SHC-I News 2008-2 Estate

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News Estate 2008

Adele Oldani

Apriamo un dibattito: cosa ne pensate? Berna mette il guinzaglio ai proprietari di cani Una legge approvata dal governo federale richiede una serie di test per i proprietari di cani ed una vasta gamma di altri vincoli destinati a migliorare la vita degli animali dai porcellini d’India ai pappagallini. In Svizzera tutti i proprietari di cani che desiderino avere i cani nel rispetto della legge approvata ieri dal governo federale dovranno seguire dei corsi e superare dei test oltre ad una prova pratica per dimostrare il loro controllo sul cane. All’inizio i proprietari avranno due anni per seguire dei corsi, ma a partire dal 2010 sarà necessario superare un esame teorico per poter tenere qualsiasi tipo di cane, sia che si tratti di un Chihuahua che di un Levriero Irlandese. Le associazioni private di addestratori e i veterinari, che avevano apprezzato queste misure in realizzazione già dal 2005, saranno autorizzati a tenere i test dopo aver ottenuto la certificazione dal governo. Un corso tipico potrà costare ai proprietari dei cani sino a 90 franchi svizzeri. Non tutti i proprietari di cani e le associazioni sono felici di questa decisione. “Essere costretti ad ottenere un permesso per poter tenere anche un cane molto piccolo è un’esagerazione” dice Germaine Disières, un’allevatrice di Yorkshire terrier a Grône nel Vallese. “Educare va bene, ma regolare interamente la proprietà di un cane non è una soluzione. La decisione federale riguardo ai cani è parte di una legge più ampia per la protezione degli animali. Tra le risoluzioni più insolite vi è la disposizione che i porcellini d’India e i pappagallini dovranno essere acquistati in numero di due o più, perché questi animali non possono sopportare la solitudine. La legge richiede inoltre che anche i contadini che hanno più di tre maiali, cinque cavalli, dieci pecore, 150 galline ovaiole e 200 pulcini debbano seguire un corso. Questo è stato accolto con ostilità dalle associazioni agricole che affermano che questa cosa aumenterà i costi per il loro settore. La legge federale per gli animali è stata approvata quando il governo cantonale di Ginevra ha adottato le misure per mettere al bando 12 razze di cani considerate pericolose, ad esempio i Pitt Bull. Le norme sono state sostenute dagli elettori il 24 febbraio in seguito alla grande pubblicità data ad attacchi di cani mordaci contro bambini. I proprietari che hanno acquistato cani pericolosi prima del 25 febbraio saranno autorizzati a tenere i loro cani a condizione che nei luoghi pubblici siano sempre tenuti al guinzaglio e indossino la museruola. EXPRESS/ATS 14 APRILE 2008 Dalla Tribune de Genève © Edipresse Publication SA


SOMMARIO Estate 2008 Presidente

Adele Oldani Responsabile Commissione Bollettino Coordinamento di Redazione e progetto grafico copertina

Guido Barbieri

HANNO COLLABORATO

Antoni Enrico Stefano Cavalletti Francesco Chirico Gloria Di Petta Giorgia Fazia Cristiana Ferraioli Samantha Filippini Massimiliano Forcato Rosa Galluccio Adriana Iucolano Giovanni Lullo Franco Milani Samuel Pelliccioli Cristina Pezzica Giuseppe Prampolini Roberta Prosperini Elena Sanga Eva Stefani

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Dal Presidente Un po’ di storia Intervista a Mike Ellis Iditarod Jr. Come riconoscere un buon allevamento Contributo di Cristiana Lettera firmata 2006 – diamo un po’ di numeri Il Presidente risponde Commissione Salute – Epilessia I Soci raccontano – seconda parte Traversata Appenninica Verbale riunione del Consiglio Dalla segreteria Un buon libro da leggere

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Inserto Registrazioni R.O.I. (ex L.O.I.) pagg.8

SIBERIAN HUSKY CLUB - ITALIA CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente Vice Presidente Consiglieri

Adele Oldani Guido Barbieri e Luca Brioschi Reginella Mazzina, Laura Pedullà, Olivia Piacentini, Giuseppe Prampolini

COLLEGIO SINDACALE Segreteria SHC-Italia via Gobetti 11 21013 Gallarate (VA) tel. e fax 0331 775983 E-mail: info@shcitalia.it http://www.shcitalia.it

Redazione SHC-I NEWS via Montenevoso, 36 21013 Gallarate (VA)

Gloria Di Petta, Cristina Pezzìca, Rosaria Rovito Supplente: Francesco Brusaferri COLLEGIO dei PROBIVIRI Stefano Cavalletti, Silvia Mazzani, Sella Giovanni Supplente: Maurizio Stuppia Questo numero del “SHC-I News 2/2008 Estate” viene messo in distribuzione in data 15 giugno 2008 Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la redazione della rivista né rispecchiano pareri ufficiali del Club.

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“senza un passato non può esserci futuro”

Testo di riferimento: SEPPALA’S Saga of the Sled Dog By Raymond Thompson Grazie alla preziosa collaborazione di Stefano Cavalletti di Roma ed al suo ammirevole impegno, siamo in grado di offrirvi, in esclusiva assoluta, la traduzione di questa rarità (per il pubblico italiano) stampata in proprio by Raymond Thompson, primo presidente del Seppala Siberian Husky Club. Di numero in numero pubblicheremo ampi stralci di ogni singolo capitolo di questa opera realizzata in due volumi che, con un progetto molto ambizioso, vorremmo rendere disponibile per tutti gli appassionati interessati.

SEPPALA’S Saga of the Sled Dog CAPITOLO VII I cani di Sepp furono tenuti in ottime condizioni per tutta l’estate successiva grazie alla “Pup Mobile”. (vedi cap. precedente) Viaggiarono avanti e indietro lungo il canale trasportando sia persone che carichi di ogni tipo. Quando arrivò l’inverno ed iniziarono a trasportare la gente per la penisola di Seward erano tutti in condizioni perfette. Uno dei primi incarichi di Sepp fu quello di portare il suo capo, Mr.Stevenson, a Dime Creek. Dopo una corsa di quaranta miglia da Isaac Point, mentre stavano sciogliendo i cani, arrivò la notizia che Bobby Brown si era ferito gravemente mutilandosi nella sua segheria, ed a Sepp fu chiesto di andarlo a prendere per portarlo all’ospedale di Candle. Dopo un percorso di quaranta miglia terminato sul finire della giornata, a Sepp sembrava chiaro che qualunque altro team avrebbe fatto me-

glio di lui, ma era opinione comune al campo che i cani di Sepp fossero i migliori della regione e che fosse lui l’uomo per tale missione. Fu molto contento di poter dare una mano al povero Bobby e si sentì gratificato dalla fiducia mostrata. Il team migliore del campo fu scelto per fare da guida a Sepp il quale non conosceva quella parte di percorso, e quella slitta avrebbe portato il suo passeggero per ridurre il carico a Sepp. Cosi, tutti d’accordo, partirono alla volta della segheria. Povero Bobby, le sue condizioni erano terribili! Aveva una gamba praticamente amputata che rimaneva attaccata solo grazie ad una parte di muscolo. L’altra gamba era fratturata, come d’altronde un braccio ed alcune costole. Ma il ragazzo era sorridente e non mollava.

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Con tutto il sangue che aveva perso e con lo shock subito sembrava impossibile che Bobby potesse cavarsela. Mentre Sepp mangiava, i suoi cani furono slegati dalla slitta in modo da portarla nella capanna per caricarci sopra Bobby nel modo più comodo possibile. Dopo aver adagiato la sua gamba come meglio potevano, fu coperto con alcuni lenzuoli ed una coperta di pelliccia di lupo. Poi la slitta fu portata all’esterno dove Sepp agganciò i cani. Il team che lo accompagnava, con il passeggero di Sepp a bordo aprì la strada e quando furono sufficientemente avanti Sepp partì con i suoi sedici cani. Sepp ringraziò il fatto che fosse il miglior team che avesse mai avuto e di averlo tenuto in allenamento per tutta l’estate, questa volta la corsa era per la vita. Tutta la gente dei dintorni aveva sentito della disgrazia e si era adoperata per andarli a vedere. La folla osservava in silenzio al passaggio di Sepp e del suo amico, e sui volti di tutti scendevano le lacrime; ed anche Sepp non fu immune da questo. Nonostante ci fossero trenta gradi sotto zero ed un vento gelido stesse congelando la faccia a Sepp, i cani non sembravano aver problemi. A poche miglia dalla cittadina, sorpassarono l’altro team, in quanto era chiaro che quello era in grado di seguire, ma non di far da “apripista”, ma nel giro di poche miglia Sepp si rese conto che però non riusciva assolutamente a stargli dietro, cosi si fermò. Stevenson e Sepp si sistemarono sulla stessa slitta, uno su di pattino e l’altro su quello di fianco. Il conduttore dell’altra slitta invece tornò indietro. Bobby era pieno di grinta e di coraggio e questo aiutava molto. E’ vero, c’era sempre il pericolo che la slitta si cappottasse e Sepp si rendeva ben conto che un tale incidente avrebbe causato la morte per dissanguamento del suo passeggero. Oltretutto con un tale freddo e con la neve che soffiava portata dal vento tutto poteva accadere lungo il percorso, ma fortunatamente non successe nulla.

Dopo non molto si trovarono sul tracciato principale per Candle, sul quale Sepp aveva condotto i suoi cani molte volte, e nonostante il buio e la tormenta il suo fedele leader non aveva problemi, trovandosi su di un sentiero familiare, e li portò a Candle all’incirca un’ora prima di mezzanotte. Fermatisi davanti ad una roadhouse Stevenson chiamò aiuto ed arrivò con un gruppo di uomini che trascinarono a mano la slitta in cima alla collina fino all’ospedale. In pochi minuti Bobby era dentro un letto con i dottori che lo curavano. Visse abbastanza da rivedere la moglie e le due piccole figlie. Il terzo giorno disse: ”Per favore, aprite le finestre” e si addormentò per non svegliarsi più. Dopo una corsa così massacrante uno dei primi pensieri di Sepp fu per i suoi cani, era contento di averli trovati in forma: quel giorno avevano percorso 102 miglia a volte con tre uomini a bordo. Non esisteva un team che avesse coperto una tale distanza con un tale carico in un sol giorno. Sepp andò sempre fiero di quel record e visse fino a vedere la sua cavalcata diventar poema da parte di Mrs Esther Birdsall Darling. che viene riportato nella pagina seguente con questa precisazione da parte di Stefano: “tradurre una poesia è cosa impossibile. Io ci ho provato per far capire a chi legge la considerazione che aveva la gente per Seppala. Sono certo che con il vostro aiuto questa mia fatica potrà essere migliorata. Pertanto chiunque voglia “cimentarsi” sarà il benvenuto e da me ringraziato, dovrà semplicemente chiedere alla segreteria una copia del testo originale inglese della poesia e dar “sfogo”così alla sua fantasia………., grazie”

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“SEPPALA CORRE PER VINCERE !” C’è una gara sulla strada per Candle Alla Sweepstakes da Nome per gareggiar Ora il ritmo incalzante ed l’inceder volante Di cani che il loro nome san meritar! Non per record si corre tal gara Né ad una coppa od ai soldi fan la corte; Per Seppala attenzione, nessun obiettivo è migliore Che correre con l’anima contro la morte. Sfuma presto e svanisce la vittoria Sempreverde l’alloro non rimarrà; Ma un’immortal tenzone, ed un gara batticuore Testa a testa ad un traguardo che arriverà. Di dovunque la gente va a Nome, Bobby Brown da tutti ben amato; ma sfuma il suo furore innanzi all’ardore Dal suo passo sì vien folgorato. Un sol uomo sofferente e ferito In braccio a Stevenson senza lamenti; Paure da non mostrare, e degli amici lacrime amare, Mentre stringono lacci e finimenti. Al suo leader sussurra una parola, Che silenzioso risponde a memoria; “C’è una gara da correre ed una scommessa da vincere – Forza Togo, corriam per la gloria!” Estenuanti son le miglia per Candle, Ci son certezze e speranze in tal contesto. “Correte celermente senza mai tenere in mente Sia la fame, sia la sete sia il resto.” Sfrecciano per la tundra infinita Su precipizi dove il ghiaccio è traditor; E del sole il bagliore, in quella corsa batticuore, Dei loro occhi semiciechi è l’ardor. Pungente è la rabbia della tormenta, Quando l’Artico libera il suo vento; Della luce del giorno, si fa plumbeo il contorno, E della morte si ode il lamento Il coraggio è dell’uomo, e lo sforzo è dei cani“Dai Togo! Con il tuo inceder forte.” Di una luce il Baglior – è di Candle il sentor Ed è Seppala a trionfar sulla morte! (trad. Stefano Cavalletti)

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Come tutti gli anni ci ritroviamo ad assistere all'abbandono sconsiderato di tutti quei cani... sono veramente delusa e amareggiata. Pensando a quanto bene mi abbia fatto la mia Africa che non è altro che uno dei miei Siberian Husky ho scritto due righe: non è mai troppo tardi per imparare ad amare! Nella speranza che anche solo un cucciolo possa essere salvato.

La mia Africa Ricordo giorni e giorni trascorsi A completar un puzzle di cocci riarsi. E’ l’amaro incessante e deludente Che abbraccia la vita dell’eterno perdente. Inciampi, ferisci e vorresti gridare e non ti accorgi di chi ti sta ad aspettare. Ma quel tormento e pianto disperato Finisce nell’amore del caldo manto ritrovato. E’ il coraggio e la forza di sperare Che quattro zampette ti sanno donare: Non c’è gioia più grande al mondo Di un incontro atteso, festoso e giocondo. Corri e corri nel vento cucciolo di lupo Insegnami che la Vita non è la discesa verso il dirupo Ma l’ululato costante di chi all’amore confessa L’ambita libertà e il manifesto rispetto che Dio professa. E allora mi sento ancora di parlare Che l’uomo è guardiano di qualunque vita donata E che l’intelletto deve farci ragionare Perché ogni piccola Africa deve essere salvata. Eva Stefani

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Siberian USA ci ha dato il permesso di tradurre e pubblicare l’intervista che hanno fatto a Mike Ellis una settimana dopo la conclusione della Yukon Quest. Mike Ellis è stato uno dei due partecipanti con team formati interamente da cani di pura razza, con pedigree rilasciato dall’American Kennel Club e l’unico a portarla a termine. Si è piazzato all’11° posto stabilendo un nuovo record per team di pura razza. Per seguire meglio la sua intervista potete tenere a portata di mano la cartina e i dati riguardanti distanze e altezze inseriti nell’articolo sulla Yukon Quest pubblicato sul numero 1/2008 del nostro News.

INTERVISTA CON MIKE ELLIS – TSUGA SIBERIANS per la resistenza e non per la velocità? R. Bene, io penso che sia esattamente la giusta combinazione. Che cosa mi ha spinto a correre? Non sono sicuro di sapere la risposta, escluso che è sempre stato il mio sogno sin da quando ho iniziato a correre con i cani da slitta. La Yukon Quest è stata il mio sogno. D. Per correre questa gara, credo, tu e tua moglie Sue avete dovuto fare molte rinunce?

Avete mai sognato di correre una delle più dure gare al mondo? Ebbene, Mike Ellis l’ha fatto. Mike non solo l’ha corsa con un team interamente composto da cani di pura razza con pedigree rilasciati dall’American Kennel Club, ma ha portato a termine la gara, arrivando 11° e stabilendo un nuovo record per un team tutto di Siberian Husky di pura razza. La Yukon Quest è una gara basata sul rapporto cane-uomo. Si corre nelle selvagge distese dell’Alaska, Mike l’ha corsa con indomito slancio e irrefrenabile determinazione. Durante 12 giorni, 9 ore e 58 minuti Mike Ellis ed il suo team hanno sopportato mancanza di sonno, congelamento, venti fortissimi, tempeste accecanti, straripamenti e ghiaccio abbagliante. Questa è la loro storia. D. Mike permettimi di iniziare dicendo: Congratulazioni a te e al tuo team. La Yukon Quest è una gara di 1000 miglia alla quale solo i più forti possono sopravvivere. Sapendolo, che cosa ti ha spinto a correrla con un team di cani di pura razza, una razza creata

R. Sue ha rinunciato tanto quanto ho rinunciato io. Abbiamo ipotecato la nostra casa. Entrambi abbiamo lasciato il nostro lavoro e dato che lei è una persona portata a fare carriera per lei è stata una decisione difficile da prendere. Ha condotto metà degli allenamenti ed è una parte molto importante del team. D. Dopo aver preso l’impegno di correre la gara, come hai riconosciuto l’attitudine nei tuoi Siberian Husky e come li hai aiutati a raggiungere il loro potenziale in modo da portare a termine la gara? R. Noi abbiamo un allevamento molto piccolo. Per molto tempo abbiamo avuto solo 18 cani e abbiamo fatto un paio di cucciolate proprio tenendo presente la Yukon Quest. Non possiamo sottoporre a prove attitudinali molti cani, ci diamo da fare per tirar fuori il meglio dai pochi che abbiamo. Come facciamo? Penso sia una questione di tempo e di allenamento. Siamo diventati musher a tempo pieno da quando ci siamo trasferiti qui a Whitehorse (Yukon) in ottobre e questo ha fatto una grande differenza. Abbiamo avuto tutto l’inverno per raggiungere il potenziale del team.

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D. Chi sono stati i tuoi leader?

R. Stump (a sin.) è il mio cane più importante, il mio leader n°1. Ha quasi certamente corso da leader 800 - 900 miglia, tra queste tutte le miglia più dure. Un paio di cani giovani mi hanno veramente dato un grosso aiuto. Wilson (al centro), prima di essere lasciato a Circle, ci ha portato da leader su sino a Eagle Summit e insieme a Stump giù sino Circle attraverso un freddo terribile. C’erano meno 60°. Poi un altro giovane cane Reba (a destra) è stato promosso a leader e ha guidato più o meno durante le ultime 400 miglia di gara. Esaminiamo la gara attraverso i diversi checkpoint (punti di controllo). Da Fairbanks a Chena Hot Springs sono 99 miglia e si va da un’altitudine di 440 a 1550 piedi. Sapevamo che quando saremmo arrivati a Chena Hot Springs avremmo messo i cani sul furgone. Durante l’inverno avevo fatto molte sessioni di allenamento di 80-90 miglia sulle colline. Il primo tratto è poco meno di 100 miglia lungo il fiume gelato e tratti pianeggianti tra i boschi. Sapevo che sarebbe stato un tratto abbastanza facile. Dopo aver saputo che, una volta arrivati a Chena, avrebbero avuto un lungo ed efficace riposo mentre in furgone aggiravamo il Rosebud Summit, decisi di percorrere il tratto difilato con piccole soste ogni due ore. Central 77 miglia - altitudine 935 piedi. In realtà il riposo è stato più breve perché abbiamo lasciato Miles 101 il giorno seguente. Si

tratta della salita all’Eagle Summit che dall’altra parte ha una discesa molto ripida, e questo è uno dei motivi per cui molti musher non vogliono correre la Yukon Quest. E’ una discesa molto temuta. Ma vi era neve buona e io avevo ancora un team di 14 cani e l’abbiamo percorsa in costa. Sono sceso sui pattini. Penso di avere avuto la fortuna dei principianti, ma la veterana Michele Phillips che era ultima e aveva pensato che fosse il modo corretto per scendere è arrivata in fondo sul suo fianco e non si è divertita molto. Circle City 74 miglia a 597 piedi Circle ha rappresentato la fine del freddo in cui eravamo immersi sin dalla partenza. La temperatura più alta provata è stata di meno 20°, la più fredda circa meno 60° vicino a Birch Creek. E mentre ci avvicinavamo a Circle la temperatura si era alzata sino a meno 20° ed è stato

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un sollievo. Ho dovuto abbandonare Wilson che accusava un dolore alla spalla e dopo aver fatto 12 miglia ho dovuto ritornare per riportare Hawkeye in un luogo in cui potevo lasciare il cane. Questo mi è costato un buon 12 ore di tempo perché ho dovuto aggiungere un intero ciclo di percorso/riposo. Eagle 159 miglia ad un’altitudine di 880 piedi Tra Circle e Eagle vi è un buon tratto di 150 miglia lungo il fiume Yukon. Il ghiaccio frastagliato là era inimmaginabile. Per i cani è stato terribilmente arduo. E’ questo il checkpoint in cui è stata lasciata la maggior parte dei cani o dove venivano curate alla meglio le ferite in modo da lasciarli poi più avanti sul percorso. Tratti di 25 miglia di ghiaccio frastagliato molto tagliente si alternava a lastroni di ghiaccio liscio. Un ghiaccio così difficile non si era mai visto negli ultimi 25 anni. E’ stato incredibilmente difficile. Queste sono state di gran lunga le miglia più dure della gara e sono stato costretto ad abbandonare Romeo e Lotus che avevano delle ferite agli anteriori. Dawson City 147 miglia a 1050 piedi di altezza Dawson è stato meraviglioso. Là la mia squadra è stata incredibile. Avevano preparato il campo per i cani che li ha fatti sentire quasi in paradiso. Era esattamente quello che sogni di trovare alla tua sosta di 36 ore, quando gli handler possono aiutarti. Io, personalmente, stavo molto male. Avevo la febbre e durante le ultime 100 miglia non avevo fatto altro che vomitare fuori dalla slitta. Stavo malissimo. Per fortuna gli handler sono stati in grado di fermare il vomito, a fare un grande lavoro con il team e metterci in condizione di ripartire. D. Come hai fatto a riprenderti e a tornare in gara? R. Beh, eravamo a metà gara e a quel punto come mi sentivo non aveva molta importanza. Dovevo farcela e non permettere che i cani si rendessero conto che stavo male e continuare

ad avere cura di loro in modo che loro continuassero ad avere cura di me. Pelly Crossing 201 miglia ad un’altitudine di 1558 piedi La salita inizia subito dopo aver lasciato Dawson e naturalmente hai sulla slitta tutto quanto ti serve per le soste durante 200 miglia da percorrere in un territorio selvaggio. Due grosse salite. Percorri in salita circa 25 miglia sino alla cima del King Salomons Dome e quando arrivi là è bellissimo. E’ uno spettacolo meraviglioso! Era una giornata grigia, ma è stato possibile ammirare la splendida vista. La temperatura era aumentata notevolmente e siamo stati costretti a fermarci durante la maggior parte della giornata e aspettare che tornasse una temperatura più bassa. Carmacks Elevation 73 miglia – 1722 piedi Proprio a Carmacks ho avuto una buona sosta… 8 ore. Ho rischiato di saltare Pelly. Il tratto tra Pelly e McCabe è stato il tratto più veloce della mia gara. E questo dopo 700 miglia. Penso che il nostro tempo fosse il secondo o il terzo tempo più veloce di tutta la gara. Tenevamo un passo competitivo con i leader della gara. Era molto gratificante. Mi riposavo di più, veramente, ma i nostri tempi erano a livello con quelli dei famosi Lance Mackey e Ken Anderson. D. Andavi a circa 7,5 miglia all’ora? R. In effetti eravamo ancora più veloci, perché questo tempo tiene conto delle soste per il riposo, le soste per mettere e togliere le scarpine ai cani, per prenderti cura delle piccole ferite che capitano durante il percorso, gli allagamenti. Quindi ti muovi ad una velocità notevolmente superiore rispetto a quella che viene registrata tra un checkpoint e l’altro, specialmente nei tratti più lunghi, quando devi allestire il campo. Braeburn 77 miglia 2326 piedi

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D. Ho sentito che parte del percorso era allagata. E’ stato difficile?

l’attrezzatura che si erano bagnati durante l’attraversamento della zona allagata.

R. Beh, io sono alto 6’ 4” (±190 cm) e quando abbiamo raggiunto la parte allagata l’acqua mi arrivava alla vita. I cani non riuscivano affatto a toccare il fondo. E’ stato molto difficile. Non faceva un freddo terribile, ma quando sei bagnato fradicio sino alla cintola fa piuttosto freddo anche quando sei vicino a 20 gradi.

D. In retrospettiva, qual è stata la parte più difficile della gara?

D. Hai fatto aggirare ai cani la zona allagata come hanno fatto Lance Mackey e Ken Anderson? R. A quanto pare quando sono passati loro il ghiaccio non era completamente rotto. Quando sono arrivato io erano passati molti team e non c’era modo di aggirare la zona allagata. L’abbiamo attraversato senza deviazioni. Whitehorse ARRIVO 100 miglia – 2089 piedi D. Com’è stato attraversare la linea d’arrivo? R. Onestamente posso dire che l’arrivo è arrivato troppo presto. Non ero preparato. Ero pronto a fermarmi e mettere il campo a 5 miglia dalla fine solo per farlo durare un po’ più a lungo. Non ero pronto per l’arrivo. D. Davvero! Verrebbe da pensare che sapere che l’arrivo è vicino avrebbe fatto sembrare l’ultimo tratto il più lungo della gara perché non ce la fai ad aspettare di raggiungere l’arrivo. R. Bene, faceva piuttosto caldo quel giorno e io mi ero fermato per una sosta di 3 ore e mezzo. Non era una sosta lunga in un tratto di 100 miglia. In quella fase della gara solo un team di cani coraggiosi e resistenti può tirare per 100 miglia con soste relativamente brevi. D. In quel momento eri al 10° posto quando un altro musher ti ha superato. R. Esatto! Bill Pinkhan mi ha raggiunto quando ero fermo con i cani. Ero scalzo, vicino al fuoco e stavo asciugando i miei stivali e

R. Non ho difficoltà a dire il fiume Yukon. E’ stato estenuante anche mentalmente per il team. Incontri ghiaccio frastagliato, alternato a lastroni, zone completamente libere con venti che soffiavano impetuosi, dove non riuscivi ad individuare il percorso. Anche se un team è soltanto 5 minuti davanti a te il vento soffiava talmente forte che si perdevano le tracce. Gli indicatori del percorso erano scarsi così che non servivano a rassicurarti mentalmente. Le miglia lungo lo Yukon River sono state davvero dure. D. Hai provato cose quali la mancanza di sonno, congelamenti, allucinazioni? R. Sì, ho ancora alcune dita intorpidite e mi hanno detto che potranno rimanere intorpidite ancora per più o meno sei mesi. Vi racconterò un piccola storia, piuttosto divertente… Sui laghi tra Pelly e Carmacks, no… tra Carmacks e Braeburn sono letteralmente caduto dalla slitta e sono finito a terra, mi sono svegliato quando ho colpito il terreno, ho guardato in su e dieci paia di occhi mi guardavano. L’intero team si era bloccato appena ero caduto e mi stava dicendo “E’ ora di muoversi amico, alzati!” Ero piuttosto impressionato, perché eravamo lungo un lago e avrebbero potuto continuare la corsa. D. Nel momento più buio non hai mai pensato di ritirarti? R. Avevo quasi una psicosi tipo quella traumatica da guerra quando sono arrivato a Circle. Il freddo estremo mi aveva quasi distrutto. Avevo freddo e sapevo che i miei piedi erano congelati. Stavo quasi per ritirarmi. Sapevo che non l’avrei fatto, ma ricordo di essere entrato e aver detto a Sue: “Sono a 30 secondi dal ritiro” e lei ha ribattuto:” No, sei a 30 secondi da un buon sonno”. D. Pensi che la genetica abbia un ruolo importante nella formazione di un buon team di cani da slitta?

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R. Certamente, è da lì che si inizia. Senza di essa è veramente difficile avere un team valido. Puoi fare dei cani ‘iper-performanti’ di gran successo e mi piace pensare che il mio team abbia un gruppo di cani ‘iperperformanti’, ma ad un certo punto sei condizionato dalla genetica. Penso che sia cruciale avere i cani migliori e mettere in riproduzione solo i cani migliori. D. Dal punto di vista della struttura che cosa cerchi nei tuoi cani? R. Cerco un cane un filo lungo, snello che copra bene il terreno, con giusta attitudine. Voglio che i miei cani siano pronti a morire pur di andare. Questo è quello che fanno, questo è quello per cui vivono. Questo non significa che io li faccia sempre correre. Li lascio sciolti e liberi di fare quello che amano fare.

D. A quanto pare hai stabilito un nuovo record per la Yukon Quest? R. Per quanto ne so io, Peter Thomman aveva fatto il tempo migliore nel 1991. Io penso di aver stabilito il tempo più veloce con un team di Siberian Husky con pedigree registrati presso l’American Kennel Club. Li abbiamo caricati su furgone attorno al Rosebud Summit, ma questo in realtà ha reso la nostra gara più lunga, non più corta. D. Qualche progetto di correre ancora la Yukon Quest o di provare l’Iditarod? R. Non posso ancora dire di avere dei progetti. Certamente ne abbiamo parlato e ne stiamo parlando … chissà. E’ un progetto molto costoso ed è già stato difficile per noi realizzarlo una volta. Non so se ci riusciremo un’altra volta.

D. I Siberian Husky che hai scelto per correre la gara sono della tua linea di sangue?

D. Come stanno adesso tutti i membri del team? (Una settimana dopo l’arrivo)

R. Ad essere esatti nella nostra vita abbiamo fatto solo tre cucciolate. Ci sono cani che hanno l’affisso Tsuga, ma è difficile dire che essi siano una precisa linea di sangue, malgrado si cerchi di ottenerla. All’inizio abbiamo preso due cuccioli da George e Ann Cook nel New Hampshire, dove io ho iniziato a lavorare con i Siberian Husky nell’autunno del 1993. Poi abbiamo allevato con questi cani e abbiamo introdotto cani quasi di pura linea Kodiak che rappresenta attualmente il nucleo di questo team.

R. Tutti i 14 membri del team sono fuori a correre e sono tutti ristabiliti e pronti per l’azione. Ci accingiamo a tornare in Alaska per correre alcune gare di breve distanza (Chatanika 200 e Taiga 300) questa primavera, prima di ritornare in aprile nel New Hampshire.

D. Hai mai pensato di correre con Alaskan Husky?

Fa piacere sentirlo! Grazie per l’intervista. Ti siamo grati che tu abbia condiviso con noi la tua incredibile avventura. Per saperne di più su Mike Ellis e conoscere meglio il suo team fate visita a Mike e sua moglie sue nel loro sito web.

R. No. No. Restiamo con i Siberian Husky, perché amiamo i Siberian Husky. Non facciamo esposizioni. Corriamo con i nostri cani e amiamo i nostri cani. Sono i Siberian Husky i cani che amiamo. Non siamo interessati a correre con gli Alaskan Husky. Io ho lavorato in allevamenti di Alaskan Husky e abbiamo moltissimi amici che corrono con gli Alaskan. Ma i Siberian Husky vanno bene per noi e noi andiamo bene per loro.

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Intervista e foto per gentile concessione di Siberian USA e Mike Ellis www.siberiansusa.com www.teamtsuga.com


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Teens Fourteen to Seventeen Accepting Challenges Il 23 e il 24 Febbraio 2008 si è svolta in Alaska la XXXI Jr. Iditarod, che precede la mitica Iditarod Trail Sled Dog Race svoltasi da poco e conquistata dal musher Lance Mackey in 9 giorni, 11 ore, 46 minuti e 48 secondi!!! La junior Iditarod fu creata per le future generazioni di adolescenti dai quattordici ai diciassette anni nel 1975 da Eric Beeman, Rome Gilman, Mark Couch, Susan Wagnon, Clint Mayeur, Carl Clawson e Jesse Reynolds. Loro ebbero il sogno di organizzare una gara competitiva e provvidero all’allenamento per gradi di giovani mushers. Joe Redington Sr., il fondatore della “GREAT RACE”, dopo aver discusso l’idea con queste giovani persone che condividevano la stessa passione , approvò e collaborò alla prima Jr. Iditarod. Questo interessato gruppo di giovani mushers, con l’aiuto dei loro genitori e di altri adulti, lavorarono molto sodo e videro il loro sogno realizzato quando la prima edizione della Jr. Iditarod Trail Race ebbe luogo nel Marzo del 1978. Da allora, la competizione è cresciuta in professionalità ed organizzazione. Solitamente essa inizia nel week-end immediatamente precedente la Iditarod Trail Sled Dog Race e partecipano principalmente giovani mushers da tutta l’Alaska ma anche provenienti da qualche altro stato statunitense . Quest’anno ha finalmente vinto una ragazza alaskana: Jessica Klejka! Cain Carter, un altro dei partecipanti, ha tagliato la linea del traguardo proprio un secondo dopo Jessica. Ella è riuscita a dimostrare la forza delle donne, la determinatezza, la costanza, la passione; è riuscita a perseguire il suo grande obiettivo, dimostrando che la gloria esiste ancora! Jessica Klejka, 17enne, afferma che pratica sled dog da appena adolescente, ma questa è sempre stata una sua passione, l’ amore per i cani, per i paesaggi incontaminati della sua terra “una sfida con se stessa, immersa nella natura selvaggia ma semplicemente incantevole”… Ella frequenta la Bethel Regional High School e i suoi interessi sono la corsa, il campeggio, la lettura e trascorrere il tempo libero con gli amici cari.

Riporto alcune sue testuali parole: “Sono la più grande di sette figli e tutti collaboriamo all’ allenamento dei cani. La scorsa estate, il mio principale lead dog, morì dopo aver partorito tre splendidi cuccioli. Noi fummo capaci di accudirli e adesso essi continueranno lo sled dog con gioia in memoria della mamma. I miei cani amano correre, il desire to run e la luce negli occhi percorrendo le immense distese di neve!”Jessica ha intenzione di finire gli studi e poi dedicarsi ancora allo sled dog. L’edizione 2008 della Jr Iditarod è stata proprio fantastica e come sempre emozionante! Tutti i 21 mushers hanno tagliato regolarmente il traguardo e vissuto una grande esperienza in soli 2 giorni. (Giorgia Fazia - 15anni - RC)

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Come riconoscere un buon allevatore© Chiunque possieda una femmina con pedigree e la faccia accoppiare con un cane a sua volta fornito di pedigree è autorizzato a definirsi “allevatore”, ma questo non ne fa automaticamente un vero allevatore e soprattutto un ‘buon’ allevatore. In Italia esistono due tipi di allevatori, quelli amatoriali e quelli con affisso. L’ “affisso” è il nome proprio dell’allevamento, un nome più o meno esotico riconosciuto dalla Federazione Cinofila Internazionale che l’allevatore metterà prima o dopo il nome proprio di tutti i cuccioli da lui prodotti, una specie di marchio di fabbrica. Per ottenerlo bisogna aver prodotto almeno due cucciolate, aver ottenuto dei risultati in esposizione con le proprie fattrici e aver versato una quota, stabilita dalla FCI. Sono migliori degli altri allevatori? A volte. Anche gli allevatori amatoriali possono usare un loro affisso che ripetono nel nome di tutti i cuccioli, ma questo non è tutelato dalla FCI ed è un piccolo sotterfugio. Anni fa delle ragazze in assoluta buona fede utilizzavano degli affissi americani nei nomi dei loro cani e non pensavano certo di “approfittarne”, era solo un omaggio a cani che amavano in modo particolare. Di seguito troverete alcuni suggerimenti per riconoscere un allevatore di buona qualità. ™ Un allevatore di qualità si specializza in una, massimo due razze, spesso affini. ™ Un allevatore di qualità ha cuccioli da vendere solo di tanto in tanto, non tutti i giorni dell’anno, ed è restio a vendere cuccioli prima delle festività. Gli allevatori più seri, in effetti, non vendono i cuccioli in prossimità delle feste, proprio perché sanno che le persone sono portate a cedere alle insistenze dei propri figli e/o a regalare

cuccioli a persone che non sono affatto pronte a prendersi cura di loro. ™ Un allevatore di qualità permette alle persone di visitare l’allevamento, anche se in quel momento non ha cuccioli da vendere. I canili devono essere puliti, confortevoli; i cani e i cuccioli sono ben socializzati e interagiscono bene sia con voi che tra di loro. Non mostrano né timidezza, né aggressività. ™ Un allevatore di qualità ha un suo programma d’allevamento con l’obbiettivo di produrre cani di ottima qualità e sarà felice di parlarvi dei suoi programmi futuri. ™ Un allevatore di qualità non vende cani a basso costo, salvo rare eccezioni. Un buon cucciolo da casa, cioè non da esposizione, costerà tra i 500 e i 1000 €. Se pensate di esporre il vostro cane dovete aspettarvi di pagare qualche cosa di più. Ricordate che scegliere un cucciolo con obiettivi espositivi è sempre una scommessa. Nessuno, neppure l’allevatore con l’occhio meglio esercitato sulla terra, può predire esattamente quale dei cuccioli ce la farà. A volte un cane venduto come semplice cane da casa diventa uno splendido soggetto, mentre quello che aveva in potenza tutte le qualità per diventare un grande campione si rivela da adulto un cane mediocre! Se veramente il vostro “ego” vuole un campione scordatevi il cucciolo e acquistate un cane che abbia almeno 9 – 12 mesi. In quanto ai cuccioli venduti a prezzo inferiore si tratta quasi sempre di cuccioli nati da genitori perfetti, ma che presentano già alla nascita difetti che ne precludono l’utilizzo in riproduzione: pelo di tessitura sbagliata o di colore non ammesso dallo Standard di razza, code storte o la situazione più frequente e meno simpatica la mancata discesa di uno o entrambi i testicoli. I cuccioli che presentano questo difetto devono presto o tardi subire un intervento chirurgico per eliminare il o i testicoli trattenu-

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ti; gli altri sono cuccioli perfetti se non avete velleità espositive o d’allevamento. ™ Un allevatore di qualità ha una lista d ’attesa per i suoi cuccioli. Sei mesi o più non è un termine così irragionevole per attendere un cucciolo. Utilizzate il tempo di attesa per imparare tutto quello che potete sul vostro futuro cane. ™ Un allevatore di qualità non vende i cuccioli prima che questi abbiano almeno sette settimane di età. Anzi, gli allevatori che fanno esposizioni o partecipano a competizioni di lavoro di qualsiasi tipo (caccia, ubbidienza, sleddog, agility o altro) normalmente tendono a tenere i cuccioli più a lungo perché desiderano valutare le loro potenzialità espositive o da gara. ™ Un allevatore di qualità ha cuccioli sani. I cuccioli sono controllati dal veterinario d’ allevamento e sono vaccinati. Lo stallone (il padre) e la fattrice (la madre) devono essere stati testati per le malattie genetiche. Tra quelle più diffuse vi sono la displasia dell’anca, del gomito e, limitatamente a certe razze, alcune patologie oculari. Chiedete di vedere il certificato originale di esenzione, non accontentatevi della parola dell’allevatore. ™ Un allevatore di qualità partecipa attivamente alle esposizioni o alle diverse competizioni di lavoro e ha coppe o coccarde o quantomeno certificati di partecipazione che lo testimoniano. ™ Un allevatore di qualità non potendo consegnare il pedigree del cucciolo per tempi burocratici che non dipendono da lui fornisce la fotocopia di quelli dei genitori e della denuncia dell’avvenuto accoppiamento inviata all’ENCI. Il pedigree è l’albero genealogico del vostro cucciolo. Vi permette di conoscere i suoi antenati sino alla quinta generazione. Purtroppo in Italia i tempi di consegna sono ancora lunghissimi, ecco perché l’allevatore non è in grado di consegnarvi il pedigree originale del cucciolo.

™ Un allevatore di qualità vi mostrerà i genitori del vostro cucciolo. La mamma deve essere sempre visibile “in persona”. Non allarmatevi se la trovate magra, ma non denutrita, e in condizioni di pelo non perfette. I mutamenti ormonali a volte producono questi effetti. Il padre molto spesso non è presente. Vuoi perché l’allevatore ha utilizzato uno stallone di un altro allevamento o del suo ma venduto; oppure perché la cucciolata è il risultato di un’inseminazione artificiale con seme congelato a volte importato dall’estero. L’allevatore, comunque, deve essere in grado di produrre delle foto dello stallone, la copia del pedigree e di eventuali certificati di esami per l’esclusione di malattie genetiche. 9Un allevatore di qualità vi farà molte domande: sulla composizione della vostra famiglia, il vostro tipo di vita, la vostra casa, le vostre aspettative ecc. Anche se potreste trovare alcune domande indiscrete, un buon allevatore sta solo cercando di verificare che voi siate in grado di offrire al suo cucciolo le migliori possibilità di vita. ™ Un allevatore di qualità avrà un contratto di compravendita da farvi firmare. Leggetelo molto attentamente. Nell’eccitazione del momento vi sembrerà indiscreto o superfluo, ma state molto attenti. Alcuni allevatori inseriscono delle clausole che in futuro potreste non desiderare rispettare. La più frequente è quella di riservarsi una o più cucciolate se il cucciolo è una femmina, una o più monte se si tratta di un maschio. Al momento potreste prendere il tutto come segno che il cucciolo che vi accingete ad acquistare è veramente eccezionale, ma è un abuso vero e proprio se non vi viene menzionato in modo particolare e con chiarezza. Altre volte l’allevatore si riserva il diritto di tenere il cucciolo intestato a se stesso e si limita a darvi una copia del pedigree del vostro cane. Non accettate! Anche l’imposizione della castrazione o della sterilizzazione con il pretesto di voler essere sicuro che solo il meglio del suo allevamento entri in riproduzione è un abuso a meno che il cane non vi venga ceduto ad un prezzo simbolico.

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Il contratto di compravendita deve anche indicare un determinato numero di giorni a vostra disposizione (due o tre di solito) per far controllare il cucciolo da un vostro veterinario di fiducia. L’allevatore deve garantirvi la sostituzione del cucciolo trovato “non sano” o la restituzione dei soldi. Preoccupatevi di far controllare immediatamente il vostro cucciolo. Vi eviterà futuri dispiaceri. ™ Un allevatore di qualità accetta in qualsiasi momento di ritirare un cucciolo se non risponde alle attese, se i nuovi proprietari non riescono a gestirlo. Spesso per tutta la durata della vita del cane! Discutete questi particolari anticipatamente e non aspettatevi un rimborso! A volte l’allevatore si riserva un diritto di prelazione nel caso il proprietario decidesse di cedere il cane. ™ La maggior parte degli allevatori di qualità alleva i cuccioli in casa. Sebbene la maggior parte degli allevatori abbia diversi cani e ovviamente li tenga in un canile o comunque abbia dei box, i più attenti allevano i loro cuccioli in casa, spesso in cucina, per garantire loro la massima socializzazione e la massima attenzione possibile. Non è detto che i cuccioli allevati in canile siano da scartare, ma rischiate di avere un cane non sufficientemente socializzato con gli esseri umani. Se desiderate un buon cane da casa, orientatevi su un cucciolo allevato in casa, oppure cercate di ritirare il cucciolo attorno al 49° giorno, come si consiglia ultimamente. ™ Un allevatore di qualità sa che nel momento della scelta o del ritiro del cucciolo non siete in grado di assimilare tutte le informazioni che vi dà, perciò avrà pronto un piccolo opuscolo o, al limite, un foglio che riporta tutte le informazioni più importanti. ™ Un allevatore di qualità mantiene i contatti anche dopo che il cucciolo è diventato di vostra proprietà. Spesso è orgoglioso di mostrarvi le foto dei cani venduti, che proprietari felici gli inviano regolarmente. Questo è un ottimo segno: significa che l’allevatore mantiene buoni rapporti con coloro che hanno acquistato ca-

ni da lui e che si preoccupa dei suoi cani anche dopo la vendita. Esistono persone che hanno avuto nel tempo più cani presi sempre dallo stesso allevatore. ™ Un allevatore di qualità è restio a spedire i cuccioli a persone che non ha mai visto e che non hanno visto il cane di persona. Alcune persone hanno avuto fortuna pur acquistando da un allevatore lontano, ma se il cane non è destinato a cose particolari (esposizioni, gare, ecc.) è preferibile vedere il cucciolo, sentire scattare quel “click” che vi fa dire “Questo è il mio cane!”. Cucciolate di privati Definiamo in questo modo la cucciolata prodotta da una persona che avendo una femmina degna di essere messa in riproduzione decide di fare una cucciolata e poi, ovviamente, cerca di vendere i cuccioli. Spesso gli amici e i conoscenti che avevano mostrato interesse per un futuro cucciolo si defilano e quindi un compratore è certamente il benvenuto. Per acquistare un buon cane di casa è una situazione ideale. I cuccioli di solito sono ben socializzati, ben curati e a volte già viziati, ovviamente stiamo parlando di privati che amano i propri cani. Non aspettatevi, però, le conoscenze e la disponibilità a seguire e/o riprendere il cucciolo, proprie di un allevatore professionista; in compenso il costo del cucciolo sarà decisamente inferiore. Assicuratevi, se volete un cane con pedigree, che sia stata fatta regolare denuncia di monta e di nascita presso l’ENCI. Fatevi mostrare la copia del documento, non accontentatevi di assicurazioni verbali. Rimane difficile localizzare cucciolate di questo tipo, perché l’impegno di allevare una cucciolata è tale che poche persone se la sentono di affrontarlo. Spesso, la disperazione che subentra quando ci si trova con 5 o 6 cuccioli di 3/4 mesi, che corrono per la casa lasciando pipì e popò ovunque, costringe queste persone a cederli ai negozi di animali. ©Tratto dal libro Il cucciolo, manuale di sopravvivenza di Adele Oldani

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L’HANDLER

Cenni storici e morfologici sul Siberian Husky

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a tempi immemorabili il Siberian Husky come numerose altre razze nordiche, tra 64 e 72°di latitudine nella regione boreale che comprende la Siberia, l'Alaska, la Groenlandia e la Lapponia, rendono inestimabili servigi all'uomo; indispensabili alla sua stessa esistenza, ancora oggi in talune zone ove non sempre è possibile servirsi di mezzi meccanici (motoslitte) conducono l'uomo nelle zone più impervie trainando slitte con carichi leggeri. Per la loro bellezza estetica e per il buon carattere sono ricercati come cani da compagnia, spesso usati per competizioni sportive frequentatissime dal pubblico in particolar modo negli Stati Uniti. Il Siberian Husky è molto diffuso anche in Italia ove abbiamo soggetti di notevole valore e bellezza nonché ottimi allevamenti. Il Siberian Husky specialista nei traini veloci, tenuto (tranne nelle località originarie) come cane da compagnia. E' più svelto e leggero dell'Alaskan Malamute nonché libero e grazioso nel movimento. Le proporzioni e la forma del suo corpo riflettono il basilare equilibrio di Forza-VelocitàResistenza. Come tutti gli altri cani del Grande Nord possiede orecchie erette, muso che va gradatamente restringendosi dalle arcate zigomatiche agli occhi e dagli occhi al tartufo. La coda è normalmente portata sul dorso in una graziosa curva quando il cane è in attenzione. E' di temperamento socievole e gentile ma anche attento ed esuberante. Il manto è doppio e di media lunghezza determinando una folta pelliccia e tuttavia mai cosi lungo da alterare la linea nitida del cane. Tutti i colori dal bianco al nero sono ammessi, una varietà di disegni e maschere sulla testa è comune, inclusi taluni esempi molto appariscenti e non facili a trovare in altre razze.

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rima di spiegare chi è il Professional Handler è meglio definire cosa significa la parola "Handler". "Handler" è chiunque porti in un ring di una esposizione cinofila di bellezza un cane iscritto a catalogo sia di sua proprietà o appartenente ad un'altra persona; Handler deriva infatti dall'inglese "accompagnatore" e si tratta di quella persona che entra nel ring allo scopo di accompagnare il cane e di esaltarne le migliori qualità nascondendo il più possibile eventuali difetti. Il "Professional Handler" è colui (o colei) che fa di questo una professione e viene pagato per condurre il cane di un'altra persona nel ring. Nella maggior parte dei casi il Professional Handler - che abbrevieremo in PH - usa vestirsi in modo elegante: giacca e cravatta lui, abito elegante lei; ha esperienze di ring con cani di varie razze e alle volte anche esperienze di allevamento. I PH sono spesso anche bravi toelettatori (groomers) e, dove è necessario, si occupano anche della toelettatura del cane prima dell'entrata nel ring. I migliori PH prendono con se il cane da presentare svariati giorni prima dell'esposizione per conoscere e farsi conoscere dal cane, capire le sue basi e prestargli un insegnamento che sarà poi indispensabile per una corretta presenza nel ring, perché la sintonia tra handler e cane è una cosa molto importante e non si può improvvisare al momento dell'esposizione. Il bravo PH avrà infine l'assoluto rispetto per il cane senza alcun segno di violenza e saprà accudirlo nei brevi momenti che dividerà con lui con il massimo riguardo.

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Cristiana Ferraioli (Castellammare di Stabia)


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Cari soci, amici cinofili, allevatori e privati, mi ritrovo qui a scrivervi un po’ per sfogo, un po’ per allarmismo, ma forse, e soprattutto, per condividere una “realtà” che tutti conoscono ma di cui pochi parlano. Qualche giorno fa un conoscente mi ha comunicato l’intenzione di mettere un annuncio su internet per far riprodurre il suo cane nordico di 10 mesi senza alcuna cognizione di causa, senza nessun criterio. Avendolo pagato molto, essendo figlio di campioni e provenendo da uno dei, a quanto si dice, più rinomati allevamenti in Italia per quella razza pensa che il suo cane non abbia bisogno di controlli, non abbia bisogno di partecipare quanto meno a qualche esposizione per avere giudizi di persone esperte della razza (anche se per ogni razza sono ormai pochi i giudici davvero conoscitori a quel che ho visto sin ora), pensa, erroneamente, che il suo cane non abbia bisogno di visite per eventuali malattie ereditarie.. essendo figlio di campioni è convinto che sia esente da tutto questo, e vuole farlo accoppiare così, mettendo un annuncio su internet senza nessun criterio, facendolo accoppiare con la prima cagna della stessa razza che trova solo per guadagnarci qualche soldo e soprattutto per vanità. E’ allarmante se nonché davvero triste pensare che ci siano persone che possano ragionare così. Persone bravissime per carità ma estremamente ignoranti in ambito cinofilo e a cui venga data la possibilità di mettere al mondo creature, cuccioli, frutto esclusivamente di casualità, ed è ancora più triste che ci siano proprietari di femmine che accettino di fare un accoppiamento con tali presupposti. Questo episodio mi ha fatto riflettere e capire che forse bisognerebbe fare qualcosa! Io ho un Siberian da 5 anni, ma solo da uno mi sono avvicinata davvero al mondo della cinofilia. Come tante persone in giro per il mondo 5 anni fa da perfetta ignorante in materia ho acquistato la mia Siberian da un privato, mi ero documentata sul carattere della razza, quindi la

mia scelta era consapevole, ma ero del tutto ignorante in materia di malattie ereditarie e dei concetti basilari della cinofilia. Nonostante questo ho avuto la fortuna di trovare persone oneste, che amavano i loro cani e che avevano messo al mondo dei cuccioli con consapevolezza di ciò che facevano. Oggi mi ritrovo con una splendida Siberian, abbiamo fatto esposizioni in Italia e all’estero con ottimi risultati e questo dimostra che sia a livello fisico che caratteriale io sia stata davvero fortunata nella mia incoscienza, trovando un cane da privati ma che ha tutte le carte in regola. Ovvio, i suoi difetti li ha anche lei e anzi, ne ha più di tanti altri ma nel complesso è un’ottima cagna sia a livello strutturale che caratteriale. Quanti possono dire lo stesso? Quante persone sento, che prendono cantonate, cani malati, cani con problemi caratteriali, troppo aggressivi o troppo timidi, cani non in standard, Siberian che non dimostrano attitudine al traino? Ne sto sentendo, con mio sommo dispiacere, davvero tanti di questi episodi. Oggi un privato 8 volte su 10 viene denigrato da allevatori e presunti cinofili, si sconsiglia ovunque a futuri proprietari di cani di prenderli da privati.. e questo per quale motivo?? Ne ho sentite dire di ogni, ma la frase che con mio sommo dispiacere ho trovato più veritiera è stata: “un privato accoppia così..basta che abbiano un pedigree!”. Nulla di più vero purtroppo!! Quando ho iniziato ad addentrarmi nel mondo cinofilo combattevo contro queste persone che denigravano i privati, perché pensavo che fosse solo per tornaconto personale, perché i cosiddetti privati facevano concorrenza. Oggi non la penso del tutto allo stesso modo, ci sono persone, i cosiddetti “cagnari” che specu-

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lano su cani di razza, facendo cucciolate senza alcun giudizio o criterio di selezione e sfinendo le proprie cagne solo per guadagnare, ma ci sono anche privati, come me e come tanti altri, che fanno le cose con la testa, che studiano per mesi, anni i vari pedigree, che fanno tutti gli accertamenti del caso ai cani prima di mettere in preventivo un’eventuale accoppiamento, persone responsabili che non fanno accoppiare il proprio cane con uno qualsiasi, ma con un cane frutto di un’accurata “selezione”, che lo fanno perché sono convinti che questo accoppiamento apporterà dei vantaggi alla razza in quel preciso momento, e non solo perché vogliono un pargolo del loro amato quando un domani non ci sarà più o perché vogliono racimolare qualche soldo (anche se pochi forse sanno che se si fanno le cose per bene è più probabile la perdita che il guadagno) . A mio avviso queste persone, i cosiddetti “privati” non sono da meno di allevatori con tanto di affisso (non me ne vogliano gli allevatori ovviamente, parlo di poche, pochissime persone). E’ vero, di queste persone in giro ce ne sono poche, ma vi siete mai chiesti il perché? La risposta più ovvia sembrerebbe “perché l’uomo pensa solo al guadagno”…no, o almeno non solo; la risposta a mio avviso è L’IGNORANZA delle persone, ignoranza intesa come ignoranza in campo cinofilo. Non c’è nessun tipo di pubblicità, manifesto.. nulla che dica ad una persona, ad un possessore di cani di razza quali sono le basi per una corretta riproduzione e che NON TUTTI I CANI anche se con pedigree possono essere ammessi a tale. Oggi, a quel che so, se si vuol fare una cucciolata e poi avere il pedigree per i cuccioli basta mandare due modelli, il modello “A” entro 25 giorni dalla nascita dei cuccioli e il modello “B” entro 90 mettendo i dati dei due genitori ed i pedigree... ed ecco arrivare i pedigree per i cuccioli; nessun controllo, non è richiesto nessun documento che attesti che i genitori siano ad esempio esenti da malattie ereditarie.. nulla..il nulla totale. E a questo punto ci meravigliamo che ci siano privati incoscienti che mettono al mondo cani

di razza frutto di accoppiamenti casuali? L’ENCI dovrebbe fare qualcosa, mettere delle regole per la riproduzione, dei paletti, REGOLARIZZARE dovrebbe essere la parola chiave, … come vi chiederete … non so, richiedendo obbligatoriamente i certificati che attestano l’esenzione da malattie ereditarie ad esempio; una lastra per la displasia costa intorno ai 150€ più un 40€ circa per fartela spedire a casa, una visita per le oculopatie costa dai 30 ai 60€.è deducibile quindi che un privato, obbligato a presentare tali moduli prima di fare un accoppiamento alla cieca, ci pensi almeno due volte. Non pensate? Oppure si potrebbe inserire la necessità di ottenere determinati titoli o traguardi all’interno di esposizioni o gare di sleddog o quant’altro, si avrebbero così solo determinati soggetti che possano davvero apportare migliorie o conservare determinate caratteristiche della razza (ovvio che poi le bustarelle, la corruzione e la falsità ci sono ovunque ..)...così facendo però si avrebbe anche un incremento delle partecipazioni ad esposizioni e allo sport di questo nostro fantastico amico a 4 zampe, il che non mi sembra poco non pensate? Non sarebbe nell’interesse della razza ammettere alla riproduzione solo elementi selezionati? Solo soggetti che corrispondano a determinate caratteristiche o comunque trovare una regolamentazione per le cucciolate? Credo che molti la pensino come me ma.. in questo mondo in cui tutti andiamo di fretta, dove regna la politica, il danaro e il proprio tornaconto personale ognuno pensa solo per sé e nel suo piccolo dica.. “si è vero si dovrebbe fare qualcosa ma io piccola persona cosa posso fare da solo? no allora lascio perdere”. Si dovrebbe invece far qualcosa, perché ogni privato coscienzioso (e cercate di capire tra le righe) abbia, non dico la stessa “autorità” di un allevatore ma che sia trattato “decentemente”, perché non tutti, pur volendo, possono aprire un allevamento, non tutti hanno la disponibilità economica per avere un appezzamento, non tutti hanno il tempo per gestire 10, 15, 20 cani e inoltre ricordiamoci che “affisso” non sempre è sinonimo di ottima riproduzione.. purtroppo

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se non si lavora non si guadagna e se non si guadagna non si porta avanti la famiglia e non tutti possono permettersi di aprire un allevamento, prendere un affisso e tutto ciò che ne consegue… e per questo motivo una persona coscienziosa deve essere penalizzata? Deve sentirsi dire “tu sei un privato” oppure deve sentire persone che parlano dei privati come persone da cui scappare? Io dico di NO, io stessa, come privata mi sento offesa e questa situazione non mi va bene, non mi va bene non solo per me stessa ma per la razza a cui tanto tengo, e perché purtroppo nel mondo c’è davvero molta ignoranza per la cinofilia. Fanno campagne per tutto al giorno d’oggi, campagne per non correre in auto, campagne per non abbandonare i cani, per non bere e smettere di fumare; vediamo tutti i giorni cartelloni di pubblicità assurde ma.. nessuno spende un cartellone, uno spot pubblicitario, un ritaglio su un giornale, nessuno organizza un’iniziativa per sensibilizzare, per informare i cittadini, per fargli apprendere una cultura cinofila fondamentale per la conservazione di una determinata, di tutte, le razze canine esistenti.. perchè mi chiedo? Perché il fenomeno dei “privati ignoranti” non viene considerato e non vengono presi provvedimenti? Ci importa davvero così poco della conservazione della nostra razza? ed ancora peggio importa davvero così poco all’ENCI? Un Ente che dovrebbe tutelare le razze e che invece permette riproduzioni di cani senza alcun controllo? Ripeto, che nessuno me ne voglia per queste quattro righe (che poi non sono proprio quattro ma chi mi conosce sa che mi sono limitata..eheh). Ho scritto la presente dal basso della mia poca esperienza sin ora, ma le mie parole sono dettate esclusivamente da quello che ho visto e sentito sin ora nel mondo cinofilo.. non c’è nessuna supposizione in quello che dico e nessuna presunzione, mi sono solo limitata a dire come la penso, ad esporre a tutti voi quello che ho potuto appurare sin ora.. e se qualcuno non fosse d’accordo con qualcuna delle cose che ho

detto sono tranquillamente aperta e disponibile ad un confronto, purché costruttivo e nel rispetto di quello che ognuno di noi pensa, perché ognuno, in base alle proprie esperienze ovviamente ha pareri e opinioni diversi da altri ed è sempre un piacere confrontarsi. Che altro dire.. mi fermo qui altrimenti riempirei tutte le pagine del giornalino ☺ Una buona giornata a tutti!! Adriana Iucolano

Leggo con piacere, condividendo molto quanto scritto da Adriana, che cita più volte nella sua lettera la parola IGNORANZA… e come darle torto? Infatti tutti sappiamo che il significato più spicciolo di tale vocabolo è “non essere a conoscenza” e i privati spesso, purtroppo rispetto agli allevatori sono ignoranti (vi prego non voglio offendere nessuno)… cioè non sono a conoscenza di molte cose circa il cane di razza. Ma se il privato non ha tante informazioni in merito, purtroppo la colpa non è tutta sua! Infatti se un privato compra un cane da un allevatore e questo allevatore gli riempie la testa di chiacchiere, ovviamente anche veritiere e certificate, nel senso che, i suoi cani sono tutti testati, sono campioni, va di qua va di là, etc etc, fa sì che si instauri nel privato una tale sicurezza e una pienezza di se, da convincersi che il suo cane è perfetto e che non ha bisogno di niente. Ma la colpa cari miei in gran parte è dell’allevatore! Perché deve essere l’allevatore in primis a dare un minimo di “cultura cinofila” al privato che si avvicina al cane di razza per la prima volta! Ad una mia amica l’anno scorso è capitato di contattare una privata che aveva fatto coprire la sua femmina di Siberian Husky senza pedigree con un maschio preso in un noto allevamento italiano, e questa persona aveva menzionato nell’annuncio su internet che i cuccioli erano figli di campione, sani, etc etc, e la mia amica ha fatto ricerche facendosi dare il nome del padre dei cuccioli da questa privata, e ahimè il cane aveva semplicemente partecipato a qualche nazionale o regionale!

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La mia amica esterrefatta ha cercato di dare chiarimenti a questa privata, spiegandole che il papà dei suoi cuccioli non era affatto campione, che non doveva far coprire la sua cagna senza pedigree per il bene della razza, ed altro… ma lei si è sentita profondamente offesa! Rispose infatti che aveva già delle prenotazioni per i suoi cuccioli ed il suo maschio era campione perché riportato sul libretto delle qualifiche! Ma ci rendiamo conto?!?! Purtroppo non solo questo è stato un caso in cui si doveva colpevolizzare l’allevatore del maschio ma soprattutto colpevolizzare una privata che non era disposta ad apprendere ed ha continuato ad insistere sulla sua linea di convinzione! Letteralmente ASSURDO!!!! Quando qualcuno mi chiede un cucciolo, soprattutto un privato, gli faccio mille domande, a costo di diventare paranoica ed irritante, per sapere innanzitutto come e dove andranno a vivere i miei cani, poi invio a queste persone materiale informativo sulla razza e soprattutto li informo dell’importanza della selezione del cane di razza, dei pedigree, delle malattie ereditarie, dello sport e delle esposizioni… insomma cerco di dare loro un seme da poter seminare e cercare di coltivare al meglio… questo seme è un minimo di conoscenza cinofila! Inoltre ogni mio cane viene venduto con una scrittura privata, che possa servire o non questo lo lasciamo dire agli avvocati (in passato con me ha funzionato) in cui si sottolinea che innanzitutto il cane deve vivere nelle condizioni che gli spettano e soprattutto che un maschio non deve essere accoppiato prima dei 12 mesi di vita e la femmina non prima dei 24 mesi di vita e comunque non prima del terzo calore! E ovviamente solo dopo che abbiano fatto lastrare i cani per la displasia e testarli per gli occhi! Addirittura prima di accoppiare una mia femmina ho provveduto io a far testare il maschio non di mia proprietà! Perché chi si ritiene allevatore coscienzioso e amante della razza fa anche queste cose a sue spese, facendo sacrifici! Purtroppo molti privati rifiutano di spendere ulteriori soldi per il loro cane e questo non è assolutamente giusto!

Quindi ripeto la colpa è degli allevatori prima di tutto, dell’ENCI che non fa opportuni controlli e che non rende obbligatori gli esami ufficiali per oculopatie e displasia e ancora di più del privato che fa orecchie da mercante! Se si denigrano i privati, in parte è anche per colpa loro, perché molti cercano di risparmiare comprando cani a poco prezzo, magari anche da allevatori poco seri (e come si dice a Napoli: “il risparmio non è mai guadagno”), fanno cucciolate o per il semplice gusto di vedere un discendente del proprio cane o per recuperare qualche soldo speso per i loro soggetti, ma ovviamente ci sono anche privati che invece fanno le cose per bene,… ma sono davvero pochi. Basti pensare che ci sono anche diversi allevatori riconosciuti o amatoriali che si definiscono seri amanti ed appassionati della razza che pur di risparmiare soldi, comprano soggetti di scarsa qualità a basso prezzo, (comprano i cosiddetti “scarti” d’allevamento… lo so è una brutta parola e mi spiace considerare un cane uno scarto… ma il mio è solo un esempio esplicativo), li accoppiano con altri cani e spesso e volentieri i loro cani non sono neanche testati o affermano di aver testato i loro cani in via non ufficiale… tutto questo è veramente troppo ridicolo! Quindi un privato che prende un cane da tali persone che colpa può avere?!?! E tanto meno un privato che prende un cane da un privato che ha acquistato il suo cane dal precedente allevatore?!?! E così, come potete vedere, si innesca tutta una serie di reazioni a catena negative purtroppo per la razza a cui si può sfuggire solo allevando con coscienza (anche nel nostro piccolo), sperando nel buon senso dei privati e soprattutto nella loro volontà a voler imparare, ma dobbiamo essere tutti noi a contribuire ad ampliare la conoscenza delle persone meno informate, però purtroppo poi ci sono anche persone tra privati ed allevatori che se ne fregano e se ne fregheranno sempre altamente e ciò che si può fare è solo screditarli, denunciarli (per quanto si possa fare), per evitare che continuino a fare del male alla nostra amatissima razza, il SIBERIAN HUSKY! Rosa Galluccio

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Dati ricavati dal “genealogico online” dell’ENCI – aggiornato al 30 maggio 2008 Quasi sicuramente mancherà qualche cucciolata di “privato” ma purtroppo la Società Specializzata Riconosciuta CIRN/Seshi non ci fornisce il “dettaglio” delle iscrizioni al R.O.I. - dettaglio che regolarmente ogni anno noi chiediamo (come da procedura ENCI) senza avere nemmeno risposta. E’ pur vero che questi dati sono pubblici e disponibili a tutti sul “genealogico online” ma non in forma “disaggregata” : basti considerare che, per es. nell’anno 2006 in questione l’ENCI ha registrato qualcosa come 119.813 soggetti, trovare i 301 della nostra razza è impresa “Titanica” ed praticamente impossibile; noi ci abbiamo provato ugualmente e questo è il risultato: si tratta di dati molto significativi, che potranno essere “rivisti”, purtroppo, solo in senso peggiorativo se mai un domani la Società Specializzata CIRN/Seshi ritenesse opportuno esaminare e valutare i dati completi che, ripetiamo, solo lei può avere dall’ENCI. Noi non facciamo commenti, ognuno tragga le proprie considerazioni.

Cucciolate prodotte n.59 (su stima circa n.70) n.35

allevamenti con affisso riconosciuto

n.17

allevamenti “amatoriali” (cioè non riconosciuti ENCI ma che riproducono con una certa regolarità/continuità)

n. 7

“privato” (prima esperienza, massimo seconda cucciolata).

Soggetti utilizzati n.101 n.27

“testati” cioè con certificazione esenzione displasia (26,73%)

n.74

“non testati”, fra cui anche soggetti titolati e di allevamento con affisso.

Nelle pagine seguenti riportiamo il dettaglio della nostra ricerca, suddiviso fra stalloni e fattrici in ordine di nascita della cucciolata di cui si espone, nella seconda colonna, anche la composizione (n.maschi+n.femmine).

Aspiranti Soci Dall’art. 5 dello Statuto Sociale. ................. I nominativi di coloro che hanno richiesto di divenire Soci verranno pubblicati sul bollettino dell’ Associazione sotto la dizione “Aspiranti Soci”. Se entro due mesi dalla pubblicazione nessun socio esprime parere sfavorevole con lettera raccomandata inviata al Presidente le persone, il cui nominativo é stato pubblicato, diventeranno automaticamente Soci effettivi. Qualora dovesse pervenire al Presidente parere negativo riguardo l’accettazione di un socio, la decisione definitiva spetterà al Consiglio che, in caso di mancata accettazione della stessa, non é tenuto ad indicare i motivi della propria decisione. Canini Donatella, Donegatti Alessandro, Geraci Massimo, Martelli Veronica, Mignani Massimo, Mongelli Giorgio, Noldin Romina, Prosperini Roberta, Quagliata Maurizio, Recchia Guido, Scotognella Giuseppe

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ANNO 2006 – SOGGETTI MESSI IN RIPRODUZIONE dati ENCI “genealogico online” aggiornato al 30/5/2008

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NOME STALLONE

12/01/2006 22/01/2006 29/01/2006 18/02/2006 25/02/2006 26/02/2006 03/03/2006 11/03/2006 14/03/2006 14/03/2006 23/03/2006 30/03/2006 31/03/2006 08/04/2006 11/04/2006 18/04/2006 19/04/2006 22/04/2006 27/04/2006 29/04/2006 01/05/2006 11/05/2006 11/05/2006 18/05/2006 31/05/2006 02/06/2006 14/06/2006 14/06/2006 23/06/2006 28/06/2006 28/06/2006 02/07/2006 28/07/2006 10/08/2006 17/08/2006 19/08/2006 21/08/2006 30/08/2006 08/09/2006 19/09/2006 22/09/2006 24/09/2006 30/09/2006 06/10/2006 08/10/2006 09/10/2006 18/10/2006 28/10/2006 02/11/2006 08/11/2006 10/11/2006 21/11/2006 21/11/2006 01/12/2006 04/12/2006 06/12/2006 10/12/2006 23/12/2006 30/12/2006

(4m+2f) (3m+4f) (1f.) (1f.) (3f.) (1m+1f ) (3m+1f) (2m.) (2m+1f) (3m+2f) (1m+1f) (1m.) (2m+1f) (2m+1f) (2m+1f) (3m+1f) (1m+3f) (5m+1f) (2m+3f) (1m+5f) (2m+3f) (1m.) (2m+3f) (3m+1f) (1m+1f) (3m+1f) (3m+2f) (2f ) (1m+2f.) (1m+4f ) (1m+1f) (3m+2f) (1m+3f) (2m.) (1m+3f) (1m+3f) (2m+4f) (3m+2f) (1m+1f) (4m+1f) (1f.) (2m+3f) (1m+4f) (3m+1f) (4m+1f) (1m+1f) (3m+3f) (5m) (1m+2f.) (4m+3f) (3m+2f) (3f. ) ( 2m. ) (2m+2f) (4m+1f) (3m+3f) (1m.) (4m+3f) (5m+2f)

GAS DONALD della Farha ALLEGRO of Wolf Point Ch.It.Int. Highlander's DOUBLE DOWN Ch.It. Cry Out LOSEONETIME HEARTBREAKER della Vanisella Ch.It.Int. THENEWCASTLENEWMILLENIUM Ch.It.Int. ADESERTSSTORM della Farha Ch.It. FIREWORK della Farha IRON TAIUK Velikayas CHILIPEPPER RUDI UYAK di Casa Rimoldi DOK ADESERTSSTORM della Farha Ch.It. UYAK di Casa Rimoldi WITY Kaila's SILVERBEAR of Zausel Ch.It.Int.Rip. Kaila's SILVERBEAR of Zausel Ch.It.Int.Rip. SCHOMBERG BURT SIMPSON della Contea Normanna Ch.It.Int. GUSS Cry Out EMINEM Ch.It.Int.Rip. WHENTHELEADERWASANDY JOPLINJUNIOR DONALD della Farha NEVERSAYNEVER della Vanisella Ch.It.Int. Sagebrush's NONAME Ch.Rip. STREAK Torquemada' S THE OSLO'S SHADE Ch.it.Int. ALLSPICE della Farha WITY WITY VARENNE della Contea Normanna Willo's TO ELE WITH LOVE Cry Out LOSEONETIME ALWAYSFREE Cry Out EMINEM Ch.It.Int.Rip. Ankalyn MUMSLASTONE Utopialand U ARE THE TOP ALLEGRO of Wolf Point Ch.It.Int. KEY ACCIAIO GIONDALAR del Keral'ghin Keral'ghin's TIMBERWOLF Nanook's REPEAT PERFORMANCE Can.Ch. Conti Esploratori DANNYBOY TRIUMPHANTVICTORYATEXENWOLF Ch.It.Rip. TWIST N' SHOUT della Vanisella Abdiscovery IT SOUNDS LIKE A GOOD IDEA Oumiak's A WONDER AHOY TRISTAN Ch.It.Int. TRIUMPHANTVICTORYATEXENWOLF Ch.It.Rip. TWIST N' SHOUT della Vanisella Kaila's SILVERBEAR of Zausel Ch.It.Int.Rip. Cry Out EMINEM Ch.It.Int.Rip. UYAK di Casa Rimoldi Algusk COSMICTOPSECRET

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PROPRIETARIO All.to amatoriale All.to Ohcumgache All.to amatoriale All.to della Contea Normanna All.to Cry Out All.to della Vanisella All.to amatoriale All.to della Farha All.to amatoriale All.to amatoriale All.to amatoriale All.to Velikayas All.to amatoriale All.to di Casa Rimoldi All.to amatoriale All.to della Farha All.to di Casa Rimoldi All.to amatoriale All.to Winalmik's All.to Winalmik's Privato All.to amatoriale Privato All.to della Farha All.to amatoriale All.to amatoriale All.to Ohcumgache All.to della Vanisella All.to della Farha All.to amatoriale All.to Torquemada All.to di Casa Zollo All.De Martin Germano All.De Martin Germano Privato Privato All.to Cry Out All.to Windshot All.to della Farha All.to Ankalyn All.to Cry Out All.to amatoriale All.to amatoriale All.to Conti Esploratori All.to Keralghin All.to Keralghin All.to amatoriale All.to Conti Esploratori All.to amatoriale All.to della Vanisella All.to della Vanisella All.to amatoriale All.to dell'Isola del Vento All.to amatoriale All.to della Vanisella All.to Winalmik's All.to della Farha All.to di Casa Rimoldi All.to Algusk

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ANNO 2006 – SOGGETTI MESSI IN RIPRODUZIONE dati ENCI “genealogico online” aggiornato al 30/5/2008

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CUCCIOLI

NOME FATTRICE

12/01/2006 22/01/2006 29/01/2006 18/02/2006 25/02/2006 26/02/2006 03/03/2006 11/03/2006 14/03/2006 14/03/2006 23/03/2006 30/03/2006 31/03/2006 08/04/2006 11/04/2006 18/04/2006 19/04/2006 22/04/2006 27/04/2006 29/04/2006 01/05/2006 11/05/2006 11/05/2006 18/05/2006 31/05/2006 02/06/2006 14/06/2006 14/06/2006 23/06/2006 28/06/2006 28/06/2006 02/07/2006 28/07/2006 10/08/2006 17/08/2006 19/08/2006 21/08/2006 30/08/2006 08/09/2006 19/09/2006 22/09/2006 24/09/2006 30/09/2006 06/10/2006 08/10/2006 09/10/2006 18/10/2006 28/10/2006 02/11/2006 08/11/2006 10/11/2006 21/11/2006 21/11/2006 01/12/2006 04/12/2006 06/12/2006 10/12/2006 23/12/2006 30/12/2006

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NEIGE Ohcumgache JAIMELESNUAGES MERRYGOROUND del Marginone RITAGLOBETROTTER Ch.It. YO-HEAVE-HO della Farha Ch.Rip. SMARTREMARK della Vanisella Ch.It.Int. FIRSTSUNSHINE Ch.Int. ILIKEYOU della Farha BRINA Shaktoolik's I'TEMPERANCE BRYNA Cry Out NOTHINGTOLOSE STELLA NEVADA di Casa Rimoldi LUCREZIA KNICKKNACK della Farha AKI di Casa Rimoldi FOXY Winalmik's CORAL SEA AT TORQUEMADA Ch.Int. NAKEGAROSIBERIA RAISSA FATALBEAUTY della Contea Normanna Ch.It. IGLOO Bluemoonankalyn Ch.Int. Wakan'tanka ALONEONYUKONTRAIL PRETTY Ohcumgache TEQUILABUMBUM XTREMELY HOT della Vanisella Winalmik's SHE'SO LOVELY Ch.Int. SOMETHINGTOREMEMBER Rockland's LIL DARLIN USA Ch. LADY BROW FOXI Chrisdon's NEVERENDING STORY Ankalyn THEBLACKHORSE NADA ES EMPOSSIBLE della Farha Winalmik's ACQUA MARINA YO-HEAVE-HO della Farha Ch.Rip KICKSHAW della Farha REMEMBER-ME of Doghouse Farm Ch.Int. BRING TO TOP of Wolf Point LUCREZIA BODYOFEVIDENCE Keral'ghin's ITSTIMEFORTHECONTENDER Keral'ghin's HERMIONE GRIFONDORO ORIONE di Likidado Conti Esploratori FLORENCE FAMEFORTUNE ALLATONCE della Vanisella Ch.It.Int. BABYONEMORETIME Ch.Int. Barynuk's COME FLY WITH ME SASHA TAKE ONE'S REVENGE GAIA CINAMAKETHIS della Vanisella Ch.It.Int. Ziemabora's STILL PLAYING WITH FYR VENERE della Farha AKI di Casa Rimoldi Algusk SISTEROFMERCY

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PROPRIETARIO All.to amatoriale All.to Ohcumgache All.to amatoriale All.to della Contea Normanna All.to della Farha All.to della Vanisella Privato All.to della Farha All.to amatoriale All.to amatoriale All.to amatoriale All.to Cry Out All.to amatoriale All.to di Casa Rimoldi All.to amatoriale All.to della Farha All.to di Casa Rimoldi All.to amatoriale All.to Torquemada All.to amatoriale Privato All.to della Contea Normanna Privato All.to dell'Isola del Vento Privato All.to amatoriale All.to Ohcumgache All.to della Vanisella All.to Winalmik's All.to amatoriale All.to Torquemada All.to di Casa Zollo All.to amatoriale Privato All.to della Contea Normanna Privato All.to della Farha All.to Winalmik's All.to della Farha All.to Ankalyn All.to Cry Out All.to amatoriale All.to amatoriale All.to Abdiscovery All.to Keralghin All.to Keralghin All.to di Likidado All.to Conti Esploratori All.to amatoriale All.to della Vanisella All.to Conti Esploratori All.to amatoriale Privato All.to amatoriale All.to della Vanisella All.to Winalmik's All.to della Farha All.to di Casa Rimoldi All.to Algusk

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From: Roberta Sent: Tuesday, January 29, 2008 4:13 PM Subject: richiesta copia News conosco solo da pochi giorni il vostro bel sito e lo apprezzo davvero molto. Credo di non poter condividere con voi gli scopi e i principi cardine sostenuti dal club, nel senso che non ho particolare interesse per la purezza di una razza o per un pedigree. Sono una volontaria del canile comunale della mia città (Orvieto) ed è facile comprendere che mi pongo verso i cani e gli animali in genere mantenendo un atteggiamento di fondo un pò diverso da quello che vi anima e vi tiene così uniti. Capisco però perfettamente la passione e il rispetto per una razza nobile come quella dei SH, essendo stata letteralmente stregata da una creatura veramente speciale. Poco tempo fa ho preso con me un cane dal canile (ne avevo già "riscattati" due) e volevo condividere con appassionati quali siete la grande gioia che ha portato ICE nella mia vita. Ice non discende da esemplari di alta genealogia (o forse..chissà!) e non avrà mai un pedigree ma non trovate anche voi che sia bellissimo????

Carissima Roberta, ICE è bellissimo e penso che abbia dei genitori altrettanto belli. Molti SH con pedigree non gli stanno al passo... Uno dei nostri compiti, come avrai potuto notare è educare, sottolineo educare, i proprietari perché possano apprezzare e godere i loro cani, ma anche cercare di convincere il più possibile a non fare cucciolate in modo indiscriminato. I canili, purtroppo sono pieni di SH e di pura razza! Nessuno può guardare un cucciolo di SH senza innamorarsene, ma poi il cucciolo cresce e iniziano i problemi. Non puoi avere idea di quante persone negli anni abbiamo convinto a non liberarsi dei cani con problemi e quanti cani di 'seconda mano' abbiamo felicemente collocato in famiglie affettuose. Qui sta anche la differenza tra il nostro Club e quello ufficiale, per noi i Siberian Husky sono tutti belli, ma anche noi non incentiviamo certamente la proliferazione di incroci casuali. Il carattere di un cane ben selezionato è una cosa, ma alcuni incroci (huskyxdobermann, husky maremmano e persino husky labrador) sono micidiali.... Ancora complimenti per Ice Adele

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EPILESSIA A cura del dr. Franco Milani Introduzione Se non si è preparati all’evento è una delle esperienze peggiori che possano capitare ad un proprietario di un animale da compagnia. I proprietari che assistono per la prima volta ad una crisi convulsiva del proprio animale ne riportano un grande spavento e l’impressione che la fine del loro cane sia questione di secondi. Stiamo per trattare un argomento estremamente complesso non tanto per questioni fisiopatologiche che in fondo possono interessare poco il proprietario, quanto per il fatto che le manifestazioni possibili e l’eziopatogenesi (parolona che vuol dire: le cause. Mi scuso se di tanto in tanto inserisco qualche termine tecnico ma devo pur dimostrare ai miei genitori che non hanno buttato via i soldi facendomi studiare) sono estremamente varie. Ho quindi preferito suddividere il capitolo in molti paragrafi, seguendo gli schemi dei miei sacri testi eliminando tutto quello che importantissimo per il medico veterinario può risultare noioso per il lettore. •

Definizioni

Questo è un capitolo tanto importante quanto complicato da affrontare. I termini e le definizioni non sono sempre chiari ed univoci neanche per gli stessi Medici Veterinari. La manifestazione più comune è una crisi motoria generalizzata chiamata Crisi convulsiva. E’ causata da una attività parossistica (disordinata, continua, improvvisa ed insistente) dei neuroni (cellule nervose che trasmettono stimoli nervosi) della corteccia cerebrale (regione del cervello). L’estensione e la localizzazione della zona colpita può essere molto varia a cui corrisponde una eterogenicità dell’aspetto della crisi convulsiva. Quando queste crisi si ripetono nel tempo allora si parla di Epilessia, che viene definita idiopatica se non ne viene individuata la causa e sintomatica se è presente una causa certa. La frequenza con la quale reiterano le crisi è un parametro importante, è una delle prime in-

formazioni che verranno richieste dal Medico Veterinario e che condizionerà la gestione del paziente. Possono presentarsi isolate o più volte nella stessa giornata, in questo caso prendono il nome di Crisi a grappolo, oppure susseguirsi senza soluzione di continuità anche per quaranta minuti tanto da apparire come un'unica grande crisi e in questo caso si parla di Stato epilettico. •

Cause

Piccola avvertenza: nel descrivere le cause che possono portare ad avere crisi convulsive ho preferito non entrare nello specifico in quanto il presente articolo non è un trattato per Medici Veterinari che hanno a disposizione Testi e articoli scientifici molto più approfonditi. Inoltre visto l’elevato numero di possibili cause la loro descrizione ed analisi sarebbe stata molto, troppo articolata.

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La crisi convulsiva sintomatica non è una malattia ma, come descrive bene il termine, un sintomo. Bisogna fare il possibile per scoprirne la causa, la malattia sottostante che l’ha scatenata e la questione può presentarsi tutt’altro che semplice. Praticamente quasi ogni insufficienza o disfunzione d’organo (insufficienze epatiche, renali croniche e acute, cardiache etc) malattie infettive (qui l’elenco è lunghissimo anche perché consideriamo anche le micosi sistemiche e le infestazioni da parassiti! Già, a volte infestazioni da vermi intestinali possono portare a crisi convulsive), infiammatorie (meningoencefaliti) e metaboliche (ipoglicemia Encefalite epatica etc), avvelenamenti (da glicole etilenico, da piombo, da rodenticidi etc), o tossinfezioni alimentari, traumi, anomalie congenite (idrocefalo: accumulo di liquido all’ interno del cranio tipico di alcune razze di piccolissima taglia; lissencefalia: assenza o riduzione delle circonvoluzioni encefaliche) o neoplasie possono, non necessariamente lo fanno ma possono, scatenare crisi convulsive. Il quadro delle possibili cause come è evidente è estesissimo. Questo è il motivo per il quale l’iter diagnostico può risultare molto lungo. Immaginate quanto possa essere snervante dopo settimane di tentativi infruttuosi di carpirci qualcosa da parte del vostro Veterinario attendere la prossima crisi e non conoscere la causa del male che colpisce il vostro animale. Già perché come dicevamo sopra LA CAUSA può anche non venire scoperta o non esistere affatto (Epilessia idiopatica ricordate?) • Quadro clinico La crisi convulsiva può essere suddivisa in tre momenti o fasi che è bene imparare a conoscere e riconoscere anche per poter attivare dei comportamenti adeguati. La prima fase viene definita preictale (precedente l’ictus ovvero la crisi) o da alcuni impropriamente definita Aurea. Il cane assume atteggiamenti inconsueti e immotivati: può mettersi a fissare il vuoto o una parete, sembra inquieto o spaventato, spesso cerca la compagnia del proprietario quasi a chiedere protezione.

Questa fase ha una durata molto variabile che va da pochi minuti a molte ore. E’ un momento importante da individuare perché la crisi è ancora in fase introduttiva e se si agisce in questa fase somministrando, ad esempio, farmaci per la terapia d’urgenza si può evitare di far progredire la crisi o comunque di ridurne l’entità e la violenza. L’evento può concludersi con questa fase o progredire nell’ Ictus o crisi vera e propria (da non confondere con l’ictus dovuto ad un problema di ischemia cerebrale). In questa fase si hanno le manifestazioni più evidenti e violente della crisi: perdita della stazione quadrupedale (caduta su un fianco), vocalizzazioni, perdita delle feci e dell’urina, tremori e paralisi spastica transitoria degli arti, pedalamento, sobbalzi e masticazione inconsulta; questi sintomi possono essere presenti in parte o tutti insieme. Dura di solito da qualche secondo a due o tre minuti e quando dura di più è perché sono presenti più crisi successive. Poi le contrazioni diminuiscono e si passa alla terza e ultima fase. Il Postictus è la terza ed ultima fase ed è la più variabile delle tre sia come forma e manifestazioni ma soprattutto come durata. In alcuni casi questa fase è invece rapidissima, pochi secondi e il cane passa da uno stato di tremori drammatici alla perfetta normalità, come se avesse appena fatto una corsa in un prato con profondo disorientamento questa volta del proprietario. Oppure perdurare anche per 48 ore durante le quali il cane può assumere comportamenti anomali (del tutto simili a quelli della prima fase o fase preictale) o presentare debolezza, perdita dell’orientamento o cecità transitoria. • Diagnosi Anche in questo caso come per le cause mi sono domandato se fosse utile o anche solo interessante per dei proprietari conoscere come si svolge l’indagine diagnostica. La risposta che mi sono dato è affermativa. Un po’ per aiutare il proprietario a comprendere cosa diavolo sta combinando il proprio Veterinario e perché gli fa spendere tutti quei soldi quando il Dottor House con una lavagna,

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un bastone e una pallina avrebbe già risolto il caso (vorrei qui ricordare che probabilmente ognuno delle decine di esami che vengono effettuati dai medici nella serie ha un costo che va dalle centinaia a qualche migliaio di dollari, che i tre assistenti stressati e ben pagati del Medico sono specialisti e che tutti hanno comunque letto il copione). Un po’ per metter il proprietario nella condizione di fornire al medico Veterinario informazioni utili alla comprensione del caso. Se il cane non viene messo immediatamente in terapia dopo un episodio di crisi convulsiva, non è per sadismo ma serve vedere se, quando e quante crisi compaiono nei giorni successivi. Potrebbero non ripresentarsi mai più o essere talmente rare e lievi da non giustificare una terapia farmacologica. Il proprietario durante questo periodo di osservazione deve prestare molta attenzione ai sintomi anche lievi che abbiamo descritto sopra perché non è detto che una crisi si manifesti nella sua forma più violenta così come non è detto che lo faccia in sua presenza. A questo proposito è importante notare e annotare se si trovano tracce di urina, feci o saliva dove normalmente il cane non sporca e sullo stesso cane e se il soggetto riporta ferite ingiustificate alla testa, alle labbra e alla lingua. Perché se una crisi avviene di notte o quando il proprietario è assente queste sono le tracce della perdita di conoscenza e controllo degli sfinteri e del trisma mandibolare. Importante è descrivere minuziosamente la crisi se vi si ha assistito e il comportamento del cane nei giorni tra una crisi e la successiva. Sarebbe molto utile iniziare con un esame neurologico che già può aiutare a orientare la diagnosi. Se questo esame da esito di anormalità neurologica possono essere necessari approfondimenti strumentali anche impegnativi in termini sia medici che di spesa. Possono infatti venire richieste analisi del liquido cefalorachidiano, Tac, risonanza magnetica nucleare ecografie transfontanellare (se il cane è un chihuahua o se è ancora cucciolo) ed altro. Altri esami da fare contestualmente all’ esame neurologico sono invece un profilo biochimico di base per valutare la presenza di

problemi metabolici e/o insufficienze d’ organo (valutare lo stato di funzionalità epatica e renale ad esempio), esame emocromocitometrico per verificare anemie ed infezioni, esame delle urine e feci. A questi si possono poi aggiungere esami più specifici per la ricerca di malattie infettive e shunt portosistemici ( uhh che parola brutta ma è una delle cause più frequenti in alcune razze, per fortuna non la nostra! Vuol dire che il fegato non riceve le sostanze alimentari e non le “filtra” in quanto non riceve tutto il sangue che proviene dall’intestino perché alcuni vasi sanguinei lo “bypassano”…fiù tutto d’un fiato) etc. Ma non è tutto qui, ci sono ancora molte possibilità e se non si è ancora scoperto nulla si può gettare la spugna e dichiarare l’epilessia idiopatica (senza causa) o proseguire nell’ indagine. • Terapia Lo scopo principale di qualsiasi tipo di terapia anticonvulsivante è quello di aumentare (almeno raddoppiare) il più possibile il tempo tra una crisi e quella successiva e di essere poco tossica e di facile somministrazione. Esistono essenzialmente tre principi per il trattamento dell’epilessia: 1. Trattare, curare le cause se queste sono curabili E’ la condizione migliore e più auspicabile. Se si scopre la causa delle crisi si hanno buone possibilità di controllarne il numero e l’entità. Si può arrivare addirittura a risolvere definitivamente il problema con le crisi che rimarranno solo un ricordo di una brutta avventura. Questo è il motivo per il quale è tanto importante impegnarsi (sia come proprietari che come Medici) nella ricerca della noxa patogena (sinonimo di causa, scusate non volevo fare troppe ripetizioni) 2. Trattamento a breve durata degli attacchi con farmaci anticonvulsivanti Questo tipo di trattamento viene utilizzato nelle fasi iniziali della patologia, quando compaiono le primi crisi ed i primi esami sono in corso, oppure nel trattamento dello stato epilettico.

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Allo scopo viene utilizzata una benzodiazepina, Diazepam (commercializzato con il nome di Valium®) somministrato per via endovenosa, se è presente una via venosa aperta (agocanula) oppure transrettale (microclisma). 3. Trattamento a lunga durata dell’epilessia con farmaci che permettono di diminuire il numero delle crisi Dopo tanto faticare e sputare soldi c’è la possibilità che non si giunga a scoprire nessuna causa. Non è un vero fallimento, se le cose sono state condotte in modo corretto, semplicemente la causa non esiste o meglio esiste ma è una causa “interna” di malfunzionamento (o ipereccitabilità) neuronale. Oppure la causa c’è, ed è stata diagnosticata con grande perizia da parte del Veterinario ma non esiste una terapia, non può venire rimossa. In questi casi, che sono la maggioranza, si ricorre alla terapia anticonvulsivante a lunga durata. Quanto lunga durata? Tutta la vita. Si tratterà di somministrare due volte al giorno il fenobarbital un barbiturico (nome commerciale Gardenale®; Luminale®). Ci sarà bisogno di un periodo di adattamento, di solito due o tre settimane durante le quali il cane può sembrare un po’ letargico (rimbambito, assonnato, “drogato”) e di controllo della concentrazione del farmaco nel sangue (fenobarbitalemia). Nel corso della vita dell’animale sarà molto probabilmente necessario adattare più volte la dose di farmaco, aumentandola se compaiono altre crisi e riducendola se il cane risulta un po’ intontito. Quando si inizia questo tipo di terapia è d’ obbligo essere molto precisi e puntuali nella somministrazione del fenobarbitale. Ritardi e dimenticanze possono essere più pericolosi che instaurare nessuna terapia, e ricordate di avvertire o ricordare sempre al vostro Veterinario che il vostro cane è Epilettico e sotto terapia anticonvulsivante.

Conclusioni

Parlare di crisi convulsive è parlare di molte patologie. Abbiamo visto come questo sintomo possa rappresentare la punta di un iceberg e questo comporta che il proprietario deve essere pronto ad affrontare altro oltre alla gestione delle crisi. Mai come in questi casi un buon rapporto e una buona comunicazione tra pazienteproprietario e medico curante è fondamentale prima, durante e dopo la diagnosi. Avrei voluto discutere qui dell’impatto emotivo che queste patologie provocano, e del senso di impotenza che procurano al proprietario. Sono sicuramente situazioni stressanti e pericolose ma nella maggior parte dei casi gestibili. Parlate con il vostro Veterinario, domandate e chiarite tutti i punti che vi sembrano oscuri. La conoscenza porta sempre consapevolezza e la consapevolezza lucidità. Ed è esattamente quello di cui il vostro cane ha bisogno che possediate in quei brutti momenti.

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EPATITE INFETTIVA: una malattia ri-emergente

In Italia è una malattia “vecchia”, ma negli ultimi anni se ne sono registrati nuovi episodi; un articolo pubblicato su Veterinari Research Science descrive quattro focolai di epatite infettiva canina osservati in Italia tra il 2001 e il 2006. Tre focolai si verificavano in rifugi animali nel sud del paese, mentre il quarto interessava due cuccioli di razza importati dall’Ungheria. In tutti i focolai si identificava l’Adenovirus canino 1 (CAV-1), sia mediante isolamento virale, sia mediante PCR. In tre focolai si identificavano anche altri patogeni virali canini, quali i virus del cimurro, parvovirus e coronavirus canino. Lo studio dimostra che CAV-1 è attualmente circolante nella popolazione canina italiana, e che la vaccinazione è tuttora necessaria. Non abbassiamo la guardia!!!

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Dr.Luca Brioschi


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KISKA, un amore a quattro zampe

di Samuel e Stefano Pelliccioli

… segue dal numero precedente – 2^parte.

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urtroppo un’altra ricorrenza drammatica si stava realizzando; il 16 febbraio 1996, trenta giorni dopo l’ ingresso nella nostra Famiglia di Kiska, un Destino crudele estrasse, sulla ruota della vita, un biglietto con su scritto il nome di Samuel. Quel venerdì, molto freddo, Samuel aveva lavorato all’ aperto per scaricare dei camion. A mezzogiorno a tavola si lamentò di non sentirsi bene e dopo mangiato nel viaggio di ritorno, in moto, il freddo accumulato al mattino unito alla digestione causò una congestione. Lo svenimento mentre si trovava in viaggio causò una caduta ed il relativo grave incidente; da subito furono evidenti le condizioni disperate di Samuel per le lesioni alla testa, con devastanti traumi cranici, nonostante la presenza di un casco di qualità che gli salvò la vita. Samuel per 45 giorni, in rianimazione, restò a rischio di morte e superato quel pericolo, venne ricoverato a Mozzo (BG) nel Centro di Riabilitazione in coma vegetale e con una paresi a metà corpo definita dai Medici come irreversibile. Dopo alcuni mesi, stante l’assenza di mi-

glioramenti neppure ipotizzabili, venne dimesso e riportato a casa. La disperazione, il dolore, la solitudine erano le presenze più ingombranti che aleggiavano in casa mentre Kiska, che nel frattempo era cresciuta, ogni tanto si alzava sulle gambe per curiosare sul letto alla ricerca del viso del suo Padroncino. Ma la Fede, l’Amore e la Speranza furono più forti e cocciute delle sentenze inoppugnabili che erano state emanate a carico di Samuel. Pian piano avvennero degli episodi che i Dottori dichiaravano inspiegabili e che Noi chiamavamo “Miracoli”. Samuel regredì dal coma vegetale al coma vigile ed infine incominciò ad essere contattabile. Purtroppo questa grande gioia fu frenata dal fatto che Samuel si stava risvegliando in uno stato aggressivo tale che eravamo obbligati a contenerlo nel letto mettendogli dei lacci al polso ed alla caviglia destra oltre ad infilargli un guanto da pugile sulla mano. Tutte le volte che qualcuno si avvicinava rischiava pugni e calci, tanto che in una occasione, addirittura, sfruttando un attimo della nostra disattenzione, con un calcio ruppe il naso alla Signora Anna Maria che lo stava accudendo. Una sorte analoga capitava a Kiska che continuamente gli si avvicinava, forse per fargli coraggio e sistematicamente veniva ricevuta con pugni e con tiratura di peli. Ma questo cane, pur sapendo il rischio che correva non rinunciava a fare la sua parte per aiutarlo a ritornare il Samuel che lui aveva adottato quel 16 gennaio 1996. E tanta insistenza e tanto Amore, pagato con aggressioni sistematiche, alla fine venne ripagato. Il 2 maggio 1997, giorno del compleanno di Samuel, Kiska decise che era venuto il momento di obbligarlo ad accettarla e , rischiando

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veramente tanto, con un balzo scavalcò le sbarre ed atterrò nel letto sulle coperte accanto al suo Samuel. Dapprima grande fu la nostra sorpresa per questa azione che inizialmente non riuscivamo a comprendere; quindi grande fu la nostra paura per il male che gliene poteva derivare infine immensa fu la gioia quando Samuel, in risposta a questa dichiarazione d’Amore anziché aggredirlo mosse nella direzione del viso di Kiska la sua mano paralizzata che prontamente venne riempita di baci Un altro grande piccolo miracolo era successo quel 2 maggio del 97; la rabbia e la violenza che annidava nella mente di Samuel grazie anche a quel gesto splendido, di dedizione totale a disprezzo della propria incolumità, incominciò ad evolversi verso una normalità. Da quel momento Kiska poté avvicinarsi a Samuel in ogni momento, senza più rischiare nulla ma ricevendo in cambio carezza e baci a compensazione di questo suo gesto sublime. Questo non fu che uno dei tanti episodi di interazione tra Kiska e Samuel; non ultimo furono quelli in cui Samuel veniva colpito da crisi epilettiche e Lei, quasi a sopperire alla mancanza quasi totale di Amici, Gli si avvicinava e Gli leccava la faccia per dimostrarGli che Lei sarebbe stata sempre al suo fianco, in qualsiasi situazione. Ed è così che la vediamo vicino a Samuel, nelle foto apparse su tantissimi quotidiani, il 2 maggio del 2001 quando Samuel, per la prima volta partecipa alla Stramilano in parte in carrozzina ed in parte a piedi e Lei, cammina orgogliosa al suo fianco, mentre la riprendono con le telecamere nel servizio che andrà in onda a Verissimo con la Parodi.

Anche quando Samuel scrive al computer ogni tanto si alza sulla zampe e va a controllare che il suo apprendimento prosegua; quindi decidiamo di regalarLe una compagnia canina ed è così che entra in casa nostra un beagle di nome Tea. Questo regalo la fa ringiovanire perché, ricorrendo al suo spirito materno, lo mette sotto la sua protezione e da allora avrà sempre una pazienza infinita anche quando, per divertirsi, Tea gli morsica le zampe e la obbliga a sdraiarsi per essere usata come un cuscino su cui sdraiarsi. Quasi conscia del suo ruolo, accetta pose lunghe per farsi fotografare e finire su un articolo della rivista OGGI nella quale sfoggia tutta la sua bellezza; l’ultima sua apparizione televisiva è stata a maggio 2006 quando a Verissimo, in studio con Paola Perego, infastidita dagli applausi, in un fuori onda, ha messo le zampe sulle spalle di Samuel nell’atto di chiederGli di farli smettere. Purtroppo subito dopo incominciò ad accusare dei disturbi alle orecchie, ed una diagnosi approfondita all’Università di Milano, ci confermò la presenza di un tumore maligno all’ orec-

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chio che venne subito asportato; ma ciò non bastò a far cambiare il percorso al destino. La famiglia di Papà Stefano è stata colpita più volte dai carcinoma; la sua Mamma ed il suo Papà furono stroncati da un tumore la prima allo stomaco ed il secondo alla vescica mentre sua Sorella, tuttora vivente,ha subito due asportazioni, una al seno ed una allo stomaco. A Kiska, quasi a ripercorrere le stesse sequenze, superato il tumore all’orecchio ne venne diagnosticata un altro allo stomaco che, rimasto latente per tanti mesi, improvvisamente si risveglio e la portò in pochi giorni alla morte. Eravamo alla fine di febbraio e Samuel si stava preparando, di nuovo alla Stramilano, purtroppo una visita urgente dal veterinario, a causa di un improvviso sfinimento, scopri una emorragia interna che non le avrebbe lasciato scampo, alla sua richiesta di lasciare Kiska in ambulatorio rifiutai e la riportai a casa. Il programma di partecipare tutti alla Stramilano venne cambiato e Kiska rimase a casa con la Mamma di Samuel; ricordo come fosse oggi, quando già in macchina Samuel volle tornare indietro a dare un bacio a Kiska nonostante non sospettasse nulla del gravità del suo stato di salute. In piazza Duomo il cannone diede il via alla Stramilano e quel rumore mi rimbomba ancora nell’orecchio in quanto in contemporanea precedette lo squillo del cellulare di mia Moglie

che mi annunciava che Kiska sia era spenta tra la sue braccia e quelle dell’altro Figlio David. Dolorosissimo fu tutto il percorso della marcia con il sorriso sulle labbra, per non insospettire Samuel ed un profondo dolore nel cuore. Straziante fu l’arrivo a casa, quando Samuel entrando vide la sua KISKA immobile sul divano con il viso atteggiato ad un ultimo sorriso. I giorni seguenti furono lunghissimi fino a che giunse il giorno prescelto per la cremazione, un’ultima carezza accompagnò questo GRANDE AMICO di SAMUEL nel suo ultimo viaggio. Ora Kiska, nella sua urnetta, ci tiene compagnia in soggiorno con la sua foto, come voluto da Samuel, sempre rivolta verso il giardino così continuerà a ricordare e ricordarci i giorni felici che la sua esistenza ci ha regalato. Da allora alcuni mesi sono passati, ma non c’è giorno che Samuel al mattino, entrando in soggiorno, passi ad accarezzare la sua Kiska dicendole una frase che ha da poco imparato: NON C’E’ VERA SEPARAZIONE FINO A CHE RIMANE IL RICORDO Potete stare sicuri questo ricordo rimarrà indelebile nel tempo nel cuore di Samuel e di tutti quelli che l’hanno conosciuta.

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La storia di Billo ebbe inizio 7 anni fa.

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ro a correre con mio marito Enrico quando incontrammo un siberian husky bianco e nero e con due occhioni azzurri, all’epoca aveva due anni. Era un po’magro ma era già bellino e simpatico con quel musetto buffo. Si è unito a noi e ci ha seguito fino a casa, inizialmente pensavamo che fosse scappato ma dopo qualche ricerca siamo risaliti alla storia del nostro Billo: due proprietari in due anni, era stato lasciato per ben due volte. Non eravamo ancora del tutto convinti di tenere Billo con noi, in quanto avevamo già due pastori tedeschi. Lo portammo a Viareggio dove c’era una famiglia che voleva adottarlo, ma la sera stessa questa famiglia ci chiama comunicandoci che, mentre erano a fare la spesa, Billo aveva distrutto il loro giardino, tutta la recinzione ed era scappato. Immediatamente da Livorno partimmo per Viareggio alla ricerca di Billo. Passammo tutta la notte a cercarlo ma senza risultato. Solo il mattino successivo venimmo a sapere che era stato portato in un canile. In quel momento capii che Billo doveva stare con noi e che dovevamo prenderci cura di lui. All’inizio è stata dura, era irrequieto, spaccava qualsiasi cosa e come provavamo a togliergli il guinzaglio per farlo correre con gi altri cani se ne andava via. Quante volte ci ha fatto arrabbiare e quante volte l’abbiamo rincorso per tutta Livorno. Con il tempo abbiamo imparato a conoscerci e lui ha iniziato ha fidarsi di noi. Siamo diventati una cosa sola, sempre insieme, a lavorare, a fare la spesa, ovunque ….. Possiamo dire che oggi Billo non sembra più un siberiano. Quando lo liberiamo per farlo correre non si allontana più di tanto, solo quanto basta per fare i suoi bisogni. Viene a lavorare con noi e sta più di 10 ore buono buono a dormire dentro uno scatolone che lui sceglie a suo gradimento.

Più che un cane, Billo, mi sembra un pupazzo, dove lo metti sta, non si muove non ulula, ma l’ importante è non rimanere da solo. Billo ha cambiato e stravolto il nostro stile di vita. Grazie a Billo abbiamo conosciuto Antonio Peranzi, musher da tanti anni, e la sua famiglia. Ci hanno raccontato la loro storia e ci hanno parlato dello sleddog. Abbiamo cominciato a fargli visita ogni domenica e così ci ha fatto provare la sua slitta trainata da siberiani. Nel giro di un anno abbiamo adottato altri 3 siberian husky. Adoro i miei siberiani e amo stare ad osservarli mentre giocano ai combattimenti, mentre si rincorrono o mentre cercano una tana dove potersi nascondere. Enrico ha partecipato alla 1^ Traversata del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano con cani da slitta, che si è svolta lo scorso 6 febbraio. La traversata è stato un evento meraviglioso e molto suggestivo, è stata ben organizzata e pianificata. Inoltre è stato veramente interessante ed istruttivo conoscere altri musher e le loro famiglie. Abbiamo imparato tanto da ognuno di loro, dalle loro storie e quelle dei loro cani.

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Erika, Enrico Antoni (Livorno)


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Una fantastica esperienza E’iniziato tutto così … Dopo un’email di Guido che mi comunicava l’esistenza di un’iniziativa ambientata sugli Appennini: cinque giorni di escursioni su e giù per queste montagne a me sconosciute … Dopo varie considerazioni mi decido e mi iscrivo. La farò con i miei quattro siberiani. Così iniziamo ad allenarci su percorsi via via sempre più impegnativi e coprendo distanze maggiori rispetto a quelle alle quali eravamo soliti, i nostri allenamenti infatti si fermavano sui 5-7 km per le gare sprint che nella nostra categoria, quattro cani su neve, si aggirano attorno a 7-9 km, qui invece la storia è diversa, dovremo affrontare anche percorsi di 18-25 km su neve. Quindi ci rimbocchiamo le maniche e, gradualmente, riusciamo ad arrivare a percorrere anche 12 km su sterrato, almeno un paio di volte alla settimana; i cani rispondono bene. Nel frattempo mi viene data la possibilità di inserire nel mio team due cani di Renato Alberoni, che parteciperà alla traversata, ottimo! Ad Auronzo di Cadore li inseriamo con estrema facilità, i cani sono eccellenti. Purtroppo però Renato per problemi famigliari e di lavoro, alla fine deve rinunciare e quindi svanisce anche l’opportunità di avere due cani in più … Bè, morale, ci troviamo solo io e i miei quattro cani a Casone di Profecchia per la partenza, anche senza handler, che però mi viene fornito, per condurre il mio furgone da una tappa all’altra, dagli organizzatori che approfitto per ringraziare ancora. A parte Daniele, un socio del nostro club venuto a vedere la partenza, non conosco nessuno, né mushers, né organizzatori ma, dopo una

breve presentazione in un albergo del luogo, ci accingiamo a preparare i team per la prima tappa di 16 km, con partenza da Casone, ai piedi di una pista da sci alpino, e arrivo a Passo Radici al confine tra Emilia e Toscana, dislivello totale 450 mt. Partenza nel tardo pomeriggio e arrivo all’ imbrunire. I cani rispondono bene nonostante la partenza estrema quasi perpendicolare alla pista. Solo il tempo di accudire i cani e ci ritroviamo con soddisfazione a cena, vista l’ottima armonia e affiatamento che si sono da subito instaurati con partecipanti ed organizzatori. Il secondo giorno viene caratterizzato da un trasferimento a Febbio con un’eccezionale accoglienza da parte degli spettatori per la seconda tappa, la più dura sia per i 24 km di lunghezza sia per il dislivello di 670 mt attorno al monte Cusna, dove l’altitudine e le recenti e provvidenziali nevicate, oltre un metro di neve fresca, l’hanno resa più impegnativa. Nonostante lo spettacolo incantevole dei paesaggi, in quei fatidici momenti, durante la salita, mi sono sinceramente chiesto: “MA CHI ME LO HA FATTO FARE?” Proprio una bella ascesa con breve sosta al rifugio “De Battisti” dove una zuppa calda ci aspetta e poi giù, tutta discesa, in mezzo a stupendi faggeti e fiabesche pinete. Purtroppo ad un paio di chilometri dall’arrivo, la stanchezza si fa’ sentire! Sky e la piccola Indy accusano il colpo; senza pensarci le carico nella sacca della slitta, così finalmente arriviamo alla meta con le nostre forze!

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Poi via, ancora un trasferimento al passo della Pradarena dove uno stupendo albergo ci aspetta, offrendoci una eccezionale e piacevole cena di gruppo. Terzo giorno all’insegna del riposo, tappa in notturna con partenza dalla Pradarena per le 17 e arrivo a Cerreto Laghi, quasi tutta discesa, ma prima, io e i miei siberiani, ci riposiamo al tepore di un splendido sole, anche se con un venticello alquanto frizzante! In mattinata gli organizzatori, a bordo delle loro motoslitte, fanno un sopralluogo sul percorso e nel successivo briefing ci viene comunicato che a circa un terzo del percorso della terza tappa, manca più di un chilometro e mezzo di neve e quindi siamo costretti a cambiare punto ed orario di partenza. Si partirà alle 18, quasi tutta salita, quindi, mentre alcuni mushers ne approfittano per farsi un altro giro nei dintorni, noi continuiamo a riposarci e a goderci quello splendido sole invernale. Arrivati al punto di partenza, con varie peripezie fuoristradistiche da parte dei conduttori di furgoni e jeep con rimorchi, siamo pronti per la tappa notturna, i cani sono in formissima ed eccitati dalla novità. 5..4..3..2..1….OK, LET’S GO!!! I cani volano nella notte illuminata solo dalla luce frontale dei mushers, sul percorso che attraversa un fitto bosco e sfocia sull’ennesima pista da sci, tutta in salita, fino alle porte di Cerreto Laghi, dove, dopo un paio di giri attorno al lago, veniamo accolti dai calorosi applausi degli innumerevoli spettatori arrivati per l’evento. Tutto è perfetto, anche la festa in nostro onore, ci sono anche le autorità locali, assessori, presidente del parco, ecc., qui, a turno, ci chiedono di parlare di noi e delle nostre esperienze. Il tutto accompagnato da musica e canzoni. Purtroppo, per mancanza di neve, la prevista quinta tappa cerimoniale di Schia-Monte Caio, non si farà …. Peccato! L’indomani, dopo aver accudito i cani e dopo una sostanziosa colazione, ci rimettiamo in marcia per la quarta tappa, partenza ai piedi delle piste da sci di Pratizzano.

Qui si radunano moltissimi spettatori che ci coprono di domande e complimenti… è già festa! Pronti via, si parte, i cani vanno che è una meraviglia, eccitati dalla folla, su una pista finalmente battuta. Arriviamo a costeggiare un pittoresco laghetto e poi ancora su e giù per questi posti fantastici fino a riprendere la stessa pista battuta dell’andata, questa volta in discesa. CE L’ABBIAMO FATTA! Mancano oramai pochi chilometri all’arrivo, mi congratulo con i miei cani e loro, come se mi capissero, per tutta risposta, si mettono a tirare come in gara… come se i 70 chilometri percorsi in questi quattro giorni fossero stai solo il riscaldamento…. Grandi, sì, sono stati grandi! La tenacia e la loro generosità, hanno reso ancora più unito il nostro team. La chiusura si svolge nel ristorante “la Montanara”, a Miscoso (piccolissimo comune dell’ Appennino Reggiano che conta 25 abitanti), la cui Pro Loco ha dato i natali alla manifestazione. Qui gli organizzatori si sono superati, una calorosissima accoglienza, una gran mangiata, e premi per ogni partecipante. Concludendo, una meravigliosa esperienza che ha creato nuovi amici che sicuramente continueranno a condividere momenti intensi e grandi emozioni in questi luoghi incredibili dell’Appennino Tosco-Emiliano. Prampolini Giuseppe Icewolf –Team

Altre bellissime foto a colori sul sito del Club

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I Mushers ed i loro fantastici cani, complici di questa avventura Parco Nazionale Tosco-Emiliano 1^ Traversata con cani da slitta 6-10 febbraio 2008

Enrico Antoni

Antonio Peranzi

Maurizio Cattafesta e la sua compagna Eva

Piero Natali

Antonio Ballatore

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News Estate 2008 lino” pervenute a seguito della visone dell’ottimo sito web del Club. Anche questo 2008 si presenta sotto auspici favorevoli in quanto siamo già al 78% di rinnovi e abbiamo già acquisito n.21 nuovi soci ( siamo solo a fine marzo…) a fronte dei 35 “non rinnovi”. Il Consiglio prende atto della “morosità” di questi nominativi (già più volte sollecitati) e , a norma di Statuto – art.8 comma c – decide la loro cancellazione dall’elenco Soci e stabilisce di eliminare la loro pagina personale, a cura della ns.webmistress, dal sito dell’Associazione. 3) Relazione delle Commissioni Vengono lette ed approvate le relazioni delle varie commissioni (che si allegano come parte integrante di questo verbale): Commissione Allevamento (Adele Oldani) Commissione Bollettino (Guido Barbieri) – Commissione Salute (Luca Brioschi) e Commissione Sport/Lavoro (Olivia Piacentini e Giuseppe Prampolini).

Verbale riunione del Consiglio del 29 marzo 2008

4) Relazione su sito web e Husky Rescue In data 29 marzo 2008 presso l'abitazione della segretaria - via Gobetti 11 – Gallarate VA si riunisce il Consiglio Direttivo del Club con il seguente ordine del giorno: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Relazione del Presidente Relazione della segreteria Relazione delle Commissioni Relazione su sito web e Husky Rescue Organizzazione incontri/raduni a carattere regionale Varie ed eventuali

Sono presenti i Consiglieri: Barbieri Guido, Brioschi Luca, Mazzina Reginella, Oldani Adele, Pedullà Laura e Prampolini Giuseppe. Assente giustificata: Piacentini Olivia. Presidente: Adele Oldani – Segretaria verbalizzante: Laura Pedullà. 1) Relazione del Presidente Viene letta ed approvata la relazione del presidente (in allegato) che verrà portata all’attenzione dell’Assemblea Generale dei Soci convocata nel pomeriggio alle ore 14,30. 2) Relazione della Segreteria L’attività di segreteria è stata assai intensa anche per questo anno sociale 2007 che ha registrato un’alta percentuale di rinnovi (n.123 pari al 79,35%) nonostante un “ritocco” assolutamente necessario apportato alla quota sociale (da 21 euro a 30 euro). A questo successo va aggiunto un consistente numero di nuovi iscritti (n.36) che hanno ampiamente compensato i “non rinnovi” (n.32) e portato così a quota 159 il totale dei Soci (importo complessivo introitato pari a euro 5.072,00) che ci ha permesso di chiudere in sostanziale pareggio il bilancio 2007 (il residuo di cassa è comunque salito a euro 1.214,16 di cui 921,75 derivanti dall’anno precedente). Il consistente numero di nuove adesioni deriva principalmente, come già evidenziato negli anni passati, dalle numerose richieste (n.144) di “copia omaggio del giorna-

La nuova versione grafica del sito web, realizzata con ammirevole impegno dalla socia Cristina Pezzica di Genova che l’intero Consiglio ringrazia ancora una volta “ufficialmente”, ha incontrato l’approvazione entusiastica di tutti i soci; gli innumerevoli commenti favorevoli e le numerosissime visite settimanali, (in certi casi anche quotidiane) ne danno reale testimonianza. A più di un anno dalla sua messa on-line il sito può vantare una media giornaliera di circa 30 visitatori (molti dei quali, come già detto, sono soci del club); questo è dovuto principalmente ad un puntuale e costante aggiornamento (spesso anche quotidiano) che però comporta un considerevole impegno che grava unicamente sulle spalle della webmistress. Il Consiglio decide pertanto un “affiancamento” della socia Gloria Di Petta (che ha già realizzato e gestisce siti web simili) in modo da ripartire l’immensa mole di lavoro fra due validissime risorse del Club. Gloria dovrà pertanto contattare Cristina per verificare quali reali possibilità sussistano di collaborazione/aiuto concreto. Il consiglio stabilisce anche un importo “simbolico e forfettario” da riconoscere alla webmistress (che nulla ha mai chiesto né preteso e che ha detto di devolvere poi al canile di Genova) per l’immenso lavoro prodotto: anno 2007 euro 180+ 60 (x 2 copertine News realizzate) e per il 2008 altri 180 euro. Nel contempo viene ribadita la necessità di una gestione “autonoma” da parte dei Responsabili delle varie Commissioni, della relativa area web del sito, pertanto, a titolo esplorativo, il Consigliere Prampolini viene incaricato di contattare società specializzate del settore per una possibile modifica/adeguamento da realizzarsi preferibilmente entro fine anno. Viene quindi data lettura dell’interessantissima relazione, inviata dalla webmistress Cristina, sulla situazione dell’ Husky Rescue che sarà pubblicata sul giornalino e di cui riportiamo l’introduzione: “Il Rescue, dicevo, nacque come censimento e archivio di tutti i Siberian Husky (incrociati e di pura razza) “ospiti” dei canili d’Italia, sulla scia degli analoghi servizi che operano da anni in America e che si propongono di trovare una casa “ideale” a tutti

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News Estate 2008 quei Siberian, o incroci di Siberian, che puntualmente vengono abbandonati (ahimé, non solo d’estate) da padroni privi di scrupoli e/o di giudizio.” (in allegato la stesura completa). Al Consiglio non resta che approvare con grande soddisfazione il concretizzarsi di un progetto di simile portata che ritiene però debba essere maggiormente valorizzato e subito individuato mediante accesso diretto dalla “home page” del sito e richiede a Cristina di provvedere quanto prima. 5) Organizzazione incontri/raduni a carattere regionale Fermo restando un necessario approfondimento della complessa tematica riguardante la responsabilità del Club nell’organizzazione di eventi a carattere nazionale/regionale (che sarà oggetto di una prossima riunione) vengono esaminate le varie proposte pervenute alla segreteria da parte di soci particolarmente attivi nella propria regione. Il particolare viene autorizzata la realizzazione del 3°Husky Day Liguria da organizzarsi sotto la responsabilità delle socie Bucco Mariuccia e Cristina Pezzica, che stabiliranno data e modalità di svolgimento e comprenderà “passeggiata nei parchi di Nervi con pranzo al ristorante Marinella”; il club metterà a disposizione il suo sito web per la diffusione della notizia e il suo giornalino per la pubblicazione della relativa relazione con foto, però, come precisato nella proposta, non avrà alcun tipo di responsabilità e coinvolgimento diretto sul posto: “Dal punto di vista legale e di sicurezza non sussistono problemi, per tutelare il SHC-I ad ogni partecipante sarà richiesta la polizza assicurativa del capofamiglia (che include la copertura di eventuali danni causati dai propri cani) e un foglio di manleva – oltre naturalmente a museruola, guinzaglio, sacchetti, paletta, e libretto sanitario del cane. Alla luce di quanto sopra anche gli altri soci disponibili ad organizzare qualcosa di simile (Prampolini-Lombardia, Iemmi–Emilia Romagna, Di Petta-Toscana, ecc.) dovranno far riferimento alla socia Mariuccia Bucco per chiarimenti, precisazioni e documentazione necessaria. Per quanto riguarda la proposta Piacentini di un “incontro-didattico” in località Campo Felice (AQ) il Consiglio approva e resta in attesa di una formulazione più dettagliata che eventualmente tenga in considerazione la possibilità di “appoggiarsi” ad associazioni con maggior esperienza e quindi da tenersi nell’ambito di altra manifestazione. 6) Varie ed eventuali La socia Cristina Pezzica si offre di “omaggiare” i soci anche per il prossimo anno 2009 con un calendarietto plastificato (come già fatto quest’anno). Il Consiglio ringrazia ed approva. In merito alla proposta della socia Mariuccia Bucco relativa alla “possibilità di avere n. 40 circa di magliette polo di varia misura (adulti e bambini), manica corta, colore bianco con stampa del logo del SHC-I (grande, oppure piccolo – tipo distintivo) nei colori sociali (verde/bianco), a 14 euro cadauna (spese di spedizione escluse).Da concordarsi se mandarle singolarmente a mezzo posta, oppure in spedizione unica. Le t-shirt possono essere vendute ai soci o offerte in dotazione premio come

gadget”, il Consiglio stabilisce di adottare la soluzione più semplice e pratica, quella cioè di un contatto diretto fra socio interessato e fornitore che provvederà alla relativa spedizione con incasso del prezzo stabilito. Il Club provvederà a pubblicizzare sul suo sito web la favorevole opportunità procurata dalla socia Mariuccia che il consiglio ringrazia per l’ interessamento. In merito all’altra interessante proposta della stessa socia Mariuccia Bucco relativa alla “possibilità di avere degli sconti e/o dei contributi da alcune agenzie immobiliari, turistiche o ditte di alimenti per animali, in cambio di pubblicità (stampa del logo sul giornalino, o quant’altro). Da stabilire cosa chiede il Club (contributi, gadget ecc) e che tipo di pubblicità è disposto a fornire in cambio”, si tratterà di valutare caso x caso ricercando la soluzione più conveniente in funzione della disponibilità dello “sponsor” fermo restando che eventuali e più graditi compensi in denaro dovranno essere denominati “donazioni” e quindi non soggetti a fatturazione. Essendo ormai arrivate le ore 14,30 e sopraggiungendo i primi soci per partecipare all’Assemblea Generale, il Consiglio decide di rinviare l’esame delle altre varie proposte (che in ogni caso non rivestono carattere di urgenza) ad una prossima riunione da tenersi possibilmente prima dell’ estate

Allegato Relazioni parte integrante del verbale di riunione del 29 marzo 2008 Relazione del Presidente Il primo anno sociale di questa ‘seconda’ vita del Club è passato ed è tempo di tirare le somme. Non è stato facile riprendere un cammino ufficialmente interrotto per un tempo che nella vita di un Club può decretarne la fine, ma ci siamo riusciti. Abbiamo raggiunto un numero di Soci più che sufficiente, da Club Riconosciuto dalla cinofilia ufficiale, e ne siamo molto orgogliosi. Non essendo un Club Ufficiale, di conseguenza un obbligo per chi vuole lavorare professionalmente con i propri cani, nostro punto forte è stato da sempre il Bollettino (News) che serve da collante tra i Soci ed il Club stesso. Ci sarebbe piaciuto organizzare come in passato un Raduno, ma non c’è sembrato economicamente corretto utilizzare del denaro per pochi Soci interessati a giudizi espositivi (dati e ricevuti informalmente) sottraendoli al Bollettino che raggiunge e interessa tutti i Soci. La signora Piacentini, responsabile della Commissione lavoro, ha avanzato una proposta interessante che leggerete nella Relazione della Commissione Lavoro per un incontro ‘allargato’, più specifico per la nostra razza. Spero incontri l’approvazione e soprattutto l’adesione di molti soci. Anche altri suggerimenti sono benvenuti. Anche il nostro sito Web è notevolmente migliorato e aggiornato grazie agli sforzi della nostra webmistress ed alla collaborazione di alcuni Soci. Non siate timidi, se avete delle cose da dire fatelo, la nostra è una famiglia allargata, ma sempre una famiglia e non occorre essere dei premi Pulitzer per dire e scrivere delle cose interessanti.

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News Estate 2008 Ci spiace che ancora una volta dobbiamo con rammarico constatare una scarsa presenza di Soci all’Assemblea generale. E’ pur vero che siamo nell’era dell’informatica e molti soci esprimono le proprie idee via e-mail, ma conoscerci di persona è un’altra cosa. Lascio spazio alle Relazioni delle diverse Commissioni e conto di incontrarvi più numerosi in occasione della prossima Assemblea e/o di un prossimo eventuale Raduno/Incontro Relazione Commissione Allevamento Responsabile Adele Oldani Durante quest’anno sociale come avrete notato dal nostro Bollettino/News abbiamo cercato di aiutare i futuri proprietari di Siberian Husky e in linea di massima di un cucciolo di qualsiasi razza. Peccato che quasi sempre chi ci legge ha già un cucciolo e … del senno di poi…. La situazione ‘allevamento Siberian Husky’ in Italia è abbastanza buona, gli allevatori sono mediamente seri… ma purtroppo ultimamente sono venuti alla luce casi di cani messi in riproduzione con troppa facilità: in una razza dove la displasia dell’anca è ancora una rarità mettere in riproduzione cani che non sono perfettamente sani è una gravissima leggerezza, ancora più grave è non effettuare i controlli ufficiali. Abbiamo perciò ripresentato il Codice Etico di allevamento e abbiamo ripetutamente sottolineato in diversi articoli l’importanza dei controlli; di grande importanza penso sia stato l’articolo che insegnava a leggere e creare pedigree verticali e di quanto importante sia non dimenticare per quale funzione è stato creato il nostro Siberian Husky. Purtroppo non siamo una Società Specializzata e quindi non possiamo fare altro che continuare anche in futuro a battere e ribattere sulla prevenzione sperando che almeno i nostri Soci raccolgano queste sollecitazioni. Relazione Commissione Bollettino Responsabile Guido Barbieri. Anche quest’anno siamo riusciti a pubblicare i quattro numeri trimestrali previsti che hanno riscosso notevole interesse ed apprezzamento e che, insieme al sito web, possono senz’altro essere considerati il “fiore all’occhiello” del Club. Intenso è stato il lavoro di redazione e coordinamento delle numerose collaborazioni dei soci: basti considerare una media di 45 pagine per numero (+ 2 inserti di 8 pagine dedicati alle registrazioni ai Libri Genealogici) e oltre 40 soci diversi alla “prima” esperienza collaborativa, a cui vanno aggiunti i componenti lo “staff” tradizionale (responsabili di commissione, ecc.) che ringrazio in modo particolare e senza i quali difficilmente avremmo raggiunto simili risultati. Per giudicare la qualità del lavoro e goderne appieno la corposità suggerisco di visionare contemporaneamente i 4 numeri trimestrali ( le cui copertine a colori sono state realizzate da Cristina e Gloria), solo così, al di là di tante parole, si potrà meglio comprendere l’impegno di tutti noi. Quest’anno, oltre alle “tradizionali” rubriche che i soci amano leggere con piacere (un po’ di storia, i soci raccontano, le risposte degli esperti, attività di club,ecc) abbiamo potuto pubblicare relazioni di seminari e conve-

gni, traduzioni di ottimi articoli americani, un paio di articoli sulla preparazione fisica del musher; abbiamo inoltre dato ampio spazio al discorso “Agility” e “riproduzione canina” coinvolgendo anche “non soci” nel dibattito. Una curiosità interessante, frutto di una ricerca del socio Livio, è stata quella di apprendere dell’esistenza, nei giardini pubblici di Venezia, di un monumento dedicato agli husky utilizzati nelle spedizioni polari. Quest’anno abbiamo anche realizzato il primo CD Rom con l’intera annata 2007 in formato pdf per una migliore conservazione e facilità di consultazione; l’iniziativa purtroppo non ha avuto successo (quasi nulle le richieste) forse perché poco pubblicizzata ma anche, molto probabilmente, perché la disponibilità del News sul sito web, può forse far apparire superflua questa ottima idea. Altro piccolo dispiacere è stato quello del cambio di tipografia (la decennale ditta Rovelli) per tutta una serie di ritardi nella stampa (divenuti ormai insopportabili) principalmente causati da un notevole sviluppo della sua attività e ampliamento dei servizi forniti. Questo ha inevitabilmente comportato un aumento di costi, parzialmente limitati dall’ interessamento del socio Daniele e di suo zio (tipografo) che ci è “venuto incontro” (dai 350 euro a trimestre siamo passati a 500 euro). Abbiamo così potuto risolvere in tempi brevi e “limitando i danni” un problema per noi di fondamentale e vitale importanza. Relazione Commissione Salute Responsabile Luca Brioschi Nel corso dell’anno la Commissione Salute da me presieduta, si è adoperata verso soci e aspiranti tali, al fine di contribuire, consigliare e in certi casi, anche nel diagnosticare, piccoli e grandi problemi della vita dei nostri siberiani. Questa opera, si è svolta soprattutto tramite richieste di aiuto indirizzate, tramite la segreteria, all’attenzione del nostro Club. Non sempre l’aiuto è possibile, non sempre il consiglio è immediatamente risolutivo, come invece spera sempre chi è in cerca di aiuto, ma l’attenzione verso ogni singola richiesta, quella sì, non manca mai. Vi esorto invece, a darci dei feed back, con l’intento di accrescere il bagaglio di conoscenze anche e soprattutto a favore di chi, dopo di voi, si rivolgerà di nuovo al Club in cerca di aiuto e sostegno. Un caloroso benvenuto va inoltre rivolto ad un collega, il dr. Milani che, come avrete sicuramente notato, a partire dal nostro ultimo numero delle News, collabora con la nostra sezione, con la stesura di articoli molto ben fatti. Vi ricordo inoltre, per finire, che sono sempre ben accetti suggerimenti e/o richieste, circa argomenti da trattare all’interno del nostro spazio sul bollettino. Relazione Commissione Sport/Lavoro Responsabile Olivia Piacentini Come credo sia noto al Consiglio anche quest’anno la stagione sportiva non è stata generosa; causa la mancanza di neve le gare di sleddog in Italia non sono state fatte (2 gare del CIS su neve e 1 della FIMSS ad Anterselva che era comunque all’interno del circuito di Alpirace) le gare all’estero (Austria e soprattutto la Svizzera che quest’anno è riuscita a mantenere un calendario)

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News Estate 2008 erano comunque confermate nell’arco della settimana (escluso S.Bernardino). La gara di Campo Felice (AQ) dopo i giorni di Natale era già in discussione e così, purtroppo, non ho potuto invitare i soci del nostro Club a partecipare come concorrenti o come pubblico alla gara. Questa precarietà e la mancanza di dare date precise ha reso impossibile la Coppa Lavoro che la FIMSS aveva inserito nel suo circuito di gare in collaborazione con il SESHI, ovviamente questo discorso, legato alla Prova Lavoro ha fatto sì che le cose andassero a rilento. Il 2007 non ha visto il Club impegnato in alcuna iniziativa (ricordo comunque che il marzo scorso era stato esteso l’invito a tutti per la manifestazione svolta a Sarnano di Antartica-Fimss…), credo che quest’anno le cose possano andare diversamente. Il nostro Club deve dare un concreto contributo ai soci e questo contributo può manifestarsi in un incontro didattico-sportivo (ovviamente per quello che riguarda il mio lavoro all’interno del Club) in un ambiente consono allo scopo. La località di Campo Felice (1500 mt s.l.m., bellissima dal punto di vista paesaggistico perché inserita all’interno del Parco Regionale del Velino-Sirente, ma anche perché è veramente molto simile per morfologia ai paesaggi scandinavi), può ospitare sia un semplice incontro, (che si potrebbe tramutare in una vera e propria vacanza), tra i soci del Club ed il Consiglio con un programma ricco di passeggiate a piedi, in bici o con i kart - quaddy che io potrei mettere a disposizione, sia un incontro più tecnico o magari un raduno vero e proprio con un programma specifico (che possa abbracciare tutte le varie discussioni lette sul giornalino nell’arco dell’anno, che possa parlare e spiegare i fondamenti dello sleddog … ) - per la scelta del giudice mi metto nelle mani del Presidente e di tutto il Consiglio. L’altopiano è idoneo sia come struttura ricettiva sia a livello di spazi esterni ad accogliere manifestazioni simili, inoltre è comodissimo da raggiungere sia per chi arriva da nord sia per chi arriva da sud e l’aeroporto di Roma è a meno di un’ora! Mi rendo disponibile per quanto riguarda la logistica e l’organizzazione dell’evento confidando ovviamente

nell’aiuto e nella partecipazione del Consiglio visto che la mia regione non è comoda alla maggior parte dei soci del Club, (altrimenti ha più senso organizzare l’evento altrove … o magari precederlo a quello previsto in Abruzzo). Se l’idea può piacere prima di tutto al Consiglio poi potrà essere sviluppata in qualsiasi direzione, anche il periodo può essere scelto anche se io direi per fine giugno, primi di luglio … o passare direttamente ai primi di settembre. Relazione Commissione Sport/Lavoro Responsabile Giuseppe Prampolini E’ stata una stagione invernale arrivata in ritardo, un po’ altalenante, con temperature bizzarre, ma ormai é finita, si é attaccata la slitta al chiodo, anche se le ultime tardive nevicate in quota, la fanno rimpiangere ancora di più! Ora ci ritroviamo a tirare le somme: é stato un altro anno un po’ precario per lo sleddog, poche manifestazioni, gare annullate, altre al limite della percorribilità sia per troppa o troppo poca neve. In Italia si sono svolte non più di 5/6 gare tra i vari Club e Federazioni (non sono al corrente del numero esatto) ed una attraversata dell’Appennino Tosco Emiliano (a cui ho potuto partecipare e fare quindi le mie considerazioni in merito: una valida alternativa all’agonismo estremo delle gare, ma non meno impegnativa!). E’ tempo di riposo per i cani, mentre per i mushers è il momento di mettere in cantiere progetti sia a breve che a lungo termine, a tal proposito si sta pensando per esempio di organizzare passeggiate per stare in compagnia di cani e amici, per conoscersi e scambiarsi consigli ed opinioni. Ci sono inoltre iniziative da parte di alcuni Club a cui partecipare, ecc. Insomma, di cose da fare ce ne sono, basta averne voglia e qui faccio un appello a tutti coloro che si vogliono avvicinare allo sport con i propri amici pelosi: non aspettate l’inverno per decidere, cominciate fin da ora a farvi sentire, vi invito ad esprimere le vostre idee ed opinioni, fateci conoscere i vostri progetti, chissà che ne venga fuori qualcosa di buono …

Husky Rescue Tirando le somme di un anno di soddisfazioni. L’11 Febbraio 2007 sul sito Web del SHC-I (http://www.shcitalia.it) vedeva la luce il mio progetto “Husky Rescue”; progetto che avevo in cantiere già da tempo e che mi stava particolarmente a cuore, come dimostrano i miei scritti (alcuni dei quali pubblicati anche sul giornalino “News”) e le mie frequenti “tirate” contro l’abbandono e il maltrattamento degli animali. Il Rescue, dicevo, nacque come censimento e archivio di tutti i Siberian Husky (incrociati e di pura razza) “ospiti” dei canili d’Italia, sulla scia degli analoghi servizi che operano da anni

in America e che si propongono di trovare una casa “ideale” a tutti quei Siberian, o incroci di Siberian, che puntualmente vengono abbandonati (ahimé, non solo d’estate) da padroni privi di scrupoli e/o di giudizio. Le basi per un discorso simile c’erano anche in Italia e, purtroppo, neppure da noi mancano i Siberian abbandonati … anzi. Sin dall’inizio, inoltre, il mio Rescue si è proposto un duplice scopo. Da una parte, quello di fornire agli appassionati di Siberian un archi-

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vio aggiornato e veritiero della situazione dei canili in tutta Italia; dall’altra, quello di presentare questi Husky meno fortunati ai soci del Club, persone che questa razza la capiscono e la amano, che sanno per esperienza cosa vuol dire scegliere un Siberian Husky come compagno di vita e che sono quindi le più indicate a prendersene cura con amore e devozione. Per questo motivo, il Rescue si presenta come qualcosa di più che una semplice lista di nomi. Di ogni cane viene fornito una breve scheda informativa dove sono riportati nome, età, sesso, razza, colore del mantello e degli occhi, foto (dove disponibile), oltre alla provincia e alle informazioni per contattare il centro o la persona incaricata dell’adozione specifica; cliccando sul nome si accede a una vera e propria “pagina personale” dove il soggetto viene presentato più diffusamente (con cenni relativi al carattere, alle condizioni di salute, ad eventuali traumi ecc) e dove sono disponibili ulteriori foto. Oltre all’elenco alfabetico dei cani, il Rescue offre ai visitatori un form per la segnalazione di nuovi appelli e una serie sempre crescente di link ai siti e alle associazioni che collaborano all’iniziativa. Un progetto molto ambizioso, quindi. L’11 Febbraio, come dicevo, Guido mi dà il via libera per mettere online la mia ultima fatica (ribadendo che lui non vuole c’entrarci, perché leggere di tanti husky abbandonati lo fa star male). Alla sua nascita l’Husky Rescue si presenta con una ricca campionatura di alcuni fra i più recenti (ed urgenti) appelli che mi sono pervenuti; cinque giorni dopo la crescita dell’archivio è esponenziale al punto che quindici nuovi Husky vanno ad aggiungersi a quelli già in elenco. Da lì in poi il passo è breve. Le segnalazioni fioccano da tutta Italia, tramite il form ma anche attraverso newsletter e appelli via e-mail. Il 31 Agosto i nuovi arrivi sono ben quarantatrè, compensati però da alcune “storie a lieto fine”. E a tutt’oggi – a distanza di un anno dal suo debutto sul web - i cani presenti nel Rescue sono più di cinquanta, con una sfilza di nomi “in attesa” che saranno aggiunti al più presto possibile.

L’attività del Rescue non si limita però al solo sito, ma cerca anche di mettere in contatto potenziali padroni con l’husky che più si adatta alle loro richieste. Lo scambio di corrispondenza via e-mail è fittissimo e fa parte del Rescue quanto se non più del sito stesso. In definitiva questo mini-sito curato e gestito esclusivamente da me è riuscito nel corso di un anno a raggiungere almeno in parte gli scopi che si prefiggeva; e che soddisfazione, che gioia quando si può colorare di blu una scheda e scriverci accanto “Storia a lieto fine”! Perché finora ce ne sono state tante e tutte mi hanno emozionato fino alle lacrime. E’ il caso del povero Zeus, maltrattato e quasi ucciso da un ubriacone, di Shira (che adesso si chiama Alaska) e dei suoi cuccioli Ruby e Willy; della piccola Sheela, un musetto bianco che fa innamorare a prima vista; di Sara, Olga e della cara Cheyenne, di Ice, di Chobin… Quello che però mi ha fatto più felice di tutti, che ho sentito come un traguardo personale, è il caso di Febo (che ricorderete per aver letto di lui su uno dei giornalini del Club), l’husky “terribile” di Pavia che finalmente ha trovato una padrona disposta ad amarlo nonostante le molte cicatrici del suo passato. E proprio pochi giorni fa ho saputo che anche Shirley, la sorellina di Braghetta, è stata adottata. Senz’altro ci vorrebbero molte più “belle notizie” come queste; ed è anche vero purtroppo che il rapporto fra le “storie a lieto fine” e quelle che si concludono dietro le sbarre di un canile è, ahimé, sfavorevole. D’altra parte non si può trascurare il fatto che, in un anno, più di una mezza dozzina di husky abbia trovato casa; è un risultato incoraggiante! Significa che qualcosa si sta muovendo e che bisogna continuare per la stessa strada, forse non si potranno salvare tutti ma sicuramente si potrà fare qualcosa di utile per i cani che tanto amiamo.

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Cristina Pezzica


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CORRISPONDENZA ed altro ancora…

ns/ Roy. Allego la foto del ns/ ROY anche se noterete la somiglianza con lo stesso esemplare in copertina del n.2/2007. Saluti e in Bocca al LUPO!!!!!!

Da: "Giovanni Lullo" Oggetto: Cordiali saluti Data: martedì 27 novembre 2007 20.05 Buonasera, sono Giovanni e ho attivato la mia iscrizione al club circa due settimane fa. Il mio computer guasto non mi ha permesso di contattarvi prima. Sono restato molto colpito dal modo in cui trattate un po' il tutto, chiaramente in modo positivo, non pensavo che esistesse un soggetto come il Vs/ e specifico per i SH. Grazie a mia figlia, che oggi ha 17 anni, sono stato costretto ad acquistarle, ritengo, un bell'esemplare di SH. Mi sono recato presso un rivenditore a Misterbianco (ct) e ho scelto il maschietto (era in compagnia della sorellina) di 40 giorni. Chiaramente il regalo di Natale 2005 è stato gradito dalla mia figliola e non solo, considerato che “guai a chi ce lo tocca”.

Da: Massimiliano Forcato Data: venerdì 11 gennaio 2008 8.47 La cucciola è finalmente arrivata a casa! Si chiama Suomi, l'altro cane è Isotta, il nostro meticcio, ha 4 anni e fino ad una settimana fa era l'assoluta padrona di casa, del giardino... e delle nostre attenzioni. Ora è un po’ gelosa e fa quel classico musetto da vittima, ma ci aiuta un bel po’ a far giocare Suomi e devo dire che è una grossa mano per far fronte all'esuberanza e all'iperattività del cucciolo. Ogni tanto qualche ringhiata reciproca, ma poi tutto si sistema e riprendono a rincorrersi. Ora dobbiamo accelerare la conoscenza con il gattone dei miei suoceri che vivono nella casa limitrofa, ma che è molto anziano (quasi 20 anni!) e sta molto poco tempo in giardino.

E' la prima esperienza e attraverso libri siamo riusciti ad imparare qualcosa ma non troppo, infatti penso che il Vs/sito e la rivista che pubblicate possa ancor più far stare bene noi e il

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Secondo l'uomo, Moon si era allontanata durante una sosta lungo un'autostrada che taglia il Nevada, nei pressi della Railroad Valley. Per tornare a casa, nella cittadina di Ely, avrebbe percorso 129 chilometri in sette

Da: "Giovanni Elena Sanga" Data: giovedì 1 maggio 2008 21.44 Maia è, ahimè, ormai scandalosamente viziata, e adesso è occupatissima con il risveglio primaverile di insetti vari, ricci, talpe e Dio sa cos'altro! e poi a rovesciare il lavoro delle talpe: loro fanno i mucchietti di terra in su, e lei scava in giù! Maia è un husky unica nel suo genere, cambia colore da grigia a rossa a nera.... insomma ogni giorno un cane diverso, a seconda di dove scava! e per fortuna che il Carso sotto è tutto pietra e non ha ancora trovato nessuna grotta! Un affettuoso saluto

giorni.

Da: "Francesco Chirico" Oggetto: serie curiosità – News n.4/2007 Data: lunedì 3 marzo 2008 18.49 Per chi non lo sapesse l'attrice Kate Jackson ha interpretato un film intitolato "Morte sotto zero" in cui lei è un'allevatrice di cani nordici con i quali gareggia (thriller, USA 1994). Da: "Samantha Filippini" Oggetto: Husky torna a casa Data: lunedì 21 aprile 2008 0.35 Ciao, Vi inoltro questa notizia, nel caso già non la aveste sentita/ letta. USA; UN HUSKY COME LESSIE, 130 CHILOMETRI PER TORNARE DAL PADRONE Nevada, cane trova la via di casa attraversando deserto e montagne Ely (Nevada), 20 apr. (Ap) - Un husky siberiano coraggioso e affezionato come Lessie, l'amico dell'uomo più famoso del cinema: smarrita durante un viaggio in automobile, Moon sarebbe riuscita a trovar la via di casa dopo aver percorso 130 chilometri, attraversando il deserto e le montagne del Nevada. A raccontare la storia è stato il padrone del cane, Doug Dashiell.

Chi sarà il misterioso assassino che uccide a uno a uno i concorrenti della gara di slitte? La trama: Jessie Arnold, in gravi difficoltà economiche, è costretta ad affrontare i migliori giudatori di slitta del mondo sulla pista di Iditarod, in Alaska, nella speranza di vincere e intascare così il ricco premio in palio. Alle difficoltà naturali, temperature polari, tempeste di neve, crepacci, si aggiungono ben presto misteriosi incidenti che tolgono di mezzo numerosi concorrenti, alcuni dei quali fanno una brutta fine. I sospetti passano dall'uno all'altro dei superstiti, finché, alla vigilia dello sprint finale... Il canovaccio tradizionale del pluriomicida senza volto si inserisce qui nell'inconsueto scenario di uno sport estremo in un ambiente ostile e di selvaggia bellezza. Ne guadagnano il ritmo e la suggestione. Con la "Charlie's Angels" Kate Jackson.

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Kari Herbert

La figlia dell'esploratore Una donna inglese riscopre la sua infanzia nell'Artico All'inizio degli anni Settanta, l'esploratore polare britannico Sir Wally Herbert e sua moglie Marie si trasferirono con la piccola figlia Kari nelle vaste distese innevate dell'Alto Artico con lo scopo di vivere per due anni a contatto con una delle ultime tribù di cacciatori Inuit. La prima lingua imparata dalla bambina fu l'inuktun, il dialetto groenlandese di Thule, e i suoi piccoli amici erano i figli dei cacciatori locali. Nel 2002, ormai cresciuta, Kari Herbert decide di ritornare nell'Artico da sola. Qui riscopre un mondo straordinario in cui la vita è scandita dalla luce e dal buio e dove i ricordi e la nuova realtà vivono un'esistenza parallela. "La figlia dell'esploratore" è un documento importante per entrare nella quotidianità della vita del popolo esquimese, conoscerne le tradizioni, la cultura e la storia. Uno spaccato della Groenlandia di ieri e di oggi. Kari Herbert, nata nel 1970, è scrittrice di viaggi, giornalista e fotografa. Collabora con diversi quotidiani e riviste britanniche, tra cui il Sunday Times, The Observer e The Independent. Vive a Londra.

Mauro Corona

LE VOCI DEL BOSCO "Le pagine di questo libro non contengono un trattato di botanica e nemmeno parole di assoluta verità. Ciò che in esse vi si potrà leggere sono 'verità personali' suscitate da riflessioni indotte da oltre quarant'anni di vita nei boschi e dialoghi con le piante. Durante questo lungo tempo ho capito che tutto, in natura, ha un proprio carattere, una personalità, un linguaggio, un destino. Osservando e ascoltando con attenzione il creato, è possibile udire la sua voce..." “Gli alberi non si spostano, ma possiedono un loro carattere che comunicano in vari modi: con la bellezza, con l’oscillazione delle fronde, con la consistenza delle fibre. E anche con la diversa reazione che hanno nei confronti di chi li tocca. In queste righe si parla di loro e di uomini… e così il cattivo, senza quasi rendersi conto, proverà simpatia per il sambuco, il buono per il larice, il sempliciotto per il faggio, l’elegante per la betulla, il cocciuto per il carpino e via dicendo…”

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North Dick Il marinaio nella neve Jack London e il Grande Nord Curatore: Davide Sapienza CDA & VIVALDA (collana Le tracce)

Un viaggio nel viaggio di un altro viaggio. Nel 1897 Jack London lasciò San Francisco per l'Alaska sulla scia della febbre dell'oro scoppiata in quegli anni. Tra mille peripezie raggiunse il Klondike, e proseguì al di là delle montagne, fino a Dawson City in Canada e lungo il fiume Yukon. Non trovò l'oro che cercava ma riportò a casa qualcosa di più prezioso: la messe di osservazioni e di ricordi che trasformò poi nei suoi racconti più famosi. A Dawson City il giornalista Dick North, partito dalla California sulle tracce di Jack London, rimase per oltre vent'anni dopo aver rintracciato i luoghi da lui descritti e aver identificato la capanna di tronchi dove Jack aveva trascorso un intero inverno. In questo libro North ricostruisce l'avventura di London collocandola in un mosaico che ricrea il sapore di epopee e di terre lontane. L'edizione italiana è curata da un altro appassionato conoscitore di London e del Grande Nord, Davide Sapienza, che nel 2006 ha ripercorso le tracce di North e di London nello Yukon. Con un saggio inedito di Jack London sulla corsa all'oro. North Dick: nato nel New Jersey, si trasferì in California dopo la seconda guerra mondiale, durante la quale prestò servizio in Italia. Dopo un paio di lauree prestigiose e una serie di lavori occasionali, un reportage in Alaska commissionato dal “Las Vegas Review Journal” segnò il suo destino di storico e studioso del Grande Nord. E’ membro della Jack London (Yukon) Society, ha scritto numerosi libri e ha ricevuto onorificenze e premi prestigiosi. Vive a Dawson City, nello stato canadese dello Yukon. Davide Sapienza: scrittore e collaboratore di diverse riviste ha viaggiato estensivamente nel Nord del pianeta.

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