SOMMARIO FEBBRAIO 2015 10 MANUELA GALLO E' la nuova diva dei più grandi show di Ibiza. Si racconta nel suo lungo viaggio dall'Italia fino al successo nell'isola più cool della Spagna. I suoi sogni da bambina e le emozioni che l'hanno accompagnata nel suo percorso e gli incontri che le hanno cambiato la vita fino ad essere una donna super sexy e molto richiesta nei locali più trendy di Ibiza, dove spesso si possono incontrare personaggi da Paris Hilton a Craig David...
14 PINO DANIELE E' nato a Napoli il 19 marzo 1955, è stato un cantautore e chitarrista italiano. È nato nel quartiere Porto di Napoli ed era il primogenito di sei figli di un modesto lavoratore portuale. Iniziò a suonare in casa di amici a 12 anni con la sua prima chitarra, una ECO X27 con un Paramount Meazzi 10 W...
18 DUBAI Gli aggettivi "prima, più alta, più profonda, più costosa, sfarzosa, bizzarra" potrebbero essere stati coniati appositamente per Dubai. Dove, se non a Dubai, si può trovare un hotel a sette stelle, vedere 200 isole artificiali dalla forma dei paesi del mondo o scalare l'edificio più alto del mondo?
22 AURORA FELICI Siamo arrivati alla ventitreesima “puntata” del concept “Una giornata speciale” e questo è davvero un appuntamento speciale. Abbiamo deciso di dedicarlo ad una delle mie modelle preferite, Aurora Felici. Appuntamento dedicato a lei, per il semplice motivo che è diventata mamma. Per molti l'idea di modella è quella di una dea che vive in un mondo di stelle e lustrini, qualcosa di quasi imortale. Invece, è una donna reale...
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47 ENRICO IANNIELLO Definirlo un grande del nostro panorama artistico sarebbe forse troppo poco perché Enrico Ianniello, casertano ma residente in Spagna, è un esempio di bravura e voglia di fare. Lo dimostra la sua versatilita: attore, autore, traduttore e da qualche giorno anche scrittore con un magnifico romanzo. Sarà a Roma dal 12 al 22 febbraio al Teatro Vascello con “I Giocatori”. Vediamo cosa ci ha detto...
50 MICHELE VENITUCCI Pugliese DOC e grande amante della sua terra, Michele Venitucci nasce a Lecce nel 1974. Inizia la sua carriera al cinema e nella tv. Lo abbiamo visto per parecchie puntate protagonista di Ris Delitti Perfetti e lo scorso anno della stagione numero 9 di un Medico in Famiglia dove ha interpretato Stefano, un ragazzo pieno di sensibilità...
52 RED RONNIE Tra i personaggi che hanno fatto la storia della musica e della tv italiana, Red Ronnie occupa un posto speciale. Dagli anni Settanta con furore, questo artista poliedrico ha dato tanto alla musica e non solo con la sua creatività e il suo talento. Attualmente sta lavorando alla nuova edizione del roxy bar a cui è dedicato il suo sito www.roxybar.tv ed è coinvolto in molti altri progetti...
68 SIMONETTA INGROSSO Simonetta Ingrosso è attrice, modella e imprenditrice. A Dubai per promuovere e presentare le attività di Certi W®, Organismo di Certificazione Internazionale con headquarters a Riga e sedi, oltre che in Italia, in tutto l’est Europa e Medioriente, e in particolare del marchio del lusso Certiluxe ®. Come non cedere alla tentazione di uno shooting fotografico unico con ambientazioni invidiabili...
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EDITORIALE
FERMIAMO I “TALENT” E TORNIAMO ALLA GAVETTA DI ALESSANDRO CERREONI
NUMERO 162 • FEBBRAIO 2015
C'era una volta la gavetta. Lo studio e la formazione. La preparazione. I sacrifici. Il mondo dello spettacolo aveva delle regole rigide, che non potevano prescindere dal curriculum. Per farne parte bisognava essere bravi, preparati e soprattutto con un percorso serio alle spalle. Oggi non è più così. Siamo nell'era dei “talent”. Un'era che sta durando anche troppo. E' dall'avvento del Grande Fratello – quindici anni fa – che molti addetti ai lavori percorrono questa strada per “reclutare” volti e voci nuovi. Televisione, cinema, musica e radio, c'è la convinzione che puntare sugli sconosciuti sia una scelta vincente, voluta e apprezzata dal pubblico. Una convinzione che non trova nessun fondamento e riscontro concreto. I “talent” sono semplicemente un'operazione commerciale. Una vetrina mediatica per chi si improvvisa “maestrino” di giovani che credono che questa sia la via più facile. No, non producono nuovi talenti! Le capacità sono innate e si affinano con lo studio, con la preparazione e con la gavetta. Questa tendenza può risultare pericolosa per il mondo dello spettacolo, perché porta all'impoverimento artistico facendo crollare il gradimento del pubblico. Tanto per fare un esempio, il grande cinema di Hollywood si fonda su un principio importante: i grandi attori, tutti, prima di essere scelti per un film partecipano ad un casting. Questo per dire che la differenza la fanno la bravura e l'esperienza. E' sempre stato così. C'è poi un altro aspetto da non sottovalutare. Per molti giovani, il mondo dello spettacolo è considerato un “rifugio” in questi tempi di crisi del lavoro. Credono che sia un mondo facile e dorato. Un mondo dove guadagnare e stare al sicuro. Piuttosto che fare il lavapiatti in un ristorante, è meglio tentare la fortuna dei provini e dei talent. E' più dignitoso, pensano. In realtà rischiano di trasformare la propria vita in un'illusione, arricchendo la pancia degli editori e delle società di produzione. L'artista, quello bravo e talentuoso, emerge e non ha bisogno di queste strade secondarie. Ed è quello che si guadagna la stima del pubblico. Perché ha qualcosa di vero e di “artistico” da offrire. E' se stesso e non è stato costruito in laboratorio. Resiste nel tempo. L'artista diventa un grande se fa la gavetta. Se parte dal gradino più basso e sa salire la scala della propria carriera affrontando difficoltà, successi ed insuccessi. Così si costruisce anche l'uomo. Senza l'uomo non c'è l'artista. E la gente non è stupida e si accorge di questa inconsistenza, non guardando più la tv, non ascoltando più la radio, non vedendo più film italiani e non ascoltando più la musica. Poi possono pure “manipolare” le cifre dei dati e degli indici di gradimento per motivi pubblicitari ma la realtà è un'altra.
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000 DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE Alessandro Cerreoni - a.cerreoni@gpmagazine.it REDAZIONE Via V. Pacifici, 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. 327.1757148 e-mail: redazione@gpmagazine.it IMPAGINAZIONE E GRAFICA GP Spot HANNO COLLABORATO Silvia Giansanti, Bibi Gismondi, Marina Marini, Simone Mori, Paolo Paolacci, Camilla Rubin, Adriana Soares SPECIAL THANKS Fabio Campoli, dott. Flavio Cannistrà, Roberto Ruggiero EDITORE PUNTO A CAPO Srl PUBBLICITA’ Info spazi e costi: adv@puntoacapo.org Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it Gionata A. Mattioli - g.mattioli@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il 29/01/2015 Copie distribuite: 20.000
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CURIOSITÀ DAL MONDO
A curA di Camilla Rubin
INDIA: IL TASSISTA CHE GUIDA AL CONTRARIO A Bhatinda, nel Punjab, in India, Devi, un tassista indiano è diventato famoso nel suo paese (e a questo punto anche nel resto del mondo) grazie al suo particolare stile di guida. Sì perché dovete sapere che questo insolito tassista guida da ben 11 anni al contrario, all’indietro per capirci, e questo perché gli si è rotto il cambio della macchina; recentemente ha ottenuto una speciale licenza che gli permette di guidare in questa particolare maniera su tutte le strade degli stati dell’India settentrionale. Devi ha cominciato a guidare in questo modo nel 2003 quando, a causa del cambio bloccato in retromarcia, è stato costretto a condurre la macchina all’indietro fino alla città più vicina. Da quel momento questa particolarità lo ha reso più popolare del sindaco. Adesso il trentenne ha modificato la sua macchina: il cambio ha quattro marce indietro e una sola avanti, ha una sirena sul tetto e un clacson speciale per avvertire i conducenti ignari e i pedoni del suo arrivo.
QUEBEC: LO SCHERZO DELL’ELEFANTE A POIS In Quebec il noto programma televisivo “Just For Laughs” ha ideato uno scherzo che ha avuto un incredibile successo (2 milioni di visualizzazioni su Youtube). I protagonisti sono due poliziotti ed un elefante rosa a pois gialli. I poliziotti avevano il compito di far accostare le macchine per un semplice controllo di routine. Da lì gli automobilisti si vedevano passare davanti l’elefante e cercavano di avvertire gli agenti intenti a fare il verbale. Dopo la descrizione dei guidatori, i poliziotti incominciavano a domandare se avessero assunto droghe o alcool. Ovviamente tutti rispondevano negativamente e così tiravano fuori l’etilometro per fare un veloce alcool test. Vedendo ripassare il pachiderma e segnalandolo ai poliziotti, quando finalmente questi si giravano, spuntava una grossa signora con un vestito rosa a pois rossi, i poliziotti a quel punto continuavano a stilare il verbale sentendosi peraltro presi in giro. Tutto poi si risolveva in una grossa risata quando gli sfortunati automobilisti scoprivano che era tutto uno scherzo e che erano finiti in televisione.
STATI UNITI: LA CANZONE “HAPPY BIRTHDAY” COPERTA DA DIRITTI D’AUTORE Sapevi che cantare “Happy Birthday” può costarti una multa da 10.000 dollari? La melodia originale è stata composta da due sorelle provenienti dagli Stati Uniti d’America alla fine del diciannovesimo secolo. Le due donne, che come mestiere facevano le insegnanti d’asilo, avevano composto la canzone per i loro piccoli studenti che dovevano cantarla ogni mattina quando entravano in classe; il testo inizialmente era differente e le parole esatte erano “Good morning to all” che in italiano significa “Buongiorno a tutti”. La canzone è stata acquistata nel 1990 da una nota società che l’ha pagata ben 15 milioni di dollari. Proprio per questo motivo il brano è coperto da copyright fino al 2030. Dunque la famosissima canzoncina di buon compleanno potrebbe farci rischiare una multa per violazione di copyright. Secondo alcune dichiarazioni una volta sono stati pagati ben 700 dollari per includerla in un episodio di una serie televisiva e ben 10mila dollari per utilizzarla all’interno di un film.
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STATI UNITI: ALL’ASTA UNO DEI PRIMI MODELLI DELLA APPLE A Cupertino, uno dei primi modelli di computer Apple è stato venduto all’asta, nel sito online “Christie’s“ per 365.000 dollari. Il computer in questione è stato prelevato dal caveau della sede principale della Apple, situata a Cupertino. La macchina, anche se vecchia, è ancora operativa ma la sua particolarità è che sembra essere stato venduto direttamente da Steve Jobs. Nel 1976 infatti, il co-fondatore di Apple aveva venduto questo computer ad un certo Charles Ricketts alla cifra di 600 dollari! Da quel momento il computer prese il nome del proprietario ovvero “Ricketts Apple-1 Personal Computer”. Il the Guardian afferma come il computer appartenesse a Jobs, il quale lo teneva nel garage fino a che non è riuscito a venderlo. Per eguagliare il prezzo di vendita di questo vecchio computer, bisognerebbe acquistare circa 365 MacBook Pro, e nonostante sia un oggetto funzionante, è considerato d’antiquariato visto che ha più di 30 anni.
GRAN BRETAGNA: MAMMA VENDE IL SUO LATTE MATERNO Rebecca Hudson, giovane mamma 26enne di Manchester ha pensato di vendere il proprio latte materno in eccesso per comprare i regali di Natale ai suoi 4 figli: sono tantissime le persone che hanno acquistato il suo latte, e fino ad oggi ha guadagnato quasi 3.700 sterline: ogni bottiglietta con il latte costa 12.95 sterline e al momento ha venduto più di 250 bottiglie. L’idea è nata quando la giovane mamma si è accorta di produrre più latte di quanto la sua bimba più piccola necessitava, e ha pensato quindi di venderlo per comprare i regali di Natale. Viene spontaneo chiedersi chi le compra: lei stessa ha rivelato a This Morning che a comprare il suo latte materno sono body builder, madri ma anche persone che lo usano a scopi sessuali. “Cosa fanno le persone con il latte che comprano è un problema loro. Non voglio giudicare nessuno, non c’è differenza tra coloro che usano il mio latte, dai bodybuilder a chi lo usa per il sesso” ha rivelato la giovane mamma. Rebecca però non è la prima a vendere il latte: esiste infatti una società chiamata Mommy Milk Creations che produce gioielli con il latte materno. Collane, braccialetti sono infatti realizzati con un cuore di latte: il prezzo è esorbitante ma sembra che ci sia chi è disposto a comprarli.
PAKISTAN: LA CREATURA META’ DONNA E META’ VOLPE Una delle attrazioni principali dello zoo di Karachi, in Pakistan, è il “Mumtaz Begum Africa Wali”, una creatura mitica metà donna e metà volpe. La creatura racconta di essere nata in Africa 35 anni fa, e di vivere di dolci, succhi, e frutta, e dopo un breve monologo inizia a parlare con i visitatori, spesso predicendo anche il futuro. Chiaramente, l’animale mitico è una finizione. E per quanto alcuni critichino lo zoo perché a loro parere natura e fantasia non andrebbero mescolati, altri sostengono che in questo caso lo zoo non sta “prendendo in giro” i visitatori mostrando loro una cosa per un’altra, ma semplicemente offrendo uno spettacolo, peraltro molto apprezzato a guardare i numeri dei visitatori e la loro soddisfazione. Ad interpretare la donna-volpe è il trentatreenne Murad Ali, che ha “ereditato” il ruolo dal padre 16 anni fa. Ali è estremamente contento del suo lavoro: “La gente che viene qui va via felice. E saperlo rende felice anche me. C’è un legame d’amore tra loro e me. La vita è molto breve: dovrebbe essere impiegata regalando sorrisi”, spiega. Il direttore dello zoo spiega che sono sempre stati uomini ad interpretare la creatura, perché reggerebbero meglio lo stress dovuto a commenti negativi e alle persone moleste. Se foste interessati al lavoro sappiate che nella selezione vengono valutati anche il numero di lingue e dialetti locali che il candidato conosce (in modo da interagire al meglio con i visitatori) e le capacità di recitazione.
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Bellissima e giovane, la nuova stella dell'isola spagnola si racconta
LA NUOVA REGINA DELLE NOTTI DI IBIZA
MANUELA GALLO di
CRiStiano DE maSi
E' la nuova diva dei più grandi show di ibiza. Si racconta nel suo lungo viaggio dall'italia fino al successo nell'isola più cool della Spagna. i suoi sogni da bambina e le emozioni che l'hanno accompagnata nel suo percorso e gli incontri che le hanno cambiato la vita fino ad essere una donna super sexy e molto richiesta nei locali più trendy di ibiza, dove spesso si possono incontrare personaggi da Paris Hilton a Craig David. manuela, tu sei la regina delle notti più spettacolari di ibiza. Come ci si sente ad essere una vera e propria icona a soli 24 anni? “La cosa è stata del tutto inaspettata. A 18 anni sono partita per ibiza, tentando una semplice stagione estiva come cameriera. Mentre servivo ai tavoli, un direttore artistico di una delle più grandi e rinomate feste dell'isola mi notò, e sorpreso mi chiede perché non avessi mai pensato di esibirmi. Seduta stante mi propose di entrare a far parte del suo cast e, solo una settimana dopo, mi sono ritrovata ad esibirmi sul palco dell'Amnesia. da lì fui assunta da altri cinque top party, con cui ho collaborato per quattro anni”. 11 GP MAGAZINE
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Come nascono i tuoi show e i tuoi abiti da mille e una notte? “i miei show si ispirano a quelli che per anni mi hanno fatto da scuola nella mia permanenza sull'isola spagnola, dove ho visto esibirsi grandissime performer come dita Von Teese, uno dei miei idoli per l'appunto. Gli abiti vengono ideati da me con l'aiuto di una fashion stylist di fiducia che si occupa anche del confezionamento”. Che rapporto hai con la tua forma fisica? “come ogni donna tendo ad essere molto autocritica, ma di base non ho reali insicurezze sul mio corpo. Amo le mie curve!”. noi tutti abbiamo notato che il tuo aspetto fisico fa sicuramente invidia a tantissime modelle celebrate da Victoria Secrets. Come si riesce ad ottenere tutto questo? “Troppo gentile. (ride) Sono molto attenta alla cura estetica del corpo ed una vita sana accompagnata da una costante attività fisica sono fondamentali. Ma ad un peccato di gola non rinuncio”. Che consigli daresti alle donne? “Alle donne consiglio sempre di esprimere senza timore la propria femminilità. La nostra consapevolezza come donne, ci fa sentire belle, sicure e desiderabili”. il tuo rapporto con il cibo com'e? “Sono una buona forchetta. Alla cucina italiana e alle cene con gli amici proprio non posso rinunciare!”. Come riesci a sedurre un uomo? “Non mi sono mai impegnata troppo per sedurre qualcuno. Essere semplicemente me stessa, far cogliere la
vera essenza di me è sempre stato il mio segreto di conquista”. la parte più sexy del tuo corpo? “da sempre dicono il mio lato B. Ma secondo me, anche se sembra scontato, sono i miei occhi. uno sguardo comunica emozioni e sensazioni che solo un bel corpo non potrebbe rendere così indimenticabili”. in questo servizio sei stata ritratta all' interno di un circo molto famoso come quello medrano. Che ricordi avevi dello spettacolo circense da piccolina? “Ho un ricordo meraviglioso. Per me il circo in città era un evento irrinunciabile. Sognavo ad occhi aperti ti di poter essere una di quelle bellissime e luccicanti ragazze che si esibivano in quello show così magico e nostalgico, che solo il circo può regalare”. Quali attrazioni o animali preferivi? “Le attrazioni che più preferivo erano gli scioccanti numeri degli illusionisti e i salti mortali dei trapezisti. Ma lo show con le tigri rimane il più suggestivo di tutti”. un tuo sogno che vorresti poter realizzare qual è? “il mio sogno è quello di poter affermare la mia più recente carriera di modella. Ma il mio vero sogno nel cassetto è una parte in un film di Ferzan Ozpetek”. la tua vacanza ideale e perché ma sopratutto con chi? “La mia vacanza ideale è un viaggio itinerante in qualche luogo esotico. un soggiorno tra accentuate e relax con l'uomo che amo”. Faresti un saluto a tutti i nostri lettori? “Mando un bacino a tutti i lettori di GP Magazine”. 12
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CREDITS Artista: Manuela Gallo Instagram: manuela gallo of ficial Si ringraz ia: Circo Medrano Roma via di Tor di Quinto 100 fino al 22 febbraio 2015 info 348.1000702 Produzione esecutiva: www.creativeideas.tv e Cristiano De Masi Fotografo servizio interno: Max Palmieri fine art e advertising photographer Trucco: Raffaele fabbricatore Total Look Maker Si ringraz ia: Centro Estetico La Venere Piazza Unità, 19 Roma
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LO SAPEVATE CHE
OMAGGIO AL GRANDE “POETA” PARTENOPEO
PINO DANIELE A curA di Camilla Rubin Lo sapevate che... cominciò la sua carriera artistica con il gruppo "Batracomiomachia", con Paolo raffone, rosario Jermano, rino Zurzolo, Enzo Avitabile e Enzo ciervo poi nel 1975 iniziò l'attività di session man, suonando nell'album che Mario Musella registrò per la King di Aurelio Fierro e che è rimasto inedito fino al 2012, anno in cui è stato pubblicato con il titolo Arrivederci, e, l'anno seguente, in Suspiro di Jenny Sorrenti, in Le due facce di Gianni Nazzaro di Gianni Nazzaro (cantando anche i cori nella canzone Me ne vado). Ha anche accompagnato in tour Bobby Solo. Lo sapevate che... Sempre nel 1976 entrò a far parte, come bassista, dei Napoli centrale, dove incontrò James Senese. Verso la fine del 1976 claudio Poggi, produttore discografico della EMi italiana, ascoltò una cassetta provino con alcuni brani originali del giovane daniele, che decise di seguire discograficamente. Già a metà anno quindi venne inciso un singolo in 45 giri contenente i brani ca calore e Fortunato. Lo sapevate che... “Terra mia”, l'album d'esordio del 1977, tra i brani dell'album di maggiore successo ci sono sicuramente “Terra mia”, ma soprattutto “'Na tazzulella 'e cafè”, molto gettonata da renzo Arbore nel suo programma Alto gradimento e “Napule è” che nel tempo sarà un vero manifesto per l'autore e per l'intera città. Ha scritto “Napule è” a soli 18 anni. Lo sapevate che... Nel 1981 l'artista tenne un grande concerto in Piazza del Plebiscito a Napoli di fronte a duecentomila persone, accompagnato sul palco da (Tullio de Piscopo, Joe Amoruso, rino Zurzolo, Tony Esposito, James Senese), una
formazione tutta partenopea che lo stesso anno partecipò all'album Vai mò (altra pietra miliare della carriera di daniele). in questo contesto si andava definendo il cosiddetto "Neapolitan Power" (letteralmente: energia napoletana), all'insegna dell'innovazione artistica in seno alla tradizione campana, con richiami preponderanti a rock, blues, funky e jazz. Lo sapevate che... il 24 giugno 1984 aprì l’esibizione milanese di carlos Santana e Bob dylan. Lo sapevate che... Nel 1989 girò l'Europa con i concerti di "Night of the Guitar", insieme a randy california, Pete Haycock, Steve Hunter, robby Krieger, Andy Powell, Ted Turner, Leslie West, Phil Manzanera, Jan Akkerman. Lo sapevate che... Nel 1994 fu protagonista di una tournée condivisa insieme a Eros ramazzotti e Jovanotti, in uno spettacolo dove tre artisti con stili e influenze differenti si esibivano in set separati, ma che a turno si confrontavano in intermezzi musicali intervenendo nei brani di ognuno dei tre. il tour, che si sviluppò durante il mese di giugno, toccò dapprima gli stadi di Monza, Bari e Palermo; ebbe il suo picco al San Paolo di Napoli e all'Olimpico di roma, e si chiuse con le date di Bassano del Grappa e Modena. Lo sapevate che... La consacrazione commerciale arriva con i due album successivi: “Non calpestare i fiori nel deserto” (1995) e “dimmi cosa succede sulla terra” (1997). con il primo disco, abbraccia sonorità più pop e l'album, trascinato dal singolo io per lei, vendette oltre 800.000 copie, risultando tra gli album più venduti del 1995 in italia con sei settimane al numero uno in clas-
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LO SAPEVATE CHE
E' nato a napoli il 19 marzo 1955, è stato un cantautore e chitarrista italiano. È nato nel quartiere Porto di napoli ed era il primogenito di sei figli di un modesto lavoratore portuale. iniziò a suonare in casa di amici a 12 anni con la sua prima chitarra, una ECo X27 con un Paramount meazzi 10 W. daniele aveva composto le musiche). Lo sapevate che... il 24 giugno 2011 era nello stadio di cava de' Tirreni, in concerto con Eric clapton davanti a una platea di 16.000 spettatori. durante il concerto, Pino daniele cantò in italiano una strofa di “Wonderful Tonight” di clapton. Lo sapevate che... Per l'estate 2014 annunciò un tour nel quale eseguì integralmente l'album “Nero” a metà suonando in varie città in diversi giorni del mese di dicembre, culminati con l’esibizione il 31 dicembre 2014 a courmayeur prendendo parte al programma televisivo L'anno che verrà. Lo sapevate che... Fabiola Sciabbarasi, durante un’intervista alla rivista Vanity Fair, svelò i motivi per cui suo marito, Pino daniele, aveva deciso di non vivere a Napoli e di recarsi nella città solo per motivi di lavoro. “A Napoli va solo se ha un concerto, o altri impegni di lavoro. Fa parte della sua vita, ma Pino certe cose del passato le evita perché Napoli è una città che logora. E’ possessiva, passionale, esagerata. il fan napoletano è diverso da chiunque altro: ti deve toccare, sentire… E questo, dopo un po’, toglie il fiato”. Lo sapevate che... Massimo Troisi e Pino daniele erano entrambi stelle dal cuore matto, destino questo che ha reso ancora più salda la loro amicizia, uniti nella vita ma anche morte. “O saie comme fa ‘o core”, era proprio uno dei testi che i due avevano scritto insieme. Quando il destino ci mette lo zampino E’ nato nello stesso giorno di Massimo (19) e morto nello stesso giorno di Troisi (4). un destino che accomuna i due amici, ciò che cambia è solo il mese e l’anno dei due appuntamenti più importanti di entrambi gli artisti napoletani. infatti mentre Massimo è nato a Febbraio, Pino a Marzo. Troisi invece ha detto addio alla vita il 4 giugno a roma, daniele il 4 gennaio sempre nella stessa città.
sifica, di cui cinque consecutive, oltre a fargli ottenere la Targa Tenco come miglior album dell'anno. Lo sapevate che... “dimmi cosa succede sulla terra” avrebbe fatto ancora meglio conquistando dieci dischi di platino e risultando il disco più venduto in italia per otto settimane consecutive. il disco gli valse la trionfale vittoria al Festivalbar 1997, nella finalissima svoltasi proprio a Piazza del Plebiscito nella sua Napoli, e il musicista si aggiudicò sia il premio per il miglior album che quello per il miglior singolo con il brano che male c'è. Lo sapevate che... dopo aver divorziato da dorina Giangrande (corista negli album “Terra mia” e “un uomo in blues”), da cui ebbe due figli, si risposò con Fabiola Sciabbarasi (ex modella, interprete del video del brano “Amore senza fine”), dalla quale ebbe Sara (cui è dedicata la canzone omonima contenuta nell'album “Medina” del 2001), Sofia (alla quale è dedicato il brano “Sofia sulle note” nell'album Passi d'autore del 2004) e un terzo figlio. Lo sapevate che... Nell'ottobre 2005 l'album” iguana cafè” e il 14 maggio, in occasione della data napoletana dell'iguana cafè Tour, dopo 25 anni si ritrovano sullo stesso palco per la prima volta Pino daniele, James Senese e Tony Esposito. Lo sapevate che... il 9 gennaio 2008 si riunì ai vecchi amici de Piscopo, Senese, Esposito, Amoruso e Zurzolo, in nome di una sorta di rifondazione, a distanza di anni, del "Neapolitan Power". con tale formazione realizzò un triplo cd con quarantacinque brani, tra vecchi successi riarrangiati, versioni originali e alcuni inediti. il lavoro si sarebbe intitolato, simbolicamente, ricomincio da 30, a significare trent'anni ininterrotti di carriera musicale, ma anche un omaggio all'amico Massimo Troisi (che nel 1981 aveva debuttato come cineasta con il film ricomincio da tre, per cui
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MAPPAMONDO
DUBAI
TRA SOGNO E REALTÀ
Gli aggettivi "prima, più alta, più profonda, più costosa, sfarzosa, bizzarra" potrebbero essere stati coniati appositamente per Dubai. Dove, se non a Dubai, si può trovare un hotel a sette stelle, vedere 200 isole artificiali dalla forma dei paesi del mondo o scalare l'edificio più alto del mondo? in mezzo a tutta questa modernità, fra una nuotata in mare, una riunione di lavoro, un salto alle boutique di alta moda, una partita a golf e una cena in un ottimo ristorante teppanyaki, gli antichi souk attirano ancora chi ama mercanteggiare. E addentrandosi per pochi chilometri nel deserto, si troveranno cammelli che vivono ancora in libertà. dubai è caratterizzata da un'atmosfera vivace e cosmopolita che si coglie, per esempio, osservando i passeggeri delle abra, le imbarcazioni tradizionali: un caleidoscopio di turisti accanto a donne indiane avvolte nel tradizionale sari e a residenti che indossano candidi dishdasha. Al di fuori della città, lo stile di vita è più tradizionale e scandito da ritmi leggermente più rilassati.Esplorando l'arida bellezza delle montagne o le spiagge della costa orientale degli Emirati Arabi uniti, troverete sempre gente simpatica con tanta voglia di chiacchierare, anche in mancanza di una lingua comune.
i trasporti Gran parte dei visitatori scelgono di spostarsi in città in taxi (i prezzi sono modici) o di mettersi al volante, nonostante le continue deviazioni e il traffico caotico. la metropolitana di Dubai è uno dei sistemi di trasporto pubblico più avanzati al mondo, con treni senza conducente, stazioni dotate di aria condizionata e aree speciali riservate a donne, bambini e passeggeri Gold class. Le due linee della metropolitana coprono gran parte della città; la linea rossa parte da rashidiya e passa attraverso l'Aeroporto internazionale di dubai e Sheik Zayed road; la linea verde serve invece quartieri affollati come Bur dubai e deira. Gli autobus, pur essendo mezzi convenienti e offrendo opportunità meravigliose di esplorare dubai, possono essere molto affollati e risentire del traffico imprevedibile e degli orari imprecisi. Tuttavia, con l'apertura della metropolitana si sta attuando uno sforzo congiunto per ammodernare la flotta e coordinare l'intero sistema di trasporto pubblico, comprendente taxi acquatici, autobus e metropolitana. Attualmente, tutti gli autobus in circolazione a dubai accettano pagamenti attraverso il sistema Nol card del road and Transport Authority. Si può acquistare una Nol card in una qualsiasi stazione della metropolitana e presso vari rivenditori. Per gli orari dei trasporti pubblici, si consiglia di consultare la sezione Journey Planner del sito rTA, contattare rTA chiamando il numero 800 9090 dagli Emirati Arabi.
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A dubai i taxi hanno costi relativamente bassi, ma può essere difficile trovarne uno nelle ore di punta. È bene conoscere un punto di riferimento noto vicino alla destinazione da raggiungere, dato che i tassisti non sempre riescono a essere aggiornati sulla viabilità di questa città in continua espansione. Per ulteriori informazioni telefonare a dubai Taxi, al numero +971 4 2080808 oppure visitare il sito dtc.dubai.ae. Girare in auto è quasi sempre il modo migliore per muoversi a dubai. ci sono frotte di taxi con tassametro, ma trovarne uno all'ora di punta può essere una missione impossibile. Per chi preferisce mettersi al volante, in aeroporto sono disponibili numerosi autonoleggi. il carburante ha un prezzo molto basso, pari a 6,25 AEd per gallone imperiale (4,5 litri), mentre i parcheggi di norma costano circa 5 AEd per due ore. Gli incidenti sono molto frequenti, quindi si raccomanda prudenza. Se si è coinvolti in un incidente, è necessario allertare subito la polizia chiamando il numero 999 e restare vicino al proprio veicolo. Spostarsi a piedi è il modo migliore per ammirare le banchine affollate di dhow, esplorare i souk, le zone storiche, i musei e le aree centrali di downtown dubai o Marina. informazioni utili Valuta: dirham degli Emirati Arabi uniti (AEd). uS$ 1 = AEd 3,67. Fuso orario: GMT +4. Elettricità: 220/240 v; si utilizzano spine triple.
MAPPAMONDO Clima: Le temperature variano da minime notturne di circa 10°c in inverno (dicembre-marzo) a massime diurne di 49°c in piena estate (giugno-agosto). il periodo migliore per visitare dubai va da ottobre ad aprile, con temperature perfette per lunghe e piacevoli giornate in spiaggia e miti serate all'aperto. Vaccinazioni: Non sono richieste vaccinazioni particolari. Visti: i residenti nei paesi membri del consiglio di cooperazione del Golfo non necessitano del visto. i cittadini di regno unito, Stati uniti, Australia, Nuova Zelanda e gran parte dei paesi dell'Europa occidentale e dell'Estremo Oriente hanno diritto a un visto per visitatori gratuito al-
l'arrivo, della validità di 30 giorni e prorogabile. Tutti gli altri devono richiedere un visto tramite uno sponsor locale o l'hotel. abbigliamento: L'ideale per affrontare il clima tipico del luogo sono abiti comodi in cotone; è consigliabile indossare un cappello nelle ore più calde. in inverno le serate possono essere sorprendentemente fredde ed è bene essere equipaggiati per proteggersi dall'aria condizionata, talvolta intollerabile. Sebbene dubai sia una città piuttosto tollerante, è consigliabile indossare abiti discreti quando si gira per la città. Gonne lunghe o pantaloni e maniche corte sono obbligatori quando ci si avventura lontano dalla città, in particolare durante il ramdan.
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Comportamento in pubblico: in pubblico è necessario avere un comportamento misurato - ubriachezza ed esplicite manifestazioni di affetto sono irrispettose della cultura musulmana e illegali. Sicurezza: dubai è una delle città più sicure al mondo, con tassi di criminalità estremamente bassi. Si può andare in giro per la città senza timori. Tuttavia dubai è pur sempre una grande città ed è consigliabile adottare alcune precauzioni dettate dal buon senso. Le donne possono esplorare la città da sole senza grandi preoccupazioni; tuttavia, indossando abiti sobri si attireranno meno attenzioni indesiderate nelle aree della città più tradizionaliste.
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Roditori
STORIE
Una curiosità di fine ottocento
JACK L’incredibile storia del babuino-fer roviere di
nel 1880 in una stazione sudafricana un uomo assume un babbuino come proprio aiutante: essendo paralizzato, gli insegnò a spingere la sedia a rotelle e a fare il suo lavoro nelle ferrovie: in 20 anni non fece mai un errore.
tremmo identificare in un poliziotto perché il lavoro principale era quello di controllare ogni vagone del treno ed assicurarsi che il convoglio ed il suo carico intero arrivassero intatti a destinazione. Wide infatti era soprannominato “Jumper” perché saltava da un vagone all’altro durante i suoi controlli. Questo suo entusiasmo nel lavoro gli si ritorse contro durante un brutto incidente nel quale perse entrambe le gambe. Nonostante la sua paralisi negli arti inferiori, Wide continuò a lavorare nelle ferrovie ma assunse un aiutante speciale per fare il lavoro manuale. Per manovrare gli indicatori ferroviari e per spingere la sua sedia a rotelle, comprò un esemplare di babbuino. L’animale fu chiamato Jack, quello che in inglese è il diminutivo di James, e fu addestrato con lo scopo di eseguire i lavori sotto la supervisione dell’uomo. Jack infatti rappresentava per lui un vero e proprio assistente personale che eseguiva alla perfezione i suoi comandi. Si racconta che un passeggero durante un
Nella seconda metà dell‘Ottocento, un certo James Wide era impiegato nella città di uitenhage come segnalatore ferroviario presso le ferrovie governative della colonia del capo ed in seguito ad un incidente che lo rese parzialmente paralizzato adottò un babbuino come aiutante. colonia del capo è quella parte del Sudafrica conosciuta oggi come città del capo. A quei tempi, un segnalatore ferroviario era la figura che oggi po-
Camilla Rubin
viaggio, notò l’animale aggeggiare le manovelle sui binari e subito fece un reclamo alle autorità. dopo che l’investigazione su Jack risultò ottima e non presentava alcun pericolo, il babbuino fu ufficialmente assunto dalle ferrovie dato che la sua competenza sul lavoro era stata verificata, dopo un’iniziale scetticismo. Jack aveva un proprio stipendio ed una birra omaggio alla fine di ogni settimana lavorativa. Fu proprio un impiegato modello: in tutti i suoi anni di servizio, Jack non ha mai fatto un errore. Purtroppo non si ha una data certa di questo periodo, tranne che quella della morte di Jack: l’animale morì di tubercolosi nel 1890. Le autorità hanno conservato il suo scheletro nel Museo Albany in Sud Africa, fondazione del quale risale al 1855.
Ese mpl ar e di babuino amaril lo
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Una Gior nata Speciale
AURORA FELICI Una mamma per modella di
aDRiana SoaRES
Siamo arrivati alla ventitreesima “puntata” del concept “una giornata speciale” e questo è davvero un appuntamento speciale. abbiamo deciso di dedicarlo ad una delle mie modelle preferite, aurora Felici. appuntamento dedicato a lei, per il semplice motivo che è diventata mamma. Per molti l'idea di modella è quella di una dea che vive in un mondo di stelle e lustrini, qualcosa di quasi imortale. invece, è una donna reale... noi di GP magazine, insieme ad adriana Soares, dedichiamo questa uscita a lei. ad una bellissima ragazza, modella e mamma. Aurora ho 26 anni, modella di professione, ha un compagno che ama ed è mamma di un bel bambino di 6 mesi che si chiama Leonardo. ragazza solare, sognatrice, autoironica, ama viaggiare, adora circondarsi di gente positiva, ha tanti amici, e a 10 anni dall’inizio della sua carriera può dire che in parte ha realizzato il sua sogno nel cassetto. Parlami della tua carriera. Per chi hai posato e sfilato? hai qualche aneddoto da raccontare? “Ho iniziato a sfilare all’età di 16 anni, dopo un corso di portamento e fotografia, per me è stato come un gioco, all’epoca andavo a scuola e non mi sembrava vero che tre pomeriggi a settimana potevo dedicarli alla passione che avevo fin da bambina, che era quella di fare la modella. A 7 anni mi mettevo in posa davanti allo specchio quando avevo un vestitino nuovo, e a volte mia madre mi scattava delle fotografie… Guardavo programmi di moda, sfilate in TV, al22 GP MAGAZINE
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Cr edits St yl in g: Ivan Done v Co utu re Mu a: Nu al a Ol iveira Ph. Adrian a Soar es
l’epoca c’era “donna sotto le stelle” che mi appassionava molto, spesso seguivo le interviste a modelle famose, sognavo un giorno di farlo anche io. crescendo avevo capito che questa era una professione che non tutte potevano fare, bisognava essere portate, avere un certo fisico, una certa classe, essere belle, non sapevo se ero adatta, ma ci speravo ugualmente, e quando sono stata presa al casting della mia prima sfilata, “Premio Margutta edizione 2005”, la mia gioia era immensa, non la scorderò mai, una gioia mista alla paura di poter sbagliare, magari inciampare, cadere, o camminare male, nonostante la scuola che avevo fatto. Lì ho conosciuto la regia, cosa c’è dietro le quinte, lo staff, i truccatori, i parrucchieri, i sarti che ti vestono, i fotografi, insomma, tutto ciò che gira intorno alla moda, con estrema velocità, il cambiarsi in tre minuti di abito. Tutto estremamente affascinante e suggestivo. ricordo che prima di uscire in passerella telefonai a mia madre, che all’epoca mi seguiva perché ero minorenne, e le dissi, che avevo paura di inciampare e cadere c’erano delle scale da scendere, avevo la tremarella, paura che il lungo vestito da sposa mi finisse sotto le scarpe con i tacchi altissimi. Quando uscii sulla passerella l’emozione fu immensa, le luci su di me mi impedivano di vedere il pubblico, ho provato l’ebbrezza che da sentirsi osservata consapevole che il mio sogno si era avverato, ovviamente tutto andò benissimo, sfilai con tre abiti diversi, e da allora ho iniziato a sfilare per molti stilisti nell’Alta Moda, come Trussardi, renato Balestra, Gattinoni, camillo Bona, poi Marielle dugher, Abed Mahfouz, ram Al Alì, Jamal Taslaq, ho sfilato anche all’estero a New York e negli Emirati Arabi, ho fatto molti servizi fotografici
per cataloghi di moda, ho partecipato anche ad alcune trasmissioni televisive e posato per fotografi di alto livello... bello”. il mondo della moda è tutta rosa e fiori? “credo che per nessun mestiere sia tutto rosa e fiori, questo tra le altre cose, è un’ambiente dove si crea un immagine, dove si deve raggiungere la perfezione, a volte non è così, è molto duro e faticoso affermarsi, dimostrare la propria bravura e serietà, come in tutte le professioni c’è sempre chi è meglio di te o chi conosce qualcuno di influente”. Come hanno reagito i clienti nel sapere della tua gravidanza? “Ho sempre lavorato con un agenzia di modelle, e ho pochi rapporti con i clienti diretti, quei pochi clienti con cui collaboro da sempre sono stati molto felici per la mia maternità, anche se poi ironicamente mi hanno detto “adesso come facciamo, chi ti sostituisce?”. Quali erano le tue paure? “La paura che ai primi tempi mi perseguitava era quella di non sfilare bene, di cadere, quella di sempre, se vogliamo chiamarla paura ma forse il termine più appropriato sarebbe delusione, è quella di non essere presa ai casting, siamo sempre centinaia di modelle. E c’è un certo standard che bisogna rispettare quello della taglia, a volte molto piccola, molte modelle straniere hanno un fisico molto esile e sono molto alte per costituzione. Per indossare alcuni abiti vanno meglio loro, fortunatamente non tutti gli stilisti vogliono modelle magrissime”. ora che sei mamma di leonardo, cosa pensi di questo mondo in cui l'apparenza viene prima della sostanza? 24
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“Quando lo scorso anno ho saputo di aspettare Leonardo, è stata un inaspettata sorpresa ma ero felice. Ovviamente il primo pensiero è stato per il lavoro, proprio perché è un lavoro d’immagine, ciò ho scelto di fare, consapevole delle sue esigenze. i primi mesi ho fatto ancora qualche lavoretto, a cinque mesi di gravidanza ho partecipato ad un evento di Bulgari dove cercavano anche una donna in stato interessante, poi ho smesso del tutto, seguendo una dieta che mi aiutasse a non aumentare troppo di peso. devo ammettere di esserci riuscita bene, perché dopo la sua nascita in qualche mese sono tornata quasi come prima”. Sei giovanissima e sei una modella di successo. Come pensi di organizzare le tue giornate nel prossimo futuro, conciliare la maternità e il lavoro? “Sì sono giovanissima, e già ne ho fatta di strada, ma per il mondo della moda inizio a essere grande. Oggi le modelle sfilano o fanno servizi fotografici già a 14 anni. Non ho problemi a lavorare anche da mamma, come tutte le mamme, anche se questo lavoro può portare a trasferte all’estero, sicuramente per lavorare in italia non ho problemi, Leonardo ha splendide nonne che lo terrebbero volentieri. Per l’estero mi organizzerei per portarlo con me”. Come decidi da che punto di vista guardare le cose? “Sono una donna solare, quindi tendo a guardare sempre le cose positivamente, cerco di trovare il lato positivo in tutto. Se mi accade qualcosa, come impulso magari me la prendo, ma cerco subito di risolvere il problema, ovviamente se parliamo di problemi banali”. Che cosa è per te il successo? “il successo è il culmine di una esperienza, il traguardo che
ci si prefigge di raggiungere, anche se siamo noi che ci diamo il limite. credo di essere sulla buona strada, ho avuto delle belle e gratificanti esperienze, questo lavoro fa girare il mondo, ho conosciuto molta gente, ho conosciuto altre culture nella moda, altri stili, il successo è tutto questo, anche se sento che il traguardo lo devo ancora raggiungere”. la felicità è una scelta? “Secondo me no, la felicità è qualcosa di interiore, è un'emozione, è qualcosa che si raggiunge quando si è sereni, quando si ha tutto ciò che si pensava si potesse avere nella vita, solidi affetti, un amore incondizionato. Ecco, per me Leonardo e il mio futuro marito sono la felicità”. Progetti per il futuro? “Spero presto di poter tornare a lavorare. dopo oltre un anno di pausa, inizia a mancarmi l’emozione della passerella, quel trucco e parrucco, quegli scatti fotografici, le mie amicizie nel lavoro”. Consigli alle ragazze che vorrebbero intraprendere la tua carriera? “un buon consiglio è; non dare niente per scontato. E' vero che l’immagine conta molto, ma mai pensare che se si è belle si può fare le modelle, perché la strada è dura e c’è tanta concorrenza, certo avere determinazione è fondamentale, ma anche essere serie. inoltre bisogna essere consapevoli che non è tutt’oro quello che luccica”. un aggettivo da definire il tuo lavoro ed uno per la tua vita privata... “il mio lavoro è un'incredibile emozione. La mia vita privata è poesia, è gioia, è un viaggio da percorrere insieme”. 25
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Calze di Seta di Madame G.
calzediseta.wordpress.com
GAMBE A COLORI amo l'inverno, nonostante il freddo e la pioggia, trovo che sia una stagione ricca di sapori, odori e atmosfere. C'è il natale, la neve, il fuoco nel camino, le cioccolate calde, le tisane e poi ci sono le calze... dalle classiche nere alle fantasie, dai leggins alle parigine per le mattine assolate, fino alle calze colorate per combattere le grigie giornate: per me l'inverno è la stagione in cui sfoggiare la mia collezione di calze. Le calze colorate sono, infatti, un buon antidoto per quelle mattine fredde e piovose che mettono malinconia. cosa c'è di meglio che rispondere alla pioggia con un sorriso e una bella calza vivace? Le calze colorate mettono allegria ed esprimono personalità. Fuoriuscire dagli schemi del nero/chiaro, oltrepassare i colori standard, significa voler esprimere qualcosa del proprio io. dire io ci sono, oggi mi sento così: rossa, blu elettrica, verde, gialla o arancione... per non parlare delle fantasie. La cosa più importante è la scelta del colore e dell'outifit giusto da considerare sempre in relazione all'età.
Ho visto quasi cinquantenni con calze dai colori sgargianti e abbinamenti alla "pippi calze lunghe", direi esteticamente criticabili, nonostante il fisico lo permettesse. ricordatevi che ogni età e ogni situazione ha il suo outfit, accessori compresi! Tendenzialmente più si cresce più i colori si attenuano e si adeguano anche le fantasie e i tessuti, meno lana, aboliamo il melange e puntiamo sulla microfibra, ok ai pois, ai rombi, out invece ai multicolor. Bene il blu, il grigio dal chiaro allo scuro, il moro, il viola scuro, il bordeaux, il verde che non sia però né acido né troppo smorto e le fantasie a
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fondo nero, con al massimo due colori a contrasto. Le teenagers e le ventenni possono permettersi di tutto, o quasi..(un occhio alle forme e al buongusto non si nega mai).colori vivaci, leggins e calze coprenti, ma anche righe, pois e fiori. dai trent'anni in su il colore va assolutamente abbinato anche alla situazione: un outfit da lavoro non è uguale al tempo libero, così come ci sono outfit diversi da lavoro a lavoro... un avvocato vestirà diversamente da un grafico o da un creativo, il primo legato al tailleur il secondo aperto alle tendenze. Per cui calza nera velata o coprente per l'avvocato, con una fantasia ton sur ton o un bicolor tenue, mentre per la design una fantasia geometrica o un total black spezzato da un colore deciso, abbinato a tanti accessori. Nel tempo libero entrambe potranno permettersi a loro buon gusto colori e fantasie. io sono amante del nero e mi piace rompere gli schemi con calze colorate o con motivi a colori che si abbinano a borse, scarpe o sciarpe. un tocco di colore che vuole dire qualcosa, un tocco diverso per farsi notare. Allora liberate la fantasia e osate. Combattete la noia con il colore!
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FASHION
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FASHION
ANGEL BELLEZZA MADE IN FLORIDA
“Il mio nome è Maryangela L. Gardner ma i miei amici e la famiglia mi conoscono come Angel. Ho vissuto tra Orlando e Miami perché studiavo alla scuola di Miami dove avevo i miei corsi di pianoforte e grazie alla mia volontà sono diventata un membro della band Miami District Youth, sotto la guida di Richard Aspinwall. Durante questo periodo ho viaggiato in tutto il Paese per suonare e ho anche registrato un CD per la Sony a Nashville. Dopo aver completato il liceo a Miami Carol City Senior High, ho continuato al Miami Dade College dove ho studiato Graphic Design. Nel 2004 ho iniziato la mia carriera con la YMCA di Greater Miami. Nel 2013 mi sono trasferita a Orlando, dove continuo nella mia carriera con la YMCA e ho iniziato la mia vita di modella che da circa un anno. Mi offre tante opportunità per lavorare e viaggiare. Infine, sono un'appassionata di roller skater e mi piace cantare”. Knight Visions Photography website: knightvisionsphotogr.wix.com/knightvphotography Fotografa: Krysta Knight è nata a Leesburg (Florida, Stati uniti) ed è stata una delle prime bambine nate nell'anno del bicentenario degli Stati uniti. Si trasferisce ad Orlando (Florida), dove è stata scoperta da un'agenzia di modelle locale. Krysta ottenne diverse pubblicazioni negli Stati uniti e diventa un punto di riferimento per altre giovani modelle. Successivamente scopre la sua vera passione e talento per la fotografia e in soli otto anni riesce ad aprire un suo studio fotografico, dove le giovani modelle che vogliono essere lanciate nel mondo della moda americana la scelgono per la sua professionalità e talento.
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FASHION Rihanna
I consigli dell’esper to
UNGHIE E LABBRA OTTIMA ALLEANZA di
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Raffaele
RaFFaElE FabbRiCatoRE
La barbadiana originaria delle isole Barbados rihanna, ballerina e bravissima cantante, è stata una delle prime a vincere nella sua nazione il Premio Grammy, che è uno dei premi del industria musicale più importanti degli Stati uniti. La sua carriera e partita nel lontano 2005 con l’album “Music of the sun”. In questa foto la vediamo con un make-up luminoso e leggero ma con labbra e unghie dello stesso colore. Questo è sicuramente un modo per seguiere la moda e le sue tonalità che la stagione ci propone, ma è anche un modo per essere un po' più eccentriche semplicemente divertendosi. Vi spiego come realizzarlo: 1 Applicate dopo aver utilizzato una crema idratante un primer per un effetto setoso. 2 con il pennello o con una spugnetta stendete sul viso il fondotinta di una tonalità più chiara rispetto al colore del collo passando anche sulla palpebra mobile. Facendo così il viso risulterà più luminoso. Poi applicate un correttore fluido sulle zone d'ombra sotto gli occhi. 3 Fissate il tutto con una cipria trasparente per avere maggiore tenuta alla base. 4 con un pennello tondo applicate un ombretto di color marrone cercando di scurire l'incavo della parte mobile esterna in modo da dare intensità. con lo stesso pennello date intensità anche nella parte inferiore dell'occhio cercando di creare solo ombre. 5 Tracciate una linea di eylainer parallela all'attaccatura delle ciglia superiori in modo da sottolineare la propria forma dell'occhio. Facendo così gli occhi risulteranno più intensi e poco truccati. 6 Applicate il mascara sopra le ciglia e sempre con lo stesso pettinino colorate anche le ciglia della parte inferiore dell'occhio per intensificare. 7 disegnate la bocca con una matita di colore rosso fuoco, e dopo incipriatela e ridisegnatela per avere la possibilità di un trucco duraturo e uniforme. 8 Applicate poi un rossetto dello stesso colore della matita per rendere le labbra più morbide. 9 Successivamente applicare un terra color bronzato su tutta la cornice del viso in modo da scaldare la base. 10 Tocco finale per essere più chic: applicate uno smalto dello stesso colore e questo determinerà la vostra attenzione nel make up. I colori che consiglio sempre per labbra e unghia dello stesso colore sono: rosso, rosa, salmone, arancio e fucsia.
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Sesso e amore ai tempi della Rete
SE L’EROS VIAGGIA SPESSO SU INTERNET Viviamo sempre di più una vita piena di tecnologia. in ogni ambito. anche nella sfera sessuale. in tal senso, internet offre infinite possibilità: web piccanti, siti web sul tema della sessualità, siti di incontri, sexy shop virtuali e videogiochi sexy. Parliamo poi di cybersex, ovvero tutto ciò che di sessuale è possibile svolgere sul web, in particolare le chat. Nelle chat sessuali due o più persone connesse in un network si mandano messaggi espliciti, fingendo di avere una relazione sessuale. Numerose oggi sono le piattaforme sociali che consentono tali scambi. Ma quali sono gli effetti e come può migliorare o peggiorare la vita individuale e di coppia? chi è single è agevolato nell’instaurare nuovi rapporti e nel realizzare molte delle proprie fantasie nel giro di pochissimo tempo, grazie all’anonimato consentito dalla chat che toglie freno all’immaginazione e disinibisce. inoltre, cybersesso può rappresentare un aiuto per coppie che hanno una “relazione a distanza”: “sexting” o “self nude” azzera la distanza, rende piccante la relazione. Se vi sono queste finalità, i nuovi strumenti di comunicazione diventano quindi dei veri e propri alleati della coppia. Ma c'è anche il rovescio della medaglia. Quanti tradimenti nascono in questo modo? Quante vite parallele, cuori infranti, famiglie distrutte?
il cybersex ed il cyberporn possono diventare patologici nel momento in cui rappresentano un modo per non affrontare i problemi e una via di fuga da sentimenti di disperazione, colpa, ansia o depressione. Giorno dopo giorno si torna in rete per cercare esperienze sessuali sempre più intense e pericolose, non si conoscono più limiti, non c’è più controllo. il cybersesso potrà mai sostituirsi al contatto e alla vicinanza con la persona amata? Per quanto sofisticati possano diventare questi marchingegni, nessuna chat, nessun sito o altro strumento sarà mai in grado di riprodurre l’erotismo inteso come miscela di baci, abbracci, carezze, coccole, profumi, sguardi che i due amanti inesorabilmente si scambiano durante un “tradizionale” incontro amoroso, dove emozioni impetuose e intense regnano. in seguito, grazie alla conoscenza reciproca, tali emozioni lasciano maggiore spazio alla tenerezza, al supporto e alla fiducia nel legame.
il Cypersex crea dipendenza? Se la navigazione dei siti web da occasionale diventa abituale, c’è il rischio che avendo trovato un surrogato della sessualità, l’uomo o la donna possano desistere dal fare esperienze sessuali dal vivo che potrebbero risultare, a loro modo di vedere, più deludenti rispetto a quelle virtuali. Proprio per il suo aspetto di veloce gratificazione e consolazione, il cybersex può creare dipendenza. inoltre, una parte di utenza che pratica il cybersex è fruitore di cyberporn. in quest’ultimo caso la persona, in genere di sesso maschile, accede ad immagini pornografiche senza interazione con l’altro. 34
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LO STUDIO DELLO PSICOLOGO
“Il desiderio di pr ender e medicine è forse la più grande dif fer enza fra l'uomo e l'animale” - W illiam Osler
SONO IPOCONDRIACO? A curA dEL dOTTOr FlaVio CanniStRà costantemente occhi e orecchie rivolti verso il nostro corpo, finiremmo per ottenere due effetti: percepiremmo svariati stimoli diversi e rischieremmo addirittura di amplificarli. Ecco che così la percezione diventa ossessione e la paura di avere qualcosa che non va si trasforma in certezza di essere malati. da qui il passo è breve per arrivare al secondo meccanismo: la richiesta di rassicurazioni. Se, infatti, la persona si convince che qualcosa non va, chiederà rassicurazioni a chi ha vicino (c'è da dire che questo varia anche in base al carattere: c'è chi tiene tutto per sé, così come chi le maschera da battute o semplici affermazioni, tipo: “Sono quattro giorni che sento un bozzetto sotto la gola: sarà una cosa mortale? Ahahah”). Primo effetto: le rassicurazioni arrivano. “Ma no, avrai un po' di mal di gola”. Ma se funzionano lì per lì, presto o tardi busserà alla porta il tarlo del dubbio: “E se si sbagliasse?”. A questo punto si possono chiedere nuove rassicurazioni, che porterebbero a nuovi dubbi, fino a che coloro che ci rassicurano potranno addirittura stufarsi (“Oh insomma, avete rotto tu e 'sti bozzetti: prenditi una caramella balsamica e non rompere!”) generando un senso d'incomprensione nell'ipocondriaco, ancora più solo nel suo problema. E così si arriverà, presto o tardi, al terzo meccanismo: gli esami specialistici. chi meglio di un medico può rassicurarci sul fatto che stiamo bene e che non c'è nulla che non va? il problema, però, è che l'ipocondriaco monitora costantemente le proprie sensazioni corporee: questo genera il paradosso per cui ogni esame specialistico che non trovi niente gli conferma che il suo male (che lui avverte!) è talmente grave che nemmeno la tecnologia più avanzata riesce a scovarlo. così ogni esame rinforza la fortezza dell'ipocondria, in cui la persona finisce per isolarsi sempre più convinta. E la soluzione? Per un problema come l'ipocondria non ci sono soluzioni tascabili: la psicoterapia, a partire da quella breve, è la strada preferenziale per liberarsene, poiché occorre apprendere nuove strategie di comportamento che soppiantino quelle vecchie e dannose, e che portino la persona a ri-acquisire un nuovo e più sano modo di percepire il proprio corpo.
Hai mai pensato di essere malato per poi scoprire, in realtà, di non avere nulla? L'ipocondria è quel disturbo per il quale chi ne soffre si preoccupa eccessivamente per la propria salute, convinto di avere qualche malattia che, in realtà, nessun esame riesce a svelare. Per questo si parla di “malato immaginario”, anche se l'immaginazione gioca un ruolo molto concreto: anche se qualcosa è “immaginato” non significa che i suoi effetti non siano reali. Ma perché arriviamo a soffrire di ipocondria? ricordiamo prima una cosa: quasi tutti i disturbi di origine psicologica sono un'estremizzazione di condizioni normali o che possono verificarsi saltuariamente anche in persone sane. chi di noi non è stato preda di un febbrone il giorno prima dell'esame o di un appuntamento importante? E quanti, in periodi duri o dolorosi, manifestano sensazioni di intenso malessere (nausee, mal di testa, vertigini, fitte)? La differenza tra queste condizioni e quella dell'ipocondriaco è che per questi il malessere e le (reali!) sensazioni fisiche durano a lungo, tormentandone la vita. Ma perché, dicevamo? come ho spiegato nel mio ebook gratuito di imminente uscita (“come difenderti dagli psicoesperti”, Firera&Liuzzo editore), l'approccio della Terapia Breve Strategica ha evitato spiegazioni legate a traumi infantili o dinamiche inconsce, concentrandosi su un aspetto molto più pratico: che cos'è che oggi mantiene quel disturbo? Nel caso dell'ipocondriaco esistono tre comportamenti tipici: il monitoraggio continuo del proprio corpo, la richiesta di rassicurazioni e gli esami specialistici. come detto, l'ipocondriaco è convinto di avere uno o più disturbi. Attenzione però: non è una semplice “credenza”, poiché egli sente o addirittura vede davvero qualcosa che non va. Tutti noi, durante il giorno, possiamo avere piccoli fastidi, leggeri indolenzimenti, minuscole tensioni, o sentire le più disparate sensazioni dal nostro corpo: è normale, anzi, è segno che esso sta funzionando e che noi siamo vivi! Tanto che la maggior parte delle volte non ci prestiamo attenzione e non le avvertiamo nemmeno. Se però cominciassimo ad ascoltarle una ad una, a monitorarle, a concentrarci su di esse, in poche parole ad avere
Dott. Flavio Cannistrà, psicologo, specialista in Terapia Br eve Strategica. Riceve presso gli studi di psicologia a monterotondo in via l. Gagliardi 34/a, e a Roma in via Corvisieri 17. leggi i suoi articoli su www.lostudiodellopsicologo.it o contattalo per un appuntamento al 340.95.488.35 36 GP MAGAZINE
Dott. Fernando Celanetti tecnica “all on Four” nello studio medico dentistico del dott. Fernando Celanetti, i denti di un’arcata con soli quattro impianti, in anestesia generale e a costi veramente contenuti. Dott. Fernando Celanetti ci illustra questa nuova tecnica? Ormai non si può definire “nuova” perché esiste già da diversi anni, tuttavia, è stata molto perfezionata. a chi si rivolge? E’ rivolta a tutti quei pazienti che per numerose cause, quali piorrea, traumi, carie, mal funzioni, scarsa igiene, hanno perduto tutti gli elementi dentali su una o due arcate oppure sono costretti per elevata mobilità o per alta compromissione ad estrarli tutti. in che cosa consiste? consiste nel posizionamento nella stessa arcata di quattro impianti che verranno messi tutti nella stessa seduta e reggeranno tutti i denti dell’arcata. il paziente uscirà dallo studio direttamente con i denti, senza nessun disagio. Questa tecnica è dolorosa? E’ assolutamente indolore, anche perché i pazienti più ansiosi per una maggiore tranquillità potranno essere sottoposti ad un’anestesia generale, e al loro risveglio, potranno apprezzare ed essere felici di riacquistare il loro sorriso mostrando una nuova dentatura. i costi sono elevati? i costi del lavoro finito sono molti limitati rispetto a quelli di un tempo e soprattutto in rapporto ai benefici apportati ai pazienti ormai a disagio per una situazione diventata insostenibile sia per l’incapacità di mangiare che per quella ugualmente importante di sorridere in pubblico.
Studio Medico Dentistico Dott. Fernando Celanetti Tivoli - Vicolo dell’Inversata, 11 – Tel. 0774.318556 Roma – Viale Parioli, 79H – Tel. 333.4986878 37 37 www.dott.celanetti.com GP MAGAZINE
Gli infortuni sulla neve: se il ginocchio fa crac in questo periodo accadono molti infortuni sulla neve. Quali sono quelli più ricorrenti? Le tipologie dei traumi più frequenti tra gli appassionati di sci sono le contusioni di varia entità fino alle fratture ed i traumi distorsivi con interessamento più o meno grave dei legamenti articolari. tra le cause ci può essere la scarsa preparazione degli sciatori? Senz'altro la scarsa preparazione fisica può condizionare l'evento traumatico che, non a caso, spesso avviene al termine della giornata di sci quando la stanchezza annebbia riflessi e lucidità. Ma anche i nuovi materiali (sci carver) che facilitano la pratica anche a sciatori inesperti possono avere un ruolo. uno degli infortuni più ricorrenti è la rottura dei legamenti del ginocchio. in che modo e in quanto tempo si può rimettere "a posto" la situazione? Per rottura dei legamenti del ginocchio classicamente si intende la lesione completa del legamento crociato anteriore che necessita di una soluzione chirurgica nella maggior parte dei casi. La soluzione chirurgica consente una guarigione completa che deve però transitare attraverso un periodo di fisioterapia postoperatoria a dir poco feroce di circa 5/6 mesi. Come si possono prevenire eventualmente gli infortuni sulla neve? Al di là della abilità tecnica ed esperienza dello sciatore ai miei pazienti consiglio un periodo di preparazione fisica dedicata di un paio di settimane prima della partenza per trovarsi al top della forma muscolare e quindi in grado di affrontare le sollecitazioni enormi di 7 giorni di sci. l'intervento chirurgico è l'unica soluzione per "riparare" la rottura dei legamenti? Se la lesione dei legamenti è completa la soluzione chirurgica è sempre la più indicata per un totale recupero Nei casi di lesioni non complete la fisioterapia diventa assoluta protagonista e consente di ottenere risultati fantastici a patto
che sia effettuata con continuità e disciplina. Dal punto di vista riabilitativo, che differenza c'è tra lesione dei legamenti e rottura? La riabilitazione postoperatoria ha ovviamente una durata maggiore, nel caso del crociato abbiamo detto fino a sei mesi o in una lesione di spalla fino a quattro, ma l'intensità delle sedute e le tecnologie a disposizione non devono cambiare. ci vuole tempo perché il nostro organismo ripari i danni e noi lo dobbiamo assistere al meglio. certamente oggi la Tecar, la Viss, il laser e mille altre tecnologie aiutano il paziente nella riabilitazione in tutti i momenti del suo percorso.
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GUSTO
FABER EST SUAE QUISQUE POLPETTAE PERCHÉ OGNUNO È ARTEFICE DELLA PROPRIA POLPETTA! Chi di noi non ha una chiara immagine di una “polpetta” al solo sentirla nominare? tipicità che potremmo definire appartenente al mondo intero e molte ricette esistenti per questa preparazione sono probabilmente tra le più antiche. Fanno parte di numerose tradizioni culinarie (albondigas in Spagna, keftedes in Grecia, bakso in indonesia), tra cui naturalmente quella italiana, e possono essere preparate in mille modi diversi, dalla carne, al pesce oppure con saporite verdure, ma ciò che le accomuna è sempre la forma tondeggiante, piccola e talvolta un po’ schiacciata… sempre diverse, ma di uguale bontà!
delle polpette, le fece pressoché scomparire da numerosissimi ristoranti, diffusosi il passaparola che fosse un piatto generato esclusivamente con avanzi o prodotti di scarto. il termine “polpetta” si trasforma così in sinonimo di “cenerentola della cucina”. Ma è davvero questa la verità? come di consueto, è solo la ricerca e la consultazione dei testi storici che consente di rispondere a molte domande. ciò che accomuna le ricette storiche è la presenza di un pezzo di “polpa” di carne trattata in vario modo (pare sia questa l’origine etimologica più probabile). La prima polpetta nota nei testi scritti è quella medievale, riportata in particolare dal Maestro Martino da como (XV secolo) come polpita, pulpeta o pulpa vitulina, più simile a un bocconcino di carne condita e arrotolata su se stessa, cotta rigorosamente arrosto. Ben diversa è invece l’essenza delle polpette raccontate dal grande Pellegrino Artusi, scrittore e gastronomo romagnolo, autore de La sci enza i n cuci na e l’ ar te di man g ia r ben e n el XIX sec olo: la sua ricetta è infatti annoverata tra gli umidi, ed è costituita da una base di carne o lesso tritati con aggiunta di prosciutto, uova e aromi. una volta costituite delle “pallottole simili ad un uovo”, queste andranno prima impanate e fritte, poi ripassate in tegame insieme ad un sugo o salsa. Bastano questi due esempi a portarci a nuove riflessioni. La prima è che appare quasi paradossale il declassamento e la scomparsa nei secoli della ricetta ottocentesca della polpetta, forse solo all’apparenza piatto di recupero, ma
Le polpette sono un chiaro esempio di piatto di recupero degli ingredienti. La loro nascita ha per questo motivo sicuramente umili origini che le collocano alla perfezione nella cucina povera. Nel corso delle epoche storiche si è visto il vero e proprio passaggio della polpetta da “pietanza di scherno”, per la sua vocazione al riutilizzo degli ingredienti in cucina, a pietanza altamente simbolica e con un potenziale esponenziale d’espressione. Si pensi che per un certo periodo del ’900, la “cattiva” fama di cui godevano gli ingredienti 44
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GUSTO che cela in sé una molteplicità di operazioni, riposi e cotture miste (tradizione di origine longobarda) che la rendono una ricetta estremamente elaborata rispetto a quelle che siamo abituati a seguire oggi. La ricetta artusiana delle polpette è simbolo di una cucina, non solo segnata dalla storia, dalle necessità di reimpiego degli avanzi, ma anche e soprattutto di una cucina nella quale erano le tecniche a conferire identità e valore anche agli ingredienti più umili. È per ciò che questo mese vi regaliamo proprio la sua ricetta originale, perché possa ispirarvi al ritrovamento di un sapore antico e, in fin dei conti, più che ricercato. L’identità della polpetta dal XX secolo ad oggi? come da sempre, e forse ancor di più con il passare del tempo e il desiderio umano di sperimentare, le polpette hanno assunto un’anima familiare. Non solo perché ogni cucina domestica ha la sua ricetta, ma perché la famosa semplice evocazione del nome della polpetta, suggerisce spesso non solo l’associazione ad un immagine, ma anche ad uno specifico sapore, spesso di origine familiare, talvolta ancora legato a ricordi d’infanzia, elevandola a concreto cibo emozionale. il cuoco moderno, dal canto suo, con l’avvento dei tempi moderni ha saputo sapientemente reinterpretare le polpette utilizzando le materie prime migliori o più stravaganti, cuocendole al forno, fritte o in umido, conferendo sapori unici e distintivi, espressione delle proprie esperienze e dei propri sensi. Perché, per uno chef, mescolare fra loro ingredienti tritati in finissimi pezzi è un’arte sublime, che concede poca improvvisazione e necessita di molte attenzioni. Grazie a questa consapevolezza si tornerà sempre più fieri di ritrovarle sulla carta dei migliori ristoranti italiani.
Polpette di Pellegrino Artusi – La scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene, 1891 “Non crediate che io abbia la pretensione d’insegnarvi a far le polpette. Questo è un piatto che tutti lo sanno fare cominciando dal ciuco, il quale fu forse il primo a darne il modello al genere umano. Intendo soltanto dirvi come esse si preparino da qualcuno con carne lessa avanzata: se poi le voleste fare più semplici o di carne cruda, non è necessario tanto condimento. Tritate il lesso colla lunetta e tritate a parte una fetta di prosciutto grasso e magro per unirla al medesimo. Condite con parmigiano, sale, pepe, odore di spezie, uva passolina, pinoli, alcune cucchiaiate di pappa, fatta con una midolla di pane cotta nel brodo o nel latte, legando il composto con un uovo o due a seconda della quantità. Formate tante pallottole del volume di un uovo, schiacciatele ai poli come il globo terrestre, panatele e friggetele nell’olio o nel lardo. Poi con un soffrittino d’aglio e prezzemolo e l’unto rimasto nella padella passatele in una teglia, ornandole in una salsa d’uova e agro di limone. Se non tollerate i soffritti mettetele nella teglia con un pezzetto di burro, ma vi avverto che i soffritti, quando siano ben fatti, non sono nocivi, anzi eccitano lo stomaco a digerir meglio.”
I c onsigli dello chef Fabio Campoli L’aggiunta di pane bianco, reidratato nel latte o in altro liquido, nell’impasto delle polpette vi aiuterà a mantenerle più tenere, così come ripassare il composto al tritacarne e lasciar riposare le polpette in frigorifero vi aiuterà ad omogeneizzare al meglio sapori e ingredienti. Provate, inoltre, ad abbinarle a gustose salse fatte in casa, come una salsa al concentrato di pomodoro e cipolle caramellate, salse a base di yogurt magro ed erbe o maionese aromatizzata. Polpa di pesce bianco come merluzzo o la più raffinata rana pescatrice, legumi come i ceci, verdure quali gli spinaci o la bieta sono solo alcuni degli ingredienti che posso proporvi di provare ad utilizzare come base per le vostre polpette, che racchiudono nelle loro dimensioni geometriche contenute una nota stuzzicante e versatile. In versioni vegetariane, di carne o di pesce, un piatto che libererà sempre la fantasia di chi ama esprimersi dietro ai fornelli. 45 GP MAGAZINE
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TV & TEATRO
UN GRANDE ATTORE POLIEDRICO E ORA ANCHE SCRITTORE
ENRICO IANNIELLO di
SimonE moRi
Definirlo un grande del nostro panorama artistico sarebbe forse troppo poco perché Enrico ianniello, casertano ma residente in Spagna, è un esempio di bravura e voglia di fare. lo dimostra la sua versatilita: attore, autore, traduttore e da qualche giorno anche scrittore con un magnifico romanzo. Sarà a Roma dal 12 al 22 febbraio al teatro Vascello con “i Giocatori”. Vediamo cosa ci ha detto. Ciao Enrico, come hai iniziato la tua avventura nel mondo dello spettacolo? “intorno ai 10 anni mia madre mi insegnò a muovere la testa come il grande Totò. una sera feci la sua imitazione e da lì ho capito di avere la voglia e la capacità di poter percorrere una strada , quella della recitazione. Ho frequentato,per formarmi al meglio, la Bottega Teatrale di Vittorio Gasmann a Firenze. dopodiché ho lavorato per anni con Toni Servillo crescendo artisticamente”. Come è avvenuto l'approdo in tv dove da qualche anno interpreti il simpaticissimo commissario nappi in “un Passo Dal Cielo”? “Mi hanno trovato a teatro! Quello che ho fatto è cercare di aggrapparmi con il cuore a questo personaggio. un non furbacchione, un uomo del sud pieno di buoni valori e senza nessuna malizia. Professionale sul lavoro ma ingenuo nella vita di tutti i giorni”. Sul set hai avuto al tuo fianco molte belle donne sia nelle scorse sta47 GP MAGAZINE
TV & TEATRO
gioni sia in questa che sta andando in onda (Rocio munoz morales, Sara Zanier). insomma, sei stato fortunatissimo! “Ovviamente sì, però il mio personaggio è troppo emotivo e con le donne non sa mai che pesci prendere. rocio e Sara sono state una bellissima scoperta. due professioniste di punta”. immaginavi che la serie alla sua terza stagione avesse ancora questo ascolti pazzeschi? “Lo speravamo. Evidentemente il pubblico si è affezionato a noi e questo non può che darmi una gioia immensa. il fidanzamento con gli spettatori va a gonfie vele”. Quarta serie nell'aria allora... “chissà. Speriamo!”. Parlaci del teatro, la tua vera casa. Sei in scena con “i giocatori”. “Sì, sono in giro per l'italia con questo spettacolo che mi vede impegnato anche nella veste di regista. È un testo di Pau Mirò, drammaturgo catalano. io l'ho tradotto e riadattato. 4 amici, un tavolo e delle sedie. Si ride e si riflette sulla vita. Maurizio di
Giovanni, scrittore partenopeo ci ha fatto un complimento bellissimo dopo essere venuto a vederci. Ha scritto: 'Andatevelo a vedere e vi rifarete un'idea nuova di comicità'. Anche le varie critiche sono tutte buone. Non posso non essere soddisfatto perché lo sento come una mia creatura”. la situazione attuale del teatro. Perché si investe poco in questo ambito? “Ho una mia teoria. il teatro, a differenza di altre forme d'arte, è contemporaneo. Vive nel momento nel quale si porta in scena lo spettacolo. riflette molto della realtà che viviamo e questa realtà è complicata, brutta. Vogliamo non guardarci allo specchio per non scoprire la verità della nostra società odierna. Se passeremo questa crisi esistenziale, il teatro tornerà a fiorire e ad occupare un posto di prima linea”. Hai appena fatto il tuo debutto da scrittore. Con Feltrinelli, hai pubblicato “la Vita Prodigiosa di isidoro Sifflotin”. un romanzo che 48 GP MAGAZINE
provoca tante riflessioni. “È' un romanzo che parte come una favola per poi svilupparsi su svariati temi.Spero di aver fatto un buon lavoro e che questo libro possa toccare le corde del cuore di molte persone. Tra le altre cose lo presenterò a roma il 18 febbraio alla libreria Feltrinelli di piazza colonna. Venite numerosi”. insomma possiamo definirti un iPad! Sai fare tutto. magari ti vedremo anche al cinema? “certo. Ad aprile dovrebbe uscire un film per la regia di Nanni Moretti. detto questo spero di fare bene tutte queste cose. Sono severo con me stesso e cerco di migliorarmi ogni giorno nella speranza di riuscirci”. Grazie Enrico e in bocca al lupo per tutto. “Grazie a voi e un saluto a tutti i lettori di GP Magazine”.
TV & SPETTACOLO
MICHELE VENITUCCI “NON SMETTERE MAI DI CREDERCI” di
SimonE moRi
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TV & SPETTACOLO
Pugliese DoC e grande amante della sua terra, michele Venitucci nasce a lecce nel 1974. inizia la sua carriera al cinema e nella tv. lo abbiamo visto per parecchie puntate protagonista di Ris Delitti Perfetti e lo scorso anno della stagione numero 9 di un medico in Famiglia dove ha interpretato Stefano, un ragazzo pieno di sensibilità.
ultimamente ti abbiamo visto in “un medico in Famiglia 9”. il tuo personaggio era il rivale di Flavio Parenti. nessuna rivalità? “Sì, 'un Medico in Famiglia' è stata una rivelazione, non credevo fosse così amato e seguito da un pubblico variegatissimo, raccoglie la famiglia intera., dai nonni ai nipoti! E' stata una bellissima esperienza. Ho amato molto il personaggio di Stefano, la sua dedizione all'amore, la sua pazienza, la sua sensibilità, mi hanno insegnato molto. E' sempre bello portarsi qualcosa a casa quando lavori e scopri un personaggio. il mio lavoro può essere catartico”. Quali sono i tuoi obiettivi lavorativi per i prossimi anni? Dove vuole arrivare e a cosa aspira michele Venitucci? “ultimamente sono diventato più pratico, senza mai smettere di alimentare i miei sogni, ma mi preoccupo meno del futuro o meglio ci penso in maniera differente. Appartengo a una generazione di precari, quindi pensare a troppi progetti o proiezioni futuristiche rischierei di scontrarmi con continue delusioni e frustrazioni, così provo a occuparmi del mio presente, di pensare giorno per giorno a cosa fare, cosa progettare e come migliorami. il presente è l'unica cosa di cui mi posso occupare per migliorare il mio futuro, dal passato possono solo apprendere senza farmi intrappolare. Se tutti ci preoccupassimo meno del nostro futuro e ci occupassimo più del nostro presente, forse subiremo meno questa crisi, che io trovo soprattutto sociale e psicologica. una piccola gabbia in cui ci si ostina a vivere pensando di essere liberi, di essere quelli che non siamo, smettendo di vedere e sentire quello che siamo e potremmo essere realmente”. Cosa fai durante il tempo libero, viaggi a parte? “Questa è la domanda che mi pongono quasi tutti quelli che fanno un lavoro 'ordinario'. Nella precarietà e discontinuità di un lavoro artistico si soffre molto e se non si è attenti si potrebbe correre il rischio di perdersi. io cerco di dedicarmi a tante cose e di conseguenza a me stesso. Scrivere è una cosa che occupa sempre di più il mio tempo, la mia testa e la mia coscienza”. una domanda provocatoria per chiudere. Perché vediamo troppo spesso le solite facce nelle parti più importanti delle fiction nostrane? “Potrei dire mille cose a riguardo. io, come altri colleghi, ogni volta che terminiamo un lavoro ricomincio da capo, come se tutto quello fatto, guadagnato sul campo negli anni, non avesse nessun valore per il sistema. il sistema nel mio mondo in realtà non esiste, tutto è gestito da un piccolo gruppo che decide le sorti delle produzioni future, che si spartiscono tra loro. Basterebbe fare un piccolo cambio per dare una svolta: fare i provini. Quando tutto viene già stabilito a monte, non c'è più gara, non c'è più confronto, non c'è più ricerca e creatività, non c'è più opportunità. Qui hanno smantellato completamente una professione! L'illusione della svolta è dietro l'angolo, le richieste professionali sono sempre più basse e superficiali. Tutti vogliono fare gli attori, le ballerine, le miss in questo Paese, senza nessuna distinzione. del resto se uscendo da programmi come Non è la rai, il Grande Fratello, Miss italia, ecc., si accede in maniera diretta nel mondo della tv o addirittura nel mondo del cinema e del teatro, è anche lecito pensare che non vale la pena studiare anni per apprendere una professione. Nonostante tutto, non bisogna mai smettere di provarci e di crederci”.
Ciao michele, raccontaci innanzitutto qualcosa di te. “Beh, difficile raccontarsi, preferisco siano gli altri a farlo… è più interessante, più divertente. So solo di essere un uomo curioso”. Quando e come è arrivato il primo momento di svolta della tua carriera? “Sicuramente uno dei momenti più significativi è stato il primo incontro con Sergio rubini, il mio primo film per il cinema 'Tutto l'amore che c'è', quello è stato un momento speciale della mia vita. Ho anche scritto un breve racconto su quella giornata indimenticabile, ma quello è stato solo un episodio, la svolta era arrivata qualche anno prima, quando avevo deciso di muovermi dalla Puglia per trasferirmi a roma per studiare in accademia e per inseguire il mio sogno, la mia passione, contro tutto e tutti”. Sappiamo da altre tue interviste che ami molto viaggiare e conoscere nuove culture. Come nasce questa passione? Quali i posti più belli visti nei tuoi primi 40 anni? “Si è verissimo, questa passione del viaggio è molto presente nella mia vita, forse lo è sempre stata sin da bambino, addirittura antecedente alla mia passione per la recitazione. Ho sempre fantasticato di oltrepassare confini e scoprire nuovi mondi, nuove culture. Quando sono in viaggio sono felice, attento, emozionato, aperto, mi sento semplicemente vivo. il viaggio ci fa crescere. Questo 'andare' con il tempo si è trasformato in una vera e propria ricerca creativa, una sorta d'investimento fatto per crescere anche come artista oltre che come uomo, e adesso vorrei trasformarlo in una vera attività lavorativa: i racconti di viaggio, reportage, documentari. Questo modo di raccontare mi sta appassionando tantissimo, a volte anche più del mio lavoro principale, visto che il cinema racconta sempre meno storie interessanti. L'estate passata mi sono dedicato a un progetto di viaggio molto personale nella mia terra nativa, in collaborazione con la rivista GQitalia e con la Puglia promozione. 'Pellegrini di Puglia' ' stato un viaggio a casa mia accompagnato da sei amici creativi, con mezzi diversi, bici, moto, treno, bus, macchina, ecc. E' stato intenso e avvincente, direi rivelante: una svolta”. Sei un artista versatile. ad oggi sei stato sia a teatro che al cinema e sopratutto in tv. Ci puoi descrivere brevemente le differenti emozioni tra queste tue "specialità"? “credo che un attore debba cimentarsi con tutto ed essere il più versatile possibile. in teatro si lavora con la voce e con il corpo, conquistando padronanza con lo spazio scenico, ci si riconcilia con la ricerca e l'approfondimento del testo e dell'autore. Al cinema si fa una lavoro più intimo, introspettivo, spezzettato ma sempre in movimento. c'è bisogno di molta concentrazione, è una tecnica differente. in tv si acquisisce padronanza con il mezzo, è un'ottima palestra”.
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RED RONNIE
MUSICA
UN ARTISTA CHE HA FATTO IN TV LA STORIA DELLA MUSICA
IL MITO DEL ROXY BAR di
maRina maRini
tra i personaggi che hanno fatto la storia della musica e della tv italiana, Red Ronnie occupa un posto speciale. Dagli anni Settanta con furore, questo artista poliedrico ha dato tanto alla musica e non solo con la sua creatività e il suo talento. attualmente sta lavorando alla nuova edizione del roxy bar a cui è dedicato il suo sito www.roxybar.tv ed è coinvolto in molti altri progetti. Red Ronnie, Dj radiofonico, presentatore televisivo e giornalista. Quale ruolo senti più tuo? “Si tratta di ruoli concatenati. iniziai da fotografo e ora amo stare dietro alla telecamera facendo il cameraman. Senza dubbio la radio è alla base di tutto, cecchetto mi chiese di trasmettere roxy bar in radio e da lì è iniziato un percorso ricco di soddisfazioni”. Cosa rappresenta il Roxy bar per te? “Partiamo dal presupposto che la musica è stata per me una compagna nella solitudine della mia adolescenza. da ragazzo abitavo un po’ lontano dagli altri, così mettevo i dischi a tutto volume per farmi compagnia e, magicamente, dopo 52 GP MAGAZINE
MUSICA un po’ i miei amici si radunavano e venivano a casa mia. Sono grato alla musica per quello che mi ha dato ed il roxy bar è il concreto compimento di questo assunto”. Cos’è cambiato nel panorama musicale degli ultimi trent'anni? “Attualmente la musica ha perso il peso sociale e politico che aveva precedentemente. E’ stato scoperto che John Lennon fosse inseguito dalla ciA e questo testimonia come la musica abbia avuto per molto tempo un potere non controllabile trattando argomenti sociali molto alti come anche la guerra in Vietnam… oggi sono svaniti questi ideali e non è più possibile unire la musica a dei messaggi sociali di un certo tipo. i talent producono idoli vuoti come Paris Hilton. in questa società molti ragazzi adorano Fabrizio corona e non i cantanti, vogliamo chiederci il motivo?”. Che ruolo hanno i talent in tutto ciò? “i ragazzi che escono fuori dai talent non sono liberi di potersi esprimere. Sono i più furbi a vincere i talent e non i più bravi. Anche gli inediti non sono scritti da loro ma ci sono edizioni musicali già apparecchiate. La personalità e i contenuti musicali vengono decisamente meno”. Cosa proporrà la nuova edizione di Roxy bar? “La nuova edizione di roxy Bar darà spazio alla musica, alla cultura e all’arte. Oggi c’è un bisogno urgente di tutto questo. il roxy Bar non è mai stato teatro di litigi tv o di discussioni torbide. La musica e la cultura la faranno da padroni”. C’è stato qualche artista con cui hai lavorato che per te è stato particolarmente stimolante? “ce ne sono tanti, davvero tanti. dovendo sceglierne uno mi sento di citare William congdon, un pittore che ha avuto un illuminante modo di porsi, una lectio magistralis. Morì poco dopo ma lasciò in me un segno indelebile. Posso dire che quella fu per me l’intervista più bella che feci sebbene tutti credano che la più importante sia quella a Fidel castro”. Qualche anno fa ti sei lanciato nell’avventura politica. ti candiderai di nuovo? “Mai più. Ho già sperimentato il mondo politico ed è una parentesi che ho già chiuso”. Cosa puoi dirci del rapporto della musica con internet? “Tutti dicono che internet sia il futuro, ma, ciò che conta è l’attualità, raccontare il presente e viverlo”. 53 GP MAGAZINE
MUSICA
LELLO ANALFINO & TINTURIA di
maRina maRini
DALLA SICILIA CON FURORE, lello analfino&tinturia, una realtà musicale garanzia di briosità e divertimento, sono un gruppo musicale italiano, a volte accreditati anche come lello analfino & tinturia. il loro genere musicale, da loro etichettato come "sbrong", è in realtà una fusione eterogenea di pop, rock, folk, ska, funk, rap e reggae. il gruppo si fa notare subito per aver composto le colonne sonore dei film di Ficarra e Picone. Vogliamo parlare delle vostre colonne sonore per i film del duo comico composto da Ficarra e Picone? risponde Lello Analfino: “i lavori più belli li ho fatti con loro. chi avrebbe affidato ad un ragazzo si Mosi, paesino della Sicilia, un lavoro così importante? Loro. Sono stati loro a portarmi a canale 5, sono molto legati ai Tinturia. devo dire che sono due persone eccezionali e genuine. Hanno sempre cercato di valorizzare 54 GP MAGAZINE
MUSICA
CERCASI RIVOLUZIONE noi ragazzi siciliani e la nostra prima grande opportunità ci è stata offerta per la creazione della colonna sonora del film 'Nati stanchi'. Per loro abbiamo recentemente composto 'Occiu d’amura', serenata che sta spopolando su iTunes e Youtube”. il vostro ultimo singolo si intitola “Cercasi rivoluzione”. Cosa si intende per rivoluzione? “Per rivoluzione si intende quel complesso di gesti difficili da compiere come, ad esempio, rinunciare al gioco d’azzardo legalizzato, rinunciare ad andare al centro commerciale per portare i figli a vedere le bellezze artistiche del nostro paese. Occorre riscoprire il nostro patrimonio e conservarlo, non dobbiamo essere degli automi che conducono una vota piatta improntata al mero consumismo.
Spesso siamo 'costretti' a comprare cose che non ci servono e di cui non abbiamo bisogno. La rivoluzione dovrebbe partire anche dal non utilizzo ossessivo dei social, strumento importante per il lavoro ma dannoso in mano ai bambini e ai ragazzini. Non mi stancherò mai di portare avanti la mia battaglia contro le foto dei bambini su Facebook”. temi d’attualità che si riscontrano nel titolo del nuovo album, “Precario”. “infatti il nostro ultimo album vuole raccontare la situazione italiana attuale. L’italia degli impiegati spara sentenza, dei falsi perbenisti. Bisogna tornare a sorridere, di questo ha bisogno il popolo italiano”. uniweb tour vi porterà nelle università italiane. Perché avete scelto questa tipo55 GP MAGAZINE
logia particolare di tour? “Noi siamo ragazzi di 40 anni. E’ bello pensare che siamo davanti a quelli che rappresentano la nuova generazione, i futuri ingegneri, medici, professori etc… Non abbiamo la presunzione di avere la giusta chiave di lettura per i problemi della realtà contemporanea. Noi artisti dobbiamo essere i portavoce di chi non ha il microfono ed è importante confrontarci con le nuove generazioni”. Come potremmo classificare il vostro genere musicale? “i generi non esistono più. il rock è finito negli anni ’70, il jazz ancora prima. Ora si parla di commistioni musicali e per un siciliano abituato alle commistioni tra le diverse culture che hanno caratterizzato la Sicilia nel corso della storia, ciò è meraviglioso”.
MUSICA
chARTS A CURA DI SILVIA GIANSANTI IN COLLABORAZIONE CON FOXY JOHN PRODUCTION WWW.FOXYJOHNPRODUCTION.COM
cLASSIfIche TOP 10 eUROPA 1 “Wish you were mine” – Philip George 2 “Uptown Funk” – Mark Ronson ft. Bruno Mars 3 “Take me to church” – Hozier 4 “Heroes (We could be)” – Alesso 5 “Up” – Olly Murs ft. Demi Lovato 6 “Thinking out loud” – Ed Sheeran 7 “Real love” – Clean Bandit & Jess Glynne 8 “Promesses” – Tchami ft. Kaleem Taylor 9 “Something I need” – Ben Haenow 10 “Blank Space” – Taylor Swift
TOP 10 USA 1 ”Uptown Funk” – Mark Ronson ft. Bruno Mars 2 “Take me to church” – Hozier 3 “Thinking out loud” – Ed Sheeran 4 “Blank Space” – Taylor Swift 5 “The blower’s daughter” – Matt McAndrews 6 “Jealous” – Nick Jonas 7 “Lips are movin” – Meghan Trainor 8 “Girl in a country song” – Maddie & Tae 9 “All about that bass” – Meghan Trainor 10 “Animals” – Maroon 5
TOP 10 ITALIA 1 “Sabato” – Jovanotti
2 “Magnifico” – Fedez ft. Francesca Michielin 3 “Guerriero” – Marco Mengoni 4 “Come vorrei” – Vasco Rossi 5 “Senza scappare mai più” – Tiziano Ferro 6 “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo” – Ligabue 7 “Lontano dagli occhi” – Gianna Nannini 8 “Come in un film” – Modà ft. Emma 9 “L’amore che non sai” – Gianluca Grignani 10 “Generale” – Francesco De Gregori
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ALESSO Si tratta di un dj, remixer e produttore discografico svedese. Alessandro Renato Rodolfo Lindblad, questo il suo nome, ha origini italiane di Brindisi. E’ stato scoperto da Sebastian Ingrosso, noto dj svedese che ha fatto parte del progetto Swedish House Mafia. BEN HAENOW E’ il vincitore dell’X-Factor made UK, conquistando il pubblico con una cover dei One Repubblic. Si è accaparrato subito il primo posto della classifica inglese e i proventi di questo singolo andranno a favore di un’associazione per bambini in difficoltà.
NICK JONAS E’ nato a Dallas nel 1992 e insieme ai fratelli Joe e Kevin faceva parte della band degli Jonas Brothers. E’ stato fidanzato con Miley Cyrus e Selena Gomez. Ha aperto un concerto di Avril Lavigne e da giovanissimo ha recitato in alcune rappresentazioni. MAROON 5 Secondo estratto dall’album “V”, pubblicato lo scorso anno. Nel video della canzone è presente la moglie di Adam Levine, la modella che recita a suo fianco. La band si esibirà in Italia nel mese di giugno.
MARCO MENGONI Continua la sua ascesa al successo con il primo singolo estratto dal suo terzo lavoro “Parole in circolo”, che conferma la crescita professionale dell’artista di Ronciglione. FRANCESCO DE GREGORI Questa è la nuova versione del classico uscito tanti anni fa, esattamente nel 1978 e oggi contenuta nell’album “Vivavoce”. Tanti gli artisti che l’hanno riproposta con il tempo, fra cui citiamo Vasco Rossi.
MUSICA
SPecIAL GUeST Un travolgente successo inatteso
hOZIeR
Il suo nome di battesimo è Andrew Hozier-Byrne ed è nato a Bray in Irlanda il 17 marzo del 1990. Oggi è un cantautore ed un ottimo musicista salito alla ribalta grazie la singolo “Take me to Church”, che ci sta accompagnando negli ultimi mesi. E’ figlio di un musicista, quindi fin da piccolo a casa si è sempre respirata un’aria intrisa di arte. Ha approfondito gli studi musicali alla Trinity College di Dublino e durante questo periodo ha frequentato la Trinity Orchestra. Dal 2008 al 2012 ha fatto parte degli Anùna, partecipandovi come solista nell’album “Illumination” nella canzone “La Chanson de Mardi Gras”. Successivamente ha intrapreso con il gruppo un tour a livello internazionale. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo EP “Take me to Church”, affrontando il tema scottante dell’omofobia, come atto di denuncia verso le discriminazioni russe. Il video racconta la storia d’amore di due ragazzi omosessuali che vengono esclusi dalla società da un gruppo estremista. Più di ottanta milioni di visualizzazioni su YouTube, numeri da capogiro. Nel 2014 ha pubblicato l’EP “From Eden”, esibendosi in vari festival internazionali. Nel mese di settembre dello scorso anno ha dato alla luce il suo primo album intitolato semplicemente “Hozier” e il singolo “Take me to Church” ha ottenuto subito una candidatura agli MTV Europe Music Awards 2014 nella categoria “Best song with a message” e una candidatura ai Grammy Awards come canzone dell’anno.
NeWS
Lana Del Rey ha annunciato di essere al lavoro sul suo prossimo album, anche se “Ultraviolence” è uscito a giugno dello scorso anno. L’artista statunitense avrebbe già una decina di pezzi pronti nati da diverse idee e anche questa volta, non mancherà l’ispirazione dal mondo del cinema. Gianna Nannini è pronta per il grande ritorno live e già sprizza energia da tutti i pori. Il 4 maggio partirà da Firenze con il tour “Hita-
lia.Rocks”, che la porterà sui palchi delle più belle città italiane. Non solo i suoi grandi successi, ma anche le canzoni presenti nell’ultimo disco. Avril Lavigne, dopo aver avuto a che fare con problemi di salute, torna con un nuovo singolo intitolato “Fly”, scritto insieme al marito Chad Kroeger e a David Hodges. Il tutto per una buona causa e cioè i Giochi Olimpici Speciali che lei supporta anche con la sua “Avril
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Foundation”. I Black Eyed Peas tornano a riunirsi. L’annuncio è stato dato da Will.I.Am allo scopo di festeggiare i loro primi vent’anni. A tal proposito in arrivo ci sarà nuova musica. Anastacia è più in forma che mai e attualmente è alle prese con il suo “Resurrection Tour 2015”. Qualche mese fa è stata costretta ad annullare alcune date italiane a causa di una forte laringite che l’aveva colpita.
MUSICA
OMAGGIO A FRANCO
CALIFANO Sandr o Pr esta e Telanonima band, grandi emoz ioni per ricordar e il Maestr o
una fantastica atmosfera da brivido sabato 10 gennaio all’auditorium del massimo in Roma super gremito quando poco dopo le 21, nel cuore e nella mente dei presenti, sono iniziate a riaffiorare ricordi, emozioni, immagini e due dei suoi più grandi monologhi: "Disperati pensieri di un impotente" e "nun me portà a casa". il tutto all’insegna della straordinaria musica lasciata dal maestro Califano. Quasi tre ore di un intenso spettacolo sapientemente presentato da claudio Testi e seguito da un pubblico che con grande attenzione e sensibilità lo ha gustato, partecipando ad ogni istante dell’omaggio a Franco califano dal cuore e dalla voce di Sandro Presta accompagnato dal virtuosismo musicale della Telanonima band: Valter Detond alla batteria, luca benvenuto piano e tastiera, mario Russo alle chitarre, Fabio Fraschini al basso, Vincenzo magliulo alle percussioni ed impreziosita da Eric Daniel al sax e dall’incantevole voce di isabella alfano che oltre ad alcune sorprese canore, nella seconda parte dello spettacolo, dedicata alle storiche canzoni romane scritte da califano come “Semo gente de borgata” e “Amore, amore, amore” ha duettato con Sandro Presta. manuel meliloto, “uomo-artista di libertà” che ha vissuto in prima persona gli ultimi eventi a fianco del cantate scomparso, ha cantato un pezzo scritto con la penna del maestro. indescrivibile è la passione con cui il pubblico ha cantato in coro assieme a Sandro Presta quasi tutti gli storici pezzi del maestro, ma l’apoteosi è giunta, al momento di “Tutto il resto è noia”. il gran finale è stato caratterizzato dall’esecuzione di "Non escludo il ritorno, live" che dà il titolo anche al nuovo cd di Sandro Presta e la Telanonima band, presentato appunto in occasione di questa serata. 58
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MUSICA
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EVENTI
C’è qualche cosa in te... GRANDE SUCCESSO AL TEATRO SISTINA DI ROMA
ENRICO MONTESANO la storia originale che si sviluppa tra il custode del deposito dei costumi della commedia musicale italiana che equivale a dire di Garinei & Giovannini e la giovane e simpatica protagonista, ci porta, di volta in volta, a riproporre il motivo di qualche bella e famosa canzone di quelle commedie. tanti i vip alla prima dello spettacolo, in scena dal 13 al 25 gennaio. una fantastica passeggiata comico-musicale che è anche un omaggio alla commedia musicale italiana e agli autori di quelle canzoni, i già citati Garinei & Giovannini, Trovajoli, Kramer, rascel, claudio Mattone. Musiche e canzoni scelte tra le varie commedie musicali da me interpretate al Sistina, quello di quando c’era di Garinei! uno spettacolo emozionante e divertente, un cast di giovani attori ma anche cantanti e strepitosi ballerini che calcano la scena in modo impeccabile e personale. Enrico Montesano è bravo, bravissimo come sempre, innovativo e divertente... Si lascia accarezzare dai ricordi per poi scoprire una nuova verità che gli riempirà il cuore di gioia, che gli darà nuova linfa di vita. "Nando ciavatta" (Enrico Montesano) questo è il nome con cui lui si era quasi appisolato sui ricordi di quando da giovane attore squattinato, viveva solo per il teatro e per quel "BrAVO" che è il motore che spinge qualsiasi persona a intraprendere questa carriera. Oggi, non anziano ma antico, si ritrova in compagnia di un merlo indiano e degli abiti ed attrezzi di scena che per magia riescono a far ballare e cantare chiunque, anche se stonato, li indossi. La sua quiete viene turbata quando a causa di raccomandate (con e senza ricevuta), arrivano per cambiare la destinazione d'uso dello stesso in un moderno centro commerciale. Lui si trova a dover combattere per salvare il magico teatro. Ma la storia è ricca di colpi di scena e carica di emozioni. Bravi, bravi, bravissimi tutti! Belle le musiche, belle le luci, belle le coreografie... uno spettacolo che emoziona. Note e ser viz io fotografico a cura di Aldo D’Ambrosio 60 GP MAGAZINE
EVENTI Lor en a Bianche tti
Frances co Gior g in o
Gigi M arzul lo
Dario Sal vatori Faus to Bert in ott i
Amade us
M as simo Cavall ari dei F ichi d’ India
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EVENTI
EMOZIONE PER L’EVENTO DI SOLIDARIETÀ A NATALE
IL PRANZO DEI POVERI Erano in tanti ed in fila dalle prime ore del mattino coloro che sono riusciti a prendere parte al Pranzo di Natale presso l’Oratorio del Santissimo Sacramento, accolti da don Mario Pieracci Promotore dell’iniziativa è Europa cristiana onlus, l’evento di matrice sociale, anche quest’anno, è stato realizzato grazie al generoso sostegno di Giuseppe Lepore, Presidente di certi W – Organismo di certificazione internazionale, da sempre promotore di iniziative socialmente responsabili. Giuseppe Lepore è tra l’altro impegnato nella produzione del film “i Figli di Maam” di Paolo consorti con Luca Lionello. È il film " cenere" il pranzo di Natale è stato servito agli oltre 200 ospiti, poveri ed emarginati della capitale. Accanto a Giuseppe Lepore gli attori roberta Scardola e Giuseppe Valletti, Nicola ravaioli, Manager Antonio Lambiase, lo stilista ivan donev, Fabrizia Zolli, Simonetta ingrosso, roberto ruggiero.
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EVENTI Vane ss a Jay Mul de r
Vita di notte nella Capitale
PREMI GIALLOROSSI PER IL “SETTECOLLI” A ROBERTO PRUZZO E KASPAR CAPPARONI IL SUGGESTIVO SOUND DI VANESSA JAY MULDER di
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l primo mese dell'anno ci ha regalato veramente un'infinità di emozioni. Tante le serate, le feste, i compleanni e i party. Sarà forse l'aria? Oiù che tiepida diremmo freddina; tanto da motivare gli incontri al chiuso riscaldati a suon di cocktail. Brunch con amici e vip per dirla all'americana come sarebbe gradito a Mr Pallotta. Proprio della roma calcistica e pallonara si è parlato tra gli ospiti presenti all'ottava edizione del "Premio Settecolli romanisti" nemmeno a dirlo nella città eterna. La manifestazione è stata magistralmente condotta dalla bellissima Emanuela tittocchia, in un mini abito mozzafiato nero con decori in oro e dall'organizzatore Fabrizio Pacifici. durante la serata sono stati consegnati numerosi riconoscimenti a volti noti che amano il calcio o che ne sono stati protagonisti. All’attore e comico antonio Giuliani è andato il premio SPQr per l’impegno nel sociale con la sua nazionale cabarettisti, a Kaspar Capparoni il premio romanista Vip. il premio "roma & Lazio", in segno di fair play, è andato alla tifosa biancoceleste Demetra Hampton. Al grande Roberto Pruzzo, assediato dai fans, fotografi e
giornalisti, è andato il Pallone d’Oro romanista. Presenti volti noti dello sport e non solo: il capitano maria iole Volpi e maria Vukcevic bomber della roma femminile, il campione del Mondo di pugilato nino la Rocca, il prof. Ernesto alicicco, odoacre Chierico, Georgia Viero, adriana Russo, alessandro Serra, Enio Drovandi, Francesca Stajano, Gabriella Sassone, alberto mandolesi. Gran buffet e cena al tavolo con i piatti della tradizione romana, sulle note di “campo
bibi GiSmonDi
Testaccio” cantata dal maestro lombardi.
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n suggestivo viaggio musicale immerso nelle sonorità black e avvolto da una voce calda e sensuale per tutti i nottambuli presenti nella capitale. La cantante e showgirl originaria del Suriname, Vanessa Jay mulder, si è esibita al teatro centrale di roma per presentare con la sua band al completo il suo progetto musicale. il coautore e arrangiatore Vito Vignola al piano, Simone talone alle
Fabriz io Pacifici, Robe rto Pruzz o, Emanu el a Titt occhia e Su sann a Marcel lini
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EVENTI
L’e x pu gile Nino La Rocca
Kaspar Cappar on i e Ge or gia Vie ro
Maria I ol e Vo lpi e Maria Vu kce vic
N iccol ò Ce ntion i e Antho ny Pet h
percussioni, Fasella Ella al basso e Gabriele Pistilli al sax, sono presenti in “Soul magic” dove si possono ascoltare brani inediti e cover rivisitate con sfumature jazz, funky, soul e hiphop. dopo aver collaborato nel ’90 con raf in “Siamo soli” e per tre anni accanto a Zucchero dal ’95 al ’98 in entrambi i casi come corista, il “Vanessa Jay Mulder Project” è stato lanciato avvalendosi della collaborazione di musicisti di lungo corso e di livello internazionale come Henry Padovani.
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na gran folla di modaioli e viveur è accorsa all'apertura dell'open fashion day MEAM YOAr, il progetto nato, dal desiderio di Casimiro Sciscione e tommaso Cec-
cano, per esprimere con le loro creazioni un nuovo concetto di moda che unisce l’urban style più contemporaneo ad uno stile più minimal e geometrico. Fra i maggiori promotori dello show biz che indossano i capi da anni, il conduttore televisivo anthony Peth, testimonial della serata. Tanti gli ospiti presenti che hanno sostenuto e applaudito i capi della nuova collezione alla sfilata firmata Meam Yoar tra cui: nicolò Centioni de "i cesaroni", l'affascinante maria monsè, il principe Guglielmo Giovannelli marconi con il marchese Ferraioli, gli attori Gabriele marconi, Cosetta turco, Elena ossola, Elisabetta Pellini. 65
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M aria Mo nsè e i due st ilist i
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SIMONETTA INGROSSO CERTILUXE E UNO SHOOTING FOTOGRAFICO SPECIALE di
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RobERto RuGGiERo
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Simonetta ingrosso è attrice, modella e imprenditrice. a Dubai per promuovere e presentare le attività di Certi W®, organismo di Certificazione internazionale con headquarters a Riga e sedi, oltre che in italia, in tutto l’est Europa e medioriente, e in particolare del marchio del lusso Certiluxe ®. Come non cedere alla tentazione di uno shooting fotografico unico con ambientazioni invidiabili.
nel proprio settore di attività”. Deve essere capitato qualcosa lì a Dubai. Splendide foto. “Ho conosciuto – durante la cerimonia di consegna dei certiluxe Awards che si è tenuta al capital club - david Keller, noto fotografo di Stars ed eventi ViP, come non cogliere l’occasione di uno shooting con una scenografia cosi esclusiva a fare da sfondo al nostro progetto. dal Burj Khalifa alle Emirates Towers veramente fantastico, da sogno”. indossavi una creazione di ivan Donev mi sembra. “Esatto, tra l’altro, il primo ad aver ricevuto il certiluxe Award per la moda, come non concedergli un tributo di questo tipo. L’abito fantastico, la scenografia da sogno e un david Keller unico. Bellissima esperienza”. Progetti futuri, si riparte da Roma. “Lavoro e qualche distrazione, dal teatro al cinema. Piccole parti ma bellissime esperienze”. teatro? “Si, interpreto Zelda in 'dormi che è ancora notte' una commedia scritta e diretta da Simone Petralia. il debutto un successo al di fuori di ogni aspettativa a Patti, al Teatro comunale. Adesso speriamo di portarla in scena anche a roma”. Cinema? “Santa Giustina nel surreale ed onirico film 'Figli Maam' di Paolo consorti, artista di fama internazionale noto per la sua serie artistica rebellio Patroni che si è cimentato in un film drammatico ed invaso di messaggi prodotto da Giuseppe Lepore per Bielle re Film Production con Luca Lionello, Franco Nero, Alessandro Haber, roberta Scardola, Michelangelo Pistoletto e tanti tanti altri. La mamma di Luca nella splendida storia d’amore 'cenere' di Simone Petralia. una storia di amore difficile tra una baby squillo diventata grande troppo presto ed un artista di strada. Anche questo un film drammatico prodotto anche da Giuseppe Lepore per Bielle re Film Production con una splendida interpretazione di Federica Zacchia e cristiano caccamo e la straordinaria partecipazione di Andrea roncato e roberta Scardola tra gli altri”.
Simonetta, perché Dubai? “dubai è forse il punto di ingresso di un mercato che ha ancora da dare e tanto rispetto alla nostra vecchia e malandata Europa. E’ un Paese giovane con tanta voglia di fare e profondamente attratto da tutto quello che è italia in particolare anche se non solo. La nostra competenza, intelligenza e creatività in tutta l’area del golfo è ricercata ed apprezzata, sono Paesi questi che offrono tanto ma chiedono altrettanto, più di quanto si possa pensare. Ma non basta: onestà, trasparenza e lealtà sono i principi fondamentali per creare dei rapporti di amicizia e lavorativi stabili e duraturi altrimenti non c’è spazio. dopo anni di lavoro nel vecchio continente quest’area ci è parsa l’unica che ha ancora potenzialità di crescita e può ancora offrire opportunità”. non soltanto lavoro in questa missione? “Prevalentemente lavoro, contatti e promozione a tempo pieno per l’intero nostro soggiorno cercando di dare spazio ad un nuovo concetto di certificazione quello di offrire una garanzia dell’eccellenza attraverso un marchio, certiluxe ® ideato e registrato soltanto da noi. un unico che speriamo si diffonda rapidamente. E’ un marchio dedicato soltanto a coloro i quali operano nella filiera del lusso: un registro di eccellenze e qualità, quella vera! La nostra Organizzazione ha anche, dal 2012, ideato un Premio che viene assegnato a chi, persona o organizzazione, si è particolarmente distinto 69
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SIMONETTA INGROSSO
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L’unicità della pace e della solitudine
Il silenzio e l’ingiustizia
Una società sempre più divisa, frammentata divide l'unicità della pace, la mette a grave rischio, la tiene continuamente sulla corda. E noi siamo quasi costretti a ballarci sopra. Lo stesso tempo è sempre più diviso da anni, stagioni, mesi, ore, secondi e nanosecondi, proprio perché non è più uno. Sembra quasi che il puzzle da cui proveniamo si sia d'incanto frammentato e non si riesca più a ricollocare giustamente i vari pezzi. E non serve infatti, forzare: se quello non è il pezzo giusto non possiamo metterlo lì e nemmeno fare finta che sia quello corretto: si vede! La cosa che potremmo fare è cercare quale sia quello che manca e invece preferiamo quasi che non si realizzi il puzzle se non è come diciamo noi: questa è la differenza; l'universalità esiste a prescindere da noi, siamo noi che possiamo coglierla o evitarla. Proprio come la pace: o c'è o non c'è, o ci si adopera per essa o non c'è. E' la macchina sociale umana che è stata modificata per renderla diversa, o provare a renderla tale: siamo tutti uguali nella nostra differenza, mentre ci sono idioti che credono che siamo tutte diversità. Proprio come la solitudine: la solitudine è uguale per tutti ma per tutti ha un risvolto diverso e un motivo diverso. Perché non coglierla, aiutarla, gestirla, farla crescere in una compagnia? Abbiamo tutti dei passaggi umani nitidi e chiari, solo che non tutti riusciamo a chiamarli valori e trattarli come tali. Cerchiamo di dimenticarli come se il mondo fosse dei piccoli bicchieri d'acqua e non l'oceano: possiamo perdere tutto e lo stiamo facendo. E' inutile girarci intorno: possiamo risalire dalla nostra incapacità ammettendola e proprio per questo identificarla e confrontarla per essere più uniti e più veri per sopportarla. La pace è un'inquietudine che misura il nostro essere, la nostra lungimiranza, il nostro valore. Ci dobbiamo riuscire, lo dobbiamo fare. Ci sono solo tre concetti che possono salvare il mondo: rispetto, coraggio e armonia. Non ne esistono altri che non transitino nel valore e nel significato di questi tre sostantivi decisamente umani, universali e politicamente trasversali proprio perché parliamo all'intera umanità e solo la pace ne garantisce l'esercizio e la realizzazione. Vivere in pace è una forma di crescita ma molti pensano come per l'amore che sia solo un momento e non la costruzione di una crescita voluta e individuale che si accomuna agli altri: siamo tutti diversi e solo se cresciuti diventiamo uguali nella nostra diversità. Questo è un passaggio delicato che molte volte non viene preso in esame o più egoisticamente o furbamente viene evitato, proprio perché semplice e diretto, senza equivoci particolari su cui fuoriuscire. La modulistica sociale su cui vogliono annientare l'uomo si sta dimostrando un semplice e devastante impegno di potere coatto verso l'uomo: siamo sempre di fronte alla lotta tra il bene e il male, il sole e il buio. La solitudine che vuole la vittoria della pace è la vittoria dell'uomo, di tutti gli uomini. La pace è in grado di gestire tutte le diversità umane. Per comunicare con noi: crossyourmindnow@gmail.com
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Abbiamo parlato troppo Lasciato troppo poco spazio al silenzio Alla meditazione, alla decantazione Di quello che avremmo detto e che dovevamo dire. E’ stato tutto veloce Tutto rapido e feroce Senza un minimo di luce, di possibilità, di umanità. Ci siamo ridotti al fuoco A bruciare tutto quello che non siamo Come se fosse il futuro migliore possibile E invece è stato un errore, è un errore Cavalcare sull’odio per raggiungere la pace Non ha senso, è da idioti: Avere la forza per difendersi dagli attacchi è civiltà La forza è il popolo se è fatto di individui cresciuti La forza è il popolo se siamo connessi al valore di ognuno La forza è il popolo se tutti abbiamo gli stessi diritti di un uomo. Quando questa mancanza perdura, diventa ingiustizia E logora quotidianamente la nostra mente. Possiamo fare di più e dobbiamo fare di più Semplicemente, umanamente. E’ stato un passaggio nel vuoto Riempito da idioti senza cuore che hanno finto dolore Una scena ridicola venduta come purissima arte: Se non scegliamo di far vincere le persone Non vinceremo mai bene. E legheremo ingiustizie alla mongolfiera del futuro Che voleranno con noi come un’immagine buia In mezzo al cielo Chi ha capito questo non creda di essere solo. p.p.
L’anno sabbatico di
GRAZIA SCUCCIMARRA
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“Sulla ferrovia dell’infanzia viaggia ancora un treno che non si ferma, mai.”
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ppena arrivò, non sapeva neppure dove fosse, con chi avrebbe avuto a che fare. Si trovò lì e si sentiva già un caso particolare. Quelle persone che aveva intorno, anche se più grandi di lui, gli erano simpatiche, lo mettevano di buonumore. Certo, che non riuscissero a capire bene quando e quanta fame avesse, lo faceva irritare: ma sapere che poi avrebbero provveduto, lo rassicurava. Molte volte però, la “gente grande”si perdeva in giochini inutili che solo loro ritenevano importanti così da non capire che invece tutto era semplice: lui voleva solo mangiare. Ormai lui, si era creato (o meglio si era dovuto creare) una strategia per immagini a cui aveva dato una sequenza: 1° fare subito delle improvvise lamentele per attirare l’attenzione; 2° farle in modo che la “la gente grande” guardasse l’orologio così da pensare che potrebbe essere fame; 3° non fermarsi fino a quando non parlano di pappa; 4° forse il più difficile: non annuire quando si domandano tra loro “avrà fame?”, perché potrebbero spaventarsi. In quest’ultima sequenza, riconosceva che l’uomo con i baffi, era quello che lo ripeteva più spesso anche a distanza di pochi minuti del suo pasto. E proprio per questo a lui, quell’uomo coi baffi gli rimaneva molto, ma molto simpatico. L’altra invece, molte volte lo rimbrottava di questa sua continua domanda ma era molto contenta quando era vero. “Cosa avranno da guardare ?” si domandava il piccolo rinchiuso nel suo spazio mentre si vedeva addosso tutti quei sorrisi di tutti quei parenti, sicuro di non poter fare niente... Comunque quella vita, tutto sommato, gli piaceva come la pappa. Ma a forza di mangiare finì per crescere e quindi dover capire quasi tutto quello che succedeva. Ora era più facile per certi versi ma più difficile per altri. Non capiva infatti, perché a novant’anni si sentiva ancora come un bambino in culla, come se il tempo si fosse fermato dentro un angolo e non fosse più cresciuto. Ma non era vero, era tutto falso! Aveva combattuto la guerra, aveva sposato Anna Maria, aveva bevuto molto ma aveva ancora una leggera sete, di vita. Avrebbe ricominciato daccapo come se non fosse vero tutto quello che aveva fatto, come se non avesse più nipoti e pronipoti che si interrogano al solo guardarlo. Non entrerebbe adesso in una culla, ci vorrebbe un letto, una stanza e delle medicine per compagnia. Rimanere a guardare gli altri mentre si è piccoli,
funziona, insegna spazi di vita. Lui lo aveva fatto e adesso se ne accorgeva, lo ricordava. Già, la sua Tivoli, la sua età lungo le strade, la sua memoria ferma in cucina. Ma ne è valsa la pena? Di crescere, di soffrire, di vincere, di perdere, di rifiutare, di accettare, di uscire, di entrare dal cuore? Non aveva più le fasce di un tempo ma pannoloni alla moda. Quale moda? Quale vita? Una lunghissima serie di storie ferme e finite male, un continuo affacciarsi a vedere cosa accade. Dov’è finito l’amore? La vigliaccheria, la gioia, la fantasia? Sembra tutto immobile, fermo e inutile. Non siamo interi siamo una parte. Siamo forse la metà di quello che siamo. Siamo più grandi in una culla che adesso da uomini. L’allegria come un razzo partì. Era il suo primo compleanno e doveva per forza essere contento! Ridere, cercare di sorridere. Insomma che educazione gli avevano dato? Non lo avevano trattato bene quei due? Era proprio così che si sentì addosso tutto il peso del primo anno trascorso ad osservare loro. Adesso, avrebbero osservato lui e lui in quel momento lo capì. Ma dopo novanta compleanni si torna a guardare indietro gli altri trascorsi e a capire ancora le cose che avevi già capito. Un ripasso insomma, della vita. Forse l’ultimo. Ma per imparare cosa? Tutto quello che già sappiamo. Ma non sappiamo niente e allora tutto è da imparare. Ma forse ce ne dimentichiamo apposta per poter ripassare, ripetere le ore e le giornate intere, uguali monotone e vive, quando si resta. Tutto facile, tutto di fretta. Ma chi è che aspetta? Sulla ferrovia dell’infanzia viaggia ancora un treno che non si ferma, mai. Il successo, le fermate, distraggono l’arrivo. Sento il fischio di un treno che parte e di un altro che arriva. Una notte stellare s’infila la luce sul cuore: puoi abbracciarmi, amore. Da grande, ti sposerò per sempre. (p.p.)
MODA & ARTE
KATIA TASSELLI
L’ARTE SULLE BORSE 78 GP MAGAZINE
MODA & ARTE
Katia tasselli scultrice e pittrice, nata il 15 maggio 1972 a treviso (italia). Vive e lavora a Roma. Dopo aver conseguito il diploma di maestra d’arte e frequentato la facoltà di architettura a Venezia, si è dedicata all’arte scultorea sotto la guida del maestro fusore Stefan Sidelio con la tecnica di fusione a cera persa. nonostante la sua giovane età ha organizzato numerose mostre personali, e ha partecipato a mostre collettive, regionali, expo internazionali e biennali d’arte ottenendo successo dalla critica internazionale e giornalistica con numerose pubblicazioni.
artistico. crescendo, pure gli studi mi portarono a scegliere una scuola Artistica dando modo di approfondire cio’ che sentivo crescere dentro di me”. Quali sono le tappe fondamentali che hanno caratterizzato la sua vita artistica? “Successivamente casualmente conobbi una persona la quale aveva una fonderia artistica e fu proprio lui a consigliarmi di continuare la mia carriera dandomi la possibilità lavorando con lui di imparare la tecnica della fusione a cera persa del bronzo. A mia insaputa mi iscrisse al primo concorso internazionale. A cose fatte non potevo deludere il maestro per cui mi impegnai e come primo concorso su 500 persone arrivai terza. Poi la sfida con me stessa mi assalì e continuai a partecipare a expo biennali internazionali fino ad essere chiamata da importanti compagnie navali da crociera per gli arredamenti artistici con opere scultoree in bronzo”. Per le sue opere da chi trae ispirazione? “Sinceramente la mia espressione artistica deriva dalle sensazioni, dalle emozioni, dalle esperienze vissute, ecc.”. Quando ha avuto l'intuizione di trasformare alcune delle sue opere da sculture in disegni per le sue creazioni di borse di grande fascino e appeal? “E proprio guardando le mie opere che un giorno mi chiesi, io con le mie opere cosa voglio fare? Trovai subito una risposta nel voler rendere la mia arte dinamica e non statica trasmettendo le stesse emozioni da cui nasce una scultura o un quadro. Quindi, perché non farle indossare? così pensai alle borse molto amate da noi donne”. Fino ad ora quanti modelli ha realizzato? “Per ora i modelli sono una decina ma le idee non fini-
i suoi pezzi si trovano in collezioni private sia in italia che all’estero. Attualmente collabora con armatori e architetti di importanti compagnie navali quali costa crociere Group, carnival corporation e cantieri che realizzano super yacht, per quanto riguarda l’arredamento artistico con le opere scultoree. Katia Tasselli: “…La scultura non è altro che l’imporsi di una realtà irreale in una realtà reale…”. da un po' di tempo ha “trasferito” le sue opere su un accessorio importante per le donne: le borse. Come nasce la passione artistica per quello che fa? “La mia passione artistica nasce fin da bambina. Avevo 6 anni quando mi fecero partecipare al mio primo concorso 79
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scono qui!”. Quanto è importante la famiglia nel suo modo di essere donna ed artista? “Stare accanto ad un'artista non sempre è facile però fortunatamente ho accanto un marito che ha creduto sempre in me e il sostegno familiare è sempre stato fondamentale nella mia vita poi l’opera più bella è stata l’arrivo di mio figlio. Ora partiamo... sarà un’altra bella sfida con me stessa!”. info: 380.9005795 Facebook: Katia tasselli Expo borse
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