Pc) Tel. 0523922248 Torta di patate Forno D&D Via Genova 7, Farini (Pc) Tel. 0523907097 Vino Eredi Azienda Agricola Conte Otto Barattieri di San Pietro Località Albarola, Vigolzone (Pc) Tel. 0523875111

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viaggi&benessere

Sopra, a sinistra, il Palazzo del Drago sul Monte Antuni; a destra, la Fontana del Tritone nella piazzetta centrale di Castel di Tora e, nella foto sotto, uno scorcio della torre del Castello, a forma poligonale

Sulla costa occidentale del lago diTurano, il borgo medievale di Castel diTora accoglie il visitatore con i suoi stretti vicoli, le torrette, i portali, le scalinate e le cantine scavate nella roccia Un percorso di pietra e d’acqua uscendo da Roma In un battibaleno dalla capitale si può raggiungere il lago di Turano, a nord est di Roma, generato negli anni Trenta del secolo scorso con la diga eretta nella frazione di Rocca Sinibalda, Posticciola, per garantire l’energia elettrica alle acciaierie di Terni. Con l’innalzamento delle acque i terreni più fertili, destinati a vigneto e all’orticoltura, vennero sommersi, ma trascorsi ottant’anni sembra che il lago abbia sempre accarezzato le numerose contrade che vi si affacciano. Il territorio è collinare e castagni ed olivi si contendono il primato già a Posticciola, sorta come punto di sosta e ristoro per i pastori durante la transumanza, dove si può ammirare una fortezza risalente al Duecento, da poco restaurata, che compare quasi all’improvviso tra due ali di case, molte scavate nella roccia. Uscendo dal borgo per un sentiero si raggiunge con facilità il ponte vecchio, di epoca romana. Ripresa la costiera occidentale, che è itinerario molto gettonato dai motociclisti, si raggiungono dapprima Colle di Tora e, attraversando il lago, Castel di Tora. Il loro nome deriva dall’antica città sabina di Thiora. Colle di Tora si leva su una penisola verde e qui il lago risulta particolarmente pescoso di coregoni, lucci, persici reali. Ma soprattutto Colle di Tora è il paese dei fagioli a

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Scelti per voi dove mangiare Locanda Belvedere Piazza Mareri 5, Ascrea (Ri) Tel. 0765723116 Pietanze a base di pasta fatta in casa e condita con funghi, tartufo e pesce locale. D’obbligo, nel periodo natalizio, la nociata, dolce a base di miele e noci avvolto in foglie d’alloro. Pranzo a 20 euro. Trattoria Posticciola Via del Popolo 57, Rocca Sinibalda (Ri) Tel. 0765708012 Piatti e ambiente familiari dove non mancano mai i sott’oli preparati in casa, l’abbacchio ed il tiramisù. Prezzo intorno ai 20 euro.

Sopra, a sinistra, un vicolo di Paganico Sabino; a destra, in alto, una cartolina di Castel di Tora, dove, la prima domenica di Quaresima, si prepara il celebre polentone

pisello, una particolare varietà che cresce tra i 750 e i 900 metri. Dalla forma rotondeggiante, bianco, con gusto dolce e pastoso viene coltivato dagli anziani su superficie perlopiù impervie che garantiscono condizioni termiche, d’umidità e di composizione del suolo rinvenibili solamente qui. Sulle sponde si possono noleggiare pedalò e canoe. Attraversando il ponte che porta alla costa orientale, Castel di Tora, delizioso borgo medievale, accoglie il visitatore con i suoi stretti vicoli, le torrette, i portali, le scalinate e le cantine scavate nella roccia. La torre del Castello ha forma poligonale e con la cinta muraria rappresenta una traccia ben solida del passato medievale quando alle popolazioni era necessario difendersi dai saraceni. Nella piazzetta centrale spicca invece la graziosa Fontana del Tritone, di fine Ottocento, che incornicia il lago. Una gita a Castel di Tora è d’obbligo la prima domenica di Quaresima, quando si organizza il polentone, una gigantesca polenta arricchita di ingredienti di magro: tonno, alici, baccalà e aringhe. Di fronte al paese, per mulattiera, si sale al Monte Antuni, dove svetta il Palazzo del Drago, dell’XI secolo e dalle 365 finestre, per decenni in rovina e la cui restaurazione è terminata nel 2000, e l’eremo di San Salvatore. In un’ansa

del lago si sale ad Ascrea, che offre scorci di grande suggestione. Nella chiesa parrocchiale una trecentesca tela di mano anonima raffigura la Madonna. Durante il periodo pasquale i bambini ricevono dalla famiglia lu fucile e le femminucce la palombella, pani dolci che vengono portati al cospetto del parroco per essere benedetti. Un suggestivo vallone separa Ascrea e Paganico Sabino, a picco sull’alveo del torrente Obito, che si può raggiungere grazie ad una passeggiata tra querce, aceri e faggi. Il percorso è agevole e prevede l’attraversamento del fondovalle grazie ad un ponte in pietra. Nella parte alta di Paganico meritano visita gli affreschi cinquecenteschi nella Chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione, in particolare una ben conservata Crocifissione. Le acque della fonte Palombo, poco distante dal centro abitato, da tempo immemorabile sono conosciute come diuretiche e digestive, e accanto, lungo il fiume Turano si trova un curioso monumento funebre del II secolo della nostra era: una grande pietra quadrangolare che riporta un’epigrafe dedicata alla famiglia dei Muttini. Paganico è patria della zuppa di vertuti, una minestra di legumi e cereali conditi a crudo con olio extravergine e timo selvatico che si prepara per tradizione il 1° maggio.

Trattoria dal Pescatore Via Maria Letizia Giuliani, Colle di Tora (Ri) Tel. 0765716082 Pesce di lago, gamberi di fiume e fagioli a pisello sono materie prime che distinguono questo locale sulla riva del lago. Prezzo: 30 euro.

dove dormire Albergo Del Turano Via Turanense 50, Castel di Tora (Ri) Tel. 0765716300 A pochi passi dal lago, l’albergo vi ospita in sobrie stanze con vista panoramica.

dove comprare Castagne Azienda Agricola Stizioli Via Orveninese 42, Collegiove (Ri) Tel. 0863909161 Fagiolo a pisello Pro Loco Colle di Tora Via Di Mezzo snc, Colle di Tora (Ri) Cell. 3490067435 Nociata Alimentari Ramagini Via Umberto I 3, Ascrea (Ri) Cell. 3409829871

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beauty case

di Lorella Ridenti

Belli dentro L’incontro con il noto dermatologo Antonino Di Pietro ci spalanca le porte di un mondo per noi ancora da esplorare, ma che riscuote sempre più interesse presso i lettori e ha un legame molto stretto con l’alimentazione e la natura

Professor di Pietro, sulla salute e la bellezza da anni si legge e si sente di tutto: annunci di nuove tecniche, rimedi miracolosi e altro. Come ci si può orientare tra leggende metropolitane, ricette della nonna e consigli scientificamente provati? Sono un fermo sostenitore della bellezza al naturale e anche se sono un antesignano nel campo dei trattamenti antiage, da dermatologo, voglio ribadire che la bellezza non è un viso lisciato, riempito e tirato a qualsiasi costo, ma è dalla freschezza e dalla luce che si riflette una pelle sana e curata con saggezza. Una pelle che, come il nostro abito migliore, deve essere mantenuta fresca e in ordine. Ci piacerebbe molto che ci mettesse a disposizione tutta la sua esperienza e la sua sensibilità per insegnarci a riconoscere gli amici e i nemici della nostra pelle. Da dove possiamo cominciare per iniziare questo viaggio alla scoperta del derma? Sarebbe interessante cominciare il nostro percorso con alcuni suggerimenti su come mantenere la pelle elastica e fresca. In che modo risolvere gli inestetismi più frequenti, spiegare perché si ammala e quali sono le cure più efficaci per curarla, dal corretto uso delle creme abbronzanti o le docce solari, sino ad arrivare alle terapie dermoplastiche più sofisticate, alcune che ho in gran parte ideato e messo a punto io stesso, come per esempio il rimage, il cross-linked, il picotage, la microterapia e la leci-lisi.

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Anche una corretta alimentazione è importante, in quale misura può intervenire nel mantenimento di questo organo così sensibile? Un’alimentazione sana, con un apporto equilibrato di proteine, ma anche di ferro, e zinco è alla base di tutte le cure per mantenere in salute la nostra pelle. Da una certa età in poi in una dieta corretta non dovrebbero mancare gli antiossidanti naturali, ma si tratta di un argomento molto importante che merita una trattazione a parte.

Antonino Di Pietro è specialista in Dermatologia e Venereologia. Fondatore e Presidente della I.S.PL.A.D.: International Society of PlasticAestheticand Oncologic Dermatology nel 1999. Coordinatore del Corso di Perfezionamento in “Dermatologia Plastica”, Università di Milano, anni accademici 2002-2003-2004. Coordinatore del Master in Dermatologia Plastica Università Tor VERGATA di Roma Membro del Collegio di Consulenza Scientifica (MedicoTermale) delle Terme di Salsomaggiore e Tabiano S.p.A. Direttore Scientifico area Dermatologia e Benessere del Centro di Talassoterapia Kalidria (Taranto) Professore a contratto in Dermatologia Plastica all’Università di Pavia, Facoltà di Medicina e Chirurgia. e-mail adipietro@antoninodipietro.it

Cosmetica a impatto zero è promosso da Lifegate e si tratta del primo progetto italiano che concretizza gli intenti del Protocollo di Kyoto. Affianca persone ed aziende in un percorso di riduzione e compensazione delle proprie emissioni di CO2. Tra le aziende cosmetiche che sostengono il progetto ci sono Davines, attraverso la linea Essential Haircare Melu che risponde alle diverse esigenze dei capelli lunghi o danneggiati, Phyto, che da sempre attinge al mondo vegetale gli attivi più efficaci e Guna, nota per la produzione di farmaci omeopatici e che offre diversi prodotti cosmetici per il corpo, viso e capelli. www.guna.it


Vacanze separate che passione!

The Setai Miami, luxury hotel nel cuore di South Beach in Florida (Stati Uniti), lancia un nuovo trend: vacanze separate e personalizzate! In pratica propone programmi personalizzati che soddisfano le peculiari esigenze dell’uomo e della donna che vivono in relax e il divertimento in modo assolutamente diverso. Makeover a base di champagne per lei mentre accesso al La Gorce Golf & Country Club (uno dei green più esclusivi), degustazione di sigari e whisky selezionati per lui. Per entrambi (ma da fare assolutamente da soli) shopping privato da Saks Fifth Avenue Bal Harbour, con personal shopper e sala prove esclusiva al Fifth Avenue Club, ingresso VIP in nightclub e Lounge Opium Group di South Beach e due trattamenti da 60 minuti ciascuno presso la Spa del Seitai Miami. La settimana che precede l’arrivo all’hotel tutti gli ospiti verranno contattati dal concierge per definire e personalizzare la propria permanenza in città scegliendo tra le prestigiose attività come sfrecciare su una Lamborghini Gallarado, prendere lezioni private di yoga sulla spiaggia o effettuare un giro sull’oceano a bordo di un elicottero privato. www.setai.com/celebration

Il piacere dei sensi Si chiama “Signature”, l’esclusivo trattamento benessere a base di olio d’oliva e lavanda proposto dal romantico resort L’Andana, nel cuore della Maremma Toscana. Si tratta di un percorso di benessere completo: per il corpo ma anche per il palato. Infatti, nella duplice veste di chef e hotellier, c’è Alain Ducasse, ben noto agli appassionati dell’alta cucina. Signature diventa così un’esperienza plurisensoriale da non perdere. Il rituale si compone di un gesto di “Benvenuto ai piedi” mentre, comodamente sdraiati in terrazza, si può beneficiare della splendida cornice delle colline toscane, gustando tisane create dallo chef per un relax più completo. Il benessere prosegue con una delicata esfoliazione sul corpo a base di sale marino, rosmarino ed oli essenziali e un intenso massaggio alla schiena a base di olio, restituendo idratazione alla pelle. Mani esperte prolungheranno poi il piacere attraverso un intensivo massaggio al viso. Lo chef Ducasse propone inoltre di terminare l’esperienza con una delizia gastronomica racchiusa in un delicato dessert, frutto della sua esperienza e fantasia, per un piacere multisensoriale. The Leading Small Hotels. www.andana.it

Dieta e stress? no grazie Sette chili in sette giorni? No, grazie! Il benessere e la forma fisica non sono forzature da compiere in gesti estremi che aumentano lo stress psicologico e spesso non raggiungono l’obiettivo prefissato, vanificando così gli sforzi fatti nel giro di poche settimane. La perfetta forma fisica si raggiunge attraverso una corretta alimentazione che, una volta assimilata, perdura nel tempo. E’ importante acquisire un metodo che sia, il più possibile, personalizzato secondo le esigenze di ogni individuo. E’ quello che si prefiggono gli specialisti dei Bagni di Pisa Medical Spa Resort, all’interno del quale il fiore all’occhiello è il trattamento dell’obesità ma anche del sovrappeso. Affinché comunque ogni protocollo medico sia seguito con il massimo del piacere, viene contestualizzato all’interno di una residenza da sogno , appartenuta al Granduca Francesco Stefano di Lorena, dove si trovano l’hotel a quattro stelle, il centro benessere e la Medica Spa. Il Professor Pinchera, Professore Ordinario di endocrinologia dell’Università di Pisa, è uno degli ideatori del percorso riabilitativo messo a punto dalla struttura. Il progetto è convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale. www.bagnidipisa.com 87


il turismo religioso

di Roberto Lavarini

Sociologo dell’ambiente e del territorio

La preghiera è un motore sociale È la pratica religiosa ad aggregare fortemente i gruppi di immigrati. Ritrovarsi nei luoghi di culto vuol dire innanzitutto stabilire un rapporto personale con il sacro ma anche instaurare legami con gli altri, socializzare, ritrovarsi fra simili. È la ricostruzione di un pezzetto della patria natia in una terra nuova Molti oramai danno per scontato che la nostra società sarà sempre più multietnica. Basta girare per le vie di una qualunque città, grande o piccola che sia, per incontrare persone di diversa etnia. Persone che si sono integrate, altre che rimangono arroccate nelle proprie tradizioni, nel ricordo di lontani stili di vita, altre ancora che sembrano in transito tanto sono ripiegate su se stesse. Numerosi studi sul grado di integrazione sostengono che della “nuova patria” acquisiscono per primo il linguaggio, successivamente il modo di abbigliarsi, per ultimo, con grande distacco, il cibo. E in effetti vediamo che sono sempre più numerosi non soltanto i ristoranti tipici ma i negozi di generi alimentari con prodotti che arrivano direttamente da luoghi lontani ed esotici. Spezie, profumi, sapori non abituali si stanno lentamente mescolando con quelli tipici del luogo. In mol-

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tissime nostre città sono stati attivati per loro servizi specifici in cui si tenga conto dell’origine di queste persone come quelli medico-sanitari, psico assistenziali, scolastici. Va tenuto conto che molti, oramai, sono immigrati di seconda o terza generazione per i quali si presume una completa integrazione. Ma è proprio così? Possiamo, per il momento, trascurare gli immigrati individuali o quelli che vivono in piccole comunità di connazionali. Focalizziamoci sui nuclei famigliari. Marito, moglie, figli e, forse, con qualche altro congiunto come un genitore anziano ad esempio. Questo tipo di struttura famigliare ha favorito una rapida integrazione ma ha anche permesso di conservare e difendere con impegno le tradizioni, i valori, gli stili di vita dei paesi d’origine. Ed è la religione, o meglio, la pratica religiosa ad aggregare fortemente i gruppi di immigrati. È vero

Le rotte etnico-religiose Pellegrinaggi, turismo etnico e ricerca di nuovi mercati, sono le mosse tattiche di Ryanair, secondo quanto si legge su riviste e periodici dopo che la compagnia aerea ha comunicato le prossime strategie. Infatti, il vettore ha definito tre nuove rotte dallo scalo di Orio al Serio: Constanza in Romania, Lappeenranta in Finlandia e Lourdes. Ryanair si sta notevolmente espandendo nel nostro Paese occupando settori potenzialmente ricchi. Turismo etnico ad Est, turismo religioso ad Ovest, la Finlandia a Nord sembrano nuove rotte pronte ad accogliere almeno 30 mila passeggeri ciascuna già a partire da questo anno.


80 milioni di oriundi italiani nel mondo

Le famiglie di immigrati hanno favorito una rapida integrazione ma hanno anche permesso di conservare le tradizioni e i valori dei Paesi d’origine

che ritrovarsi a pregare vuol dire innanzitutto stabilire un rapporto personale con il sacro ma significa anche stabilire legami con gli altri, socializzare, ritrovarsi fra simili. E più che rinsaldare un gruppo sociale, con le cerimonie religiose si ricrea un “ambiente”. È la ricostruzione di un pezzetto della terra natale in una terra nuova. È mantener vive le relazioni di un tempo. Va anche considerato che insieme a coloro che cercavano lavoro sono emigrati anche rabbini, pope, pastori, ayatollah, imam e molti altri. Va bene imparare la nuova lingua, va bene anche abbandonare i modi di vestire tradizionali o cucinare alimenti locali, ma non va mai abbandonata la religione dei padri. Dove ci sono grandi gruppi di immigrati anche l’organizzazione religiosa si fa sempre più articolata e potente sia socialmente che politicamente. Nella storia abbiamo tantissimi esempi, primo fra tutti il ruolo svolto dall’Imam Khomeini nell’esilio di Parigi. La moschea parigina in breve diventa un faro religioso, culturale e politico per tutti gli emigrati islamici, non solo per gli iraniani. Ma esempi ne possiamo trovare in tutte le confessioni religiose. Come anche nella religione cattolica. I religiosi italiani, preti, frati e suore, alla fine del 1800 sono partiti al seguito degli emigranti italiani in Germania e qui hanno costruito chiese, scuole, centri sociali, ancora oggi molto attivi e che sono serviti a mantenere vive le tradizioni e i legami con la terra di origine. Con i primi soldi messi da parte, infatti, si tornava nella vecchia terra d’origine dando avvio ad un turismo etnico e sentimentale, che portava a riallacciare i legami spezzati dalla distanza. Oggi sono altri i flussi, hanno destinazioni diverse, più lontane ed esotiche, ma chi parte ha ancora la stessa spinta: il ricordo e la nostalgia.

Il turismo etnico è il turismo alla ricerca delle radici di una popolazione. Spesso sono i discendenti degli emigranti che tornano nella terra dei loro padri come è accaduto per gli italo-americani sia nel Nord che nel Sud America. Quando tornano in Italia cercano nel territorio i luoghi descritti dai loro genitori o nonni. Molto spesso subentra la delusione di non riuscire a ritrovarli o di non riconoscerli che li induce a focalizzarsi su altri oggetti dei racconti come il “buono e genuino cibo” di un tempo o la chiesa e le cappelle che ancora si trovano un po’ ovunque. Enogastronomia e religione sono diventate le motivazioni più citate dai turisti americani verso il nostro Paese. A partire dal XIX secolo, oltre 26 milioni di italiani hanno lasciato l’Italia verso le Americhe, l’Australia, il Nord Europa. Oggi ci sono comunità molto folte in Brasile (25 milioni), Argentina (20 milioni) e USA (18 milioni). La nazione europea con più oriundi italiani è la Francia con circa 4 milioni, seguita dalla Germania con quasi un milione. In molti Paesi, specialmente del Sud America le stime sono approssimative poiché non esiste alcun tipo di censimento sulle proprie origini.

In apertura, musulmani in preghiera; in questa pagina partendo dall’alto, un rabbino, guida religiosa della comunità ebraica, la moschea di Roma, la più grande in Europa e, nella foto in basso, uno scorcio della sinagoga di Torino

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lezioni di ospitalità

di Roberto Lavarini Sociologo dell’ambiente e del territorio

Nuova linfa dai Paesi emergenti Il rilancio di un’attività produttiva che riguarda quasi 3 milioni di addetti e una quota del Pil nazionale superiore al 10% passa anche attraverso l’apertura a nuovi mercati. In particolare a quelli in rapida espansione

Per un’accoglienza di qualità Nel predisporre la stanza per i clienti cinesi ricordarsi sempre di mettere il bollitore per il the e alcune bustine di the verde. A loro farà molto piacere trovare anche un ombrello, soprattutto d’estate. Odiano, infatti, l’abbronzatura e vogliono ripararsi dal sole per non sembrare dei contadini.

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Si sa che l’Italia è un paese caro. Caro nel senso di amato. Infatti, le sistematiche inchieste sulle preferenze per le destinazioni dei potenziali viaggiatori vedono ogni volta l’Italia posizionarsi ai primissimi posti. Quasi incredibile visto che il secondo significato di “caro” vuol proprio dire costoso. Il nostro Paese è fra le destinazioni più care, specie nell’offerta alberghiera. Secondo il presidente provinciale Ada (Associazione direttori d’albergo) Pietro Rotolo, soffriamo della concorrenza di Paesi come Turchia ed Egitto che offrono tariffe molto più economiche con una stessa qualità nell’offerta alberghiera. Lo sanno bene i turisti che tradizionalmente visitano la nostra terra e che ponderano oculatamente costi e benefici. Ci sono quelli che amano il fascino dei nostri hotel, il lusso discreto dei grandi alberghi “storici”, la straordinaria capacità di accogliere e di “coccolare” gli ospiti. Ma sono sempre meno anche in conseguenza di una diffusa crisi economica e sovente riducono la durata del loro soggiorno. È necessario aprirsi a nuovi mercati. Soprattutto a quelli in rapida espansione come quello cinese, russo o indiano. Ovviamente non basta volerlo. Occorre che vengano compiuti dei passi concreti che incentivino i flussi, a cominciare dallo snellire gli iter burocratici per ottenere il visto sul passaporto. Ma, al di là di questo, c’è ben altro che noi possiamo fare per favorire gli arrivi da queste nuove aree turistiche. Per prima cosa dobbiamo ben conoscere il nostro potenziale cliente. Il suo stile di vita. Le sue abitudini, le sue attese. Dobbiamo essere ben informati sulle motivazioni che li portano a visitarci. Una prima informazione, fondamentale, è la distinzione fra clientela business e clientela leisure. Infatti, prendendo in considerazione solo questi tre mercati, il 75% dei russi non sono turisti d’affari, ma amano lo shopping, la buona cucina italiana, l’atmosfera culturale che pervade grandi e piccole città. I cinesi a motivazione leisure scendono al 65% e gli indiani al 60%. Interessante anche sapere che non tutti scelgono lo stesso periodo dell’anno per il loro soggiorno. Infatti, mentre i russi e i cinesi vengono in Italia nel periodo estivo ossia da giugno a settembre, gli indiani preferiscono aprile e maggio, in coincidenza con le loro vacanze. Questo è molto interessante perché gli indiani, più di altri, preferiscono viaggiare con moglie e figli al seguito.


un impegno per la differenza

Vinitaly 2011

Palaexpo - Regione Lombardia - Stand D9


All’insegna dell’eccellenza Mantenendo un profondo legame con il suo territorio e la sua tradizione, l’Azienda Le Torri produce un vino di straordinaria qualità ed è pronta per il futuro di un mercato sempre più internazionale

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Azienda Agricola

Azienda Agricola e Agriturismo le Torri di Campiglioni Spa Via San Lorenzo a Vigliano 31 Barberino Val d’Elsa (FI) Tel. e fax 0558061257 - 0558076161 info@letorri.net www.letorri.net

La qualità del vino non nasce per caso; è semmai il prodotto di tecniche colturali precise e meticolose, di un’attenzione verso la vite completamente rispettosa dell’ambiente e della natura. Questa è la filosofia dell’Azienda Le Torri che si estende per circa 103 ettari nel Comune di Barberino Val d’Elsa. Mantenendo un profondo legame con il suo territorio e la sua tradizione, da isola senza tempo nel cuore della Toscana l’azienda è stata capace di proiettarsi nel futuro in vista di un mercato sempre più internazionale. Tra la produzione de Le Torri spiccano il Chianti Docg Colli Fiorentini e gli Igt Magliano, Vigliano e Villa San Lorenzo, vini che hanno fatto guadagnare all’azienda importanti segnalazioni e continuano a riscuotere un costante successo sia in Italia sia all’estero. Di grandissima qualità anche l’olio extravergine di oliva, ricavato da olive raccolte a mano e frante entro 24 ore dalla raccolta. Oltre ad essere un’ azienda agricola in forte espansione, Le Torri è anche il luogo ideale per coloro che amano ritagliarsi un proprio momento di relax a stretto contatto con la natura e degustare tipici prodotti locali. L’azienda ha costruito un bellissimo agriturismo ristrutturando all’interno del complesso aziendale antichi casolari risalenti al 1700, che possono ospitare fino a 50 persone. Tutti gli appartamenti, curati nel minimo dettaglio e finemente arredati in stile rinascimentale toscano, uniscono il comfort della modernità al fascino del passato e della tradizione toscana. Gli ospiti dell’agriturismo potranno degustare i vini, l’olio e i piatti tipici toscani in un ristorante a loro riservato, in un ambiente da favola!


Piaceri&Dintorni 94

Le grappe di Borgo San Vitale È qui che nascono gli unici distillati ricavati da uve Franciacorta Docg

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Salento con locanda Antiche dimore e suggestive masserie per scoprire una terra d’altri tempi

da pag. 104 Rubriche

• Orto dei semplici • Selezioni • La scoperta • Benservito

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piaceri&dintorni

Nel paese delle alchimie 94


Non è solo l’unica distilleria che produce grappa 100% uve di Franciacorta Docg: Borgo Antico San Vitale affascina anche con una location antica dove si fa didattica, ricerca e il palato è coccolato da un locale per gourmet di Francesca Negri

Borgo Antico San Vitale ha un primato: essere l’unica distilleria che produce grappa con il 100% di uve di Franciacorta Docg. Oltre a questo, però, l’incredibile location di un antico borgo dedicato al culto di San Vitale, sapientemente restaurato, ospita molte altre straordinarie realtà. In primis, il Forum Aquavitae, primo Centro internazionale per la ricerca dei distillati. Qui, docenti e ricercatori universitari di tutto il mondo compiono sperimentazioni nella produzione, fanno ricerche storiografiche, hanno spazi per l’organizzazione di convegni, corsi e seminari, divulgano la cultura, la tecnologia e il consumo delle acquaviti.

Come nel Settecento Accanto al Centro, fervono e “fermentano” altre importanti attività, in una location che va vista e visitata. Le origini del Borgo Antico San Vitale affondano le loro radici nell’Alto Medioevo, quando Borgonato compare in un diploma imperiale dell’879. Caratteristica principale del complesso è quella di essere costituito da edifici di epoche diverse (dal IX al XVIII secolo) e di tipologie variegate (una chiesa con canonica, un palazzetto medievale, una cascina), che nel corso del tempo si sono unite in un insieme di alto valore storicoarchitettonico. Dopo quasi un decennio di approfondita e rigorosa indagine archeologica e di un’attenta azione di restauro - voluta dalla storica famiglia di distillatori Gozio sono stati recuperati secoli di storia abbandonati all’incuria del tempo e ricreato l’autentico clima settecentesco delle origini. Così, nell’atmosfera alchemica dei sotterranei è stata realizzata l’ampia cantina in cui trovano collocazione le “barriques”, cioè le botti in rovere in cui le grappe di Borgo Antico San Vitale riposano per lungo tempo prima di finire in bottiglia e nel bicchiere degli appassionati.

Perle di acquavite Borgo Antico San Vitale però è soprattutto un sogno che si realizza per i fratelli Gozio, che da sempre desideravano produrre cultura, oltre che le loro eccellenti grappe ed i loro superbi distillati. Per questo è stato creato anche un percorso esperienziale didattico dedicato all’acquavite e alla distillazione, con reperti storici autentici, attrezzature d’avanguardia, ricostruzioni, illustrazioni e video. Il cuore pulsante di questo affascinante complesso, ça va sans dire, è la Distille-

In apertura, i vigneti della società agricola Castello di Gussago La Santissima

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piaceri&dintorni

Uno scorcio dell’esterno di Borgo Antico San Vitale all’imbrunire; nelle foto sotto, gli interni della distilleria, sede di moderni apparati della distillazione ed esposizione di antichi alambicchi

Passione di famiglia Distilleria Franciacorta, di Gussago (Bs), è stata fondata nel 1901 dal produttore di vini Luigi Gozio. Nel 1930 sono i suoi figli, Paolo e Giuseppe, a installare un moderno apparecchio di distillazione a vapore, col quale si ottiene un alcol più puro, dando il la a una svolta fondamentale per l’azienda. Nel 1977 la Distilleria diviene “Distillerie Franciacorta Spa”, passando da realtà artigianale ad azienda industriale, e dotandosi di tutti gli strumenti necessari per affrontare nuove dimensioni produttive e distributive. Alla fine degli anni ’90, Distillerie Franciacorta acquisisce due prestigiosi marchi, che ne consolidano il ruolo di azienda autentico riferimento nel mondo dei distillati: Grappa Piave Selezione Cuore e Brandy Rene’ Briand. Distillerie Franciacorta oggi copre l’8% dell’intera produzione di grappa in Italia (è seconda nella graduatoria nazionale dei produttori), mentre all’estero è presente sui mercati di cinquanta Paesi nel mondo, tra i quali Stati Uniti, Giappone, Russia e Australia. 96

ria, dove, sotto la direzione del mastro distillatore Giuliano Gozio, le vinacce vengono lavorate, e dagli alambicchi nascono la grappa Franciacorta (anche nella versione alla liquirizia), quella Barricata e quella di Chardonnay di Franciacorta, ma anche l’acquavite di castagne. Poco più in là, nella storica sede di Distillerie Franciacorta, a Gussago, prendono vita altre perle di acquavite, come quella di pere Williams, e l’Anesone Triduo, liquore storico del territorio bresciano, preparato con una sapiente e ricca miscela di erbe aromatiche caratterizzata dal gusto inconfondibile dell’anice e ottimo diluito in acqua fresca come aperitivo o aggiunto al caffè, dove libera i suoi delicati profumi.

Ciliegina sulla torta Le vinacce, provenienti esclusivamente dalla Franciacorta, vengono in parte dai vigneti di famiglia. È dei Gozio, infatti, anche il meraviglioso Castello di Gussago, tenuta di 15 ettari con tanto di maniero, che campeggia su una collina di vigne e roseti da cartolina. Qui vengono prodotti tre diversi tipi di bollicine Franciacorta e due di Curtefranca (bianco e rosso). Ma non è finita, manca ancora la ciliegina sulla torta. Dallo scorso ottobre, infatti, Borgo Antico San Vitale ospita Stefano Cerveni e il suo stellato ristorante Due Colombe. Così, prima di avere nel bicchiere uno scampolo di paradiso ad alta gradazione alcolica, avrete nel piatto un giusto preludio e una sinfonia di sapori rari da trovare. Come le grappe e le acquaviti dei maestri distillatori Gozio.

Passeggiando tra gli alambicchi L’arte della distillazione a Borgo Antico San Vitale va in scena anche attraverso un suggestivo percorso museale, contrassegnato da caldaie ed alambicchi storici. I visitatori del Borgo possono infatti accostarsi, attraverso apposite visite guidate, ad interessanti momenti didattici, dedicati all’acquavite e alle fasi della sua produzione. Per immergersi nell’atmosfera suggestiva di questo luogo ricco di fascino e memoria è possibile prenotare delle visite guidate con degustazione dei migliori distillati, accompagnati da prodotti tipici locali (ai minorenni non saranno serviti alcolici). Per informazioni e prenotazioni: tel. 0309828977 e www.borgoanticosanvitale.it.


PREMIERGROUP

Eccellenze di Franciacorta Brut, Satèn, Rosé da vigneti pregiati di un territorio unico. Terrazzati, esposti al sole o racchiusi nei broli, per custodire il calore di ogni raggio. Uve Chardonnay e Pinot Nero, vendemmiate a mano. Una spremitura soffice progressiva. Almeno 25 mesi di affinamento in bottiglia per preservare i profumi più delicati. Cuore, passione ed esperienza Franciacorta. Via Manica - Gussago (BS) - Tel. 030 25 25 267 - www.castellodigussago.it - info@castellodigussago.it


piaceri&dintorni

Salento con locanda

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Nella terra di Puglia che da Otranto si spinge fino a Leuca rivive l’antica usanza delle taverne collocate nei centri storici dei paesini dell’entroterra dove il viandante poteva trovare un pasto caldo e un letto per riposarsi. Una nuova tendenza con qualche tocco moderno e il recupero attento di case antiche dove è possibile rivivere le atmosfere semplici e accoglienti dei locali familiari di Jolanda De Nola

In apertura, uno scorcio del Castello di Momo, trattoria tipica a Lucugnano

Salento, ”lu sule, lu mare lu ientu”… Sole mare e vento, ma non solo. Meraviglioso e malinconicamente contraddittorio, vivace e al contempo sonnacchioso, il Salento è meta sempre più apprezzata dal turismo marinaro d’assalto, ma all’occhio attento e discreto del viaggiatore curioso offre un entroterra emozionante, fatto di cultura, storia, racconti di gente e di vita e una cucina ancora più interessante e variegata di quella classica di pesce regina della costa. Il Salento è luogo fatto di terra rossa e sole, luogo di contadini e di agricoltura che si perde nella notte dei tempi come testimoniano le sterminate distese di ulivi secolari che si incontrano percorrendo la zona in lungo e in largo. Sicuramente uno dei tratti più affascinanti parte da Otranto per arrivare a Santa Maria di Leuca, estremo lembo meridionale, punto di confluenza dei due mari, Adriatico e Jonio. La cosiddetta “Terra d’Otranto” o Capo di Leuca possiede senza dubbio le vedute e gli scorci più belli al viaggiatore che ha il desiderio di conoscere a fondo le culture e le abitudini della gente del posto.

Tra usi e costumi Lasciata la costa ed entrando nel cuore del Salento, grazie a una nuova tendenza che però si riallaccia al passato è possibile entrare in contatto diretto con gli usi e i costumi di questa splendida terra. Da qualche tempo rivive l’antica usanza delle locande, taverne collocate nei centri storici dei paesini dell’entroterra dove il viandante poteva trovare un pasto caldo e un letto per riposarsi. Oggi, con qualche tocco moderno e il recupero attento di case antiche in molti centri storici, è possibile rivivere le atmosfere semplici ma calde e accoglienti delle locande familiari. A Taviano, per esempio, A Casa tu Martinu è una trattoria tipica con camere situata nel centro storico di questo piccolo comune a 30 chilometri da Santa Maria di Leuca (www.acasatumartinu.com), che propone gnommareddhri, salsiccia, ciciri e tria, sagne n’cannulate, per citare solo alcuni dei piatti tipici del luogo. Altro piccolo gioiello è La Corte degli Aranci sempre a Taviano, anche questa recuperata nel centro storico del paese da un’antica corte

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piaceri&dintorni

Tra le onde

Ma il Salento è anche mare, mare meraviglioso e cristallino, ancora più affascinante lontano dai periodi di alta stagione: quindi per concludere il viaggio non si può non arrivare sino alla punta estrema del Salento, Santa Maria di Leuca, incontro di mari, lo Jonio e l’Adriatico, e di culture, in quanto luogo di numerosi sbarchi nei secoli di popolazioni, come i Greci, i Romani, i Turchi. Affacciamoci sulla scogliera a picco dal sagrato del Santuario della Madonna di Leuca e godiamo del rumore del vento e del mare, in questo punto sempre molto agitato: l’orecchio attento sentirà anche il suono di quella campana che staccatasi dal campanile nell’800 e caduta in mare, continua a rotolare verso un fondo che non c’è, in quanto la leggenda vuole che questo sia il “mare spundatu”, il mare senza fondo. In realtà, si tratta solo del rumore del vento e del mare che si infrangono sulla scogliera, ma a noi, viaggiatori curiosi e un po’ romantici, piace chiudere gli occhi e sentire ancora il suono di quella campana che continua a rotolare.

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con uno splendido aranceto, dove d’estate si può cenare in tutta tranquillità e poi riposare nelle camere che si affacciano sul giardino (www.cortearanci.it). Andando verso sud, un modo ancora più particolare di vivere l’entroterra salentino, grazie ad atmosfere particolarmente evocative del passato, è quello di soggiornare a Borgo Cardigliano (www. cardigliano.it), piccola frazione di Specchia, comune situato a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca. Spopolatosi negli anni ’70, da qualche anno è stato completamente recuperato e ristrutturato grazie alla verve e alla tenacia di Antonio Lia, ex sindaco del comune di Specchia e oggi presidente del Gal Capo di Leuca, gruppo di azione locale molto attivo in opere di recupero e valorizzazione di bellezze architettoniche, culturali e paesaggistiche. «Con il recupero di Borgo Cardigliano abbiamo voluto ridare vita ad un importante centro agricolo dei primi del ‘900, permettendo così agli ospiti di vivere, dormire, mangiare nelle case, nelle stalle, negli edifici che un tempo erano abitati dai contadini che lavoravano le terre intorno al borgo, rivivendo le antiche atmosfere e godendo della bellez-

In questa pagina, alcune immagini dell’accogliente trattoria A Casa tu Martinu, nel centro storico di Taviano


Il Salento è luogo fatto di terra rossa e sole, luogo di contadini e agricoltura che si perde nella notte dei tempi come testimoniano le distese di ulivi secolari che si incontrano percorrendolo in lungo e in largo

Sotto, gli spazi di Borgo Cardigliano, frutto di un esemplare progetto di recupero, sono di proprietà del comune di Specchia (una veduta del centro storico nella foto in basso), vicino a Santa Maria di Leuca

za di quelle piccole case di tufo bianco con le volte a stella», dice Antonio Lia, orgoglioso del lavoro fatto e confortato dalle presenze, circa 40.000 annue, sopratutto di provenienza estera, tra cui principalmente australiani e americani, in costante aumento. E, va sottolineato, la proprietà di Borgo Cardigliano è ancora oggi del comune di Specchia, grazie alla ferma convinzione di Antonio Lia che «un comune, benchè istituzione pubblica, può e deve diventare impresa al servizio dei cittadini, per il loro sviluppo culturale ed economico». Sempre a Specchia nel centro storico si trovano solo trattorie e ristoranti tipici che non hanno, per scelta, le celle frigorifere, al fine di proporre al cliente solo prodotti freschi tutti i giorni e locali, a km zero. «Abbiamo concesso autorizzazioni ad esercitare solo a quei ristoratori che garantiscono l’utilizzo di prodotti locali, del territorio e sempre freschi», dichiara Lia, dunque non sono necessarie celle frigorifere per stoccare la merce.

All’ombra degli ulivi C’è anche un altro modo, altrettanto affascinante, di entrare in contatto con la cultura sa-

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Scelti per voi

piaceri&dintorni

dove mangiare

Il patrimonio olivicolo secolare è tutelato dall’Associazione I Custodi di Olivopoli con molteplici iniziative, tra cui un fumetto dedicato ai bambini

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lentina e la sua terra. Complici d’eccezione gli ulivi secolari, veri e propri monumenti di cui il territorio è costellato, con i loro forti tronchi contorti, spesso, in forme che rievocano tratti umani o animali. Per associare questo patrimonio al turismo l’associazione I Custodi di Olivinopoli (www. olivinopoli.it), nata a Lecce ma operante su tutto il territorio salentino e meridionale, propone soggiorni nel Salento in occasione della raccolta delle olive, arricchiti da momenti di formazione con corsi di degustazione e visite guidate ai frantoi della zona, oltre ovviamente all’attiva partecipazione dei turisti alla raccolta delle olive. Numerose le strutture ricettive, tra masserie, agriturismi, bed&breakfast e privati con piccoli appartamenti nei centri storici, che fanno già parte del circuito ricettivo in via di sviluppo. E per salvaguardare l’immenso patrimonio olivicolo secolare di cui è ricco il Salento I Custodi di Olivinopoli ha anche creato un fumetto, con protagonisti Nonno Cellino e Zia Burbera, che racconta ai bambini la storia di questi ulivi, trasmettendo l’importanza del rispetto della natura e di un patrimonio dell’umanità. «Il nostro obiettivo - sostiene Angelo Amato, fondatore e presidente dell’associazione - è valorizzare un prodotto di altissimo livello qualitativo e valore nutrizionale quale è l’olio extravergine di oliva che deriva dagli ulivi ultracentenari delle varietà autoctone della penisola salentina, l’Ogliarola di Lecce e la Cellina di Nardò, dimostrando così che anche piante non proprio giovani possono dare vita ad un prodotto eccellente». La partecipazione alla raccolta e la conoscenza profonda di un’attività così importante e significativa per il genere umano, come è la produzione di olio da olive, può essere accompagnata dall’adozione del proprio albero, il quale ogni anno garantirà al viaggiatore un certo numero di bottiglie di ottimo olio, che sarà “il suo”.

Da Jolanda Via Montanara 2, Lucugnano (Le) Tel. 0833784164 Trattoria tipica. Prezzo: 20-30 euro. Il castello di Momo Piazza Comi 11, Lucugnano (Le) Tel. 0833784268 Trattoria tipica. Prezzo: 25-30 euro. La Ficarigna Via Deledda, Specchia (Le) Tel. 0833535398 Ristorante tipico. Prezzo: 30 -35 euro. La bettola P.zza San Giovanni, Specchia (Le) Tel. 0833537022 In pieno centro storico, macelleria che la sera diventa ristorante di specialità di carne. Prezzo: 20-30 euro. Da coppuledda Via Garibaldi 3, Specchia (Le) Tel. 0833535403 Antica osteria ricavata in un antichissimo frantoio dell’800. Cucina tipica salentina di terra. Prezzo: 20-30 euro. Al convento Via Perrone, Specchia (Le) Tel. 0833539515 Ristorante trattoria tipico ricavato nell’ex convento dei francescani neri in pieno centro storico, ottima cucina di pesce. Prezzo: 25-30 euro.

dove dormire La noviera Via Provinciale per Miggiano Specchia (Le) Tel. 0833535272 Trattoria pensione in un grande parco a pochi chilometri dal mare. Gestione familiare. Camera singola con colazione: 35 euro. Castello Risolo Specchia (Le) Tel. 3204017947 Antico castello cinquecentesco nel centro storico di Specchia recuperato ad albergo. Camera doppia con colazione: 80 euro. A Casa tu Martinu Via Corsica 97, Taviano (Le) Tel. 0833913652 Trattoria pensione - osteria con camere. Pranzo e cena 25-30 euro, camera doppia con prima colazione 100 euro.


Encomio alla qualità - Identità di un’azienda Parliamo spesso di qualità in vigna e in cantina per ottenere un prodotto speciale e questa è la prerogativa di Terredora, l’azienda vitivinicola di Montefusco. Ho avuto occasione di conoscere l’azienda e una famiglia, quella di Walter Mastroberardino, con i figli, Daniela, Lucio e Paolo, che mi hanno insegnato la filosofia della vigna. Ho chiesto a Paolo Mastroberardino

com’é possibile avere una così variegata tipologia di terreni. Sono queste - ci dice - le zone più vocate alla coltivazione della vigna; allora impariamo che CampoRe è il terroir coltivato sia a Fiano che ad Aglianico. Un altro territorio il Terre di Dora, e poi ancora con Terre degli Angeli, Loggia della Serra e Pioppo del Cappuccino, da cui nascono i crù di Greco di Tufo Docg.

In ogni sorso di Greco di Tufo trovate la differenza, Loggia della Serra, o Terre degli Angeli. Il Fiano di Avellino del crù CampoRe e quello di Terre di Dora, per non parlare dell’Aglianico, che poi diventa Taurasi con gli anni trascorsi in cantina, e in un sorso sentiremo i profumi di un vino dove le mani sono quelle di uomini cresciuti con l’idea di dare identità ai loro vini.

Hotel Ristorante Vecchia Taverna

Fresine di Gragnano al grano duro con tartufi di mare e pachino.

Immerso nel verde, di Oliveto Citra, l’Hotel Ristorante Vecchia Taverna gode di un meraviglioso panorama sulla campagna e sulla collina al riparo da rumori e dai clamori, per offrire a chi vi soggiorna un piacevole momento di relax. L’albergo ristrutturato recentemente offre 24 camere con i migliori confort (bagno, doccia, Tv, internert, telefono diretto, aria condizionata,frigobar, riscaldamento etc). L’Hotel dispone di un ascensore, di una sala Tv, di un parcheggio custodito, di un giardino, di pizzeria, bar e un’ottima cucina. La cucina è molto varia e comprende piatti a base di pesce e di carne .

Ingredienti 2 persone -200 grammi tartufi di mare -160 grammi fresine di gragnano al grano duro -80 grammi pomodorini pachino -sale q.b. -basilico fresco -olio extra vergine d’oliva Terredora q.b.

Hotel Ristorante Vecchia Taverna Via Casina del Salice 84020 Oliveto Citra SA - Tel. 0828 99.55.55 - Fax 0828 99.55.56 Cell. +39 338 22.60.394 e-mail: info@vecchiataverna.com

Procedimento: far rosolare l’aglio in una padella,mettere i tartufi di mare e i pomodorini,e aggiungere un pò d’acqua di cottura.Lessare le fresine di gragnano in acqua salata(ogni 100 grammi di pasta 1 lt d’acqua e 10 grammi di sale) e scolare al dente. mantecando con il fondo,facendolo amalgamare bene,e portando a cottura. Servire in un piatto caldo con basilico e olio d’oliva Terredora e con una spruzzata di tartufo fresco..

Terredora di Paolo s.s.a. (Società Semplice Agricola) Via Serra Snc 83030 Montefusco (Av) - Italia Tel.++39.0825.968215 Fax ++39.0825.963022 www.terredora.com info@terredora.com


orto dei semplici

di M. Pia Fanciulli www.barbanera.it

Scalogno tramandato a mano Parente stretto di aglio, porro e cipolla l’Allium Ascalonicum non si propaga per impollinazione ma occorre piantare i bulbi ogni anno. Coltivandolo seguendo semplici passi, anche in piccoli spazi come il terrazzo di casa, si contribuisce così ad evitarne l’estinzione. E i benefici sono tanti, a partire dai sapori 104

Apprezzato e coltivato anche nel giardino di Carlo Magno, impareggiabile ingrediente di sformati e salse, lo scalogno sta conquistando un numero sempre maggiore di estimatori per il suo gusto delicato. Parente stretto di aglio e porro, ma soprattutto della cipolla, deve a questa parentela la discussione fra i botanici sulla sua natura: specie distinta o sottospecie della cipolla? La gran parte dei ricercatori oggi propende per la prima. Ma anche fra le varietà c’è una disputa: è migliore lo scalogno grigio o il rosa? Gli esperti considerano il grigio più fine e profumato ma poco adatto alla conservazione, il rosa, meno profumato ma di più lunga durata. Amatissimo già da Romani e Greci, che lo consideravano un potente afrodisiaco. Poi, in epoca medievale, lo si ritrova nel 1200 nel noto Liber de Coquina, il “Libro della cucina”, redatto a Napoli alla corte angioina, dove viene indicato come condimento ideale per carni di grosso taglio. Ma soprattutto lo si consiglia come aroma alternativo alla cipolla, all’aglio. Sarà poi nei ricettari di

corte settecenteschi che conquisterà un posto di sempre maggior prestigio. Ma al di là delle ancor oggi apprezzatissime virtù culinarie, come tutte le Liliacee, lo scalogno è una vera farmacia naturale. Favorisce la digestione ed ha proprietà battericide. E se deve al solfuro di allile il suo aroma pungente, da questo gli derivano anche le proprietà disintossicanti, diuretiche e antiradicali, quindi antinvecchiamento dovute pure alla presenza di selenio. Se mangiato crudo donerà anche un bel carico di vitamina C. E poi ferro, fosforo, potassio e vitamine del gruppo B. Nell’orto lo scalogno è pianta erbacea della famiglia delle Liliacee e deve il suo nome scientifico, Allium Ascalonicum, ad Ascalon, antica città della Palestina dove sembra abbia avuto origine. Simile alla cipolla, è però composto da più piccoli bulbi uniti in un bulbo unico, è più affusolato, ed ha colore più scuro. Non fa fiori, quindi non si propaga per impollinazione ma occorre piantare i bulbi ogni anno. Per questo si estinguerebbe se non ci fosse qualcuno a riprodurlo ogni anno.


Coltiviamolo così I vasi e il terriccio Lo scalogno, che ama la terra ricca e ben drenata, si può coltivare con facilità anche in vaso. L’importante è che lo si collochi in posizione luminosa e soleggiata. Per farlo crescere bene sarà sufficiente una cassetta o un vaso di almeno 30 cm di diametro da preparare sistemando sul fondo uno strato di ghiaietta o argilla espansa per il drenaggio. I contenitori dovranno essere riempiti fino a 5 cm dal bordo. La semina Può avvenire sia tramite i bulbilli sia con il trapianto di piantine giovani. L’operazione va effettuata con la fase di luna calante, meglio qualche giorno prima del novilunio, tra fine inverno ed inizio primavera. I bulbilli vanno affondati per 5-6 cm nella terra, con la punta rivolta verso l’alto, ad una distanza di 10-15 cm. Sarchiare con regolarità per impedire l’invasione delle infestanti. Si annaffiano nei periodi asciutti. Verso maggio-giugno si possono raccogliere i primi scalogni per il consumo.

quelle dell’aglio. Da evitare la vicinanza di piselli, fagioli, fave e altre leguminose. Perfetto accordo con lattuga, fragole, carote e barbabietole rosse. Raccolta e conservazione Con l’arrivo dell’estate si dovrà smuovere la terra per favorire l’aerazione, l’ingiallimento delle foglie e la maturazione degli scalogni che si raccolgono a maggio-giugno per il consumo fresco, a luglio-agosto per la conservazione. La raccolta va fatta con il tempo secco: si estraggono i bulbi facendo forza alla base delle foglie per poi lasciarli al sole per qualche giorno. Per conservarli si mettono in una cassetta in un solo strato in luogo asciutto e fresco. Il grigio si conserva fino al gennaio successivo, il rosa fino a giugno. Se qualcuno diventasse molle, con una muffa biancastra, va buttato per evitare il contagio. Si possono anche riunire in trecce.

Punti deboli Durante la fase della coltivazione, lo scalogno mal sopporta i ristagni d’acqua. Mentre tra i nemici, il più temibile è la cosiddetta mosca dello scalogno: una larva che rosicchia i bulbi e li fa marcire. Il rimedio è estirpare quelli colpiti e bruciarli. Buono a sapersi Nell’orto, ma anche sul balcone, sarà bene tener conto di antipatie e simpatie dello scalogno, che coincidono con

Di terra in terra Si potrebbe proprio dire che c’è scalogno e scalogno! Più d’una sono infatti le varietà di questo pur semplice ortaggio diverse tanto per forma - sferica, rotondeggiante ed allungata - che per colore: rosso, rosso-bruno, giallo, grigio e bianco. In Asia si trovano scalogni soprattutto piccoli, sferici, di colore rosso, mentre in Francia si preferisce coltivare uno scalogno di forma più allungata, dal colore rosso-bruno. Particolarmente apprezzato in Italia è lo scalogno di Romagna, coltivato nel territorio tra Faenza, Imola e Forlì, che ha conquistato nel 1997 il marchio Igp. Ha forma a fiaschetto allungato, spesso contorto, con una barba di lunghe radici e colore bruno dorato o ramato. Ogni tipo si può mangiare crudo o cotto, utilizzato come aroma. In particolare si possono utilizzare: le foglie, raccolte ancora verdi, tagliate finemente come fossero erba cipollina, per insaporire insalate, patate lessate, legumi. Mentre i bulbilli possono essere utilizzati per aromatizzare olio e aceto, oppure entrare nella preparazione di salse, minestre, verdure, carni e pesci alla brace o in padella.

Un’insolita proposta. È tempo di... acqua piovana L’arrivo della primavera è sinonimo di piogge rigeneratrici che possono essere facilmente raccolte e utilizzate nell’orto, sul balcone e nel giardino. Si potrà così disporre di un “prodotto” di stagione che farà bene alla salute della terra e, perché no, pure delle nostre tasche! Forse non a tutti è noto infatti che un irrigatore automatico, lasciato acceso per un’ora, consuma tanta acqua quanta ne utilizzerebbe una famiglia di quattro persone in due giorni. Altrettanto sorprendente è che annaffiando nelle ore più calde si fa evaporare il 90% dell’acqua utilizzata. Ora, in tempi in cui il risparmio idrico si impone, imparare a raccogliere l’acqua piovana può davvero fare la differenza. Basterà acquistare dei contenitori per la raccolta nei negozi specializzati (nelle serre oppure nelle grandi ferramenta) da collocare sotto ai canali di scolo delle grondaie. Avendo spazio si possono collegare tra loro più contenitori. L’acqua così raccolta si potrà conservare proteggendola con un coperchio, non solo per mantenerla pulita, ma anche per ridurre l’evaporazione.

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selezioni

di Cesare Aldesino

Broccolo fiolaro, buono fino al piatto Alleato della salute dall’antichità oggi l’ortaggio sta vivendo un momento d’oro anche sul fronte della tavola come protagonista di moltissime ricette, dalle tradizionali alle più creative Lungo la Statale 11, nel dinamico comune di Creazzo, alle porte di Vicenza, si elevano dolci declivi esposti a sud dove, grazie a un microclima e un terreno particolarmente favorevole, da secoli viene coltivato un broccolo con metodi tradizionali e con l’esclusione di prodotti chimici. Ha un apparato radicale molto sviluppato, non forma il fiore e ha la struttura e un gusto differente rispetto ad altre varietà di broccolo. La denominazione “fiolaro” deriva dalla presenza di infiorescenze o teste secondarie presenti lungo il fusto della pianta,

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chiamati in dialetto veneto “fioi” (figli). Sono quelli che, insieme alle foglioline più tenere, finiscono nel tegame. Cresce quando l’orto sta per andare in letargo e ci accompagna durante l’inverno, da fine novembre a tutto febbraio. Pur resistendo a temperature piuttosto basse (-8/10 °C), trova la forma di espressione migliore con un clima non troppo freddo ed asciutto, come si può trovare in collina. Qui il terreno è sabbioso-limoso, calcareo e quindi, se opportunamente lavorato, facilita le operazioni colturali. Nel passato i broccoli erano


parte dell’alimentazione contadina e fornivano sostanze utili per chi era iperteso e nervoso. Le foglie posate nelle parti doloranti curavano alcuni dolori artritici. Già lo scrittore latino Catone il Vecchio in epoca romana citava il broccolo, riconoscendone le qualità e le importanti proprietà medicamentose. Alla moderna rivalutazione del broccolo ha contribuito anche il riconoscimento scientifico delle sue proprietà salutari (elevato contenuto di sostanze antiossidanti, anticancerogene e ricco di sali minerali) in uno studio condotto dalla autorevole Johns Hopkins University. Dal punto di vista gastronomico i broccoli più saporiti sono quelli raccolti dopo le prime gelate, quando per difendersi dal freddo la pianta concentra il contenuto in acqua nelle cellule e nei tessuti in genere delle parti verdi, aumentando la concentrazione dei sali minerali, degli zuccheri e delle sostanze aromatiche. Il broccolo fiolaro di Creazzo viene oggi curato nei minimi particolari dalla semina al raccolto, con un’attenta selezione e preparazione sino alla confezione. Grazie alla riscoperta della tipicità e della genuinità dei prodotti il broccolo fiolaro da diversi anni è ricomparso, con un’infinità di ricette, principe della tavola, non solo vicentina. Infatti, oltre ai bravi ristoratori locali, viene utilizzato anche da illustri cuochi nelle ricette più variegate e creative. Ma a sorpresa è richiesto anche da abili chef giapponesi, che per le sue peculiarità lo propongono nei loro menu nella terra del Sol Levante. Anche la pizza, il tipico piatto italiano universalmente riconosciuto, ha sposato il broccolo fiolaro, con omogenei e positivi riconoscimenti e un enorme apprezzamento da parte degli amanti della buona cucina. Questo eccellente prodotto delle colline di Creazzo ha, infatti, delle caratteristiche organolettiche che lo allontanano in parte dai suoi “cugini” cavoli: la dolcezza prevale sull’aroma di zolfo, come pure quel gusto così minerale, quasi salino, prevale sull’amaro. Se poi, in cucina, abbiniamo al broccolo altri ingredienti in preparazioni più o meno complesse e lo associamo a materie prime che ne marchino il gusto in modo significativo, ecco che la difficile arte dell’abbinamento diventa quasi scienza, sul filo di un equilibrio fra dolce e sapido, minerale e floreale. Quanto alla cucina un tempo si lessavano i broccoli per poi passarli in padella con il lardo; oggi, in epoca di grande rivalutazione di cavoli e ortaggi affini, se ne fa l’uso più vario: a crudo in insalata con altre varietà di stagione, come l’indivia; come ingrediente di zuppe e minestre d’orzo; come ripieno di tortelli, pasticci e torte salate, ma anche di pollame e selvaggina da piuma; come contorno di bolliti e arrosti; come base per salse dal sapore rotondo; lessato con olio, sale e pepe; preparato al tegame o gratinato.

In apertura, il broccolo fiolaro, coltivato con metodi tradizionali sulle colline di Creazzo nel Vicentino (uno scorcio della cittadina nella foto sotto). Questo prodotto ha una struttura, un gusto e qualità organolettiche differenti da altre varietà di broccolo che lo rendono adatto ai più svariati usi in cucina

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la scoperta

di Riccardo Lagorio

I Panigacci

ci girano intorno Dati da un impasto di farina di frumento, acqua e sale accolgono formaggi cremosi, salumi o composte dolci e salate con una foglia rotonda di pane morbido che ha un diametro di 20 centimetri. E la forma si fa perfetta grazie a decisi gesti manuali, che rimuovono le imperfezioni

Alcuni dei cibi presenti nel nostro Paese hanno alle spalle un alto contenuto di artigianalità dovuto agli utensili con cui si elaborano. È il caso dei panigacci di Podenzana, nella Lunigiana massese. Il panigaccio nasce dalla mescolanza di farina di frumento, acqua e sale che dà vita a un impasto di media densità. Alcune testimonianze orali informano che sino agli anni Cinquanta la farina utilizzata poteva essere mescolata a quella di castagne e che durante il periodo bellico ci si accontentava persino della farina di ghiande. Una volta ottenuta la pastella, questa viene spalmata nei testi, una sorta di piattini di terracotta leggermente concavi dal diametro di circa 20 centimetri; i testi vengono subito messi gli uni sugli altri e accostati vicino al fuoco vivo o a braci generate da legna, sino ad arroventarsi. La pastella cuoce lentamente tra le due facce di terracotta e diventa panigaccio, quasi una rotonda foglia di pane morbido che accompagna formaggi cremosi, salumi - ideale con la testa in cassetta -, composte dolci e salate o semplicemente dell’olio extravergine con formaggio grattugiato. Smontata la pila di testi, i panigacci si servono a centro tavola in cesti di vimini coperti da un tovagliolo di cotone per mantenerne la fragranza ed evitarne il rapido raffreddamento. I convitati attingono dal cesto e arricchiscono il panigaccio con l’accompagnamento preferito. Benché sia assente il lievito nell’impasto, i panigacci sono ugualmente digeribili grazie alla rapi-

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da cottura a fuoco vivo e alla sottigliezza che li contraddistingue. Ma questo straordinario giacimento gastronomico ha bisogno di mani esperte che producano i testi. L’argilla che serve per la loro preparazione è locale: proviene dalla località Barco, una lingua di terra toscana che s’insinua nel territorio spezzino. Qui viene opportunamente scelta, depurata da pietrame e residui vegetali e aggiunta a una piccola percentuale di sabbia. Subisce un processo di affinamento tramite un passaggio in acqua e la movimentazione con bastoni per renderla omogenea ed elastica. Poi se ne fanno sfere di meno di 10 cm di diametro che si appiattiscono su un apposito piano cosparso di cenere per ottenerne dischi dal diametro di 20 e in rapida successione creando l’apposito incavo grazie a un arnese di legno simile a un fungo. Decisi gesti manuali rimuovono le imperfezioni sino a rendere perfetta la forma. Bisognerà attendere una settimana per terminare l’essiccazione e procedere alla cottura in forno per circa due ore prima di potere utilizzare il testo, una volta raffreddato, per la preparazione dei panigacci.

Dove gustarli Ristorante Da Andrea Via Provinciale 86 - Podenzana (Ms) Tel. 0187410306

Sotto, l’impasto dei panigacci di Podenzana viene spalmato nei testi, piattini di terracotta realizzati a mano da artigiani locali, messi gli uni sugli altri e arroventati a fuoco vivo: la pastella cuoce tra le due facce di terracotta e, una volta smontata la pila di testi, i panigacci vengono serviti in cesti di vimini


Orved, il piatto pronto è servito Da 27 anni, l’azienda di Salvaro Marziano e Vendraminetto Sileo costruisce macchine confezionatrici sottovuoto. Nel tempo e con la sperimentazione, sono arrivati i preconfezionati

Eh, va bene espandersi sul mercato internazionale, ma che cosa c’entra con i cibi preconfezionati Orved, un’azienda che da più di venticinque anni costruisce ogni genere di macchine confezionatrici sottovuoto, termo sigillatrici e chi più ne ha più né metta, ma sempre macchine? «È stato un fenomeno quasi automatico - risponde sorridendo Marziano Salvaro, fondatore e presidente della Orved S.p.A. - Per verificare il funzionamento delle nostre macchine producevamo molti cibi cotti e conservati in sottovuoto. Naturalmente non li buttavamo via ma, dopo le necessarie verifiche li davamo ad amici e agli stessi dipendenti. Dopo aver visto il gradimento con cui li ricevevano ed averne verificato di persona la bontà, pensai di fare una piccola sperimentazione assieme allo chef Fabrizio Sangiorgi, con cui avevamo gia collaborato nello sviluppo della nuova tecnologia della cottura sottovuoto. I risultati furono strepitosi, tanto che mi convinsero ad aprire un punto vendita a San Donà di Piave vicino alla mia azienda in cui verificare se il prodotto poteva riscuotere il successo che aveva avuto fra i miei dipendenti e amici. Anche qui abbiamo visto che la gente prima faceva una piccola spesa, quasi come test, ma dopo ritornava e faceva acquisti sempre più importanti. Adesso il passaparola sta incominciando a funzionare e vediamo sempre crescere la clientela». Ma che cos’hanno di particolare questi cibi Orved Grand Gourmet ? «La prima caratteristica è la freschezza e la qualità degli ingredienti e l’assoluta mancanza di qualsiasi additivo o conservante, dato che con questo sistema sono superflui, anzi non aggiungiamo neppure il sale perché i sali minerali naturali contenuti negli alimenti, che con questa tecnica non vengono dispersi, sono più che sufficenti. Poi va dato il merito all’abilità dei nostri chef e, se mi permette anche al metodo sottovuoto perfezionato da Orved».

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Perché? Quali vantaggi permette? «Innanzitutto vi è un aspetto salutistico, in quanto in sottovuoto la cottura avviene al di sotto dei 100 gradi, senza provocare quindi la saturazione dei grassi, che è poco sana; inoltre le proteine e soprattutto le vitamine, che sono fortemente termolabili, vengono con questo sistema perfettamente salvaguardate. Accanto a ciò vi è un evidente vantaggio in termini di gusto, dato che questo sistema di cottura conserva tutti gli aromi ed i sapori originali del cibo, evitando la dispersione dei sali minerali. Infine vi è la comodità d’uso: i prodotti possono essere conservati fino a 25 giorni in un comune frigorifero o per mesi se vengono surgelati. In tutto questo tempo mantengono integre le proprie caratteristiche organolettiche. Infine ricordo che per rigenerarli basta usare per pochi minuti il riscaldamento a bagnomaria o il forno a microonde o convenzionale ed il prodotto è pronto per il servizio in tavola e, senza sporcare tegami e padelle. Ma se uno vuole sentirsi chef, nulla vieta di rigenerarli in padella!».

Orved s.p.a. con socio unico Via dell’Artigianato, 30 - 30024 Musile di Piave (VE) Sales: tel ++39.0421.54387 - fax: ++39.0421.333100 Orders: ++39.0421.340340 - fax: ++39.0421.332295 Sales and Marketing management: tel: ++39.045.576259 - fax: ++39.045.8100124

Oltre che un certo languorino la sua descrizione mi fa venire la curiosità di assaggiarli. Ha detto che il negozio è a San Donà di Piave? «Sì ma se non vuole venire fin là può venire allo store di Vie del Gusto a Milano in Viale Zara 28 il giorno 19 marzo 2011 in occasione della Festa del Papà. Infatti dopo questo periodo di sperimentazione abbiamo deciso di presentare la nostra produzione al pubblico dei lettori della rivista; una specie di esame di maturità. Se, come ci auguriamo il loro responso sarà positivo saremo sicuri di potere serenamente affrontare il grande pubblico».


benservito

di Michele Caracino

Stravaganze blasonate Nessun condimento per le tagliatelle all’uovo e un soufflé alla vaniglia con salsa di cioccolato calda servito in piena estate. Queste in due occasioni le richieste della Contessa Brivio Sforza. Bene per il dolce (grazie a un’aria complice), ma la pasta non ha retto al nobile desiderio Era il mese di luglio di circa 10 anni fa, la Contessa Brivio Sforza mi ordinò un pranzo con dessert finale: soufflé alla vaniglia con salsa di cioccolato calda. Io le spiegai che a luglio il cioccolato caldo non era consigliabile… Ma lei mi rispose che invece lo era, eccome. Volete sapere perché? In sala c’era l’aria condizionata e «i commensali stavano al fresco»! … Sempre la Contessa Sforza, dopo un importante torneo di bridge, mi chiese di preparare delle tagliatelle all’uovo senza salsa, burro, olio. Io le spiegai che la pasta senza questi condimenti si sarebbe attaccata tutta e che nessuno sarebbe riuscito a mangiarla. Il giorno dopo la Contessa mi richiamò e mi disse: «Michele, questa volta avevi ragione tu!».

Le tagliatelle all’uovo senza salsa, burro, olio si sarebbero attaccate tutte e nessuno sarebbe riuscito a mangiarle...

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SoltantoVino

Eccellenze di Montecucco

Prima di tutto le colline. Lo sguardo arriva lontano, no al mare. E poi le querce, le ginestre, le rose canine che donano a questa terra un fascino primitivo, autentico. La natura, qui, segue ancora i suoi ritmi scanditi dall’orologio delle stagioni all’ombra

dell’Amiata, vulcano muto da secoli e montagna dai mille colori. Questa è la zona della DOC Montecucco dove la famiglia Sodi coltiva vigneti di Sangiovese. Ecco le eccellenze del Montecucco, ecco il Parmoleto Montecucco Sangiovese Riserva.

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Artigianato&Design 114

Mani d’oro Da Vicenza ad Arezzo: viaggio nei distretti orafi che tutto il mondo ci invidia

pag.120 Rubriche

• Homo faber

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artigianato&design

Mani d’oro 114


La parola d’ordine è qualicreatività. La combinazione del genio tutto italiano con materie prime tracciabili e sicure. Un binomio così stretto e inscindibile che è diventato una parola unica. Un valore che per il settore orafo diventa spunto per sconfiggere la crisi e meravigliare il mondo di Alessandra Favaro

Se per i registi di Hollywood e gli appassionati di cultura Maya la fine del mondo si appresta ad arrivare nel 2012, per gli economisti, gli artigiani, i lavoratori e il comparto produttivo, questa “fine” ha un’altra data: 2009. Fu allora che una specie di terremoto produttivo scatenò non pochi problemi all’economia mondiale. I Paesi ricchi hanno dovuto fare i conti con globalizzazione e Paesi emergenti che hanno dato, e continuano a dare non poco filo da torcere alle economie nazionali.

Valori preziosi In Italia anche il comparto dell’oro, storico fiore all’occhiello dell’artigianalità nostrana, ha accusato il colpo di concorrenze non sempre corrette e di prezzi della materia prima, l’oro appunto, alti come non mai. Ma quella data è passata. E il nuovo anno, il 2011, ha portato con sè tante novità e spinte creative da parte del mondo dell’oro, che si sono manifestate a gennaio a VincenzaOro, il salone internazionale dell’oreficeria e della

gioielleria di Fiera di Vicenza, uno degli storici distretti dell’oro. Ricerca, qualità e tracciabilità delle materie prime come valore aggiunto del prodotto, valorizzazione dell’artigianalità tutta italiana, sono alcuni dei punti di forza che sono emersi durante la manifestazione. Ma la “qualicreatività” è qualcosa che va oltre. Che dal contenitore prezioso, arriva fino a un contenuto altrettanto ragguardevole. Si parla sempre più di oro etico, di scelte consapevoli, di metalli preziosi ottenuti senza il sacrificio delle popolazioni più povere. E il consumatore finale apprezza, approva e premia. Quando si parla di oreficeria, gli italiani dimostrano di aver un vero e proprio cuore “d’oro”. A partire dal Goldlake group, holding di Gubbio (Perugia), operante nell’estrazione dell’oro in Honduras, che ha sottoscritto un codice etico di condotta, ed estrae le pepite con procedimenti non dannosi per l’ambiente e rispettosi dei lavoratori e dei diritti umani. C’è poi la milanese Gioielleria Belloni (www. gioielleriabelloni.com) che, dopo il diamante cruelty free, dal 2009 produce gioielli in oro

In apertura, un gioiello della collezione Sophia Loren di Damiani, nata dalla collaborazione tra lo storico marchio di Valenza Po e la celebre attrice

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Foto di Eckhard Pecher (Creative commons)

Sopra, a sinistra, un gioiello di Sandro Beda e, a destra, la lavorazione dell’oro durante un workshop a Kanazawa in Giappone. Nella pagina seguente, partendo dall’alto, alcune creazioni e la realizzazione di un anello della collezione Maji di Damiani. In basso, una fase del processo di lavorazione dell’oro

Vicentini creativi

Tra i grandi nomi affermati sul mercato è possibile lasciarsi sorprendere da artigiani di bottega che hanno conservato intatto il ritmo della tradizione pur esportando i loro preziosi in tutto il mondo. Come nel caso di Sandro Beda (www. sandrobeda.it) che dal 1976 crea pezzi unici nella più pura tradizione dell’oreficeria vicentina, coniugando metalli preziosi a pietre preziose o rare, come tanzaniti, tsavoriti, i corindoni, berilli di tutti i colori e alessandriti. Quasi astratte, preziosissime e inusuali sono invece le creazioni di Daniela Vettori (www. danielavettori.com) che mixa oro e pietre dure per realizzare gioielli che sembrano antichi e futuristici allo stesso tempo.

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etico, proveniente dalla Colombia, senza alterare l’ecosistema e con criteri approvati dai lavoratori locali delle miniere, la cui parte del ricavato va alla Onlus Soleterre. Va detto che le maggiori case che producono gioielli stanno virando verso l’eticità del prodotto. Il marchio e la tracciabilità in quest’ottica, assumono un valore più importante che mai. L’oro riparte dalle sue origini, dalla sua valenza di metallo nobile che da sempre è stato simbolo di incorruttibilità e purezza. Durante VicenzaOro si è parlato di tracciabilità del prezioso, di responsabilità d’impresa e il Club Orafi italiano è entrato ufficialmente nel Responsible Jewellery Council, organizzazione internazionale no profit che promuove norme e prassi operative etiche e responsabili per il comparto gioielleria. L’associazione, attiva da trent’anni per la condivisione della cultura professionale e lo sviluppo di relazioni tra i membri della filiera orafa, si unisce così alle 260 realtà già associate ad RJC tra cui le più importanti associazioni di categoria mondiali e l’italiana Confindustria Federorafi. Durante

la kermesse, hanno brillato anche i gioielli buoni del giovane marchio Boclamien, (www.boclamien.com) nato dalla fusione della seconda generazione di due storiche famiglie di orafi vicentini (Fratelli Bovo e Misis). Gioielli dalle linee raffinate ma fresche e leggere, con una particolarità in più: alla lavorazione, si unisce la consapevolezza. E così, l’oro 18 carati impiegato per realizzare la produzione, è in realtà oro vecchio raffinato e riutilizzato. Mentre le pietre preziose incastonate non provengono da zone di guerra e sfruttamento.

La tradizione dell’oro in Italia Il settore orafo italiano ha da sempre rappresentato uno dei poli manifatturieri trainanti del Made in Italy. Un motivo d’orgoglio per il Paese che in questa ramo vanta esportazioni in tutto il mondo. I distretti storici di questa storia italiana si snodano da nord a sud dello Stivale. A partire dal distretto orafo-argentiero di Arezzo, uno dei più tradizionali e storici, assieme a Vicenza e Valenza Po, tra quelli che rappresentano mag-


Foto di Confartigianato

giormente l’oreficeria italiana nel mondo. Il prodotto prevalente delle aziende orafe aretine è la catena (prodotto per il quale l’Italia rimane il Paese leader mondiale in termini di quote di mercato detenute), ma negli ultimi anni si è verificato un aumento significativo anche di anelli, pendenti, ciondoli, medaglie e di tipologie con maggiori contenuti di design, moda e a maggior valore aggiunto. La lavorazione dei metalli preziosi si è affermata come la specializzazione tipica della provincia di Arezzo e si è sviluppata, soprattutto negli anni Settanta ed Ottanta del secolo scorso, grazie al ruolo cruciale svolto per molti anni dall’impresa leader (Uno A Erre) nell’attivare processi di gemmazione imprenditoriale diffusi nel territorio e trasferimento di innovazioni. La gamma della produzione orafa aretina è variegata e comprende monili di alta gioielleria in stile moderno e antico, semigioielleria, oreficeria fine senza pietre, oreficeria e argenteria a maglia catena e stampata, gioielli d’argento di tendenza, minigioielleria in oro e in argento, semilavorati, montature per gioielli, ma anche oggetti per la casa come vasellame d’argento, servizi da tavola, complementi d’arredo, incisioni, sculture, quadri. Valenza Po invece, in provincia di Alessandria, dà il nome ad uno dei distretti più noti e importanti nel settore della gioielleria a livello internazionale. I suoi confini sono tracciati dal Po e dal Monferrato e occupa una posizione baricentrica rispetto al vecchio triangolo industriale: è a 100 km di distanza da Genova, Milano e Torino. Il distretto si estende su Valenza e su otto comuni contigui, comprendendo anche tre comuni lombardi nati per “gemmazione”. Su un territorio (quello del versante piemontese) di poco più di 50 kmq, risiedono 33.590 abitanti, in larga parte dediti alla produzione di gioielli. La tradizione produttiva dell’area in questo settore risale al 1840 e prima della Prima Guerra Mon-

Una storia italiana

Al distretto di Valenza è legata la storia di un marchio leggendario in fatto di preziosi: è qui che un secolo fa è nata la Damiani. Un brand che ancora oggi lega le sue creazioni a un forte attaccamento alla tradizione italiana e all’artigianalità, come sottolinea il claim del marchio: “Handmade since 1924”. La Damiani, da qualche anno quotata in Borsa, è nata dall’abilità di Enrico maestro orafo, capostipite della dinastia di gioiellieri che lega il suo nome ai simboli del lusso contemporaneo. Ma non solo: casa Damiani sta seguendo anche un progetto benefico con la linea Maji for women, codesigned da Damiani e Sharon Stone. Lo scorso inverno, la star americana e Silvia Damiani hanno consegnato a John Travis, Presidente di Drop in the Bucket, (www.dropinthebucket. org) associazione non-profit che si occupa della costruzione di pozzi per l’estrazione di acqua potabile, un assegno, che insieme ad una donazione personale della famiglia Damiani permetterà la costruzione di 50 nuovi pozzi in Africa, per fornire acqua pulita a più di 10.000 persone.

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artigianato&design

Il settore orafo ha sempre rappresentato uno dei poli manifatturieri trainanti del Made in Italy. Un motivo d’orgoglio per il Paese che in questo ramo vanta esportazioni in tutto il mondo diale già esistevano più di 40 imprese. Ma il vero boom si è verificato nel dopoguerra: nel 1945 già operavano più di 300 aziende. In Veneto, il distretto orafo di Vicenza, vanta una tradizione antica che risale al periodo longobardo. L’arte orafa serbata gelosamente dai maestri artigiani attraverso le generazioni ha costituito la premessa del decollo industriale del XIX secolo. Le aziende del distretto vicentino sono specializzate nell’oreficeria di fascia medio-alta con uno spostamento, soprattutto negli ultimi anni, verso le produzioni ad alto valore aggiunto tra cui la gioielleria. Infine, una menzione particolare la merita il distretto campano, che all’arte orafa abbina la lavorazione di magnifici cammei e del corallo. Un’abilità che si è sviluppata durante l’epoca del regno dei Borboni, ma che era già viva nel XVI secolo lungo le coste. Durante gli anni ‘90 un gruppo di aziende orafe provenienti dal centro storico di Napoli ha promosso la costituzione di un centro polifunzionale orafo a Marcianise, in provincia di Caserta denominato “il Tarì”, dal nome di un’antica moneta aurea napoletana. La struttura raccoglie aziende della produzione, della distribuzione e dei servizi, un centro di ricerca che ha allacciato rapporti di partnership con alcune università italiane ed una scuola per orafi che ha contribuito a formare giovani designer.

Sopra, bozzetti delle collezioni Vulcania e Juliette di Damiani

118 viedelgusto.it


GUIDA BEREBENE LOW

Foto: Alan Venzi

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COST 2011

Sangiovese di Romagna Superiore capsula rossa 2008

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Un territorio vocato da centinaia di anni. Un’azienda vitivinicola moderna e sperimentale da oltre dieci anni. Ecco Condé. Ecco il Sangiovese in purezza che puoi avere direttamente a casa tua grazie all’impegno quotidiano di Francesco Condello, all’amore per suoi i vigneti, ad un “terroir” di primissima qualità, al contributo dell’enologo Federico Curtaz e alla passione di donne e uomini che ogni giorno sulle colline di Predappio si dedicano alla produzione di un grande Sangiovese. Una sola etichetta in tre versioni: DOC, Superiore e Riserva. I VINI CONDÉ SI ACQUISTANO SOLO DALL’AZIENDA CON UNA SEMPLICE TELEFONATA 0543 940860 E 051 238343 O SUL SITO WWW.CONDE.IT

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homo faber

di Gilda Ciaruffoli

Un amore di plastica Nati da un crogiolo di creatività, professionalità e materiali diversi ma tutti fortemente radicati nel presente, gli art toys non sono facilmente definibili. Giocattoli creati da artisti e designer, sono spesso prodotti in edizione limitata. Per collezionisti. O per chiunque si lasci conquistare da queste inquietanti e ironiche creaturine

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Sono brutti e cattivi, o per lo meno a noi piacciono così. I primi esemplari sono stati avvistati tra Hong Kong e il Giappone sul finire degli anni Novanta, anche se presto sono sbarcati negli Stati Uniti, per invadere l’Europa solo di recente. Indefinibili in quanto a forma, dimensioni e “caratteristiche fisiche”, rappresentano al meglio la creatività contemporanea, commistione di generi e tendenze, in bilico tra ironia dissacrante ed estetismo assoluto. A Pierantonio Degasperi, del negozio Atom Plastic di Milano, abbiamo chiesto di farci da guida per orientarci nel surreale mondo degli art toys. «Pensiamo prima di tutto all’idustrial design. Oggi si sviluppano prodotti di uso comune sempre più simili ai giocattoli. La funzionalità passa in secondo piano, lasciando spazio all’aspetto emotivo. Ed è proprio in questo filone di emotional design che si inseriscono gli art toys. Gli autori sono tendenzialmente cresciuti tra gli anni ’70 e gli ’80 e pensano ai giocattoli come mezzo espressivo piuttosto che a una statua o a una classica opera di scultura».


Sopra, Pierantonio Degasperi neI suo negozio Atom Plastic di Milano (una foto dello spazio in apertura); sotto, alcuni dei numerosi art toys in vendita

E con la street art, c’è qualche legame? «Gli street artist sono stati i primi ad appropriarsi di spazi non consoni all’arte tradizionale, come i muri, e il passaggio agli oggetti è stato naturale. Qualsiasi oggetto che passi per le loro mani può diventare arte, e perché no un giocattolo». Esiste una cifra estetica comune per gli art toys? «Sono frutto di un immaginario fortemente globalizzato. Ci sono dentro i caratteri dell’illustrazione e della grafica, le mascotte giapponesi, i cartoni animati, i personaggi tipici dell’arte lowbrow americana. Ci sono il cinema, la fantascienza, la moda…». Spesso però sono rappresentati soggetti violenti o fortemente dissacranti… «Gli art toys sono molto legati al mondo contemporaneo e la violenza fa parte della nostra realtà. Quello che succede spesso è che un personaggio venga estrapolato da un contesto noto e inserito in un altro ambito in modo critico. Come l’orsetto Winnie the pooh, per esempio, che viene reinterpretato in chiave sanguinaria!». C’è dunque dell’ironia e della critica sociale negli art toys? «È una definizione che abbraccia tante realtà, dal gadget ai giocattoli veri e propri alle opere d’arte che hanno una profondità diversa; è un modo variegato e non è facile trovare contenuti comuni. Si va dal prodotto che ha un forte pensiero critico alle spalle, a quello assolutamente leggero». Chi compra gli art toys? E quali sono i prezzi? «Chiunque venga attratto emozionalmente da un oggetto può esserne un acquirente, anche occasionale. Poi ci sono i collezionisti come anche gli speculatori, che acquistano un pezzo a tiratura limitata e lo rimettono sul mercato a un prezzo anche 10 volte più alto. Perché il costo ovviamente dipende dalla tiratura; si va dalla decina di euro alle centinaia nel caso di artisti molto quotati e di tirature limitatissime».

Per conoscere e acquistare gli art toys la cosa più semplice, soprattutto non risiedendo in una grande città, è cercare siti specializzati in internet. I negozi che sono stati aperti, ultimamente anche in Italia, sono infatti spesso nati da un interesse e da uno scambio cresciuto proprio on line, come è successo anche per Pierantonio Degasperi e il suo Atom Plastic (www. atomplastic.com) che ultimamente ha iniziato anche a produrre una propria linea di toys collaborando con artisti italiani per realizzare i loro progetti. Ricordiamo in particolare l’art director e illustratore Mario Gatti con il quale Atom Plastic ha realizzato la linea Very Bravo.

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Costume&Società 124

Come ti vesto la città L’importanza dell’arredo urbano come momento di socialità e crescita

da pag.128 Rubriche • Bon ton • Tendenze • Arte • Libri • Teatro • Cinema

Labiro - Sun Lab

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costume&società

Come ti vesto la città Lo spazio esterno, comune, che abbiamo a disposizione, è poco. Se abitiamo nei grandi centri, spesso pochissimo. Non è questo un buon motivo per non viverlo al meglio. Per farlo però abbiamo bisogno di infrastrutture che ci invitino a uscire di casa. E, perché no, a tornare a giocare di Gilda Ciaruffoli 124


Nel libro del 2009 “Panchine – come uscire dal mondo senza uscirne”, l’autore, Beppe Sebaste, fa un’interessante riflessione: le panchine, per lui simbolo della soglia tra dentro e fuori, sono «in via di estinzione, come se la loro gratuità (la loro grazia), nel nuovo orizzonte del welfare fosse assolutamente da bandire». Come se non ci fosse più il bisogno di incontrarsi. Come se non ce ne fosse più lo spazio. E mentre le sacrosante denunce di degrado degli spazi pubblici da parte delle cittadinanze diventano un brusio assordante, le persone non escono più di casa, e a mala pena sbirciano il mondo fuori da una finestra (spesso virtuale). Da dove partire dunque per riportare nonni e nipotini nelle piazze, per invogliare vecchi e giovani a passare del tempo all’aria aperta, a lasciare facebook per incontrarsi per le strade? Dall’arredo urbano. Una panchina, un complesso multifunzionale, un percorso salute per il jogging, se ben pensati e manutenuti, possono davvero fare la differenza. «Un parco

In apertura, il progetto Nascondino di Alessandro d’Angeli - Sun.Lab: vasi dalla duplice funzione di contenitori di piante e di copertura per il gioco del nascondino. In alto a destra, Labiro, progetto di Ivo Caruso - Sun. A fianco, il progetto Strip Ease di Marco Lana e Alberto Saviettere

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costume&società

Arredo urbano. Una definizione Insieme di tutti quegli accessori e dei complementi pensati per arredare gli spazi esterni. Si differenzia dall’arredo privato principalmente per la committenza, che è pubblica. Molte le problematiche aperte che contribuiscono a definire i progetti di arredo urbano, dal luogo nel quale deve essere inserito, ai problemi di usura e di vandalismo, alle possibilità economiche e alla mutevolezza della committenza che subisce le conseguenze dei cambiamenti interni a Comuni, Regioni, Province ed Enti. I progetti devono essere resistenti, realizzati con materiali idonei all’ambito e agli agenti atmosferici, e dalle forme adattabili ad ambienti diversi, dal paesino di montagna al centro storico di una metropoli.

Nella foto sotto, i tombini della rete in fibra ottica Metroweb di Milano, inaugurati lo scorso novembre. A destra, la nuova collezione Outdoor by Domitalia. Nella pagina a fianco, da sinistra, la struttura WiRoni a Monteroni d’Arbia; Alberto Meda e la panchina vincitrice nel 2005 del referendum indetto per scegliere le nuove panchine milanesi. La grande partecipazione mostra quanto il tema dell’arredo urbano sia al centro dell’interesse del privato e del pubblico

arredato può cambiare la qualità della vita di un quartiere» ci dice Ivo Caruso, designer di prodotto che, con il collega Alessandro d’Angeli, è ideatore e art director del concorso Sun. Lab organizzato in occasione del Salone internazionale dell’Esterno di Rimini (www. sungiosun.it) e dedicato ai giovani talenti dell’outdoor design. «Se in un luogo pubblico ci si diverte, si ha piacere a viverlo» prosegue Ivo. «E un luogo pubblico vissuto è più bello e più sicuro. Vivere un parco, un giardino, una strada, significa preservarli dal rischio degrado. La scelta del giusto arredo urbano è dunque anche una questione di sicurezza pubblica». Tema del Sun.Lab 2010 è stato il gioco. «Volevamo lanciare un messaggio provocatorio» dichiarano gli ideatori. «L’arredo urbano non deve necessariamente essere grigio e noioso. Anzi. E non si tratta di riempire la strade di giostre per i più piccoli. La volontà è quella di dare una rilettura ludica degli arredi, di far sì che comunichino, che illuminino il quotidiano di ironia». E così, potrebbero spuntare all’angolo delle vie cartelli stradali con le indicazioni del gioco a cui giocare in quella zona, bersagli sopra i bidoni dell’immondizia perché l’attenzione all’ecologia diventi diver-

tente, panche molleggiate, o sedute agganciate ai fusti degli alberi per riflettere, risposare o trovare nuovi punti di vista, nuovi spunti di vita. A questo proposito i tombini della rete in fibra ottica Metroweb di Milano inaugurati lo scorso novembre e firmati da 5 tra i più celebri street artist europei, che lanciano sguardi dissacranti sullo shopping extralusso di via Montenapoleone, della quale decorano i marciapiedi, rappresentano un ideale ponte – ludico, artistico e tecnologico – che ci accompagna a scoprire un’altra importante tendenza dell’arredo urbano. «Non così sviluppata come nelle altre metropoli europee o negli Stati Uniti, la connessione Wi-Fi libera è però una realtà sempre più presente nelle città italiane», spiega Alessandro d’Angeli. «La tecnologia come elemento dell’arredo urbano sembra quindi ormai necessaria, e va bene. Può infatti rivelarsi un’importante chiave di sviluppo. Quello che conta è che non sia fine a se stessa ma che contribuisca a migliorare davvero la qualità della vita degli utenti. Anche perché la tecnologia e la sua manutenzione costano molto e uno dei problemi principali delle committenze pubbliche sono appunto i fondi sempre limitati». Un esempio


in questo senso è WiRoni, una sorta di totem in acciaio circondato da comode sedute dove sostare e accedere gratuitamente ai contenuti del web con un semplice movimento della mano, grazie a sensori a ultrasuoni. Inaugurato lo scorso ottobre a Monteroni d’Arbia, in provincia di Siena, è il primo arredo urbano interattivo a comandi gestuali d’Italia. Obiettivo del progetto è quello di estendere le modalità di vivere gli spazi pubblici stimolando lo sviluppo di attività individuali e collettive grazie all’interazione tra l’arredo urbano e i media digitali, creando così un momento d’incontro e socializzazione e riqualificando le aree urbane.

La panchina è un luogo di sosta, un’utopia realizzata. È vacanza a portata di mano. Sulle panchine si contempla lo spettacolo del mondo, si guarda senza essere visti e ci si dà il tempo di perdere il tempo Beppe Sebaste

Acciaio urbano Lampi argentati che tagliano rassicuranti superfici in legno. È questo il carattere distintivo delle proposte per l’arredo urbano Urban Steel, marchio della calabrese Arredo Park Srl. «Abbiamo cercato di dare vita a un prodotto utile, come una panchina, arricchendola di eleganza» ci ha spiegato Raffaele Parisi, di Arredo Park. «Grazie all’uso dell’acciaio inox, abbiamo dato ai più classici elementi dell’arredo urbano un tocco deciso e riconoscibile. Il risultato è una visibilità unica». Perché la scelta dell’acciaio inox? «La caratteristica principale è la resistenza. Niente come l’acciaio inox garantisce durata pressoché illimitata. Il ferro si ossida, il legno cambia col tempo, l’acciaio inox no. Anche l’aspetto estetico gioca la sua parte. Grazie al trattamento di elettrolucidatura, che siamo tra i pochi a effettuare, rendiamo le superfici già notevoli dell’acciaio, ancora più lucenti e piacevoli da guardare». Caratteristiche importanti per la committenza pubblica... «Gli enti finali, i Comuni, le Province, esigono altissima qualità nei progetti di arredo urbano. Proprio quella che l’acciaio garantisce: elevate

prestazioni e un’immagine adattabile a qualsiasi contesto». Ma tutta questa qualità non grava sui prezzi, tallone d’Achille delle pubbliche amministrazioni? «In realtà, essendo noi i produttori e commercializzando anche i progetti, riusciamo a contenere di molto i costi». Le panchine Urban Steel sono già presenti in qualche centro italiano? «In qualche Comune della Calabria, sì. Abbiamo arredato diverse piazze. C’è da dire che siamo un’azienda giovane, in piena crescita. Arredo Park è un progetto che ha poco più di 2 anni». Quali sono le tendenze nell’urban design contemporaneo? «Certo è che stiamo assistendo a una modernizzazione delle scelte. Si punta molto sull’aspetto scenografico, sull’impatto estetico, sulla comodità che sposa il segno. Con Urban Steel abbiamo tutto questo, senza eccessi. L’ampio uso del legno infatti equilibra l’impatto forte dell’acciaio, rendendo l’incontro tra progetto e ambiente urbano più delicato».


bon ton

di Alberto Presutti www.poetando.it - bonton@poetando.it

Quando la cena è romantica In casa, fondamentale una tavola ben allestita e come sottofondo la colonna sonora che ha caratterizzato la propria storia d’amore. Al ristorante, vincono atmosfera intima e modi misurati. Il conto? Lo deve sempre pagare il cavaliere. Naturalmente

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Per l’anniversario dell’incontro fatale, o per fare finalmente la domanda tanto attesa. Per godersi una pausa intima di meritato relax o semplicemente per fare pace e ritrovare l’armonia. Il cibo è sempre un ottimo alleato nelle storie d’amore e una cena a lume di candela può spesso sortire miracoli. Detto questo, cerchiamo di capire come vivere, con bon ton, una cena romantica, che sia tale, in ogni suo aspetto cerimoniale. Se al ristorante, scegliamolo intimo, che significa un piccolo ristorante, dove l’atmosfera sensuale si sprigioni davvero, quindi potrebbe andare molto bene un locale etnico, come un ristorante indiano. Oltretutto i cibi speziati sono afrodisiaci! Importante poi non rispondere all’impulso animale della fame. Il Galateo suggerisce che se la nostra dama ha la bocca piena dobbiamo evitare di farle una domanda. In una cena romantica la voce sarà sempre tenuta bassa e i gesti corporei saranno sempre armoniosi e delicati. Molto importante, anche se siamo una coppia “stagionata”: non permettiamo mai che la nostra lei paghi il conto. Il bon ton impone che le donne innamorate preferiscono, sempre, gesti cavallereschi. Se festeggiamo a casa, poiché il buono è racchiuso nel bello, una tavola ben allestita è fondamentale per la riuscita della serata. Una tovaglia di lino candido, flute per lo champagne con cui pasteggeremo, una candela speciale ma non profumata, piatti preparati con le nostre mani e mai acquistati alla rosticceria vicino la nostra abitazione. Luci soffuse, mai centrali dunque e, in sottofondo, tenue, la colonna sonora che ha caratterizzato il nostro amore, i nostri incontri. Infine, potremmo spargere per la tavola petali di rosa o mettere un fiore come segnaposto o una candelina in una buccia intera di mandarino o, come centrotavola, una zuppierina trasparente colma di acqua e due candele che vi galleggiano tra i petali dei fiori. Evitiamo, invece, assolutamente, di ricorrere a gadget simil-erotici e a tutto quanto rimandi a un “famolo strano” che non ha alcun rapporto con l’amore e il romanticismo ma solo col sesso toutcourt.



tendenze

di Saro Trovato

Papà alla ricerca di coccole Secondo una recente ricerca si sentono un po’ trascurati ed esclusi dal ménage famigliare. Per questo il 19 marzo può essere l’occasione giusta per gratificare il loro ruolo Nata nei primi decenni del XX secolo, la festa del papà è oggi celebrata in tutto il mondo. E se la prima documentazione risale al lontano 1908 nel Fairmont, West Virginia (USA), in Italia è solo dal 1968 che è legata alla festività di San Giuseppe e quindi al 19 marzo: archetipo del padre e del marito devoto, nella tradizione popolare è il simbolo degli orfani, delle giovani nubili e delle persone più disagiate. In alcune zone della Sicilia, è tuttora tradizione invitare i più poveri a pranzo in occasione di questa festività. Ma come sono i papà oggi? Al contrario delle loro partner e dell’universo mamma continuamente sotto la luce dei riflettori, scopriamo che i padri oggi si sentono come il “brutto anatroccolo” o come “Calimero”: esclusi dal rapporto madre-figlio e talvolta persino ignorati. Non solo, molti di loro hanno spesso l’impressione di essere visti come dei “bancomat” quando basterebbe una maggiore condivisione e magari sentirsi, di tanto in tanto, al centro dell’attenzione per riscoprire la gioia che hanno provato all’annuncio che sarebbero diventati padri (per quasi uno su due, il momento più bello della loro vita). Ecco allora che sognano, in occasione della loro festa, di essere finalmente un po’ coccolati e viziati e di ricevere un regalo che li faccia sentire veramente al centro dei pensieri dei propri famigliari. Out regali seriali e oggetti “utili”, per una volta vorrebbero qualcosa di realmente legato alle proprie passioni e hobby, ma soprattutto un oggetto che possano “godersi” insieme a tutta la famiglia. È questo il profilo dei papà italiani che emerge dallo studio promosso da Nescafé Dolce Gusto in occasione della loro festa, intervistandone

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450 (con figli in età adolescenziale) sui rapporti con la famiglia, i figli, con le aspettative, le gioie e i dolori dell’essere padre. Spetta ai famigliari di ogni papà, dunque, trasformare il 19 marzo in una giornata speciale per coccolarli e viziarli come meritano. Il segreto? Regalare un oggetto legato a una loro specifica passione, forte segnale di attenzione nei loro confronti, o un oggetto da condividere e utilizzare insieme agli altri membri della famiglia, come una macchina da caffè, un televisore, un abbonamento ai canali satellitari o magari anche un viaggio o una semplice gita da vivere tutti assieme.


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arte

di Chiara Corridori

Echi d’Oriente In mostra a Barletta gli incanti e le suggestioni che nell’Ottocento i racconti e i viaggi oltremare hanno lasciato sulle tele di tante personalità della pittura italiana

Gli orizzonti ocra del deserto, le seduzioni degli harem e degli hammam. Piaceri proibiti incarnati da sinuose odalische, e poi il brulichio dei porti e i regni delle carovane. Il fascino dell’Oriente, per molti attori dell’arte, nell’Italia dell’Ottocento arrivò da un’irresistibile eco. Per altri dall’osservazione diretta di quelle terre esotiche, geograficamente non agli antipodi, ma distanti per cultura, storia e atmosfere. E mentre esploratori, faccendieri e commercianti infiammavano la fantasia del Vecchio Continente con racconti e resoconti a ogni ritorno in patria, in tanti tra gli artisti si fecero stregare dalla malia orientale. A incominciare da Francesco Hayez che, veneziano, non si mosse mai dall’Italia ma fu ugualmente contagiato dall’esotismo del mondo arabo. O, ancora, Ippolito Caffi (un altro veneto) che invece trasse ispirazione e gusto dai viaggi alla volta di Costantinopoli, Smirne, Efeso e il Cairo. Così come il fiorentino Stefano Ussi, che subito dopo l’apertura del canale di Suez lavorò

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in Egitto per il Pascià prima di trasferirsi in Marocco con l’amico Carlo Biseo anche lui proveniente dalla corte del Vicerè d’Egitto. Al fascino dell’Oriente è tutta l’Italia a non resistere con firme come Federico Faruffini, Eugenio Zampighi, Giulio Viotti, Achille Glisenti, Giuseppe Molteni. Fino alla Puglia, con Francesco Netti e Napoli, con Domenico Morelli che, senza mai averci messo piede, raccontò i territori d’oltremare attraverso velate odalische e mistiche atmosfere di preghiera. A questa intensa attività è dedicata la mostra Incanti e scoperte. L’Oriente nella pittura dell’Ottocento italiano, che dal 5 marzo proseguirà fino al 5 giugno al Palazzo Marra di Barletta. In esposizione il coro pittorico che ha dato voce alle suggestioni dell’orientalismo, attraverso un centinaio di selezionatissime opere che serpeggiano nelle sale interpretando i capitoli Al di là dell’Adriatico, Paesaggi, Le città e gli incontri, Sognando le odalische. Evocativi, quanto espliciti, di un fascino che fu.

Incanti e scoperte L’Oriente nella pittura dell’Ottocento italiano Barletta (Bt), Pinacoteca Giuseppe De Nittis, Palazzo Marra 5 marzo - 5 giugno Info: tel. 0883538372/71


E ancora… Impressionisti In mostra i capolavori della famosa collezione americana del Sterling and Francine Clark Art Institute, di Williamstown, Stati Uniti che comprende grandi opere francesi del XIX secolo, con stupendi dipinti di Pierre-Auguste Renoir, Claude Monet, Edgar Degas, Édouard Manet, Berthe Morisot e Camille Pissarro. Milano, Palazzo Reale 2 marzo - 19 giugno Info: www.impressionistimilano.it Vanitas Il titolo della rassegna racconta, per mano di giganti dell’arte (Lotto, Caravaggio, Guercino…) aspetti diversi di un’unica certezza: quella della caducità delle cose terrene. Genova, Villa del Principe 5 marzo - 25 settembre Info: tel.010255509 Giacometti Sculture, dipinti, disegni. Tutti appartenenti a una medesima collezione, mai esposta in Europa nella sua completezza da quando ha lasciato lo studio parigino di Alberto Giacometti. Insieme a schizzi e disegni propone 49 sculture e una importante selezione di dipinti. Gallarate (Mi), Museo MAGA 6 marzo - 5 giugno Info: www.museomaga.it

Lorenzo Lotto

Dalle opere devozionali alle grandi pale d’altare, in questa importante monografia c’è tutta la vicenda pittorica ed esistenziale di Lotto, racchiusa entro il triangolo Treviso, Bergamo e alcuni borghi delle Marche. Un’occasione da non perdere per scoprire quadro dopo quadro come l’artista, nato nel 1480, riuscì, in modo del tutto originale e autonomo a conciliare gli elementi tradizionali della grande pittura della sua epoca con elementi già fortemente anticipatori dell’età barocca e risvolti sorprendentemente moderni. Roma, Le Scuderie del Quirinale 2 marzo - 12 giugno Info: www.scuderiequirinale.it

In libreria Angelo Mangiarotti Godibile monografia dedicata a una figura storica nel panorama dell’architettura italiana dallo sguardo polivalente che si esprime nell’urbanesimo, nell’architettura, nell’ingegneria, nell’architettura di interni, nel design di prodotto, nell’artigianato e persino nell’arte. Francois Burkhardt, 24 ORE Cultura, 70 euro

Il fascino dell’Egitto Il ruolo dell’Italia pre e post-unitaria nella riscoperta dell’antico Egitto. Riuniti circa 250 reperti - molti di notevole importanza - concessi da una quindicina di musei e istituzioni culturali italiane. Orvieto, Museo Claudio Faina e Palazzo Coelli 12 marzo - 2 ottobre Info: tel. 0763341511 Percorsi tra le biennali 1948 - 1968 Riflettori puntati sui pittori friulani e veneziani che parteciparono alle due esposizioni. Circa 120 opere, con nuclei più estesi (8 - 10 opere ciascuno) per Afro, Edmondo Bacci, Mario Deluigi, Virgilio Guidi, Riccardo Licata, Gino Morandis, Anton Zoran Music, Armando Pizzinato, Bruno Saetti, Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova. E molti altri grandi nomi. Pordenone, PARCO Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea 26 marzo - 12 giugno Info: tel. 0434523780

Prima del progetto Dal “metodo immersivo” al “rendere visibile”, passando per le nozioni di base del visual design, attraverso un racconto facile e piacevole si scopre come affrontare la complessità del momento creativo. Dedicato a chi deve approcciarsi a un progetto di comunicazione visiva, ma anche a chi è semplicemente attratto dai suoi meccanismi. Giovanna Vitale, Lupetti, 16 euro Il surrealismo e la pittura La prima summa del pensiero di Breton sulla pittura. Tra le righe si delinea la ricerca eterogenea e complessa che animò la fucina artistica surrealista nella sua fase incipiente. André Breton, Abscondita, 12 euro

In apertura, Odalisca, olio su tela di Francesco Netti. Sopra, L’Annunciazione di Lorenzo Lotto, in alto, una scultura di Alberto Giacometti (Grande femme debout II), a destra, Ciclo 63-b5 di Emilio Vedova


libri letti per voi

Il libro del mese Viaggio nell’Italia sotterranea

Fabrizio Ardito, Giunti 25 euro

Bello sempre, anche dentro. Comunque lo si voglia osservare il nostro è un Bel Paese da qualunque prospettiva lo si guardi e a dimostrarlo c’è anche il suo lato sotterraneo. Come questi 21 itinerari nel sottosuolo che guidano alla scoperta di ipogei e cavità artificiali. Spettacolari.

Golosi in erba

Cuochi con sale in zucca, E. Bussolati, F. Buglioni, Editoriale scienza, 9,90 euro La magia della cucina alla portata dei più piccoli. Il cibo si fa gioco con un manuale ricco di consigli pratici e piccoligrandi segreti a prova di chef. Le ricette sono scandite dalle stagioni e tutte in linea con i gusti under 12 dalle polpette colorate ai biscotti glassati. Tantissimi gli strumenti disponibili, grembiulino da cuoco incluso.

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di Chiara Corridori

Per scovare il lato bello, buono e curioso delle cose

Lo Stile in Cucina

Liguria misteriosa

Lella Curiel Codice Atlantico 35 euro Dall’Alta Moda lo stile e la disinvoltura di Raffaella Curiel replicano ai fornelli. Il libro, un ricettario sentimentale, è anche diario e saga familiare, perché tra le preparazioni serpeggiano ricordi e schegge di vita collegate dal cibo. Tra le ricette personaggi famosi e gli affetti più cari. Perché la cucina è sempre una questione di cuore.

Valerio Lonzi Castelvecchi 16,90 euro «Quando al crepuscolo si allungano le ombre, in certi luoghi si percepisce qualcosa di strano, una sensazione particolare, sottile, tangibile e al tempo stesso impalpabile che fa accapponare la pelle... La stessa sensazione che si prova al cospetto dell’imponente roccaforte di Forte Sperone o nel bosco del passo della Biscia...». Tra gli esempi dei luoghi di mistero.

L’uomo che sussurra alle vigne Carlo Cignozzi Rizzoli 16 euro Una crisi, un viaggio in Brasile e un rito sciamanico che preannuncia un destino tra vino e musica. Carlo, avvocato milanese, lascia la carriera forense e va a vivere in Toscana dove decide che le sue vigne dovranno crescere coccolate dalle morbide armonie di Mozart. Il sogno si realizza spalancando le frontiere della biosonorità, avanguardia del biologico.

Frutti ritrovati Isabella Dalla Ragione Mondadori 26 euro Il cedro mano di Budda, il fico dottato, la pera madernassa e quella spina... Spontanei o coltivati ormai da pochi lungimiranti vivaisti non sono certo noti e in alcuni casi a rischio di estinzione. 100 le varietà fruttifere chiamate a raccolta dall’autrice, che le ha suddivise per specie con dettagli su storia, caratteristiche, stagionalità e raccolta.

Viaggio alla Mecca Ludovico de Varthema Skira 15 euro Cominciato a Damasco nei primi di aprile del 1503 il viaggio arrivò al suo culmine un mese e mezzo dopo quando la carovana di Varthema travestito da mamelucco giunse alla Mecca... Lui, per il peregrinare in Medio Oriente e nelle Indie finì con l’ottenere il cavalierato dal re del Portogallo e oggi il fascino delle gesta replica.


Vini secondo natura Produrre vini di alta qualità senza solfiti aggiunti: questa la sfida, pienamente vinta, dell’azienda Marcaurelio Vini di Paolo Marcarino e del marchio Zeroincondotta

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«Ostinazione e persistenza le raccolgo per scelta. Ho un senso misurabile della conservazione della natura. E della naturalezza mia. Mi misuro con questo ogni giorno - in vigna ed in cantina. E puoi misurarlo - di fatto. Niente solfiti aggiunti al mio vino. Sfida somma - vinta con la mia famiglia, in tre generazioni». È un vero progetto di vita quello di Paolo Marcarino, proprietario dell’azienda Marcaurelio Vini - situata nell’Astigiano - e, insieme a Mario Felice Schwenn, del marchio Zeroincondotta, nato con uno scopo ben preciso: la divulgazione mirata di vini altamente meritori e senza solfiti aggiunti. Vini realizzati rispettando uno scrupolosissimo disciplinare di vinificazione - al quale sono tenuti ad aderire pienamente tutti i vignaioli di Zeroincondotta - che mette al centro del processo la biologia e le energie antiossidanti proprie dell’uva rinunciando alle correzioni chimiche. Il disciplinare inizia dalla cura della vite e del vigneto, indispensabile per raggiungere un equilibrio vegeto-produttivo in grado di garantire la sanità dell’uva. I vini di Paolo Marcarino e di Zeroincondotta nascono da un’uva di qualità eccellente, cernita in campo, raccolta senza maltrattamenti ed evitando la proliferazione di microrganismi indigeni dannosi. Diraspata e pigiata, l’uva passa alla fase di fermentazione - dove Zeroincondotta seleziona più ceppi di lieviti che prevalgono sulla microflora indigena - e alla macerazione: posta nei tini termoregolati, l’uva viene irrorata con il mosto tramite un sistema innovativo che ne garantisce il periodico rimescolamento della massa. In questa fase il colore, la struttura e gli aromi, che svolgono la funzione antiossidante, vengono estratti dalle bucce grazie al continuo controllo dei tecnici. Ossigeno, tempo, organizzazione delle lavorazioni nella fase di affinamento permettono di portare fino alla bottiglia questo vino sano, unico, seguito amorevolmente passo dopo passo.

Marcaurelio Vini di Paolo Marcarino Via Regione Ceirole 22 - Canelli - At Tel. 0141853528


teatro

di Sandra D’Alessandro

Questa sera si recita in albergo Gli ambienti del Doria Grand Hotel di Milano sono il palcoscenico dello spettacolo Suite Horovitz: un girotondo di storie e personaggi allestito nel caffè, nella hall, nelle camere. E gli spettatori (una cinquantina per replica) assistono da una prospettiva inedita: vicinissimi a chi recita Il Teatro Elfo Puccini di Milano in marzo dedica un progetto a Israel Horovitz, classe 1939, drammaturgo e sceneggiatore nordamericano fra i più considerati. Il progetto è organizzato dalla Horovitz-Paciotto Company. Alla Sala Bausch va in scena una Trilogia, sul tema del pregiudizio razziale e si tiene un laboratorio su scrittura, regia e recitazione condotto dallo stesso Horovitz. Lo spettacolo Suite Horovitz apre le manifestazioni in programma. È costituito di sei atti unici (scritti tra il 2006 e il 2009), sei pezzi brevi per la scena (15-20 minuti l’uno) ambientati in un albergo. E per l’appunto la proposta della Horovitz-Paciotto Company è allestire lo spettacolo negli spazi del Doria Grand Hotel di Milano: nel caffè, nella hall e nelle camere. La prima pièce, ad esempio, mette in scena due uomini seduti al Caffè del Grand Hotel Doria intenti a confidarsi le loro faccende amorose, con abbondanza di dettagli, sparlando ciascuno della propria donna – che poi si scoprirà essere la stessa. Alla prima pièce gli spettatori (una cinquantina a replica) assistono seduti al bar mentre viene loro offerto un aperitivo o un pasticcino. Quindi si sposteranno negli altri ambienti dell’Hotel dove, in successione, assisteranno alle altre storie. I sei titoli: A proposito di chiappe, Cime di felci ed amanti, Il ciccione si fa la ragazza, L’audizione, Secondo violino, Servizio in camera. Un girotondo di piccole storie e personaggi che si sfiorano o s’incrociano nel grande albergo. La regia è di Andrea Paciotto. Per uno spettatore è un’esperienza più unica che rara. In spazi ristretti, senza cesura fra tra scena e pubblico, poter osservare da vicino il volto dell’attore, la sua mimica, la sua recitazione. Lo spettatore rimpiangerà forse la comoda e protettiva postazione davanti al palcoscenico: la poltrona. Ma assistere a distanza di pochi passi è un’occasione unica per scrutare nella finzione teatrale gli attori in carne ed ossa.

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Produzione Compagnia Horovitz-Paciotto e Offucina Eclectic Arts in collaborazione con La MaMa Umbria International Milano, Doria Grand Hotel (v.le Andrea Doria), 11 e 13 marzo, ore 18 e ore 21 - www.elfo.org

Da non perdere Finale di partita di Samuel Beckett «Non c’è nulla di più comico dell’infelicità»: così l’autore siglava questa sua ‘tragedia comica’. Non c’è una vera storia, la trama è costituita dalle conversazioni fra due personaggi segregati in una stanza e isolati dal mondo. Hamm, un vecchio costretto sulla sedia a rotelle, e Clov, il suo servo, in conflitto ma reciprocamente dipendenti. Un continuo botta e risposta, come le mosse nel gioco degli scacchi. Produzione: Fondazione Emilia Romagna Teatro, Teatro di Roma, Teatro Metastasio Stabile della Toscana Casalecchio di Reno (BO), Teatro Testoni, 10 11 marzo 2011; Napoli, Teatro Nuovo, 15 - 20 marzo 2011; Roma, Teatro India, 22 marzo - 3 aprile 2011 www.emiliaromagnateatro.com Se non ci sono altre domande di Paolo Virzì In scena Silvio Orlando diretto da Paolo Virzì. Un uomo comune, un impiegato sposato con figli e un’esistenza ordinaria, vede messa a nudo la sua vita in una specie di conferenza stampa che assomiglia ad un processo televisivo. È costretto a fare i conti col proprio passato e ad accettare il giudizio di spettatori ingordi di fatti altrui. Ma perché una giornata come tante diventa un evento pubblico? Produzione: Teatro Eliseo / Nuovo Teatro Roma, Teatro Eliseo, 16 marzo - 15 maggio 2011 www.teatroeliseo.it La Malattia della famiglia M di Fausto Paravidino Un dramma dai molti risvolti comici dove l’andamento disinvolto copre la complessità dolorosa e anche crudele del vivere insieme. Il tema è il sentimento della provincia che deprime e protegge. L’autore è il trentacinquenne Fausto Paravidino, attore da vent’anni, ora apprezzato capofila dei nostri giovani scrittori di teatro. In questa edizione è regista e anche interprete. Produzione: Teatro Stabile Bolzano Verona, Teatro Camploy, 17 marzo 2011 www.teatro-bolzano.it Un Marito Ideale di Oscar Wilde Scritto nel 1883, fa parte dei primi testi di Wilde. Protagonista di questo society drama, fra brillanti conversazioni e insinuazioni feroci all’indirizzo della borghesia, è una donna “con un passato”, la quale orchestra un ricatto per costringere il sottosegretario agli Affari Esteri, di cui conosce le gravi scorrettezze, a una speculazione con denaro pubblico. In scena tre attori di calibro. Produzione: Teatridithalia Pistoia, Teatro Manzoni, 18 - 20 marzo 2011 Pavia, Teatro Fraschini, 22 marzo 2011 Alghero (SS), Teatro Civico, 24 marzo 2011 Macomer (NU), Teatro Costantino, 25 marzo 2011, Oristano (OR), Teatro Garau, 26 marzo 2011, Tempio (OT, prov. Olbia-Tempio), Teatro del Carmine, 27 marzo 2011 Olbia (OT), Cineteatro Olbia, 28 marzo 2011 www.elfo.org/stagioni/20102011


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Tesori di Calabria L’azienda Paradiso dei Golosi, fondata dall’attuale amministratore unico Santo Cauteruccio, nasce nel 1996 a Buonvicino, un piccolo centro del Parco Nazionale del Pollino, e si occupa della produzione e commercializzazione all’ingrosso di sottoli, marmellate, confetture e spezie. La politica aziendale, che ha sempre anteposto la qualità alla quantità, ha portato questa piccola realtà ad approcciare anche i mercati internazionali (USA, Giappone, Germania, Inghilterra, Emirati Arabi). L’amministratore cura personalmente la selezione delle materie prime, esclusivamente fresche di stagione, ed è coadiuvato dalla moglie che segue le successive fasi della produzione e del confezionamento, si occupa dei controlli di qualità e delle fasi per consentire la rintracciabilità delle materie prime impiegate; la qualità dei prodotti è garantita dai continui controlli sanitari, dall’adozione del sistema Haccp (Hazard Analysis Critical Control Points) che valuta tutti i possibili rischi relativi alla sicurezza degli alimenti. Il fine ultimo del Paradiso dei Golosi, che si avvale di un affiatato team di dipendenti, è offrire ai propri clienti i più autentici sapori di Calabria, assolutamente privi di coloranti e conservanti, rispettando le ricette tramandate di generazione in generazione. Ecco marmellate e confetture, a base di sola frutta e zucchero o i sottoli, preparati esclusivamente con olio olio extra vergine di oliva, senza dimenticare le numerose spezie: origano, basilico, aglio e il peperoncino in tutte le sue varietà! Una produzione eccellente che riscontra l’apprezzamento di clienti attenti alla qualità degli alimenti e non solo al prezzo, quali negozi di nicchia, enoteche, alta gastronomia: un successo che continua a premiare l’azienda e tutto il suo staff.

Sottoli, marmellate, confetture e spezie: impossibile resistere alle prelibatezze del Paradiso dei Golosi che punta sull’alta qualità dei propri prodotti e sul rapporto diretto coi clienti

Paradiso dei Golosi Contrada Palazza Buonvicino (Cs) Tel. 098581591 Fax 0985877503 info@paradisodeigolosi.it www.paradisodeigolosi.it


cinema

di Umberto Mortelliti

Vento di primavera Un nuovo struggente capitolo dell’olocausto, distribuito dalla Videa di Sandro Parenzo, è uscito nelle sale subito dopo la giornata della memoria

Amici miei – come tutto ebbe inizio

Il film è una riproposizione della fortunata serie degli anni settanta, questa volta ambientata nella Firenze medicea del 1400 dove Panariello, Hendel, Placido e De Sica sono protagonisti di memorabili bravate, scherzi e scorribande. Commedia dal 16/03

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Ambientato nella Parigi del ‘42 in piena seconda guerra mondiale, la Francia è sotto l’occupazione tedesca. I parigini di origine ebraica vengono allontanati da ogni luogo pubblico, dagli impieghi, dalle scuole e ghettizzati sulla collina di Montmartre. Ma soprattutto vengono marchiati con una stella gialla da esibire sul petto per il riconoscimento. La notte del 15 luglio la situazione precipita, le SS irrompono nel quartiere, nelle case e arrestano più di 13.000 ebrei trasferiti nel Velodrome d’Hiver, e suddivisi in categorie: famiglie con figli e persone nubili, in attesa di essere deportati al campo di concentramento di Auschwitz. Il film racconta la storia di Joseph, un ragazzino di dieci anni, che allontanato dalla sua famiglia, sarà l’occhio vivente di questo terribile eccidio, e uno dei 25 superstiti a raccontare questa storia: «È bene che la gente lo veda, è bene che la storia sia incentrata sui bambini, perché, i bambini eravamo noi ieri, e saremo noi domani, questo è tutto quello che conta, perché la storia non si ripeta». Racconta Jean Renò uno dei protagonisti del film. Rose Bosch, regista della pellicola, analizza la genesi del film, frutto della collaborazione con il produttore Ilan Goldman, che proponeva da tempo il soggetto, in memoria a quanto accaduto alla sua famiglia e nel rispetto della comunità ebraica di Montmartre. «All’interno del conflitto, l’olocausto rappresenta un’atrocità, ma in questa vicenda l’atrocità sta nel fatto che è la prima volta che degli adulti si siano interessati a dei bambini con lo scopo di annientarli. È un fatto unico nella storia del mondo in simili proporzioni: un milione e mezzo di bambini sono stati sterminati».

Dylan Dog

Gnomeo e Giulietta

Torna finalmente sul grande schermo l’indagatore dell’incubo, il film è ambientato a New Orleans, dove il nostro eroe si trova a combattere una guerra territoriale tra un branco di lupi mannari e un gruppo di vetusti vampiri. Horror – Thriller dal 16/03

Riproposto in versione animata il capolavoro di Shakespeare, sotto la direzione e la regia di Kelly Asbury, nel fantastico e immaginario mondo degli gnomi. Animazione – Fantasy – Sentimentale dal 18/03


L’anima della pasta

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La pasta all’uovo dell’azienda friulana Sapori di Casa è un prodotto gastronomico rigorosamente artigianale molto apprezzato. Gustare per credere… Materie prime accuratamente selezionate: questo il segreto dell’autentica pasta artigianale prodotta da Sapori di Casa. Ingredienti principe sono le uova fresche, sgusciate al momento con il solo utilizzo del tuorlo, per evitare l’odore di “freschino” e favorire la “tenuta” in cottura; la farina utilizzata - di prima qualità, 100% italiana e costantemente controllata - è di grano siciliano, dall’elevato apporto in glutine, che garantisce la cottura al dente della pasta e un maggior potere legante dell’uovo nella lavorazione dell’impasto: il prodotto è più elastico e in grado di reggere al meglio la cottura. La scelta delle materie prime, insieme alla speciale lavorazione e ai macchinari utilizzati, si traducono in tempi di cottura molto brevi, di 1-2 minuti: caratteristica apprezzata soprattutto nella ristorazione, sempre alla ricerca di prodotti freschi non precotti dalla cottura veloce. La pasta di Sapori di Casa è il frutto di un lavoro artigianale, svolto in buona parte ancora manualmente e con macchinari messi a punto appositamente per la produzione esclusiva di questo tipo di pasta, sovrapponibile alla pasta fatta in casa. Le materie prime impiegate consentono di usare trafile con basso indice di pressione: la sfoglia mantiene così una maggiore porosità e la pasta una volta cucinata assorbe al meglio sughi e condimenti “incamerandoli” al proprio interno. Leggera, soffice, genuina, la pasta Sapori di Casa mantiene una straordinaria digeribilità rispetto alle comuni paste all’uovo ed è disponibile nei formati tradizionali lunghi (pappardelle, tagliatelle, fettuccine, tagliolini, spaghetti alla chitarra, bigoli), e corti (es. maltagliati, strozzapreti, gigli, minestre).

Sapori di Casa Via Risorgimento, 24 33090 Sequals (Ud) Tel. 042790227 Info@saporidicasa.com www.saporidicasa.it


Verso la primavera www.casacomerci.it - info@casacomerci.it


Abruzzo

Barrese Antipasto del nonno 314 gr ................................................... € 4,90 Barrese Crema di funghi porcini 212 gr .............................................. € 5,90 BIOAGRUMI confettura clementine e liquirizia 350 gr ........................... € 4,90 CACCAMO nduja di spilinga barattolo 90 gr ......................................... € 3,90 Callipo Filetti di tonno e nduja 190gr ................................................. € 5,90 Callipo Bottarga in polvere 50gr ........................................................ € 8,50 DELLE FATE olio delle fate bott. lt. 0,50 ................................................. € 7,90 DELIZIE VATICANE mousse di cipolla 100 gr .......................................... € 1,90 DELIZIE VATICANE crema al peperoncino 180 gr ................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di cedro 340 gr ...................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di mandarini 340 gr ............................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di arance 340 gr .................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE alici piccanti 200 gr .................................................. € 4,90 DELIZIE VATICANE neonata mediterranea 200 gr .................................. € 6,20 DELIZIE VATICANE biancomangiare piccante ......................................... € 4,90 Dolcegiorno Biscotti con liquirizia 200 gr ......................................... € 4,90 Dolcegiorno Biscotti farciti al cedro 200 gr ....................................... € 4,90 Dolcegiorno Cantucci con liquirizia 200 gr ....................................... € 4,90 FATTORIA SILA Sughetto alla nduja ....................................................... € 3,90 FATTORIA SILA Bustina di spaghettata calabrese ................................... € 2,90 FATTORIA SILA bruschetta di carciofi ..................................................... € 5,50 FATTORIA SILA bruschetta tropeana ...................................................... € 3,90 FORTE Armoniche selezione oro 500gr ................................................. € 2,20 GARRITANO Cucchiaini di puro cioccolato ............................................. € 6,90 GARRITANO Clementine candite ricoperte di puro cioccolato ................ € 9,90 GARRITANO Bocconcini di fichi ricoperti di puro cioccolato ................... € 9,50 GARRITANO bicchierini di puro cioccolato ............................................ € 6,90 INTERTONNO tonno di 1° scelta in olio di oliva 320 gr .......................... € 6,90 MADEO Salsiccia di Calabria piccante al Kg ........................................... € 19,90 MADEO Soppressata di Calabria piccante al Kg ..................................... € 19,90 MADEO Soppressata di Calabria bianca al Kg ....................................... € 20,90 MADEO Fior di lardo al Kg .................................................................... € 24,90 MADEO Salame di suino nero di Calabria al Kg ..................................... € 29,00 ROTELLA olio extravergine di oliva 0,75 cl ............................................. € 7,90 SANTA CROCE ringhio 190 gr ............................................................... € 3,90

Da mangiare

Da bere

D'ALESSANDRO pesche allo sciroppo 380 gr ......................................... € 3,20 D’ALESSANDRO antipasto primavera pronto ......................................... € 4,90 D’ALESSANDRO carciofi alla brace ........................................................ € 5,50 D'ALESSANDRO Cioccofruit alle castagne con cacao 240 gr ................. € 2,90 D'ALESSANDRO passata di pomodoro da agricoltura biologica ............. € 1,80 DON VINCENZO per liana olio extravergine di oliva 0,50 l ...................... € 32,90 DON VINCENZO donvincenzo DOP olio col.teatine 0,50 l ...................... € 25,90 DON VINCENZO Olio tradizionale blend 0,75 l ...................................... € 26,90 DON VINCENZO Don Nicola olio di Leccino 0,50 l ................................. € 25,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila bustine gr 1 ....................................... € 17,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila vasetto gr 1 ....................................... € 18,90 VERRIGNI spaghettoro semola trafilata in oro 500 gr ............................. € 2,60 VERRIGNI fusilloro semola 500 gr .......................................................... € 2,60 VERRIGNI bucatini, fusilli, tortilli, penne 500 gr ..................................... € 2,30

CASA COMERCI libicì Magliocco Canino lt. 0,75 ................................... € 8,90 casa comerci grappa di magliocco canino 0,5 l ................................ € 15,00 CERATTI Conf. regalo montonico + greco di bianco .............................. € 39,00 CERATTI Montonico passito barrique .................................................... € 22,00 CERATTI Monsonico Igt passito ............................................................. € 19,00 CERATTI Greco di bianco Doc et. gialla .................................................. € 18,90 DUCROPIO Dom Giuvà 2005 ................................................................ € 8,90 DUCROPIO Serra Sanguinia ................................................................... € 8,90 ENOTRIA ciro’ rosso classico lt. 0,75 ...................................................... € 4,90 ENOTRIA ciro’ rosato lt. 0,75 ................................................................. € 4,90 ENOTRIA ciro’ rosso classico sup. riserva lt. 0,75 .................................... € 9,50 Nature Med Liquorizia 500cc .............................................................. € 18,90 Nature Med Crema di liquorizia 500cc ................................................ € 18,90

Da bere

Campania

Milano - Viale Zara, 28 Verona - Via Quattro Spade, 18/C Desenzano - Via Santa Maria, 38

Shopping list Listino prodotti Vie del gusto offre un servizio innovativo per i propri soci/abbonati. Vuole portarvi a casa i migliori prodotti della tradizione tipica italiana ad un prezzo esclusivo. Nelle pagine seguenti potete consultare un estratto delle nostre offerte. Si può acquistare via telefono allo 0289053270 o via fax con il modulo d’ordine allegato. prezzi validi per gli acquisti online (Minimo acquisto E 60)

QUITERANO Montepulciano d'Abruzzo DOC 2007............................... € 6,90

Basilicata Da mangiare GAZZANEO peperoni arrostiti sott’olio alta digeribilità 180 gr ............... € 4,50

Da bere OFANTO l’inatteso rosso IGT 2007 ........................................................ € 6,50 OFANTO emozioni aglianico del vulture DOC 2006 ............................... € 10,90 OFANTO sensazioni bianco IGT 2009 .................................................... € 6,50

Calabria Da mangiare

ALPA castagne infornate mosto cotto ................................................... € 5,50 ALPA castagne infornate rum ................................................................ € 5,50 ALPA castagne infornate aceto balsamico ............................................. € 5,90 ALPA confettura di carote e limone 200 gr ............................................ € 4,50 BARRESE Funghi rositi 314 gr ................................................................ € 6,90 BARRESE Trito con porcini ..................................................................... € 7,90 BARRESE Cavolfiore al coriandolo.......................................................... € 3,50 BARRESE Patè montescuro .................................................................... € 5,90

Da mangiare

GRAZIELLA Pomodori pelati a strappo 1 Kg ........................................... € 1,20 GRAZIELLA Pomodori pelati a strappo tris 400 gr .................................. € 1,60 GRAZIELLA Pomodorini di collina a strappo 400 gr ................................ € 0,70 GRAZIELLA Passata di pomodoro 690 gr ............................................... € 1,20 GRAZIELLA Polpa di pomodoro a strappo 2x220 gr ............................... € 1,20

Da bere ASTRONI aglianico sannio DOC ............................................................. € 6,50 CASA SETARO falanghina IGT 2009 ...................................................... € 5,50 CASA SETARO Don Vincenzo riserva 2008 ............................................ € 8,50 CASASETARO lacryma christi rosso ....................................................... € 5,90 CASTELLE barbera sannio DOC 2007..................................................... € 7,90 CASTELLE greco IGT beneventano 2009 ................................................ € 4,90 CASTELLE Greco del sannio Doc .......................................................... € 7,90 CASTELLE Fiano del sannio Doc ............................................................ € 7,90 CASTELLE Vino spumante brut ............................................................. € 11,90 CASTELLE Aglianico sannio Doc ............................................................ € 7,90 CASTELLE 01 Falanghina beneventana Igt ............................................ € 3,90 CASTELLE 02 Aglianico beneventano Igt ............................................... € 3,80 GEF falanghina biologica 2009 DOC ..................................................... € 4,90 GEF aglianico biologico 750 ml ............................................................. € 4,90 GEF Falanghina Doc sannio ................................................................... € 5,90 SELVATORRESI taurasi Docg 2005 ......................................................... €18,90 SELVATORRESI Greco di tufo Docg 2009 ............................................... € 8,90


Emilia Romagna Da mangiare BARBOLINI aceto balsamico di modena “omega”.................................. € 27,90 BRISIGHELLA Olio extravergine d’oliva Pieve tho 500 ml ........................ € 11,00 CABER Insaporitore per carni rosse ........................................................ € 1,90 CABER Insaporitore per carni bianche ................................................... € 1,90 CABER Insaporitore griglia verdure ........................................................ € 1,90 CABER Sale iodato in vetro 200 gr ........................................................ € 0,90 GIUSTI med.oro banda rossa c/ast 250 ml ............................................. € 44,90 IL BORGO Aceto Balsamico di Modena ampolla rossa 250 ml ............... € 29,00 IL BORGO Aceto Balsamico di Modena ampolla arancio 250 ml ............ € 19,00 IL BORGO Aceto balsamico modena Igp et.gialla ast ............................. € 8,90 IL BORGO Aceto balsamico modena Igp et.arancio ast .......................... € 11,00 IL BORGO Aceto balsamico modena Igp et.rossa ast ............................. € 19,00 RENZI olio extravergine d’oliva 500 cl .................................................... € 7,90 RENZI olio extravergine d’oliva lattina 3 lt .............................................. € 32,90 SAN PATRIGNANO miele millefiori 300 gr ..............................................€ 4,90 SUGAR cuorenero barrique tabacco 35 gr ............................................. € 2,90 SUGAR cuorenero barrique cannella 35 gr .............................................€ 2,90 Sapori del Borgo nocciole pralinate 120gr ....................................... € 5,50 Sapori del Borgo barretta croccante gusto caffè 136gr .................... € 5,50

Da bere BRISIGHELLA Spumante brut ................................................................ € 8,90 BRISIGHELLA Ambra albana dolce Docg passita 0,50 l .......................... € 12,90 BRISIGHELLA Brisiglè sangiovese Doc superiore ..................................... € 9,90 BONZARA cabernet sauvignon bonzarone DOC 2006 .......................... € 14,90 CÀ DE MEDICI lambrusco reggiano piazza san prospero ....................... € 4,50 Cà de medici Lambrusco reggiano Piazza San Prospero ....................... € 3,90 Cantina Formigine Lambrusco di Sorbara Dop rosso ........................ € 4,50 Cantine Riunite Lambrusco di Sorbara secco Doc .............................. € 5,50 Cantina Santa Croce Lambrusco Salamino Doc ............................. € 4,50 Cantina Settecani Lambrusco Grasparossa Doc secco ...................... € 4,50 Cantina Sorbara Lambrusco Sorbara Doc ........................................ € 3,90 Cantina SozziGalli Lambrusco di Sorbara Dop amabile .................... € 4,50 Carpi Lambrusco reggiano secco .......................................................... € 3,90 CASALI VITICULTORI Colli scand. Albore secco ...................................... € 5,50 Cavicchioli Lambrusco di Sorbara Doc tre medaglie .......................... € 4,50 Chiarli Vecchia Modena Lambrusco frizzante secco ............................ € 5,50 CIV colli scad.&can. lambrusco coda rossa ............................................. € 4,50 CONDE’ Sangiovese di romagna Doc 2007 ........................................... € 7,90 CONDE’ Sangiovese di romagna Doc superiore 2007 ............................ € 9,90 DONELLI lambrusco reggiano donelli 1915 secco .................................. € 6,90 DUE TORRI lambrusco reggiano Ilario secco .......................................... € 3,90 FATTORIA PARADISO sangiovese riserva Vigna delle Lepri 2005 ............. € 12,50 FERRARA Duna della Puia DOC Mariotti ............................................... € 5,50 FERRARINI colli scand. e can. lambrusco patatrac .................................. € 3,90 GUALTIERI lambrusco reggiano Ligabue class. secco ............................. € 4,50 Horecare Lambrusco Sorbara Doc valle degli olmi .............................. € 4,50 MASSENZATICO lambrusco reggiano secco .......................................... € 3,90 MONTECATONE Montecatone rosso 2007 ............................................ € 29,00 MONTECATONE Occhi di cielo 2009 ..................................................... € 7,50 MORINI savignone ravenna rosso IGT 2007 .......................................... € 3,90 PRATO lambrusco reggiano Vermiglio ................................................... € 3,90 PUIANELLO lambrusco reggiano rosato secco ...................................... € 3,90 REGGIANA lambrusco reggiano vigna di tedola secco ........................... € 3,90 ROLO lambrusco reggiano salamino secco ............................................ € 3,90 SAN MARTINO IN RIO lambrusco reggiano nero di corte secco ............. € 3,90 SAN PATRIGNANO avi 2006 sangiovese romagna DOC rosso ................ € 22,90 TENUTA MONSIGNORE rosato spumante brut ...................................... € 7,80 VENTURINI lambrusco reggiano secco ................................................... € 4,50

Friuli Venezia Giulia Da bere VALCHIARÒ Pinot Grigio ...................................................................... € 6,90 VALCHIARÒ Friulano ............................................................................ € 6,90 SAPORI DI CASA Bigoli 250 gr .............................................................. € 2,90 SAPORI DI CASA Maccheroncini 250 gr................................................. € 2,90 SAPORI DI CASA Fettuccine 250 gr......................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Tagliolini 250 gr........................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Spaghetti alla chitarra 250 gr....................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Strozzapreti 250 gr...................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Straccetti 250 gr.......................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Tagliatelle ai funghi 250 gr........................................... € 3,50

SAPORI DI CASA Fettuccine all’ortica 250 gr........................................... € 3,50 SAPORI DI CASA Fettuccine agli spinaci 250 gr....................................... € 3,50

Lazio Da mangiare FALCONI amaretto 450 gr ..................................................................... € 8,90 DOLCIARIA LAMPO Amaretto verolano sfuso amarena 1Kg................... € 16,90 DOLCIARIA LAMPO Amaretto micro sfuso cioccolato 1Kg ..................... € 21,90 DOLCIARIA LAMPO Morbidello micro sfuso pistacchio 1Kg.................... € 21,90 Il Molino Patè di olive con finocchio 100 gr ........................................ € 3,90 Il Molino Confettura di Visciole 212 gr ............................................... € 4,90 Il Molino Extravergine d’oliva monocultivar canino 500 ml ................. € 11,90 Il Molino Extravergine d’oliva Dop Tuscia 500 ml ................................ € 11,90 TUSCANIA Olio extravergine d’oliva 0,50 l ............................................ € 9,90 TUSCANIA Olio extravergine d’oliva 0,75 l ............................................ € 11,90

Da bere CANTINE LUPO primolupo merlot ......................................................... € 8,50 CAPORILLI Antiquo rosso cesanese DOC ............................................... € 7,90 CAPORILLI colline del cesanese rosso DOC ............................................ € 5,90 Collepicchioni Collerosso Lazio Rosso 2009 ...................................... € 4,90 Collepicchioni Donna Paola Marino Doc 2009 ................................. € 6,90 Collepicchioni Perlaia Lazio Rosso 2009 ........................................... € 6,90 Collepicchioni Il Vassallo Lazio Rosso 2008 ....................................... € 14,90

Liguria Da mangiare CÀ MESSIGHI vaso di olive in salamoia da 290 gr .................................. € 4,50 CÀ MESSIGHI pesto con pinoli vaso da 130 gr ...................................... € 5,90 CÀ MESSIGHI Patè di olive taggiasche 180 gr ...................................... € 3,20 POLLA tonno in olio di oliva 140 gr ....................................................... € 5,90 POLLA pesto genovese vaso 85 gr ........................................................ € 2,90 POLLA senape delicata alle olive 200 gr ................................................ € 3,90

Lombardia Da mangiare I VALLICELLI confett. extra arance amare 100 gr .................................... € 5,50 I VALLICELLI confett. extra strudel di mele 100 gr .................................. € 5,90 I VALLICELLI confett. extra strudel di mela 100 gr .................................. € 7,50 Molino di Vigevano Dolci soffici ....................................................... € 2,30 Molino di Vigevano Crostate ........................................................... € 2,30 SAN LUCIO Grok gusto classico 5x20 gr ................................................ € 2,80 SAN LUCIO grok gusto deciso 5x20 gr .................................................. € 2,80 SAN LUCIO Grok gusto classico 20 gr ................................................... € 2,80 SAN LUCIO Grok gusto deciso 20 gr ..................................................... € 2,80 TUTTI A TAVOLA ragù di bisonte............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di agnello............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di struzzo............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di capriolo........................................................... € 5,50

Da bere CASTELLO GRUMELLO valcalepio rosso DOC 2005 ............................... € 6,90 CASTELLO GRUMELLO valcalepio bianco 2008 ..................................... € 6,50 LA BOSCAIOLA Franciacorta Docg Brut.................................................. € 17,50 LA BOSCAIOLA Franciacorta Docg Saten................................................ € 18,90 PODERE CAVAGA ol giopi’ 2007 Franconia IGT .................................... € 6,90 PODERE CAVAGA clamor spumante classico brut ................................. € 9,90 QUAQUARINI riesling oltrepo pavese .................................................... € 4,90 QUAQUARINI pinot noir oltrepo pavese frizzante .................................. € 5,50 VERCESI bonarda oltrepo’ pavese DOC.................................................. € 4,50

Marche Da mangiare CONCA D'ORO olio extravergine d’oliva bio lt. 0,75 .............................. € 9,50 CASONI linguine stese a mano 250 gr.................................................... € 2,90 CASONI tonnarello aglio e prezzemolo 250 gr ....................................... € 2,90 CATALINI confettura extra pomodori verdi 220 gr ................................. € 4,90 DULCIS HARMONIA tozzetti .................................................................. € 2,80


FORNERIA TOTÒ biscotti della nonna integrali ....................................... € 4,90 FORNERIA TOTÒ Novaresi ..................................................................... € 8,90 FORNERIA TOTÒ Pane del pescatore .................................................... € 6,90 FORNERIA TOTÒ Anicini ....................................................................... € 7,90 MARTARELLI barzotto s.v. al kg ............................................................. € 12,90 MARTARELLI nero di grotta norcia s.v. al kg ........................................... € 19,90 ROMOLI spalmabili al caffè ................................................................... € 5,90 ROMOLI spalmabili al gianduja .............................................................. € 5,90 ROMOLI spalmabili al miele e cioccolato ................................................ € 5,90 ROMOLI spalmabili al fondente senza zucchero ..................................... € 5,90 Monterosso Riccioli di farro Bio 500 gr .............................................. € 2,90 Monterosso Penne di farro Bio 500 gr................................................ € 2,90 Monterosso Spaghetti di farro Bio 500 gr........................................... € 2,90 Monterosso Farro perlato 500 gr....................................................... € 2,50 Gabrielloni Olio extravergine d’oliva laudato 0,50 l ........................... € 19,00 Gabrielloni Olio extravergine d’oliva solivo 0,50 l .............................. € 12,00

Da bere

Da bere ASTORE massaro rosa negroamaro ........................................................ € 4,90 ASTORE Krita chardonnay + malvasia bianca ......................................... € 5,90 ASTORE Filimei 2009 Negroamaro......................................................... € 8,90 ASTORE Jema 2007............................................................................... € 7,90 RIVERA preludio chardonnay 2008 ........................................................ € 4,90 RIVERA terre al monte sauvignon 2008 ................................................. € 4,80

Sardegna Da mangiare GARAU Formaggio spalmabile su Angiu 200 gr ................................... € 4,90 MURRU Salsiccia sarda con finocchietto al Kg ....................................... € 19,90 MURRU Salame sardo al Kg ................................................................... € 19,50 MURRU Lonza affumicata al Kg ............................................................. € 26,00

CATALINI vino cotto in fiasco a candela 750 ml ..................................... € 19,00 COLLELUCE vernaccia di serrapetrona XXIV canto passito ..................... € 18,50 COLLELUCE Vernaccia si Serrapetrona Secca ......................................... € 12,00 DOMODIMONTI Il Messia 2006 ............................................................. € 25,00 DOMODIMONTI Picens 2006 ................................................................ € 10,50 DOMODIMONTI Piccolo principe 2009 ................................................. € 7,50 DOMODIMONTI Deja v 2009 ................................................................ € 7,90 DOMODIMONTI Li coste 2009 .............................................................. € 12,00 DOMODIMONTI Monte fiore 2009 ....................................................... € 6,90 IL CRINALE rosso piceno DOC 2008 mizar ............................................. € 4,50 IL CRINALE Pecorino micaur doc ............................................................ € 5,90 IL CRINALE Passerina castrum doc ......................................................... € 5,90

Da bere

Piemonte

Da mangiare

DORGALI cannonau di viniole riserva 2006 ........................................... € 10,90 DORGALI cannonau sardegna DOC filieri rosato2009 ........................... € 4,50 DORGALI vermentino sardegna DOC isalle 2009 .................................. € 4,90 DORGALI cannonau sardegna DOC calaluna 2009 ................................ € 4,50 DORGALI isola dei Nuraghi IGT noriolo selez. ‘07 .................................. € 9,50 MONTESPADA vermentino DOC sabbialuce .......................................... € 5,80 MONTESPADA vermentino DOC sole di sardegna ................................. € 5,80 Roccavorte Muscadellu moscato sardo ............................................ € 13,90

Sicilia

Puglia

ALICOS caponata alla siciliana vasetto 180 gr ........................................ € 3,90 ALICOS pesto al finocchietto selvatico 180 gr ........................................ € 5,50 ALICOS scorzette di arance - vasetto gr 100 .......................................... € 4,90 ALICOS Salsa pronta di pomodoro ciliegino e datterino ........................ € 2,40 ALICOS Panettone artigianale al pistacchio di Bronte............................. € 19,90 ASARO Quadrelli alle mandorle e pistacchio di Bronte 150 gr ............... € 5,90 CAFFE’ GINEVRA Lattina intenso macinato ........................................... € 5,30 CAFFE’ GINEVRA Crema di caffè ........................................................... € 5,90 CAFFE’ GINEVRA Crema di pistacchio ................................................... € 5,90 CINQUE COLLI Olio extravergine d’oliva 0,50 l ...................................... € 8,50 Dry Fruit Miele e pistacchi di sicilia 230 gr ........................................... € 6,50 Dry Fruit Pesto di pistacchi di sicilia 190 gr .......................................... € 5,90 Dry Fruit Crema di mandorle di sicilia 200 gr ...................................... € 4,90 Dry Fruit Crema di nocciole italiane 200 gr ......................................... € 4,90 GIOVI uva passa in grappa moscato 20 cl .............................................. € 7,90 Le terre di Corleone Margherita 500 gr ........................................... € 2,90 Le terre di Corleone Busiata Corleonese 500 gr ............................... € 2,90 Le terre di Corleone Reginelle 500 gr .............................................. € 2,90 MILAZZO olio extravergine di oliva 0,50 l .............................................. € 8,90 Quignones olio extravergine d’oliva 0,50 l .......................................... € 8,90 SALLEMI campagnolo extravergine oliva bottiglia 0,75 l ........................ € 9,90 SALLEMI Olio extravergine d’oliva Re Dop Monti Iblei 750 ml ................ € 15,00 villa reale pesto alla trapanese 180 gr .............................................. € 4,90 villa reale sugo con bottarga 180 gr ................................................. € 3,90 villa reale sugo con frutti di mare180 gr ........................................... € 3,90

Da mangiare

Da bere

ALTAMURGIA salsiccia stagionata della murgia prezzo/kg ..................... € 29,00 ALTAMURGIA Soppressata della murgia prezzo/kg ............................... € 34,00 BELLA CONTADINA fungoncelli contad. in olio semi 290 gr .................. € 4,50 BELLA CONTADINA scaldatelli alla pizza 500 gr .................................... € 3,90 BELLA CONTADINA orecchiette pugliesi 500 gr ..................................... € 2,90 BELLA CONTADINA strascinato pugliese 500 gr .................................... € 2,90 BELLA CONTADINA Pomodori secchi alla contadina .............................. € 4,90 BELLA CONTADINA Funghi porcini alla contadina ................................. € 7,90 BELLA CONTADINA Cetriolini in aceto 290 gr ....................................... € 3,50 BELLA CONTADINA Aglio al peperoncino .............................................. € 3,90 BELLA CONTADINA Carciofi interi della nonna alla contadina ................ € 4,90 PUMA carciofini alla brace bio 280 gr .................................................... € 5,50 PUMA carciofi interi bio 280 gr ............................................................. € 6,50 PUMA Melanzane a filetti 280 gr. CDA ................................................. € 4,50 TENUTA BIANCO olio extravergine oliva lt. 0,5 ...................................... € 10,90 TENUTA BIANCO olio extravergine d’oliva 0,25 l ................................... € 5,90 SUDALIMENTA Orecchiette con cime di rapa ........................................ € 3,50 SUDALIMENTA Pennette con melanzane ............................................... € 3,50 SUDALIMENTA Spaghetti neri alla marinara ........................................... € 4,90

ACATE il Moro nero d’avola IGT 2007 ................................................... € 7,90 ALCESTI chardonnay 2008 IGT .............................................................. € 5,90 ALCESTI Narkè dei poeti 2005 .............................................................. € 7,90 ALCESTI Isola dei profumi rosso ............................................................ € 5,50 ALCESTI Isola dei profumi bianco .......................................................... € 4,90 ALCESTI Syrah 2008 .............................................................................. € 6,90 ALTOBELICE chardonnay Tre Feudi ......................................................... € 5,90 ALTOBELICE Trerrè Doc nero d’avola ...................................................... € 5,90 ALTOBELICE Tre Feudi merlot ................................................................. € 5,90 ALTOBELICE Tre Feudi cabernet-sauvignon ............................................ € 5,90 COLLETTI Don Luca nero d’avola ........................................................... € 6,90 CUSUMANO cassetta trsv x 6 - angimbe’ & benuara ............................. € 69,00 CUSUMANO cassetta trsv x 6 benuara & cubia ..................................... € 69,00 FENECH Malvasia delle Lipari Doc passito 2008 ..................................... € 22,00 GIOVI liquore a base di grappa.............................................................. € 5,50 GIOVI grappa di cerasuolo..................................................................... € 5,50 MIMMO PAONE rosso nocera IGT 2004 ................................................ € 8,00 Quignones Passito Aner Sicilia 2006 ................................................... € 16,90 Quignones Petit Verdot ...................................................................... € 7,90

Da mangiare BARAGGIA Riso carnaroli 1 kg in tessuto............................................... € 3,90 BARAGGIA Riso baldo 1 kg.................................................................... € 3,50 SAN CASSIANO fonduta di bra dop 180 gr............................................. € 6,90 ORYZA Riso venere nero 500 gr.............................................................. € 4,90 ORYZA Riso carnaroli in yuta 500 gr....................................................... € 3,50 ORYZA Gallette tonde bio farro.............................................................. € 1,60 SAN CASSIANO ragù di fagiano 90 gr ................................................... € 4,90 SAN CASSIANO ragù di faraona 90 gr ................................................... € 4,90 SAN CASSIANO ragù di camoscio 90 gr ................................................ € 4,90 SAN CASSIANO salsa di noci e funghi 90 gr .......................................... € 3,90 SAN CASSIANO mousse di vino Moscato d'Asti Docg 70 gr................... € 1,90

Da bere ANZIVINO Gattinara Docg rosso 2005 ................................................... € 13,90 ANZIVINO Nemesi IGT rosso 2008 ......................................................... € 5,50 ANZIVINO Bramaterra 2005................................................................... € 12,50 MARCAURELIO Barbera d’Asti Terradacia 2006 Doc ............................. € 8,90 MARCAURELIO Barbera d’Asti Zeroincondotta 2009 Docg ................... € 12,50 MARCAURELIO Moscato d’Asti Lucifero 2009 Docg ............................. € 10,90


Quignones T. d’Apaforte cabernet/sauvignon Sicilia 2002 .................. € 12,90 SETTESOLI viognier ............................................................................... € 5,50 SETTESOLI syrah .................................................................................... € 5,90 SUTERA Kalea bianco Igt 2009 ............................................................. € 39,00 SUTERA Kalea rosso Igt 2008 ................................................................ € 39,00 TOLA syrah nero d’avola ....................................................................... € 5,90 TOLA nero d’avola rosso IGT ................................................................. € 4,90 TOLA syrah rosso IGT ............................................................................ € 4,90 TOLA chardonnay insolia 2009 ............................................................. € 5,90 VITICULTORI grillo 2009 ........................................................................ € 5,50 VITICULTORI chardonnay 2009 ............................................................. € 5,50

Toscana Da mangiare I GREPPI DI SILLI olio Moraiolo 500 ml ................................................... € 13,90 I GREPPI DI SILLI miele di acacia 250 gr .................................................. € 4,50 IL BORRO olio extravergine 2009 0,5 lt ................................................. € 14,90 IL CASELLINO olio biologico campo di torri bot. 0,5 lt ........................... € 13,90 LE BONTA’ Crostino toscano 180 gr....................................................... € 3,90 LE BONTA’ Salsa speck e porcini 180 gr ................................................. € 3,90 LE BONTA’ Crostino toscano al tartufo 180 gr......................................... € 4,90 LE BONTA’ Sugo di cinghiale 180 gr ...................................................... € 3,90 LE BONTA’ Sugo di chianina 180 gr ....................................................... € 3,90 LO SPICCHIO Ragù di chianina .............................................................. € 5,50 LO SPICCHIO Fegatini Toscani ............................................................... € 6,90 LO SPICCHIO Sugo all’aglione ............................................................... € 3,50 PARMOLETO olio igp toscano 2009 500 ml ........................................... € 8,90 SAVINI TARTUFI miele al tartufo bianco 40 gr ........................................ € 8,50 SAVINI TARTUFI crema di lardo al tartufo 80 gr ...................................... € 5,90 SAVINI TARTUFI salsa del tartufaio ......................................................... € 6,50 SAVINI TARTUFI polenta del tartufaio 140 gr ......................................... € 5,90 TREGGIANO Olio extravergine d’oliva 0,75 l ......................................... € 14,90

Da bere ABBADIA ARDEGNA Brunello 2004 ...................................................... € 23,90 ABBADIA ARDEGNA rosso di Montalcino 2007 DOC ............................ € 9,90 ABBADIA ARDEGNA Brunello di Montalcino magnum 3 lt 2004 ........... € 119,00 CAPITONI capitoni orcia DOC annata 2006 ........................................... € 8,50 CECCHI morellino di scansano DOC 2006 riserva .................................. € 9,50 COLLE MASSARI rigoletto montecucco rosso DOC 2008 ....................... € 7,90 COLLE MASSARI Irisse montecucco vermentino DOC 2009 ................... € 10,90 FATTORIA CAMPIGIANA chianti barbarossa Docg 2008 ....................... € 7,90 FATTORIA CAMPIGIANA Chianti Docg 2008 ........................................ € 6,90 FATTORIA CAMPIGIANA Chianti Docg Barbarossa riserva 2007............. € 16,90 IL BORRO Polissena IGT sangiovese 2006 .............................................. € 12,00 IL BORRO Lamelle chardonnay 2008 IGT ............................................... € 11,90 LA FORNACE morellino di scansano 2009 Docg ................................... € 5,90 LA FORNACE morellino di scansano riserva ........................................... € 11,00 LE TORRI chianti classico Docg .............................................................. € 5,90 PARMOLETO montecucco sang. riserva DOC 2005 ............................... € 12,00 PALAZZO VECCHIO nobile riserva 2004 ................................................. € 15,00 PALAZZO VECCHIO nobile di Montepulciano ........................................ € 12,50 PODERE L’AIONE Poderoso sangiovese morellino di scansano 2009....... € 8,90 PODERE L’AIONE Roscio maremma sangiovese cabernet sauvignon 2009....... € 32,00 POGGIOSECCO Anora’ chianti riserva bio 2006 .................................... € 7,90 POGGIOSECCO Chianti Docg Bio 2006 ................................................. € 8,50

Trentino Alto Adige Da mangiare ENDRIZZI mostarda di vino Masetto Nero 110 gr ................................... € 7,50 ENDRIZZI mostarda di Gewurztraminer 110 gr ...................................... € 7,50 FELICETTI tagliatelle bio all’uovo 500 gr ................................................. € 3,50 FELICETTI ditalini farro 500 gr ................................................................ € 3,90 FELICETTI Conchiglioni Bio matt 500 gr ................................................. € 2,90 SELECTED FOOD ragù di manzo della val d'ultimo ................................. € 5,50 SELECTED FOOD salame di cinghiale gruber&telfser 240 gr ................... € 6,20

Da bere ENDRIZZI muller thurgau trentino DOC 2009 ........................................ € 9,80 ENDRIZZI gewurztraminer trentino DOC 2009 ...................................... € 13,90 ENDRIZZI lagrein trentino DOC 2008 ..................................................... € 9,90 ENDRIZZI brut metodo classico Trento DOC 2005 .................................. € 9,90 VILLA CORNIOLE muller thurgau DOC 09 ............................................. € 8,90 VILLA CORNIOLE gewurztraminer DOC 09 ............................................ € 11,90

VILLA CORNIOLE lagrein DOC 08 .......................................................... € 10,90 VILLA CORNIOLE teroldego 7 pergole DOC 03 ...................................... € 16,90

Umbria Da mangiare Bittarelli fagiolina del Trasimeno 250 gr ............................................ € 5,90 Bittarelli orzo perlato 500 gr .............................................................. € 2,50 Bittarelli cicerchie 500 gr.................................................................... € 3,90 Bittarelli ceci piccoli nazionali 500 gr ................................................. € 3,50 Bittarelli cicerchie all’antica 350 gr .................................................... € 4,90 BITTARELLI Zuppa di farro e ceci ............................................................ € 5,90 TARTUFI JIMMY crema di carciofi e tartufo ............................................ € 3,50 TARTUFI JIMMY delizia di funghi porcini/tartufo bianco ......................... € 3,50

Valle d'Aosta Da mangiare ALPENZÙ ragu’ di cinghiale 200 gr ........................................................ € 4,90 ALPENZÙ ragu’ di capriolo 200 gr ......................................................... € 4,90 ALPENZÙ Ragù di cervo ........................................................................ € 5,50 ALPENZÙ fonduta di fontina 295 gr ...................................................... € 5,50 ALPENZÙ miele mignon di acacia .......................................................... € 2,90 ALPENZÙ Sugo ai funghi porcini ........................................................... € 4,90 ALPENZÙ Fonduta valdostana................................................................ € 5,50 ALPENZÙ Fonduta al muller thurgau Doc .............................................. € 4,90 ALPENZÙ Tegole valdostane .................................................................. € 3,90

Da bere ALPENZU’ Grappa barricata 0,50 l ......................................................... €16,90 ALPENZU’ Grappa morbida 0,50 l ......................................................... €15,90 LA SOURCE chardonnay DOC Valle d’Aosta .......................................... € 8,90 LA SOURCE gamay DOC Valle d’Aosta .................................................. € 8,50 LA SOURCE petite arvine DOC Valle d’Aosta ......................................... € 9,50

Veneto Da mangiare BARAGGIA Riso carnaroli 1 kg in tessuto ............................................... € 3,40 BARAGGIA Riso carnaroli 1 kg in carta .................................................. € 3,90 BARAGGIA Riso baldo 1 kg ................................................................... € 3,50 BRIO brio al cioccolato ........................................................................... € 2,90 GERARDO CESARI Olio extravergine d’oliva 0,50 l ................................. € 9,90 GERMINAL tortini di farro/cioccolato gaia Bio ........................................ € 2,90 GERMINAL aceto di mele ...................................................................... € 2,90 IL MANGIAR SANO crostatina albicocca s/z aggiunto ............................ € 1,50 IL MANGIAR SANO biscotti farciti alla frutta .......................................... € 2,50 TRE CASE peperlata conf. frutta peperoncino ........................................ € 4,50 TRE CASE perine allo zenzero 360 gr ..................................................... € 4,90 TRE CASE radicchio rosso tardivo gr.300 treviso ..................................... € 4,50

Da bere CÀ SISA prosecco DOC extra dry ........................................................... € 4,90 Collina dei Ciliegi Amarone Il Ciliegio 2005 Doc .............................. € 32,90 Collina dei Ciliegi Corvina Veronese IGT .......................................... € 5,90 Collina dei Ciliegi Valpolicella Ripasso 2008 Doc .............................. € 11,90 Collina dei Ciliegi Valpolicella Superiore 2008 Doc ........................... € 8,90 COLLINA DEI CILIEGI Recioto 2008 Doc ............................................... € 17,90 DESMONTA’ rinero rosso IGT 75 cl ........................................................ € 7,90 DESMONTA’ nero d’arcole DOC 2007 ................................................... € 17,90 DESMONTA’ arcole pinot grigio DOC desmontà 75 cl ............................ € 5,90 GERARDO CESARI Amarone Valp. Bosan Borgognotta 0,75 l ................ € 45,00 GERARDO CESARI Amarone Valp. Bosan Borgognotta 1,50 l ................ € 99,00 GERARDO CESARI Amarone Valp. Bosan Bordolese 3 l .......................... € 170,00 MOLETTO lison classico 2009 ................................................................ € 5,90 MOLETTO franconia IGT 2007 ............................................................... € 5,90 MOLETTO malbech IGT 2007 ................................................................ € 4,90 MOLETTO colmello bianco barricato 2006 ............................................ € 8,90 RONCA corvina IGP 2008 ...................................................................... € 4,90 RONCA custoza Te'ra 2009 Dop............................................................ € 4,50 RONCA Garganega Camì 2009 ............................................................ € 4,90 RONCA Pinot Grigio Garganega Meuì 2009 ......................................... € 4,90 ZECCHINI Valpolicella valpantena superiore 2008 ................................. € 8,90 ZECCHINI Amarone valpolicella 2003 ................................................... € 32,00


OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA ITALIANO

garantito e certificato

Il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori nell’ambito del Programma finanziato ai sensi del Reg. CE 867/08 è lieto di presentare una selezione di olio extra vergine di oliva a rintracciabilità di filiera garantita e certificata ai sensi della Norma UNI EN ISO 22005/08. Attraverso questa attività di certificazione, il CNO e le Organizzazioni territoriali associate, intendono proporre al consumatore diverse tipologie di olio di qualità le cui differenze in termini di profilo sensoriale non sono altro che l’espressione autentica e irrinunciabile delle filiere produttive e del territorio agricolo italiano da cui derivano.

Consorzio Nazionale

degli

Olivicoltori

S.c.ar.l.

Via Piave, 8 - 00187 Roma - Tel. +39 06 487741 Fax +39 06 4883309 www.cno.it e-mail info@cno.it

Campagna finanziata con il contributo della Comunità Europea e dell’Italia Reg. CE 867/08


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