cover story Nadèg e pe r la Campag na Gianni Versace
Nadè ge negl i anni ‘ 90
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se devo dire che questo libro mi ha regalato tante soddisfazioni. E’ stato un lavoro di un anno a cui mi sono dedicata in tutto e per tutto. Finito di scrivere, mi sono dedicata alla lettura. E una volta chiuso il libro, mi sono detta 'che bello!'”. A proposito di stile, ormai nel mondo di oggi con l’avvento dei social le influencer sono diventate le nuove modelle. Cosa pensa di questo fenomeno? “Mi dispiace dirlo ma devo riconoscere che non ci siamo proprio. Non è assolutamente una critica. Tutti abbiamo un lavoro. Quello che non capisco è come facciano ad essere così popolari e perché la gente le segua sui social. Non hanno portamento e non hanno classe. Saper camminare è qualcosa di naturale e non servono scuole. Quello che piace oggi non era quello che piaceva prima. E’ il loro momento ed è giusto che lo sfruttino. Magari chissà la gente si identifica in loro”. Negli anni Novanta, è stata una stella delle passerelle. Poi ad un tratto ha deciso di abbandonare la carriera per dedicarsi alla famiglia. Nessun rimpianto? “Nessun rimpianto. Assolutamente. Il mio sogno non era di fare la modella ma di avere una famiglia. La mia è stata una scelta meditata. Sono felice di avere i miei tre figli. Purtroppo mi sono separata ma sono cose che succedono e bisogna accettarle”. Lei ha lavorato con tutti. Da Karl Lagerfeld a Gianni Versace. Cosa le hanno insegnato? E che ricordo ha di loro? “Ho dei ricordi bellissimi. Quando ho iniziato a fare la modella non è stato facile. I ritmi erano frenetici ed ero sempre in viaggio per servizi fotografici e sfilate. La gente dal di fuori non immagina e concepisce la moda come un lusso. Ho conosciuto dei maestri veri come Karl, Gianni, Giorgio Armani. Anche i fotografi erano dei talenti allucinanti. Erano attenti a qualsiasi particolare e il risultato si vedeva. Fare la modella mi ha insegnato ad avere una disciplina di vita e a dedicarmi a me stessa. E poi penso che sia importante avere la testa sulle spalle altrimenti ci si perde”. Che rapporto ha con la bellezza? Ha paura di invecchiare? “Non ho paura di invecchiare. Il tempo non è mai stato un problema e ancora meno oggi. Ognuno deve accettarsi così com’è. Ho appena compiuto 51 anni e mi sento come una bambina. Non trascorro la giornata a guardarmi allo specchio e non mi interessa contare le rughe. Una donna può essere bellissima anche a 60 anni purché non abbia fatto ricorso alla chirurgia estetica. La naturalezza è la qualità più bella che esiste”. Con la corsa si mantiene in forma. “Corro perché mi fa stare bene. Mi libera la testa. Credo che tutti i giorni si debba fare qualcosa che ci assicuri benessere”. Sulle passerelle vediamo spesso sfilare donne belle ma esageratamente magre, quasi offensive verso la naturalezza che i più vivono. Un problema di comunicazione visiva che ha generato illusioni e aspettative in numerose ragazze che incontrano con frequenza problemi di anoressia e bulimia. Lei che ha vissuto la moda dall’interno cosa può dirci in merito? “Mi sembra che ora questa problematica stia passando. Posso assicurarti che nessuna di noi modelle negli anni 90 ha sofferto
di problemi alimentari. Si mangiava di tutto e bene. Non so che problema abbiano gli stilisti che sembrano prediligere le ragazze con meno forme trattandole da appendiabiti. Sulle passerelle mi è capitato ultimamente di vedere modelle pallide, senza trucco, emaciate. Sembrano malate. La moda ha sempre bisogno di far parlare di sé. Questo però è un modo sbagliato. Le ragazze devono capire che è importante essere in buona salute. E per farlo devono mangiare bene evitando i fast food”. E’ ancora in contatto con qualche ex collega di passerella? “Negli anni 90 noi modelle eravamo abituate a viaggiare e a vivere da sole. Abbiamo imparato cosa era la solitudine. Era un modo per ritrovare se stesse. Le sfilate erano un momento di incontro con le altre colleghe di passerella. Le persone che mi circondano mi ripetono che sono strana perché non chiamo mai nessuno. Anche le mie amiche Carla Bruni ed Eva Herzigova mi rimproverano la stessa cosa. Ci sentiamo infatti due o tre volte l’anno. Avrai capito che non sono una patita del telefono. Preferisco il contatto diretto”. Quando ha iniziato la carriera di modella, i suoi genitori come l’hanno presa? “I miei genitori mi hanno dato un anno per dimostrargli che la strada che volevo percorrere era quella giusta. Dopo si sono convinti. Non sono mai stati contro. Mi hanno detto semplicemente “provaci”. Il mercato delle modelle non era quello di oggi. Adesso, basta andare in
un reality show per mostrarsi ed esibire il proprio corpo. Tutti vogliono farsi vedere”. Che mamma è? “Sono una mamma molto presente e severa. Riconosco di essere rigida anche con me stessa. Quando faccio qualcosa devo farlo bene. Il problema è che pretendo la perfezione anche dagli altri e questo può trasformarsi in un limite. Ai miei figli insegno il valore della civiltà, del rispetto e dell’educazione. Ci tengo molto”. Che cosa non sopporta? “La cattiveria. Se vedo una persona fare del male ad un’altra divento una iena. Negli ultimi anni mi sono sbarazzata della gente negativa. Ho fatto pulizia insomma”. Progetti futuri? “Ho iniziato da un po’ di mesi a parlare in pubblico per la promozione del libro. E’ diverso dallo sfilare perché in quel caso non mi sono mai vergognata. Ci sto lavorando molto a livello caratteriale per superare la paura. Sto avendo un buon riscontro di pubblico e ne sono particolarmente felice. Parteciperò anche ad una maratona per l’associazione Make a Wish che si occupa dei bambini gravemente malati”. Per concludere la nostra chiacchierata le chiedo di dare un consiglio alle donne che vogliono essere strong e chic. “Consiglio di essere se stesse e di non farsi influenzare dai giudizi altrui. La libertà è importante”.
© Foto di Set timio Be nedus i
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libri
Ilaria Ricci Il thriller visto con gli occhi di due adolescenti di Marisa Iacopino
Ci sono libri che ti tengono col fiato sospeso, storie che ti s’incollano addosso e continui a seguirne le tracce pure dopo aver finito di leggerle. “Le forme dell’ass a s s i n o ” , e d i t o d a Vi o l a E d i t o r e , è t r a queste: Ilaria Ricci, ventiseienne di Orbetello, ci conduce magistralmente tra i meandri d’una psiche deviata, dipingendo il ritratto d’un assassino seriale la cui vita prende forma attraverso azioni spietate, la ragione illogica che lo spinge a mietere vittime attorno a sé. Abbiamo incontrato l’autrice. Come sei approdata alla scrittura? “La scrittura è nata per esprimere le cose che mi circondano. Amo la fantasia molto più della realtà. Ricordo che avevo 11 anni e a scuola ci fecero vedere 'Stand by me', film tratto dal racconto 'Il corpo' di Stephen King. Ne sono rimasta talmente affascinata che avrei voluto essere uno di quei ragazzini. Non c’è stato un momento preciso in cui ho detto “vorrei fare la scrittrice da grande”, ho scritto e basta. Ma è talmente difficile di questi tempi… Per mantenermi lavoro come cameriera”. Com’è nato “Le forme dell’assassino”, tuo romanzo d’esordio? “Volevo scrivere di due ragazzi che affrontano insieme l’adolescenza e il percorso delle scuole superiori. Così sono nati Ellie e Andy, i due protagonisti. Ma non ne ero soddisfatta della storia, così ho aumentato gli ostacoli nelle loro vite aggiungendo gli omicidi - anche perché adoro il
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spettacolo
Andrea Bosca
L’attore che sa rendere unico e speciale ogni personaggio di Giulia Bertollini
In questi anni ha conquistato il pubblico televisivo dimostrando la sua versatilità nell’interpretare qualsiasi ruolo. E quando gli si fa notare di aver vestito di più i panni del cattivo ci scherza su confidandoci di prenderla come un gioco. Stiamo parlando di Andrea Bosca, protagonista assieme a Lino Guanciale e Gabriella Pession della seconda stagione della serie tv campione di ascolti “La porta rossa”. Il suo Jonas dopo essersi risvegliato dal coma si è trovato a dover fare i conti con i ricordi alla ricerca della verità. Conosciamo meglio Andrea attraverso questa intervista.
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musica
Mariella Nava
Amata cantautrice che combatte di cuore per la musica di tutti di Lisa Bernardini
Ta r a n t i n a , c l a s s e 1 9 6 0 , è u n a d e l l e c a n tautrici italiane più amate. La incontriamo a Roma e ne nasce un botta e risposta sincero, come è nel suo stile: di lei si percepisce il cuore anche quando parla, non solo quando compone e canta. Mariella Nava, una vita in mezzo alla musica: il tuo punto di vista su chi, come te, fa il mestiere del cantautore. Quali sono i problemi reali che maggiormente si devono affrontare per vivere di musica oggi? “Sono tanti. Prima di tutto il far arrivare al pubblico quello che si fa. I media che, avendo bisogno di introiti dalla pubblicità, vista la crisi economica che ha investito qualsiasi settore, si adagiano sempre sugli stessi nomi per ogni programma... vanno sul cosiddetto 'sicuro'. Su produzioni con spalle larghe, sui soliti nomi che 'girano', come si dice in gergo, quelli da classifica (non si sa formulata in base a chi o cosa) che garantiscano audience per le TV e ascolti alti per le radio. La messa in onda delle canzoni è ristretta a playlist dove non si entra neanche elevando ripetute preghiere al cielo, senza contare che i discografici hanno paura di tutto e di tutti, e di coraggio per investimenti (oltre che di intuito) ne è rimasto ben poco in giro. Così bisogna autoprodursi e i costi sono comunque altini e spesso gli sforzi sono impari”. Fai parte del direttivo dello SNAC (Sindacato Nazionale Autori e Compositori) e in prima linea da sempre sul Diritto d'Autore in Italia. Cosa è emerso di importante in questi ultimi tempi a difesa dell'ingegno creativo? Ci sono buone novità al fronte? “Ci sono novità da pochissimo, perché finalmente un segnale arriva dalla votazione a favore della direttiva UE sulla difesa del Copyright nel Web da parte della maggioranza delle Nazioni. Brutto è sapere che il nostro Paese aveva votato sfavorevolmente, per la grande parte politica governativa. Una grande occasione sprecata per la difesa della nostra cultura, dei nostri autori, della nostra stampa e non solo. Non mi spiego come possa, chi si sta preoccupando del reddito di cit-
tadinanza per i più disagiati, non pensare a riconoscere un diritto - anzi, un reddito - a chi di ingegno e di opere dell’ingegno vive. Per un autore non è un 'di più', è proprio il necessario per esistere, è la remunerazione di un mestiere che come tale va riconosciuto attraverso la difesa delle opere create. In merito a questo evidentemente c’ è molto da fare, così come anche nella rieducazione dei più giovani che scaricano di tutto e di più gratuitamente con abitudine senza sapere il danno che compiono ogni volta anche ai loro stessi beniamini. Abbiamo tante idee in movimento con lo SNAC e ci vedrete pronti a compiere tante azioni e intraprendere iniziative efficaci”. Il pubblico pensi senta la necessità di tornare a qualità e meriti che non siano quelli delle regole dei talent televisivi? O i talent hanno uniformato tutto e tutti? “Non dimentichiamola, non cancelliamola del tutto. I talent dovrebbero stare attenti a questo criterio se vogliono rappresentare una vera opportunità per le nuove leve”. Quali sono i tuoi prossimi impegni? Dove avremo il piacere di ritrovare te e la tua musica? Da poco è uscito il tuo ultimo lavoro. “Sì, il mio album di inediti dal titolo 'Epoc'a è stato pubblicato da un po’, ma lo porto in tour perché ha ancora dentro tante perle da fare conoscere. Sono stata in alcuni concerti ad aprile a Roma al Golden, poi a Milano e Bologna a Maggio e ancora altri appuntamenti in agenda, in mezzo a tanti progetti nuovi da finire in studio per me e per altri artisti”.
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musica
Abyura: “L’Obbedienza”
Il sound rock che nasce a Pratola Peligna di Roberto Ruggiero
E ’ i n t u t t i i n e g o z i d i m u s i c a e s u l l e p i a t t a f o r m e d i g i t a l i “ L’ O b b e d i e n z a ” , i l n u o v o album degli Abyura. Il gruppo abbruzzese, appartenente al filone rock, è composto d a m u s i c i s t i d i P r a t o l a P e l i g n a ( L’ A q u i l a ) . Il gruppo nasce da un’intuizione del bassista Francesco Antinarella che coinvolge in questo progetto il batterista Alfonso Di Pillo e il cantante Pietro Santilli. Ai quali si aggiungerà in seguito il chitarrista Marco Zavarella. Dalla fusione musicale nasce il primo album dal titolo “Piccola storia di un bimba e del suo Aquilone di idee” uscito nell’ottobre 2015. Successivamente gli Abyura partecipano a diversi eventi live. Tra questi Rock targato Italia 2016 e Arezzo Wave 2016. Dopo due anni di lavoro in studio e l’arrivo del chitarrista Villiam Vallera nasce l’album “L’Obbedienza” grazie anche alla collaborazione con lo speaker radiofonico Natale Claudio che recita la poesia iniziale di SanPiè nel brano “Colpevoli d’innocenza”, e del Maestro d’Arte Sandro Natale che ha realizzato il disegno a colori presente all’interno del CD. Particolare il brano “Futuro” all’interno del quale sono inseriti i discorsi storici del Comandante Ernesto Che Guevara, del Presidente americano J.F. Kennedy e di Martin King tutti e tre uccisi ingiustamente per aver creduto e lottato a favore delle loro idee rivoluzionarie nel segno della libertà, dell’uguaglianza e della democrazia a sostegno della razza umana.
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musica Johanna Pez one
Cuore in Musica
Il Premio per chi ama cantare di Claudio Testi
Concorso canoro Premio “Cuore in Musica” nasce nel 2017 da un'idea di Johanna Pezone, con l'obiettivo di fornire un'importante vetrina a cantanti (interpreti o cantautori), con l'intento di far emergere nuovi artisti in base al merito personale e artistico. Quest'anno il concorso è giunto alla sua Terza Edizione. Possono partecipare tutti i candidati di qualsiasi nazionalità di età non inferiore agli 11 anni compiuti in poi, presentando la relativa domanda di iscrizione in qualità di singoli interpreti/cantautori, duo o in qualità di gruppo musicale (per gruppo musicale si intendono i gruppi formati da tre o più persone). Durante tutte le edizioni i candidati sono stati giudicati da una giuria altamente qualificata, tra i quali il Maestro direttore d’orchestra/arrangiatore Adelmo Musso (presente in tutte le edizioni), la cantante Iskra Menarini (vocalist di Lucio Dalla), la cantante Cassandra De Rosa (Amici e vocalist di Alex Britti), Morena Rosini (Milk and Cofee, speaker di Radio Italia). Nell’edizione 2019 la Giuria sarà ancora più qualificata in quanto ci saranno tre giudici di alto spessore artistico Il Maestro Enzo Campagnoli (Direttore d’orchestra di Sanremo, Vocal Coach di Amici) il Maestro Adelmo Musso (Direttore d’orchestra di Sanremo, arrangiatore) e il Maestro Maurizio Caridi (presidente fondazione orchestra sinfonica di Sanremo e di Area Sanremo) ⁃ tanti premi dati durante le scorse edizioni montepremi, inediti, borse di studio, interviste radio e esibizioni all’estero. Anche quest’anno ci saranno premi in denaro, borse di studio, interviste radio e premi offerti dagli sponsor.
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