GP Magazine marzo 2015

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Copia omaggio

GP MAGAZINE Anno 17 Numero 163 www.gpmagazine.it

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VITTORIA SCHISANO Artefici • Eleonora Cuccu • Paolo Mazzarelli Nina Pons • Samuele Sbrighi




SOMMARIO MARZO 2015 10 VITTORIA SCHISANO Da qualche anno Vittoria ha iniziato la sua complessa e delicata trasformazione, salutando per sempre Giuseppe e continuando nel frattempo a lavorare nel campo artistico. Ultimamente è stata protagonista nel film “La vita oscena”. E’ talmente bella e brava che ha suscitato addirittura un pizzico di invidia tra alcune colleghe. Il suo motto è scegliere di volare con il rischio di cadere piuttosto che camminare tutta la vita. Diventare donna è stata una scelta dettata dal cuore, dalla testa e dall’anima. Ormai il ricordo di Giuseppe è lontano...

14 ALESSANDRO BORGHESE E’ nato a San Francisco il 19 novembre 1976 ed è figlio dell’attrice Barbara Bouchet, celebre diva degli anni ’70, e dell’imprenditore Luigi Borghese. Dopo il diploma all’International School di Roma si è imbarcato sulle navi da crociera e per i successivi tre anni ha lavorato tra fornelli e piatti da lavare...

18 NINA PONS E’ con la bellissima sedicenne Nina Pons che continuiamo la nostra avventura: la numero ventiquattro. Noi di GP Magazine insieme ad Adriana Soares, fotografa ed artista, abbiamo ideato un fashion contest che si rivolge ai ragazzi della porta accanto. Organizziamo per loro un servizio fotografico speciale di moda...

24 ELEONORA CUCCU E' la fresca immagine del calendario 2015 di GP Magazine e testimonial di Brumode Paris. E' giovanissima, bellissima e dolcissima. Una ragazza che ha tutte le carte in regola per togliersi tante soddisfazioni nella vita. Il suo sogno è lavorare nella moda e nel mondo dello spettacolo. Studia recitazione ed è già stata sul set della fiction “Cani randagi” e in cantiere c'è un progetto cinematografico importante...

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43 PRIMITIVAMENTE Situata nel bel mezzo di quella che la cronaca giornalistica chiama “Terra dei Fuochi”, la città di Acerra si affida ad un documentario per riportare alla luce la sua storia e le sue tradizioni, al di là dei luoghi comuni e delle etichette negative.Narrato dalla profonda voce di un maestro del cinema italiano come Giancarlo Giannini e diretto dal giovane regista Giuseppe Alessio Nuzzo...

46 SAMUELE SBRIGHI Samuele ti colpisce per la sua cortesia e la serietà che mette nel suo lavoro e per la passione nella difesa degli animali e in generale dei deboli. Nato nel 1975 a Sant' Arcangelo di Romagna, paese che ha dato i natali a gente come Daniele Luttazzi e Fabio De Luigi, Samuele inizia presto. La sua è una carriera fatta di tanti piccoli e grandi passi e con un obiettivo: fare sempre meglio...

48 PAOLO MAZZARELLI Paolo Mazzarelli nasce a Milano nel 1975. Artista dotato di un grande talento, è impegnato a tempo pieno nel teatro con la sua compagnia fondata insieme a Lino Musella. Conosciuto al pubblico della fiction per il ruolo del perfido Giuliano Sallustio in “Rossella 2”, lo rivedremo presto in tv sulle reti Rai. Conosciamo meglio Paolo, in questa intervista che ci ha concesso...

52 GLI ARTEFICI Gli Artefici, band alternative rock di Roma, nascono alla fine del 2009. L’attuale formazione è composta da Alessio Facco (voce e testi), Davide Palmeri (chitarra), Pierpaolo Pettrone (basso) e Luca Calabrò (batteria). Il 27 febbraio è uscito il disco ‘L'ipocrisia del babbano’...

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EDITORIALE

NOI ITALIANI FIGLI DI UN DIO MINORE DI ALESSANDRO CERREONI

NUMERO 163 • MARZO 2015

Sono venuti da Rotterdam per vedere una partita e hanno devastato una città. Sono venuti dall'Olanda per tifare una squadra e hanno insultato la storia. Quello che hanno combinato qualche settimana fa alcune centinaia di ultrà del Feyenoord è un film già visto. Nella scorsa stagione altrettanto fecero i tifosi polacchi del Legia Varsavia. Misero a ferro e fuoco il centro di Roma e se ne andarono senza conseguenze e senza punizioni. Qualche settimana più tardi, al contrario, più di cento tifosi della Lazio furono “sequestrati”, identificati, arrestati e privati dei diritti umani dalla polizia polacca soltanto per essersi raggruppati nelle vie di Varsavia per andare insieme allo stadio. Cantavano cori verso la propria squadra del cuore, qualcuno ha acceso un fumogeno, e si sono ritrovati dentro un incubo, per alcuni durato anche due mesi abbondanti. Era il 28 novembre del 2013 e lo Stato italiano non fece nulla per tutelare e riportare a casa quei tifosi, ragazzi, uomini e donne. Ci fu come la sensazione che in questa Europa il nostro Paese non contasse nulla. Gli altri possono fare quello che vogliono ai “danni” dei nostri cittadini all'estero e noi non puniamo in maniera esemplare quegli stranieri che qui si rendono protagonisti di reati. Guardiamo anche la vicenda dei Marò, con l'Italia che assiste inerme ai balletti della giustizia indiana. Senza muovere un dito. Senza alzare la voce. Siamo una nazione alla mercé degli altri. Non abbiamo spirito patriottico. L'America urlò a gran voce l'innocenza di Amanda Knox, imputata per l'omicidio di Meredith Kercher. Lo fece a prescindere. Perché negli altri Paesi i propri cittadini vengono difesi. Perché un padre protegge e difende i propri figli senza se e senza ma. L'Italia no. L'Italia è diversa. Maledettamente diversa. Schiva e passiva. Amanda Knox se n'è tornata tranquilla negli Usa e ora si sposa. Gli olandesi se ne sono tornati a Rotterdam senza pagare per quello che hanno fatto e rideranno di noi. La stessa cosa i polacchi 15 mesi fa. E i nostri Marò sono ancora in attesa di giudizio, imprigionati e ritenuti colpevoli. In India. E dopo la convalescenza anche Massimiliano Latorre dovrà fare ritorno lì. Il Governo italiano? Renzi lo scorso anno parlò della questione dei due Marò come di una necessità impellente. Talmente impellente che, dopo più di dodici mesi, la situazione è come prima. Forse anche peggio. Poi scopriamo che questa Italia ha il suo lato forte e deciso. Da mostrare contro i possessori delle partite iva, le piccole imprese e gli artigiani. Sono questi gli unici delinquenti che il nostro Stato vuole combattere. Più dell'Isis.

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000 DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE Alessandro Cerreoni - a.cerreoni@gpmagazine.it REDAZIONE Via V. Pacifici, 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. 327.1757148 e-mail: redazione@gpmagazine.it IMPAGINAZIONE E GRAFICA GP Spot HANNO COLLABORATO Alessio Certosa, Silvia Giansanti, Bibi Gismondi, Marisa Iacopino, Simone Mori, Paolo Paolacci, Camilla Rubin, Adriana Soares SPECIAL THANKS Fabio Campoli, dott. Flavio Cannistrà, Alessio Piccirillo, Roberto Ruggiero EDITORE PUNTO A CAPO Srl PUBBLICITA’ Info spazi e costi: adv@puntoacapo.org Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it Gionata A. Mattioli - g.mattioli@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il 26/02/2015 Copie distribuite: 20.000

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Nessuna parte di “GP Magazine” puo’ essere riprodotta. “GP Magazine” è un mensile a distribuzione gratuita a servizio dei lettori. Salvo accordi scritti le collaborazioni sono da intendersi a titolo gratuito. Il materiale scritto e fotografico non verrà restituito salvo specifica richiesta scritta. I banner pubblicitari degli inserzionisti, da noi realizzati, sono di nostra proprietà ; qualsiasi utilizzazione, anche parziale, al di fuori di “GP Magazine”, se non autorizzata, sarà perseguita ai termini di legge.

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CURIOSITÀ DAL MONDO

A CURA DI CAMILLA RUBIN

COREA DEL NORD: I DIVIETI PIÙ ASSURDI Stavolta le curiosità non riguarderanno il mondo intero ma unicamente la Corea del Nord e alcune delle cose che il suo leader politico, Kim Jong-Un, ha tassativamente proibito senza grosse motivazioni. Ve ne citiamo solo alcuni, quelli più “assurdi” per la nostra visione del mondo.

LASCIARE IL PAESE Dal momento che il regime nega molte libertà ai cittadini, molti cercano di fuggire, il che è ovviamente illegale. Alcuni riescono ad arrivare in Cina, ma nel caso in cui la polizia riuscisse a scoprire la loro fuga e catturarli, dovrebbero tornare in madrepatria per subire lʼesecuzione capitale.

BERE ALCOLICI In questo paese non è vietato bere alcolici, ma lo si può fare solo in momenti ben definiti dallo stato. Ha fatto ad esempio scalpore la notizia dellʼesecuzione di alcuni alti ufficiali dellʼesercito, perché si erano ubriacati durante un periodo di lutto nazionale (100 giorni!) istituito da Kim Jong-Un, per commemorare il defunto Kim Jong-Il.

ESEGUIRE CHIAMATE INTERNAZIONALI I cittadini nordcoreani non possono eseguire chiamate internazionali. Un cittadino nel 2013 venne infatti condannato a morte e ucciso in pubblico per aver chiamato un suo amico, residente in Corea Del Sud.

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SUONARE E COMPORRE MUSICA La dittatura controlla ogni brano che viene composto ed eseguito nel territorio nazionale.

GUIDARE È DIFFICOLTOSO In realtà non è propriamente illegale farlo, ma lo stato applica enormi restrizioni, senza dimenticare che la libertà di movimento dei cittadini è enormemente limitata. Gli alti ufficiali dispongano di particolari e costosissime autovetture, ma i normali cittadini non possiedono unʼautomobile (anche per motivi economici). Si ritiene che vi sia meno di unʼautomobile ogni 1000 cittadini!

GUARDARE LA TELEVISIONE I cittadini non sono liberi di guardare i programmi televisivi che preferiscono: tutto è controllato dal regime. Purtroppo infatti, nel 2013, per esempio, alcune persone sono state giustiziate in uno stadio nei pressi di Wonsan, accusate di aver guardato delle emissioni televisive della Corea Del Sud.

NAVIGARE IN INTERNET Internet è disponibile in Corea Del Nord, ma è strettamente controllato e offre solo pagine di propaganda del regime o pagine approvate dallo stesso. Se i cittadini vogliono connettersi al web, hanno bisogno di richiedere un permesso speciale, che generalmente viene accordato solo per interesse nazionale! La libertà di opinione è decisamente ristretta, se non quasi vietata.

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Š Servizio fotografico di Maria Latorre

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VITTORIA SCHISANO “Ho partorito me stessa” DI

SILVIA GIANSANTI

Da qualche anno Vittoria ha iniziato la sua complessa e delicata trasformazione, salutando per sempre Giuseppe e continuando nel frattempo a lavorare nel campo artistico. Ultimamente è stata protagonista nel film “La vita oscena”. E’ talmente bella e brava che ha suscitato addirittura un pizzico di invidia tra alcune colleghe. Il suo motto è scegliere di volare con il rischio di cadere piuttosto che camminare tutta la vita. Diventare donna è stata una scelta dettata dal cuore, dalla testa e dall’anima. Ormai il ricordo di Giuseppe è lontano e, dopo già pochi mesi, i suoi corteggiatori non si contavano più. Vittoria ha un anno di età e simbolicamente spegnerà una candelina. Il 24 marzo dello scorso anno è avvenuta la metamorfosi completa, ora questa bellissima farfalla vola libera sul set, ma anche nel campo della moda grazie al suo fisico perfetto ed è sempre fermamente decisa nei suoi intenti. Nella vita bisogna sognare, avere un progetto, rimboccarsi le maniche, impegnarsi e attuarlo senza nascondersi. L’intervento chirurgico è stato il più bel dolore della sua vita. Sentiamo cosa è cambiato in lei. Vittoria, quando abbiamo fatto la nostra prima intervista, nel 2012, avevi già iniziato la tua fase di trasformazione con le prime cure ormonali. Adesso finalmente l’opera è compiuta. Sei soddisfatta? “Assolutamente: soddisfatta, felice e serena come quando una donna partorisce. E’ come se avessi partorito me stessa”. 11

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Da dove è scaturito il desiderio di cambiare identità? “Più che altro il coraggio di affrontare il cambiamento. Un grande desiderio nascosto che è stato sempre nel mio corpo, nel mio cuore e nella mia anima, fin da piccola”. Che cosa in particolare non ti faceva sentire a tuo agio quando eri Giuseppe? “Tutto quello che era l’esterno. Vedevo un’immagine che non somigliava alla mia anima. Oggi Vittoria invece è una donna felice, libera, senza più la maschera e finalmente nei vestiti giusti. Ogni giorno è davvero speciale”. Hai sofferto molto fisicamente per attuare questa metamorfosi? “Sì, ma rifarei l’operazione mille volte anche senza anestesia! E’ stato il dolore più bello della mia vita. Sono entrata in sala operatoria piena di paura per la seconda volta. Sapevo che c’era una possibilità molto bassa di morire. Sono stata operata a Barcellona il 24 marzo dello scorso anno, dalla sapienti mani del chirurgo Ivan Manero, uno dei più bravi al mondo. Devo a lui moltissimo ma anche a Dio. Sono credente e oggi mi sento in pace con l’universo e ho recuperato il mio equilibrio”. Perché hai scelto Barcellona? Come siamo messi in Italia a tal riguardo? “Non bene direi, anche perché nelle istituzioni italiane i tempi di attesa sono molto lunghi anche se questo tipo di operazioni vengono effettuate da professionisti con risultati positivi. La mia pelle non è una maglia che, se non ti piace, la puoi buttare, quindi per andare sul sicuro ho scelto un’altra destinazione, mettendomi in mano ad un signor chirurgo”.

Quante ore è durato l’intervento? “Doveva durare sei ore e invece è durato dieci considerando anche i tempi tecnici”. Consigli questo passo a chi come te lo desidera veramente? “Certo e comunque vorrei sottolineare che donna si nasce dentro, non è un bisturi a cambiare il tutto. E’ qualcosa che arriva da dentro”. La tua famiglia è stata sempre a tuo favore o ha preso questa tua decisione come un cosa affrettata? “Non si tratta di un tatuaggio che può essere un capriccio, questa è una presa di coscienza e con il tempo a forza di parlarne in famiglia lo hanno capito”. Esistono nel mondo donne famose che erano uomini? “Sì ce ne sono, eccome”. Che cosa è cambiato nel frattempo da attore ad attrice? “Il talento è più libero insieme a tante altre cose e quindi ho da subito notato un cambiamento in positivo nel mio lavoro. C’è anche più gioia di fare il mio mestiere”. Faresti scene di nudo qualora te le proponessero? “Se fossi diretta da un bravo regista di cui mi fido, perché no? Del resto si deve essere attori fino in fondo”. E film porno? “No”. Sono cambiati i tuoi gusti? “Sono sempre gli stessi. Ci sono ad esempio capi di abbigliamento che prima sognavo di indossare e che adesso me li posso permettere. La differenza è tutta 12

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Chi è

nell’attuazione”. Se un domani il Signore, nel momento in cui ti accoglierà nella sua casa, si dovesse arrabbiare? “Non credo che si arrabbierà, innanzitutto perché mi sento in pace con me stessa e con Dio e poi perché il Signore ha recepito come sono. Del resto, si sa, l’amore non conosce sesso, razza e religione”. Ti fa effetto oggi rivedere le tue foto da uomo? “Sì, mi provoca tristezza. Prima guardavo Giuseppe come un fratello morto, oggi invece so che quella persona mi ha lasciato una bella eredità, i miei amici, la mia famiglia e il mio lavoro. Giuseppe in realtà non è stato buono con se stesso perché ha sempre vissuto a metà ed era un ragazzo infelice, regalando a Vittoria tante cose al tempo stesso”. Sei dotata di autoironia. Come reagisci quando qualcuno ti critica sempre a fronte di questa scelta? “Quella dell’autoironia è una grande arma. C’è sempre qualcuno che magari mi accusa di fare un’intervista per ego o per pubblicità, ma non è affatto così, il mio curriculum parla. Ci sono momenti in cui arriva una battuta che può far male, senza sapere che il mio è un percorso consapevole e che ho scelto di parlarne e di comunicare semplicemente amore e che la vita è una che va vissuta con coraggio senza fare distinzioni di questo tipo. Vorrei consigliare alle persone di pensare prima a migliorare loro stesse”. Una volta effettuato l’intervento hai ricominciato a lavorare normalmente? “C’è sempre stata una continuità di lavoro. Come ho detto prima, il fatto di avere adesso un’energia più libera ha migliorato le cose in ambito lavorativo”. Recentemente c’è stata la tua interpretazione in “La vita oscena”. Parliamone. “Sì e a differenza dei precedenti ruoli che mi vedevano come la bella di turno, ho avuto un’occasione diversa. Non nascondo che qualche donna ‘biologica’ ha storto un po’ il naso, visto che ho interpretato un ruolo da prima donna”. Altri progetti? “Un altro film in preparazione e progetti televisivi”. Chissà magari un domani faranno un film su di te... “Più di qualcuno mi ha chiesto di scrivere un libro. Per il momento è nei miei pensieri”. Cosa ti piacerebbe esplorare di nuovo nel tuo settore? “In questo momento mi diverte fare televisione perché ci sono io direttamente e non il personaggio da interpretare”. Dopo la tua splendida trasformazione, c’è stato un uomo nella tua vita? “Ancora no, solo tanti corteggiatori importanti per una donna. Un conto è perdere la verginità a diciotto anni, un conto a trenta, c’è più consapevolezza nel regalare a qualcuno quel momento prezioso”.

VITTORIA SCHISANO

Vittoria Schisano, ex Giuseppe Schisano, è nata a Pomigliano d’Arco (NA) l’11 novembre del 1983 sotto il segno dello Scorpione con ascendente Cancro. Caratterialmente Vittoria è fragile e forte nello stesso tempo. Ha l’hobby dell’architettura di interni, ama i crudi di pesce e tifa per il Napoli. Ha appena adottato un bassotto. E’ single, al momento vive a Roma e le piacerebbe vivere a Parigi. Il 2014 è stato l’anno della sua vita. Dopo varie esperienze teatrali, ricordiamo il suo esordio avvenuto nel 2005 nel film “Mio figlio”. Ha lavorato anche in “Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi”, “Al di là del lago”, “Canepazzo”, “Tutto tutto niente niente”, “Outing – Fidanzati per sbaglio”, “Take Five” e “La vita oscena”. Gli ultimi film sono stati girati quando si è completata la trasformazione in Vittoria. 13

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LO SAPEVATE CHE

DA BARBARA BOUCHET NACQUE LO CHEF GENTILUOMO

ALESSANDRO BORGHESE A CURA DI CAMILLA RUBIN cosa vuoi fare da grande, ha sempre risposto: il cuoco.

Lo sapevate che... Alessandro Vincenzo Borghese è nato a San Francisco il 19 novembre 1976 ed è figlio dell’attrice Barbara Bouchet, celebre diva degli anni ’70, e dell’imprenditore Luigi Borghese.

Lo sape vate che... Dopo il diploma all’International School di Roma si è imbarcato sulle navi da crociera e per i successivi tre anni ha lavorato tra fornelli e piatti da lavare. Una volta sulla terra ferma, sono iniziati i corsi e le esperienze nelle cucine Europee, Americane e Italiane.

Lo sapevate che... Dal 2004 lavora stabilmente in televisione, dove debutta (su Sky) in “Cortesie per gli ospiti”, un reality show in onda sul canale Real Time nel quale, insieme ad altri due giudici, cerca di testare l’abilità dei concorrenti nell’accogliere gli ospiti nelle loro case.

Lo sapevate che... Nel libro “L’abito non fa il cuoco” (Rizzoli) ha riportato una frase di Picasso: “per mio tormento e forse per mia gioia, io dispongo le cose secondo le mie passioni …”. Ogni esperienza nelle cucine delle città in cui ha vissuto, dice, lo hanno portato ad essere lo chef che è adesso.

Lo sapevate che... Nel 2005, conduce “L’Ost”, sempre su Real Time e nel 2006 è protagonista di “Cuoco gentiluomo”. Su La7 invece, sbarca nel 2007, con “Chef per un giorno”, per poi ritornare su Real Time con “Fuori menù” e, a distanza di qualche anno, fare ancora marcia indietro, per condurre sempre sulla rete di Telecom il format “Cuochi e Fiamme”, molto amato dal pubblico.

Lo sapevate che... Con la sua società di catering “AB Il Lusso della Semplicità”, dedicata al banqueting e al catering per grandi eventi ha organizzato il banqueting per un matrimonio che mescolasse le tradizioni differenti degli sposi e dei loro invitati. Lei di Pechino e lui romano di Roma. La sua rivisitazione dei ravioli cotti al vapore e non, è stata molto apprezzata dagli sposi e dai loro ospiti: ha riempito i fagottini con crema di pecorino, puntarelle e acciughe..

Lo sapevate che... È inoltre autore del successo editoriale “L’abito non fa il cuoco. La cucina italiana di uno chef gentiluomo”, edito nel 2009 dalla casa editrice Rizzoli. Lo sapevate che... Nel 2012, ha condotto il nuovo programma “Ale contro tutti“, in onda su Sky Uno.

Lo sapevate che... Si è trovato di fronte una scelta, da un lato un canale televisivo stava cercando un cuoco cui affi-

Lo sapevate che... Ai tempi della scuola, alla domanda 14

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LO SAPEVATE CHE

E’ nato a San Francisco il 19 novembre 1976 ed è figlio dell’attrice Barbara Bouchet, celebre diva degli anni ’70, e dell’imprenditore Luigi Borghese. Dopo il diploma all’International School di Roma si è imbarcato sulle navi da crociera e per i successivi tre anni ha lavorato tra fornelli e piatti da lavare. casa. Perfetta per le i nve n zioni, il posto giusto dove usare l'ingegno per le proprie ricette. Quel che è cotto è cotto, quel che è fatto è fatto, e quel che è impiattato è impiattato! L'abito non fa il cuoco. Bianco d'estate, rosso d'inverno e bollicine tutto l'anno. Ma soprattutto…L'arte del cibo è un'avventura della mente.

dare un programma, dall’altro gli era stato chiesto di partire per la Cina e gestire un noto ristorante. Lo sapevate che... Secondo Alessandro il frigo può essere anche vuoto, solo una cosa non deve mai mancare quale… ? Bollicine per un bicchiere con sua moglie e del parmigiano di cui la figlia è golosa. Lo sapevate che... Per ora non ha un suo ristorante, anche se rientra nei suoi progetti, forse proprio a Milano. Lo sapevate che... Della cucina dice «Io faccio la maionese con la frusta, per dire…

Lo sapevate che... Non sono uno che ama avere tanti attrezzini, sono velleità. Preferisco cose di base, che poi tanti aggeggi neppure nelle cucine professionali li usiamo. Bisogna saper gestire bene quel che si ha in frigorifero e però appagare anche l’occhio oltre che il palato. Lo sapevate che... Ha un fratello minore di nome Max. Lo sapevate che... Ha donato la sua voce per un cameo in Star Wars Rebels, in cui ha doppiato il fattore Morad Sumar Lo sapevate che... Secondo Alessandro: Il piatto è un atto d'amore. Il cuoco deve essere curioso e deve mostrare amore verso la propria tradizione regionale. La cucina è un posto straordinario, non un posto come un altro della 15

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ARTICOLI E ACCESSORI PER ANIMALI

Mangimi - Accessori Acquariologia - Toele t Cani - Gatti - Uccelli - Pesci -

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Roditori



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Una Gior nata Speciale

NINA PONS

Una bellezza semplice e fine DI

ADRIANA SOARES

E’ con la bellissima sedicenne Nina Pons che continuiamo la nostra avventura: la numero ventiquattro. Noi di GP Magazine insieme ad Adriana Soares, fotografa ed artista, abbiamo ideato un fashion contest che si rivolge ai ragazzi della porta accanto. Organizziamo per loro un servizio fotografico speciale di moda. Nina, benvenuta ad "Una giornata speciale". Ti presenti ai nostri lettori? “Ciao a tutti. Ho sedici anni e frequento un liceo Americano. Mi reputo una ragazza semplice, curiosa e con molti interessi. Mi piace viaggiare per conoscere il mondo e altre realtà diverse dalla mia”. Cosa ti ha spinto ad accettare di partecipare a questo concept? “Mi diverte provare cose nuove ed essere fotografata mi aiuta a scoprire nuovi lati di me stessa”. Qual era il tuo sogno da bambina e quali sono invece le tue attuali aspettative future? “Sono sempre stata affascinata dal mondo della moda e del design e vorrei fare qualcosa in questo campo, anche se ancora non so esattamente che cosa... per ora preferisco fare esperienze diverse e poi vedremo. Ho i miei obiettivi ma mi piace anche prendere le cose come vengono”. Immagina di trovarti di fronte ad una giuria composta da sole donne pronte a decidere sul superamento di un importante casting. Come risponderesti alla domanda: “Perché dovremmo scegliere te tra tutte le altre”? 18 GP MAGAZINE


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Cr edits Mua: Nuala Oliveira Ph. Adriana Soar es

“Perché ho tanta voglia di fare e sento di avere un carattere esplosivo, con un grande carico di energia. Mi sto accorgendo che spesso riesco a farla uscire davanti a una macchina fotografica”. Ti piaci come sei o cambieresti qualcosa? Parlami di te... “Certo se avessi la bacchetta magica cambierai un po’ di cose ma tra pregi e difetti mi piaccio come sono. Mi piace mettermi davanti alla macchina fotografica visto che mi ha aiutata a superare molte timidezze, a farmi sentire comunque più sicura di me stessa”. Qual è il tuo rapporto con la moda? “Come dicevo prima c'è una forte attrazione, anche se so che è un mondo che non è fatto certo solo di glamour e splendore. Si lavora tanto e duramente e dietro ogni successo c'è sempre un grandissimo impegno. Questo l'ho capito bene e non lo sottovaluto”. Quali sono i tuoi interessi oltre all'impegno scolastico e alla moda? “Non sopporto stare ferma senza fare niente perciò faccio moltissime cose durante il mio tempo libero come studiare lingue e disegnare”. Dopo questa esperienza, cosa ti aspetti? La consiglieresti? “Non so che cosa aspettarmi, comunque sì la consiglierei, è sempre positivo mettersi in gioco, senza prendersi troppo sul serio”. Hai qualche ringraziamento speciale da fare? “Ad Adriana Soares per avermi dato quest’opportunità”. 20 GP MAGAZINE


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Calze di Seta di Madame G.

www.calzediseta.com

RIGA POSTERIORE IL SENTIERO DELL’EROS In origine la calza con la riga era la “calza” per antonomasia. In seta e con riga posteriore le calze si presentavano così e la riga non era altro la cucitura dei due lembi del tessuto della calza. Sarà in seguito con nuovi tipi di macchine e con l'avvento del nylon che verrà prodotta una calza in un unico blocco senza cucitura alcuna. Quella riga era un simbolo, segno di femminilità, di una donna elegante, che poteva permettersi quell'accessorio affascinante di nome calza, divenuto col tempo segno di una donna vezzosa. A tal punto che nei decenni della seconda guerra mondiale a causa del blocco della produzione le donne si disegnavano la riga direttamente sulle gambe per dare l'illusione di indossare le calze.

“segreti e inaccessibili”. La calza con la riga non perde questi attributi nel tempo. Il trionfo del vintage ha riportato la calza con la riga posteriore, parallelamente alla calza da reggicalze, di nuovo in auge. Messa da parte per alcuni anni con l'avvento del collant, si ripresenta con imponenza in diverse versioni: collant con riga posteriore, velati e colorati, a rete, calze da reggicalze e autoreggenti. Queste ultime le definirei i “veri classici”, dove il minimalismo del tratto si somma alle balze o al reggicalze, quasi da considerare come una personale deco-

La riga affonda radici di sensualità ed erotismo profonde. Provoca desiderio, affascina e attira lo sguardo, lo porta inevitabilmente a seguirne il movimento. Una semplicissima linea che segue dolcemente la gamba, sale verso l'alto e fa salire l'immaginazione. E' una linea che ti indica la strada, che ti porta in posti 22

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razione, essenziale con il suo potere altamente erotico e un sapore un po’ retrò.. (un esempio sono i modelli della francese Cervin). Un disegno oserei dire rigido e obbligato, che si impreziosisce di colori e sfumature, da una linea sottile a una linea più spessa, dalla linea nera a linee colorate, con motivi verticali e floreali, quasi come fossero dei tatuaggi, che vanno ad arricchirne la semplicità. La riga riscopre i suo potere anche grazie al Burlesque, di cui è simbolo insieme al reggicalze. Arte e moda che hanno rispolverato vocaboli quasi passati di moda come “femminilità, sensualità, seduzione” e di cui una semplice calze con la riga è la sintesi perfetta. La difficoltà di questa calza sta nell’indossarla in modo corretto con la riga dietro e farla stare dritta e ferma, senza farla spostare con i movimenti del corpo. Basta infilarla correttamente dal piede e srotolarla piano piano, posizionandola correttamente e se poi avete un reggicalze a sei ganci, non c’è pericolo di spostamento.



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Foto: Cor rado Pinci Assistenti alla fotografia: Mirko Narduzz i, Gianluca Dante Fashion Stylist: Isabella Pinci Hair Style: Massimo Cicerchia, Claudia Ponzo Make Up: Naiama Ienne, Debora Biancucci Abiti: Brumode Paris Fashion District (Valmontone, Roma) www.brumodeparis.com Location: Palazzo Rospigliosi (Zagar olo, Roma)

ELEONORA CUCCU La bella protagonista del calendario di GP Magazine 24 GP MAGAZINE


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E' la fresca immagine del calendario 2015 di GP Magazine e testimonial di Brumode Paris. E' giovanissima, bellissima e dolcissima. Una ragazza che ha tutte le carte in regola per togliersi tante soddisfazioni nella vita. Il suo sogno è lavorare nella moda e nel mondo dello spettacolo. Studia recitazione ed è già stata sul set della fiction “Cani randagi” e in cantiere c'è un progetto cinematografico importante. Eleonora, questi ultimi mesi ti stanno regalando tante belle sorprese. Partiamo dal calendario. Che effetto ti fa? “Sì è vero, dopo essere stata sul set di 'Cani randagi,' le mie cose sono un po' cambiate. Oggi ho una serie di proposte quali cinematografiche e fiction dove mi auguro seguiranno altre soddisfazioni. Quando ho saputo che avrei fatto un calendario per GP Magazine non nascondo che all'inizio ho avuto un po' timore ma sllo stesso tempo è stato per me un grande riscatto personale”. Che esperienza è stata? “Credo che l'esperienza di fare un calendario per un giornale sia il sogno di tutte le ragazze della mia età che sognano di far parte del mondo dello spettacolo. Anche perché ti ritrovi ad essere al centro dell'attenzione, coccolata da professionisti quali truccatori, parrucchieri, stylist, location meravigliose, dove ti senti catapultata tra la realtà e il sogno e tutto questo per me è stato fantastico. Mi auguro che questo sia il primo di una lunga serie”. Qual è il mese dove ti piaci di più? “Devo dire che gli scatti mi sono piaciuti tutti ma i miei preferiti sono il mese di giugno e il mese di novembre”. Cosa hanno detto la tua famiglia e i tuoi amici? “Per quanto riguarda la mia famiglia, i miei genitori sono stati orgogliosi di questo e si divertono a mostrarlo a tutti gli amici con soddisfazione. I miei amici su questo ci scherzano sopra prendendomi anche un po' in giro ma con affetto. Mi hanno dimostrato di essere contenti di tutto 25

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quello che sto facendo”. Sei testimonial 2015 del brand di moda Brumode Paris. Pensi che abbiano fatto la scelta giusta affidassi a te? “Sì, un'altra grande soddisfazione. Quando mi è stato detto, non ci credevo anche perché è uno dei miei brand preferiti ed è quello che caratterialmente mi rispecchia di più. Credo che se un'azienda come Brumode Paris abbia scelto la mia immagine per rappresentarli, è sicuramente perché rispecchiano in me il loro target di clientela femminile. Inoltre ci tengo a dire che la mia esperienza con loro è bellissima, mi trovo benissimo e ringrazio l'azienda è tutto lo staff ”. Cosa ti aspetti da questo 2015? “Il 2015 è iniziato per me con una grande mole di lavoro perché sto studiando recitazione e nel frattempo salto da un copione all'altro per valutare le proposte che mi stanno arrivando”. Hai progetti pronti a concretiz-

zarsi di cui puoi parlarcene? “Oltre alla partecipazione in 'Cani randagi', sto lavorando sul progetto cinematografico 'Nel giardino segreto'. Nel mese di marzo sarò a Parigi per una coproduzione italo-francese. Nei prossimi mesi sarò presente al Giffoni Festival Film”. Gli scatti, il calendario, la partecipazione ad un film… Sono passi importanti per la tua crescita. Quali saranno i prossimi? “I miei prossimi passi saranno quelli di rimanere sempre me stessa ma di raggiungere sempre traguardi più importanti alla mia carriera”. Torniamo a parlare di moda. Qual è lo stile che ami indossare? “Visto che ho la casa invasa della collezione Brumode, che amo tantissimo, credo che il mio modo di vestire sia questo”. Per una serata galante con il tuo eventuale lui, cosa indosseresti per lasciarlo a bocca aperta? 26

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“Per interessare un eventuale lui non mi concentro più di tanto sull'abbigliamento ma sul mio modo di essere, non trascurando mai il mio modo di vestire soprattutto negli accessori”. L'accessorio di moda che non manca mai nel tuo abbigliamento quotidiano? “Nei mesi invernali i miei accessori preferiti sono cappelli, guanti e sciarpe molto larghe, nei mesi estivi mi piace avere sempre pantaloncini e un bel paio di occhiali da sole per proteggere i miei occhi chiari. E poi una bella borsa non deve mancare mai!”. Qual è lo stile di abbigliamento ideale per il tuo (eventuale) lui? “Credo che un bel modo di vestire anche per un uomo sia una bella cosa ma io sono abituata a vedere altro soprattutto l'intelligenza”. E per concludere questa intervista? “Un caro saluto al Direttore e a tutta la redazione di GP Magazine”.



FORMAZIONE

Conosciamo la S.E.V.A.

LA SCUOLA PER PROFESSIONISTI DI ESTETICA L’estetica è un settore che offre molti sbocchi professionali. Chi ci lavora non deve essere un improvvisato ma una figura esperta e che abbia alle spalle studi ed esperienza. E’ con questo spirito che la Seva si pone all’avanguardia nel settore della formazione nell’ambito dell’estetica. Conosciamola meglio attraverso questa intervista ai responsabili. Quali sono i requisiti per potersi iscrivere alla vostra scuola? “La scuola è aperta a tutti coloro che hanno conseguito l'obbligo scolastico e hanno compiuto 16 anni”. Come è strutturata e composta la Seva? “La nostra scuola è costituita da due aule di teoria, una aula adibita per il corso di ricostruzione unghie e due ampie aule di laboratorio dove vengono svolte le materie pratiche inerenti la professione di estetista. Il corso ha una durata di 1800 ore suddivise in due anni scolastici, al termine dei quali gli allievi devono sostenere un esame regionale per il conseguimento dell'attestato di estetista, inoltre è previsto un ulteriore corso di specializzazione di 900 ore che permette, dopo l'esame, l'apertura di un centro estetico”. Appena terminato il percorso formativo nella vostra scuola, si hanno chance per trovare lavoro?

“Essendo la nostra una scuola di formazione il percorso formativo prevede una preparazione adeguata, sia per quanto riguarda la parte pratica sia per quella teorica, con l'intento di creare delle figure professionali capaci di svolgere il lavoro di estetista e di facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro anche tramite una rete di centri estetici che, conoscendo la nostra professionalità nel formare le future estetiste, si affidano anche a noi per cercare personale da inserire nel loro centro estetico”. Come si svolge la vostra giornata tipo? “Per prima cosa ad ogni inizio settimana facciamo sempre un briefing con i nostri insegnanti, sia di laboratorio che di teoria, per impostare le lezioni e portare avanti il programma 28 GP MAGAZINE

che ci siamo prefissati ad inizio anno. Durante le lezioni di laboratorio si svolgono tutte le attività che riguardano l'estetica come manicure, pedicure, ricostruzione unghie, trattamenti viso-corpo, ceretta e trucco, per quanto riguarda il corso di specializzazione si approfondiscono le varie tecniche di massaggio dal linfodrenaggio a quelli del benessere e trattamenti anti-age viso con l'utilizzo di principi attivi di ultima generazione”. Quali sono i progetti di crescita per il futuro? “Il mondo dell'estetica è in continua crescita per questo la scuola grazie al suo personale altamente qualificato si tiene sempre al passo con i tempi sviluppando progetti nuovi per il futuro delle nostre allieve”.


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LO STUDIO DELLO PSICOLOGO

“Sii te stesso: tutti gli altri sono già occupati” Oscar W ilde

VOGLIO ESSERE ME STESSO A CURA DEL DOTTOR FLAVIO CANNISTRÀ Come possiamo essere noi stessi? Ma soprattutto, che vuol dire essere "se stessi"? Spesso ci sentiamo dire (o ci diciamo): "Sii spontaneo". Ma è un paradosso! Non puoi "essere spontaneo" a comando: o lo sei spontaneamente, appunto, o non puoi esserlo imponendotelo. E questo paradosso è alla base di tante insicurezze, perplessità, dubbi, incertezze... C'è chi vuole essere più sicuro, ma questo lo porta a concentrarsi su tutti quegli atteggiamenti che, ai suoi occhi, gli confermano l'insicurezza (e così si sente sempre più inadeguato). C'è chi pensa di parlare troppo poco con gli altri, e questo lo conduce a sforzarsi, senza successo, di trovare argomenti interessanti (gli argomenti interessanti a volte ci sono, a volte no: sforzarsi di trovarli li inibisce). C'è chi pensa che il mondo sia troppo difficile per lui, che non è in grado di superare anche i più semplici problemi, e così vede fallimenti in tutto ciò che fa, valutando "zero" ogni successo ottenuto (sempre che riesca a riconoscerlo come tale) e dando il doppio del valore ad ogni insuccesso. Tempo fa vedevo un ragazzo che mi diceva: "Io non sono come gli altri: loro sono spensierati, allegri, tranquilli, bravi... sono loro stessi! Io, invece, non riesco a essere me stesso". Ma cosa vuol dire, di nuovo, essere "se stessi"? Il filosofo Wittgenstein ne sapeva una più del diavolo quando diceva che "la spontaneità è l'ultimo degli apprendimenti divenuto acquisizione". Significa che spontanei ci si diventa e che, anzi, si impara ad esserlo. In altre parole, oggi siamo così perché abbiamo appreso ad esserlo. Ne parlo anche sul mio ebook gratuito: “Come difendersi dagli psicoesperti” (Firera&Liuzzo editore).

Nell'insicurezza su ciò che siamo - a cui poi si può legare l'incertezza di quale strade intraprendere, di quali sono i nostri obiettivi, di quale dimensione raggiungere - dobbiamo pensare che l'incertezza è parte del percorso. L'atleta che vince la medaglia d'oro alle Olimpiadi ha prima vissuto un percorso di cadute, ricerche, miglioramenti, nuove cadute e nuovi miglioramenti; e sa bene, inoltre, che la medaglia d'oro è solo un altro passo del suo percorso. Spesso il lavoro che faccio con queste persone è un graduale processo di “normalizzazione”: rifocalizzarsi su quelli che sono i tuoi punti di forza (che ci sono, sono sempre lì, solo che non li sappiamo più vedere e hanno finito per sbiadire e scomparire alla nostra vista), ma soprattutto comprendere che i punti di debolezza fanno parte di noi, di tutti, anche se ci sembra di essere gli unici ad averli. Prima di andare dallo psicologo per farsi suggerire delle strategie di sblocco, una prova la si può fare anche da soli. Cominciamo a dirci: “Che cosa farei di diverso, rispetto a quello che faccio oggi, se fossi più sicuro (più affascinante, più capace, più interessante... quello che volete) di adesso? Come mi comporterei? Cosa farei di differente?”. Delle cose che ci verranno in mente ogni giorno ne sceglierai una diversa, la più piccola e semplice da fare (un sorriso in più, un saluto, un'affermazione, una qualunque cosa che faremmo, e che ora non facciamo – o che non faremmo, e che ora facciamo, come per esempio evitare certe situazioni, persone, discorsi ecc.), e la si metterà in atto durante la giornata. Se il nostro problema di insicurezza è solo un velo da scansare, allora già dopo un paio di settimane facendo queste piccole cose cominceremo a sentirci, spontaneamente, diversi.

Dott. Flavio Cannistrà, psicologo, psicoterapeuta, specialista in Terapia Breve Strategica. Riceve presso gli studi di psicologia a Monterotondo in via L. Gagliardi 34/A, e a Roma in Piazza Bologna n°2. Leg gi i suoi articoli su www.lostudiodellopsicologo.it o contattalo per un appuntamento al 340.95.488.35 30 GP MAGAZINE






K-Taping: Una terapia efficace per varie patologie Prof. Rossi a quando risale l'invenzione del cosiddetto Taping? Risale agli anni '70 ad opera del giapponese Kenzo Kase, che per primo ne introdusse l'uso nei pazienti sportivi ottenendone grandi benefici. Il K-Taping nello specifico, invece nasce in Germania molti anni fa ed è ora leader mondiale di questa modalità di trattamento grazie anche alla creazione della International Academy strumento capace di offrire corsi per Università, Scuole di Terapia Fisica e Riabilitazione, centri sportivi ecc., il tutto con accreditamento presso il Ministero della Salute. Quali patologie si possono trattare con il K-Taping? Le patologie ortopediche, naturalmente sono le più indicate, ma l'utilizzo è diventato frequente anche in altri ambiti, per esempio in patologie vascolari o addirittura come mezzo elettivo di cura per pazienti in gravidanza che non possono assumere farmaci Quali sono le modalità di azione? Questo tipo di terapia si basa su due effetti principali, la stimolazione dei recettori cutanei con notevole riduzione del dolore provocato da tensioni muscolari ma non solo ed inoltre grazie alla sua elasticità aumentando lo spazio tra pelle e tessuti danneggiati consente una più libera circolazione vascolare e linfatica con i ben noti effetti positivi a questo collegati. Il Taping contiene farmaci? Assolutamente no. La caratteristica di elasticità del nastro, abbinata alla rigorosa applicazione tecnica sono gli aspetti che consentono al K-Taping risultati così brillanti. Questo aspetto e' cruciale, a mio parere, non ci si improvvisa, infatti " applicatori" di nastri, ma lo si diventa frequentando corsi di formazione che insegnano le tecniche specifiche patologia per patologia. 5) Professore ci può dire una curiosità sul K- Taping? Sì, è interessante sapere che l'azione facilitante muscolare del nastro è talmente eclatante che la Federazione Italiana Nuoto lo considera doping e lo vieta ai suoi atleti, proprio

in occasione degli ultimi campionati europei di nuoto una nostra nuotatrice ha dimenticato di toglierli per la gara ed è stata squalificata Quali sono le controindicazioni all'uso del K-Taping? In realtà l'unico inconveniente che può capitare è che il paziente sia allergico al collante presente sul nastro, ma si tratta di un fenomeno assai raro. Quante applicazioni di K-Taping vanno eseguite sui pazienti? In realtà non esiste un numero definito, il nastro può restare anche per 3/4 giorni e poi essere sostituito. La sua idrorepellenza, inoltrare, non penalizza il paziente nella sua igiene quotidiana. Come definirebbe, in sintesi, il K-Taping? Una indispensabile forma di terapia altamente sinergica alle cure fisioterapiche ma capace di una sua dignità come terapia singola.

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EROS

50 SFUMATURE DI GRIGIO

La trilogia ha stracciato tutti i record di vendite. Il film è stato un grande successo al botteghino dopo una campagna di attesa geniale e ben confezionata. Cosa c'è dietro al fenomeno delle “50 sfumature di grigio”? Sono stati scomodati critici letterari, sessuologi e psicoterapeuti ma nessuno è riuscito a dare una spiegazione plausibile che convincesse tutti. Probabilmente la chiave del successo è più semplice e forse anche più banale di quanto si possa immaginare. Stiamo parlando di una storia ad alto contenuto erotico. Una storia particolare che ha conquistato milioni di donne in tutto il mondo, e anche un po' di uomini, diciamolo. I protagonisti sono Christian Grey, un giovane bello, fascinoso, ricco, impenetrabile e tenebroso con inclinazioni sessuali estreme, e Anastacia Steele, ragazza dal sapore ingenuo e con un viso acqua e sapone. Le vite dei due s'incrociano e nasce una fortissima attrazione. Lei si innamora di lui e ne subisce non solo il fascino ma anche i suoi giochi perversi. Giochi che Christian Grey impone come condi-

zione essenziale per portare avanti il rapporto, con tanto di contratto da far sottoscrivere alla bella Anastacia, che accetta pur avanzando delle riserve. Lui impone anche il proprio controllo nella vita di lei. La adula regalandole macchine e facendole annusare la propria lussuosità. E così la conduce nella “stanza rossa”, dove la sottopone ad un vero e proprio bondage hard e soft. Fruste, bende, manette, corde, nastro adesivo, i loro rapporti intimi si servono soprattutto di questi accessori e di altri oggetti del piacere (dipende dai punti di vista). Il loro non è un incontro normale di pura passione erotica. E' un rapporto tra un dominatore e una sottomessa. Forse è questo l'elemento che rappresenta la grande novità. Per la prima volta nella letteratura contemporanea, dai tempi dell'emancipazione femminile ad oggi, si sdogana la sottomissione totale di una donna ad un uomo. E una parte del pubblico femminile sembra gradire questo aspetto. Il perché del successo Come può una donna innamorarsi di una storia simile? Dopo aver amato Cenerentola e dopo aver sognato il Principe Azzurro, come ci si può entusiasmare di un uomo che sottomette, e talvolta umilia, la propria 36

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Anatomia di un fenomeno inspiegabile o quasi DI

ALESSIO CERTOSA

donna? Sono due anni che sui social network migliaia di donne non parlano altro che del film (uscito lo scorso 12 febbraio) ma soprattutto di Christian Grey, novello principe azzurro dei tempi moderni. Non cavalca il cavallo bianco ma pilota un fantastico elicottero. E' l'uomo che, a detta di molte donne che hanno apprezzato la trilogia, fa sognare. La donna, si sa, è un'amabile sognatrice. Sogna l'uomo affascinante, ricco e che la conduca nel proprio castello. Mister Grey sembra avere i requisiti giusti: potenza economica, fascino e capacità di essere un dominante. Il successo di “50 sfumature di grigio” è tutto psicologico. Piace alle donne che praticano, alle donne che non ne sanno nulla e sono curiose, alle donne che vorrebbero ma che non osano, alle donne che vedono qualcosa di nuovo in una storia d'amore, donne che sognano, donne che parlano di parità ma che vogliono essere protette, guidate e anche dominate. Ma soprattutto a tutte le donne che alla fine vogliono un uomo che non esiste e qui lo trovano. Piace anche agli uomini, quelli che hanno in testa certi argomenti, quelli soddisfatti della propria vita sessuale e che cercano un'idea nuova, quelli che sanno arrivare dove vogliono e a quelli semplicemente curiosi di spiare


EROS

nel buco della serratura. Se Christian Grey è l'uomo ideale, Anastacia Steele è anche lei la donna che, togliendo il velo dell'ipocrisia, molti uomini sognano: romantica, bella, tenera, ingenua, sessualmente sottomessa, curiosa e dolcemente maliziosa. Mister Grey la trova e non se la fa scappare. Non potrebbe. Una così non c'è. Una storia a forte matrice maschile E qui scatta un elemento che forse sfugge a tanti. “50 sfumature” è apparentemente una storia al femminile ma, leggendola, nelle sue pieghe emerge una netta matrice maschile. “Io sono ricco, bello, potente e faccio quello che voglio”, è un pensiero e un modo di fare fortemente maschilista. E' Christian Grey. E' l'uomo che tanti uomini vorrebbero essere. Lui prende Anastacia, la fa adagiare sulle proprie ginocchia e la “sculaccia” per punirla. Poi la lega al letto, la benda e gioca con il suo corpo portandola al massimo del piacere. E' nella testa di molti uomini questa cosa. Mister Grey dice che si può osare, che bisogna agire e mettere in campo la propria forza per ottenere ciò che si vuole. E' un libretto di istruzioni, seppur esagerato e paradossale, per quegli uomini che hanno poca fanta-

sia o che hanno bisogno di una spinta per andare oltre. Lui gioca con le donne e le disinibisce preparandole a nuove esperienze. Le conquista sfruttando il loro punto debole. S'impone a loro, che senza accorgersene lo subiscono. E' subliminale. Si traveste da principe azzurro e le conduce nel castello, ovvero la stanza rossa. Le spoglia e le disarma. Le fa provare il sottile piacere mentale di cosa si possa provare subendo uno dei suoi “giochi”. Si serve del suo passato doloroso e tormentato, frutto di brutte esperienze patite quando era bambino, per farsi amare ancora di più facendo leva sullo spirito da “crocerossine” che hanno le donne. Quindi riesce a trovare la giustificazione per il proprio essere eccessivo, uscendone anche legittimato e applaudito. E' così che cela la sua furbizia e il suo cinismo, conquistandole e seducendole. “O così o così!”, decide praticamente lui e vince. Da maschio e da maschilista. Da dominatore assoluto. Alla fine vissero “felici e contenti”, perché come ogni storia d'amore, c'è la conclusione più scontata. Dopo essersi divertito, dopo aver giocato fino all'eccesso, Grey si placa e cambia. Capisce che non può esagerare all'infinito. Rischia di giocarsi la fiducia delle donne. C'è così sensazione 37

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che lei lo trasformi e lo porti sulla “retta via”. Anche questo è un aspetto psicologico su cui ha giocato magistralmente chi ha scritto la storia. Nella vita nessuno cambia nessuno. Si chiama normale evoluzione. Dopo essere stata colpita con la cinta, sculacciata, legata, bendata, sottomessa e presa sotto ogni sfumatura da Mister Grey, Anastacia inizia una nuova vita con lui fino ad arrivare all'atteso e felice epilogo: il matrimonio. Come nei più bei romanzi rosa. Resta un dilemma: la stanza rossa è nella testa di molti o nei sogni di tante?




GUSTO

GIALLO SPEZIALE: ZENZERO, CURCUMA E CURRY, LA MAGIA IN CUCINA tato un forte interesse per le spezie dal colore giallo, quali lo zenzero, la curcuma e il curry. Le tre spezie sono accomunate e non solo dal colore, che nell’antichità le ha portate ad avere un ruolo fondamentale nella colorazione dei tessuti. A partire dalla loro origine similare, cioè asiatica, per proseguire con similitudini e correlazioni tra loro. Ad esempio, sapevate che la curcuma viene estratta da un rizoma, cioè una radice bulbosa, in tutto e per tutto simile a quella dello zenzero? E a sua volta, che la curcuma è la componente fondamentale che accomuna tante diverse ricette di curry? Lo zenzero con il suo gusto forte, aromatico, rinfrescato e a tratti piccante, è tra le spezie più amate già dal Medioevo e dai tempi dei Tudor in Inghilterra. E ancor di più, sempre in seguito alle conquiste coloniali, il territorio anglosassone ha subito nei secoli un vero e proprio “innamoramento” verso la cucina indiana, diventando una tra le prime nazioni europee aperte ai gusti speziati. In India esistono tantissime varietà di curry. Le spezie scelte per la sua composizione vengono selezionate, infatti, secondo tradizioni e preferenze regionali. Scopriremo, quindi, ad esempio, l’esistenza del korma, un curry di colore chiaro, molto delicato e gustoso, utilizzato nella cucina del Kashmir per ottenere una gustosissima salsa arricchita con noci, preparato con cardamomo, macis, cannella e chiodi di garofano, o il curry in stile tandoori, che proviene dal Nord-ovest e ha preso questo nome dal forno d’argilla tandoor in cui viene cotto solitamente pollo o pesce. Questo tipo di curry è utilizzato nelle marinature, previa cottura, ed è molto colorato, con tonalità arancioni o rosse provenienti dall’utilizzo del colorante naturale derivato dalla cocciniglia. E ancora, la piccantissima miscela vindaloo, molto apprezzato a Bombay e dintorni.

C’è qualcosa di magico nel modo in cui le spezie sono capaci di trasformare gli ingredienti più semplici in pietanze dal tocco esotico, più o meno lieve a seconda di gusti e culture, ma sempre e comunque decisamente originali e ricchi di sorprese per il palato. E ancora più affascinanti sono gli avvenimenti che ruotano al mondo delle spezie, capaci, nei secoli, anche di lasciare segni indelebili nella storia: basti pensare al loro ruolo fondamentale nel corso delle conquiste coloniali. La famigerata Compagnia Olandese delle Indie Orientali, ad esempio, è stata una compagnia commerciale attiva nei territori coloniali olandesi in Asia, a partire dal 1602 per oltre un secolo, e le sue attività erano basate sull’approvvigionamento e il commercio di spezie. E oggi, allontanandoci dagli antichi estremismi, qual è la reputazione delle spezie? Partiamo dall’evidenza che, da quando sono state conosciute, l’uomo non ne ha mai più abbandonato l’uso, dai più antichi e tradizionali riti mistici o religiosi, alla medicina e alla tavola. Certo si può dire che le spezie al momento sono facilmente reperibili e hanno prezzi accessibili a tutti. Si differenziano dalle erbe aromatiche perché, a differenza di queste, non si ottengono da parti verdi delle piante (es. prezzemolo, basilico, menta) ma da diverse parti della pianta a seconda della spezia (frutti, fiori, semi), che danno il meglio di sé attraverso il trattamento e l’essiccazione. Di recente abbiamo svolto sulla nostra pagina Facebook (www.facebook.com/cheffabiocampoli) un’indagine su quali fossero le spezie più amate, così come quelle più curiose che si vorrebbe imparare ad utilizzare meglio. Analizzando e riflettendo sulle risposte, abbiamo no-

La ricetta dello chef Fabio Campoli Muffin alla curcuma con cuore di panna Ingredienti: Pasta choux (per bignè), 160 g; Farina “00”, 200 g; Burro, 100 g; Uova intere, n. 2; Zucchero a velo, 140 g; Latte, 120 ml; Lievito in polvere, ½ bustina; Curcuma in polvere, 1 cucchiaio panna fresca da montare, q.b. Esecuzione: In un pentolino riponete il burro e fatelo fondere sul fuoco dolce. Quando è disciolto, lasciatelo freddare. Una volta freddo, riponetelo in una ciotola e, aiutandovi con una frusta, sbattetelo insieme alle uova intere e alla curcuma, fino ad ottenere un composto spumoso e omogeneo. In una ciotola a parte, setacciate e unite gli ingredienti secchi: la farina, lo zucchero a velo e il lievito in polvere. A questo punto, unite il latte e gli ingredienti secchi al composto spumoso, aiutandovi con un cucchiaio o una spatola, con movimenti delicati dal basso verso l’alto, per il tempo minimo indispensabile a rendere il composto omogeneo. Lavorando l’impasto per un tempo limitato, infatti, otterrete dei muffin dalla consistenza più morbida. Riempite dei pirottini grandi in carta per muffin per metà con il composto ottenuto. In seguito, riempite una sacca da pasticceria con la punta rigata con la pasta choux, e sprizzatene un ciuffo al di sopra del muffin. Bagnate e abbassate le punte dei bignè. Infornate i muffin in forno preriscaldato a 180°C per 7 minuti, poi abbassate a 130-140°C e proseguite la cottura per altri 10 minuti circa. Una volta pronti, lasciateli freddare fuori dal forno, e prima di servirli farciteli nel centro con della panna montata.

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CINEMA

Primitivamente

Giancarlo Giannini con Giuseppe Alessio Nuzzo, r egista del docu-film

GIANCARLO GIANNINI RACCONTA LE DUE FACCE DELLA TERRA DEI FUOCHI

LA RINASCITA DI ACERRA Situata nel bel mezzo di quella che la cronaca giornalistica chiama “Terra dei Fuochi”, la città di Acerra si affida ad un documentario per riportare alla luce la sua storia e le sue tradizioni, al di là dei luoghi comuni e delle etichette negative. Narrato dalla profonda voce di un maestro del cinema italiano come Giancarlo Giannini e diretto dal giovane regista Giuseppe Alessio Nuzzo, già noto come il direttore del Social World Film Festival, mostra internazionale del cinema sociale di Vico Equense (NA), “Primitivamente” è un viaggio nel presente e nel passato di Acerra. «In risposta alla domanda di tanti amici e parenti, “perché non fai qualcosa per la tua terra?”, un giorno ho pensato di scrivere una storia, un soggetto filmico per raccontare ma non criticare, svelare ma non indagare», così racconta Nuzzo la nascita del documentario, il cui titolo riprende l'omonima poesia di Raffaele Viviani, “Primitivamente”, in cui il drammaturgo napoletano dichiarava il suo amore per le suggestioni bucoliche acerrane, un’oasi di pace e benessere, dove lui si rifugiava quando era stufo del caos delle città metropolitane. Un documentario che ci restituisce una città ricca, le cui meraviglie sono svelate attraverso le acque curative della sorgente del Riullo, le bellezze della casina Spinelli – residenza di caccia del Re Federico II -, l'area archeologica dell'antica città etrusca di Suessula, il Castello Baronale 43

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CINEMA

Don Mauriz io Patriciello in scena

dell'XI secolo – noto anche come Castello dei Conti; immergendosi, inoltre, nelle tradizioni culinarie, con la ricetta della pasta e fagioli raccontata dalle nonne della città e i contadini che mostrano il cavolfiore bianco tipico di queste terre. A queste bellezze viene, poi, affiancata l'attualità, con video d'archivio delle lotte contro i roghi tossici e il termovalorizzatore e il racconto dei risultati dello studio dell'Università Federico II sulla qualità dell'aria e del terreno della “terra dei fuochi”. Un percorso costellato da numerose testimonianze: da quelle culturali di studiosi come Aniello Montano e Tommaso Esposito, a quelle del musicista Enzo Avitabile, che fa parte della colonna sonora del progetto, e di Don Maurizio Patriciello, padre-coraggio e parroco di Caivano. Un inedito e straniante Pulcinella, maschera che la tradizione vuole abbia natali acerrani e non napoletani (tanto che Acerra ospita un museo dedicato alla maschera), interpretato dall’ultimo erede della maschera napoletana, l'attore teatrale Carmine Coppola, riscopre le bellezze della sua città, attraversando curioso il centro storico, incontrando anche le nuove generazioni con cui si mescola. Tra curiosità poco note, studi scientifici inediti e immagini raccontate dalla voce di Giancarlo Giannini. «Non potevo che scegliere la voce profonda e piena di uno degli attori italiani più conosciuti ed apprezzati al mondo, Giancarlo Giannini, che da subito ha creduto e sognato con me per la rinascita del territorio di Acerra» - racconta il regista Nuzzo. La collaborazione artistica tra Giannini e Nuzzo è nata durante la quarta edizione del Social World Film Festival, dove l'attore candidato premio Oscar è stato ospite a giugno 2014. La proposta di essere il narratore di un percorso di rinascita di una città infamata dal nome della “terra dei fuochi” ha entusiasmato Giannini, spezzino di nascita ma napoletano d'adozione, che ha dichiarato «È necessario rivalutare Acerra, il paesaggio, le bontà gastronomiche e i suoi monumenti. È un luogo per troppo tempo maltrattato ed etichettato in negativo, come se tutto si fosse perso. Invece non è così».

Nonna acer rana mentr e pr epara un piatto tradiz ionale locale

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TV & CINEMA

Un attore che ha iniziato prestissimo

SAMUELE SBRIGHI A 4 anni recitò con Roberto Benigni DI

SIMONE MORI

Samuele ti colpisce per la sua cortesia e la serietà che mette nel suo lavoro e per la passione nella difesa degli animali e in generale dei deboli. Nato nel 1975 a Sant' Arcangelo di Romagna, paese che ha dato i natali a gente come Daniele Luttazzi e Fabio De Luigi, Samuele inizia presto. La sua è una carriera fatta di tanti piccoli e grandi passi e con un obiettivo: fare sempre meglio. La prima domanda è obbligatoria: come nasce la passione per lo spettacolo? “Mi sono affacciato a questo mondo all'età di 4 anni nel film vincitore dell'Orso d'Argento, Chiedo Asilo. Ero accanto a Roberto Benigni. Da quel momento in poi mi sono avvicinato con costanza, verso il mondo dello spettacolo. Ho capito oggi che sognavo di fare questo da sempre, ma senza la smania di avere successo. Avevo l'innocenza della fanciullezza e spero di averla ancora nel mio lavoro. In ogni caso, dopo le scuole superiori mi sono diplomato all'Accademia d'Arte Drammatica Antoniana di Bologna e sono stato per qualche tempo a Londra per imparare bene l'inglese. Tornato, ho iniziato con il teatro e poi con una docu-fiction per Rete 4. Ho poi frequentato il Centro di Cinema e teatro Duse di Roma . Insomma ho cercato sempre di migliorarmi e ho anche avuto una bella esperienza come regista nel film “La Vida es un”. Qual è la priorità per un attore ? “Il nostro mestiere è fare credere alla gente quello che noi stiamo recitando. Per noi attori deve essere questo l'obiettivo primario, anzi unico. E dobbiamo calarci nei panni del ruolo che ci viene affidato in maniera umile. Solo così lo possiamo fare nostro. Il pubblico che a fine spettacolo gioisce e applaude è l'apice del nostro ciclo lavorativo”. Nel corso degli anni, hai mai avuto momenti no? “I momenti negativi ci sono sono. Si affrontano e si scacciano via. Il mondo è complicato per tutti e non solo per chi fa il mio mestiere. La mia filosofia è quella di non avere mai troppe pretese e di saper anche scegliere le cose da fare”. Cosa pensi del web? Una risorsa in più? “Il mondo del web è una novità dilagante e accessibile a tutti. Metti qualcosa su internet e nel bene o nel male puoi esprimerti. Ovviamente si riesce anche 46

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TV & CINEMA ad essere piû liberi in una webseries perché si hanno meno vincoli, un po' come succede nelle serie tv americane. In questo campo ho avuto una bellissima esperienza, partecipando nel ruolo di Armando in Forse Sono io 2, per la regia di un giovane talentoso come Vincenzo Alfieri”. Come far salire allora la qualità generale della nostra fiction e del nostro cinema? “Credo che sia una domanda alla quale si debba rispondere in una sola maniera: più soldi ai buoni registi e sceneggiatori e i prodotti che ne nasceranno saranno di ottima manifattura. Investire con coraggio!”. Passiamo ad un argomento totalmente diverso. Tu hai fatto una scelta precisa: quella di non mangiare più carne. “La mia è stata una scelta etica fatta insieme alla mia compagna Sara Zanier. La sofferenza fa parte del mondo umano, ma anche di quello animale, e già questo è un punto base. Se solo si sapesse che orrore c'è nella vita che gli animali fanno nei loro allevamenti e lo spreco anche di energia per la loro macellazione. Io lascio libero pensiero a tutti ma questa cosa deve far riflettere. Mi sono documentato molto sul web e anche dal vivo. Ritengo questa scelta doverosa anche perché da sempre e in ogni campo io sto dalla parte del più debole. I soprusi li ho odiati dal principio.Termino dicendo che c'è molto più business nella malattia che nella salute. Pensiamoci”. Cosa ti auguri per il tuo futuro lavorativo e non? “Che mia figlia (Sole, 2 anni) possa avere una vita sana, libera, a contatto con la natura e che io possa vederla crescere ed essere al suo fianco nelle varie tappe che la vita le proporrà. Questo è il mio obiettivo”. Ultima domanda: stai girando l'Italia con la commedia di Vincenzo Salemme, “L'Amico del Cuore”. Qual è il tuo ruolo? “Tengo moltissimo a questo lavoro. È uno spettacolo di spessore. Proposi addirittura di rielaborarlo in romagnolo! La mia parte è quella di un giovane di 14 anni che affetto dal morbo di Matusalemme, ne dimostra 40 e crede addirittura di essere un merlo. Poi lavorare con Biagio Izzo è un vero privilegio. Siamo un bel gruppo e spero che i lettori di GP Magazine possano venire a vederci.”

Samuele insieme alla sua compagna l’attrice Sara Zanier

In una scena della fiction “Ad un passo dal cielo”

Samuele Sbrighi, a 4 anni, con Roberto Benigni in “Chiedo asilo”

Sul set di “Forse sono io 2”

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TV & TEATRO

UN BRAVISSIMO ATTORE DI TEATRO PROTAGONISTA ANCHE IN TV

PAOLO MAZZARELLI DI

SIMONE MORI

Paolo Mazzarelli nasce a Milano nel 1975. Artista dotato di un grande talento, è impegnato a tempo pieno nel teatro con la sua compagnia fondata insieme a Lino Musella. Conosciuto al pubblico della fiction per il ruolo del perfido Giuliano Sallustio in “Rossella 2”, lo rivedremo presto in tv sulle reti Rai. Conosciamo meglio Paolo, in questa intervista che ci ha concesso. Raccontaci qualcosa di te Paolo. “Provengo da una famiglia napoletana ma sono nato a Milano. Qui si è svolta tutta la mia infanzia e adolescenza e nel 1999 mi sono diplomato alla scuola di arte drammatica Paolo Grassi. Per i primi 10 anni della mia carriera ho fatto quasi esclusivamente teatro, poi è arrivato anche altro mantenendo però il palcoscenico come il fulcro di tutto”. Cosa significa il teatro per te? “Il teatro mi ha dato e continua a darmi tantissimo 'nutrimento' per lo spirito, per pa testa, per la fantasia. Da qualche anno ho una mia compagnia teatrale insieme a Lino Musella. Con lui posso scrivere e creare spettacoli. Mi sento in un contesto fertile in cui finisco per mettere parecchie delle mie energie. Poi condividere preoccupazioni e gioie con un collega rende le cose più intense. Il teatro poi costringe a metterti in gioco e in discussione, sempre. Stare in scena ti mette a nudo. Se riesci a vincere la vanità e il desiderio di essere ammirato, scopri che il teatro è un ottimo modo per lavorare su te stesso, ogni giorno”. Come è il rapporto con il pubblico? “E' un rapporto di interscambio. Fa piacere essere apprezzati, vuol dire che si è dato qualcosa. Viceversa se il pubblico non segue, ha ragione lui e costringe a mettersi in discussione”. La tv spesso porta parecchi attori ad avventurarsi nella recitazione teatrale. È un male? 48 GP MAGAZINE


TV & TEATRO

© Le foto di Paolo Mazzar elli sono di Fabriz io Di Blasio e di Andr ea Delbò

“Di per sé la tv non fa male al teatro né a niente, intendiamoci. Quello che può far male è una crisi di qualità. Di sicuro riempire i cartelloni teatrali di volti noti della tv, sperando in un ritorno al botteghino, non funziona. A teatro ci vogliono teatranti sennò il gioco non regge. Mentre il non attore funziona a volte in televisione, a teatro questo è impossibile. La recitazione teatrale è un mestiere, fatto di impegno, passione e fatica. Una vera scuola di disciplina”. Tu hai fatto anche delle fiction tv di ottimo successo tra le quali “Rossella” con Gabriela Pession. Li interpretavi Giuliano, un uomo cinico e senza scrupoli. Ti riesce bene la parte del cattivo? “Mi diverte molto recitare, buoni o cattivi che siano. Spero di essere anche credibile in entrambi i casi. Ovviamente nella vita di tutti i giorni sono qualcos'altro da quello che rappresento. Sempre”. Sei stato parte del cast della “Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino. Un film che ha vinto l'Oscar. Ti emoziona la cosa? “È stata un'apparizione brevissima. Ovviamente sapere di essere in un film così premiato non può che farmi piacere”. Quali sono i tuoi prossimi impegni? “Tanto teatro con la mia compagnia, scrittura del nuovo spettacolo, e una fiction Rai che finiremo di girare a luglio: si intitolerà 'È arrivata la felicità' per la regia di Riccardo Milani e Francesco Vicario. Sono parte di un triangolo amoroso composto oltre che da me da Claudio Santamaria e Claudia Pandolfi, i due protagonisti della serie”. 49

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MUSICA

CHARTS A CURA DI SILVIA GIANSANTI IN COLLABORAZIONE CON FOXY JOHN PRODUCTION WWW.FOXYJOHNPRODUCTION.COM

CLASSIFICHE TOP 10 EUROPA 1 ”Love me like you do” – Ellie Goulding 2 “The nights” – Avicii 3 “Outlines” – Mike Mago & Dragonette 4 “Elastic Heart” – Sia 5 “Sugar”– Maroon 5 6 “Uptown Funk” – Mark Ronson ft. Bruno Mars 7 “Take me to church” – Hozier 8 “Lips are movin” – Meghan Trainor 9 “FourFiveSeconds” – Rihanna, Kanye West & Paul Mc. Cartney 10 “L.A. Love (La La)” – Fergie

TOP 10 USA 1 ”Uptown Funk” – Mark Ronson ft. Bruno Mars 2 “7/11” – Beyoncè 3 “Take your time” – Sam Hunt 4 “Thinking out loud” – Ed Sheeran 5 “Cigarette daydreams” – Cage the Elephant 6 “FourFiveSeconds” – Rihanna, Kanye West & Paul Mc. Cartney 7 “I see you” – Luke Bryan 8 “Take me to church” – Hozier 9 “Sugar” – Maroon 5 10 “I bet my life” – Imagine Dragons

TOP 10 ITALIA 1 “Sogni infranti” – Gianluca Grignani

2 “Fatti avanti amore” – Nek 3 “Incanto” – Tiziano Ferro 4 “Io e Anna” – Cesare Cremonini 5 “Magnifico” – Fedez 6 “Sabato” – Jovanotti 7 “Un vento senza nome” – Irene Grandi 8 “Straordinario” – Chiara 9 “Siamo uguali” – Lorenzo Fragola 10 “Guerriero” – Marco Mengoni

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MIKE MAGO Qui il dj e produttore olandese Michiel Thomassen ha scritto il pezzo con Paul Harris e Matt Schwartz, mentre l’elegante voce è della canadese Dragonette, che a sua volta ha collaborato con Martin Solveig in “Hello”. RIHANNA Ecco un singolo che si è rivelato una bella sorpresa per questi primi del 2015, è una gustosa anticipazione di quello che sarà il suo prossimo album. Intanto l’artista delle Barbados, ha anche fatto un servizio fotografico hot.

LUKE BRYAN Il pezzo è tratto dall’album “Crash my party”. Lui in realtà si chiama Thomas Luther ed è nato nel 1976. Il suo primo album risale al 2007 e si chiamava “I’ll stay me”. IMAGINE DRAGONS Questo è il primo singolo estratto dal loro secondo lavoro di studio “Smoke and Mirrors”, pubblicato ad ottobre scorso. Si tratta di un brano autobiografico che parla della relazione che il cantante Dan Reynolds ha avuto con i suoi genitori.

NEK Ha iniziato a scrivere le sue prime canzoni a fine anni ’80 e tra i suoi primi successi, ricordiamo “Amami” e “Angeli nel ghetto”. Interessante è stato in passato il duetto con Craig David in “Walking Away”. Il brano attuale gli è valso un secondo posto a Sanremo. LORENZO FRAGOLA E’ un cantautore uscito dal talent X-Factor. Ha studiato al DAMS di Bologna. Il singolo di debutto, uscito lo scorso anno, s’intitola “The Reason Why”. In uscita c’è il suo primo album di inediti.


SPECIAL GUEST Artista senza pause Sia Furler è nata ad Adelaide nel 1975 ed è una cantante australiana che negli ultimi tempi si è fatta largo. Eʼ cresciuta in una famiglia di musicisti; il padre suonava in diversi gruppi e la madre era cantautrice. Dopo aver studiato in Italia ed essere tornata ad Adelaide, ha preso parte ad una formazione indie chiamata Crisp. In seguito a questa prima esperienza, Sia ha pubblicato un album solista intitolato “Only See”. Nel 2000 ha firmato un contratto con la Sony Music e il suo debutto ufficiale è avvenuto con “Healing is Difficult”, accolto positivamente dalla critica. Nel 2003 ha pubblicato un EP “Donʼt bring me down” e lʼanno successivo è arrivato il suo secondo album dal titolo “Colour the small one”. Nel frattempo ha fatto anche da cantante agli Zero 7 in vari pezzi. Nel 2007 ha sfornato il suo terzo album chiamato “Lady Croissant”, pubblicato negli States. Lʼanno successivo è stata la volta di “Some People Have Real Problems” e con questo siamo a quota quattro. Intanto è nata anche la collaborazione con Christina Aguilera e Samuel Dixon. A seguire un altro lavoro intitolato “We are born”, pubblicato nel 2010 e con il quale ha ricevuto ben sei nomination agli ARIA Music Awards, grazie ad una crescita professionale. Negli ultimi dodici mesi ha dato vita a “1000 Forms of Fear”, trainato dal super singolo “The Chandelier”. Numerose sono le sua collaborazioni con artisti di tutto rispetto come David Guetta, Rita Ora, Celine Dion e altri.

MUSICA

SIA

NEWS

I Placebo terranno un unico concerto in Italia previsto per il 20 maggio allʼArena di Verona. Questʼanno la band composta da Brian Molko, Stefan Olsdal e Matt Lunn, compie ventʼanni di carriera. Per lʼoccasione verrà reso disponibile in streaming il loro intero back catalogue. Will Smith è tornato in doppia veste. Non solo lo si potrà vedere al cinema con “Focus – niente è come sembra”, ma presto potremmo anche riascoltarlo. Vorrebbe rimanere fedele

al rap. I Second of Summer sono al lavoro e ultimamente hanno dimostrato il tutto, postando una foto mentre sono in studio di registrazione insieme a Bonnie McKee, artista che ha lavorato con nomi grossi della musica internazionale. Attendiamo di nuovo Luke, Ashton, Calum e Michael. Fabrizio Moro ha scelto questo periodo per far uscire la sua ultima fatica dal titolo “Via delle Girandole 10”, supportata dal “Tour delle Giran-

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dole”, che prende il via il 20 marzo da Bari. Anche Roma è presente nelle sue tappe. I Blue tornano finalmente nel nostro Paese lʼ11 ottobre allʼAlcatraz di Milano. Si tratta di una delle band più popolari che nel tempo ha venduto qualcosa come 16 milioni di dischi. In questi ultimi anni, sono stati impegnati in diversi progetti e carriere soliste, ma questa volta si sono riuniti dando vita ad un nuovo album intitolato “Colours”.


MUSICA

STUPIRSI PER SFUGGIRE L’IPOCRISIA

GLI ARTEFICI DI

MARISA IACOPINO

Gli Artefici, band alternative rock di Roma, nascono alla fine del 2009. L’attuale formazione è composta da Alessio Facco (voce e testi), Davide Palmeri (chitarra), Pierpaolo Pettrone (basso) e Luca Calabrò (batteria). Il 27 febbraio è uscito il disco ‘L'ipocrisia del babbano’. Partendo dal titolo, l'ipocrisia è la tematica principale? Chi è il babbano, e cosa volete comunicare all'ascoltatore attraverso i vostri brani? “Babbano è un uomo comune. Quello che vogliamo esprimere è lo sdegno, la sensazione di vuoto che investe la società, e che inevitabilmente compromette i sogni d’una gioventù 'bruciata'; il fatto di essere predestinati al nulla e, consapevolmente, di fregarsene, rimandando ogni scelta. Il concetto di ipocrisia è qualcosa che manda in panne il cervello, e i primi a cadere nella trappola siamo proprio noi giovani. Forse questo disco vuole rappresentare uno spunto per l'ascoltatore, e per noi stessi: riflettere sui propri limiti e, magari, cliccare su restart”. Da quante tracce è composto, e quale aggettivo usereste per definirlo? “Dieci pezzi, o meglio nove più una traccia ('Sepoltura') che, 52

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MUSICA in realtà, è una poesia divenuta mini brano, volutamente lasciata più grezza delle altre. Ispirata al romanzo ‘Selvaggia - Chiaroscuri della Personalità’, di un giovane autore romano, Giovanni Garufi Bozza Un aggettivo per descrivere il disco? Claustrofobio!”. Come nascono i brani? Partite dalla bozza di un testo dal quale ricavate arrangiamenti musicali, o viceversa? “I brani partono sempre da un'analisi, da parte dell'intera band, sul testo che viene scritto prima della musica. Possiamo quindi affermare che l'arrangiamento viene costruito intorno alle liriche”. Dovendo scegliere, qual è la canzone del disco che preferite? “Da un punto di visto concettuale e di struttura musicale è proprio la traccia che dà il nome al disco ‘L'ipocrisia del Babbano’. Tra l'altro, questo è il brano più recente nell'arrangiamento. Diciamo che l'ultima composizione è sempre la preferita”. Sapendo che il vostro è un progetto totalmente autoprodotto, viene naturale chiedere se sareste interessati al supporto di un’etichetta. “Assolutamente sì, ma con le dovute cautele. Se ‘etichetta’ significa non snaturare il progetto ma sostenerlo, allora ben venga”. Cosa ne pensate dell’attuale mercato musicale? Siete favorevoli all'ascolto in streaming? “La crisi è diffusa ovunque, e di certo la musica in quanto arte ne risente in maniera significativa. Soprattutto la musica distante dai canoni omologati del mainstream commerciale. Lo streaming è un ottimo modo per veicolare e far conoscere la propria musica. Bisognerebbe però valorizzare i compensi delle band che sposano la causa”. Chi vi piace della scena underground italiana? E con chi collaborereste volentieri? “Di certo, gruppi come Verdena, Afterhours, Ministri o ancora Marlene Kuntz rappresentano un’importante ispirazione o meglio guida ‘spirituale’. Una collaborazione con Alberto Ferrari dei Verdena sarebbe una cosa assai gradita, soprattutto per la costruzione di un pezzo, mentre se dovessimo scrivere un testo, Manuel Agnelli, Cristiano Godano, Caparezza, Paolo Benvegnù, Cesare basile, Morgan tra gli altri”. L'ultimo disco che avete acquistato? “A gran voce gridiamo 'Endkadenz' dei Verdena. Ce lo siamo regalati a vicenda. Piccola parentesi, che disco!” Per chiudere, cosa vi aspettate da questo 2015? “Possiamo dirti cosa ci aspettiamo di provare: stupore!”. 53

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RADIO

ELLERADIO LANCIA IL CAMPIONATO DELLA COMUNICAZIONE

RADIO ATENEI Radio Atenei, il nuovo progetto lanciato da Elleradio dopo il successo di High School Radio, vuole rappresentare innanzitutto uno stimolo nuovo per tutti gli studenti. “Le società sono sempre state modellate più dal tipo dei media con cui gli uomini comunicano che dal contenuto della comunicazione.” Lo diceva Marshall McLhuan e aveva ragione. E’ risaputo anche quanto lo studioso apprezzasse la radio. L'opportunità di realizzare un programma di un'ora già di per sé offre molti spunti creativi. E' proprio questo che si chiede agli studenti. Il livello di studi, accompagnato alla passione per il mezzo radiofonico o comunque all'interesse per le sue peculiarità, deve indurre gli universitari a tentare nuove modalità espressive per fare radio. Si comincia con una scaletta dettagliata e coerente, una scaletta che abbia come struttura di base un conduttore in studio con altri due “coprotagonisti”, l'uso del telefono per comunicare con il mondo esterno, una buona capacità di scegliere eventuali brani musicali, idee per stacchi,

rubriche ecc., un regista-coordinatore. Sarà un confronto tra istituti e/o cattedre di varie università con l'adesione dei docenti e degli studenti in rappresentanza di vari atenei. La scaletta servirà per cominciare il programma e partire ma sarà soltanto l'inizio. Infatti, come già accennato, l’impegno successivo consisterà, proprio sul modello universitario, nell'istituire una sorta di seminario permanente al fine di trovare nuovi linguaggi, nuove modalità espressive, nuove formulazioni che possano offrire un segnale innovativo e sperimentale. Questa è la base di partenza e il percorso iniziale del progetto. Il resto verrà con i suggerimenti, l’aiuto e le idee degli studenti partecipanti. Tutti ci svegliamo la mattina e apriamo gli occhi sulla realtà. Tutti abbiamo davanti il medesimo libro ma ognuno ha la sua peculiare capacità di interpretarlo, analizzarlo, rendendo dialettica una verità e trasformandola in tante possibili realtà. La verità che si fa dialettica si trasforma e si moltiplica esaltando la sua molteplicità diventa così la sua antitesi come dire che la verità univoca non esiste mai o quasi mai e comunque c'è tanta teatralità in essa a tal punto da essere molto variegata. 55 GP MAGAZINE

La radio è il mezzo di comunicazione più vicino ad enucleare tutto questo e a renderlo manifesto. Partecipare a Radio Atenei è un modo in più, pratico, concreto, vero e non teorico di calpestare il suolo della nostra esistenza. Heinrich Boll, premio nobel per la letteratura nel 1972, in uno dei suoi racconti satirici, racconta di un funzionario di una radio tedesca denominato: “il raccoglitore di silenzi”. Chi era costui? Quando ancora esistevano le bobine con i nastri, i tagli per accorciare un servizio avvenivano con le forbici. Ebbene questo oscuro funzionario raccolse tutti questi piccoli pezzi e li mise insieme. Aveva pensato alle pause, ai silenzi. In radio anche le pause e i silenzi possono avere un senso, un significato profondo. Radio Atenei agli universitari offre la possibilità di riempirli e di scoprirsi come neanche si aspettavano di essere. Radio Atenei si avvale dell'esperienza di giornalisti qualificati e noti al grande pubblico. Rappresenta quindi una palestra, una scuola per tutti coloro che desiderano provare a collegare la propria esperienza universitaria con un percorso di tipo didattico e conoscitivo ma già con un'impostazione professionale.



EVENTI

Vincenzo Bocciarelli in un passo a due poetico

SOLO L’AMORE RESTA... A febbraio, proprio nel giorno dedicato agli innamorati per eccellenza, il numeroso pubblico presente nella splendida e monumentale Chiesa di San Silvestro a Tivoli ha partecipato con grande passione sfociata in un evidente ed emozionante coinvolgimento a “Solo l’Amore resta…” un “passo a due poetico” d’eccellenza dell’autore e attore Vincenzo Bocciarelli, accompagnato dalla grande bravura della giovane artista Claudia Conte. Questa Anteprima Nazionale che nei prossimi mesi verrà ospitata in molte città italiane e all’estero è stata fortemente voluta dal promotore di questo evento, Monsignor Luigi Casolini, Presidente del Capitolo Cattedrale di Tivoli e dell’Associazione Cavalieri San Silvestro di cui si può approfondirne la conoscenza attraverso il sito www.cavalierisansilvestro.it. Arte, Cultura, Storia, Letteratura, Teatro, Musica, Poesia, Spiritualità hanno celebrato un felice e riuscito connubio nell’altare dell’Amore. Un fantastico matrimonio valido in ogni momento della nostra vita, vissuto tutto d’un fiato, dal prologo dedicato all’immenso Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi passando per Petrarca e Dante quindi

il cosiddetto “Big Bang moment” sonetti, poesie, dialoghi amorosi ben cadenzati dal declamare dell’attrice Claudia Conte di “lettere greche” fino ad arrivare al culmine con Romeo e Giulietta di Shakespeare. Molti di questi momenti sono stati ben scanditi dal magistrale accompagnamento musicale all’arpa del Maestro Fabius Constable con la fantastica virtuosa complicità della cantante giapponese, il soprano Rioko. I meritati e scroscianti applausi per i quattro artisti hanno sancito la grande partecipazione e il totale consenso del pubblico. Tra i graditi illustri ospiti presenti: il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Perugia Luigi De Ficchy, il Generale di C.A. Bruno Simeone, il Vice Sindaco dell ’Aquila dott. Trifoggi, Antonella Biscardi figlia di Aldo, la Baronessa Ottaviana Giagnoli, il Barone Michele Maria Biallo, il Barone Fabrizio Mechi, il Generale Gaeta, l’editore e conduttore Claudio Testi ed i sos t e n i t o r i dell’evento, l’Avv. Francesco Anzalone e il manager 57 GP MAGAZINE

della Sud Servizi Elite Luca Carnì. L’evento e le interviste sono andate in onda sul Canale 897 di Sky e su One Television, canale 86 del digitale terrestre.

Mons. Luigi Casolini Claudia Conte

Vincenzo Bocciar elli


EVENTI Eleonora Scopelliti e Humbert Glaf fo

Vita di notte nella Capitale

QUANDO LA MODA INCONTRA I FASHION PARTY DI

Nella prestigiosa cornice di Palazzo del Gallo al Foro Traiano a Roma si è tenuta la presentazione della nuova collezione della stilista Daniela Di Francesco, nell’ambito della fashion week di AltaRomaAltaModa. Una serata molto importante alla presenza di personaggi illustri tra cui la prima ballerina televisiva Eleonora Scopelliti con il marito e modello Humbert Glaffo, la showgirl Antonella Salvucci, la cantante Sara Galimberti e il conduttore televisivo Anthony Peth che ha indossato per l’occasione il primo modello di giacca della nuova collezione al maschile della stilista Daniela Di Francesco. Non sono mancati nelle prime file anche ospiti blasonati come il Principe Guglielmo Giovanelli Marconi e il Marchese Giuseppe Ferraioli. Una serata che ha riscosso grandi consensi e che ha chiuso in grande stile i giorni dell’Alta Moda Alta Moda Roma, confermando la capitale tra le città più considerate della moda internazionale.

BIBI GISMONDI

Tra giorni passati a discutere di presidenti, lavoro, tra bignè, castagnole e soprattutto"chiacchiere" la Capitale sorniona non ha mai smesso di festeggiare e proporre brindisi. Tra i party più interessanti e accattivanti, certamente quelli dedicati all'immagine e alla moda. Un capriccioso cielo, più parigino che romano, ha visto svolgersi sulla terrazza dell’Hotel Boscolo Exedra, una sfilata particolare che ha proposto in passerella le diverse anime di uno stesso Fashion Group, quello che Elisabetta Malara ha pensato e programmato con il vezzo di una Donna e con il piglio dell’imprenditrice, rinnovando la fiducia dell’imprenditoria italiana in quel tratto distintivo della nostra genialità che ci rende vincenti all’estero. Quella creatività sartoriale capace di generare forti emozioni, come quelle che si sono accese quando la sfilata è stata aperta dagli abiti della recente storia del couturier Gianluca Santangelo, abbinati per l’occasione, ai preziosi ed eleganti gioielli disegnati da Danilo Giannoni della Maison Giamore. Tra gli ospiti presenti: la giornalista Mariella Milani, la cantante lirica Lu Ye e l’attrice Marina Pennafina, la giornalista Mara Keplero, le attrici Antonella Salvucci ed Eleonora Albrecht, il Presidente di Federmoda Massimiliano De Toma, l’attore Gabriele Marconi e il general manager della Maison Furstenberg.

Elisabetta Malara e Andr ea Raf faelli © Foto di Michela De Nicola

La stilista Daniela Di Francesco con il conduttor e Anthony Peth

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Copia omaggio

GP MAGAZINE Anno 17 Numero 163 www.gpmagazine.it

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VITTORIA SCHISANO Artefici • Eleonora Cuccu • Paolo Mazzarelli Nina Pons • Samuele Sbrighi


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