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Alessandra Amoroso C’è grande attesa per il suo tour. Intanto sono disponibili le prime date: il 3 dicembre a Milano e il 5 al Palalottomatica di Roma
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Giuliano Gemma I film interpretati da Giuliano Gemma sono sempre stati accolti da un grande successo di pubblico
Ivan Donev
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Northern Orient
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Pigramente Signora
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Fabio Massimo Pallottini
Il Centro Agro Alimentare festeggia dieci anni di attività. Ne parliamo con il direttore generale del CAR di Roma
Irene Cao E’ l’autrice della trilogia erotica che sta tanto spopolando nel nostro Paese e sta avendo successo anche in Spagna
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Federica Quaglieri Ha finito da poco di girare il film “Un'estate da leoni”, una commedia dove si ride molto
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Cecilia Quadrenni E’ una giovane artista nata in Italia e che ha avuto la possiblità di esibirsi live a Londra
di Alessandro Cerreoni
Diritti, delitti, contraddizioni e riflessioni Il signor Giuseppe ha un negozio in centro. A due passi dalla stazione Termini a Roma. Da quarant'anni. Erano gli anni '70 quando iniziò. L'Italia era un Paese in crescita. Anche per Giuseppe e per la sua attività. Quarant'anni di lavoro. Tutto per cercare di mantenere i suoi clienti e trovarne sempre di nuovi. Arrivano gli anni '80, poi gli anni '90 e il Duemila. Si cominciano a sentire i primi scricchiolii di una crisi annunciata ed esplosa in concomitanza con l'attacco alle Torri Gemelle e con l'introduzione dell'Euro. Ma il signor Giuseppe non molla. Non ha alcuna intenzione di buttare all'aria anni e anni di sacrifici. Cerca nuovi prodotti da vendere e nuove strategie per attirare più clienti. Iniziano gli anni dei no-global, degli antagonisti, dei no-tav e dei sindacati che puntano a portare gente in strada. Per Giuseppe c'è da fare i conti con un altro nemico: le manifestazioni in centro. Il sabato è il giorno in cui vende di più. Il sabato è anche il giorno per protestare. E così, oltre ad un fisco sempre più opprimente, il suo futuro viene messo in discussione anche dai tanti, troppi, cortei che vengono autorizzati. Se fossero al 100 per cento pacifici ci si potrebbe anche stare. Ma dal G8 di Genova ormai questo tipo di manifestazioni vengono inquinate dai teppisti e dai cosiddetti “black block”, che amano sfasciare vetrine, bruciare cassonetti, cercare lo scontro con le forze dell'ordine e imbrattare i muri. Il signor Giuseppe, come tanti altri commercianti del centro, inizia a maledire questi cortei. Lui, come altri, ha la sfortuna di trovarsi nel cuore della Capitale. Le istituzioni si limitano a dare autorizzazioni ma il conto lo paga chi lavora. Chi per decenni ha rinunciato a tante cose per mantenere in piedi la propria attività. Ed oggi, oltre al danno di una tassazione elevata, si ritrovano con la beffa di sentirsi prigionieri a casa propria. Costretti ad abbassare la serranda di sabato perché qualche centinaio di scalmanati ha deciso di mettere a soqquadro le vie cittadine. Questo perché ancora si continuano a concedere autorizzazioni con troppa generosità a manifestazioni di protesta, quando, in una partita di calcio come il derby, ad una tifoseria (quella della Lazio ndr) viene impedito di portare all'interno dello stadio dei palloncini gonfiabili per una coreografia e a un'aquila di volare. Queste sono le contraddizioni di Roma e della nostra Italia. Protestare è un diritto sacrosanto ma sfasciare una città è un delitto. Poi vedremo pure se queste proteste saranno utili o se sono le solite strumentalizzazioni politiche a vantaggio di chi è alla regia di questo meccanismo. Un teatrino ormai insopportabile e connivente con chi detiene il potere. I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Guardate come è ridotta l'Italia e riflettete!
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000
DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE Alessandro Cerreoni - a.cerreoni@gpmagazine.it REDAZIONE Via V. Pacifici, 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. 327.1750177 e-mail: redazione@gpmagazine.it PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Luana Di Francesco REDAZIONE Fabiola Di Giov Angelo Silvia Giansanti HANNO COLLABORATO Paolo Paolacci, Camilla Rubin, Adriana Soares Si ringraziano: Mara Fux, Alessia Ecora EDITORE PUNTO A CAPO Srl PUBBLICITA’ Info spazi e costi: adv@puntoacapo.org Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it - 327.1756829 Gionata A. Mattioli - g.mattioli@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 - Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il 23/10/2013 Copie distribuite: 20.000
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#curiosity
di Camilla Rubin
#Berlino
La Merkel al Madame Tussaud
Angela Merkel concede il bis. Dopo Londra, la Cancelliera tedesca è finita anche al Madame Tussaud di Berlino. Giusto in tempo prima delle politiche in Germania. Che si tratti di una strategica mossa elettorale della donna più potente del mondo? In realtà non ne avrebbe bisogno, anche perché la Cancelliera uscente dopo due mandati partiva comunque come super favorita. E se il detto non c’è due senza tre ha un minimo di fondamento… E così è stato.
#Madrid
Ritrovato portafoglio con due milioni di dollari
Due dipendenti della metropolitana di Madrid sono rimasti letteralmente scioccati quando hanno trovato un portafoglio contenente un assegno da due milioni di dollari. Per due addetti alla manutenzione della metro di Madrid, era una normale di giornata di lavoro, che però ha preso una piega decisamente inaspettata. Come accade di frequente, una carrozza è stata portata in manutenzione per un piccolo problema tecnico: una porta faceva fatica a chiudersi. Dopo un rapido controllo, è emerso che a causare il problema era un portafoglio incastrato nella chiusura della porta. Apparentemente un posto dove finiscono spesso: “È uno dei posti preferiti dei borseggiatori per liberarsi dei portafogli rubati. La fessura si vede solo quando la porta è aperta”, ha spiegato uno dei due. Ma di solito il contenuto dei portafogli ritrovati è ben più modesto: in questo caso si trattava di un portafoglio ben gonfio, e all’interno la patente di un uomo californiano, diverse carte di credito, e soprattutto un assegno da ben due milioni di dollari, intestato all’uomo stesso. Speriamo la ricompensa sia stata adeguata al valore dell’assegno e che l’onestà paghi!
#Francia
Milly, il cagnolino più piccolo del mondo
Le dimensioni contano eccome… Lo dimostra il chihuahua Milly, il più piccolo al mondo, che con i suoi dieci centimetri d'altezza infatti si è guadagnata un posto nel libro dei record, come ha raccontato alla stampa la sua padrona, Vanessa Semier. Farla crescere, se così possiamo dire, non è stata impresa facile: da cucciola è stata nutrita con il contagocce ed era così piccola che poteva stare seduta dentro un cucchiaino da tè.
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#curiosity
#Giappone
L'artista delle zip
Una vera e propria galleria d'arte a cielo aperto. E' quello in cui si trasforma la graziosa cittadina inglese di Bristol, quando il sole cala, il buio incombe ma, soprattutto, quando le serrande dei negozi vengono abbassate. Murales e graffiti di notte colorano la città. All'inizio erano poco più di una decina, con il passare del tempo il numero è aumentato e, ora, se ne possono contare più di cento.. Poteva accadere solo a Bristol, patria di Banksy, il writer più famoso di tutti i tempi.
#Los Angeles
Adele finisce sui fumetti
Non si arresta l'ascesa di Adele, la cantante britannica che ha trionfato agli ultimi Oscar con la colonna sonora del film di 007 Skyfall. Non solo l'ambita statuetta, i tanti Grammy ricevuti, la trasformazione da cantante sovrappeso a icona di stile ed eleganza, che Armani e persino Lagerfeld, prima suo detrattore, fanno a gara per vestire (recentemente dopo il dimagrimento degli ultimi mesi VOGUE le ha dedicato anche l’ambitissima copertina). Adesso la sua vita, verrà raccontata in un libro a fumetti dal titolo Fame Adele, grazie alla sceneggiatura di Michael Troy e ai disegni di Manuel Diaz. Prima di Adele ci sono stati David Beckham, One Direction, Robbie Williams, ma anche i reali, tra cui la principessa Diana.
#Giappone
Make up per cani e gatti
In Giappone è già moda.. Dipingere le sopracciglia al proprio cane e postare su internet un ritratto del fedele amico con tanto di make up. A seconda dell'espressione dell'animale che si vuole realizzare, l'arco sopraccigliare è stato disegnato in modo più o meno arcuato. Per chi non avesse un cane, però, niente paura, il make up può essere utilizzato anche sugli occhi del proprio gatto.
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“Il mio pubblico è la mia grande famiglia” L
a passione per la sua terra d’origine, per il suo cane, l’amore puro per le cose semplici, è questo in breve il ritratto di Alessandra Amoroso, una delle artiste di punta della nostra musica. Il bello è stato che il successo ha cercato lei, ha bussato alla porta di una comune commessa di un negozio di abbigliamento, che avrebbe continuato tranquillamente a cantare tramite il karaoke o qualche esibizione locale. In pochi anni le sue vendite sono state vertiginose, così come le sue scalate in classifica, alle quali però non sembra dare più di tanta importanza. Solare, simpatica e pazzerella, Alessandra si prepara ad affrontare un periodo lavorativo piuttosto intenso a seguito della pubblicazione dell’ultimo disco “Amore puro”. Alessandra, come stanno procedendo i “festeggiamenti” per questo nuovo lavoro? “Si procede. Intanto questo è un periodo intenso per la promozione del disco, direi piuttosto sfiancante”. Quindi si preannuncia per te un fine anno ricco d’impegni. “Oh mio Dio! Non me lo ricordare. Sono felice, ma le mie energie sono al momento tutte risucchiate. Sono strizzata come una spugna dal mio pubblico”. In breve tempo sei diventata una delle voci di punta del panorama musicale italiano. Ti è mai capitato di darti un pizzicotto e dire “sogno o son desta”? “A dir la verità non ho cercato a tutti costi questo lavoro. Sono semplicemente una persona che fa il suo e che guarda gli occhi della gente, dai quali posso capire se vado bene o meno”. Quindi non sei affetta da sindrome da classifica e simili? “No, assolutamente. Né di classifiche, né di invidie e né di gelosie varie, non me ne può fregare di meno”. Quando hai iniziato questo lavoro, come ti vedevi proiettata nel futuro? “Non mi vedevo. Tutto ciò che mi è successo, lo vedevo molto lontano da me e dalla mia persona e quindi non avrei mai immaginato una cosa del genere”. Oltre a Maria De Filippi a chi devi dire grazie? “Alla famiglia, ad ‘Amici’ e al mio pubblico ovviamente”. Se non fossero esistiti i talent scout e ti fossi trovata in un altro momento storico-artistico, come ti saresti mossa?
L’amore puro di una ragazza semplice come Alessandra Amoroso, è raccontato attraverso il nuovo disco di inediti prodotto da Tiziano Ferro. C’è grande attesa per il suo tour. Intanto sono disponibili le prime date: il 3 dicembre al Mediolanum forum di Milano e il 5 al Palalottomatica di Roma di Silvia Giansanti
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Alessandra Amoroso
Foto di Gianmarco Chieregato “Stavo benissimo anche a lavorare come commessa in un negozio di abbigliamento e avrei continuato a fare il karaoke. Come già detto non dovevo riuscirci ad ogni costo”. Un cantante che hai nel cuore. “E’ difficile fare un nome solo, visto che il mio cuore è aperto a tutti. Diciamo allora per gli italiani Jovanotti e per la musica internazionale Beyoncè”. Che tipo di pubblico assiste ai tuoi concerti? “Adesso che sono cresciuta, è cambiato di conseguenza anche il mio pubblico. E’ misto, va dai piccoli alla nonnina e tutto questo è molto bello. Cresco io e cresce anche il mio pubblico”. Sei legata alla tua terra d’origine? “Sono morbosa, ce l’ho sempre sulla bocca e mi piacerebbe tornarci a vivere. Mi mancano troppe cose”. Parliamo del nuovo lavoro. Quanto tempo hai impiegato per partorire
questo nuovo disco? “Proprio come un bimbo, quasi un anno. Sono stata divisa tra Roma, Milano e Los Angeles, dove abbiamo ultimato il disco. Rispetto ai lavori precedenti, ho avuto modo di scegliere i pezzi, maturarli e captarli e sono stata quindi più tranquilla sotto questo punto di vista”. Cosa intendi per “Amore puro”? “L’amore per il mio cane, per il mio fidanzato. E’ un amore vero, sincero e pulito verso tutte le cose più belle che ci possano essere”. Credi che esista ancora al giorno d’oggi? “Assolutamente sì, io ci credo”. Sei pronta per un nuovo tour a supporto del nuovo disco? “Non vedo l’ora di risalire sul palco. Sono stata per troppo tempo ferma a pulire casa. Intanto sono pronte due date, quella del 3 dicembre al Mediolanum Forum di Milano e del 5 al Palalottoma-
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tica di Roma”. Dopo Tiziano Ferro con chi sogni di avere una collaborazione futura? “Magari proprio con Jovanotti”. Qualche fan ha mai fatto pazzie per te? “Sempre, ogni giorno. Del resto ogni fan rispecchia l’artista. Comunque non mi piace chiamarli fan, loro per me sono una specie di ‘big family’”. Hai qualche rimedio naturale per la voce? “Gridare al mio cane, mi fa fare i vocalizzi”. Come sei nella vita di tutti giorni? “Una persona assolutamente semplice, non sono cambiata”. Hai notato qualche invidia da parte di amici o conoscenti? “Queste cose ci sono sempre in tutti i campi lavorativi, c’è da dire che forse in questo settore le cose vengono amplificate. Ma andiamo avanti nella maniera più giusta, senza curarsene troppo”.
CHI E’ ALESSANDRA AMOROSO Alessandra Amoroso è nata a Galatina (Lecce) il 12 agosto del 1986 sotto il segno del Leone con ascendente Scorpione. Caratterialmente si definisce solare ed estroversa. E’ molto attaccata alla sua terra d’origine e le piacerebbe tornare a vivere a casa. Tifa per il Lecce e il suo piatto preferito è la pasta alla puttanesca. Ha molti hobby tra cui spicca lo zumba. Possiede un cane di nome Buddy al quale è molto legata e attualmente è fidanzata e innamorata. Sin da giovanissima ha partecipato a competizioni a livello locale ed è venuta fuori nel 2009 grazie alla partecipazione e alla vittoria nel talent show “Amici” di Maria De Filippi. Finora è riuscita a vendere molto e ad ottenere prestigiosi riconoscimenti. Dopo il lancio del primo singolo “Immobile”, è stata la volta del secondo singolo intitolato “Stupida” che ha ottenuto uno straordinario successo, anche grazie allo “Stupida Tour”. Nello stesso anno si è esibita nel concerto di beneficenza “Amiche per l’Abruzzo” allo stadio San Siro di Milano. A seguire è uscito anche il primo album della cantante “Senza nuvole”, anticipato dal singolo “Estranei a partire da ieri”. Il secondo estratto portante il titolo dell’album, è stata la colonna sonora di “Amore 14”, un film di Federico Moccia. Nel 2010 è stata la volta del nuovo cd “Il mondo in un secondo”, trainato dai pezzi “La mia storia con te” e “Urlo e non mi senti” e un grande risultato: triplo disco di platino. L’anno seguente è arrivata la pubblicazione di “Cinque passi in più”, un album live e numerose partecipazioni ed esibizioni in trasmissioni tv ed eventi vari. Attualmente è uscito con la produzione di Tiziano Ferro, “Amore puro”.
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Giuliano
GEMMA
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C'era una volta Montgomery Wood E' una rubrica che ha lo scopo di farvi conoscere in maniera diversa i personaggi che ogni giorno sono acclamati da folle di ammiratori. Questa volta dedichiamo il nostro spazio al grande attore italiano scomparso lo scorso 1 ottobre a seguito di un incidente stradale Lo sapevate che... Giuliano Gemma, (nato a Roma, il 02 settembre 1938 - Civitavecchia, l'1 ottobre 2013) arriva al cinema giovanissimo, a diciott'anni, cominciando a lavorare in alcuni film come "Figurazione speciale" o come "Stunt-Man". Per le sue doti atletiche partecipa poi a numerosi spot pubblicitari televisivi e sino a quando Dino Risi lo prende per un piccolo ruolo accanto ad Alberto Sordi in “Venezia, la luna e tu”. Lo sapevate che... Poco dopo il suo debutto ufficiale, William Wyler lo nota a Cinecittà e lo sceglie per il ruolo di un centurione nel kolossal “Ben Hur”, comparsata che gli servirà da vero trampolino di lancio nel cinema. Lo sapevate che... Ha svolto il servizio di leva come vigile del fuoco presso la caserma delle Capannelle a Roma dove ha stretto amicizia con il pugile Nino Benvenuti. In quel periodo Duccio Tessari lo sceglie per interpretare da protagonista il biondissimo “Krios in Arrivano i titani”, pellicola di grandissimo successo commerciale anche all'estero che tratta con ironia il genere mitologico. Lo sapevate che... Ha partecipato, nella parte di un generale garibaldino, nel celebre film “il Gattopardo” di Luchino Visconti; da quel momento in poi la sua carriera lo porta a partecipare a numerosi film di grande successo come nel 1964 quando il regista francese Bernard Borderie lo trova perfetto per il ruolo di Nicholas in “Angelica” al fianco di Michèle Mercier. Ruolo che interpreta anche nel secondo film tratto sempre dai best-seller di Anne e Serge Golon, “Angelica alla corte del Re”. La pellicola
che ha un successo di pubblico straordinario. Lo sapevate che... La consacrazione vera e propria, che consegna Giuliano Gemma alla storia, arriva con il filone degli spaghetti western, che lo eleva a divo, ottenendo grandi incassi al botteghino con pellicole come: “Una pistola per Ringo”, “Il ritorno di Ringo”, “Adiós gringo”, “Un dollaro bucato”, “I lunghi giorni della vendetta”, “Per pochi dollari ancora” e “I giorni dell'ira”. Lo sapevate che... Sono gli anni dei primi "Spaghetti Western", sulla scia del filone americano e le case di distribuzione spesso impongono nomi che hanno il sapore d'oltreoceano. Così Giuliano Gemma diventa Montgomery Wood, nome però che ben presto per sua scelta abbandona, insistendo presso le case di distribuzione per mantenere il suo vero nome e lasciare lo pseudonimo. Lo sapevate che... Con Bud Spencer è in coppia in “Anche gli angeli mangiano fagioli”; torna poi sul genere in coppia con Ricky Bruch in “Anche gli angeli tirano di destro”. Interpretato Robin Hood in “L'arciere di Sherwood” e un primitivo in “Quando le donne avevano la coda”. Lo sapevate che... Cambia genere, e apparve in film più impegnati come “Il deserto dei Tartari” di Valerio Zurlini, una delle sue prove migliori, come anche “Il prefetto di ferro” di Pasquale Squitieri, assieme all'altrettanto significativa parte in “Un uomo in ginocchio” di Damiano Damiani del 1979, film che lo riproporrà per ruoli drammatici. Lo sapevate che... Negli anni 1980 prese invece parte a “Tenebre” di Dario Argento e “Speriamo che sia femmina”
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di Mario Monicelli e diede il volto al celebre personaggio dei fumetti Tex Willer in Tex e il Signore degli Abissi, film originariamente pensato per la tv. Lo sapevate che... Nell'85 i lettori di una diffusissima rivista italiana, "Sorrisi e Canzoni", lo votano Attore più popolare dell'anno e nel medesimo anno gli viene assegnato in Campidoglio il Premio Personalità Europea. L'anno seguente viene insignito dal Presidente della Repubblica dell'onorificenza di Cavaliere. Lo sapevate che... I film interpretati da Giuliano Gemma sono sempre stati accolti da un grande successo di pubblico, conquistando ottime posizioni nei boxoffice italiani e stranieri. La notorietà e la fama di Gemma anche all'estero sono confermate anche dal fatto che da anni figura tra i dieci attori più popolari, scelti dai lettori della più venduta rivista di cinema giapponese. Proprio in Giappone, infatti, l'attore è stato per anni Testimonial prima di un'importante casa di moda e poi della Suzuki. Quest'ultima ha perfino lanciato sul mercato giapponese due tipi di scooter col nome dell'attore: Suzuki-Gemma". Lo sapevate che... Nonostante fosse italiano, Gemma fu quasi sempre doppiato (tra gli altri, Pino Locchi, Alighiero Noschese, Giancarlo Giannini e molti altri..), tranne che nei seguenti film in cui ha recitato con la sua voce: “Tex e il signore degli abissi”, “L'arciere di fuoco”, “Un uomo in ginocchio”, “Il maschio ruspante”, “Corleone”, “Sella d'argento”, “L'avvertimento”, “Qualcuno pagherà”, “Speriamo che sia femmina” e “Un uomo perbene”. di Camilla Rubin
Prezzi pazzi nel calcio L'ingaggio di Gareth Bale da parte del Real Madrid, per l'astronomica cifra di 100 milioni di euro, ripropone il tema dei troppi soldi che girano nel mondo del pallone in un'Europa alle prese con una crisi economica senza precedenti di Camilla Rubin
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a qualche mese è ricominciata la stagione calcistica in Europa ma ancora si parla di calciomercato e dei prezzi folli cui vengono venduti i calciatori. Nel folle mondo del calcio, mai nessuno aveva speso così tanto per un solo giocatore. Gareth Bale è passato dai londinesi del Tottenham agli spagnoli del Real Madrid per l'astronomica cifra di 99 milioni di euro. Il gallese entra così nella storia: è il giocatore più costoso di tutti i tempi. Bale scalza dal trono quello che da qualche ora è uno dei suoi nuovi compagni di squadra, il portoghese Cristiano Ronaldo. Nel 2009, sempre i madridisti sganciarono ben 93,3 milioni per strapparlo agli inglesi del Manchester United. Terzo gradino del podio per il fantasista francese Zinedìne Zidane. A mettere mano pesantemente al portafoglio furono ancora una volta le merengues, che lo prelevarono dalla Juventus di Luciano Moggi per la modica cifra di 76,2 milioni di euro. A seguire, ai piedi del podio, lo svedese Zlatan Ibrahimovic e il brasiliano Ricardo Kakà. Nella Top 11 anche Edinson Cavani, Luis Figo, Rada-
mel Falcao, Fernando Torres, Hulk e Neymar. Alla faccia della crisi e del fairplay finanziario, il calciomercato quest’estate ha toccato picchi mai visti. Sceicchi e magnati russi l’hanno fatta da padroni, ma alla fine è stato il solito Real Madrid a portare a termine l’acquisto da record dell’estate, nonché il trasferimento più costoso di sempre, cioè l’ingaggio di Gareth Bale. In realtà le cifre riguardo all’ingaggio del fenomeno gallese sono ancora un po’ controverse e viaggiano da 91 a 104 milioni di euro (quindi teoricamente Ronaldo potrebbe anche mantenere il suo record considerando i 94 milioni spesi sempre dal Real per il suo cartellino nel 2009), ma non essendoci numeri ufficiali ci siano affidati alle fonti più valide che riportano una “fee” di 85 milioni di sterline, cioè giusto 100 milioni di euro. Chi alle spalle di Bale nella nostra Top 10? Presto detto, eccoli qui! E ci sono anche dei nomi sorprendenti… Per le immagini dei grafici la fonte è Eurosport.
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Il lago Natron e le statue di pietra di Camilla Rubin
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l Lago Natron è un lago salino, situato nella Tanzania settentrionale all’interno della Rift Valley africana a circa 600 metri di altitudine, vicino al confine keniota. Il lago, che raggiunge a malapena i tre metri di profondità massima, varia in ampiezza a seconda del livello di riempimento del proprio invaso. Il suo colore caratteristico è un rosso scuro, intervallato da striature biancastre superficiali dovute all'accumulo di sodio (particolarità comune a quel tipo di laghi in cui si verificano intensi cicli di evaporazione). Con l'evaporazione dell'acqua durante la stagione asciutta, il livello di salinità aumenta a un punto tale che cominciano rapidamente a prosperare colonie di microrganismi. Questi microrganismi comprendono i cianobatteri, piccoli batteri che si sviluppano in ambiente acquatico traendo nutrimento dalla luce solare con un procedimento simile alla fotosintesi clorofilliana delle piante. Sono proprio questi batteri, che contengono un pigmento rosso vivo, i responsabili del colore del lago Natron, che assume tuttavia variazioni di tonalità tendenti all'arancio nelle parti dove l'acqua è meno profonda. Oltre a questi batteri, l'unico essere vivente che può sopravvivere presso le sue acque è il fenicottero, grazie ad uno strato protettivo corneo su zampe e becco (che non sempre, però, lo salva): difatti l'acqua di questo lago è non solo imbevibile, ma estremamente caustica anche per la pelle. L’acqua del lago contiene infatti, un composto naturale letale per moltissimi animali, che rischiano di restare letteralmente pietrificati: è il carbonato idrato di sodio, conosciuto, appunto, con il nome di Natron (è quindi un composto naturale costituito principalmente da carbonato di sodio e bicarbonato di sodio, che proviene dalla cenere vulcanica che sgorga dalla Grande Rift Valley e sfocia nel lago stesso). Utilizzato in passato nell'operazione dell'imbalsamazione per le sue proprietà di assorbimento dell'acqua, il natron rende le acque del lago simili all'ammoniaca, con un pH compreso tra 9 e 10,5, mentre la temperatura dell'acqua può raggiungere i 60° C. Proprio per questo motivo nessun animale può resistere a questo ambiente caustico. Così, non appena uccelli e pipistrelli toccano le acque del lago Natron, i minerali cominciano a trasformarli in pietra, intrappolandoli per sempre nella posizione assunta negli ultimi istanti di vita. Come farebbe la celebre “Medusa” della tragedia greca… I carbonati e i sali, presenti in altissime concentrazioni, permettono la calcificazione di questi animali non appena si asciugano dopo l’immersione. Nick Brandt è un fotografo che ha scritto un libro: Across the Ravaged Land (La terra Ferita), un libro documentato da molteplici immagini, che ritraggono animali diventati pietra.. l’autore non ha solo immortalato questi animali “mummificati”, ma nel libro descrive anche le cause che hanno portato a questo fenomeno. "Ho trovato inaspettatamente le creature - uccelli e pipistrelli - lungo la costa del lago. Nessuno sa per certo esattamente come muoiono, ma sembra che il riflesso della superficie del lago li confonda. Gli uccelli, allora, si schiantano contro lo specchio d'acqua e precipitano nel lago", spiega il fotografo, che ha raccolto queste creature e le ha collocate in posizioni 'viventi', nel tentativo di rianimarle e farle rivivere dopo la morte. Thure Cerling, professore di geologia e geofisica all’Università dello Utah ed esperto della chimica dei grandi laghi africani, sostiene che gli animali nelle foto sono molto probabilmente morti di cause naturali. Poiché nella zona ci sono pochi predatori, i corpi sono rimasti a lungo nel lago incrostandosi dei sali – come carbonato e bicarbonato di sodio – contenuti nelle acque alcaline. Di qui la “mummificazione”.
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E' uno dei luoghi pi첫 spettacolari al mondo. Si trova in Tanzania vicino il confine con il Kenya
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Stile
maculato U
no stile che non è mai completamente tramontato, ma che a fasi alterne si ripropone con innegabile potenza. Il maculato è uno stile che piace a molte donne e che alla maggior parte dona, ma che va maneggiato con cura, facendo attenzione ad abbinarlo a colori neutri come il beige e il cammello o il nero. E’ proprio così che lo abbiamo visto, proposto sulle passerelle, in abbinamenti eleganti e declinato su abiti, cappotti, scarpe e borse. Dalle molteplici sfumature, vinaccia, sabbia o dorato, il maculato rende il look sexy e accattivante e di sicuro non passa inosservato. Uno stile urbano, pratico e piuttosto aggressivo, da stemperare con capi dalle tinte pastello e con giochi di trasparenze. Numerosi stilisti hanno dato sfogo alla loro vena creativa declinando questa stampa su tanti capi e accessori, gilet, cappotti e abiti, ma anche biancheria intima che grazie allo stile maculato può essere insieme sexy e aggressiva. Un vero trionfo dell’animalier prints che rende omaggio al manto dei felini e rende eclettica e originale la donna che lo indossa.
Stile longevo e di sicuro intramontabile, il maculato torna ad ornare maglie, cappotti, gonne e borse di Fabiola di Giov Angelo
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Ivan Donev
Talento made in Italy I
van Donev è uno stilista emergente del Made in Italy con origine bulgara. Diplomato in didattica della musica nella sua città natale Plovdiv in Bulgaria. Contemporaniamente ai studi lavora con la Camera Nazionale della Moda Bulgara, fa parte del Parlamento Europeo dei Giovani, partecipa concorsi e meeting internazionali di natura diversa. Il debutto internazionale di Ivan Donev è a Parigi nella Bottega di Pablo Picasso e nel centro della Cultura Bulgara in Francia. Subito dopo il diploma si recò in Italia, ed è stato ammesso alla Università per Stranieri di Perugia, dove ha studiato lingua italiana, letteratura e la cultura italiana. Nel 2011 si diploma come stilista di moda a Roma in Accademia Intarnazionale d'Alta Moda e d'Arte del Costume KOEFIA e presenta la sua tesi nella rappresentazione del Parlamento Europeo in Italia. Nel 2012 prende il suo Master in STILISTA DI MODA RISPONSABILE DEL PRODOTTO preso KOEFIA. Nel luglio del 2012 fa il suo debutto sulle paserelle di AltaRoma AltaModa, durante il final work di Accademia Koefia, dove ha anche ricevuto i complimenti di Santo Versace . Ivan Donev è invitato a partecipare alla Fashion Week di Istanbul, chiude la sua sfilata il più famoso del mondo il modello androgeno Andrej Pejic. Dopo numerosi successi sulle passerelle e riviste, MILLENNIUM MAGAZINE di New York pubblica 8 pagine con i suoi lavori. Fotografia del già famoso coprispalle di piume è esposta nel Museo MAXXI: Museo delle Arti del XXI , lo scatto fa parte della mostra THE WHITE GALLERY della fotografa Manuela Kalì. Il suo viaggio sulle strade della moda continua con appuntamento durante il Carnival of Luxury in Portogallo. Un suo modello è stato esposto nelle splendide sale di Hotel St. Regis vicino ai capolavori a più grandi stilisti della couture italiana per “Onlus Donna donna”. Giugno partecipa all'evento benefico per la ricerca di TeleThon “hOpe'n Art”. Le pubblicazioni e le interviste continuano su magazine nazionali e mondiali come “Climber Fashion XY” Internazionale, “BURDA” Italia, “IMimage” New York, “24Ore” Bulgaria, “HAUTE COUTURE” Paris – Roma. Passo dopo passo il desiderio più grande di Ivan Donev si sta realizzando, continuando a credere in se stesso e lavorare con persone di grande professionalità.
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E' nato in Bulgaria ma si è formato stilista nel nostro Paese. Possiede una grande cultura e vanta già tantissime esperienze
Crediti Foto: Adriana Soares Make up: Nuala Oliveira Hair Stylist: Simone Bardi Models: Aurora Felici - Elena Romagnino Si ringrazia l'ospitalità di: Bar Bar Station- Via Flaminia Nuova, 204 - Roma
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Pigramente Signora L’
autunno è la stagione ideale per dare l’avvio alle riflessioni su se stessi e sul proprio look. Ad esempio per reinterpretare il binomio donna-eleganza si può intraprendere un’operazione di restauro del vintage. Accordando i colori con i gialli e i marroni della stagione, una giovane donna sdrammatizza e ravviva i capi della mamma mischiandoli con la sua parte fanciullesca, senza forzare i contrasti, ma danzando con estrema levità sulle proprie incongruenze. Per giunta nella cornice del Pigneto, il quartiere più decadente e vivo di Roma. Ci ricorda la Patty Pravo della maturità negli ’80, con la sua eleganza sospesa tra seduzione e trascendentalismo. “Specchio specchio chissà chi è/clonazione, forse un’altra te/sfumi i contorni…”. (Giovanni Merone)
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Credits Photo: Antonio Guzzardo (www.antonioguzzardo.com) Mua: Valentina Pintus (www.valentinapintus.com) Hair stylist: Vincenzo Panico Stylist: Vanessissima (Superlatives- www.ssuperlatives.tumblr.com) Stylist’s assistant: Lorenzo Wayne (Superlatives) Model: Carlijn@yourwaymanagement Thanks to: Ristorante Angelina (www.ristoranteangelina.com), Elena Muratore. Roma 2013
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Irene Renni La psicologia per conoscere se stessi di Paolo Paolacci
Abbiamo incontrato una giovane psicologa specializzanda in psicoterapia umanistica e bioenergetica. Ne è scaturita un'intervista molto interessante e tutta da leggere. Anche per capire molto di noi stessi
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a sempre sensibile al fascino e al mistero della psiche ho scelto di intraprendere questo percorso di studi e di vita seppur lungo e oneroso". Con semplicità ecco un ritratto giovane e convincente della sua persona: Irene Renni. Irene, parlaci di te. “Sono una psicologa specializzanda in psicoterapia umanistica e bioenergetica. L’ Analisi Bioenergetica è una psicoterapia a mediazione corporea fondata in America negli anni 50 da Alexander Lowen; è un metodo, unico nel suo genere, che combina la terapia corporea alla psicoterapia verbale. Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un’unità. La psicoterapia umanista invece si è sviluppata agli inizi degli anni 70 in America ad opera di Abraham Maslow e di Carl Rogers, che individuarono nel bisogno di crescita e di affermazione le principali spinte di ogni comportamento umano e nel senso di autostima il presupposto fondamentale dell'equilibrio personale”. Qual è lo scopo della terapia integrata? “Scopo primario della terapia integrata è l’armonizzazione e la realizzazione delle varie parti del Sé e quindi della personalità. L’obiettivo può essere raggiunto soltanto se il terapeuta è in grado di mettersi in una posizione di ascolto del paziente in un setting di ottimismo e di sicurezza. Il lavoro terapeutico segue il paziente tenendo conto delle sue esigenze e di quello che 'porta in terapia' ovvero nel Qui ed Ora; ecco
perché è importante essere a conoscenza e integrare varie tecniche e approcci psicoterapeutici capaci di fare riemergere tutti i 'sensi del Sé', che vanno riattivati nell’area della consapevolezza, del significato e del valore della persona nella sua completezza”. Come è cresciuto dentro di te questo interesse? “Da sempre sensibile al fascino e al mistero della psiche, (la cui etimologia si riconduce all'idea del 'soffio', cioè del respiro vitale; presso i Greci designava l'anima), ho scelto di intraprendere questo percorso di studi e di vita seppur lungo e oneroso”. Che obiettivi umani e lavorativi ci si pone in queste condizioni? Cosa puoi consigliare in generale a chi ci legge in situazioni come queste? Esiste una spia, una condizione, una particolarità? “Ciascuno di noi possiede una 'natura intima' in parte specifica della persona in parte della specie, essa contiene i bisogni fondamentali, le emozioni, le capacità, le potenzialità, i talenti e tutto quanto caratterizza il Sé della persona Questo nucleo spesso è molto debole perché i condizionamenti culturali, l’educazione, il timore della disapprovazione lo soffocano e i contenuti di tale nucleo sono per lo più inconsci o rimossi. Dalla repressione di tali contenuti scaturisce 'la malattia'. I disturbi possono essere dunque considerati come un blocco al naturale processo di autosviluppo e di autorealizzazione. Tale processo passa pertanto attraverso il prendere contatto di nuovo con la pro-
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pria natura intima, l’accettazione del proprio Sé, dei propri bisogni e delle proprie aspirazioni e della loro espressione in modo da poter raggiungere il “pieno compimento” della nostra essenza naturale e spirituale”. Qual è la differenza tra psicoterapeuta e psichiatra? “La differenza sostanziale tra lo psicologo/psicoterapeuta e lo psichiatra risiede nel modo di vedere la persona e nell'approccio utilizzato. Mentre lo psicologo e lo psicoterapeuta guardano la persona nel suo insieme, evitando di concentrarsi solo sul disturbo, lo psichiatra utilizza un metodo che può essere definito di diagnosi/cura. Egli cura i disturbi psichici e le malattie mentali attraverso l'utilizzo dei metodi propri della psichiatria, che comprendono spesso l'utilizzo di farmaci. In alcuni casi può avvenire che sia lo psicologo o lo psicoterapeuta forniscano contemporaneamente allo psichiatra il loro supporto al fine di ottenere un risultato migliore di quello che si otterrebbe attraverso l’utilizzo esclusivo di uno dei tre approcci”. Com’è possibile intervenire su un soggetto non ancora maturo? “Lo psicologo infantile lavora con le famiglie e per le famiglie. Si occupa dell'infanzia e delle difficoltà incontrate dai bambini durante le diverse e difficili fasi dello sviluppo cognitivo, psico-affettivo e socio-relazionale. Lo psicologo che si occupa di bambini e adolescenti, lavora anche con i genitori, aiutandoli a capire quali siano le cause e le possibili soluzioni del disagio dei figli. Comunque i primi anni di
vita costituiscono il fondamento principale della personalità adulta e delle sue modalità di adattamento mentre i disturbi dell’infanzia possono comparire nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza”. Che aspettative hanno i genitori o le persone che vengono da te? Sono pronte a collaborare a seguire i tuoi consigli, le tue cure? “Essenziale è ascoltare, comprendere e rassicurare i genitori rispetto alle difficoltà di gestione e accettazione delle problematiche che li hanno condotti a richiedere una consulenza. I genitori sono la prima chiave di lettura preziosa nella conoscenza del bambino in quanto figure primarie di riferimento nella costruzione identitaria dell’individuo e depositarie della sua anamnesi. È fondamentale quindi creare una rete di collaborazione che coinvolga la famiglia, la scuola e le figure professionali tutte per assicurare al bambino una continuità coerente nel suo percorso di crescita”. Da dove si parte in genere per una diagnosi? “Il colloquio diagnostico è utile perché aiuta il clinico a mettere a fuoco i conflitti del paziente e la sua organizzazione difensiva predominante. Il compito dello psicologo che effettua una diagnosi è, in pratica, quello di definire il funzionamento di un paziente attraverso la descrizione delle sue dinamiche comportamentali che comprendono i suoi vissuti, le sue relazioni e le modalità psicologiche e patologiche che ne sono alla base. La diagnosi psicologica evidenzia e descrive l’unicità dell’individuo attraverso la comprensione dei suoi aspetti emotivi e cognitivi, orienta verso una strategia terapeutica ed è in continua evoluzione, può essere modifi-
cata sulla base dei cambiamenti che avvengono durante l’intervento terapeutico”. E quanto può durare la cura? “La durata di una psicoterapia è molto variabile e dipende da numerosi fattori (la complessità del problema, le aspirazioni del paziente, le sue possibilità economiche, la teoria di riferimento dello psicoterapeuta). Si va indicativamente da un minimo di 5 sedute ad un massimo di 10 anni”. Progetti futuri? “Il mese di ottobre è stato il mese del benessere psicologico a Roma. La salute, definita nella Costituzione dell'OMS, come 'stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia', viene considerata un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. A tal proposito, ho organizzato insieme a due mie colleghe un seminario corporeo gratuito, Il corpo è espressione sincera del nostro inconscio che si esprime attraverso lo sguardo, il respiro, la voce, il silenzio, la tensione muscolare. Conoscere se stessi significa compiere un viaggio anche attraverso il proprio corpo; attraverso il riconoscimento e l’accoglienza dei suoi bisogni è possibile migliorare l’integrità psicofisiologica tra mente e soma, requisito essenziale per il benessere personale e l’autorealizzazione. Componente essenziale e bussola per questo viaggio sono le nostre emozioni. Permettersi di viverle senza timori può migliorare i rapporti e la qualità della vita. Per info, curiosità e chiarimenti la mia email è: irenerenni@gmail.com o renni19317@ordinepsicologilazio.postecert.it”.
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Il silenzio che unisce
I rapporti di coppia possono nutrirsi e fortificarsi grazie al silenzio? Lo abbiamo chiesto al dottor Marco Rossi, sessuologo e psicoterapeuta di Fabiola Di Giov Angelo
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n amore dirsi tutto è un errore e per rimanere uniti bisogna essere intimi sconosciuti. E’ in sintesi quello che sostiene Pedro Zarraluki, romanziere catalano, nel suo ultimo libro “La storia del silenzio”. L’autore ritiene che l’amore e i sentimenti si nutrano di segreti e che il principio dell’attrazione sia proprio l’occultamento, il fatto di conservare qualche aspetto nascosto di sé, dando la sensazione all’altro di essere misteriosi ed inaccessibili e per questo più attraenti. In che misura bisogna tacere e tacersi all’altro in un rapporto di coppia? Ne parliamo con il dottor Marco Rossi, sessuologo e psicoterapeuta. “Sono assolutamente d’accordo con queste affermazioni e ritengo che il segreto di una buona coppia sta proprio nel fatto di rimanere un po’ sconosciuti l’uno all’altro. Ce lo ha spiegato bene – aggiunge il dottor Rossi – il mito di Eros e Psiche, che racconta di un amore e una passione travolgenti tenuti vivi dal fatto di rimanere sconosciuti l’uno all’altra, rovinato infine dal desiderio sbagliato di Psiche di conoscere il volto del suo amato Eros. Per fare bene l’amore – riprende Rossi - bisogna rimanere un po’ sconosciuti l’uno all’altro e la buona intimità non è fatta di conoscenza totale, ma di condivisione. Il miglior sesso è proprio quello che avviene con la persona che non conosce assolutamente tutto di te e con la quale puoi lasciarti andare alle tue fantasie. Una coppia sana e affiatata è quella che riesce a comunicare anche in silenzio, anche perché l’eccessiva trasparenza, quella che appartiene alle ‘coppie di cristallo’ tanto trasparenti quanto fragili, è molto pericolosa. Questo non vuol dire che non sia necessario parlare o che sia giusto avere segreti l’uno per l’altra, ma insegna che il silenzio può avere un significato importante, diventando un modo per tutelare e difendere il proprio rapporto. In questo senso – conclude Rossi – le donne possono imparare dagli uomini, capaci anche di stare in silenzio, soprattutto se stanno bene accanto alle loro partner”.
Per saperne di più: www.marcorossi.tv
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lla A cura de NNA DUVALLI AA ta DOTT.SS fessionis bero pro li a ic tr e Ost ata Naturop itatrice Uroriabil i.it naduvall n .a w ww
I Fiori di Bach
Edward Bach affermava “Voglio rendere semplice questo metodo: quando ho fame, vado nell’orto e raccolgo un cespo di lattuga; quando sono spaventato e malato, assumo una dose di Mimulus o di qualche altro rimedio, secondo i casi”
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dward Bach, medico britannico di origine gallese, introdusse nel 1937 un sistema terapeutico basato sulla somministrazione di essenze floreali (Fiori di Bach) che metteva al centro l’uomo e non la malattia. Il meccanismo d’azione consiste nell’eliminare stati d’animo ed emozioni negative che sono alla base dell’insorgenza di malattie, per il ripristino della salute intesa come stato di benessere psico-fisico e sociale. Pertanto l’impiego dei Fiori di Bach è indicato nei casi in cui un alterazione dello stato d’animo o emozioni negative possano contribuire alla comparsa di una malattia, in quanto si è visto che esiste una stratta connessione tra disagio psicologico-emotivo e squilibrio fisico. I Fiori di Bach non interferiscono con altre terapie in quanto agiscono a livello mentale e va considerata come terapia complementare nei confronti di altri metodi terapeutici.
Sono privi di tossicità e quindi possono essere assunti anche in gravidanza, allattamento e infanzia. Quanti sono e quali sono i Fiori di Bach? I Fiori di Bach sono 38 + 1 rimedio d’emergenza: AGRIMONY, ASPEN, BEECH, CENTAURY, CERATO, CHERRY PLUM, CHESTNUD BUD, CHICORY, CLEMATIS, CRAB APPLE, ELM, GENTIAN, GORSE, HEATHER, HOLLY, HONEYSUCKLE, HORNBEAM, IMPATIENTS, LARCH, MIMULUS, MUSTARD, OAK, OLIVE, PINE, RED CHESTNUT, ROCK ROSE, ROCK WATER, SCLERATHUS, STAR OF BETHLEHEM, SWEET CHESTNUT, VERVAIN, VINE, WALNUT, WATER VIOLET, WHITE CHESTNUT, WILD OAT, WILD ROSE, WILLOW, “RESCUE” REMEDY (rimedio d’emergenza). Alcune indicazione per l’impiego dei Fiori di Bach sono: acne giovanile,
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afte, aggressività, alimentazione, allattamento, alterazione del ciclo mestruale, angoscia, ansia, autostima, balbuzie, cambiamento di vita, collera, cefalea, cervico-artrosi, dolore dentario, depressione, drenaggio, emicrania, escoriazioni, ferita, fiducia ridotta, gelosia, gravidanza, insonnia, ipertensione/ipotensione arteriosa, mal di testa, menopausa, panico, parto, post partum, preoccupazioni, problemi sessuali, shock, attività sportiva, stanchezza, sudorazione eccessiva, attività scolastica, timidezza, torcicollo, trauma, tristezza, ulcera, vitalità ridotta…e molto altro. Il rimedio più adatto verrà consigliato dopo un approfondito colloquio, in quanto il metodo deve essere personalizzato e preciso per poter essere efficace. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha riconosciuto dignità di metodo terapeutico ai Fiori di Bach già quattordici anni fa.
lla A cura de NNA DUVALLI AA ta DOTT.SS fessionis libero pro a ic tr e st O ata Naturop itatrice Uroriabil i.it naduvall n .a w ww
Lo Yoga
con l'ostetrica
E’ fondamentale per il parto e il travaglio che la donna si lasci completamente andare ai propri istinti. Lo yoga le farà scoprire proprio la sua capacità di muoversi istintivamente nel modo giusto
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Ostetrica è la figura per eccellenza più vicina alla donna. E’ competente per seguire in piena Autonomia e Responsabilità la donna in tutto il suo percorso evolutivo dalla Nascita alla Menopausa. Si occupa del benessere della donna, focalizzando l’attenzione sulle risorse endogene, sulle sue competenze bio-psichiche in quanto dispone di strumenti qualificati per accompagnarla-informarla e migliorarne la salute. L’antica arte dell’ostetrica è la maieutica ovvero la capacità di aiutare le donne a sviluppare il maggior potenziale di salute e di benessere per il suo bambino tramite una serie di strumenti non medici bensì educativi, curativi ed attivanti. La genesi della salute in gravidanza è orientata alla valorizzazione delle risorse endogene della donna, e lo Yoga è davvero lo strumento più adatto per fare si che ciò avvenga. La donna durante il travaglio ha bisogno di entrare in comunicazione con la parte più irrazionale ed antica, legata alla mente di razza, che come donna possiede naturalmente e lo yoga fa proprio in modo che questo avvenga. Attraverso lo yoga l’ostetrica insegnerà alle future mamme a rieducare gradualmente il corpo, seguire l’istinto ed assumere posizioni naturali. Inoltre è un prezioso strumento per: Rilassare la tensione fisica; Sciogliere la rigidità mentre i muscoli si allungano e si distendono; Liberare le emozioni; Migliorare lo stato di salute; Favorire la circolazione; Aiutare nei piccoli disturbi quali nausea, lombo-sciatalgia, pubalgia, mal di testa…; Preparare i muscoli per il parto; Insegnare la corretta postura; Insegnare la corretta respirazione; Creare uno spazio di confronto tra donne e tra donna e ostetrica E’ importante che la gestante pratichi lo yoga perché le insegnerà a muoversi seguendo le sue sensazioni, facendo si che esprima liberamente ciò che sente attraverso il corpo con la respirazione ed i suoni. Con il tempo arriverà a lasciare che il respiro fluisca in modo naturale e a prendere coscienza del ritmo della sua respirazione. E’ fondamentale per il parto e il travaglio che la donna si lasci completamente andare ai propri istinti. Lo yoga le farà scoprire proprio la sua capacità di muoversi istintivamente
nel modo giusto, quindi imparerà con il corpo e non con la mente. Lo yoga aiuta la madre a sfruttare al massimo le sue potenzialità infatti non si può insegnare ad una gestante come partorire perché il suo corpo sa perfettamente cosa deve fare. L’Ostetrica deve aiutare la donna a riappropriarsi di queste competenze innate, ritrovando la sua capacità naturale di partorire. La gravidanza è una meravigliosa trasformazione della realtà: per 9 mesi c’è una donna con il pancione ed un attimo dopo ci sono una donna ed un bambino.
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Libertà Dopo il pae che è sta to s L’Un e, la nazi ordinato g he r o ia sta ne ades so fa c e Ronald L. Ray, n do la autore freelance che risiede nel libero stato del Kansas, discendente di vari patrioti della Guerra americana di indipendenza. Per saperne di più: Associazione Benessere Alcalino Via Ciro Menotti, 20 – Villanova di Guidonia (Roma) Tel. 0774.554670 - www.associazionebenesserealcalino.it
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uesta volta non vi parlo di acqua alcalina e di alimentazione sana per prevenire le più svariate patologie e ritrovare il benessere psico-fisico. Vi parlo di un argomento che mi sta a cuore e che chiama in causa sempre il concetto di benessere. Un argomento che tocca la libertà dell'individuo, costretto a sottostare al debito e ai ricatti finanziari di un sistema monetario e bancario che opprime, toglie la serenità alla gente ed è alla base della crisi di cui ci bombardano la testa ogni giorno. Vorrei che più gente possibile sappia che la libertà di ogni singolo Stato passa attraverso la cancellazione del debito attraverso la reintroduzione della moneta nazionale. Pertanto ripropongo integralmente un articolo scritto da Ronald L. Ray con la traduzione di N. Forcheri. Un articolo che la stampa italiana ha tenuto nascosto, mostrandosi complice dei poteri forti e lontana da quei concetti di libertà assoluti. In questo caso la politica non c'entra nulla e qualsiasi riferimento ad essa non ci interessa. Quello che ci interessa è questa azione volta a restituire libertà monetaria alla propria nazione, in questo caso l'Ungheria.
L’Ungheria si libera dei vincoli dei banchieri Mai più dagli anni ’30 con il caso della Germania un paese europeo aveva osato sfuggire alle grinfie dei cartelli bancari internazionali controllati dai Ro-
thschilds. Questa è una notizia stupenda che dovrebbe incoraggiare i patrioti nazionalisti del mondo intero ad intensificare la lotta per la libertà dalla dittatura finanziaria. Già nel 2011 il primo ministro ungherese, Viktor Orbàn, promise di ristabilire la giustizia sui predecessori socialisti che avevano venduto il popolo della nazione alla schiavità di un debito infinito con i vincoli del FMI (Fondo Monetario Internazionale). Secondo una relazione sui siti germanofoni del “National Journal”, Orbán si è accinto a scalzare gli usurai dal trono. Il popolare e nazionalista primo ministro ha detto al FMI che l’Ungheria non vuole né richiede “assistenza” ulteriore dal delegato della Federal Reserve di proprietà dei Rothschild. Gli ungheresi non saranno più costretti a pagare esosi interessi a banche centrali private e irresponsabili. Anzi, il governo ungherese ha assunto la sovranità sulla sua moneta e adesso emana moneta senza debito e tanta quanto ne ha bisogno. I risultati sono stati nientemeno che eccezionali. L’economia nazionale, che vacillava per via di un pesante debito, ha recuperato rapidamente e con Germania. Il ministro per l’Economia ungherese ha annunciato che grazie a “una politica di bilancio disciplinato” ha ripagato il 12 agosto 2013 il saldo dei 2,2 bilioni di debito all’FMI, prima della scadenza ufficiale del marzo 2014. Orbàn ha
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dichiarato: “L’Ungheria gode della fiducia degli investitori” che non vuol dire né l’FMI né la Fed o altri tentacoli dell’impero finanziario dei Rothschild. Piuttosto si riferiva agli investitori che producono in Ungheria per gli ungheresi, creando crescita economica vera, e non già la “crescita di carta” dei pirati plutocratici, bensì quel tipo di produzione che assume realmente le persone e ne migliora la vita. Con l’Ungheria libera dalla gabbia della servitù agli schiavisti del debito non c’è da meravigliarsi che il presidente della banca centrale ungherese gestita dal governo per il bene pubblico e non per l’arricchimento privato abbia chiesto all’FMI di chiudere i battenti da uno dei paesi più antichi d’Europa. Inoltre, il procuratore generale, ripetendo le gesta dell’Islanda, ha accusato i tre precedenti primi ministri del debito criminale in cui hanno precipitato la nazione. L’unico passo che rimane da fare per distruggere completamente il potere dei bancksters in Ungheria, è di attuare un sistema di baratto per lo scambio con l’estero come esisteva in Germania ce come esiste oggi in Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, i cosiddetti BRICS, una coalizione economica internazionale. E se gli USA seguissero la guida dell’Ungheria, gli americani potrebbero liberarsi dalla tirannia degli usurai e sperare in un ritorno a una pacifica prosperità.
monetaria:
l'esempio dell'Ungheria di Stefano Marzi, presidente dell'Associazione Benessere Alcalino
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Design da ufficio Oggetti e accessori per l’ufficio, per uno spazio tutto da arredare. di Fabiola Di Giov Angelo
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uante ore passate in ufficio! E quanto tempo attorno a quella scrivania, che ci ospita durante il giorno, che raccoglie i nostri “ferri” del mestiere, oggetti utili e alleati preziosi che sempre più spesso sono anche belli e spiritosi. I designer hanno sempre considerato il settore ufficio un ambito libero in cui sperimentare, nel quale sbizzarrirsi con forme e materiali inediti, ironici ed ecologici. Orologi da parete e stampe colorate, ma anche portaoggetti da appendere al muro e raccoglitori per i messaggi ispirati alla natura, senza tralasciare sedie e poltrone ergonomiche e dalle linee sempre più fantasiose, per dare un tocco di colore anche all’ufficio più grigio. Oggettistica ricercata e divertente, che senza rivoluzionare l’intero arredamento, interagisce con gli altri spazi, movimenta e colora l’ambiente lavorativo, rendendolo più funzionale ed accogliente.
Maiuguali Time Zone
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Green Sedie SDP
Green Sedie Ska Punk
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Bello e confortevole il design mignon, pensato per i piccoli della casa
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olorati allegri e divertenti i mobili per le camere per ragazzi. Si tratta di ambienti che vengono vissuti quotidianamente con grande energia, ed è per questo che devono essere arredati in maniera semplice e funzionale, a riparo da rischi e liberi da inutili oggetti ingombranti. Un design fresco, studiato proprio per i pic-
coli della casa, complementi di arredo e mobili realizzati con materiali sempre piĂš leggeri e sicuri che non hanno nulla da invidiare ai mobili pensati per il resto degli abitanti della casa. Strutture dai modelli fantasiosi e mobili in tinte vivaci o morbidi colori pastello per indimenticabili momenti di gioco, studio e svago. di Fabiola Di Giov Angelo
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Il Centro Agro Alimentare festeggia i dieci anni di attività. Ne parliamo con il dottor Fabio Massimo Pallottini, amministratore delegato della Cargest Srl e direttore generale del CAR di Roma di Claudio Testi
Dieci candeline
per il CAR I
l 29 ottobre si sono spente le dieci candeline per festeggiare i dieci anni di attività del Centro Agro Alimentare di Roma. Per l’occasione abbiamo incontrato il dottor Fabio Massimo Pallottini, amministratore delegato della Cargest Srl nonché direttore generale del Car S.C.P.A. di Roma, per conoscere meglio il centro e i progetti per il futuro. Anzitutto cosa rappresenta questo centro per l’Italia e il ruolo che ricopre per l’estero? “Grazie anche alla sua posizione strategica che permette un accentramento dell’offerta e della domanda
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che caratterizzano l’input e output di prodotti e servizi, il Centro Agro Alimentare di Roma è al top delle strutture nazionali ed è una delle più grandi in Europa per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli ed ittici. Rappresenta un grande polo logistico, sotto tutti i profili, dall’organizzazione alle tecnologie avanzate supportata da un alto grado di informatizzazione capace di integrare in modo efficace un reale processo di integrazione tra produzione, commercio, distribuzione, export, imprese di logistica e di servizi”. E poi?
“Il CAR in questi dieci anni non è diventato solo un importante luogo di incontro tra domanda e offerta, ma anche un luogo in cui le merci arrivano, transitano, si lavorano, si acquistano, si preparano si distribuiscono direttamente sia nella capitale e zone limitrofe che nel resto dell’Italia. In questo modo il CAR è una occasione molto importante per gli operatori del sistema agro alimentare e per la collettività che trova in esso una garanzia di poter contare su operatori dei vari settori altamente qualificati e i controlli del CAR stesso e della pubblica amministrazione. Possiamo affermare che il CAR ormai è entrato a far parte delle eccellenze per gli operatori commerciali ittici e ortofrutticoli, e ai produttori agricoli”. Quali sono le vostre strategie di marketing? “Le nostre linee guida sono rappresentate da azioni di 'market oriented' ed efficienza operativa, in particolare puntando sulla 'gestione cattura valore', il cui obiettivo è quello di cogliere i potenziali segnali di sviluppo e di crescita, quindi creare valore per le società, attraverso il potenziamento di quello già creato dagli operatori del centro, individuando delle leve in grado di influenzare la performance d’impresa. Un altro elemento della nostra strategia è lo sviluppo, in particolare atto ad incrementare i servizi a valore aggiunto. Altro punto è la 'concentrazione' attraverso il potenziamento delle attività già esistenti al fine di ottimizzare le conoscenze e le competenze acquisite e maturate, rispondendo con una sempre più ampia innovazione alle esigenze di mercato in continua evoluzione. In questa ottica sono state individuate alcune azioni strategiche finalizzate a: crescita del giro d’affari degli operatori dei mercati; miglioramento della marginalità CAR – Cargest; azioni strategiche di medio periodo”. Cosa rappresenta il progetto “Cuor di Car”? “Cuor di Car, in primis, mette in risalto il cuore e quindi la passione, la generosità, ma anche l’organo principale della vitalità. Fondamentalmente è un marchio del CAR che dà una garanzia di qualità e genuinità dei prodotti acquistati e venduti. E’ un simbolo di grande valore e sicurezza per grossisti, dettaglianti e consumatori con la mission di comunicare, qualità, sicurezza e identità territoriale. In questo modo il CAR vuole confermare il desiderio di presentare il meglio del nostro territorio e del nostro paese, appunto, 'il meglio scelto per voi' ”. Cosa avete in serbo per il prossimo futuro? “Stiamo studiando la possibilità di ampliare e far crescere ancora di più il CAR, rafforzandone la presenza sul territorio con grandi sviluppi per il resto d’Italia prediligendo grandi azioni sinergiche e una maggiore presenza all’estero”.
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Gianmarco Tognazzi, Fabio Campoli e.... la “Sua Cucina”
L'attore e lo chef protagonisti a Venezia della Biennale del Gusto con il progetto “La Tognazza” e uno show cooking dedicato al grande gourmet Ugo
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ianmarco Tognazzi e Fabio Campoli, un attore e uno chef, uno figlio di un grande gourmet, l'altro gourmet di professione.. una nuova originale coppia in cucina, protagonista a Venezia di una “gustosa” kermess. Venezia, infatti, non è solo una città romantica, con i ponti e le lagune o la città del cinema o della biennale dell'arte, è anche la città del “Gusto”. Dal 26 al 29 ottobre Venezia si è trasformata nella capitale delle eccellenze eno-gastronomiche con un evento dedicato a professionisti ed amatori da non perdere. Quattro giorni per conoscere regioni, territori, prodotti tipici. Quattro giorni per degustare e scoprire le eccellenze del nostro paese, patria non solo di arte e meravigliosi paesaggi, ma anche di prodotti e di una cultura gastronomica che il mondo ci invidia. In questa speciale location i due sono stati protagonisti di più e interessanti momenti. Padroni di casa allo stand “La To-
gnazza”, spazio riservato esclusivamente a chi ama mangiare bene, in cui saranno presentati tutti i prodotti dell'azienda tenuta a battesimo dal grande Ugo. Dall'olio al vino (il celebre Tapioco e Antani), dalle creme alle confetture, tutto è prodotto secondo tradizione e selezionato e garantito dallo chef Campoli e dal suo Circolo dei Buongustai. Un progetto gastronomico che persegue il sogno dello “chef e produttore” Ugo Tognazzi e che riporta alla contemporaneità i veri sapori di una volta, originali e genuini, come sottolinea Gianmarco. Insieme, nella giornata di sabato 26 nello spazio Electrolux, hanno duettato ai fornelli in una serie di speciali show cooking dedicati alla “Sua Cucina”...la cucina del mitico Ugo Tognazzi, un cuoco prestato al grande schermo, scrittore e sperimentatore di numerose ricette. E proprio prendendo spunto dai suoi libri, lo chef Campoli reinterpreta alcuni piatti affiancato da Gianmarco, che non solo si è impegnato ai fornelli, ma ha
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dato voce a una serie di letture di brani tratti dai libri di Tognazzi e altri testi dedicati al mondo della cucina. Un percorso e uno spettacolo gastronomico – culturale unico. “In questo progetto ho ritrovato le buone cose che contraddistinguono la filosofia del Circolo dei Buongustai: la gioia dei sapori e il convivio e la cucina di un grande attore, che con Gianmarco ci piace ricordare, rivedere e riassaporare” , conferma il presidente del Circolo dei Buongustai. Per chiudere in bellezza, lo chef Campoli è stato nominato Presidente di Giuria mentre Gianmarco Tognazzi Presidente onorario del premio “Città di Venezia – Ugo Tognazzi”, assegnato al termine delle quattro giornate al miglior cuoco in gara. Un’edizione della Biennale del Gusto, veramente ricca: tra show cooking e degustazioni, letture e prodotti da conoscere, riflettori puntati su questa nuova coppia artistica.
Irene Cao
etti una giovane scrittrice a Caneva, un tranquillo paese nella provincia di Pordenone, e dopo nove mesi partorisce una bella creatura. Anzi tre. Il numero perfetto. Il numero dell'amore. E non è un caso che questa “gestazione” sia durata proprio nove mesi. Anche questo è il frutto dell'amore. Del suo amore per la scrittura. Lei è Irene Cao e la sua creatura porta tre nomi: “Io ti guardo”, “Io ti sento”, “Io ti voglio”. E' il successo editoriale di quest'estate. Un successo che continua. Una trilogia erotica, edita da Rizzoli, di cui Irene ne è la genitrice. L'autrice. E' lei che ha dato vita ai suoi personaggi. Elena e Leonardo su tutti, che, in preda a passione e sentimenti, si lasciano andare ad una storia che si snoda tra Venezia, Roma e Stromboli. Irene racconta la storia d'amore di Elena e Leonardo come se questi due esistessero veramente. Come se ce li avesse davanti agli occhi e spiasse anche i loro momenti più intimi. Che la letteratura erotica fosse ormai liberata dal perbenismo e dal pudore è cosa ormai risaputa da tanto tempo. La conferma è arrivata con la trilogia di E.L. James e le sue “50 Sfumature” ma questa di Irene Cao e della Rizzoli non è solo la risposta italiana. E' una storia diversa, decisamente più umana e in un certo senso anche meno “spudorata”, pur mantenendo alti i picchi di passione e di erotismo. Un viaggio attraverso i sensi raccontato in maniera sublime dall'autrice. E così una giovane ragazza della provincia di Pordenone si è ritrovata nel pieno del successo letterario. Era il suo sogno. Non ha mai mollato e ce l'ha fatta. Questa è un'altra bella storia da raccontare. Irene Cao, un nome sconosciuto al pubblico italiano che al suo esordio letterario ottiene un grande successo. Raccontaci qualcosa di te per iniziare a conoscerti meglio. “Sono nata a Pordenone e vivo in provincia di Pordenone. Il mio percorso formativo passa attraverso il Liceo Classico, una laurea in Lettere Classiche e un dottorato di Ricerca di Storia Antica, insomma mi sono nutrita di cultura classica. E questa mia formazione la si nota soprattutto nella parte iniziale della trilogia. Dopo il dottorato ho fatto tanti lavori precari. Quando è arrivata la proposta della Rizzoli facevo la commessa in una profumeria”. In genere gli scrittori quando devono creare si isolano. Qual è il luogo dove ti sei “ritirata” per scrivere la storia? “L'ho scritta a Caneva, un paese della provincia di Pordenone situato vicino a Treviso. Mi sono ritirata qui per nove mesi...”. Come è nata l'idea della trilogia? “In un anno e mezzo scrissi un primo romanzo, dal quale poi è nata la trilogia. Era il 2008. Spedii il manoscritto a varie case editrici dopo un'accurata selezione, in quanto non volevo che il mio lavoro andasse svilito in una di quelle tante pic-
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Il fenomeno editoriale dell'anno
E' l'autrice della trilogia erotica “Io ti guardo”, “Io ti sento” e “Io ti voglio” che tanto sta spopolando nel nostro Paese. In questa intervista ci racconta come è nato questo successo editoriale. Alla base di tutto c'è questa giovane scrittrice molto preparata e ben motivata. Quella scritta da lei è una storia di arte, sentimenti, sesso, passione e cucina tra Elena e Leonardo... 64
di Alessandro Cerreoni
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Crediti Foto di Al Bruni Abiti di Barbara Beltrame Make-up: Francesca Dorigo Hair stylist: Sara Commodi
cole realtà che chiedono soldi agli autori per stampare. Inizialmente era una storia d'amore con due scene di sesso. Finì in mano alla Rizzoli: lo scorso arrivò la proposta di partire da quel nucleo e tirare fuori una trilogia. Abbiamo viaggiato insieme. Loro avevano capito che '50 Sfumature' aveva avuto successo e che in Italia mancava un qualcosa del genere. Così da ottobre scorso in nove mesi ho scritto la trilogia. Alla fine ero alla frutta: scrivevo dalle dieci alle dodici ore al giorno!”. Alla fine sei stata premiata. La tua trilogia, oltre che in Italia, ha avuto successo anche all'estero. “E' stata venduta in dieci Paesi ed è già stata pubblicata in Spagna, dove sta ottenendo un ottimo riscontro”. Ritieni che la storia che racconti sia in un certo senso quella che tutte le donne sognano di vivere? “Credo di sì. Riescono ad identificarsi con la protagonista e questo me lo raccontano molte lettrici. E' una storia che può capitare a chiunque. Una storia molto vicina alla realtà. E in questo penso risieda la chiave del suo successo”. Una curiosità. Che significato ha per te il melograno visto che il punto di incontro tra i due protagonisti della storia è legato proprio a questo frutto? “E' andata in maniera casuale. Quando ho iniziato a scrivere la storia era autunno e questo frutto era maturato da poco. Qui in collina dove vivo ce ne sono tanti e li vedevo durante le passeggiate che facevo per distrarmi un attimo dalla scrittura”. E perché la scelta del personaggio maschile è caduta su quella dello chef? “Leonardo non poteva che fare lo chef. Ha un rapporto diretto con la terra e con le sue mani crea vere opere d'arte. Elena perde la testa per lui quando lo vede all'opera, intento a creare piatti favolosi. Grazie a Leonardo, Elena inizia e fa un percorso attraverso i sensi”. Se dovessero realizzare un film ispirato a questa trilogia, quale attore vedresti bene per interpretare Leonardo e quale attrice Elena? “In ambito italiano ci vedrei bene Marco Bocci (il commissario Scialoja nella serie 'Romanzo Criminale’, ndr), così come ci vedrei bene un attore straniero come Javier Bardem. Filippo, un altro personaggio maschile della storia, lo vedrei interpretato da Giorgio Pasotti. Ad interpretare Elena vedrei molto bene Ana Caterina Morariu, una delle protagoniste di 'Squadra antimafia' ”. Questa trilogia ha riscosso molto successo tra le donne. Pensi che possa piacere anche agli uomini? “Secondo me sì. Non è il classico romanzo
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rosa. C'è anche il punto di vista degli uomini. E poi, ci tengo a dirlo, non ci sono scene volgari, né sadomaso”. Perché libri di questo genere, metto anche “50 Sfumature”, riscuotono un grande successo quasi esclusivamente tra il pubblico femminile? “Potremmo dire che le donne leggono per evadere dalla grigia quotidianità e forse cercano nei libri qualcosa per distrarsi e per divertirsi. Un altro motivo è determinato dal fatto che le donne leggono di più degli uomini”. Secondo te perché i romanzi erotici se scritti da donne ottengono un successo maggiore? “Credo che le donne riescano a descrivere meglio queste storie. Gli uomini, forse, sono più meccanici e in questo tipo di romanzi serve un elevato grado di sensibilità. Quella sensibilità che serve per creare la psicologia dei personaggi, i sentimenti e il lieto fine”. Ormai la letteratura erotica è pressoché sdoganata. Credi ad un successo sempre più crescente di questo genere o pensi che a lungo andare si possa correre il rischio di rasentare la ripetitività e la noia? “Questo rischio l'ho corso anch'io. Mi sono trovata in mezzo e all’inizio ero scettica sulla riuscita di quest’impresa letteraria. Pensavo dentro di me che la gente fosse esausta. Poi ho capito che il successo di un libro è nel come si racconta la storia”. Nella letteratura erotica femminile è ricorrente la scelta del personaggio donna basata su figure semplici che nel corso della storia si evolvono fino a diventare diverse, più forti e più sicure di sé. Perché avviene questo? “Per quanto mi riguarda volevo trovare un personaggio semplice, una donna con tutti i suoi difetti. Una donna vera. Elena è una ragazza di oggi e a me piaceva il fatto di poter dare l'idea del cambiamento. Nel prossimo libro, invece, ci sarà il percorso inverso. Partirò da una donna affermata, una super donna...”. Il primo volume della trilogia è ambientato a Venezia. Il secondo a Roma e il terzo a Stromboli. Qual è il motivo di questa scelta? “Ci tenevo tantissimo a dare un'idea corale dell'Italia. Venezia la conosco molto bene. E' la mia Venezia: una Venezia vera, reale, dei giovani e classica. Roma la conosco abbastanza e mi ci sento molto legata e ne sono innamorata. Stromboli è la terra di Leonardo ed è questo ritorno alle origini che aiuterà Elena a guarire”. Il tuo prossimo lavoro letterario? Ci hai appena accennato a qualcosa... “Non sarà del genere erotico, ma non mi allontanerò dai sentimenti”.
Un teatro tutto da leggere Si trova in Argentina ed è considerata la seconda libreria più bella del mondo. La sua particolarità è che è ospitata all'interno di un teatro
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’era una volta il teatro Gran Splendid, inaugurato nel 1919 per volontà dell’imprenditore austriaco Max Glüksman, grande promotore del cinema e del tango. Con quattro palchi e una platea dalla capacità di cinquecento persone, era uno dei più lussuosi di Buenos Aires. Ospitò grandi personalità della scena artistica argentina: Carlos Gardel incideva le sue canzoni in una delle sue sale di registrazione. Nel 2000, il gruppo Yenny-El Ateneo, la catena di librerie più famosa dell’Argentina, decide di restaurare l’antico teatro e convertirlo in uno dei suoi locali, mantenendo tutto lo splendore dei balconi originali, del sipario di velluto rosso e della cupola affrescata. Idea brillante: il The Guardian la dichiara la seconda libreria più bella del mondo. Oggi, agli amanti della lettura, basterà varcare le porte a vetri dell’edificio situato in Santa Fè al 1860, nel quartiere delle Recoleta, per entrare in un para-
diso. El Ateneo – Gran Splendid possiede più di 120.000 titoli, meticolosamente ordinati per genere, negli scaffali che troverete lungo tutte le pareti e nella platea. Il piano terra e i primi due piani sono dedicati ai libri, nel terzo troverete un’ampia scelta di musica classica e film d’autore, mentre il quarto e ultimo piano è riservato alle esposizioni temporanee. L’interrato è dedicato alla letteratura infantile e alla musica in generale. Gli abitanti di Buenos Aires vi consigliano di dedicare almeno un paio d’ore alla visita di questo posto meraviglioso. Non si tratta infatti di una comune libreria, dove entrate, scegliete un libro e pagate prima di uscire. Qui, numerose poltroncine (esattamente quelle del teatro, comode e avvolgenti…) permettono di sedersi comodamente a leggere qualsiasi volume, senza obbligo di acquisto. Si, avete letto bene: potete passare tutto il tempo che desiderate nella
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di Camilla Rubin magica cornice del teatro, sfogliando le pagine del volume da voi scelto, magari affacciati a uno dei balconi di granito. Non dimenticatevi di alzare lo sguardo per ammirare la grande cupola centrale realizzata dall’artista italo-argentino Nazareno Orlandi nel 1919 per celebrare la fine della prima guerra mondiale. L’affresco rappresenta un’immagine allegorica della pace. Se poi la lettura vi dovesse far venire appetito, potete sedervi in uno dei tavolini della zona ristoro, ricavata nel palco centrale, e trovare riparo sotto l’antico sipario rosso, che oggi rimane sempre aperto: lo spettacolo non finisce mai! La libreria El Ateno – Gran Splendid, la più grande del Sudamerica, è la meta perfetta per un giornata grigia. Mentre fuori piove, al suo interno risplendono, sotto le luci soffuse, i corrimano in ottone e le decorazioni dorate delle colonne in stile corinzio: l’ambiente perfetto per godere di una buona lettura.
Oltre il bianco e nero
Ci sono foto storiche indimenticabili di personaggi celebri che hanno influenzato il corso della storia e che sono entrate a far parte della nostra memoria in un attimo: la linguaccia di Albert Einstein ma anche il viso di Charles Darwin o Mark Twain. Nessuno è mai potuto andare oltre al bianco e nero di una fotografia dell'epoca
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l diciottenne creativo danese Mads Madsen, in arte Zuzah, ha avuto una grande capacità, quella di regalare all'umanità la possibilità di contemplare i personaggi del passato nel loro reale impatto cromatico. Come se la foto fosse scattata “oggi” magari attraverso un cellulare o un filtro di Instagram. Il risultato è a dir poco spettacolare, la resa dei colori e la veridicità dell’immagine saltano subito all’occhio, emerge la naturalezza dei tratti, le immagini sono reali, non forzate o caricate di inutili fronzoli. Madsen si dichiara appassionato di storia ed esperto di colorazione ed è riuscito a riprodurre i colori secondo un attento studio del grigio che domina le fotografie d'epoca. Il meticoloso processo che segue Zuzah è guidata tanto dalle sue conoscenze tecniche che dal suo occhio, ad esempio è in grado di riconoscere i colori reali a secondo della tonalità di grigio!! Secondo il creativo genericamente sono necessari dai 5 ai 30 minuti per dare colore ad una fotografia di un ritratto standard, ma in caso si necessiti di dettagli aggiuntivi, come uno sfondo con altre persone, il tempo di lavoro può arrivare anche a sei ore. La colorazione delle fotografie dona nuova vita alle immagini ed aggiunge il colore in modo da svalutare il loro significato storico. L’operazione sottolinea anche i difetti delle immagini, come cicatrici e taglietti, permettendo allo spettatore di riconoscere più facilmente la loro età, offrendo in più una visione a colori della storia che solitamente nell’immaginario delle persone è in bianco e nero. di Camilla Rubin
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Federica Quaglieri
Comico si nasce
E'
una giovane attrice con una grande vena comica. E' Quale è stata la tua formazione artistica? nata a Jesi. “Una ridente cittadina – perché poi si dica “Quando si è trattato di scegliere dove studiare, perché sono così non l'ho mai capito – in provincia di Ancona”, convinta che lo si debba fare come per gli altri lavori, ho avuto dice. Lei è Federica Quaglieri. “Jesi – continua - oltre ad aver due madrine d’eccezione che mi hanno guidata: Valeria Moridato i natali a molti dei nostri sportivi noti a livello nazionale, coni e Mariangela Melato. Valeria era un’amica di famiglia li ha dati anche a Valeria Moriconi e Virna Lisi. Perciò l'aria che conoscendo la mia vis comica mi consigliò la Scuola di di quelle campagne dovrebbe porTeatro di Bologna. Un’Accademia, tarmi fortuna... spero!”. Ha finito da poco di girare il film tra quelle riconosciute a livello nazionale, che aveva il merito di forE' dotata di ironia e di autoironia. “Un'estate da leoni”, mare attori con questa prerogativa. E' caparbia, combattiva e si ritiene innamorata della vita. Ma per co- una commedia dove si ride molto. Mi disse: 'il comico non lo si può insegnare. I tempi, il ritmo che il noscerla meglio vi consigliamo di La comicità è nel suo dna e di comico richiede, o li si possiedono leggere questa intervista. Federica, hai da poco finito di giquesto dice che non “si insegna e in una scuola possono essere guidati, o se non si hanno, ci si deve rare “Un'estate da leoni”, a ma si può solo affinare”. fianco di Floriana Secondi, accontentare di essere solo attori drammatici. Se un attore ha talento Mirko Alivernini, Ennio DroHa scritto anche un libro e in il drammatico lo fa ad vandi e altri bravi attori. Di cosa radio conduce una trasmissione comico, parla questo film e qual è il tuo occhi chiusi. Non il contrario'. Padedicata alla cucina ruolo? role che mi sono rimaste incise “Si tratta di una commedia fresca dentro, le sue. Poi, incontrai Mae divertente. E’ l’estate di cinque ragazzi molto diversi tra loro riangela. Sarebbe lungo qui raccontare come e cosa significò per me quel nostro primo incontro. Lei è stata, ed è, il mio che, per fatalità, si troveranno a trascorrere insieme una vacanza che cambierà, per ognuno in modo diverso, le loro vite. ideale di attrice. Versatile, come pochissime sono state in grado Si ride molto, questo è sicuro, perché ci sono tantissime gag e di essere. Un talento vero. Ad ogni modo, anche lei mi sconsigliò la più conosciuta scuola Silvio D’Amico, troppo 'accaavventure. Io sono una dei cinque protagonisti del film e interpreto Lucrezia, una ragazza di Milano snob e fissata con la demica' appunto, date le mie corde ambivalenti. Così, piena di timori, feci il provino per entrare a Bologna e mi presero. Poi moda. Assolutamente comica suo malgrado”.
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studiai a Praga, a Parigi e vinsi una borsa di studio per la recitazione cinematografica alla New York Film Academy. Ma la formazione non finisce mai e come posso faccio stage”. Nasci come attrice comica; come avviene il passaggio alla recitazione drammatica? “Il passaggio al drammatico non avviene. E' contestuale e naturale. La difficoltà, come dicevo prima, non sta nell'imparare il drammatico, ma il comico. Il comico si può affinare, si può imparare a veicolare i tempi per la risata ma non si insegna. Diversamente, il drammatico si impara. Per chi ha la fortuna di avere talento comico, il drammatico è una passeggiata di salute”. Il teatro è senz'altro il tuo primo amore. Che esperienza è stata quella del cabaret? “Avevo sempre desiderato di fare cabaret. Poi, ho incontrato Stefano Vigilante - che per la verità seguivo da tempo nella speranza di poterci lavorare un giorno - e quest'incontro è stato determinante. Ho imparato e imparo moltissimo da lui. Abbiamo cominciato a lavorare insieme e non ci siamo più lasciati. In questo periodo, stiamo riportando in scena, sia nei teatri che in spazi più familiari al cabaret, uno spettacolo che ha avuto enorme successo: 'Romanacci Tua'. Si tratta di uno spettacolo nato su improvvisazione e tratto da il libro omonimo scritto proprio da Stefano e che vede in scena con noi anche Saverio Raimondo, giovane comico e autore straordinario”. Quando scegli un film da andare a vedere al cinema, come si orienta la tua
scelta? Scegli in base al genere, al regista o agli attori? “Scelgo in base ad un mix di fattori. Regia e cast artistico, senza dubbio. Ma anche stato d'animo e storia. Leggo le recensioni, sento il parere delle persone e cerco di vedere i trailer. La fotografia per me è tra i fattori che mi conquistano. E' fondamentale in un film, credo. Ti porta nell'atmosfera della storia”. Nel 2012 è uscito il tuo libro intitolato “Gocce di pensieri sull’Albero della Vita”. Di cosa parla e che riscontri ha avuto? “Ho sempre scritto, in realtà per me. Poi sono arrivate le prime sceneggiature. Una su tutte 'Sciocchezze da Stagnari' scritta a quattro mani con Nicola Paduano. Abbiamo scritto e interpretato questo cortometraggio, per la Regia di Daniele Ciferri che sta vincendo anche dei premi. Poi è nato il mio primo libro 'Gocce di pensieri sull’Albero della Vita'. Un libro d’arte, in realtà, fatto di pensieri e immagini. Mai avrei creduto che sarebbe stato distribuito in circuiti nazionali come Feltrinelli e internazionali come Amazon. Eppure ha avuto ottimi riscontri e per la presentazione ufficiale ho avuto l'appoggio di Roma Capitale. Grazie al loro sostegno ho avuto uno spazio prestigioso per la mia presentazione". Attualmente stai portando a teatro uno spettacolo sul tema del femminicidio. Come si può trasportare su un palco un argomento così delicato? “Si può portare in scena con il massimo del rispetto per il problema, quasi del tutto made in Italy tra l'altro. Noi non facciamo speculazione
del dolore e non abbiamo alcuna intenzione di sfruttare un argomento così delicato. Anzi. Le storie che portiamo in scena sono nate da uno studio di oltre 200 casi avvenuti negli ultimi tempi, fatti dall'autrice Betta Cianchini”. Dalla tua biografia emerge che sei un'appassionata di cucina e che conduci una rubrica radiofonica intitolata “Spadelliamo”. Abbiamo in mente varie trasmissioni televisive che parlano di cucina ma in radio come si può trattare questo ambito visto che non ci sono le immagini? “Spadelliamo nasce da questa mia passione per il cibo. Assolutamente una forma d'arte di tutto rispetto. E' vero, non ci sono immagini, ma ci sono io, la mia personalità, le mie ricette e tante gag comiche. E' una trasmissione fresca divertente dove si parla di cucina a tutto tondo e da massaia. Non sono certo uno chef ma adoro stare ai fornelli e sperimentare. Ascoltemi e vi divertirete!” Giochiamo un po'. Parlando di cucina, quale potrebbe essere un piatto ideale da gustare mentre si guarda un film comico? “D'istinto dico fagioli all'uccelletta”. Ed uno adatto per guardare un film drammatico? “Cappelletti in brodo”. Hai un sogno? “Sì ma non lo divulgherei nemmeno sotto tortura. Se le cose le dici, si rovinano”.
Crediti Foto: Loredana Vanini Collana: Undici Cappello e abito: Fabric Factory
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CHARTS classifiche
TOP 10 E UROPA 01 “Counting stars” – One Republic 02 “Hold on, we’re going home” – Drake ft. Majid Jordan 03 “Atlas” - Coldplay 04 “Same love” – Macklemore & Ryan Lewis ft. Mary Lambert 05 “Roar” – Katy Perry 06 “All the wrong places” – Example 07 “Burn” – Ellie Goulding 08 “Do I wanna know?” – Arctic Monkeys 09 “Wake me up” – Avicii 10 “Sonnentanz” – Klangkarussel ft. Will Heard
TOP 10 USA 01 “Royals” – Lorde 02 “Roar” – Katy Perry 03 “Wrecking ball” – Miley Cyrus 04 ”I luv this shit” – August Alsina ft. Trinidad James 05 “The Fox” – Ylvis 06 “My nigga” – Yg, Jeezy and Rich Homie Quan 07 “Replay” – Zendaya 08 “Sweater Weather” – The Neighbourhood 09 “Pompeii” – Bastille 10 “Wake me up” – Avicii
TOP 10 ITALIA 01 “Il sale della terra” – Ligabue 02 “Cambia-menti” – Vasco Rossi 03 “Fisico & Politico” – Luca Carboni ft. Fabri Fibra 04 “Quando una stella muore” – Giorgia 05 “L’anima vola” – Elisa 06 “Amore puro” – Alessandra Amoroso 07 “Odio le stelle” – Francesco Sarcina 08 “Limpido” – Laura Pausini ft. Kylie Minogue 09 “Non è mai abbastanza” – Modà 10 “L’amore non mi basta” – Emma Marrone
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COLDPLAY Riecco all’opera Chris Martin e la sua band questa volta per la colonna sonora del film “Hunger Games – La ragazza di fuoco”. Si tratta della loro prima canzone della loro carriera ad essere stata composta appositamente per una colona sonora di un film. ARCTIC MONKEYS Arrivano dall’Inghilterra e sono catalogati come un gruppo alternative rock/indie. Sono capitanati dal cantante-chitarrista Alex Turner. All’attivo vantano l’album “Whatever people say I am, that’s what I’m not”, divenuto nel 2006 l’album di debutto più venduto nella storia della musica britannica. AUGUST ALSINA Ecco di scena un altro giovane hip hopper americano con grandi prospettive. Classe 1992, in questo disco collabora con Trinidad James, rapper statunitense originario dell’isola di Trinidad e Tobago. YLVIS Si tratta di un brano composto per un programma tv norvegese che sta diventando il fenomeno del momento, contando milioni di visualizzazioni su YouTube. Il duo in questione è composto da due fratelli.
VASCO ROSSI Questo nuovo singolo del mito vivente, registrato a Los Angeles, è stato composto negli ultimi anni con un’impronta ecologista. Anche in questo caso ha scelto facebook per il lancio, il suo mezzo di comunicazione preferito. FRANCESCO SARCINA Noto leader del gruppo de Le Vibrazioni, adesso è alle prese con l’esperienza da solista. Il singolo precedente s’intitola “Tutta la notte”. Nel suo passato c’è un duetto con Giusy Ferreri al Festival di Sanremo.
special guest
IMANY Una voce fuori dal comune I
l suo vero nome è Nadia Mladjao e il suo nome d’arte Imany significa fede e speranza in Swahili. E’ nata in Martigues, con origini africane, il 5 aprile del 1979 e nel corso della sua vita è stata dapprima un’atleta di salto in alto per poi divenire modella per la Ford Models Europe. Ha iniziato a cantare dall’età di cinque anni e seriamente intorno ai venti, dopo aver preso qualche lezione di canto e aver messo insieme musicisti per alcuni concerti. L’attività di modella non l’ha scelta lei, ma è stata notata per strada, al contrario della musica che è stata da sempre il suo obiettivo. Ha vissuto per qualche anno negli States per poi tornare in Francia, dove ha iniziato la carriera di cantante e, infatti, attualmente si divide tra questi due Paesi. Non ha avuto un percorso facile artisticamente parlando, visto che la sua voce è stata ritenuta difficile da gestire per molti producer. E’ stata la rivelazione dell’estate e il suo singolo vincente “You will never know” ha conquistato il doppio disco di platino. L’amata artista con il suo inseparabile foulard, si esibirà nel nostro Paese nel prossimo mese di dicembre per presentare il suo album “The shape of a broken heart”.
news
The Wanted ci aspettano con il World of Mouth World 2014, una serie di concerti sparsi per il mondo, tra cui è prevista un’unica tappa in Italia. Saranno, infatti, il 26 febbraio all’Alcatraz di Milano. Tutto a supporto del nuovo album intitolato “Word of Mouth”. Avril Lavigne è pronta a sfornare il suo nuovo lavoro in cui figura il pezzo “Let me go”, cantato insieme al marito Chad Kroeger, il noto frontman dei Nickelback. La coppia ha collaborato
per la stesura del pezzo con David Hodges, ex Evanescence. Jason Derulo, il celebre personaggio di Miami, arriverà nel nostro Paese con un unico ed imperdibile concerto. Si esibirà il 10 marzo prossimo all’Alcatraz di Milano e sarà l’occasione per presentare il suo terzo disco dal titolo “Tattoos”, dal quale sono già stati estratti due singoli. Giorgia di recente e a seguito dell’uscita del
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nuovo disco “Dietro le Apparenze”, ha annunciato le date del suo nuovo tour che la porterà in giro per l’Italia, tra cui vi segnaliamo quella del 17 maggio al Palalottomatica di Roma. Icona Pop, al secolo Aino Jawo e Caroline Hjelt, anche loro hanno scelto l’Alcatraz di Milano per esibirsi il 20 marzo prossimo. Il live presenterà il loro primo album “This is Icona Pop”, uscito negli ultimi tempi, trainato dal singolo “I Love it”.
Cecilia Quadrenni
“Ho un rapporto intimo con la musica” E' nata ad Arezzo e ha sempre coltivato la passione per il songwriting e per l’arte come cultura e ricerca. Infatti, fin da bambina, ha studiato violino, mimo e recitazione e ha viaggiato tra l’Italia e la Francia. Il desiderio di sperimentare la porta ad abbracciare orizzonti musicali sconfinati mettendosi continuamente alla prova. E' reduce dall'EP “To summer” ed è in rotazione radiofonica con il singolo “It's Just Rain”. Un ottimo momento artistico per lei. Cecilia parlaci di questo nuovo singolo “It's Just Rain”. Come nasce? “Questa canzone è nata a Londra, in un’estate piovosa molto diversa dall’estate torrida italiana. Mi sono resa conto di come certe emozioni si possano nascondere grazie alla pioggia, che sembra a volte venirti in aiuto per camuffare i sentimenti. E’ stato un modo per ringraziarla”. Lo definisci un singolo “intimistico”, che cosa intendi con questa definizione?
“Tutto il rapporto con la musica è per me molto intimo. L’ho sempre vissuta di nascosto perché sono convinta che le emozioni più forti e profonde non si debbano urlare ma sussurrare. E così 'It’s Just Rain' vocalmente si avvicina la mio modo di esprimere le emozioni più nascoste e quindi intime, intoccabili, da ascoltare ad occhi chiusi. Quelle emozioni delicate che finita la canzone si vuole negare di aver provato. Intimo come un atto erotico in cui la voce si fonde con il suono”. “It's Just Rain” è contenuto in un EP che contiene altri pezzi, ce ne vuoi parlare? “Nell’EP 'To Summer', composto da tre brani inediti più una cover del brano irlandese 'Scarborough Fair', ogni inedito è dedicato ad una manifestazione della natura: l’estate in 'To Summer', la pioggia in 'It’s Just Rain' e il vento primaverile che ci avvisa dei cambiamenti che stanno arrivando nella nostra vita in 'New Wind'. Se ci facciamo caso ogni cosa che ci succede può essere ritrovata
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nella natura. D’estate abbiamo voglia di fuggire ed il sole e il caldo ci forniscono l’energia giusta per farlo, ogni cambiamento che è in noi possiamo ritrovarlo nel cosmo e nella terra. E la natura ci fornisce tutto ciò che ci serve per affrontare i nostri stati d’animo”. Com'è avvenuta la scintilla che ti ha fatto innamorare della musica? “A questo è difficile rispondere perché credo di esserci nata. Credo che tutti, in realtà, nascano con l’amore verso la musica ma alcuni, per motivi ignoti, decidono di percorrere proprio questo cammino per comunicare con il mondo. C’è anche chi, dopo poco, lo abbandona. Io sono tra quelli che proseguono e voglio andare sempre più avanti”. Nel 2011 hai avuto un tour nei migliori locali della musica live a Londra. Che cosa ha significato per te cantare dal vivo nella capitale della musica pop? “Cantare per un pubblico molto diverso da quello italiano e di culture diverse è stato molto emozionante e anche co-
E' una giovane artista nata in Italia e che ha avuto la possibilità di esibirsi live a Londra. Ha appena pubblicato l'EP “To Summer”, il cui singolo “It's Just Rain” è in rotazione radiofonica. Parlare con lei di musica vuol dire uscire dagli stereotipi della musica commerciale per entrare in un mondo intimo fatto di sperimentazioni e di emozioni
struttivo perché mi ha messo alla prova e mi ha fatto crescere. Però, il fatto che il mio progetto musicale sia stato apprezzato mi ha anche dato molto coraggio, quello che spesso mi è mancato, per portare avanti la mia musica anche e soprattutto nella mia terra che è l’Italia”. Come ti sei formata musicalmente parlando? “Ho suonato il violino da bambina e seguito corsi di teatro e mimo. Tutto ciò che era arte aveva per me un interesse fondamentale anche se ogni cosa che affrontavo la vivevo come una crescita per migliorarmi nel mio progetto di cantante. Seguendo poi il lavoro di arrangiamento in studio, ho anche imparato a capire quale fosse il giusto sound per i miei brani in relazione alla mia voce, la scelta degli strumenti... Ho imparato molto anche, e forse soprattutto, dai lavori finiti male. Per il resto ho sempre cercato di rimanere mantenere un certo distacco dall’intellettualismo che ruota attorno alla categorizzazione dei generi musicali. Prepararsi e migliorarsi va bene ma sempre facendo tutto di 'pancia' senza imbottirsi di nozioni e concetti che, a parer mio, nella musica non contano. Caratterialmente che persona sei? “E’ sempre difficile parlare di se stessi perché in noi vediamo solo i pregi, o comunque tendiamo a giustificarci, mentre negli altri i difetti. Posso solo dirti che quello che sono veramente lo si può scoprire nelle mie canzoni. Per il resto, sono quello che gli altri vogliono vedere. Mi piace la musica e la mia gatta ed il mio tempo lo trascorro sempre con loro”. Sei nata in Toscana ma la musica ti porta a girare molto. Cosa ti porti dietro della tua regione ogni volta che ti sposti o ti esibisci? “Vorrei portarmi sicuramente il cibo! A parte questo credo di aver ereditato dalla mia regione uno spirito un po’ malinconico, tipico delle nostre colline e una tendenza a ricercare la pace, quella che regna sovrana da queste parti”. Ormai il web ha cambiato il modo e le abitudini di approcciare alla musica. Molti talenti contemporanei devono il proprio successo al web. Per te cosa rappresenta? “Credo che prestissimo il web supererà ogni altra forma di comunicazione, comprese le radio e la stampa. Basti vedere come Youtube ha messo in crisi i canali musicali della televisione. Nel web l’artista abbandona ogni sovrastruttura e punta dritto al proprio talento. Questa è una grande rivoluzione e non solo per la musica”. Che idea hai del panorama della musica in Italia, un mondo dove ormai si è raggiunto il massimo oppure di una realtà che può ancora essere soggetta a “stravolgimenti”? “Purtroppo credo che ci sia stata una grande 'crisi di non identità'. Credo che ci sia tanto da scoprire e che si possa dare molto di più, anche per quanto riguarda i nomi più grandi del panorama musicale. Si può continuare a fare musica anche a 80 anni, basta che non si diventi la caricatura di se stessi”. Hai messo in cantiere progetti da sviluppare a breve e a medio termine? “Sì, adesso sto pensando al mio album che conterrà gli inediti di 'To Summer' e altri brani che sto realizzando, anche in altre lingue. Continuo a lavorare sul live per avere sempre più occasioni per condividere la mia musica con il pubblico”.
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e m o R n i n m u t Au La Capitale si prepara per una lunga stagione di eventi.
Intanto ve ne presentiamo un paio che si sono svolti nelle recenti settimane di Bibi Gismondi
Emilio con lo chef Francesco Straface e il titolare Emilio Miele
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ita mondana e vita metropolitana, urbana o extraurbana poco interessa al popolo sprizz-dipendente. Gli aperitivi si susseguono e i buffét si arricchiscono sia di giorno che di notte. Tra gli avvenimenti più catalizzanti c'è indubbiamente il compleanno del press-agent Emilio Sturla Furnò il quale dopo tante giornate passate ad organizzare per gli altri, è stato giustamente protagonista di una festa a sorpresa. Le note del successo internazionale “That’s what friends are for" interpretate dal vivo dalla performer Emy Persiani, risuonano nella sala delle feste de La Pesata dell’imprenditore romano Emilio Miele che ha voluto festeggiare, con un raffinato dinner a sorpresa, l’amico Emilio. In gran segreto, il titolare del locale, ha chiamato a raccolta last minute gli amici più stretti. Un’importante tavola imperiale decorata con suggestive composizioni di rose rosse, attorno alla quale si sono ritrovati l’On. Sandra Cioffi con il marito Francesco Fedi, il direttore di “Good in Italy” Stefania Giacomini con il marito odontoiatra Valerio Cirillo, l’ “Artista della Luna” Paola Romano, la critica d’arte Francesca Barbi Marinetti, la vicepresidente di Altaroma Valeria Mangani, la conduttrice Fanny Cadeo, i giornalisti Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno, Antonella Piperno e Piero Valesio, Roberta Valentini, Roberta Maresci, Maria Serena Patriarca e Silvia Busetti.
Stefano Cigarini e Gloria Guida Anna Falchi con la figlia e le nipoti
Giancarlo Magalli e Aldo Montano all’interno del Demonia
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lungo attesa dagli appassionati, è stata finalmente presentata la nuova attrazione dark del parco divertimenti di Valmontone, che ha dato il via al mese di Halloween. Tra i primi VIP curiosi di mettersi alla prova lo schermitore Aldo Montano, il canottiere Simone Venier, Anna Falchi, Kaspar Capparoni rivelazione del programma “Tale e quale”, Gloria Guida, Emilio Carelli, Giancarlo Magalli, Niccolò Centioni e Angelo Costabile, freschi reduci da Pechino Express, Valeria Graci da Zelig, Alex Partexano, Karin Proia e Raffaele Buranelli, Raffaello Balzo, Metis di Meo, Saverio Vallone, Daniela Martani, Lilian Ramos e numerosi altri volti noti dello spettacolo.
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La Web Tv presenta SportWeb Alla scoperta del palinsesto di questa dinamica web tv. Ce ne parla il suo editore Fabrizio Di Stefano
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na delle novità del mondo del web per la stagione 2013/2014 si chiama “SportWeb”, è il notiziario sportivo settimanale del portale d’informazione de “La Web Tv”, già produttrice del “WebNews”. Per la prima volta nella storia di internet è possibile assistere ad un notiziario interamente dedicato allo sport. “I primi ad andare in rete”, questo lo slogan. Abbiamo incontrato l’editore Fabrizio Di Stefano, dal 2006 “La Web Tv” è presente su internet con la realizzazione di format televisivi e spettacoli, organizzazione eventi, oltre alla produzione di video dedicati alla cronaca, alla cultura e al sociale, tutti i quasi mille prodotti sono visibili sul sito. Fabrizio Di Stefano, come mai l’idea di un notiziario sportivo? “Abbiamo maturato questa idea perché ritenevamo opportuno aumentare l’interesse del territorio della provincia di Roma, della Capitale e di tutta la Regione Lazio intorno alle tematiche sportive che, soprattutto in questo periodo così difficile a livello economico, continuano ad essere uno dei pochi punti fermi nella formazione di una persona.
Da genitore riesco a comprendere veramente il significato di queste parole”. Qual è il suo pensiero sullo sport? “Seguo molto lo sport soprattutto in occasione dei grandi eventi. Mi definisco uno sportivo nel vero senso del termine, amo il confronto leale dove a vincere è chi merita di più. Ecco, sono per la meritocrazia anche in questo campo”. Ci presenti lo staff. “Oltre al direttore responsabile Fabiola Poggi, abbiamo altri giornalisti in redazione come Veronica Casarin che cura anche l’aspetto del marketing, Fulvia Alessi che svolge anche il ruolo di presentatrice del notiziario, Danilo D’Amico, giornalista professionista e grande appassionato di sport. Per le riprese ed il montaggio possiamo contare su Fabiomassimo Mammi e Umberto Morante”. Come ha risposto il pubblico alle prime edizioni? “Molto bene, soprattutto le associazioni del territorio hanno compreso il mezzo a disposizione per promuovere le loro attività. Ad esempio l’associazione Alessandro Guidoni è venuta a trovarci nel nostro ufficio per un’intervista ad ampio raggio. Siamo a disposizione di tutte le associazioni e le società perché crediamo nello sport e abbiamo a dispo-
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sizione mezzi e strumenti adatti per riuscire a diffonderlo”. Avete partecipato al funerale del mister Roberto Ricci, un momento di riflessione che ha manifestato l’importanza dello sport con la partecipazione di tutta la cittadinanza all’ultimo saluto ad una persona stimata nella chiesa Santa Maria del Popolo a Villalba di Guidonia. Lo sport è veramente un veicolo sicuro di aggregazione e sociale? “Sicuramente anche nel corso dei funerali del mister Ricci abbiamo compreso l’importanza dello sport. Una grande folla ha partecipato all’ultimo saluto all’amato Roberto, una persona umile che ha allenato almeno tre generazioni di ragazzi. Eravamo presenti all’evento con il nostro giornalista e quando ho visionato il video che abbiamo mandato poi in onda mi sono commosso, come me penso anche tutti coloro che lo hanno visto. Il potere del web è quello di poter raggiungere tutte le persone del mondo e magari anche chi ha conosciuto Roberto e oggi si trova all’estero per motivi di lavoro ha potuto salutarlo nel migliore dei modi. Tutto questo grazie a noi. Questo è uno dei tanti motivi che ci rende orgogliosi del nostro lavoro”.