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Cosima Coppola E’ un’attrice molto brava e nel 2009 è stata protagonista della seguitissima serie televisiva “Il falco e la colomba”
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Federico Valente
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Audrey Hepburn Un mito che non sfiorisce mai
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Strange Princess
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Una giornata a casa Redina Come vive la moglie di un campione di rally?
Black Iron
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Valerio Di Benedetto Protagonista di “Spaghetti Story”, presto lo vedremo nella serie “Dylan Dog vittima degli eventi”
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Barty Colucci E’ nella fiction “Bracialetti Rossi” e fa sempre parte de “Le Iene”
Alessandro Bartolucci Ha un importante esperienza alle spalle. E’ diventato popolare grazie a “Un medico in famiglia”
di Alessandro Cerreoni
Cronache italiane di Carnevale Mastrapasqua accusato di aver gonfiato alcuni rimborsi. La Electrolux che propone stipendi da fame a 7/800 euro al mese. Due fotografie di questa Italia. Due istantanee che sono il simbolo dello sfacelo a cui assistiamo silenziosamente. Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, è accusato di aver gonfiato alcuni rimborsi destinati all'Ospedale Israelitico di cui è direttore generale. Senza voler cedere alla tentazione giustizialista, lasciando alla magistratura il compito di accertare eventuali colpe del numero uno dell'istituto di previdenza sociale, quello che salta agli occhi è questo suo doppio incarico in un momento in cui si sta cercando di combattere tutti i presunti conflitti di interesse che vedono coinvolte le persone che ricoprono incarichi istituzionali. Nessuno, infatti, può cancellare il sospetto che l'interesse privato possa essere favorito dal ruolo istituzionale che si ricopre. Ma siamo in Italia, Paese delle mezze verità e dove le cose anormali spesso vengono fatte passare sottotraccia e fatte diventare magistralmente “normali”. Capitolo Electrolux. La multinazionale svedese ha presentato il suo piano economico proponendo la riduzione dei salari dei lavoratori impiegati nello stabilimento di Pordenone. La minaccia di “delocalizzare” la produzione in Polonia o in Ungheria suona come un affronto nei confronti dell'Italia, ma di questi tempi la capacità del nostro Paese di farsi sentire al di fuori dei confini nazionali è vicina allo zero. Eppure, quando la Electrolux rilevò la Zanussi, fu la Regione Friuli a sostenere economicamente questo piano, elargendo svariati miliardi di lire. In casi come questi servirebbe una politica forte in ambito internazionale, soprattutto per far capire agli altri che l'Italia è un Paese che sa difendere i propri interessi e la propria economia ad ogni costo. Una chimera per il nostro Paese che sta soccombendo di fronte al caso dei due marò detenuti in India, e che di recente non è stato capace di pretendere la libertà di un centinaio di tifosi che a fine novembre furono arrestati a Varsavia, in Polonia, semplicemente perché si erano radunati in strada per andare tutti insieme allo stadio. Un Paese che al proprio interno sa essere forte con i deboli e debole con i forti. Ad ogni livello. Intanto vedremo come andrà a finire la vicenda dei rimborsi gonfiati all'Ospedale Israelitico. Stiamo qui e aspettiamo, con il dubbio che possa andare come tante altre volte in passato. Ovvero con un nulla di fatto o con il solito pesce piccolo che finisce nella rete. E quello grande ad ingrassare la propria pancia.
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000
DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE Alessandro Cerreoni - a.cerreoni@gpmagazine.it REDAZIONE Via V. Pacifici, 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. 327.1750177 e-mail: redazione@gpmagazine.it PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Luana Di Francesco REDAZIONE Fabiola Di Giov Angelo Silvia Giansanti HANNO COLLABORATO Claudia Crocchianti, Bibi Gismondi, Simone Mori, Camilla Rubin, Adriana Soares EDITORE PUNTO A CAPO Srl PUBBLICITA’ Info spazi e costi: adv@puntoacapo.org Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it Gionata A. Mattioli - g.mattioli@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 - Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il 29/01/2014 Copie distribuite: 20.000
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#curiosity di Camilla Rubin
#Stati Uniti
Al McDonald's come al bancomat In America una coppia dopo aver comprato dei panini al McDonald's ha scoperto che dentro le buste, invece della loro cena c’erano in realtà dei soldi. Al fast food avevano tolto l’incasso e l’avevano messo in alcune buste comuni per farlo passare inosservato e depositarlo in banca ma, al momento dell’ordinazione, le buste del cibo e quelle dei soldi erano state scambiate. I coniugi però hanno pensato subito di riconsegnare i soldi… viva l’onestà!
#Giappone
La storia del gatto ferroviere
Nella città di Kinokawa, in Giappone, c’è una stazione ferroviaria diventata celebre per un motivo molto particolare. Il capostazione infatti Tama, è un gatto. L’incarico è nato quasi per caso, quando la compagnia ferroviaria che gestiva la stazione è stata acquisita e la stazione è stata ristrutturata. L’adiacente edificio, acquisito per espandere la stazione, ospitava un rifugio per gatti, e la donna che lo gestiva ha chiesto che la nuova stazione ospitasse i gatti, per evitare che fossero sfrattati. Addirittura, recentemente è stato disegnato anche un treno-gatto, dedicato a Tama, progettato dal designer Eiji Mitooka.
#Cina
Futuri sposi scoprono di essere fratello e sorella grazie al dna
Una coppia cinese, presa la decisione di avere un figlio, si è sottoposta ad un esame medico del DNA che ha evidenziato che al 99,9% i futuri sposini sono in realtà fratello e sorella. E’ venuto fuori che il padre della sposa, diversi anni prima, aveva avuto una relazione con la madre del marito, ed era nato un bambino. Non è chiaro se l’uomo non sapesse di avere avuto un figlio dalla donna, venuta a mancare alcuni anni prima, oppure abbia consapevolmente tenuto nascosta la situazione. Eppure i due ragazzi si conoscevano dall’infanzia, vivevano nella stessa città cosa che ha suscitato ben più di qualche dubbio. Sembra che gli amici della coppia avessero sospettato per via della loro somiglianza fisica, ma nessuno avrebbe mai immaginato che i due fossero realmente imparentati.
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#curiosity
#Lecce
Rapina ai video-poker frutta solo 10 euro!
Un gruppo di ladri sono entrati in un bar di Lecce per rubare il contenuto di alcuni video-poker, il tentativo, però, è fallito. I malviventi non sono riusciti a forzare le macchine. E alla fine si sono dovuti accontentare dei 10 euro del fondo cassa.
#Nebraska
Sfonda la vetrina ed ordina una pizza come se niente fosse
Nel Nebraska, un uomo ha sfondato con la sua auto la vetrina di una pizzeria per poi ordinare con tutta tranquillità una pizza. L'uomo stava facendo manovra per parcheggiare quando il piede gli è rimasto incastrato sull’acceleratore e anziché fermarsi, ha accelerato e sfondato la vetrina. A quel punto ha pensato di ordinare una pizza. Uno dei testimoni racconta che l'uomo era abbastanza sereno, come se nulla fosse accaduto. I clienti invece erano sconvolti.
#Stati Uniti
Grazie a Facebook abbraccia la sua vera mamma Grazie a Facebook una figlia ha potuto rintracciare la sua madre biologica. E’ successo ad Emily Mortier, una ragazza americana di 25 anni, che, per la prima volta, a Natale ha potuto abbracciare la sua vera madre, Stacie Wall, in una puntata del programma televisivo “Today Show”. A 18 anni Emily, data in adozione sin dalla nascita, ha deciso di cercare la sua madre biologica e per farlo ha utilizzato proprio Facebook. In soli due giorni ha rintracciato prima suo fratello e poi la madre. Anni di costanti contatti telematici, ma senza mai avere la possibilità di incontrarsi di persona. Fino a pochi giorni fa, quando un altro media - la televisione - ha consentito a Emily e Stacie di stringersi in un lungo e commovente abbraccio.
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M
olto tranquilla ma con il “chiasso dentro”, questa è Cosima Coppola, giovane e talentuosa attrice che già da una decina di anni ha saputo costruire il suo percorso con costanza e serietà. La ragazza dai bellissimi lineamenti, tipici di un’altra epoca, all’inizio sembra schiva, ma se le nomini la parola magica “danza”, non finisce più di parlare del primo amore della sua vita, nato così per caso per colpa di un problema al piede. Oggi affianca il continuo studio di questa disciplina all’attività di attrice. Come per molti artisti pugliesi che si sono trasferiti da quella terra, fatta di variopinti paesini, nella Capitale, il primo impatto con la metropoli non è stato affatto facile neanche per lei. Cosima, il trasferimento da un piccolo paesino come Fragagnano ad una grande città come Roma è stato traumatico per te, almeno all’inizio? “Per i primi mesi sì. E’ stato difficile ambientarsi in una città così grande soprattutto quando provieni da un paesino di poche anime. In seguito ho iniziato a lavorare, ho legato con alcune persone e quindi mi sono trovata bene e ho superato il distacco dalla mia famiglia. Ricordo, che proprio all’inizio, non trovando subito una casa in affitto, mi sono dovuta appoggiare presso un istituto salesiano. E’ un’esperienza che non ripeterei, in quanto gli orari mi andavano stretti, era tutto tassativo e spesso se tardavo dieci minuti le suore mi facevano restare fuori il portone”. La danza è la tua passione di vita e ti accompagna da sempre. Da dov’è nata? “In realtà mi sono avvicinata alla disciplina perché avevo un problema da correggere al piede. Da lì mi sono appassionata follemente. Quindi, una volta risolto il problema al
a m i s Co ola p p Co
di Silvia Giansanti
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Interpreta una delle tante donne di Rodolfo Valentino nella miniserie dedicata alla vita movimentata di questo personaggio. Inoltre ha girato “Furore” accanto a Giuliana De Sio, Angela Molina e altri grandi attori. E' un'attrice molto brava e nel 2009 è stata la protagonista della seguitissima serie televisiva di Mediaset “Il falco e la colomba”
Una ragazza d'altri tempi 11
Servizio fotografico interno di Franco Marocco Location: Show-Room SIA di Anna Maria Del Marro
piede ho approfondito gli studi che tutt’ora porto avanti”. Continui ad affiancare la danza al tuo mestiere di attrice? “Se posso, volentieri! Nel tempo libero è inevitabile praticare danza. Mi muovo sempre e non riesco a stare ferma”. In cosa sei specializzata? “Di base ovviamente danza classica e poi ho fatto anche funk, jazz e altro”. Ti hanno mai proposto di partecipare a “Ballando con le Stelle”? “Di solito loro cercano persone dello spettacolo che non sappiano ballare, quindi non ero adatta per questo motivo. L’avrei fatto volentieri se vigevano altre regole”. Hai un mito in questo campo? “La Fracci su tutti e poi Nureyev e Roberto Bolle”. Dalla danza il passo alla musica è breve. Cosa ascolti? “Spazio molto, non ho artisti fissi. Ascolto tutto quello che mi emoziona. Attualmente preferisco Lana Del Rey”. Hai avuto varie esperienze teatrali, tra cui “Odio il rosso” di Antonio Giuliani. Quale colore toglieresti dalla scala dei toni? “Il giallo”. Qual è il lavoro che finora ti ha regalato maggiori soddisfazioni? “Sicuramente mi ha lasciato qualcosa un film che ho girato per l’estero dieci anni fa e che in Italia non è mai uscito. Mi
piacerebbe poter continuare a fare cinema”. Ti hanno mai detto che in alcune pose fotografiche richiami molto una diva d’altri tempi? “Sì, me lo hanno detto”. Sei ancora molto giovane. Come pensi di conservare i tuoi “doni naturali? “Al momento faccio solo movimento e ancora non ci sto pensando. Curo l’alimentazione ma senza grandi privazioni. Vedremo più in là, comunque sono contraria agli stravolgimenti del viso e quindi al bisturi o al botox”. C’è un attore con cui hai avuto modo di lavorare sul set che ti ha fatto effetto? “Ti faccio un nome straniero per non fare troppi danni, Kevin Sorbo. E’ un uomo dotato di molto charme e di pacatezza”. Che mi dici invece di Gabriel Garko, visto che nel nostro Paese tutte impazziscono per lui? (Ride) “Volevi arrivare qui eh? Abbiamo un ottimo rapporto e abbiamo condiviso molti momenti lavorativi. E’ dal 2005 che va avanti il nostro sodalizio professionale. Lo stimo molto e tra noi non è successo mai nulla”. Parliamo del tuo ruolo nella fiction “Rodolfo Valentino” accanto a lui. “E’ tutto incentrato su di lui, su Gabriel. C’è tutto un giro di donne che fanno parte della sua vita e io ho un piccolo
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ruolo ma di spessore. Il personaggio che interpreto di nome Betty è un’anima un po’ ribelle, anticonformista ma con il cuore”. Che tipo di uomini ti piacciono, quelli alla Rodolfo Valentino o li preferisci timidi e imbranati? “Non sopporto gli spavaldi e gli ‘stronzi’ che se la tirano. Al momento ho voglia di stabilità, di una persona che mi faccia vivere serenamente e senza sofferenze. Preferisco l’uomo timido e misterioso che si fa scoprire lentamente”. Oltre alla fiction di cui abbiamo parlato, c’è altro? “Oltre a vari progetti che sto vagliando, ho girato anche ‘Furore’, una fiction di sei puntate sempre per la regia del bravissimo Alessio Inturri. Nel cast ci sono Giuliana De Sio, Angela Molina, Elena Russo e altri nomi di spicco”. Che tipo di ruolo ti hanno affidato? “E’ un ruolo di una persona dalle mille sfaccettature costretta a cambiare l’entità tre volte nel corso della sua vita, allo scopo di proteggere suo figlio. Quindi non ti posso fare un nome solo del personaggio”. Come sei nella vita di tutti i giorni? “Molto tranquilla ma con il chiasso dentro. Ho tante cose che vorrebbero emergere, ma sono un po’ chiusa. In fondo crediamo di conoscerci, ma non è così facile. E’ sempre una continua scoperta di noi stessi”.
CHI E’ COSIMA COPPOLA Cosima Coppola è nata in provincia di Taranto il 17 ottobre del 1983 sotto il segno della Bilancia con ascendente Scorpione. Caratterialmente si definisce sensibile, introversa, giustiziera ed equilibrata. Non ha una squadra del cuore, adora i cannelloni e ha l’hobby della danza, del canto e dell’equitazione. Le piacerebbe vivere in Toscana; al momento non possiede animali domestici ed è impegnata. Il suo anno fortunato è stato il 2005 perché ha iniziato questo lavoro in modo serio. Tornando indietro, Cosima, dopo la maturità ha deciso di trasferirsi a Roma non solo per proseguire gli studi universitari, ma anche per approfondire quelli sulla sua passione più grande: la danza. Nel 2002 ha fatto la sua prima audizione da ballerina ed è stata selezionata per la compagnia de “Il Bagaglino”, tenendo spettacoli teatrali e televisivi al Salone Margherita e proprio in una di quelle occasioni è stata notata e contattata per un provino relativo alla fiction “L’Onore e il Rispetto”. Da questo momento ha iniziato a studiare seriamente recitazione. La sua costanza è stata premiata largamente, visto che negli anni successivi ha interpretato ruoli da protagonista in diverse fiction. Per lei c’è stato anche il teatro soprattutto con lo spettacolo del 2008 “Odio il rosso” di Antonio Giuliani. L’anno seguente è arrivata una parentesi cinematografica estera con “Kings of Mykonos”. E sempre nel 2009 è stata protagonista della serie televisiva di Mediaset “Il falco e la colomba”. Tra gli ultimi impegni, ci sono un ruolo nella vita autobiografica di Rodolfo Valentino e la partecipazione nella fiction “Furore”.
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E' una rubrica che ha lo scopo di farvi conoscere in maniera diversa i personaggi che ogni giorno sono acclamati da folle di ammiratori. Questa volta dedichiamo il nostro spazio alla bella ed indimenticabile Audrey, un mito che non sfiorisce mai... di Camilla Rubin
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udrey Hepburn (nata Audrey Kathleen Ruston; nata a Ixelles (in olandese Elsene), in Belgio il 4 maggio 1929 –Morta il 20 gennaio 1993 a Tolochenaz in Svizzera per un tumore appendicolare. E’ sepolta a Tolochenaz.) è stata un'attrice britannica. Cresciuta fra Belgio, Regno Unito e Paesi Bassi, dove visse sotto il regime nazista, durante la seconda guerra mondiale studiò danza per poi approdare al teatro e infine al cinema La sua fu un’infanzia difficile, segnata dall’abbandono del padre e dalla guerra. Il padre era un ricco banchiere inglese e sua madre una baronessa olandese. Da piccola Audrey ha frequentato una scuola femminile privata a Londra e durante l’occupazione Nazista ha cominciato a soffrire di depressione e malnutrizione. Dopo la liberazione è andata ad una scuola di danza vincendo una borsa di studio ed ha poi lavorato come modella. Nel corso della sua carriera lavorò con Billy Wilder, George Cukor e Blake Edwards, oltre che con attori del calibro di Gregory Peck, Humphrey Bogart, Gary Cooper, Cary Grant, Rex Harrison, William Holden e Peter O'Toole e divenne famosa grazie a ruoli come quello di Gigi in uno spettacolo teatrale tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice francese Colette (1951), interpretazione che le valse il Theatre World Award per i debutti teatrali, della Principessa Anna in “Vacanze romane” (1953), interpretazione che le valse l'Oscar come migliore attrice, di Holly Golightly in “Colazione da Tiffany” (1961) e di Eliza Doolittle nel film musicale “My Fair Lady” (1964). Altri importanti film cui prese parte sono “Sabrina” (1954), “Sciarada” (1963) e “Come rubare un milione di dollari e vivere felici” (1966). Vincitrice di un Oscar, di tre Golden Globe, di un Emmy, di un Grammy Award, di quattro BAFTA, di due premi Tony e di tre David di Donatello, la Hepburn fu una delle figure di spicco del cinema statunitense degli anni cinquanta e sessanta. L'acronimo EGOT è stato inventato
dall'attore Philip Michael Thomas e indica quei personaggi che, nel corso della loro carriera, hanno vinto i quattro principali riconoscimenti americani che vengono assegnati ogni anno nell'ambito dell'industria dello spettacolo: Emmy, Grammy, Oscar e Tony. Fino al 2012, tra questi citiamo Audrey Hepburn, Mel Brooks, Whoopi Goldberg. Negli anni settanta e ottanta apparve sempre più raramente sul grande schermo, preferendo dedicarsi alla famiglia. Nel 1988 fu nominata ambasciatrice ufficiale dell'UNICEF e, da quel momento fino alla sua morte, si dedicò assiduamente al lavoro umanitario, in riconoscimento del quale ricevette nel 1992 la Medaglia presidenziale della libertà (Presidential Medal of Freedom) e nel 1993 il Premio umanitario Jean Hersholt (Jean Hersholt Humanitarian Award). Audrey Hepburn è stata proclamata nel 1999 la terza più grande attrice di sempre dall'American Film Institute, ed ha una sua stella sullo Hollywood Walk of Fame, al 1652 di Vine Street. Audrey Hepburn ha ispirato la figura della criminologa Julia Kendall, protagonista della serie a fumetti Julia - Le avventure di una criminologa, creata da Giancarlo Berardi e pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore. Marilyn Monroe non fu l'unica a cantare i famosi auguri di compleanno al Presidente degli Stati Uniti, John Kennedy. Anche la Hepburn, il 29 maggio 1963, ultimo compleanno di Kennedy, cantò Happy Birthday, dear Jack al Presidente. Nel 1985 i Pizzicato Five scrissero una canzone intitolata “The Audrey Hepburn Complex”. La scena di “Sciarada” in cui Regina sporca il vestito di Adam con del gelato, è ispirata ad un vero incidente che capitò ad Audrey Hepburn durante una festa: per sbaglio l'attrice aveva rovesciato del vino addosso a Cary Grant. Per disegnare il corpo della principessa Aurora, protagonista del film d'animazione “La bella addormentata nel bosco”,
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gli animatori si ispirarono all'attrice Audrey Hepburn. Il film “Colazione da Tiffany” è tratto da un romanzo omonimo di Truman Capote, ma la sceneggiatura (che ricevette anche una nomination all’Oscar) di George Axelrod si discosta moltissimo dal girato. “Colazione da Tiffany” è diventato famoso anche per le suggestioni musicali composte da Henry Mancini, il film ricevette l’Oscar nel 1962 per la migliore colonna sonora. La celebre canzone Moon River fu composta da Mancini per quel che riguarda la musica, e da Johnny Mercer per il testo. Moon River vinse anch’essa un Oscar, Mancini affermò che fu proprio la Hepburn ad ispirarlo con la sua malinconia e sommessa tristezza. Audrey Hepburn non gradiva molto i biscottini Danesi che il suo personaggio gusta nel film, anzi diciamo che li odiava tanto da chiedere al regista di poterli sostituire con un gelato. Ma Edwards non acconsentì. Era stata presa in considerazione per il ruolo principale in Cleopatra (1963), ma la parte è andata a Elizabeth Taylor. Ha confessato di mangiare bulbi di tulipano e di cuocere erba durante i duri giorni della Seconda Guerra Mondiale. Dal 1980 fino alla sua morte, ha vissuto in Svizzera con il suo compagno, l’attore olandese Robert Wolders. La gioielleria Tiffany aprì di domenica per la prima volta nella sua storia, per permettere le riprese del film la mattina del 2 ottobre del 1960, per non creare problemi a causa del corteo di Nikita Sergeevič Chruščёv che sarebbe passato poco dopo le riprese. Nel 2001 le poste tedesche avevano in programma, nell'ambito di una serie dedicata al cinema, di emettere un francobollo dedicato all'attrice, il cui rilascio all'ultimo momento non venne tuttavia autorizzato dal figlio, perché quest'ultima vi compariva con una sigaretta in mano. Nonostante questo, alcuni francobolli entrarono in circolazione, dando origine a uno dei più noti casi filatelici dell'era dell'euro.
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Calze che mania!
Per un outfit romantico, casual o eccentrico, i mille modi di dire calze di Fabiola Di Giov Angelo
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e ne sono per tutti i gusti. Lunghe, corte, parigine e con effetto tatuaggio, le calze insostituibili alleate delle donne, oltre ad essere confortevoli sono capaci di impreziosire, abbellire e movimentare il look delle donne. Sempre più di moda, soprattutto rilanciate negli ultimi anni da alcuni brand low cost, sono spesso il capo principale per uno stile trendy e giovane, basta saperle scegliere per creare look sempre diversi. Per uno stile chic e un po’ bon ton molte sono le parigine con fiocchi, nastri in raso e applicazioni da abbinare a gonne a ruota o abiti a pieghe, oppure con minidress dai modelli stampati e in colori vivaci o ancora con tubini in un nero seducente per essere sempre più chic. Se invece il look è più casual e sportivo le parigine possono essere indossate sopra i leggings a contrasto e con maxipull e stivali. Ma il gioco delle calze non finisce qui, perché grande novità di quest’inverno sono state soprattutto le calze con tatuaggio, un collant effetto nudo, semicoprente, caratterizzato da un’originale stampa nera o colorata che percorre l’intera gamba o solo una parte, come la caviglia o il polpaccio. Il tatuaggio rappresenta angeli, farfalle, rondini e cuori, ma anche rose e piccoli fiocchi. E per le più spiritose motivi colorati che riprendono stampe ironiche, scritte fantasiose, fumetti e personaggi della Disney, per creare con personalità il proprio look.
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Una giornata speciale
E' con Federico che continuiamo la nostra avventura: la decima. Noi di GP Magazine e la fotografa Adriana Soares abbiamo ideato un fashion contest rivolto a tutti i ragazzi e ragazze della porta accanto. Un modo carino di realizzare il sogno di molti ragazzi che desiderano intraprendere la carriera di modelli o semplicemente passare una giornata speciale di Adriana Soares
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un' uscita speciale, la decima, perché questa volta abbiamo scelto un ragazzo. Ed è con Federico che iniziamo un nuovo percorso... Come hai saputo del contest? “Una mia amica ha partecipato al contest per un numero di qualche mese fa, così mi ha spiegato come funziona e mi sono proposto senza nessuna aspettativa. Per gioco si può dire”. Cosa ti ha spinto a proporti a questo contest anche se fino ad ora ci sono state solo ragazze? “Bella domanda! Ero molto titubante sul fatto che qualcuno mi avrebbe risposto o addirittura selezionato, ma ho pensato che tentare non costa nulla alla fine, e che magari avrei potuto indirettamente dare l'idea di estendere il contest ad entrambi i sessi. E a quanto pare ha funzionato”. Cosa ti aspettavi della giornata? “Non avendo mai vissuto un'esperienza simile non sapevo cosa aspettarmi. A dire la verità ero semplicemente impaziente che il giorno dello shooting arrivasse, anche se ero preoccupato di non essere in grado di comportarmi adeguatamente su un set fotografico”. Come hai vissuto la giornata dello shooting? “All'inizio ero in tensione perché non sono mai stato davanti un fotografo professionista, ma fin dalle prime presentazioni ho capito subito che sarebbe stata una giornata piacevole, divertente e dinamica, proprio come Adriana, che
è un vulcano di battute e creatività!”. E' stata un'esperienza che rifaresti? “Assolutamente sì! Se solo si potesse, mi riproporrei subito. E' come tuffarsi per la prima volta, all'inizio hai timore perché non sai come sarà l'impatto con l'acqua, ma una volta che hai provato, sarà per sempre una di quelle cose che se ti capita l'occasione di fare, la rifarai con piacere”. La consiglieresti? “La consiglio a chiunque, non bisogna per forza essere o voler essere a tutti i costi un modello o una modella professionisti. E' un'esperienza diversa e mi ha insegnato anche ad affrontare le situazioni e i contesti nuovi con più sicurezza”. Cosa ti aspetti che accada ora dopo la pubblicazione? “Come ho detto l'ho fatto per gioco, è divertente per un ragazzo qualunque come me ritrovarsi su un giornale come modello famoso con tanto di intervista. Se qualcuno dovesse notare in me una particolare attitudine o caratteristica che possa ritenere interessante, sarei contentissimo di poter intraprendere un percorso come modello”. Cosa sogni? “Al momento sto scrivendo un libro e spero di portarlo a termine nel miglior modo possibile. Sogno di diventare uno scrittore professionista, ma essendo una persona molto curiosa e creativa spesso mi cimento in mille cose diverse, e a volte sono talmente immerso nel mio mondo che perdo la cognizione del tempo. Questo è il mio
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sogno, ma voglio lasciare più strade aperte, mi sembra la cosa migliore di questi tempi”. Progetti futuri? “Da poco sono tornato da un'esperienza di cinque mesi a Londra. Mi sono trovato molto bene sia per quanto riguarda il lavoro che per la vita e gli amici, quindi vorrei tornare lì presto e vedere se è lì che voglio iniziare la mia vita una volta lasciata la casa dei miei genitori”. Mentre lavoravamo, mi hai detto che ti cimenti con la scultura, utilizzando materiali di scarto... Ti và di parlarne? Come scegli i materiali, è una scelta casuale o ponderata? Ciò che crei sono cose che si possono riutilizzare o sono una ricerca del bello? “Sì, mi piace realizzare lampade con le parti dei motori delle auto in disuso. Sono autodidatta quindi spesso impiego più tempo del dovuto, ma lo faccio come hobby quindi non c'è fretta. Ogni volta è una sorpresa il risultato finale, perché la maggior parte delle volte il prodotto finito è diverso da quello che mi ero prefigurato nella mente ma è sempre e comunque piacevole. Non essendo un esperto di motori cerco le immagini su internet, selezionando i pezzi che mi piacciono di più e così mi metto alla ricerca per trovarli. Perciò posso dire che sia ponderata come scelta. Sono pezzi d'arredamento utilizzabili nel quotidiano ma sono anche elementi di design e di estetica e per questo c'è anche la ricerca del bello”.
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Strange
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PRINCESS
Photos Amarillis Cargnin
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abito/ Giovanni Cavagna manicotti / Alessandra Marchi calzature/ Cinzia Araia calze/ Calzedonia
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Photo/ Antonio Guzzardo www.antonioguzzardo.com Stylist/ Valeria Gaetano valeriagaetano.tumblr.com Make-up artist/ Valentina Pintus www.valentinapintus.com Hair stylist/ Vincenzo Panico Hair stylist's assistant/ Stefano Lanterni Model/ Maryana@yourwaymanagement Thanks to/ Officine Ferri Abbigliamento via Appia Nuova, 232. Roma 2013
capospalla in pelle borchiata/ Nue 19.04 top/ Nue 19.04 pantalone/ Masnada calzatura/ Elisa Nero
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capospalla/ Alessandra Marchi
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cappa/ Malloni
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cappotto / Daniela Bizzi camicia/ MasnadAa gilet/ Malloni
spolverino/ Sakink leggins / Masnada calzatura/ Elisa nero
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Il piacere di invitare e di essere invitato
di Adriana Soares
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Organizzare un evento o una festa non è facile. E' fondamentale la buona educazione di chi riceve l'invito nel rispondere tempestivamente senza farsi pregare
chi non è mai capitato di dover organizzare una cena, un vernissage, o almeno un compleanno, anche quello del figlio piccolo? Al di là dei problemi pratici legati all'organizzazione su come, dove, quando, cosa offrire e soprattutto chi, ossia, quanti invitati, sembrerebbe un gioco da ragazzi. Ma invece no, ecco dove vorrei arrivare. Quanti di noi avranno voluto, pensato o organizzato una festa, piccola o grande che fosse. Come invitare? Ormai i mezzi tecnologici ci vengono in aiuto. Sms, mail, whatsapp, facebook, tweeter. Bene, qualunque sia il mezzo, ciò che conta sono tre cose: la prima, che l'invito venga letto, la seconda, che sia gradito, terzo, che ti rispondano, possibilmente in tempi utili. Possibilità molto rara. Per Capodanno, molti aspettano fino all'ultimo a dare una risposta, forse aspettano qualcosa di meglio... poi finiscono con la solita fetta di zampone fredda e lenticchie “rinsecchite”. Non parliamo dello spumante che sicuramente non sarà bevibile, probabilmente per il bicchiere alternativo di plastica, magari colorato, per sdrammatizzare. I cacciatori di serate alternative o mondane aspetteranno le 20 del 31 dicembre per dare una risposta. Oppure, svaniscono nelle nebbie col vecchio anno.
La buona educazione Devo dire che per le cene, compleanni, vernissage in genere, il comportamento dell'invitato non sarà troppo diverso. Lì subentreranno altre varianti, quali: umore, se piove, o se magari l'oroscopo ne consiglia l'uscita. Non ti rispondono perché vanno sempre di corsa o perché avranno tanto da fare. Mi domando, possibile sia così tanto difficile rispondere con un semplice sms o mail? Basterebbe un “sì grazie” o un “no grazie”... magari si aggiunge qualcosa di carino. Punto. Il "grazie" è d'obbligo. Sembra così difficile scrivere tre paroline! Purtroppo, l'educazione non è più di moda, è out, è antica, è in disuso, è diversamente alla moda, è fuori servizio, è estinta. Insomma, con grande ammarezza ve lo posso confermare. Non è questione di ambiente sociale, è un morbo quello della maleducazione, della mancanza di rispetto per quella povera creatura che si agita tanto per organizzare un'occasione, magari importante o di bel significato. Inoltre, anche non volendo essere volgari, costa pure dei soldi. Ebbene sì, organizzare qualunque evento, comporta spese più o meno importanti e che variano in base al numero degli invitati.
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Per cui a chi invita, consiglio di inviare almeno tre volte l'invito, anche se il famoso: RSVP(Répondez S'il Vous Plait, Rispondere per favore) non funziona più. Bisogna ricordare di ricordare, magari uno è solo distratto e deve essere ricordato. Prego gli invitati di ricordarsi di mettersi nei panni di quel povero che organizza, che si agita nel buio, alla ricerca di risposte. Quindi, rispondete almeno 24 ore prima del giorno dell'evento. Poi, non scordatevi mai di ringraziare, se avete preso parte, di ringraziare entro 24 ore dopo l'evento. Per cortesia, non presentatevi mai e poi mai a mani vuote. Se è una cena, portate del vino, del dolce, dei fiori, una pianta alla padrona di casa. Se fè un compleanno, è inutile dire di portare un regalo. Ricordatevi che essere invitati è qualcosa di bello, è essere ricordati. Mentre per chi invita, fatte attenzione a chi invitare. Non si dovrebbe fare numero e basta. A volte la buona riuscita di una serata è data dal giusto assortimento degli invitati. Un'altra cosa che mi viene in mente: non parlate mai di politica, di religione o magari di una squadra di calcio piuttosto che di un'altra, è meglio evitare questi argomenti così che la serata possa avere una buona riuscita e non rischi di diventare un incontro di wrestling.
Si parla sempre più spesso di siti specializzati che aiutano a tradire e che forniscono consigli e filtri per evitare perdite di tempo. Uomo o donna, chi frequenta questi siti maggiormente? Ne parliamo con il dottor Marco Rossi, sessuologo e psicoterapeuta di Fabiola Di Giov Angelo
lo studio dello psi
Il tradimento
finisce nella rete N
el mese dell’amore e degli innamorati sembra un po’ irriverente parlare di tradimento, ma anche molto attuale visto che sono diventati fenomeni planetari siti come il francese Gleeden e il canadese Ashley Madison, nati per facilitare incontri extraconiugali promettendo incontri selezionati e protetti da utenti noiosi ed insistenti. Si tratta di siti che puntando sulla qualità dei profili, grazie a magici filtri in grado di garantirla, si propongono di aiutare, soprattutto le donne, a trovare l’amante giusto. I numeri confermano questo andamento e ci dicono che quasi una coppia su due è infedele e che circa la metà degli adulteri comincia proprio online e trova concretezza molto rapidamente. Ne parliamo con il dottor Marco Rossi, sessuologo e psicoterapeuta. “Il boom di questi siti è una diretta conseguenza del successo che hanno avuto le chat tra le donne – risponde il dottor Rossi -. E' infatti circa il 70% delle donne a frequentarle e lo fanno soprattutto per fantasticare sul grande amore. Si tratta di donne che hanno tra i 20 e i 45 anni, hanno una carriera ben avviata e spesso hanno già una relazione stabile, ma con la chat e almeno all’inizio, in una sorta di tradimento virtuale gratificano se stesse, risvegliando vecchie emozioni, sentendosi di nuovo molto desiderabili e accogliendo attenzioni ormai dimenticate. Con il tempo – aggiunge Marco Rossi – questa forma di tradimento virtuale ha preso piede e si è concretizzata, a tal punto che esiste una sorta di parità di numero di tradimenti tra uomini e donne. Infine – conclude Rossi – anche il rischio della morte o il fatto di essersi avvicinate alla morte per un’esperienza personale di malattia può indurre al tradimento come per celebrare una sorta di ritrovata vitalità”.
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sico lo studio dello p “Il tempo può risolvere molti problemi. Ma quelli che il tempo non può risolvere, li dobbiamo risolvere da soli” Haruki Murakami
Come risolvere i problemi
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A cura del dottor Fabio Cannistrà
utti abbiamo dei problemi e tutti abbiamo delle risorse che ci aiutano a risolverli: l'importante, è affrontarli. Con questa nuova rubrica faremo proprio questo: aggiungere nuove risorse al nostro bagaglio e imparare a usare meglio quelle di cui già disponiamo, per affrontare i nostri problemi con degli strumenti in più. Ma di quali problemi stiamo parlando? Mettiamola così: esistono sostanzialmente tre grandi tipologie di problemi. Il primo tipo è composto da tutti quelli per i quali già disponi delle risorse necessarie a risolverli. Sono piccoli ostacoli facili da saltare, come lievi fraintendimenti che vanno chiariti, piccole situazioni che destano qualche preoccupazione, compiti lavorativi e familiari poco impegnativi, e così via. Per usare una metafora, in queste situazioni è come se dovessimo organizzare un pranzo importante, disponendo già di ingredienti e ricetta: sarà impegnativo, ma possiamo farcela. Il secondo tipo di problemi riguarda quelli per i quali abbiamo bisogno di qualche risorsa in più, di una piccola spinta, di un suggerimento, di un incoraggiamento. Non abbiamo di fronte una montagna da scalare, ma dobbiamo munirci comunque del giusto equipaggiamento. Può trattarsi di situazioni in cui un consiglio di un conoscente, lo studio di una strategia, l'ampliamento dei punti di vista e delle soluzioni possibili ci tornano utili per sciogliere una situazione un po' più complessa di quel che pensavamo. Tornando al nostro pranzo, in questo caso ci manca qualche in-
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grediente o qualche passaggio della ricetta, ma se qualcuno ci indica dove trovarli o se ci viene prestato un libro di ricette adeguato riusciremo senz'altro a portarlo a termine. Il t erz o tipo di problemi, infine, sono quelli per i quali abbiamo bisogno di un professionista, perché le nostre sole risorse sono insufficienti. Qui la montagna ci sembra alta e le nostre forze troppo poco adatte a scalarla. Sono tutte quelle situazioni in cui ci sentiamo impotenti, incastrati, senza via di uscita, in pericolo e incapaci di produrre nuove soluzioni. Quelle situazioni in cui magari abbiamo già tentato tanto ma senza successo, al punto che ora niente di ciò che potremmo fare ci sembra valido. Nella nostra metafora, il pranzo da fare è un pranzo nuziale, per il quale ci occorrono conoscenze e ingredienti di cui ci sembra non aver mai sentito parlare, e riuscire a farcela in tempo per l'occasione sembra impossibile. Sebbene qualche suggerimento per quest'ultimo tipo di problemi potrà sempre venire fuori, con questa rubrica cercherò di dare dei suggerimenti pratici e utili per tutti quei problemi che ricadono nelle altre due tipologie: per la seconda, in modo da poter indicare qualche ingrediente nuovo, di cui prima non si conosceva l'esistenza; e per la prima, in modo da suggerire nuove strategie che rendano ancora più efficace le nostre performance. Il lavoro di uno psicologo, in fondo, è anche questo. Se avrai richieste particolari e curiosità scrivi pure un'email: risponderò volentieri su queste pagine.
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Il Dott. Flavio Cannistrà è uno psicologo clinico e formatore. Riceve presso gli studi di psicologia a Monterotondo in via L. Gagliardi 34/A, e a Roma in v. Corvisieri 17. Leggi i suoi articoli divulgativi su www.lostudiodellopsicologo.it o contattalo per un appuntamento al 340.95.488.35
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Dietacare , ®
addio massa grassa!
Con la consulenza della dottoressa Raffaella Ceriello
Che cosa è Dietacare ® ? “Un sistema funzionale di dimagrimento che si avvale di prodotti pronti, sicuri ed efficaci”.
In cosa consiste il program ma Dietacare ® ? “Si tratta di un protocollo composto da 3 fasi fondamentali. La prima preparatoria, detta ‘prefase’, che dura 15 giorni e durante la quale si assumono integratori, che hanno l’obiettivo di preparare l’organismo ad un dimagrimento veloce e sicuro. La seconda detta ‘intensiva’ che può durare dai 21 ai 28 giorni a seconda del peso da perdere, durante la quale si consumano pasti proteici. Infine una terza fase detta ‘transitoria’ durante la quale gradualmente si reinseriscono tutti gli alimenti. Questa fase è considerata fondamentale e indispensabile per stabilizzare gli obiettivi raggiunti”.
Dietacare® è un programma alimentare che permette di perdere il grasso superfluo, conservando intatta la massa muscolare, per un aspetto più tonico ed un corpo più sano. erdere peso, in tutta sicurezza, non rinunciando al gusto Lo stesso e risparmiando gran parte del tempo, che nelle diete tra- programma vale dizionali viene impiegato per pesare gli alimenti, è anche per chi quanto di meglio si possa chiedere ad una dieta. E’ quello che vuole perdere propone il metodo Dietacare® di Named, basato sull’induzione forzata della chetogenesi per arrivare al dimagrimento. soltanto 3 o 4 Un modello dietetico normoproteico, utilizzato per la prima chili?
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lo studio dello psicologo
volta negli anni ‘70 dal professor Blackburn dell’Università di Harvard, che consiste nel privare l’organismo di glucosio, in assenza del quale si attiva una via metabolica alternativa, la chetogenesi, che permette alle cellule di produrre energia utilizzando i corpi chetonici. Ne abbiamo parlato con la dr.ssa Raffaella Ceriello, farmacista, esperta in nutrizione, responsabile tecnico NAMED e responsabile del progetto Dietacare®, che ci ha spiegato come, grazie a questo metodo, si riesca a perdere peso in tempi rapidi e in maniera mirata visto che agisce sul grasso localizzato, ci si senta incoraggiati e soddisfatti e si abbia una sensazione di benessere che è uno stimolo a continuare e ad andare avanti senza fatica.
testato scientificamente
Named S.p.A. Via Lega Lombarda, 33 - 20855 Lesmo (MB) Tel. +39 039 69 85 043/051 infodietacare@named.it www.named.it
“E’ stato messo a punto un ‘Kit dieta breve’ ottimo per chi vuole, dopo le feste o prima di un evento o in prossimità delle prova costume, perdere qualche chilo di troppo. E’ un protocollo che dura circa 25 giorni e che permette di raggiungere facilmente i risultati desiderati”.
Oltre al dimagrimento, quale è il valore aggiunto di questa dieta? “E’ stato studiato che i benefici di una riduzione di peso del 10% portano ad un miglioramento del controllo glicemico, riduzione dell’ipertrigliceridemia, aumento del colesterolo buono, riduzione della pressione arteriosa e miglioramento significativo della respirazione. Per queste ragioni il metodo Dietacare®, in quanto finalizzato alla riduzione del peso, può aiutare nella prevenzione e cura di alcuni disturbi e patologie”.
Un sistema facile da seguire, ma anche veloce e sicuro…
Di che tipo di alimenti si tratta e che sapore hanno?
“Il programma Dietacare® è ben dettagliato, i pazienti hanno a disposizione uno schema alimentare, che li accompagna in tutte le fasi, seguendo il quale non si può sbagliare. Si tratta di un programma testato scientificamente e del quale la sicurezza è garantita anche dalla consulenza di un medico o biologo nutrizionista che prescrive gli esami e segue il paziente nell’intero periodo di durata della dieta”.
“Sono di gusto italiano. Quasi tutti, per scelta, sono prodotti artigianalmente da aziende italiane, privilegiamo così il made in Italy e preserviamo gusto e sapori italiani. Sono tutti alimenti semplici, come pasta, grissini, biscotti e salatini, tutti molto appetibili, che simulano un’alimentazione normale contribuendo a mantenere il buon umore di chi sceglie la nostra dieta”.
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lla A cura de NNA DUVALLI AA ta DOTT.SS fessionis libero pro a ic tr e st O ata Naturop itatrice Uroriabil i.it naduvall n .a w w w
Le virtù della
Curcuma
I rimedi e la prevenzione verso le malattie arrivano come sempre dalla natura. Vi spieghiamo i benefici della curcuma e la sua potente azione antibatterica, anti-infiammatoria e antitumorale
lo studio dello psicologo
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efinita l’oro giallo che allunga la vita. La curcuma era diffusa nella regione di Okinawa come colorante, spezia e medicinale. L’isola è celebre per la longevità dei suoi abitanti e per il numero di centenari. Anche se è stata introdotta in europa in tempi antichi, la curcuma non è mai entrata a pieno titolo nelle tradizioni culinarie occidentali. Si ottiene dalla polverizzazione del rizoma (il fusto carnoso simile alla radice), ricco di potassio e vitamina C, carotenoidi, oli essenziali, proteine e pigmenti tra cui la curcumina. Generalmente viene commercializzata già in polvere “pura” oppure miscelata con altre spezie nel curry. Se si trova invece la radice intera, il consiglio è d grattugiarla direttamente sulla pietanza per sfruttare al massimo l’aroma e i principi attivi.
Le proprietà utile per la nostra salute sono: Ha proprietà digestive, antitumorali, anti-età e dimagranti; Il suo principio attivo la curcumina abbassa il colesterolo ed è un indiscusso antiossidante; Cura gli stati infiammatori dello stomaco e le ulcere; Ha proprietà antibatteriche ed accelera la cicatrizzazione delle ferite; La curcumina, ha guadagnato l’attenzione della farmacologia moderna, che l’ha considerata efficace nella prevenzione di almeno otto tumori: colon, bocca, polmoni, fegato, pelle, reni, mammelle e leucemia; È capace di modulare e proteggere il fegato affaticato preservando le cellule epatiche dai danni che spesso una dieta ricca di grassi e di alcol può causare; Facilita la digestione dei grassi (riducendone l’assorbimento) e stimola l’organismo a bruciare più calori.
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Controlla i livelli di glicemia del sangue, impedisce un’eccesiva produzione di insulina e di conseguenza fa assimilare meno zuccheri e accumulare meno grassi. La curcumina,secondo la ricerca potrebbe colpire meccanismi coinvolti nello sviluppo della malattia di Alzheimer. I ricercatori del Cedars-Siani Medical Centere di Los Angeles hanno analizzato la capacità di un farmaco a basa di curcumina di rigenerare le cellule colpite dall’ictus;
Le controindicazioni sono: Gravidanza e allattamento; Ulcera e calcoli della colecisti (anche se ha un effetto gastroprotettore, se presa in dosi eccessive può causare disturbi e bruciori di stomaco); Bambini al di sotto dei 2 anni; Problemi di coagulazione del sangue.. (tratto da www.metamedicina.it)
lla A cura de NNA DUVALLI AA ta DOTT.SS fessionis libero pro a ic tr e st O ata Naturop itatrice Uroriabil i.it naduvall n .a w w w
Il massaggio infantile
L'arte di massaggiare il proprio bambino
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l massaggio infantile è una tradizione antica, fa parte di quella modalità di accudimento che viene tramandata da genitore a genitore e il cui scopo principale è far stare bene il proprio bambino. Attualmente anche in ambito medico ne è stata rivalutata l’importanza e il contributo per il benessere dei bambini e dell’intera comunità. L’insegnante di massaggio infantile, svolge la sua funzione, insegnando alle figure genitoriali a massaggiare il proprio bambino, utilizzando un bambolotto. I corsi di massaggio infantile sono rivolti ai neo genitori e ai loro bambini di età compresa tra 1 e 12 mesi. Durante il corso l’insegnante dimostrerà le varie tecniche di massaggio su di un bambolotto, mentre i genitori le applicheranno direttamente sul proprio bimbo. I corsi possono essere organizzati sia in forma privata, presso l’abitazione del bambino, sia in gruppo presso una palestra attrezzata con una sala studiata per accogliere questo tipo di eventi.
lo studio dello psicologo
Gli incontri di preparazione Durante gli incontri vengono trattati i seguenti argomenti: Il legame madre-padre-bambino; La comunicazione non-verbale (il sorriso, lo sguardo, il contatto attraverso la pelle); La teoria e la pratica del massaggio infantile; Il rilassamento del bambino ed i benefici del massaggio sui sistemi nervoso, immunitario, circolatorio e respiratorio; L’applicazione del massaggio per il trattamento di alcune manifestazioni comuni nella prima infanzia come coliche addominali, meteorismo, stipsi e il pianto; Il massaggio e il bambino prematuro, ospedalizzato, disabile; L’evoluzione del massaggio durante la crescita del bambino.
Dieci minuti di massaggio e il bambino cresce meglio Un articolo riguardante uno studio effettuato in Italia sul massaggio infantile, afferma “Dieci minuti di massaggio e il bambino cresce meglio”, l’autore dell’articolo è Alex Saragosa, la rivista è il Venerdì di Repubblica, con data 29/05/09. “I piccoli sottoposti al massaggio sviluppano più in fretta vista e attività cerebrale e mostrano meno stress. Lo dice una ricerca italiana condotta su venti bimbi prematuri. Il merito? Tutto di una molecola”. Lo studio si è svolto su venti neonati prematuri (nati dopo 34-35 settimane di gestazione). Dieci di questi sono stati massaggiati per 14 giorni (dieci minuti al giorno), dieci invece
non hanno ricevuto il massaggio. Alla fine di questo periodo e poi ancora per tre, sei e dodici mesi dopo, i bambini sono stati sottoposti a diversi test. I dieci neonati massaggiati avevano una vista più sviluppata, un accrescimento corporeo più rapido, una maggiore attività cerebrale (misurata mediante elettroencefalogramma) oltre che minori livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Questo vantaggio di sviluppo si è mantenuto fino ad un anno di età, cosa assolutamente sorprendente, visto il brevissimo tempo di trattamento. Studi paralleli sono stati poi condotti su ratti neonati, massaggiati con uno spazzolino da denti. I test hanno evidenziato, come il tramite fra la stimolazione sensoriale tattile e lo sviluppo accelerato del cervello sembri essere una molecola proteica, L’igf1 (Insulin-like Growth Factor 1), prodotta dal fegato. Un secondo articolo riguardante una ricerca effettuata sul massaggio, si intitola “Childrens’ distress during burn treatment is reduced by massage therapy”. Gli autori sono Hernandez-raif M, field T, Largie S, Hart S, Redzepi M, Nieremberg B, Peck TM. Touch Research Institutes, University of Miami School of Medicine, Florida 33101, USA. (WWW.pubmed.gov). Lo studio è stato pubblicato sul “journal of burn care & rehabilitation” del marzo- aprile 2001. Prima dei cambi di medicazione, 24 bambini (età media 2,5 anni), ricoverati in ospedale per gravi ustioni, ricevevano oltre alle cure standard anche il massaggio, nelle parti del corpo che non erano state danneggiate. Durante il cambio della medicazione, i bambini che erano stati massaggiati, mostravano meno stress ed erano presenti meno movimenti del corpo, in reazione al fastidio. Al contrario, i bambini che non avevano ricevuto il massaggio, in risposta al cambio di medicazione, evidenziavano maggiori smorfie del viso, il pianto e maggiori movimenti del corpo in risposta al dolore. Anche gli infermieri segnalavano una maggiore facilità nel completare la procedura di medicazione nei bambini del gruppo del massaggio. Questi risultati suggeriscono che il massaggio attenua le risposte negative e l’angoscia dei bambini nei riguardi delle procedure mediche. Il tatto si sviluppa nell’embrione prima dell’ottava settimana di gestazione, quindi la sensibilità della pelle è una delle prime funzioni che si sviluppa e il contatto è il primo scambio, la prima comunicazione con l’esterno.
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Il miracolo Il pH è il fattore chiave della nostra salute. Se diventiamo troppo acidi, ciò crea un forte stress all'organismo e iniziamo a perdere dei minerali importanti come meccanismo di reazione che induce l'organismo ad immetterli in circolo per controbilanciare l'acidità. Si basa su questi principi il libro del dottor Robert O. Young, che ha come obiettivo quello di fornire preziose informazioni e consigli per raggiungere uno stato di salute ideale e tenere lontane le malattie
lo studio dello psicologo
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l Dottor Robert O. Young ci illumina con la sua grandiosa comprensione di come recuperare la salute, estendere la longevità e sentirsi meglio velocemente. L’equilibrio del nostro pH corporeo è la chiave per godere di una salute, un peso, una chiarezza mentale ed un vigore generale ottimali. Questo attraverso il raggiungimento del giusto equilibrio nutrendo il nostro corpo con determinati cibi capaci di creare un ambiente alcalino e dite addio alla scarsa energia, alla cattiva digestione, ai chili in eccesso, a dolori e sofferenze, e alle malattie. Questo programma innovativo di comprovata efficacia, sperimentato da più decenni, incide sulla nostra chimica corporea per rivitalizzarci e mantenerci in salute.
Nutrienti essenziali Un programma totalmente nuovo che fornisce le più importanti sostanze di cui il vostro corpo ha bisogno: la clorofilla degli ortaggi vedi, gli indispensabili oli e i sali minerali puri. Acqua alcalina e ionizzata La bevanda più importante; assicuratevi che la vostra sia sicura, pura e abbondante. Depurazione Rimuove le impurità e normalizza la digestione e il metabolismo con nuove modalità per disintossicare il corpo.
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Integratori Come selezionarli, comprarli e calcolarne il giusto dosaggio. Esercizio fisico adeguato Un capitolo interamente nuovo in cui esercizi fisici alcalinizzanti aiutano a mantenere il corretto livello di pH. Cibi alcalini Più di trentacinque nuove ricette capaci di innalzare il pH, che aiutano ad equilibrare facilmente il vostro corpo, utilizzando cibi come pomodori, avocado, germogli, noci, limoni, lime, pompelmi ed ortaggi verdi.
del pH Alcalino Il dottor Robert O. Young con sua moglie Shelley
Per richiedere il libro e/o per avere maggiori informazioni sull'argomento: Associazione Benessere Alcalino Villanova di Guidonia (Roma) via Ciro Menotti 20 Tel. 0774 - 554670
lo studio dello psicologo
L'intervento del dottor Roy Martina
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er rendere l'idea dell'importanza di questa pubblicazione riportiamo integralmente la prefazione di Roy Martina, medico-scrittore. “E' con grande piacere che scrivo questa prefazione per il bestseller di Robert Young 'Il Miracolo del pH Alcalino'. Nei miei 30 anni da medico olistico, ho visto così tanta gente soffrire inutilmente per malattie croniche. Molti paziente guariscono lentamente se le condizioni di base non sono buone. Pertanto consideriamo il ruolo della nutrizione in due modi: come un fattore primario, in grado di causare malattie; oppure, come un fattore di arresto delle malattie nella guarigione. Il pH è il fattore chiave in tale concezione; se diventiamo troppo acidi, ciò crea un forte stress all'organismo ed iniziamo a perdere dei minerali importanti come meccanismo di reazione che induce l'organismo ad immetterli in circolo per controbilanciare l'acidità. Nella mia esperienza pratica, ho ri-
scontrato che quasi l'80% delle persone affette da malattie croniche ha un pH fuori controllo, se questo non viene bilanciato. I lettori di questo libro posseggono un manuale basilare per capire come rimanere in salute sino agli ultimi giorni delle loro vite e come prevenire la maggior parte delle malattie dell'occidente civilizzato, quali l'arteriosclerosi, l'ipertensione, l'artrite, l'artrosi, il cancro e la demenza. Più del 75% delle persone viene ucciso da questo genere di malattie. Quindi, eccovi il mio consiglio: leggete questo libro e leggetelo ancora finché padroneggiate le informazioni ed iniziate a viverle e ad applicarle nella vita quotidiana. Noterete dei risultati già nel primo mese: aumentata energia, più resistenza, mente più limpida; la qualità del vostro sonno cambierà insieme a molto altro. Se questo sapere diventasse sapere comune, i costi della medicina calerebbero enormemente e meno persone si ammalerebbero. Ciò che è triste è che
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gran parte dei medici, convenzionali ed alternativi, non sono consapevoli dell'importanza di tali informazioni. Godete di un grande vantaggio nell'avere tale libro tra le vostre mani, potendo usufruire di una scienza tanto cristallina quanto convincente. Il merito del Dottor Young consiste nel modo con cui spiega tale materia complessa, rendendola comprensibile persino ad un quattordicenne ed adottabile nella vita di ogni giorno. E' un onore per me aver ricevuto l'invito a scrivere una prefazione per questo libro capace di cambiare la vita. La mia competenza è nell'insegnare a gestire lo stress nella malattia e ad usare la mente per guarire da soli; e questi sono mezzi molto importanti dei nostri strumenti terapeutici contro la malattia. Quando vengono combinati con l'appropriato equilibrio del pH, i risultati sono addirittura migliori e più veloci, per cui sono sicuro al 100% che questo libro apporterà un grande contributo alla qualità della vostra vita”.
L'Associazione Parent Project onlus si occupa dei bambini affetti da distrofia di Duchenne. Ne parliamo con Fabio Amanti, membro dell'associazione e in prima linea contro questa patologia
L'amore
lo studio dello psicologo
vince sempre L
a distrofia di Duchenne è la più frequente e la più conosciuta tra le distrofie muscolari dell'infanzia. Ha un decorso relativamente rapido e attivo. Essa è anche detta distrofia muscolare generalizzata dell'infanzia. In questa intervista Fabio Amanti ci parla dell’Associazione Parent Project onlus che si occupa da anni proprio della distrofia di Duchenne. Parlare di Parent Project ONLUS per te non è facile, visto che combatti contro questa malattia e per i diritti riservati a coloro che soffrono della Duchenne da quando è nato tuo figlio. Qualcosa sull’associazione puoi dirlo? “Parent Project è un'associazione di genitori e pazienti che, fondata nel 1996 da un padre di un bambino affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne, opera a livello nazionale e internazionale per sconfiggere questa patologia e per migliorare la qualità di vita dei bambini e ragazzi che ne sono affetti. L’associazione si compone di diverse aree. L’area scientifica, composta da quattro biologhe molecolari, lavora alla traduzione e divulgazione delle novità scientifiche sulla patologia che vengono pubblicate nel mondo, segue i progressi dei trial clinici
in corso e, in particolar modo, lavora sul Registro Pazienti Italia DMD/BMD attraverso il quale i pazienti vengono reclutati per i trial clinici aggiornando continuamente le loro schede mediche. Dal punto di vista socio assistenziale in associazione è presente il CAD (Centro Ascolto Duchenne – n° verde 800.943.333) nazionale, servizio gratuito, che si compone di due psicologhe, una assistente sociale ed un fisioterapista e che si occupa della parte relativa all’accoglimento delle nuove famiglie e al supporto psicologico, delle pratiche burocratiche, all’inserimento scolastico e lavorativo. Da due anni il CAD svolge anche la funzione di supporto psicologico alle famiglie in alcuni dei trial clinici in corso. Al CAD nazionale fanno capo attualmente altri 11 CAD locali (2 in Piemonte e Lombardia, 1 in Liguria, Marche, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna). L’obiettivo futuro è quello di aprire almeno un CAD locale in ogni Regione. In associazione è inoltre presente l’area rapporti istituzionali e internazionali, l’area raccolta fondi, l’ufficio stampa, il settore grafico, la contabilità e la segreteria. Insomma una struttura complessa per una patologia complessa”.
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Lo Stato e la legge vi tutelano o ci sono problemi? “I problemi a livello burocratico per i pazienti e le loro famiglie sono sempre tantissimi, ma non sempre sono riconducibili alle leggi. Le leggi che tutelano la disabilità ci sarebbero, il problema è la loro interpretazione e applicazione e questo avviene a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, anzi nel caso di Roma addirittura variano da ASL a ASL, questo è veramente inconcepibile e inaccettabile. Ci sono poi anche delle carenze legislative; ad esempio i LEA (livelli essenziali di assistenza) e il nomenclatore tariffario di protesi e ausili sono entrambi ormai vecchi di più di 10 anni e le cose sono cambiate tantissimo in questo tempo così come i costi degli ausili necessari ai nostri figli”. Con gli altri familiari che rapporti hai? “Per fortuna ottimi, ma credo dipenda da tanti fattori. Sicuramente una famiglia unita resta tale anche di fronte ad un problema molto grande ma molto conta anche l’atteggiamento che si ha di fronte alla patologia che ha colpito tuo figlio. Quando si riceve una diagnosi per un figlio come quella delle DMD è tutta la famiglia a sentirsi 'malata'. Si tende a vedere il proprio figlio esclusivamente come un disabile. La realtà è ben diversa, Daniele è un bambino, con i suoi sogni, i suoi desideri, i suoi momenti di felicità e di gioco. Daniele è anche affetto da una patologia grave ma non è solo un malato. Insomma anche per noi è stato così ma grazie all’aiuto degli specialisti dell’associazione ne siamo usciti. Anche questo aiuta a migliorare i rapporti con familiari ed amici e a condurre una vita normale compatibilmente con le esigenze di Daniele”.
Daniele va a scuola, come vive la situazione e che rapporto ha con i compagni e le insegnanti? “Daniele si è reso conto sin dalla scuola materna delle 'differenze' con i suoi compagni. Già l’anno scorso ci ha posto la domanda: 'perché non corro come i miei amichetti?'. Non è stata una domanda facile a cui rispondere ma abbiamo cercato di spiegargli che siamo tutti diversi e che in particolare i suoi muscoli fanno i 'capricci' e si stancano prima di quelli dei suoi compagni. Da allora partecipa a modo suo ai giochi con i suoi amici senza farsi grossi problemi. Insomma al momento siamo contenti del livello di integrazione nell’ambito scolastico. Per quella che è la nostra esperienza i bambini sono molto più 'inclusivi' di quanto si pensi. Diverso il discorso per gli adulti. Da una parte ci sono genitori fantastici con i quali abbiamo un rapporto di amicizia e per i quali la disabilità di Daniele non è un ostacolo, dall’altra ci sono genitori per i quali il concetto di inclusione è latente. Ad esempio, Daniele non ha potuto partecipare a delle feste di compleanno di alcuni suoi amichetti perché organizzate in un campo di calcetto a giocare a pallone. In quei casi l’alternativa per lui era o stare in disparte fuori dal campo oppure non andare. Abbiamo optato per la seconda. Per quello che riguarda il rapporto con gli insegnanti si trova molto bene, io lamento una certa mancanza di volontà nel capire a fondo la patologia dal quale Daniele è affetto, non è raro che mo figlio torni a casa con quaderni da colorare che a scuola non ha finito 'perché distratto o svogliato'. In realtà Daniele è più lento, fa più fatica e si stanca effettivamente prima”.
Progressi tecnici sulla malattia ci sono? “Purtroppo non c’è ancora una cura ma i progressi sono stati tanti, basti considerare che le aspettative di vita sono più che raddoppiate grazie alla prevenzione (posturale, respiratoria e cardiaca). La Duchenne è una patologia complessa che colpisce tutti i muscoli del corpo compresi quelli adibiti alla respirazione e il cuore. Le cellule muscolari, a causa della mancanza della proteina 'distrofina', si infiammano, muoiono e quando l’organismo non riesce più a rimpiazzarle con altre cellule muscolari (con lo stesso problema) queste vengono sostituite da tessuto connettivo. Il muscolo non ha più la facoltà di contrarsi, non perde massa ma non è più muscolo. Inoltre, ci sono tanti trial clinici in corso, tra alti e bassi come qualsiasi sperimentazione. A questo proposito occorre sempre tenere a mente che un trial clinico non è una cura ma una sperimentazione che dopo essere stata condotta nei laboratori passa sui pazienti. I risultati possono non essere quelli che si sperano ma la scienza impara anche dagli insuccessi. Io mi sento fiducioso ma quello che desidero di più per mio figlio è che comunque vada lui possa essere sereno”. Un appello che vorresti fare e a chi rivolgerlo? “Ce ne sarebbero tanti di appelli da fare a partire dalle istituzioni fino ai pazienti stessi. Forse quello che mi sento di fare oggi è alla società perché diventi più inclusiva e rispettosa delle necessità delle persone affette da disabilità, in fondo chi non ha un qualche tipo di disabilità?”.
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La pianificazione finanziaria:
significato e utilità
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a pianificazione finanziaria è un termine poco noto al grande pubblico e nella maggior parte dei casi l’accezione con cui viene identificato è quello della gestione dei propri risparmi o delle proprie risorse finanziarie. Certamente la gestione delle proprie risorse finanziarie è un aspetto della pianificazione finanziaria ma certamente non il primo, né l’unico. La pianificazione finanziaria implica un’analisi di tante esigenze ed obiettivi finanziari e non del nucleo familiare quali ad esempio: Mettere ordine nella propria situazione finanziaria, previdenziale e assicurativa; Essere autonomi e consapevoli nelle scelte eliminando il fattore emotivo e la
pressione commerciale; Poter disporre di un unico interlocutore ed acquisire potere contrattuale nei confronti degli intermediari; Proteggere il patrimonio e gestire i rischi; Gestire un’eredità o un bene inaspettato; Crearsi un’integrazione pensionistica adeguata al proprio tenore di vita; Realizzare una corretta ottimizzazione fiscale relativa al patrimonio finanziario. Tutto ciò attraverso una serie di attività propedeutiche quali: Analisi dello stato patrimoniale, conto economico e cash-flow del nucleo familiare; Pianificazione previdenziale, assicurativa indipendente; Pianificazione fiscale, immobiliare, successoria (insieme ad altri profes-
sionisti); Pianificazione protezione del patrimonio complessivo da potenziali cause di aggressione; Valutazione e analisi di situazioni debitorie (mutui, leasing, fideiussioni, garanzie). Lo scrivente studio di consulenza finanziaria indipendente supporta da anni la propria clientela verso una corretta pianificazione finanziaria lavorando in staff con professionisti specializzati nelle diverse discipline al fine di gestire e colmare tutte le esigenze che possono emergere nel corso della pianficazione. Nei prossimi interventi su questa rivista entreremo nel dettaglio di alcuni aspetti della pianificazione finanziaria per fornire al lettore informazioni e spunti di riflessione.
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Tutto sulle pareti! Sempre più spesso per questioni di spazio le pareti di una casa assolvono a più funzioni di Fabiola Di Giov Angelo
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er molto tempo le p a r e t i sono state sinonimo solo di quadri e specchi. In realtà la superficie che delimita lo spazio di una stanza può svolgere mille funzioni compresa quella di amplificare gli spazi che contengono utensili ed esporre oggetti preziosi per la loro utilità oltre che belli da vedere. Dalle librerie agli orologi, dai vani portatutto alle mensole, per finire con caloriferi e armadi leggeri da appendere alle pareti e declinarle così nelle loro mille soluzioni.
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A San Valentino la voglia di eros e di amore si manifesta anche negli arredi della casa
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ronia, passione, calore e un pizzico di trasgressione sono le componenti fondamentali in una relazione amorosa. Elementi che arricchiscono il rapporto di coppia e che possono, con un po’ di fantasia, ispirare l’arredamento della casa, con piccoli particolari e calde suggestioni, senza mai dare nulla per scontato. Candele, lampade, tappeti, ma anche caloriferi ironici e fragranze inebrianti per scaldare la casa e l’atmosfera.
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La vita è bella e buona con Incontria mo Cos chef e tit imo De V ita, olare di qu ristorante esto c he s i contradd istin qualità d gue per ei prodo bontà de tti, gli ingre dienti, varietà d ei piatti e prezzi contenu ti
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Beppe Vessi con il maestro Cosimo De Vita lene Se lla de mo la e sotto con
Cacio e Pe T
pe
ra le eccellenze dell’enogastronomia assolutamente da conoscere, sicuramente, Cacio e Pepe è tra quelle più particolari, scopriamone il perché con lo chef Cosimo De Vita, in arte Mimmo, che con grande passione ha avuto l’idea di aprire questo locale nei pressi della zona Marco Simone a pochi chilometri sia dal centro della Capitale che dall’area tiburtina e della Valle dell’Aniene. Mimmo come nasce il tuo amore per la cucina fatta di sapori semplici e veri? “Tutto inizia dalla mia frequentazione negli anni 69/70 della scuola alberghiera a Brindisi acquisendo tutte le qualifiche alberghiere, allora c’erano cucina, sala bar, amministrazione, portineria, ecc. Ho fatto il cameriere per un po’ tempo, poi sono passato in cucina e lì sono rimasto, è stato il classico colpo di fulmine, un amore a prima vista! Ho lavorato nelle cucine di moltissimi locali, imparando e crescendo sempre di più e facendo come accade oggi nel mio locale, in un ambiente molto familiare, una cucina espressa a prezzi molto competitivi, utilizzando prodotti di qualità e freschi. Non a caso vado a fare la spesa personalmente tutti i giorni, e mi piace servire direttamente la cliente o il cliente commensale”. Come è nata invece l’idea di aprire un locale di qualità a prezzi contenuti? “Posso dire che è stato il mio sogno di sempre e debbo dire con grande soddisfazione che con Cacio e Pepe si è realizzato e posso dire con orgoglio che ci sono riuscito”. E prima del tuo locale Cacio e Pepe? “Quando sono arrivato a Roma, in primis ho lavorato in un locale che allora si chiamava Leon D’Oro, gestito dalla signora Maria Romani. Ho collaborato con Carmelo Riccioli fondatore della Rosetta, per cinque anni. Ho gestito la parte gastronomica del Circolo del Golf della Biagiotti a Marco Simone, ho lavorato allo Sporting Life di Mentana e in altre strutture in varie zone della capitale dai Parioli al Tiburtino”. Entriamo nel vivo del palato, quali sono le tue specialità, i tuoi piatti forti? “Le mie specialità sono quelle della nostra bella Italia e nello specifico arrivano in quelle della cucina romana, ed essendo pugliese, è bello poter realizzare i piatti tipici della mia terra di origine, in particolare del Salento. Alcuni che mi vengono in mente, ovviamente il cacio e pepe, altre specialità come la carbonara, l’amatriciana, le orecchiette con i broccoletti, e ancora un puré di fave con la cicoria da leccarsi le labbra ed altri, che i miei clienti anche illustri, come il musicista e direttore d’orchestra Beppe Vessicchio, mi chiedono”. Mimmo partecipi come chef anche ad eventi? “Con immenso piacere, anche nell’anno da poco finito. Tra i vari eventi ho avuto il privilegio di partecipare alla realizzazione di piatti per i commensali del Premio Arte & Gusto organizzato da Loredana Paolesse nell’Hotel Residenza in Farnese nel cuore della Capitale”. Prima di salutarci vogliamo regalare un pensiero a chi ti sta più vicino e che condivide con te la passione del tuo lavoro? “Certo, con grande piacere, ringrazio anzitutto mia moglie Francesca che mi aiuta e mi sopporta e mio figlio Giampiero, che mi dà una mano”.
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oli Fabio Camp
Il sapore della Maremma
come non l'avete mai sentito Il sapore della Maremma, rivive nella filosofia e nel menu de “La Torre del Gusto”, il nuovo ristorante della Tenuta Agricola dell'Uccellina, inaugurato lo scorso 7 dicembre e curato dal Circolo dei Buongustai. Il concetto di agriturismo perde il suo “classico”significato per diventare un progetto gastronomico attento alle “buone cose”
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atura, semplicità, gusto e accoglienza questi i punti di forza su cui lo chef Fabio Campoli e il suo staff hanno lavorato per dar vita a una proposta gastronomica esclusiva, in collaborazione con Terravision Group. Poco distante dal mare, La Torre del Gusto si colloca nel Parco della Maremma, in un'area ricca di uliveti, vigneti, orti e pascoli, un vero universo del gusto al centro della natura, dove trovare il calore e i sapori di una volta, un piacevole relax per sfuggire lo stress quotidiano della città. Ogni ospite si sentirà come a casa, in un clima di cordialità e accoglienza informale, che, però, non viene mai meno alle regole dello stile e dell'eleganza, che si declinano nel legno, nei tessuti, nell'allestimento della sala e nella selezione delle materie prime, tutte di altissima qualità. Olio, vino, mieli, confetture,
carne, ortaggi: ogni alimento è prodotto internamente alla Tenuta dell'Uccellina, altri sono forniti dai consorzi e dai piccoli produttori del territorio, scelti con attenzione dallo chef Campoli, che ama la qualità e la produzione fatta a coscienza. E molti di questi saranno disponibili per tutti i golosi nel Tuscany Corner, come ricordo di un emozione da portare anche a casa. Come ci tiene a sottolineare il Presidente del Circolo dei Buongustai Fabio Campoli, che ha curato con il suo gruppo questo nuovo progetto: “Abbiamo voluto dare una forma nuova a una miscela di elementi tradizionali, la semplicità della cucina e dell'ambiente è stata la linea guida su cui costruire l'idea della Torre del Gusto. Ogni ricetta o prodotto hanno una storia che rivive nella bellezza d'insieme dando vita a un luogo magico, sotto ogni punto di vista.
Un posto dove natura e gusto accolgono gli ospiti e li conquistano”. Il menu creato e firmato dal nostro chef non tradisce, infatti, le aspettative del mondo bucolico in cui è immerso. Pasta, pane e dolci fatti in casa alla vecchia maniera, tipicità toscane esclusive tra i quali formaggi e salumi e il grande gusto della carne maremmana biologica, direttamente dagli allevamenti interni e tra le migliori carni prodotte in Italia. I commensali potranno scegliere tra Imperiale, Reale e Supremo le tre versioni di carne regine del menu e il Magno, la Torre e il Raffinato dell'Hamburgeria o le specialità alimentari della Salsamenteria, dove poter trovare piatti rustici e tipici della regione: le frittate, i fagioli al coccio, i patè, le focacce. Tra i dessert c'è la speciale “Cioccolì”, crema di nocciole, cioccolato e olio d'oliva della tenuta.
Le iniziative Inoltre a partire da febbraio ogni mese verrà proposta presso la Torre del Gusto una giornata inclusiva di un mini corso di cucina, realizzato dal Circolo dei Buongustai di Fabio Campoli. Ogni incontro avrà un tema diverso. Inizio del corso alle ore 10.00. A seguire pranzo con le realizzazioni della giornata. Tour della Tenuta a piedi alla scoperta del suo territorio e delle attività produttive. In anticipo il calendario degli appuntamenti per voi: 01/02 OltreMare: Fabio Campoli interpreta i prodotti gastronomici della Maremma 29/03 Mescol’arti: Fabio Campoli interpreta le arti attraverso i sapori. 26/04 Cucina d’Amare: Fabio Campoli interpreta i sapori del mare e la sua magia. Per info e prenotazioni: 0564-597104 info@tenutauccellina.it
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L’altro me Paul Smith Vi presentiamo il racconto "L'altro me" di cui Alessandra Farkas scrive nella quarta di copertina scrive: "Ho apprezzato lo stile semplice e intuitivo di Paolo Paolacci che ci obbliga ad una maggiore attenzione mentre l’autore gioca con i suoi alter ego prima di scoprirsi nel finale davanti ad un altare... Ma è di spalle o davanti? E’ il celebrante o lo sposo? Dovete leggerlo tutto per farvene un’idea precisa. Forse...". E questo in effetti è il racconto che chiude questa raccolta di racconti la cui prefazione è stata redatta da Alessandro Quasimodo
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fu così che si trovò in chiesa, di fronte all'altare, tirato a nuovo e pronto per sposarsi.Il gioco era fatto. Ma qualcosa cominciava (non so bene se a uscire o a entrare) e si rendeva conto che si svegliava da un sopore che lui aveva lasciato da una parte, fuori dai suoi più precisi istinti. Lavorò alacremente intorno a quali impossibili situazioni si potesse finire. Così a gioco fatto, di fronte all'altare, c'era qualcosa che gli sfuggiva. Era proprio ridicolo quel comportarsi da sposi, tanto che nel momento fatidico, quando la sposa cominciò a leggere "...e io Carlotta Firmina Floriana, prendo te, ParisUmberto" lui, Fernando Vincenzo, capì che era successo qualcosa. Anche perché lei, neanche si accorse di quello che aveva detto. Al contrario tutti, ebbero un risetto trattenuto e qualcuno degli invitati pronunciò l'inevitabile "può capitare...". - Ma insomma, dove diavolo può capitare e a chi diavolo succedono certe cose? – pensò tra sé Fernando Vincenzo. L'altro, Paris Umberto, era in vacanza da un'altra parte del mondo e sentì, stranamente, un sibilo, come un fischio, entrargli nelle orecchie. Intanto l'accaduto con lo sbaglio del nome da parte della sposa, accendeva le anime come le candele delle fiammelle festose e tiratissime dentro la chiesa. "Tutte queste cose non servono più, sono delle stupide tradizioni così vecchie e superate che è proprio inutile salvarle", se ne uscì Alessandra a difesa dell'amica Carlotta Firmina Floriana. "Ma non è nemmeno gentile fare questi scambi di nome. Se si comincia così un matrimonio pronunciando un altro nome..." si risentì qualcuno da parte dello sposo. "Quante storie. Ma in quale mondo vive?" lo rimbrottò ancora Alessandra. "Il bello è proprio questo" disse sottovoce Silvia, cognata di Fernando Vincenzo, appena poco più in là. "Non si riconosce più quale mondo è quello che ci rappresenta: quello dentro o quello fuori di noi. Ci troviamo a discutere già del futuro ipotecandolo con il presente", confermò Francesca sorella di Silvia. "Ma allora perché ci arrabbiamo di tante cose strane e poi saggiamente le accettiamo?" disse Luigi amico di Fernando Vincenzo. "Ssst! Silenzio, per favore", si affrettò a dire qualcuno."Seguite la cerimonia", concluse l'altro. "Ma dove andiamo a pranzo?" Chiese non curante dell'avviso un'amica di Fernando Vincenzo. "Ha deciso la sposa. A quaranta chilometri da qui", "Beh, se va bene a lei..." gesticolò l'amico di Fernando Vincenzo rassegnato ad averlo perduto. "Forse il problema non è la famiglia ma il modo di intenderla, non le feste ma come volerle" – pensò Giovanni, nipote di Fernando Vincenzo,a proposito della lontananza del pranzo di nozze. E così quando si concluse la cerimonia con il fatidico "Vi dichiaro marito e moglie" Fernando Vincenzo sorrise perché sapeva benissimo che Carlotta Firmina Floriana amava solo lui, lui soltanto e per questo la sposava. E io, per la prima volta sposavo, l’altro meraviglioso me.
*Tratto dal libro di racconti di Paolo Paolacci "Paul Smith, l’altro me" (Robin Edizioni pp 216)
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IL TUO CINEMA DA SEMPRE.
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“La scrittura è libertà” Luca Bianchini Incontriamo uno degli scrittori più apprezzati. Ha appena pubblicato “La cena di Natale”, che ha avuto un ottimo riscontro di Claudia Crocchianti
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uca Bianchini è uno scrittore molto amato dal pubblico e ultimamente molto impegnato nella presentazione dei suoi ultimi libri: “Io che amo solo te” e “La cena di Natale”. “La cena di Natale” è il seguito del libro 'Io che amo solo te', di cosa si tratta? “Questo romanzo è stato un regalo che ho voluto fare ai lettori per le feste appena passate. Racconta la storia di due consuocere che si trovano durante la cena di Natale sedute vicine e davanti al loro grande amore. In questo romanzo ho voluto rappresentare la famiglia per me sempre importante, basti pensare che durante le feste sto sempre con loro. L’idea originale di questo libro mi è venuta in mente grazie a Marco Ponti, (regista del primo capitolo del romanzo) che mi ha fatto notare come la mia famiglia per Natale mi 'sequestra sempre' ”. “Io che amo solo te”, un testo emozionante, cosa le è rimasto di questo? “Sicuramente l’affetto delle persone che lo hanno letto. Il romanzo è ambientato in Puglia, ma penso che la famiglia tradizionale è sempre la stessa, cambieranno i dialetti ma il resto no”. La scrittura cosa rappresenta per lei? “È sicuramente libertà e provo piacere nel farlo. È un momento di gioia e di gioco per me”. Le sue prime righe scritte? “Ho iniziato da subito a scrivere romanzi e non sono passato dalla stesura di racconti a romanzi come molti miei colleghi”. Scrittori preferiti? “Ammaniti, uno dei tanti, ma devo dire che amo spaziare nella lettura, ma adoro soprattutto scrittori e romanzi drammatici”. Il pubblico? “Risponde bene, soprattutto a quest’ultimo libro che è già in ristampa. Questo è stato come già detto un regalo che ho voluto fare al pubblico, il quale ha gradito molto”.
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Il pranzo della solidarietà 66
Oratorio del SS. Sacramento gremito per il pranzo di Natale 2013. Presenti anche gli attori Roberta Scardola e Niccolò Centioni direttamente da “I Cesaroni”
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rano in tanti ed in fila dalle prime ore del mattino coloro che sono riusciti a prendere parte al Pranzo di Natale presso l’Oratorio del Santissimo Sacramento; accolti da don Mario Pieracci e da don Giulio Cerchietti, quest’ultimo accorso direttamente dalla Santa Sede per portare il saluto di Papa Francesco, lo scorso 23 dicembre. Promotore dell’iniziativa è Europa Cristiana onlus, l’evento di matrice sociale, anche quest’anno, è stato realizzato grazie al generoso sostegno di Giuseppe Lepore, Presidente di Certi W – Organismo di Certificazione Internazionale, da sempre promotore di iniziative socialmente responsabili. Giuseppe Lepore è tra l’altro impegnato nella produzione del film “I Figli di Maam” di Paolo Consorti con Luca Lionello. Il pranzo di Natale è stato preparato dal noto chef Niko Sinisgalli del Ristorante Tazio del Boscolo Hotel Exedra, ed è stato servito agli oltre 200 ospiti, poveri ed emarginati della Capitale. Accanto a Giuseppe Lepore, gli attori Roberta Scardola e Niccolò Centioni reduci dal successo della serie “I Cesaroni”, il regista siciliano Simone Petralia autore del cortometraggio “Buongiorno Viola”. Roberta Scardola attualmente è impegnata nelle riprese del film “I Figli di Maam” nel ruolo di attrice. Scambi di auguri, di baci e di abbracci durante l’attesa consegna dei ricchi pacchi, dono a tutti i convenuti. Un po’ di calore ed affetto a chi ne ha veramente bisogno.
Crescere insieme alla musica Grande successo della VII edizione del “Premio Via Vittoria”, il riconoscimento assegnato ai migliori diplomati dell’Accademia e del Conservatorio di Santa Cecilia. Al Maestro Sir Antonio Pappano il Premio Speciale
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rande successo lo scorso 3 dicembre per la VII edizione del Premio Via Vittoria che si è tenuto nella Sala Accademica del Conservatorio di Santa Cecilia. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato ai due migliori diplomati del Conservatorio e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, il sax soprano Claudio Jr. De Rosa e la pianista Ilaria Loatelli, che hanno ricevuto ciascuno una borsa di studio del valore di 3.000 euro come riconoscimento del talento, dell’impegno e come sostegno al loro futuro. Il M° Sir Antonio Pappano, Direttore Musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del Covent Garden di Londra ha ricevuto da Gianni Letta, l’ambito Premio Speciale Via Vittoria che, nelle passate edizioni, è stato assegnato a musicisti del calibro di Nicola Piovani, Uto Ughi, Armando Trovajoli, Ennio Morricone, Luis Bacalov e Bruno Cagli. “E’ sempre una grande esperienza lavorare con i giovani, i musicisti di talento saranno i grandi musicisti del domani” - ha dichiarato Pappano - “io credo molto nel fatto – ha continuato - che i giovani debbano crescere insieme alla musica perché nella musica, in tutta la musica, c’è ritmo, c’è vita, c’è sensualità, c’è gioia, tragedia, amore, odio. Imparare a riconoscere le emozioni è essenziale, quanto tutto quello che si studia a scuola, al liceo, all’Università”. Patrocinato dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale, il Premio Via Vittoria, presentato dalla musicologa Gaia Vazzoler, è stato ideato dalla responsabile eventi della "Nuova Associazione Via Vittoria", Maria Grazia Virzi, ed è stato organizzato in collaborazione con il Conservatorio e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Anche quest’anno è stato confermato il gemellaggio culturale che – grazie alla collaborazione con la Fondazione Italia Giappone – vede realizzato un intenso programma di scambio internazionale attivato, attraverso uno stage di tre mesi, tra gli studenti del Conservatorio di Santa Cecilia e di importanti Istituzioni musicali del Giappone. Vincitore dello stage il pianista e fisico compositore Andrea Lucarelli. A ciascuno dei vincitori è stata consegnata, inoltre, una borsa di studio della Wall Street Institute per la lingua inglese del valore di 1.200 euro. Nutrito il parterre delle personalità intervenute al prestigioso evento accolti dal M° Alfredo Santoloci, Direttore del Conservatorio di Santa Cecilia, e dal prof. Bruno Cagli, Presidente e Sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia, Umberto Vattani e Umberto Donati, Presidente e Direttore della Fondazione Italia – Giappone, Claudio Sonzogno editore della web radio Radiocolonna.it, la voce del Centro di Roma, sponsor e media partner dell’iniziativa, Mayo Nishiike, Responsabile Ufficio Culturale dell'Ambasciata del Giappone in Italia.
Bruno Cagli e Antonio Pappano
Gianni Letta premia Antonio Pappano
Pappano premia Claudio Jr De Rosa e Ilaria Loatelli
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Il nostro viaggiatore notturno ci porta all'inaugurazione della mostra fotografica su Jacqueline Kennedy, al Premio Margutta, alla rentrée sulla scena notturna di Nino Spirlì e all'inaugurazione del poliambulatorio LabAurelia
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Nino Lettieri e Patrizia Mirigliani
Tiziana Giardoni, Emanuele Pantano, Stefano Pantano, Stefano D'Orazio e Lucia Fattori
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rindisi con tantissimi ospiti per l’inaugurazione della nuova sede del poliambulatorio specialistico LabAurelia in occasione del cambio di sede e dell’ampliamento della struttura, un cocktail con ospiti noti al mondo dello sport, dello spettacolo e della politica. Fra gli invitati che sono intervenuti per brindare con il Professore Fabio Cerza e tutto lo staff di medici:lo schermidore azzurro Stefano Pantano con la compagna e suo figlio, l’attrice Valeria Fabrizi, il batterista dei Pooh Stefano D’Orazio, anche lui con la compagna, e numerosi volti della politica come il senatore Raffaele Ranucci, Alfredo Antoniozzi e Luciano Ciocchetti.
Antonio Falanga, Gloria Guida e Guillermo Mariotto
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rionfo delle arti con i protagonisti del mondo della cultura, dell'informazione e dello spettacolo all'ottava edizione del PREMIO MARGUTTA - LA VIA DELLE ARTI, svoltosi nella sala Verdi del Museo Centrale del Risorgimento di Roma. Di grande eccellenza il parterre delle personalità premiate in questa edizione.Invitati da Antonio Falanga della Together Eventi hanno ricevuto l'ambita statuetta: Mario Orfeo, Cinzia Th Torrini, Fioretta Mari, Patrizia Mirigliani, Eleonora Daniele, Guillermo Mariotto, Isabelle Adriani, Donatella Bianchi, Ludovico Fremont, Sergio Raffo e Gloria Guida.
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i a m a m r e non si f
di Bibi Gismondi
Monica Scattini e Marisela Federici Massimiliano Piccinno, Erika Gottardi e Aurelio Badolati
Fausto e Lella Bertinotti con Ausilia Veneruso Nino Spirlì e Rita Dalla Chiesa
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oppio festeggiamento al Target, l’elegante locale di Via Torino a Roma, dove una folla di amici e colleghi hanno risposto all’invito di Nino Spirlì ed hanno festeggiato con lui la sua rentrée nella Capitale. Il vulcanico autore e scrittore calabrese celebrava anche il primo compleanno del libro “Diario di una Vecchia Checca”, edito da Minerva Edizioni, reduce da un corposo tour nella Penisola e vincitore del Premio Metauros 2013. Vasta la platea degli ospiti del mondo del giornalismo, delle istituzioni, dello sport e dello spettacolo tra i quali: Rita Dalla Chiesa, gli attori Leopoldo Mastelloni, Giada De Miceli, Luigi Tabita, Marco Basile, Gilles Rocca, Emiliano Ragno, Manuel Ferrarini, Barbara Begala, Daniela Terreri, Mara Keplero, la conduttrice e giornalista Elisa Sciuto, la giornalista Deborah Bettega, i direttori di Woman & Bride, media partner dell’evento, Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno. Gustosissimo il menu proposto dal Target, completato dagli squisiti torroncini calabresi de Le Chicche di Taverna e dai vini della Cantina di Argelato.
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randi festeggiamenti nella Capitale con riunion di blasonati e blusanguinei per rivivere i fasti degli anni '60 e '70. Oltre 700 ospiti hanno festeggiato l’inaugurazione della mostra fotografica “Un mito nel mito. Jacqueline a Capri” tra bollicine, 12 variazioni di torta caprese e salato in onore di Capri e Jacqueline. Allo Splendor Parthenopes, in via Vittoria Colonna a Roma, è stata ospitata la mostra composta da 60 scatti che ritraggono Jacqueline Kennedy nella sua vita quotidiana a Capri tra il 1969 e il 1973. Le fotografie sono state realizzate da Settimio Garritano e la mostra è stata promossa e organizzata da La Conchiglia Libri&Edizioni. Tra gli innumerevoli ospiti e amici chiamati a raccolta da Camilla Morabito: Marisa Stirpe, Luca D'Angelo, Jamal Taslaq, Simonetta Martone, Angelo Bucarelli, Antonio Marini, Sabrina Florio, Marisela Federici, Eliana Miglio, Monica Scattini, Fausto e Lella Bertinotti, Mauro Masi e Ingrid Muccitelli, Elisabetta Ferracini, Mario D'Urso, Giuseppe Scaraffia, Mariarosa Tomello, Cinzia Malvini, Monica Macchioni.
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Una giornata a casa
Rendina di Lucia Cirillo
Francesca e Max si raccontano. Come vive la moglie di un campione di rally?
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na vita tra impegni, lavoro, sport e bambini; le giornate del Campione italiano di Rally, Max Rendina, reduce dal successo del 1° Rally Internazionale di Roma Capitale, che si è svolto il 25 e 26 ottobre scorsi, sono molte movimentate, ma per fortuna c’è sua moglie Francesca ad organizzare le giornate in casa “Rendina”. Energica e simpatica, Francesca Pagliuca si racconta. Essere la moglie di un pilota non è sempre facile, ma lei, ormai, gestisce il menage familiare alla pari di un manager. La semplicità colpisce subito appena si varca la soglia di casa: una famiglia come tante, che aspetta di ritrovarsi a cena la sera per coccolarsi, parlare e condividere la propria giornata. Com’ è la giornata tipo di una moglie di un Campione italiano di Rally? “Molto faticosa (Ride). Mi alzo presto al mattino per preparare la colazione a tutti. Accompagno la bambina a scuola, vado un’ora in palestra e poi rientro a casa e dedico tutto il mio tempo alla famiglia, svolgendo con amore, ma anche con molta pazienza tutto quello che c’è da fare. Su Max non posso contare perché è impegnato tutto il giorno”. Qual è il piatto preferito di Max? “Mangia poche verdure. Preferisce piatti semplici, poco elaborati, adora la cucina
romana, in particolar modo la matriciana. Se una pietanza non gli piace non la mangia”. Che cosa fa Max quando non lavora? “Quando partiamo per i weekend nella nostra casa fuori Roma, lui è il classico tipo, che dalle 8 di mattina a mezzanotte risposa sul divano e chiede anche di passargli il telecomando della tv ed altro. Mi dice giustamente, che deve staccare la spina, ma vorrei chiedergli: Max, io, invece, quando la stacco?” In nove anni che state insieme Max ha mai fatto la spesa? “Mai. Non è mai venuto con me in un centro commerciale, neanche quando ero incinta”. Quindi deve fidarsi molto di lei… “Per forza. Al di la degli scherzi, mi ha sempre dato molta carta bianca per la spesa, per l’abbigliamento e per altre cose molto più importanti. Si fida molto di me come io di lui”. Qual è il momento più bello della giornata? “Quando ci riuniamo a cena la sera, per venti minuti i telefoni non squillano, Max ci racconta la sua giornata ed io ei bambini interagiamo finalmente con lui”. Che tipo di papà è Max? “Lui è un bambino nell’anima, si diverte
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a prendere in giro i nostri figli”. Come riesce a far conciliare, armonicamente, la sua famiglia con il lavoro di Max? “Quando posso lo seguo ovunque, al resto poi ci pensa l’amore”. Che cosa le regala Max nelle ricorrenze speciali? “Lui prova ad andare sul sicuro regalandomi, quasi sempre, gioielli; io un po’ meno con i suoi regali, perché scegliendo capi di abbigliamento non riesco mai a regolarmi con le taglie e puntualmente appare ai miei occhi più magro di quel che è, quindi sono costretta a ripassare alla boutique per il cambio”. Il 2014 sarà per Max un anno molto impegnativo in virtù dei Mondiale di Rally. Come vede il nuovo anno per la sua famiglia? “Per fortuna non ci annoiamo mai. Sarà un anno intenso e ancora più impegnativo. Lui sarà più stressato e quindi tutta la famiglia proverà come sempre a fare del suo meglio. Noi abbiamo fatto del lavoro di Max anche un gioco di squadra”. Quindi, vi completate? “Sì assolutamente, lui fa mille cose, è iperattivo e veloce, al di la della sua passione e lavoro, corre anche nella vita quotidiana, io invece su quest’aspetto sono molto più calma e riflessiva.”
A parlare della sua quotidianità anche Max Rendina, il pilota che ha portato il Rally tra la gente e le strade della città eterna. Qual è la giornata tipica di Max Rendina? “La mia quotidianità è proprio come una gara di Rally, spesso ricca di imprevisti come tutta la gente normale”. Lei è campione italiano di Rally, in che modo si diventa campioni? Allenandosi tutti i giorni con molto sacrificio. Io mi sento la guida nel sangue”. C’è un motto che l’accompagna sempre? “ Si lavora finché non ti scoppia il cuore”. Un qualcosa di lei che nessuno si aspetterebbe? “Molti mi vedono una persona sistematica: un campione e un manager con molti impegni anche perché coordino un team, invece, non è proprio cosi. Mi trovo ad organizzare il mio tempo provando sempre a ritagliare spazi per le persone che mi circondano e che magari si trovano in difficoltà. Non sono una persona che rimane indifferente e preferisco, se posso, aiutare la gente”. Lei parla sulla base delle sue esperienze personali e sull'ultimo evento di cui è stato organizzatore e pilota, ovvero il Rally Internazionale di Roma Capitale? Sì, dopo 15 lunghi anni come pilota avevo un sogno: creare un evento sportivo nella città eterna, dove sono nato e cresciuto. Una città che meglio di qualsiasi altra potesse raccontare il legame con i sogni e i desideri dell’infanzia mai abbandonati, ma solo fortificati”. Il 2014 che anno sarà? “Intenso. Si inizia da gennaio con la prime gara del Mondiale, dal 14 al 29 gennaio c'è stato il Rally di Montecarlo a cui seguiranno altre date: 6/9 marzo Rally del Messico, 6 aprile Rally del Portogallo, 11 maggio Rally dell’Argentina, 8 giugno Rally d’Italia, 29 giugno Rally di Bologna, 3 agosto rally di Finlandia, 24 agosto Rally di Germania, 14 settembre Rally di Australia e 5 ottobre Rally di Francia”.
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CHARTS classifiche
TOP 10 EUROPA 01 “Timber” – Pitbull ft. Kesha 02 “Hey Brothers” – Avicii 03 “Trumpets” – Jason Derulo 04 “How long will I love you” – Ellie Goulding 05 “Animals”– Martin Garrix 06 “Happy” – Pharrell Williams 07 “Million Pound Girl” – Fuse ODG 08 “The Monster” – Eminem ft. Rihanna 09 “Skyscraper” – Sam Bailey 10 “Story of my life” – One Direction
TOP 10 US A 01 “Counting Stars” – One Republic 02 “Timber “ – Pitbull ft. Kesha 03 “The Monster” – Eminem ft. Rihanna 04 “Dark Horse” – Katy Pery ft. Juicy J. 05 “Let her go” – Passenger 06 “Say something” – A great big world & Christina Aguilera 07 “Friday Night” – Eric Paslay 08 “Up all night” – Jon Pardy 09 “Team” – Lorde 10 “Roylas” – Lorde
TOP 10 ITALIA 01 “Tu sei lei” – Ligabue 02 “Fuoco d’artificio” – Alessandra Amoroso 03 “I will pray” – Giorgia ft. Alicia Keys 04 “Ecco che” – Elisa 05 “Cambia-menti” – Vasco Rossi 06 “Liberi” – Tiromancino 07 “Se non te” – Laura Pausini 08 “Senza chiederci di più” – Alex Britti 09 “Non me ne accorgo” – Marco Mengoni 10 “I cowboy non mollano” – Max Pezzali
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FUSE ODG Arriva dall’Inghilterra e il suo nome all’anagrafe è Nana Richard Abiona. Si è fatto conoscere lo scorso anno a livello internazionale con “Antenna”, grazie al quale ha avuto alcune importanti nominations ai Music Awards. SAM BAILEY E’ stata la vincitrice della versione britannica di X-Factor. Con la sua potente voce ha conquistato gli inglesi e questo le è valso un contratto discografico e l’apertura dei concerti di Beyoncè. E’ una mamma e ha lavorato sulle navi da crociera. . KATY PERRY Questo è il terzo singolo estratto dall’album “Prism”, scritto in collaborazione con il produttore Dr. Luke e il rapper Juicy J. La critica ha già accolto favorevolmente il pezzo che si discosta dai precedenti. JON PARDY E’ un artista di genere country, nato in California nel 1985. Il suo singolo di debutto intitolato “Missin’ you crazy”, risale a due anni fa. Il suo recente album è “Write you a song”.
ALEX BRITTI E con questo siamo giunti al terzo singolo estratto da “Bene così”, l’album uscito la scorsa estate, scritto a quattro mani con l’amico Federico Zampaglione. La canzone è un invito ad essere se stessi, accentandosi serenamente. MAX PEZZALI Il personaggio ha iniziato l’anno con uno degli inediti contenuti in “Max 20”, uno degli album più venduti del 2013. In ripresa adesso c’è anche il tour dopo una breve sosta. “I cowboy non mollano mai – La mia storia” è anche un libro, un’autobiografia.
special guest
SAULE Il gigante belga E’
indubbiamente uno dei personaggi più sfiziosi del momento che sta contribuendo a riempire la scena musicale internazionale, con i suoi due metri di altezza. Il suo vero nome è Baptiste Lalieau, è nato trentuno anni fa in Belgio da madre siciliana e padre belga. Ha sempre amato la musica e i suoi miti di sempre sono Frank Zappa e Georges Brassens ed ha studiato al conservatorio di Bruxelles. Allo stato attuale è riuscito a costruirsi una solida posizione nel settore, grazie a due album e a determinare il suo successo è stato l’incontro con il suo alter ego inglese, ovvero Charlie Winston. Da questa magica combinazione di stili, è nato il pezzo “Dusty Men” che si è rivelato nel giro di poco tempo un clamoroso successo in Francia e Belgio. E’ davvero trascinante il sound ottenuto tra nu-disco e country western, non può passare di certo inosservato e nel video non potevano mancare cavalli e cowboy.
news
Frankie Hi-NRG, dopo ben sei anni di assenza sulle scene musicali, torna a gareggiare al Festival di Sanremo con i pezzi “Un uomo è vivo” e “Pedala”, che sono contenuti nel nuovo album di prossima uscita. Gli One Direction sono più attivi che mai, visto che per questo 2014 pubblicheranno ben due libri che porteranno senz’altro i fan più vicini alla band. Una
delle pubblicazioni dovrebbe essere un’autobiografia in uscita dopo l’estate prossima. Miley Cyrus si esibirà a Milano l’8 giugno per quanto riguarda l’unica tappa italiana in programma del “Bangerz Tour”. A pensare che il nostro bel Paese era stato inizialmente escluso dal cartellone. I Lumineers, la band di “Ho Hey”, tornerà live in Italia con due concerti. Gli ar-
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tisti americani, rivelazione dello scorso anno, saranno a Pistoia il 15 luglio e a Roma il 16. Gli Oasis stanno pensando seriamente di scrivere le proprie memorie a seguito della separazione artistica avvenuta nel 2008. I fratelli Gallagher sarebbero intenzionati a scrivere un libro sui retroscena della loro rottura. Secondo Liam, i fan meriterebbero di sapere tutto.
Tutti pazzi Anche lui sta aspettando la chiamata di Papa Francesco in virtù della parodia del Santo Padre. E' nella fiction “Braccialetti Rossi” e fa sempre parte de “Le Iene”. Barty è davvero un personaggio completo che non può passare inosservato
per Barty Colucci
di Silvia Giansanti
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artolomeo è nato il 26 settembre del 1981 a Ceglie Messapica (Brindisi). Si definisce un bilancino curioso e per questo è sempre alla ricerca di cose stimolanti. Ha iniziato l’attività nel mondo dello spettacolo nelle vesti di mago, ma non nel senso esoterico. Barty ha ben altri poteri come quello di tenere il pubblico incollato alla radio nelle prime ore del mattino, divertito dalle sue quotidiane imitazioni in “Tutti pazzi per RDS”. Ma Barty è tante altre cose; clownterapeuta, artista di strada, conduttore e attore, ultima la sua esperienza nella fiction tv “Braccialetti rossi”. Le sue passioni di vita sono la musica, lo sport, il paracadutismo e naturalmente sua figlia Anouk, avuta dall’unione con la sua compagna Grazia. Barty, in che modo è avvenuto l’approccio con questo mondo? “E’ stato tutto casuale, anche se fin da piccolo intrattenevo tutti a casa con varie imitazioni di Boldi e di Andreotti. Mi sono
trasferito a Roma con l’intenzione di studiare e parallelamente ho coltivato questo tipo di passione, iniziando subito con la radio a RDS. La mia formazione di artista è comunque iniziata come mago”. Esoterico? (Ride) “No, come prestigiatore, le uniche fatture che riesco a fare sono quelle che emetto ogni mese a chi mi deve pagare”. E poi? “Ho aperto un’agenzia di animazione per bambini, in seguito ho fatto l’artista di strada come sputafuoco, fachiro, giocoliere e trampoliere. Tutte queste attività mi hanno permesso di sostenermi negli studi universitari. Poi sono arrivati gli spettacoli di magia e di cabaret. Durante uno spettacolo fui notato da Charlie Gnocchi, il quale mi invitò in radio per provare e da lì è partita la mia collaborazione con l’attuale azienda. La proposta di far parte di ‘Tutti pazzi per RDS’ mi è arrivata in un momento in cui pensavo di andare a vivere all’estero”.
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Come ti aiuti al mattino presto per affrontare il microfono? “Il segreto è una leggera alimentazione prima di coricarsi. Al mattino una banana e un thè”. Qual è il personaggio che ti diverte di più imitare? “Tutti, perché imito solo chi mi diverte e chi mi ispira. Attualmente quello che mi sta dando soddisfazioni è Peppa Pig”. Mi sembra di ricordare che qualcuno se l’è presa, vero? “Sì, del resto ognuno ha il suo carattere e la sua suscettibilità. Ma non vale la pena prendersela” Papa Francesco sa della tua imitazione? “Non lo so, spero glielo abbiano riferito. Aspetto una sua chiamata fiducioso”. Un’esperienza che ti è rimasta nel cuore. “Quando sono entrato una decina di anni fa in un’associazione chiamata ‘Ridere per Vivere’, dove ho fatto il clownterapeuta, che attenzione non è il clown di strada con il naso rosso, bensì un operatore socio-sanitario a tutti gli effetti. La formazione è molto ampia e non tutti possono svolgere questa attività, che riprenderò al più presto”. Sei reduce da uno spettacolo che ti ha regalato soddisfazioni. “Sì, ormai sono due anni che faccio spettacoli in giro per l’Italia e questa è stata la prima volta a Roma in pianta stabile con sei serate consecutive al Teatro Italia. ‘Tutti pazzi per Fotticchia’ è stato uno spettacolo innovativo, prendendo spunto dal discorso delle raccomanda-
zioni. Speriamo di ripetere con la bella stagione”. Parliamo della tua recente esperienza come attore nella fiction “Braccialetti Rossi”. “Tengo molto a questa fiction di sei puntate in onda su Rai Uno. Il format è stato preso dalla Spagna. Il braccialetto rosso viene messo al braccio quando si fa un’operazione sopra cui si annota il proprio gruppo sanguigno. Il cast è composto da giovani attori emergenti e l’argomento è molto forte, visto che tratta la malattia in ospedale vista dagli occhi dei bambini ricoverati. Non si è mai vista in Italia una fiction del genere, dato che si è abituati a storie d’amore”. Che ruolo hai? “Di un infermiere di nome Johnny, fac-
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cio da collante tra i ragazzi in questo ruolo. E’ una figura che fa da raccordo tra varie storie ospedaliere”. E’ stata la tua prima esperienza come attore? “In una fiction sì, ma come attore ho recitato già in passato in teatro”. E a proposito de “Le Iene”, qual è stata la situazione che ti ha colpito di più? “E’ un bellissimo mondo che tutti vorrebbero intraprendere. All’interno della trasmissione regna un clima di competizione e questo dà modo di rapportarsi con gente realmente valida. C’è una sorta di cernita naturale. Ho iniziato facendo, guarda caso, un servizio sulle raccomandazioni. E’ un impegno non indifferente; per chiudere un servizio occorre tanto tempo”. Una situazione che ti ha scandalizzato? “Una grande vergogna per il nostro Paese è la situazione riguardante le stamina. Se si pensa che vengono buttati soldi per costruzioni mai utilizzate, senza dare il via libera alle sperimentazioni, viene la pelle d’oca. Non capisco come tanti genitori non arrivino alla follia davanti a questa ingiustizia. C’è troppa superficialità e indifferenza nei confronti dell’argomento, complimenti alla commissione scientifica che non capisce proprio nulla”. In ultimo, quanto ti manca la tua terra? “La Puglia è sempre con me e quindi non mi manca. Non è la distanza chilometrica che me la fa sentire lontana”.
“Vi presento Valerio” “È un giovane attore che prova a fare questo mestiere, ma si arrangia con lavori saltuari per sbarcare il lunario e arrivare a fine mese, nell’attesa della grande occasione. Non scende mai a compromessi e la sua ideologia spesso lo ingabbia e lo limita. È totalitario. Per lui è bianco o nero”. Come è stato lavorare con Ciro De Caro? “Lavorare con Ciro, come con tutti quelli che 'sanno' dirigere gli attori e che hanno le idee chiare, è sempre uno stimolo e un’occasione di crescita, sia artistica che umana. Con Ciro avevo già fatto precedentemente tre cortometraggi (“Salame Milanese – La Serie”) e uno spot, quindi sul set di 'Spaghetti Story' lui sapeva perfettamente cosa chiedermi, e come indirizzarmi per ottenere quello che la scena stessa richiedeva”. Con quale regista ti piacerebbe lavorare? “Ce ne sono talmente tanti, ma se proprio devo citarne uno, Gabriele Salvatores. La sua 'trilogia della fuga' ('Marrakech Express', 'Turné', 'Mediterraneo') è carica di quella malinconia e bellezza che non mi stanco mai di guardare!”. Hai un ruolo che vorresti interpretare particolarmente? “No, non ce n’è uno in particolare. Mi piacciono molto le produzioni in costume, che siano anni ’50, '60 o '70 o addirittura nei secoli passati. Quindi, diciamo che mi piacerebbe più vivere un contesto di questo tipo, che un ruolo specifico”. Quale consiglio daresti a un giovane che vorrebbe entrare nel mondo dello
spettacolo? “Quello che posso consigliare, con la mia brevissima esperienza, è innanzitutto una formazione di base. Senza quella non credo si possa fare nulla, come in tutti i mestieri. E poi osare, con umiltà e coraggio e vedere gli ostacoli e i problemi che questo ambiente può presentarti, come un’occasione di crescita e non come muri invalicabili”. Un tuo sogno nel cassetto? “Meglio tirarlo fuori dal cassetto questo sogno, almeno prende aria e inizia a vivere. Ci sono tanti progetti, idee, ma senza troppe aspettative. Sarebbe un vero traguardo già vivere facendo questo mestiere, senza dover arrangiarsi con altro, come fa il mio personaggio nel film. Credo che il segreto sia perseverare, senza farsi intimidire dai risultati, spesso poco soddisfacenti, ma continuare, con la consapevolezza del proprio obiettivo. Ogni tanto mi rileggo questa frase di Daisaku Ikeda 'un sogno senza l’azione è un’illusione' ”. Attualmente sei protagonista nella realizzazione della serie “Dylan Dog vittima degli eventi”, parlaci di questo progetto. “Avremo modo per parlare di 'Dylan Dog vittima degli eventi', anche perché prima di fine marzo non si vedrà nulla. Una cosa però ci tengo a dirla: sia 'Spaghetti Story' che 'Dylan Dog', per quanto diametralmente opposti per genere e stile, sono figli della stessa esigenza. Due produzioni che nascono dal basso e che indicano la voglia di un cambiamento culturale, forte, di qualcosa di nuovo. Almeno, io la leggo in questo modo. E mi piace pensarla così”.
© Foto di Riccardo Riande
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hi l'ha detto che il cinema indipendente è un cinema da serie B? Da quando è nato GP Magazine abbiamo visto tanti film “indipendenti” e fuori dal grande giro della distribuzione. Ebbene possiamo dire che è un cinema di qualità. Ben fatto e ben curato. Realizzato con estrema professionalità e bravura e che racconta delle belle storie, migliori anche di quei film tanto pubblicizzati, distribuiti nelle multisale, la cui sceneggiatura viene scritta attorno agli attori di punta e quindi priva di “ciccia”. Il cinema indipendente è diverso. E' il vero cinema. E' più vero. E' quello che piace al pubblico, ormai stanco di vedere le solite facce e i soliti copioni. “Spaghetti Story” è un bel film ed è una bella storia. Dal 19 dicembre riscuote consensi e apprezzamenti tra coloro (tanti) che lo hanno visto. Valerio Di Benedetto è uno dei protagonisti di questa opera firmata Ciro De Caro. Interpreta Valerio, un giovane che sogna di diventare attore e che si scontra con la realtà e con le persone che gli sono attorno, che cercano in tutti i modi di riportarlo con i piedi a terra allontanandolo da questo sogno “pericoloso”. Valerio, la tua carriera nasce sulle “tavole” del teatro, per proseguire in tv ed ora, da protagonista, sul grande schermo… Quali le emozioni di questo debutto? “L’emozione è tanta, anche se, stranamente, non ci penso. Ancora non mi sembra vero”. Nel film “Spaghetti Story” interpreti il ruolo di Valerio. Parlaci del tuo personaggio.
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E' il protagonista di “Spaghetti Story”, opera prima del regista Ciro De Caro. Un film indipendente che sta riscuotendo grossi consensi. Presto lo vedremo nella serie “Dylan Dog vittima degli eventi”
© Foto di Giuseppe Nucci
di Alessandro Cerreoni
Valerio Di Benedetto 77
Alessandro Bertolucci
L'attore che D
opo la partecipazione alla miniserie tv “Delitti privati”, nel 1993, e successivamente a “Stato di emergenza”, nel 1996 si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia. Inoltre segue un corso presso il Traverse Theatre di Edibmburgo e partecipa ad uno stage con la Compagnia del Teatro del Carretto. Sempre nel 1996 debutta in teatro, sia come attore che come regista, nel “Cyrano de Bergerac”, inoltre appare sugli schermi cinematografici con i film “3” di Christian De Sica e con “Quando parliamo d'amore” di Matteo Pedano. In seguito alterna il lavoro teatrale con quello cinematografico e soprattutto televisivo. Nel 2007, Alessandro diventa popolare presso il grande pubblico grazie alla quinta stagione della serie “Un medico in famiglia” con il ruolo di Max Cavilli, interpretato anche nella sesta stagione, in onda nel 2009. Raccontaci di come nasce la tua passione per la recitazione e dei tuoi esordi. “La mia passione nasce per caso. Una serie di comparsate, poi una singola battuta in una serie tv e poi ancora tre pose in un film di Carlo Lizzani, ed ecco che il maestro mi consiglia il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Ci provo e riesco ad entrare, da lì in poi il resto è storia. Nella vita non sempre si nasce con un destino, molto più spesso le cose ci capitano condizionando gli anni a seguire. È bello così”. Sei cresciuto avendo dei miti? Se sì, quali e perché? “Quando ho capito di volere diventare un attore professionista mi sono appassionato ad alcuni film e ad alcune interpretazioni. Non ho veri e propri miti, ma alcune performance di riferimento. Devo ammettere che uno dei miei primi attori preferiti, forse perché amato da mia madre, è stato Gerard Depardieu ed in particolar modo la sua interpretazione del 'Cyrano de Bergerac', a mio avviso stupenda sintesi fra cinema e teatro”. Qual è ad oggi il tuo fiore all'occhiello? “Dove insomma ritieni di aver dato il massimo? Non credo di avere ancora dato il massimo, o meglio, sono molto autocritico e a posteriori mi ritrovo sempre a pensare che avrei potuto fare meglio. Quindi diciamo che il lavoro successivo sarà sempre il mio fiore all’occhiello. Sempre che ogni volta riesca a migliorarmi. Mica facile!”. Hai lavorato con Zeffirelli, un mostro sacro. Che ricordi hai? “Zeffirelli è una persona speciale per me. Ho lavorato con lui in 'Callas forever', avendo la possibilità di conoscere bene lui e il suo gruppo di lavoro straordinario. Il modo di lavorare di Franco Zeffirelli è unico, perché è istintivo, pittorico, è un artista che dipinge anche quando dirige un film.
di Simone Mori Ha idee molto chiare, che sa fare valere. Lo ricordo sul set come un regista sensibile, dotato di profonda umanità. E di una curiosità enorme”. Cosa pensi debba avere un attore per essere considerato tale? “È difficile definire l’attore. La mia esperienza tuttavia mi ha portato con gli anni a farmi un’idea. L’attore dovrebbe essere una persona capace di emozionarsi e conseguentemente di emozionare. Dovrebbe essere capace di cambiare, di dare vita a personaggi sempre diversi (anche se il mercato italiano lo richiede poco). Ma tutto questo richiede studio, preparazione, lo sviluppo della capacità comunicativa ed empatica che deve essere presente sia su un set, che su un palco o in uno studio di registrazione. Il mondo odierno del cinema e della tv. Il tuo punto di vista. Il mondo del cinema e della tv oggi è molto vario e sfaccettato, sicuramente meno ricco che in passato, ma per questo non meno stimolante. Ci sono sfide lavorative interessanti che giungono da mercati stranieri, proprio mentre il mercato italiano langue. Questo comporta la necessità di aprirsi all’Europa, all’Asia, ai Paesi arabi. Noi italiani continuiamo in linea di massima ad essere ancora troppo au-
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vuole emozionare
Ha un'importante esperienza alle spalle. Si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia ed è diventato popolare grazie alla serie tv “Un medico in famiglia” toreferenziati, mentre il futuro è, secondo me, nelle collaborazioni con l’estero”. La meritocrazia quanto vale? Le scuole di recitazione hanno ancora un senso? “La preparazione è fondamentale in quanto arricchimento personale. Poi il fatto che in Italia la meritocrazia sia un argomento tabù è un altro paio di maniche. Il settore cinetelevisivo è da anni regolato dalle raccomandazioni, e chi lo nega mente. Questo non significa che non ci siano in Italia professionisti ottimi, onesti e seri, ma semplicemente che il loro lavoro è costantemente assediato, circondato e minacciato da chi raccomandando o facendosi raccomandare non è minimamente interessato ad uno sviluppo sano del settore”. Sia Rai che Mediaset e ora Sky producono decine di fiction ogni anno.
Notiamo sempre gli stessi attori e delle storyline del tutto surreali. Tu cosa ne pensi? “La situazione della fiction italiana è più complessa di quanto sembri. Sarebbe lungo spiegare le dinamiche produttive e le ragioni e le decisioni che portano infine alla realizzazione di un prodotto di un certo tipo e con certi attori anziché altro, ma una cosa da dire c’è: bisogna che cresca la consapevolezza di chi guarda la televisione. In Italia non si è mai provveduto ad una 'educazione alla fruizione del prodotto audiovisivo', e si è così sviluppata la tendenza ad una accettazione piuttosto passiva di tutto ciò che passa in tv. A mio avviso bisognerebbe diventare più critici, esigere di più dai network, guardare i prodotti interessanti che il mercato offre, e girare canale se qualcosa non ci piace. Senza pietà, senza passività”.
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Quali sono i tuoi sogni nel cassetto? L'Italia può aiutarti a realizzarli? “I sogni che ho non li tengo nel cassetto, altrimenti prendono la muffa, cerco anzi di realizzarli sempre tutti, anche se poi pochi arrivano a concreta realizzazione. Ma cerco di averne sempre di nuovi a portata di mano. Ho lavorato ultimamente ad uno spettacolo di prosa e lirica con artisti di calibro internazionali come il baritono Massimo Cavalletti e il basso Carlo Colombara, mi piacerebbe potere fare date in giro per il mondo con quello spettacolo, che con un format nuovo coniuga prosa e lirica e si pone l’ambizioso obiettivo di avvicinare al mondo dell’opera anche i più giovani e quelli finora meno interessati. Prepararmi per questo spettacolo è stato per me la scoperta di un mondo meraviglioso che non conoscevo, quindi la voglia di comunicare il mio entusiasmo è tanta”.
Sette Spose per Sette Fratelli Dal 13 febbraio al 16 marzo, il Teatro Sistina ospita uno spettacolare musical di L. Kasha e D.S. Landay, con Flavio Montrucchio e Roberta Lanfranchi. Nel cast anche 20 ballerini-acrobati-cantanti. Uno spettacolo firmato Massimo Romeo Piparo, musiche di Gene De Paul, liriche di Johnny Mercer, coreografie di Roberto Croce Nel 1954 la MGM produce il film “Sette spose per sette fratelli” diretto da Stanley Donen; la magica fusione tra la sceneggiatura, le musiche e le straordinarie coreografie di Michael Kidd ne fecero uno dei musical più divertenti e longevi del grande schermo, un cult riproposto anche dalla Tv ancora oggi con grandi ascolti. Le musiche di Adolph Deutsch e Saul Chaplin vinsero un Oscar e il film ottenne quattro nominations per il miglior film, la migliore sceneggiatura, la migliore fotografia e il miglior montaggio. Nel 60° anniversario dell’uscita del film, la Peep Arrow Entertainment e Il Sistina portano in scena in Italia una nuova scintillante edizione del musical con Flavio Montrucchio, Roberta Lanfranchi e un cast di 20 ballerini-cantantiacrobati. I 7 fratelli Pontipee, rudi boscaioli, vivono isolati tra boschi e monti. Stanco della solitudine, il maggiore di loro, Adamo, vuole prendere moglie. Conquista Milly che però scopre presto di dover prendersi cura non solo del marito ma di altri 6 rozzi uomini disordinati e rissosi... Come nella favola di Biancaneve trasforma la baita sporca dei boscaioli in una casa accogliente e insegna ai fratelli di Adamo l’arte del corteggiamento, cosicché anche loro possano conquistare una ragazza e sposarsi. Dopo mille vicissitudini, corteggiamenti, balli in paese, risse tra pretendenti, rapimenti di ragazze, valanghe in montagna e tanto altro, il lieto fine arriverà puntuale con 6 nuovi matrimoni e una neonata... Dal film al palcoscenico, si ritroveranno le divertenti avventure dei fratelli Pontipee e delle loro innamorate, con canzoni eseguite dal vivo e spettacolari coreografie acrobatiche: un perfetto evento teatrale che coinvolgerà ed entusiasmerà spettatori di tutte le età.
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