GP magazine agosto 2014

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2014

AGOSTO

gIgI buffon

laVInIa guglIelman

E’ nato a Carrara il 28 gennaio 1978 ed è un calciatore italiano, portiere della Juventus e della Nazionale italiana, delle quali è capitano

E’ stata particolarmente acclamata per la sua parte nel recente film tv “A testa alta – I martiri di Fiesole”. L’attrice romana farà parte anche del cast della nuova serie di “Che Dio ci aiuti”

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VIVere

costumI alla brasIlIana

suglI alberI 2 GP MAGAZINE


DaVIDe orecchIo

E' ambizioso e sa quello che vuole. Lavora alacremente per migliorare la sua recitazione e farsi trovare pronto al grande salto. Nonostante la giovane età, ha esperienze importanti alle spalle

eleonora cuccu

E' stata sul set della fiction “Cani randagi” e sarà una delle protagoniste del film “Il Giardino Segreto”. Ha 15 anni e frequenta danza dall'età di 8

eleonora gIneprI Il suo sogno è diventare un'attrice famosa. Questo spiega la determinazione di Eleonora, una giovane ragazza che si divide tra università, scatti fotografici, sfilate di moda e recitazione

elena

nanaue E’ il nome di una band, di un album e di una canzone. Ognuna delle incarnazioni di questo nome, ovvero il duo compositivo formato da Emiliano Deferrari e Matteo Nahum

cortesI

Il talento italiano ai vertici della Comunicazione Globale di Ford Motor Company

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zoom VIAGGI  DI  PIACERE, VIAGGI  DI  SPERANZA DI ALESSANDRO CERREONI

NUMERO 156 • AGOSTO 2014

Estate, voglia di partire. Voglia di andare nei mari più belli o nelle montagne più affascinanti e imponenti. Voglia di una vacanza da sogno, immersi nelle acque turchesi delle Maldive o a fare snorkeling nei fondali cristallini e colorati del Mar Rosso. Oppure una bella passeggiata nelle vallate alpine, al fresco e al riparo dal caos balneare. Ognuno ha la sua meta gradita. L'importante è potersele permettere le vacanze. E non tutti possono. Colpa di una situazione economica e occupazionale che sta mettendo in seria difficoltà le famiglie italiane, un tema che riprenderemo in autunno, quando analizzeremo l'operato di questo Governo che, a distanza di mesi, ancora non ha dimostrato con i fatti di tenere agli italiani e alla loro ripresa. Tra tanti che partono per una destinazione vacanziera, ce ne sono tantissimi che partono per un altro viaggio. Quello della disperazione. Mi riferisco alle migliaia di migranti, costretti a lasciare le proprie terre in cerca di speranza e futuro. Viaggi sul mare a bordo di barche infauste e pericolose per raggiungere le coste italiane, primo “aggancio” per la “terra promessa”. Mi capita di leggere, soprattutto sui social network, commenti che lasciano l'amaro in bocca. Utenti che scrivono senza sapere, gettando fango addosso a persone che diventano migranti per forza e non per piacere. A nessuno piace lasciare il proprio Paese per imbarcarsi su un gommone e navigare verso l'ignoto. Chi lo fa è perché è costretto, per non compromettere il proprio futuro e quello dei propri figli. In pochi, parlo di noi privilegiati, sanno cosa accade da decenni nei Paesi africani, dove le dittature, armate dai Paesi occidentali, fanno il bello e il cattivo tempo alimentando le guerre civili e quelle di religione. Chi non sa deve tacere e mostrare almeno rispetto nei confronti di questa gente disperata e meno fortunata di noi. Il problema non sono loro. Il problema è l'Europa, la bella Europa che ci lascia soli a gestire il fenomeno dell'immigrazione e i suoi continui flussi. Quell'Europa che non fa nulla per aiutare questa gente a rimanere nelle proprie terre, intervenendo con progetti seri (e non a chiacchiere) di pace e di sviluppo. Perché se ad un povero dai 5 euro, lo sfami per un giorno, ma se gli dai una canna da pesca e gli insegni a pescare, lo sfami per una vita intera, lui e la sua famiglia. Prima di partire per le vacanze, il mio sogno è che in futuro tutti possano viaggiare per piacere o non per disperazione. Buone vacanze a tutti ma senza mettere la testa sotto la sabbia.

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000 DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE Alessandro Cerreoni - a.cerreoni@gpmagazine.it REDAZIONE Via V. Pacifici, 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. 327.1750177 e-mail: redazione@gpmagazine.it IMPAGINAZIONE E GRAFICA GP Spot REDAZIONE Fabiola Di Giov Angelo Silvia Giansanti HANNO COLLABORATO Lucia Cirillo, Bibi Gismondi, Simone Mori, Paolo Paolacci, Camilla Rubin, Adriana Soares EDITORE PUNTO A CAPO Srl PUBBLICITA’ Info spazi e costi: adv@puntoacapo.org Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it Gionata A. Mattioli - g.mattioli@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il 19/07/2014 Copie distribuite: 20.000

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CEBOO E SU FA H C N A I  UITEC

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N #USA

Curiosity

Insetti, che dolore! egli anni '80, Justin Schmidt inventò l’omonima scala di dolore, che misurava la dolorosità delle punture di 78 specie di insetti su una scala da 0 a 4 (per la cronaca, le punture più dolorose sono quelle la formica proiettile e la vespa tarantola). Ma se la scala dio Schmidt confronta i diversi insetti, non risponde ad un’altra domanda: dove è più doloroso essere punti? Un ricercatore, Michael L. Smith della Cornell University, ha deciso di scoprirlo, usando sé stesso come cavia. i posti dove si è fatto pungere il ricercatore Smith si è procurato 5 punture d’ape al giorno, in diverse parti del corpo (sempre nelle stesse condizioni per evitare influenze negli effetti) valutandone la dolorosità su una scala da 1 a 10. Le punture più dolorose sono state quelle sulla narice (9,0), labbro (8,7), e asta del pene (7,3). Quelle meno dolorose sono state invece quelle sul cranio, sul dito del piede e sul braccio (tutte e tre valutate 2,3).

Malati da coppa del Mondo

#Cina

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opo l’eliminazione della nazionale italiana, probabilmente nel nostro paese è calata un po’ l’attenzione verso il mondiale di calcio. Ma non mancano, in tutto il mondo, gli appassionati che non si perdono una partita. Anche in paesi che sono magari meno noti per la passione calcistica, come la Cina. Eppure, proprio in Cina sono nate negli ospedali delle unità apposite per curare quella che i medici chiamano ormai “malattia della Coppa del Mondo”, i cui sintomi sono apatia, stanchezza e insonnia, causate prevalentemente dalle maratone davanti alla tv per vedere le partite a ore decisamente improbabili per chi vive in Cina, a causa del fuso orario. Ci sarebbero decine di migliaia di malati, ed i casi più gravi soffrirebbero anche di crampi allo stomaco, perdita di appetito, ansietà e addirittura in qualche caso paranoia, il tutto con effetti negativi anche sul sistema immunitario. Ma non sarebbero solo gli orari la causa delle malattie: non mancano alcuni tifosi assolutamente sfegatati. Uno di loro, Wang Fu Wong, un trentacinquenne che lavora in un negozio di autoricambi, racconta che ha avuto un esaurimento nervoso dopo il famoso morso di Suarez a Chiellini.

di Camilla Rubin

#Gran Bretagna

Formaggio fatto con il carbone

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l Manor Farm Shop di Leasingham, in Inghilterra, ha messo in vendita uno dei formaggi più insoliti al mondo: il Char Coal Cheese. Come il nome lascia intendere, è fatto con il carbone (in inglese appunto charcoal), e sembra stia avendo un grande successo, nonostante a molti il colore nero e gli strani ingredienti possano non sembrare a prima vista così appetitosi. char coal cheese - da facebook Sarebbero in molti, dalle persone comuni ad alcuni famosi chef, che stanno sperimentando il formaggio nero all’interno delle proprie ricette, e in molti sarebbero entusiasti dei risultati. Il formaggio è di tipo cheddar, il cui impasto è mescolato con carboni attivi, e il sapore sarebbe “molto cremoso”. La ricetta sarebbe nata perché i formaggiai di Michael Lee Fine Cheeses (che hanno inventato lo strano formaggio) si erano messi in testa di fare un formaggio nero, e alla fine hanno deciso di provare con il carbone. A spingerli definitivamente verso il carbone, dopo le prime prove, anche il fatto che nell’area ci siano molte famiglie di minatori, ora in difficoltà a causa della crisi del settore.

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l grafico di un’azienda inglese che doveva produrre una collezione di tazze dedicate alla coppa del mondo rischia di essere licenziato dopo avere confuso Barack Obama con il difensore dell’Inghilterra Chris Smalling, e mettendo sulla tazza il volto del Presidente USA con la maglia della nazionale inglese. la somiglianza con il difensore del mancheste united non è così evidente L’errore è stato notato appena le tazze sono arrivate al rivenditore, che non ha potuto fare altro che contattare un altro distributore specializzato in merce difettata per cercare di vendere loro le 2.000 tazze con la foto di Obama, sperando di trovare degli acquirenti per delle tazze venute talmente male che potrebbero diventare cult. Secondo quanto è stato ricostruito, quel che è accaduto è che il compito di trovare delle immagini gratuite dei giocatori inglesi è stata passata dai manager dell’agenzia di grafica ai loro sottoposti, che a loro volta lo hanno passato ad uno stagista, che ha commesso l’errore. Ma foto e fotomontaggi sono poi stati approvati dal capo e dal resto dello staff, che non si è accorto del grossolano scambio di persona, autorizzando la messa in produzione delle tazze.

#Gran Bretagna

Confonde Obama con un calciatore

L’

isola di Miyajima, in Giappone, è famosa per i cervi “addomesticati” che la popolano: gli animali infatti vagano liberamente per la città e entrano quasi in casa delle persone per farsi dare da mangiare. Tutto questo è iniziato poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando la popolazione di cervi si era drasticamente ridotta e gli abitanti hanno iniziato a lasciare dare loro cibo per aiutarli. Questo ha creato l’amicizia con gli animali, attraendo inoltre numerosi turisti che anche loro davano cibo ai cervi. Questo ha fatto sì che la popolazione di cervi sia cresciuta a dismisura nel corso dei decenni, fino a creare dei problemi: oltre all’affollamento in città, i loro escrementi riempiono le vie e con il loro numero stanno consumando la vegetazione delle foreste. Per questo le autorità hanno deciso di cercare di mettere un freno alla popolazione di cervi, vietando ad abitanti e turisti di dare loro del cibo. Un cervo a Miyajima - non ha paura a farsi avvicinare. Il problema che è emerso però è che dopo decenni in cui sono stati alimentati praticamente solo dagli esseri umani, i cervi non sembrano più capaci di procacciarsi il cibo da soli. Al massimo rovistano nella spazzatura e talvolta spinti dalla fame arrivano ad aggredire i turisti per farsi consegnare cibo nello zaino. Non sono mancati appelli da parte di animalisti perché il divieto di dare cibo agli animali venisse eliminato, ma le autorità sottolineano che il loro numero costituisce ormai un pericolo concreto sia per gli uomini che per l’ambiente naturale.

#GIappone

I cervi addomesticati stanno morendo di fame

Mangiare in acqua

Curiosity

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#Cina

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uando il caldo si fa sentire, il desiderio più grande spesso diventa un posto fresco. Consumare un bel pasto rilassante senza patire le alte temperature è un’ambizione di molti. In alcuni luoghi del mondo, dove il caldo si fa sentire, nascono locali piuttosto curiosi per soddisfare questa esigenza. Nel sud della Cina, dove le temperature estive possono toccare facilmente i 40 gradi, è nato il “Caffè del Fiume”, un ristorante caratterizzato dal fatto che i tavoli sono collocati all’interno del corso di un piccolo fiume locale, in un’area dove l’acqua e bassa e all’ombra della vegetazione. In questo modo gli avventori possono godere di un po’ di frescura, anche se qualcuno nota che l’acqua non sembra pulitissima. il ristorante cinese nel laghetto. Nelle Filippine, invece, è stato aperto Villa Escudero, un villaggio turistico a tema che ha il suo punto forte nel ristorante posizionato proprio ai piedi di una cascata, con i tavoli collocati nell’acqua, dove si possono gustare piatti tipici filippini. Il successo del ristorante è stato notevole, grazie alla possibilità di mangiare al fresco e in un’ambientazione molto particolare.


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Lavinia

GuGLieLman “La r omanità è dentr o di me” E’ stata notata e particolar mente acclamata per la sua par te nel r ecente film tv “A testa alta – I mar tiri di Fiesole”. L’attrice r omana che ha iniz iato a r ecitar e pr estissimo, farà par te anche del cast della nuova serie di “Che Dio ci aiuti” DI

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isordinata, “gattara” e molto disciplinata, questo in breve il ritratto di una delle più eccellenti giovani attrici che sono in circolazione nel nostro Paese. Tanta voglia di vivere e di fare e tutto questo si percepisce dalla sua vivacità e dall’entusiasmo per questo mestiere che ha “trovato” lei quand’era ancora in erba. Le piace nuotare nel suo caos, al contrario di sua sorella che invece è molto precisa nell’ordinare le cose. Lavinia è anche una ragazza dai forti sentimenti; ogni volta che terminano le riprese di una produzione, non accetta facilmente il distacco dai suoi colleghi di set. L’abbiamo raggiunta in una giornata piovosa di giugno che aveva più di novembre ed è stato un piacere approfondirne la conoscenza. Lavinia, quand’è stato il momento in cui si è iniziato a parlare di te? “Sicuramente quando ho preso parte nell’anno duemila alla serie tv ‘Distretto di Polizia’. Ero adolescente, avevo un pubblico prevalentemente giovane ed interpretavo la figlia di Isabella Ferrari”. Sappiamo che hai mosso da bambina i tuoi primi passi in questo campo. Come hai vissuto il cam-

SILvIa GIanSantI

biamento a quell’età? “Agli inizi, non essendoci consapevolezza di un lavoro vero e proprio, non ho avuto grandi difficoltà. Era più un passatempo e un gioco, ma dal duemila in poi ho incontrato qualche piccolo ostacolo, trovandomi in un’età dei primi fidanzatini, della scuola e dei gruppi di amici. Questo lato mi è mancato per via degli impegni lavorativi, è una fase che non ho potuto vivere fino in fondo”. Perché sei stata scelta così presto? “Somigliavo moltissimo all’attrice che avrebbe interpretato me da grande ed ecco perché la regista ha optato per me. Non avendo fatto ancora scuole di recitazione, non ci si è basati sulla bravura, è stato tutto casuale”. Preferisci lavorare per il cinema o per la tv? “Questa è una domanda che mi pongono spesso. In realtà non c’è una preferenza, l’importante è fare per bene e seriamente cose interessanti, magari in compagnia di colleghi in gamba”. Con quali miti del cinema sei cresciuta? “Con Anna Magnani e con Alberto Sordi, probabilmente anche perché rappresentano la romanità. Hanno la11 GP MAGAZINE

sciato un vuoto incolmabile, sono irripetibili”. Sei contenta di essere nata a Roma? “Molto, sono legatissima alla mia città”. Come la vivi? “Adoro il centro storico, non conduco una vita particolarmente mondana, mi reco al cinema e al teatro. Mi piace inforcare la bicicletta, fare lunghe passeggiate e prendere un gelato. Il periodo adolescenziale della discoteca con musica a tutto volume, si è ormai esaurito”. Qual è l’esperienza professionale che rifaresti cento volte? “L’ultima ‘A testa alta – I martiri di Fiesole’, poiché mi ha arricchito tantissimo sia dal punto di vista storico che da quello interpretativo”. Il tuo ruolo ha ottenuto larghi consensi. Per quale motivo dal tuo punto di vista? “Perché parla del nostro Paese e degli eroi che abbiamo avuto. Alla maggior parte delle persone ‘I martiri di Fiesole’ sono sconosciuti e quindi è stata un’occasione per conoscere questi tre ragazzi ventenni che nel 1944, proprio nel pieno della loro vita sentimentale e lavorativa, si sono


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sacrificati per salvare vite altrui. Penso che sia stato questo uno dei motivi per cui il pubblico ha apprezzato il film, senza tralasciare il fatto che sia stato girato in modo eccellente e che sia stato realizzato per il bicentenario dell’Arma dei Carabinieri. Un insieme di cose ne ha decretato il successo”. Il nome di un attore o attrice che vorresti trovare in un tuo futuro cast? “Mi piacerebbe lavorare con Meryl Streep! Puntiamo in alto, dai”. Da chi hai imparato molto? “Da tutti, anche guardando molti film, sono una che ruba con gli occhi. Non copio ma prendo spunto”. tra i progetti futuri, lavorerai per la serie tv “Che Dio ci aiuti”. Ecco, che effetto ti farà recitare accanto a Elena Sofia Ricci? “Mi emoziona tanto, perché sono cresciuta con le sue fiction di successo e la vedo come una seconda mamma, come una zia o una sorella maggiore. Lei trasmette tanta semplicità e sono sicura che mi sentirò a casa”. E’ vero che ogni volta che termini le riprese, ti escono le lacrime? “Sì, ma non perché io sia apprensiva, ma perché mi lego molto alle persone con le quali lavoro e quindi soffro il distacco. Vivo quei momenti come un piccolo lutto, temo di non rivedere più quei colleghi. E’ anche vero che sarebbe impossibile restare in contatto con tutti”. Quand’è avvenuta invece l’ultima volta che hai pianto per un dolore? “Quando il mio micio di dodici anni è stato poco bene. Per me i gatti sono quasi più importanti delle persone”. adesso come sta? “Ora fortunatamente si è ripreso”. Sei maniaca in qualcosa nella vita di ogni giorno? “Del disordine e della puntualità. Vivo perfettamente nel mio caos, detesto che qualcuno mi sposti le mie cose che solo io so dove sono state messe”. Come stai trascorrendo quest’estate? “Senza mare perché gli attori quando girano sul set non possono abbronzarsi. Le mie vacanze sono rimandate all’inverno prossimo magari in qualche città europea o afferrando al volo qualche last minute”. 12 GP MAGAZINE


Chi è

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Lavinia Guglielman

Lavinia Guglielman è nata a Roma il 14 agosto sotto il segno del Leone con ascendente Capricorno. Caratterialmente si definisce molto sensibile, lunatica e disciplinata. Ama la danza e la pittura, non ha una squadra del cuore e il suo piatto preferito è la carbonara. Al momento possiede due gattini e un fidanzato. Il 2011 è stato il suo anno fortunato. Ancora bambina, nel 1996, è stata scelta per il film di Cristina Comencini “Và dove ti porta il cuore”. Da quel momento è iniziata seriamente la sua attività di attrice, prendendo parte a film come “In barca a vela”, “La ballata dei lavavetri”, “Un uomo perbene” e “Saimir”. Per quest’ultimo film, nel 2006 ha ricevuto la nomination per il premio Anna Magnani al Taormina Film Fest. Sempre nello stesso anno è stata protagonista del cortometraggio “La ninfetta e il maggiordomo” e del film “Deadly Kitesurf”. Ha recitato anche in varie fiction tv tra cui “Distretto di Polizia 1 e 2”, “Via Zanardi 33”, “Ultima Pallottola”, “Provaci ancora prof”, “Don Matteo 5” e “Nati ieri”. Ha preso parte nel 2008 anche nella nota soap opera “Un posto al sole”. Negli ultimi anni è arrivata la partecipazione in “Edgar – Just before dark”, “La vita contro” e la recente “A testa alta - I martiri di Fiesole”.

Credits Photos by Tania Alineri Styled by Vanessa Scicchitano Hair & Make up by Sandra Lovisco Location: Regina Hotel Baglioni, Roma 13 GP MAGAZINE


GPlosapevateche…

GiGi B uffon Il numer o Uno A CURA DI CaMILLa RubIn

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GPlosapevateche… Lo sapevate che… Gianluigi Buffon – detto Gigi – è nato a Carrara il 28 gennaio 1978 ed è un calciatore italiano, portiere della Juventus e della Nazionale italiana, delle quali è capitano. Lo sapevate che… Nasce in una famiglia di sportivi: la madre Maria Stella Masocco è stata tre volte campionessa italiana di getto del peso e lancio del disco, lo zio Dante Masocco ha giocato a livello nazionale e nella Serie A1 di pallacanestro, il padre Adriano ha militato nella Nazionale di getto del peso e le sorelle Guendalina e Veronica sono state pallavoliste affermate. È lontano parente di Lorenzo Buffon, portiere di Milan, Genoa, Inter, Fiorentina e della Nazionale: Lorenzo è cugino in seconda del nonno di Gigi. Lo sapevate che… Gioca in tutte le rappresentative giovanili italiane dall'Under-15 all'Under23. Gioca l'Europeo Under-15 nel 1993 in Turchia, arriva in finale all'Europeo Under-19 del 1995 e vince l'Europeo Under21 del 1996. Lo sapevate che… Debutta in Nazionale maggiore a 19 anni, il 29 ottobre 1997 nella partita Russia-Italia (1-1), andata dello spareggio di qualificazione ai Mondiali 1998, nella quale dopo aver sostituito l'infortunato Gianluca Pagliuca subisce il primo gol con un'autorete di Fabio Cannavaro, all'epoca suo compagno di squadra nel Parma. Dopo il Mondiale '98, per il quale viene convocato come terzo portiere e diventa poi secondo per l'infortunio di Angelo Peruzzi, diventa a 20 anni il portiere titolare della squadra azzurra (con l'avvento di Dino Zoff sulla panchina azzurra), anche se è costretto a saltare Euro 2000 per via di un infortunio alla mano. Lo sapevate che… Nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione delle celebrazioni del centenario della federazione. Lo sapevate che… La UEFA lo ha premiato con il titolo di miglior portiere e, unico caso tra i giocatori del suo ruolo, miglior giocatore dell'edizione 20022003 della Champions League. Nel 2007, per la quarta volta dopo il 2003, 2004 e 2006, è stato considerato il miglior estremo difensore in attività dall'IFFHS, organismo che si occupa delle statistiche riguardanti la storia del calcio, che gli ha assegnato nuovamente il pre-

mio di "Portiere dell'anno". Lo sapevate che… È soprannominato Superman, appellativo che risale ai tempi del Parma, quando indossò la maglietta azzurra con la S del supereroe dopo un rigore parato a Ronaldo in un ParmaInter. Lo sapevate che… Con 142 presenze è primo nella classifica di presenze nella Nazionale di calcio italiana. Lo sapevate che… Nonostante fin da

16 luglio 2010, detiene il 50% della proprietà assieme a Cristiano Lucarelli e Maurizio Mian. Il 6 luglio 2012 è divenuto l'azionista unico della Carrarese, tramite la società Buffon & co. Lo sapevate che… Possiede anche un ristorante nel centro della città di Pistoia intitolato "Zerosei" e lo stabilimento balneare "La Romanina" in località Ronchi. Lo sapevate che… «La tua maglia dice chi sei». Così la Juventus ha voluto ringraziare pubblicamente, nel novembre del 2006, per aver deciso di rimanere in bianconero anche in serie B. Lo sapevate che… Il 14 novembre 2008 esce Numero 1, testo autobiografico scritto con Roberto Perrone, in cui Buffon viene definito nell'introduzione «il più grande portiere del mondo - uno dei quattro o cinque che resteranno per sempre nell'immaginario mondiale del football». Lo sapevate che… Il 30 maggio 2011 è entrato a far parte del Consiglio di amministrazione della Zucchi Group S.p.A. con una quota del 19,4%. Lo sapevate che… Il 7 maggio 2012 è stato eletto vicepresidente dell'Associazione Italiana Calciatori, prima volta per un giocatore in attività. Lo sapevate che… Quando militava nel Parma mostrò sotto la curva una maglietta con la scritta "Boia chi molla"; il gesto, oltre alle critiche, gli costò anche un deferimento alla commissione disciplinare. Lo stesso Buffon spiega sull'autobiografia Numero 1 che tale gesto era dovuto al fatto di aver trovato questa scritta intagliata sul cassetto di un tavolo ai tempi del collegio. Lo sapevate che… Nel 2001 rischia la reclusione a causa di un falso diploma, per essersi iscritto a giurisprudenza all'Università di Parma senza averne titolo ma patteggia la pena a sei milioni di lire. Lo sapevate che… La parte riguardante il gossip del cuore lo conosciamo tutti no? Comunque… Il 16 giugno 2011 si è sposato con la modella ceca Alena Šeredová cui era legato dal 2005 e dal quale aveva già avuto due figli: Louis Thomas, nato il 28 dicembre 2007 (il cui nome è stato scelto in onore dell'idolo sportivo di Gigi Buffon, il portiere del Camerun Thomas N'Kono), e David Lee, nato il 31 ottobre 2009. La coppia si è poi separata nel 2014, a seguito della quale Gigi ha “palesato” la relazione con la giornalista sportiva Ilaria D’Amico.

E' una r ubrica che ha lo scopo di far vi conoscer e in maniera di versa i personag gi che ogni gior no sono acclamati da folle di ammiratori. Questa volta dedichiamo il nostr o spaz io al portier e della Naz ionale italiana e della Juventus

bambino sia tifoso del Genoa, dalla stagione 2002-2003 porta scritto sui guanti l'acronimo "C.U.I.T.", che significa Commando Ultrà Indian Trips, ovvero il nome di un gruppo di tifosi ultras della Carrarese, di cui è diventato azionista il

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vivere S

ono abbarbicate a circa sette metri di altezza queste casette ad un piano unico, costruite in legno e con le pareti ricamate da decorazioni lignee, dove vivono 12 adulti e una bambina che di nome fa Galatea. Le case sono realizzate con le più innovative tecniche di bioedilizia e si integrano perfettamente nella natura in cui sono immerse; sono costruite utilizzando quanto più possibile materiali del bosco stesso (come i materiali utilizzati per coibentare le pareti delle case contro il freddo) o materiali riciclati. Il risultato di questi “nidi” è un perfetto equilibrio di forme, moderne e fluide, che contemporaneamente porgono la massima attenzione e cura per l’ambiente circostante. Un vero e proprio lavoro d’ingegneria, che per alcuni è il risultato della loro esperienza e dello studio delle case già costruite in giro per l’Europa. «Da tempo cercavamo un posto così», dice Angelo, indicandoci la sua casa esagonale a due piani, con tanto di accogliente bagno, studio e camera da letto, «finalmente abbiamo trovato quello che

suGLi aLBeri

volevamo e ci abbiamo messo radici. Il peso delle case non può essere sostenuto da tronchi giovani che non superano la quarantina d’anni; così usiamo travi di otto metri che pesano anche cinque quintali, poggiate su grossi massi e piantate accanto ai castagni». Lo stile rimanda a quello delle vecchie palafitte. La maggior parte degli abitanti di questa piccola comunità lavorano lontano, sono manager, farmacisti, biologi, infermieri, orafi e ricercatori, ma la sera tornano sui loro alberi. «Non siamo “figli dei fiori” o delusi della società e tanto meno eremiti», spiega Dario, papà di Galatea. E a conferma delle parole arriva il mestiere: Dario fa il manager e dirige la sua azienda che importa in Italia rum cubano. «Volevamo solo recuperare una vita che tutti noi sentivamo di perdere nelle nostre città. Qui noi non sopravviviamo, qui riusciamo a vivere più intensamente». Un’altra componente della comunità ha confidato ad Antonio Gregolin (autore del reportage scritto per xl.repubblica.it da cui trae ispirazione questo articolo)

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«Fino a due anni fa, questa zona che ci circonda», spiega Maria Pia, «era impoverita dall’eccessivo sfruttamento forestale. Ma rispettando l’ambiente, il numero delle specie vegetali, dagli alberi alla erbe spontanee, sta pian piano crescendo e la natura ritrova così il suo equilibrio». Tra le case sugli alberi del villaggio piemontese, (che dopo un tratto in auto si raggiunge unicamente a piedi), niente strade di asfalto, ma ponti e passerelle di legno sospese, che permettono di non scendere mai a terra per spostarsi da un punto all’altro del villaggio. Ad essere sospeso in aria è quindi l’intero villaggio, i cui abitanti, nonostante l’altezza e l’insolita abitazione non rinunciano alle comodità e alla tecnologia. Suonano una conchiglia per annunciare i pasti, ma non si fanno mancare non solo elettricità e acqua ma anche telefonino, computer e internet. Papà Dario, cinquantenne marito di Alessandra, 30 anni di Bassano del Grappa e papà della piccola Galatea, spiega: «Non abbiamo rinnegato i confort, e tantomeno la tecnologia, che cer-


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Alle pendici dei Monti Pelati nel Canavese, nel Piemonte occidentale, vicino a una montagna che si chiama la Bella Addor mentata, esiste un villag gio iniz iato a costruir e nel 2002 ed interamente costruito su alberi di castagno, il primo villag gio ‘arboricolo’ di Italia, in cui godersi una vita libera e in simbiosi con la natura, dove il bosco equilibra l’equilibrio interior e delle persone. E’ questa la vita degli abitanti di questa piccola comunità nata in un bosco di latifoglie DI

chiamo di utilizzare al meglio, senza sprechi». Usa il plurale per riassumere il pensiero degli altri undici componenti che costituiscono il primo villaggio arboreo europeo. «Case sugli alberi esistono in Germania, Francia, Gran Bretagna, ma questo è il primo nucleo organizzato», spiegano. Ognuno qua si costruisce il proprio “nido” con non poca fatica. È il caso di Elisabeth, che da mesi si sta dedicando alla sua casa, con l’aiuto del resto degli arboricoli. È la più grande e spaziosa del villaggio, con tre piani e includerà anche un piccolo osservatorio che lam-

CaMILLa RubIn

birà le sommità delle chiome. La poesia in questo lascia spazio alla vera fatica: «Servono carrucole, corde, volontà e buone braccia», spiega Elisabeth, intenta a issare le travi che serviranno per il terzo piano, «il resto, ce lo offre il bosco e la moderna tecnologia». Difficoltà ovviamente ce ne sono anche qui, vento, freddo, ghiaccio sulla strada... Ma non paiono essere in fondo problemi tanto diversi da quelli di chi vive in montagna in una normale casa. A parte le borse della spesa tirate su con una carrucola. E le castagne. Sì, le castagne che ti cadono sul tetto, una

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“pioggia” a cui bisogna abituarsi. «Ma tutti noi ormai, senza il bosco faremmo davvero fatica a vivere», esclama Giorgio, appena rientrato dal suo turno d’infermiere, «l’energia che respiriamo ci nutre ogni giorno». Per maggiori informazioni ed eventuali contatti non resta che visitare il sito degli arboricoli: www.arboricoli.it, a cui appartengono tutte le immagini di questo articolo e leggere per intero il reportage di Antonio Gregolin scritto per xl.repubblica.it: xl.repubblica.it/dettaglio/39101





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fascIno deI costumI alla brasIlIana

La scelta dei costumi da bagno, soprattutto per quel che riguarda la sfera femminile, non è mai così semplice. Le donne sono sempr e ossessionate dalla pr opria for ma fisica, dalla paur a di non apparir e in condiz ioni ottimali e spesso si rischia di ritr ovarsi a far e i conti con pr oblemi di alimentaz ione anche piuttosto seri DI

aLESSIo CERtoSa

Il consiglio più utile che ogni donna dovrebbe seguire con attenzione è quello di mangiare in modo sano e praticando contemporaneamente attività fisica, solo in questo modo si riuscirà ad avere un fisico normale, ma non bisogna invece dedicarsi a continue diete dimagranti che non fanno altro che alterare l'equilibrio del proprio organismo. Quando però arriva il momento dell'estate la preoccupazione di non essere al top della forma è sempre tanta, soprattutto quando si sa di doversi mostrare in costume da bagno. In questi casi però la moda propone differenti modelli in grado davvero di poter soddisfare qualsiasi donna, ogni modello insomma è adatto ad un tipo di tipologia fisica. Costumi brasiliani Vogliamo concentrarci principalmente sui costumi brasiliani, si tratta di una categoria che è tra le più apprezzate delle donne e non sono solo le star del mondo dello spettacolo o le varie modelle a poter indossare questi costumi brasiliani. Sicuramente c'è la necessità di avere un fisco non troppo morbido, ma con ciò non significa che per poter indossare dei costumi brasiliani bisogna necessariamente essere magrissime. Si tratta di una tipologia di costumi da bagno molto sexy, ma che allo stesso tempo non dona volgarità all'aspetto femminile ed è questo un aspetto da non sottovalutare perché è alquanto semplice apparire volgari quando si indossano dei costumi da bagno. I costumi brasiliani non sono altro che i classici bikini, si basano sulla formula dei quattro triangoli, due per la parte superiore e due per quella inferiore.

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di

seta

Calze

di Madame G.

calzediseta.wordpress.com

Leggins mania, ma non troppo A

Abbiamo notato che da qualche anno sia in inverno che nella bella stagione le calze cedono il posto ai leggings - che dettano moda - ma che non sempre possono essere considerati un must. Molti dei brand più famosi, stanno puntando molto sui leggings che sulle calze, alle volte proponendo delle cose un po’ di dubbio gusto. Da Calzedonia a Tezenis, Golden Lady, Philippe Matignon non si sono risparmiati e per ogni giorno dell’anno offrono una serie di modelli dalla tinta unita alle fantasie più svariate: di gran voga il camoufflage, il floreale e le geometrie, ma anche colori fluo, alternati a colori pastello e gli inserti in ecopelle. Per un’amante delle calze come me, inizialmente il leggings non mi ha destato grande simpatia, l’ho sempre interpretato come un mediocre sostituto delle calze coprenti. Cosa c’è, infatti, di più adatto di un bel paio di calze con una minigonna o un minidress? Fantasia o tinta unita le trovo di gran lunga più sensuali nel modo di vestire le gambe. Poi con il tempo mi sono convertita anche io, riuscendo a trovare dei modelli particolari e originali da inserire nei miei outfit. Usandoli e vedendoli usare a molte, posso dire che hanno il loro vantaggio: sono caldi per l’inverno, comodi come un pantalone, senza problemi di movimento soprattutto con gonne e vestiti molto corti. Se poi si riesce a

trovare il leggings “diverso”, abbinato soprattutto con la scarpa giusta, diventa una bella soluzione di look. Riconosco che sono un’ottima soluzione per chi non sempre può permettersi abiti troppo corti con calze velate, il leggings essendo coprente maschera bene i difetti e fascia le rotondità, dando la possibilità, anche a chi non potrebbe, di osare qualcosa di corto…. A questo proposito raccomando sempre di osare con gusto: il leggings non deve essere la scusa per accorciare troppo le gonne,

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ma un altro modo di mostrare le gambe. Ed evitate soprattutto di metter il lato b troppo in vista, il leggings non è un pantalone, tenetelo sempre ben a mente. Inoltre è un indumento abbastanza trasversale, dalle bambine alle ultraquarantenni il leggings è molto diffuso, ma bisogna stare attenti in particolar modo dopo i 40 a come usarli, non sempre sono indovinatissimi, spesso ostentano una ricerca di giovinezza passata, che ridicolizzano o volgarizzano la persona. Il leggings è anche sexy, inutile negarlo. E’ avvolgente e stretch, ideale per chi ha le curve al punto giusto ed è il massimo con un paio di tacchi alti. Evitando il banale abbinamento con un qualcosa di corto, a mio avviso il massimo della sensualità si racchiude nella scarpa e in quel riquadro di pelle che rimane nudo tra caviglia e collo del piede. E’ proprio in questo dettaglio che si trova il potere d’attrazione di questo accessorio. Oltre alla versione lunga e coprente, c’è poi anche la versione Capri, tipicamente estiva, secondo me più divertente e seducente. Adatta per coprire e scoprire le giuste porzioni di pelle…Dalla caviglia saliamo un po’ più su e andiamo ora a scoprire la gamba, regalandoci con alcuni minidress quel gusto e quello stile anni ’60. Belli con i tacchi, slanciano molto la gamba, ma bene anche con le ballerine per un look più vintage e con bikers e sneackers soprattutto per le teenagers.


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dell o i stud o l GP

ol psic

“Le sole parole non bastano” - Franz Alexander

La terapia infinita “M A CURA DEL DottoR

a come, uno psicologo che ammette che, da sole, le parole non ba-

stano?!” La citazione riportata in questa pagina può confondere qualcuno, in particolare se pensate che a pronunciarla fu uno psicoanalista. Già negli anni '40, infatti, Franz Alexander sollevava un problema: limitarsi a far parlare i pazienti “a ruota libera” era di poco aiuto; anzi, diceva Alexander, era probabilmente uno dei motivi per cui le terapie di base psicoanalitica (al tempo ancora dominante) spesso si protraevano per tanti, troppi anni. Di acqua sotto i ponti ne è passata allora. Oggi gli approcci terapeutici sono più di cinquecento, raggruppati in cinque-sei grandi orientamenti, ma nella mente dell'uomo comune è sopravvissuto un credo molto forte: se vai in terapia, ci resti tutta la vita. O quantomeno un bel po' di anni. È vero? No. O meglio, non necessariamente. Innanzitutto va detta una cosa. Di fronte alla “terapia interminabile” ci fu la risposta di una grande moltitudine di ricercatori, al punto che presto si cominciò a parlare di “terapia breve” (di cui Franz

FLavIo CannIStRà

Alexander è considerato un precursore). Ad esempio, in California, nel 1966 venne fondato il Brief Therapy Center, il centro di terapia breve dedicato allo studio dei metodi per ridurre i tempi e aumentare l'efficacia della psicoterapia. Attualmente sono molti gli approcci che rientrano all'interno delle “terapie brevi” e molti quelli che hanno tratto da esse spunti interessanti per migliorare efficacia ed efficienza. In realtà, come qualcuno ha fatto notare, terapia “breve” non è un termine del tutto corretto: presuppone infatti che ci sia una distinzione tra terapie che durano tanto e terapie che durano poco, quando tutte dovrebbero mirare a durare il tempo necessario a risolvere i problemi della persona – naturalmente lavorando in modo che tale tempo non sia ingiustificatamente prolungato. Tuttavia all'origine questo termine fu adottato proprio per sottolineare l'impegno degli studiosi a prestare attenzione non solo all'efficacia della terapia (se riesce a risolvere i problemi) ma anche all'efficienza (in quanto tempo ci riesce): quindi, studiare ed elaborare le tecniche e le strategie che funzionano meglio e, tra queste, quelle che danno risultati più rapidi. Ora, tornando alla domanda iniziale, le

sole parole non bastano? In realtà già dopo Freud, molti approcci unirono alle parole le indicazioni, cioè far fare compiti terapeutici alle persone. Dobbiamo infatti pensare che l'uomo non apprende le cose semplicemente capendole, ma anche facendole e sentendole sulla propria pelle: l'esperienza, d'altronde, funziona proprio così. E allora ecco che molte terapie brevi usarono questa verità per pensare strategie terapeutiche che la persona adotta per velocizzare – e migliorare – la via di uscita dal problema. Quindi le terapie brevi durano poco? “Poco” è un termine da quantificare meglio. Spesso le terapie brevi hanno una durata che si aggira attorno alle 10-20 sedute, ma in realtà questo può variare da approccio ad approccio (esistono molti tipi diversi di terapie brevi), dal problema presentato (alcuni sono più complessi e possono richiedere alcune sedute in più, o una diversa frequenza delle sedute) e dalla persona, che naturalmente può disporre già di risorse utili a velocizzare il processo di guarigione. Una cosa è sicura: la terapia che dura anni e anni non è di certo più l'unica opzione possibile, per chi vuole svolgere un percorso terapeutico.

Dott. Flavio Cannistrà, psicologo, specialista in terapia breve Strategica. Riceve presso gli studi di psicologia a Monterotondo in via L. Gagliardi 34/a, e a Roma in v. Corvisieri 17. Leggi i suoi articoli su www. lostudiodellopsicolog o.it o contattalo per un appuntamento al 340.95.488.35

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oli Fabio Camp

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el numero precedente di GP Magazine, ho focalizzato la mia attenzione sulla pasta e sul riso, alimenti amidacei basilari, estremamente versatili per la nostra alimentazione estiva. Oggi voglio invece concentrarmi sulle insalate fredde in genere, in quanto molto nutrienti (se realizzate con ingredienti oculatamente scelti) e utili per essere consumate non solo in casa ma anche in spiaggia, in campeggio e, perché no, anche in ufficio. Le insalate fredde hanno anche il vantaggio di poter essere preparate in anticipo e spesso sono un ottimo espediente per impiegare ciò che si ha in frigorifero, limitando così gli sprechi domestici. Accanto alla pasta e al riso, non dobbiamo dimenticare l’importanza di altri cereali, che diversificano la nostra dieta e i nostri gusti, oltre ad essere salutari per l’apporto di fibra e sali minerali. Mi riferisco a grano, orzo, farro, mais, avena, nonché ai più recentemente usciti sul mercato - miglio, grano saraceno, amaranto e quinoa. Pensando a questa vastità, immagino anche alle innumerevoli combinazioni che la nostra fantasia può ideare e provare, alla ricerca della propria ricetta preferita, ma sempre certi di un pasto dalla base genuina e nutriente. Rifletto inoltre sul grano in particolare, che possiamo sfruttare come ingrediente in varie

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fresche Idee per l’estate forme, a partire dalla pasta ottenuta dalla sua farina che è sicuramente tra gli elementi irrinunciabili della nostra alimentazione, per passare poi al grano in chicchi interi, o ancora al cous-cous, alla fregola, al bulghur, prodotti similari ma al tempo stesso dalle caratteristiche e performances differenti che consentono di sbizzarrirsi in cucina, e non solo con le insalate fredde. Accanto ai cereali, che contribuiscono all’apporto di carboidrati e anche di fibre (soprattutto se integrali e consumati interi, cioè non ridotti in farine), l’ingrediente basilare delle insalate fredde dovrebbe essere sempre insito nelle verdure, la nostra fonte naturale di benessere e di leggerezza, dal momento che apportano la più bassa quantità di calorie rispetto a tutte le altre categorie di alimenti. Abbinando i sapori secondo le vostre sensazioni e preferenze, potrete optare per l’impiego di verdure cotte (come ad esempio cubetti di melanzane, zucchine, peperoni, rondelle di cipolla saltati in padella) o per una vera e propria insalata di verdure crude, che ben arricchita può anche trasformarsi in piatto unico vegetariano, integrato in questo caso preferibilmente con legumi. Come appena accennato, un altro ingrediente che non dovrebbe mai mancare nelle insalate

fredde estive sono i legumi. Anche nel caso dei legumi, ne esiste un numero talmente svariato da consentire ancora una volta di sbizzarrire la fantasia: lenticchie, ceci, fave, lupini, piselli, soia, fagioli, disponibili ormai sul mercato in tutte le varietà possibili provenienti da ogni parte del mondo. Potete arricchire le vostre insalate fredde con altri ingredienti a base proteica, sostituendoli del tutto ai legumi oppure diminuendone la quantità nella ricetta. In base ai vostri gusti potrete scegliere di arricchire le vostre preparazioni con carne, pesce o altri ingredienti come latticini e uova. Consiglio di preferire l’impiego di carni e pesci adatti a un consumo freddo (ad esempio filetto, controfiletto, girello bovino tagliati sottile, pollo o tacchino cotti e sfibrati, salmone, tonno, sgombro, gamberi, seppie e calamari, cozze e vongole). Infine, non mi resta che svelarvi l’ultima categoria di ingredienti meritevole di grande attenzione per variare il gusto e l’originalità dei vostri piatti: sono le spezie e le erbe aromatiche, esaltatrici naturali del sapore, e capaci di infondere nei piatti aromi delicati quanto caratteristici. Le erbe aromatiche e le spezie, in particolare, sono inoltre ricche di antiossidanti e proprietà benefiche naturali note fin dai tempi antichi.

Ricetta di Fabio Campoli

Orecchiette solari

Un piatto unico sano ed equilibrato, a base di orecchiette profumate allo zafferano, olive, merluzzo e verdure saltate Ingredienti per 4 persone • Orecchiette, 280g • Filetto di pesce, 200g • Zafferano, q.b. • Olive verdi , 100g • Olio extravergine d’oliva 3 cucchiai Per le verdure in agrodolce: • Ravanelli o rapa bianca, 225g • Carote, 300g • Peperoni rossi e gialli, 300g • Sedano,180g • Cipolla bianca, 100g • Zucchero, 35g • Fior di sale, q.b. • Aneto, 10g • Olio extravergine d’oliva, 40ml • Aceto di vino bianco, 40ml • Semi di girasole tostato, 30g • Acqua, 40ml

Esecuzione Tagliare il pesce a cubetti, salare, unire l’aneto e riporre in frigorifero per un’ora. Portare a bollore in una pentola abbondante acqua e cuocervi le orecchiette. A parte, nel frattempo, frullare lo zafferano con un cucchiaio di acqua di cottura della pasta, 3 cucchiai di olio e le olive. Condirvi la pasta e lasciar freddare. Tagliare le verdure nei seguenti modi: peperoni a losanghe, ravanelli a spicchi, carote a dadolata di ½ cm per ½ cm, sedano a dadolata 1cm per 1 cm, cipolla a filangè. In una ciotola mettere tutte le verdure e condire con il sale e lo zucchero. Mescolare bene. Aggiungere l’olio e mescolare ancora. Mettere in una casseruola le verdure condite, accendere la fiamma e coprire con il coperchio. Cuocere le verdure a fuoco basso con il coperchio, facendole stufare, quindi togliere il coperchio, alzare la fiamma e farle imbiondire. Quando saranno semi caramellate, aggiungere l’aceto bianco e far evaporare bene. A questo punto spegnere il fuoco, aggiungere 40ml di acqua e disporvi al di sopra i cubetti di pesce. Coprire la casseruola e accendere il fuoco a fiamma dolce per 3 minuti. Prima di servire, unire il pesce e le verdure in agrodolce alla pasta, guarnendo con semi di girasole tostati.

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IL TUO CINEMA DA SEMPRE.

Un autunno in prima fila. Proiezioni in digitale e in 3D dolby

Si ricorda che la sala Adriana è munita di Palcoscenico e camerini ed è possibile averla in locazione per Saggi di danza, saggi di fine anno scolastico, spettacoli teatrali e conferenze. per info o preventivi inviare un fax al numero 0774/318466 e verrete ricontattati.

Tivoli CINEMA TEATRO GIUSEPPETTI - Info 0774335087


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dAvide orecchio

“Sogno di vincere il dAvid di donATello” E' ambiz ioso e sa quello che vuole. Lavora alacr emente per migliorar e la sua r ecitaz ione e farsi tr ovar e pr onto al grande salto. Nonostante la giovane età, ha esperienze impor tanti alle spalle. Attualmente è impegnato nella fiction “Cani randagi” e sarà nel cast del film “Il Giardino Segr eto” DI

aLESSanDRo CERREonI

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29 anni inizia a stare nel pieno della sua carriera. Le soddisfazioni non mancano e non sono mancate. E' atteso al grande salto di qualità, quello a cui aspirano gli attori giovani, quelli che dimostrano di saperci fare. Davide Orecchio è uno di questi. La sua carriera artistica è iniziata nel Duemila con una parte nella fiction “Un Posto al Sole” e successivamente in “Distretto di Polizia”, “Squadra Antimafia”, “Ris” e “Amiche mie”. La prima svolta della sua carriera avviene quando viene scelto come corteggiatore nella trasmissione di Maria De Filippi “Uomini e Donne”. Attualmente sta lavorando alla fiction “Cani randagi” e sarà nel cast del film “Il Giardino Segreto” prodotto dalla Zufus Film, che verrà presentato il prossimo anno al Festival Internazionale del Cinema di Roma. Ciao Davide parlaci brevemente di te. Presentati ai nostri lettori. “Sono istintivo serio, sensibile, lunatico, simpatico, umile 33 GP MAGAZINE

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importante ed attuale. Si parla di bullismo e di tutte le vicende di oggi che accadono nel mondo dei giovani”. Sei soddisfatto di quanto fatto finora e se ritieni questo il percorso giusto per la tua carriera? “Visto che oggi ho 29 anni credo di avere avuto già molte soddisfazioni da questo mestiere, ma sto lavorando alla recitazione perché voglio raggiungere ancora dei traguardi importanti”. Hai un rimpianto? Rifaresti tutto ciò che hai fatto? “Non ho rimpianti e rifarei assolutamente tutto ciò che ho fatto finora”. Progetti a breve e medio termine? “Dopo 'Cani Randagi' sarò protagonista nel progetto cinematografico 'Un’Estate nel Giardino Segreto', dove sarò affiancato da attici di altissimo livello. Magari alla prossima intervista con GP Magazine ne parleremo”. C'è un mito del cinema, italiano o straniero, con cui sogni un giorno di lavorare? “Auguro a me stesso di poter lavorare un giorno a fianco del grandissimo Giancarlo Giannini!”. E un regista dal quale vorresti essere diretto? “Trovarmi sul set del maestro Paolo Virzì è un altro dei miei sogni”. Facciamo un gioco. Siamo al 2024 (tra dieci anni) e facciamo una nuova intervista? Di cosa parliamo? “Caro Direttore, nel 2024 io e lei ci incontreremo davanti ad un aperitivo e sul tavolo parleremo del mio David di Donatello come migliore attore protagonista”.

Ma non sopporto essere preso in giro, altrimenti divento un altro Davide”. Come è nata la passione per la recitazione e qual è la tua formazione? “E’ nata un giorno per caso. Infatti, sin dall’età di 14 anni ho iniziato con varie comparse e figurazioni speciali, dove ho scoperto la mia passione per il mondo dello spettacolo. A 21 anni ho partecipato ai provini di 'Uomini e Donne' e da lì mi hanno preso nella trasmissione come corteggiatore. Nel 2010 al concorso nazionale Mister Italia ho conquistato la fascia 'un Bello per il Cinema'. Titolo che mi darà la possibilità di lavorare sui set”. Qual è l'esperienza professionale a cui sei più legato? “ 'Uomini e Donne' per la televisione e la recitazione nelle fiction e nei lavori cinematografici, tutti”. Che esperienza è stata quella di "uomini e Donne"? Credi davvero che in programmi del genere possa nascere il vero amore? “L’esperienza di 'Uomini e Donne' è stata assolutamente positiva anche come esperienza di vita visto che avevo 21 anni. Riguardo alla possibilità che possa nascere un vero amore, perché no?”. Sei presente nella fiction "Cani randagi". Di cosa parla e che ruolo hai? “In 'Cani randagi' ho il ruolo di Alessio, un boss di quartiere legato alla malavita. In questa fiction ho avuto l’occasione di lavorare con attori del calibro di Toni Garrani, Astra Lanz, Igor Mattei. 'Cani randagi' ha un tema molto 34

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E' stata sul set della fiction “Cani randagi” e sarà una delle pr otagoniste del film “Il Giardino Segr eto”. Ha 15 anni e fr equenta danza dall'età di 8

eleonorA cuccu “Spero un giorno di poTer lAvorAre con rAoul bovA”

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a iniziato a scoprire la vocazione per lo spettacolo all'età di otto anni, ovvero quando ha iniziato a fare danza. Recentemente è arrivata la prima grande occasione grazie alla partecipazione alla fiction “Cani randagi”, a fianco di attori come Toni Garrani, Astra Lanz e Igor Mattei. Per il futuro, è stata scritturata per il film “Il Giardino Segreto”. Insomma, a 15 anni la carriera di Eleonora Cuccu è pronta a decollare ma senza particolari ansie. Eleonora, presentati per i nostri lettori. “Ho 15 anni , sono nata il 17 dicembre del 1998. Abito a Zagarolo, un paese vicino Roma. Frequento il secondo anno del Liceo Classico a Palestrina. Il mio sogno nel cassetto: lavorare con i bambini e magari imparare a recitare. Il mio hobby è la danza che pratico da otto anni”. Come ti definisci dal punto di vista caratteriale? “Sono una persona timida ma allegra, semplice, fedele, gentile, molto paziente e a volte anche dolce. Il mio segno zodiacale è il Sagittario e in alcuni punti mi ci rispecchio”. Come è nata la passione per la recitazione e qual è la tua formazione? “Tutto è iniziato con un semplice provino; avevo la voglia di scoprire e magari di provare l'ambiente cinematografico. All'inizio, devo essere sincera, non era una vera e propria pas36 GP MAGAZINE


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sione ma poi pian piano, stando sul set, ho iniziato a interessarmi a questo nuovo mondo e me ne sono appassionata. Tutto ciò che sto vivendo è na novità, poiché non ho mai fatto nulla riguardante il cinema o il teatro. Quindi per me è la prima volta che recito e che mi trovo su un set. Il set è una macchina che non si ferma mai, è ciò che dà vita a tante emozioni e soddisfazioni”. Frequenti la danza dall'età di otto anni. “Ero così piccola quando ho iniziato che non capivo ancora che cosa significasse ballare. Con il passare degli anni ho capito veramente il significato della parola danza. Sono cresciuta ballando e non sono mai riuscita ad abbandonare quella fantastica pista che mi ha regalato grandi emozioni, soddisfazioni e soprattutto grande allegria”. nell'ambito della danza chi è il tuo mito? “Il coreografo Giuliano Peparini. Ho seguito il suo gruppo di ballerini e le sue coreografie e me ne sono appassionata. Sono sorprendenti!”. Sei soddisfatta di quanto fatto finora e se ritieni questo il percorso giusto per la tua carriera? “Sentirmi dire che ho un talento e che devo tirarlo fuori per me è già una soddisfazione. Penso che sia stata una delle più belle esperienze della mia vita. Sono soddisfatta di me stessa e ora sta a me scegliere il percorso giusto per la mia carriera. Ci penserò molto ma so bene che mi è piaciuta molto questa nuova esperienza”. vogliamo parlare di questa esperienza nella fiction “Cani randagi”? Che ruolo hai? “Una sorpresa dopo l'altra, ricca di emozioni. In cinque giorni ho fatto cose che nemmeno sapevo di poter riuscire a fare. Il mio ruolo è quello di Giorgia, la sorella di Matteo, una ragazza solare e pronta ad affrontare qualsiasi pericolo. Ha quindi un carattere forte”. Hai un rimpianto? Rifaresti tutto ciò che hai fatto? “No nessuno, rifarei tutto perché è stata una esperienza che mi ha reso felice e anche più sicura di me stessa”. Progetti a breve e medio termine? “Fino ad adesso non ho nessun progetto. Mi godo la vita e aspetto il treno che passa”. C'è un mito del cinema, italiano o straniero, con cui sogni un giorno di lavorare? “Sì, Raul Bova. Di lui mi piace la sua semplicità, il suo essere romantico e la sua bellezza”. E un regista dal quale vorresti essere diretto? “No, non ho un regista che mi affascina particolarmente”. Facciamo un gioco. Siamo al 2024 (tra dieci anni) e facciamo una nuova intervista? Di cosa parliamo? “Spero che tra dieci anni potrò parlare di qualche nuovo progetto fatto e spero di avere un buona formazione”. bellezza, bravura e talento. Pensi che sia il mix giusto per sfondare o ci vuole dell'altro? “E' un mix giusto ma penso che ci voglia anche un po di sicurezza in se stessi e bisogna anche sognare di potercela fare. Come dice il poeta Paulo Coelho: 'il mondo è nella mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni' ”.

Crediti Foto: Corrado Pinci air Style: Fabio Pellegrino Make up: naima Ienne abiti: Redam Woman Sensual Style – www.dreamfashion.it 37

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eleonorA ginepri

“l’imporTAnTe È SognAre” Il suo sogno è diventar e un'attrice famosa. Questo spiega la deter minaz ione di Eleonora, una giovane ragazza che si divide tra università, scatti fotografici, sfilate di moda e r ecitaz ione DI

aLESSIo CERtoSa

Crediti Foto: Corrado Pinci Hair Style: Giovanni D'arpa Make up: angela D'arpa abiti: Redam Woman Sensual Style – www.dreamfashion.it

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asce a Roma nel 1994. All’età di 5 anni durante una passeggiata di famiglia un talent scout propone ai genitori di far posare Eleonora per una campagna pubblicitaria per un prestigioso marchio di abbigliamento italiano di fama mondiale. Ma vista la sua tenera età, i suoi genitori ritengono che per il momento non è il caso di farla fotografare. All’età di 14 anni inizia a frequentare il liceo classico, che prosegue fino ai 18 dove consegue la maturità e dove scoprirà la sua passione per la recitazione. Da lì iniziano importanti esperienze nella moda, set fotografici e sfilate per noti marchi italiani, e per ultimo la partecipazione alla fiction “Cani randagi”. Prossimamente inizierà le riprese per un lungometraggio, intitolato “Sharine”, che verrà presentato nel 2015 al Festival Internazionale del Cinema di Roma. Chi è Eleonora Ginepri? “Ho vent'anni e ho la fortuna di essere una ragazza con dei veri valori grazie alla mia famiglia. Oggi il mio sogno che vedevo molto lontano finalmente si sta realizzando!”. Puoi descriverti per farti conoscere dai nostri lettori? “Mi ritengo una persona solare e umile, ma soprattutto uno spirito libero. Spesso vengo descritta: responsabile, premurosa, socievole, simpatica, bella e anche gelosa di ciò che è mio. Non posso lamentarmi”.

Come ti è nata la passione per il mondo dello spettacolo e della moda? “La passione per il cinema, per la moda e la fotografia è sempre stata in me. Fin da piccola, vedendo le modelle o le attrici, mi immaginavo al loro posto, sognavo ad occhi aperti che un giorno sarei diventata come loro”. Hai un mito che segui particolarmente? “Non ho un mito in particolare nel mondo dello spettacolo. Sicuramente se penso al cinema italiano una donna fantastica che mi viene in mente è Sofia Loren”. Che rapporto hai con la tua famiglia? ti segue in questa tua passione? “La mia famiglia è molto attenta a ciò che faccio e inizialmente questa mia passione li preoccupava un po' per il fatto che possa essere un ambiente 'pericoloso', soprattutto per una giovane ragazza. Poi, vedendo la mia responsabilità, hanno allentato un po' la corda anche se rimangono comunque sempre in allerta”. Sei contenta di ciò che hai fatto finora? “Vista l'età non posso lamentarmi, posso ritenermi soddisfatta e continuerò ad essere me stessa dato che porta ottimi risultati”. Sei stata tra le protagoniste della fiction “Cani randagi”. Che esperienza è stata? “E' stata strepitosa! Ho un ruolo molto importante: sono l'unica in mezzo a tanti ra-

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gazzi che ha un sogno da realizzare. Penso che la mia parte lanci un messaggio fondamentale a tutti i giovani di oggi che purtroppo non sognano più”. Rifaresti tutto ciò che hai fatto? “Rifarei tutto. Non ho nessun rimpianto se non quello di dire sempre 'potevo fare di meglio' ma penso che questo sia un vantaggio per migliorare sempre di più”. Coltivi dei progetti a breve e medio termine? “Sì, finire l'università e diventare un'attrice famosa”. Chi si è appena avvicinato al mondo della recitazione spesso ha il sogno di poter lavorare un giorno con un/una grande attore/attrice ed essere diretti da un regista importante. tu a tal proposito che ci dici? “Non ho particolari attori o registi con cui sogno di lavorare”. Facciamo un gioco. Siamo al 2024 (tra dieci anni) e facciamo una nuova intervista. Di cosa parliamo? “Magari tra dieci anni in un'altra intervista parlerò di me come di un'attrice famosa in tutto il mondo”. bellezza, bravura e talento. Pensi che sia il mix giusto per sfondare o ci vuole dell'altro? “Secondo me per sfondare ci vuole sicuramente talento ma la formula magica è essere se stessi. Con me ha funzionato”.



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giuSeppe AleSSio nuzzo “non bASTA eSSere giovAni, occorre lAvorAre bene” A parlar e con spirito di r esponsabilità è il giovanissimo dir ettor e artistico del Social World Film Festival Roberta Scardola, Giancarlo Giannini, Giuseppe Alessio Nuzzo e l’Assessore al Turismo della Regione Campania on. Pasquale Sommese

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LuCIa CIRILLo

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iovane è la parola che a Vico Equense (Na) ti spalanca le porte: giovane lo staff, giovane la giuria, è il Social World Film Festival, l’evento che ha attirato, lo scorso giugno, in Campania artisti di fama nazionale ed internazionale. Alle fondamenta 50 giovani professionisti che ogni anno danno il meglio di sé per la riuscita del festival del cinema sociale, giunto quest’anno alla quarta edizione. Ma come si fa, tra tutti giovani, ad essere sempre all’altezza di una manifestazione che diventa sempre più visibile ed impegnativa? L’abbiamo chiesto a Giuseppe Alessio Nuzzo nel corso di un’ intervista fatta alla vecchia maniera. una quarta edizione ricca di film e di ospiti, un successo… “Sicuramente sì, le soddisfazioni che arrivano dopo tanto lavoro sono importanti, ma bisogna goderne solo per un po’, il tempo necessario per fare il pieno di energia”. Che valore ha il Social World Film Festival per te? “Ha un valore grandissimo, è un figlio, un progetto da spingere, la forza in più che hanno 50 ragazzi, è la rete, la società di giovani che è sempre stata nella mia mente e, proprio per questo una grande responsabilità”. Come si riesce a coordinare tanti giovani? “C’è un coordinatore per ogni settore, ma siamo un team che cresce confrontandosi”. Perché è stata scelta vico Equense per il Social World Film Festi41

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GPcinema val? “Perché Vico Equense aveva tutte le carte in regola per realizzare un sogno: creare una piccola Cannes italiana”. La città come ha risposto al progetto? “Con molto coinvolgimento da parte dell’amministrazione e dei commercianti che per l’occasione sono ben felici di trasformare le loro vetrine in cinema”. Che cosa può offrire a un aspirante giornalista o comunicatore il Social World Film Festival? “Un qualcosa che si possa avvicinare il più possibile ad un’opportunità, la chiamo impropriamente opportunità, è più che altro interazione”. Come mai la scelta dei presentatori è caduta sugli attori Roberta Scardola, Yuri napoli e Martina Liberti? “Perché sono professionisti a cui non manca il desiderio di migliorarsi. Attraverso i loro volti siamo riusciti a comunicare l’anima del Social World Film Festival”. un tuo messaggio per i giovani. “Non basta essere giovani, occorre lavorare bene, inseguite il vostro sogno con fiducia, date al mondo qualcosa di voi. Correte!”. Dopo l’intervista con Giuseppe Alessio Nuzzo anche il Presidente del Social World

La madrina del Festi val, Isabella Ragon ese, r ice ve un omag gio flor eale dal vicedir ettor e artistico Gelsomin a Tagliamon te

Film Festival Ter esan na Nu zzo non è sfuggita al nostro taccuino. Che cos’è un cortometraggio per te? “E’ il linguaggio vincente del cinema perché arriva più facilmente e questo in una società che dice di non avere mai abbastanza tempo conta parecchio”. un insieme di scene quanto può veicolare il messaggio? “Un insieme di scene decide il messaggio e poi lo veicola o meno, un corto non chiede l’attenzione allo spettatore, arriva in modo diretto”. Durante il Social World Film Festival sono stati realizzati tre workshop, quanto sono formativi questi seminari di studi per i gio-

vani che non necessitano dei mezzi per crescere? “I workshop realizzati sono stati tutti a titolo gratuito soprattutto per offrire ai ragazzi autodidatti un qualcosa che permettesse loro di arricchirsi e di formarsi”. Raccontare con il Social World Film Festival il talento italiano nel mondo è… “Una bella cosa ed anche una grande responsabilità, la spinta a fare meglio, noi italiani siamo un popolo di appassionati, comunichiamo con grande sensibilità lo dimostra anche il Golden Spike Award attribuito al regista siciliano Simone Petralia come Migliore Sceneggiatura per 'Emmanuel'”.

Un a vedu ta dall'alto della qu ar ta ediz ione del Soc ial World Film Festival, grande soddisfaz ione veder e la piazza pien a

Il Pr esiden te del Soc ial World Film Festi val Ter esanna Nu zzo

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GPtempolibero

lA SelvoTTA

lA nATurA A due pASSi dA romA Scopriamo un luogo incantevole vicino la Capitale, dove è possibile immer gersi nella natura, rilassarsi e star e a contatto con tanti esemplari di rapaci

L'

associazione “Parco Natura la Selvotta Onlus” è nata con lo scopo di divulgare la conoscenza della flora, della fauna e dell'ecosistema in genere dell'Italia centrale, in particolare del Parco di Veio. All'interno del Parco Natura la Selvotta è possibile visitare, oltre a zone di rilevante interesse storico-naturalistico, tantissimi esemplari di rapaci mantenuti in ampie voliere come: Gufo Reale (Bubo Bubo), Falco Pellegrino (Falco Peregrinus), Lanario (Falco Biarmicus) Barbagianni (Tyto Alba), Avvoltoio (cathartes aura), Aquila Reale (Aquila Chrysaetos) e moltissimi altri ormai considerati, all'interno della fauna italica, specie a grave rischio di estinzione. Infatti una delle maggiori attività dell'Associazione, oltre alla sopracitata opera di divulgazione, è la protezione e la riproduzione in cattività di varie specie di uccelli. 44 GP MAGAZINE


GPtempolibero L'area del Parco è divisa in due zone distinte, una interna ove, oltre ad osservare i vari esemplari di rapaci presenti, è possibile interagire e vivere un' esperienza diretta con gli animali comunemente chiamati “da cortile”, mantenuti in semi-libertà, come: le capre, le pecore, le galline, i tacchini, i maialini ed il cavallo; l'altra esterna ove, grazie ad un sentiero che si inoltra nel bosco, è possibile ammirare la vita del sottobosco, in rari casi incontrandone gli abitanti come: la rana temporaria o rana rossa, l'istrice, la volpe ed il cinghiale e proseguire la passeggiata fino all'Acquedotto Etrusco più importante del Lazio, con la possibilità di visitarlo

internamente grazie all'aiuto di archeologi. Inoltre ad orari stabiliti è possibile osservare dei voli in libertà di varie specie di rapaci, sia notturni che diurni e contemporaneamente una guida vi spiegherà le caratteristiche ed il comportamento di questi animali, rispondendo ad ogni vostro quesito o piccola curiosità su queste splendide creature che altrimenti non avresti l'opportunità di vedere così da vicino. Durante l'orario del pranzo il Parco Natura La Selvotta Onlus offre gratutitamente ai propri visitatori ampie zone pic-nic e tantissimi barbecue dove è possibile cuocere il cibo che

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si è portato da casa. Il Parco è aperto alle famiglie tutti i weekend da marzo a novembre, mentre durante la settimana è possibile per le scolaresche, previa prenotazione, organizzare gite e far interagire gli alunni con tutti gli animali presenti all'interno della struttura e facendogli svolgere anche altre attività come: laboratorio del pane, della pasta, della pizza, dei biscotti, della marmellata. Per info e prenotazioni: 338.7324501 mail: info@parconaturalaselvotta.it




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Nanaue mAgiche Alchimie muSicAli

Incontriamo Emiliano e Matteo, i due componenti di una band originale DI

DonatELLa LavIzzaRI

N

anaue è il nome di una band, di un album e di una canzone. Ognuna delle incarnazioni di questo nome, ovvero il duo compositivo formato da Emiliano Deferrari e Matteo Nahum, il loro album (pubblicato da Gutenberg Music) e la title track, che racconta di una creatura e della sua inconciliabile lotta tra le dolcezze dell’amore e il carnivoro odore del sangue, può essere descritta utilizzando le stesse parole: libertà compositiva, creatività, anacronistica passione per il racconto, matrimonio perfetto tra libera ispirazione, sudore della performance e ricerca formale. Il matrimonio a tre potrebbe sembrare bizzarro, ma l’ascolto della sezione ritmica pulsante, delle storie “recitate cantando” insieme alla purezza degli archi amalgamati con legni ed ottoni non lascia dubbi. Parlare di rock, prog, song-writing, avant-pop non porta lontano da Nanaue, ma non ne descrive pienamente la complessità. nanaue è il nome di una strana creatura della mitologia delle isole Hawaii. Ha sembianze umane ma sulla schiena nasconde con un mantello delle fauci di squalo. Si innamora delle femmine umane, ma di notte, nuotando per mare, si ciba di pescatori. Il

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GPmusica nome della band presuppone quindi un dualismo, un gioco di contraddizioni? Emiliano: “Nanaue è stato prima di tutto il nome di una delle nostre prime canzoni che descrive il ritrovamento delle spoglie inermi di una strana creatura in una spiaggia, di primo mattino. La folla le si accalca intorno e fa ipotesi sulla sua natura, le sue passate intenzioni e la sua presunta fine. In seguito abbiamo deciso di chiamarci come la canzone, subiamo una certa empatia per la condizione di quell'essere dalle passioni così contraddittorie”. Come vi siete conosciuti e come è nato nanaue? Matteo: “Emiliano ed io abbiamo incrociato i nostri cammini ancor prima di conoscerci, militando entrambi nei Real Dream, tribute band genovese dei Genesis, in tempi diversi, senza avere mai l'occasione di suonare insieme. La prima vera opportunità per interagire è stata data da MySpace. Emiliano infatti vive a Roma da molti anni e ci eravamo incontrati solo casualmente a Genova per un live di Peter Gabriel. Tutto questo lascia intravedere molto di quelle che sono le nostre passioni musicali: la canzone pop sofisticata ed elegante di Gabriel e il progressive molto classico dei Genesis del primo periodo. Gli elementi che ci accomunano musicalmente sono in effetti molti così come la curiosità reciproca per ciò che invece ci differenzia. Abbiamo iniziato a scambiarci file musicali via internet, lavorando separatamente nei nostri piccoli studi. Ad ogni passaggio le canzoni diventavano sempre più strutturate e, cosa molto affascinante, spesso molto diverse dall' idea originale. Nanaue è nato lentamente, è una sorta di kindergarten personale in cui ci siamo divertiti con molti elementi: per questo si sentono echi di tante musiche diverse, filtrate dai nostri modi di scrivere e arrangiare personali. E' stato pubblicato nel 2014 da Gutenberg Music/Primigenia grazie all'entusiasmo di Nives Agostini e Bruno Cimenti, con cui collaboro da anni nell' ambito della canzone d'autore italiana ed è distribuito internazionalmente da IRD”. Emiliano: “Nanaue è un po' la terra

comune di incontro tra me e Matteo, ci siamo cimentati in forme tipiche del prog, come dice Matteo la 'canzone allargata' e abbiamo aggiunto la nostra sensibilità verso alcuni linguaggi come il blues elettrico, il jazz e il funk latino, le progressioni armoniche di certa musica sinfonica, il songwriting anglosassone. Abbiamo in questo modo condito alcuni racconti”. Quali sono i vostri percorsi formativi? Matteo: “Le nostre storie sono abbastanza differenti, accomunate da un certo eclettismo ed un’innata curiosità. Sono principalmente un chitarrista, con un diploma di chitarra classica alle spalle, studi di jazz e una frequentazione del mondo del rock, soprattutto progressivo. Con la nuova band di Fabio Zuffanti, quest'anno ho partecipato a concerti che si sono tenuti in Olanda, Belgio e Canada. In Italia ho lavorato e lavoro molto spesso con cantautori come Max Manfredi (con cui abbiamo vinto nel 2009 la Targa Tenco per il disco dell' anno con 'Luna Persa') e Cristiano Angelini (targa Tenco per l' opera prima 'L'ombra della mosca' nel 2011, lavoro interamente arrangiato e diretto da me)”. Emiliano: “La mia storia è un po' diversa. Nasco come chitarrista, studiando jazz, ma ben presto divento cantante, compositore e polistrumentista, determinato a produrre la mia musica, dalla fine dei '90 in poi, parallelamente sperimentando le mie capacità di arrangiatore e strumentista autodidatta in vari progetti dalla musica etnica al jazz e al rock. La mia caparbietà, e il mio amore per il 'do it yourself' mi hanno portato a cercare da subito la strada delle autoproduzioni e promozioni, così 10 anni fa ho esordito con il mio primo album solista, SO_LO pubblicato con la mia piccolissima etichetta, che oltre a produrre i miei lavori e qualche singolo in digitale di Nanaue, ha sfornato The Loop Duo, in collaborazione con Adriano Arena, un album variegato di fusion per chitarre acustiche”. I testi delle vostre canzoni sono molto interessanti, inoltre scrivete in inglese...

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Emiliano: “L'inglese è una lingua internazionale, culturalmente più in linea con la musica che proponiamo. Ci piace, non lo riteniamo un compromesso, perché siamo in grado di divertirci e proporre testi di vario genere, dalle storie, alle riflessioni, cercando, pur senza essere madrelingue, di giocare con le parole e i loro significati”. nuovi progetti discografici in vista? Matteo: “C'è un secondo disco pronto: stiamo limando gli arrangiamenti e ne siamo totalmente entusiasti. Certamente sarà un disco differente dal primo, il nostro modo di scrivere sta cambiando e sta trovando una sua personalità sempre più forte. Nel disco che verrà le canzoni saranno molto più 'asciutte' rispetto a quelle del primo. Ci siamo sempre definiti 'art rock' quando ci è stato chiesto che "genere" facciamo, perché abbiamo sempre creduto nel fatto che anche una canzone apparentemente leggera possa essere una piccola opera d'arte. E' quello che inseguiamo, anche a discapito di una qualche commercialità che però, a pensarci bene, forse oggi non ha più senso inseguire”. Emiliano: “Forse non è il caso di svelare troppo del prossimo album, però ammetto che abbiamo moltissimo materiale e per un po' siamo stati quasi scoraggiati per la difficoltà di mettere insieme canzoni scritte in occasioni apparentemente differenti nell'arco di tre anni, prima ancora di avere un progetto preciso. In realtà, ad un ascolto più attento, ci siamo resi conto di quanto queste canzoni parlassero di noi, e delle fasi complicate e appassionanti della vita che abbiamo vissuto e stiamo vivendo. Questo ha prodotto un rinnovato entusiasmo e la determinazione giusta per completare un album che riteniamo già un grandissimo passo avanti in termini compositivi e sul quale abbiamo interessanti progetti di contaminazione con altre discipline come le arti visive… ma ho detto anche troppo”. www.nanaue.com www.youtube.com/nanauemusic © Foto: Bruna Chiarle




Evol

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il rApper “cAnTASTorie” Si rAcconTA Un salto nel passato ed un salto nel futur o per il giovane rapper di Pratola Peligna. Da un r egalo al mestier e della vita. L’amor e e il male iniz iano dai ricordi DI

LuCIa CIRILLo

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mare, sognare e cantare: solo verbi all’ infinito per Evol. Infinito è l’affetto che nutre per la musica, compagna di avventura e di infanzia. Grande rivelazione di “Rock per un bambino”; l’evento di beneficenza ideato dal musicista Luca Guadagnoli e dedicato alla memoria della figlia Aurora, lo scorso maggio al Pala Cesaroni di Genzano, Roma; il giovane rapper, studente a Milano presso la facoltà di Scienze della comunicazione e dello spettacolo, Vincenzo Colella in arte Evol, con l’esibizione del singolo “Brucerà”, ha portato a casa le note positive dei Cugini di Campagna e di Manuela Villa. Raccontare la società è fotografarla, cantarla è mettere nelle mani di ognuno una riflessione, un’opportunità. L’abbiamo intervistato per conoscere la storia di un giovane talento che non smette di guardare

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Evol con Manuela Villa © Foto di Marcella Pretolani

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nel cassetto dove stanno i sogni. Quando è iniziata la tua storia d’amore con la musica? “All’età di cinque anni i miei genitori mi regalarono il primo disco dei Lunapop 'Squerez', da quel momento non ho mai smesso di amare la musica”. Per quale motivo hai scelto il rap? “Il rap è la più libera espressione musicale che ci sia. Cantare è essere liberi ed io mi sento libero se sto tra la gente, ascoltando le loro storie, osservandoli”. E’ una missione, quindi, la musica per te? “Sì, una missione, una vocazione, un modo per denunciare tante cose, per comunicare, sempre e comunque, le storie che cambiano la vita”. Perché hai scelto il nome artistico di Evol? Che cosa significa? “Evol è il contrario della parola love, leggendolo in inglese si pronuncerebbe 'ivol' come 'evil' che significa 'male, odio'. Il bene e il male crescono insieme, si confondono e l’amore, a volte, può far male”. Hai ribadito tante volte che la parola Evol riesce meglio a raccontare l’obiettivo che ti sei posto… “La parola Evol riesce a comunicare l'obiettivo delle mie canzoni grazie ad un neologismo che ho coniato qualche anno fa: 'evoluzionare'. Dovremmo tutti, soprattutto in questo periodo di forte crisi economica e di valori per l’Italia, 'evolvere rivoluzionando'. Ogni grande cosa parte da una rivoluzione, interiore, quotidiana”. Perché sei molto legato alla tecnica dello storytelling?

“La bellezza di una qualsiasi cosa è nel riuscire a comunicarla. Le storie arrivano di più”. Quali sono gli argomenti forti dei tuoi testi musicali? “Le piaghe sociali a cui assistiamo tutti i giorni, la tossicodipendenza, gli omicidi passionali, la disoccupazione, il malcontento per la politica italiana, l’amore nei suoi diversi aspetti”. Facciamo un tuffo nel passato. Spesso alle parole sono legati tanti ricordi. Se ti dico Mogol, che cosa ti fa emozionare? “La parola Mogol mi ricorda il momento in cui ho ricevuto in pubblico i complimenti per i miei testi dallo stesso Mogol, che mi ha anche definito la rivelazione del corso della scuola di compositori di cui facevo parte. Mogol è sempre una parola magica che mi permette un salto nel passato ed uno nel futuro”. E’ uscito quest’ estate il primo singolo ''brucerà'' dove racconti una storia d’amore. Quando ci sarà il prossimo? “Nel momento giusto, quando ci sarà un'altra storia significativa da amare e poi da affidare”. Chi ti seguirà in questo ambizioso progetto? “Per quanto riguarda l'aspetto comunicativo e promozionale mi sono affidato alla professionalità di Roberto Ruggiero, che ho conosciuto grazie all'artista pratolano Silvio Formichetti. A Roberto dico grazie per credere sempre in me proprio come fanno i miei genitori”. Come prova a farsi conoscere un giovane talento? “Sto preparando la mia pagina ufficiale su Facebook, Twitter e Instagram”.

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ZOOMARINE

EstAtE tuttO splAsh Ar mate vi di costume, telo e adr enalina: delfini, leoni marini e foche, uccelli tr opicali e rapaci, pellicani, tuf fatori e stuntmen acr obatici, piscine, giostr e, animaz ione, attraz ioni acquatiche e meccaniche vi aspettano per viver e insieme una nuova emoz ionante avventura all’insegna del divertimento. Ad agosto appuntamento con Peppa Pig!

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compito di Peter Pan e dei suoi più fedeli e coraggiosi amici, ripristinare l’ordine in un appassionante duello fino all’ultimo splash; le sessioni di feeding Pellicani e Pinnipedi per non perdere l’opportunità di assistere all’alimentazione e scoprire tutte le curiosità su questi splendidi animali; tutti i giorni di agosto, l'Animazione Zoomarine si scatenerà nelle Piscine del Parco con balli di gruppo latino-americani, acquagym e acquafitness, zumba, giochi e baby dance per i più piccoli.

ituato alle porte di Roma, con i suoi 40 ettari di verde, acqua e attrazioni e oltre 600.000 visitatori annui, Zoomarine si conferma come uno dei Parchi divertimento più importanti d’Europa che unisce intrattenimento e offerta educativa nel settore dei Parchi a tema. Potrete avventurarvi in una vera e propria battaglia navale a bordo di imponenti galeoni, esplorare una foresta preistorica con dinosauri in movimento a grandezza naturale, scendere dai coloratissimi scivoli dell’Acquapark per poi rilassarvi nelle ampie piscine e sdraiarvi su una spiaggia tropicale con ombrelloni di paglia.

L’accoglienza all’ospite è completata dal ristorante Amazzonia, 11 punti ristoro/snack, 7 negozi, servizi per bambini e nursery, un parcheggio e bus navette da/per Roma. Zoomarine offre un pacchetto Parco + Hotel**** da €39 a persona acquistabile solo su www.zoomarine.it.

tra le novità 2014: l’amatissima Peppa Pig sarà l’ospite d’eccezione del Parco tutti i giorni fino al 31 agosto; un emozionante show di Acro-Basket dove atleti e stuntmen professionisti daranno vita ad uno show mozzafiato con acrobazie che sfidano la forza di gravità con schiacciate spettacolari ed azioni di gioco al limite dell’incredibile; una banda di cialtroni e buffi pirati guidati dal temibile Capitan Uncino si impadronirà del Galeone dei Tuffatori e sarà

Eventi in programma: tutti i week-end di luglio e tutti i giorni di agosto, l'Animazione Zoomarine si scatenerà nelle Piscine del Parco con balli di gruppo latino-americani, acquagym e acquafitness, zumba, giochi e baby dance per i più piccoli;

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benvenuti a zoomarine, una vacanza in un giorno! tutto in un solo biglietto!

mercoledì 9 luglio musica, acrobazie e divertimento con oltre 500 majorettes e musicisti provenienti da tutta Italia per il Festival Italiano Bande & Majorettes; l’amatissima Peppa Pig sarà l’ospite d’eccezione del Parco tutti i giorni dal 12 luglio al 31 agosto; venerdì 18 luglio, grande festa a Zoomarine per il 18° Compleanno di Vito che, con i suoi 400 kg di peso, è tra i più grandi esemplari di Leone Marino viventi in Europa. Lo staff di Zoomarine vi aspetta con tutti i suoi abitanti per vivere un’emozionante avventura piena di iniziative ed eventi speciali.

zooMaRInE viale zara, torvaianica (Pomezia) Stagione 12 aprile - 12 ottobre 2014 orario 10 - 19 biglietti €27 adulti, €20 ridotto (<10/>65anni), bambini <1mt gratis Pacchetto Hotel Parco + Hotel**** da €39 Contatti 0691534 www.zoomarine.it - accoglienza@zoomarine.it

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IN 200 pER Il COMplEANNO dI tONI MAlCO Bellissima serata al Billions di via Settebagni a Roma. Tante le sor pr ese e tanti gli amici del cantautor e r omano presenti all'e vento

Toni Malco, Giulio Todrani (Alan Soul) e il regista compositore Al Festa

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Ton i c on l’attor e En io Dr ovan di


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Ton i Malco con il dott.Pino Capua pr esidente dell'antidopin g della serie A c on En ea Lenz i,il gior nalista Ign az io Scardina e l'amico l'impr enditor e Luc ian o Tosc an i

Toni, il cantautor e Mario Castelnuovo, i titolar i del Billions, Sabrin a Antici e Mar co Franc olin i, e l’attor e Ionis Bascir

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rande partecipazione con amici colleghi e affezionati. Sul palco, come in una sorta di happening, si sono esibiti: Alan Soul, al secolo Giulio Todrani, grande voce che ha incantato tutti presenti; Mario Castelnuovo accompagnato da Luciano Ciccaglioni; Dino Kappa e Fabio Torregrossa; e il bravo chitarrista Stefano Zaccagnini. Lo stesso Toni il festeggiato della serata, ha intonato l’ultimo suo brano dal titolo “La migliore”. Tra gli altri presenti c'erano: il regista-compositore Al Festa, Ezio Picciotta, l'attore Ionis Bashir, Pamela Prati, Antonella Franchi, il comico Gabriele Marconi, Marco Tana, Massimo Bagnato, Stefano Zinanni, Ignazio Scardina, Enio Drovandi e tanti altri amici che hanno impreziosito una simpatica serata allietata dal grande caposcuola, il dj Claudio Casalini coadiuvato dal bravo Tommasi. Tra i numerosi amici di Toni Malco sono intervenuti: il dottor Pino Capua, Enea Lenzi, Luciano Toscani. I titolari del BILLIONS, Marco Francolini e Sabrina Antici, hanno completato il resto organizzando una buffet ineccepibile che ha reso tutti entusiasti della festa, con una torta gigante per festeggiare l’emozionatissimo Toni Malco con a fianco la sua splendida figlioletta Giulia. 57 GP MAGAZINE


Per tutto il periodo estivo il giorno di chiusura è la domenica Aperto il martedÏ


GPteatro

lA vItA dEll’ANtICA ROMA A tEAtRO “S .P.Q .R. Alacr es Coitionibus - Le Allegr e Coaliz ioni” è il titolo della commedia brillante in scena il pr ossimo 26 settembr e al Teatr o Tendastrisce di Roma, or ganizzata dall’A.R.S . Historia Romana DI

CLauDIo tEStI

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ndrea Dandolo, presidente e fondatore, come nasce l'idea e il progetto a.R.S Historia Ro-

mana? Il significato di A.R.S. è Associazione Rievocatori Storici. Dobbiamo partire dagli anni ‘90, quando con un'altra associazione dell'epoca, mi dedicavo al sociale e le problematiche ambientali di Villa Adriana e Tivoli. Con il passare degli anni, il nostro interesse era sempre più mirato alla storia e alle bellezze del nostro territorio, come la meravigliosa Villa del nostro concittadino Imperatore Adriano e a tutti i meravigliosi reperti archeologici che abbiamo ereditato. Volevamo valorizzare al massimo e far conoscere a tutti la nostra città, già conosciuta in tutto il mondo, ma dare ancora di più un segno importante e tangibile. Quindi, diventammo tutti protagonisti, facendo rievocazione storica, inventandoci vestiti dell'epoca, parliamo del periodo imperiale e più precisamente Adrianeo, costruendo scenografie, che riproducevano le famose Tabernae, Villaggi completi, e la Domus Imperiale, proponendo al pubblico cittadino e al turista spettacoli rievocativi. Dopo anni di conoscenza e di esperienza, studiando più attentamente nei vari particolari di vita quotidiana sia civile che militare, iniziò questa grande avventura di Rievocazione storica accomunando tutti i vari personaggi e all'occasione anche altri gruppi, sotto un unico Vessillo”. Da quando tempo ha questa grande passione per la storia? “La passione per la storia e conoscere le nostre origini penso di averla avuta sempre,

Andrea Dandolo presidente di A.R.S. Historia Romana

ma come dicevo prima, nel vivo della rievocazione, di questo mondo particolare, fine anni ‘90. Incominciai sempre più ad acquisire conoscenze sempre più interessanti e a volte strabilianti, messe a confronto con i tempi di oggi. Per conoscere noi stessi, dobbiamo conoscere le nostre radici”. Quanti siete e quali sono le attività che portate avanti? “Il Gruppo è formato nel suo complessivo di 120/130 figuranti. Legionari, Pretoriani, Imperatore e Imperatrice, Gladiatori, Senatori, Matrone, Vestali, Danzatrici, Famiglie Patrizie e Popolo. Le attività che portiamo avanti sono fondamentalmente di Rievocazione Storica, con spaccati di vita quotidiana sia civile che militare che proponiamo in tutto il territorio nazionale e oltre confine. La vita quotidiana militare e in particolar modo quella civile, viene messa in scena e riprodotta, con piccole parti teatrali, con coreografie e scenografie costruite e curate da noi”. State preparando una commedia brillante e satirica, la prima andrà in scena il prossimo 26 settembre alle ore 21 al teatro tendastrisce a Roma. Ci dà qualche anticipazione ovviamente partendo dal titolo?

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“E' una commedia satirica, brillante, in due atti. Parliamo dell'antica Roma Imperiale, dove il politico, e quindi i Senatori sono al centro dell'attenzione. Confronti con i plebei, plagiati dai pensieri e parole di illustri politici che operano costantemente per il bene della città e del popolo. Le parti si possono anche capovolgere e allora è tutto da ridere”. al termine è prevista una cena "dopo spettacolo"? Si è prevista la cena dopo spettacolo, ovviamente solo con prenotazione obbligatoria. I biglietti in vendita sono di due tipi: solo spettacolo spettacolo con cena”. Per acquistare i biglietti cosa bisogna fare? “Per acquistare i biglietti tramite il nostro sito, vendita on line su http://arshistoriaromana.org/acquisto-biglietti.html prenotazioni@arshistoriaromana.org Box Office Roma. Segreteria: telefono 329.0444024. E-mail: info@arshistoriaromana.org - Telefono 347.8044017. Direttamente al botteghino del Teatro Tendastrisce via Giorgio Perlasca 69 a Roma telefono 06.25391562. Si consiglia la prenotazione anticipata”.



I MONDIALI, NEYMAR E... LE VACANZE

LA SEMPLICITA’ E L’ARMONIA

Sicuramente i Mondiali 2014 hanno segnato un altro passo in avanti verso il mondo della globalizzazione dove, le scuole calcistiche europee e del Sud America, hanno di nuovo raggiunto le finali ma con la netta crescita di Paesi emergenti come la Costa Rica, la Colombia, l'Algeria o lo stesso Belgio. Ma non è questo il punto. Ci volevamo soffermare su quanto del gioco del calcio sia rimasto intatto. Vedere Neymar, il numero dieci brasiliano, proprio nel suo aspetto fisico semplice e ragazzino, ci ha dato la sensazione che alla fine lo sport che più di altri mangiavende-compra soldi, ha un'anima ancora bellissima. Vedere il fallo da dietro con il ginocchio di Zuniga, che gli frattura una vertebra, lascia di sasso, dispiaciuti dentro, perché ci si accorge che non è giusto che le cose vadano così. Neymar con il suo volto piangente ha fatto in un attimo il giro del mondo, entrando direttamente nel cuore delle persone, perché non ci sono dubbi sulla sua purezza sportiva di chi, dotato, gestisce con naturalezza il suo talento. Vedere il classico fallo di agonismo estremo, lascia interdetti, lascia perplessi a domandarci se poi, il gioco del calcio sia davvero quello della forza fisica quasi al confine con l'aggressione, oppure la leggerezza di un ragazzo, di una pennellata di eleganza e pacifismo. E proprio questa netta differenza di vedere e interpretare la vita e il gioco del calcio, fa riflettere, fa davvero scendere in campo: Neymar, la sua genialità calcistica, è un valore insostituibile e deve essere comunque difeso, perché è il gioco del calcio. Ho sentito che in Brasile si vuole rendere il gioco del calcio come un'arte, come un'espressione decisamente brasiliana per quello che rappresenta per il popolo stesso. L'arte si raggiunge, la poesia c'è o non c'è. Neymar c'è. Con affetto da noi tutti un augurio di pronta guarigione... E poi le vacanze, quelle attese, volute, cercate e arrivate! Buone vacanze a tutti e buon Ferragosto da CROSS YOUR MIND. Per comunicare con noi: crossyourmindnow@gmail.com

La leggerezza con cui vola la vita fa sognare e fantasticare altrove dove guerre volute cercano di abbatterla per sempre Ho fatto un sogno disse Martin Luter King e non era quello di essere ucciso, però il sogno è rimasto e quegli assassini hanno perduto il mondo Abbiamo sempre rispettato il cuore la gentilezza e la faccia che mette certezza. È l'appannata e oscura incapacità di vivere nel sole che si abbatte nell'ombra e si nasconde Come mai abbiamo dimenticato il cuore, l'infanzia, il bene comune e la nostra vita? Perché ci siamo abbrutiti su percorsi egoistici pensando di essere unici perché eliminiamo gli altri? Ma dove vogliamo arrivare? Se nessuno di noi ci mette la fratellanza, la comprensione e la determinazione giusta? Stiamo vivendo un mondo altro, altro da noi, da come lo abbiamo vissuto e amato, e rischiamo di perderci nei distinguo ipocriti della dissolvenza: un uomo è un uomo, sempre Allora partiamo da qui, riprendiamo il principio e applichiamolo altrove da noi e misuriamolo in quello che siamo noi e combattiamo scegliamo le persone per bene (se sono perbene faranno sempre bene) Finiamola di starci a beccare come galletti e galline invece di aprire lo spazio in cui vivere! Abbiamo un sogno? Qual è? “I sogni sono sempre il futuro” ecco perché lo chiedo a te Non verrà un'astronave a salvarci se non ci capiremo tra noi ed è inutile insultarci per pregiudizi o convenienze: abbiamo tutti delle mancanze... Esiste solo una via: la semplicità e l'armonia (p.p.)

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aria Ida, da quanto esiste il Festival delle Letterature? “La prima edizione c'è stata nel 2002. Si è svolta ogni anno e quindi ha13 anni”. Come è nata l 'idea? “Nel 2000 sono riuscita a realizzare l’idea di una Casa delle Letterature a Roma, la prima in Italia, sostenuta dall’assessore Borgna e dal sindaco Rutelli. Nel 2002, appena eletto sindaco, Veltroni propose a me, in quanto direttrice della Casa delle Letterature e all’assessore alla Cultura Borgna, di realizzare un Festival delle Letterature a Roma sul modello di quello di Mantova. Mi sono messa al lavoro ed ho ideato il format del Festival, dal titolo a tutte le sue modalità di svolgimento”. Perché funziona? “Perché si svolge nell’arco di un mese, due volte a

vizio' della letteratura. Abbiamo scelto la centralità della scrittura, delle parole, della letteratura, del testo”. È esportabile questo progetto e si sta anche trasformando? Ogni edizione produce sempre, di anno in anno, cambiamento, perché cambia il tema suggerito agli autori per gli inediti; perché alla letteratura si accostano esperienze artistiche e di vita (vedi edizione 2013) ogni anno differenti; perché cambiano gli autori e ognuno di loro è portatore di novità… Siamo stati molto copiati e questo ci onora, quindi in qualche modo è stato già esportato parecchio. Inoltre il Festival è gemellato da anni con altri festival internazionali di letteratura, come il Pen Festival di New York, i due Festival Letterari di Berlino e quello di Tolosa in Francia”.

Maria Ida Gaeta

settimana, e non è concentrato in soli 2-3-4 giorni. In una grande e caotica città come Roma questo agevola. Perché si svolge in luoghi bellissimi e di forte impatto simbolico, che coniugano la contemporaneità con l’antico, quindi esalta e in qualche modo sfrutta la principale peculiarità e forza di Roma. Perché ho deciso di dare spazio, soprattutto nelle prime 4/5 edizioni, prevalentemente a grandi autori stranieri che hanno letto nella loro lingua madre, mentre sullo schermo scorreva la traduzione in italiano in modo che il pubblico potesse seguire agevolmente: una grande novità per Roma e per l’Italia ( all’epoca ovviamente) e una grande 'sprovincializzazione'. Perché ho chiesto sin dalla prima edizione ad ogni autore invitato di fare qualcosa di speciale: scrivere e leggere un testo inedito per il Festival e per di più su un tema che il festival indicava in modo da avere una polifonia di voci, punti di vista, lingue che però ruotassero intorno ad un tema comune. E’ stato un segnale di grande rispetto verso la letteratura e verso l’intelligenza del pubblico. Perché ho deciso che anche se avessimo 'fatto spettacolo' e 'messo in scena' la letteratura del mondo, altri linguaggi artistici come la musica live o alcuni momenti di lettura attoriale o proiezioni video sarebbero comunque stati al 'ser-

Responsabile della Casa delle Letterature: cosa vuol dire? Ci dai dei numeri? “Come dicevo, un’idea che mi è venuta alla fine degli anni '90 dopo diversi anni di lavoro nell’amministrazione comunale e soprattutto nel Sistema Bibliotecario, ora Istituzione, dove sono stata per parecchio responsabile delle attività culturali e di promozione del libro e della lettura per tutte le biblioteche cittadine. Mi sembrava necessario che ci fosse un Centro propulsore, che svolgesse a pieno questa mission rafforzando all’interno dell’assessorato alla cultura della città questo settore della cultura: non solo spettacolo dal vivo, cinema, teatro ma anche letteratura, libri, lettura, scienze umane. Non a caso io sono diventata poi responsabile di un ufficio dipartimentale, da cui poi è emanata la casa delle letterature, preposto alla realizzazione di Convegni, conferenze, mostre, ecc. per questo settore. Quindi presenza all’interno della programmazione dell’assessorato e costruzione di un Centro, di una Istituzione permanente come la Casa delle Letterature. Era necessario a mio parere fare entrambe e insieme queste due cose. La Casa delle Letterature esiste operativamente dal 2000”. Come si finanziano queste iniziative e cosa producono economicamente?

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“Qui diventa difficile rispondere sinteticamente. Diciamo che siamo partiti bene, siamo stati sostenuti in questo progetto bene durante l'amministrazione di Rutelli e della prima amministrazione Veltroni, poi sono iniziati anni di difficoltà, di diminuzione costante dei finanziamenti. Oggi il finanziamento del Festival è stato decurtato di più di un terzo e la Casa delle Letterature è finanziata solo per le spese di manutenzione minima e per il personale, non abbiamo più finanziamenti per la realizzazione delle attività di promozione culturale. Ne sono molto dispiaciuta e mi batto quotidianamente per mantenere in vita la Casa delle Letterature e anche il Festival. L’unico vero sostegno che non è mai mancato è quello del nostro pubblico e dei frequentatori giornalieri dei servizi e delle attività della Casa e del Festival. Se mi chiedi come si possa

parlo ora forse perché penso che sia giunto il momento per rivendicare un serio cambiamento, per assumersi la responsabilità di quel che si è fatto e si vuole continuare a fare anche scontrandosi apertamente”. Che idea ti sei fatta del talento dopo tutti questi anni di contatto con persone talentuose? “Che spesso ce l’hanno persone che non sanno di averlo o che pur sapendolo ne hanno così tanto da poterlo vivere con grande naturalezza e generosità”. Hai aneddoti da raccontare? “Paul Auster quando è sceso dal palco di Massenzio mi ha detto: 'peccato che non c’erano i miei genitori a sentirmi e vedermi'. Saramago il 15 maggio 2000, che era a Roma per un impegno all’Università

andare avanti senza finanziamenti la risposta è una sola: grazie al network di rapporti, relazioni, collaborazioni con istituzioni, riviste, case editrici, università, autori, critici, esperti e appassionati italiani e stranieri. Network costruito in tanti anni di lavoro e di impegno”. Quanta percentuale di professionalità e di passione per fare un lavoro e un Festival così? “Una percentuale altissima. Senza passione e professionalità non sarei riuscita a realizzare nulla di tutto questo. L’aiuto istituzionale, dopo l’avvio e i primi anni, è diminuito sempre più fino ad essere ora totalmente assente. Ogni anno per poter realizzare il Festival sono costretta a sostenere una vera e propria battaglia per riottenerne il finanziamento e per la Casa delle Letterature, come dicevo, ancor peggio. E’ davvero frustrante: non solo non c’è un riconoscimento del lavoro svolto e in atto ma addirittura si viene visti come dei molestatori. Le stesse professionalità e passione che hanno fatto sì che si potesse costruire tutto ciò all’interno dell’amministrazione, vengono spesso e da molti considerate dei 'personalismi', generano stupide invidie, spesso vengono considerate inopportune. Ma questo è il problema principale del nostro Paese, nulla di nuovo e ho smesso anche di lamentarmene. Ne

e, saputo che si inaugurava la Casa delle Letterature, è venuto spontaneamente e si è affiancato a noi. Il primo libro che è stato presentato qui 'La forza del passato' di Sandro Veronesi e Sandro che mi ha detto: 'vedrai ora vorranno venirci tutti'. Seamus Heaney l’anno scorso è stato qui ed è stata la sua ultima lettura pubblica. Ma sono veramente un’infinità e mi fa anche un po’ impressione pensarci. Al Festival hanno partecipato quasi 300 autori e sono stati tutti anche alla Casa delle Letterature, autori di tutto il mondo. Per non parlare degli italiani, dei convegni, dei filosofi, dei traduttori”. Come restare connessi alla tua "letteratura"? “www.casadelleletterature.it www.festivaldelleletterature.it mariaida.gaeta@comune.roma.it” L'Autore che preferisci, quello che consigli e perché? “Troppi, ma posso dire l’ultima lettura che ho amato, 'Il cardellino' di Donna Tart. Perché si sente che vive per scrivere, è un libro necessario per la scrittrice e lo diventa anche per il lettore”. Una frase con cui chiudere questo incontro per CROSS YOUR MIND? “Ognuno, ma proprio ognuno, è il centro del mondo”, (Elias Canetti, da “La provincia del mondo”).

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on questa intervista vogliamo entrare nel mondo del lavoro, delle aziende e delle persone che le rappresentano. Cominciamo da un talento italiano, Elena Cortesi, che con "naturalezza" è arrivata ai vertici della Comunicazione mondiale di Ford Motor Company. Carissima Elena intanto grazie della tua disponibilità. Ormai sei un' americana… precisamente dove ti trovi? “Detroit”. Quale ruolo svolgi alla Ford Motor Company? “Global Corporate Communication Manager”. Quanto hai messo e puoi mettere delle radici italiane? “La mia educazione e cultura sono uno dei punti di forza di ciò che sono, nella vita e sul lavoro”. Quanto è importante in una multinazionale il social? Basta semplicemente ricordare che per la gloriosa Ford T, Henry Ford aumentò i salari proprio per permetterne l’acquisto ai dipendenti... “Ford ha una politica di responsabilità sociale molto attiva che si evidenzia nelle molteplici attività svolte: dal programma 'Driving skills for life' di corsi gratuiti per i giovani neo-patentati, al 'Warriors in pink' per la raccolta di fondi per la lotta del cancro al seno, alle attività di soccorso per i paesi colpiti da eventi naturali”. Cosa rimane di questo valore social con Bill Ford che è riuscito a rivitalizzare, sanare e sviluppare un business dal volto umano? “Molto, rappresenta parte del dna della Ford e Bill Ford con la sua fondazione continua a giocare un ruolo primario a livello sociale”. Meglio i bagni al lago o sulle spiagge di Miami? “Al lago non ho mai fatto bagni, sempre al mare in Versilia ma Miami è senza alcun dubbio molto più interessante”. Ti devo dire che sei una persona naturalmente social e questo, per il lavoro a cui sei stata chiamata è aver messo la persona giusta al posto giusto: è così? “Mi ritengo una persona con un forte senso di responsabilità verso il prossimo e con una dose di umiltà che mi consente di avere rispetto per tutte le persone che ho occasione di incontrare”.

Dove andrà il mercato automobilistico nel prossimo futuro? Cosa puoi dire in merito? “Ci sono circa un miliardo di vetture che circolano nel mondo e questo numero è proiettato al raddoppio nei prossimi 20 anni, andando ad incrementare le problematiche ambientali e di traffico. Questi veicoli giocano anche un importante ruolo nel mondo di internet. sono più di un mezzo di trasporto, ora che ci consentono di essere connessi con i nostri 'smart devices' e con le nostre vite. Lo sviluppo delle tecnologie quali sensori e radar consentiranno al mondo dell’auto di poter essere un importante tassello all’interno del sistema di mobilità nel futuro lavorando insieme alle aziende responsabili delle infrastrutture per realizzare un concetto di mobilità integrata a vantaggio dell’ambiente e soddisfacendo le diverse esigenze di movimento degli individui”. Perché l’Italia come Paese rischia di rimanere indietro? “Le mancate riforme necessarie al rilancio industriale del Paese e una visione più moderna e flessibile del mondo del lavoro unite all’impoverimento culturale del nostro paese hanno impedito alla straordinaria capacità degli italiani di poter creare un ruolo importante al Paese nel contesto economico globale”. Esiste una differenza commerciale tra l'Italia, l'Europa e gli USA? Brevemente... “L’Italia è costituita da una maggioranza di eccellenti piccole-medie imprese che non hanno la forza di essere competitive con i grossi gruppi internazionali; l’Europa eccelle in alcuni settori grazie al consolidamento di grossi gruppi e al supporto dei rispettivi governi; l’America gode di una capacità di ricostruire senza pari merito, così come le crisi americane sono le più drammatiche”. Cosa ti ha dato lavorare nella Ford Motor Company? “Ho avuto il piacere di incontrare molte persone valide e con una componente umana straordinaria, personaggi che mi hanno arricchita di esperienza di vita. Professionalmente lavorare in Ford mi ha dato l’opportunità di conoscere un sistema distributivo più complesso e di avvicinare la realtà imprenditoriale italiana nelle sue molteplici differenze”. Grazie, alla prossima!

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