Creatività e dimensione onirica

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!


!


! Introduzione Possono i viaggi astrali e i sogni lucidi aprire un nuovo spazio ontologico nel quale dare

libero

sfogo

alla

creatività

individuale? Passiamo buona parte della vita a dormire perché

il

sonno

è

necessario

la

sanità

mentale

salvaguardare

a del

cervello, ed è funzionale a ripristinare le energie, rilassando il corpo per una nuova giornata. Così facendo, si corre il rischio di vivere solo metà della vita che ci è concessa, e soprattutto, rischiamo di vivere la parte più noiosa. La notte, apriamo spazi della nostra

mente

che

di

giorno

sono

inaccessibili, risolviamo con facilità gran parte dei problemi, abbinando conoscenze già presenti nel nostro cervello. La dimensione onirica, amplia ogni nostra facoltà percettiva: annullando i confini tra un senso e l’atro e permettendoci di provare emozioni sinestetiche.


! Ho deciso di affrontare questa tematica perché credo che possa essere una nuova frontiera che permette di sfruttare appieno le potenzialità creative della mente. Il lavoro del creativo, a differenza di quelli tradizionali, non ha orari d’ufficio, si è creativi per tutta la durata della propria vita e non sarebbe male trovare ispirazione nella fase onirica e continuare a progettare durante le ore di sonno. Poeti simbolisti e pittori surrealisti, hanno ricercato le porte d’accesso

di

questa

consumo

di

sostanze

allucinogene,

che

dimensione da

nel

stupefacenti una

e

parte

permettevano la colonizzazione di nuovi territori dell’esperienza percettiva, ma dall’altra,

annebbiavano

la

presa

di

coscienza critica. Le mie ricerche si concentrano sugli studi scientifici di Stephen LaBerge, che escludendo ogni scorciatoia allucinogena, analizzano le esperienze extracorporee, chiamate OOBE (Out of body experience).


! Per comodità in questa sede chiameremo queste esperienze sogni lucidi e dopo una spiegazione sulla loro natura racconterò dei viaggi astrali sull’isola che non c’è (intesa

come

dell’individuo,

spazio

dimensione

evolutivo della

sua

fantasia, mondo in cui tutto è concesso che non si dovrebbe mai abbandonare). James Matthew Barrie scrive che: “C’è un’isola che non c’è per ogni bambino e sono tutte differenti”. Peter Pan e la sua isola hanno innescato in me la curiosità di intraprendere questa ricerca, per cui comincerò da qui la stesura della mia tesina. Giovanni Pascoli insegna che l’età adulta cancella il fanciullino della nostra fantasia, più si cresce e più si perde la capacità di meravigliarsi per le piccole cose. Senza rendermene conto avevo fatto anch’io lo stesso errore lasciando nel dimenticatoio


! gran parte delle abitudini della mia infanzia tra cui: i giochi, i discorsi e i sogni più

strampalati...

Finché

un

giorno,

sfogliando dei libri in biblioteca, mi capita tra le mani “Peter Pan” di J. M. Barrie. L’illustrazione dell’isola che non c’è fu la mia madeleine, che riportò alla mia attenzione una catena di ricordi legati alla mia infanzia, che pensavo di non possedere più. Immerso nella sua lettura cominciai a focalizzarmi su questa parte della mia vita che avevo lasciato andare, cercai di recuperarla attraverso i ricordi, i racconti dei miei genitori, i disegni della mia infanzia e i miei vecchi giochi gelosamente conservati in uno scatolone. Osservavo, smontavo e rimontavo per cercare di capire cosa di questi poteva attrarre la mia attenzione. La più grande rivelazione fu un tema della seconda elementare, “Io e Peter”. “Bravissimo” la valutazione della mia maestra ma per me, ora valeva molto di più.


! Riporto di seguito il terzo paragrafo: “Non è Peter quello delle videocassette, lui è diverso, somiglia a mio cugino Giorgio e lo vedo tutte le notti. L’altro ieri sull’isola abbiamo costruito una nuova casa con il fuoco, poi l’ho lasciato solo perché dovevo andare a scuola e come mi aveva promesso, questa notte l’abbiamo finita con l’acqua”. Le avventure che avevo scritto le avevo sognate realmente, a soli sette anni sono riuscito a fare dei sogni lucidi. Giorgio è un cugino tre anni più grande di me, che vedevo raramente perché con i suoi genitori, per motivi di lavoro era spesso lontano. La videocassetta di Peter Pan – raccontano i miei genitori – mi capitava di guardarla 7/8 volte al giorno. Per questo, spesso, ritrovavo l’isola che non c’è nei miei sogni. Sognavo Peter, ma avevo associato ai suoi comportamenti la figura di mio cugino. Attraverso la dimensione onirica


! riuscivo a mitigare la mancanza di mio cugino e giocare con lui, costruendo case con utensili fuori dal normale (fuoco per costruire e acqua per ultimare). Ero riuscito a prendere consapevolezza nei miei sogni e sfruttavo tutto quello che la mia fantasia mi offriva per agire e modificare la mia isola che non c’è. Al quinto paragrafo scrivo che: “Io e Peter possiamo cambiare tutta l’isola in un secondo quando ci stanchiamo di vederla così, pensiamo cose che ci piacciono e tutto si trasforma davanti ai nostri occhi.” La cosa che più mi stupisce è la lucidità con la quale racconto il mio sogno, mia madre mi racconta che da piccolo non mi piaceva scrivere, ma quando mi svegliavo prima di scendere dal letto appuntavo delle parole su un diario, parole che tra loro non costruivano nessun discorso. Purtroppo


! questo diario non sono riuscito a trovarlo, ma sicuramente saranno stati appunti che mi

aiutavano

a

non

dimenticare

le

avventure notturne. La lettura di questo tema, ha risvegliato una curiosità e un desiderio tale che mi ha portato a fare ricerche sull’esistenza e la possibilità di fare sogni lucidi. Stephen LaBerge, leader nella ricerca e sperimentazione sui sogni lucidi, oltre a dimostrarne

l’esistenza,

conferma

le

notevoli potenzialità. La sua ricerca è basata su esperimenti presso appositi laboratori del sonno, in cui dei volontari vengono monitorati durante le fasi REM. Uno dei principali obiettivi raggiunto è quello di dimostrare sperimentalmente la stretta correlazione esistente fra svolgere un’azione durante lo stato di veglia e il sognarla. Monitorando l’attività cerebrale delle persone sottoposte agli esperimenti, riesce

a

dimostrarlo.

Elemento


! fondamentale per la sua ricerca è la paralisi REM,

che

inibisce

ogni

movimento

corporeo per impedire al corpo del sognante di eseguire le azioni immaginate dal cervello. I sogni non sono un prodotto inconscio, come riteneva Freud, se non fossero esperienze coscienti non potremmo ricordarle. Gran parte del loro contenuto è determinato inconsciamente, ma questo non significa che l’esperienza onirica sia inconscia,

piuttosto,

che

la

persona

addormentata è inconscia dell’ambiente circostante. Nel 1983, il fenomeno dei sogni fu accettato dalla scienza ufficiale e, nel 1988, fiducioso nelle sue convinzioni che i sogni lucidi possano apportare dei benefici all’umanità, LaBerge fondò il Lucidity Institute, con lo scopo di promuovere la ricerca sulla natura e le potenzialità della conoscenza, e di applicare queste ricerche al miglioramento della salute umana e del benessere.


! Per quanto riguarda la funzione dei sogni, LaBerge sostiene che l'essere umano sogna, per lo stesso motivo per cui ha un cervello. Il cervello si è evoluto principalmente per produrre

modelli

del

mondo,

per

analizzare, quantizzare e memorizzare dati, in modo da avanzare supposizioni sulle condizioni future che ci si troverà ad affrontare,

evitando

in

questo

modo

preventivamente ciò che vogliamo evitare che

accada.

Questa

forte

spinta

a

"conoscere l'ambiente per difendersi" ha portato all'attuale sviluppo del sistema centrale in esseri umani, ma anche nei primati; questa stessa spinta ha guidato l'evoluzione del nostro cervello a livelli molto

elevati,

al

punto

che

senza

rendercene conto simuliamo il mondo dentro la nostra testa, scambiandolo continuamente per realtà oggettiva... ma non lo è. Ci guardiamo intorno e vediamo il mondo, spesso inconsapevoli del fatto che quello che vediamo è la realtà che ci indica


! il buon senso. Tutto il sistema cognitivo dell'umano, insomma, è regolato da un concatenamento di sensi, che comunque nulla varrebbe senza le aspettative e le memorie. Ed è appunto sulle aspettative e le memorie che il cervello, durante la fase REM, costruisce un modello del mondo in base a quello che ci aspettiamo, che temiamo, che vogliamo e così via. A questo punto i sogni perdono quello scopo cui erano stati associati; non ci sono significati particolari

da

scorporare,

ma

semplicemente vanno vissuti. La vita è breve e va vissuta al 100%, dormire

senza

consapevolezza,

lascia

sfuggire migliaia di occasioni di crescita personale. I sogni lucidi sono una realtà virtuale ad alta definizione, nella quale è possibile fare qualsiasi cosa, ad esempio ci si può esercitare negli sport, con una realisticità ottenere

altrimenti in

qualsiasi

impossibile simulatore.

da È


! possibile usarli per vincere le fobie come ad esempio esibirsi in pubblico, per cercare soluzioni a problemi di creatività o di carattere tecnico e così via. In questo senso i sogni lucidi possono essere considerati un ottimo ambiente nel quale allenarsi, migliorarsi e crescere. Anni di studi ed esperimenti, hanno portato

LaBerge

a

creare

numerose

tecniche di induzione. Suddivisibili in due grandi famiglie, abbiamo tecniche DILD e tecniche WILD, che si distinguono per il modo di entrare nel sogno lucido. Il primo è l’acronimo di Dream Initiated Lucid Dream, ovvero un sogno lucido che ha origine da un sogno normale nel quale però, vengono riconosciuti uno o più segnali, con conseguente svolgimento di test di realtà. Il secondo è l’acronimo di Wake Initiated Lucid Dream, il soggetto cerca di entrare nel sogno direttamente dallo

stato

di

veglia,

senza

perdita


! apparente di coscienza. Prosegue con le sue ricerche creando anche alcuni dispositivi per l’induzione elettronica dei sogni lucidi (tecniche note come EILD). Si tratta in pratica di maschere da indossare quando si va a letto, in grado, tramite un sistema ad infrarossi, di individuare la fase REM del sonno ed emettere dei flash lampeggianti tarati in modo da non svegliare il soggetto, ma di essere percepibili nel sogno come dei segnali. Fra questi dispositivi troviamo il Dreamlight e il più recente NovaDreamer. Ritengo che sognare lucidamente possa essere l’esperienza estetica più completa. È una percezione extrasensoriale di un mondo irreale presente nella nostra mente che riteniamo emozionante in quanto ogni contenuto è costruito su misura per noi. È uno spazio illimitato, con risorse illimitate e

una

percezione

del

tempo

esponenzialmente superiore rispetto alla realtà.

Questo

perché

esiste

una


! temporalità oggettiva (tempo in cui si dorme) e una temporalità percettiva (tempo percepito nel sogno), quando si sogna, tutto avviene più velocemente perché nella fase onirica il cervello non ha la necessità di mandare nessun impulso al nostro corpo, si limita a far scorrere immagini con una frequenza molto veloce. La particolarità è che il dormiente, ha la possibilità

di

percepire

sensazioni

amplificate nonostante il suo corpo sia paralizzato. Luci, suoni e odori della nostra stanza, durante la fase REM sono sovrastati da colori, note e profumi molto più invadenti nella nostra mente. L’unica falla del sogno lucido sono le emozioni, quando si prende coscienza del sogno, bisogna stare attenti a non emozionarsi, il forte spavento provocato da un incubo, la commozione di riabbracciare un parente defunto o la troppa gioia di rivivere un momento significativo della nostra vita ci fa svegliare di soprassalto. La mente si


! accorge che, attraverso quella memoria, stiamo rivivendo un’impressione emotiva troppo coinvolgente. È come se ci fosse un sistema di sicurezza, che ci sbatte fuori come se fossimo un virus che tenta di accedere a dati sensibili. Di notte possiamo riflettere su qualsiasi cosa ma sarebbe errato cercare nel nostro sonno risposte che non siano già presenti nella nostra mente. Se, ad esempio, guardando la tv dubitiamo di una notizia, non possiamo pretendere

di

chiarire

la

curiosità

sognando di assistere all’avvenimento. Non esiste uno spirito rivelatore che guida i sogni, è la nostra ragione l’unico architetto. Il mondo che costruirò nel sogno resterà sempre la copia di quello visto in tv, arricchito da nostri pensieri e da nostre opinioni sull’argomento. Per questo, la capacità critica, diviene fondamentale anche nel mondo dei sogni perché ciò che troveremo sarà sempre visto dal nostro


! punto di vista soggettivo. Criticare i nostri pensieri

è

più

complicato

perché

difficilmente troveremo discordanza: il sogno dice ciò che desideriamo sentire e a volte ci mostra ciò che gli altri ci consigliano di non vedere. Non abbiamo la possibilità di conoscerci veramente se non durante un viaggio astrale. Spesso la propria immagine di sé è incoerente con quella creata dagli altri, perché mentre noi pensiamo di conoscere la nostra intimità, chi ci circonda si sofferma sui nostri atteggiamenti nei loro confronti. Durante un viaggio astrale, posso conoscermi realmente perché non metto a distanza il corpo che voglio conoscere,

sono

contemporaneamente

dentro e fuori dal mio corpo continuando a pensare. L’autoanalisi è l’unica nuova conoscenza accessibile attraverso la fase onirica, i restanti contenuti sono prodotti da trasformazioni di preconoscenze.


! I sogni non danno accesso a nessun “mondo delle idee” in cui trovare la verità assoluta, il senso della vita… la verità, come sostiene Nietzsche, non appartiene al nostro mondo, quindi che sia vissuto realmente o sognato non fa nessuna differenza. Quella che possiamo trovare è la nostra verità personale, attraverso la frequenza

con

cui

si

presentano

le

immagini possiamo dedurre la nostra posizione sull’argomento e scoprire lati della nostra personalità che non vogliamo accettare coscientemente. Wittgenstein

nel

suo

trattato

logico

filosofico, ci spiega cosa sono i fatti e la loro relazione con il mondo: “Se voglio trovare un fatto che spieghi il mondo non posso cercarlo nel mondo, posso immaginare di conoscere qualsiasi cosa ma non mi avvicinerò mai alla verità. Dobbiamo distinguere il piano della logica, dal piano dell’esistente e dal piano del mistico”.


! Ogni sguardo è giudizio e selezione. Il giusto atteggiamento da assumere è quello fenomenologico, ciò che io conosco e ritrovo nei miei sogni è la proiezione del mio

interno,

vago

nella

mia

mente

spingendo la ragione ad esaminarsi e mostrarmi il suo autoritratto. Husserl sostiene che, per sapere se sto conoscendo esattamente quello che voglio conoscere, occorre fare un processo di epoquè (astrarre tutte le mie capacità logiche per far emergere il fenomeno dell’essere). Il corpo ha prima di tutto una percezione del mondo, e percepisce con una continuità sensoriale: la divisione secondo i 5 sensi è unitamente concettuale. Quando si sogna, per ciascun colore si può udire il suo suono, che diventa più acuto a seconda della sua luminosità. Il timbro varia secondo le caratteristiche dell’oggetto colorato, ma la frequenza è stabile, non ci sono esempi sufficienti per spiegare questo


! fenomeno: potremmo associare il rosso, all’organo di una chiesa, il giallo ad un violino… ma non è così semplice, sono dei suoni che contengono nell’unità di una nota, sinfonie interminabili. La musica del bianco

è

la

melodia

più

completa.

Migliorabile solo da schizzi di nero che pulsano con ritmo travolgente come se uscissero dalla cassa di un subwoofer. I profumi sono indescrivibili, li ricordo con molta difficoltà perché cambiano così velocemente che non riesco ad identificarli. Ribadisco che non c’è nessuna regola universalmente

valida,

mi

limito

a

descrivere i fenomeni sinestetici della mia mente incontrati in un sogno lucido. Ogni rappresentazione della dimensione onirica per noi è uno spettacolo, con l’eccezione

che

attraverso

i

è

la

pensieri

nostra e

mente,

memorie

a

rappresentare delle vicende dinnanzi a noi stessi. Siamo allo stesso tempo attori e


! osservatori dello spettacolo e questo esiste proprio perché l’orizzonte dell’attore si fonde con quello dell’osservatore: creando un orizzonte ermeneutico complementare. Mi piacerebbe tanto poter entrare nel sogno di un non vedente, per conoscere la sua capacità percettiva, probabilmente il mondo della sua mente è plasmabile: cambia e si adatta alle sue esigenze reagendo ai suoni. Anche il mondo dei sogni nella mente di una persona sorda sarebbe un viaggio molto istruttivo: la compensazione

fisiologica

permetterà

magari ai colori di comunicare con flash luminosi

che

lampeggiano

con

intermittenza. Ogni sognante ha il suo modo di vedere perché ogni osservazione implica una deformazione dell’osservato. Nel film “Inception” Leonardo di Caprio riesce attraverso un congegno elettronico ad accedere nel mondo dei sogni di altri individui dormienti. Chiaramente questa è


! pura fantascienza, ma se ciò fosse possibile, i sogni sarebbero i musei più visitati. Merleau Ponty direbbe che, come il pittore, anche il sognante si dà con il suo corpo e, attraverso il suo sogno, ci fa vedere il suo mondo (che non può che differenziarsi dal nostro). Ogni mente è una “Città di Calvino” con suoi colori, ambienti, odori, voci e rumori dei propri strani abitanti, sentieri segreti e inesplorati… Da quando ho scoperto questa nuova dimensione,

mi

riesce

difficile

addormentarmi normalmente, i viaggi astrali sono una rivelazione che non ha precedenti.

Una

sorta

di

elemento

aggiuntivo, un plugin per la mente, un App che ogni creativo non può evitare di provare almeno una volta. Ho partorito le migliori idee in astrale, ad esempio per progettare un logo per un parco naturale: ho passato tutta la sera a sfogliare pagine di riviste, scaricare immagini di animali e


! vegetazione di ogni tipologia; poi mi è bastato chiudere gli occhi e, mantenendo la concentrazione sul mio progetto, aspettare che il corpo rilassato si addormenti. Pian piano pensieri e immagini cominciano a prendere forma diventando sempre più nitide, inizialmente è solo un gioco di ombre che si addensano e si distaccano cambiando

forma,

ma

lentamente

cominciano a comparire delle lucciole colorate

che

l’ambiente

vanno

ad

circostante.

illuminare La

scena

completamente illuminata, segnala che si è entrati nella fase REM del sonno, il corpo è immobilizzato

dalla

mente

e

nessun

rumore può svegliarlo. Da questo momento in poi qualsiasi nostro pensiero diventerà materia davanti ai nostri occhi. Nel mio caso che stavo continuando a pensare al mio logo, mi ritrovai circondato da querce secolari. Provai a focalizzarmi sulle foglie, sulla corteccia, immaginarne i cambi di stagione, guardarle con la luce dell’alba e


! del tramonto… Tutto con una facilità e velocità estrema. Poi provai a tinteggiarne la base con alcuni funghi, feci passare un cerbiatto che si posizionò in posizione fotogenica

e

ripensai

ai

colori

dell’autunno… Il sogno continua finché non suona la prima sveglia (senza sveglie rischierei di fare troppi sogni e dimenticare da dove sono partito), apro gli occhi prendo la mia moleskine e comincio ad abbozzare uno il mio logo e appuntare alcuni dettagli per poi dormire veramente. Le idee possono venire anche di giorno, ma ci vuole molto più tempo e dedizione, non è facile isolarsi da ogni distrazione e progettare full immersion, c’è sempre la notifica, il messaggio o il desiderio che disturbano il nostro lavoro. Inoltre di giorno i nostri pensieri non sono lucidi come la notte, per stamparli e congelarli davanti i nostri occhi abbiamo l’esigenza di rappresentare e colorare sui fogli o


! fotografare e manipolare al computer. Entrambe le strade portano a destinazione, ma

con

tempi

e

sprechi

d’energie

decisamente diversi. Se progetto in astrale, mentre creo, il mio corpo si riposa ugualmente, se progetto nel modo più tradizionale, invece posso passare anche ore a schizzare e strappare fogli senza avere la certezza di aver trovato l’idea vincente, perché magari non sto riuscendo a visualizzarla per bene nella mia mente. Mi è capitato di progettare qualsiasi cosa sull’isola che non c’è, locandine, storyboard di spot pubblicitari, arrangiamenti sonori… perché risparmiare tempo al giorno d’oggi è il miglior guadagno e l’esperienza astrale è la soluzione più funzionale. Le ricerche dimostrano che i sogni lucidi non compromettono nessuna funzione della nostra mente o del nostro corpo (che continuerà a dormire ignaro di ciò che stiamo provando). L’unico rischio è la


! dipendenza da fase onirica, chi cerca nel sogno di rivedere i propri parenti defunti, passare del tempo con un amore ora perduto o rivivere situazioni piacevoli della propria infanzia, potrebbe confondere il giorno con la notte e ritrovarsi assuefatto dalla dimensione onirica tanto da andare a letto per risvegliarsi nella vita ricreata dalla sua mente. Questo comporterebbe una chiusura in sÊ stessi, un rifiuto di relazioni realistiche a favore di relazioni fittizie costruite in maniera astrale. Per fortuna le emozioni controllano questo rischio, e ci sbattono fuori dal sogno ogni qualvolta tentiamo di addentrarci in questi ambienti. I sogni lucidi rappresentano l’esperienza estetica piÚ coinvolgente e illuminante della mia vita che mi hanno permesso di sviluppare un nuovo iter progettuale che garantisce risultati ottimali e una riduzione esponenziale degli sprechi di tempo. Di giorno riesco a concentrarmi sullo studio e


! sulle ricerche per i miei progetti, per poi accogliere l’insight durante la fase onirica e modificarla al mio risveglio, il giorno successivo. Per insight, intendo il colpo di genio creativo, l’idea vincente che di giorno può arrivare solo quando si è distratti e si smette di pensarci. Per quanto riguarda la conoscenza di materiale universitario, un forte dosaggio di letture (anche se di discipline diverse tra loro) tende ad uniformarsi nella fase onirica. Accade ciò perché la mente di notte, ordina e riorganizza le conoscenze ricevute catalogando e confrontandole tra loro. Se assistiamo a questi collegamenti risulta più facile consolidare le proprie conoscenze e focalizzare i punti di contatto tra le discipline.


!

Riporto qui affianco la Madeleine senza la quale non avrei mai riscoperto ricordi e abitudini della mia infanzia.


!


! Il tema, che mi ha portato nel meraviglioso viaggio astrale sull’isola che non c’è, termina come di seguito:

A distanza di 12 anni, riformulo la mia affermazione:

“continuerò

sempre

a

cercare, progettare e visitare l’isola che non c’è perché è il posto più bello in cui allenarsi, migliorarsi e crescere”.

_____________________________ Bibliografia “Sogni Coscienti” di Stephen LaBerge – 1988 “Peter Pan” di James Matthew Barrie – 1911 Filmografia “Inception” film di Christopher Nolan – 2010


!


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