GP Magazine ottobre 2014

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SOMMARIO OTTOBRE 2014 10 ROBERTA SCARDOLA Da un paio di anni non fa più parte del cast de “I Cesaroni” e si è dedicata molto all’attività teatrale. E’ in scena in questo periodo con la commedia “Prendo in prestito tua moglie” e ha appena finito di girare il film “Cenere”. Tra le novità, la sua alimentazione che è divenuta biologica. Nel mondo dello spettacolo esistono personaggi noti come Roberta che non si preoccupano solo della propria immagine ma dedicano attenzione ai valori delle tematiche ambientali con responsabilità ed impegno...

14 ROBIN WILLIAMS Il nome completo è Robin McLaurin Williams ed era nato a Chicago nell'Illinois, il 21 luglio 1951 in una famiglia benestante; il padre, Robert Fitzgerald Williams, era un dirigente della Ford Motors del Midwest di origini inglesi, gallesi e irlandesi mentre la madre, Laura McLaurin Smith (1922-2001), era una modella nata a Jackson (Mississippi) da una famiglia di lontane origini francesi...

18 GREEN LAKE Il Green Lake, traduzione del nome originale "Grüner See", è un lago situato in Austria, ai piedi delle montagne Hochschwab, Tragoess, Stiria. Il lago verde è uno dei fenomeni naturali più bizzarri del mondo. Questo lago è diventato una vera e propria attrazione perché, se durante la stagione invernale le sue acque sono poco profonde (appena 1 o 2 metri di profondità) e l’area circostante ad esso viene utilizzata semplicemente come un parco...

20 VALENTINA PASSA E’ con la bella Valentina Passa che continuiamo la nostra avventura: la diciottesima. Noi di GP Magazine insieme ad Adriana Soares, fotografa di moda, abbiamo ideato un fashion contest volto a tutti, ragazzi e ragazze, uomini e donne, della porta accanto. Un modo speciale di realizzare il sogno di molti che desiderano passare una giornata speciale, dove ci si immerge in un contesto diverso, quello di uno shooting fotografico, partendo dal make up per arrivare agli scatti veri e propri...

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44 ANDY LUOTTO Andy Luotto nasce a New York il 30 luglio del 1954 da genitori di origini italiane. Nei suoi avi esisteva già una vena artistica visto che suo nonno paterno lavorava in una radio americana. A 15 anni si trasferisce in Italia e comincia la sua avventura nella terra del sole. Nel 1976 inizia a lavorare in tv insieme al grande Arbore in “L'altra domenica”. Da li poi altra tv sempre con Arbore in “Quelli della notte”...

61 LUCA GUADAGNINI E’ dal dolore che spesso nascono i progetti importanti. E’ questa in sintesi la storia di Luca Guadagnini, ex leader dei Vernice (dal 1997 quando entra nel gruppo al posto di Stefano D’Orazio, ndr), che nel 2009 ha perso la figlia di venti mesi per colpa di un tumore. Da qual giorno, supportato dalla sua band e dagli amici più stretti, ha cercato un modo per rincominciare. Aiutando, a suon di musica, i bambini ricoverati in quello stesso reparto dove la sua piccola Aurora aveva lottato con le unghie e con i denti contro il male...

64 RUDY ROTTA Oltre 40 anni di strepitosa carriera alle spalle, 16 dischi, ben 5 partecipazioni al prestigioso Montreux Jazz Festival (nel'edizione 2001 fu B.B King in persona a volerlo con lui sul palco..); l'incoronazione a “Europe's Top Act”, ovvero massimo referente del blues europeo dopo una fantastica performance di fronte a 20.000 estasiati spettatori al Kansas City Blues Festival nel 1997; 2 Fender Stratocaster a suo nome; la collaborazione live ed in studio con il meglio della musica blues mondiale fra cui spiccano i nomi di John Mayall, Brian Auger, “Mr. 335” Larry Carlton, Robben Ford, B.B King, Etta James, Fabolous Thunderbirds...

74 ANNA MARIA PETROVA Attrice, giornalista, produttrice... Una donna eclettica che si sente "Come una rondine", il titolo di una sua poesia. Andiamo a conoscere la sua poliedricità artistica e umana per cogliere almeno in parte la sua completezza. Ha lavorato con attori e registi importanti come: Fernando Ray, Fabio Testi, Philippe Le Roy, Florinda Bolkan, Anna Mazzamauro, Paolo Bonacelli, Clayton Norcross, Michele Placido, Sofia Loren, Murray Abraham, Giorgio Albertazzi, Giuseppe Pambieri e Francesca Neri...

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EDITORIALE

STORIE ORDINARIE DI INGIUSTIZIA E DI GIUSTIZIA INGIUSTA DI ALESSANDRO CERREONI

NUMERO 158 • OTTOBRE 2014

Schettino in cattedra, De Falco trasferito in ufficio. Uno dei tanti volti del paradosso italiano. Un Paese dove regna l'ingiustizia e dove non si riconoscono i meriti. Anzi, più hai voglia di fare, più sei bravo e più vieni messo da parte. Non serve gente in gamba. Occorrono uomini smidollati e di basso profilo. E' così ovunque, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. Il capitano Gregorio De Falco, l'eroe della tragica notte della Concordia, quello che ordinò a Francesco Schettino “torni a bordo cazzo!”, è stato rimosso dal settore operativo della Capitaneria di Livorno. Costretto a lasciare il “campo” per chissà quale ragione. Per lui si sono mossi, giustamente, alcuni parlamentari. Troppo forte il senso di ingiustizia. Un episodio che, soprattutto in questo momento storico delicato, non fa bene all'Italia. Si rischia di perdere definitivamente quel piccolo barlume di credibilità che ancora resiste nei pochi ambiti più fortunati. Mi vengono in mente situazioni, raccontatemi da altri, dove persone che combinano casini, che lavorano male e con scarsa professionalità, ottengono promozioni, incarichi migliori e carriere più brillanti, a discapito di chi invece fa il proprio dovere mettendoci anima, passione e bravura. Poi ci chiediamo perché le cose vanno male e perché stiamo sprofondando sempre più giù. Pensiamo e riflettiamo bene. C'è poi la giustizia ingiusta. Mentre scrivo queste righe apprendo che ad un albanese, condannato a 6 anni di carcere per sfruttamento della prostituzione minorile - reato gravissimo che richiederebbe una pena più lunga - un giudice di Padova ha assegnato un risarcimento di 4.800 euro, in base a una legge emanata dall'attuale Governo su spinta del Parlamento Europeo, perché “è stato detenuto 701 giorni in una cella sovraffollata”. C'è anche un'altra ingiustizia, quella che colpisce chi non può difendersi e non può appellarsi ai diritti umani: gli animali. E' la triste storia di Daniza, l'orsa uccisa in Trentino dopo essere stata “ricercata” per aver aggredito un cercatore di funghi. Dove sta scritto che un animale che aggredisce un umano debba essere ucciso? Quale diritto sancisce ciò? Daniza era una mamma che ha cercato di difendere i propri cuccioli all'interno del proprio ambiente. E' stata uccisa! Allora, se vale questo pessimo ragionamento, perché spesso ci ritroviamo assassini in libertà o che se la cavano con pochi anni di galera? Perché un animale che sbaglia deve pagare anche con la vita e un criminale invece viene trattato con i guanti bianchi? Dov'è la giustizia in questo mondo ingiusto? Dov'è?

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000 DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE Alessandro Cerreoni - a.cerreoni@gpmagazine.it REDAZIONE Via V. Pacifici, 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. 327.1757148 e-mail: redazione@gpmagazine.it IMPAGINAZIONE E GRAFICA GP Spot HANNO COLLABORATO Lucia Cirillo, Silvia Giansanti, Bibi Gismondi, Simone Mori, Paolo Paolacci, Camilla Rubin, Adriana Soares SPECIAL THANKS Mirella Dosi, Frank Iervolino, Pino Polesi, Roberto Ruggero EDITORE PUNTO A CAPO Srl PUBBLICITA’ Info spazi e costi: adv@puntoacapo.org Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it Gionata A. Mattioli - g.mattioli@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il 27/09/2014 Copie distribuite: 20.000

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CURIOSITÀ DAL MONDO

A curA di Camilla Rubin

CANADA: SI CIBA SOLO DI BIRRA PER QUARANTA GIORNI Durante la quaresima, un ragazzo devoto e credente trentenne di Toronto in Canada, ha deciso di non mangiare tutti i cibi che ama tranne che per la birra. Per lui la birra è sia un hobby sia sua passione sia un mestiere. Infatti, gestisce un sito internet dedicato alla birra dove recensisce periodicamente ricette. La quaresima, che per molti cristiani significa un periodo in cui si fanno molto sacrifici, i cosiddetti fioretti: rinunciare a qualcosa che si ama che però è superfluo. Questo ragazzo ha iniziato la sua quaresima con il proposito di non toccare cibi solidi per tutti i quaranta giorni di astinenza secondo lui, ciò che sta facendo è una vera e propria sfida a testare la sua disciplina spirituale, messa sotto tentazione ad ogni pasto. Ecco il menù: una birra forte per colazione, un’altra birra per pranzo e per finire 650 ml di birra per cena. Naturalmente, a metà pomeriggio, c’è la merenda: ancora una birra per fare una pausa dal lavoro.

INDIA: VIVE SU UN ALBERO DA QUARANT’ANNI PER UNA LITE CON LA MOGLIE Kapila, un uomo indiano, di 45 anni, che vive nello stato di Orissa, nell’India orientale che, dopo aver litigato ben 15 anni fa con la moglie, ha deciso di trasferirsi su un albero, e da allora ancora vive lì. Non è riuscito a sradicarlo dall’albero nemmeno un ciclone con venti fino a 100 km/h, che ha portato via gran parte della foresta nella quale Kapila attualmente risiede. E’ stato però costretto a cambiare albero qualche tempo fa, giusto a causa della minaccia degli animali selvatici, come elefanti e scimmie. Pare che dopo la nascita del primo figlio, la moglie hanno iniziato a far degenerare la storia, litigando sempre più giorno dopo giorno. Finché un giorno, lui era sparito, e lo ritrovarono dopo un mese in cima ad un albero: aveva deciso di vivere lassù, e nessuno riuscì più a riportarlo indietro.

GRAN BRETAGNA: L’UNIVERSITÀ DI CAMBRIDGE STA CERCANDO UN “DOTTORE IN CIOCCOLATO” All’Università di Cambridge stanno cercando una persona disposta a specializzarsi nello studio del cioccolato. Il futuro ricercatore lavorerà all’interno del Dipartimento di chimica e biotecnologie. Il suo compito sarà quello di fare degli studi sul cioccolato. Inoltre, dovrà studiare il cioccolato in ambienti molto caldi per vedere le sue reazioni a queste temperature molto alte, indagando i fattori che permettono al cioccolato di restare solido e di conservare la sua qualità originale anche in ambienti caldissimi. Per poter competere per questo posto e partecipare alla selezione sono richiesti quattro anni di studio in una università scientifica.

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GRAN BRETAGNA: VENTITREENNE DIVENTA RICCO GIOCANDO A MINECRAFT Il 23enne Joseph Garrett passa le sue giornate a giocare Minecraft nella sua camera da letto a casa dei suoi genitori, si filma mentre gioca e le molte visualizzazioni che riesce ad attirare attraverso i suoi video postati su YouTube gli consentono di guadagnarsi da vivere soltanto giocando e non mettendo mai il naso fuori dalla sua cameretta. Già perché il giovane ragazzo inglese ha milioni di giovani fan che lo bombardano con i loro messaggi ogni giorno e i video che carica sul suo canale YouTube attualmente ottengono più risultati rispetto a quelli degli One Direction e Justin Bieber.

EGITTO: GLI FANNO IL FUNERALE MA IL MORTO SI RISVEGLIA E SI FA FESTA A Luxor, in Egitto si era constatato il decesso di un ragazzo di appena 28 anni, Al-Nubi, di professione cameriere. Così è stato organizzato il funerale, e la folla si è riversata a celebrarlo. Improvvisamente, in mezzo allo stupore generale, il “morto” si è risvegliato, e così è iniziata una vera e propria festa in suo onore. La sua morte era avvenuta a seguito di un infarto; proprio quando stavano per celebrare il suo funerale. A un certo punto, però, il dottore chiamato a firmare il certificato di morte si e’ insospettito perché il corpo era tiepido e dopo un’accurata visita ha appurato che il 28enne era vivo. Una volta appresa la notizia, la madre del giovane è svenuta. Con l’aiuto del medico, tuttavia, si sono risvegliati sia la madre che Al-Nubi e si sono aperti i festeggiamenti.

STATI UNITI: PROFESSORE VIENE LICENZIATO A CAUSA DELLA SUA STRAVAGANTE BARBA A Charleston un professore di sociologia che insegnava in un’università cristiana di arti liberali è stato licenziato a causa della sua barba. Pare che la reale motivazione del licenziamento sia che l’uomo sia stato perché, grazie alla barba, è stato notato da un’azienda locale che produce birra e che l‘ha voluto per uno spot pubblicitario. La foto per lo spot è stata scattata da un fotografo professionista durante un concorso a cui ha partecipato l’uomo dedicato ai baffi e alla barba. L’uomo ha però dichiarato che non era a conoscenza dell’uso della sua immagine sulle lattine della birra e si è reso conto di ciò solo quando le lattine sono state messe in vendita.

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ROBERTA SCARDOLA

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Nuovo stile di vita per l’attrice romana

ROBERTA SCARDOLA “Mangio biologico” e rispetto l’ambiente” di

Silvia GianSanTi

Da un paio di anni non fa più parte del cast de “i Cesaroni” e si è dedicata molto all’attività teatrale. E’ in scena in questo periodo con la commedia “Prendo in prestito tua moglie” e ha appena finito di girare il film “Cenere”. Tra le novità, la sua alimentazione che è divenuta biologica. Nel mondo dello spettacolo esistono personaggi noti come roberta che non si preoccupano solo della propria immagine ma dedicano attenzione ai valori delle tematiche ambientali con responsabilità ed impegno. Non a caso è testimonial del Klima Hotel di Milano, un albergo a 4 stelle dove l’attrice soggiorna ogni volta che si trova a lavorare nella città del Nord, completamente eco sostenibile e con menù biologico. La sua è stata una scelta consapevole e non una moda, divenendo così un’attrice di nuova generazione sensibile all’ambiente. completamente d’accordo su questa linea, il nostro veloce e squisito pranzo in un locale della capitale è stato a base di verdure. Roberta, come fai ad essere sempre uguale, così bella e in forma? “Fondamentalmente cerco di alimentarmi bene, perché tutto deriva dalla tavola. Mangio sano e svolgo attività fisica. come ben sappiamo il benessere fisico dipende 11 GP MAGAZINE


COVER STORY cr edits: photographer : Matteo An atr ella Dr ess: An narita Mattei Jewels: Love Look location : Klima H otel (Milan o) H air & make u p: Emanuela Bor n iotto per Academia-Bsi Milano

anche da quello mentale e quindi tendo sempre a fare ciò che mi piace e mi fa stare bene”. negli ultimi anni hai corretto l’alimentazione, prendendo una rotta diversa, dandoti al biologico. Come nasce questa scelta? “inizialmente me ne avevano parlato alcuni colleghi. La cosa mi ha incuriosito e quindi mi sono documentata per sapere ciò che avrebbe fatto parte della mia alimentazione quotidiana”. Cosa ne pensi di questo tipo di cibi e dell’ambiente? “Prima di tutto c’è il vantaggio che si riesce a digerire con molta facilità. Non ci si sente appesantiti e si ha più energia. Mi piace perché è in linea con la natura e non contiene pesticidi”. la tua famiglia condivide questa scelta? “i miei genitori sono rimasti un po’perplessi e mi hanno posto alcune domande, ma essendo due persone molto aperte, mi hanno lasciato fare, un po’ com’è avvenuto per il mio lavoro particolare. Se i figli sono felici, lo sono anche loro”. non strappi mai? “Nella vita di ogni giorno seguo il biologico e cerco di abbinare pasta e verdure. E’ raro che possa mangiare altro”. Hai eliminato la carne? “No, la mangio solo in momenti straordinari che esulano dalla vita di tutti i giorni”. Come te la cavi ai fornelli?

“Adoro stare davanti ai fornelli sperimentando ricette fantasiose e questo mi deriva dai nonni che erano grandi cuochi in cucina”. le persone che mangiano bio sono in aumento. Secondo te è per moda o per scelta? “Per scelta, non credo che sia una moda. E’ la consapevolezza di stare bene amando l’ambiente circostante”. Hai un pensiero per il futuro del nostro pianeta? “Mi auguro che il genere umano possa trovare un equilibro con il nostro pianeta. A volte non ci rendiamo conto delle fortune che abbiamo intorno e prestiamo poca attenzione. Bisogna convivere nel pieno rispetto dell’ambiente”. Ricordi di profumi e sapori di quando eri bambina? “Avendo i miei genitori che lavoravano fuori, mi trovavo a pranzare con i miei nonni che avevano un negozio di frutta e verdura. ricordo che mia nonna sperimentava molto in cucina con le verdure, mostrava un grande amore nel cucinare e nel presentare i piatti a tavola”. a proposito di affetti, sei lontana da casa per motivi di lavoro. Come riesci a sopperire a questa mancanza? “Avendo una famiglia eccezionale, è normale sentirne la mancanza. Oggi la tecnologia ci aiuta a stare in contatto con i cari, specie con Skype. Vorrei inoltre dire che ho avuto la fortuna di incontrare una meravigliosa azienda di gioielli, la ‘LoveLook’, che ha fatto una linea family, creando gioielli dedicati ad ogni membro della famiglia. 12

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ROBERTA SCARDOLA

Chi è

Possiedo un bracciale con donnine e omini che rappresentano i miei genitori, il nonno e il mio ragazzo. c’è perfino il mio cane, per me è come averli vicino anche a grandi distanze”. ultimamente è venuto a mancare tuo nonno. Come hai vissuto questo momento e come ti sei aiutata a superarlo? “Si supera perché la vita va avanti e mi sono aiutata molto con i ricordi. L’importante è la consapevolezza di aver dato tutto l’amore possibile”. un ricordo in particolare di lui? “Quando da piccola mi portava ogni giorno al Gianicolo per farmi sentire il cannone che sparava a mezzogiorno. E’ un vuoto incolmabile e un’assenza improvvisa avvenuta dall’oggi al domani”. Credi nell’anima e in un mondo parallelo al nostro? “Sono credente. Non siamo su questa terra così a caso e penso fortemente che ci sia un’entità che ci protegge e ci guida dall’alto, non condizionando le nostre scelte ma lasciando il libero arbitrio”. Restando su questa dimensione, quali saranno i tuoi prossimi impegni? “in questo mese di ottobre sono in scena al Teatro de’ Servi di roma con la commedia “Prendo in prestito tua moglie”, diretto e scritto da Luca Franco. A metà del mese sono anche a Milano con la stessa commedia ma al Teatro Martinitt fino al 2 di novembre. inoltre, in questo periodo ho anche riaperto i corsi di recitazione, musical e danza che ho gestito quest’anno per bambini dai cinque anni in su. il corso si chiama ‘Musical Theatre’ e per me è una soddisfazione enorme inculcare loro la passione per questo mestiere. Non ho nulla da insegnare, ma cerco di trasmettere ciò che ho appreso in tutti questi anni di lavoro”. novità cinematografiche? “Ho appena finito di girare il film ‘cenere’, prodotto da Giuseppe Lepore e scritto e diretto da Simone Petralia. E’ interpretato da giovani attori emergenti tra i quali cristiano caccamo e Federica Zacchia con la partecipazione di Andrea roncato”. Quanto ti mancano “i Cesaroni”? “Ho un ricordo meraviglioso del cast e dello staff. Mi mancano, magari non è escluso che mi ci possa riavvicinare in futuro. All’epoca abbiamo fatto entrambi una scelta”. Hai ricordi invece delle recenti vacanze? “Quali vacanze? Al massimo mi sono concessa qualche ora in piscina. Ho trascorso un’estate impegnativa e ho anche frequentato un laboratorio teatrale con Massimiliano Bruno che mi ha dato moltissimo. E’ stato un percorso intimo con me stessa, atto a risvegliare determinati lati del mio animo di cui non ero a conoscenza o che non riuscivo a tirare fuori. un laboratorio che potrei definire extrasensoriale, che mi ha dato la visione di tante cose”.

Roberta Scardola è nata a Roma il 16 aprile del 1986 sotto il segno dell’Ariete con ascendente Vergine. Roberta si definisce testarda, lealtà e coerente. Tifa per la Roma e adora i sughi a base di verdure. Ha come hobby la danza. In casa possiede due cagnolini chiwawa, Mia e Dodo e un meticcio grande in giardino. Ama vivere nella Capitale ed è fidanzata con il giocatore Mario Merlonghi. Ha iniziato da giovanissima come attrice e doppiatrice. Tra i suoi primi lavori come attrice, ricordiamo il cortometraggio “Caramelle” e i film “Tu ridi”, diretto dai fratelli Taviani e “Caro Maestro”, diretto da Rossella Izzo. Successivamente ha partecipato a numerose produzioni tv quali “Ma il portiere non c’è mai?”, “Provaci ancora prof”, “Carabinieri 5”, “Incantesimo 9”, “I Cesaroni” e “La città Invisibile” per il cinema. Ha preso parte anche in alcuni videoclip musicali e negli ultimi anni ha avuto un’attività teatrale intensa in commedie come “Il matrimonio del mio migliore amico”, “Viceversa”, “Torno presto papà”, “Questa volta te lo dico io che ti amo!”, “Matto mica scemo”, “Ti amo, non mi ami...viceversa” e “Prendo in prestito tua moglie”.

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LO SAPEVATE CHE

OMAGGIO AL GRANDE ATTORE SCOMPARSO RECENTEMENTE

ROBIN WILLIAMS A curA di Camilla Rubin Lo sapevate che… Nel 1967 la famiglia Williams si trasferisce in california, dove robin si diploma nel 1971: si iscrive poi alla facoltà di scienze politiche al claremont Men's college, dove inizia la sua passione per il teatro. Abbandonati gli studi, si iscrive alla Juilliard School di New York. Si distingue come mimo, guadagnandosi i primi soldi con alcuni spettacoli (prima di diventare famoso, faceva il mimo fuori del Metropolitan Museum of Art per fare soldi) Lo s apevate c he… Nel 1977 Garry Marshall gli propone il ruolo di Mork, un simpatico alieno, protagonista della serie televisiva “Mork & Mindy” (spin-off tratto da un'altra famosa serie televisiva, Happy days). il personaggio, interpretato dal 1978 al 1982, gli dona una grande notorietà presso un vasto pubblico internazionale anche grazie al caratteristico saluto del personaggio, "Na-no Na-no" diventa un tormentone. Ma come ottenne la parte? invitato per un provino dal regista Garry Marshall, robin si accomodò nel suo studio sedendosi su una comoda sedia di pelle rossa accanto alla scrivania… ma a testa in giù! Marshall fu talmente colpito da questa stravaganza che affidò immediatamente il ruolo a robin, senza procedere oltre con l’intervista. Lo sapevate ch e… ottiene la consacrazione a Hollywood nel 1987 con “Good Morning, Vietnam” di Barry Levinson, nel quale è Adrian cronauer, militare americano che lavora come deejay per la radio dell'esercito statunitense, ascoltata tutti i giorni dai soldati impegnati in Vietnam. Williams, libero di improvvisare, riceve la prima nomination agli Oscar;

non vince l'Oscar, ma si aggiudica comunque un Golden Globe. L o sa pevate c he… nel 1989 è protagonista de “L'attimo fuggente” (seconda nomination agli Oscar): nel ruolo del professore John Keating, tenace e rivoluzionario, fuori dagli schemi in un liceo "vecchio stile" e conservatore. Grazie a questa interpretazione si consacra anche agli occhi della critica che continuava a vederlo come mero commediante. Lo s apevate ch e… Negli anni ottanta, Williams fece uso di cocaina, e fu presente alla tragica serata in cui John Belushi, suo grande amico, perse la vita, ucciso da un'overdose. i due si erano visti poche ore prima nella stanza di quest'ultimo allo chateau Marmont, un hotel sul Sunset Boulevard Los Angeles, insieme a robert de Niro, Jack Nicholson e cathy Smith, tossicodipendente e spacciatrice che causò la morte di Belushi iniettandogli, su esplicita richiesta, una dose di speedball. Lo sape vate che … Williams è stato grande amico dell'attore christopher reeve, con cui ha condiviso gli anni di studio alla Julliard School di New York. Nel 1995 reeve ebbe un incidente a cavallo che lo rese tetraplegico e ha contribuendo economicamente all'assistenza medica e alle ricerche sulla malattia. L’aneddoto che vi citiamo in merito è davvero singolare: reeve pensò al suicidio molte volte, e ne parlò anche pubblicamente. Era nella sua stanza d’ospedale, quando entrò un uomo in camice che aveva tutta l’aria di non essere un medico qualunque: era robin, che gli intimò

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LO SAPEVATE CHE

il nome completo è Robin mclaurin Williams ed era nato a Chicago nell'illinois, il 21 luglio 1951 in una famiglia benestante; il padre, Robert Fitzgerald Williams, era un dirigente della Ford motors del midwest di origini inglesi, gallesi e irlandesi mentre la madre, laura mclaurin Smith (1922-2001), era una modella nata a Jackson (mississippi) da una famiglia di lontane origini francesi. Lo sape vate che… robin prestò la sua voce al “Genio della Lampada” di Aladdin, film d'animazione del 1992 targato Walt disney, La scena d'apertura fu completamente improvvisata da Williams. Alcuni operatori lo bendarono e gli chiesero di descrivere diversi oggetti come se fosse un commerciante di una bancarella. La voce dell'attore era sia quella del narratore sia del Genio, doppiato da Gigi Proietti nella versione italiana. instancabile professionista, al termine del doppiaggio di Aladdin, i produttori avevano oltre 16 ore di registrazione l’attore ha dato sfoggio delle sue grandi qualità di improvvisatore, andando a braccio per la maggior parte delle scene e riuscendo a eseguire 40 voci differenti. Lo sape vate che… in una copertina del Time del 1979 affermava appunto di non essersi unito al giro di Hollywood che compra Mercedes o rolls royce, ma che aveva comprato un vecchio Land rover del 1966, poiché “non sapeva cosa farsi di un’auto nuova” e gli piacevano le macchine “come lui”, poiché “non sai mai cosa sta per succedere”! Lo sape vate che … uno dei suoi sport preferiti in assoluto era il rugby: era un grande appassionato, al punto da stringere una buona amicizia con Jonah Lomu, l’ex tre quarti degli All Blacks, nota squadra neozelandese. il giocatore infatti ha postato su Twitter un messaggio in omaggio all’attore scomparso. L o s ap evate ch e … è stato pure 'motivatore' quando fu chiamato da Steven Spielberg sul set di Schindler's list per raccontare barzellette e tenere alto il morale del cast.

di girarsi, ma ovviamente l’attore non poteva farlo per la sua paralisi. Quando realizzò la presenza dell’amico, scoppiò a ridere, e capì che “Se posso ridere, posso anche vivere”. Lo sapevate che … si è sposato tre volte, nel 1988 divorziò dalla moglie Valerie, a causa di una relazione con Marsha Garces, la bambinaia del figlio. Nel 1989 sposò Marsha, dalla quale ebbe due figli. con Marsha diede vita a una propria compagnia di produzione, la Blue Wolf. Nel 2008 i due annunciano di non essere più sposati. il 23 ottobre 2011, l'attore si sposò per la terza volta con Susan Schneider, una graphic designer conosciuta nel 2009. Lo sa pe vate ch e … Nel marzo del 2009, l'attore subì un'operazione di sostituzione della valvola aortica e riparato la valvola mitrale con una valvola di tessuto animale. Lo sapevate che… Pochi giorni dopo la scomparsa di Williams, l'ultima moglie Susan Schneider ha rivelato che l'attore aveva recentemente scoperto di aver contratto il morbo di Parkinson. Lo sape vate che… Era un accanito videogamer ed uno dei suoi preferiti era “The Legend of Zelda”, e molti dicono che abbia chiamato così sua figlia proprio in onore del videogame (con la figlia ha poi realizzato lo spot della Wii proprio riguardo il celeberrimo videogame). Lo sap evate c he… il suo libro preferito di quando era piccolo era “il leone, la strega e l’armadio” da “Le cronache di Narnia” un romanzo fantasy per bambini di c.S. Lewis scritto nel 1950.

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MAPPAMONDO

Un fenomeno che avviene d’estate

IL PARCO CHE DIVENTA GREEN LAKE UN LAGO di

Camilla Rubin

il Green lake, traduzione del nome originale "Grüner See", è un lago situato in austria, ai piedi delle montagne Hochschwab, Tragoess, Stiria. il lago verde è uno dei fenomeni naturali più bizzarri del mondo. Questo lago è diventato una vera e propria attrazione perché, se durante la stagione invernale le sue acque sono poco profonde (appena 1 o 2 metri di profondità) e l’area circostante ad esso viene utilizzata semplicemente come un parco dove gli escursionisti amano venire a trascorrere del tempo ma, in primavera ed estate, quando le nevi e i ghiacciai si sciolgono, le acque scorrono dalle montagne fino al bacino sottostante e formano così un lago vero e proprio, la cui profondità massima nei mesi estivi può raggiungere i 12 metri. Proprio per questo motivo il lago è popolare tra gli appassionati di sub (il miglior mese è quello di giugno, quando le acque del lago raggiungono la loro profondità massima), che immergendosi possono osservare il fondo

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MAPPAMONDO

verde del lago da vicino e godere dello spettacolo che si presenta ai loro occhi. Alberi, rami, erbe alpine, ma anche una panchina, una passerella e i fiori... tutto questo potrete trovare sul fondale del lago. Sì perché le acque in estate giungono a coprire praticamente tutto ciò che durante l'inverno costituisce il parco di Green Lake, compresi sentieri, ponticelli e panchine. A partire dal mese di luglio, le acque del lago iniziano a ritirarsi, e così il parco viene restituito ai suoi visitatori autunnali e invernali. il “lago verde” trae il suo nome dai riflessi creati dalla vegetazione sulle sue acque cristalline, la temperatura si mantiene piuttosto fredda anche durante l'estate, tra i 4 e gli 8 °c. dal satellite è stato osservato come il lago sia costituito da due bacini differenti. Ad eccezione delle dieci settimane estive in cui le acque sommergono il parco, i due bacini non risultano collegati. Quando l'estate giunge al suo punto massimo, verso la metà di luglio, le acque iniziano ad evaporare fino a quando, durante l'autunno e l'inverno, il parco ricompare completamente e la presenza del lago rimane quasi un ricordo, tanto che in uno dei due bacini saranno visibili prevalentemente soltanto rocce e ghiaia. 19 GP MAGAZINE


FASHION

Una Gior nata Speciale

VALENTINA PASSA di

aDRiana SoaRES

E’ con la bella valentina Passa che continuiamo la nostra avventura: la diciottesima. noi di GP magazine insieme ad adriana Soares, fotografa di moda, abbiamo ideato un fashion contest volto a tutti, ragazzi e ragazze, uomini e donne, della porta accanto. un modo speciale di realizzare il sogno di molti che desiderano passare una giornata speciale, dove ci si immerge in un contesto diverso, quello di uno shooting fotografico, partendo dal make up per arrivare agli scatti veri e propri. valentina, sei una donna bellissima. Sei madre... Parlami di te, di ciò che fai, delle tue aspirazioni. “Sono nata a roma, papà romano e mamma romagnola. Seconda di tre fratelli, un’infanzia bellissima serena fatta di nonni, vacanze e domeniche tutti insieme. Sono timidissima introversa eppure mai sola. cresco, mi iscrivo al Liceo Artistico perché amo disegnare e tutto ciò che è arte. Poi inizio a lavorare nell’agenzia di viaggi di mio padre e scopro un amore più grande: i viaggi. Lavoro per 10 anni nel mondo del turismo, viaggio e lavoro con ritmi intensi, nel frattempo pratico tanto sport e conosco tanti amici. Ho una vita piena che mi distrae dal fatto che i miei genitori, nel frattempo, si sono separati e mia madre è tornata in romagna. un abbandono forte che lascia il segno... Tuttavia sembra tutto in equilibrio, seppur precario, vivo e sopravvivo. Poi nel giro di due anni cambia tutto. Tra il 2007 e il 2009 cambio casa, nasce mio figlio, perdo il lavoro e un grande lutto in famiglia stravolge tutto. combatto con la depressione, mi faccio forza per mio figlio perché lui è l’unica gioia in mezzo ai problemi. Mi sento diversa, divento forte, litigo con l’insonnia e cambio lavoro. inizio facendo la figurante in tv, modella, poi anche nel cinema, mi fanno lavorare tanto allora capisco che funziona. inoltre ho molto più tempo da dedicare a mio figlio.

credits model: Valentina Passa Photo: Adriana Soares mua: Nuala Oliveira

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Sono una mamma presente, forse un po’ apprensiva, ma cedo che sia fondamentale dedicarsi alla famiglia. Oggi voglio rimettermi i gioco, tornare a trovare un lavoro stabile, nonostante la crisi ce la farò, e voglio che quel passato doloroso non sia più dolore ma qualcosa che mia ha reso più forte e migliore. Voglio pensare che il dolore e il cambiamento sia in realtà opportunità, voglio pensare che sia esperienza da raccontare per aiutare, voglio che mio figlio sia orgoglioso di me”. nella vita ci sono momenti in cui bisogna fare delle scelte. Hai più rimorsi o rimpianti? “L’unico rimpianto che mi appartiene è quello di non aver passato qualche anno all’estero. in un periodo in cui ero stanca del mio lavoro e dopo una vacanza a Miami ero decisa a partire per ricominciare da capo, trovare lavoro, riempirmi di esperienze di vita ed imparare la lingua. So che questo avrebbe cambiato radicalmente la direzione della mia vita, non me la sono sentita, e oggi un po’ me ne pento”. Se avessi il potere di cambiare il passato, cambieresti qualcosa? “No, non cambierei nulla, ma cambierei il mio atteggiamento nei confronti delle cose. Vorrei essere stata meno fragile ed aver avuto la maturità oggi nella mia testa di ventenne”. Ti piaci come sei? “È difficile piacersi e soprattutto piacersi sempre! Sono molto autocritica,spesso mi piace osservarmi da 'fuori', come se la ragazza della foto non fossi io e cerco di capire cosa e come migliorare. credo nell’evoluzione continua, nel cambiamento, ogni giorno ci sentiamo persone diverse a seconda dello stato d’animo del momento. credo che lo specchio rifletta in realtà la mia anima, la mia visione personale di me stessa, costellata a volte di difetti a volte di pregi. cambierei volentieri quei piccoli difetti che vedo solo io, oppure quell’aria malinconica che mi attraversa

spesso, ma sono sicura che a quel punto, il difetto si sposterebbe altrove e allora dovrei fare i conti con me stessa”. abbiamo passato una giornata davvero speciale. Parlami di questa giornata. “Ti ho conosciuta per caso, mi consigliarono il tuo nome, guardai qualche tuo lavoro e pensai che avevo trovato la persona giusta. Perché i tuoi scatti andavano oltre le foto, non si trattava dei soliti tutti uguali, ogni scatto diverso, ogni soggetto era unico... ho pensato: non è una fotografa è un’artista! Quando poi ti ho conosciuta mi hai accolta con un sorriso caloroso, rassicurante. Le origini brasiliane non mentono! Poi mi dici 'sei troppo... pettinata!'. Hai ragione nella vita io non sono mai così perfetta, hai già capito tutto di me, e io ho già capito che fotograferai me e non la mia immagine. chissà perché immaginiamo sempre i fotografi professionisti brizzolati di una certa età che con fredda serietà ci scrutano dall’obbiettivo e invece io avevo scelto una (bellissima) ex modella per degli scatti. chissà che cosa ne sarebbe venuto fuori. E poi inizia il lavoro e dietro quella macchina fotografica il tuo sguardo cambia. diventi seria, professionale, mi dai consigli, cambiamo scenario vestiti e tante pose. Alla fine guardo qualche scatto, sono io? Sono proprio io? Wow!”. Consiglieresti questa esperienza alle altre donne? “Le foto sono ricordi indelebili di come siamo e come eravamo, credo che è qualcosa di noi che rimarrà per sempre anche come splendido ricordo”. i sogni aiutano a vivere. Cosa sogni? Cosa speri per il futuro? Sei più realista o ottimista? “Sono realista e tutte le mie speranze sono rivolte a mio figlio, spero di essere un guida per lui. Sinceramente sono un po’ preoccupata per questa generazione con pochi valori e troppa tecnologia. Sono tuttavia ottimista perché credo che questo sia un periodo di 'passaggio' perché capiremo presto che un abbraccio non può essere sostituito da una chat”. 22

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Calze di Seta di Madame G.

calzediseta.wordpress.com

IL GRAN RITORNO DEL REGGICALZE Guepiere, bustier, corsetti e reggicalze: la lingerie sexy degli anni '30 torna ad essere elemento indispensabile di seduzione. nell'era del collant le donne del terzo millennio cercano il fascino retrò e da alcuni anni ormai il reggicalze è il principe incontrastato nei negozi di lingerie. il reggicalze è un indumento intimo femminile formato da una cintura, che cinge la vita e si appoggia ai fianchi, e da generalmente quattro nastri elastici con gancetti a cui si fissano le calze. La leggenda ne attribuisce la paternità a Gustave Eiffel. Ma è nel 1876 il merciaio Fereol dedieu ne ideò un prototipo per ragioni medico-sanitarie, visto che le giarrettiere causavano problemi di circolazione sanguigna ad alcune donne. il prototipo fu inizialmente giudicato inestetico e poco seducente. Fu poi intorno al 1910, il sarto Paul Poiret creò il reggicalze così come lo conosciamo oggi e la locandina del film L'angelo azzurro, con una sensualissima Marlene dietrich in reggicalze, contribuì a lanciare questo indumento intimo. con la guerra prima e poi la rivolu-

zione femminile il nylon e i collant hanno preso il sopravvento su questo accessorio, la minigonna ne ha decretato la morte, fino gli anni ’90 quando venne reintrodotto nelle collezioni di intimo dagli stilisti, come un oggetto sofisticato ed elegante. Da accessorio sexy delle pin-up a oggetto intimo delle prostitute, ad elemento di seduzione delle ragazze di oggi, ha mantenuto tutto l'immaginario erotico del gioco sessuale. con la guepiere resta il pezzo più eccitante dell'intimo femminile. come conferma la stilista di intimo chantal Thomas: "il reggicalze si mostra ad una persona sola. non si esibisce: quando lo si indossa lo si fa per scelta, con uno scopo preciso. Se-

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durre. Quando ci si mette la giarrettiera ci si sente sexy, è un elemento di forza". la visione del reggicalze è, dunque, più “intelligente”, va oltre al concetto solito di seduzione, ma si arricchisce di un potere maggiore, che è quello della raffinatezza, della ricercatezza, del gioco e della complicità tra uomo e donna in un certo senso. il reggicalze viene maggiormente apprezzato da chi ricerca nella donna l'essere femminile, essere una donna che sa sedurre e infondere erotismo. Bisogna ammettere, in effetti, che se prima dei collant la funzione del reggicalze era essenzialmente pratica, dopo di allora, è indossato con un intento preciso di seduzione o di erotismo. Alle donne che portano il reggicalze è in genere riconosciuto un certo fascino e una certa eleganza, una ricercatezza sofisticata che rimanda a immagini passate. E molti uomini lo confermano, della femminilità non si è mai stanchi, è un fondamentale che va valorizzato sempre di più. in questo caso un paio di calze, magari con riga posteriore e quattro ganci elastici possono vestirci in modo completamente diverso. io lo trovo “adorabilmente erotico”.



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LO STUDIO DELLO PSICOLOGO

“Usa il tempo, non lasciar e che scivoli via”, (W illiam Shakespear e)

LA RUOTA DELLA VITA A curA dEL dOTTOr Flavio CanniSTRà Naturalmente ognuno dà più o meno importanza a determinati aspetti, ma gli psicologi hanno identificato alcune aree importanti per tutti, come: Fisico/Salute, Amore/rapporto di coppia, casa/Famiglia, carriera, ricchezza/Finanze, Spiritualità, crescita personale, Vita sociale/Amici, Hobby/Passioni/interessi, ecc. Per monitorare queste aree si può usare uno strumento molto semplice, chiamato ruota della Vita. disegna un cerchio su un foglio e dividilo in 8 spicchi, come una torta. Scegli 8 aree tra quelle descritte sopra: ogni spicchio rappresenterà un'area. Adesso indica il tuo livello di soddisfazione per ciascuna area disegnando due puntini sui lati dello spicchio corrispondente (il centro della ruota equivale a “per niente soddisfatto”, mentre le estremità corrispondono a “del tutto soddisfatto”). Quando hai finito, unisci i puntini e colora l'interno degli spicchi. Se il cerchio è tutto colorato vuol dire che sei pienamente soddisfatto di tutte le aree della tua vita; altrimenti ci saranno alcune aree che richiedono più attenzione. A questo punto, sullo stesso foglio, puoi ripetere l'esercizio segnando due nuovi puntini per ogni spicchio e collegando anche essi tra loro: stavolta però indicherai a che livello dovresti arrivare per considerarti soddisfatto in quell'area. considera che non tutti danno priorità alle stesse cose: uno spicchio riempito al 50% nell'area Fisico/Salute può risultare adeguato per una persona e troppo basso per un'altra. Quel che importa, però, è che adesso hai un'istantanea, una fotografia del tuo grado di soddisfazione attuale nelle diverse aree della tua vita. È come avere una mappa più dettagliata, una bussola che ti permette di capire dov'è che ti senti soddisfatto e dove, invece, c'è qualcosa che non va, qualcosa che manca. una volta identificata l'area (o le aree) a cui pensi di dover prestare maggior attenzione il passo successivo è quello di mettersi a riflettere su cosa ti renderebbe soddisfatto e cosa ti impedisce di esserlo, per cominciare a trovare i modi per sbloccare e migliorare le parti della tua vita per te importanti.

Ti è mai capitato di sentirti frustrato e non sapere bene perché? Magari hai un lavoro, una casa, una famiglia, eppure... qualcosa non va. O magari non è che “non va”: semplicemente... non sei felice. È difficile descrivere una situazione come questa, proprio perché all'apparenza è inafferrabile; eppure è una situazione comune a molti. A volte questa sensazione di insoddisfazione impalpabile sembra coincidere con la mancanza di obiettivi nella propria vita. Eppure, facendo una rapido check, tutto potrebbe sembrare a posto: cosa manca? Ebbene, questo genere di problemi, questa sensazione di insoddisfazione, di mancata realizzazione, di “assenza di qualcosa”, spesso è dovuta a una poco chiara definizione delle aree della propria vita. Pensaci: quante volte ti soffermi a dare un'occhiata un po' più approfondita alla tua vita? La maggior parte delle persone non lo fa mai, e molte lo fanno con poca attenzione. Eppure stiamo parlando della tua vita, di ciò che fai, di ciò che può renderti felice. Se tu fossi il capitano di una nave controlleresti molte cose durante il viaggio, per capire se tutto procede nel modo giusto: ti assicureresti che la nave sia a posto, che ci siano abbastanza vivande, che la pesca sia abbondante per poterla vendere o fare degli scambi nei porti, che la ciurma sia contenta e che anche tu ti possa togliere qualche sfizio. Allo stesso modo, nella vita di tutti noi ci sono diversi aspetti che ne determinano la rotta, l'andamento. A volte, senza accorgercene, ne trascuriamo uno o più di essi e questo, a lungo andare, finisce per causare quel senso di insoddisfazione di cui parlavamo. un po' come se il capitano del nostro esempio non pensasse al fatto che la ciurma ha bisogno di qualche giorno di licenza: si comincerebbe a creare il malcontento sulla nave, ma lui non capirebbe perché. A questo punto la domanda è: quali sono gli aspetti importanti della tua vita? E come possiamo monitorarne l'andamento?

Dott. Flavio Cannistrà, psicologo, specialista in Terapia Breve Strategica. Riceve presso gli studi di psicologia a monterotondo in via l. Gagliardi 34/a, e a Roma in via Corvisieri 17. leggi i suoi articoli su www.lostudiodellopsicologo.it o contattalo per un appuntamento al 340.95.488.35 34 GP MAGAZINE


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HOME&DESIGN

ARREDARE IL BAGNO PICCOLO Tante soluzioni per risolvere in modo ottimale, e senza rinunciare al design, gli spazi di un bagno piccolo, da condividere anche in due. ProfonditĂ ridotte, barre in ceramica accessoriate, elementi multifunzione e spazi contenitori: tante soluzioni pratiche per avere tutto a portata di mano e rendere il bagno, anche se ristretto, uno spazio da vivere in pieno relax.

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aRTCERam design meneghello Paolelli associati il lavabo di appoggio Blend e gli accessori in ceramica della linea cow.

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aRTCERam design Meneghello Paolelli Associati Barra in ceramica Sotto Sopra per gestire in modo pratico gli accessori in bagno, abbinata a lavabo centrostanza e sanitari della collezione cow. aRTCERam design Men eghello Paolelli A ssociati collezione La Fontana.

aRTCERam design Meneghello Paolelli Associati La collezione File di Artceram, una linea di lavabi e sanitari economica e dal design essenziale.

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aRTCERam design Meneghello Paolelli Associati Lavabo di appoggio cup su mensola Breakfast con foro portasalviette integrato. in ceramica.





GUSTO

Fabio Campoli e il Circolo dei Buongustai

62, 12, 1200: I NUMERI VINCENTI DELLE AUTENTICHE

CANTINE PUGLIESI nel Sud del nostro splendido Paese, c’è una striscia di terra racchiusa tra due mari, lo ionio e l’adriatico. una terra speciale, che contempla entrambe le province pugliesi di Taranto e brindisi, dove ogni anno, con la stessa e immutata passione, si coltivano e raccolgono uve tra le migliori del territorio.

E proprio l’emozione è la componente fondamentale dell’ispirazione del nostro chef Fabio campoli, che ha trovato nei vini pugliesi innumerevoli sfumature, basilari per l’ideazione di altrettante pietanze. i nostri più affezionati lettori saranno già a conoscenza del suo interesse per la sperimentazione dell’uso del vino in cucina, nonché della sua concezione secondo la quale non esiste un vero e proprio “vino da cucina”. infatti, ogni vino è frutto ed espressione di terreni, climi, tecniche, storie, tradizioni, individui, nel bicchiere come nel piatto. E sarà proprio cambiando il nostro atteggiamento verso il vino in cucina, che riusciremo a destreggiarci nell’impiego di uno piuttosto che di un altro, a seconda dei profumi che si vorranno trasmettere alla propria tavola. il consiglio dello chef parte dunque dall’imparare a degustare i vini, non semplicemente “berli”, per memorizzare e fissare le note olfattive e gustative tipiche di vitigni e regioni italiane. in seguito, potrete iniziare a studiare con maggior successo l’abbinamento con i vostri cibi, siano essi dolci o salati. Lasciate che sia la vostra mente e il “sapore dei ricordi” a generare abbinamenti tono su tono o in netto contrasto, a seconda del risultato che vorrete ottenere. Le cantine San Marzano producono un ottimo Primitivo a partire esclusivamente da vigneti impiantati nel 1962, quindi, ad oggi, di almeno 52 anni d’età! un vino dalle caratteristiche uniche, ricco di corpo, sapore e sfumature olfattive, ottime da abbinare con le tonalità gastronomiche del rosso, del viola, del terroso. Esaltiamo dunque tutte le caratteristiche di questo vino speciale utilizzandolo per le nostre ricette a base di frutti rossi, frutta secca, radicchio, nonché a succose carni rosse. chef campoli ha pensato di esaltarne le caratteristiche attraverso la preparazione di una riduzione al vino Primitivo, ottima per condire la pasta e stupire gli ospiti con tutta la semplicità di un ingrediente unico, capace di dare nuovo volto alle migliori ricette della tradizione.

E mentre il sole guida i frutti alla maturazione, le gentili brezze marine corrono tra i filari dei vigneti e sembrano quasi sussurrare storie e tradizioni del ridente Mezzogiorno. L’ambiente mediterraneo, con i suoi terreni rossi e sabbiosi, ha un ruolo fondamentale per la produzione dei vini pugliesi di alta qualità. Siamo nel cuore della famosa dOP del Primitivo di Manduria, un’area ricca di contrade e paesaggi incantevoli, dove vigne e ulivi, re indiscussi di questa regione, fioriscono fianco a fianco. E correva l’anno 1962 quando, per dimostrare l’alto potenziale vitivinicolo del Salento, 19 viticoltori fondarono le “cantine San Marzano”. da allora molto tempo è trascorso, eppure le loro vecchie vigne producono grappoli dalle caratteristiche sempre più rare e preziose. E ad oggi – risultato più grande – la cooperativa conta più di 1200 fieri produttori. le Cantine San marzano rappresentano, attraverso i loro prodotti unici, uno squarcio d’italia tra passato e presente. i vini prodotti, fondendo la tradizione con le più moderne tecniche di produzione, consentono all’azienda di possedere una vasta gamma di vini dai caratteri specifici, varietali e regionali, ben spiccati, capaci di trasmettere al massimo profumi, sapori e soprattutto passioni e attenzioni dei loro produttori. dal Fiano alla Malvasia, dal Moscato al Primitivo… Vini dai profumi intensi e dal gusto elegante, la cui degustazione trasmette calore, passione e gioia di vivere, per un vero “concentrato” di emozioni di Puglia.

La ricetta dello chef Fabio Campoli La tipica pasta acqua e farina pugliese esaltata da un moderno condimento al vino Primitivo, pecorino e pepe Ingredienti per 4 persone: Orecchiette fresche, 480 g; Vino Primitivo ridotto, 2 mestolini; Pecorino grattugiato, 120 g; Pepe nero, 30 macinate; Olio extra vergine d’oliva, 4 cucchiai; Acqua, 8 cucchiai. Esecuzione: In una ciotola unire il pecorino e il pepe macinato. Far ridurre il vino in una casseruola. Da 1 litro dovrà arrivare a circa ¼ di litro. In una padella mettere la riduzione di vino e far prendere il bollore.

Orecchiette rosso amaranto Nel frattempo, cuocere le orecchiette in abbondante acqua salata, scolarle e ripassarle in padella. Aggiungere un filo d’olio. Quando il vino sarà evaporato, aggiungere 2 cucchiai d’acqua, dopo 30 secondi spegnere, cospargere di pecorino e coprire. (Il vapore farà sciogliere il pecorino). Dopo 12 minuti scoprire e saltare la pasta. Impiattare e spolverare con dell’altro pecorino e pepe macinato.

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ANDY LUOTTO

GUSTO

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GUSTO

Una passione nata da bambino

ANDY LUOTTO “La cucina è tutto, è la vita” di

andy luotto nasce a new York il 30 luglio del 1954 da genitori di origini italiane. nei suoi avi esisteva già una vena artistica visto che suo nonno paterno lavorava in una radio americana. a 15 anni si trasferisce in italia e comincia la sua avventura nella terra del sole.

SimonE moRi

Ci puoi spiegare il perché? “Perché troppo spesso la cucina viene denigrata e non valorizzata. Anche programmi dove i cuochi si sfidano sono un continuo correre e sudare senza pensare a quello che realmente si sta realizzando. Anni fa feci un trasmissione con la mia grandissima amica Marisa Laurito, ma erano altri tempi”. Ti manca la tv? “No. Ormai la mia vita è la cucina e il mondo odierno della televisione lo sento lontano anni luce. insomma, trasmissioni come quella che facevo con Arbore non esistono più. Sarò invece impegnato in delle fiction come 'La Bella e la Bestia' e 'romeo e Giulietta' ”. lo stato attuale della Tv? “Orrendo. i programmi sono tutti approssimativi e fatti senza cura, solo per fare ascolti. Non esiste la qualità di una volta. Meno male che c'è Sky con tanti documentari e tantissima informazione anche estera”. i tuoi libri di cucina. Come nasce questa idea? “Ho voluto mettere del mio in piatti della tradizione italiana. Speriamo siano di vostro gradimento”. Cosa rappresenta per te la cucina? “La cucina è tutto, è la vita. Se uno non mangia non può vivere. E poi se mangia male diventa anche triste”. Qual è il piatto che preferisci preparare oppure mangiare? “difficile rispondere a questa domanda. di sicuro il mio piatto preferito è lo spaghetto al pomodoro. una ricetta semplice che si basa su pochi sapori mescolati sapientemente che richiamano alla nostra tradizione, come il pomodoro e il basilico”.

Nel 1976 inizia a lavorare in tv insieme al grande Arbore in “L'altra domenica”. da li poi altra tv sempre con Arbore in “Quelli della notte” e in alcuni film più o meno importanti come “Mortacci di citti” e “Bellavista” di Luciano de crescenzo. Negli ultimi anni ha pubblicato libri di ricette ed ha partecipato a “Giass”, trasmissione di canale 5 ideata da A. ricci. una curiosità: un suo film, “SuperAndy”, è stato definito uno dei più brutti della storia cinematografica italiana e naturalmente uno dei primi a scherzarci sopra è stato proprio lui stesso. andy, come è nata la tua passione per la cucina? “direi che è sempre stata dentro sin da bambino. Venendo in italia dagli Stati uniti e non parlando italiano, la cucina è stata la prima scuola. Ancora ricordo le ricette della signora Maria e le buone scarpette al pomodoro”. una ricetta da fare in pochissimo tempo? “un soufflé di cipolle. Fate stufare la cipolla tagliata fina e nel frattempo montate un albume e sbattete un tuorlo . incorporate poi il tutto insieme ad erbette aromatiche e mettete in forno per 15 minuti. Facile no?”. Sei stato sempre contrario a trasmissioni di cucina. 45

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LIBRI

Quanto ci costa esser e italiani?

ANGELO BRUSCINO di

imprenditore, impegnato nella Green Economy, riveste il ruolo di amministratore e socio di importanti imprese impegnate nel recupero delle mPS (materie Prime Secondarie) derivanti dalla raccolta differenziata e dalla depurazione delle acque. nella sua attività di scrittore e saggista ha già pubblicato, per libreriauniversitaria.it, i saggi “lo Sviluppo Ecosostenibile” (2008) e “il Turismo Sostenibile” (2011). Parlare con lui è fare un viaggio nel futuro. E' senza ombra di dubbio un ragazzo ottimista, Angelo Bruscino, giornalista, imprenditore e, autore del libro “Quanto ci costa essere italiani? diario della giovane impresa ai tempi crisi”, Tullio Pironti Editore. il lavoro – spiega Bruscino - si incentra soprattutto sulla piccola e media impresa, realtà consolidata in italia e in campania, che deve necessariamente fungere da perno per il rilancio economico, sociale ed etico dell’intero territorio nazionale. Grazie alla sua esperienza sul campo, Bruscino suggerisce nel suo manuale via di uscite alla crisi economica, politica ed etica che affligge il nostro Paese. Nessuna provocazione, ma il desiderio e la forte volontà di risve-

gliare gli animi delle persone e in particolar modo, dei giovani. aspettavo di farti questa domanda da tempo. Quanto ci costa essere italiani? “Essere italiani ci costa il dispiacere di essere qualificati meno rispetto gli altri individui del mondo, di cadere nel vortice della depressione e dello scoraggiamento per la mancanza di lavoro, di credere che i sogni e i progetti non servono a molto quando non ci sono i mezzi per la loro realizzazione”. il tuo libro si pone come uno zibaldone di pensieri. Hai fotografato circa tre anni di crisi economica. Con il linguaggio del cinema potremo dire che la tua fatica letteraria, “Quanto ci costa essere italiani? Diario della giovane impresa ai tempi della crisi”, è un insieme di scene. Come sei riuscito a non cadere durante la stesura del libro, nell'errore di diventare un mero espositore dei fatti? “Vivendo situazioni e problematiche di pari passo a quei pensieri annotati sulla carta. Ho provato a raccontare la crisi economica e al tempo stesso le grandi risorse che abbiamo con gli occhi di un imprenditore e di un giornalista, ma soprattutto con gli occhi di un ragazzo come tanti”. 48 GP MAGAZINE

luCia CiRillo

Quando gli eretici economisti annunc i a va n o l'arrivo della crisi economica nessuno porgeva le orecchie, ma la crisi economia è arrivata. la cronaca racconta anche l'imminente crisi di valori. Che rapporto c’è tra la crisi economica e la crisi di valori? “La crisi economica nasce dalla crisi di valori, dalla speculazione della cultura e dei sentimenti”. Di che cosa c'è bisogno per calmierare i disagi in cui vive l'italia e il mezzogiorno? “di un risveglio delle coscienze, non abbiamo bisogno del demagogo, ma dell'uomo che fa”. nel tuo libro hai voluto superare l'etichetta dei bamboccioni che, la società ha attribuito ai giovani italiani. Perché? “i bamboccioni in italia non esistono, esistono grandi potenzialità e talenti a cui manca soltanto la giusta occasione. Ma la vita d'altronde è la più grande opportunità per essere e per trasmettere buoni messaggi, con questa convinzione ho iniziato a scrivere tempo fa "Quanto ci costa essere italiani? diario dell'impresa ai tempi della crisi” ”.



IL TUO CINEMA DA SEMPRE.

Un autunno in prima fila. Proiezioni in digitale e in 3D dolby

Si ricorda che la sala Adriana è munita di Palcoscenico e camerini ed è possibile averla in locazione per Saggi di danza, saggi di fine anno scolastico, spettacoli teatrali e conferenze. per info o preventivi inviare un fax al numero 0774/318466 e verrete ricontattati.

Tivoli CINEMA TEATRO GIUSEPPETTI - Info 0774335087


LIBRI

Un viag gio nel cuor e dell’India

VITTORIO RUSSO di

E’ l’india mai raccontata, quella che vive nelle pagine del libro di vittorio Russo “l’india nel cuore”, pubblicato in seconda edizione per baldini&Castoldi.

luCia CiRillo

“con la sincerità. un libro che non informa il lettore non è un buon libro. Ho voluto mettere nelle sue mani tutte le informazioni necessarie per arrivare alla fine del racconto senza alcun inganno”. nel libro si realizza un evento meraviglioso, la catarsi di questo viaggio, che da luogo fisico si tramuta in luogo di spirito, è il motivo dei suoi tanti viaggi? “Sì, la conoscenza permette di possedere le cose e di portarle con sé, ma prima bisogna identificarsi in esse e trovarci un senso di appartenenza”. Per lei, quindi, il viaggio è soltanto un pretesto? “Sì. il viaggio è solo un pretesto. un modo per cercare di ritrovare determinate cose, piccoli orizzonti, profili che sono sfuggiti, sensazioni che mancano, colori e sinestesia che permetteranno di apprezzare le cose”. al suo fianco chi potrebbe essere un perfetto compagno di viaggio? “di sicuro un curioso ed appassionato della vita”. Qual è un’immagine dell’india a cui è più legato? “Ai bambini con turbanti a strisce che ti sorridono ammaliati da una caramella. i bambini sono la sintesi stessa dell’india: batuffoli d’innocenza e melodie viventi. i bambini sono gli aquiloni della terra con quel loro osservarti ingenuo e rapitore, inconsapevoli della vita con quei sorrisi sui volti sporchi che è come l’armonia perfetta e definitiva di una cantoria fiorentina. Ecco, questa è l’india della vera immensità alla quale sono legato. Ogni viaggio in india è sempre una scalata, è un andare in un tempo e una storia che non sono nostri. i bambini sono il fragile ponte levatoio con quel mondo sognante e brutale, tutto il resto è mistero della riflessione antica e coinvolgente come un sogno di eternità”.

Lontano dal minimalismo letterario delle short story, vicino al prestare attenzione al quidditas, l’anima del racconto e, apprezzato dallo scrittore Alberto Bevilacqua, Vittorio russo scrive con gli occhi attenti di un cronista, con i sentimenti di uno scrittore, con la curiosità di un bambino e l’esperienza di un capitano di lungo corso. cantastorie dell’anima, russo, fa della sua scrittura uno strumento di conoscenza di una civiltà affascinante e ricca di mille contrasti. L’abbiamo intervistato per realizzare un viaggio lontano, nel silenzio di un viaggiatore attento, che scruta il mondo per portarlo con sé. “L’india nel cuore” è il resoconto di un viaggio affascinante in una società balcanizzata, che attrae il viaggiatore non soltanto per il sari, il più seducente abito del mondo, o per il bindi, il puntino rosso sulla fronte, ma per la sapienza in essa custodita e, gelosamente nascosta come un tesoro. Che cos’è che rende un capitano di lungo corso come lei, uno scrittore? “Scrivere è sempre una magia, un dono consapevole o inconsapevole, ma mosso dal profondo desiderio di raccontare la vita”. Chi è il viaggiatore? “il viaggiatore è un uomo che non dimentica mai il bambino che è dentro di lui”. Com’è nato il suo libro “l’india nel cuore”? “il libro non è nato da un unico viaggio in india come può magari sembrare, ma da tanti messi insieme”. nel libro lei parla di aquiloni di poesia e di aquiloni guerrieri. Che cosa sono gli aquiloni per vittorio Russo? “un po’ quello che si cerca in un viaggio, la lettura profonda e simbolica di sé”. E’ riuscito a scrivere “l’india nel cuore” con gli occhi di un cronista, senza cadere nell’errore di indossare l’abito del tecnicismo. un narratore attento, ma emozionato. Come è riuscito in questa ardua impresa? 51

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FOTOGRAFIA

INCONTRO CON UN FOTOGRAFO COME POCHI

MATTEO ANATRELLA di

"amare l’obiettivo, ma essere liberi da lui. Fotografare e chiedersi che cosa si vuole raccontare, che cosa mostrare di sé agli altri. la fotografia è un’arte che nasce sempre dalla sensibilità. Senza anima, non c’è nessuno scatto". Parla con passione, vitalità e con quel non so che, Matteo Anatrella. 40 anni, fotografo di moda e di pubblicità, papà e compagno della stilista Annarita Mattei, ha la fotografia nel sangue. Lo stile creativo e scherzoso raccontano di lui già tante cose: "un sorriso nella vita aiuta sempre anche nel luogo di lavoro, ma la criticità è ciò che produce i risultati". in

luCia CiRillo

un contesto dove i selfie hanno superato le parole e il contenuto, dove l’immagine regna sovrana, cosa occorre sapere per riuscire a catturarla nel migliore dei modi? Matteo realizza quotidianamente editoriali moda per riviste internazionali, l’abbiamo raggiunto al telefono, mentre lavorava ad uno di questi (dal quale sono tratte le immagini proposte), per rispondere alle nostre domande, incuriositi dalla sua professione. Come hai iniziato la tua relazione amorosa con la fotografia? (ride) “Avevo tredici anni e ho iniziato materialmente come porta borse, mi facevano portare le attrezzature”. Come è nata questa passione? “Mio padre è un fervente fotoamatore. così ci sono finito dentro anch’io e da amore, passione è diventato anche lavoro. Ogni tanto proprio per questo legame affettivo che c’è tra noi tre, lui mi raggiunge

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sul set ed io lo prendo un po’ in giro chiamandolo il mio giovanotto più valido”. Che cos’è la fotografia per te? “come ho scritto in un post non riuscirei mai a concepire la mia vita senza fotografia. L’unico modo forse che conosco per esprimermi... spero decentemente”. Come si scatta una buona foto? “una foto deve essere scattata con l’anima. Ha bisogno di essa, dello spirito altrimenti non comunica nulla. una buona foto deve essere il giusto connubio a mio parere tra tecnica ed emozione. Solo tecnica ferisce, solo emozione tradisce”. Qual è stata la tua fotografia più bella? “Non saprei. Sono uno a cui non piacciono mai le sue foto e questo credo sia un bene, infatti, spero di rimanere sempre così”. Sei super critico con te stesso?


FOTOGRAFIA

“Sì, decisamente. devo riconoscerlo, lo sono sempre stato fin da ragazzino. Trovo belle le mie foto quando le rivedo dopo mesi. Nell’immediato non mi piace nessuna fotografia che realizzo. ripensandoci se dovessi scegliere però una foto credo sceglierei una salvata nella memoria del cellulare e fatta ai miei figli, più che una fatta per il mio lavoro”. Fotografi spesso la tua famiglia? “No, preferisco più viverle le cose che faccio con loro più che fotografarle. Vivo la fotografia come necessità, ma in alcuni momenti vivo la necessità di non fotografare. Quando sto con i miei figli e con Annarita preferisco non fotografare molto altrimenti finisco col distrarmi, pensando troppo alla fotografia e alla resa dell’immagine”. l’avvento del digitale e la comunicazione sociale ha riscoperto la professionalità del fotografo. i grandi brand, le aziende hanno spostato il tiro da una comunicazione più economica, a una comunicazione ricca di esperienze di vita oltre che di regole. Che cosa ne pensi a riguardo? “E’ di sicuro una speranza. ci sono tantissimi modi di fotografare, cambia il modo e la qualità, ma una buona fotografia racconta, ed oggi i brand hanno capito che puntare sulla comunicazione è importante perché una foto può raccontare una storia, dell’azienda, in questo caso, o di qualcos’altro”. Tu e annarita portate avanti un bel progetto: senza essere un’agenzia formate ragazzi che aspirano a lavorare nel mondo della moda a titolo gratuito, perché? “Perché nella vita si vive anche di valori e di soddisfazioni”.

Cr edi ti Edi toriale: Etèr e, experoence of pleasur e Stylist: A nnarita Mattei Models: Ani ta Lanz etta, Mariarita Pane, Sofiya Muzya Hai r stylist: Mari a Rea Mua: O r nella De Vincentis Photo assistan t: Nicola Milano, Rober ta A nnu nz i ato 53

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TEMPO LIBERO

Alle Ter me Sabine di Cr etone

LA FESTA DI ARRIVEDERCI ALL’ESTATE Dopo un’estate con tante iniziative dedicate al relax, al divertimento e al benessere per tutti, la stagione delle Terme Sabina si è conclusa con la cosiddetta “ciliegina sulla torta”, il grande successo della settima edizione della “Festa di arrivederci all’Estate”, che si è svolta il 19 settembre. manifestazione realizzata dalle Terme Sabine di Cretone, in collaborazione con la Diocesi Sabina di Poggio mirteto, il Centro Pastorale Termale “Giovanni Paolo ii”, l’ufficio Diocesano Turismo Sport e Tempo libero, e la Caritas Diocesana. L’ormai tradizionale evento si è svolto contestualmente alla 35esima Giornata Mondiale del Turismo. Quest'anno il tema è stato: “Turismo e Sviluppo comunitario”. come negli anni passati, la “Festa di Arrivederci all’Estate” è stata caratterizzata da presenze qualificate e autorevoli istituzionali, religiose e di privati, accolte dai padroni di casa Giovanni, Enrico e Alessandro Sammartino. Oltre la funzione concelebrata dal Vescovo S.E. Mons. Ernesto Mandara, si è tenuto un dibattito sull'importanza del Turismo per una comunità sabina

ricca tra l'altro del percorso cammino di S. Francesco che potrebbe essere motivo di sviluppo della vocazione turistica della Sabina stessa, con la proposizione di attività di ricezione quali albergo diffuso bed and breakfast e attività di accoglienza. il Vescovo si è offerto di dialog a r e direttamente anche con le amministrazioni interessate per promuovere attività in tal senso. Questa settima edizione della “Festa di Arrivederci all’Estate” è servita a raccogliere nuovi attestati di disponibilità, con un occhio bene attento alle possibilità offerte dal turismo. La struttura delle Terme Sabine è sempre più conosciuta e frequentata e rappresenta un “valore aggiunto” per quel comprensorio della capitale e dell’area metropolitana che, in molti, dichiarano di volere contribuire a fare crescere. E per avvicinare il maggior numero di persone, e vista la situazione econo55 GP MAGAZINE

mica attuale, in questa stagione appena conclusa la famiglia Sammartino ha pensato bene di non aumentare il prezzo del biglietto di ingresso (che si è attestato al di sotto della media delle strutture analoghe), oltre a garantire una serie di agevolazioni e convenzioni con centri anziani, centri estivi, aziende e associazioni. L’appuntamento è rimandato alla prossima estate. via Salaria km 29,200 Palombara Sabina (Roma) info. 0774.615100 www.termesabine.it


RADIO

Roma chiama Italia

HIGH SCHOOL RADIO Entusiasmo, passione e impegno: questi i tratti distintivi di High School Radio, che raddoppia e abbraccia tutta l’italia, da nord a Sud. La seconda edizione del progetto culturale e formativo, che l’anno scorso ha consentito a tantissimi studenti romani di approcciarsi felicemente al giornalismo radiofonico, avrà carattere nazionale e ripartirà nel mese di ottobre sempre sulle frequenze 88.100 di Elleradio, l’emittente diretta da Ezio luzzi. Tra le novità della nuova edizione, spicca l’estensione territoriale: ai licei di roma e del Lazio si aggiungeranno quelli di Milano, Torino e del resto d’italia. High School radio si profila come una vera e propria community di ragazzi e ragazze uniti dalla passione per la radio e pronti a sfidare con entusiasmo il futuro, forti di un progetto unico nel suo genere, una novità assoluta in italia e in Europa, fatto su misura per i giovani. uno dei motivi del successo di questo campionato della comunicazione, ideato da Paolo luzzi, risiede nella valorizzazione del talento e dell’unicità di ciascun partecipante. Gli studenti hanno infatti ben sei categorie nelle quali concorrere: conduttore, reporter, autore, dj, regista, fonico. Questa suddivisione di ruoli da un lato consente di canalizzare adeguatamente le risorse, d’altro canto spinge i ragazzi a maturare quel senso di responsabilità che costituisce requisito indefettibile per chiunque si affacci al mondo

del lavoro. High School radio è una grande opportunità non solo per gli istituti superiori ma anche per gli atenei: l’adesione al progetto di realtà prestigiose come la Luiss “Guido carli”, il Politecnico di Bari e la Lumsa lo conferma. Va sottolineata la totale gratuità di High School radio: nessun onere grava sugli istituti e le università aderenti. La bontà del progetto è dimostrata inoltre dal grande numero di vip che non solo hanno accettato di farsi intervistare dai ragazzi di HSr, ma hanno espresso apprezzamento nei confronti di un’opportunità che nessuno di loro ha mai avuto da ragazzo. da Paolo Bonolis a Fabrizio Frizzi, da Simona Ventura ad Antonello Venditti, è davvero lunga la lista dei personaggi famosi intercettati da High School radio: il comune denominatore di queste interviste è stata l’adesione entusiastica al progetto, unita allo sprone nei confronti degli istituti scolastici, affinché partecipino in maniera sempre più cospicua per dare un’opportunità di crescita e formazione non comune. Fiorello, show-man di bravura e successo indiscussi, ha commentato: “Gli istituti che non aderiscono al progetto privano gli studenti di un’opportunità. Il futuro è nella comunicazione e credo che questa iniziativa rappresenti un’occasione incredibile”. La giornalista e conduttrice Simona ventura, con la verve che la contraddistingue, intervistata dai ragazzi di High School radio ha raccontato il suo amore per la radio: “La radio mi ha permesso 56

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di conoscere una realtà che ho adorato da ragazza, affascinata da quelle voci spesso calde e sensuali che uscivano da una scatoletta troppo piccola per contenere delle persone in carne e ossa. La radio è unica e ha la forza della semplicità per mettere in pratica qualsiasi idea. una esperienza formativa che consiglio veramente a tutti”. i ragazzi che hanno preso parte alla prima edizione di High School radio hanno espresso il vivo desiderio di proseguire questa avventura, e durante i mesi estivi si sono alternati ai microfoni di Elleradio per dare vita ad High School radio Summer days. Molti degli aspiranti professionisti della comunicazione hanno infatti maturato una vera e propria passione nei confronti di un mondo affascinante e complesso come quello radiofonico. insomma, grazie ad High School radio roma chiama, italia isponde!



MUSICA

chARTS A CURA DI SILVIA GIANSANTI IN COLLABORAZIONE CON FOXY JOHN PRODUCTION WWW.FOXYJOHNPRODUCTION.COM

cLASSIfIche TOP 10 eUROPA 01 “Changing” – Sigma ft. Paloma Faith 02 “Blame it on me” – George Ezra 03 “Blame” – Calvin Harris Ft. John Newman 04 “Prayer in C” – Lilly Wood & Robin Schultz 05 “Lullaby” – Professor Green ft. Tori Kelly 06 “Riptide” – Vance Joy 07 “I’m not the only love” – Sam Smith 08 “Ugly Heart” – G.R.L. 09 “Shake it off” – Taylor Swift 10 “Black Widow” – Iggy Azalea ft. Rita Ora

TOP 10 USA 01 “All about that bass” – Meghan Trainor 02 “Anaconda” – Nicki Minaj 03 “Black Widow” – Iggy Azalea ft. Rita Ora 04 “Shake it off” – Taylor Swift 05 “Centuries” – Fall out boy 06 “Riptide” – Vance Joy 07 “Blame” – Calvin Harris ft. John Newman 08 “Bang Bang” – Jessie J., Ariana Grande & Nicki Minaj 09 “Hope you get lonley tonight” – Cole Swindell 10 “Hide Away” – Kiesza

TOP 10 ITALIA 1 “GreyGoose” – Cesare Cremonini 2 “Siamo chi siamo” – Ligabue 3 “Io fra tanti” – Giorgia 4 “L’amore non esiste” – Fabi, Silvestri, Gazzè 5 “Di domenica” – Subsonica 6 “Tu sei bella” – Biagio Antonacci 7 “Ricomincio da me” – Dear Jack 8 “A un isolato da te” – Francesco Renga 9 “Venire dalla città” – Mario Venuti 10 “Un giorno di sole” – Chiara

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CALVIN HARRIS Dopo aver spopolato per tutta l’estate con “Summer”, adesso in collaborazione con John Newman, fautore del successo “Love me again”, ha l’intenzione di accompagnarci per l’intera stagione autunnale. A settembre ha debuttato direttamente al numero uno della UK Singles Chart. TAYLOR SWIFT Riecco in pista la nota cantante country-pop, alle prese con il primo singolo dal suo quinto album intitolato “1989”. Il pezzo, puro pop, è stato scritto a quattro mani con Max Martin ed è ispirato agli anni ’80.

FALL OUT BOY E’ tornato all’attacco il gruppo americano proveniente da Chicago, capitanato da Patrick Stump che è giunto al suo sesto album di studio che sta per vedere la luce. Il tutto è anticipato da questo singolo. Sono stati definiti un gruppo emo per via delle loro influenze musicali. JESSIE J. ARIANA GRANDE & NICKI MINAJ E’ una formidabile collaborazione a tre voci, svelatasi di recente durante gli MTV Music Awards. Il pezzo è incluso nell’ultimo disco di Ariana “My Everything” ed è stato utilizzato da Jessie J. Per lanciare il suo prossimo lavoro “Sweet Talker”.

FABI, SILVESTRI E GAZZE’ Insieme sono il fenomeno musicale del momento. Il trio di celebri cantautori aveva collaborato già insieme nel passato. Unione e forza per questo nuovo album di inediti “Il padrone della festa”. A seguire un tour europeo ed italiano. FRANCESCO  RENGA  Ancora  un  successo  per  il grande artista. Estratto dall’album “Tempo Reale”, Francesco si appresta ad effettuare il tour a supporto con partenza prevista il 12 ottobre dal Teatro Europauditorium di Bologna. La canzone racconta un bisogno assoluto d’amore.


MUSICA

SPecIAL GUeST La stoffa giusta

cRIS cAB

Questo è il nome d’arte di Cristian Cabrerizo, nato a Miami il 21 gennaio del 1993 da genitori cubani. Per questo motivo il ritmo l’ha avuto sempre dentro e fin da piccolo ha adorato la musica crescendo con Bob Marley. I suoi genitori lo immaginavano un pescatore, essendo cresciuto in un contesto balneare. A dieci anni, grazie ad una chitarra regalatagli dai suoi, la musica è divenuta ufficialmente la sua ragione di vita, tanto che il padre gli ha finanziato la sua prima sessione di studio. Con un colpo di fortuna proprio in questo momento è arrivato l’uomo che gli ha cambiato la vita: Pharrell Williams, il suo pigmalione. Successivamente è stato notato anche da Wyclef Jean. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo pezzo intitolato “Good Girls” con la collaborazione di Big Sean, ma il suo vero esordio è avvenuto nel 2013 con il singolo “Liar Liar” contenuto nel suo primo album “Where I belong”, divenuto disco di platino e rimasto per oltre sei mesi in classifica dei brani più programmati dalle radio italiane. Cris adora il nostro bel Paese e di recente ha anche aperto il concerto milanese di Pharrell. Ha collaborato anche con i Club Dogo nel brano “Start it over” ed ha ottenuto definitivamente la consacrazione al successo con la sua attuale hit “Loves Me Not”, accompagnata da un video davvero singolare.

NeWS

Bruno Mars ha iniziato a lavorare sul nuovo album, il terzo della sua fortunata carriera che gli ha regalato più di dodici milioni di dischi venduti nel mondo. Al momento non ci sono ancora date ufficiali ma si sa che l’album dovrebbe uscire il prossimo anno. Demi Lovato è al lavoro sul prossimo disco nonostante sia impegnata su più fronti, visto il suo recente tour mondiale, la collaborazione al nuovo di Nick

Jonas e la presentazione della sua linea di skincare. Francesco De Gregori, uno dei più rappresentativi cantautori del nostro Paese, sarà in tour in Europa a novembre, in occasione del suo nuovo doppio album “Vivavoce” nel quale ha ripreso e riarrangiato 28 pezzi del suo repertorio. Spicca il duetto con Ligabue in “Alice”. Nicky Minaj ha dichiarato che “The Pinkprint”, il suo nuovo album, uscirà il prossimo 24 no-

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vembre. Per il momento stiamo gustando “Anaconda”, un singolo della principessina del rap dai contenuti hot. Gwen Stefani ha deciso sia di tornare con i suoi No Doubt, sia di rilasciare un lavoro da solista, a ben otto anni dall’ultimo “The Sweet Escape”. Ma la notizia bomba è che Gwen sta lavorando con il grandioso Pharrell Williams. Non è la prima volta che i due collaborano insieme.



Luca Gu adagn in i con Ann a Tatang el o

MUSICA

LA MUSICA PER RITORNARE A VIVERE

LUCA GUADAGNINI di

miRElla DoSi

E’ dal dolore che spesso nascono i progetti importanti. E’ questa in sintesi la storia di luca Guadagnini, ex leader dei vernice (dal 1997 quando entra nel gruppo al posto di Stefano D’orazio, ndr), che nel 2009 ha perso la figlia di venti mesi per colpa di un tumore. da qual giorno, supportato dalla sua band e dagli amici più stretti, ha cercato un modo per rincominciare. Aiutando, a suon di musica, i bambini ricoverati in quello stesso reparto dove la sua piccola Aurora aveva lottato con le unghie e con i denti contro il male. E’ così che nasce la Luca Guadagnini & Band, il nuovo progetto musicale del cantutore di Genzano di roma, e “rock per un bambino”, manifestazione benefica giunta quest’anno alla sesta edizione che ha già raccolto 100 mila euro per il reparto di Neonatologia Medica e chirurgica del Bambin Gesù di roma. Ma molte sono le novità per il prossimo autunno. luca, cosa stai preparando per i tuoi fan? “da ottobre potranno trovare su itunes il mio ultimo album 'Tornerà l’Aurora', presentato in esclusiva il 24 maggio all’interno di 'rock per un bambino 6'. E’ un album a cui tengo moltissimo, non solo perché vanta 61

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MUSICA

collaborazioni importanti come quella con Aurelio Mancuso e il Maestro Adriano Pennino, ma soprattutto perché parte del suo ricavato andrà al reparto del Proff. Bagolan del Bambin Gesù. dal 25 settembre poi io, Enzino Borghesi e Fabrizio Menichelli (rispettivamente tastierista e chitarrista del gruppo) abbiamo un programma tutto nostro su radio Gamma Stereo il giovedì dalle 21 alle 23:30. Gli ascoltatori possono intervenire in diretta e richiederci i loro brani preferiti. Per questa nuova opportunità non posso fare altro che ringraziare Alessandro Fox e Tiziana Mammucari”. “Tornerà l’aurora”, il singolo che da il titolo all’album, parla della tua storia personale. “racconta i diciotto mesi di Aurora, il mio piccolo angelo. Mia moglie Genny aveva vissuto nove mesi meravigliosi durante la gravidanza. Poi, durante il parto, quando hanno tagliato il cordone ombelicale, è andata in arresto cardiaco ed è stata trasportata d’urgenza al Bambin Gesù. Per un mese siamo andati avanti giorno per giorno perché nessuno sembrava capire cosa avesse. Finché una dottoressa si accorse che aveva un tumore sulla ghiandola sur-

renale grande come un mandarino. così sono iniziati gli interventi ed i cicli di chemioterapia. La nostra piccolina viveva in ospedale. Solo due volte siamo riusciti a portarla a casa con noi. E quando pensavamo di aver sconfitto il male è arrivata la notizia che mai avremmo voluto sentire: Aurora aveva una recidiva e le restavano pochi giorni di vita. io e Genny l’abbiamo fatta dimettere perché volevamo che trascorresse gli ultimi giorni in mezzo alle persone che le volevano bene. E non in un ospedale pieno di macchine e dottori. Ma prima l’abbiamo portata in montagna per farle vedere la neve. Sono stati due giorni che non scorderò mai. Tutti gli amici sapevano che stava morendo, ma hanno fatto di tutto per farla ridere e divertire”. Come hai trovato la forza per andare avanti? “Mi sono chiuso nel mio studio a pensare e suonare. Pochi giorni prima che nascesse Aurora con la mia band eravamo andati a Padova alla città della Speranza. Era un’associazione che si occupava dei familiari dei malati oncologici. io all’epoca non sapevo nulla di quel mondo. Pochi giorni dopo invece mi ci sarei trovato dentro da protagonista. così ho deciso che tutti avreb62 GP MAGAZINE

bero dovuto conoscere la storia di Aurora. E che a nome suo potevo aiutare altri bambini malati. Ecco perché tre mesi dopo quel dramma al Pala cesaroni di Genzano vedeva la luce rock per un bambino”. negli anni sul palco si sono alternati artisti di primordine: noemi, anna Tatangelo, marco masini, antonio maggio, i Cugini di Campagna, manuela villa, solo per citarne alcuni. ma soprattutto sei riuscito a coinvolgere nel progetto anche Gigi D’alessio. “La collaborazione con Gigi è nata nel 2011. Gli ho raccontato quello che stavo facendo e si è messo a mia disposizione. Mi ha concesso la sua sala d’incisione e ha prodotto Tornerà l’Aurora con la sua etichetta, la GGd. E nei prossimi mesi con lui e Anna stiamo preparando una sorpresa legata al Bambin Gesù. Ma oltre a lui devo ringraziare tutti. Soprattutto la mia band e mia moglie Genny che ha voluto fortemente un altro bambino. io non me la sentivo. Avevo paura di rivivere lo stesso dolore. invece oggi nella nostra famiglia oltre a Simone, il maggiore, c’è Elia di 3 anni. E ogni giorno gli parliamo di Aurora e del bene che dal cielo fa agli altri bambini”.



MUSICA

Quell’amor e chiamato musica

RUDY ROTTA “The Beatles vs the Rolling Stones” di

FRanK iERvolino

oltre 40 anni di strepitosa carriera alle spalle, 16 dischi, ben 5 partecipazioni al prestigioso montreux Jazz Festival (nel'edizione 2001 fu b.b King in persona a volerlo con lui sul palco..); l'incoronazione a “Europe's Top act”, ovvero massimo referente del blues europeo dopo una fantastica performance di fronte a 20.000 estasiati spettatori al Kansas City blues Festival nel 1997; 2 Fender Stratocaster a suo nome; la collaborazione live ed in studio con il meglio della musica blues mondiale fra cui spiccano i nomi di John mayall, brian auger, “mr. 335” larry Carlton, Robben Ford, b.b King, Etta James, Fabolous Thunderbirds, Taj mahal e molti molti altri; centinaia di concerti in gran parte del mondo (soprattutto negli States) e una sconfinata classe... Tutto questo e molto altro è rudy rotta, celebre bluesman italiano, tornato sulle scene con il suo nuovo lavoro discografico “The Beatles vs The rolling Stones”. un album pregiato e coraggioso con il quale Mr. rotta, attraverso il suo inconfondibile stile, ha voluto rendere omaggio ai due leggendari gruppi britannici (veri e propri fari guida per l'evoluzione della sua carriera artistica) e lanciare al tempo stesso una sfida alle ormai numerosissime tribute band che affol64

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MUSICA

lano i locali live italiani e non solo. The Beatles vs The rolling Stones verrà presentato con una lunga serie di concerti in italia ed Europa che vedranno Mr. rudy rotta protagonista fino al Novembre 2015. Ecco l'intervista rilasciata a GP Magazine. Come nasce questo amore viscerale e duraturo chiamato musica? “Nasce da quando vivevo in Svizzera da ragazzino e ascoltavo 'The Shadows' e subito dopo la famosa 'British invasion' che mi ha poi portato al blues delle origini”. in tanti accostano il tuo nome al blues; se però andiamo a vedere, tu nella tua carriera hai prodotto e suonato davvero di tutto. Come ti definiresti? “io nasco con il beat, passo poi al rock, quello ovviamente intinto di blues, poi al blues e poi a comporre la mia musica che credo contenga un po’ tutto quello che ho ascoltato e suonato, ma questo vale credo per tutti”. infatti ho letto in giro che non ti definisci un bluesman, bensì un amante del blues. Spiegaci cosa intendi. “credo che in italia si sia fatta molta confusione sull’argomento blues, diversi personaggi si sono fatti etichettare con il nome di bluesman e personalmente trovo la cosa ridicola e offensiva; non credo che per essere un bluesman una persona debba nascere per forza nel Mississippi, in Louisiana o a chicago ma ritengo sia indispensabile conoscere questa musica, averla fatto scorrere sulla propria pelle ed averla suonato con le persone che con essa sono cresciute e non pensare che Sweet Home chicago l’abbiano composta i Blues Brothers, come ho potuto constatare di persona”. Ripercorrendo le tappe della tua carriera, quali sono i

momenti che ricordi con maggior entusiasmo e che ti hanno segnato di più? “Sono veramente tanti, dalle crociere con i più grandi del blues, le mie collaborazioni con artisti che fino a quel momento erano dei miti per me, da B.B. King, Allman Brothers, Etta James, Srv’s double Trouble, John Mayall, Brian Auger, Peter Green, robben Ford, Larry carlton, Taj Mahal, Fabulous Thunderbirds, Luther Allison.. certo, essere stato invitato a suonare con B.B King al festival jazz di Montreux e’ stato senz’altro uno dei momenti più belli della mia carriera”. Ci sono stati artisti che hanno rappresentato una sorta di ispirazione? Chi in primis? “Non in ordine di tempo, direi però senz’altro Albert collins, Freddy King parlando di blues, ma poi tanti sono gli artisti che mi hanno colpito, vedi Stevie Winwood, i cream, The Who, Allman Brothers, Led Zeppelin, King crimson, Zappa, James Brown, Otis redding, Al Green (suonai prima di lui al Kansas city Jazz and Blues Festival) solo per citarne alcuni”. Sei cresciuto in un'epoca in cui in italia si ascoltavano cantanti particolarmente melodici, come hai fatto a scamparne? Formulo meglio la domanda: cosa è che fa scegliere ad un ragazzo il blues e non Don backy? “Per fortuna io in quel periodo vivevo in Svizzera dove arrivava tutta la grande musica americana e inglese dunque niente don Backy, Pooh ecc. in discoteca dove andavo ogni sabato sera e domenica pomeriggio si ballava con Aretha Franklin, James Brown, Otis redding...”. ma una città come verona cosa offriva e cosa offre a 65

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MUSICA chi vuole suonare? “Poco, come tutte le città italiane. Nel nord Europa ogni piccola città ha un centro culturale finanziato dal comune, qui da noi non se ne parla proprio, non c’è proprio la voglia di cambiare e di offrire al pubblico musica sincera e vera; la politica è interessata a promuovere solo quelli che sono già arrivati al successo spesso senza averne i meriti, vedi Allevi su tutti... Ma è in buona compagnia”. arriviamo al tuo ultimo lavoro “The beatles vs The Rolling Stones”. Cosa hai da dirci al riguardo? “il disco nasce dal fatto che sono le band che ascoltavo quando i miei genitori mi regalarono la prima chitarra acustica tentando poi di suonare i loro brani e poi perché vorrei divulgare il messaggio che la musica andrebbe suonata mettendoci del proprio e non come fanno le tribute bands che rubano oltretutto spazi a musicisti che non riescono a farsi altrimenti ascoltare. Particolare lavoro è stato fatto sugli arrangiamenti e sull’abbinamento dei brani, uno dei Beatles e uno degli Stones diventano un brano unico, con lo stesso tempo e lo stesso groove; aggiungo inoltre che ci sono due tracce registrate con il Gnu Quartet e due brani con i Quintorigo che danno veramente un tocco di classe al mio progetto”. Come sono andate queste collaborazioni che hai citato? “Tutto è avvenuto in modo molto naturale, ho dato loro carta bianca per gli arrangiamenti chiedendo solo di stare su arrangiamenti 'tradizionali'. Sono entusiasta del lavoro fatto dai Quintorigo e Gnu Quartet, mi emoziono ogni volta che ascolto i brani in questione. Ad Ernesttico invece ho chiesto di non dare alle percussioni un sapore troppo latino”. non deve essere stato facile dare un'immagine a “The beatles vs The Rolling Stones”. niente è facile con certi nomi... Come è nata la copertina? “Nasce da un'idea di Nico Panna, in arte Lunicu, che ha messo in pratica, con grande stile e velocità, delle idee di partenza a cui io avevo pensato e che lui ha saputo ben sviluppare”. Quali sono i dischi beatles e Rolling Stones che preferisci, quelli ai quali sei più affezionato? “dei Beatles mi piace tutto, certo da 'Hard day's Night' in poi hanno veramente lasciato tutti a bocca aperta sconvolgendo il mondo musicale e non, mentre per quanto riguarda i rolling Stones direi senz’altro il periodo con Brian Jones che ritengo sia stato quello più originale, ovviamente anche dopo l’uscita di Brian hanno continuato ad altissimi livelli ma personalmente preferisco il primo periodo”. Secondo innumerevoli fonti, il grandissimo successo di queste due formazioni dipende dalla grandissima sinergia interna ad entrambe. Condividi questo pensiero? in generale, quanto contano dei buoni rapporti, un alto livello di intimità e confidenza per una band? “Sì, sono perfettamente d’accordo, questa è gente che ha

passato, almeno inizialmente, la gran parte del tempo a suonare, provare, comporre e non certo frequentando trasmissioni TV, talk show o quant’altro e il risultato è la conseguenza di tutto questo. i rapporti tra i musicisti di una band laddove non c’è un unico leader, sono molto importanti per trovare un’armonia che ti porta poi a sfornare disco dopo disco”. nel 1969, mentre i beatles sfornavano abbey Road, in italia era stata appena pubblicata “Rose Rosse”. Cos'è che ci ha fatto rimanere sempre indietro rispetto alla cultura musicale anglosassone? “credo che la lingua sia stata determinante, gli inglesi si sono subito beccati il fenomeno del r&r, del blues, ecc. Noi, invece, i cantautori, perché da noi in italia il testo sembra essere più importante della musica e poi non dimentichiamo che siamo la patria del liscio...”. in generale però qual'è la principale differenza che hai riscontrato tra il pubblico dei tuoi concerti in italia rispetto a quello conosciuto all'estero? “All’estero c’è più cultura, la gente va nei club oppure ai festival con l’idea di ascoltare qualcosa che piacerà, lo fanno con molto rispetto anche quando l’artista che suona non è conosciuto o molto conosciuto e a fine concerto comprano i cd e questa è la migliore promozione”. Cosa utilizzi dal vivo? Qual è la tua attrezzatura? “uso quasi sempre 3 amplificatori in contemporanea, Fender Super reverb del 64, Vibrolux (ri-edizione, consegnatomi dalla Fender Europe a Londra) e un Harper del quale sono endorser. Per quanto riguarda le chitarre, Fender Stratocaster 62-65-66, per la slide uso una Stratocaster Signature rr anche questa consegnatami dalla Fender Europe, un’altra Stratocaster Signature rr consegnatami dalla casale&Bauer in occasione della fiera degli strumenti musicali di rimini, Telecaster '53, Telecaster custom Shop, diverse Gibson tra le quali Les Paul Junior del '58, una 345 del '68 e un paio di SG 'diavoletto' di recente produzione. Per l’acustica invece una Maton datami come endorsment molti anni fa, uso un Wah Wah Vox, dunque niente effetti o pedalini”. Sei una persona che crede nello studio dello strumento o ritieni che il concetto di buona musica sia più vicino a chi suoni senza studiare e divori quintali di dischi? “Non ho mai studiato, metto le mani sulla chitarra e le lascio andare, ho divorato e consumato quintali di dischi, da ormai molti anni; quando prendo in mano la chitarra è perché desidero sfornare nuovi riff, nuovi brani”. Parlaci della tua collaborazione con John mayall. Che tipo è? “Stavo pranzando sulla nave in partenza da Genova per la ultimate r&B cruise quando sentii una mano sulla mia spalla, mi girai e mi trovai davanti John Mayall che mi disse:”Piacere di conoscerti Mr. rudy rotta, ho sentito parlare molto bene di te e sono proprio curioso di sentire la tua musica; al secondo concerto sulla nave Mr. Mayall si pre66

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MUSICA

sentò davanti al palco e mi chiese di unirsi a noi e così fu per quasi tutto il concerto, da allora credo di aver suonato con lui una ventina di volte, diciamo che mi ha preso in simpatia visto che l’uomo non e’piuttosto complicato e difficile. io posso solo ringraziarlo anche perché in seguito abbiamo inoltre registrato due brani insieme”. alla fine credo che alla base di ogni sogno e sforzo di un vero musicista ci sia sempre un'incredibile prova d'amore per la musica. Cosa ne pensi? “Solo così si può andare avanti, con tanto amore per la musica, tanta umiltà e cercando di essere il più possibile originali e non una copia di altri che già hanno scritto pagine importanti nel mondo musicale”. Esiste un musicista con il quale non ti sei esibito e che vorresti incontrare una sera sul palco? “Albert collins e Freddy King parlando di blues, mentre per altri generi musicali non saprei proprio, sarebbero talmente tanti, in primis direi comunque Lennon e Mccartney”. Cosa differenzia un artista credibile da uno costruito a tavolino? Santana ha sempre affermato di poter capire subito se un cantante sta fingendo nella sua interpretazione o se crede nel testo che recita. Cosa ne pensi? “Sono d’accordo; ti aggiungo inoltre una frase dettami da B.B. King: 'ci sono artisti che quando suonano ti lasciano con la bocca aperta altri che ti fanno muovere il culo', io sono per gli ultimi ovviamente”. Cosa consigli alle nuove band? Qual è la cosa più bella dell'essere un musicista? “credere nelle proprie idee, trovare musicisti che la pensino

nello stesso modo e non mollare. Non devono assolutamente pensare a diventare dei professionisti se questo va a pregiudicare la scelte musicali, meglio andare a lavorare e poi fare la musica che ti piace ed allora ogni volta che salirai sul palco proverai sempre nuove emozioni”. Cosa ti fa impazzire del tuo lavoro e cos'è che invece non sopporti più di questo ambiente? “Spesso la musica viene considerata un lavoro e non una passione che ti possa permettere di vivere. La maggior parte dei musicisti è impegnata su vari fronti e non segue dunque i suoi gusti, ciò porta ad aver studiato rock, jazz… per poi ritrovarsi a suonare con il fenomeno del momento uscito da qualche talent show. considero ciò una grave sconfitta che non permette soprattutto ai giovani di creare musica e presentarla su palco davanti a 10, 100 o 1000 persone”. So che hai delle novità in serbo. vuoi anticiparci qualcosa? “Ho in serbo il progetto 'Volo Sul Mondo', un progetto dedicato ai bambini; poi l’anno prossimo ci sarà il mio nuovo cd e nel frattempo tantissimi concerti in giro per l'Europa”. Quali sono i prossimi appuntamenti live che vuoi segnalarci e cosa dobbiamo annunciare a tutte le persone che ti seguono? “consiglierei di visitare il mio sito www.rudyrotta.com e sotto la pagina tour si può dare uno sguardo a tutti i concerti in programma”. Rudy, un'ultimissima domanda, fondamentale per chi suona e non: dov'è l'anima del suono di un musicista? nelle mani, nella chitarra o nella testa? “Nelle mani, nella testa e nella chitarra”. 67

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EVENTI Giovanni Anve rs a, B arbara S an tor o e Frances co M orace

Micael a Bian co fior e e Marco Scorza

Carlot ta Ercolani

Appuntamenti nella Capitale

TRA MODA, ECONOMIA E GLAMOUR di

Molti volti noti hanno lasciato la capitale per godersi due giornate del dedicate alla Moda, al design e alla cultura, presso il Belvedere di San Leucio Museo Mondiale della Seta patrimonio dell’unesco. L'evento intitolato "Le salone de la mode" ideato da Gabriella Chiarappa vuole inserirsi in un percorso di promozione della moda made in italy. Tra gli ospiti: Emilio Sturla Furnò che ha collaborato alla manifestazione, la sinuosa benedetta valanzano che ha cantato il brano cover anni ’60 “come bella la sera”, il trio di «cantattrici» swing, Pepper, Sugar e Cherry, l’on. michaela biancofiore che ha presentato con l’ausilio di Emilio Fede il suo libro “il cuore oltre gli ostacoli.

bibi GiSmonDi

B ene dett a Valanzano

iTALiANS dO iT BETTEr? il carattere di un popolo, la sua psicologia collettiva, la sua forza e le sue debolezze sono in grado di rappresentare il fattore su cui far leva per accrescere il potenziale produttivo ed economico di un paese? La risposta per l’italia intendono fornirla Francesco morace e barbara Santoro, autori di “Italian factor". Questi ed altri temi sono stati al centro del dibattito organizzato da Shenker in occasione della presentazione del libro che si è tenuto alla Sala delle colonne della camera dei deputati a roma. All’incontro, moderato da Giovanni anversa capostruttura di rai Tre, sono interveuti assieme agli autori del libro, il Presidente del Gambero rosso Paolo Cuccia, il Senatore Tito Di maggio, la Vice Presidente di Altaroma valeria mangani. Nella sala tra i numerosi ospiti accolti da Emilio Sturla Furnò e Carlotta Ercolani, l'On. Sandra Cioffi Fedi, l'imprenditrice Elena aceto di Capriglia, l'attore Claudio Saint Just, l'editore massimiliano Di Stefano, Pietro De angelis, il presidente di "Anima" Sabrina Florio. 68

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EVENTI Donatella Gimigliano con Alessandra Canale

FESTA PER I 50 ANNI DI DONATELLA GIMIGLIANO

È IL DONA’S PARTY Grande Party al Tempio delle Donne, incantevole e suggestivo locale nel cuore di villa borghese, che ha ospitato la festa dei 50 anni della communication manager Donatella Gimigliano. un evento importante per la festeggiata, non solo per il traguardo di età raggiunto, ma anche occasione per ritrovare amici e colleghi dopo un lungo periodo di assenza. Non sono voluti mancare al suo appello tanti volti noti come Elisabetta Ferracini con Pier Forleo, Adriano Aragozzini, Elena Bonelli con Adriano cerasi, Vincenzo Bocciarelli, Antonella Salvucci, Alessandro circiello, Fabrizio Sabatucci, daniela Martani, le Spy Twins Lucia e Luisa Nardelli. Presenti anche tante prestigiose firme del giornalismo, come il direttore dell’Opinione Arturo diaconale con Barbara Alessandrini, lo scrittore, editorialista della Stampa e Speaker di radio 24 Gianluca Nicoletti, cecilia Primerano conduttrice del Tg1, Antonello capurso editorialista politico del Tg4 e Studio Aperto, Antonio Pascotto anchorman e capo redattore del Tgcom24, Marco Melegaro di Sky Tg 24. E ancora Lorenzo 70

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EVENTI Elisabetta Ferracini e Daniela Martani

Fabrizio Sabatucci

Elena Canali, Adriano Aragozzini e Elena Bonelli

Alberto Altigieri e Donatella Gimigliano

Lucia e Luisa Nardelli

Paul Lahmiesh e Antonella Salvucci

Briani, capo della comunicazione di rai1, irene Bozzi, Maridì Vicedomini e gli onorevoli Giorgio Lainati e Stefano de Lillo. Prima del taglio della torta, donatella, che è responsabile della comunicazione ed è stata testimonial della Beautiful After Breast cancer Foundation, ha voluto salutare e ringraziare tutti i presenti, in particolare, per la straordinaria ospitalità, il padrone di casa Alberto Altigieri e il Pr roberto catricalà suo storico amico. Ha poi voluto raccontare il perché di una lunga assenza e citare, per la sensibilità e la grande professionalità, coloro che l’hanno affiancata nel suo percorso di cura, riccardo Masetti, direttore di Senologia e Presidente della Susan Komen, e Marzia Salgarello, Primario di chirurgia ricostruttiva del Policlinico Gemelli, Presidente della Beautiful ABc e organizzatrice del Bra day, giornata internazionale dedicata alle donne operate al seno, che si terrà il prossimo 15 ottobre. una grande festa che ha segnato l’inizio di un nuovo ciclo della vita e che ha avuto un pensiero guida, quello di Pablo Neruda “E’ per rinascere che siamo nati” che ha fatto da filo conduttore della speciale serata, piacevole anche per la mescita di ottimi vini curata dalla nota azienda vinicola laziale casale del Giglio, e per gli ottimi e raffinati dessert della pasticceria siciliana doc i dolci di Nonna Vincenza. 71

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O CAPITANO O MIO CAPITANO Come restare insensibili alla vicenda di Robin Williams e al suo professore de “L'attimo fuggente”? Questa poesia fu scritta da Walt Whitman e dedicata ad Abramo Lincoln dopo il suo assassinio. Quante persone si sono immedesimate, coinvolte e sconvolte dal film quando il professore deve lasciare il college e culmina nel momento finale della frase ripetuta dai ragazzi "O Capitano, mio capitano"? La cosa che personalmente mi ha impressionato è che la parte del professore non fosse una recitazione ma che Robin Williams interpretasse proprio se stesso e non fosse solo come bravura artistica. La capacità di comunicare un disagio o semplicemente il nuovo, in un collegio vecchio stampo, è tutta nella semplicità dell'educazione alla ricerca di se stessi. Ricordate, per esempio, quando fa camminare i ragazzi in cortile e chiede ad ognuno di trovare la propria "camminata"? Ma questo articolo infatti vuole proprio sottolineare l'attualità di una vicenda che tranquillamente corre verso l'oblio, se non accendiamo la luce dentro di noi. Quante persone si sono incontrate nella vita e per quante adesso, in questo momento riusciremmo a salire su un banco e salutarle con il famoso "O Capitano, o mio capitano"? La stessa capacità di impegnarsi in prima persona, di metterci la faccia, di entrare in un gioco di squadra, è quello di cui, ha bisogno l'Italia. Possiamo trovare ancora il coraggio di inorgoglirci sentendo il nostro inno e trovare una saggia e perentoria volontà di futuro? Robin Williams, l'attore e l'artista, sembra che non ce l'abbia fatta a sopportare la situazione di malato e forse ha chiuso il capitolo che lo riguardava come se fosse un film, la sua stessa vita. Eppure abbiamo sempre delle opportunità che non vediamo. Che non scegliamo. Che non comunichiamo e che alla fine ci fanno sentire soli. Ecco forse è questa l'inquietudine: l'incapacità di resistere perché non si hanno i motivi per farlo. E non è un problema tecnologico da risolvere, a volte basta solo un sorriso, un abbraccio oppure una grande spiritualità. Se non la troviamo, se non la cerchiamo, non abbiamo poesia e tutto, proprio tutto, se ne va via... Per comunicare con noi: crossyourmindnow@gmail.com

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L’ATTIMO FUGGENTE a Robin Williams... Se ne va Come un cucchiaio di minestra Ingoiato per forza E mai digerito Come il profilo antico Del fuoco nel cuore Il calore leggero e sensuale Di ascoltare il mare Passare una mano sul volto E volare alto Dietro un altro bisogno d'affetto E una miriade di gatti In giro per il cielo stellato... Ma chi è stato a ridurci così? Dove avete lasciato le chiavi del cuore Che non sa partire? Abbiamo speso tantissimo al supermercato del nulla Ed è ciò che rimane Mentre dei bimbi giocano a palla Tu non resistere agli attacchi Falli segnare, Perché hai vinto tu Se vince l'amore! (p.p.)

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ANNA MARIA PETROVA-GHIUSELEV “Come una rondine” Attrice, giornalista, produttrice... E’ nata in Bulgaria ed è una donna eclettica che si sente "Come una rondine", il titolo di una sua poesia. Andiamo a conoscere la sua poliedricità artistica e umana per cogliere almeno in parte la sua completezza.

Uno e la BNT bulgara. Ho lavorato con molti attori e attrici, tra cui Beppe Cino e Lucrezia Lante della Rovere in 'Diceria dell'untore' (1991) di Beppe Cino; c'erano Vanessa Redgrave e Franco Nero. Ho avuto una parte nel film di Pupi Avati 'I cavalieri che fecero l'impresa' (2000), dove faccio la Madre Superiora e poi un'altra parte in 'Una sconfinata giovinezza' (2010) sempre di Pupi Avati. Ho partecipato alla 'Piovra7' con Raoul Bova e poi ho conosciuto Giancarlo Giannini nel film 'Ti voglio bene Eugenio' (2001) di Fernandez, dove lui faceva la parte di un ragazzo down cresciuto”. Con quali altri attori e registi hai lavorato? “Ho lavorato con Fernando Ray, Fabio Testi, Philippe Le Roy, Florinda Bolkan, Anna Mazzamauro, Paolo Bonacelli, Clayton Norcross, Michele Placido, Sofia Loren, Murray Abraham, Giorgio Albertazzi, Giuseppe Pambieri e Francesca Neri”. Come ti trovi in Italia e cosa ti manca della Bulgaria? Cosa ti piace e non ti piace dell'una e dell'altra? Non è il gioco della torre... “Sono per me due patrie perché io sono arrivata qua che ero molto giovane, nel 1982, in tournée come ballerina e coreografa. Tuttora insegno e faccio stage

Buongiorno Anna Maria, raccontaci di te e come è iniziata la tua avventura di attrice. Hai cominciato in Italia? “E' un'avventura davvero! E poi quando si parla di questi nostri Paesi, Bulgaria e Italia, certamente si può dire che ci sono delle differenze. Io ho cominciato in Bulgaria, a Sofia, giovanissima perché il mio debutto fu a 16 anni in un film di produzione bulgaro-russa e poi da protagonista in una mega produzione di film e fiction, dedicati alla liberazione della Bulgaria dai turchi, intitolati 'La strada per Sofia' (1978). In pratica sono cresciuta sul set perché proprio sul set ho compiuto 18 anni. In Italia ho iniziato a lavorare nel 1989, perché avevo mia figlia piccola da crescere e ho voluto starle vicino. Poi nel 1988 ho ripreso a fare cinema in Germania e nel 1989 in Italia interpretando la fiction 'Gli anni d'oro' (1990) coprodotto da Rai

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di danza classica e jazz. Ho studiato anche con il regista del mio debutto 'La strada per Sofia', Nikolaj Mascenko, che era a capo della Cinecittà di Kiev. Nel 1985 ci siamo stabiliti in Italia, a Parma, con mio marito e la piccola Adriana. Mio marito è uno dei cantanti lirici, dei grandi bassi bulgari. E così l'anno prossimo saranno trent'anni che siamo qui in Italia”. La tua esperienza come giornalista quanto è stata importante nel mondo dei media? Quali trasmissioni hai condotto e a quali hai partecipato? “E' arrivato tutto così. E’ la vita che ti porta in certe situazioni. Io ho fatto per nove anni la corrispondente da Roma di un programma della Televisione nazionale bulgara, tipo 'Unomattina' in Italia, e preparavo le interviste con i personaggi di cultura, di politica, di calcio e di cinema. Poi ho cominciato a scrivere nei giornali e ho collaborato come giornalista nel TGLa7, tant'è che sono giornalista professionista iscritta all'albo, sia in Italia che in Bulgaria”. Hai pubblicato anche poesie come l'ultimo libro “Fiori e spine di Via Egnatìa”, Edizioni Tracce. Come mai questo titolo? “Via Egnatìa è praticamente la Via Appia che proseguendo, in Grecia si chiama Egnatìa ed è la strada che faccio per andare in Bulgaria. E poi 'Fiori e spine' perché nella vita di una persona ci sono le cose belle e le cose tristi o negative. Attraversando la Grecia c'erano sempre i cartelli 'Voi siete sulla Via Egnatìa' e allora mi sono detta: vuoi vedere che lo scrivo questo libro?". (ride) Quando e come hai cominciato? Quali altre pubblicazioni hai fatto? La mia prima poesia è del 1977 e non è d'amore, solo perché essendo ballerina mi ero rotta una gamba e sono dovuta stare venti giorni con il gesso e quindi ho dedicato la poesia alla vita. E poi, ancora non ce l'avevo il fidanzato... Ho proseguito quindi a scrivere per me ma gli amici mi hanno 'forzato dolcemente' e così ho pubblicato la mia prima raccolta in bulgaro e in italiano, che si chiama 'Elegia della Vita', edito in Bulgaria. Inoltre, dal 2000 pubblico poesie in un almanacco di un circolo poetico femminile 'Eugenia Mars'; in Italia ho pubblicato su 'Poeti e Poesie' dove ho avuto l'onore di essere scelta e pubblicata da Elio Pecora. Attualmente ci sono altre pubblicazioni 'in progress' in Bulgaria e Italia”. L'artista, un poeta che ami di più, che ti rappresenta? “Alda Merini, Emily Dickinson, Elisaveta Bagriana”. Sei anche produttrice, presidente di un'associazione culturale e ti occupi di cultura: ce ne parli? “Sì, prima ho fatto una piccola società di cinema in Bulgaria nel 1993 e poi nel 2003 l'ho fatta in Italia. L’associazione Artemidia, invece, l'ho creata nel 2007 perché avevo intenzione di organizzare degli eventi per l'entrata della Bulgaria nella Comunità Europea e fu la prima Biennale. Poi ho continuato e nel 2013 ho fatto la quarta edizione della Biennale: è nata per far incontrare tutte le arti tra Italia e Bulgaria”. Come vedi il modo di vivere oggi qui e nel mondo? “Male”.

Quanti sogni hai ancora nel cassetto? E qual è o quali sono quelli realizzati? “I sogni ce li abbiamo tutti perché senza quelli si perde la speranza e non vai avanti. Diciamo che una parte di questi sogni ho avuto la fortuna di realizzarli. Ovviamente ho ancora dei progetti! Per esempio alcuni internazionali dove siamo coinvolti con una collega produttrice australiana di origine austriaca e amici italiani, con cui stiamo coinvolgendo altri imprenditori francesi. Spero di continuare a fare l'attrice anche di teatro; anche lì ho avuto la fortuna di recitare al Teatro India nello spettacolo 'Doppio gioco' di Renato Giordano con Giuseppe Pambieri, e poi ho lavorato anche con Giorgio Albertazzi”. Una frase con cui chiudere questo incontro per Cross Your Mind? “E' importante l'anima , se si riesce a farla parlare e se se si riesce a farla sentire... C'è una mia poesia che si chiama 'Come una rondine' dove parlo della speranza proprio di quei miei primi anni. Il senso è che ognuno di noi deve dare ascolto all'anima e poi deve rimanere sensibile verso il mondo ma nello stesso tempo deve cercare di proteggersi da questo mondo che in questo momento è molto duro. E quindi, essere come una rondine con la capacità di volare, di essere intera, di essere vera e di avere sempre la speranza. Non arrendetevi mai!”. Dove possiamo seguirti o contattarti? “Certamente nel mio blog: www.annamariapetrova.ilcannocchiale.it, oppure con la mail petrova.annamaria@gmail.com”.

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“Dopo cent'anni di solitudine l'ignoranza era ancora sul traguardo. E non aveva ancora vinto...”

L'

ignoranza correva velocissima, s'infilava dappertutto senza chiedere scusa o permesso; l'educazione , da sola, riusciva a muoversi a stento. Così chi arrivò per prima, alla fine fu l'ignoranza, che vinse con largo margine. Ma per premiarla bisognava aspettare l'educazione... Intanto al traguardo l'ignoranza, dava bella mostra di sé e della sua indole: minacciava i fotografi, inveiva contro i giornalisti che facevano domande insidiose; insomma il suo bagaglio (di arroganza) era davvero infinito. Ormai erano passati giorni e l'educazione non arrivava: forse era morta? Perduta in un'altra direzione? O si sera innamorata di un'altra corsa? Adesso la stessa ignoranza si preoccupava di ciò, perché temeva che la sua vittoria non venisse omologata come sigillo definitivo della sua vittoria. E naturalmente inveì contro l'organizzazione, le istituzioni sportive, seguitando a prendere dal bagaglio personale. Dopo un anno, ormai sfinita, l'ignoranza cominciò a pensare di rinunciare alla vittoria, di rimettere tutto nelle mani di nuovi regolamenti e togliere quindi l'obbligo di attendere al traguardo la perdente per decretare la vittoria. Ma adesso questi erano i fatti e questi, almeno questi li aveva ben chiari proprio perché non li aveva certo considerati. L'educazione invece, sì che lo aveva considerato: quel percorso fatto educatamente sarebbe stato molto più lungo di quello dell'ignoranza, ma non poteva esimersi dalla corsa e così accettò; accettò con la clausola d'arrivo anche del secondo per la

premiazione. Intanto il problema divampava tra la gente: prima osannavano l'ignoranza con slogan, striscioni, battute e ovviamente arroganza. Poi finiti gli screzi cominciò a depositarsi la foga, a spegnersi l'irruenza, a tornare insomma normali, calmi. E allora si cominciò a vedere il filmato della corsa e di come l'ignoranza aveva fatto per raggiungere il traguardo. Da notare che la telecamera era una e solo per pochissimo inquadrò l'educazione: al primo incrocio, quando l'ignoranza non rispettò il rosso e l'educazione sì. Dopo fu solo un inseguimento dell'ignoranza per filmare tutta la corsa, già venduta in tutto il mondo per moltissimi euro e prodotta da sponsor formidabili che la interrompevano. Così, in questa attesa, la gente si fermò a pensare, a capire cosa era successo e a chi conveniva tutto ciò. Loro, la gente, si erano solo sfogati, “liberati”, ubriacati, sganasciati ma il premio lo vinceva per sempre l'ignoranza. Si sarebbe sempre più alzato il tasso della maleducazione: chi lo avrebbe potuto fermare e soprattutto riuscire a stabilire il limite? Ma era così, ci si sentiva liberi padroni del mondo per un attimo e forse più (magari due)... Non arrivò, l'educazione non arrivò. Mandò un telegramma che si scusava ma difficilmente sarebbe potuta arrivare. Era rimasta troppo indietro, si era quasi fermata; ma non voleva che per causa sua non ci fosse la premiazione: ma le regole sono regole! Dopo cent'anni di solitudine l'ignoranza era ancora sul traguardo. E non aveva ancora vinto. (p.p.)



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MIRKO MOGLIONI Lo chef di alta cucina è il grande “acquisto” del ristorante Il Torchio di

alESSanDRo CERREoni

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© Ser viz io fotografic o a cur a di Pino Polesi www.pinopolesi.c om

Per lui la cucina è una missione. il suo talento non conosce limiti. Ha 38 anni, è nato sotto il segno della bilancia, un segno zodiacale che si contraddistingue per estro e fantasia. le due caratteristiche che mette al servizio della sua professione di chef. lui è mirko moglioni e da qualche mese è lo chef scelto dai fratelli Pascale per far diventare il Torchio un punto di riferimento per gli amanti della buona e alta cucina e del mangiar bene.

con le ricciole”. Ricordi il primo ristorante in cui hai lavorato? “Sì è stato nel 1991 al ristorante Adriano di fronte alla Villa dell'imperatore Adriano”. E adesso il Torchio. “Sì è una cucina del territorio, tradizionale e alleggerita nelle tecniche e nella lavorazione”. Come ti vengono le idee? “Faccio tutto da solo. ci vuole tanta fantasia e sperimentazione”. negli ultimi anni sono aumentati i programmi televisivi e i reality legati alla cucina e alla professione di chef. Che ne pensi? “All'inizio era una cosa positiva, dato che puntava a valorizzare la professione. Adesso questi programmi vengono considerati una sorta di scorciatoia verso questa professione. Tutti vogliono puntare all'alta cucina ma senza le giuste basi non si va da nessuna parte”. Che consigli puoi dare a chi vuole iniziare? “come dico sempre anche ai ragazzi a scuola, lo chef è da accomunare al prete. come il prete sposa la chiesa e la religione, lo chef sposa la cucina. E' una scelta di vita e una missione. in questo lavoro non ci sono orari e né feste. Spesso si lavora quando gli altri sono a festeggiare”. Per diventare chef ci vuole del talento innato o basta anche la sola preparazione? “Secondo me tutti possono arrivare a cucinare bene. Ma per arrivare a fare lo chef ci vuole la predisposizione al talento. E' come nel calcio quando ci troviamo di fronte un buon giocatore e il fuoriclasse. Ecco, lo chef è il numero 10”. Quali sono gli ingredienti che non mancano mai nella tua cucina? “Quelli che costituiscono le basi della cucina: l'olio, la farina e le uova”.

Mirko ha un'esperienza notevole alle spalle. Si è diplomato a Fiuggi come tecnico per attività alberghiere. una volta terminati gli studi si è messo subito al lavoro acquisendo un background non indifferente. Ha lavorato all'estero, a New York e a cannes sullo yacht del re dell'Arabia Saudita. Non uno qualunque. Ha svolto una consulenza in Giappone ed è docente presso una scuola di cucina a corso Francia a roma. E, soprattutto, ha prestato la sua professionalità per alcuni tra i migliori ristoranti della capitale. Adesso eccolo qui al Torchio. con la passione e l'amore di sempre verso la cucina. mirko, qual è la filosofia che ti contraddistingue nella tua professione? “in primis c'è la valorizzazione della materia prima. in un certo senso do la possibilità ad un ingrediente di esprimersi al 100 per cento”. Che tipologia di piatti prepari? “Tutti. Primi e secondi senza distinzione. La differenza la fa la fantasia che ci metto”. Qual è il piatto più particolare che hai realizzato finora? “E' difficile dirlo. Ogni piatto per me è particolare e unico. Posso dire di essere stato il primo a roma a fare l'amatriciana di pesce 79

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Il ritor no di un locale storico

GIANNI PASCALE Il “re dei fritti” vi aspetta al ristorante Il Torchio

E' considerato il “re dei fritti”. la sua azienda produce 150 quintali di fritti al giorno. una quantità notevole per servire ristoranti, pizzerie, mense e comunità. lui si chiama Gianni Pascale, che, insieme a suo fratello Fabio, gestisce un gruppo che dà lavoro a 50 persone. niente male in un momento economico non facile. un merito di cui Gianni ne va fiero, oltre ovviamente alle bontà gastronomiche che portano la sua firma. da qualche mese, inoltre, il suo gruppo ha ripreso in mano le redini del ristorante il Torchio, un locale storico di Tivoli e della provincia ad est di roma, raggiungibile dalla capi-

tale in venti minuti grazie alla sua vicinanza dal casello autostradale della A24. incontriamo “Gianni dei fritti” (questo il suo speciale soprannome nell'ambito della gastronomia ndr) proprio all'interno del ristorante, mentre lo staff di cuochi, capitanati dal bravo chef Mirko Moglioni, preparano il gustoso menù del giorno. Gianni, com'è nata l'idea di riprendere in mano il Torchio? “E' un ritorno dopo che per qualche anno lo avevamo dato in gestione. E' un locale storico di cui andiamo fieri e lavoriamo per rilanciarlo alla grande. E' un ristorante che esiste da dieci anni e si è sempre contraddistinto per la sua ottima cucina. Adesso ci siamo affidati allo chef internazionale Mirko Moglioni e siamo molto soddisfatti. idem la nostra clientela”. Da quanto tempo sei nel campo 80 GP MAGAZINE

della ristorazione e della gastronomia? “dal 1996 quando nasce il primo laboratorio dei fritti a La rustica, a roma. All'epoca facevamo solo supplì e crocchette”. E poi? “Ho fatto la prima fiera Expo Food a chicago, successivamente mi sono spostato a New York per un'opera di espansione commerciale legata ai fritti. una volta tornato in italia abbiamo allargato l'azienda di produzione e aperto dieci anni fa il ristorante il Torchio”?. Ed oggi? “il laboratorio è stato spostato a Tor cervara, sempre a roma, e ogni giorno produciamo 150 quintali tra supplì, crocchette, fiori di zucca e fritto misto vegetale. Tutto questo fa sì che il gruppo Pascale dà lavoro a 50 persone”.




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