GP Magazine febbraio 2020

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evento del mese

Fashion Gold Christmas 2019 un party di lusso a Villa Smeraldo di Roberto Ruggiero

Grandi soddisfazioni e tanto successo per la nuova edizione del Fashion Gold Christmas, un importante evento, ideato ed organizzato da Alfonso Somma, patron di Moda Gold agenzia specializzata in cinema, moda, spettacoli ed eventi, che si è svolto venerdì 20 dicembre 2019 n e l l a m e r a v i g l i o s a e d a c c o g l i e n t e Vi l l a S m e r a l d o , a S o m m a Ve s u v i a n a i n p r o v i n cia di Napoli. Una serata magica, presentata con garbo e professionalità dall’attrice Roberta Scardola e dal modello e attore Nicola Coletta, sempre più disinvolto e a proprio agio nelle vesti di conduttore, che ha visto la presenza di tanti professionisti del settore artistico: stilisti, giornalisti, fotografi, fashion blogger, modelli, modelle e tanti ospiti del jet set nazionale. Immersi in un’atmosfera natalizia, nelle sale splendidamente addobbate, il numeroso pubblico è stato accolto con fritturine miste, un trionfo di dolci e una degustazione di ottimo vino. Dopo l’attività stampa tra fotografie, interviste, riprese televisive e social, l’evento si è aperto con l’esibizione del cantautore Michele Selillo, che ha regalato alle persone presenti il suo nuovo singolo di successo, “Comme faccio”, e che è stato insignito di un riconoscimento per la sua musica e il suo percorso artistico. Subito dopo vari momenti di moda e di spettacolo. Per questa edizione i premi sono stati conferiti ai seguenti personaggi della canzone, del mondo del teatro, della televisione e dello sport: Emiliana Cantone, una delle maggiori esponenti della musica neomelodica napoletana, Francesco Albanese, autore, attore, regista e uno dei protagonisti della trasmissione comica “Made in Sud”, Diego Armando Maradona Junior, volto televisivo, sportivo, cronista radiofonico e futuro allenatore, Cosimo Alberti, attore di teatro e di televisione, appassionato di musica popolare e tra gli interpreti di “Un posto al sole”, Gennaro Lillio, modello e attore, rivelazione del GF 16 e prossimo concorrente di Pechino Express, Julia Burduli, cantante lirica russa crossover, e Marc Parejo, attore

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Robert a Scardol a e Nico la Col et ta

Marc Par ej o e Nicola Co le tta


spagnolo, direttamente dal set di “Una Vita”, che ha ricevuto un’altra bella sorpresa, l’incontro con Renato Novara, il suo doppiatore italiano. Inoltre Marc per le foto ufficiali della manifestazione ha indossato un capo della collezione 2020 dello stilista ischitano Piero Camello. Hanno consegnato i premi: Annamaria Viscardi, editrice di Radio Studio Emme, Alfonsina Longobardi, psicologa, esperta di food & beverage e presidente dell’Associazione Tra cielo e mare, la giornalista Maria Consiglia Izzo, le Sex and The Sud ovvero Floriana De Martino e Luisa Esposito, il patron Alfonso Somma, Giovanni Caso, attore di teatro e di televisione, Annamaria Ghedina, direttore de Lo Strillo e scrittrice, il giornalista Francesco Russo, direttore de La Gazzetta dello Spettacolo, Antonio D’Addio, ufficio stampa della kermesse, Fabio Marantino, manager e talent scout, e Raffaele De Luca, ideatore del Pompei Cinema Festival. Il premio è personalizzato e realizzato interamente a mano dagli artigiani di Vietri sul Mare, inoltre ai premiati sono stati donati anche dei gioielli Nika Jewels, i cappelli Dsymon e oggetti della collezione Dettagli. Belle e apprezzate le sfilate di Veronica Guerra Sartoria, Mersì Couture di Maria Longobardi, Uammamà, Atelier Alter Ago, RDG di Rosa De Giulio, GM couture di Giovanna Marinacci, Amelie, gli abiti di Chic Events - Camello Creations e di Imperatrice Sartoriale. E poi i gioielli di Dettagli, le borse di Mael Lovely Bags, i cappelli di La Cappellaia Matta e di Dsymon, Elpidio Loffredo Furs Pellicce e le macchine di G&G Cars. Il trucco è stato affidato a Mary Esposito, il parrucco a Ricci & Capricci di Vincenzo Sodano, le coreografie sono state curate da Stefania Maria mentre gli allestimenti da Wedding planners – Antonella e Francesca Limongelli, le foto di Domenico D’Alisa. Al termine ricco buffet a cura della struttura e dello chef Enzo De Rosa, i dolci della pasticceria Sorella, la degustazione di pandori e panettoni, del Babà Re, il liquore alla crema di babà, e del vino delle Cantine Ferraro di Pompei. Tra gli intervenuti: Sante Cossentino, giornalista e responsabile di MassMedia Comunicazioni, Lorenzo Crea, giornalista e direttore di ReteNews 24, Lorenza Licenziati, ideatrice del format In città, Maria Parente, Davide Guida, Silvia La Penna, i giornalisti Nicola Garofano e Christian D'Antonio, Ida Piccolo, Lucia Manna e Giuseppe Cannavacciuolo di Io mi sposo tv, Miry D’Amico, Pasquale Capasso, Gaia Moschetti, Eduardo Angeloni, Pietro Del Vaglio, architetto e interior designer, Enrico Schiano, speaker di Radio Studio Emme, lo scrittore Roberto Della Ragione, Kseniya Belousova la fotomodella delle campagne pubblicitarie di Marciano GUESS, l’attore Ciro Andolfo, Ciro Romano, Roberto Minini, fotografo e sosia di Bono Vox, i fotografi Maurek Poggiante e Giuseppe Filosa, Giulia Accardo, Gabriel Quagliozzi, Miriam Pone, Anastasia Cennamo. Servizio fotografico a cura di Domenico D’Alisa

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È una nota attrice ucraina che nel nostro Belpaese ha trovato amore e successo. Adesso è in teatro in una simpatica commedia intitolata “Non mi dire te l'ho detto”, con Paolo Caiazzo. E' inoltre protagonista in due film “Mai per sempre” e “Il ladro di cardellini”. Essere solare, propositiva, dinamica e determinata alla fine ripaga sempre. Certo, ci vuole anche qualche combinazione al momento giusto e infatti il suo incontro con Tinto Brass ha messo in moto una serie di cose fantastiche per la sua carriera di attrice. A pensare che Yulia aveva timore di lavorare con Brass per via delle voci di corridoio, infondate, che giravano su di lui; e invece i treni vanno presi senza essere condizionati da nulla. E così ha fatto. Le piacerebbe lavorare un giorno con Giuseppe Tornatore e spera di aver fatto un quarto di quello che auspica di fare. Il nostro augurio di cuore. Yulia, da dove sei partita? “A parte dall'Ucraina, lavorativamente parlando ho avuto nel 1999 l'esordio in un film di Tinto Brass in cui ero la protagonista assoluta. E' stato un inizio forte che mi ha dato in seguito la possibilità di affermarmi come attrice”. Ancora prima che cosa è accaduto? “Che fin da piccola ho avuto sempre il pallino della recitazione e lo si vedeva ad esempio nelle recite scolastiche e nella parrocchia. Sono stata sempre una persona molto dinamica e ho svolto molti lavori prima della notorietà. Ho lavorato in pizzeria come cameriera, in un bar, nelle tv locali e nei fotoromanzi. In seguito velocemente è avvenuto l'incontro con Brass che mi ha introdotta nel campo. In questo modo si è avverato un sogno”. Che ricordo e opinione hai di Tinto Brass? “Avevo un po' di paura delle voci che giravano intorno al suo personaggio. Invece ho potuto constatare che era un signore di una certa età molto simpatico, goliardico ed esigente sul lavoro. Molto preciso come professionista”. Come mai la scelta di trasferirti in Italia? “Per amore, per il mio attuale compagno e così sono rimasta a Napoli. L'amore mi ha portato fortuna”. Sei sposata con un italiano. Cosa trovi di interessante negli uomini nostrani?

“Innanzitutto l'uomo italiano ha un grande senso della famiglia e poi è di una certa eleganza. E' solare, è galante e ha uno spiccato savoir-faire. E' unico al mondo. Gli ucraini secondo me non hanno un'attenzione così importante verso la famiglia, verso la madre, verso la donna e verso i figli”. Dove ti è piaciuto di più recitare e perché? “Un film tv per Rai Due 'Il lato oscuro' con Lucrezia Lante Della Rovere, in cui ero la protagonista femminile. Si trattava di un thriller dove si passava dalla vittima alla carnefice con relativa trasformazione del personaggio. Essendo molto giovane, all'epoca mi ha coinvolto molto. Ancora oggi è un lavoro che mi porto nel cuore”. Ci sono registi con cui vorresti lavorare in futuro? “In passato ho avuto un incontro di lavoro con Giuseppe Tornatore, una persona di grande spessore umano ed intellettuale. Sono molto affascinata dalle sue opere e mi piacerebbe molto un giorno lavorare con un regista di questo calibro”. Cosa manca alla tua carriera, anche se hai messo su carta parecchie produzioni? “Vero, ma spero di aver fatto un quarto di quello che mi spetta ancora. Desidererei crescere nell'ambito teatrale, visto che ho lavorato con grossi nomi, ma vorrei puntare su lavori completamente diversi, come il teatro d'autore composto dai classici”. Se non fossi diventata attrice, quale sarebbe stata la tua occupazione attuale? “Il personal trainer, visto che sono molto esperta e appassionata di sport. Mi è capitato in via amichevole di insegnare agli altri e tutto questo mi coinvolge”. Che tipo di sport pratichi? “Ginnastica ritmica fin da piccola e allenamenti in genere un po' particolari che vanno molto in voga in America”. Cosa ti riserverà questo 2020? “Due film in uscita. Il primo s'intitola 'Mai per sempre' di un regista che sta crescendo molto, Fabio Massa e qui ho un ruolo principale drammatico. Dal punto di vista emotivo è molto forte. Mentre l'altro intitolato 'Il ladro di cardellini', è una commedia dal sapore amaro e poetico. E' di Carlo Luglio ed è una coproduzione Rai. Interpreto ugualmente un bel ruolo, sono la moglie del protagonista. Si tratta di un matrimonio combinato che ha un'evoluzione di sentimenti. Inoltre

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storie & personaggi

Jacopo Lena

“La sclerosi multipla non mi fermerà” di Silvia Giansanti

Jacopo Lena è un ragazzo di ventinove anni affetto da sclerosi multipla. E' un ambasciatore della Associazione Italiana Sclerosi Multipla ed è il primo atleta body building italiano affetto da questa patologia. La carica è stata riconosciuta dal CONI. Non esistono al momento altri atleti a livello mondiale come lui. Ecco perché è unico. In esclusiva per GP Magazine ha deciso di raccontare la sua storia. Jacopo, hai una forza e una tenacia invidiabili, oltre a tantissimi tatuaggi. Quante gare hai all'attivo? “Ben cinque dal momento in cui mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla”. Come si svolge la tua vita? “Si svolge con degli allenamenti quotidiani e con i social sui quali sono sempre presente per rispondere alle varie problematiche delle persone che sono affette dalla mia stessa patologia e altre che hanno problematiche di diversa natura Ho notato che posso essere uno stimolo psicologico per molti. Come professione faccio il personal trainer e riesco a convogliarla nelle ore in cui sono in palestra. La patologia ha comunque cambiato l'approccio con il prossimo e tutta la mia vita. Abito da solo con il cane e seguo una dieta semplice che non vada ad influire sulla patologia”. Cos'è successo quando ti hanno diagnosticato la patologia?

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sport & glamour

Yulia Ushakova

Quando l’hockey su ghiaccio non è uno sport “freddo” di Roberto Ruggiero

L'hockey su ghiaccio è uno sport che ha tanti appassionati ma non è seguito come tante altre attività di squadra, vedi il c a l c i o , l a p a l l a v o l o , i l b a s k e t e i l r u g b y. Eppure, chi segue con attenzione questo sport, non è rimasto indifferente ad una atleta che non può passare inosservata: Yu l i a U s h a k o v a . L a g i o c a t r i c e c h e d i fatto ha catalizzato l'attenzione di tanti uomini di tutto il mondo, che hanno cominciato a seguirla nelle sue gare e sui social. Il motivo è la bellezza disarm a n t e d i Yu l i a . Più di un anno fa , il grande pubblico l’ha conosciuta soprattutto per il tweet dello Spartak Mosca (la sua squadra di hockey) che ha annunciato l’infortunio della sua giocatrice di punta postanto una foto particolarmente “hot”. La notizia probabilmente sarebbe passata inosservata se non fosse stata resa pubblica proprio in questa maniera. E non sono mancate le critiche, accompagnate da un ritorno mediatico considerevole: Yulia Ushakova ha raggiunto in pochissime ore quasi 500.000 follower su Instagram e il sito delloSpartak Mosca ha registrato visite superiori alla “media annuale” in un solo giorno. Yulia Ushakova, oltre ad essere una campionessa dello Spartak Mosca e della nazionale olimpica russa di hockey, è anche fitness model e giornalista sportiva. Insomma una star a tutti gli effetti. La bellezza non manca, la simpatia nemmeno e il talento sportivo è notevole. Sarà anche per questo che la società di hockey l’ha voluta fortemente come giornalista ed inviata per presentare le partite casalinghe della squadra maschile della città. Viva l'hockey su ghiaccio!

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photo & glamour

Valeria Lupi

Il volto nuovo dello spettacolo di Alberto Terraneo

Q u e l l a d i Va l e r i a L u p i è l a s t o r i a d i u n a donna affascinante e prorompente, di una fotomodella capace di catturare al primo sguardo e di conquistare al primo scatto. Ma, come nelle storie più belle, non è tutto rose e fiori come potrebbe sembrare. La sua è una quotidianità caratterizzata da un lavoro impegnativo che le prende gran parte delle ore del giorno lasciandole una manciata di minuti per sbrigare commissioni e faccende domestiche. Ma Valeria Lupi è anche una splendida mamma, che del suo “bambino” si prende cura appena ha un minuto libero. Insomma, una donna che – appena superata la soglia dei 30 anni – ha scelto di non rinunciare a nessun lato di se stessa e anzi di esprimerlo in modo artistico ed elegante. Col fisico che ha, passare inosservata per lei è praticamente impossibile. I suoi shooting, contraddistinti da outfit intriganti, hanno fatto il giro del web e le hanno permesso di conquistare anche le tv locali e forse nuovi importanti progetti per il 2020. Un’onda d’urto che non si ferma davanti a nulla. “Ogni sfida voglio vincerla – confida Valeria – è il mio modo d’essere”. In campo fotografico, come detto, le collaborazioni con amatori e professionisti le hanno regalato scatti che brillano per passione e sensualità. Non solo fotografia: sfilate e concorsi di bellezza sono diventati parte di lei, del suo personaggio e del suo sogno. Quello di conquistare un posto d’onore nel mondo dello spettacolo… E, infatti, i propositi per il 2020 partono tutti da qui. “Nel corso di quest’anno mi rivedrete in qualche televisione locale, in radio e in qualche videoclip musicale. La-

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voro nella speranza di affermarmi nel mondo dello spettacolo, penso di avere le carte giuste e la grinta giusta per farcela!”. Se ti dovessi immaginare sotto i riflettori, dove ti vedi? “Mi piacerebbe fare la valletta, la showgirl, partecipare a qualche reality o ricoprire un piccolo ruolo nel grande schermo. Le luci della ribalta non mi spaventano, tutt’altro. Sono una ragazza esibizionista ed egocentrica, non mi piace passare inosservata di conseguenza anche l ‘abbigliamento rispecchia il mio modo di essere. Se di giorno adoro jeans, tacchi e maglie scollate, la sera so che posso osare di più…”. Da dove nasce questa passione per la fotografia? “È iniziato tutto qualche mese fa, quando attraverso i social mi è stato chiesto di partecipare a un concorso di bellezza. Ci ho pensato un attimo, mi sono buttata… e da lì è iniziato tutto! Ho sfilato più volte in passerella, sono stata chiamata come opinionista della Roma sulle tv locali del Lazio, ultima in ordine di tempo CittàCeleste dove ho potuto raccontare la mia storia. Sicuramente devo citare il mio primo fotografo, Nico Orlandi, specialista di nudo artistico che con la sua bravura mi ha rapidamente fatto superare qualsiasi imbarazzo insegnandomi tutti i trucchi del mestiere”. Ma le esperienze si sono presto accumulate. “Ed è grazie a persone speciali che ho potuto compiere i miei passi nel campo della fotografia. Valerio Faccini mi ha trasmesso il senso della professionalità, Gianluca Soriconi ed Enrico Civitegna mi hanno fotografata in maniera divertente lasciandomi per sempre un ricordo speciale”. I tuoi scatti hanno iniziato a girare per il web. “Proprio così: non sono una influencer… ma non escludo di diventarlo un giorno. Semplicemente voglio farmi conoscere per tutte le mie sfaccettature, raccontando chi sono. Mi piace chi, vedendo i miei scatti, crede in me e mi aiuta nel trasmettere la mia vena artistica. Non sopporto chi si ferma alla sola apparenza”. Cosa rappresenta per te la fotografia? “È libera espressione delle mie emozioni, una modella deve saper comunicare a prescindere dalla taglia o dall’età. La fotografia mia ha dato questo: consapevolezza del mio corpo e capacità di espressione delle emozioni. E, al tempo stesso, mi ha tolto l’imbarazzo iniziale. Mi piace l’idea di superare i

miei limiti, mi spinge a farlo il fatto che si può sempre migliorare e crescere”. Lontana dalle luci dei riflettori, chi è Valeria Lupi? “Adoro ballare, spaziando dai balli caraibici alla danza del ventre per arrivare alla pole dance. Lo confesso: vorrei provare anche burlesque! Adoro la natura, andare a cavallo, scoprire posti e culture nuove. Caratterialmente sono positiva, intraprendente, solare e testarda”. C’è un aneddoto che fa credere che questa vena artistica fosse da sempre nel tuo dna… “Erano i tempi della prima superiore all’Istituto d’arte, quando la classe restava senza professore io e una mia compagna mettevamo in scena una parte di Elisa di Rivombrosa con tanto di litigio finale. Lei era Elisa, io Lucrezia… 'la cattiva'! Ci divertivamo un sacco, poi l’arrivo di un figlio e la necessità di dedicare ogni energia alla famiglia mi ha fatto accantonare questa passione. Che oggi, però, è tornata più che mai”. CONTATTI SOCIAL: Instagram @valerialupi

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Tommas o Mag g i (te rz o da sin is tra) con Gine vra Barbon i in sie me all e ris pe tt ive f amigl ie

si specializza ulteriormente lo scorso anno con un master in “Direttore della fotografia, operatore di ripresa e montaggio” presso l’Accademia Nazionale del cinema di Bologna tenuto dai docenti Mauro Marchetti, Rocco Marra e Paolo Vanghetti. Ginevra continua a raccontarsi con il suo sorriso luminoso, che non la abbandona mai: "Ho imparato nel set a lavorare la fianco di mio padre già dal 2008, come assistente alla regia e aiuto operatore per suoi cortometraggi, tra i quali 'Il grande forse' con Philippe Leroy e Roberto Andreucci. La fotografia era di Maurizio Calvesi e le Musiche di Franco Micalizzi. Ho poi continuato con 'Chimeres Absentes' di Fanny Ardant, 'Pensiero Giallo' e 'Idea Malvagia' di Pierfrancesco Campanella, e ho fatto anche il direttore della fotografia nel film “Tundra” di Federico Mattioni. E di mio nonno ho sempre ammirato tutta la sua produzione, ovviamente". Quest'anno Ginevra Barboni ha realizzato come au-

trice, produttrice e regista, la sua opera prima, il cortometraggio “La vita che ti aspetta”, insieme al collega ed amico Tommaso Maggi, figlio d'arte anch'egli: suo padre Angelo Maggi è quel magnifico doppiatore che tutto il mondo conosce, ad esempio, come voce italiana di mostri sacri come Tom Hanks e Bruce Willis. "Sono così felice che la mia prima creatura cinematografica abbia già riscosso finora ben quindici riconoscimenti: da poco tempo l'abbiamo presentato ai festival internazionali, ed è stato un esordio straordinario". Ricordiamo infatti che la pellicola ha vinto come miglior sceneggiatura originale al Los Angeles Film Award, miglior cortometraggio a tema LGTBQ al Detroit Shetown Film Festival e miglior cortometraggio a tema LGTBQ al Lady Filmmakers Festival. A cio' si sono aggiunti altri prestigiosi traguardi: miglior cortometraggio italiano alla competizione mensile e Grand Jury Award alla competizione annuale all’Oniros Film Festival; premio “La città del cortometraggio” al Social Word Film Festival; miglior regista del festival al Barcelona Planet Film Festival. Per concludere, miglior cortometraggio e miglior Cinematographer all’European Cinematography Award; Award of distinction al Canada Short Film Festival; e ben 4 nominations: all’Indie Short Fest del Los Angeles International Film Festival come miglior cortometraggio a tema LGTBQ e miglior regista; come miglior cortometraggio straniero al Gold Movie Award; per la miglior attrice protagonista al Barcelona Planet Film Festival. Ulteriori info: www.ginevrabarboni.com

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solidarietà M au ro At tur o con Ele na Impiccinn i. Ne ll a fo to piccol a, da sinis tra il Pr of . Ces are Gride ll i, Maur o Att uro, Chris tian Marazz it i e Frances ca Brie nza

Mauro Atturo

Ceo della Problem Solving, dopo il baby bonus presenta lo “You Salus” di Roberto Ruggiero

Mauro Atturo CEO della Problem Solving, imprenditore romano illuminato il cui core business è l’out bound per le più grandi aziende di telefonia, con sedi di call center dislocate in tutta Italia. Un’azienda composta da più di 350 persone. In occasione dell’evento di Natale della sua azienda dal titolo “Equilibrio Dinamico”, svoltosi a Palazzo Brancaccio, all’interno del quale ha avuto luogo il “Premio Eccellenze Italiane” voluto dallo stesso Atturo, condotto da Anna Falchi e da Pablo e Pedro, è stato presentato l o “ Yo u S a l u s ” , l a p o l i z z a s a n i t a r i a c h e A t t u r o h a d e ciso di donare e mettere a disposizione a tutti coloro che collaborano con lui in azienda. Madrina di eccezione del Premio: Francesca Brienza. La prevenzione è importante per Mauro Atturo, per questo ha inserito fra i premiati di questa prima edizione del “Premio Eccellenze Italiane” il Professor Cesare Gridelli - Oncologo di fama internazionale, distintosi per la cura del cancro al polmone. Direttore dell’Unità Operativa a Struttura Complessa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera “S. G. Moscati” di Avellino” Da anni svolge ricerca clinica sul cancro del polmone in collaborazione con le principali istituzioni internazionali. È stato anche proiettato uno spezzone della web fiction “In famiglia all’improvviso” diretto da Christian Marazziti, per raccontare il vissuto di un malato di cancro al polmone e della sua famiglia. L’arte come mezzo per dare attenzione alla malattia. Nel corso della premiazione del Professor Gridelli è stata annunciata questa nuova operazione di welfare aziendale lo YOU SALUS, una polizza sanitaria, della quale usufruiranno tutti coloro che lavorano in Problem Solving, uno strumento per facilitare e diffondere la cultura della prevenzione anche in azienda.

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Per la prima volta in Italia diminuiscono i nuovi casi di tumore sono 371mila quelli stimati nel 2019, con 2mila diagnosi in meno rispetto al 2018, anno in cui si erano invece registrate 4mila nuove diagnosi in più rispetto al 2017. Questa inversione di tendenza, registrata dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) nel rapporto “I numeri del cancro 2019”, dimostra che fare prevenzione primaria, mirata a diffondere corretti stili di vita per prevenire appunto l’insorgenza delle neoplasie, danno effetti positivi. Atturo noto per l’importanza e le attenzioni che riserva a tutti coloro che collaborano con lui, per i quali punta ad una qualità della vita eccellente, applicando la filosofia dello Human Value, è consapevole di quanto sia importante fare prevenzione e attraverso il suo progetto di welfare aziendale mette a disposizione di coloro che sono in azienda, tutti gli strumenti necessari per realizzare tutto ciò. Permettere di fare check – up grazie a questa polizza sanitaria, è espressione di una visione avanguardistica e sensibile di fare impresa, colmando quelle lacune e quelle difficoltà che si possono incontrare in questi tempi all’interno del mondo lavorativo. Stessa visone avuta mettendo a disposizione delle donne che lavorano in azienda il Baby bonus. Altra operazione di welfare aziendale, in nome della sua filosofia dello Human Value, in un momento in cui il tasso di natalità decresce in Italia, per la mancanza di politiche radicali che la sostengano. La mamma in Problem Solving viene messa in una migliore e più favorevole condizione; tutte le neomamme al loro rientro in azienda usufruiscono di un bonus in denaro di 700 euro, come ben venuto per il piccolo, da spendere in un negozio per neonati e 150 euro in più sullo stipendio per il primo anno. L’essere umano è al centro delle strategie imprenditoriali di Mauro Atturo e del suo agire, il rispetto della qualità della vita è primario nel suo operare, puntando ad una continua ricerca di un equilibrio dinamico in evoluzione fra le persone. Queste ed altre importanti iniziative di welfare aziendale come il Maggiordomo aziendale per sollevare dalle incombenze del quotidiano (la posta, la tintoria, ecc.) e il Buono giorno (la colazione tutti i giorni per tutti i dipendenti) sono alla base delle politiche aziendali di Atturo. Il senso dinamico e proiettivo del suo imprendere, si realizza investendo nelle qualità delle persone che collaborano con lui, valorizzandole e rafforzandole, attraverso la formazione, che insieme alla passione, al sacrificio e alla chiarezza degli obbiettivi, compongono gli elementi fondamentali per avere successo nella vita. L’esempio diventa linfa del quotidiano, mettere in luce le eccellenze diviene un monito nella crescita di ognuno di noi, anche per questo nel corso dell’evento è stato consegnato il “Premio Eccellenze Italiane” oltre che al Prof Gridelli per il suo impegno nella medicina, sono stati premiati per lo sport Alessia Zecchini, pluricampionessa mondiale di apnea. Ad agosto 2019 ha stabilito il nuovo record del mondo di apnea con assetto costante (monopinna)con i suoi -113 m. Per la musica il cantautore Roberto Casalino.

L’evento di quest’anno dal titolo “Equilibrio Dinamico” è stato espressione di un elemento costante dell’esistenza umana, la condizione di centratura dinamica dell’individuo mentre la vita scorre e va avanti. Performer presenti in musical internazionali, vocalist e ballerini noti nel panorama televisivo italiano, artisti eclettici, abili nel canto, nella danza e in veste di acrobati e verticalisti, hanno guidato gli ospiti in un percorso onirico emotivo di forte impatto e di alto livello, magistralmente orchestrati dall’abile regia di Luca Di Nicolantonio. Quattro quadri viventi, hanno narrato i momenti di evoluzione dell’essere umano, nella relazione con sé stesso e con gli altri dal titolo: l’incontro, la procreazione, la maternità e le famiglie. Uno spaccato di società in chiave artistica per celebrare con l’evento “Equilibrio Dinamico” il percorso, il coraggio e la sensibilità di un uomo, di un imprenditore d’avanguardia e di successo, Mauro Atturo. Oltre imprenditore anche produttore teatrale e musicale, coproduttore cinematografico, la sua ultima creatura in teatro è “Call Center 3.0”, campione di presenze degli ultimi cinque anni, superando ogni record di botteghino al Teatro de Servi di Roma, al cinema fra le sue ultime coproduzioni il film “Sconnessi” di Christian Marazziti, e “Compromessi Sposi” con Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono. Il suo ultimo successo nel settore musicale è il sold - out, realizzato nel mese di novembre 2019, al concerto di Roberto Casalino all’Auditorium conciliazione di Roma, special guest Alessandra Amoroso. Ospite di eccezione nell’evento Manuela Arcuri, fra gli altri amici presenti : oltre ad Anna Falchi ed a Pablo e Pedro, che hanno condotto la serata ed a Francesca Brienza madrina del “Premio Eccellenze Italiane”, sono intervenuti anche le gemelle Laura e Silvia Squizzato, Franco Oppini, Ada Alberti, Massimiliano Varrese, il produttore Roberto Cipullo, Massimiliano Varrese, Christian Marazziti , gli Audio 2, Vincent Candela’ il calciatore , Francisco Govino Lima ex calciatore della Roma, Marcelo Fuentes, Mario Zamma, Olivio Lozzi, Gianni testa, Vittorio De Scalzi (leader dei New Trolls – presidente commissione Area Sanremo), Giacomo Eva (concorrente di Amici e di X Factor), Giovanni Segreti Bruno (vincitore di Area Sanremo 2019). Sul palco anche lo storico gruppo degli Audio 2, nuova produzione musicale di Mauro Atturo per il 2020 e Massimiliano Varrese, che si è esibito in una canzone scritta da lui. Nel corso della serata è stato anche presentato l’importante progetto di partnership con il Telefono Rosa per la Responsabilità sociale, che Mauro Atturo sosterrà con la sua azienda nel 2020. La responsabile comunicazione del Telefono Rosa, Alessandra Balla ha esposto la nuova campagna di raccolta fondi dal titolo “Di madre in figlio – per ogni mamma che piange c’è un figlio che soffre”, per realizzare un progetto a tutela delle vittime di violenza assistita. La serata è stata anche un’occasione per rinnovare il supporto verso l’Associazione la Compagnia degli amici di Gesù, Giuseppe e Maria Onlus, impegnati da anni a sfamare, a dare alloggio e cure mediche ai senza tetto di Roma.

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solidarietà

Dopo i due grandi fiumi fino a Tekapo (Stag Saddle)

Giulio Testa

Il viaggiatore che gira il mondo per aiutare gli altri di Paolo Paolacci

Girare il mondo a piedi per fare qualcosa per gli altri con la AGOP Onlus. Abbiamo avuto il modo di conoscerlo. Chi è Giulio Testa? “Giulio Testa è una persona. Una delle tante. Un puntino in questo universo. Qui vi scriverà nei panni dell’avventuriero/viaggiatore e vi racconterà le sue emozioni”. Che cos'è AGOP Onlus? “AGOP (Associazioni Genitori Oncologia Pediatrica) è una Onlus costituita nel 1977 da genitori di bambini affetti da tumore che si trova all’interno del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Tra le varie cose, assicura ospitalità gratuita a oltre 350 nuclei familiari. Sta quasi per inaugurare la casa a colori che offrirà assistenza globale quotidiana e agevolazioni per trasporti a queste famiglie in difficoltà per via di questa grave malattia che ha colpito i loro piccoli. Ho camminato anche per loro raccogliendo una cifra che all’inizio non immaginavo lontanamente. Se volete contribuire andate nella mia pagina Facebook”. Come nasce la sfida di girare a piedi la Nuova Zelanda? “Non la definirei una sfida. Nessuna competizione. Nessuna impresa. Nasce dalla mia natura avventuriera. Nasce dal mio cuore. Doveva succedere. Ho sempre avuto l’esigenza di fare queste cose. Molto semplice. Considerate però che sono partito da zero e con un inglese poco più che basico”. Quanti chilometri hai percorso e come racconti agli altri quello che hai fatto? Così per capire. “Ho percorso 3000 chilometri circa in cinque mesi e mezzo. Solitamente li racconto nelle presentazioni che faccio nei CAI, nelle scuole, nelle associazioni che organizzano corsi di escursionismo, nei comuni, ecc. La gente rimane coinvolta perché sono cose che non si sentono tutti i giorni. Dura un’oretta ed è un power point con foto e video che mi guidano al racconto. Se a qualcuno/a interessasse, ne potremmo parlare. In poche parole è come se avessi camminato da Roma a Mosca, in Russia. Una tenda, un sacco a pelo, un fornelletto e poco altro e via, all’avventura! È successo di tutto: fiumi in piena, fango, vento estremo, camminato per giorni sotto il diluvio, rischiato la vita, riso, conosciuto gente proveniente da buona parte del mondo, chiamato l’elisoccorso, finito in ospedale ben quattro volte, cose divertenti, ballato in discoteca, dormito in una stalla. Insomma, un’avventura con la 'A' maiuscola. Chi ha ascoltato il racconto potrà - credo – confermare!”. Questo ti ha ispirato un libro di prossima uscita. Qual è il titolo e di cosa tratta e con quale scopo? “Bella domanda. Grazie. Dunque, non era assolutamente mia intenzione scriverne un libro. Alla fine però l’ho fatto e sono molto contento: come se avessi rivissuto quel viaggio. Il titolo è ancora da decidere. Logicamente parla di questa avventura. Ma attenzione, non ci saranno tecnicismi. Non leggerete come si fa uno zaino, come ci si comporta in caso di tempesta o cose

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libri

Giovanni Margarone

La grande responsabilità di scrivere per essere letti di Francesca Ghezzani

Nato ad Alessandria nel 1965, lo scrittore Giovanni Margarone ha vissuto in Liguria fino a ventuno anni per poi trasferirsi in Friuli per motivi di lavoro. In lui ferve l’amore per la musica, la filosofia e, naturalmente, la scrittura. Oggi conta all’attivo la pubblicazione di quattro romanzi: “Note fragili” (2018, seconda edizione), “Le ombre delle verità svelate (2018, seconda edizione), “E ascoltai solo me stesso” (2019, seconda edizione) e “Quella notte senza luna” (2018). Giovanni, che tipo di lettore sei? “Un lettore appassionato, ma non mi piace 'divorare i libri', amo leggerli con calma per carpirne bene l’essenza”. E di scrittore? “Assiduo e costante, rare sono le pause, sebbene talvolta siano necessarie, come quando, una volta terminata la prima stesura, preferisco riposare la mente per dedicarmi poi alla revisione. Sono molto meticoloso in questa fase, sia per ciò che concerne la lingua, che per ciò che riguarda l’attenzione al filo logico della narrazione e alla trama. Scrivere per essere letti è una grande responsabilità e la critica non perdona mai, sebbene sia essa stessa necessaria per capire gli errori e migliorarsi sempre più. E il lettore, che è colui che in primis giudicherà il libro, merita rispetto, in quanto dagli autori ci si aspetta sempre libri belli e significativi. È triste venire a sapere che un libro sia risultato sgradevole, è una sconfitta per lo scrittore”. Come immagini, invece, il profilo del tuo lettore? “Un lettore che va in cerca di messaggi, che aborrisce la banalità e ama i colpi di scena; il mio intento è sempre quello di trasmettergli, appunto, messaggi e di sorprenderlo con le tematiche, con i personaggi e le vicende e di condurlo a leggere fino alla fine il romanzo, perché finora nei miei romanzi il loro senso l’ho enucleato, volutamente, sempre negli ultimi capitoli”. Ci metti a confronto, invece, i personaggi principali dei tuoi libri?

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“In 'Note fragili', il personaggio principale Francesco è sicuramente di indole più debole rispetto al Gianni delle “Ombre delle verità svelate”, entrambi però non avranno mai la generosità del Jacques di 'E ascoltai solo me stesso'. Il Luigi delle “Ombre delle verità svelate” per malvagità non è pari a nessuno, mentre nello stesso romanzo Costanza è una donna-madre 'coraggio' non sfortunata però, come la Elena di 'Quella notte senza luna', relegata a quel “mondo di sotto” che nessuno vuole vedere. Sono tutti personaggi differenti in tutti i sensi, mi piace la poliedricità, compresa quella delle vicende”. Ce n’è uno a cui ti senti particolarmente legato? “Sono molto legato a Francesco, con il quale ho affrontato il tema della musica, in fondo, in lui, c’è un po’ di me sotto certi aspetti”. Come vedi il panorama editoriale oggi? “Assai confuso direi. Un panorama molto vincolato al lucro, chi più vende, più è bravo. Il tutto a scapito del livello qualitativo. Ci sono tantissimi libri pubblicati, questo è indubbio; ma il lettore acuto e serio, se fa una cernita, penso che non ne trovi tanti che potranno, un giorno, diventare classici. Un panorama editoriale che dà poca voce agli emergenti, tra i quali, magari, è possibile trovare veri talenti”. Ai ragazzi che non leggono che consiglio daresti? “Leggete, leggete e ancora leggete! Lasciate stare, almeno un’ora al giorno, computer, smartphone e tablet. La dipendenza dalle tecnologie sta diventando patologica. Prendete in mano un libro, piuttosto, quello che volete. 'Il libro è caldo' diceva Camilleri. Se non volete spendere, andate nelle biblioteche, ve li prestano gratis. Ma leggete. Leggere è cultura, sempre, vi farà sempre bene, nessun medico vi dirà di non leggere. La cultura è il sale della nostra società e non va dispersa. Voi giovani siete il nostro futuro, con le idee si vincono le battaglie e anche le guerre, leggere apre la mente e vi consente di vedere da più prospettive. Se leggete, la nostra lingua italiana non regredirà. Stiamo assistendo a un suo decadimento, i linguisti sono in allarme. La lingua è comunicazione, emozioni, sentimenti. Non disperdiamo questo patrimonio tramandato dai nostri avi, lasciamo ai posteri qualità, ci saranno grati”.

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firme ruggenti

Vittorio Eboli “Sono non napoletano

ma di Napoli”. Il giornalista di SkyTG24 si racconta di Simone Mori

Nato a Napoli nel 1978, la sua professionalità e la sua simpatia entrano nelle case degli italiani tutti i giorni. Giornalista targato SkyTg24, multitasking, ma con un amore infinito v e r s o l ’ e c o n o m i a , Vi t t o r i o Eboli si racconta sulle pagine di GP Magazine. Vittorio, innanzitutto mi piacerebbe che tu ci raccontassi qualcosa di te e di come hai iniziato ad amare il giornalismo. “In modo molto fanciullesco e poco razionale. Ero bambino a Napoli, negli anni '80, all'epoca di Maradona la città era un vulcano di una passione che respiravi 7 giorni su 7. Aspettavo il lunedì per leggere quelle imprese sul Mattino. Io abitavo vicino allo stadio ma non mi ci portavano mai. Ci passavo, lo guardavo e pensavo: 'i giornalisti ci vanno, e li pagano pure per vedere il Napoli. Che fortuna! E' il lavoro più bello del mondo'. Ed eccomi qui. Non ho mai voluto fare altro, anche se poi di sport mi sono occupato solo agli esordi”. Molto spesso, nella veste di conduttore del Tg, devi dare notizie brutte. Io però vorrei chiederti qual è stata ad oggi la notizia più bella che hai dato. “Occupandomi prevalentemente di economia e mer-

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cati finanziari, e poco di cronaca, ho imparato questo: a parte alcune notizie oggettivamente 'brutte' (catastrofi naturali, omicidi, attentati ecc.), c'è una grande area di news, più di quanto può apparire a prima vista, che si entra nel campo della soggettività, può essere cioè 'bella' o 'brutta' a seconda di chi ci legge/ascolta. Una stessa notizia di tipo economico, per esempio, può essere molto positiva per me, o per il mio portafoglio, e al contempo molto negativa per chi mi siede accanto. Per tornare alla tua domanda, fui molto contento, due anni fa, di annunciare la vittoria della Reyer Venezia nel campionato di basket: era da poco mancato il mio amico e collega Federico Learini, gran tifoso della Reyer, e mi piacque pensare che lui stava gioendo da qualche parte nell'ascoltarmi. Ma di sicuro i tifosi dell'altra finalista erano molto meno contenti”. In questo 2020 ci saranno le elezioni americane. Cosa pensi che possa accadere e chi vedi tra i dem come possibile sfidante di Trump? “Se i Dem non trovano un candidato che possa recuperare voti moderati, al centro per intenderci, la vedo dura per loro. Sanders o Warren potrebbero essere considerati troppo massimalisti. Forse una figura come quella di Bloomberg potrebbe avere più chance di battere Trump”.



spettacolo © Foto Maria La To r re

Melania Dalla Costa

“Dipendere da qualcuno che ami non è amore ma dipendenza” di Roberto Puntato

Inizia a respirare l'arte sin da piccola grazie ai suoi genitori e più in là scopre di voler fare l'attrice. Melania Dalla Costa si fa notare subito al pubblico in tv in “Un posto al sole” e “Immaturi” e al cinema con il film “Stato di ebbrezza”. Da lì una grande ascesa che la rende protagonista anche di progetti internazionali. Tra le sue passioni non mancano lo sport, la musica, la pittura e la recitazione. Al 76° Festival di Venezia è stata protagonista del corto “I sogni sospesi” diretto da Manuela Tempesta. Al centro una tematica importante, la violenza sulle donne. Melania, si parla ancora oggi di violenza sulle donne perché considerate oggetto del desiderio. “Ho pensato di affrontare il tema della violenza sulle donne perché è un problema che dobbiamo tenere ben presente ed è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica in quanto c’è poca attenzione verso la donna e verso i più deboli. Quella odierna è una società molto superficiale, quindi volevo ricordare che ci sono persone che soffrono e che al di là della violenza fisica c’è anche quella psicologica che magari è più presente nella quotidianità e più pesante da sopportare. 'I Sogni sospesi' è stato creato per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo. Fortunatamente sono nate varie associazioni di sostegno alle donne vittime di violenza e sono state approvate importanti leggi ma c’è ancora molto da fare”. Nel corto “I sogni sospesi” interpreti Marlėne. Chi è questa donna? “Il mio personaggio è molto fisico e allo stesso tempo molto spirituale: un essere poetico! Marlène è una bellissima e inquieta artista francese che esprime il suo talento creativo dipingendo, con il corpo nudo, una tela bianca appesa in un casolare. Lei e sua sorella sono fuggite e si nascondono in un mulino in mezzo alla campagna, il loro passato è segnato da un terribile segreto. Una mattina, la verità viene alla luce: Marlène è stata vittima di una brutale violenza fisica perpetrata dal suo più grande amore ed è riuscita a salvarsi solo grazie all’aiuto di Sophie, che ha colpito l’uomo alle spalle. Nonostante la fuga, però, Marlène ha

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spettacolo

Alessandro Tersigni “La lunga serialità è come una grande scuola”

di Giulia Bertollini

F i n d a l l a p r i m a s t a g i o n e i l p e r s o n a g g i o d i Vi t t o r i o C o n t i h a f a t t o b r e c c i a n e l c u o r e del pubblico televisivo. Un uomo romantico e d’altri tempi che a suo dire gli somig l i a t a n t i s s i m o . S t i a m o p a r l a n d o d e l l ’ a t t o r e A l e s s a n d r o Te r s i g n i , i m p e g n a t o i n q u e ste settimane nelle riprese della quarta stagione della soap di Rai 1“Il Paradiso delle signore”. Abbiamo incontrato Alessandro durante una pausa dal set e con l’occasione oltre a farci raccontare qualcosa in più sul suo personaggio siamo riusciti a strappargli qualche curiosità sulla sua vita privata. Alessandro, come avevi vissuto la notizia della chiusura della soap? “Mi è molto dispiaciuto anche perché fare il 17 per cento di share in quella fascia oraria è un bel risultato. In quel momento sono andato avanti anche perché si dice che una volta chiusa una porta si apra un portone. Quando poi è stata comunicata la notizia che il Paradiso avrebbe riaperto siamo stati tutti contenti. Ricordo ancora quel momento. Mi ha chiamato Pecorelli dicendomi 'Vittorio è ancora vivo'”. Anche sui social si era scatenato un parapiglia. “Mi ha fatto piacere sentire l’affetto del pubblico. Mi sono arrivati tanti messaggi in quei giorni. Mi chiedevano cosa potessero fare ed è stato bello vedere quanta gente si sia affezionata alla serie e ai personaggi”. Come si evolve in questa stagione il tuo personaggio?

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“Questa stagione si è aperta con il matrimonio di Vittorio e Marta. Finora ho letto poche sceneggiature perché il lavoro degli autori è sempre in evoluzione. Una cosa meravigliosa che è stato fatto in questa stagione è che è stato ripreso il lavoro con i Caroselli. Vittorio avrà un nuovo socio e potrà riprendere a fare il pubblicitario.” A livello professionale, cosa ti ha insegnato la lunga serialità? “La lunga serialità è una grande scuola. Hai la possibilità di lavorare con tanti attori e di imparare tante cose. E’ come se tutti i giorni frequentassi un’accademia di recitazione”. Sul set ti sei portato anche il tuo cane Alì. “Lo amano tutti tranne una ragazza di produzione che ha il terrore. Quindi o c’è Alì o c’è lei. (ride) Sicuramente si diverte di più ad andare a spasso con il dog sitter a Villa Ada piuttosto che a stare in camerino”. Qual è il tuo rapporto con i social? “Sono social quanto basta. Preferisco non mettere su piazza la mia vita privata. Quando torno a casa voglio dedicarmi alla famiglia”. Tuo figlio ora ha due anni. Ti vede in tv? “Quando mio figlio sente la sigla de 'Il Paradiso delle signore' esclama: papà!. Ormai ha subito associato. Quest’estate per il compleanno gli ho comprato una macchinina elettrica e appena è salito è partito spedito. Chissà magari nel futuro diventa un pilota”. Che papà sei? “Vedere un piccolo te in giro per casa è una cosa meravigliosa che ti riempie tutti i giorni il cuore di felicità. Ho iniziato a fare questo mestiere pensando che mi garantisse in qualche modo l’immortalità fino a quando non è nato mio figlio. Da quel momento sono cambiate le mie priorità”. C’è qualcosa di tuo padre in cui ti rivedi? “Mi rivedo da buon romano nella sua caparbietà. Mio figlio ha ripreso da me. Buon sangue non mente”. (ride) Nei tuoi progetti c’è l’intenzione di allargare la famiglia? “Prima allarghiamo la casa e poi la famiglia. Comunque l’intenzione c’è. Vedremo”. Non credi che un personaggio così identificativo come quello di Vittorio Conti possa comportarti un’etichetta difficile da superare in futuro? “E’ uno dei grandi problemi che abbiamo in Italia. Io l’ho vissuto sulla mia pelle dopo l’esperienza del Grande Fratello. Non è stato facile togliermi quell’etichetta ma se ce l’ho fatta prima posso farcela anche adesso”. Si dice che al cinema lavorino sempre gli stessi. “Da quando è iniziato “Il Paradiso delle signore” non sono più andato al cinema. Se però lavorano sempre gli stessi vuol dire che sono bravi. Bisognerebbe forse trovare un equilibrio tra attori noti e quelli sconosciuti”.

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spettacolo

Giulia Arena

“Sono una ragazza che ama la semplicità” di Giulia Bertollini

Da buona siciliana si dimostra testarda e determinata. Parla con entusiasmo del suo lavoro tanto che la felicità le si legge negli occhi. Siamo parlando di Giulia Arena che nella soap pomeridiana “Il Paradiso delle signore” interpreta Ludovica. In questa nuova stagione, il suo personaggio dovrà affrontare il dolore per la morte del padre e questo episodio drammatico la porterà a mettere in discussione se stessa e il suo rapporto con gli altri. In questa intervista, Giulia ci apre i cassetti del suo cuore raccontandosi tra vita privata e professionale. Giulia, ci parli del tuo personaggio? “Ludovica è sempre stata una persona sicura di sé e molto ostinata. Nella nuova stagione dovrà affrontare il dolore per la perdita del padre e questo evento traumatico porterà dei cambiamenti nella sua vita. Ludovica si troverà a rimettere in discussione tante cose e a smussare alcuni lati del carattere. Riccardo sarà portato a vederla sotto una luce diversa e scoprirà una Ludovica più matura e fragile. Facendosi forza dell’affetto che prova per lei, ci sarà tra i due un riavvicinamento. La grande novità di questa stagione sarà l’arrivo di Flavia che interpreta mia madre. Una donna molto bella ma soprattutto forte e nel confronto con Ludovica emergeranno di più le sue fragilità”.

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spettacolo Giul ia Ar ena (a de stra) s ul se t de “Il Paradiso de ll e signo re ”

Sei una stakanovista? “Sono una persona estremamente dedita al lavoro. Ho la fortuna di fare il mestiere che amo e il fatto di abbracciare personaggi diversi mi porta ad avere sempre entusiasmo”. In questo momento della tua vita c’è spazio per l’amore? “Sono fidanzata da cinque anni e per fortuna non ho dovuto trovarlo in un momento in cui ho potuto dare spazio a tutte le novità lavorative. E’ un uomo magnifico perché mi sostiene e mi asseconda in tutti i miei viaggi e nel lavoro. Se io oggi avessi dovuto iniziare una relazione sarebbe stato difficile perché sarei stata distratta da altro. In questo momento abbiamo trovato il nostro equilibrio”. Come ti vesti nella vita di tutti i giorni? “Nella vita quotidiana indosso jeans, camicetta e scarponcini stringati. Preferisco recuperare la semplicità. A differenza di Ludovica, less is more!”. Come hai vissuto il momento in cui era stata annunciata la notizia della chiusura della soap? “Ho vissuto quel momento con grande rabbia perché nella prima stagione avevamo messo anima e corpo in questo progetto. Era palese l’affetto da parte del pubblico considerando gli ascolti in quella fascia pomeridiana. Tutti avevano dato il loro meglio e quindi c’era solo da alzare le braccia. Siamo andati avanti con una forte delusione. Poi un giorno un collega del cast mi ha inviato su Whatsapp il pezzo di un articolo in cui si diceva che la serie avrebbe riaperto i battenti. Due giorni dopo è uscita la notizia ufficiale ed è stata una sensazione bellissima”.

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Ti piacerebbe il ruolo di giurato? “Sarebbe un sogno anche se è un compito difficile perché è dura dare giudizi su performance di qualità e poi stilare una classifica”. Nell’ultima puntata Lidia Schillaci è stata penalizzata dalla giuria. Non pensi che sia stata troppo severa? “Quando si stringono le maglie i giurati devono iniziare a fare il pelo su tutto. Mi rendo conto che soprattutto nelle ultime puntate i giurati hanno valutato l’imitazione mentre nelle altre edizioni avevano riconosciuto maggiore importanza alla canzone e all’abilità nel saperla interpretare. Lidia è stata molto brava però la sua vocalità è abbastanza lontana da quella di Mia Martini”. Com’è nata la passione per le imitazioni? “E’ nata tra i banchi di scuola e anche a casa quando guardavo i cartoni animati. Mi divertivo a cantare le sigle dei canzoni e cercavo di riprodurre le voci dei personaggi. E’ sempre qualcosa che ho avuto dentro e che poi ho perfezionato nel tempo. Quando sono diventato militare imitavo i marescialli pur rischiando parecchio. L’esperienza da animatore mi ha fatto poi capire che la mia passione poteva trasformarsi in un lavoro”. Con le imitazioni si possono fare anche degli scherzi. Qual è stato lo scherzo più grande che hai messo in piedi? “Di scherzi telefonici ne ho fatti parecchi. Te ne racconto uno in particolare. Una volta un mio amico aveva litigato con la fidanzata e per fare pace mi chiese di chiamarla con la voce di Biagio Antonacci che era il suo cantante preferito. Alla fine, si sono rimessi insieme. Ho fatto da Cupido dei poveri”. Le tue figlie ti chiedono qualche imitazione in particolare? “Ogni volta che faccio un personaggio nuovo mi chiedono di rifarglielo a casa. Quando poi stiamo in macchina e sentiamo una canzone alla radio mi mettono alla prova”. A “Tale e quale” hai trovato anche l’amore. “Nel 2016 quando sono stato ospite in tre puntate ho

conosciuto Georgia che è una delle ballerine storiche della trasmissione. Ora viviamo insieme da quasi tre anni. Al momento, pensiamo entrambi alla carriera e allo stare bene insieme”. In una recente intervista hai dichiarato che il tuo sogno è presentare Sanremo. Da chi ti faresti affiancare? “Non ci ho mai pensato e forse considerando quanto tempo ci vorrà credo che la valletta debba ancora nascere. Se però devo sognare in grande allora ti dico che mi piacerebbe condividere il palco dell’Ariston con Fiorello”. L’hai conosciuto? “Lo conosco e so che mi segue. Frequentiamo lo stesso circolo e quindi qualche volta lo incontro. E poi ci scontriamo anche nei corridoi di Radio 2 dove lui prepara la trasmissione per RaiPlay”. Ti ha dato qualche consiglio? “Mi dà dei consigli e io ovviamente li seguo senza farmi domande”.

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musica

Max Arduini

“La scienza di stare in fila” di Marisa Iacopino

E r a i l s e t t e m b r e d e l 2 0 1 6 , q u a n d o l o i n c o n t r a m m o . L e s u e p a r o l e h a n n o c o n t i n u a t o a vibrare nell’universo della musica. Un cantautore che oggi ci regala “La scienza d i s t a r e i n f i l a ” . Te s t i d i e c c e z i o n a l e f o r z a n a r r a t i v a , i n u n a s t r a o r d i n a r i a s i n t e s i tra esperienze personali e storie collettive. Un album che passa in rassegna una vasta gamma di sentimenti, che indaga i mascheramenti che si celano nell’immenso carnevale umano. Lui è Max Arduini. Parlaci della tua ultima fatica. “Doveva chiamarsi 'Delicanto Road', un posto immaginario dove pensavo andassero le persone che mollavano la vita. Mi sentivo devastato dalla morte di mia madre e del mio migliore amico. Poi, una mattina come d’incanto sono ripartito. Sentivo dentro un’energia incredibile. Ora non spreco più tempo ad arrabbiarmi, preferisco dedicarmi alla scrittura, alle persone con cui parlo, rido e scherzo. L’album è diventato 'La Scienza di stare in fila'. Parla di persone che vogliono ricominciare, che si rimettono in gioco. Nella vita, se vuoi arrivare devi meritartelo, aspettare il tuo turno. Questa è la scienza di stare in fila”. Testi maturi, densi. Cominciamo con “E’ Ravenna”. Cosa rappresenta per te? “Ci sono nato, la mamma era di Ravenna. E’ il mio tributo a questa città bellissima, la reggia di Romagna”. Perché un cantante romagnolo, naturalizzato a Roma, decide di cantare in romanesco? “Nina e Gaetà”, parlaci di questo testo. “Dovevo qualcosa a Roma, dove abito da tempo, per questo ho cantato in romanesco. E’ la storia di Gaetano Sant’Angelo,

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personaggio della Roma papalina del 1700, che faceva parlare Rugantino e Pulcinella, al Pincio. Sparlava del Papa e dava la colpa ai due burattini. 'St’impuniti', diceva. Nina era la sua morosa, un’attrice di Trastevere che voleva sposarlo. Lui però era sempre in carcere, così lei finì per avere un esaurimento e si buttò al Tevere. Mi piace ripescare nel passato, riportare a galla storie del vissuto”. Tornano spesso le maschere, c’è l’altra canzone, “Arlecchino noir”… “Le maschere rispecchiano geograficamente il carattere degli italiani. Sono come una pelle, più che un vestito. Arlecchino noir è una persona cupa che prende colore solo quando è euforico. Ho scritto questa canzone pensando al bipolarismo. Il protagonista si chiama Aristide, ha le occhiaie, si veste a toppe grigie e nere. Probabilmente vede il mondo meglio degli altri. Fa parte dei matti buoni. Ce ne era uno a Cattolica che fumava le sigarette fino alle dita, parlava di politica, si chiamava Piva… faceva dei discorsi seri con il muro, e si arrabbiava contro il muro. Dicevano che avesse due lauree”. Come ricerchi i temi? “E’ un filo d’Arianna. Parto da un concetto, cerco delle sfumature che mi portano ad altre sfumature, a nuove canzoni. E’ una maglia che prende forma. Studio, scrivo bozze di sceneggiatura e metto via. Poi arriva il momento di lavorare sul testo. Cantare canzoni storiche l’ho imparato da Ivano Fossati, che lo faceva, un tempo”. “Mama Laus Deo”. Racconto di grande tenerezza. Una mamma è dentro di noi anche quando per legge naturale non c’è più. Com’era, e come è, il rapporto con tua madre? “Era come una sorella per me. Siamo cresciuti insieme, una ragazzina quando mi ha partorito. C’è sempre stata per me, fino all’ultimo. Sono consapevole che non c’è più, però ogni tanto mi piace parlare con lei, mi faccio scendere una lacrima, poi ritorno a camminare”. “In qualche giorno”, il racconto di chi intuisce che ha già quello che stava cercando. E’ questo che ci vuole comunicare? “Non possiamo programmare niente nella vita, dobbiamo aspettare che le cose arrivino. L’amore, per esempio, non lo si va a cercare, è lui che ti trova, se ti metti a disposizione…”. La nottata racchiude soavità e aspettativa. La “strofa che cade dall’inchiostro” rende perfettamente l’idea della fase creativa, nel tempo della notte. Cos’è per te la notte? “Di giorno spio, la notte origlio. Mi sveglio sempre di notte per scrivere. Le musiche le scrivo di giorno, ma la notte

partono i testi, con la penna, perché la calligrafia è erotica, c’è il profumo dell’inchiostro, l’odore della carta”. Com’è cambiato oggi il panorama della musica? “Parlano tutti di evoluzione, di una musica cambiata, ma la verità è che è cambiata in peggio, non ci sono più i Branduardi, i De André, i Bertoli, i Guccini, i Fossati. Ci doveva essere un passamano, invece ci siamo appiattiti, non canta più nessuno, tutti parlano. Io mi onoro di far parte di un

cantautorato di musica intelligente, utile”. Progetti per il futuro? “Sono in piena maturazione. C’è anche un libro. Sarà legato alla musica, a quei testi che non diventano canzoni ma altro, magari brevi racconti. Non deve essere una dottrina, ma potrei spiegare come nasce una canzone, almeno per me”. Concludiamo il racconto che percorre e suggella tante tappe in musica di questo artista. Cantautore di tutto rispetto e originalità, Max Arduini ci regala pezzi rari. Il suo album, un disco dalle narrazioni sonore autentiche, sorprendenti.

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musica

Sergio Pennavaria

La poetica dei sentimenti di Donatella Lavizzari

La musica, pure non rientrando nel novero delle arti visive, è anch’essa fatta di immagini sonore, suoni che a volte si fondono con l’armonia della natura e si perdono nel vento tra mille profumi. nella musica di Sergio Pennavaria vi è spazio per nuvole, mare, naviganti e sentimenti. Sergio Pennavaria è uno vero, uno di quei rari artigiani della musica che sanno ancora scrivere e cantare storie. “Ho più di un amo nello stomaco” è il titolo del suo ultimo lavoro, un concept album, presentato a Roma il 6 dicembre all’Antica Stamperia Rubattino, che sta raccogliendo ampi consensi tra stampa e addetti ai lavori. Recente la partecipazione a “Un giorno da gambero” su Radio 1 e alla rassegna “Il Tenco ascolta” a Laigueglia.

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Fabbricante di sogni e di visioni dalla forza straordinaria, il cantautore siciliano, ligure di adozione, nuota nell’oceano dei sentimenti, tra ricordi che lasciano il segno sul cuore e che come tatuaggi il tempo non potrà sbiadire. Racconta l’amore e temi attuali, attraverso la lente della sensibilità. Un mix di generi, suoni raffinati, preziosismi musicali, poesia e grande intensità interpretativa, si ritrova in tutte le 12 tracce di questo viaggio tra le profondità del mare e dell’animo umano. Sergio, questo nuovo album è un invito allo scandaglio interiore, alla scoperta delle proprie ombre e luci? “Sì, ho voluto dedicare del tempo a me stesso, facendo una sorta di ricerca di quella parte di me che avevo sempre trascurato per dedicarmi al mondo esterno. In ‘Senza Lume A Casaccio Nell’Oscurità’, che risale ad 8 anni fa, si legge infatti molto chiaramente l’impegno politico e sociale. Con ‘Ho più di un amo nello stomaco’ ho spostato la mira, focalizzandola su un percorso introspettivo. Mi sono messo a nudo ed è stata una vera e propria esigenza di sfogare sentimenti e raccontare tutto quello che dal profondo stava affiorando in superficie. Un curarmi le ferite da troppo tempo aperte. Una danza tra i fondali che si porta dietro sorrisi e lacrime, con il desiderio di una rivincita/riscatto finale. Il brano omonimo racconta del viaggio intrapreso da un moderno Odisseo, con tutta la sua flotta, attraverso le parti più celate nell’oceano emozionale, incontrando Ciclopi, Circe e inganni vari. Da lì ho spalancato la porta e ho travalicato il confine tra la terra ferma e il mondo sommerso, teatro di sentimenti. Il mare, l’elemento acqua presente in tutto l’album, fa parte della mia vita: sono nato sotto il segno dei Pesci e la mia terra natia è la meravigliosa Sicilia”. In te c’è una forte dimensione teatrale, come si rapporta a quella lirico/musicale? “Sono diplomato all’Accademia di Belle Arti e mi sono avvicinato sin da piccolo sia al teatro che alla musica. Mi viene quindi spontaneo l’esser teatrale quando canto. Direi che le due dimensioni si amalgamano perfettamente. Credo che quando sussista una particolare predisposizione alla scrittura e si è anche interpreti dei brani composti , l’immaginazione possa dar vita ad un ventaglio di personaggi di cui, ogni volta cantando, si vestono i panni. Non a caso la mia tesi dii discussione si intitolava la ‘Maschera del volto’, un percorso che si dipanava dalla fisiognomica alla maschera nel teatro greco, toccando l’espressionismo tedesco, il teatro dell’assurdo di Eugène Jonesco, Charlie Chaplin e Buster Keaton”. Sul palco sono importanti molti elementi. Musica, espressività, movimento, gestualità… Qual è l’elemento più rilevante per te? “Ritengo sia un’alchimia di tutti questi elementi. Non esiste una formula esatta”. Per me l’arte, quella autentica, è un fiore che cresce sul ciglio della strada senza chiedere niente a nessuno ma

sempre pronto a farsi cogliere da chi davvero lo sa riconoscere. Sei d’accordo? “Sì, è vero ciò che dici. L’importante è che poi l’arte sia trasmessa attraverso un amplificatore per essere raccontata e fruita. L’artista ha sempre necessità di un ‘ascolto’. Questo é un punto fondamentale ed irrinunciabile: 'Oltre al mondo che voi vivete, esiste un altro mondo, il mio e ve lo voglio mostrare'. Come vivi l’amore? “Inizialmente lo vivo facendomi trasportare dall’istinto. Poi scatta la consapevolezza di una dimensione talmente grande che non riesco a gestire totalmente. Forse perché l’amore é l’unico sentimento che mi smaschera sia nel bene che nel male. Quando amo, parto da uno sguardo e arrivo alle viscere di quella persona. A volte, lo vivo come tormento e inizio a combattere tutti quanti i miei ‘demoni’: fragilità e debolezze che vengono a galla. Non ho più la completa gestione della mia coscienza. La fine di un amore è sicuramente devastante e sparge pezzi qua e là. La capacità dell’artista sta nell’avere una forza di reazione immediata e nel recupero di questi tasselli. Li raccoglie e li trasforma in pensieri, parole, immagini, suoni e colori, trascinando anche tutte le emozioni legate ad ogni singola scheggia”. Come ti rapporti con i ricordi, con il sentimento della nostalgia? “Amo la nostalgia. La nostalgia accende le emozioni e concretizza i sentimenti. Amo perdermi nel ricordo e riavvolgere la mia vita, perché in mezzo a tutto quel disordine, trovo gioia e sorriso. Sulle sventure e qualche dispiacere oggi c'è solo polvere e abbandono e penso che un tempo mi resero più forte e volenteroso per proseguire o semplicemente per vivere. Chiudo gli occhi e ricordo chi non c'è più, chi ho amato, chi mi ha amato e sorrido. Perché ciò che viene proiettato nella mia mente non è altro che una struggente storia a lieto fine, con una voce che man mano si avvicina e rivolgendosi a me grida: 'Sei fortunato grazie a tutto l'amore che hai dato'. Questo il sogno. Nella realtà son io a gridare: ‘Grazie a chi mi ama e a chi mi ha amato'”.

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musica

CHARTS & NEWS Curiosità e novità dal mondo musicale a cura di Silvia Giansanti, in collaborazione con Foxy John Production www.foxyjohnproduction.com

TOP 10 EUROPA

ALICE MERTON L'artista tedesca canta nel suo nuovo disco le difficoltà di farsi amare. Ha 26 anni 1 “Don't start now” - Dua Lipa anche se vocalmente parlando ne dimostra di più. 2 “Easy” - Alice Merton In questi ultimi anni ha conquistato il mondo intero 3 “Yummy” - Justin Bieber specie con il brano “No Roots”. “Mint+4” contiene 4 “Roxanne” - Arizona Zervas ben quattro inediti tra cui “Easy”. 5 “Dance Monkey” - Tones and I HARRY STYLES E' un piacevole cantautore britan6 “Own it” - Stormzy ft. Ed Sheeran & Burna Boy nico che ha avuto due carriere; una con il gruppo 7 “Before you go” - Lewis Capaldi One Direction e l'altra da solista. In quest'ultima è 8 “Blinding Lights” - The Weeknd stato apprezzato particolarmente per il brano “Sign 9 “Adore you” - Harry Styles of the Times”. E' orientato verso il soft rock, pop, 10 “Ritmo (Bad boys for life)” - The Black Eyed Peas ft. Balvin folk e rock.

TOP 10 USA 1 “Circles” - Post Malone 2 “Roxanne” - Arizona Zervas 3 “Memories” - Maroon 5 4 “Dance Monkey” - Tones and I 5 “Someone you loved” - Lewis Capaldi 6 “Good as hell” - Lizzo ft. Ariana Grande 7 “Highest in the room” - Travis Scott 8 “Heartless” - The Weeknd 9 “Falling” - Trevor Daniel 10 “10.000 Hours” - Dan + Shay & Justin Bieber

TOP 10 ITALIA 1 “Stupida allegria” - Emma 2 “Bravi a cadere” - Marracash 3 “I nostri anni” - Tommaso Paradiso 4 “Al telefono” - Cesare Cremonini 5 “La mia hit” - J-Ax ft. Max Pezzali 6 “Tutto questo sei tu” - Ultimo 7 “Spirito nel buio” - Zucchero 8 “Boogieman” - Ghali ft. Salmo 9 “Se ti potessi dire” – Vasco Rossi 10 “Rapide” - Mahmood

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TONES AND I Brano curioso che è arrivato a conquistare anche la classifica americana. Già abbiamo avuto l'occasione di parlare di Tony Watson, il suo vero nome, appassionata di musica fin da bambina e in un certo senso, definita innovativa nel mercato di oggi. TREVOR DANIEL Personaggio nativo di Houston che nelle ultime settimane ha accumulato più di 60 milioni di stream su Spotify e adesso si prepara alla conquista delle charts. Questa è una canzone dedicata a coloro che hanno appena vissuto una relazione che ha spezzato il cuore.

TOMMASO PARADISO Ecco arrivare il secondo singolo da solista dell'ex frontman dei Thegiornalisti., che arriva dopo il fortunato “Non avere paura”. Il 2020 sarà un anno impegnato per lui che lo vedrà in giro con il tour “Sulle nuvole”. ULTIMO Il cantautore romano del momento ha rilasciato un nuovo pezzo, scritto e prodotto da lui stesso. Il video che lo accompagna, vede la straordinaria partecipazione di Vittoria Puccini ed Edoardo Leo. Si tratta di una ballad dedicata alla persona amata. Sarà in tour da maggio.



musica

Manuel Aspidi “Il più grande amore della mia vita è la famiglia” di Giulia Bertollini

Dopo aver partecipato al talent show di “Amici” di lui non avevamo più sentito parlare. E invece ora Manuel Aspidi è tornato alla ribalta con il suo nuovo singolo “Let out this light”. Una ballata d’amore intensa e delicata scritta da Jul i a n V. H i n t o n c h e a v e v a c u s t o d i t o p e r venti anni questa canzone in un cassetto aspettando la persona giusta a cui affidarla. E chi meglio di Manuel poteva interpretarla con la sua voce soul. Manuel il tuo singolo “Let out this light” è stato in rotazione nelle radio. “E’ un canzone che Julian V. Hinton ha tenuto nel suo cassetto per venti anni aspettando la persona giusta a cui affidarla. Quando me l’ha fatta sentire sono stato felice perché è un brano molto vicino alle mie sonorità. Mi sta regalando tante soddisfazioni. Il singolo è primo in classifica nella Independent World Charts assieme ai grandi della musica internazionale come Ed Sheeran, Shawn Mendes, Ariana Grande e molti altri”. Il video è stato girato a Livorno, la tua città natale. “Amo molto la mia città e in questo sono patriottico. Il 31 gennaio 2020 ho fatto la prima data del tour al Goldoni. Sono felice di partire dalla mia città perché qui ho la mia famiglia e i miei affetti. Questo periodo sto facendo il pendolare tra Roma, Londra e Firenze

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per le prove del tour. Ogni volta che posso però torno a casa”. Hai partecipato alla sesta edizione di “Amici di Maria”. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza? “E’ stata una delle esperienza più belle della mia vita. Mi ha fatto crescere e mi ha dato tantissimo perché mi ha permesso di avere la visibilità necessaria per farmi conoscere al grande pubblico. Grazie ad 'Amici' ebbi la fortuna di ricevere un brano 'Soli a metà' che mi ha fatto conquistare riconoscimenti importanti. E’ entrata a far parte della hit parade del 2007. Le persone che hanno amato quella canzone stanno apprezzando anche il nuovo singolo. Questo mi rincuora tantissimo. Molti tuoi colleghi che hanno partecipato ad “Amici” e che sono finiti nel dimenticatoio sono tornati alla ribalta grazie alla trasmissione “Tale e quale show”. Ti piacerebbe partecipare? Come te la cavi con le imitazioni? “Con le imitazioni non sono bravissimo. Ad oggi non mi piacerebbe partecipare perché il progetto che sto affrontando è importante in tutto il mondo e non mi darebbe la possibilità di fare quello che sto facendo. Sono concentrato sul mio sogno che è quello di riuscire a portare la musica oltreoceano e non solo”. Con quale artista ti piacerebbe collaborare in futuro? “Miro in alto. Mi piacerebbe collaborare con Stevie Wonder e Ed Sheeran. Rimanendo in Italia sogno di poter collaborare con Giorgia e Laura Pausini. E se


fosse stato ancora in vita anche con Alex Baroni. All’interno del mio tour, in accordo con la sua famiglia, ho deciso di fargli un omaggio”. Durante il tour è stata istituita una raccolta fondi destinata a “I sogni di Jo”. “Jo è una bambina che non può camminare e i genitori devono sostenere un importante intervento in Florida. Hanno bisogno di raccogliere tanti soldi. Per poterli aiutare ho deciso di fare una raccolta fondi durante tutte le tappe del tour”. Il tuo nuovo album si chiama “Libero (I’m free)”. E questo lavoro segna la tua rinascita. In che senso? “Questo album arriva dopo tanti anni di collaborazioni e singoli. Per me è importante trovare delle canzoni giuste che siano adatte a quello che vuoi andare a raccontare. Ho avuto la fortuna di conoscere Numa Palmer tramite la mia agenzia discografica. Il disco rappresenta un punto di rinascita perché sono tornato più forte e più determinato di prima. A volte ci si blocca di fronte alle difficoltà ma se si ha un sogno bisogna persistere per raggiungerlo”. Una volta uscito da “Amici” ti è capitato di sentirti perso? “E’ stata una grande famiglia. Quando sono uscito dal programma ho sofferto perché mi mancava il contatto con Maria che è stata sempre materna nei miei confronti. Ero molto affezionato a lei ed era il mio punto di riferimento così come Luca Zanforlin, l’autore del programma. Mi ero abituato a vivere una realtà diversa e mi sono sentito frastornato quando mi sono trovato catapultato nella vita reale. Ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha sostenuto così tanto da non permettermi però di perdere la retta via”. Sei rimasto in contatto con qualcuno? “Sono rimasto in contatto con Karima. Con lei eravamo amici all’interno e lo siamo rimasti anche fuori. Abbiamo pensato anche ad un duetto insieme e ne abbiamo parlato. Speriamo che questo progetto possa andare in porto”. Sanremo è nei tuoi progetti o non ci pensi? “E’ nei miei progetti, chissà per il prossimo anno. Ho un tour a cui dover pensare e una promozione che mi sta portando fuori dall’Italia”. I rapporti sono spesso un’altalena tra estasi e inquietudine. Ti è capitato di farti del male in amore? “Il più grande amore della mia vita è la famiglia. Mi è capitato di soffrire molto per la perdita di mia nonna. Un amore incondizionato, profondo e viscerale. A lei ho anche dedicato il brano 'Un angelo per me' che è all’interno dell’album”.

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eventi

Cinque voci per pronunciare “Ti amo” L’omonimo cofanetto perfetto regalo per San Valentino di Mara Fux

Una mistica alternanza di silenzi ed applausi entusiasti ha accolto l’originale pres e n t a z i o n e d e l c o f a n e t t o “ i o T i A m o ” e d i t o d a l l a D a n t e A l i g h i e r i a l Te a t r o E l i s e o dove un pubblico letteralmente trasbordante da platea e gallerie ha applaudito le m e r a v i g l i o s e l e t t u r e d i A n g e l o M a g g i , C h i a r a C o l i z z i , L u c a Wo r d , G i u p p y I z z o e Christian Iansante i doppiatori le cui fluenti voci animano le poesie di Jacques Prevert, Pablo Neruda e Federico Garcia Lorca contenute preziosamente nel cofanetto a s s i e m e a l v o l u m e c u r a t o d a M i r k o Z i l a h y. Una serata grandiosa e letteralmente spettacolare condotta con abilità dalla giornalista Ersilia Giordano, studiata a tutto tondo da Angelo Maggi che ha sapientemente coinvolto sul palcoscenico ospiti d’onore che con la propria partecipazione proseguissero, sempre innalzandola, la sottile linea di emozione che fluttuava tra gli astanti al termine di ogni esibizione artistica. “Incatenare tra le pagine di un volume poeti tanto distanti per latitudini letterarie, linguaggio e intenzioni poetiche è un bell’azzardo.” Spiega l’ autore della prefazione dell’opera “Bello, appunto, e non solamente per il filo spinato che li serra assieme, l’Amore, ma perché ciò che realmente li lega qui è l’intima trama delle emozioni che solo una voce muta può regalare. Quella della poesia.” Tantissimi gli attori e registi accorsi ad ascoltare i propri amici per applaudirli assieme al calore di un pubblico tanto incantato quanto entusiasta: Pietro De Silva, Giorgio Gobbi, Liliana Randi, Roberto Ciufoli, Annalisa Favetti, Antonello Avallone tanto per citarne alcuni di quelli cui il pubblico ha potuto sedere fianco a fianco. “E’ stata una serata straordinaria, un a tu per tu con un pubblico entusiasta ed entusiasmante” ha detto Angelo Maggi nel salutare gli astanti “segno che non è vero che la gente abbia solo voglia di svagarsi e distrarsi: il pubblico ha una gran sete di cultura e lo ha testimoniato partecipando con somma empatia alla lettura di poesie meravigliose.” Il cofanetto “io Ti Amo” è disponibile nelle librerie e nei circuiti librari delle edicole.

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Da sinis tra: Cristian Iansant e, An gel o M ag g i, Giuppy Izzo, Chiara Col izz i e Lu ca Word

An nalisa Fave tti

Lu ca Word

Robert o Ciuf oli

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eventi

Napoli e Mosca unite nel cinema La I edizione del Festival di Cultura Russa annunciata da Pino Sondelli di Mara Fux

Si rafforza il legame tra Napoli e Mosca grazie al “Festival di Cultura Russa” che si svolgerà in tarda primavera nel capoluogo campano a seguito del successo riportato dagli omonimi di Milano, Roma, Bari, nel quale sono previste cinque giornate con programmazione di eventi di musica, arte e cultura nei luoghi più suggestivi della storia di Napoli e dei comuni limitrofi di Pompei e Nola. Non solo, quindi, una rassegna cinematografica ma anche concerti, spettacoli e una mostre d’arte firmata da Lello Esposito autore del premio destinato al regista russo Karen Shakhnazarov. Cinque giorni di eventi serrati la cui programmazione curata da Svetlana Nesterenko, coordinatore in Italia del comitato organizzatore russo, intende testimoniare e rafforzare

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legami antichi e profondi insiti già nel titolo “Napoli Mosca: Vulcano d’Arte” dato alla rassegna, nonché sottolineare come la creatività sia la caratteristica che unisce due comunità distanti migliaia e migliaia di chilometri. “Con l’istituzione del nuovo Festival, Napoli si ritaglia uno spazio importante nel forum del dialogo sottoscritto tra i due stati” sottolinea Tatiana Sciumova presidente del Centro dei Festival Cinematografici e dei Programmi Internazionali, “ … rapporto che” spiega la brochure “esiste già dal 1846 anno in cui lo zar Nicola I, piacevolmente colpito dall’ospitalità offertagli da re Ferdinando II di Borbone, l’omaggiò del complesso scultoreo “I cavalli di bronzo” di cui esiste perfetta copia a San Pietroburgo sul ponte Anichov”. “A voler in Napoli l’istituzione del Festival è stato il Ministero della Cultura russo”, spiega Pino Sondelli, direttore artistico del Festival “ intenzionato a fare di Napoli



eventi

Obiettivo “No Violence” Una serata di sensibilizzazione contro un tema purtroppo attuale di Mara Fux Michel e Simolo e Floriana Rignane se

Ant one ll a Squ il laci e Piet ro Inn ocen z i

M iche le S imol o, Anto nel la S quill aci e M arianna Pe tr onz i

Ros el yne Mirialachi, Mauriz io Giaq uinto, Floriana Rignane se, U mbe rto Tas cio tta, El isabe tt a Viag gi

L’ a r t e c r e a t i v a d i A n t o n e l l a S q u i l l a c i , i s u o i r i t r a t t i i n b i a n c o e nero di donne maltrattate, succubi e vittime di una violenza non sempre palesemente manifesta, ha fatto da importante q u a n t o s u g g e s t i v o s f o n d o a l l ’ e v e n t o “ N o Vi o l e n z e ” p r e s e n t a t o e condotto magistralmente dalla bravissima Floriana Rignanese, organizzato dal fotografo Michele Simolo, ideatore e promotore del progetto, e Maurizio Giaquinto nonché sosten u t o d a U m b e r t o e B r u n a Ta s c i o t t i d i A r t i s t r y - S i g n a t u r e S e lect sempre pronti ad accogliere attività socio culturali nel l o r o s p a z i o e p u n t o v e n d i t a r o m a n o d i Vi a M o r g a g n i 3 0 F. L’articolato tema della serata su “l’opportunità di lavoro”, ovvero il reinserimento nel contesto sociale lavorativo come momento di acquisizione e consapevolezza del proprio valore spesso deprezzato dalla violenza subita, è stato trattato con sommo tatto dal dottor Marco Sani e dalla psicologa Nora del Mauro con argomentazioni derivanti dal frutto di esperienze dirette e che hanno catturato l’attenzione del numeroso pubblico intervenuto non solo per le dissertazioni sui risvolti psicologici derivanti da qualsivoglia tipo di violenza ma anche per l’analisi degli aspetti inaspettati che possano provocare quali, ha ben spiegato il dottor Sani, una scorretta abitudine alimentare con conseguenti patologie tutte diffusissime. La lettura del monologo “Alla ricerca di qualcuno che ti ascolti” interpretato dall’attrice Marianna Petronzi ha contribuito a far salire l’attenzione contro ogni tipo di violenza già accesa dall’intervento del produttore cinematografico Pietro Innocenzi. Ospiti speciali la band anni ’70 dei Milk and Coffee.

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