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Mamma mia!
from NIGRO_Marzo2023
Chi non lo dice di fronte a una sorpresa positiva?
Dopo la denuncia di BBC Future relativa al fatto che il produttore indiano di tessuti Welspun aveva venduto agli hotel di lusso di mezzo mondo 750.000 lenzuola e federe etichettate come cotone egiziano, il cotone migliore del mondo per morbidezza e durevolezza, ma che egiziano non era, parlare di un’azienda siciliana che offre ogni specifica informazione sui suoi prodotti per il breakfast negli hotel fa sicuramente bene a tutto il settore.
Dimostra, ancora una volta, che l’essere artigiani, come in questo caso, o industria, in altri, nel settore alimentare in Italia è un valore che, forse, non riusciamo a cogliere in tutta la sua pienezza.
Mamma mia!
Giuseppe Augello è un signore distinto che, in una fiera, colpisce per la sua naturale eleganza. Non solo di abiti ma di comportamento! È questo, oltre ad un nome che incuriosisce ad avvicinarti al suo stand a Hospitality a Riva del Garda!
Mamma mia! è il nome di questa azienda che propone, con un packaging decisamente intrigante, confetture, creme e nettari.
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“Sono della mia Sicilia” comincia così la nostra conversazione. “Abbiamo bisogno di offrire un’immagine diversa di questa meravigliosa isola e, con questo spirito, ci sia- mo proposti di dare vita a un laboratorio artigianale a Siracusa per le nostre produzioni” prosegue Giuseppe. C’è qualcos’altro che spinge il signor Giuseppe a dar vita a questa impresa. Lui ha un lavoro che, da anni, lo riempie di soddisfazione: il concessionario della Xerox, per cui opera in tutta Italia. Non fatichiamo molto a conoscere tutta la verità.
“Mio figlio Damiano ha una passione talmente grande per il cibo che lo ha portato a farne uno scopo professionale e abbiamo deciso, io e mia moglie Danila, di aiutarlo in questo”.
Lo dicevamo che Giuseppe è un signore distinto e ora ne abbiamo conferma.
“Nel giugno 2020 abbiamo aperto un laboratorio dove poter lavorare bene i prodotti siciliani, arance, pistacchi, fichi e quant’altro: basse temperature, cotture veloci ecc… E intanto che facevamo le prove pensavamo a quale nome dare ai nostri prodotti. Mamma mia fu l’espressione che Damiano disse assaggiando un nettare che stavamo producendo e quello, immediatamente, divenne il claim che oggi campeggia sulle confezioni. Sa di italianità, persino in Giappone lo sanno pronunciare e ne conoscono perfettamente il significato”.
La qualità certa
“Era da molto tempo che ci eravamo stancati di mangiare cose immangiabili – afferma Giuseppe Augello – ed era così per tutta la famiglia. Anche quella è stata una molla decisiva! Ci siamo chiusi in laboratorio per due anni, nel periodo Covid, per provare, sperimentare, infine produrre. Però un prodotto come il nostro necessita di essere assaggiato per capirne l’eccellenza. Usiamo solo prodotti provenienti da coltivatori siciliani che conosciamo direttamente. Pochissimi zuccheri, nessun altro ingrediente che quello principale di cui si riesce a riconoscere profumi, sapori e colori originari”.
In effetti all’assaggio si apre un mondo di sensazioni di benessere che non hanno pari.
Il mercato di riferimento
“Siamo presenti sul mercato solo da un anno – prosegue il signor Giuseppe – ma abbiamo già delle piccole soddisfazioni. Una catena alberghiera, di quattro hotel di lusso, sta lasciando i fornitori che aveva per far entrare Mamma mia! Abbiamo una rete di agenti che si sono formati in azienda per presentare i nostri prodotti nel migliore dei modi. Non guardiamo e non puntiamo le nostre strategie sul fattore prezzo, In Xerox ho capito che il prezzo è l’ultimo dei fattori da considerare quando c’è un prodotto che ha una qualità indiscussa. Siamo più cari della media perché siamo artigiani; produciamo 3.500 vasetti piccoli e 1.200 grandi al giorno, pur in presenza di un sistema produttivo scalabile che può arrivare, in pochi mesi, a misure completamente diverse. Ma oggi siamo così e, quindi, non possiamo contare su un forte potere contrattuale nell’acquisto dei materiali di confezionamento che hanno un’incidenza importante sul costo finale”.
Una visione trasparente, chiara, di dove si vuole collocare Mamma mia!, sapendo comunque che il prezzo di una crema o una confettura, per caro che sia, è sempre troppo poco rispetto a prodotti che con i cibo non hanno nulla a che fare. Lamentarsi per una confettura che, al massimo, arriva a costare otto euro e non dire nulla per i trenta euro che arriva a costare un involucro di pura plastica per proteggere il cellulare è da stupidi!
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Autore: Guido Parri