libri
Chiara Franzin Il terrorismo 3.0 di Anna Lamonaca
Il terrorismo nel mondo di oggi analizzato in maniera narrativa da una giovane e appassionata scrittrice veneta. Questo libro è un’indagine fresca e innovativa su un tema che ormai è stato trattato in tutte le maniere possibili. C’è un avvertenza: chi cerca tesi complottistiche rimarrà deluso
È
uscito recentemente “Il Terrorismo nella Rete”, saggio narrativo di Chiara Franzin, giovanissima scrittrice veneta, che analizza in modo semplice una tematica così complessa come quella del terrorismo 3.0. Come nasce quest’opera? “Quando cominciai ad intravedere le prime tracce di quello che sarebbe poi divenuto un fenomeno spaventoso e dilagante ho sentito il bisogno di capire perché stesse succedendo. I primi video di mutilazioni, decapitazioni e roghi umani che hanno cominciato ad apparire sul familiare schermo della TV all’ora di cena io non riuscivo proprio a comprenderli. Non li comprendo appieno nemmeno oggi, perché una tale brutalità, se si è davvero sensibili alle immagini e alle notizie che ci passano di fronte, è difficile da accettare. In quei momenti ho deciso che dovevo capire chi erano quelle persone, dove si trovavano, perché parlavano in quel modo, con quel tono e soprattutto quali potevano essere le loro motivazioni… perché ho da subito creduto che, per compiere quei gesti, le loro motivazioni dovevano essere solide: piantate da una mano sapiente e ben radicate nel profondo della loro
42
anima”. Come si tratta in modo semplice una tematica così difficile? “Il fenomeno è molto complesso e sicuramente per trattare nello specifico tutte le sue sfumature non basterebbero cent’anni. Basti pensare che a livello internazionale non si è ancora arrivati ad una definizione unanimemente accettata del termine ‘terrorismo’. Per questo durante la mia ricerca ho deciso di non trattare un solo tipo di terrorismo, e non mi è passato neanche per la testa di dare una mia definizione ad un fenomeno così frastagliato. Quello che ho cercato di fare, prima di tutto per me stessa, è stato mettere un po’ di ordine tra gli input che ogni giorno riceviamo, anche inconsciamente, riguardo a questo tema. Ho eliminato il superfluo e cercato di trattenere solo le informazioni che mi permettessero di creare una cronologia chiara. Ho così ristudiato gli ultimi cento anni della storia europea e internazionale, ma l’ho fatto con un’ottica diversa e ristretta all’ambito del terrorismo perlopiù a respiro internazionale”. Il terrorismo è un male oscuro che attraversa la nostra storia, come si è trasformato negli ultimi anni?
“Credo che la maggior trasformazione subita dal fenomeno non dipenda dal fenomeno stesso bensì dall’ambiente che si è sviluppato intorno ad esso. Mi spiego meglio: le sconfinate possibilità del web hanno facilitato la vita delle persone (si lavora più facilmente e anche da casa, si prenotano le vacanze comodamente sdraiati sul divano, si ordina la cena), l'utilizzo delle televisioni e degli strumenti di comunicazione di massa ha velocizzato la circolazione di notizie, aumentato la capacità critica di una certa parte di pubblico e facilitato lo scambio di idee e di opinioni. Credo però che tutto questo sia in realtà una mela avvelenata, credo che abbia un’influenza pesantissima sul degrado morale e critico della cultura occidentale e credo sia la più potente arma che si possa dare in mano a qualcuno. I terroristi dei nostri giorni se la sono presa ringraziando di cuore e trasformandola nel veicolo ottimale per diffondere la loro ideologia e per utilizzare quello che chiamerei un terrorismo psicologico e mediatico”. Nel tuo libro definisci il terrorismo moderno come 3.0 perché molto più feroce, mediatico e psicologico, i terroristi sfruttano web e mass