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Febbraio 2011 www.gpmagazine.it
Le interviste MATIA BAZAR GIOVANNI NUTI VALERIA GRACI FABIO GEDA SIMON DIVINE BARBARA DE RIGO PAOLO BERNARDINI MORENO AMANTINI SELVAGGIA HADDAJI
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LA COPERTINA Michela Andreozzi: “A letto dopo Carosello”
Valeria Graci 110
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MONDO E POPOLI Namibia
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LO SAPEVATE CHE... Matteo Manassero
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STORIE E PERSONAGGI Fabio Geda: “Nel mare ci sono i coccodrilli”
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VIVERE E ABITARE Gli orologi
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MODA - Sofia Retro Bazar - La cintura: Regina degli accessori - Simon Divine: Il fotografo italiano amato dalle celebrities
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MODA E ARTE “Who the hell are you”
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SALUTE E BENESSERE
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Fabio Geda 26
- Prof. Fabrizio Trecca: Malattie e qualità della vita
EROS Tradire perché
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TV E SPETTACOLO Selvaggia Haddaji: Dal Giappone con furore
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RADIO Moreno Amantini: Il re del gossip va on air
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DONNE E IMPRENDITORIA 71 Barbara De Rigo: Nata e cresciuta a pane e occhiali GUSTO Magna Magna raddoppia Guido Gobino: L’arte de cioccolato
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ARTE Mauro Stampatori
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Selvaggia Haddaji 64 Paolo Bernardini 107
Matia Bazar 114 Giovanni Nuti 117
CINEMA 107 - Paolo Bernardini: “Cascasse il mondo farò l’attore” - Valeria Graci: “Sognando Ferzan Ozpetek” MUSICA - Matia Bazar: “Vogliamo sorprendere” - Giovanni Nuti: Poesia in musica
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di Alessandro Cerreoni
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La qualità de I Granai: un pezzo indimenticabile della tua storia traccetrade.com
iziana Ferrario reintegrata alla conduzione del TG1 delle 20. Mario Rossi trasferito di reparto. Giuseppe Bianchi licenziato. Salvatore Esposito sollevato dal suo incarico e messo a fare altre cose. E' la fotografia del mondo del lavoro in Italia. Da una parte c'è un giudice che interviene e capovolge la scelta di un direttore – discutibile o meno, non sta a noi giudicarlo – dall'altra ci sono migliaia di lavoratori che vengono messi da parte, trasferiti, licenziati o utilizzati per altri incarichi, spesso di minor prestigio, senza che nessuno intervenga. Nel nostro Paese esistono figli e figliastri. I primi sono quelli che “guai a toccarli”, gli intoccabili. I secondi sono i figli di nessuno, quelli a cui si può fare di tutto perché tanto non fanno notizia e non c'è un giudice che li tuteli. Nel mondo del lavoro ogni datore decide come impiegare il proprio personale, in funzione del bene della propria azienda, salvaguardandone il compenso, le condizioni di salute e la professionalità. Ora, una brava giornalista che, dopo tantissimi anni di conduzione, viene tolta da questo incarico non dovrebbe essere uno scandalo. Invece in Italia lo è. Perché, dietro a questa decisione del direttore di testata, Augusto Minzolini, qualcuno ha voluto vederci i soliti fantasmi politici. Nessuno, però, è andato a verificare se la scelta sia stata dettata dal desiderio di proporre volti nuovi al pubblico. Potrebbe essere questo il motivo, chissà. Ormai anche un telegiornale è considerato un programma televisivo come tutti gli altri, dove ogni tanto è necessario cambiare gli “attori”. E' inutile che ci scandalizziamo. E' come voler vedere il mondo con gli occhi foderati di prosciutto. Un telegiornale contribuisce a fare audience e i conduttori possono diventare celebri come il protagonista di una soap opera o di una fiction. Non siamo ipocriti, è la televisione moderna! D'altronde ne abbiamo visti diversi di telegiornalisti diventare showman o altro. Eppure, è successo che il Tribunale ha deciso di restituire la conduzione del TG1 delle 20, mica quello della mattina, delle 13.30 o di mezza sera, a Tiziana Ferrario. No, quello più visto. Quello che dà fama e notorietà. Quello che ti fa diventare famoso quasi come un divo di Cinecittà. Come se la professione giornalistica nel suo codice etico abbia anche questi fini. A questo punto dovremmo aspettarci che un giorno un giudice imponga all'Inter di riaffidare la panchina di allenatore della prima squadra all'esonerato Rafa Benitez, oppure obblighi una qualsiasi società di calcio a far giocare titolare tizio o caio. Siamo alla follia più pura ormai. Dirigenti e direttori non sono più liberi di decidere su come utilizzare un dipendente e di fare le scelte aziendali che ritengono più opportune. D'altronde alla Ferrario lo stipendio non è mai mancato, così come il caldo e comodo ufficio della redazione di Saxa Rubra e nessuno le ha mai chiesto di andare a lavorare alla mensa della Rai. Allora perché tutto questo clamore? Forse ha pagato per le sue idee politiche diverse da quelle del suo direttore? Non sta a noi stabilirlo né insinuarlo. Non ce l'abbiamo con la brava Tiziana Ferrario, è il sistema che non ci piace. Resta il fatto che la decisione del Tribunale può rappresentare un precedente. Anzi, a questo punto pretendiamo che sia proprio così, un precedente che faccia giurisprudenza, perché anche il muratore che un giorno dovesse ritrovarsi, per decisione del suo capocantiere, a impastare cemento, ha tutto il diritto di tornare a tirare su muri mattone dopo mattone come faceva prima. Oppure un dipendente di un supermercato può richiedere di tornare al reparto prodotti per animali dopo essere stato spostato dal proprio direttore al reparto detersivi. Roba da matti!
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E’ uno dei personaggi attuali più originali della tv e della radio, sta cavalcando il successo dello spettacolo teatrale “A letto dopo Carosello”. Dopo la grande affluenza di pubblico al Teatro 7, torna a grande richiesta dal 24 al 30 gennaio presso il Nuovo Teatro Ambra Jovinelli. Oltre al programma radiofonico quotidiano “Brave Ragazze”, in onda ogni giorno su Radio2 con Federica Gentile, adesso dopo “Distretto di Polizia”, Michela non si discosta dall’ambiente perché è nel cast de “Il Commissario Manara”
andreozzi “A LETTO DOPO CAROSELLO” 8Gp
la copertina di Silvia Giansanti
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on per cadere nella retorica ma Michela è una di quelle persone che se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Giuro che una donna così non l’avevo mai incontrata, fin quando casualmente siamo capitate entrambe per un periodo nel palinsesto di Radio2 e addirittura ci davamo il cambio. La Andreozzi è poliedrica, simpatica, ironica, buffa, spiritosa, un’artista completa e unica nel suo genere. Da vicino, questa brava professionista trasmette molta solarità e si ha come l’impressione che viva in un mondo tutto suo. E’ cresciuta con i miti della tv in bianco e nero degli anni ’70 e oggi è molto gradita dal pubblico delle serie televisive. Il teatro è stata la sua spinta che le ha portato tanta fortuna e le ha dato la carica giusta. E si è visto,
vita. Ricordo che lavoravo in un ufficio come discografica e non avevo sviluppato nessuna autonomia. A metà degli anni ’90 ho iniziato a seguire certi pensieri e certe filosofie, che permettono di avere una grande fiducia in se stessi. Da lì ho deciso che avrei dovuto rischiare in prima persona, mettendomi in gioco. Ho preso in mano la mia vita; ho percepito questo cambiamento dentro che si è visto anche fuori, secondo i princìpi buddisti”. Tornando al tuo primo amore, cosa rappresenta per te il teatro? “La completezza come artista. Come tutti gli attori, ho trovato difficoltà nell’ottenere dei ruoli e allora ad un certo punto ho deciso che quello che non mi affidavano, lo dovevo fare da sola attraverso il teatro ed è stata la fortuna anche
mondi, che si sono uniti, hanno fatto scoccare la scintilla, anche in virtù del fatto che abbiamo due caratteri diversi, solo l’ironia ci unisce”. Visto che interagite con gli ascoltatori anche tramite sms, qual è il più curioso che avete ricevuto? “Una volta abbiamo trattato il tema sulle ‘cougar’, conquistatrici adulte in cerca di ragazzi giovani. Ci ha scritto un’ascoltatrice di quasi cinquant’anni che sta con un ragazzo di trenta, rimproverandoci perché il suo ragazzo, in ascolto, da allora ha iniziato a chiamarla ‘coguara’. Ci ha scritto scherzando, vi odio! Abbiamo dato una definizione ad una persona che non sapeva di essere tale”. Provi più emozioni in teatro o in radio? “In teatro è un’emozione pura,
dato il grande successo riscosso con il nuovo spettacolo “A letto dopo Carosello”. Michela è pronta a bissare dal 24 al 30 gennaio questa volta presso il nuovo Teatro Ambra Jovinelli alla Garbatella a Roma. Michela, da dov’è nata la voglia di lavorare in questo campo? “Dall’esperienza che feci a otto anni nel teatro della scuola che era gigantesco. Da lì non ho mai smesso”. Com’eri da bambina? “Come adesso. Esuberante ma completamente incosciente”. Qual è stata però la scintilla che ha messo in moto la tua attività? “Il momento determinante credo sia stato dovuto ad un momento personale. Ad un certo punto sono diventata buddista, mi sentivo a disagio in quel periodo della mia
dello spettacolo che stiamo portando adesso avanti presso il Teatro 7 ‘A letto dopo Carosello’”. Negli anni ’70 andavi a letto dopo il Carosello? Eseguivi ciò che ti era imposto dai genitori? “Sì, ero una bambina obbediente, ma poi sbirciavo dalla porta della camera i programmi notturni”. Parlando del programma radiofonico “Brave Ragazze”, dov’è la chiave del successo? “Io e Federica Gentile abbiamo unito due mondi e due modi di intendere la vita diversi. La mia collega è un’iperattiva, è una madre con duemila interessi e una grande professionista, mentre io sono un’artista che fa una vita che dà possibilità ogni tanto anche di perdere tempo. Anche ad esempio nel rapporto con gli uomini, siamo diverse. Secondo me questi due
mentre in radio provo un senso di libertà”. Hai lavorato in passato ne “La Squadra” e adesso sei approdata a “Distretto di Polizia”. Ecco, che differenze hai notato tra i due ambienti polizieschi? “Il primo è più vicino alla realtà, perché facevo la poliziotta mentre nel secondo sono stata una cantante, ho avuto ruoli diversi. Devo dire però che la differenza sostanziale sta nella napoletanità e nella romanità dei due prodotti”. Tu vorresti essere apprezzata per cosa? (Sorride) “Per la bellezza, non mi dite che sono intelligente, ma bella!”. Qual è il periodo della tua vita che ti porti nel cuore? “Gli anni delle elementari che hanno contribuito a formare il mio
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chi è michela andreozzi
gusto artistico, come già detto prima. In quel periodo c’era la tv in bianco e nero con Raffaella Carrà, Loretta Goggi, Franca Valeri, Bice Valori e tanti altri grandi personaggi”. Sai che molti sono nostalgici del duo Gretel & Gretel? Esiste un possibile ritorno? “Perché no? C’è una bella unione tra me e mia cugina Francesca, che adesso sta insieme a Max Giusti”. Parlando del nostro lavoro artistico, a volte le persone fanno fatica a comprenderne i meccanismi rispetto ai lavori più comuni. Ecco, qual è stata la domanda più sciocca che ti è stata rivolta? “Mi è capitato che mi chiedessero
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dove leggessi le battute quando giro i film. Ho risposto che non le leggevo da nessuna parte, perché le so a memoria. Oppure, ci sono quelli che mi chiedono come faccia a ricordarmi tutto e se ho un suggeritore. In realtà per noi attori è solo una questione di allenamento. E quello che mi fa più rabbia è che nonostante tutti sappiano che lavoro in teatro, mi chiamano alle otto del mattino, che invece per me in realtà è come se fossero le cinque”. Sei contornata dal successo e dalla bellezza. Ti manca ancora qualcosa? “Sì, sto ancora cercando di innamorarmi ma non ci riesco, quindi se qualcuno ci vuole provare....”.
Michela Andreozzi è nata a Roma il 4 luglio sotto il segno del Cancro con ascendente Vergine. Michela caratterialmente si definisce esuberante e affidabile. Ha l’hobby del découpage e del cucito. Tifa per il Napoli e adora il sushi. Vive a Roma e una città dove le piacerebbe vivere è Berlino. Non possiede più animali e in questo momento sta serenamente divorziando. Non ha figli. La carriera di Michela è partita negli anni ’80 in televisione, iniziando a lavorare nelle redazioni di programmi come “Domenica In” e “Non è la Rai”. Molti anni dopo, nel 1996 ha creato il duo comico Gretel & Gretel con Francesca Zanni, trovando il successo e la partecipazione a varie trasmissioni tv e radiofoniche (RDS). Nel 2002 quest’avventura è finita e Michela ha deciso così di proseguire da sola la carriera di attrice, prendendo parte a lavori come “Via Zanardi 33”, “Un posto al sole”, “Diritto di difesa”, “Don Matteo”, “Crociera Vianello”, “Un amore di strega”, “La Squadra”, “7 vite”, “Distretto di Polizia 9” e “Il Commissario Manara”. Numerose sono anche le opere teatrali dove Michela è stata impegnata: “Dov’è finita Cenerentola?”, “Dramma della gelosia”, “Punto e a capo”, “Nemici di casa”, “Doppiacoppia”, “Perché non rimani a colazione?”, “A cuore aperto”, “L’inquilina del piano di sopra” e “Cose di casa”. Parallelamente all’attività di attrice, Michela è stata anche autrice in opere come “Sesso chimico” e “La festa”, realizzando anche regie teatrali. Adesso è in scena con lo spettacolo “A letto dopo Carosello”, diretto da Paola Tiziana Cruciani e in onda su Radio2 in “Brave Ragazze”, accanto a Federica Gentile. In ambito cinematografico, dopo aver partecipato ad alcuni cortometraggi, ha recitato nel cast di “Basilicata coast to coast”, un film di Rocco Papaleo e “Quella che non sei”, opera prima di Massimiliano Bruno con Paola Cortellesi.
mondo e popoli di Veronique Haentjens
E’ uno dei luoghi meno noti del continente africano ma uno dei più belli. Un territorio immenso con poco più di due milioni di abitanti, la Namibia rappresenta una meta che ogni viaggiatore dovrebbe raggiungere
fronte ad una distesa di capanne, fatte di lamiere luccicanti sotto il sole e appoggiate sulla terra rossa, che è in netto contrasto con gli edifici eleganti e i castelli costruiti dai tedeschi in città. Ciò dimostra che, sebbene la ricchezza del Paese sia riservata ad una classe sociale ben definita, la dignità umana è un valore da cui non si può prescindere. ETOSHA NATIONAL PARK E’ uno dei parchi più grandi del mondo. Per godere pienamente della fauna che popola l’Etosha ci vogliono almeno tre giorni, percorrendo in lungo e in largo la savana e i boschi di mopane. A differenza di molti altri, compreso il Parco Kruger in Sudafrica, l’incontro ravvicinato con ogni sorta di animali non richiede ore di attesa. Sono ovunque e osservarli in tutta tranquillità è elettrizzante. Fermarsi vicino alle pozze d’acqua e vedere branchi di elefanti, leoni, springbok, giraffe, zebre, gnu, kudu, impala dal muso nero, rino-
ceronti neri, struzzi e tanti altri che vengono ad abbeverarsi e rinfrescarsi è una sensazione indicibile ed è anche il modo migliore per osservare i loro comportamenti, a volte più civili degli uomini. IL DAMARALAND E’ una regione del nord-ovest della Namibia in cui si trovano distese desertiche con il massiccio del Brandberg (la montagna più alta della Namibia, 2573 metri), che affascina soprattutto al tramonto quando il sole fa sembrare il versante occidentale un vulcano in eruzione di un rosso vivo. I panorami selvaggi sono di rara bellezza ed ogni angolo è diverso e motivo di meraviglia. A Twyfelfontein si possono ammirare i petroglifi risalenti a circa 6000 anni fa. Molte incisioni rappresentano animali con le loro tracce, specie quasi scomparse da questa zona. Un sito diventato riserva naturale nel 1986 e da tre anni è entrato a far parte del
UN PAESE ALL’AVANGUARDIA NEL PANORAMA AFRICANO
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e in pochi sanno localizzare sulla carta geografica questo Paese è perché non se ne parla. Non ci sono guerre civili, attentati o altre vicissitudini che attirano l’attenzione del mondo. La Namibia è tranquilla, pulita, civile e oserei dire anche ricca, sebbene non tutti i namibiani usufruiscono di questa ricchezza. Oltre all’entusiasmo di andare incontro al suo popolo formato da diverse etnie, la varietà del paesaggio ci lascia stupefatti. Mutevole e dai colori sempre differenti, nemmeno la tavolozza di un pittore sarebbe così provvista di tante tonalità, dalle scalette di verde al giallo, di beige al marrone, di arancione al rosso passando per lunghe distese di bianco abbagliante. Un paese poco popolato dove è più facile incontrare animali che esseri umani. Si viaggia per lo più su strade sterrate e la polvere è in ogni luogo. Si esplorano distese sconfinate dove regna il silenzio, spezzato solo dai versi degli animali e dal sibilo del vento. E’ anche il Paese dei termitai
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progettati a volte in modo futuristico, da veri architetti e degli enormi nidi che pendono dagli alberi dove varie famiglie di uccelli vivono come in un condominio. Si vive in simbiosi con una natura selvaggia che non può lasciare indifferenti WINDOECK Assomiglia più ad una città di provincia nonostante sia la capitale. Dal punto di vista architettonico, l’influenza del dominio tedesco è tuttora visibile, sebbene sia passato quasi un secolo. Girovagare per la città è il modo più semplice per respirare l’atmosfera multietnica che la caratterizza. Spingendosi fino alla periferia nord-ovest della città, si può vedere l’equivalente della Soweto Sudafricana, ossia un sobborgo dove la popolazione nera più disagiata è stata costretta (dal governo sudafricano) a trasferirsi. Chiamata “Katutura” (in lingua herero significa “non abbiamo residenza fissa” o “posto in cui non vogliamo stabilirci”), questa riserva è sorprendentemente curata, pulita e tranquilla. Ci si trova di
Il servizio fotografico è stato realizzato da Veronique Haentjens
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Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Nei dintorni, la Montagna bruciata si presenta come una collina nera di scorie vulcaniche. Lo scenario è desolante e si ha l’impressione di essere gli unici sopravvissuti di una catastrofe naturale. A pochi passi il paesaggio cambia totalmente e ci si trova di fronte all’Organ Pipes, una piccola gola nella quale si elevano colonne di dolerite (basalto a grana grossa) che sembrano formare un organo di canne. Con un po’ di fantasia, si può quasi udire un suono musicale spezzare il silenzio che ci circonda e il desiderio di abbandonarsi in
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un ballo avvolgente in mezzo al nulla è forte. Non tralasciare la visita alla Foresta Pietrificata, dove tronchi d’alberi, vecchi di circa 260 milioni di anni, sono ormai pezzi pietrificati di ossido di ferro o di silice con tanto di corteccia e di anelli. LA COSTA ATLANTICA Lasciando la zona desertica si prosegue verso la costa atlantica (Namibia centrale) fino a raggiungere la Skeleton Coast: Un tratto di costa insidioso dove, in passato, molte navi si sono arenate a causa della nebbia e delle secche sabbio-
se. Ancora oggi si possono scorgere scheletri d’ imbarcazioni in riva al mare. Swakopmund, nota località di villeggiatura degli africani e tedeschi è una cittadina sorprendente. Fuori dagli schemi africani, sembra di essere stati catapultati all’improvviso in Europa. Se non fosse per la presenza di enormi distese di dune di sabbia che circondano il mare, Swakopmund potrebbe trovarsi ovunque con le sue costruzioni coloniali, i suoi alberghi eleganti che offrono ostriche a colazione, i negozi raffinati che propongono di tutto compreso pietre (ametista, quarzo, ecc.) ven-
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dute al chilo. Passeggiare tra le vie della città e sul lungomare è il miglior modo per scoprirla ed apprezzarla. A 30 chilometri, la laguna di Walvis Bay è il porto da dove si può prendere un’imbarcazione e navigare per avvistare otarie e cormorani che saliranno a bordo lungo il tragitto, delfini e stormi di fenicotteri. Ci si avvicina all’Isola degli Uccelli, una piattaforma di legno dove nidificano gli uccelli marini. Durante la navigazione, il capitano offrirà ostriche e ottimo spumante sudafricano. Una
per scoprire la welwitschia, una specie particolare imparentata con le conifere e scoperta dall’austriaco Friedrich Welwitsch nel 1859. Le sue due foglie vengono sbrindellate in più parti dal vento nel corso degli anni e formano una pianta dal fogliame ricco che può raggiungere i 2 metri di diametro. Considerare che molti esemplari hanno persino 2000 anni è sconcertante e fa pensare che alcune sue sostanze non siano gradite agli animali.
giornata diversa, senza polvere né deserto sconfinato. Solamente acqua con intorno un mare di sabbia. Uno scenario intrigante da non perdere. Per gli sportivi, provare l’ebbrezza di scivolare con il sandboard (snowboard) dall’alto di una duna di sabbia, sarà un’esperienza unica. IL NAMIB-NAUKLUFT PARK Il deserto più antico del mondo è una sorpresa costante. Si attraversano zone semi desertiche e desertiche con panorami sempre diversi. Il luogo più affascinante è senza dubbio Sossusvlei, una valle prosciugata contornata da dune di sabbia alte fino a 300 metri. Per arrivarci, si passa davanti alla Duna 45, famosa in tutto il mondo per lo sfondo di molti spot pubblicitari. Scalarla richiede una buona forma fisica, ma la vista dall’alto è
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impareggiabile. Ancora più forti sono le emozioni che si provano camminando in mezzo al mare di sabbia e arrampicandosi sulle dune (molto faticoso). E’ necessario farsi accompagnare da una guida, si perde facilmente il senso dell’orientamento e si ha la percezione che non ci sia una via d’uscita. Sabbia ovunque dal colore in continua evoluzione a seconda della luce e del sole fino a raggiungere un rosso intenso accecante, dune mobili che vengono modellate dal vento, alberi inceneriti in mezzo a pozze di fango secco di un bianco candido. Un paesaggio marziano che toglie ogni cognizione. Solo tracce del passaggio di animali durante la notte indicano a chi appartiene questo regno fiabesco. Dal punto di vista botanico, vale la pena fare una deviazione nelle pianure a nord del deserto del Namib
IL KALAHARI Il deserto del Kalahari si sviluppa attraverso sette paesi, Namibia, Angola, Zaire, Zambia, Zimbabwe, Botswana e Sudafrica. In Namibia si estende da nord a sud nell’est del paese ed è semi desertico con alberi e fonti d’acqua. Percorrerlo su strade polverose significa sentirsi isolati dal resto del mondo se non fosse per la grande varietà di animali che si incrociano di continuo. Viaggiare attraverso distese sconfinate di argilla rossa con miraggi che appaiono all’orizzonte è una sensazione insieme inquietante e affascinante. Una parte della Namibia che non offre molto e di conseguenza spesso ignorata dai pochi turisti, ma non priva di attrattiva. La Namibia è un viaggio fuori dalle mete turistiche. Un’esperienza da conservare gelosamente nei cassetti della memoria per poterli riaprire nei momenti opportuni, quando la nostra vita frenetica e caotica vi farà rimpiangere il silenzio e gli spazi infiniti di questo paese pieno di fascino.
lo sapevate che... di Cristiano De Masi
E’ una rubrica nata con lo scopo di farvi conoscere in maniera diversa i personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo che ogni giorno sono acclamati da folle di ammiratori ma che nella vita reale sono persone normalissime con pregi e difetti. Per questo motivo attraverso una serie di notizie effervescenti, divertenti e a volte anche “cattive”, cercheremo di darvi un’idea del mondo che li circonda
L’Harry Potter del golf
Matteo Manassero Lo sapevate che… Matteo Manassero è Nato a Verona, in data 19.04.1993, comincia a giocare a golf da quando aveva 3 anni e mezzo. Lo sapevate che… Nel 2009, a soli 16 anni, accede alla ribalta internazionale vincendo il prestigioso The Amateur Championship, uno dei 2 maggiori tornei per dilettanti, diventando il più giovane vincitore di sempre nella sua categoria e garantendosi l'invito al torneo The Open Championship, giocando a fianco di nomi del calibro di Tom Watson e Sergio Garcia. Lo sapevate che… Il 9 aprile 2010 Manassero ha battuto il record di Bobby Cole (Sud
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Africa), che resisteva dal 1967, divenendo il più giovane giocatore di sempre a passare il taglio, qualificandosi per i due giri finali del Masters di Augusta, all'età di 16 anni, 11 mesi e 22 giorni. Lo sapevate che… Il 24 ottobre 2010, a soli sei mesi dal passaggio a pro, Matteo Manassero vince il torneo di golf "Castello Masters" in Spagna diventando a 17 anni, sei mesi e cinque giorni il piu' giovane vincitore di una prova dell' European Tour, superando il neozelandese Danny Lee, che nel febbraio 2009 vinse il Johnnie Walker Classic a Perth, in Australia. Lo sapevate che… Matteo Manassero è un grandissi-
© Le foto di Matteo Manassero sono state gentilmente concesse da Kika Press
mo tifoso del Milan e dice che torneranno grandi. Ma soprattutto ammira il grandissimo campione spagnolo di tennis Nadal. Dice: “Sono un ragazzo normale, come tanti, con l'amore per il golf, sport in cui spero di fare cose grandi, indimenticabili”. Lo sapevate che… Il quotidiano inglese Telegraph qualche giorno fa scriveva: “Matteo Manassero riesce a farci dimenticare Tiger Woods”. La sapevate che… Oltre alle vittorie sul campo è stato infatti scelto come testimonial dalla Rolex, marca di orologi che da sempre è molto attenta e critica sui nomi a cui viene affidata l’immagine del proprio marchio. Un percorso che ricorda da vicino quello di un altro golfista, Tiger Woods, a sua volta testimonial della marca di orologi e protagonista di una carriera densa di record. La sapevate che… Qualcuno lo chiama "Matteo il Predestinato" mentre altri "Matteo l'Harry Potter del golf" per le magie che compie con la pallina.
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chi è fabio geda
storie e personaggi di Alessandro Cerreoni
“NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI”
E’ un giovane scrittore torinese ricco di talento. Lo abbiamo incontrato al Circolo dei Lettori di Torino. Partendo dal suo ultimo libro, che racconta l’incredibile storia di Enaiatollah Akbari, un ragazzo afgano di 21 anni, tocchiamo temi come l’immigrazione e l’asilo politico, senza perdere di vista la sua passione per la scrittura e questo sempre più crescente fermento letterario che anima il capoluogo piemontese
fabio E
naiatollah Akbari è un ragazzo afgano di 21 anni. La sua storia è incredibile, dura, eccezionale ed emozionante. Aveva meno di dieci anni quando sua mamma, di notte, dopo averlo portato in Pakistan, lo lascia solo nel tentativo disperato di farlo fuggire da un destino segnato. Lui, di etnia hazara, una minoranza di origine mongola, rischia di essere ucciso dai talebani. In quell’abbandono forzato c’è tutto l’amore e la disperazione di una madre. Da quel momento per Enaiatollah inizia un lungo viaggio, durato diversi anni, che lo porta ad attraversare l’Iran, la Turchia, la Grecia per arrivare fino in Italia, a Torino, città dove oggi vive e lavora dopo essere stato affidato ad una famiglia. In questo lungo viaggio il giovane afgano rischia più volte di essere risucchiato da un destino infame. Ma ce la fa. Un giorno gli capita di incontrare Fabio Geda, un giovane scrittore torinese, e decide di raccontare a lui la sua storia, da mettere su un libro per donare questa preziosa memoria ai lettori. E così, appassionandomi a questa storia, dopo essere stato coinvolto nella lettura di questo libro, intitolato “Nel mare ci sono i coccodrilli”, decido di incontrare Geda direttamente nella sua Torino. L’appuntamento è all’ora di pranzo al Circolo dei Lettori di via Bogino 9. Mi viene incontro all’ingresso del circolo, fatto di sale di lettura, di luoghi di incontro e di tanti libri. Ci serviamo un piatto veloce a base di verdure e cous cous. A
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dir la verità nel buffet è rimasta poca scelta, naturale conseguenza dell’usanza piemontese di pranzare presto. All’una e mezza inoltrate non resta che accontentarsi. E noi ci accontentiamo felicemente. Ci sediamo e con la forchetta in mano inizia la nostra chiacchierata-intervista. Fabio, parlami di te, di come nasce la tua passione per la scrittura. “Ho sempre amato molto le storie. Nei miei interessi non ci sono però solo la letteratura e i libri, ci sono anche il cinema, il teatro, la fotografia e la musica. Dai 15 ai 30 anni credo di aver praticato tutto di questo. E in mezzo a ciò scrivevo. A quel punto mi ero reso conto che era meglio fare una cosa sola e così ho scelto la scrittura. Contemporaneamente ho fatto l’educatore e attraverso questa esperienza ho capito di essere circondato da storie incredibili di ragazzi. Ho cominciato a provare a scrivere. Quando nel 2007 è uscito il mio primo libro ‘Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani’, mi sono reso consapevole che potevo fare narrativa partendo dalla mia vita e da quella dei ragazzi. Ed è nato così il secondo, ‘L’esatta sequenza dei gesti’, ambientato in una comunità”. Come è avvenuto poi l’incontro con Enaiatollah? “L’ho incontrato durante una presentazione del mio primo romanzo. Eravamo al Centro Interculturale di Torino, dove ero stato invitato a parlare del mio libro, e insieme a me era stato invitato anche un ragazzo di 17 anni per raccontare la sua storia. Questo ragazzo era proprio Enaiat. Così ci siamo
incontrati e conosciuti”. E come è nata l’idea di raccontare la storia in un libro? “E’ nata insieme. Lui mi ha detto che sarebbe stato molto contento di raccontare la sua storia in un libro ed io ero entusiasta di scriverla. Da quel momento, da quando ce lo siamo promesso fino a quando abbiamo iniziato, sono passati ben due anni e mezzo. Ero consapevole che Enaiat mi stava regalando la sua memoria e avevo paura di raccontarla male. Il lavoro più grande è stato quello di fargli ricordare tutto e sistemare gli avvenimenti sulla linea del tempo. Quando abbiamo ricostruito la storia, lui ha iniziato a raccontare mentre lo registravo. Ci abbiamo impiegato sei mesi”. Cosa provavi quando ti stava raccontando la sua storia? “Gratitudine, perché mi stava regalando qualcosa di prezioso”. Cosa fa oggi Enaiatollah? “Va a scuola di sera e quest’anno si diploma in Operatore Sociale. Di giorno lavora ed è ospite della famiglia che
Nasce a Torino nel 1972. Si occupa di disagio giovanile e dei problemi della crescita e dell’educazione dei bambini tanto che ormai da svariati anni pubblica regolarmente articoli riguardo questi argomenti su “Linus” e su “La Stampa”. Vive ancora a Torino dove lavora collaborando anche con la Scuola Holden, la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura e il Circolo dei Lettori di Torino. Esordisce nel 2007 con il romanzo “Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani”. Un libro soltanto e Fabio Geda riscuote da subito un successo straordinario sia di critica che di pubblico. Il romanzo ha condotto Fabio Geda nella rosa dei finalisti del Premio Strega e con esso si è aggiudicato la vittoria del Premio Stresa di Narrativa e del Premio del Giovedì Marisa Rusconi nonchè la nomina a miglior esordio al Premio Letterario Via Po di Torino. Anche il suo secondo romanzo si aggiudica molti riconoscimenti da parte di critica e pubblico. “L’esatta sequenza dei gesti” (2008) vince infatti il Premio Grinzane Cavour e il Premio dei Lettori di Lucca. Il suo ultimo libro intitolato “Nel mare ci sono i coccodrilli” (2010) racconta la vera storia di un giovane ragazzo che è riuscito a fuggire dall’Afghanistan e che adesso è sotto asilo politico a Torino.
l’ha preso in affidamento. Il suo sogno è quello di tornare in Afghanistan”. Dopo l’uscita del libro, vi capita di incontrarvi? “Sì, nei limiti dei suoi impegni, giriamo insieme per le presentazioni del libro. Comunque verrà con me nel tour che faremo all’estero. Tra gennaio e febbraio saremo in Olanda, Spagna e Francia”. La storia di Enaiatollah richiama anche la problematica dell’asilo politico. Secondo te com’è la situazione in Italia? “Anzitutto bisognerebbe riuscire a rompere quel muro di superficialità con cui ci vengono descritti i flussi migratori. Si parla con troppa facilità di immi-
Fabio Geda con Enaiatollah Akbari
grazione clandestina e penso che ci vorrebbe maggiore attenzione a trattare un argomento così delicato, senza gabbie ideologiche. Di rifugiati politici si parla troppo poco. Sui barconi che vengono ogni giorno respinti, ci sono tante persone che avrebbero diritto all’asilo politico. I nostri numeri sono imbarazzanti. Ospitiamo 50 mila rifugiati politici contro i 600 mila della Germania e i 300 mila della Francia. Eppure, quando sentiamo parlare i nostri politici, sembra che ce li abbiamo tutti noi”. Oltre a scrivere di cosa ti occupi? “Insegno scrittura creativa alla scuola Holden di Torino, collaboro con il Circolo dei Lettori, con il Salone del Libro, con La Stampa, con Repubblica e con Linus”. Torino sembra essere una città fertile per chi ha la passione della scrittura, nel senso che qui nascono molti scrittori. Non a caso il Salone del Libro si svolge qui. Secondo te perché? “E’ una realtà di cui prendo atto. Da torinese e amante della mia città, ciò mi riempie di orgoglio. A dare un contributo ci pensano luoghi come il Circolo dei Lettori, il Salone del Libro, che coinvolge tutta la città, e scuole come la Holden. E poi c’è un sistema bibliotecario che funziona molto bene”.
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vivere e abitare di Fabiola Di Giov Angelo
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SONO BELLI E COLORATI, ARREDANO LA CASA E CI AIUTANO A NON SALTARE GLI APPUNTAMENTI
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’orologio ci dice che ora è, che è arrivato il momento di uscire per un appuntamento, che mancano 5 minuti all’arrivo del prossimo autobus, che è finito l’orario di lavoro, che siamo come al solito in ritardo per andare a cena fuori. Accompagna ogni momento della nostra vita, scandisce il tempo di lavoro e lo distingue dal tempo libero. Dà il ritmo alle nostre giornate sempre più frenetiche dietro ad appuntamenti e scadenze da
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rispettare, serve a controllare il tempo che a volte sembra sfuggirci di mano e che ci appare sempre poco per portare a termine tutte le nostre attività. Ma orologi e sveglie sono anche oggetti che arredano, utili e funzionali, sono in grado di legarsi all’arredamento della casa e vivacizzare e abbellire le pareti dell’ufficio. Dai modelli più classici e sobri a quelli più creativi e originali, gli orologi arredano regalandoci l’illusione di controllare il tempo.
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moda di Costanza Cambriani
sofia retro bazar creazioni
SCOPRIAMO QUESTA GIOVANE AZIENDA CREATA DA DUE RAGAZZE MOLTO BRAVE NEL RICAVARE GIOIELLI ATTRAVERSO LA LAVORAZIONE DI MATERIE PLASTICHE
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ontinuiamo il nostro viaggio nel mondo dei giovani designer e incontriamo Rita e Ilaria, due giovani ragazze romane esperte nel lavorare e modellare materie plastiche, titolari del marchio Sofia Retro Bazar. La loro caratteristica peculiare, come loro stesse ammettono, è rimanere in bilico tra passato e futuro, con l’uso di materiali
moderni come il plexiglass e il riuso di tessuti originali vintage, dando vita ad un mix di moda e design unico nel suo genere. Le loro creazioni dal sapore liberty decò riassumono un po’ tutti i dicktat che la moda e le tendenze del momento impongono. Animali, camei, pizzi e nastri, questi i soggetti preferiti dalle due designer, armonizzati dalla lucentezza e dalla pulizia delle linee che que-
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plastiche
sto materiale conferisce e resi unici dall’artigianalità che è garanzia di qualità e cura del dettaglio. Quando e come avete cominciato? “Ci conosciamo dal liceo ed abbiamo sempre lavorato insieme e nel mondo delle materie plastiche. Un paio d’anni fa abbiamo iniziato per gioco a creare gioielli, sentivamo la necessità di esprimerci. Notando che il risultato era buono, abbiamo pensato di
mettere a disposizione di tutti le nostre creazioni”. Com’è nato il nome Sofia Retro Bazar? “È un insieme di cose che rendono l’idea di quello che è il nostro pensiero in materia. Ad esempio nessuna di noi si chiama Sofia ma è un nome che dà un senso di leggerezza. Retro sta a simboleggiare il vintage, o meglio quello sguardo al passato che ci caratterizza. Bazar è una cosa generica, il tutto nel tutto”. Come nasce un’idea? “Dalla vita di tutti i giorni. Abbiamo la fortuna di guardare alle cose nello stesso modo e spesso le idee ci vengono contemporaneamente. Avendo gli stessi gusti ci capiamo immediatamente. C’è molta empatia e se capita che discordiamo in qualcosa riusciamo facilmente a trovare quella via di mezzo tra il gusto dell’una e quello dell’altra”. A quale tipologia di donna proponete le vostre creazioni? “Tendenzialmente a tutte le donne. Noi pensiamo, agiamo e creiamo come se fossimo il compratore finale. Un’idea, che poi diventerà un oggetto, deve prima di tutto piacere a noi. Poi, ogni donna che ama l’accessorio particolare sa anche adattarlo al suo stile ed inserirlo nell’insieme. Dev’essere il trait d’union nell’immagine della persona”. Per saperne di più: www.sofiaretrobazar.com
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moda di Fabiola Di Giov Angelo
COSÌ SOTTOVALUTATA NEGLI ANNI PASSATI LA CINTURA IN VITA E’ OGGI SFOGGIATA CON ESTRO E CREATIVITA’
la cintura regina degli L
a cintura nelle ultime stagioni da accessorio discreto e funzionale è tornata ad essere appariscente e stravagante. Ne abbiamo viste di tutti i tipi: laminate e di metallo, in pelle e fibbie artistiche, in cuoio da annodare in vita e alte con borchie dall’aria un po’ fetish. Modelli che sfidano la creatività dei designers che li hanno lanciati, ma soprattutto di chi sceglie di indossarli sui propri abiti. Si possono portare sopra il cappotto invernale e anche
accessori
sulla tracolla della borsa, oppure sulle bluse e sui mini dress. Una novità, all’inizio accolta un po’ tiepidamente, che invece pian piano sta prendendo piede è la cintura con la borsa attaccata, tipo marsupio, lanciata da Marc Jacobs già la scorsa estate. Avevamo perso le tracce del marsupio dagli ormai lontani anni ’80 in cui questo accessorio era una specie di maxi borsellino da legare in vita, molto colorato e un po’ ridicolo, rifinito con cerniere scadenti. In realtà in questa stagione gli stilisti ne
hanno presentati molti modelli, più preziosi, decisamente più cool, che hanno avuto un grande successo perché facili da accostare ad un look vintage e maschile, ma anche ad uno stile più sofisticato e adatto alle serate mondane. Ma le cinture dell’inverno non sono solo stravaganti, si possono vedere in giro anche modelli più semplici in pelle liscia o scamosciata da portare sopra il cappotto e rigorosamente alte in vita, utili per esaltare una vita snella o per nascondere qualche linea morbida in più.
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E’ un fotografo molto apprezzato dal mondo della moda americana e dalle celebrities. Oltre alla sua bravura influisce anche la forte simpatia che riscuote grazie alle sue origini italiane. Come nasce Simon Divine come fotografo? “Mio padre è stato per molti anni un fotografo professionista, perciò sin da bambino sono cresciuto circondato da macchine fotografiche. Da lì a diventare una vera passione il passo è stato breve e adesso è la mia vita”. Tu sei italiano ma oramai da diversi anni vivi e lavori negli Stati Uniti come fotografo di moda e per grandi celebrities. Quali sono le differenze lavorative tra il nostro Paese e gli States? “Non sono così evidenti come si potrebbe pensare. Le aspettative e le esigenze sono alte d’ovunque e i margini di errore sono minimi e solo al momento di consegnare i provini, se sul volto del cliente vedi anche un piccolo segno di compiacimento, capisci che anche stavolta hai colto nel segno”. Com’è lavorare con i grandi personaggi negli Stati Uniti? “Devo dire che forse la cosa che apprezzo di più è la grande simpatia che dimostrano nei miei confronti”. Tu sei diventato il fotografo di riferimento delle modelle di colore per il tuo stile. Pensi che ti abbia aiutato il fatto di avere il gusto italiano? “Come tutti noi italiani sono un estimatore delle bellezze nostrane, ma vivendo in florida a 300 chilometri dai Caraibi sono venuto a contatto con modelle provenienti da ogni isola caraibica e dal Centro e Sud America, e ne sono rimasto affascinato. Devo dire che il riscontro ottenuto è estremamente positivo e noto da parte loro una attrazione per tutto ciò che l’Italia rappresenta”. Se dovessi esprimere un desiderio quale potrebbe essere? “Questa è una domanda da miss, credo comunque che la risposta sia semplice: un po’ più di serenità per tutti”. Come sono visti gli italiani negli Stati Uniti? “Fondamentalmente l’Italia e gli italiani sono stimati ovunque. Direi che è sempre un vantaggio e un onore essere italiano”. Cosa ne pensi del nostro GP Magazine? “Veramente ben fatto, molte notizie, molto informativo e poco gossip, il tutto in una veste ricca e accattivante. In due parole: bello e concreto”. Faresti un saluto a tutti i nostri lettori? “Certamente, un augurio di buon anno, anche se un po’ in ritardo, e se passate dalla Florida, non vi dimenticate di fermarvi per un saluto”.
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IL FOTOGRAFO ITALIANO AMATO DALLE CELEBRITIES.
E’ IL TALENTO ITALIANO DELLA FOTOGRAFIA AL SERVIZIO DELLE DELLE PIÙ BELLE MODELLE DEL MONDO
moda di Cristiano De Masi
La modella Zikiya Coston, 22 anni, modella astronascente della moda americana, è nata a New york ma vive a Plant City in Florida. E’ alta 1,78 e le sue misure sono da urlo: 85-59-85. Fa parte della scuderia John Casablancas Modeling e sogna un futuro da attrice brillante. NAF STUDIOS Commerce Drive Suite, 4 - Orlando, FL, 32836 www.nafstudios.com Simon Divine - Owner (Photographer) Krysta Knight Leatherwood- Co-Owner (Shoot Director) Designer "Conde Couture" Troize' Conde' CEO/Designer 40Gp
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Foto 1 Sunglasses: Karian Papillon: KING (vintage)
Foto 3 Jacket: Miss Selfridge Man shirt: Studio Guy LaRoche (vintage)
Photographed by Emanuele Menduni Hair&Make Up Claudio Furini www.claudiofurini.com Stylist Beatrice Pizzi/Giulia Urbinati @ BIBLIQUE Woman Martina Gianetti Man Diego Dolciami Press Office Daniele Pelliccia www.myspace.com mi_concentro
Foto 2 Scarf: Top Shop Leather sleeveless Jacket: IMPERIAL Belt: IMPERIAL
Foto 4 Shirt: Polo by Ralph Lauren (vintage) Stag leather jacket: Italian Manifacture (vintage)
Foto 5 Maxipaillettes embroidered dress: T.T. STUDIO Bracelet: H&M Heart shape stones bracelet: Italian costume jewellery (vintage)
Foto 6/7 For him: Jacket: GERRARD tailoring ltd In Harris Tweed (vintage) Shirt: NEW BASIC (vintage) For her: Embroidered bustier: Indonesian manifacture (vintage) Intimate waist cincher: CALUNA Cream top: YES! MISS The Love Brand
Foto 8 Cream racket with pin: HALFON FASHION NETWORK Papillon: KING (vintage) Lipstick: MAC
Foto11 For him: Waistcoat: SILVER & CLIPPER (vintage) Belt: IMPERIAL For her: Jeans: ‘fake’ for D&G Cap: H&M
Foto 9 Printed T-shirt: PULL&BEAR
Foto 10 Printed T-shirt: PULL&BEAR Lipstick: MAC
Foto 12 Shiny lycra dress with decòr garter belt: BIBLIQUE Man Jachet: FREY COLLECTION (vintage) White collar: BIBLIQUE Specials
salute e benessere a cura del prof. Fabrizio Trecca
La malattia ha un’indubbia capacità: rovinare la qualità della vita. Quando si dice “non mi sento bene”, in realtà si confessa che non siamo in grado di fare una o più cose, siamo cioè “limitati”. Il concetto è di solito soggettivo e dipende dalla recettività o capacità di sopportazione di un dolore o di un altro disturbo che la malattia ci provoca e dal compito che dobbiamo svolgere
Malattie e qualità della vita
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ualità della vita è un concetto molto complesso e soggettivo, quello che è certo è che un abbassamento della qualità della vita comporta sempre una rinuncia più o meno accettabile ma sempre e comunque un vincolo alla libertà individuale. Nessuna affezione è banale di per se stessa e una malattia è in realtà un grosso problema per chi la vive. Ogni malattia ha una terapia farmacologica che viene considerata solo in base agli effetti clinici, trascurando gli effetti collaterali, sia fisici che psichici. Oggi riaffiora una visione olistica della malattia e quindi del suo impatto sulla vita quotidiana del paziente e sulle percezioni che il singolo ha della stessa. Oggi non si può offrire al paziente solo un aumento dell’aspettativa di vita in termini di durata, ma anche un miglioramento della qualità della vita. Molte persone, in ogni parte del mondo, invocano l’eutanasia, la dolce morte: si tratta in genere di malati terminali in situazione di irreversibilità, ma non è la gravità del male che li fa invocare la
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morte, quanto la sofferenza intollerabile che ne lede la dignità. Quando parliamo di dolore insopportabile in realtà prescindiamo dalla causa che la genera perché il dolore stesso diviene malattia ed anche se la patologia iniziale non può essere guarita certo il dolore può essere “curato” ed in questo caso è proprio l’efficacia della terapia del dolore a rialzare la qualità della vita, che dunque può essere migliorata. E’ possibile misurare la qualità della vita? Gli studiosi stanno cercando di farlo e il tentativo è lodevole anche se io credo che in senso assoluto non sia possibile perché è una prerogativa molto individuale. E’ vero però che nella pratica medica esistono delle regole generali che il medico dovrebbe sempre tenere presente nel prescrivere esami diagnostici invasivi, terapie cruente, dolorose o con pesanti effetti collaterali. Un’altra considerazione è quella che il medico non può sottrarsi a soccorrere, proprio in nome della qualità della vita del paziente anche per una affezione banale. Una persona con una colica renale sul piano puro della “sofferenza” è
analogo ad un paziente con una neoplasia. Esistono poi situazioni che condizionano particolari attività dell’individuo al fine della “qualità della vita”. Mike Doston, pluriiridato campione del motociclismo, dopo un pauroso incidente era ad un passo dall’amputazione dell’arto inferiore. Chirurghi famosi dovettero porre l’alternativa: amputazione o morte. Mike Doston era già ricco e campione del mondo, una protesi gi avrebbe permesso un’esistenza più che accettabile. Claudio Costa, il medico dei campioni motociclisti, capì che per Doston la “qualità della vita” era tornare a correre. E così fu. Medico e paziente affrontarono uniti una serie di interventi complessi, rischiosi, dolorosi, ed una lunga riabilitazione, fino a che Doston potè ritornare sulla sua “500” a correre e vincere. La misura della qualità della vita non può essere stabilita da altri: siamo noi che dobbiamo cercarla e vedrete che trovarla sarà più semplice di quanto non si immagini. Si ringrazia Creative Ideas Cordinamento: Annamaria Francescangeli
eros di Fabiola Di Giov Angelo
Si tradisce soprattutto nelle grandi città e i traditori sono sempre più seriali. Detengono il primato di infedeltà coniugale gli uomini, che tradiscono soprattutto all’ora di pranzo. Questi i dati che rivelano una crisi della coppia e il diffondersi di nuovi costumi. Cerchiamo di capire i motivi che spingono al tradimento con il dottor Marco Rossi, sessuologo e psicoterapeuta
tradire
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motivi che possono spingere al tradimento sono vari. Soprattutto possono essere diversi i sentimenti che animano chi tradisce. Non soltanto una forte attrazione sessuale o la passione bruciante della carne. Ma spesso il desiderio di sentirsi vivi ed eccitati, il piacere di essere elettrizzati per qualcosa di proibito e ipnotizzati e stregati da qualcuno. Spesso si tradisce per colmare una mancanza e per la necessità di affermare se stessi al di là del proprio rapporto di coppia. Per sentirsi importanti per qualcuno, affascinanti per altri, divertenti e sorprendenti per altri ancora. Perché si ha l’impressione che sia più facile essere importanti per persone appena conosciute, o che ci conoscono poco, piuttosto che per il compagno di sempre a cui tutto ormai è già stato svelato. Ma ci sono anche teorie, alquanto stravaganti, che sostengono che alla base di un comportamento adultero ci siano delle responsabilità femminili. E’ lo psichiatra inglese Dennis Friedman, membro del Royal College of Psychiatrists, a sostenere che le madri che hanno affidato la cura dei propri
perchè
figli ad altre donne possono involontariamente aver contribuito a formare degli uomini adulteri, facendo interiorizzare al bambino l’idea che nella vita possano esserci contemporaneamente due donne. Al di là di questa un po’ antifemminista teoria di Friedman sulle cause del tradimento i dati statistici ci rivelano che il numero delle infedeltà coniugali è cresciuto negli ultimi anni e che l’età del traditore si è alzata. Inoltre che il crescente numero di uomini e donne maturi che tradiscono utilizzano come discreto alleato la tastiera del personal computer per vincere la timidezza dell’approccio e trasformarsi in romantici poeti. Ne parliamo con il dottor Marco Rossi, sessuologo e psicoterapeuta. “Ci sono due grossi nuclei attorno a cui raccogliere le cause del tradimento e riguardano in modo diverso gli uomini e le donne - ci spiega Marco Rossi. Per gli uomini quello che principalmente porta a tradire è il desiderio di un corpo nuovo. Non esiste da parte del genere maschile la ricerca di una relazione sentimentale, anche se talvolta questo accade. Per le donne, invece, la motivazione che maggiormente spinge al tradimen-
to è la noia che ha preso il sopravvento nel proprio rapporto, sia da un punto di vista sentimentale che sessuale”. “E’ vero inoltre – aggiunge il dottor Rossi – che il numero dei traditori è aumentato, soprattutto perché c’è una grande facilità al tradimento. Come abbiamo più volte spiegato, le nuove tecnologie hanno liberato tanti potenziali traditori e di questi, soprattutto in questo momento, una buona parte appartiene al genere femminile. Inoltre, c’è un aspetto nuovo che mi piace sottolineare - conclude Rossi - in passato gli uomini tradivano soprattutto con donne libere, che avevano un ruolo da amante per loro scelta, oggi le donne con cui gli uomini tradiscono sono sempre più spesso sposate. Questa cosa si deduce anche dall’analisi dei siti che vengono frequentati da entrambi i sessi. Gli uomini visitano soprattutto siti di incontro e scambio, alla ricerca di sesso, le donne invece sono frequentatrici di chat, perché sono alla ricerca del dialogo e dell’attenzione di qualcuno. I più grandi conquistatori sono infatti coloro che sanno scrivere molto bene”. Per saperne di più: www.marcorossi.tv
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antropologia culturale di Marco De Murtas - www.marcodemurtas.sitiweb.com
”L’invidia (è la) tendenza a soffrire alla vista del bene altrui anche se questo non arreca pregiudizio al nostro” (“Metafisica dei costumi” I. Kant 1797)
Evoluzione dell’invidia sociale L’INVIDIA SOCIALE Siamo abituati a pensare che, a livello sociale, la disuguaglianza di status possa essere fonte di invidia, ma non è così. L’invidia sociale, al contrario, è massima quando: 1) si appartiene allo stesso status (solo un re può essere invidioso di un altro re), 2) quando l’altro (più o
meno a noi pari) ci superi anche di poco, ma in qualcosa che rappresenti un simbolo del nostro “valore sociale". Per esempio, un impiegato statale accoglie con sostanziale indifferenza le migliaia e migliaia di euro presi come aumento da manager, artisti televisivi già milionari o da politici; e poi, soffre molto per i pochi euro in più nella busta paga del collega, o anche di piccoli encomi fatti ad altri, anche se a lui non hanno tolto né rimproverato nulla. MA QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELL’INVIDIA SOCIALE? Il diverso esito dell’invidia tra Paesi (ex) comunisti e Paesi occidentali Paesi comunisti. Il crollo impietoso e devastante dell’unione sovietica nel 1989 ha svelato che i regimi basati sull’uguaglianza intransigente cominciano presto, anche nelle migliori intenzioni, ad essere corrosi internamente da una crescente invidia sociale (Schoeck, 1966). Credo che in molti abbiano capito che la mistica esasperata del pensiero ugualitario finisce con il promuovere rancore e invidia verso chi sta meglio, a prescindere dal perché. Questo sentimento è insito nell’essere umano dalla notte dei tempi. Si traduce, in strutture socio-politiche arretrate, cioè non temperate dal libero mercato, in un danno o persecuzione dell’invidiato per la gioia (maligna) dell’invidioso. Più la strut-
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tura sociale è compiacente verso l’invidia e più è bloccata e arretrata rispetto al progresso socio-economico. EVOLUZIONE DELL’INVIDIA NELL’OCCIDENTE L’Occidente non si è liberato dall’invidia che, però, si è evoluta. Nell’Occidente, a livello di masse, si tende sempre meno a proteggersi dall’invidia e molto di più a farla sorgere. Questo perché dietro una vera invidia si cela, oggi, una segreta ammirazione e, comunque, niente ci conferma di più come il fatto di essere invidiati. Infine, visto da terzi, l’invidiato risulta (spesso) simpatico mentre l’invidioso desta ribrezzo. Stando così le cose, nei paesi evoluti l’invidia si traduce in un desiderio di emulazione; ne consegue un’attivazione dei consumi che fa girare l’economia e porta prosperità e benessere, producendo molti posti di lavoro. ULTIMA CONSIDERAZIONE… Non fomentare l’invidia sociale per ottenere consensi elettorali è una strategia probabilmente vincente. In questo ventennio le vittorie elettorali di Silvio Berlusconi parrebbero confermare questa tesi. In breve, aver ben saputo comprendere il nuovo sentire dell’invidia, può aver giovato, in maniera consistente, alla sua “performance” elettorale.
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RINGIOVANIMENTO
DIMAGRIMENTO DISTRETTUALE
La radiofrequenza
L’ossigeno iperbarico estetico
COS’È
COS’È
COS’È
COS’È
E’ un trattamento non invasivo che sfrutta il passaggio di una energia elettromagnetica ad alta frequenza attraverso la pelle inducendo una neo-produzione di collagene. Questa tecnologia è approvata dalla FDA Americana per il trattamento del viso e delle lassità cutanee del corpo
L’ossigeno iperbarico estetico è una tecnica di infusione percutanea, tramite un sofisticato apparato che trasforma l’aria (costituita al 21% da ossigeno e al 79% da azoto) in ossigeno puro, iperbarizzando (portandolo cioè ad una pressione superiore rispetto a quella atmosferica di 1 Barr.).
Terapia elettiva delle adiposità localizzate e della cellulite, consiste nell’introduzione a livello sottocutaneo di CO2. Tale metodica non ha effetti collaterali e non presenta alcuna tossicità, dato che la CO2 è un normale metabolita cellulare e possiamo definirla un farmaco naturale.
Tecnica innovativa per la riduzione non chirurgica delle Adiposità Localizzate, che utilizza Ultrasuoni a bassa frequenza (da 30 a 50 KHz) con sistema di scansione multifrequenza. Efficace e sicura, non invasiva, indolore e senza effetti collaterali. Consente di sciogliere ambulatorialmente il grasso in sicurezza, senza anestesia e tempi di convalescenza.
EFFETTI E RISULTATI
EFFETTI E RISULTATI
A COSA SERVE
L’effetto lifting cutaneo è quasi immediato dopo le prime sedute, tuttavia il vero risultato della radiofrequenza si manifesta appieno dopo un periodo di 3-6 mesi, cioè quando la formazione indotta dal nuovo collagene sarà completata. Le zone che appaiono più visibilmente migliorate sono il collo, le braccia, l’interno cosce e l’addome.
Gli effetti sulla pelle sono una “rigenerazione”: dopo circa dieci giorni dalla prima seduta è già molto evidente l’evoluzione di tutti i parametri morfologici cutanei (turgore, elasticità, tessitura) e il miglioramento in termini di luminosità, tono e spessore della zona trattata. Notevole la diminuzione delle rughe dinamiche e statiche, il restringimento dei pori cutanei, l’involuzione dei processi acneici attivi e degli esiti cicatriziali post-acneici.
Gli effetti terapeutici della carbossiterapia sono: azione diretta sul microcircolo e potente effetto lipotico. Se si considera che la cellulite non è altro che l’espressione di fenomeni degenerativi indotti nel sottocutaneo da alterazioni morfofunzionali del microcircolo, il miglioramento del flusso indotto dalla cardossiterapia giustifica, razionalmente, l’utilizzo di questa anche in tale patologia.
FREQUENZA Le sedute vengono eseguite con un manipolo e la quantità di calore prodotto viene stabilita dal medico. La radiofrequenza è una tecnica selettiva sul derma, non danneggia gli altri tessuti (venoso linfatico, muscolare o nervoso), non è dolorosa (durante la seduta si avverte solo calore nella parte trattata), non ha conseguenze se non un lieve rossore destinato a sparire in un paio d’ore. Il trattamento completo prevede da 6 a 10 sedute ed i risultati sono veloci e duraturi. Ottimo l’abbinamento con ossigeno iperbarico.
PER CONCLUDERE Questa tecnica innovativa opera un netto miglioramento del tono della pelle con forte riduzione delle pieghe, lassità cutanee e smagliature. La sua efficacia è provata clinicamente e rappresenta la soluzione ideale per chi desidera un ringiovanimento visibile, efficace, duraturo e senza chirurgia.
FREQUENZA Ci sono vari protocolli: nel caso in cui l’operatore sia un medico, i principi attivi saranno veri e propri “farmaci” e l’ossigeno iperbarico rappresenterà una sorta di siringa virtuale con cui iniettare. I protocolli di trattamento “strong” possono essere articolati in sedute intensive a cadenza mensile, della durata di circa 60 minuti, e in abbinamento ad altre strategie antiaging che ottimizzino il risultato: radiofrequenza bipolare, bioristrutturazione con polinucleotidi, carbossiterapia, peelings, ecc. I protocolli “soft” prevedono invece 610 sedute di circa trenta minuti e qualche richiamo mensile. Tale schema è adatto a pelli più giovani e rientra in un programma di prevenzione antiaging o di mantenimento o, ancora, nel pre e post chirurgico (lifting). In ogni caso, le modalità, i tempi, i farmaci da veicolare e le associazioni con altre terapie saranno quindi “strettamente personalizzati” e individuati in una valutazione medica essenziale per un risultato visibile e duraturo.
La carbossiterapia
La cavitazione
EFFETTI SUL GRASSO Tramite il passaggio di una sonda sull’area da trattare, gli Ultrasuoni bersagliano il tessuto adiposo e determinano la rottura meccanica delle strutture cellulari adipocitarie. La Cavitazione è altamente selettiva verso il tessuto adiposo, e nessun altro organo o tessuto risulta alterato.
LA CARBO-CAVITAZIONE L’utilizzo alternato di Carbossiterapia e Cavitazione, potenzia il risultato finale, conferendo un poderoso effetto lifting sui tessuti ed una rapida riduzione delle masse adipose.
IN COSA CONSISTE La CO2 viene somministrata tramite iniezioni sottocutanee nelle sedi colpite da adiposità localizzata. Si utilizzano aghi di piccolissima sezione (30 G) per minimizzare la traumaticità ed il fastidio al paziente. E’ estremamente rara la comparsa di ematomi. Date le spiccate capacità lipolitiche, ma anche di miglioramento su elasticità e tono cutaneo, la CO2 viene utilizzata anche con lo scopo di rassodare i tessuti.
RISULTATI Sono sempre estremamente gratificanti e immediati (4 sedute circa). I risultati migliori si ottengono tuttavia a breve distanza, quando il grasso sciolto verrà smaltito totalmente.
FREQUENZA DELLE SEDUTE E RISULTATI La frequenza bisettimanale è quella consigliata, con cicli di 10-20 sedute. La risposta è sempre notevole e immediata; levigazione della buccia d’arancia, diminuzione volumetrica delle adiposità localizzate, effetto lifting sui tessuti con risultati visibili e gratificanti in breve tempo.
Dott.ssa Leda Moro MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA Tel 06 66154318
WWW.BRAZILSYSTEM.COM INFO 06 66154318 ZONE PARIOLI E GIANICOLENSE
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quanto sei bella roma
L
uogo e data di nascita. “Sono nata a Roma all’ospedale Nuovo Regina Margherita a Trastevere il 24 dicembre del 1987”. Carattere. “Altruista, allegra, sensibile, dolce, determinata in quello che voglio e distratta in quello che non mi interessa, e poi sono troppo buona”. Segni particolari. “Segno della varicella sulla fronte al centro come il terzo occhio indiano; capelli lunghi che ho fin da piccolina; giocherellona nei momenti di svago e molto determinata nei giorni di lavoro. Il mio ragazzo dice che quando sorrido mi sorridono prima gli occhi e dopo la bocca”. Studi e professione. “Ho studiato alla scuola Professionale Turistica e attualmente lavoro come Receptionist in hotel e nel tempo libero mi diverto a fare la fotomodella”. Sogni nel cassetto. “Diventare assistente di volo e girare tutto il mondo”. Parla di te. “Avete a disposizione una giornata intera? Scherzi a parte, sono una persona allegra e cerco sempre di trasmettere la mia allegria e di alleggerire la giornata anche a chi ho vicino a me, soprattutto alle persone a cui tengo molto, tra cui la mia mammina avendo un fantastico rapporto con lei. L’ammiro molto come persona, come mamma ma soprattutto come donna unica e rara direi. Spero tanto di essere come lei un giorno. Amo mia sorella, il mio papà, il mio ragazzo e la mia dolcissima cagnolina Sonny divertendomi ogni tanto a mettergli lo smalto rosso alle sue unghiette finissime. Adoro ballare e appena sento la musica il mio sangue e i miei piedi iniziano a muoversi proiettando nella mia mente e nella mia fantasia una coreografia improvvisa. Amo la sincerità, le attenzioni, la dolcezza e l’umiltà. Per questo motivo molto spesso rimango delusa dalla gente. Adoro Parigi e la lingua fran-
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cese, penso sia una lingua estremamente dolce. I miei piatti preferiti sono: la parmigiana e la mozzarella di bufala”. Il tuo rapporto con Roma. “Ho un bellissimo rapporto poiché ci sono nata. E’ una città che offre tutto e non ci si annoia mai. Qualsiasi cosa si vuole fare a Roma si può…”. Cosa ti piace della Capitale? “La sua grandezza e particolarità in ogni angolo”. La zona di Roma che ami di più? “Ogni zona ha il suo perché e la amo. Partendo da via Appia e via Tuscolana perché ci sono cresciuta e concludendo con Trastevere con i suoi vicoletti piccoli e tipici di Roma”. Il monumento di Roma che ammiri di più? “E’ il Colosseo per la sua maestosità e la sua storia e la Piramide in via Ostiense”. E cosa non ti piace di Roma? “Si stanno perdendo le tradizioni romane e i veri romani”. Un giudizio sui romani? “Semo troppo forti! Divertenti e amanti delle tradizioni”. Se fossi sindaco di Roma cosa faresti? “Incentiverei i romani con le case e il lavoro”. Il luogo di Roma più romantico? “Parco degli Aranci e lo Zodiaco”. Il luogo di Roma dove baceresti l’uomo dei tuoi sogni? “Direi al mare, come in effetti è successo. Penso che ogni posto sarebbe unico se si sta con la persona che si ama”. I locali di Roma che frequenti di più? “Un po’ tutti, mi piace cambiare sempre e non fossilizzarmi sempre con gli stessi”. I luoghi di Roma preferiti dove fai shopping? “I centri commerciali”. Se fossi un monumento di Roma cosa vorresti essere? “La Bocca della Verità, amando la verità in ogni forma”. Foto di Aldo D’Ambrosio Si ringrazia Perla Beauty - www.perlabeauty.it
“QUALSIASI COSA A ROMA SI PUÒ”
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tv e spettacolo di Cristiano De Masi
Ha fatto impazzire milioni di giapponesi grazie ad alcune sue apparizioni in spot televisivi. Sogna un futuro come attrice e per questo motivo frequenta assiduamente la scuola di recitazione. Tra i personaggi femminili italiani ammira molto Virna Lisi
dal giappone con furore U
n mix di italianità e nord Africa. A soli 21 anni ecco la bellezza esplosiva di Selvaggia Haddaji, che ha già fatto impazzire milioni di Giapponesi con alcune sue apparizioni in spot televisivi. Selvaggia tu sei di mamma italiana e papà tunisino. Come come vivi questo mix di culture qui in Italia? “Molto bene, anche se in alcune circostanze ci sono stati tanti piccoli problemi a causa della cultura di mio padre, essendo musulmano... E’ tutto diverso lì”. Abbiamo saputo che in Giappone sei considerata una vera e propria star grazie alla tua presenza in alcuni spot televisivi che hanno fatto letteralmente impazzire i teenager e non solo. “Non sapevo di averli fatti impazzire così tanto, forse sì, ma spero non solo i teenager”. Come è nata questa esperienza internazionale? “Grazie ad un fotografo di nome Cristhopher ho avuto la possibilità di essere conosciuta in Giappone perché lui nel suo lavoro importa e vende le sue opere in questo Paese. Quando mi ha visto la prima volta ha iniziato a modificare le mie foto pitturandole e ricreando la mia immagine come una sorta di fumetto e il risultato
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è stato pazzesco. Inoltre, ho realizzato degli spot per automobili sportive che sono stati messi in onda in Giappone e da subito c’è stato un interessamento inaspettato del pubblico nei miei confronti”. Se dovessi paragonarti ad una star italiana quale sarebbe il tuo personaggio di riferimento e perché? “Senza dubbio la grande Virna Lisi. Chi meglio di lei anche senza parlare comunica con i suoi occhi? Senza nulla togliere alle altre ma quella donna umile e determinata è una grandissima artista ed io la considero una vera star”. Attualmente sei impegnata in alcuni corti cinematografici ma continui sempre a frequentare la scuola di recitazione? “Continuo sempre i miei studi per la mia preparazione che deve essere ottimale e lavoro ogni giorno sulla mia espressività che secondo me è fondamentale nel mio mestiere di attrice. Poi devo dire che la mia vita è come un film ed io mi sento regista, produttrice e attrice di me stessa”. Come pensi possa evolvere questa tua passione per il cinema e quali sono i tuoi punti di forza? “E’ una passione nata quando ero piccola e che continua a crescere ogni giorno con il sacrificio, l’impegno e la dedizione. Per quanto riguarda i miei punti di forza
penso siano quelli di considerarmi una donna vincente e determinata”. Pensi che la tua fisicità possa ostacolare la tua voglia di diventare un’attrice? “Perchè dovrebbe ostacolarmi. Sappiamo bene anche che la presenza conta, poi se c'e anche il talento è chiaro che una persona ha la possibilità di riuscire in tutto”. Se dovessi dare un consiglio alle ragazze della tua età che vogliono intraprendere la tua strada nel mondo dello show business, quale potrebbe essere e che caratteristiche dovrebbe avere? “Penso che ognuno abbia la possibilità di poter realizzare i suoi sogni, contando su se stessa e sulle sue capacità e tutto questo è legato ad una forte ambizione che può determinare il risultato finale e il successo”. Cosa desidera Selvaggia per questo Natale? “Vorrei passare anzitutto un Natale felice e avere delle proposte di lavoro”. Faresti una dedica speciale a tutti i nostri lettori? “Vi auguro serenità e felicità e spero che dopo aver letto questa intervista possiate comprendere che sono una ragazza semplice e con tanta voglia di fare. Un caro saluto a tutti i lettori!”. Le immagini di Selvaggia Haddaji sono state concesse da Massimo Bartolozzi
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radio E’ considerato l’opinionista “amico dei vip”. Da anni è il protagonista della web tv Vippando e da qualche settimana lo si può ascoltare anche sulle frequenze di Radio Power Station dove conduce il programma “I Professionisti”. Moreno è un personaggio solare e sempre in movimento
a.r.mobili
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IL RE DEL GOSSIP VA ON AIR
efinito da molti giornali come “l’amico dei vip”, oppure come “l’opinionista acchiappa-vip”. Noto al grande pubblico per essere stato nel cast del fortunato talk show di Rai due “Al Posto Tuo” e, negli ultimi tre anni, per aver prestato volto, voce e ironia alla web tv Vippando, che si occupa di mondanità e cronaca rosa. Tutto questo e molto altro ancora è Moreno Amantini: attore, opinionista, presentatore tv e oggi anche speaker radiofonico… Dalla tv al teatro passando per il web e la radio. Ci racconti questa tua ultima avventura? “Premetto che sono una persona che ha bisogno sempre di stimoli nuovi. Non amo la routine e nel mio lavoro più che mai ho bisogno di rinnovarmi. A settembre ho iniziato questa nuova avventura in radio con il programma ‘I Professionisti’ in diretta ogni sabato sulle frequenze capitoline di Radio Power Station FM 100.5 e ti posso garantire che mi sto divertendo tantissimo!”. Di cosa trattano “I Professionisti”? “È un vero e proprio Saturday morning Live Show! Due ore di diretta, dalle 12 alle 14, in cui ci occupiamo di attualità, mondanità, spettacolo e naturalmente buona musica! Nella prima ora il programma è condotto da Silvia e Alessandro Pallaro mentre io arrivo alle 13 con la mia rubrica ‘Vip e Dintorni’ in cui mi occupo di mondanità e spettacolo a 360 gradi con tanto di ospiti Vip”.
s.r.l.
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D’Abbraccio”. Un ospite che ti piacerebbe intervistare in futuro e che speri possa essere presto ospite del tuo programma? “Uno tra tutti Christian De Sica… lo adoro!”. Quello che invece non inviteresti mai? “Mai dire mai! E poi non sono così cattivo. Ogni sabato la scelta degli ospiti non è casuale ma contestuale al tema della puntata. Per esempio quando abbiamo parlato di ‘X Factor’ ho intervistato Milly D’Abbraccio a seguito della sua polemica con Anna
Il tuo rapporto con i vip è ancora un punto determinante anche in questo nuovo progetto? “Assolutamente sì! Pensa che la mia rubrica è introdotta anche da una sigla che mi definisce come il ‘Re del Gossip’. Il tutto naturalmente è volutamente esagerato e ironizzato, ma devo ammettere che grazie a ‘Vippando’ ho instaurato molti rapporti di amicizia con numerosi personaggi dello spettacolo che ho coinvolto anche in radio e con i quali mi sento anche nella vita privata”. Quali sono gli ospiti che fino ad oggi hai avuto modo di intervistare a “I Professionisti”? “Spero di non dimenticare nessuno ma se non ricordo male sono intervenuti: Janet De Nardis, Manila Nazzaro, Angela Melillo, Nicola Canonico, Dario Nanni, Andrea De Rosa, Daniela Martani, Miriana Trevisan, Francesca Ventura, Vincenzo Bocciarelli, Ilaria Galassi, Pamela Petrarolo, Justine Mattera, Roberta Giarrusso, Daniele Rocca e Milly
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Tatangelo, mentre quando abbiamo fatto un omaggio alla televisione degli anni ’90 ho coinvolto alcune ex ragazze di ‘Non è la Rai’ come la Trevisan, la Galassi e la Petrarolo”. Tra la radio e la televisione cosa preferisci? “Sono due forme di comunicazione fantastiche e con peculiarità proprie. La tv è un insieme di tante cose: voce, fisicità, espressione, comunicazione verbale e visiva. In radio devi puntare tutto sulla voce e riuscire ad arrivare ad ottenere quel ritmo che coinvolge l’ascoltatore. Soprattutto quando si fa un talk radio. Poi in radio si è sicuramente più liberi anche da un punto di vista autorale. Certo, non bisogna mai spingersi troppo oltre, ma anche il linguaggio è più libero e se ogni tanto ci scappa qualche ‘parolaccia’ ci sta anche bene. Senza esagerare naturalmente”. Spesso si dice che i personaggi che non lavorano più tanto in televisione si rifugiano nella radio. È così? “In un certo senso sì. Vedi, in televi-
sione la scelta di lavorare o meno non dipende dal singolo personaggio. Ci sono una serie di situazioni che messe insieme decidono chi, come e quando potrà lavorare. La radio è più libera anche in questo e forse più meritocratica rispetto alla tv”. Quindi ci lasci intendere che la tv di oggi non ti piace? “Non direi che non mi piace la tv, piuttosto non mi piacciono i meccanismi che intervengono nella scelta dei protagonisti e dei programmi televisivi. Oggi viviamo un momento storico in cui sembra che gli unici programmi televisivi possibili siano i talent e reality show. Le grandi aziende televisive puntano tutto su questo tipo di format e forse gli autori televisivi si sono un po’ adagiati. Trovo che ci siano poche idee nuove. Dovrebbero lasciare più spazio ai giovani e ai veri talenti, senza ricercarli per forza nella casa del Grande Fratello o tra i banchi di “Amici” di Maria De Filippi”. Con “I Professionisti” hai comunque modo di esprimerti artisticamente. Ti reputi fortunato per questo? “Certamente. Ci sono molti miei colleghi bravi e anche con più esperienza di me che non riescono a trovare una loro collocazione artistica. Io tutto quello che ho fatto nella mia vita lo devo solamente a me stesso, alla mia famiglia e alla mia determinazione ma spesso tutti questi fattori insieme, seppur di gran forza, non bastano. Oggi ho la fortuna di avere un prodotto che mi permette di esprimermi ma non è detto che domani avrò la stessa fortuna. Questo mestiere è un terno al lotto”. Torneresti in televisione? “Di corsa! Io adoro fare questo mestiere e la conduzione televisiva è il mio più grande sogno. Spero presto di poter tornare in video con un programma fresco e che possa rappresentare al meglio le mie capacità. Ho anche da poco registrato la puntata pilota di un nuovo format legato alle tradizioni popolari del nostro paese. Spero possiate presto vederlo perché trovo che sia un prodotto di qualità e molto interessante. Per il momento continuo a fare radio e in attesa di tornare in tv vi aspetto ogni sabato dalle 12 alle 14 su Radio Power Station con “I Professionisti”! Ci potete anche seguire in streaming collegandovi al sito www.radiopowerstation.com”.
donne e imprenditoria di Cristiano De Masi
Vi presentiamo un’altra imprenditrice di successo.
E’ Direttore Marketing della famosa azienda di famiglia, la De Rigo Vision Spa, leader
mondiale nella produzione e nella distribuzione di occhiali, con marchi come Lozza, Sting, Police e altri
barbara de rigo NaTa e CreSCiUTa a PaNe e oCCHiaLi D
e Rigo è un’azienda leader mondiale nel design, nella produzione e nella distribuzione di occhiali high-end di alta qualità sin dal 1978, anno in cui Ennio De Rigo pose le basi per la fondazione dell’azienda, che continua con successo nella tradizionale produzione di occhiali. Un’impresa famigliare prestigiosa nella quale l’etica del lavoro tradizionale e la sapiente abilità di lavorazione si combinano con le nuove tecnologie e con i materiali innovativi. Sarà compito delle generazioni future crescere nel segno della continuità e del progresso grazie alle continue innovazioni e alla capacità di affrontare le sfide future che presenterà il mercato. In tal senso, abbiamo incontrato Barbara De Rigo, direttore marketing della De Rigo Vision Spa. Come nasce la sua attività di imprenditrice? “La mia professione era segnata già in tenera età in quanto sono nata e cresciuta a ‘pane e occhiali’
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poiché entrambi i miei genitori lavoravano in quest’azienda che loro stessi hanno creato”. Quanto è difficile essere una donna nel mondo dell’imprenditoria? “Pur partendo da una posizione privilegiata, mi rendo conto che è ancora molto difficile per una donna affermarsi. Una donna deve affrontare maggiori difficoltà per emergere, deve lavorare sodo e dimostrare di valere almeno il doppio di un uomo per la medesima posizione. Spesso la cosa più difficile da affrontare, però, è la ‘guerra psicologica’ che viene fatta da altre donne che ritengono che una donna non possa essere allo stesso tempo manager e madre”. Lei è Direttore Marketing House Brands della De Rigo Vision S.p.A famosissima azienda produttrice di occhiali come Police, Lozza, Sting ecc.
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Come nasce un modello vincente sul mercato? “Non esiste un modello vincente sul mercato, esistono degli spazi da scoprire e conquistare. La capacità imprenditoriale è individuare questi spazi e saperli presidiare nel tempo prestando attenzione alle risorse a disposizione”. Tanti i testimonial che hanno indossato i suoi occhiali tra gli altri ricordiamo Cannavaro, Banderas, Beckham. Se dovesse dare un giudizio su ognuno di loro, quale potrebbe essere e perché? “I testimonial sono preziosissimi ‘elementi di comunicazione’ e vanno gestiti al meglio per portare valore aggiunto ai brand senza sopraffarli. Non è facile individuare un testimonial che rappresenti al meglio i valori di marca. Noi ci siamo sicuramente riusciti con Beckham che sembrava l’incarnazione di Police. Che
dire del capitano Cannavaro, sposatosi a Sting dopo aver vinto Mondiali e Pallone d’Oro: un super-campione sia dal punto di vista professionale che umano. E Banderas, un vero attore capace di parlare anche attraverso immagini statiche: espressività allo stato puro! Credo sia quello il segreto del suo e del nostro successo con lui”. Se dovesse scegliere un testimonial per le sue linee di occhiali, chi vorrebbe? “In questo momento abbiamo un testimonial per Lozza: Marco Mengoni e non vorrei nessun altro. Anche qui il connubio brand testimonial è perfetto e l’amore che l’artista ha per i nostri prodotti lo dimostra quotidianamente non separandosene mai. Per gli altri brand andrebbe fatta un’analisi specifica, è difficile dire su due piedi chi vorrei. Per Police abbiamo intrapreso una strategia diversa, utilizzando testimonial locali in alcune aree: Giappone, Spagna e Medio Oriente. Alla luce di questa scelta devo ammettere che spesso i testimonial locali portano maggiori risultati degli internazionali, anche perché possono nascere sinergie che con i personaggi dello Star System internazionale sarebbero impensabili”. Quali saranno le tendenze della prossima stagione nel mondo dell’occhiale? “Le tendenze della prossima stagione… difficile a dirsi. Il pubblico è molto cauto con gli acquisti e tende a comprare brand e prodotti senza tempo. Insomma, non vedo grosse rivoluzioni in atto se non in termini di colore: la lente specchiata blu ad esempio”. Ha un sogno nascosto che ancora vorrebbe realizzare? “Sogni ne ho molti, ma ritengo di vivere già un sogno: ho una famiglia stupenda e un lavoro che amo. Vorrei che questo sogno non finisse mai”. Lei è anche una mamma, come riesce a conciliare il suo lavoro con i figli? “La passione per figli e lavoro mi consente di fare molto, ogni tanto anche qualche acrobazia. Poi, ripeto, sono fortunata e per il momento i miei figli sono soltanto fonte di gioia e mai di problemi e dunque è tutto molto facile”. Farebbe una dedica ai lettori di GP Magazine? “L’ottimismo e la lettura sono sale e spezie della vita. Avete scelto bene… cento di questi numeri”.
eventi di Fabiola Di Giov Angelo
galleria in rete
PHOTOGALLERIA.IT UNA MOSTRA ON LINE PER CHI AMA LA FOTO D’AUTORE PER INTERNI
© Foto di Gianni Ugolini
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Numero Verde
800 911 886
na galleria online che propone la foto d’autore come oggetto reale, da comprare per sé e la propria casa, o da regalare ad un amico. E’ nata così Photogalleria.it, una mostra online che ospita i lavori di autori di diverse età, formazioni, generi, esperienze. Le opere di circa trenta professionisti della fotografia proposte ad un pubblico fatto non solo di collezionisti, ma anche di quanti desiderano utilizzare la foto d’autore per arredare i propri spazi abitativi e di lavoro. Tra le opere presentate quelle di fotografi che non hanno bisogno di presentazione: i reportage storici di Gianni Ugolini, i reportage di guerra di Francesco Cito, i food caravaggeschi di Paola Salvioni Martini, i portrait di Luca Bianchi e le foto di Attilio Del Comune, noto per la famosissima foto internazionale del "Che". Inoltre gli interni di
Paolo Sacchi, i reportage di Livio Senigalliesi Berlino 1989 Anno Zero, i pin hole di Noris Lazzarini, i ritratti sociali di Salvo Galano, l’iperrealismo americano di Jakob Marsico, e molti altri. La mostra è stata inaugurata il 2 dicembre 2010 presso gli spazi di The Hub, in via Paolo Sarpi 8, a Milano, e rimarrà allestita fino al 15
gennaio 2011. Mentre le opere di ciascun fotografo resteranno online per essere visitate e acquistate sul sito www.photogalleria.it
eventi
Un grande spazio per un grande artista. Il Teatro India di Roma ha ospitato la mostra, organizzata da Claudio Proietti, un’esposizione comprendente alcune delle opere monumentali del Maestro emiliano, affermatosi tra i maggiori artisti contempora nei a livello internazionale
omar galliani
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mar Galliani ha accolto personalmente i molti ospiti giunti per ammirare i suoi sette grandi disegni a matita e si è intrattenuto con loro a lungo nelle spiegazioni sulla realizzazione delle opere: giornate di lavoro lun-
il disegno è in scena ghissime e centinaia di matite usate per un risultato che ha dell'eccezionale. Molto apprezzati dai presenti i disegni appartenenti alle collezioni “Nuovi santi” e “Nuove anatomie”, volti umani di forte intensità che giungono a Roma per la prima volta dopo aver viaggiato tra Oriente e
Omar Galliani
Occidente sui muri dei maggiori musei del mondo. Tra gli ospiti noti che hanno accettato l’invito di Francesca Pecchia l’attrice Sarah Maestri reduce dai successi televisivi “Terra ribelle” e “La leggenda del bandito e il campione” ed Elena Arvigo l’acclamata protagonista dell’ultima versione dello spettacolo teatrale “4.48 Psychosis”. Presenti anche Edoardo Natoli al cinema con “Noi credevamo”, la pellicola di Mario Martone che sta ottenendo un ottimo successo di pubblico, Barbara Bouchet ed Ettore Bassi affascinati soprattutto dal grandissimo “Respiro” opera quattro metri per quattro di forte impatto visivo. Non poteva mancare Cecilia Dazzi, grande appassionata di arte e il Presidente del Teatro di Roma Oberdan Forlenza venuto a portare il suo personale saluto all’artista ed agli intervenuti.
Ettore Bassi Omar Galliani e Barbara Bouchet
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Cecilia Dazzi
eventi
TANTE SORPRESE IN VIA DEI PRATI FISCALI
roche bobois incontra jean U
paul gaultier
na serata da ricordare per i tantissimi ospiti accorsi allo showroom Roche Bobois di Prati Fiscali per l’evento di presentazione della linea Jean-Paul Gaultier. Accolti da Daniele Guazzolini, padrone di casa, tanti volti noti della tv: Barbara Livi, Brando Giorgi, Chiara Francini, Corinne Clery, Demetra Hampton, Elena Barolo, Elisabetta Cavallotti, Elisabetta Pellini, Filippo Timi, Giuseppe Zeno, Janet De Nardis, Jinny Steffan, Lidia Vitale, Lorenzo Lavia, Maria Monsè, Marina Rocco, Marta Zoffoli, Mita Medici, Nadia Bengala, Nathalie Caldonazzo, Roberta Beta, Salvio Simeoli, Vincenzo Bocciarelli. Si sono prestati a posare sul divano Mah-Jong e sui mobili della linea Jean-Paul Dario Ballantini e Corinne Clery
Gaultier: la riedizione della poltrona Ben Hur, lo specchio Diable, i bauli in edizione limitata (250 esemplari), il letto e l’Armadio Paravento anch'esso prodotto in edizione limitata (250 esemplari). A stupirli ci hanno pensato i performer, che si sono esibiti sia all’esterno che all’interno dello showroom, regalando un’atmosfera magica: mangiafuoco, trampolieri, uomini specchiati e She Male, la formidabile drag queen accompagnata dalla sua pantera mimo, che dopo
aver attratto gli sguardi di tutti, è andata via a braccetto di Dario Ballantini nei panni di Valentino. Un party esclusivo, sbalorditivo, ideato da Maurizio Veglianti, per celebrare al meglio due grandi ricorrenze: i 50 anni del marchio ed il secondo anniversario del punto vendita di Prati Fiscali. Roche Bobois – Prati Fiscali Via dei Prati Fiscali, 256 - Roma www.roche-bobois.com
Nathalie Caldonazzo e Daniele Guazzolini
Bruno Bilotta e Mauro Veglianti
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eventi
FINO AL 6 MARZO LA GALLERIA UGO FERRANTI DI ROMA OSPITA IL PROGETTO-MOSTRA DI MARCELLO MAUGERI E ANITA CALA’ SUL TEMA DELL’EROTISMO. DAL 3 AL 13 FEBBRAIO LA MOSTRA SARA’ ANCHE AD AMSTERDAM
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adults only
dults only è un progetto/mostra sull'erotismo a cura di Giovanna Sarno, che si svolge nell'arco di sei mesi in diversi momenti e che si avvale del talento di due giovani artisti, Marcello Maugeri e Anita Calà, per dare vita ad un site specific. Fino a marzo 2011 i video saranno visibili al pubblico interessato. Il tema dell'erotismo suscita tanti dinieghi e
di pubblico, quello dell’arte contemporanea, di due città completamente diverse tra loro. La forza di “Adults Only” è la sensibilizzazione diretta di tutti i sensi, sia intellettuali che fisici: il tema forte dell'eros, le musiche dei video e la pastosa penombra vanno a creare un ambiente straniante e intimo allo stesso tempo. Ipotizzando che un differente gruppo di visitatori possa provare diver-
quesiti, le reazioni sono sempre forti, creano critica e imbarazzo poichè invadono la sfera del privato e del segreto. Si è voluto quindi cercare di approfondire ed osservare le reazioni di uno specifico tipo
se reazioni, il progetto “Adults Only” vuole osservare il pubblico di Roma e quello di Amsterdam, due città antitetiche nell'approccio alle tematiche erotiche e sessuali, storicamente conservatrice l'una e
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molto liberale l'altra, ma entrambe inserite in uno scenario culturale, mediatico e simbolico comune, quello europeo, che permette uno scambio paritario. Il pubblico è inteso come un corpo unico, che osserva, giudica, si avvicina e si allontana, si muove nel buio tra scene intime e conturbanti, dove il singolo non si distingue. L'eros viene visitato dai due artisti in maniera differente: Marcello Maugeri propone "Senza parole" una prorompente elaborazione di materiale erotico preso da internet. Elabora alcune delle infinite immagini senza peso che vorticano innumerevoli sui siti porno, realtà senza volto, senza storia, diventano tessere di un mosaico, colori di una tavolozza impazzita, che Marcello combina fino a produrre un immagine sua, che porta il movimento al limite dell'erotico, del superficiale, dell'immediato, sull'orlo dell'abisso Anita Calà con "Carne in scatola" ha creato un nuovo essere composto da membri, occhi e labbra: sono due donne che si muovono compresse in una scatola di vetro. Galleria Ugo Ferranti Via de’ Soldati, 25/A – Roma Orari: tutti i giorni 11-13 e 16-20 www.anitacala.com www.marcellomaugeri.net
curiosità dal mondo di Cristiano De Masi
© Le immagini sono state gentilmente concesse da Kika Press
1. New York: demi Moore e ashton Kutcher contro lo schiavismo NEW YORK Demi Moore e il marito Ashton Kutcher sono diventati ambasciatori delle Nazioni Unite, per unire le forze e lottare contro quello che chiamano lo "schiavismo della nostra societa'", il traffico di vite umane. Il 4 novembre scorso i due attori hanno presentato, al Palazzo di Vetro, l'iniziativa “Demi 'n' Ashton” (DNA): "Purtroppo le vittime coinvolte sono
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ciano i propri aguzzini per paura; sono quindi necessarie massicce azioni collettive affinché si metta fine a questo gravissimo problema del nostro tempo. 2. Londra: Lady gaga si dà al bikram yoga Una Lady Gaga in rosa è andata a lezioni di bikram yoga a Londra. L'eccentrica pop star, con il volto coperto da un paio di occhiali fotonici, ha mostrato una pancia sospetta. Forse è arrivato anche per lei il momento di mettere la testa a posto e farsi una famiglia con il suo Luc Carl. Questa ipotesi è alimentata dal fatto che il birkam yoga, ideato da Rajashree Choudhury moglie di Bikram Choudhury, è una pratica specializzata per aiutare le future madri a
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vivere una gravidanza gioiosa, consapevole e in perfetta salute.
bambini con un'età media di 13 anni ha commentato l'attrice - mentre i trafficanti guadagnano cifre immense sulla loro pelle". Alla conferenza era presente anche il segretario generale dell'ONU che ha sottolineato come, spesso, le giovani vittime non denun82Gp
SpaceShipTwo nel New Mexico, dove è stato costruito un apposito areoporto di nome Spaceport. I fortunati viaggiatori, che hanno già riservato il loro posto per i voli del 2011, proveranno l'ebbrezza di un volo suborbitale: raggiungeranno cioé quella zona dell'atmosfera in cui potranno vedere con chiarezza il cielo stellare e rimanere in condizioni di assenza di gravità per sei minuti. La Virgin Galactic mette a disposizione ogni anno 500 posti al costo di 200 mila dollari. I primi turisti spaziali hanno il loro sedile prenotato già dal 2005. Unico neo: secondo uno studio della rivista Geophysical Research Letters un decennio di voli spaziali aumenterebbe la temperatura ai poli di un grado e potrebbe sciogliere il 15% dei ghiacci.
3. New Mexico: il turismo nello spazio non è più utopia ma un'imminente e piacevole, ma anche costosa, realtà. Sir Richard Branson, fondatore della Virgin, da anni lavora a questo progetto, ormai sempre più vicino alla realizzazione. Nell’immagine in questa pagina è possibile ammirare il volo di un
4. Los angeles: il mini cubo magico Per solutori più che abili ecco il mini cubo di Rubik, uno dei più famosi giochi d'abilità di tutti i tempi. Nelle dimensioni reali è già un bel rompicapo, ma destreggiarsi attraverso dimensioni ancora più ridotte risulta ulteriormente complicato. L'idea di costruire una variante da dieci millimetri del celebre cubo è venuta all'artista Evgeiy Grigoriev. 5. Los angeles: Lo skateboard più grande del mondo. Lunga dodici metri, larga tre e spessa uno, la struttura ospita dieci skater ed è ben dodici volte più grande di una tavola normale. Ha commentato il primato il direttore dello Skate Park di Los Angeles, Joe Ciaglia: 'Lo skate è un divertimento, anche costruirlo e provarlo è stato divertente, così come lo è vedere le reazioni della gente al nostro passaggio”.
Boris Bahor
vita di notte
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di Bibi Gismondi
Kris Reichert
Elisabetta Pellini e Manuela Morabito
Mauro Giovannetti e Alessia Fabiani
Marta Zoffoli e Elisabetta Pellini Manuela Morabito e Francesco Apolloni
ffaccendati nella ricerca delle attività da riprendere e avvolti dai pensieri delle buone proposizioni, il nuovo giro di boa ci catapulta all’alba di un nuovo anno ricco di tante cose tutte da scoprire. Ci siamo lasciati alle spalle il vecchio e il brutto per presentarci dinanzi al nuovo e al bello così come facciamo ogni anno, ricchi di aspettative e carichi di voglia di girovagare nelle notti della città. Forse un pò fredda in questo periodo ma da sempre al centro dell’interesse mondano e modaiolo, Milano e le sue notti ci offrono interessanti spunti per girovagare in taxi. Nella splendida cornice dell’Hotel Park Hyatt si è tenuto il grande cocktail di saluto di fine anno dove, in contemporanea, hanno trovato modo di riunirsi vip e modaioli per l’apertura della boutique Giovannetti Jewellery. Gioielliere di terza generazione, Mauro Giovannetti, ha voluto celebrare la magia dell’inverno attraverso la sofisticata ed inconfondibile classe che contraddistingue i suoi gioielli e con l’istallazione luminosa denominata NUVOLA DI NEVE che rivisita il tradizionale lampadario a caduta illuminato a led. Un cocktail di benvenuto prima di ammirare i preziosi lavori che hanno catturato gli sguardi delle numerose lady presenti. Tra gli invitati: Elio Fiorucci, Randi Ingerman, Paola Maugeri, Susanna Messaggio, Giorgio Mastrota, Emanuela Folliero, Kris Reichert, Alessia Fabiani, Francesca Senette.
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oma si conferma città del cinema e ogni occasione è buona per celebrare immagini, personaggi e lavori. Alla casa del cinema infatti si è tenuta la serata conclusiva della quarta edizione del “242 Short Film Festival” che ha riunito appassionati e addetti ai lavori. Tra champagne, tartine al salmone, sorrisi e incontri imprevisti, la serata è iniziata con un ricco buffet ed è proseguita con la premiazione dei vincitori che si sono aggiudicati i 5 mila euro del premio e la distribuzione a livello internazionale del proprio cortometraggio. Tanti i vip, attori e addetti ai lavori che erano presenti, Marta Zoffoli nuova stella della serie “I Cesaroni”, l’attore e regista Francesco Apolloni fidanzato della splendida attrice ed ex miss Italia Denny Mendez, rimasta a Napoli per le
Mauro Giovannetti, Randi Ingermann e Giorgia Giacobetti
Giorgio Mastrota e Giorgia Giacobetti
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Daniela Virgilio
prove del suo prossimo spettacolo. Tra gli altri anche il regista Sergio Martino presidente di Giuria, Daniela Virgilio, Benedetta Caponi, Michele Totti, Elisabetta Pellini.
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anno si è chiuso con una carrellata di cultura sempre a Roma, dove un altro enorme successo è stato riscontrato per la manifestazione PIU’ LIBRI PIU’ LIBERI, oramai appuntamento imperdibile per gli innumerevoli appassionati delle letture. Con un’affluenza da record si sono succeduti meeting e congressi così come presentazioni di libri e incontri. Ad inaugurare gli incontri il Presidente della Camera Gianfranco Fini e innumerevoli studenti. Tra gli intervenuti: Vito Mancuso, Lucio Dalla, James Hansen, Vladimir Luxuria, Francesco Pannofino, Antonello Fassari, Valerio Mastandrea, Paola Pitagora, Sabrina Impacciatore, Goffredo Fofi, Lillo Petrolo, L’orchestra di Piazza Vittorio, Eugenio Bennato, Moni Ovadia, Anne Wiazemsky, Boris Pahor, Giovanna Melandri.
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gusto
In tutto il 2010 la paninoteca Magna Magna si è affermata sempre di più con due punti vendita, uno in zona Prati e l'altro in zona Garbatella, con due nuove aperture previste nel 2011. Le richieste sono tantissime e la vendita dei panini va a gonfie vele
magna magna
M
raddoppia
agna Magna nasce dal bisogno che ogni lavoratore ha: mangiare bene, spendere poco ed avere più tempo a disposizione nella pausa pranzo. Ed ecco che il gioco è fatto. Panini sempre caldi farciti al momento con gli ingredienti che più si desiderano, insalate sempre fresche e fatte al momento, mace-
nente) alle birre e vino, non tralasciando prodotti ricercati, come il Chin8 Neri, la birra Menabrea, Cannabis... Ne hanno parlato in molti del Magna Magna, data l’idea originale di associare i nomi dei panini ai nomi di persona dei nostri politici ed il nome del locale al ‘’magna magna’’ che ormai tutti conosciamo. Da noi è possibile trovare il
donie, frullati e tramezzini. A tutto questo è stata aggiunta anche la possibilità di stuzzicare snack dolce e salato. Vasta scelta di bibite, che spaziano dalle analcoliche classiche (Coca-Cola e tutta la gamma atti-
panino Silvio, più ricco e delicato, con gamberetti, polpa di granchio, lattuga e salsa rosa oppure il Romano, più classico e ruspante, con l’inevitabile mortadella, provola affumicata e aggiunta di radicchio e patè di olive, tutti naturalmente conditi con olio e sale. La novità che permette al Magna
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Magna di aggiudicarsi una maggiore risonanza nel settore della ristorazione veloce è il Magna Magna Touch-Panino, un monitor touch screen con un programma che permette al cliente, con un semplice tocco dello stesso, di inventarsi il panino con gli ingredienti che più preferisce; una piccola stampante termica stamperà il tutto e il personale provvederà a realizzare il panino richiesto. Un’altra novità è la radio web, pronta a trasmettere in ogni punto vendita Magna Magna, la musica più bella degli anni ’70-’80, le Hits dei ’90 e i successi del momento. Il palinsesto sarà curato da esperti decennali nell’ambito della radiofonia italiana, con jingle-liners e promo personalizzati per il marchi Magna-Magna Panino Espresso. Da oggi Magna Magna anche sull'Apple Store con l'applicazione per il tuo iPhone o iPod ToucH. Via delle Milizie, 9/E – Roma Largo delle Sette Chiese, 10 - Roma www.paninoespresso.it
gusto
Punto vendita di Corso Garibaldi - Torino
Si narra che nel 1560, per festeggiare il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino, Emanuele Filiberto di Savoia offrì simbolicamente alla città una tazza di cioccolata. Iniziò così una storia d’amore mai interrotta, quella tra Torino e il cioccolato. Così alla fine dell’Ottocento venne sperimentata un’apparecchiatura che impastava cacao, vaniglia, acqua e zucchero… E come per incanto arrivarono le tavolette di cioccolato, i bonbon, i tartufi, i cremini, le praline e i giandujotti
guido gobino Punto vendita di Via Lagrange - Torino
del cioccolato O
ggi, Torino e il suo hinterland rappresentano il più importante centro italiano per la lavorazione del cioccolato: 85 mila tonnellate che costituiscono il 40 per cento della produzione nazionale. Non a caso le più grandi aziende italiane si trovano nel capoluogo piemontese e in tutta la regione. A fianco di queste, ci sono diverse realtà artigianali di spessore, una di queste è la Selezione Guido Gobino. CHI E’ GUIDO GOBINO E’ pura sintesi di passione creativa, arte cioccolatiera e innovazione. E’ considerato ad oggi uno dei più importanti artigiani del cioccolato a livello nazionale ed internazionale. Alcuni esempi delle sue specialità sono il “Giandujotto”, il “Giandujotto Tourinot” (una versione più piccola del tradizionale giandujotto), la sua crema spalmabile, il suo Foglio Nocciolato con Nocciole Piemonte IGP Intere e tutta la sua selezione di cioccolato Extra Bitter, sia nella versione Blend che in quella Monorigine o
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Aromatizzata. MISSIONE E TRATTI DISTINTIVI Proporre al consumatore prodotti di altissima qualità caratterizzati da sapore e creatività inconfondibili, sintesi di amore per la tradizione e passione per la ricerca e innovazione. L’attenta selezione delle migliori materie prime, il controllo della filiera produttiva, la ricerca di nuovi sapori nel rispetto della tradizione, le tecnologie innovative e il design accurato delle confezioni, rappresentano gli elementi caratterizzanti del cioccolato Guido Gobino. Guido Gobino è uno dei pochi cioccolatieri italiani che controlla l’intera filiera produttiva delle nocciole, dal raccolto al prodotto finito. Questo avviene grazie alla collaborazione dell’azienda con la sua partecipata Quatordes di Castellinalso (Cuneo) che tutela e promuove l’utilizzo della Nocciola Piemonte IGP, considerata la migliore al mondo. Per quanto riguarda il cacao, Guido Gobino seleziona le qualità più preziose, rare, ed aromatiche quali il Java, Trinidad, Ecuador, Venezuela e
controlla direttamente la tostatura delle fave. Ma il cacao e le nocciole non sono gli unici ingredienti. La Selezione Guido Gobino comprende alcune specialità aromatizzate uniche ed accattivanti, realizzate con spezie originali e preziose, che provengono da tutto il mondo. Il Ginger Candito, per esempio, è esclusivamente quello Thailandese; l’Olio Extra Vergine d’Oliva per il Cremino al Sale Marino Integrale proviene dalla Liguria. Ed oltre agli ingredienti di altissima qualità, ci sono altri tre elementi fondamentali: tecnologie produttive all’avan-
guardia, come il concaggio a secco e il controllo al metal detector; un laboratorio interno dedicato alla ricerca e sviluppo; il monitoraggio continuo del Controllo Qualità durante l’intero processo produttivo. I PRODOTTI PIU’ RAPPRESENTATIVI Giandujotto Classico: Prodotto con il metodo artigianale dell’estrusione che rende unico ogni cioccolatino, il Giandujotto Classico da 10 grammi nasce dall’unione
delle migliori materie prime, tra le quali la Nocciola Piemonte IGP. Giandujottino Tourinot: Ricetta classica caratterizzata dalla presenza del latte che rende questo cioccolatino di soli 5 grammi dolce e avvolgente. Le note caramellate e tostate della Nocciola Piemonte IGP ne esaltano la morbidezza. Giandujottino Tourinot Maximo: Il Tourinot Maximo è la versione dal gusto più intenso del Giandujottino Tourinot classico. Ottenuto con la ricetta storica senza latte, è un cioccolatino di soli 5 grammi in cui spicca il carattere forte e deciso dei selezionati cacao e dalla Nocciola Piemonte IGP. Cremini: morbidi, quadrati, teneri cioccolatini, preparati su base gianduja e presentati nelle varianti al Gianduja, Caffè e Fondente, fino alla specialità inedita dal sapore elegante e raffinato del Cremino al Sale Marino Integrale e Olio Extra Vergine d’Oliva. Cialdine Extra Bitter Blend: Nate nel 2010, le cialdine extra bitter blend sono pensate appositamente per gli amanti del cioccolato fondente. Sono tre diverse ricette realizzate con le migliori qualità di cacao aromatico, zucchero di canna e senza l’aggiunta di Lecitina di Soia e Vaniglia. Sono caratterizzate da tre sapori unici e distinti, grazie ai diversi tipi di cacao ed alle diverse percentuali utilizzate: 63%, 70% e 75% di cacao. Ottime per accompagnare vini pregiati e distillati, sono perfette per la degustazione grazie al loro sapore sapientemente bilanciato. N’Uovo: Nel 2008, anno di Torino World Design Capital, Guido Gobino collaborò con Pininfarina, per la creazione di N’Uovo. N’Uovo nasce dall’esigenza di progettare un uovo di Pasqua diverso, innovativo ma tradizionale, nuovo nella forma ma legato all’immagine delle uova di cioccolato. Si tratta di un uovo speciale sotto tutti i punti di vista: per la sua ricetta al 75% di selezionati cacao aromatici; per il suo packaging originale disegnato da Pininfarina; per il suo concept e la sua forma ideata dalla designer Daniela Cavalcabò e per il regalo contenuto all’interno. Hazelshock: Hazelshock è il risultato stupefacente di una tecnica innovativa. E’ una polvere soffice di nocciola, che non si mastica né si deglutisce, che sparisce immediatamente al calore della bocca ma che lascia intatto il gusto intenso della Nocciola Piemonte IGP. Un’esperienza sensoriale da non perdere, per toccare con mano il connubio tra tradizione, tecnologia e ricerca. Via Cagliari 15/B – 10153 Torino, Italy Tel. (+39) 011.2476245 info@guidogobino.it
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arte di Albamaria Moro
UN EMOZIONANTE, SEPPUR RAPIDO, PERCORSO TRA DUE PERSONALITÀ DI MAURO STAMPATORI. QUELLA DEL PITTORE E QUELLA DELL'ARCHITETTO
mauro stampatori
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la fusione tra arte pittorica e architettura
omano di sette zioni, interpreti dei moti dell'animo e do artistico. generazioni, e dell'estetica, pur nei tratteggi di abile La sua architettura e la sua pittura, forse, anche per disegnatore, che tradiscono un profonhanno ispirato molti, fra giornalisti e questo, intenso interprete delle sue da preparazione artistica ed un'especritici d'arte, che hanno scritto su di espressioni artistiche: quella architettorienza pratica, assimilati nel corso di lui, lodevoli meritate recensioni. nica, pratica, elegante ed attenta alle tanti anni di lavoro. L'architettura, temperata fra un gusto esigenze di chi lo consulta; quella pittoPittore prima, architetto poi, neoclassico e un visibile post modernirica, esplosiva, rappresentativa delle sue Stampatori è rimasto sempre fedele alle smo, è sempre stata una fusione di funispirazioni a colori, pur se evanescenti sue innate inclinazioni, fin dall'adolezionalità e ricercatezza di dettagli, pur ed oniriche, al servizio del solo estro scenza, con emozioni trasmesse, a chi lo non trascurando praticità e modernità, artistico. ha conosciuto, in un continuo crescenin morbide forme. Fondendo magistralmente le sue doti artistiche, l'una pervade l'altra, amalJubileum Alba a Roma gamandosi perfettamente, ma senza mescolarsi disordinatamente, mantenendo entrambe, le proprie caratteristiche identificative ed inconfondibili. L'architettura nella pittura, la pittura nell'architettura. La sua è un'architettura post moderna, precisa, ordinata, attenta alle simmetrie e all'eleganza, caratterizzata, nelle progettazioni, da specifiche rispondenze alle esigenze di chi affida, le proprie intenzioni e desideri, ad esperienza professionale ed estetica, che non delude mai le aspettative, con la materializzazione, passo dopo passo, delle Dalle sue opere pittoriche, risaltano architetture di chi ansiosamente, aspetemozioni e virtuosismi cromatici, che si ta l'opera compiuta. Nella pittura, distaccano dalle tele e catturano lo essenziale, ma estremamente carica di sguardo e le emozioni di chi osserva. intense emozioni di colore, Mauro Sapienti elaborazioni che identificano Stampatori trasmette a chiunque osserl'arte indiscutibile di Mauro vi le sue opere, un'esplosione di sensaStampatori. www.mauro-stampatori.com
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libri di Francesca De Carlo
cime tempestose di Emily Bronte Ed. Garzanti Si apre così: “1801. Sono appena ritornato da una visita al mio padrone di casa, il solo e unico vicino dal quale sarò infastidito. Che bella zona è questa! In tutta l’Inghilterra, non credo che avrei potuto trovare un altro posto così totalmente distaccato dal trambusto della vita sociale. Un perfetto paradiso per misantropi; e il signor Heathcliff e io siamo la coppia giusta per spartirci questa desolazione”. Si chiude così: “Cercai e presto trovai, le tre lapidi sul pendio vicino alla brughiera: quella di mezzo, grigia e a metà sepolta dall’erica; quella di Edgar Linton, ornata solo di erba e del muschio che si arrampicava ai suoi piedi; quella di Heathcliff, ancora nuda. Indugiai attorno alle tombe, sotto quel cielo benevolo; guardai le farfalle notturne volteggiare fra l’erica e le campanule, ascoltai il respiro leggero del vento fra l’erba, e mi chiesi chi avrebbe mai potuto immaginare sonni inquieti per coloro che dormivano in quella terra quieta”.
un karma pesante
momenti di trascurabile felicità
i miei primi 30
di Daria Bignardi Ed. Mondadori Si apre così: “Sono a novemila metri di altezza e sto morendo. L’aria si blocca dentro al petto, non va giù. Ho il fiato mozzo e un macigno sul petto. Soffoco. Da due giorni respiro male. Pensavo fosse ansia: è un periodo di centocinquanta cose insieme. Invece sto morendo soffocata. O è un infarto? E’ iniziato quando il comandante ha detto di allacciare le cinture per una turbolenza”. Si chiude così: “A volte pensi che per cominciare a vivere davvero devi prima capire chi sei, fare le scelte giuste, mettere tutto in ordine: ma alla fine la tua vita sarà il modo in cui hai vissuto. Il modo in cui stai vivendo adesso. Mi piace come ho vissuto fin qui? Più o meno. Si può cambiare? Non credo. Si fanno sempre gli stessi errori. Però si soffre meno”.
di Francesco Piccolo Ed. Einaudi Si apre così: “Nelle pagine romane del quo-
di Daniela Fusco Ed. Graf Si apre così: “1-PETER PAN. Questa è la cate-
tidiano, il mercoledì o a volte anche prima, vedo l’annuncio di un film che aspettavo. C’è scritto: ‘da venerdì’. Chiudo il giornale sapendo che da venerdì comincerà un segmento di tempo dentro cui una sera, presto, andrò a vederlo. Non so ancora dove, quando. Ma ci andrò”. Si chiude così: “La straordinaria quantità di tempo passato da un fioraio, dal momento in cui hai scelto i fiori fino a quando te li consegna. Sembra impossibile che ci metta tanto a farti la confezione. E anche se ogni volta te lo ricordi che ci mette tantissimo tempo, e quindi ti premuri di andarci prima, il tempo che ci mette è molto più di quanto ti ricordavi. Se c’è un luogo dove ci si annoia più di ogni altro, è dal fioraio, aspettando che ti confezioni i fiori. Però è lì che ho pensato a molti momenti di trascurabile felicità”.
goria più comune del maschio trentenne e richiede un’approfondita analisi. Il Peter Pan è quel tipo d’uomo che ad un certo punto della vita si rincoglionisce. Stabilisce che ‘non è un buon momento per una storia seria’ (cacchio c’hai un’età, quando sarà un buon momento, in andropausa?) e trascorre le sue giornate come se fosse tornato alla pubertà. Suo interesse primario è il calcio vissuto sotto varie forme”. Si chiude così: “30-IL COCCO DI MAMMA. Inizio così ad immaginare la mia vita con quell’uomo e, soprattutto, con quella madre. Vado nella mia camera, preparo la valigia, mi affaccio nella stanza da pranzo, faccio ciao ciao con la manina e corro a prendere l’ultimo treno utile! Chiudo con un appello alle giovani mamme: leggete e meditate, quello che fate oggi ai vostri figli si ripercuoterà sulle vostre nuore domani”.
ISTITUTO RAPID dal 1974
percorsi formativi
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© Foto di Alessandra Sgroi
LIBRI di Francesca De Carlo
“TUTTA DA RIFARE”
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a attrice a scrittrice. Giorgia Wurth ha saputo dimostrare ancora una volta il suo eccezionale eclettismo. E’ stata annunciatrice Rai, ha recitato in pellicole cinematografiche di successo, ha pure inciso una canzone e ora debutta con il suo primo libro “Tutta da rifare”. La Wurth racconta la storia di Lorenzo e Sole, amici fin dalle medie ma divisi dalla trasformazione di lei che, attraverso numerose operazioni di chirurgia plastica, muterà non solo l’aspetto ma anche l’atteggiamento nei confronti dell’amico. Come è nata l’idea di scrivere un libro? “La scrittura l’ho sempre praticata, sono giornalista pubblicista. Ho anche un blog e scrivo molti racconti”. E’ stato molto impegnativo? “Siccome sono pigrissima, sono stata costretta a diventare la maestra cattiva di me stessa e mi sono imposta un certo rigore. Serve molta concentrazione per scrivere un libro ed è per questo che sono andata via per farlo. L’ho scritto a Parigi. Mi sono chiusa in casa, fuori c’era la neve. Ho scritto un capitolo al giorno”. Qual è stato lo spunto per la storia? “Sono stata ispirata da un fatto di cronaca. Ho letto della moda sempre più dila-
Da ex annunciatrice Rai ad attrice di successo e ora anche scrittrice Da pochi mesi ha pubblicato il suo primo libro, mettendo in pratica la sua passione per la scrittura
gante tra le ragazzine di chiedere un “seno nuovo” per il compleanno. Ho intervistato un chirurgo plastico, ho conosciuto alcune di queste ragazze e ho parlato con loro. Mi sono resa conto di quanto la situazione fosse allarmante”. Cosa hai scoperto? “Ho scoperto che ci si può ammalare di ossessione da ritocco chirurgico. Sia chiaro, non ho scritto un libro sulla o contro la chirurgia, ho raccontato la storia d’amore tra due ragazzini entrambi vittime di una dipendenza. Lui è ossessionato da lei e lei dalla chirurgia”. Che riscontro hai avuto da parte dei lettori? “Ricevo mail da ragazzine e da mamme che mi raccontano la loro esperienza. Questo mi rende felice. Alcune di loro mi confessa di aver rischiato di fare la fine di Sole, la protagonista del libro”. Come mai questa incapacità di accettarsi? “Ci fanno credere che essendo belli e avvenenti sia più facile trovare un posto in questa società. Come si fa oggi a giudicare i giovani che non hanno certezze né prospettive future?”. Quanto c’è di autobiografico nel libro? “Senza dubbio i luoghi. La storia è ambientata in Liguria, la mia terra d’ori-
gine. E poi l’amore per Sabrina Salerno. Negli anni ’80 era il mio mito e anche i due protagonisti sono accomunati da questo amore per lei”. E lei lo ha saputo? “Grazie al libro ci siamo conosciute e così ho realizzato il sogno di incontrare il mio idolo. Amo le sue canzoni, mi mettono un’allegria pazzesca. E lei è una donna straordinaria”. A proposito di canzoni. So che anche tu hai inciso una canzone dal titolo “Vergogna”… “E’ una canzone rap che ho scritto io in un momento in cui ero molto indignata. Sono felice di poterne parlare perché è una tra le cose che ho fatto di cui vado più fiera”. Tornando alla scrittura invece, chi sono i tuoi autori preferiti? “Non ho un autore del cuore ma leggo molti libri di vario genere. Adoro andare in libreria e due libri che mi sono piaciuti molto sono stati “Dita di dama” di Chiara Ingrao e “Mia sorella è una foca monaca” di Christian Frascella. Li consiglio”.
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film del mese di Francsca De Carlo
MOLTO ATTESO E ALTRETTANTO CHIACCHIERATO IL NUOVO FILM DI MICHELE PLACIDO “VALLANZASCA GLI ANGELI DEL MALE” USCIRA’ NELLE SALE ITALIANE IL 21 GENNAIO
vallanzasca gli angeli del male D
opo “Romanzo Criminale”, il regista pugliese ha voluto ancora una volta raccontare la criminalità e ha scelto di farlo attraverso la figura di Renato Vallanzasca, autore, durante gli infuocati anni Settanta, di numerose rapine, sequestri, omicidi ed evasioni con cui terrorizzò Milano e che attualmente gli stanno costando una condanna complessiva di quattro ergastoli e 260 anni di reclusione. Facile immaginare le polemiche che questa pellicola si trascina dietro ancor prima che venisse realizzata e che l’hanno accompagnata anche a Venezia dove è stata presentata fuori concorso. Il film è liberamente ispirato al libro autobiografico “Il fiore del male” firmato da Vallanzasca con il giornalista Carlo Bonini. E’ il protagonista stesso
infatti, recluso nel carcere di Ariano Irpino, a raccontarci la sua vita, dalle prime imprese adolescenziali alla costruzione di una “carriera” criminale che lo porterà a diventare “il boss della Comasina”. Per vestire i panni del bel Renè (così fu soprannominato per il fascino che esercitava sulle donne), Placido ha scelto Kim Rossi Stuart il quale ha voluto
fortemente questo film e ha partecipato, insieme al regista, all’ultima stesura della sceneggiatura. Stuart ha studiato il suo personaggio con dedizione, analizzando comportamenti, tic e modi di fare durante il tempo in cui l’attore e Vallanzasca si sono frequentati. Notevole anche il resto del cast con Filippo Timi nel ruolo dell’amico d’infanzia, Francesco Scianna in quello del boss Francis Turatello e Paz Vega e Valeria Solarino interpreti di due delle sue donne, l’attuale moglie Antonella D’Agostino e la mamma di quel figlio che non l’ha mai voluto incontrare. Placido ha voluto raccontare un pezzo della storia del nostro Paese e, senza alcun intento assolutorio, tracciare il ritratto di un uomo che ha fatto molto parlare di sé. Il rischio di ricevere pesanti critiche era ovviamente alto anche perché per molte famiglie e per la stessa Milano si tratta di un capitolo molto doloroso e ancora aperto. Il regista, che ha dichiarato di non voler mancare di rispetto a nessuno, lo considera un film importante che andrebbe visto senza pregiudizi. Ma se Placido non assolve, di certo nemmeno condanna. La sua è la storia romanzata di un uomo che ha scelto la strada del male e che oggi sta pagando per questo. Ed è bravo in questo genere di pellicole, il suo “Romanzo Criminale” ne è la dimostrazione. Ancora una volta, ne siamo sicuri, saprà affascinare lo spettatore e lo farà sulle note dei Negramaro, scelti per comporre la colonna sonora del
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cinema
E’ stato presentato a Roma, nella splendida Terrazza degli Aranci del Rome Cavalieri, “Zairo The deceiving grace”, il secondo episodio di una serie di 12 del primo cine-game interattivo della storia, che vede come protagonista una straordinaria Claudia Gerini in versione Mata Hari. Un esclusivo format frutto di tecnologia e creatività italiane
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claudia gerini è mata hari
’idea di unire il mondo cinematografico con quello dell’intrattenimento dando vita ad un innovativo format mediatico denominato “GAME” (acronimo di “Great action movie entertainment”) che, unendo tecnologia, capacità narrativa e cinema in un videogioco, ha il pregio di dare la possibilità allo spettatore di gestire il film, di decidere del destino dei protagonisti e di
sperimentare e il mondo dei video giochi poi mi ha sempre affascinato e credo molto nel suo futuro”. “Nella storia interpreto Asia – ha proseguito l’attrice – un personaggio diverso da quello che mi viene abitualmente proposto da produttori e registi italiani. Ricorda Mata Hari. E’ una donna bella e spietata a capo di una organizzazione criminale, che inganna e uccide, è l’antagonista di Zairo, eroe buono”. E conclude: “spero pro-
Max Farace, Claudia Gerini e Antonio Centomani
immedesimarsi nel personaggio, è frutto dell’ingegno di Massimiliano Farace e del gruppo fondatore della Great Action Movie Entertainment, successivamente arricchito dal contributo del regista Antonio Centomani. “Quando mi hanno parlato di questo progetto sono rimasta stupita – ha raccontato Claudia Gerini – amo molto
prio che la mia Asia sia credibile”. Lo slogan rende bene l’idea: “vivi il tuo gioco, fai la tua scelta”, lo spettatore- giocatore, comodamente seduto sulla poltrona di casa, inserendo il DVD in un qualsiasi lettore universale potrà scegliere tra varie opzioni come lingua e/o sottotitoli. Durante il film, gli spettatori hanno la possibilità di scegliere come far proseguire la trama attraverso la risoluzione di enigmi e quesiti che vengono posti, di volta in volta, protagonisti stessi. "Zairo è stato per noi una sfida professionale tanto impegnativa quanto appassionante durata ben quattordici mesi solo per la ricerca sulle possibilità multimediali e tecnologiche per un possibile film interattivo, adattabile in versione Home Video che per la versione Sala – hanno raccontato Centomani e Farace– nel secondo episodio, la ricerca prosegue utilizzando per le riprese il sistema 3D rendendo cosi ancora più interessante l'interazione del pubblico con i protagonisti del gioco”. L’uscita di “Zairo - The deceiving grace” che verrà girato tra Miami, Roma e Bologna, è prevista per aprile 2011.
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cinema
Ha debuttato sul grande schermo con il film di Fausto Brizzi “Notte prima degli esami-Oggi” a cui poi sono seguiti “Ho voglia di te”, “Cemento Armato” e “Scrivilo sui muri”. Paolo ha recitato anche in tv e oltre che attore è stato anche doppiatore e conduttore di alcuni programmi in onda su Nickelodeon
di Francesca De Carlo
“CASCASSE IL MONDO FARÒ L’ATTORE”
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eduti ad un tavolino di un bar mentre lui fa colazione ancora un po’ insonnolito prima di cominciare l’intervista (le dieci e trenta del mattino sono veramente troppo presto per un giovane attore!) non posso fare a meno di pensare che Paolo Bernardini non poteva che fare l’attore perché la sua è proprio una faccia da cinema. E’ nato in Belgio da mamma belga e papà romano, parla perfettamente il francese e sogna di poter conquistare prima o poi anche il cinema d’oltralpe. Eppure a guardarlo bene, sigaretta in bocca (anche se mi ha confessato che sta cercando di smettere), ciuffo impeccabile, fazzoletto al collo, Paolo ricorda molto di più il Jim Stark di “Gioventù bruciata”. Il tuo stile ricorda molto i giovani attori americani degli anni ’50… “Purtroppo però sono nato negli anni Ottanta. Forse se fossi vissuto in quel periodo avrei potuto lavorare di più. In effetti mi è stato detto che in America, dove tra l’altro ho lavorato come inviato per un programma in onda su Nickelodeon, funzionerei di più”. Ti hanno mai proposto un ruolo di questo tipo? “Una volta, era un ruolo alla Jeff Buckley, il musicista, perché io, oltre a recitare, suono e canto”. Sei un tipo eclettico. © Foto di Carolita Brigante
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“Mi piace imparare cose nuove. Amo l’arte in generale, mi piacciono la pittura e la fotografia. Ma mi dedicono anche a lavori manuali, ho ristrutturato la mia casa da solo”. Da chi hai ereditato queste inclinazioni? “Papà è l’artista di casa, mamma invece è un’insegnante ed è più posata. E’ lui che mi ha trasmesso l’amore per l’arte. Fin da piccolo mi piaceva cantare e ballare alle recite scolastiche”. Credi di aver fatto la scelta giusta decidendo di fare l’attore? “Credo molto in quello faccio e sono un tipo parecchio ostinato. Quando imbocco una strada arrivo fino in fondo. Poi dove vado non lo so. Ma vado”. Mai momenti di sconforto? “Ho mille insicurezze ma questa è la strada che ho scelto e cascasse il mondo questo farò”. Oggi non sembrano mancare le opportunità di lavoro visto il numero di pellicole dedicate ai giovani… “Non è facile scommettere su attori e attrici poco conosciuti anche perché non esercitando attrattiva sul pubblico non garantiscono gli incassi. Per questo amo il cinema indipendente dove ci si mette più in gioco”. Da chi ti piacerebbe essere diretto? “Ho avuto la possibilità di lavorare con Gabriele Muccino per una pubblicità e trovo che sia un regista davvero capace. Mi piace molto anche Sergio Rubini”. Essere un bel ragazzo aiuta ad ottenere le parti? “Un bel viso non lo so ma di sicuro serve essere carismatici e riuscire a bucare lo schermo. A me personalmente piacciono attori come Gary Oldman, Steve Buscemi, James Gandolfini, non propriamente dei belli ma hanno un carisma enorme”. Che personaggio ti piacerebbe interpretare? “Mi piacerebbe un personaggio un po’ dannato, un po’ ribelle, un ruolo come quello del protagonista di ‘Into the Wild’ per intenderci”. E il piano di riserva in alternativa alla recitazione l’avevi preparato? “Parallelamente porto avanti la musica, canto e suono. Dedico ad
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entrambe le cose lo stesso tempo”. Nella vita di un attore l’amore ci rimette un po’? “La persona che deve starmi accanto deve essere intelligente e capire il mio lavoro. Un pizzico di gelosia può starci ma non può condizionare quello che hai scelto di fare o metterti i bastoni fra le ruote”. Sarebbe più facile con una ragazza che non fa parte dell’ambiente o con una collega? “Assolutamente con una fuori dall’ambiente. So come si sente un attore e avere vicino una persona che fa lo stesso mestiere non aiuta.
© Foto di Serena D’Anzeo
Ci vorrebbe qualcuno con un lavoro più equilibrato”. A volte ti viene il dubbio che una ragazza esca con te per il mestiere che fai? “Sì e quando mi viene quel pensiero lì capisco che non è la persona che può starmi accanto. La ragazza ideale è quella a cui non interessa niente del mio lavoro ed è difficile da conquistare”. Cosa speri si possa avverare nel tuo futuro lavorativo? “Ovviamente vorrei avere successo come attore e mi piacerebbe tanto poter lavorare e afferrarmi anche in Francia”.
© Le foto di Valeria Graci sono di Azzurra Primavera
cinema di Francesca De Carlo
“SOGNANDO FERZAN OZPETEK”
E’ la ragazza mora del duo comico Katia&Valeria che a Zelig fanno la parodia delle Miss Italia e di “Uomini e donne”. Tra poco la vedremo nel film “Baciata dalla fortuna” di Paolo Costella a fianco di Alessandro Gassman, Asia Argento, Vincenzo Salemme. Intanto ora sta diventando (o è appena diventata) mamma…
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uando uscirà questa intervista, Valeria Graci starà per dare alla luce il suo primo figlio. La mora del duo comico Katia&Valeria, le simpatiche ragazze famose per la loro parodia a “Zelig” delle Miss Italia e del programma “Uomini e Donne”, sta per vivere una delle esperienze più importanti della sua vita. E’ serena e appagata anche perché parallelamente la sua carriera di attrice sta decollando. Mi con-
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fida che questo bimbo le ha portato fortuna visto che sta facendo nuove e importanti esperienze lavorative. Oltre alla tv, infatti, anche il cinema le ha aperto le sue porte e lei sta realizzando finalmente il sogno che aveva da quando era bambina. Ma ora la aspetta la prova più importante, quella che le ha già cambiato i ritmi e le abitudini. Allora Valeria, stai per diventare mamma… “Partorirò entro la metà di gennaio. E’ un maschietto e sarà del segno del Capricorno. Non ho mai avuto preferenze sul sesso l’importante è che sia sano e stia
bene”. Questa gravidanza ti ha cambiato in qualche modo? “Mi dicono che sono più bella, che il viso si è addolcito e i miei lineamenti sono più morbidi. Io me ne rendo conto solo perché faccio fatica a mettermi le scarpe! Mio figlio si muove in continuazione, fa ginnastica e la notte non mi fa dormire”. E a parte le trasformazioni fisiche? “Si è mamma da quando si resta incinta. Ho scoperto una fragilità che non pensavo di avere. Mi accorgo di essere più attenta quando attraverso la strada o prendo i mezzi pubblici. E’ scattato in me un senso di protezione”. Sul tuo sito ho letto la frase “aprire una porta e non voltarsi più”. Sei una che non si guarda indietro? “Credo sia importante prendersi la responsabilità delle proprie decisioni. Ho solo trent’anni ma ho fatto tante esperienze. Ho guardato troppe volte indietro e non è servito a niente. Ora guardo avanti”. Hai sempre saputo cosa volevi fare da grande? “Sì, da quando ero molto piccola. A cinque anni già dicevo che volevo fare l’attrice. Quando sono cresciuta mia madre mi ha messo alla prova per vedere se fosse solo un capriccio e io mi sono messa a studiare e a lavorare allo stesso tempo”. E la collaborazione con Katia Follesa come è nata? “Ci siamo conosciute quando stavo recitando in uno spettacolo teatrale, lei è venuta a vedermi e alcuni amici comuni ci hanno presentate. E’ scattata subito una forte complicità tra noi. Con lei è nata la mia comicità, non avevo mai pensato di fare la comica e non sapevo nemmeno cosa fosse Zelig”. Siete famose per la vostra parodia delle ragazze che partecipano al concorso di Miss Italia e al programma “Uomini e Donne”. Mai avuto reazioni da parte delle ragazze che prendete in giro?
“Alcune sono talmente stupide che nemmeno se ne rendono conto. Tempo fa una Miss Italia si risentì dicendo che loro non sono così ma ti assicuro che noi non dobbiamo inventarci niente perché le nostre battute sono prese testualmente così come sono dette”. So che Maria De Filippi è stata molto sportiva invece… “Maria ci adora, ci segue e ci invita a prendere spunti dalla trasmissione”. C’è così tanto vuoto in tv? “Ciò che si vede in giro è deprimente, la tv oggi è raccapricciante. Non esistono più i provini o la gavetta e in tv arriva gente senza saper fare niente. La cosa che fa arrabbiare è che molto spesso questi personaggi vengono scritturati come attori. Certe volte viene voglia di mollare tutto”. Hai da poco recitato in tv nella fiction “Ho sposato uno sbirro” con Flavio Insinna. Come è andata? “E’ stata un’esperienza bellissima. Insinna è un grande professionista e un bravo improvvisatore. Mi piacerebbe lavorare ancora con lui. Ho partecipato ad una sola puntata ma è stato molto divertente e ho ricevuto molti complimenti. Da quale regista ti piacerebbe essere diretta? “Sogno di lavorare con Ferzan Ozpetek ma non sono riuscita mai a conoscerlo. Mi accontenterei anche di una scena muta o di portare i caffè sul set! Ha una capacità incredibile di lavorare sugli attori”. E, oltre a Flavio Insinna, con quale attore vorresti lavorare? “Mi piacerebbe dividere il set con Sergio Castellitto. E’ un attore eccezionale”. Tra poco ti vedremo al cinema nel tuo debutto cinematografico… “Si tratta del film ‘Baciata dalla fortuna’ di Paolo Costella. Nel cast ci sono Alessandro Gassman, Asia Argento, Vincenzo Salemme, solo per dirne alcuni. Salemme è bravissimo a gestire la scena e ad improvvisare”.
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d i Ta l u c c i M .
musica di Ettore Luttazi
CON IL RITORNO DI SILVIA MEZZANOTTE, LA STORICA FORMAZIONE DELLA MUSICA LEGGERA ITALIANA È PRONTA AD UN 2011 DI OTTIME PROSPETTIVE. LI ABBIAMO INCONTRATI ALL’INDOMANI DELL’USCITA DEL SINGOLO CHE PRECEDE LA PUBBLICAZIONE DELL’ALBUM
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l 1 novembre scorso con “Gli occhi caldi di Sylvie”, il singolo che ha preceduto l'album in uscita in questo 2011, i Matia Bazar hanno suggellato il ritorno nel gruppo di Silvia Mezzanotte, l'artista con la quale, tra le altre cose, hanno vinto il festival di Sanremo del 2002 con il brano “Messaggio d'amore”. Ho sempre considerato i Matia Bazar un vera certezza della musica italiana e trovarmeli davanti in carne ed ossa tutti e quattro, Giancarlo Golzi, Piero Cassano, Fabio Perversi e naturalmente Silvia Mezzanotte, è stata una grandissima emozione, ma la cosa che più mi ha colpito è stato il modo in cui sono riusciti a trasmettermi, anche a parole, l'amore che provano per il loro mestiere. In questa intervista mi hanno raccontato come è avvenuta questa riunione, che ha fatto felici tanti fans, e i progetti del loro nuovo cammino insieme. Silvia iniziamo con te, protagonista assoluta di questa reunion con il gruppo. Ho sentito in una vostra intervista in tv che galeotto è stato un aeroporto. Ci racconti nei dettagli cosa è accaduto? “La data precisa non me la ricordo, ma è successo qualche mese fa. Loro avevano già concluso il loro percorso con Roberta Faccani, io ero sola e viaggiavo in transito. Ci siamo incontrati in aeroporto e salutati con grande affetto, come sempre. Ci siamo seduti al tavolino di un bar a raccontarci le cose degli ultimi mesi. Poi qualcuno si è avvicinato ha cominciato a chiedere autografi e fotografarci e in ognuno di noi, separatamente, in quel momento si è acceso qualcosa”. Avete deciso di tornare insieme in quel momento? “No, diciamo che in quel momento ognuno di noi ha avuto un segnale. Poi siamo andati via, ognuno per la sua strada, a casa propria. Non abbiamo condiviso subito questa scintilla. Io qualche giorno più tardi ne ho parlato con Antonio Colombi che è sia il mio manager che il loro, e lui ha cercato il modo di ricucire questa cosa ascoltando entrambe le parti. Perciò prima a livello personale e poi a livello
professionale si sono riagganciati degli elementi che ci hanno condotti ad affrontare un nuovo progetto artistico”. E la prima cosa che è scaturita da questo incontro è “Gli occhi caldi di Sylvie”, il vostro nuovo singolo presentato da pochi giorni e già tra i più trasmessi da numerosissime radio italiane. Com'è nato questo singolo? “Il pezzo è stato scritto dal nostro Giancarlo Golzi e Adelio Cogliati per la parte testuale, e dai nostri Pietro Cassano e Fabio Perversi per la parte musicale e io... sono Silvye! E se vuoi te lo spiego anche”. Stavo appunto per chiedertelo. “Abbiamo voluto giocare molto su questo nome perché in realtà noi abbiamo un album in uscita nel 2011 che conterrà 13 tracce che parlano d'amore e che seguono percorsi e labirinti non sempre nella maniera consueta, e volevamo partire proprio con un pezzo inconsueto. Volevamo sorprendere”. In che modo? “Con una canzone come questa che a una prima lettura potrebbe sembrare una dichiarazione d'amore nei miei confronti, ma se si legge con attenzione il testo e si ascolta con meno superficialità, ci si accorge che porta l'attenzione su un mondo sommerso che è quello della trasgressione. È un brano scritto in maniera leggera, ma canta un argomento di grande attualità. È cantato in maniera leggera, con il sorriso, perché non vogliamo porci sul trono dalla parte dei giudici, ma affrontiamo anche argomenti più importanti lasciando che siano gli altri a riflettere”. Un invito alla riflessione dunque? “Esattamente”. Piero chiedo a te di questo nuovo album. Tredici tracce, tutte inedite? “Sì, tutti pezzi nuovi che nascono dalla collaborazione tra noi, Giancarlo e Fabio per quello che riguarda i testi e le musiche, con Massimiliano Pani, il figlio di Mina, e Massimo De Divitis meglio conosciuto come Max dei Neri per Caso. In particolare per una canzone che ci piaceva molto dal punto di vista melodico e per la quale Giancarlo ha scritto un bel testo”.
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C'è già il titolo per questo album? “Sì certo. Il titolo è ‘Conseguenza logica’ che, se vuoi, specifica un po' quello che per noi diventava alla fin fine un percorso logico naturale, quello di un nostro riavvicinamento. Non c'è mai stata, come diceva prima Silvia, una rottura vera e propria e quindi tornare insieme ci ha dato una nuova energia”. Giancarlo Golzi, chiedo a te che sei il Matia Bazar per antonomasia. State preparando anche un tour? “Non adesso, credo sia ancora prematuro. La musica live dei Matia si divide in due: quella all'estero e quella dedicata all'Italia. Al tour italiano cominceremo
Risponde Silvia: “Credo che sia un bene che ci siano queste opportunità per i giovani, perché non esiste più la figura del talent-scout e ai giovani si richiede di arrivare a 17-18 anni alle case discografiche già con un formazione precisa ‘sono questo, mi vesto in questo modo, faccio queste cose’. A diciotto anni è molto difficile avere delle certezze in questo senso. All'interno di questi reality viene data loro questa opportunità, e questo è il lato positivo”. E il lato negativo? “L'aspetto negativo è che su cinquanta che partecipano ad un talent ne esce fuori uno, che se è fortunato riesce a
re musica e di farla? “Personalmente penso che il problema maggiore sia l'assenza regole che causa danni sia livello autoriale sia a livello editoriale. Questo però è anche un problema di educazione. Per esempio in Francia hanno varato una legge per la quale dopo il secondo download non autorizzato, passato per un sito pirata, ti staccano la connessione ad internet. Sembra una stupidaggine eppure è una cosa molto importante. In Italia non esistono provvedimenti simili, ma a volte non c'è neanche la volontà di farli”. Lo stesso vale per i cd? “Nei primi anni novanta c'era un codice
a lavorare dal prossimo marzo e quindi partirà in estate, mentre da ora in poi faremo molti concerti all'estero. Abbiamo molte richieste in paesi in cui siamo molto amati, i Paesi dell'Est Europa, la Russia e il Sudamerica. Stiamo organizzando tutte le date anche per dare un senso logico a questo ritorno- ri-incontro che è avvenuto in maniera abbastanza repentina”. Voi che siete un vera certezza della musica italiana e che avete attraversato le generazioni vivendo in prima persona i cambiamenti del mondo discografico. Oggi la tv sembra aver preso il sopravvento con il fenomeno dei talent show. Cosa ne pensate di questo fenomeno?
crescere davvero insieme al successo che ha e a restare in piedi, altrimenti è un fuoco di paglia perché non ci ha le basi, non ha la gavetta vera e propria. Per tutti gli altri c'è il niente, perché una seconda chance in questo momento storico non te la da nessuno. Altro aspetto negativo è che chi guarda da casa si fa un'idea sbagliata del nostro ambiente, perché si convince che basta avere una bella voce e un possibilità per arrivare al successo”. Fabio, a tuo parere, com'è cambiato il mondo della musica con l'avvento di internet? Siamo passati dal vinile agli mp3 in brevissimo tempo. Di fronte a ciò come è cambiato il modo di ascolta-
sui cd originali che ti permetteva di copiare un cd solo un volta. Questa cosa all'improvviso è svanita, chissà come mai”. Internet però è utile per seguire più da vicino gli artisti che si amano perciò, per concludere, ricordiamo ai nostri lettori i vostri contatti. “Il nostro sito ufficiale è www.matiabazar.com sul quale è possibile trovare tutte le news che ci riguardano e tante altre curiosità, poi c'è un forum gestito dal nostro grande fans e amico Mauro Faranfa sul quale spesso si prono delle belle discussioni da seguire e alle quali intervenire. E naturalmente abbiamo anche una pagina Facebook”.
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Giovanni Nuti con Alda Merini
musica di Donatella Lavizzari www.immaginienote.it
Il maestro Giovanni Nuti, autore per alcuni tra i più grandi interpreti italiani, è un artista elegante, poetico, dalla scrittura delicata, capace di intuizioni musicali originali. Interprete intenso e autore delle musiche che accompagnano i versi di Alda Merini, la grande poetessa scomparsa a novembre 2009, Nuti riversa lirismo e sentimenti in ogni sua composizione.
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hi assiste ad un suo spettacolo ha la sensazione di immergersi in un caldo oblio di musica, sospeso in una dimensione “altra”, onirica, in bilico tra terra e cielo. L’universo si contrae assumendo la forma e la dimensione del palco che Giovanni Nuti domina con grande naturalezza e, improvvisamente, l’atmosfera si fa intimista ed un filo sottile lega lo spazio dell’azione scenica allo sguardo ed al respiro di chi lo coglie. Giovanni, sul palco ogni elemento diventa importante,
mo lavoro, Una piccola Ape Furibonda, nato dallo straordinario “matrimonio artistico” con Alda Merini. Ce ne vuoi parlare? “Si tratta di uno spettacolo dove si alternano canzoni e poesie recitate da un’attrice, ruolo, da qualche mese, interpretato da Lucia Bosé”. Ci vuoi raccontare un aneddoto simpatico accaduto durante la tua lunga collaborazione con la poetessa? “Ce ne sono molti perché con Alda si rideva molto. Tutto si trasformava in divertente. La Merini era straordinaria: piangeva disperata per un problema e poi, improvvisamente, scoppiava in una fragorosa risata o si metteva a cantare. Quando eravamo in giro a fare concerti, amava fermarsi agli autogrill. Perché? Per comprare pupazzi. Tornavamo con la macchina stracolma di cagnolini, orsetti, scimpanzé che poi metteva nel suo salotto che si trasformava in una stanza dei giocattoli. Ogni tanto, tra un peluche e l’altro, sai cosa comprava? Salami, che poi immancabilmente regalava. La sua grande gioia consisteva nel comprare e poi donare”. Quale emozione hai provato la sera del 4 novembre, esibendoti allo Spazio Oberdan a Milano sul palco della sala intitolata ad Alda Merini? “E’ stata una serata molto speciale. Ho sentito una grande emozione nell’esibirmi su quel palco, in quello spazio a lei dedicato. Mi tornava in mente quando ero seduto in platea accanto a lei, quando andavamo in bagno perché era il solo posto dove poter fumare e i giornalisti la seguivano per poterle parlare. Facevano la fila fuori dal bagno per intervistarla e lei si divertiva moltissimo perché si sentiva come una regina, comunque e ovunque”.
giovanni nuti poesia
in musica
musica, testi, espressività, movimenti. Qual è l’elemento più rilevante per te? “E’ un’alchimia, non c’è un elemento che prevale sull’altro anche se ritengo che la voce e la gestualità siano fondamentali”. Nella tua gestualità c'è una forte dimensione teatrale, come si rapporta a quella lirico/musicale? “Non sono solo i gesti ad essere ‘teatrali’ ma lo è anche la mia forma mentis. Io sono ‘teatrale’ e, guarda caso, vivo in una casa-teatro dove all’interno c’è un teatrino. Tutto, in fondo, è teatrale. La vita è un grande teatro ed io gioco al gioco della vita”. Il recital che stai portando in tour si basa sul tuo ulti-
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Giovanni Nuti con Alda Merini
In molti tuoi progetti sono state al tuo fianco Signore dello Spettacolo quali Valentina Cortese, Milva e Lucia Bosé. Ci puoi dire cosa ti ha regalato vivere queste esperienze? “La vita mi ha portato a condividere il palcoscenico con grandi talenti. Mi è stata fatta, più volte, questa domanda: ‘Perché ti sei sempre circondato di persone di una certa età?’. Perché, secondo me, l’arte
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non ha età. Quindi il talento non ha tempo. E’ stata una casualità ed una grande fortuna. Ognuna di loro ha portato il proprio bagaglio di emozioni ed artistico. Hanno delle storie straordinarie. Grazie a loro ho sentito parlare di Visconti, Fellini, Strehler, Raboni, Manganelli, Quasimodo, come se si trattasse di un vicino di casa”. Straordinario incontro tra musica,
poesia e fede, il Poema della Croce, che hai rappresentato in Duomo a Milano, può essere considerato un lavoro dal carattere spirituale con una visione laica? “Assolutamente sì. Alda Merini è stata grande perché ha avvicinato Gesù all’uomo comune. L’amore tra Cristo e sua madre lo ha riportato tra di noi. E’ stata questa la grande forza di Alda: rendere la figura di Cristo vicina a noi con lo straordinario concetto che Dio possiede un’anima femminile perché ama in maniera totale, generosa. Meraviglioso pensiero condiviso anche da Lucia Bosé”. Come sei riuscito a coniugare il senso della bellezza con il sentimento della tragicità? “Beh, io sono teatrale! (ride) In me coesistono dramma, pathos, passione. E’ nelle mie corde. Se ascolti il brano ‘Il legno’ senti che mi stanno squarciando. Mi sono immedesimato e sono uscite le note giuste”. Cosa influisce sul tuo modo di comporre? “Sono attratto dalla bellezza, non solo dal punto di vista estetico ma anche a livello musicale. Mi piacciono le belle melodie. Io sono un pucciniano e sicuramente il melodramma può avermi condizionato così come i film di Visconti. Il silenzio mi ispira. Nel silenzio c’è tutto. E’ come un vaso vuoto da riempire con tutto quello che vuoi”. Ci vuoi parlare delle Piccole Api Furibonde, i gruppi nati spontaneamente su facebook per sostenere l’arte di Alda Merini e la tua musica? “E’ bellissimo che ci sia questo entusiasmo. E’ questa ‘La stufa di maiolica’ della Merini da cui si sprigiona un grande calore umano. In questa epoca grigia ‘Le Api’ rappresentano qualcosa di eccezionale, che si muove con grande energia”. Programmi imminenti? “Alla pubblicazione dell’album ‘Una Piccola Ape Furibonda’ nella versione spagnola, seguirà un tour all’estero insieme a Lucia Bosé. A gennaio saremo a Madrid dove, il 28, questa meravigliosa Signora festeggerà i suoi 80 anni sul palco del Circulo de Bellas Artes recitando nel mio recital”. Visitate www.giovanninuti.com
Michela Andreozzi, Valentina Pace, Alessio Piccirillo, Alessio Fontana
in collaborazione con la Foxy John Production www.foxyjohnproduction.com
di Silvia Giansanti
TOP TEN EUROPA 1 “THE TIME (DIRTY BIT) – THE BLACK EYED PEAS 2 “WHIP MY HAIR – WILLOW 3 “WHAT’S MY NAME”? – RIHANNA FT. DRAKE 4 “LIKE A G6” – FAR EAST MOVEMENT FT. CATARACS & DEV 5 “HEROES” – THE X-FACTOR FINALISTS 6 “YOUR SONG” – ELLIE GOULDING 7 “THINKING OF ME” – OLLY MURS 8 “WHO’S THAT CHICK” – DAVID GUETTA FT. RIHANNA 9 “MAKE YOU FEEL MY LOVE” – ADELE 10 “ONLY GIRL (IN THE WORLD) – RIHANNA
TOP TEN U.S.A. 1 “FIREWORK” – KATY PERRY 2 “GRENADE” – BRUNO MARS 3 “THE TIME (DIRTY BIT)” – THE BLACK EYED PEAS 4 “WHAT’S MY NAME”? – RIHANNA FT. DRAKE 5 WORLD SO COLD” – THREE DAYS GRACE 6 “BLACK & YELLOW” – WIZ KHALIFA 7 “NO HANDS” – WAKA FLOCKA FLAME 8 “PORN STAR DANCING” - MY DARKEST DAYS FT. ZAKK WYLDE 9 “PLEASE DON’T GO” – MIKE POSNER 10 “RAISE YOUR GLASS” – PINK
TOP TEN ITALIA 1 “TUTTO L’AMORE CHE HO” – JOVANOTTI 2 “CI SEI SEMPRE STATA” – LIGABUE 3 “OGNI TANTO” – GIANNA NANNINI 4 “LA PAZIENZA” – LUCA DIRISIO 5 “URLO E NON MI SENTI” – ALESSANDRA AMOROSO 6 “BUONGIORNO BELL’ANIMA” – BIAGIO ANTONACCI 7 “SEGRETO AMORE” – RENATO ZERO 8 “APPUNTI E NOTE” – EROS RAMAZZOTTI 9 “E’ UN PECCATO MORIR” – ZUCCHERO 10 “LA NOTTE” – MODÀ
classifiche WILLOW E’ figlia di Will Smith e di Jada Pinkett Smith e a soli dieci anni è un astro nascente. Nel 2007 è avvenuto il primo debutto nel campo cinematografico, accanto a suo padre nel film “Io sono leggenda”. OLLY MURS Classe 1984, è un cantautore britannico, uscito dal noto talent show X-Factor nell’edizione del suo Paese. L’album d’esordio prende il nome dall’artista stesso e ha raggiunto ottime posizioni nella classifica ufficiale britannica.
THE BLACK EYED PEAS Sono arrivati al sesto album di studio intitolato “The Beginning”. Questo singolo campiona il celebre pezzo “I’ve had the time of my life” e nel mese di novembre scorso, il gruppo è stato premiato agli American Music Awards. WIZ KHALIFA Il giovane rapper 23enne in questione proviene da Pittsburgh ed è al suo disco d’esordio. La musica di questo astro nascente ancora tutto da scoprire, sembra un prolungamento del rap anni ’90. LIGABUE Forte del successo raggiunto con l’album “Arrivederci Mostro!”, l’amato artista ha deciso di premiare i suoi numerosi fans, regalando una serie di concerti per il 2011 che lo porterà ad esibirsi nei teatri. Si parte il 22 gennaio da Milano. BIAGIO ANTONACCI Altro pezzo tratto da “Inaspettata”, l’album del personaggio milanese che da un po’ di tempo, domina le classifiche. La consacrazione al successo di Biagio avvenne nel 1989 con l’album “Sono cose che capitano”.
CARO EMERALD una jazz star travolgente
Pseudonimo di Caroline Esmeralda Van Der Leeuw, è nata ad Amsterdam il 26 aprile del 1981. Oggi è una
quotata cantante di genere jazz che nel passato ha studiato al Conservatorio ed è stata anche una buona insegnante di canto. Ha esordito sulla scena olandese nel giugno del 2009 con il singolo “Back it up”, che ha goduto di un bel seguito, grazie ai vari remix che sono stati fatti e che le hanno permesso così di farsi conoscere anche nei Paesi vicini all’Olanda e di rimanere diverso tempo in classifica. A
monte di questo successo, c’è però una storia. Due produttori olandesi hanno creato insieme all’artista Vince Degiorgio, un pezzo per un gruppo pop giapponese, ma non sono riusciti a trovare un cantante. Hanno deciso allora casualmente di chiamare Caro, insegnante di musica, la quale ha registrato con piacere il pezzo che ha avuto un futuro. Forte così del primo successo ottenuto, ha pubblicato il suo secondo singolo “A night like
I Negramaro si stanno prepa-
rando per il tour “Casa 69”. Partiranno da Roma il prossimo 10 marzo per poi toccare altre città italiane comprese le grandi come Torino, Bologna, Milano e Firenze, per concludere il 19 aprile a Bari. Adele, la giovane artista britannica resa famosa dal singolo “Chasing Pavements”, sta per tornare con un nuovo album dal titolo “21”. Per la promozione del nuovo lavoro, Adele si esibirà nell’unica data italiana prevista il 30 marzo presso i Magazzini Generali. I Litfiba, forti del successo della loro reunion, si apprestano a toccare l’Europa nella prossima primavera. Dopo i sold out dei concerti italiani, il
this”, dalla melodia jazz coinvolgente e che ha conquistato anche noi negli ultimi mesi. Questo singolo, prima
di raggiungere la nostra chart, ha militato per svariate settimane al numero uno della classifica olandese, anticipando così l’album di debutto della nuova artista dal titolo “Deleted Scenes from the Cutting Room Floor”. Successivamente è arrivato per lei anche un terzo singolo, si tratta di “That Man”, il quale però ha
trovato poco riscontro nella sua terra. Prima dell’estate del 2010, si è deciso di farla uscire fuori i suoi confini geografici, pubblicando il suo disco d’esordio in più Paesi. Un riscontro eccelso.
news
duo partirà da Londra il prossimo 3 marzo, passando anche per Berlino, Bruxelles, Parigi e Barcellona. Avril Lavigne, conosciuta come la ragazza del grunge, arriverà nei negozi il prossimo 8 marzo con un nuovo album intitolato “Goodbye Lullaby”. Ad anticipare l’uscita il singolo “What the Hell”. Il disco è improntato sulle esperienze difficili delle persone. Britney Spears diventa un fumetto. La star più discussa degli ultimi anni diventa “comics” e nel mese di marzo uscirà in edicola “Fame: Britney Spears”, seguito anche dal settimo disco dell’artista, che arriva dopo “Circus”, il precedente album.
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wedding a cura di Claudia Della Ratta
L'acconciatura dei capelli della sposa, si sa, varia molto secondo i gusti e la moda del momento, ma è importante che formi un insieme armonico con il vestito, con il tipo fisico e con la personalità della futura sposa
Grilli per la testa? Mai il giorno del matrimonio
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ome fare per trovare quella giusta? Basta affidarsi a un buon parrucchiere e dedicargli un po' di tempo nelle settimane precedenti la cerimonia, chiedendogli di curare i capelli con una buona cura rigenerante e rivitalizzante, tagliare le doppie punte, modificare il taglio in funzione dell'acconciatura scelta. Un vero professionista non mancherà di provare diverse soluzioni, e al termine di ogni "seduta" scatterà delle foto che, confrontate e ben studiate, daranno modo di pensarci con calma, e di capire quale sia la soluzione migliore L’acconciature giusta è quella in cui la sposa appare bellissima e se stessa. Essere irriconoscibile è un traguardo a cui non puntare, perché la "grande trasformazione" può sconcertare lo sposo, gli uomini, si sa, odiano le sorprese, e soprattutto è difficile da gestire. Poi c’è sempre il pericolo di cadere nell'effetto "ballo in maschera", senza pensare che non è così facile sostenere il personaggio per tutto il giorno. Meglio accontentarsi di cambiare un poco, mantenendo la propria personalità accordando tra loro ogni ele-
mento e ogni dettaglio: per esempio, con o senza velo? Per tradizione la pettinatura deve lasciare il viso libero e la fronte scoperta: per chi ha i capelli lunghi o semilunghi è sempre adatto un bello chignon, purché senza gioielli e strass (il galateo permette solo il diadema di famiglia, rigorosamente antico e autentico: e pare sia per poche); le giovanissime invece possono raccoglierli in una treccia, magari intrecciata con nastri di raso o di organza; chi ha i capelli corti si affiderà all'estro del proprio parrucchiere di fiducia perché riesca a ridimensionare “frangioni” e “zazzerette”, che soprattutto con l'abito lungo non vanno d'accordo, scegliendo magari una coroncina di fiori intrecciati. Bisogna poi tenere presente che la pettinatura deve "reggere" per un'intera giornata di abbracci e di emozioni: anche per questo motivo sono da evitare le grandi teste stile anni Cinquanta, con toupet di tutti i tipi, trecce-ponte alte mezzo metro, cascate di riccioli sostenute da fiori, fiocchi e perle che, oltre a essere instabili (e fuori moda), sono difficilissime da portare con stile e naturalezza; non bisogna mai dare l'impressione di stare "accompa-
gnando a spasso" la propria testa... Sono sempre molto belli, e con un tocco particolare, i fiori freschi uguali a quelli che formano il bouquet, a patto che la sposa sia giovanissima, vestita di bianco, e che scelga fiori che reggono bene il caldo, per evitare che col passare delle ore "si lascino andare", dandole un'aria sciatta, spettinata, e un po' triste. Sta all'abilità del parrucchiere fissare i fiori su ciocche raccolte in trecce e chignon, o appuntarli di lato su capelli di mezza lunghezza tenuti sciolti, o fissarli con provvidenziali forcine invisibili tra i capelli corti. Per rendere meno rigido l'effetto di un abito lungo di linea molto semplice si può ricorrere al tocco scenografico di un'acconciatura asimmetrica, con il velo che scende di lato e incornicia il collo come una sciarpa. Anche chi si sposa in municipio può adottare una piccola acconciatura di fiori freschi; ma saranno anche adattissime le calottine fiorite, le velette, i cappellini a tamburello, i fiocchi di raso. Notare bene… Il velo da portare sul viso, lungo circa 70 centimetri, deve essere trasparentissimo, vaporoso, senza ricami né incrostazioni di paillettes.
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anno
1/11
XII
1
Febbraio 2011 www.gpmagazine.it
Le interviste MATIA BAZAR GIOVANNI NUTI VALERIA GRACI FABIO GEDA SIMON DIVINE BARBARA DE RIGO PAOLO BERNARDINI MORENO AMANTINI SELVAGGIA HADDAJI