GP Magazine aprile 2016

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SOMMARIO APRILE 2016 10 Clizia Fornasier

18 Marzia Valitutti 50 Sergio Ferrazza

57 Daniele Monachella 2 GP MAGAZINE


60 Carlo Verdone

62 Arianna Cigni 66 Stefania Capece

68 Roberta Potrich 3

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EDITORIALE

SE IL CALCIO NON È PIÙ QUELLO DI UNA VOLTA di

NUMErO 176 • APrILE 2016

AlessAndro Cerreoni

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000 DIrETTOrE EDITOrIALE E rESPONSABILE Alessandro Cerreoni - a.cerreoni@gpmagazine.it rEDAZIONE Via V. Pacifici, 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. 327.1757148 e-mail: redazione@gpmagazine.it IMPAGINAZIONE E GrAFICA GP Spot

C'era una volta il calcio. il gioco del pallone che la domenica richiamava migliaia di tifosi allo stadio e altri milioni attaccati alla radiolina. L'emozione arrivava dalle voci di Sandro Ciotti, Enrico Ameri e Alfredo Provenzali, poi si inseriva Ezio Luzzi, mentre la Juve stava battendo un rigore contro il Milan, per dire che al Cibali il Catania era passato in vantaggio sulla Cavese. Altri tempi! i tifosi erano i veri protagonisti, poi venivano i calciatori. Erano loro che riempivano gli stadi, colorandoli di gioia e di entusiasmo. A raccontarci questo spettacolo c'erano giornalisti con la “G” maiuscola. Professionisti imparziali che sapevano descrivere le gesta di un campione, a prescindere dalla maglia indossata e togliendosi dal collo la sciarpetta del tifoso. Eppure anche i Giampiero Galeazzi, i Tonino Carino, i Luigi Necco, i Paolo Valenti, i Franco Strippoli con il suo mitico riporto, avevano una loro squadra del cuore ma non lo lasciavano intravedere. Niente a che vedere con alcuni giornalisti di oggi, dove anche sulle tv nazionali si dimenticano della professionalità per appagare la propria faziosità, trasformando trasmissioni storiche in contenitori calcistici di parte e tipici delle emittenti locali. Così ti ritrovi che una quarta o terza in classifica, solo perché reduce da 4/5 vittorie consecutive, venga trattata ed esaltata al pari del Barcellona di Messi e Neymar, monopolizzando tempi e spazi. C'era poi lo stadio. Era sempre pieno. Sì, non c'erano le pay tv ma non c'erano nemmeno le assurde restrizioni di oggi, dove, tra barriere nelle curve e tornelli all'ingresso, fanno passare la voglia a tantissime persone sempre più infastidite dall'ambiente difficile che le istituzioni hanno contribuito a creare. Le stesse istituzioni che consentono poi a presidenti discutibili di rimanere al proprio posto nonostante ne abbiano combinate più di Carlo in Francia, testimoniato il tutto da inconfutabili intercettazioni telefoniche, e nonostante abbiano tifoserie che chiedono a gran voce di essere liberate da questi personaggi arroganti, che non amano la squadra, odiano i tifosi ma sono lì solo per i propri interessi. il calcio è un'altra cosa. E' passione, amore e divertimento. Una palla che rotola, ventidue uomini che la inseguono e migliaia di persone che esultano sventolando bandiere e vessilli. Senza tutto questo, il pallone si sgonfia.

HANNO COLLABOrATO Alessia Bimonte, Silvia Giansanti, Marisa Iacopino, Paolo Paolacci, Camilla Rubin, Adriana Soares SPECIAL THANKS Fabio Campoli, Mirella Dosi, Roberto Ruggiero, Alessio Piccirillo EDITOrE PUNTO A CAPO Srl PUBBLICITA’ Info spazi e costi: adv@puntoacapo.org Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it Gionata A. Mattioli - g.mattioli@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il 26/03/2016 Copie distribuite: 20.000

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SE

Nessuna parte di “GP Magazine” puo’ essere riprodotta. “GP Magazine” è un mensile a distribuzione gratuita a servizio dei lettori. Salvo accordi scritti le collaborazioni sono da intendersi a titolo gratuito. Il materiale scritto e fotografico non verrà restituito salvo specifica richiesta scritta. I banner pubblicitari degli inserzionisti, da noi realizzati, sono di nostra proprietà ; qualsiasi utilizzazione, anche parziale, al di fuori di “GP Magazine”, se non autorizzata, sarà perseguita ai termini di legge.

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NEWS & CURIOSITY

A CUrA di CAmillA rubin

INDIA Designer disegnano i taxi - India: Designer drawing taxis

• Thanks to a campaign fundraising, 30 emerging designers from Mumbai could decorate many taxis of the populous city. The project was born from the observation of a cultural phenomenon: the decorations "make yourself" of the taxis that exceed 55.000, the taxi drivers, therefore, to stand out and attract more customers, are racing to make your machine as welcoming and equipped possible. The idea of finding original fabrics (but expensive) to coat the interior of the cars comes the task "Taxi Fabric" (led by Sanket Avlani, Mahak Malik, Nathalie Gordon and Girish Narayandass ), which saw the involvement of about thirty emerging designers and aims precisely to restore an aesthetic pleasure to the popular cars.

Grazie a una campagna ricerca fondi, 30 designer emergenti di Mumbai hanno potuto decorare altrettanti taxi della popolosa cittadina. Il progetto nasce dall’osservazione di un fenomeno culturale: le decorazioni “fai da te” dei taxi che superano le 55.000, i tassisti, quindi, per distinguersi e attirare più clientela, fanno a gara a rendere la propria macchina il più accogliente e accessoriata possibile. Dall’idea di reperire stoffe originali (ma costose) per rivestire gli interni delle vetture nasce l’operazione “Taxi Fabric” (guidata da Sanket Avlani, Mahak Malik, Nathalie Gordon e Girish Narayandass), che ha visto il coinvolgimento di una trentina di designer emergenti e punta proprio a restituire una piacevolezza estetica ai popolari mezzi.

JESOLO Cartone con le bretelle per la pizza da passeggio - Jesolo: Cardboard with suspenders for walking pizza

La pizza da passeggio: l’idea di un cartone con le “bretelle” è venuta ad un ventunenne di Jesolo, Nele Alihodzic, che ha brevettato un curioso ed innovativo contenitore per pizza: il cartone è dotato di una sorta di bretelle, in modo da poter così “indossare” la pizza e mangiarla comodamente durante una passeggiata. Del contenitore è stata sviluppata anche una variante per fast food, dotata di appositi spazi per tenere fermi bibite e patatine, che appare decisamente innovativa tanto più se la si confronta con le confezioni per “take away” normalmente impiegati da questo tipo di locali.

• Walking pizza: the idea of a cardboard with the "suspenders" came to a twenty-one of Jesolo, Nele Alihodzic, who patented a curious and innovative container for pizza: the carton has a sort of braces, so you can so "wearing" the pizza and eat comfortably during a walk. The container has been also developed a variant for fast food, equipped with appropriate spaces for holding drinks and chips, which decidedly innovative appears all the more if it is compared with the packages to "take away" normally used by this type of rooms. 8

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CANADA Il cane non parla due lingue e quindi niente corso d’inglese - Canada: The dog does not speak two languages and so no English course

Il cane non è bilingue e in Canada un non vedente non è riuscito a iscriversi a un corso di inglese. L’episodio, che ha fatto scalpore sui media del Quebec, notoriamente sensibili alla difesa del francese, è accaduto all’Università del New Brunswick, dove Yvan Tessier voleva iscriversi a un corso intensivo di inglese, ma l’ateneo gli ha negato l’ammissione. Il motivo, appunto, è che Tessier impartisce gli ordini in francese al suo cane d’accompagnamento, e l’uomo, che è di Montreal (Quebec), si è rifiutato di firmare una dichiarazione in cui assicura che parlerà al suo cane solo ed esclusivamente in inglese, pena l’espulsione dal corso senza neppure il rimborso. In una lettera scritta all’università, Eric Saint-Pierre, presidente fondatore di Mira, l l’organizzazione che fornisce cani accompagnamento ai non vedenti, ha difeso la posizione di Tessier: il cucciolo che gli è stato dato come guida capisce solamente il francese dalla nascita, e ora non può diventare bilingue. Ma non è servito a nulla: secondo quanto hanno riportato – indignandosi – i media del Quebec, l’Università ha indirizzato Tessier altrove pur di non accettare il cane “francofono”. • The dog is not bilingual in Canada and a blind person is not able to enroll in an English course. The episode, which caused a sensation in the media of Quebec, notoriously sensitive to the defense of the French, it happened at the University of New Brunswick, where Yvan Tessier wanted to enroll in an intensive English course, but the university denied him the admission. The reason, of course, is that Tessier gives orders in French to his accompanying dog, and man, who is in Montreal (Quebec), has refused to sign a declaration in which assures that will speak to his dog only and in English only, under penalty of expulsion from the course without even a refund. in a letter written at the university, Eric SaintPierre, President founder of Mira, the organization that provides guide dogs for the blind, has defended the Tessier Position: the puppy that was given as a guide only understand French from birth, and now he can not become bilingual. But it did not help: as reported - indignant - the media of Quebec, the University has addressed Tessier elsewhere so as not to accept the dog "French-speaking".

AUSTRALIA Si incartano libri

- Australia: they wrap books Non giudicare un libro dalla copertina. Una libreria di Newtown, in Australia, ha avuto un’idea originale: incartare i libri, in modo che non vengano scelti in base alla copertina ma per il loro contenuto. E sembra che la cosa stia avendo un grande successo. Sulla confezione non è neppure citato il titolo del libro, ma invece alcune parole chiave, in modo da togliere anche questo elemento di “distorsione” dalla scelta. Secondo la proprietaria della libreria, il problema di molte persone è che si trovano indecise quando scelgono un libro, e non sapendo quale scegliere si affidano ad elementi che in realtà non sono così indicativi, come la copertina. La libreria consente in ogni caso di restituire il libro entro sette giorni dall’acquisto, nel caso che fosse un libro che l’acquirente ha già letto. • do not judge a book by its cover. A library of Newtown, Australia, has had the original idea: wrapping the books, so that they are not chosen according to the cover but for their content. it seems that the thing is having a great success. On the packaging it is not even mentioned the title of the book, but rather a few key words, so you also take away this element of "distortion" by choice. According to the owner of the library, the problem is that many people are indecisive when choosing a book, and not knowing which one to choose rely on elements that actually are not as indicative as the cover. The library allows in any case to return the book within seven days of purchase, if it was a book that the buyer has read. 9 GP MAGAZINE


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si em e C li z ia inm pa gn o al su o co nt an a A tt il io Fo

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Clizia Fornasier “Dall’amore con Attilio nasce la scelta del nome Blu per nostro figlio che è in arrivo” di

silviA GiAnsAnti

la vedremo nella prossima stagione autunno-inver no nella fiction “di padre in figlia” nel r uolo di nadia, una lavoratrice della distilleria, location principale di tutti gli eventi di questa saga familiare. inoltre Clizia ha progetti musicali con il suo compagno e adesso come priorità c’è la nascita del suo primogenito blu

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COVER STORY il dolce è troppo dolce e il piccante è troppo piccante, Clizia è per i sapori semplici. Non possiamo non stimare chi arriva ad alti livelli, mantenendo i piedi ben saldi per terra, senza dimenticare le origini. Ne è l’esempio la giovane attrice che è partita dal concorso di Miss italia edizione 2004, incoraggiata dal padre, strano ma vero. Profonda, semplice e con la voglia di prendere a morsi la vita, ci ha regalato questa intervista mentre nel pancione qualcosa mi muove... Clizia, dando un’occhiata alla tua biografia, mi sembra di capire che all’inizio hai puntato molto sulla bellezza. ”Ho partecipato al concorso di bellezza Miss italia per fare un regalo a mio padre, che, caso strano, ha sempre desiderato che vi partecipassi. Mi sono sentita in imbarazzo quando è stato preso in considerazione il mio lato estetico, perché in realtà non mi sono mai presa sul serio. dentro sono più clownesca che reginetta. Sono riuscita comunque ad arrivare in finale e ad iniziare il mio percorso di attrice”. Qual è stato il momento in cui hai capito che ce l’avresti fatta? “Si ha continuamente bisogno di questi momenti. Ho sempre sperato di andare avanti come attrice. Tre anni fa ho sostenuto un provino a Venezia per ‘il diavolo veste Prada’ e il regista insieme al suo casting mi hanno detto che ero un’attrice eccellente e lì ci ho creduto veramente”. Hai obiettivi precisi o preferisci lasciare al caso? “Lasciare completamente al caso no, anche se mi sono resa conto che è inutile fare progetti troppo definiti perché nella vita può accadere di tutto. il mio obiettivo rimane lo stesso, percorrere questo sentiero, affermandomi potendo anche affrontare ruoli diversi per poter dare del mio”. dove ti senti pienamente te stessa? “Nella scrittura, ho pubblicato anche un romanzo. Le idee non mi mancano mai”. la tua filosofia di vita? “Una frase che mi ripeto spesso è ‘sono fiera del mio armadio’, nel senso che sono disordinata e ho tante cose dentro. il fatto di essere libera da segreti oscuri, mi rende fiera di avere un percorso alla luce del sole”. Hai debuttato al cinema con “notte prima degli esami – oggi”, sei d’accordo sul fatto che la vita sia piena di prove? Com’è la tua? “Assolutamente sì. Crescendo mi sono resa conto che sono andata anche oltre a certi limiti che mi ero data. Ogni volta che si sperimenta qualcosa di nuovo, si è sempre sotto un occhio scrutatore. E’ un continuo esame per una persona libera come me che si può permettere di osare un po’”. A chi sei molto legata nel tuo ambito lavorativo? “A Emanuela Grimalda, ad Adelmo Togliani, figlio di Achille e al grande Carlo Verdone”. sei nata nella città di Alex del Piero, lo conosci bene? “A dir la verità no, anche per differenze generazionali”. Com’era la tua vita prima di tutto questo? “Ero una studentessa molto diligente. Sono cresciuta in un paese molto piccolo di nome Arcade e quindi ho condotto la vita semplice di una ragazza di campagna”.

sei riuscita ad integrarti bene in una città così caotica e immensa come roma? “Sì, all’inizio i miei parenti avevano il timore di lasciarmi andare in una città così. Sono riuscita a vedere roma costituita da tanti piccoli paesi, i quartieri. Non ho notato diffidenza da parte dei romani che hanno una notevole capacità di adozione. Ormai è una città di tutti. Ho sempre desiderato venire nella Capitale ma mio padre non mi ci ha mai portato e allora sono venuta da sola”. Cosa ami in particolare? “Sei in città ma ci sono polmoni verdi stupendi come le sue ville che ti consentono di scappare dai rumori. Amo anche i suoi silenzi notturni”. Quali sono i tuoi gusti musicali? “Sono stata da sempre attratta dalle colonne sonore e comunque ascolto un po’ di tutto, da Battisti ai gruppi più sconosciuti”. opere cinematografiche o teatrali che ti interessano? “Sicuramente ci sono certe tematiche che hanno potere sulla mia immaginazione. Ho deciso di diventare attrice vedendo un film fantasy del 1986 ‘Labyrinth’. Quando nei film c’è di mezzo il tema dell’infanzia, vengo catturata. Cito anche tra gli altri ‘Mammina cara’ con Faye dunaway. Ho anche una grande passione per dario Argento e sono attratta dai film movie italiani anni ’70 che sono una fucina di idee incredibili”. sei una persona che riesce ad essere felice con poco? “Sì, sono molto semplice e adoro le piccole cose, non tanto perché mi accontento di poco, ma perché ci trovo un calore grande dentro”. da dove deriva la scelta del nome blu per il tuo bimbo che sta per nascere? “da romanticherie legate alla storia d’amore con Attilio. il blu è uno dei tre colori fondamentali ed è il colore delle cose più belle che uno possa immaginare. Mi piace anche come suona questo nome”. Come hai conosciuto il tuo compagno e cosa ti ha colpito di lui? “Ci siamo conosciuti in un programma televisivo che era ‘Tale e Quale Show’, mascherati completamente. Quello che mi ha colpito di lui è stato il modo di lavorare molto simile al mio”. A proposito di “tale e Quale show”, da dove nasce la passione di imitatrice? “in casa fin da ragazzina, quando imitavo i parenti e le scene di famiglia e poi a scuola. Ecco perché, come ti dicevo, non mi sono mai presa sul serio esteticamente parlando”. Credi nel destino? “Nasciamo con una scia e poi sta a noi seguirla”. Hai paura del parto imminente? “No, ci penserò al momento. Ho sempre desiderato la maternità e quindi il mio corpo è in totale armonia con il desiderio. Pensa che non ho mai avuto nessun disturbo”. Auguri! “Grazie”. 12

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Chi è Clizia Fornasier Clizia Fornasier è nata a Conegliano Veneto il 4 aprile del 1986 sotto il segno dell’Ariete con ascendente Leone. Caratterialmente Clizia si definisce impegnativa, leale, dolce e simpatica. Ama la liquirizia, tifa per il Verona e ha come hobby la scrittura e il disegno. Al momento non possiede animali domestici, quando però viveva in campagna aveva di tutto, dai conigli, ai criceti e perfino una tarantola. Il suo compagno è Attilio Fontana da cui aspetta un bambino di nome Blu. Il suo anno fortunato è stato il 2006 quando è avvenuto il primo ciak. La sua avventura è partita dal concorso di Miss Italia del 2004. Ha debuttato nel 2007 in “Notte prima degli esami – Oggi” di Fausto Brizzi. Nello stesso anno ha girato “Ultimi della classe” e “Grande grosso e...Verdone”. Dopo aver terminato le riprese della serie tv “Tutti pazzi per amore” nel 2009, ha preso parte nella fiction “Piper”. Nel 2010 è tra gli attori di “Un medico in famiglia 7” e due anni dopo ha lavorato nei film “La finestra di Alice”, “Tutto tutto niente niente” e “Aspirante vedovo”. Nel 2013 ha debuttato come concorrente a “Tale e Quale Show”. Nel 2015 è iniziata la co-conduzione settimanale del magazine “Top – tutto quanto fa tendenza” per Rai Uno ed è stata ospite fissa di “Quelli che il calcio”. In autunno la vedremo recitare nella fiction “Di padre in figlia”.

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LO SAPEVATE CHE

Ennio Morricone Il Maestro che non smette di collezionare premi e titoli. L’orgoglio italiano che por ta in alto il nome del nostro Paese Lo sapevate che... Nato a roma, originario di Arpino, la produzione di musica assoluta di Morricone include più di 100 brani classici composti a partire dal 1946. Nel corso dei tardi anni cinquanta fu assunto come arrangiatore di studio dalla rCA italiana, ruolo nel quale arrangiò oltre 500 canzoni, lavorando con musicisti come Paul Anka, Chet Baker e Mina. Lo sapevate che... Ciò che diede però fama mondiale a Morricone come compositore furono le musiche prodotte per il genere del western all'italiana, che lo portarono a collaborare con registi come Sergio Leone, duccio Tessari e Sergio Corbucci, con titoli come la “Trilogia del dollaro”, “Una pistola per ringo”, “La resa dei conti”, “C'era una volta il West”, “il grande silenzio”, “il mercenario”, “Giù la testa”, “il mio nome è Nessuno”. Lo sapevate che... Tra il 1964 e il 1980 poi Morricone fu anche trombettista e co-compositore con il gruppo avanguardistico di improvvisazione libera Gruppo di improvvisazione Nuova Consonanza. Lo sapevate che... Nel 1978 scrisse il tema ufficiale dei mondiali di calcio. Morricone scrisse le musiche per numerose pellicole premiate all'Academy Award come i giorni del cielo, “Mission”, “The Untouchables - Gli intoccabili”, “Nuovo Cinema Paradiso”, C'era una volta in

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CAmillA rubin

America”. Lo sapevate che... Nel 2007 ha ricevuto il premio Oscar onorario alla carriera "per i suoi contributi magnificenti e sfaccettati all'arte della musica da film" dopo essere stato nominato per 5 volte tra il 1979 e il 2001 senza aver raggiunto il traguardo. Lo sapevate che... Nel 2016 ottiene il suo secondo Oscar per le partiture del film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight”, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe. il 26 febbraio scorso gli è stata attribuita la stella numero 2574 nella celebre Hollywood Walk of Fame. Lo sapevate che... Ha vinto anche tre Grammy Awards, tre Golden Globes, cinque BAFTAs tra il 1979 e il 1992, dieci david di donatello, undici Nastro d'Argento, due European Film Awards, un Leone d'Oro alla carriera e un Polar Music Prize. Lo sapevate che... E' Accademico Effettivo dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e socio dell'associazione Nuova Consonanza impegnata in italia nella diffusione e produzione di musica contemporanea. Morricone ha venduto più di 70 milioni di dischi Lo sapevate che... Sebbene nato a roma, ha origini ciociare. E’ stato lui stesso a dichiararlo, durante un concerto, a Sophia Loren. Era il 14 maggio 2007 e, durante una ce14

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LO SAPEVATE CHE

È un compositore, musicista e direttore d'orchestra italiano, ha scritto le musiche per p i ù d i 5 0 0 f i l m e s e r i e t v, o l t r e c h e o p e r e d i musica contemporanea. la sua carriera include un'ampia gamma di generi compositivi, che fanno di lui uno dei più versatili, prolifici e inf luenti compositori di colonne sonore di tutti i tempi.

uno dei brani più sug g estivi della colonna sonora di “Per un pugno di dollari” (Sergio Leone, 1964). All'epoca usò lo pseudonimo di dan Savio, ma dopo questo western all'italiana si avviò a diventare (con il suo vero nome) uno dei più prestigiosi compositori di musica da film del mondo. Lo sapevate che... durante la lavorazione del film “Quattro mosche di velluto grigio”, dario Argento e Ennio Morricone litigarono per l'esclusione di alcuni score chiesti dal regista. Quell'episodio segnò la fine della collaborazione di Morricone per Argento fino al 1996. Lo sapevate che... “devo cercare di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve piacere anche a me, perché altrimenti non sono contento. io devo essere contento prima del regista. Non posso tradire la mia musica” (Ennio Morricone durante la cerimonia di assegnazione della sua stella nella Hollywood Walk of Fame il 26 febbraio 2016).

rimonia svoltasi a Civitavecchia per il varo della neonata nave da crociera “MCS Orchestra”, qualcuno, dal pubblico presente, urlò a gran voce “Viva la ciociaria”. Subito dopo, sempre dalla platea, un’altra voce squillante affermava che il musicista aveva origini ciociare. La Loren, titubante, chiese al Maestro se la notizia fosse vera e lui rispose di sì. i suoi nonni paterni erano nati ad Arpino e vivevano nel quartiere Colle. Proprio per questo, la cittadina di Cicerone, anni fa, gli conferì la cittadinanza onoraria. Lo sapev ate che.. . Suoi sono brani come “Se telefonando”, cantato da Mina, e moltissimi arrangiamenti per Gianni Morandi. Lo sapevate che... Tra i premi vinti, conta dieci Nastri d’argento, nove david di donatello, un Oscar, un Leone d’oro alla carriera, ventisette dischi d’oro e sette dischi di platino. Cavaliere della Legione d’onore in Francia, Commendatore e Grande ufficiale dell’Ordine al merito della repubblica italiana, medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, Morricone vanta anche due lauree honoris causa attribuitegli dalla Seconda Università di roma e dall’ateneo di Cagliari. Lo sapevate che... in onore dello strumento che da giovane aveva studiato, la tromba, Ennio Morricone scrisse 15

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#unagiornataspeciale

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Marzia Valitutti “Suonavo la batteria, amo la recitazione e grazie a mio nonno studio Legge� e’ con la bella e affascinante marzia che continuiamo la nostra avventura: la numero trentasette. noi di GP magazine insieme ad Adriana soares, fotografa ed ar tista, abbiamo ideato un fashion contest che si rivolge ai ra gazzi della por ta accanto. organizziamo per loro un servizio fotografico speciale di moda.

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AdriAnA soAres

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Ciao marzia, potresti presentarti ai nostri lettori? “Sono grata di questa intervista! inizierei con la premessa che sono una ragazza piena di passioni. Ho praticato danza per anni e si può dire che quello è stato il mio primo grande amore. Successivamente mi sono dedicata alla recitazione e non riuscendo a coinciliare gli impegni, ho dovuto abbandonare la mia carriera da ballerina. inoltre ho suonato la batteria per un paio di anni, uno strumento a mio avviso meraviglioso”. studi oltre a recitare? “Assolutamente sì. Studio Giurisprudenza e attualmente sono al terzo anno. Ho scelto questo indirizzo di studi perché ho sempre preferito le materie umanistiche. Mio nonno mi ha trasmesso un grande amore per il diritto: lui è un grande penalista; sentirlo parlare mi ha sedotto a tal punto da voler studiare Legge”. Come riesci a conciliare l'università con lo studio della recitazione? “Qualcuno disse: volere è potere. Aveva ragione. Quando si vuole fortemente una cosa, il tempo e il modo è un problema secondario che si risolverà sempre”. Com'è nata la tua passione per il cinema? “Ho sempre avuto una grande passione per il cinema. Appena posso, la domenica, guardo un film nuovo o un cult del passato. Amo anche gli spettacoli teatrali e i musical: da bambina impazzivo per le coreografie dei ballerini e adoravo il musical ‘Cats’ ”. Cosa pensi ti affascini della recitazione? “Mi piace recitare perché credo che sia il miglior modo per dare sfogo alle pulsioni latenti che ognuno di noi ha . È un po’ come diceva Pirandello: siamo ‘uno, nessuno e centomila’. E quale modo migliore per poter essere tante cose e misurarsi con più personalità se non la recitazione? Questo in assoluto è il motivo per cui mi affascina tanto il cinema”. Ci sono molte difficoltà però. tu come ti relazioni

con queste? “Nonostante sia un lavoro competitivo e molto difficile, per il momento ho avuto la fortuna di avere ben due esperienze sul set. devo ammettere che l'impatto con la telecamera non mi ha spaventata, la cosa più difficile è stata mantenere la concentrazione nonostante tutte le persone che avevo intorno. inoltre, è un lavoro molto faticoso, dove devi essere disposto al sacrificio e devi avere molta, moltissima determinazione. Ma credo che questi sforzi valgano assolutamente la pena. Se non si tenta, non si potrà mai sapere se ci si riuscirà! Un sogno vale la pena inseguirlo”. Alle tue coetanee che hanno la tua stessa passione, cosa senti di dire? “Saranno di più le porte in faccia che ️ i sì in questo mestiere ma mai demoralizzarsi! Bisogna credere fermamente in se stessi altrimenti gli altri non lo faranno mai. Ma si deve essere sempre umili e avere la consapevolezza che non si è mai arrivati e che bisogna sempre studiare e apprendere da chi è migliore di noi nel mestiere”. la tua famiglia cosa pensa di questa scelta? “La persona più importante per me e mia madre, lei apprezza molto la mia passione. È preoccupata che io possa rimanere delusa, per questo mi dice di non illudermi. Mi fido molto di lei, la reputo una donna molto acuta e sensibile: è una fortuna avere una famiglia che non rema contro le tue scelte. Anche le mie sorelline approvano ciò che faccio e ne sono molto incuriosite. Loro sperano per me che questa possa diventare la carriera che ho sempre sognato”. la moda ti piace? Amo molto la moda, al pari del cinema. E’ una forma di arte. Mi piace molto la classe delle modelle e la bravura di alcune fotografe nel saperne cogliere le sfumature caratteriali e le intenzioni dei volti. Trovo che la moda affascini qualsiasi ragazza: la passerella è stato il sogno di ognuna di noi, almeno una volta...”.

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credits:Â ph. e mua Adriana Soar es model: Marz ia Valitutti 21

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Intimo&Dintorni di Lady B © Int imiss imi, Ana Be at riz B ar r os

Il baby-doll Nato come indumento per dormire si è trasformato in un capo sexy il baby-doll è un indumento femminile da notte, costituito da una specie di camiciola molto cor ta, spesso con slip coordinati e usata per dormire al posto del pigiama. Può essere fatta di vari materiali, seta, materiali sintetici e tessuti trasparenti, e ar ricchita da ornamenti o frange lungo i bordi. Nato per essere un sostituto del pigiama, è considerato parte della lingerie ed usato principalmente come mezzo di seduzione, nonché come abbigliamento sexy. infatti un babydoll ben fatto mette in evidenza le gambe, il sedere ed il seno, ed è usualmente corto abbastanza da lasciare quasi interamente scoperte le cosce. il nome "doll" è il termine inglese per la parola “bambola” ma è anche il diminutivo di "dorothy", il nome del personaggio interpretato da Carroll Baker, che lo indossava, sensualmente, nel film del 1956 “Baby doll – La bambola viva”, del regista Elia Kazan, pellicola che ha lanciato l'uso del baby-doll come arma di seduzione. risulta chiaro che, colei che

una semplificazione del “vestitino delle bambole”, fatto cioè a campana con bretelline o meno e corto sulle ginocchia. Bambola si traduce con "doll", bambina con "baby" ed infine il verbo agghindare si traduce con "to doll up" e, conseguentemente, se vogliamo escludere la bambola, si finisce inevitabilmente in "agghindata a bambina".

lo usa quindi come arma di seduzione è, per il proprio partner, una "piccola bambola", appunto una "Baby-doll". Secondo un'altra versione, baby-doll non è assolutamente la trasformazione vezzeggiativa di “dorothy”, ma è più credibilmente la definizione di un capo di abbigliamento che trae il suo nome dalla fattura semplice che ricordava il vestitino delle bambole che poi a sua volta era 22 GP MAGAZINE


tel. 320.7048387


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Alexis Rios Il bel “boy” por toricano che si divide tra la moda e la passione per il triathlon e' un modello nato e cresciuto a Por to rico, che oggi v i v e a n e w Yo r k . i l s u o d e s i d e r i o è s t a t o s e m p r e quello di viaggiare e la sua passione è lo spor t, con par ticolare attenzione al baseball e al basket. Alexis rios è diventato anche un bravissimo triatleta. Pur essendo innamorato del suo Paese, ha capito che nel suo lavoro era necessario viaggiare e trasferirsi. E' entrato così in contatto con l'agenzia Modeling, che gli ha fatto avere un biglietto di sola andata per Milano. L'italia è stata per lui l'atteso salto di qualità. La svolta. Ha iniziato a lavorare per Armani e Versace. da qui ha iniziato a muoversi per tutta Europa. da otto anni vive a New York. Nell'estate del 2010, su suggerimento di un amico, ha iniziato ad appassionarsi al triathlon. il Central Park era il suo “circuito”. Tutto questo è stata per lui una grande sfida. da quattro anni è un triatleta. Ha partecipato a gare e campionati internazionali e la sua vita si divide tra sport e moda. della sua vita Alexis dice: "Siamo tutti esseri umani unici e che l'individualità è ciò che ci rende il migliori. Ammiro coloro che escono dal proprio habitat in cerca di nuove sfide. Non lasciare che gli altri scrivano la tua storia. Ognuno deve prendere carta e penna e continuare a scrivere nuovi e migliori modi di vivere. Per me questa è la vita”.

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MODEL&MODEL

Denise Milani La bellissima modella ceca apprezzata per il suo décolléte denise milani, pseudonimo di den i s e Ja c o b i , n a t a i l 2 4 a p r i l e d e l 1980, è una modella ceca. la sua carriera dinizia come modella quando si trasferisce dalla repubblica Ceca a los Angeles, dove inizialmente lavora come fisioterapista. nel 2005 viene assunta come modella dalla rivista on line “sportsbybrooks”. La Milani ha posato per decine di fotografi in costume da bagno, anche se i suoi fans hanno sottoscritto addirittura una petizione, affinché la modella posasse nuda. in anni recenti, denise Milani è stata ospite di vari eventi fra Los Angeles, Malibù, Boston e Miami. È inoltre stata la vincitrice del concorso "Miss Bikini World" e nel 2009 è risultata essere una delle 100 donne più desiderate del mondo, secondo un sondaggio condotto dalla rivista “AskMen”. Nel 2011 ha partecipato al NPC Excalibur Bikini Championships tenutosi a Culver City in California, piazzandosi prima nella sua categoria. Su Facebook e instagram si possono ammirare gli scatti di denise Milani, la modella originaria della repubblica Ceca, famosa per le sue curve esplosive, in particolare per il décolléte generoso assolutamente naturale. Ha sempre rifiutato di posare in topless, nonostante le numerose proposte che ogni giorno riceve da fotografi professionisti, ma la modella preferisce non svelare il suo lato migliore.

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QUESTIONE DI STILE

Adriana S oare s n as ce come mo de ll a pe r i più g randi s tilist i, s i af f er ma g raz ie all a pr oduz ione di u n impone nte la vo ro fo tografico, moda e ar te. Realizza ope re fo to pitt oriche che vincono pre mi in ter naz ion al i e di cui al cu ne so no e spos te in pe rmanen za in dive rsi mus ei. Es pert a di B on Ton e, graz ie a q ues to su o particol ariss imo itine rario artis tico e prof e ss ionale, f onda la s cuol a di po rtament o che p orta og g i il s uo n ome.

Le presentazioni Bon Ton 2.0: ecco come compor tarsi A CUrA di AdriAnA soAres b e n v e n u t i i n “ b o n to n 2 . 0 ” , d o v e l ' a r t e d e l l a c o r t e s i a e d e l l e b u o n e m a n i e r e c o s t i tuisce l'anima e il filo conduttore dello stage. Al gior no d’oggi, la maleducazione e il malcostume sono diventate azioni nor mali a cui nessuno più fa caso. la cattiva educazione, anzi l'assenza di una qualsiasi for ma di educazione che prima regolava i rappor ti tra persone civili, ha preso ir rimediabilmente piede e sembra quasi impossibile da scardinare. Questo quadro avvilente fa sì che la ricerca e la riscoperta delle buone maniere divenga una vera necessità, e una virtù da spolverare ed innalzare: un modo per distinguersi e circondarsi di un aurea di eleganza e raffinatezza, tratto che contraddistingue le persone che ne sono provviste tanto da farle diventare ricche di principi e di modi educati e questo vale più di qualsiasi bene materiale, poiché e quello che ci rende degli “animali sociali”. Cercherò quindi di accompagnarvi in questo percorso di riscoperta del galateo, raccogliendo qui per voi il meglio dei contenuti della letteratura sull'argomento e della mia esperienza personale da esteta e amante della perfezione e dell’eleganza. instradata sin da piccola all’arte delle buone maniere, oggi ne sono cultrice e grande estimatrice. detto questo, "le presentazioni" sono necessarie nel momento in cui si trovano davanti due o più persone che non si conoscono, ma vanno evitate durante una visita di condoglianze o un funerale. la regola base da seguire è che le persone meno importanti si presentino a quelle più importanti, quindi gli uomini alle donne, i giovani agli anziani, i subalterni ai superiori. L’unico caso in cui si presenta una donna ad un uomo è nel caso in cui questo sia un religioso o un personaggio molto importante. in tal senso, si utilizzano formule del tipo: “Anna, ti presento l’avvocato rossi” e a lui “La signora Bianchi”. Le ragazze fino alla maggiore età vengono presentate, poi sono gli uomini a presentarsi a loro. i figli vanno presentati dai genitori e a questi devono presentare le loro conoscenze in segno di rispetto. La persona meno importante (e i ragazzi), se sedut,a si alza al momento della presentazione e spetta a questa porgere la mano in segno di saluto. All’atto della presentazione, se effettuata da terzi, viene detto il nome e si risponde con la formula di saluto più appropriata all’orario o con un sorriso ed una stretta di mano. in caso di presentazione diretta si risponde con il proprio nome. Formule come “piacere” o “molto lieto”, seppur possono apparire cortesi, sono estremamente inadatte e riservate eventualmente alla fine dell’incontro, perché nel momento in cui ci si presenta non si può sapere se sarà realmente un piacere conoscere quella persona. Nella presentazione da terzi possono essere utilizzati titoli onorifici, nobiliari o professionali, mai se ci si presenta da sé. Chi entra in un salotto saluta per prima la padrona di casa, poi il padrone di casa e a seguire gli ospiti che conosce. Per quelli che non conosc,e ci si rimette alla padrona di casa che ha l’obbligo di fare le presentazioni. Si ricordi che presentando un parente è bene dire il grado di parentela. Se, infine, si incontra una persona che ci è già stata presentata e questa non ci riconosce, non si sottolinea la dimenticanza ma al massimo si accenna alla precedente presentazione con delicatezza. Per info sullo Stage di Portamento, contattare: adrianasoaresportamento@gmail.com - Tel: 348.2260554 www.adrianasoares.com

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SALUTE&BENESSERE

Benessere alle porte di Roma Terme Sabine: riapre il settore curativo-terapeutico ormai ci siamo quasi. tr a p o c o p i ù d i u n m e s e ricomincia la stagione b a l n e a r e d e l l e te r m e s a bine di Cretone. intanto, la struttura della famiglia sammartino già da un mese ha riaperto l’attività per quanto riguarda il settore curativo-terapeutico. Le proprietà di quest’acqua termale, d’altronde, sono note fin dall’antichità. Situate nel comune di Palombara Sabina, a meno di trenta chilometri dalla Capitale, le Terme Sabine sono facilmente raggiungibili e particolarmente apprezzate per il trattamento di malattie della pelle, delle vie biliari, dello stomaco, delle problematiche artroreumatiche nonché delle affezioni dell’apparato respiratorio. Presso il Centro è possibile praticare cure termali inalatorie (aerosol-inalazioni insufflazioni), idromassoterapia, cure idroponiche, fanghi. da anni, questa struttura termale, dotata di tre ampie piscine di acqua sulfurea, è un punto di riferimento per migliaia e miglia di persone che amano la quiete e la possibilità di nuotare nelle acque

più pure in assoluto, che, oltre a dare una sensazione di freschezza, sono salutari per l'organismo stesso. la struttura immerse nel verde della natura circostante ed ai piedi di un rigoglioso bosco, le Terme Sabine offrono un’opportunità unica di svago e relax essendo dotate di 3 grandi piscine, di cui una per bambini, alimentate direttamente da sorgenti termominerali sulfuree. Si avvalgono di un’acqua nota per le sue proprietà terapeutiche e cosmetiche fin dall’antichità e dal 1987 sono riconosciute dalla sanità per il trattamento di malattie della pelle, delle vie biliari, dello

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stomaco, artroreumatiche nonché di affezioni all’apparato respiratorio. Le Terme Sabine permettono di regalarsi una giornata all’insegna del benessere con i suoi trattamenti, massaggi, cure termali. il complesso è dotato di 2 campi da calcetto, un’area fitness, 3 piscine alimentate da sorgenti termominerali sulfuree, 4 campi da tennis e, per la sera. di un ristorante, e possibilità di fare il bagno di notte. via salaria Km 29,200 bivio Palombara (roma) info: 0774.615100 www.termesabine.it

sabina




Professor dott. silvio rossi, docente di terapia Fisica e riabilitazione all’università lA sAPienZA di roma

Il Laser FP 3: un dispositivo innovativo per la cura delle ernie discali Cos è il laser FP 3? il laser FP 3 è un dispositivo laser innovativo, che utilizza contemporaneamente le 3 lunghezze d’onda considerate “finestra terapeutica” di tutte le apparecchiature laser. Quando si utilizza il laser FP 3? in quali patologie è indicato l’uso? il laser FP 3 nasce per le patologie della colonna, in particolar modo per la cura delle ernie discali. Sfruttando l’alta profondità di penetrazione e l’alta dose di energia che trasmette ai tessuti, il Laser fp 3 va ad attivare le azioni riparative: biostimolanti, vasodilatatrici e antalgiche, che sono i punti di forza di tutte le apparecchiature laser. Per questo è un’apparecchiatura elettiva per le patologie della colonna ma trova largo utilizzo anche nelle patologie osteoarticolari e tendineo muscolari. Protocollo? tempi di guarigione? Bastano 5/6 sedute di 15–20 minuti l’una, per ottenere risultati pressoché definitivi. il paziente dovrà poi essere avviato ad un percorso terapeutico di riabilitazione (ginnastica posturale), che varierà in base al paziente stesso. Ci sono controindicazioni? Ad oggi non si sono riscontrati effetti collaterali ne controindicazioni nell’utilizzo del laser FP 3. Quale figura professionale utilizza il laser FP 3? La figura di elezione è il medico, sia esso specialista Ortopedico, Fisiatra, Medico dello Sport o specialista nella terapia del dolore. in seconda battuta i fisioterapisti e gli specialisti delle riabilitazione. Costi e benefici del laser fp 3? È evidente che la risoluzione di patologie così delicate come quelle della colonna, senza essere invasivi, come avviene, ad esempio, nell’ossigeno – ozono terapia, è senza dubbio un valore aggiunto per chi deve costruire percorsi terapeutici per pazienti affetti da ernie discali. il laser FP 3 in quattro aggettivi? Grande efficacia, non invasività, rapidità di trattamento, alta tecnologia.

Via Lancisi, 31 - 00161 Roma Tel./Fax 06.64465109 - Cell. 329.0479689 E-mail: silviorossi@aotsrl.com 34 GP MAGAZINE




SERVIZI

La patente è una cosa seria Il Gruppo Polimar si arricchisce di una nuova sede e mette a disposizione la sua ottima struttura il 10 marzo scorso, in occasione della nuova apertura a tivoli della nuova sede del Gr uppo Polimar srl, l’amministratore delegato rober to masciotti, anche a nome del suo staff, ha salutato i numerosi presenti, accogliendoli cordialmente. il Gruppo Polimar srl fornisce fra i tanti servizi: autoscuola per tutti i tipi di patenti, patenti nautiche vela e motore senza limiti, agenzia pratiche auto trasporto merci e viaggiatori. Polimar si avvale di aule informatizzate di ultima generazione per prepararsi al meglio in vista degli esami per la patente; corsi teorici eseguiti da insegnanti abilitati e di prolungata esperienza; corsi pratici di guida fatti con un parco veicoli di recente immatricolazione, tutti muniti di aria condizionata; un sistema informatico, per esercitarsi a casa sui quiz di esame, consente agli iscritti di essere pronti per il superamento degli esami, (il Gruppo Polimar vanta il 99% di promossi).

un binomio vincente L’esperienza e la tradizione di “una patente per la vita”, che ha fatto “scuola” a Tivoli con la famiglia Patrignani, prima con Emilio, successivamente con ilia e Valentina, si inserisce in quella del Gruppo Polimar srl, parte integrante della Polimar che da oltre 40 anni con competenza e professionalità opera nell’attività delle pratiche automobilistiche e centro di formazione professionale, relative all’attività di trasporti di merci e viaggiatori sia in ambito nazionale che internazionale. Come in tutte le sedi del Gruppo, anche in quella nuova di Tivoli, in viale Pietro Tomei 77, vengono svolti i corsi per tutti i tipi di Patente, corsi di recupero punti patente e CQC, corsi per rilascio e rinnovo CQC e CFP, corsi per conduzione macchine agricole, operatrici, gru, piattaforme aeree. La professionalità acquisita e l’essere sempre aggiornati, consentono al Gruppo Polimar di dare sempre risposte pronte e risolutive in qualsiasi problema. 37

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Val ent in a Pat rign an i con l’ amminist rat ore del egato del Gru ppo Po limar Ro be rto Masciot ti






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Dai colori ai sapori dell’orto L’ar ri vo della primaver a por ta sulle nostr e tavole pr odotti ve getali color ati e gustosi cina, e con le verdure in particolare, di imparare a distinguerle e conoscerle attraverso i loro colori. E, in cucina, non c’è davvero niente di più divertente e di più salutare che imparare a riconoscere i benefici delle verdure dal proprio colore dominante. Qui di seguito, eccovi un piccolo e rapido vademecum che vi guiderà in questo divertente gioco in cucina che rifletterà tutti i suoi benefici sulla vostra salute. E per chiudere in bellezza, per voi due deliziose ricette suggerite dal nostro chef Fabio Campoli che, ispirato da tutto il buono degli alimenti di colore rosso-violaceo, vi guida alla scoperta del riso integrale rosso e di un’ottima zuppa a base di radici viola. Buona Primavera di Gusto dal Circolo dei Buongustai!

Anche quest’anno la primavera è or mai giunta, e, grazie a lei, dai campi alle nostre tavole iniziano ad ar rivare in commercio prodotti dell’or to tra i più variopinti e saporiti dell’anno. dalle verdure a foglia verde, ai ger mogli, ai primi dolci fr utti che già preannunciano l’estate, non c’è davvero momento migliore di quello che segue il solstizio primaverile per ricordare a tutti l’impor tanza dei vegetali nella nostra alimentazione. infatti, così come la maggioranza dei nutrizionisti sono da anni concordi nel consigliarci specifiche quantità da assumere, è anche vero che gli stessi ci consigliano in cu-

vegetali giallo-arancio: Carote, zucca, peperoni, arance, albicoc42 GP MAGAZINE


GUSTO che sono solo alcuni tra i vegetali di questo colore, caratterizzati dal contenuto importante in carotenoidi (convertiti in vitamina A dal nostro organismo) e anche di vitamina C. recenti studi hanno dimostrato che le verdure di questo colore possono prevenire anche l’insorgenza di malattie degenerative come la SLA. vegetali verdi: Grazie alla clorofilla, spinaci, biete, piselli, asparagi ed altri ancora sono caratterizzati dal colore verde, che in cucina è simbolo di un ottimo contenuto di questi ortaggi in microelementi portentosi. dall’acido folico, al ferro, alla luteina, questi vegetali sono degli ottimi energizzanti e remineralizzanti. vegetali rossi-violacei: Cipolle rosse, barbabietola, mirtilli, lamponi, ciliegie e tanti altri saranno i vostri al-

leati grazie agli antociani, antiossidanti fondamentali per la riduzione del rischio di insorgenza di diversi tipi di tumori (in particolare quello alla prostata). Tutelano inoltre la salute del cuore. vegetali bianchi: Questo colore comprende una vasta e differenziata categoria di prodotti della natura, dalle banane, alle patate, all’aglio e alla cipolla. Spesso molto differenti fra loro per proprietà, i vegetali bianchi sono un vero alleato energizzante dell’organismo, senza dimenticare le importantissime proprietà antibatteriche naturali dell’aglio e il grande contenuto di potassio garantito dalle banane e dalle patate. Contenuti salutistici liberamente tratti da: www.greenme.it

Le ricette dello chef Fabio Campoli

CREMA DI CAROTE VIOLA E RAPE ROSSE CON CROSTINI DI PANE E GORGONZOLA Ingredienti per 4 persone: Carote viola, 300g; Rape rosse, 100g; Patate, 100g; Cipolla, 50g; Acqua, 1lt; Gorgonzola, 50g; Pane in cassetta, 2 fette; Sale fino, q.b.; Olio extra vergine d’oliva, 2 cucchiai; Succo di limone, n.1 Procedimento: Per prima cosa mondate e lavate le verdure. Prendete una carota, tagliatela sottilmente, mettetela in una ciotola con l’acqua fredda e tenete da parte per decorare. Tagliate tutte le altre verdure grossolanamente e mettetele in una casseruola. Versate l’acqua (quest’ultima dovrà coprire tutti i vegetali), salate e fate cuocere a fuoco medio con il coperchio. Quando i vegetali saranno cotti frullate con un frullatore a immersione e tenete in caldo. A parte preparate i crostini: togliete la parte della crosta al pane, tagliatelo a cubetti e fatelo tostare. Servite la crema fumante in un piatto fondo, con il succo di limone fate cadere qualche goccia sopra la crema qua e là, le carote crude che avete tenuto a parte le scolate bene e le mettete al centro del piatto, con il gorgonzola fate delle piccole quenelle (aiutandovi con due cucchiaini) che adagerete in modo armonioso sulla crema. Servite i crostini di pane tostati a parte. Ingredienti per 4 persone: Sovracosce di pollo, 600g; Yogurt bianco magro, 250g; Curry, 1 cucchiaio pieno; Cipolla, 50g; Succo di limone, n.1; Riso rosso, 200g; Sale fino, q.b.; Olio extra vergine d’oliva, 4 cucchiai. Procedimento: Disossate le sovracosce di pollo e tagliatele a cubetti. In una ciotola mettete lo yogurt, il sale, il curry, la cipolla tritata e il succo di limone. Mescolate bene. Mettete il pollo a marinare in questa salsa per 2 ore circa. Riponete in frigorifero. Fate scaldare una padella, mettete l’olio, il pollo e fate cuocere delicatamente con il coperchio. Regolate di sale. A parte fate bollire in acqua leggermente salata il riso rosso. Scolate e mettete il riso in piccoli stampini. In un piatto piano sformare lo stampino di riso da un lato, dall’altro mettete i cubetti di pollo con la loro salsa. Decorate con qualche goccia di salsa pomodoro e servite.

BOCCONCINI DI POLLO ALLO YOGURT E CURRY CON RISO ROSSO

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Centocinquant’anni di qualità L’e voluzione del Pastificio Masciar elli. Dall’alta ristor azione a gli scaf f ali di Eataly di

AlessiA bimonte

la data di nascita del pastificio masciarelli risale al 1867, ma alcune ricerche storiche la fanno risalire all’anno precedente. Artefici sono appunto i masciarelli, in primis raffaele, capostipite di una famiglia di origine chietina, di san martino sulla murricina. Agli inizi del novecento, marco Aurizio, figlio di raffaele, trasferisce il pastificio a Pratola Peligna (AQ), dove tuttora si trova. nonostante il nuovo stabile, le tecniche di produzione sono rimaste le stesse.

l’essiccazione. il prodotto, nei pastifici come il nostro, una volta uscito dalle trafile, viene fatto asciugare per 2 o 3 giorni, questo perché la pasta deve eliminare l’acqua. Questo processo è molto delicato e soprattutto richiede del tempo, l’estrazione dell’acqua va fatta a bassissime temperature e molto lentamente, in modo da non intaccare le proprietà organolettiche. Al contrario, in altri stabilimenti industriali l’essiccazione dura dalle 2 alle 3 ore, il risultato non è nient’altro che un prodotto sterile. L’accortezza che bisogna avere con la pasta artigianale è quella di conservarla con cautela. Quando viene prodotta, la pasta va assaggiata da cruda, per riuscire ad assaporare al meglio il suo gusto, senza condimenti. Le materie prime sono sicuramente importanti, ma ciò che fa la differenza è la bravura e l’esperienza del pastaio. La pasta artigianale bisogna anche saperla cucinare, non ha degli standard di cottura perché è al 100 per cento naturale”.

Oggi, a distanza di ben 150 anni, sono giunti alla quinta generazione. La produzione è nelle mani di Agostino Masciarelli e sua moglie Chiara, che mantengono alti i valori della tradizione tramandata dai loro predecessori. Gestiscono nel migliore dei modi l’azienda e si occupano davvero di ogni minimo dettaglio. Agostino, oggi sei tu a portare avanti il pastificio, con l’aiuto di tua moglie Chiara. Qual è il segreto della vostra pasta e cosa la caratterizza da altri prodotti? “Per la nostra pasta utilizziamo miscele di grano, l’impasto viene messo nell’impastatrice e poi calato nella trafila, quella che usiamo è circolare in bronzo. Poi a seconda del tipo di pasta, lo stampo sarà forato per gli spaghetti o rigato per i rigatoni appunto. La cosa fondamentale nella produzione della pasta artigianale è 44

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il pastificio ha avuto degli importanti riconoscimenti per la qualità della pasta che producete. A chi è destinata e dove si può trovare? “Produciamo anche pasta integrale, al farro e altri cereali che esportiamo in tutto il mondo, nei settori di alta ristorazione e gastronomia. A roma la si può trovare tra gli scaffali di Eataly. Siamo stati quotati dal ‘Gambero rosso’ come azienda avente il miglior rapporto qualità prezzo, oltre ad essere classificati come i migliori produttori di spaghetti tra sei pastifici italiani”. Come gestite il lavoro? C’è qualcuno che vi aiuta? “il pastificio è sempre stato a conduzione familiare, abbiamo due dipendenti che ci danno una mano durante il lavoro settimanale che si protrae per due giorni, dati i tempi di essiccazione della pasta. Produciamo all’incirca 50/60 tonnellate di pasta a settimana, ma non riusciamo sempre a soddisfare tutte le richieste che ci arrivano. L’artigianalità prevede anche dei limiti. Curiamo anche la fase del confezionamento, conosciamo tutto

quello che vendiamo, perché passa sempre nelle nostre mani”. i Masciarelli sono anche stati di recente insigniti per la creazione del tipico spaghetto alla chitarra, di origine abruzzese. Lo spaghetto veniva prodotto già nel 1866 da raffaele Masciarelli che tagliava questo particolare tipo di pasta con corde metalliche. Conosciuto in tutta italia, chiamato in vari modi, è una specialità della Valle Peligna e a quanto pare proprio appartenente agli antichi pastai Masciarelli. Grazie alla loro bravura ed alla loro esperienza riescono a creare vere e proprie squisitezze: pasta buonissima che, entrata nei più prestigiosi ristoranti della penisola, raccoglie soddisfazioni in italia, culla della buona pasta, e nel resto del mondo.

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La sfida vincente di POMM Matteo Pomponio, giovane imprenditore, protagonista di un’avventura che sta crescendo molto bene di

AlessiA bimonte

matteo, 33 anni, abr uzzese di Pescara, è orientato al futuro ed è stato capace di assumersi la responsabilità di affrontare decisioni difficili nella sua carriera imprenditoriale in crescita.

l’idea di originalità, è il padellino. Sono a disposizione tipi di farciture particolari per le nel nostro menu. La nostra offerta è ancora più ampia, infatti per chi non vuole la focaccia ci sono deliziosi hamburgers, insalate, salumi, formaggi e dolci fatti in casa”. riesci a conciliare il tuo lavoro in banca con quello da imprenditore? “Fortunatamente ho intorno a me un personale molto efficiente e soprattutto giovanissimo. Per ogni locale ho una sorta di direttore, ma ci sono sempre io dietro. in pratica il mio lavoro inizia alle sei del mattino e finisce verso l’una di notte. La duplice attività comporta risvolti non sempre positivi. Non è semplice, comporta rinunce e tanto lavoro. i primi due anni infatti c’ero io in primis a fare cocktails, la mattina dopo era dura stare concentrato e dare il meglio in banca, ma ho sempre resistito”. il tuo obiettivo è quello di aprire un franchising. Qual è il progetto che hai in mente? “La sfida che vorrei vincere è quella di andare oltre la mia zona, quindi entrare in franchising. Far conoscere il marchio POMM che offre ai clienti un servizio caffetteria dalla prima mattina, poi cena e dopocena. Un’altra idea è quella di far nascere il corner POMM, punto vendita street food e da asporto. L’apertura della seconda attività è stimata tra sei mesi. L’elemento base è quello di puntare sulla qualità al 100 per cento, con prodotti della zona, una meticolosa attenzione agli ingredienti della nostra focaccia: pochi lieviti, grani e acqua nostrana”. il grande insegnamento che ne viene fuori è quello di dare un grande incoraggiamento a tutti coloro che hanno voglia di fare, soprattutto ai giovani. Matteo si è fatto da solo, non ha avuto alle spalle una famiglia di imprenditori, ma ha saputo contare sulle sue forze per raggiungere il suo obiettivo e sembra ci stia riuscendo. Si può fare, anche con poco! www.pomm.it

Come hai iniziato questa avventura imprenditoriale atipica? “Tutto è iniziato circa quattro anni fa, dopo una serie di vicissitudini ho deciso di cercare nuovi stimoli. Mi sono iscritto quindi ad un corso per barman. L’idea di un locale tutto mio mi piaceva ed ho aperto il primo, piccolo cocktail bar nel centro storico della mia città, Pescara. La mia storia inizia proprio così, da semplice hobby mi sono poi ritrovato ad aprire altri due locali simili. da lì però, volendo provare a realizzare qualcosa di diverso, ho provato ad avvicinarmi anche al cibo. Ho aperto così ‘Bottiglieria 101’, e, come se ci avessi preso gusto, sempre in centro ho un altro locale, ‘Alle spezie’. di certo non si può dire che sei stato con le mani in mano. riesci ad organizzare e gestire tutto nel migliore dei modi? “Non è ancora finita qua. Mi sono fermato ad un bivio, per cercare di tirare le somme di quello che avevo iniziato e mi sono detto che o avrei dovuto fermarmi oppure concentrare le energie su un unico format. La risposta è stata quella di creare il concept POMM. risponde a necessità giovani, si respira aria di casa, è un locale che richiama le genuinità. il cliente, qui, trova piatti semplici, gustosi, alla portata di tutti. La novità è di abbinare cibi buoni con una vasta scelta beverages: dalla birra alla spina rigorosamente artigianale, al cocktail ricercato, per arrivare al bicchiere di vino, prevalentemente tipico del territorio. Piatto forte è la focaccia gourmet, pensata insieme a chef e barman del mio staff. il piatto di portata, scelto sempre per dare

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ARTE

I vasisculture di Sergio Ferrazza Un ar tista poliedrico: pittore, scultore e maestro vetraio La sua è un’ar te vissuta e in continua evoluzione di

mArisA iACoPino “La passione per la pittura, per il disegno, è sbocciata fin da bambino. devo averla ereditata da uno zio che era bravo disegnatore. da ragazzo, ho intrapreso la scenotecnica per rimanere nel campo artistico. Ho sostenuto una

Ci sono mestieri che si collocano al confine tra l’arte e l’artigianato, meglio definibili “come mestieri d’ar te”. incontriamo sergio Fer razza, pittore, ar tista del vetro, e cor niciaio. Ci introduce nella sua bottega a Monteverde, dove tra quadri, cornici e vasi dalle forme scolpite nel vetro, ci parla di sé, del suo percorso professionale e umano. “da ragazzo mi sono diplomato in scenotecnica, e per qualche anno ho lavorato con entusiasmo nella realizzazione di scenografie teatrali. Poi, le difficoltà di farsi strada in quell’ambito, mi hanno spinto a fare altro. Mio padre era vetraio, così ho deciso di seguire le sue orme. Mi sono buttato, però, maggiormente sulle cornici. Sto parlando degli anni ’60, quando il mercato in questo campo era florido. Nel frattempo dipingevo e partecipavo a mostre pittoriche, vincendo premi e guadagnandomi consensi. Ho fatto anche l’arredatore di negozi a roma, e arredato a Capri un atelier per diego della Valle. inoltre, ho collaborato con un mio amico, Tonino Zera, sul set di film a Cinecittà. dal 2010 ho ripreso a dipingere, trovando una mia vena che i critici hanno definita pop e mi dà grandi soddisfazioni, pur nella difficoltà di essere artisti oggi, a roma. infatti, non ci sono luoghi dove esporre, e spesso ci si scontra con grossi ostacoli. Ho comunque fatto mostre un po’ ovunque, tra cui al Tempietto del Bramante”. la sua è un'arte vissuta a tutto tondo, processo di creazione continuo, instancabile, quotidiano. si definisce più pittore, scultore, o maestro vetraio? 50

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ARTE tesi sulle vetrate artistiche di roma. in quel tempo, ho conosciuto Avenali, Gigotti, Hajnal, i massimi autori di vetrate. il professore disse a mio padre di farmi continuare a dipingere, perché avevo delle buone potenzialità. Ma poi, come dicevo, la vita mi ha portato altrove. Non ho studiato la scultura classica, ma mi sarebbe piaciuto molto ‘aggredire’ la materia. A modo mio, lo faccio nel campo del vetro, elemento che conosco abbastanza bene da riuscire a piegarlo alla mia volontà. Essenzialmente, sono lastre piane di vetro soffiato di murano, di diverso colore e spessore che lavoro dandogli forma. Gli oggetti che escono sono quasi sculture”. i suoi vasisculture si stagliano verso l’alto al pari di figure eroiche. Cos’è che la spinge a creare queste forme verticali, assimilabili come qualcuno ha detto, a grattacieli moderni o antichi obelischi? “Protendersi verso il cielo rappresenta sempre una vittoria. Forse è una mia peculiarità, quella di spingermi verso l’alto, piuttosto che non piantarmi sulle superfici orizzontali”. ma lei si definirebbe più artigiano o artista, senza nulla togliere all’uno né all’altro? “Artigiano che sfiora l’essere artista… perché in fondo gli artigiani di una volta, erano artisti. Salvator rosa, ad esempio, era un pittore che faceva anche cornici. Per la precisione, era ebanista. O i pittori di un tempo, che lavoravano in botteghe artigiane occupandosi di qualsiasi cosa. La pittura è ovviamente una dote che si possiede, ma se il quadro lo vesti con una bella cornice fatta da te, completi l’opera”. nella sua pittura sono presenti elementi classici che si coniugano sempre con componenti moderni. Per esempio, colonne o anfore fuse con grattacieli. Perché questi accostamenti? “Attraverso l’uso di tecniche miste, mi piace riprendere motivi classici accostati ad elementi moderni, proprio per creare contrasti, e mettere in evidenza la diversità tra il passato antico e l’oggi metropolitano”. l’oggetto artistico si delinea preventivamente in testa, o è il materiale a suggerire la forma da dare all’opera? “A seconda dei casi. A volte lo percepisco e quindi lo disegno. Altre volte, mentre sto lavorando, osservo i vetri e improvvisamente visualizzo nella mente una forma particolare. da lì nasce l’oggetto”. nel mestiere dell’artista che modella la materia, o dipinge la tela, le mani sono strumento manuale imprescindibile per compiere il progetto artistico. ma c’è pure la sensibilità nel sagomare e incidere il vetro, o nel realizzare il quadro. Qual è il momento più magico di tutto il suo lavoro? “il momento clou è quando riesci a vedere che la cosa che avevi in mente, o avevi disegnato, prende forma. insomma, quando ti accorgi che sei riuscito nell’intento di produrla. Orientativamente, è a metà dell’opera. infatti,

quando inizi a elaborarla non sei sicuro che venga bene. il momento topico è proprio quando vedi che hai portato sulla tela, o nell’oggetto, il tuo pensiero”. Ha frequentato artisti durante la sua vita professionale? “Sì, ho avuto contatti con molti pittori fin dalla giovinezza, soprattutto quando avevo il negozio in Prati. Gli facevo le cornici, e intanto ci scambiavamo pareri sull’arte. devo confessare che a roma mi conoscono in tanti”. sono in programma mostre personali, dopo quella del 2012 “immagine simultanea” tenutasi a roma? “A settembre ci sarà un’esposizione a Napoli, alla Camera di Commercio, dove dovrei esporre i quadri che non siamo riusciti a portare all’Expo, in quanto non si è trovato lo spazio. Era una mostra dedicata a Leonardo, e uno dei miei quadri è la rielaborazione della Battaglia di Anghiari del grande Maestro”. Per finire, si qualifichi con un colore. “il magenta”. e come definirebbe il color magenta? “Un colore di presenza. Se c’è, si nota, ma non si impone. Un po’ come me”. 51

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ARTE

Bambini a scuola di legalità e arte L’Istituto Comprensivo Via Poseidone di Roma protagonista di un progetto coordinato dall’ar tista-poliziotto Claudio Lia tistica. Attraverso una metodologia didattico-creativa, i bambini imparano valori, regole e rispetto dell'altro, nella costruzione della dimensione europea dell'educazione. il progetto mira allo sviluppo del senso della Legalità intesa come atteggiamento mentale che favorisca la riflessione, l'impegno, la consapevolezza”.

via Poseidone si trova nella periferia e s t d i r o m a , a to r r e A n g e l a . n e l l ’ i s t i tuto Comprensivo, che prende il nome della via, i bambini della scuola elementare “Chico mendez” sono protagonisti di un progetto meraviglioso, legato al tema della legalità. L’iniziativa è a cura di Claudio Lia, il poliziotto-artista già protagonista di iniziative artistiche legate alla lotta alle mafie e al femminicidio. E’ lui stesso a parlarci del progetto, che terminerà con una bellissima e grandiosa sorpresa che teniamo al momento “top secret”. “in questa scuola della periferia di roma - spiega Claudio Lia - sto svolgendo, in collaborazione con la maestra Sonia Provaroni e altri due insegnanti, oltre alla dirigente professoressa Anna rita Tiberio, un corso di tre mesi a tre classi di terza elementare, finalizzato ad una esposizione finale. L’idea iniziale era quella di farla al Palazzo Ferdinando i di Savoia’ di Via Castro Pretorio, ma ci potrebbero essere novità a breve. il tutto si fonda sul tema della legalità, attraverso il linguaggio dell'arte. il progetto prevede la lettura della favola di Pinocchio, dove i bambini saranno liberi di interpretare ed esprimere il loro concetto di legalità partendo dal personaggio principale, che con le sue fragilità e contraddizioni, li condurrà in un percorso che stimolerà, con l'aiuto delle insegnanti, il senso di dignità umana, solidarietà e legalità, che attraverso i linguaggi pittorici e scultorei plastici, prenderanno forma ar53

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LIBRI

Valentina Succi

Vale ntina a s pas so con Viol a

Quando una giovane si lancia nell’avventura editoriale di

mArisA iACoPino

in tempi di recessione globale perdurante che ha messo tutti a dura prova, scoprire giovani che con caparbio entusiasmo, oltre che grande sacrificio, si industriano per inseguire il proprio sogno, è davvero una piacevole sorp r e s a . i n c o n t r i a m o va l e n t i n a s u c c i , d a qualche anno lanciata nell’avventura editoriale. L’editore è un mediatore di cultura. Per qualcuno, figura a metà strada tra l’intellettuale e il commerciante. Si parte dalla considerazione che il libro sia innanzitutto progetto e strumento culturale. Ma poiché l’editore è a capo di un’impresa, deve fare i conti con un fatturato, e quindi

guardare i libri anche come prodotti da vendere. Qual è l’interesse che prevale in lei? “in effetti il libro rappresenta uno strumento culturale di fondamentale importanza. Purtroppo il mercato editoriale oggi non offre solo prodotti di buona qualità. Per quanto riguarda la Viola Editrice, posso affermare che c’è una selezione molto accurata a monte. io ovviamente vedo i libri come strumenti culturali, ma non posso nascondere che siano anche prodotti da vendere e su cui trarre un minimo 54

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LIBRI di guadagno, perché una casa editrice è un’azienda con alti costi a cui far fronte, non una Onlus. E poi, da giovane imprenditrice, ci metto tutta la mia energia, il tempo e la faccia. Quindi i libri che escono dalla mia scuderia devono essere dei buoni prodotti, al di là dei gusti personali”. da dove viene la sua passione per i libri? “Viene da lontano. i miei genitori mi leggevano storie, sicché già da piccola avevo una mia piccola libreria. Quando andavo a passeggiare con mia madre, però, le librerie rappresentavano il mio terrore, perché ogni volta restavamo lì a girare tra gli scaffali e a sfogliare libri per ore. Ma oggi devo ammettere che con lei ho avuto un bell’imprinting! Attualmente devo leggere tutti i manoscritti che giungono in Viola Editrice, ma riesco anche a leggere libri per mia scelta personale”. e’ partita da competenze specifiche? vuole parlarci degli esordi? “Sono laureata in Lettere, ma sicuramente l’input me lo ha dato la passione. il fatto che abbia sempre vissuto in una casa colma di libri e abbia avuto due genitori assetati di lettura, ha rappresentato per me una sorta di esperienza sul campo. Sono anche stata fortunata perché i miei genitori mi hanno incoraggiata in questa scelta e mi sono vicini condividendo le mie scelte”. si può vivere, oggi, con un lavoro indipendente dove il rischio può diventare altissimo? “Che dire? Oggi è tutto molto faticoso, ma del resto o hai un lavoro indipendente e magari sei fortunato perché ti piace, come nel mio caso, oppure lavori per altri e forse senza un briciolo di soddisfazione. Nessuno ci dà certezze. il rischio c’è, ma l’alternativa qual è? La mia casa editrice è in progress… speriamo continui ad esserlo. il nostro è un campo delicato, intorno a me vedo chiudere librerie e case editrici. Ho degli scrittori che hanno ri-pubblicato le proprie opere con Viola Editrice, perché il loro editore ha chiuso per crisi e si sono ritrovati da un giorno all’altro con un’opera appesa e introvabile”. tra tutte le fasi editoriali che contraddistinguono i processi di lavorazione di un libro, qual è quella più impegnativa? “E’ difficile e impegnativo coordinare tutte le fasi per la lavorazione di un libro, dal momento in cui entra il file a quando esce il libro stampato destinato al pubblico. in mezzo c’è un lavoro infinito. Potrei dire che la valutazione di un’opera è un momento di grande responsabilità e rappresenta la prima fase; la correzione anche è molto impegnativa. di default in Viola Editrice si fanno due correzioni perché molto spesso gli autori emergenti hanno delle bellissime idee e buoni contenuti, ma poi il lavoro per trasformare tutto in qualcosa di fluido e corretto, rappresenta la fase più faticosa”. una buona casa editrice si riconosce anche dalla stratificazione e capillarità nella distribuzione. Come opera la sua casa in tal senso? “E’ fondamentale avere una buona distribuzione, perché

questa consente di far giungere il libro nelle librerie che lo richiedono. E’ da sfatare, però, l’idea che la distribuzione mandi le opere in tutte le librerie capillarmente. Gli scrittori devono sapere che nessuna distribuzione può imporre alle librerie l’acquisto di libri. Sono sempre le librerie a scegliere quali libri mettere sui loro scaffali”. e cosa ci dice dell’e-book e delle nuove tecnologie che vorrebbero allontanare dalla carta stampata? “Beh, posso dire che il piacere di sfogliare un libro di carta, annusarne il profumo e toccarne le pagine, per me non ha confronto con l’e-book. Fortunatamente tutti i miei autori amano la carta stampata. in ogni caso la Viola Editrice non direbbe di no a una pubblicazione del genere”. Considerando indispensabile il continuo evolversi di un’azienda che voglia tenersi al passo coi tempi, ci sono progetti che ha in serbo per far crescere la sua creatura? “Mi piacerebbe tanto portare gli autori nelle scuole per far avvicinare gli studenti ai libri. Ci sto provando, ma incontro tanti problemi. Sempre nelle scuole, avevo portato un progetto molto ambizioso e che era piaciuto tantissimo ma non ci sono i fondi!”. Per finire, la prima parola che le viene in mente: il libro è come un…? “Un amico”.

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IL TUO CINEMA DA SEMPRE.

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Si ricorda che la sala Adriana è munita di Palcoscenico e camerini ed è possibile averla in locazione per Saggi di danza, saggi di fine anno scolastico, spettacoli teatrali e conferenze. per info o preventivi inviare un fax al numero 0774/318466 e verrete ricontattati.

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CINEMA&TV

Daniele Monachella “Il sogno di diventare attore è nato quando da bambino andavo al cinema” di

CAmillA rubin

l'attore si racconta nella nostra intervista. dai primi passi nella sua amata isola, la sardegna, ad attore d i s u c c e s s o i n f i l m e s e r i e t v.

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CINEMA&TV daniele come nasce la tua passione per il cinema? “Nella mia famiglia si è sempre andati al cinema e sin da piccolo ho visto film sprofondato nella poltroncina in legno. Pane, latte e Walt disney. L'illuminazione però l'ho avuta nel 1989, anche se ad onore del vero ebbi la pre-illuminazione con 'Piccoli fuochi' nel 1985 con Valeria Golino diretta da Peter del Monte, quando dodicenne insieme a un amico ci avventurammo al centro di Sassari, per vedere al cinema prima della proiezione pomeridiana di ‘Nightmare 5’. L'attenta maschera però ci chiese i documenti ed essendo vietato ai minori di 14 anni ci impedì di entrare. Senza scoraggiarci troppo, considerando che la gita in centro era iniziata, ripiegammo velocemente in un altro cinema, il Moderno, a poche centinaia di metri, e senza neanche sapere cosa stessimo entrando a vedere ci accomodammo nel buio della sala praticamente deserta, ancora con il fiatone e carichi di eccitazione. il film era ‘Non siamo angeli’ con Sean Penn e robert de Niro. inutile dire che da allora l'avrò rivisto almeno venti volte”. tu che sei nato in un della più belle isole del mondo perché hai deciso che questo sarebbe stato il tuo lavoro? “Perché la bellezza insegue la bellezza. E se è vero che la natura ha formato la mia meravigliosa isola e l'uomo ha inventato l'arte cinematografica, io ho voluto inseguire il sogno di fare l'attore mosso dalla bellezza che la mia isola mi ha donato e provare la bellezza che la macchina da presa può darti. Colori, suoni, profumi, vento, musica, sapori, gente, mare, territori selvaggi, ancestralità. Tutti aspetti che custodiscono dentro di me e traduco nel mio lavoro, cercando di creare ‘bellezza’. Quella bellezza che scalda l'animo dello spettatore”. Quali artisti erano i tuoi preferiti quando eri piccolino? “Ho amato fin da piccolo i due giganti della commedia Franco Franchi e Ciccio ingrassia, per poi approdare al cinema cosiddetto trash e alla commedia all'italiana con i suoi istrionici Pippo Franco, Lino Banfi, Tomas Milliam, Sandro Ghiani e tutti i ‘principi’ di questo genere che amo ancora oggi. Ovviamente hanno contribuito alla mia crescita le commedie e i drammi di Eduardo, e le interpretazione di Vittorio de Sica, Amedeo Nazzarri, Gian Maria Volonté, Buster Keaton,

Charlie Chaplin, Orson Welles, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Michael Caine”. Cosa hanno pensato i tuoi genitori di questa scelta? “Posso darvi il numero di casa 079... così proviamo a chiamare glielo chiediamo insieme!”. sappiamo che sei stato il vincitore di una prestigiosa borsa di studio nella scuola di Giancarlo Giannini. Come ti sei trovato di fronte ad un grande artista come lui? “Perfettamente a mio agio. Quando hai visto tutti i suoi film e poi ti ritrovi davanti a lui e a parlarci come se ci conoscesse da tempo, puoi solo sfruttare quel tempo di condivisione per tentare di ‘rubargli’ la sua maestria e godere dei suoi incredibili racconti, frutto di una carriera che tutti gli attori vorrebbero fare. Se la prossima estate in Sardegna, travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto non saprete quali spiagge visitare, potrei vestire i panni di Carunchio e farvi da anfitrione”. se dovessi scegliere un tuo ruolo per un film quale potrebbe essere? e perché? “Amo le storia di avventura, di cappa e spada, i romanzi picareschi. Quindi tirare di spada o arrembare un vascello come filibustiere o ancora essere catapultato in un mare di peripezie sarebbe le situazioni adatte per un ruolo da interpretare”. ti senti più attore nei tuoi film o nella vita? “Attore: colui che agisce. Se non agisci nella tua vita non potrai mai agire sul set. E prendendo spunto da una recensione che Gramsci fece al ‘Così è (se vi pare)’ di Pirandello, concordo con il piccolo sardo che in questo lavoro non bastano gli accenni, la creazione è data da uomini vivi, quindi non i virtuosissimi o lo stile ineccepibile ma sono necessarie dinamiche di

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vita articolate, profondo sentimento e viscerale passione che conducano ad uno scontro, a una lotta, che si snodino in un'azione. Quell'azione che fa vibrare la pancia subito dopo il ciak”. Come deve essere una donna per essere la tua compagna di vita? “Sorridente, riccia, curiosa, sbadata, che confonda l'araba fenice con quella felice, amante dei bambini e che sappia suonare o almeno canticchiare il motivo 'Fur Elisa' del grande Ludwig Van”. Quali sono i tuoi progetti futuri? “Tanti tra teatro, cinema e tv ma uno in particolare che avrà la sua prima uscita il prossimo maggio al Salone internazionale del libro di Torino. Non posso anticipare molto ma solo dire che è un progetto corale da me ideato e di cui ne ho curato la regia, all'interno del quale hanno collaborato oltre cento persone tra attori italiani, scrittori, musicisti. Curioso eh?!”. vacanze al mare o in montagna? “decisamente mare. Piedi nudi e birretta 'sudata' ”. Ci faresti un saluto nella tipica lingua sarda? “A mera annos in salude, amistade e atzione. Ajò!”. Facebook Daniele Monachella Fotografo: Max Palmieri



CINEMA

Carlo Verdone Dal libro sulla sua casa ai tanti racconti e aneddoti di vita

di

silviA GiAnsAnti

in un pomeriggio mite di fine inver no, C a r l o ve r d o n e h a r e g a l a t o a g i o r n a l i sti, curiosi e fans, momenti indimenticabili pieni di aneddoti in una delle sontuose sale di villa d’este a tivoli. si è rivelato un evento che ar ricchisce dentro, se si è in grado di capirne le sfumature.

“La casa sopra i portici”, pubblicato qualche anno fa, dà segno della sua spiccata sensibilità, narrando in prima persona la vita familiare e i ricordi legati ad essa. Era una splendida casa situata sul Lungotevere dei Vallati 2 che, alla morte del padre, è stata restituita al Vaticano. dentro ci sono anni e anni di storia messi nero su bianco allo scopo di far rivivere fatti e personaggi, facendo così parlare le mura per l’ultima volta. Ha definito questo libro il suo film più bello. Venuto al mondo il 17 novembre del 1950 di venerdì, è stato chiamato Carlo Gregorio su suggerimento della nonna, dopo le preoccupazioni di una mamma molto romana e superstiziosa, perché quel nome

Carlo è una persona profonda che adora fotografare il cielo, positiva, di cultura e di talento innato che in più di trent’anni di carriera ha saputo dimostrare. il suo libro 60

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CINEMA Carlo usciva con una deliziosa ragazza. “Nel libro si racconta un episodio del Gianicolo quando ero in compagnia di una fidanzatina dell’epoca molto deliziosa che oggi invece ricercandola su fb, mi ha fatto prendere un colpo! Ero in macchina, fortunatamente non una 500 ma una 132 Fiat blu ministeriale, sigillata dai giornali che erano di una tristezza unica, simbolo dell’epoca delle coppie appartate. Siccome il faro del Gianicolo dà di fronte al carcere di regina Coeli, ad un certo punto nel silenzio si sentì ‘A ringooo, i limoni sono arrivati col sommergibile. Le arance arrivano la domenica di Pasqua, capito? Ti saluta er Saraga’... Erano praticamente i parenti dei detenuti che urlavano di notte ai detenuti stessi in codice”. Un ottimo attore come lui ha però anche fan un po’ molesti. “Una volta a ponte Mazzini mentre ero in moto all’una di notte e stavo andando in Via Giulia, sono stato affiancato da un’altra moto con due ceffi. Quello davanti col casco e quello dietro senza. Uno dei due mi guarda e mi fa ‘Li mortacci tua ma che sei Carlo Verdone? Mamma miaaaa!’ Nel frattempo arrivavano sporadiche macchine da dietro che suonavano e lui gridava ‘Boni che sto parlando’! Ha perfino chiamato un suo amico che era in ospedale dicendo ‘Sergio, indovina chi c’ho al telefono? Carlo Verdone, te lo passo parlaci!’ Alla fine mi ha ringraziato dicendomi che a roma c’è il Papa e ci sono io. Ma quando è ripartito a tutto gas ha detto una frase che mi ha colpito: ‘Grazie Carlo che mi hai ridato il sorriso, ho avuto un’adolescenza di merda’! Una volta un’anziana in un bar invece, mi ha intimato di non allontanarmi dalla commedia quasi minacciandomi. Mi ha detto che ero il suo antidepressivo privo di effetti collaterali”. Tramite questa conversazione, abbiamo scoperto anche il lato umano di Verdone. “Qualche anno fa una signora di mia conoscenza, mi ha pregato di andare a trovare sua sorella, visto che era prossima alla morte. Aveva il forte desiderio di ringraziarmi. Mi sono fatto dare il civico e sono così andato da lei, passando una serata meravigliosa. Era una signora fantastica molto fine che aveva conosciuto anche Fellini. Mi ha detto ‘continui a fare i film che io non potrò più vedere’. Tre giorni dopo è morta, ma felice e senza soffrire per aver avuto quest’incontro e la cosa non ha fatto che riempirmi di gioia. Però al quartiere si sono passati la voce e quindi sono stato chiamato più volte per andare a casa dei malati terminali. Avevo ormai l’agendina piena di appuntamenti e indirizzi. Era diventato un secondo lavoro”.

a roma significa ‘bucio de culo’. Sua mamma non sopportava la musica di Jimi Hendrix che Carlo ascoltava ad alto volume in camera sua, definendola musica del diavolo. “Sono due le figure femminili alle quali sono rimasto molto legato; mia madre e una signora misteriosa di nome Lina che chiamavo zia, una dama di compagnia di mia nonna che mi ha voluto un gran bene. Lei fu la prima persona che mi portò al cinema. Quando morì, ricordo che non parlai per molto tempo e mi nascondevo dappertutto. Avevo subito uno shock e così fui curato”. Quando ha proseguito descrivendo la casa, aveva la voce tremula per l’emozione. “Quella casa mi piaceva tanto, ricordo tutto e in particolare un terrazzo fantastico ora ridotto proprio male. Persiane verdi, vista sul Gianicolo, su S. Pietro, sulla Sinagoga fino ai Castelli romani. Ho voluto far partecipe il pubblico attraverso le storie, i personaggi e le vicende di una famiglia. E’ un libro che ho scritto per rendere omaggio ai miei genitori e non per soldi. Un ricordo dei tempi migliori dal ’56 in poi. Gli anni ’60 sono stati straordinari in una roma particolare, rispettosa e poetica, diversa dalla regressione di oggi”. Parlando dei suoi continui successi ha precisato: “il pubblico cambia continuamente e lo devi sapere conquistare, quindi ogni film è una nuova prova. Non mi sono mai sentito arrivato, ho sempre lavorato con molto rigore e disciplina. Mi manca molto mio padre che mi avrebbe consigliato nel mio lavoro. A lui ho dedicato ‘io, loro e Lara’, scomparso nel 2009 durante la realizzazione della pellicola. Una dura esperienza sul set”. Solo una volta Carlo ha conosciuto una lieve flessione. “Nel 2000 ho preso un periodo di pausa, anche perché mi sono reso conto che stavo dedicando poco tempo ai miei figli. Visto che il film ‘C’era un cinese in coma’ non ha avuto il successo sperato, ho deciso di staccare un attimo prendendo due anni sabbatici e viaggiando con i miei figli. Così mi sono ricaricato e ho iniziato da capo divenendo di nuovo creativo”. i ricordi di gioventù non sono mancati di certo quando 61

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TEATRO

Arianna Cigni “Sono timida ma sul palcoscenico mi trasformo” di

silviA GiAnsAnti

i suoi ultimi spettacoli teatrali sono stati “Girotondo” di Arthur schnitzler e “mare Amaro” di silvana bosi. Adesso è una delle prot a g o n i s t e d i “A vo l t e t o r n a n o ”

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TEATRO

romana con origini triestine, Arianna Cigni fa parte di una lunga schiera di attori che lavorano sodo per assicurare uno spettacolo teatrale degno di ogni nota. La sua è un’esperienza che va avanti da molto tempo, incontrando sul suo percorso lavorativo grandi nomi, con cui ha condiviso le scene come Nino Frassica, Giancarlo Sepe e roberto Farnesi. dolce e sognatrice, come la maggior parte dell’essere artista, nella vita c’è poca praticità, tanta inventiva e testa sempre fra le nuvole. L’abbiamo incontrata nel parco di Villa Glori per parlare di questo suo ritorno in teatro. Arianna, quando nasci come attrice e da dove provieni? “Provengo dal Conservatorio Teatrale La Scaletta diretto da Gianbattista diotaiuti di roma, dove mi sono diplomata nel 2001”. Quali sono i personaggi in cui ti riconosci maggiormente? “Mi piace interpretare i personaggi drammatici e molto particolari. Ce n’è uno che vorrei riuscire a fare che è Lady Macbeth da ‘Macbeth’ di Shakespeare. Si tratta di una donna cattiva e caratterialmente molto forte che mi attira come personaggio”. Cos’è importante trasmettere al pubblico? “La propria emozione, essere veri il più possibile calandosi in un determinato personaggio. Essere credibili in modo da poter trasmetterlo”. sogni di fare cosa? “Sicuramente di continuare a lavorare con registi importanti come Gabriele Lavia, che spero un giorno di incontrare”. un ruolo che sogni? “Oltre a Lady Macbeth, c’è anche Blanche in ‘Un tram

che si chiama desiderio’ di Tennessee Williams”. Chi vorresti che fosse presente nel pubblico durante un tuo spettacolo? “Lo stesso Lavia che ho citato, Laura Morante e Monica Vitti, ma so di chiedere troppo”. Hai miti del passato? “Mariangela Melato, grandiosa”. ti piace fare solo teatro? “No, mi piacerebbe fare anche cinema. Nel passato ho avuto parti in alcune fiction come ‘incantesimo’ e ‘Carabinieri’ ”. Caratterialmente sei molto introversa, in che modo riesci a trasformarti sul palco? “Entrando nel personaggio, automaticamente non sono più io ma divento un’altra persona”. Parliamo del recente spettacolo “mare Amaro”. “E’ stata una bellissima esperienza molto profonda dove il filo conduttore dello spettacolo è stato il mare visto non come riposo, ma come fatica, tragedia e morte. ‘Quando il mare non è facile comunicazione ma separazione’. il tutto è stato ideato e diretto da Silvana Bosi, un’affermata regista e un’attrice veterana. il mare nemico è stato vissuto attraverso i secoli, dall’epoca di Troia fino ai nostri giorni con la tragedia dei profughi di Lampedusa. A volte le testimonianze si perdono nel mito, a volte nella creazione letteraria e a volte nella realtà”. Prossimi spettacoli in cantiere? “il prossimo è ‘A volte tornano”, tratto da ‘Spirito Allegro’ di Noel Coward, in scena dal 19 al 24 aprile al Teatro in Portico alla Garbatella di roma, per la regia di Benedetto Gandolfo. il mio ruolo da protagonista divertente è della moglie defunta”. 63

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TEATRO

L’uomo delle caverne Il Teatro Imperiale ospita il 14 e il 15 maggio l’esilarante spettacolo con Maurizio Colombi Caveman, il monologo più famoso al mondo dedicato al rapporto uomodonna. Con maurizio Colombi, e per la r egia di te o te o c o l i , è a r r i v a t o i n italia nel 2008 e grazie al passaparola è diventato un culto per decine di migliaia di spettatori che lo hanno visto, lo hanno consigliato agli amici, ci hanno accompagnato il p r o p r i o p a r t n e r. il testo originale, scritto da rob Becker, è frutto di tre anni di studi di antropologia, psicologia, sociologia, preistoria e mitologia, ed è stato portato per la prima volta sul palco nel 1995 allo Helen Hayes Theatre di New York, diventando il monologo più longevo nella storia di Broadway. Nel 2000 Caveman è vincitore del Premio Laurence Olivier come miglior spettacolo d’intrattenimento. La versione italiana è interpretata da un sorprendente Maurizio Colombi, conosciuto anche come regista di vari musical e spettacoli teatrali di grande successo (Peter Pan, We Will rock You, La divina Commedia, Heidi, io Odio i Talent Show, Chri-

stmas Show, i Gormiti…), che in questo monologo si esibisce rivelandosi un attore comico irresistibile. Caveman continua a riscuotere un successo dietro l’altro diffondendosi a macchia d’olio, come un vero e proprio fenomeno. Basti pensare che lo hanno già visto 4.000.000 di coppie in tutto il mondo e solo a Milano da oltre 50.000 spettatori negli ultimi 4 anni. A fine serata il pubblico ha a disposizione delle cartoline umoristiche firmate Caveman, un modo divertente per spedire un pensiero e commentare liberamente lo spettacolo. 65

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Lo spettacolo sarà in scena al Teatro imperiale di Guidonia-Montecelio il 14 e il 15 maggio. Non perdetelo!


TELEVISIONE

Stefania Capece “In questo campo voglio imparare dai migliori” di

CAmillA rubin

Giovane e deter minata attrice poliedrica, che lavora molto in teatro ma che presto vedremo nella attesissima Fiction di rai 1 “non dirlo al mio capo”, nuova fiction sulle madri lavoratrici e le difficoltà di conciliare casa e lavoro c o n va n e s s a i n c o n t r a d a e lino Guanciale. 66

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TELEVISIONE stefania, come nasce la tua passione per il cinema e il teatro? “Beh, cominciamo con una domanda difficile! Non so dire bene quando sia iniziata, ma deve essere stato molto presto. ricordo che già alle elementari durante la ricreazione giocavo con delle amiche a preparare recite su storie che ci piacevano. A fine ricreazione le facevamo vedere alla maestra e ai compagni di classe, proprio come fossero veri spettacoli”. Quando hai deciso che avresti fatto di questa passione, la tua vita? “Sembrerà una follia, ma io ricordo esattamente il momento. Avevo 13 anni. durante il saggio di un corso di teatro nel cortile della scuola ero nascosta tra gli alberi vestita da Titania, e vedevo bene, senza essere vista, parte del pubblico. in quel momento, subito prima di entrare in scena, ho pensato: io voglio fare questo!. da quel momento in poi non ho più cambiato idea”. Quali artisti erano i tuoi preferiti quando eri piccolina? “da piccolissima ricordo che adoravo robin Williams, forse perché per la prima volta l'ho visto in Hook e Peter Pan era il mio personaggio preferito. Avevo cassette di praticamente tutti i suoi film. di italiani invece Gigi Proietti, perché mi piaceva tanto la sua voce”. Cosa hanno pensato i tuoi genitori di questa scelta? “Mi hanno sempre supportata, e sopportata, molto. Certo, in un panorama non proprio florido per gli artisti come quello di oggi, immagino si preoccupino spesso di come andranno le cose, ma hanno fiducia in me e questo è molto di aiuto”. Quale personaggio di film avresti voluto impersonare, o in cui ti rivedi particolarmente? “Credo che sia un fatto generazionale, ma io avrei dato qualsiasi cosa per essere Hermione Granger in ‘Harry Potter’. Altrimenti Elizabeth Bennett in ‘Orgoglio e Pregiudizio’, o ancora rossella O’Hara in ‘Via col Vento’ ”. se potessi liberamente scegliere

un tuo ruolo per un film, quale potrebbe essere? e perché? “La cattiva, anche magari un po' doppiogiochista. Credo sia una fase, ma in quanto biondina e minuta finisco a fare sempre ruoli un po' più frivoli o leggeri. Mi piacerebbe fare la strega cattiva invece della principessa”. ti senti più attrice nei tuoi film o nella vita? “Nella vita. Chiaramente non intendo dire che recito sempre, anche fuori dal set. Mi piace pensare che essere essere attore comprende tutte quelle cose che vengono anche prima e dopo il personaggio: le prove, lo studio, la lettura, l'allenamento... Credo che nella vita si sia attori, mentre sul set, o sul palco, bisognerebbe cercare di essere personaggi”. dove ti vedi tra dieci anni? “Non lo so, probabilmente in una sala prove o su un set. Spero solo di arrivarci con la stessa passione che ho oggi”. Come deve essere un uomo per conquistarti ed essere il tuo compagno di vita? “Prima di tutto deve essere innamorato di me, ma questo credo che sia scontato. Poi, forse ancora più importante, devo essere innamorata io di lui. 67

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il resto alla fine conta poco”. Quali sono i tuoi progetti futuri? “Lavorare il più possibile e quanto più possibile con artisti che ammiro. Sono giovane, ho tanto da imparare e voglio imparare dai migliori”. Prediligi le vacanze al mare o in montagna? “Montagna a sciare l'inverno e mare l'estate, possibilmente in barca a vela”. Contatti: In stagram e facebook Stefania Capece Iachini


TELEVISIONE

La poliedrica Roberta Potrich Si divide tra Roma e Milano, mettendo insieme tantissime esperienze di moda, tv, teatro e pubblicità di

mArisA iACoPino

la bellezza ha il suo r uolo ma poi è la bravura a fare la differenza. rober ta Potrich è un'attrice che unisce aspetto fisico e bravura. difficilmente passa inosservata. di lei possiamo dire che ha un cur riculum che, a metter lo insieme, non basterebbero più di due pa gine della nostra rivista. i suoi lavori si snodano tra m o d a , t e a t r o , t v e p u b b l i c i t à . ta n t a c a r n e a l f u o c o p e r o t t e n e r e s e m p r e r i s u l t a t i soddisfacenti e una carriera finora molto brillante. Per ricordare tutti i suoi lavori, consigliamo un giretto sul suo sito web (www.robertapotrich.it). Ma ciò che ci colpisce particolarmente, senza nulla togliere ai tanti telefilm e fiction fatti, è la moltitudine di spot, telepromozioni e campagne pubblicitarie a cui ha preso parte. Una carriera nella carriera. E' stata testimonial di una nota casa di giochi per bambini e ragazzi e di una famosa marca di stampanti. E poi è stata protagonista di varie serie di fotoromanzi. Una come lei non poteva sfuggire a GP Magazine. roberta parlaci di te e presentati ai nostri lettori. “Prima di tutto mando un caro saluto ai lettori di GP Magazine. Ho origini trentine, da giovanissima mi sono trasferita a Milano per iniziare la carriera di modella. in seguito, dopo avere frequentato una scuola di recitazione, ho cominciato a fare l'attrice, con qualche escursione nella conduzione televisiva. Vivo tra roma e Milano per esigenze di lavoro”. Caratterialmente come ti definisci? “Mi reputo solare, imprevedibile e razionalmente sognatrice. Sono una persona tollerante e mi adatto alle situazioni. Per quanto riguarda i difetti sono abbastanza testarda, pigra, semplice ma anche complicata, una pazzerella”. Cosa occorre per andare d'accordo con te? “Essere originali, non convenzionali, simpatici e comprensivi”. 68 GP MAGAZINE


TELEVISIONE la recitazione è sempre stata una tua passione e un sogno sin da bambina? “Sì, già a tre anni mi divertivo a recitare le poesie, inventavo storie fantastiche, mettevo in piedi le varie scenette, poi, crescendo, ho capito quale fosse la mia ambizione”. da dove hai iniziato? ricordi i tuoi primi passi in questo settore? “il primo passo è stato quello di partecipare al classico concorso di bellezza 'Un volto nuovo per il cinema'. L'organizzatore del concorso, titolare di un' Agenzia di modelle a Milano, mi convocò per sostenere un provino fotografico. risultai fotogenica ed espressiva e da quel momento ha iniziato a rappresentarmi. ricordo con molta tenerezza i primi lavori nell'affascinante mondo del fashion system”. la tua attività di attrice ti ha visto protagonista in tanti telefilm, serie tv e fiction. tanti ruoli a dimostrazione della tua adattabilità. Qual è il comune denominatore dei tuoi personaggi? “Per un'attrice è importante cambiare ruolo, quando i caratteri sono diversi dal proprio diventa ancora più emozionante, è quasi come vivere altre vite. Finora ho interpretato molte figure, passando dal ruolo della giornalista a quello della escort, dalla suora alla manager, all'amante, ecc. Se devo trovare un comune denominatore dei miei personaggi è quello di una donna affascinante, di classe, più o meno forte e con un certo spessore emotivo”. da oltre 15 anni sei volto e testimonial di decine e decine di spot pubblicitari televisivi? C'è n'è qualcuno a cui sei particolarmente legata e perché? “A prescindere dal fatto che ogni lavoro mi entusiasma, mi è piaciuto particolarmente interpretare la mitica Eva kant, in un video realizzato per festeggiare il 50° Anniversario della Fiat 600. Lei è un'icona di bellezza e di forza femminile”. Cosa c'è dietro la realizzazione di uno spot di pochi secondi? “Lo spot è un piccolo film, spesso infatti si avvale della direzione di registi famosi. Pochi secondi in un film sono insignificanti, nello spot diventano fondamentali in quanto questo ristretto margine di tempo deve essere efficace per convincere della buona qualità di un prodotto, per cui la preparazione è molto impegnativa e curata in ogni minimo particolare. Lo spot si divide in 3 fasi: la pre-produzione, la lavorazione, le cui riprese possono durare anche 15 ore al giorno e per più giorni a seconda del progetto, per finire la post-produzione e la distribuzione ai media. Per ottenere 30 secondi di filmato è necessario un lavoro certosino”. la tua bellezza ti ha consentito anche di lavorare nel mondo della moda. sei soddisfatta di quanto fatto in questo ambito o lo consideri semplicemente un qualcosa in più nella tua carriera? “Lavorare nel mondo della moda è stata un'esperienza unica e bellissima, mi ha dato la possibilità di sfilare per Griffe internazionali ed essere immortalata da maestri della fotografia. La moda è arte, eleganza, fascino, gioco, impegno, disciplina, una passione che è parte di me. Seguo la moda con gusto e stile personale, senza essere una fashion victim”.

il tuo è un curriculum ricco di lavori e di esperienze, segno che chi ti ha scelta ha apprezzato il tuo modo di fare e la tua professionalità. Cosa diresti a coloro che in tv o al cinema mancano le opportunità? “Ti ringrazio del gentile complimento. Non sono all'altezza di dare consigli sull'argomento, l'importante è credere in se stessi ed essere determinati a raggiungere l'obiettivo prefissato, tenendo sempre presente che studio e sacrificio sono fondamentali”. bravura, bellezza e fortuna. in percentuale quanto hanno influito nella tua vita lavorativa questi aspetti? “direi che la percentuale è a pari merito, in principio la bellezza assieme a una buona dose di fortuna è un biglietto da visita che apre le porte, soprattutto nell'ambiente della moda, in seguito per continuare a lavorare la bravura è determinante”. C'è qualcuno a cui dire grazie riguardo i tuoi inizi? “Per quanto riguarda la moda sono stata rappresentata da una valida e seria Agenzia. il passaggio alla recitazione lo devo a un fotografo professionista che mi ha segnalato un casting di rai Fiction, l' esito positivo mi ha aperto le porte al mondo della recitazione”. in mezzo a tanti lavori, la tua vita privata ne ha risentito o ne ha beneficiato? “Questo lavoro assorbe molto tempo ed energie, all'inizio è un investimento per cui automaticamente il privato passa in secondo piano. Quando si comincia a raccogliere i frutti si assaporano anche i benefici, si può concedere maggior tempo alla vita privata, inoltre un lavoro che è una passione appaga psicologicamente”. Giochiamo un po'. tra dieci anni ci incontriamo per una nuova intervista, cosa mi racconterai? “Spero di mantenere l' entusiasmo e sogni da realizzare, di vivere serena con la mia famiglia e di continuare a fare questo mestiere, con ruoli da interpretare adeguati all'età ma sempre stimolanti”.

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MUSICA

chARTS A CURA DI SILVIA GIANSANTI IN COLLABORAZIONE CON FOXY JOHN PRODUCTION WWW.FOXYJOHNPRODUCTION.COM

cLASSIfIche TOP 10 eUROPA 1 “Work” – Rihanna ft. Drake 2 “Fast Car” – Jonas Blue 3 “Lush Life” – Zara Larsson 4 “7 Years” – Lukas Graham 5 “Hymn for the weekend” – Coldplay ft. Beyoncè 6 “In Ibiza” – Mike Posner 7 “When we were young” – Adele 8 “Stressed out” – Twenty one Pilots 9 “Love yourself” – Justin Bieber 10 “Pillowtalk” – Zayn

TOP 10 USA 1 “Work” – Rihanna ft. Drake 2 “Never forget you” – Zara Larsson & MNEK 3 “Stressed out” – Twenty one Pilots 4 ”My house” – Flo.rida 5 “Love yourself” – Justin Bieber 6 “Me, myself & I” – G-Eazy & Bebe Rexha 7 “Pillowtalk” – Zayn 8 “Sorry” – Justin Bieber 9 “Middle” – Dj Snake ft. Bipolar Sunshine 10 “Piece by piece” – Kelly Clarkson

TOP 10 ITALIA 1 “Piccoli miracoli” – Tiromancino

2 “Nessun grado di separazione” – Francesca Michielin 3 “Comunque andare” – Alessandra Amoroso 4 “Parole in circolo” – Marco Mengoni 5 “Guardami amore” – Francesco Renga 6 “Il blues della chitarra sola” – Vasco Rossi 7 “Noi siamo infinito” – Alessio Bernabei 8 “E’ solo colpa mia” – Modà 9 “Amen” – Francesco Gabbani 10 “Bologna è una regola” – Luca Carboni

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COLDPLAY La tanto attesa collaborazione tra Chris Martin e Beyoncè è arrivata. Questo è il secondo singolo in ordine cronologico del nuovo album “A Head Full of Dreams”e il cui video è ambientato in India. Il noto gruppo londinese è da sempre impegnato anche nel sociale. MIKE POSNER Il cantautore in questione proviene da Detroit e ha debuttato sei anni fa. E’ particolarmente conosciuto per i singoli “Cooler than me” e “Please don’t go”. Ha prodotto anche canzoni per vari artisti.

ZARA LARSSON E’ il nuovo singolo di questa giovane cantante svedese, in collaborazione con il cantautore e produttore britannico Uzo Emenike, in arte MNEK. L’abbiamo conosciuta grazie alla vittoria del 2008 di un talent. KELLY CLARKSON Il suo ultimo album è intitolato “Piece by Piece” e il pezzo è un inno alla maternità di ogni donna accompagnato da un video girato in bianco e nero con alcune donne che mettono in evidenza il loro pancione.

ALESSIO BERNABEI Lui è noto per essere stato il frontman del gruppo pop rock Dear Jack. L’avventura solistica è iniziata lo scorso anno, partecipando nel 2016 al Festival di Sanremo. Il singolo in questione ha anticipato l’uscita dell’omonimo album di debutto. FRANCESCO GABBANI E’ un cantautore che proviene da Carrara che ha vinto la sezione delle nuove proposte al Festival di Sanremo con il questo brano, ottenendo anche la critica del premio Mia Martini. L’album dal quale è tratto s’intitola “Eternamente ora”.


MUSICA

SPecIAL GUeST Dalla colombia con il sorriso

J BALVIN

Noto come J Balvin, arriva dalla Colombia dov’è nato a Medellìn il 7 maggio del 1985. Josè Alvaro Osorio Balvin, fin da piccolo è stato attratto dal reggae, dal rap, dalla dancehall, dalla champeta e dalla bachata. Infatti i suoi pezzi sono orientati sul raggaeton con influenze hip hop e R&B. Durante l’epoca della scuola, ha iniziato a far parte di alcune band. Per concentrarsi sulla musica, ha interrotto i suoi studi universitari. Ha fatto anche parte del gruppo Mdl, noti nella sua terra. Durante un suo viaggio negli States, ha conosciuto Fat Al, un artista colombiano che viveva a Miami e che gli ha dato il nome di J Balvin. Nel 2009 ha lanciato il suo primo singolo intitolato “Ella Me Cautivò” che ha raggiunto le classifiche americane e che è servito per lanciare l’album “Real”. Nel 2011 è stato pubblicato “El Negocio”, da cui sono stati tratti due singoli di successo prettamente colombiano quali “Sin Compromiso” e “En Lo Oscuro”. L’anno seguente ha rilasciato “Yo te lo dije” dall’album “La Familia”, riscuotendo successo in Colombia e in Romania e da cui sono stati estrapolati altri fortunati singoli. Ma il vero exploit è arrivato in questi ultimi mesi con la grande hit “Ginza” che lo sta portando in tour nelle principali città d’America. Billboard lo ha definito il nuovo artista latino di maggior successo degli ultimi anni.

YeSTeRDAY&TODAY BILLY IDOL In molti ricorderanno il bello e dannato degli anni ’80 che si presentava al pubblico con aria vissuta e sprezzante e look trasgressivo. Billy Idol, al secolo William Michael Albert Broads nato nel 1955, ha raggiunto notorietà in quegli anni grazie a singoli come “Eyes without a face”, “Rebel Yell” e “Flash for Fantasy”. La sua carriera tuttavia era già partita negli anni ’70, all’epoca del punk, militando nei Siouxsie and the Banshees. La sua attività in Inghilterra non è mai cessata, sembra aver fatto un patto con il diavolo, visto che il suo pop rock non è mai invecchiato del resto come lui. Negli anni ’90 ha tentato le vie del cinema ottenendo un ruolo in “The Doors” di Oliver Stone, ma in quel periodo è stato coinvolto anche in un terribile incidente con la moto che per poco non gli faceva rimettere una gamba. La star ha attraversato anche periodi bui a causa della dipendenza dall’uso di droghe, da cui si è salvato per miracolo. L’importante è stato rimettersi in carreggiata per il bene dei suoi figli, grazie alla musica.

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EVENTI Mass imo Mazzo tta con l ’atto re France sco Ste ll a

Massimo Mazzotta: DO IT! È l’organizzatore di alcune tra le più travolgenti e diver tenti serate romane di

mirellA dosi lent scout e organizzatore che sono oggi”. Quali sono le tue “creature” più famose? “Come accennavo, in quei lunghi anni ho imparato il mestiere, rubando con lo sguardo, ascoltando le persone, cercando di immedesimarmi nel pubblico, alla continua ricerca di riuscire a capire cosa potesse farli divertire, come regalare spensieratezza e divertimento. Ho iniziato a guardare il pubblico e a guardarmi in giro. Così personaggi assolutamente sottostimati da altre organizzazioni o presi dalla platea, seguendo i miei consigli, sono diventati protagonisti e hanno imparato a gestire un microfono, un palco, a ballare o cantare. Li ho fatti studiare, non amo l’improvvisazione o la mediocrità. Nomi? Mi piace pensare che ho dato delle chance a persone che avevano un mondo interno intero da raccontare e in parte grazie a me, ma non vorrei peccare di presunzione, hanno spiccato il volo. Parlo di note drag Queen romane, dj’s performer ed organizzatori stessi che hanno usufruito dei miei consigli. Potete chiedere in giro, nessuno disconoscerà i miei meriti”. la cosa più difficile nell'organizzare una serata? “Lo ripeto sempre a tutti gli staff con cui ho lavorato. Non mi

È l’organizzatore di alcune delle serate più conosciute negli ultimi vent’anni a r o m a t r a c u i m u c c a s s a s s i n a . ta n t o s p a valdo e accentratore in pubblico, quanto riser vato e pacato in privato. lo incontriamo per carpirgli i segreti della sua longevità in un settore dove, in genere, le grandi organizzazioni durano due o tre stagioni. massimo, quando hai iniziato a lavorare nelle discoteche? “Nel 1994. inizialmente tutto è partito non dico per gioco, ma per volontariato. Per dieci anni sono stato parte attiva nonchè Presidente di una nota associazione romana, organizzatrice di un eccellenza delle notti romane: il Muccassassina. Sono stati 10 anni intensi in cui ho dato il mio contributo a tutti i livelli. Anche per il famoso World Pride del 2000. E’ stata una gavetta impagabile, che mi ha dato tanto e a cui ho dato tutto me stesso. Lì ho certamente sviluppato quel minimo di doti di ta-

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EVENTI it!, il sabato sera del new Alibi Club. Come è nata l'idea di do it? “Mai come in questo momento storico ho sentito l’esigenza di fare un qualcosa di diverso dal mio ultimo prodotto, tra l’altro tutt’altro che morto, momentaneamente in stand by. dO iT! vuol dire ‘Fallo!’, ma non in senso volgare, sia chiaro. Fallo, fai qualcosa, non aver paura di osare, sii partecipe della tua vita, sii protagonista e non vittima degli eventi. Vuole essere un messaggio positivo di incoraggiamento per tutti, perché io ci credo veramente che nella vita tutto è possibile. Ma facendo cosa? Un prodotto la cui centralità è la musica, cercando di coniugare vecchie glorie del passato, ma sempre all’avanguardia, cercando di avere una linea musicale definita che guarda comunque al futuro. Pop, house, latino americana. Semplice da scrivere su un biglietto di invito. Creare una miscellanea in cui attirare un pubblico che ami stare in un locale in cui gli strappi il sorriso e il divertimento è il mio obiettivo”. A chi si rivolge do it? “A tutti. Lavoro ad un prodotto con seri professionisti. Credo nella meritocrazia, nello studio e nel duro lavoro. Produco uno spettacolo, spero gradevole, che non vuole avere steccati o recinti e che possa piacere a tutti. Poi la gente è libera di scegliere in base alle proprie esigenze”. tre motivi per cui scegliere do it! “Per la bravura delle persone che ci lavorano, per la buona musica e soprattutto perché’ da noi si viene accolti come degli amici con cui passare una bella serata e non come clienti da spennare. Credi siano ragioni valide? Lancio il guanto di sfida, so lets dO iT!”.

pesano le 26 ore al giorno che impiego in quel che faccio, quanto a volte far capire a chi lavora con me che tutti fanno parte di un grande puzzle e che se ne manca uno, il quadro non è completo. in un lavoro come il mio, specie se fatto con grande precisione, un ritardo o un’assenza sono un macigno che rischiano di stravolgere completamente una serata”. la cosa che ti da più soddisfazione mentre la gente si diverte? “Esattamente questo: vedere la gente che si diverte, ma attenzione, la mia prima preoccupazione è che anche lo staff si diverta. Non solo l’artistico, ma anche i tecnici, i baristi o i ragazzi della sicurezza. Se tu che vieni a ballare percepisci che hai di fronte persone svogliate, che stanno ballando, magari col broncio, non ci siamo proprio. Uno dei miei primi obiettivi è creare una famiglia più che un gruppo di lavoro. Mi piace pensare che le persone che scelgo alla fine, la maggior parte, siano davvero amici oltre che collaboratori. da qui le convocazioni in un orario in cui ci si relaziona, si fanno si le prove, ma si mangia anche qualcosa insieme, ci si scambia il pettegolezzo del giorno, a volte nascono anche degli amori. Questo clima positivo si riflette poi in serata col il sorriso sulle labbra sia dello staff che dei clienti”. un format che ti piacerebbe lanciare a roma? “Che domanda impegnativa. Credo di aver fatto di tutto in questi anni e di aver cambiato pelle ogni sei mesi. il mio è un lavoro di fantasia, l’idea di un format può nascere mentre parliamo o mentre vedo un film o leggo una rivista o durante un viaggio, uno spettacolo di strada”. il tuo 2016 è inziato con la grande inaugurazione di do

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ASTROLOGIA

Gli astri di Annamaria

Annamaria Romoli, nata sotto il segno della Vergine, studiosa di astrologia, considera la materia come un possibilità in più per conoscere se stessi e affrontare meglio la vita. Vive e lavora a Roma in ambito cinematografico.

Oroscopo di APrILE ARIETE. Un mese importante grazie ad un bellissimo Giove e Mercurio, che vi aiuteranno ad avere tutto con un po’ più di facilità rispetto al solito. Non aspettatevi cose impossibili e ricordate che piacerete di più. Finalmente sentite un vento di novità positivo e siete pieni di energia e nuove idee inaspettate. Vi verrà sicuramente una voglia di intraprendenza che vi potrebbe aprire nuove strade: sfruttatela. Ottima la salute.

Plutone possono risultare vincenti nelle cose in cui vi siete dedicati. BILANCIA. Non ci possiamo lamentare, l’unica dissonanza è quella di venere che non è in buon aspetto, ma tutto il resto fila liscio come l’olio. Ci possiamo sentire, forse, solo un poco più trascurati del solito, ma è roba da poco. Presto il partner si accorgerà di voi e così anche gli amici. Per il resto ci muoviamo bene e siamo in palla, pieni di cose da fare e da scoprire, sorretti dalla giusta grinta ed energia.

TORO. Mese ottimo, con tre pianeti positivi. Ottimo sotto tutti i punti di vista questo bel mese di aprile. Organizzate gli incontri importanti, sia di lavoro che di piacere, avete ottimi riscontri. Conquiste lavorative inaspettate e grandi riconoscimenti non solo sul lavoro ma anche in ambito affettivo. Potreste rimanere, se siete donne, anche in stato interessante. Buono il rapporto con i figli.

SCORPIONE. Mese tutto sommato positivo per le comunicazioni, risposte di lavoro o colloqui in genere, anche se ci può essere qualche piccolo fraintendimento. Qualche ritardo in linea generale è possibile, ma alla fine nulla di grave. Per il resto c’è sempre un bellissimo pianeta della fortuna, Giove, che ci assiste e ci può regalare ottime opportunità in tutti i campi: sfruttatelo a pieno. SAGITTARIO. Siete molto risoluti e intraprendenti. Non vi piace perdere tempo. Ora siete più impegnati e determinati in tutti i campi e in tutto quello che fate. Di solito portate sempre le cose a termine e anche stavolta sarà così. La strada sembra in salita, ma una volta arrivati vi sentirete felici ed appagati come non mai, anche se la fatica è stata tanta. Concedetevi qualche piccola tentazione o svago, vi farà bene. CAPRICORNO. Continua un periodo buono, dove i risultati non mancheranno di certo in vari campi. I risultati vincenti e la gente che vi sta attorno vi sta notando, per la costanza e per la padronanza con cui vi state muovendo. Incontri favoriti e prolifici, soprattutto negli affari e negli aspetti professionali. Avrete delle buone notizie.

GEMELLI. Per voi un mese migliore del precedente, anche se siete ancora sottotono, Saturno vi rende pessimisti e più chiusi, manca la spavalderia di sempre, anche se la Vergine è positiva e vi viene in soccorso, rendendo tutto più semplice. Quindi potreste conquistare come sempre il vostro posto in prima fila: fatelo. CANCRO. Un mese piacevole grazie a Mercurio che vi fa stare più in palla del solito, e le situazioni fluiscono senza problemi. Tutto procede, quasi come vorreste, senza intoppi, solo per la II e III decade ci possono essere cambiamenti non desiderati e situazioni che non avete tenuto in considerazione. Per tutti gli altri buone opportunità, da usare e sfruttare.

ACQUARIO. Siete presi da mille progetti, mille cose da fare e siete, come sempre, molto indaffarati. Naturalmente sentirete un po’ di stanchezza e potreste avere qualche dimenticanza, ma nulla di grave. Porterete a termine tutti gli impegni che avete progettato. In voi c’è una grande voglia di intraprendenza e di nuovi progetti a cui vi state dedicando. Valutate tutto bene e scartate il superfluo.

LEONE. Ci sarà solo Marte dissonante e dovrete stare attenti a come parlate perché potreste essere facilmente fraintesi, avere dei ritardi negli appuntamenti e le risposte potrebbero tardare. Ma tutto ciò che riguarda l’amore sarà invece molto piacevole e scorrevole, pieno di soddisfazioni. Potreste fare molte conquiste: datevi da fare.

PESCI. Un bellissimo Mercurio vi favorisce sulle comunicazioni e sugli spostamenti. Incontri fortunati ed interessanti. Forse troppe sono le cose da fare, soprattutto per la 1° decade, che potrebbe essere vittima di un po’ di abbattimento che porta nervosismo. Il periodo non è proprio leggerissimo ma riuscirete ugualmente a trovare le vostre piccole soddisfazioni.

VERGINE. Un bellissimo mese, soprattutto per la II decade, qualcosa vi porterà delle belle soddisfazioni. Mentre per la prima ci sarà nervosismo: attenzione a non parlare troppo, a non litigare, perché le cose andrebbero a vostro discapito. Giove vi da ottime chanche che unite a

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