Copia omaggio
2/12
GP MAGAZINE ANNO 13 NUMERO 126 WWW.GPMAGAZINE.IT
FILIPPO NIGRO Luca Jurman • Edoardo Leo • Manuela Morabito Daniela Morozzi • Daniele Pecci
UUnica nica Concessionaria Concessionar per
La L a Grande G ra nd e Concessionaria Concession ri www.autoitaliaspa.com w ww.autoitaliaspa.com
Anche A nche a LLATINA ATI
per per T Tivoli ivoli e G Guidonia uidonia
AA ANZIO NZIO e V VELLETRI ELLETRI
VILLA V ILLA ADRIANA ADRIANA - T TIVOLI IVOLI Via V ia M Maremmana aremmana Inf. Inf. Km Km 2.400 2.400 A 300 300 M MT. T. D DAL AL C CASELLO ASELLO A AUTOSTRADALE UTOSTRADALE
14 FILIPPO NIGRO Uno degli attori più in gamba, è il protagonista di “ACAB – All Cops Are Bastards”, il film tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini, diretto da Stefano Sollima
24 LAOS
20
MIKE TYSON
Tyson da bambino era introverso, solitario e coltivava la passione per i piccioni, che allevava con entusiasmo sul tetto di un edificio abbandonato
38 DEAD LOVE
79 DANIELE PECCI 76 MANUELA MORABITO
Sarà un 2012 importante per lei. E’ al cinema con il film di Carlo Verdone “Posti in piedi in Paradiso” e in primavera la vedremo in un film di Marengo e in due di Fragasso
82 DANIELA MOROZZI
84 EDOARDO LEO
E’ cresciuto a fianco di un grande maestro come Gigi Proietti dopo essersi formato da solo studiando per anni recitazione, dizione e metodo
90 LUCA JURMAN
E’ diventa popolare grazie a “Distretto di Polizia”. Dopo aver lasciato la celebre fiction di Mediaset sta ottenendo grossi consensi a teatro, il suo primo amore
E’ uno dei più apprezzati vocalist e musicisti che abbiamo in Italia. La sua popolarità è accresciuta grazie alla partecipazione come vocal coach al programma “Amici”
ZOOM di Alessandro Cerreoni
La vera crisi è la pigrizia ////////////////////////////////////////////////// I tir che bloccano le autostrade e le tangenziali. Gli imbecilli - perché non esiste altro termine per definirli - che si fanno la foto ricordo davanti al relitto della nave Costa Concordia. I 60 milioni di “giudici” che hanno condannato preventivamente il comandante Schettino all’indomani del naufragio sull’Isola del Giglio. I pacchi bomba e gli insulti via internet contro Equitalia. Quattro istantanee che sintetizzano l’attuale momento dell’Italia e degli italiani. Di peggio in peggio. Difficile essere fiduciosi di fronte ad una fotografia così avvilente di questo inizio 2012. Ma noi non molliamo. Ci eravamo lasciati nel vecchio anno con tanto ottimismo nonostante le “mazzate” del governo che annunciavano un periodo difficile. Perché la parola “crisi” è solo un pretesto per non crescere e per non investire. D’altronde, anche Einstein, non uno qualsiasi, diceva: “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato”. Parole che vanno benedette e scritte a caratteri cubitali ovunque, affinché tutti possano vederle e mettersi in testa che qualsiasi crisi nasce da dentro di noi e non è indotta dall’esterno. Continua Albert Einstein: “Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito”. Parole sante. Questo momento storico è l’occasione giusta per dimostrare quanto valiamo. Parlare di crisi – come dice Einstein – significa incrementarla. Se poi la si vuole usare per proprio comodo è un altro discorso. Troppo facile essere pigri. Troppo difficile darsi da fare e reagire. Un popolo che non vuole essere pigro è un popolo che è superiore a tutto e a tutti, non si fa mettere i piedi in testa, non subisce le scelte scellerate dei governi, non piange in continuazione, non prova invidia verso gli altri. Un popolo pigro, invece, si culla sulla crisi, critica, accusa e giudica gli altri senza conoscere, e adora farsi la gita domenicale sull’isola per autofotografarsi davanti ad una nave affondata che ancora non ha restituito i corpi dei dispersi. Questa è l’Italia. Questi sono gli italiani. Questa è la vera crisi, quella di un popolo pigro e addormentato. Italioti.
4 GP MAGAZINE
www.gpmagazine.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000 DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE Alessandro Cerreoni - a.cerreoni@gpmagazine.it REDAZIONE Via V. Pacifici, 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. e fax 0774.314093 e-mail: redazione@gpmagazine.it PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Simone Ruiti - s.ruiti@gpmagazine.it REDAZIONE Fabiola Di Giov Angelo Silvia Giansanti HANNO COLLABORATO Costanza Cambriani, Cristiano De Masi, Marco De Murtas, Bibi Gismondi, Véronique Haentjens, Ettore Luttazi, Camilla Rubin Si ringraziano: Alessio Piccirillo, Sara Battelli, Mara Fux, Kika Press (crediti fotografici) PUBBLICITA’ PUNTO A CAPO Srl Info spazi e costi: adv@puntoacapo.org Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it Gionata A. Mattioli - g.mattioli@gpmagazine.it Claudia Della Ratta (wedding) - c.dellaratta@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 - Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il 27/01/2012 Copie distribuite 20.000
Nessuna parte di “GP Magazine” puo’ essere riprodotta. “GP Magazine” è un mensile a distribuzione gratuita a servizio dei lettori. Salvo accordi scritti le collaborazioni sono da intendersi a titolo gratuito. Il materiale scritto e fotografico non verrà restituito salvo specifica richiesta scritta. I banner pubblicitari degli inserzionisti, da noi realizzati, sono di proprietà della Mediacommunications Srl; qualsiasi utilizzazione, anche parziale, al di fuori di “GP Magazine”, se non autorizzata, sarà perseguita ai termini di legge.
fOcus ////////////////////////////
COMPLEANNO AMARO PER L’EURO Dieci anni fa entrava in vigore l’Euro. Tutto accadeva in maniera quasi indolore, soprattutto da un punto di vista tecnico, e in pochissimo tempo l’Euro sostituiva le monete storiche di quei paesi che come l’Italia entravano a far parte dell’Unione Europea. Undici furono allora i paesi pionieri, oggi sono diventati diciassette. urtroppo quella moneta oggi è entrata in crisi profonda, assaltata dagli speculatori, con una banca centrale impegnata a difenderla senza poter però stampare autonomamente moneta o farsi garante di ultima istanza dei debiti pubblici dei Paesi membri. E quando stava per scoccare l’ora per salutare definitivamente la lira andata in soffitta dieci anni fa, entro marzo 2012 bisognava convertire le lire in euro, la manovra del governo Monti ha di fatto bloccato questo passaggio. E oggi proprio dieci anni dopo dalla sua nascita l’Euro si prepara a vivere un anno cruciale per la sua sopravvivenza.
P
COUGAR ITALIA: IL PORTALE PER DONNE MATURE Liberarsi dalla zavorra delle inibizioni imposte dalle regole sociali. E’ questo lo scopo primario di cougaritalia.com, il sito che “favorisce” gli incontri tra donne “mature” e giovani uomini. n sito che si rifà al sempre più crescente fenomeno “cougar”, ovvero quelle donne che, ancora molto attraenti nonostante l’età non più giovanissima, preferiscono la compagnia di uomini più giovani di loro. La cougar è una donna indipendente e padrona di sé che ha conservato intatte la propria sensualità e la voglia di divertirsi e di vivere nuove avventure. Per i giovani uomini, invece, frequentare una cougar significa vivere un’esperienza con una donna seducente, la cui maturità si traduce in personalità e carattere. Il fenomeno cougar ha avuto negli ultimi anni una forte crescita anche culturale, grazie al forte impatto mediatico di tutte quelle donne vip che hanno deciso di frequentare uomini più giovani. In questo senso l’esempio più noto è forse quello di Demi Moore, sposata dal 2005 con l’attore Ashton Kutcher di 16 anni più giovane, ma anche di vip di fama internazionale come Madonna, Brigitte Nielsen e Mariah Carey. Il sito cougaritalia.com consente a donne e uomini di registrarsi liberamente per favorire dapprima la conoscenza e poi… l’incontro.
U
6 GP MAGAZINE
GIORGIO BOCCA L’UOMO CHE HA RACCONTATO L’ITALIA Grande giornalista, cronista e scrittore Giorgio Bocca è scomparso il 25 dicembre 2011, all’età di 91 anni. Nato a Cuneo il 28 agosto del 1920, Bocca iniziò a scrivere a metà degli anni ’30, su periodici locali. urante la guerra si arruolò come allievo ufficiale alpino e dopo l’armistizio fu tra i fondatori delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà. Riprese allora l’attività giornalistica, segnalandosi per le grandi inchieste. Nel 1976 fu tra i fondatori del quotidiano la Repubblica, con cui ha sempre continuato a collaborare. Al suo attivo, anche numerosi libri, che spaziano dall’attualità politica all’analisi socioeconomica, fino all’approfondimento storico e storiografico. Nell’aprile 2008 Bocca vinse il premio Ilaria Alpi alla carriera, pronunciando queste parole: “Tutti quelli che fanno il giornalismo lo fanno sperando di dire la verità: anche se è difficile, li esorto e li incoraggio a continuare su questa strada”.
D
BARBIE VIETATA IN IRAN Scoppia la guerra delle bambole in Iran, dove i conservatori da sempre sono in guardia contro i modelli culturali che possono influenzare i più giovani. Mentre dall’altra parte ci sono i bambini desiderosi di avere giochi, zainetti e articoli di cartoleria dei personaggi dei cartoni, da Cars a Toy Story da Garfield a Spiderman. uella delle bambole è la “battaglia” più significativa in quanto tocca il modello femminile che viene offerto alle bambine. E contro la Barbie della statunitense Mattel è ripresa una guerra, dichiarata dai settori più tradizionalisti delle istituzioni iraniane già durante la metà degli anni ‘90, e da allora mai conclusa. Nel frattempo però la slanciata, bionda e sexy bambolina, che ha da tempo spento le 50 candeline, ha fatto breccia nei cuori delle piccole iraniane che tuttora la cercano nei bazar del Paese. La ricerca però da qualche tempo si è fatta di nuovo ardua, dal momento che la polizia ne ha vietato la vendita ai commercianti. Alcuni però si sono limitati a toglierla dalle vetrine per nasconderla dietro il bancone, sostituendola con la sua concorrente Fatima. Non una donnina sexy, come la bambolina a stelle e strisce, ma una bambina paffutella dai grandi occhi neri, vestita con velo e abiti tradizionali. Lanciata circa un anno fa con l'invito alle famiglie ad incoraggiarne l'uso fra le proprie figlie, la nuova bambola era stata concepita per riuscire nella missione fallita in precedenza da Sara e Dara, i due bambolotti messi sul mercato nel 2002 come alternative agli “occidentali” Barbie e Ken, al fine di promuovere i valori morali dei bambini iraniani.
Q
GP MAGAZINE 7
cuRIOsITY di Cristiano De Masi
DOHA:
NADAL E FEDERER ILLUMINATI
1
Nonostante Roger Federer e Rafael Nadal siano due stelle del tennis che brillano di luce propria, il Katara Cultural Village Amphitheatre ha riservato loro un originale campo da gioco, delimitato da centinaia di candele. I due fuoriclasse hanno inaugurato la stagione 2012 con un'esibizione amichevole al Doha Exxonmobil Open.
2 GRAN BRETAGNA:
GRANCHI A COLAZIONE Addio cappuccino e cornetto, addio fiocchi di frumento con la frutta, addio uova e pancetta: nel futuro la nostra colazione sarà molto diversa da come è oggi. Lo dice uno studio internazionale, commissionato da Kellogg's, secondo cui nel giro di quindici anni le nostre abitudini alimentari verranno completamente stravolte. A farla da padroni sul tavolo della prima colazione saranno infatti i doni del mare. Sardine, gamberi, granchi e addirittura fiocchi d'alga in luogo della tradizionale avena. Colpa - o merito, a seconda dei punti di vista - di una tale rivoluzione gastronomica saranno la sempre maggiore mobilità e globalizzazione e il multiculturalismo della nostra società.
LONDRA:
JULIAN BEEVER COLPISCE ANCORA Julian Beever ha colpito ancora, questa volta scovando il nascondiglio di Babbo Natale. Il celebre ideatore degli affreschi tridimensionali su pavimento ha usato i suoi gessetti disegnando una fessura sull'asfalto, dal quale è apparso il laboratorio di Santa Claus, al lavoro con i suoi piccoli operai per impacchettare gli ultimi doni natalizi.
10 GP MAGAZINE
3
4
5
LONDRA:
REGALI DA BRIVIDO FELINO La febbre da regali in vista del Santo Natale ha contagiato anche gli animali del London Zoo. Ai due cuccioli di leone Indi e Heidi, ospiti nella struttura, sono stati recapitati alcuni doni che i due felini non hanno perso tempo a scartare. All'interno delle confezioni c'era il pudding, tipico dolce britannico.
BANGKOK:
CARTA IGIENICA DA OSCAR La faccia di Harry Potter campeggerà sui rotoli della carta igienica nel 2012 in Thailandia.Ed è tutto legale, visto che il suo ufficio marketing ha autorizzato l'utilizzo dell'immagine per l'insolito merchandising. Pare che all'inizio Daniel Radcliffe non l'avesse presa bene, ma alla fine ha deciso di farsi una risata: "Mi è andata bene, i volti dei protagonisti di 'American Pie' sono finiti sui preservativi...". Contemporaneamente in Rete stanno circolando anche le immagini di Twilight, con gli attori Robert Pattinson e Kristen Stewart. In questo caso, però, si tratta di un servizio personalizzato e non è coinvolto alcun ufficio marketing: e voi che star vorreste sulla vostra carta igienica?
6
GRAN BRETAGNA:
UNA BARA A FORMA DI PORSCHE Si dice spesso che le automobili sportive siano delle bare su quattro ruote, dato che l'eccessiva velocità e spericolatezza con cui vengono guidate può portare a tragiche conseguenze. Forse per esorcizzare questo inquietante modo di dire, un originale signore inglese ha pensato di farsi costruire una cassa da morto a forma di Porsche 911. Kenny Schachter, questo il nome dell'eccentrico collezionista, è un patito delle auto sportive e ha speso ben 6500 sterline (circa 7800 euro) per farsi costruire dall'artigiano Joe Ashong una copia della Porsche 911d el 1973 “su misura” che potrà, in un futuro si spera lontano, fungere anche da cassa da morto.
GP MAGAZINE 11
cOVER STORY di Silvia Giansanti
FILIPPO NIGRO UN CELERINO CON L’ANIMA BUONA //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Uno degli attori più in gamba, è il protagonista di “ACAB – All Cops Are Bastards”, il film tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini, diretto da Stefano Sollima, accanto a Pierfrancesco Favino e Marco Giallini: “Mi ritengo soddisfatto del ruolo di celerino, sono state un’esperienza e un’operazione davvero stimolanti”
14 GP MAGAZINE
GP MAGAZINE 15
volte nella vita, quando si è ragazzi, si crede di prendere una direzione e, invece, un grande talento nascosto permette di avere inaspettatamente tutt’altro indirizzo. Filippo Nigro ne è l’esempio lampante. Rispetto a tanti colleghi ha iniziato più tardi, inconsapevole fino ad una certa età di avere in mano le carte vincenti. Il sodalizio artistico con Ferzan Ozpetek ha segnato l’inizio di una proficua carriera. Filippo, attualmente, sta attraversando un periodo molto intenso della sua vita professionale e privata. Ha terminato di girare “E la chiamano estate” ed è un celerino nell’atteso film “ACAB”. Inoltre, debutta a teatro questo mese con “Occidente Solitario”, sarà uno dei protagonisti della campagna pubblicitaria estate 2012 di “Dolce & Gabbana” e sta per diventare papà del suo terzo bambino. Occorre una bella dose di energia per fare tutto. Filippo si forgia facendo sport e parlare con lui è risultato molto piacevole. Filippo, da dove nasce l’idea di fare l’attore? “Dal periodo della scuola, non ho iniziato prestissimo rispetto ad altri. Ho provato al Centro Sperimentale di Cinematografia, mi hanno preso e da lì è partito tutto. Avevo una passione per il cinema e rimanevo estasiato quando vedevo recitare ma sono partito in modo inconsapevole”. Cosa ti ha fatto pensare che ci sarebbe stato
A
16 GP MAGAZINE
posto anche per te in questo difficile mondo? “Non ho mai pensato che ci potesse essere posto per me, non perché fossi pessimista, ma per il semplice fatto che non mi sono mai posto il problema. Ho provato a prendere una strada senza sapere cosa sarebbe accaduto”. Ti ritieni soddisfatto del tuo percorso? “Sì, perché no? Fino ai trent’anni non mi sono dedicato completamente a questo, ho studiato, ho fatto il servizio civile e altre cose. Come già detto, sono partito con una cosa che non era una vocazione, quindi finora mi posso ritenere soddisfatto”. Sicuramente avevi delle doti nascoste che poi sono emerse. (Sorride) “Spero...”. Un buon attore deve essere pronto ad ogni tipo di ruolo, di personaggio e di situazione. Ecco, quale ruolo vorresti che non ti affidassero mai? “E’ difficile rispondere, perché sono davvero pronto a tutto. Temo in piccole percentuali che possano propormi scene crude di cronaca che riguardino omicidi e cose varie. Però penso sempre che si tratti di lavoro e quindi accetterei”. Quando ti sei accorto che il pubblico iniziava ad apprezzarti? “Dai tempi de ‘La finestra di fronte’, anche perché si trattava di un lavoro importante di Ferzan Ozpetek, di grande visibilità. Da quel momento in poi sono iniziati ad arrivarmi apprezzamenti”.
A proposito di Ozpetek,cosa ricordi del lavoro di “Le Fate Ignoranti”? “Conservo bellissimi ricordi dove avevo la sensazione di far parte di un bel gruppo di lavoro che mi avrebbe fatto crescere. E’ stato il primo momento da vero attore”. Stai vivendo un periodo intenso della tua vita professionale. Hai appena finito di girare il film “E la chiamano estate”, in cui interpreti il ruolo di uno scambista. “Devo dire che è stata un’esperienza molto interessante e stimolante. C’è un uomo che frequenta club privé, condividendo momenti particolari con la propria moglie. E’ un bel ruolo con risvolti di un certo tipo rispetto al protagonista. Ho cercato di indagare sulle dinamiche di questo tipo di ambienti, per rendermi conto di ciò che stavo interpretando. Un approfondimento personale, senza però viverlo in prima persona. Sono molto contento di questo lavoro appena svolto con un bravo regista come Paolo Franchi”. Giusto per rifarsi al titolo del lavoro, hai mai trascorso un’estate con il magone dentro? “Certo, ma mai per amore. Credo sia più per insoddisfazioni personali e per sensazioni del tempo che passa inesorabile. L’estate è un momento dell’anno in cui si ferma tutto e viene spontaneo fare dei bilanci”. Invece il 20 gennaio hai debuttato a teatro con Claudio Santamaria in “Occidente Solitario”. “Il testo è di Martin McDonagh e la
pièce è bellissima. Riguarda la storia di due fratelli, una specie di Caino e Abele in era moderna. Tra loro regna una tensione costante e in ogni momento c’è il rischio della violenza fisica e verbale. Nonostante abbia dei risvolti tragici, la storia è molto divertente e questa è la particolarità del testo. Nello spettacolo ci sono anche Massimo De Santis e Nicole Murgia”. Parliamo di “ACAB”, annunciato come uno dei grandi lavori del 2012. Il film mette a nudo la dura realtà che affrontano ogni giorno le forze dell’ordine. Quest’ultimo decennio è stato molto difficile: dal G8 all’uccisione di Gabriele Sandri. Che ne pensi al riguardo? “Questo è un argomento molto complesso. Sono passati dieci anni dai fatti di Genova, abbastanza tempo per tracciare bilanci, visto che sono usciti molti romanzi. Da quel momento sono partite una serie di frustrazioni e dinamiche interne agli ambienti delle forze dell’ordine che sono state interessanti capire, anche parlando direttamente con loro. E’ emerso ad esempio che i celerini sperano di non dover intervenire in certe situazioni come le manifestazioni, invece hanno tutt’altro tipo di atteggiamento verso il tifoso cattivo. E’ importante che a svolgere questo mestiere ci sia una persona calma, fredda ed esperta che faccia le cose con criterio e non un pazzo esaltato che è pronto a riversare sul
lavoro l’aggressività derivante da tutti i suoi problemi personali. Mi ritengo molto soddisfatto del ruolo di celerino, sono state un’esperienza e un’operazione davvero stimolanti”. Toccando la sfera privata, stai per diventare papà per la terza volta. Riesci a conciliare la famiglia con il tipo di attività intensa che hai? “Sì, perché alterno periodi intensi ad altri un po’più tranquilli e allora ne approfitto per bilanciare tutto. Anzi, nei miei periodi di stop, mio figlio più grande, a volte, non ne può più della mia presenza”. Da buon quarantenne, appartieni a quella categoria di uomini che si curano più di una donna per contrastare i segni del tempo? “Ricordo che mio padre diceva quand’ero piccolo che intorno a quarant’anni succede un po’ di tutto, improvvisamente hai delle avvisaglie strane su più fronti e quindi cerchi di correre ai ripari. Fortunatamente pratico molto sport e questo mi aiuta”. Chiudo chiedendoti cosa avverrà secondo te nel 2012. “Non sono un indovino, non ho la minima idea, speriamo solo di superare questo brutto momento economico di recessione. Invece per quanto riguarda la profezia dei Maya, vedremo, anche perché sono un tipo che ha paura del futuro, delle letture delle carte e dell’esoterismo. Non amo sapere come andranno le cose, mi piace viverle giorno dopo giorno”.
CHI È FILIPPO NIGRO Filippo Nigro è nato a Roma il 3 dicembre del 1970 sotto il segno del Sagittario con dubbi sull’ascendente. Caratterialmente lascia che siano gli altri a definirlo.Tifa per la Roma, ha l’hobby degli scacchi e adora la pasta. Vive a Roma ma gli piacerebbe abitare a NewYork. Non possiede al momento animali domestici, è sposato con Gina Gardini e sta per arrivare il terzo figlio. Ricorda con piacere un anno fortunato della sua vita - il lontano 1989 quando riuscì a comprarsi una bellissima motocicletta, che ancora oggi custodisce gelosamente. Il suo percorso è iniziato diplomandosi al Centro Sperimentale di Cinematografia sotto la guida di Lina Wertmuller. Il suo esordio al cinema risale al 1998 con “Donne in bianco”. Nel 2001 è nel film di Ferzan Ozpetek “Le fate ignoranti”, che dopo due anni l’ha scritturato per il film successivo “La finestra di fronte”. A seguire la partecipazione in altri lavori cinematografici tra cui: “A luci spente”, “Ho voglia di te”, “Un gioco da ragazze”, “Amore che vieni, amore che vai”,“Oggi sposi”,“Dalla vita in poi” e “E la chiamano estate”. Per la televisione ha preso parte in “I ragazzi del muretto”, “La dottoressa Giò”, “Prigioniere del cuore”, “L’ultimo rigore”, “R.I.S. Delitti imperfetti” e “Tutta la verità”. Lo stiamo vedendo al cinema con “ACAB – All Cops Are Bastards” e a teatro con “Occidente Solitario”.
GP MAGAZINE 17
&200(5&, 2 $*(92/$72
LO sAPEVATE CHE di Cristiano De Masi
MIKE TYSON UNA VITA AI LIMITI ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E' una rubrica che ha lo scopo di farvi conoscere in maniera diversa i personaggi che ogni giorno sono acclamati da folle di ammiratori. Questa volta dedichiamo il nostro spazio a uno dei più grandi pugili di tutti i tempi Lo sapevate che… Mike Tyson, all'anagrafe Michael Gerard Tyson (Brooklyn, 30 giugno 1966), è un ex pugile statunitense. Soprannominato Iron Mike, The Baddest Man on the Planet, Kid Dinamite e King Kong, Tyson ha assunto il nome islamico di Malik Abdul Aziz durante il periodo trascorso in carcere a scontare una condanna per stupro. Lo sapevate che… Lorna Smith, la madre di Mike Tyson, era una ex insegnante che è stata sposata in passato con Percel Tyson prima di conoscere Jimmy Kirkpatrick. Lorna e Jimmy non sono sposati ma dalla loro unione nascono tre figli: Rodney, Denise e Michael, che eredita il cognome del primo marito della madre Tyson. Jimmy lavora come manovale ma, due anni dopo la nascita di Michael, soffrendo di gravi disturbi al cuore decide di lasciare il lavoro. Con esso abbandona anche la compagna e i figli per rifarsi una vita lontano da Brooklyn. Lorna, incapace di sostenere da sola l'intera famiglia, si trasferisce con i suoi tre figli da Bedford-Stuyvesant a (New York) Brownsville, uno dei quartieri più pericolosi d'America. Michael adesso, senza un padre e con la madre che nel frattempo trova nell'alcol la soluzione ai mali della propria esistenza, cresce senza una guida sulle strade del ghetto dove trascorre un’infanzia molto difficile. Lo sapevate che… Per il suo comportamento è stato giudicato da ESPN il peggior sportivo degli ultimi 25 anni (giudizio di esperti ed amatori) e, nonostante abbia guadagnato più di 300 milioni di dollari durante la sua carriera, ha dichiarato bancarotta nel 2003. Lo sapevate che... Tyson da bambino era introverso, solitario e coltivava la passione per i piccioni (che allevava con entusiasmo sul tetto di un edificio abbandonato). Parlava poco e non
20 GP MAGAZINE
@ Foto gentilmente concesse da Kika Press
si univa volentieri ai giochi degli altri ragazzi. I piccioni erano la sua unica compagnia assieme ad un cane trovatello che battezzò con il nome "Killer". Lo sapevate che… Un giorno Michael picchiò furiosamente un ragazzo più grande che, per divertimento, aveva staccato la testa ad uno dei suoi piccioni e continuò in seguito a ricorrere alle maniere forti qualora gli si presentò l'occasione. Lo sapevate che… In seguito all'ennesimo scippo, per allontanarlo da Brooklyn e da un sicuro avvenire fatto di crimini più gravi, Tyson venne destinato al riformatorio per irrecuperabili di Tyson, ed è proprio lì che il destino cambierà il corso della sua esistenza. Tyson a 12 anni aveva già collezionato una trentina di arresti e detenuto in vari riformatori, ma la boxe era ormai la sua passione. Si allenava con grande impegno, tanto che sovente dovevano costringerlo ad andare a dormire. Era infatti sempre l'ultimo, poiché gli allenamenti non di rado, si protraevano fino alle 2 o alle 3 della notte. La svolta proprio in questo centro, quando il secondino ed ex-pugile medio-massimo professionista Bobby Stewart lo notò. Colpito dalla prestanza e dalla straordi-
naria attitudine alla boxe del piccolo Tyson, Stewart decide di presentare Mike al leggendario Cus D’Amato, allenatore che in passato era diventato celebre per aver tirato su Floyd Patterson, il più giovane campione dei massimi (dal 1956 al 1962), prima dell'era di Mike. Lo sapevate che… Nell'85 ad appena 19 anni, riceve la copertina della più pre-
stigiosa rivista sportiva d'America, Sport Illustrated, che lo appella 'Kide Dinamite'. L'anziano allenatore Cus D'Amato morirà a causa di una polmonite nel novembre del 1985 all'età di 77 anni, non riuscendo a vedere il proprio pupillo vincere il titolo. Lo sapevate che… Alla fine del 1991 la rincorsa al titolo venne bloccata dall'accusa di stupro da parte della reginetta di bellezza Desirée Washington. Segue un processo che viene seguito dall'intera America, divisa tra colpevolisti ed innocentisti, e che si conclude con una condanna a 10 anni di carcere (di cui 4 con pena sospesa). Tyson entra nel carcere di Plainfield , nello Stato dell’Indiana, nel febbraio del 1992 e ne esce già nel marzo del 1995 dopo 1095 giorni di reclusione e beneficiando, tra l'altro, di uno sconto sulla pena per buona condotta Lo sapevate che… ll 26 maggio 2009, la figlia di 4 anni, Exodus, ha perso la vita per soffocamento in un incidente domestico avvenuto il giorno precedente, il 25 maggio. Due settimane più tardi si è sposato con Lakiha Spicer, dalla quale ha avuto la figlia Milan e, il 26 gennaio 2011, il secondo figlio Morocco Elijah, che porta a otto il totale dei figli dell'ex Campione.
GP GP MAGAZINE MAGAZINE 21 21 21Gp
WHY NOT CONSIDER US NEXT TIME?
EVENTI CONGRESSI MEETING ESPOSIZIONI WORKSHOP MOSTRE
Via Ciro il Grande, 10 - 00144 Roma - Tel. 06 45.49.75.00 / 501 - www.salonedellefontane.com - info@salonedellefontane.com
MAPPAMONDO di Vèronique Haentjens
LAOS: IL PAESE DEL DOLCE VIVERE //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Dopo essere stato coinvolto in una guerra che non le apparteneva, il Laos ha aperto le sue porte al mondo (fine anni ’80). Si rimane incantati dalle tradizioni ancora ben salde, dall’indole e dalle abitudini del suo popolo. Il viaggiatore viene sedotto dal senso di accoglienza e di condivisione profondamente ancorato nella natura laotiana, dalla semplicità e dalla gioia di vivere
24 GP MAGAZINE
servizio fotografico di Véronique Haentjens
l modo più affascinante per entrare in Laos è imbarcarsi su uno slowboat a Houei Say, risalendo il Mekong in due giorni fino a Luang Prabang. Fare una sosta per la notte a Pakbeng in un lodge con una vista panoramica spettacolare sul fiume: è il miglior impatto che si possa avere con questo paese. Di giorno, durante la navigazione, fermarsi nei villaggi andando incontro alle minoranze etniche che saranno ben felici di accogliervi e visitare le Grotte di Pak Ou con statue del Buddha di ogni genere e dimensione.
I
LUANG PRABANG Ex capitale reale, Luang Prabang è una cittadina incantevole, magica e impregnata di un sottile fascino che ne fa una delle destinazioni più attraente del sud-est asiatico. Edifici coloniali, ristorantini e caffè con terrazze attirano il viaggiatore che non si sente affatto spaesato e trova tracce della colonizzazione francese persino nell’uso della famosa baguette… cosa che stupisce per un paese asiatico! - Deambulare nel Mercato del Mattino è una vera delizia: una vasta scelta di frutta e verdura, vaschette di pesci vivi e frutti di mare, ogni specie di animali compresi cani e pipistrelli. Certo, per noi è sconcertante vedere che il cane sia un piatto d’uso comune ma anche i laotiani restano meravigliati che il cavallo faccia parte della nostra cucina. - Non perdere la visita dei luoghi sacri come il Wat Xieng Thong, un monastero con un particolare tetto spiovente fino a terra e con un bellissimo mosaico sulla parete esterna che rappresenta “l’albero della vita”. Alcuni stupa e tre cappelle degne di interesse, ognuna originariamente con una funzione ben definita. Infine, la rimessa del sontuoso carro funebre che trasportava le urne funerarie in oro della famiglia reale. - Il Wat Sene Soukaram ha una facciata scintillante d’oro e rosso fiammante, una delle più belle di tutti i templi di Luang Prabang. A fianco, sono custodite due splendide piroghe ma tanti altri templi valgono una sosta. - Il Palazzo Reale è un vero museo in cui rivivere gli anni del re Sisavang Vong fino alla sua partenza nel 1975. In stile francolaotiano, il palazzo è un classico esempio
dell’architettura dell’epoca. Le decorazioni delle sale interne sono un autentico gioiello da esaminare con attenzione. - Salire sulla collina Phu Si per raggiungere lo stupa dorato, alto 24 metri. Si arriva in cima con fatica (329 gradini) ma il panorama a 360 gradi è meraviglioso e aspettare il tramonto, sempre che non ci sia foschia, è davvero emozionante. - Recarsi fino alla punta nord della penisola (formata dalla confluenza del Mekong e del Nam Khan) per attraversare un ponte di bambù che viene ricostruito ogni anno nella stagione secca. Molto suggestivo. - Passeggiare nei vicoli e scendere fino al lungofiume del Mekong dove curiosare nei negozi, ammirare le case di epoca coloniale e sedersi nei caffè o ristoranti con terrazze affacciate sul fiume. - Partecipare al Tak Bat, la processione delle elemosine dei monaci. Un’esperienza indimenticabile nonostante si debba alzarsi all’alba. Acquistare il riso glutinoso già cotto e metterlo in un cestino di bambù. Sistemarsi su un cuscino appoggiato sopra uno stretto e lungo tappeto disteso sul marciapiede. Togliersi le scarpe, mettersi una fascia sulla spalla sinistra e inginocchiarsi con i piedi incrociati, senza sedersi, per le donne mentre gli uomini restano in piedi. Al passaggio dei monaci prelevare un pugno di riso con la mano e metterlo nella loro ciotola senza guardarli negli occhi. Un rituale che ebbe inizio quando le case al pianoterra erano abitazioni (ora sono negozi) e le famiglie conseguivano meriti spirituali compiendo un gesto di generosità. Un’usanza svolta nel silenzio e la meditazione che infonde un senso di pace profonda se compiuta con immenso rispetto. E’ l’antitesi dei nostri gesti: colui che dona è inginocchiato e ringrazia di poter dare. - Passare una giornata nel Parco della Foresta per vedere gli orsi, farsi il bagno nei laghetti a terrazza con un’acqua azzurrina limpidissima e seguire i sentieri per arrivare alla cascata principale. Andare a dorso di elefanti in uno degli Elephant Park o scendere il fiume su una zattera. Si scopre una natura meravigliosa! VIENTIANE La Capitale si è aperta alla modernità senza perdere la sua autenticità. L’unico
GP MAGAZINE 25
modo per capire una città è percorrerla a piedi. Ognuna ha il proprio ritmo, una spinta emotiva segreta che bisogna conoscere passo dopo passo. Niente di più facile per visitare Vientiane visto che la maggior parte dei luoghi di interesse è concentrata in una piccola zona del centro. - Il Wat Sisaket, il più vecchio tempio della città, è in stile siamese e custodisce numerosissime statue del Buddha realizzate con diversi materiali. Particolare ma interessante, il Naga Buddha in stile khmer (un Buddha seduto sulle spire di una divinità a forma di cobra). - Il Patuxai è un arco di trionfo simile a quello di Parigi ma in stile laotiano con 4 archi. Si può salire in cima per ammirare Vientiane dall’alto. Fu eretto con cemento fornito dagli americani per costruire un nuovo aeroporto e un’iscrizione che può fare sorridere dimostra la profonda lealtà dei laotiani: “visto da vicino appare meno suggestivo, come un mostro di cemento”. - Il Pha That Luang, a circa 3 chilometri dal centro, è il monumento nazionale e religioso più significativo del Laos, ricoperto d’oro con guglie che si vedono in lontananza e di sera, illuminato, attrae come una calamita. Eretto su tre livelli, ognuno rappresenta una parte della dottrina buddhista che bisogna cercare di interpretare per capire il significato di questa costruzione. Ci sono tanti altri monasteri, musei e parchi da vedere ma soprattutto prendere il tempo di conoscere gli abitanti che hanno molto da offrire! IL SUD La maggior parte dei viaggi organizzati non contempla il sud del Laos ma è assolutamente inderogabile recarsi nel Laos meridionale per capire i contrasti che caratterizzano il Paese. PROVINCIA DI CHAMPASAK - Il Wat Phu a Champasak è un complesso di templi khmer sulla sponda del Mekong e luogo di culto buddista. Fu costruito sulle pendici del monte Kao. Arrampicarsi fino al santuario è faticoso ma ciò che troviamo in cima e la vista panoramica valgono tutti gli sforzi. Percorrere il sito alla ricerca di un coccodrillo, tracce di piedi o di un elefante incisi nella roccia e cospargersi la
26 GP MAGAZINE
testa con l’acqua sacra che sorge dalla montagna, un rituale che ogni buddhista compie. Un modo per essere in simbiosi con l’atmosfera mistica del luogo. Scendendo, dare uno sguardo al museo che custodisce molti reperti ritrovati nel Wat Phu e siti adiacenti. - Si Phan Don (Quattromila isole), è un arcipelago che ci porta fuori dal tempo dove la cultura è sinonimo di modestia, pudore fisica e morale che implica discrezione e rispetto. Nel negare l’affermazione di se stesso, il laotiano diffonde moderazione, calma ed equilibrio: tutte sensazioni che si percepiscono. La filosofia di vita del laotiano non è altro che una lezione di vita! Visitarle dà l’opportunità di entrare in contatto con il tradizionale stile di vita rurale dei villaggi lungo il Mekong e di visitare delle rovine khmer, grotte e cascate. Le Cascate di Li Phi, ossia delle rapide che intrappolano gli spiriti cattivi dei morti sono rappresentative di un mondo antico di-
pinto di magia e superstizioni. Più spettacolari sono le cascate di Khon Phapheng che riversano milioni di litri d’acqua al secondo. Assolutamente da non perdere! - Pakse è una città dall’evoluzione rapida invasa dai cinesi. Persino il Mercato Nuovo è di impronta cinese. Uno dei più grandi del paese: i cinesi al coperto e i laotiani all’esterno. Un frammento di autenticità in mezzo ad un cambiamento repentino dell’aspetto della città. Peccato! Il viaggiatore porterà a casa l’impressione paradossale di essere andato ai confini del mondo e allo stesso tempo molto vicino a casa. In altri tempi, si pensava che era doveroso portare la civilizzazione nei paesi lontani, adesso è ora, forse, di andare a ricercarla. In un momento in cui le società occidentali sono sempre più complesse e più stressanti lasciamoci portare in un paese dove semplicità e libertà hanno ancora un senso… e dove la fretta è estranea!
GP MAGAZINE 27
FASHION di Adriana Soares
LA BELLEZZA É L’ARMONIA “La bellezza è armonia, equilibrio e proporzioni: il giusto connubio tra corpo e mente. Se una donn sta bene con se stessa, è sicura di sé e si piace, di conseguenza piacerà agli altri e sarà bellissima”. Questa in poche parole è la filosofia della mia Scuola di Portamento…
olte volte mi capita di essere interpellata per dare consigli sul look, dallo styling al make-up. Il fatto di aiutare qualcuno a valorizzarsi mi rende felice e mi sento appagata. E’ come avere la sensazione di raggiungere un obiettivo riuscendo ad entrare nel loro cuore, iniettandolo di una grande dose di autostima e capire le loro vere esigenze. Sono profondamente convinta che migliorare la propria immagine possa contribuire al raggiungimento del successo sia professionale che personale. Sentirsi sicuri di sé comporta una revisione ed una consistente iniezione di autostima. Nella mia Scuola insistiamo proprio su questo, sul valorizzarsi a 360 gradi tenendo sempre presente e rispettando chi è davanti a noi, perché ognuno ha il proprio stile, la propria personalità e la propria fisicità. “Un quesito complesso, ma estremamente attuale, se consideriamo il buon successo che ottengono di questi tempi i vademecum dedicati alle buone maniere e all’eleganza, per esempio ‘A guide to elegance’ di M.me Dariaux. Perché una giovane signora… debba affidarsi ad un testo scritto negli anni ’60 del ’900 potrà apparire quasi bislacco. A mio giudizio, una gran confusione domina il presente di molte, convinte che l’eleganza sia ostentazione, narcisismo e deriva modaiola, ma nell’attimo in cui si viene a contatto con l’autentica Eleganza si resta amma-
M
30 GP MAGAZINE
liati e si desidera fortemente un cambiamento. La grazia innata è un dono prezioso e raro, mentre invece il garbo si può e si deve imparare, a partire dalla buona educazione, fino ad arrivare al sapersi porre in pubblico e nelle occasioni di socialità”. La prima impressione è quella che conta: sia nel lavoro che in società, come ci si presenta è importante per interagire con professionalità. E’ la percezione iniziale che determina l’imprinting vincente. Sapere come vestirsi, come muoversi,
cosa dire, come ridere e anche come camminare, è importante per se stessi e per il rapporto con gli altri. Stile, glamour, eleganza e savoir-faire sono gli ingredienti fondamentali per sentirsi sicuri e a proprio agio in ogni situazione. Migliorare la propria immagine può contribuire al raggiungimento del successo sia professionale che personale. La differenza tra un individuo comune e una persona di successo non sta nella mancanza di forza o di conoscenza ma nella mancanza di volontà di volersi migliorare. La donna di oggi è attiva professionalmente ma non solo. È una donna realizzata come professionista e calata nel mondo contemporaneo, ma che non rinuncia a comportamenti amabili e sociali nelle occasioni mondane, né a ricevere. Ma ogni occasione richiede le sue regole, sia nello stile che nei modi. Il Corso di Portamento prevede tre indirizzi che possono essere scelti in base a quello giudicato più appropriato alle proprie esigenze: indirizzo personale, moda, e recitazione. Adriana Soares Studios Scuola di Portamento e Make-up Personalizzato Info: 342 1664199 adrianasoares@virgilio.it www.adrianasoares.com Via Tuscania, 12 (Corso Francia/Fleming) Roma
FASHION di Fabiola Di Giov Angelo
INTIMO: SOFISTICATE ATMOSFERE Sempre attuali e di tendenza i capi intimi scelti anche per questo 2012, belli, ricercati ed estremamente sexy
ono quattro gli appuntamenti di Interfilière il salone leader mondiale dei tessuti per la lingerie, il loungewear l’homewear e il beachwear. Il primo è stato quello di Parigi, a gennaio, che ha scandito il ritmo di tutto l’anno, poi ancora a luglio e poi in Asia, a Hong-Kong, in marzo (Interfilière Hong Kong) e a Shanghai in ottobre (Interfilière Shanghai). Si tratta di un salone conosciuto e riconosciuto a livello internazionale che dopo un quarto di secolo di vita offre ancora un sapiente mix di modernità, innovazione e artigianalità, e riunisce aziende dalla grande esperienza, produttori storici e società più
S
32 GP MAGAZINE
recenti e giovani. Una piattaforma per un business che continua a dare segnali positivi e di grande movimento, in un settore, quello dei tessuti per la lingerie, il loungewear, l’homewear e il beachwear che propone sempre nuovi esempi di creatività e competitività. Sono moltissime, infatti, le linee di lingerie, raffinate e sensuali, capaci di rappresentare donne intriganti e dal carattere forte, nelle quali anche nel 2012 non può mancare il pizzo francese, protagonista di molte collezioni, accanto però alla microfibra e al pizzo elasticizzato per corpetti e body nei colori delicati del cipria e bianco, ma anche nell’azzurro intenso ed il mora, il nero e verde petrolio, spesso con
effetto lucido e toni metallici. Alla ribalta le culotte, più comode e confortevoli del perizoma, ma altrettanto sexy e maliziose, e poi gambaletti e collant corti che arrivano sotto al ginocchio, presentati in tanti colori, a righe e stampe floreali che li rendono giocosi e divertenti. Disegni in stile liberty abbinati a pizzi e tulle con pieghe ed impunture, frange e stampe animalier originali ed ironiche, che in una chiave moderna regalano a questo genere di abbigliamento l’attualità di cui ha bisogno. Infine archiviato il Natale via libero alle nuove collezioni dedicate a San Valentino, dove rosso e rosa saranno protagonisti della festa degli innamorati.
ART&fashion /////////////////////////////////////////////////////
Photo: Maria La Torre Hair e Make Up: Roberta Prencipe Clothes: H&M Model: Francesca Olivucci @ZOE models
36 GP MAGAZINE
DEAD LOVE l loro amore fin dal principio è stato forte, deciso, unico, razionale e delicato. I loro occhi potevano parlare senza voce, le loro labbra si univano come se fin dal principio fossero create per essere un unico elemento. Tutto è deciso: l'anello, l'abito, il giorno, la chiesa, gli invitati, il viaggio e la casa. Lui però non torna e la sua assenza diventa, ad ogni attimo che segue, la strada per lo stesso non ritorno di lei. Vane le parole degli amici e dei familiari, la fede e la speranza; anche
I
lei non può più vivere. Non senza il suo amato. La loro casa è solo vuoto per lei che, invece comincia a recarsi di seguito sulla tomba di lui, come se fosse quello il loro unico rifugio d'amore. L'alcool e la droga sembrano l'unico modo per uscirne, lei così giovane, innamorata e dedicata ad una vita priva di peccato ora vuole solo raggiungerlo. Il nulla senza di lui ed una sola la soluzione, lasciarsi morire lentamente lungo una strada e vedersi costretta per l'eternità in un limbo senza tempo dove di nuovo lui non c'è. E' dannata ora la sua anima
GP MAGAZINE 37
38 GP MAGAZINE
GP MAGAZINE 39
40 GP MAGAZINE
GP MAGAZINE 41
HEALTH & wellness ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////
di Camilla Rubin
IL DESIDERIO ESAUDITO DI POPPY /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Per Natale, oltre ad altri regali, la ragazzina ha chiesto e ottenuto un buono di 8.500 euro da spendere in interventi chirurgici estetici. D’altronde è figlia di Sarah Burge, conosciuta come la “Human Barbie” el Cambridgeshire vive una famiglia come tante, in cui una madre cerca di esaudire, soprattutto per Natale, i desideri delle proprie figlie, coccolandole e accontentandole il più possibile. Ma c'è un ma, la mamma in questione è Sarah Burge, proprietaria di un’azienda di chirurgia plastica e scrittrice di romanzi hot nel tempo libero, nota anche come la “Human Barbie” inglese che negli ultimi 10 anni si è sottoposta a 100 interventi chirurgici per essere il più somigliante possibile alla celebre bambola della Mattel. Sarah è la mamma di tre ragazze, Charlotte, Hannah e Poppy. Ogni bambino nel mondo prepara la letterina da dare a Babbo Natale con la richiesta dei regali che vuole trovare sotto l'albero e la lista di Poppy era anche "scarna". Un anello prezioso, un computer e un buono per una liposuzione: no, non è il gioco in cui bisogna trovare l’intruso, è proprio la lista dei regali richiesti (e ricevuti) a Natale da Poppy Burge, che ha dichiarato: "Volevo un computer nuovo, una vacanza e un voucher per un intervento chirurgico. Ho avuto tutto ed è stato come se un sogno si avverasse!”.
N
42 GP MAGAZINE
© Foto gentilmente concesse da Kika Press
Eh sì perché la mamma di Poppy, per il Natale appena trascorso, oltre ad un anello di Swarovski e un pc nuovo le ha aggiunto ai regali un buono da 8.500 euro per una liposuzione, esaudendo il sogno della sua bambina. Poppy (che ha già un sito web ufficiale) ha già il futuro assicurato: potrà rifarsi il seno per averlo come la madre, grazie al regalo che ricevette proprio lo scorso giugno in occasione del suo compleanno, e ora potrà anche dire addio alla cellulite, se mai le verrà, grazie al regalo che ha trovato nella calza appesa per la festa della Befana. Quella di mamma Sarah è una vera e propria filosofia di vita e le sue tre figlie sono da subito indirizzate alla ricerca della perfezione estetica. La figlia ventisettenne Charlotte e Hannah si fanno iniezioni di botulino per
evitare la comparsa di grinze sulla pelle. Hannah, che ora ha sedici anni, è stata la ragazza più giovane a farsi iniettare il botulino. Mamma Sarah, conosciuta soprannominata dai tabloid d'Oltremanica "The Human Barbie", è una donna cinquantenne che vive nella contea del Cambridgeshire in una casa da mezzo milione di sterline e non ha badato a spese per inseguire il suo ideale di perfezione: 600.000 euro son serviti per renderla quello che è ora, una bellezza artificiale, disegnata dal bisturi. Sarah, per sua stessa ammissione, si sente la portabandiera dell’ambizione di bellezza femminile nella nostra società e non crede ci sia assolutamente nulla di male nel voler esser belle anche attraverso la chirurgia plastica: "Le bambine di oggi non sognano più Cenerentola o Biancaneve. Loro vo-
gliono essere come Cheryl Cole o Lady Gaga e io non sto facendo altro che aiutare mia figlia a realizzare il suo sogno. L’estetica ha una grande importanza nella nostra società, perciò non bisogna considerare negativamente chi cerca di essere più bella". Così ha risposto la Burge a chi l’ha accusata di non essere una buona madre, aggiungendo che l’investimento degli 8.500 euro per la liposuzione della figlia Poppy è solo uno degli investimenti per il futuro che la donna ha fatto per la figlia, insieme a quello per la sua formazione scolastica. La sua "passione" per il bisturi e per le forme prorompenti è stata velocemente trasmessa alla piccola Poppy che ha confessato al Daily Mail di voler assomigliare in tutto e per tutto a sua madre. E noi aggiungiamo: speriamo non proprio in tutto!
GP MAGAZINE 43
EROS di Fabiola Di Giov Angelo
MASCHI= FEMMINE? FORSE... Secondo la scienziata Cordelia Fine sono solo luoghi comuni le affermazioni che sostengono che l’uomo è razionale e la donna emotiva, l'uomo è un guerriero e la donna è mamma, l'uomo è attivo e la donna passiva. Ne parliamo con il dottor Marco Rossi, sessuologo e psicoterapeuta uscito da poco il libro di Cordelia Fine “Maschi=Femmine”, nel quale la scrittrice sostiene che la differenza tra il cervello maschile e quello femminile sia ancora tutta da provare. Anzi secondo la scienziata americana ai due generi apparterrebbero esseri assolutamente simili per gusti e desideri sessuali e quegli studi che fino ad ora hanno sostenuto la diversità tra cervello maschile e femminile sarebbero fondati essenzialmente su pregiudizi. La scienziata ritiene, infatti, che alcune consuetudini influenzano il modo di pensare e agire maschile e femminile fin dall’infanzia. Ad esempio regalare solo bambole alle bambine e macchinine ai bambini porterebbe più che a uno sviluppo dell’identità a limitarla e costringerla in schemi predefiniti. Tutto questo si estenderebbe con il tempo anche agli adulti inducendoli ad un approccio alla sessualità differente, determinato da convenzioni sociali più che da differenze ormonali. Per cui immersi in questa diversità di genere stereotipata ci si convince che alcune cose sono così per natura e si diventa compiacenti nei confronti di questo
E’
48 GP MAGAZINE
status quo che per certi versi è tranquillizzante e porta a giustificare le discriminazioni. “Ritengo che queste affermazioni – risponde il dottor Rossi – siano un po’ esagerate. Le differenze tra uomini e donne sono enormi e gli ormoni hanno un’influenza notevole sui comportamenti sessuali, basti guardare l’effetto che le cure di estrogeni o testosterone hanno sul comportamento degli individui. Inoltre – aggiunge Marco Rossi – gli studi fatti dimostrano che ci sono
numerose differenze tra il cervello maschile e quello femminile, dovute al peso, al numero dei neuroni e alla differenza di connessioni. Il fatto che la donna privilegi l’emotività rispetto alla logica non è un luogo comune, ma un fatto ampiamente dimostrato da studi scientifici. Per cui – conclude Marco Rossi – mi sento di condividere molto di più il testo di Gray ‘Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere’, che sostiene invece le enormi differenze che ci sono tra uomini e donne”.
ANTROPOLOGIA CUlTURale di Marco De Murtas
LA DOPPIA MORALE Da una parte si giudica e si critica e dall'altra si attua lo stesso comportamento. I due volti della stessa individualità
D
OPPIA MORALE Tempo fa, durante una cena fra amici, un commensale aveva attirato l’attenzione “su quelli che non pagano le tasse”. Secondo lui andavano duramente perseguitati. “Dopo aver acquistato in un negozio – disse – mi metto a fissare il cassiere fino a che non mi rilascia lo scontrino”. Più in là nella serata ci parlò, con altrettanto fer-
starli” in una sorta di anonimato morale che li rende ingiudicati nell’intenzione, invisibili alla coscienza ma operanti nella realtà. Esempio: avete dato una cena con amici. La discussione si prolunga e voi siete stanchi; tuttavia gli ospiti non cessano di infervorarsi nel discorso e non danno segnali di stanchezza. Ad un certo punto ve ne uscite così: “NON per buttarvi fuori, ma
sono andati). Perche siamo diversi per questa maggiore propensione alla negazione? Quello di cui sto parlando non è la furbizia o malversazione cosciente: è un discorso molto più serio che rende “impossibile governare gli Italiani”. Cosa ci rende diversi in questo punto dagli altri Europei? Probabilmente una percezione di Stato in cui l’Italiano non si riconosce molto come appartenenza,
vore, dei suoi lavori di ristrutturazione di casa da lui diretti. E, quando qualcuno gli chiese se avesse richiesto la fattura alla ditta di costruzione, rispose, con candore, di non averlo fatto, poiché in questo modo aveva potuto fruire di una cospicua riduzione dei costi.
si è fatto un po’ tardi e vicini potrebbero protestare”. L’intenzione è negata (quella di buttarli fuori) ma ugualmente operante. Quindi si prendono le distanze dall’intenzione ma si attua ciò che non potrebbe essere espresso come volontà, spostandolo su cause altre. Tutto questo è fatto senza imbarazzo perché il principio dell’ospitalità non sentite di violarlo. Anche la colorita espressione “buttarvi fuori”, non la ritenete offensiva, perché espressa in negazione. L’Io si sente perfettamente armonico ed educato (e gli scocciatori se ne
anzi, inconsciamente lo teme anche come nemico, persecutore. Questa doppia percezione dello stato, probabilmente causa la doppia morale.
NEGAZIONE Il meccanismo alla base della doppia morale è quello della negazione. Il comportamento o il pensiero negati non sono inconsci ma il soggetto riesce a “impa-
50 GP MAGAZINE
TENEBRE ONESTE L’alta incidenza del meccanismo della negazione nella psicologia di massa in Italia è un problema particolarmente grave: troppo frequentemente si attiva quando un vantaggio personale è contrario all’interesse pubblico. Se poi si aggiungono i furbi consapevoli ed i malintenzionati…
HOME & DesiGn ////////////////////////////////////////////////////////
di Fabiola Di Giov Angelo
OROLOGI CHE PARLANO DI... /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Decorano le pareti, aggiungono stile e funzionalitĂ agli ambienti, arricchiscono ogni tipo di arredamento
52 GP MAGAZINE
Bambini Tanti elementi colorati per vivacizzare l’ambiente e arricchire la stanza dei più piccoli con momenti di divertimento e di svago. Giochi e accessori che colorano pareti e mobili con particolari caldi ed accoglienti. www.twils.it
Musica Ciascun ambiente domestico ha un suo tratto distintivo. Molto spesso dovuto alla destinazione d’uso della stanza, altre volte determinato dal carattere, dalla personalità e dalle passioni di chi la stanza la vive intensamente. www.nextime.it
Relax Un divano comodo e invitante, una lampada che emana una luce calda e morbida, una situazione di benessere e relax, per trascorrere piacevoli momenti di vita domestica. www.nextime.it
Amore Sono tanti i momenti dell’amore, tutti memorabili e tutti scanditi dal ritmo della vita. Orologi dal design esclusivo, da poter utilizzare per declinare in maniera romantica ogni angolo della casa. www.nextime.it
GP MAGAZINE 53
HOME & DesiGn di Fabiola Di Giov Angelo
////////////////////////////////////////////////////////
VASI D’AUTORE Fatto in argilla, ceramica, plastica o vetro, classico, di design moderno o capace di evocare il passato, il vaso ha moltiplicato le sue funzioni nelle case, non soltanto per contenere fiori, ma anche per arredare angoli e spazi della casa
Fulvio Bianconi Fazzoletto Venini 1949.
ensato essenzialmente per conservare i fiori nell’acqua, il vaso ha una storia che difficilmente può essere raccontata con linearità, perché le forme, i materiali, le tecniche con cui questo straordinario e versatile oggetto d’arredamento viene realizzato sono molteplici e diverse tra loro. Dal vetro soffiato e stampato alla ceramica, dalla porcellana e gres al bronzo, dall’argento alla plastica, tutti materiali
P
56 GP MAGAZINE
con i quali ottenere oggetti molto belli e pregiati, vere e proprie opere d’arte, che anche se talvolta hanno perso la loro principale funzione di contenitore d’acqua per fiori si sono trasformati in oggetti d’arredamento unici, con un forte potere evocativo. Oggetti capaci di dialogare con altri pezzi d’arredamento all’interno della casa e di restituire alla quotidianità un rapporto diretto con la natura e con la sua bellezza.
Gio Ponti Pompitu II corsi design 1995.
Paolo Ulian Vaso Vago Up Group 2008.
Alessandro Mendini Acco Venini 1988.
Enzo Mari Camicia Danese 1961.
Donata Paruccini Bulbi 1992.
Aldo Londi Rimini blu Bitossi 1950.
GP MAGAZINE 57
AUTO /////////////////////////////
NUOVA FIAT PANDA, UNA STORIA ITALIANA /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// La nuova Panda è la coerente evoluzione di un'invenzione che in 31 anni di vita è sempre stata sinonimo di simpatia, semplicità d'uso e versatilità
anda è tutto questo e qualcosa di più: un brand ricco di valenze razionali ed emotive, una vettura che è stata prodotta in oltre 6,4 milioni unità e ha saputo conquistare 16 milioni di automobilisti diversi tra loro per gusti, età, nazionalità ed estrazione sociale. Un best seller che ha contribuito in modo significativo all'indiscussa leadership di Fiat in questo segmento: dalla prima 600 alla 500, dalla 126 alla prima Panda, dalla Cinquecento alla Seicento, dalla seconda generazione di Panda (2003) alla nuova 500 lanciata nel 2007. Fiat è sempre stata il punto di
P
60 GP MAGAZINE
riferimento del segmento delle city-car in Europa grazie ad una expertise unica maturata nelle città continentali. Da questo patrimonio tecnico e umano nasce anche la terza generazione del modello Panda che giunge alla piena maturità compiendo un ulteriore salto qualitativo in tema di spazio, comfort, funzionalità, tecnologia e dotazioni di sicurezza. Diventa così la sintesi perfetta tra prima e seconda vettura, una nuova soluzione intelligente per chi ricerca la maneggevolezza di una city-car senza rinunciare all'abitabilità e al comfort di una compatta a 5 porte. Il tutto reso an-
cora più attraente da una linea moderna ed armoniosa che esalta ulteriormente quell'aspetto simpatico della Panda ormai entrato nella nostra memoria collettiva al pari di altri oggetti scaturiti dalla creatività italiana: dalla Fiat 500 alla Vespa Piaggio, dalla Moka Bialetti al Cubo di Bruno Munari. Prodotti unici che non possono essere giudicati semplicemente dalla loro estetica, né rappresentano solamente un buon esercizio ingegneristico. Sono invece delle potenti alchimie, innovative nel design e nel concetto che ridefiniscono i comuni punti di riferimento e di paragone. Quando ciò avviene nascono dei capola-
vori essenziali nella storia dell'industria. La Fiat Panda è uno di questi. TUTTA ITALIANA Icona del design e del know how italiano, la nuova Panda evolve un modello di successo per confermare Fiat come leader indiscusso della categoria delle city-car. Per questo, Fiat Group Automobiles ha puntato alla massima qualità lungo l'intero processo di sviluppo del prodotto e della sua ingegnerizzazione. Dunque, un progetto così poteva essere realizzato solo da una fabbrica altrettanto evoluta e "ripensata" con gli stessi criteri. Ecco perché
il modello viene costruito a Pomigliano d'Arco presso Napoli. Un comprensorio industriale completamente riattrezzato per l'occasione con impianti che, in particolare nel campo della lastratura, del montaggio e del nuovissimo Quality Center, sono non solo i più evoluti dell'universo Fiat ma anche tra i più avanzati del mondo. Nel tempo record di 12 mesi il sito comprensoriale Giambattista Vico è stato portato all'eccellenza tecnologica ed organizzativa, con un investimento complessivo di 800 milioni di euro, fatto sia sulle macchine che sulle persone, per le
quali sono state spese ad oggi 200 mila ore di formazione. Nasce così un'automobile che racchiude in sé la passione e la capacità progettuale e costruttiva di un brand nato oltre un secolo fa. Perché nel patrimonio di Fiat c'è tutto questo, insieme con il lavoro e l'orgoglio professionale delle migliaia di persone - tecnici, operai, dirigenti - che nel tempo si sono avvicendati nelle fabbriche e negli uffici. Si ringrazia Fiatpress In collaborazione con Autoitalia (Villa Adriana, Latina, Velletri, Anzio)
GP MAGAZINE 61
CITY /////////////////////////////
COSMICO: LA FABBRICA DEL DIVERTIMENTO Di luoghi dedicati al tempo libero ce ne sono tanti. Trovarne uno che raccolga in sé piste di bowling, tavoli da biliardo, slot machine, maxischermi, enogastronomia dolce e salata, non è facile. E’ da questi elementi che è nato il concept Cosmico, una megastruttura situata a due passi dall’uscita di Tivoli dell’autostrada A24 Roma-L’Aquila. Il posto è di quelli che non si possono non notare, forte di una architettura moderna e con elementi grafici che richiamano l’attenzione su quello che si svolge al suo interno. Un interno che sa offrire un’atmosfera unica grazie alla particolare illuminazione a led e il gioco di colori tipico di un arredamento in
stile pop art. Cosmico è un autentico “divertimentificio” a disposizione di tutti, dalla mattina alla sera, senza limiti di età. Il gioco non è l’unico motivo di interesse di Cosmico. La disponibilità di due ampie aree interne, consente di ospitare feste di compleanno o ricorrenze di qualsiasi tipo. E per una serata diversa, tra divertimento e gusto, ci sta bene una pizza che da Cosmico è davvero buona. Così come il ricco menù gastronomico che consente di soddisfare tutti i gusti dei clienti. E’ con il “campionato-spezzatino” non c’è problema, perché i maxischermi installati all’interno della struttura permettono di assistere a tutti gli eventi
sportivi a tutte le ore, comprese le partite che si disputano la domenica alle 12.30. Un motivo in più per farci un salto. Via Maremmana Inf., 56 Villa Adriana (vicino uscita A24) Info. 0774.381018 www.cosmicobowling.com
ESTETICA, CORRETTIVA, RICOSTRUTTIVA La micropigmentazione, conosciuta anche come trucco semipermanente o permanente, è una specialità estetica che prevede l'introduzione nella cute di pigmenti specifici al fine di modificare, correggere, abbellire ed equilibrare determinati tratti del viso e del corpo. Si tratta certamente di una forma di tatuaggio, ma grazie al differente processo produttivo dei pigmenti e alla differente profondità di applicazione, il disegno eseguito permane per un periodo di tempo limitato. Inoltre, per ottenere un risultato sempre perfetto, visibile e naturale è consigliabile sottoporsi ad un trattamento di ritocco ogni 10-12 mesi circa. Quali sono i trattamenti possibili?
64 GP MAGAZINE
Micropigmentazione estetica: fino ad oggi conosciuta come trucco semipermanente o permanente, utilizzata per modificare e ridefinire la forma di sopracciglia, occhi e labbra. Micropigmentazione correttiva: impiegata per realizzare la correzione di forme scorrette e colori errati. Micropigmentazione ricostruttiva: applicata per eseguire correzioni di camouflage di cicatrici e vitiligine, per pigmentare il cuoio capelluto in caso di alopecia o calvizie o per ricostruire l'areola mammaria in seguito ad interventi chirurgici. Chi può essere sottoposto al trattamento? La micropigmentazione è adatta a donne e uomini di qualsiasi età che de-
siderano mettere in risalto, definire o correggere alcuni lineamenti del volto, per migliorare il proprio aspetto o nascondere lesioni e/o difetti. Make-up tattoo Trucco semipermanente di Maura Celanetti, Body Designer Stylist Vicolo Inversata, 11 Tivoli (ROMA) Info. 338/4379066
GRAZIA DELEDDA: SARDEGNA IN TAVOLA Rinnovarsi ma mantenere sempre elevati i suoi punti di forza. E’ un anno ormai che il noto ristorante di via di Sacco Pastore (nel quartiere Nomentano a Roma) ha cambiato veste e si presenta totalmente rinnovato e ancora più accogliente. Una scelta che sta dando grandi soddisfazioni ai due soci Paolo Porcu e Andrea Sanna. “Avevamo l’esigenza di ampliare gli spazi, compresa la cucina – afferma Paolo – e da qui è nata l’idea di rinnovare il locale. Siamo molto soddisfatti del risultato ed ora i nostri clienti hanno come la sensazione di mangiare dentro la ‘pancia’ di un galeone”. In effetti l’impatto che si ha entrando
dentro Grazia Deledda è proprio questo. Dopo 14 anni era giusto cambiare look. E in tutto questo rimangono inalterate le caratteristiche vincenti del ristorante. Dal pesce fresco appena pescato all’infinita cordialità dei proprietari e del personale, passando per una cucina semplice e mediterranea, che fa sì che dal 1997 Grazia Deledda è uno dei più apprezzati ristoranti esistenti. Il locale è aperto tutti i giorni, a pranzo e a cena, ad eccezione della seconda metà di agosto e delle festività natalizie. Il punto di forza è il pesce fresco ma c’è anche un’ottima cucina alternativa: dal prosciutto alla bresaola, dalle salsicce
sarde alla carne, dai ravioli sardi agli gnocchetti sardi, senza trascurare l’eccellente maialino sardo. E su richiesta lo chef è pronto a preparare le tipiche cene sarde. Via di Sacco Pastore, 14-16-18 – ROMA Tel. 06.8604333 www.graziadeledda.com
FEUDO PIERLEONI: OASI DI TRANQUILLITÁ Situato a due passi dalla Città di Celano e a pochi chilometri dai Campi di Sci di Ovindoli , dal Parco Naturale Sirente Velino e dal Parco Nazionale d'Abruzzo, sorge il complesso residenziale Feudo Pierleoni. 16 appartamenti con entrate indipendenti, tra bilocali e trilocali, 5 suite armonicamente arredate, spazi comuni, bar, giardino, sala slot, sala convegni e area espositiva per mostre artistiche. Un’offerta completa che propone soluzioni personalizzate e formule residence, albergo e multiproprietà, studiate e pensate per un ospite che ama rilassarsi, avvolto dalla tranquillità e
da un’atmosfera familiare, pur avendo a disposizione a pochi passi spunti di divertimento e panorami entusiasmanti. Il feudo Pierleoni nasce accanto alla realtà alberghiera Hotel Il Rifugio già ampiamente sperimentata che offre ai propri ospiti camere accoglienti,confortevoli e silenziose. Inoltre a disposizione della clientela il Ristorante Il Rifugio, dove riscoprire i sapori dell'Abruzzo, grazie a prodotti del territorio, piatti a base di carne e selvaggina e una carta dei vini di sicuro successo. Un’oasi di tranquillità per week end, settimane bianche, vacanze estive, punto di partenza
per incantevoli escursioni, passeggiate a cavallo e mountain bike o per itinerari d’arte, storia e cultura. Aielli-Celano (loc. Margine) ad un km uscita Celano A25 Info. 0863.791554 339.8231194 www.ilrifugio.abruzzo.it
GP MAGAZINE 65
ARTE ///////////////////////
di Camilla Rubin
AMY SHACKLETON ARTISTA O PERFORMER? /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E’ un’incredibile artista canadese che non dipinge in maniera tradizionale ma utilizza strumenti come la pittura acrilica e la forza di gravità
68 GP MAGAZINE
my Shackleton è una ragazza di 25 di Toronto, che, pur essendo così giovane può dire di aver esposto le sue opere a New York, Londra, Toronto, Montreal e Calgary. I suoi lavori sono stati recentemente selezionati per l'acquisto da parte della Collezione Colart a Montreal e ha ricevuto il suo BFA Degreelode presso la York University. “Dipinge” a tempo pieno nel suo nuovo studio di Toronto. “Dipinge”... in realtà per farlo non usa, come di consueto, matite, inchiostro, pennelli e colori, nel suo caso gli "strumenti" sono semplicemente la pittura acrilica e la forza di gravità, grazie a cui, attraverso un meccanismo rotatorio che è installato su un cavalletto fissato alla parete, orienta e inclina la tela perché il colore assuma i tratti e le curve desiderate. Il risultato sono scene piene di movimento dove la natura circonda e avvolge
A
delicatamente il paesaggio urbano, fondendo la città con paesaggi naturali. La sua idea è che natura e città possano coesistere nel mondo a patto che quest’ultima impari ad essere responsabile, rispettosa e sostenibile. Un punto di vista positivo che lei spera spinga i suoi fan ad intraprendere iniziative sostenibili. Il suo procedimento non è di certo casuale, Amy ha infatti recentemente dichiarato che prima scatta una fotografia dei posti che visita (spazia da territori degli Stati Uniti ma è passata anche per Croazia, Austria, Perù, Inghilterra e Marocco); successivamente seleziona le foto e le sovrappone fondendo letteralmente i paesaggi. A questo punto prende dei contenitori di plastica, una serie di bottiglie in plastica morbide dalla bocca stretta (con il beccuccio per capirci) e lancia il colore sulla tela, inizialmente appeso o adagiato a terra, passando poi a ruotare la tela, sfrut-
tando la forza di gravità per dare al colore la giusta direzione. Una curiosità: all'inizio del suo percorso l'artista ha dichiarato che ricorreva ai pennelli unicamente per le rifiniture e che adesso li usa solo per firmare i suoi quadri. Pare che però durante la sua ultima esposizione a Toronto abbia detto ad un giornalista che potrebbe gettare via anche questi e iniziare a firmare le sue creazioni con la stessa curiosa tecnica con cui le realizza. Forse per questo tutti dicono che la più grande espressione artistica di Amy Shackelton non sia il dipinto, ma il metodo con il quale lo realizza. la vera opera forse, è la performance stessa, come ha dimostrato il video postato su Youtube, in cui ha raggiunto il record di sessione di pittura lunga 30 ore e ha riassunto in un video da due minuti e mezzo. Immagini gentilmente concesse da Kikapress.
GP MAGAZINE 69
LIBRI DEL MESE
LA CARTA PIU’ ALTA di Marco Malvaldi – Ed. Sellerio Ne "La carta più alta" Marco Malvaldi – dopo la trilogia sul BarLume - propone davvero un bel giallo, più sicuro, più complesso e verosimile dei precedenti. Nel libro non c’è un solo passaggio logico eluso e in più si avverte una sicurezza nel narrare, che consolida lo stile di giallista, alla Agatha Christie: è perfetta la descrizione dei personaggi, con quella precisione dei caratteri, che, a ripensarci, quando si è finito di leggere, poteva indurre la soluzione. Ritroviamo la stessa ambientazione, BarLume e dintorni, stesso ruolo importante della Pineta, stessi personaggi con l’affiancamento di un nuovo amico, che non può rimanere abbandonato in questo romanzo; dobbiamo sapere di più su di lui e sulla sua amicizia intellettualmente complementare alla cultura e intelligenza del Nostro Massimo, "barrista", chimico, ma anche appassionato lettore di grande letteratura e di testi complessi come l’Ecclesiaste.
L’ERETICO
IL DIAVOLO CERATAMENTE
L’AMORE QUANDO C’ERA
di Carlo Martigli – Ed. Longanesi Siamo a Firenze nel lontano 1497. La città è in mano oggi a Girolamo Savonarola, un frate che cerca di distruggere ogni tipo di ricchezza anche e soprattutto la ricchezza culturale e che vuole ad ogni costo cancellare tutto ciò che Pico della Mirandola, uomo di grande saggezza scomparso da poco, aveva costruito. Pico della Mirandola avrebbe voluto trovare il modo di unificare tutte le religioni monoteiste, obiettivo che Girolamo Savonarola sta cercando di distruggere e di gettare nell’oblio per sempre. Savonarola sembra davvero essere in grado di riuscire nel suo intento anche perché ha dalla sua parte i Borgia….
di Andrea Camilleri – Ed. Mondadori Il libro è composto da trentatrè racconti in lingua e senza titolo, ciascuno di tre paginette, nonché una nota d’appendice dove il nostro autore dà qualche chiarimento. Il primo racconto ha come personaggi due filosofi: di nazionalità francese è Dassin, nato in una ricchissima famiglia dell’alta borghesia industriale; della Bassa Baviera, è Maltz, figlio di poveri contadini. Nulla li accomuna e sembra che i due vogliano ignorarsi. I problemi cominciano quando l’Accademia di Svezia si orienta ad assegnare il Nobel per la letteratura a Dassin, avendo costui scritto anche romanzi.
di Chiara Gamberale – Ed. Mondadori E’ il nuovo romanzo di Chiara Gamberale, conduttrice radiofonica, autrice televisiva e scrittrice, già vincitrice nel 2008 del Premio Campiello per il suo romanzo “La zona cieca”. Dopo il grandesuccesso ottenuto grazie a “Le luci nelle case degli altri”, Chiara è da annoverare sicuramente tra le penne femminili più profonde e promettenti del panorama letterario italiano.“L’amore quando c’era” è un romanzo epistolare dei nostri giorni: in 89 pagine la storia di un amore intero, con il suo passato, il suo presente e il suo futuro. Amanda “la Regina delle stronze” è una professoressa con il sogno di diventare scrittrice e Tommaso “Fumetto” è un avvocato innamorato della sua famiglia.
GP MAGAZINE 73
FILM DEL MESE
MILLENNIUM UOMINI CHE ODIANO LE DONNE “Uomini che odiano le donne” è il primo episodio di una trilogia Columbia Pictures, adattamento del bestseller di Stieg Larsson "La trilogia del millennio". Diretto da David Fincher, protagonisti Daniel Craig e Rooney Mara, il film è tratto dal primo romanzo della trilogia che ad oggi ha venduto 50 milioni di copie al mondo in ben 46 paesi, divenendo un fenomeno internazionale. La sceneggiatura di Steven Zaillian riprende la storia incentrata sulla ricerca dell'assassino della nipote di un ricco uomo d'affari, Henrik Vanger, scomparsa quarant'anni prima, ma di cui non è mai stato ritrovato il corpo. Cast: Daniel Craig, Robin Wright, Rooney Mara, Stellan Skarsgård, Joel Kinnaman, Christopher Plummer, Embeth Davidtz, Joely Richardson, Goran Visnjic, Julian Sands Regia: David Fincher Distribuzione: Warner Bros Picture Italia Data uscita: 3 febbraio
COM’E BELLO FAR L’AMORE
WAR HORSE
TRE UOMINI E UNA PECORA
Cosa accade ad una coppia normale, che vive il sesso solo come routine, quando arriva all'improvviso un vecchio amico che fa il pornodivo? Claudia Gerini, Fabio De Luigi, Filippo Timi sono i protagonisti di una commedia diretta dal regista di "Ex", "Maschi contro Femmine" e "Femmine contro Maschi". E’ la prima commedia italiana in 3D e svela tutte le ipocrisie sul sesso, abbandonando l’antico detto "si fa ma non si dice". Stavolta si fa, si dice e, soprattutto, si vede. Cast: Claudia Gerini, Fabio De Luigi, Filippo Timi, Giorgia Wurth, Eleonora Bolla, Alessandro Sperduti, Michela Andreozzi, Gledis Cinque, Chiara Mastalli, Franco Trentalance Regia: Fausto Brizzi Distribuzione: Medusa Data uscita: 10 febbraio
A un'asta di paese, in un villaggio del Devon, Ted Narracott, un piccolo possidente che vive con la moglie Rose e il figlio Albert, acquista un cavallo per trenta sterline. Rimproverato dalla moglie, che lo accusa di essersi fatto ingannare, trova invece d'accordo il figlio, che ben presto instaura un rapporto di profondo affetto con l'animale, cui assegna il nome di Joey. Durante la seconda guerra mondiale, Albert viene costretto a separarsi dal suo cavallo, venduto all'esercito francese... Cast: Emily Watson, Jeremy Irvine, Peter Mullan, David Thewlis, Benedict Cumberbatch, Tom Hiddleston, Toby Kebbell Regia: Steven Spielberg Distribuzione: Walt Disney Studio Motion Pictures Italia Data uscita: 17 febbraio
Quando il giovane David (Xavier Samuel), inglese, annuncia che sta per sposare una ragazza australiana (Laura Brent), i suoi sciagurati amici danno un significato completamente nuovo alla frase "nella buona e nella cattiva sorte"... In terra australiana l’ultra-caotico giorno delle nozze mette a dura prova sia il rapporto tra gli sposi, sia il rapporto di David con i suoi tre testimoni, rischiando di trasformare quello che dovrebbe essere il più bel giorno della vita nel peggiore di tutti. Cast: Xavier Samuel, Olivia NewtonJohn, Rebel Wilson, Olivia NewtonJohn, Kris Marshall, Kevin Bishop, Elizabeth Debicki, Laura Brent Regia: Stephan Elliott Distribuzione: Lucky Red Data uscita: 10 febbraio
GP MAGAZINE 75
CINEMA di Costanza Cambriani
MANUELA MORABITO “SONO UNA DONNA IN FERMENTO” /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Sarà un 2012 importante per lei. E’ al cinema con il film di Carlo Verdone “Posti in piedi in Paradiso” e in primavera la vedremo in un film di Marengo e in due di Fragasso
76 GP MAGAZINE
a iniziato la sua carriera da giovanissima con il programma per bambini “Big”. Ha girato ben sette film con Pupi Avati e nella sua carriera ventennale si è confrontata con registi del calibro di Risi, Fragasso, Marengo, Grimaldi e Verdone. Stiamo parlando di Manuela Morabito. Da “I ragazzi del muretto” a Verdone, passando per Pupi Avati. Ai tuoi esordi ti saresti aspettata di lavorare con dei mostri sacri come loro? “Chi fa l’attrice, chi ha un grande sogno, pensa in grande; quindi sì! All’inizio si hanno delle ambizioni enormi, poi ti accorgi di quanto realmente è difficile. Sono
citi in romano. Com’è stato recitare in dialetto? “Mi sono divertita come una pazza. Ero già grata a Pupi Avati per aver creduto in me molte volte, ora lo sono ancora di più per avermi dato questo ruolo. Il copione è arrivato quasi ad inizio film, il tempo per preparami era davvero poco. Per entrare al meglio nella parte sono stata prima nelle borgate e poi ho fatto leggere il copione alle ragazze che lavorano nel centro estetico di mio fratello. Loro hanno un accento più marcato del mio e mi sono state di grande aiuto. Fatto questo, mi sono rinchiusa in casa per una settimana e grazie anche ai dvd della Magnani è iniziata la trasformazione. Avati voleva
molto il fermento, è una parola che caratterizza la mia vita ed il mio essere, mi anima. Sono una persona allegra ed anche dopo la separazione sono riuscita a riprendere in mano la mia vita. Sono tendenzialmente insicura, anche se negli anni ho smussato un po’ questo mio lato caratteriale. Vengo da una famiglia con forti valori e questo mi ha dato grande forza. Amo la semplicità ma come punto d’arrivo, non di partenza; Molti pensano ‘se io avessi’ ma la felicità non è in questo, sono le piccole cose che mi fanno felice. Insomma… ‘so na poraccia!’ ”. Da bambina sognavi già di fare l’attrice? “Sì! Mio padre faceva l’operatore cinematografico e spesso portava me e mio
felicissima di aver lavorato con loro e della mia carriera. Ho fatto un percorso che mi piace, con i tempi giusti. Sento di aver fatto delle scelte artistiche sane. Adesso mi piacerebbe poter scegliere i lavori che più sono nelle mie corde e mantenere la fortuna di lavorare con registi importanti”. Pupi Avati e Carlo Verdone interpretano la cinematografia in maniera molto diversa. Tu in quale ti rispecchi di più? “Ogni attore entra in contatto con il regista ed è trascinato nel suo mondo. Hanno due modi diversi di interpretare il cinema ma ugualmente forti ed incisivi. Mi rispecchio in entrambi. Loro sono i maestri e sanno come guidarti per ottenere quello che vogliono; in fondo è ‘il regista che fa l’attore!’ ”. Ne “Il Cuore Grande delle Ragazze” re-
una cosa ‘greve’ e visto il poco tempo, all’inizio era un po’ preoccupato che non riuscissi ad immedesimarmi nel personaggio. Io però quel ruolo lo sentivo mio, non mi spaventava interpretare un personaggio così diverso da me, anzi”. Se potessi decidere tu, che ruolo ti piacerebbe interpretare? “La commedia mi piace molto con i suoi ruoli brillanti; anche un personaggio borderline con situazioni surreali ed un po’ folli. Ruoli che escono un po’ dai canoni stereotipati, una sorta di commedia dell’assurdo. Amo le parti che si distaccano totalmente da me, questo per permettermi di allargare la mente e vivere realtà lontane dalla mia quotidianità”. Come sei nella vita di tutti i giorni? “Ho una mente organizzativa, in tutto. Dagli eventi alle semplici cene. Mi piace
fratello sul set. Mio fratello odiava quel mondo, io ne ero affascinata, lo trovavo magico, l’ho sempre amato. Poi nell’adolescenza si è radicata ancora di più questa passione, ero molto timida e mi dicevo che se non mi fossi potuta realizzare nella vita a causa di questo mio lato del carattere, almeno l’avrei fatto nel lavoro”. Progetti futuri? “In questa realtà si è molto scaramantici. Qualcosa c’è, ma non essendosi ancora concretizzato non dico nulla. Al momento sono al cinema con il nuovo film di Verdone ‘Posti in Piedi in Paradiso’. In primavera uscirà un film di Marengo ‘Brevi Storie di Lunghi Tradimenti’. E due film di Fragasso: ‘Una Notte da Paura’, un horror comico molto divertente, e ‘Operazione Vacanze’, che segna il ritorno al cinema di Jerry Calà”.
H
GP MAGAZINE 77
TEATRo di Silvia Giansanti
DANIELE PECCI “SFAVOREVOLE AL MATRIMONIO” /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E’ in scena fino al 12 febbraio al Teatro India con “Scene da un matrimono” per la regia di Alessandro D’Alatri, insieme a Federica Di Martino. “Sono molto soddisfatto di questo lavoro, siamo reduci da un tour meraviglioso e adesso siamo a Roma”
GP MAGAZINE 79
a serietà e la professionalità di un vero attore si vedono da anni di preparazione e di duro lavoro. Daniele Pecci, classe 1970, deve molto alla sua grande passione per il teatro da cui ha iniziato. Dopo un periodo relativamente tranquillo della sua vita professionale, dov’è riuscito a gustarsi per un pomeriggio la pioggia dietro i vetri, adesso è impegnato con uno spettacolo teatrale di tutto rispetto. “Scene da un matrimonio” è un testo divenuto icona internazionale intorno alle complessità delle relazioni uomo donna e in particolare di quelle matrimoniali. E’ una pièce teatrale che era assente sulle scene italiane da molto tempo. Daniele, come hai iniziato l’anno nuovo? “In modo molto tranquillo e pacifico fra le mura domestiche, lavorando su vari progetti. Sono stato ben cinque mesi fuori e adesso mi sto godendo un po’ casa”. Da quale settore è partita la tua carriera? “Dal teatro come per molti attori”. A proposito di questo mondo così affascinante, secondo la tua esperienza, da chi è composto il pubblico che oggi si reca a teatro? “Noto che c’è uno zoccolo duro di gente che si è sempre recata a teatro e, grazie a questo, riesce a sopravvivere specie in un momento delicato come quello attuale. Ogni tanto c’è qualche elemento estemporaneo che va a vedere uno spettacolo ma bisognerebbe avere gente nuova. Sarebbe importante costituire un nuovo pubblico teatrale che soppianti quelli che adesso sono molto anziani e che tra poco non ci saranno più. Occorrerebbe un ricambio generazionale di pubblico, su cui puntare moltissimo”. Cosa vuol dire per Daniele Pecci essere un buon attore? “Per me significa essere un ottimo professionista ben preparato, nel senso che al di là di tutto quello che si possa dire sul talento e sull’ispirazione artistica, fare questo mestiere significa trovarsi di fronte a persone che ti chiedono di fare delle cose pratiche e quindi la prima cosa che devi fare quando qualcuno di chiede questo, è fare. Sai ridere, ridi! Sai piangere, piangi! Sai ballare, balli! Sai cantare, canta! C’è anche qualche pazzo che ti si rivolge chiedendoti l’anima e di buttar sangue, frasi che io non amo ma intuisco spesso cosa ci sia dietro”. C’è un’esperienza della tua carriera che ancora oggi al solo pensiero ti dà i brividi? “Le prime esperienze teatrali, quando per la prima volta vai in scena e si apre il sipario e con la coda dell’occhio intuisci nel buio una bella presenza di spettatori. Il silenzio che fa paura e
L
80 GP MAGAZINE
i primi due passi sulla scena, un’attrice particolarmente brava che t’incanta tutte le sere e tu sei ancora un giovane con un vassoio in mano, che entra per dire due battute con due occhi sgranati sul pubblico... Ecco quelle sono state emozioni vere ma anche quando sono rimasto dietro le quinte e non dovevo fare quasi nulla”. Secondo te quando si può ritenere pronto un giovane per il mestiere di attore? “Molto difficile dirlo, dipende da quello che fai. Succede ad esempio che nel cinema magari non hai mai recitato in vita tua, ma dietro ad una buona regia vinci anche il David di Donatello. In teatro, invece, probabilmente un attore si ritiene pronto quando ha avuto una conoscenza di cosa significhi fare questo mestiere, una buona cultura, un’impostazione della voce sufficiente e una padronanza dell’uso del linguaggio e del proprio corpo. Personalmente ho
mente. Lui si è portato dietro Franco Mussi della PFM, che ha composto le musiche. Ha chiamato poi un giovane che ha curato le scenografie e così abbiamo realizzato questo progetto di cui ne vado molto fiero. E’ un testo che ho visto recitare tanti anni fa in teatro e me ne sono innamorato. Dopo dieci anni ho preso i diritti, ho fatto insieme a Federica una riduzione in un festival abruzzese e poi dopo un po’ di anni, siamo riusciti a proporlo come lo stiamo facendo oggi. Siamo reduci da un tour meraviglioso, abbiamo fatto il Piccolo Teatro di Milano e ne siamo molto fieri. Adesso siamo a Roma all’India”. Rifacendoti al titolo del lavoro teatrale, abbiamo saputo che sei un po’ allergico al matrimonio. E’ vero? (Sorride) “Mah, non mi sono mai sposato. Più che allergico sono estremamente sfavorevole al contratto matrimoniale, sono
impiegato molto per imparare qualcosa”. Secondo te, esiste qualche possibilità che la situazione relativa al settore dello spettacolo possa migliorare e quindi sbarrare finalmente le porte a tanti improvvisati sconosciuti? “Ripeto, in teatro un attore non preparato viene mangiato dagli altri colleghi e dal pubblico. Fortunatamente il teatro è ancora intaccato da ciò e non si può barare. Invece, per ciò che riguarda il nostro grande cinema, purtroppo è fatto anche da gente che non ha studiato nemmeno un giorno della propria vita. E’ un luogo dove oggi l’attore conta meno del volto. Se hai una faccia meravigliosa e un grande regista il gioco è fatto. Si può anche diventare grandi attori sui set anche strada facendo”. Veniamo al tuo spettacolo teatrale “Scene da un matrimonio”. “Siamo in due, io e Federica Di Martino, un’attrice che stimo enormemente. Il regista è Alessandro D’Alatri che ho voluto forte-
riluttante di fronte a regole imposte dalla società che si ritorcono in maniera devastante contro chi si è sposato. Si parte con l’idea che si starà insieme tutta la vita e questo è magnifico ed è molto romantico, ma quando poi si finisce in tribunale rovinati da giudici e avvocati per pagare alimenti e quant’altro, allora quel matrimonio mi fa davvero schifo. Se due persone vogliono stare insieme si uniscono, portano quello che hanno, lo dividono e nel caso che si dovessero lasciare, ognuno andrà per la sua strada e si porterà dietro quello che vuole. Non siamo più in epoca medievale, in famiglie dove il marito vieta alla moglie di lavorare, e non deve più accadere che una donna rischi di ritrovarsi senza niente in mano. E’ bene che ognuno si renda autonomo”. Nel rapporto di coppia sei dotato di self-control? “Beh, credo proprio di sì”.
TEATRo /////////////////////////////////
di Fabiola Di Giov Angelo
DANIELA MOROZZI LA SIMPATIA VA IN SCENA //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E’ diventata popolare grazie a “Distretto di Polizia”. Dopo aver lasciato la celebre fiction di Mediaset sta ottenendo grossi consensi a teatro, il suo primo amore
82 GP MAGAZINE
© Foto Gianni Ugolini
eve la sua fama alla celebre serie televisiva “Distretto di Polizia”, ma sono stati il talento e la naturale simpatia a rendere Daniela Morozzi un’attrice molto amata, brillante e poliedrica, e una donna adorabilmente complessa, generosa, ricca di interessi. Fiorentina doc, ha un volto che buca lo schermo e una verve che trafigge il cuore. Ha fatto un grande lavoro in teatro, con la Lega di Improvvisazione Teatrale, una palestra importante per molti artisti. Per anni ha interpretato brillantemente Vittoria Guerra, l’esperta di identikit di “Distretto di Polizia”, ma poi ha deciso che il teatro dovesse tornare ad essere il suo impegno principale, e il palcoscenico, che regala ogni sera emozioni diverse, il luogo dove ristabilire un rapporto creativo con la vita. Nella sua vita non ha mai trascurato il valore della solidarietà, come di recente ha dimostrato nell’ambito della campagna a sostegno dell’AIL, Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma, di cui Daniela è la sorridente testimonial. Dopo dieci lunghi anni hai deciso di abbandonare la fiction “Distretto di Polizia”. Come mai? “Si è trattato di un tacito accordo con la produzione perché eravamo arrivati ad un esaurimento di contenuti e non avevamo più nulla da raccontare. ‘Distretto di Polizia’ mi ha dato una grande popolarità e soprattutto è stata una scommessa vinta, considerato il fatto che dieci anni fa eravamo quasi tutti attori sconosciuti e che in poco tempo siamo riusciti ad entrare a far parte della vita degli spettatori. E’ stata una serie che ha avuto una grande esplosione, capace di diventare un esempio per altre fiction. Insomma un prodotto veramente potente”. Dopo aver lasciato la fiction, hai avuto una perdita d’identità? “Diciamo che si è trattato di una sorta di smarrimento umano, perché sono molto legata ai miei colleghi di ‘Distretto di Polizia’. Ma è stato giusto così, stavo implodendo dentro quella divisa. Ora mi sono presa un periodo di riflessione, utile per pensare e ristabilire un rapporto creativo con la vita”. Si è appena concluso lo spettacolo a teatro“Terapia Terapia”, in cui l’attore Gianni Ferreri interpreta, come in “Distretto di Polizia”, la parte di tuo marito. Siete quasi una coppia di fatto… “Molti pensano che stiamo insieme vera-
D
mente, in realtà siamo molto amici. Quando siamo a Roma per lavoro condividiamo la stessa casa ormai da dieci anni. Fare questo spettacolo a teatro è stato quasi un gioco. All’inizio quando Roberto Nobile, altro collega in “Distretto di Polizia”, ce lo propose ci è venuto da ridere, ma poi tutto è iniziato e ci siamo entusiasmati. E’ una commedia pulita, autentica, senza doppi sensi, consolatoria”. Dopo anni di fiction sei tornata al teatro, il tuo primo amore. Pensi che il bravo attore debba lavorare in teatro? “Se un attore è bravo, lo è sempre, si tratta solo di linguaggi diversi. Io amo molto il teatro e non lo ho mai abbandonato, ma credo che il segreto del bravo attore sia l’autenticità e l’umiltà che mette nelle cose che fa”. Quali sono i tuoi attori preferiti? “Meryl Streep mi emoziona tantissimo, trovo sia perfetta in ogni cosa che fa. Tra le più giovani Alba Rohrwacher credo abbia qualcosa da raccontare e poi mi piace moltissimo Toni Servillo”. Come è nata la tua passione per il teatro? Ho letto di un incontro folgorante con Dario Fo quando avevi 16 anni. “Ho sempre voluto fare teatro. Eravamo al liceo e facevamo occupazione, venne a tenere una lezione Dario Fo e fece un pezzo di ‘Mistero Buffo’, pensai che era una cosa meravigliosa e ne rimasi folgorata”. Oltre all’attrice hai mai pensato di fare altro? “Sono figlia di operai e mi sono
presa questa vita a morsi. Per un breve periodo, quando ero molto giovane, ho lavorato come insegnante di sostegno ma non ho mai desiderato fare altro che l’attrice anche quando questo mio mestiere si è dimostrato precario. Per la mia carriera ho seguito il consiglio che mi diede mia madre quando avevo 22 anni di fare sempre ciò che desideravo”. A che cosa stai lavorando in questo momento? “Ad un documentario sui testimoni di giustizia, roba seria. E poi tanto teatro, presto a Firenze faremo Riccardo III con Leonardo Brizzi”. Salutiamoci parlando della tua vita privata. Sei mamma da quattro anni, che esperienza è stata per te? “Ho deciso di avere un figlio a 40 anni e l’ho voluto fortemente. La gravidanza è stata bella, il dopo parto un periodo duro, il baby blues l’ho provato tutto. Ma è stato meraviglioso, non ci sono stereotipi per descrivere che cosa si prova quando si diventa madre. E’ stato difficile tornare a lavorare e io feci l’errore di tornare molto presto, solo dopo un mese dal parto. Ma ho capito subito che se sei onesta il tuo bambino ti capisce e quando esci di casa per andare a lavorare sa che tornerai. E io torno da lui con un desiderio enorme di stare insieme. Le mamme a volte sono presuntuose, credono che il proprio figlio non possa stare senza di loro, ma i figli vivono di vita propria, hanno solo bisogno di una madre che li ami e sia felice”.
GP MAGAZINE 83
TELEVISIoNE /////////////////////////////////////////////////////
di Alessandro Cerreoni
EDOARDO LEO LA FACCIA DELLA ROMANITA’ //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E’ cresciuto a fianco di un grande maestro come Gigi Proietti dopo essersi formato praticamente da solo, studiando per anni recitazione, dizione, metodo e guardando a ripetizione film e spettacoli teatrali. Alla fine ce l’ha fatta…
84 GP MAGAZINE
GP MAGAZINE 85
nato lo stesso giorno in cui nacque Roma. Ha lavorato con uno dei più grandi attori romani come Gigi Proietti. Ha fatto parte del cast di una produzione cult della televisione moderna, “I Cesaroni”, che racconta la vita alla Garbatella. In poche parole, Edoardo Leo incarna spontaneamente quella romanità che in pochi, nonostante gli sforzi, hanno. E’ attore e regista ed è uno di quelli che “si è fatto da solo”. E con quella faccia non poteva non sfondare… Edoardo, sei nato a Roma il 21 aprile, guarda caso il giorno del compleanno di Roma. Cosa ti fa pensare questa coinci-
E’
86 GP MAGAZINE
denza? “E' una meravigliosa coincidenza. Il legame con Roma è forte. E' il posto dove sono nato, dove vivo e poi Roma è al centro di tutta una serie di progetti che ho portato avanti sulla riscoperta delle tradizioni, delle canzoni, dei testi che raccontano non solo un posto geografico ma un posto dell'anima”. Come ti definisci caratterialmente? “Difficile autodefinirsi. Non ho un carattere semplice. Sono riservatissimo, quasi orso. Mi serve per compensare la parte di me che si esibisce, il buffone in scena che deve essere sempre simpatico”. Cosa occorre per andare d'accordo con te? “Poche cose essenziali. Essere diretti
e possibilmente gentili. Detesto chi non saluta, chi non ringrazia. Cinque parole fondamentali. Buongiorno, buonanotte, grazie, prego e ‘per favore’. Non è difficile in fondo...”. Come è stata la tua adolescenza? Che ricordi hai di quel periodo? “Un'adolescenza normale in una famiglia unita. Ho avuto le normali ribellioni di un adolescente verso la famiglia ma più gli anni passano più capisco di essere stato molto amato e ben educato”. Com'è nata la passione per il mestiere di attore? “Per caso. Ho fatto qualche provino per cercare di mantenermi gli studi e quando sono stato preso per il primo film
ho avuto una folgorazione. Recitare era quello che volevo fare di mestiere. Da allora non ho fatto altro”. Qual è stata la tua formazione? “Una formazione assolutamente atipica. Bocciato in accademia d'arte drammatica, bocciato al centro sperimentale di cinematografia ho cominciato a studiare da solo. Come un matto. Testi, corsi di dizione, il metodo, i libri fondamentali, tre film al giorno, più spettacoli che potevo a teatro, e poi il lavoro con un coach per preparare i provini e i personaggi più difficili. E' comunque meglio fare una scuola. Io ho fatto il doppio della fatica facendo tutto da solo”.
Cinema o tv, cosa preferisci? “Direi il teatro, visto che ne ho fatto tanto. Ma non faccio distinzioni. Preferisco i buoni progetti. Si può fare un'ottima televisione”. Qual è il lavoro, televisivo o cinematografico, a cui sei rimasto più legato? “Senza dubbio ‘Diciotto anni dopo’ il film di cui sono anche regista e che ha vinto premi in tutto il mondo dagli Usa alla Francia fino in Russia e Australia. Sono stato candidato come miglior regista esordiente ai David di Donatello e ai Nastri d'argento. Un momento fondamentale della mia vita professionale”. Recentemente ti abbiamo visto in "Dov'è mia figlia" accanto a Claudio Amendola, con il quale hai lavorato anche ne "I Cesaroni". Che considerazione hai di Claudio? “E' difficile per me parlare in maniera obiettiva di Claudio. E' uno dei pochi amici che ho in questo ambiente, amicizia tra l'altro nata fuori dal set e che anche per questo dura da anni. Oltre che essere un attore che stimo è una persona rara, intelligente, senza filtri, diretto. E' stato un piacere lavorare con lui e abbiamo altri progetti insieme per l'anno prossimo di cui davvero non posso parlare ma saranno un'assoluta sorpresa”. Quanto c'è dell'attore nel tuo lavoro di regista e quanto del regista c'è in quello di attore? “Tanto. Anche perché quando dirigo faccio sempre un ruolo nei miei progetti. Quindi le due cose si mischiano. Inoltre dirigere altri attori sapendo perfettamente le loro esigenze e problemi è un grande vantaggio”. Su quali progetti stai lavorando? Se puoi dirlo... “Sto girando una serie tv a Dublino. Si chiama ‘Titanic, blood and steel’, una coproduzione internazionale sulla storia della costruzione del Titanic. Con attori americani, inglesi, irlandesi. Siamo solo tre italiani: io, Alessandra Mastronardi e Massimo Ghini. E poi a marzo il nuovo spettacolo, una commedia romantica dal titolo ‘Ti ricordi di me?’ che farò con Ambra Angiolini. E poi il nuovo film come regista la prossima estate... ma avrò tempo di parlarne”. Hai un sogno professionale che vorresti realizzare? “Tanti, tantissimi. Se mi date 5 o 6 pagine del vostro giornale ve ne parlo”. Hai mai avuto l'opportunità di conoscere
Alberto Sordi? Ti sarebbe piaciuto lavorare con lui? “L'ho incontrato una sola volta a Via Veneto. Sono sceso dalla moto e l'ho salutato: ‘Salve Maestro’. Mi ha risposto: ‘Ciao bello’. Sordi è il modello irraggiungibile di molte generazioni di attori, romani e non. Un mostro che ha segnato un solco nella storia della vita culturale del nostro paese”. E di Gigi Proietti cosa puoi dirci, visto che ci hai lavorato insieme? “Un'altro marziano. Ho lavorato tanto con lui, in teatro e in tv. Averlo come regista in teatro è stato determinante. Mi ha insegnato tanto, mi ha illuminato, mi ha fatto scoprire cose di me che non sospettavo. La mia parte più buffa. Il senso della commedia. E' stato un privilegio stargli accanto ed imparare”. A parte Albertone, quale attore romano, passato o attuale, ammiri particolarmente? E perché? “Mastroianni. Non era proprio romano. Era di Fontana Liri ma in qualche modo da romano adottato ha sdoganato l'immagine dell'attore italiano nel mondo. Il prototipo del grande attore universale”. A che punto è la tua carriera? “Più o meno dove volevo fosse a questo punto. Ma da dentro non si capisce bene dove uno sta. So che adesso sono libero di scegliere. Di prendermi del tempo se non trovo progetti convincenti e di concentrarmi sul nuovo film da regista. Che mi consente di poter decidere di stare a casa e scrivere. Cosa che amo”. Cosa fai nel tuo tempo libero? “Leggo, gioco a pallone e suono con l'Orchestraccia, una band mista di attori e musicisti con la quale ci divertiamo a fare una passeggiata musicale nelle tradizioni romane. E poi scrivo. Sempre una sceneggiatura da finire, un revisione da fare. Diciamo che nel tempo libero mi piace lavorare”. Se dovessero chiamarti per recitare in un ipotetico remake di un grande film del passato, quale vorresti che fosse e quale personaggio interpreteresti? “Domanda difficile. Ce ne sono tanti. Il mio film cult è ‘C'eravamo tanto amati’ di Scola dove Nino Manfredi fa un personaggio memorabile. Ma in fondo spero che il remake di questo film non lo facciano mai”.
GP MAGAZINE 87
MUSICA di Donatella Lavizzari
PER MARIA CALLAS /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Nonostante siano trascorsi più di trent'anni dalla sua scomparsa, i suoi raggi artistici riscaldano ancora i cuori degli appassionati di lirica
aria Callas, nome d'arte di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogheròpoulos (New York, 2 dicembre 1923 – Parigi, 16 settembre 1977), è stata consacrata un mito del teatro dell’opera. Un mito, che si è consolidato negli anni della sua carriera artistica, e che si era affermato, improvvisamente, all’Arena di Verona, nella stagione lirica del 1947, nelle vesti di protagonista dell’opera Gioconda di Amilcare Ponchielli. La sua voce è rimasta ancora oggi un punto di riferimento nel mondo della lirica, al pari della sua interpretazione musicale. Ma sul palcoscenico era soprattutto la sua arte scenica che colpiva il pubblico, la sua scultorea gestualità, sospesa fra modernità e classicismo, la sua potente espressione mimica. Il tutto retto ed alimentato da una fortissima personalità, generosa di slanci passionali, che non amava le mezze misure. Proprio da questi tratti nasce il grande personaggio, che ha fuso carriera artistica e vita privata, in un susseguirsi di colpi ad effetto. Della Callas sono rimasti dischi e qualche video che non potranno mai restituirci l’autenticità dell’artista, perché la Callas non andava solo ascoltata ma andava “vista”, bisognava essere coinvolti da quella presenza scenica di straordinaria efficacia. Non esiste nessun mezzo artificiale o artificioso che possa rendere quello che un attore, quando è tale nel senso pieno del termine, sa e può dare davanti al pubblico ogni volta e ogni volta in modo diverso. Non è con il breve filmato di Tosca che
M
chi non l’ha mai vista possa comprendere quali e quante erano le sue sfumature, i suoi palpiti. La Callas ha rimesso in luce il recitativo perché portava sillaba per sillaba, all’altezza dell’aria, comprendendo perfettamente il significato del recitativo belliniano, tra i più importanti e definitivi dell’Ottocento. Poi c’era la Callas che dalla dolcissima cantilena del catanese, passava alle sue ire terribili. Basti ricordare il “Trema fellon” della Norma che faceva davvero tremare chi l’ascoltava e la sua scultorea Medea che ha segnato una nuova era nell’arte del canto. Vocalmente la sua tecnica era perfetta sia nell’accento che nel virtuosismo, degna allieva di Elvira Hidalgo. Alla Scala arrivò riprendendo, nell’Aida, Renata Tebaldi nel 1950, poi riapparve, titolare del ruolo, per inaugurare la stagione 1951/52 con i Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi. E in questa stessa stagione interpretò alla Scala un’opera che non era mai stata eseguita sul palcoscenico milanese: Il Ratto dal Serraglio di W. A. Mozart. La “Divina” è stata indiscutibilmente la massima espressione del canto melodrammatico. Per lei non esisteva una nota, una pausa, un respiro che fosse meno importante di un altro. Raggiungeva scale cromatiche discendenti di rara perfezione vocale ed intonazione. La notte tra il 15 e il 16 settembre 1977 si è spenta la stella di Maria Callas, ma, nonostante siano trascorsi più di trent'anni, i suoi raggi artistici riscaldano ancora i cuori degli appassionati di lirica.
GP MAGAZINE 89
MUSICA ////////////////////////////////
di Donatella Lavizzari
LUCA JURMAN BODY AND SOUL /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// © Tommaso Mei
E’ uno dei più apprezzati vocalist e musicisti che abbiamo in Italia. Ha iniziato la sua carriera quando era ancora adolescente, debuttando a 13 anni come pianista jazz in un locale milanese. La sua popolarità è accresciuta grazie alla partecipazione come vocal coach al programma “Amici”
90 GP MAGAZINE
C
iao Luca, tu sei un uomo di spettacolo completo e molto professionale, quali sono i modelli e i maestri che riconosci
come tali? “Ce ne sono tanti. Anche un allievo può diventare un maestro in qualche momento di vita. Mi ispiro sempre ai grandi perché amo avere degli obiettivi molto alti. Mi riferisco a Beethoven, Mozart fino ad arrivare a Ray Charles, Steve Wonder,…quei grandi artisti che hanno determinato svolte importanti nella storia della musica. Mi piace essere allievo per poter essere un buon maestro”. Si può interpretare la musica come filosofia di vita, e come? Quali sono secondo te i valori che si possono trasmettere attraverso la musica? “La musica è una filosofia di vita. Per me è estremamente importante. Appartiene agli albori della vita perché i suoni sono ancestrali, fanno parte dell’universo e la genialità dell’essere umano li ha tradotti in quel linguaggio universale che viene chiamato musica. Il compito delle arti eccelse, e quindi della musica, è quello di emozionare. I valori che essa trasmette sono fondamentali per ogni essere vivente. I più grandi artisti, infatti, trasmettono un messaggio socio-umanitario ad ogni loro esibizione”. La musica per me è fondamentalmente una trasmissione di sentimenti: tu cosa individui di te stesso in quello che canti e suoni? “E’ difficile per me individuarlo. Quello che posso dire è che quello che canto e suono non è qualcosa che mi appartiene. Durante l’esecuzione, l’artista, secondo i canoni, dovrebbe occuparsi della trasmissione di emozioni. C’è una controversia per quanto riguarda il significato dell’interpretazione. Interpretare non vuol dire cambiare il senso dell’opera ma riproporre con la propria sensibilità, genialità e conoscenza, i sentimenti di quell’opera o canzone, secondo il proprio modo di viverli”. Bjork, in una recente intervista, ha detto che “le moderne tecnologie non hanno giovato alla musica, al contrario, l'hanno banalizzata. Perché siamo costretti ad ascoltare: in ascensore, nelle hall degli alberghi, in taxi. Una volta, cento anni fa, i compositori erano già felici se le loro opere venivano eseguite due volte nell'arco di una vita. ...L'ascolto passivo offende la musica, la riduce a una scala mobile”. Qual é la tua opinione? “Sono parzialmente d’accordo con questa affermazione. E’ vero che, in un certo senso, la tecnologia può aver banalizzato la musica ma ha anche regalato nuove risorse a chi compone e Bjork ne è un esempio evidente. La cosa che condivido è l’affermare che un tempo l’artista era contento se le sue opere venivano rappresentate anche solo una o due volte durante la sua vita. Io parlerei non tanto di tecnologia ma di business, finché tutto si basa sulla commercializzazione dell’arte va bene ma quando l’arte è costretta a modificarsi per la commercializzazione, per il mero business allora le cose cambiano. Questo è il punto fondamentale. Il problema consiste non nella tecnologia ma in ciò che è stato fatto per la diffusione del ‘nulla’. Un
tempo c’era il signor Ricordi che sapeva cosa era la ‘musica’. All’interno della casa discografica c’erano autori, compositori, musicisti, che quando arrivava un artista nuovo cercavano di capire se valeva la pena di investire su di lui. Ritengo che oggi la tecnologia sia un’arma estremamente importante per combattere l’ignoranza dettata da chi “ignora” la musica. Si può entrare in un mercato parallelo, molto più forte e radicato di quello che ci vogliono far credere, che è quello del mondo web. Attraverso il web c’è un confronto diretto. Pensa che ci sono otto milioni di utenze nel settore canto! Il web ha sicuramente cambiato l'approccio alla musica offrendo grandi possibilità. Ho aperto un canale su YouTube che si chiama ‘After Talent’ dove sto cercando di creare una piattaforma per i ragazzi, per promuovere i nuovi talenti, giovani e meno giovani”. Oltre ai grandi artisti con cui hai collaborato con quali altri ti piacerebbe invece farlo? “Sicuramente con mostri sacri come Steve Wonder, Whitney Houston. Mi piacerebbe farmi contaminare l’anima da una personalità religiosa come quella di Byron Cage. Vorrei tornare indietro nel tempo e duettare mentalmente con Ray Charles. Vorrei essere in grado di suonare un’opera di Beethoven e sentire lui che ne pensa. Mi piacerebbe giocare con le note insieme a Mozart, suonare con Coltrane, Charlie Parker. Mi piacerebbe anche condividere il palco con Michael Bublé e Diana Krall”. Quale episodio della tua carriera ti è rimasto più impresso per la sua particolarità ed originalità? “Ho un bellissimo ricordo legato a Laura Pausini che mi ha dato l’opportunità di arrangiare e di suonare per lei durante il tour mondiale ‘The Best of’. Mi è rimasto impresso il periodo con cui ho collaborato con Alejandro Sanz, artista pop spagnolo di fama internazionale. Non conoscevo il flamenco e mi sono tuffato con passione in un mondo a me sconosciuto. Sono stato stregato da questo ritmo, da questa armonia. Qual è il pezzo a cui sei più legato? “La ‘Sonata al chiaro di luna’ di Beethoven perché è stata la mia prima vittoria per poter arrivare al diploma di pianoforte. Amo Beethoven perché forte e passionale, malinconico, così intenso da farmi commuovere ogni volta che tento di suonare le sue opere. Un altro pezzo a cui sono molto legato è ‘Georgia on my mind’ cantata da Ray Charles, che ho avuto la fortuna di ascoltare live al Teatro Smeraldo anni fa”. Quali sono i tuoi interessi al di fuori della vita lavorativa? “Mi piace sciare ‘free-ride’, come ricerca di libertà e contatto con la natura, nel silenzio più assoluto. Amo le arti marziali che ho praticato per anni”. Se tu dovessi essere il protagonista di un film quale sarebbe? “Robert De Niro in ‘C’era una volta in America’ ”. C'è una domanda che non ti hanno mai fatto a cui vorresti rispondere? “Ci sono tante domande che io vorrei fare a molte persone che non mi hanno mai risposto…”.
GP MAGAZINE 91
MUSICA
CHARTS CLASSIFICHE TOP TEN EUROPA 1 “GOOD FEELING” – FLO.RIDA 2 “TROUBLE MAKER” – TAIO CRUZ 3 “MAMA DO THE HUMP” – RIZZLE KICKS 4 “DOMINO” – JESSIE J. 5 “LEVELS” – AVICII 6 “DO YOU FEEL WHAT I FEEL” – JLS 7 “TAKE CARE” – DRAKE FT. RIHANNA 8 “PARADISE” – COLDPLAY 9 “LOVE ON TOP” – BEYONCÉ 10 “HIGHER LOVE” – JAMES VINCENT MCMORROW
TOP TEN U.S.A. 1 “THE ONE THAT GOT AWAY” – KATY PERRY 2 “WE FOUND LOVE” – RIHANNA FT. CALVIN HARRIS 3 “MONARCHY OF ROSES” – RED HOT CHILI PEPPERS 4 “IT WILL RAIN” – BRUNO MARS 5 “THESE DAYS” – FOO FIGHTERS 6”COUGH SYRUP” – YOUNG THE GIANT 7 “DANCE ASS” – BIG SEAN FT. NICKI MINAJ 8 “NIGGAS IN PARIS” – JAY Z FT. KANYE WEST 9 “YOUNG, WILD & FREE” – S. DOGG & WIZ KHALIFA FT. BRUNO MARS
10 “LONELY BOY” – THE BLACK KEYS
TOP TEN ITALIA 1 “ORA” – JOVANOTTI 2 “TAPPETO DI FRAGOLE” – MODÀ 3 “DISTRATTO” – FRANCESCA MICHIELIN 4 “LA DIFFERENZA TRA ME E TE” – TIZIANO FERRO 5 “NON CI PENSO MAI” – I MODERNI 6 “INEVITABILE” – GIORGIA FT. EROS RAMAZZOTTI 7 “CUORE SCOPPIATO” – ANTONELLA COCO 8 “SARÀ POSSIBILE” – NICOLE TUZII 9 “DISCO TRISTO” – OTTO OHM 10 “L’ULTIMA NOTTE AL MONDO” – TIZIANO FERRO
RIZZLE KICKS Jordan e Harley sono due giovani rapper di Brighton. Hanno iniziato nella casa della zia a reppare su cover dei Gorillaz, Lily Allen e Artick Monkeys, i loro artisti preferiti. JAMES VINCENT MCMORROW Cantautore che arriva dall’Irlanda è al suo esordio e di recente ha fatto da spalla nei concerti italiani dei Fitsful of Mercy. Il lavoro è stato composto in una casa isolata sulle coste irlandesi. RED HOT CHILI PEPPERS Sono al secondo singolo estratto dall’album “I’m with you”, rilasciato alla fine della scorsa estate. Inizialmente il singolo è uscito solo nel Regno Unito. Adesso sono con il nuovo chitarrista Josh Klinghoffer che ha sostituito John Frusciante YOUNG THE GIANT Sono noti come The Jakes, hanno pubblicato il loro album di debutto nel 2010. Di recente sono stati in tour con gli Incubus e sono i preferiti del cantante inglese Morrissey.
ANTONELLA COCO Giovane artista dallo sguardo magnetico, si è fatta conoscere attraverso X Factor. E’ alle prese con la promozione del suo EP, sta scrivendo nuove canzoni e sogna di partecipare a Sanremo. OTTO OHM Si tratta di una band nata nel 1997 dall’idea di Andrea Vincenzo Leuzzi. Qualche anno fa hanno collaborato con Daniele Silvestri e questo singolo è contenuto in un doppio cd di 25 pezzi.
di Silvia Giansanti in collaborazione con la Foxy John Production - www.foxyjohnproduction.com
SPECIAL GUEST LANA DEL RAY LA RIVELAZIONE DEL 2012 a nuova promessa pop di cui si sente parlare in giro in questi ultimi tempi, arriva direttamente dagli States dov’è nata nella Grande Mela il 21 luglio del 1986. All’anagrafe è Elisabeth Grant e il suo è un nome d’arte che deriva dalla combinazione tra il nome dell’attrice Lana Turner e quello dell’automobile Ford Del Ray. Suo padre è Rob Grant, un imprenditore che gestisce domini internet. Attualmente, Lana risiede a Londra. Fino a pochi mesi fa non era nessuno e invece adesso risulta essere la più “cliccata” su internet. Ha esordito nel 2009 registrando un EP intitolato “Kill Kill”, sotto lo pseudonimo di Lizzy Grant, non ottenendo però il successo sperato. Successivamente, dopo un cambio di look e di nome, è uscita la canzone “Video Games” con la quale si è fatta conoscere in tutto il mondo, essendo stata annoverata tra le migliori canzoni degli ultimi anni. La sua nuova fatica è “Born to Die”, da cui è stato estratto il singolo omonimo. L’artista dai capelli rossastri finora non vanta collaborazioni con artisti di fama internazionale, ma è un personaggio che di certo non passa inosservato.
L
NEWS I Korn toccheranno l’Italia con un unico concerto previsto per il 18 marzo prossimo all’Alcatraz di Milano. Sarà un’occasione per riassaporare pezzi di repertorio e pezzi contenuti nel nuovo album “The Path of Totality”. Rihanna ha deciso di buttarsi anche nel campo del cinema. Arriverà nelle sale ad aprile, “Battleship” un film d’azione con un ricco cast. La popstar caraibica vestirà i panni di Raikes. I Negramaro riporteranno il loro “Casa 69 Tour” sui palchi italiani, a partire dalla fine del mese di aprile, iniziando dalla città di Genova.
Sono reduci da un 2011 ricco di successi. Sinead O’Connor torna con un nuovo album intitolato “How About I Be Me” (And You Be You?) ed è esattamente il nono della sua carriera ultraventennale. A supporto ci sarà anche un tour; l’artista inglese è intenzionata a toccare il nostro Paese. I Killers hanno deciso di pubblicare un nuovo album. La band di Las Vegas capitanata da Brandon Flowers è assente dalle scene dal 2008 ed entro l’anno rilascerà il suo quarto lavoro. Al momento si conosce solo il titolo di una canzone “Battle Born”.
GP MAGAZINE 95
MADE IN ITALY ///////////////////////////////////////////////////
RENZO ARBORE AL SISTINA //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Ricco il programma di spettacoli nei vari teatri della Capitale
Sistina
Palladium: Parola agli scrittori
20 febbraio Teatro Sistina, Roma - Franco Califano 3 marzo Gran Teatro, Roma - Roma Ridens 9 marzo Teatro D'Annunzio, Latina - Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Musical 13 marzo/1 aprile Teatro Sistina, Roma - Alessandro Siani 29 marzo Auditorium Conciliazione Samuele Bersani 10 maggio Teatro Smeraldo, Milano Renzo Arbore e l'Orchestra Italiana 16-20 maggio Teatro Sistina, Roma Renzo Arbore e l'Orchestra Italiana
Alcuni tra i più grandi narratori contemporanei incontreranno il pubblico per parlare di scrittura: Giorgio Faletti, Gianrico Carofiglio, Roberto Saviano, Alessandro Baricco e Margaret Mazzantini Garbatella diviene una sorta di piccola capitale della letteratura italiana contemporanea, accogliendo alcuni tra i più grandi narratori di oggi nella cornice suggestiva del teatro Palladium. Il mestiere e l'avventura dello scrittore raccontati da Giorgio Faletti, Gianrico Carofiglio, Roberto Saviano, Alessandro Baricco e Margaret Mazzantini. Saranno cinque gli appuntamenti, uno al mese da qui a maggio, dell'iniziativa promossa dalla Fondazione Bellonci, organizzatrice del Premio Strega, in collaborazione con la Fondazione Romaeuropa e Il Gioco del lotto. Cinque occasioni per conoscere universi creativi differenti e riflettere sugli strumenti espressivi della scrittura declinati in maniera diversa da ciascuno dei cinque protagonisti. Questo il programma nel dettaglio (ingresso libero): si è partiti il 19 gennaio con Giorgio Faletti, il 16 febbraio ci sarà Gianrico Carofiglio, a marzo (data da confermare) Roberto Saviano, il 17 aprile Alessandro Baricco e per finire Margaret Mazzantini il 15 maggio.
GP MAGAZINE 97
EVENTI di Camilla Rubin
/////////////////////////////
GOLDEN GLOBES: STAR A GOGO’ /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Tantissime le star presenti all’assegnazione dei prestigiosi riconoscimenti, da Brad Pitt a Leonardo Di Caprio, da George Clooney a Steven Spielberg, da Meryl Streep ad Angelina Jolie, da Salma Hayek ad Olga Sorokina, la famosa designer della Casa francese Irfé
l 16 gennaio all’Hilton Hotel di Beverly Hills sono stati assegnati i Golden Globes, i premi della stampa straniera a Hollywood, da sempre considerati l’anticamera al riconoscimento cinematografico più ambito dell’anno: gli Oscar. Tantissime le star presenti alla manifestazione, da George Clooney, che surclassa con il miglior film e la migliore interpretazione drammatica l’amico storico Brad Pitt, e il sempre affascinante Leonardo Di Caprio. Tra le donne trionfa Meryl Streep, grazie alla superba interpretazione nel ruolo di Margaret Thatcher, è lei la diva che non smette mai di stupire il grande pubblico che ancora una volta vince la preziosa statuetta. Ma la kermesse si contraddistingue non solo per le prestazioni degli attori sul grande schermo ma anche per le creazioni che sfilano sul red carpet. C’è stata, infatti, una vera e propria parata di stelle, tra queste la designer della casa reale Irfé Paris, Olga Sorokina, che ha indossato un incantevole long dress di pizzo effetto vedo non vedo, molto seducente e femminile. Il suo è stato uno degli abiti più ammirati della serata; una vera e propria sorpresa che ha sbaragliato perfino coppie celebri come quella formata da Angelina Jolie e
I
100 GP MAGAZINE
Brad Pitt, accompagnato da un vistoso bastone a causa di un incidente sulla neve. Tra le altre star ammirate durante tutta la serata: Salma Hayek, fasciata da un abito oro e nero il sempre affascinante George Clooney, elegantissimo con il suo smoking, che sul palco dei Golden ha preso in giro il suo amico fraterno Brad Pitt, il genio della regia Steven Spielberg (ricordiamo alcune pellicole epiche come “E.T.”, “Tintin”, “Jurassic Park”) e per finire la grandissima attrice Helen Mirrer (la ricordiamo premio Oscar per l’interpretazione del film “The Queen”). La serata è proseguita con i party più esclusivi di Los Angeles, come quello organizzato dalla casa di produzione Fox o anche quello del canale televisivo Hbo. Insomma nella “città degli angeli” non si dorme mai e comunque questa edizione verrà ricordata per l’altissimo numero di super star presenti all’evento. Credits Olga sorokina indossa abito Irfé www.irfe.com Gioielli: si ringrazia Bulgari/Los Angeles Photo: Creative Ideas www.creativeideas.tv Management Artist: Cristiano De Masi per Creative Ideas/Los Angeles
A sinistra, Olga Sorokina, designer della IrfĂŠ Paris. In alto, Olga Sorokina con Helen Mirren; con George Clooney; con Salma Hayek; e infine con Steven Spielberg
GP MAGAZINE 101
EVENTI
LO SAI CHE E’ SUCCESSO? /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Grande successo per la prima dello spettacolo comico di Giorgio Amato, che ha visto come protagonisti, tra gli altri, Maxi Gigliucci, Janet De Nardis, Gianni Daddario e Micol Pavoncello andato in scena fino al 29 gennaio, al Teatro Tirso di Roma, “Lo sai che è successo?”, spettacolo comico, ma che fa anche riflettere poiché affronta con ironia i temi della vita, dell’identità e del proprio ruolo nel mondo. Tra gli attori: Maxi Gigliucci, Janet De Nardis, Gianni Daddario, Micol Pavoncello, Leonardo Sbragia, Valentina Ghetti e Giuseppe Ragone. L’autore dello spettacolo è il romanziere Giorgio Amato, reduce dal grande successo di “Tutta colpa di facebook” scritto per la scorsa stagione insieme a Marco Liorni, mentre la regia anche in questa commedia è curata da Davide Fiandanese. Il ritmo, tra una risata e l’altra, coinvolge e lascia suspense fino agli ultimi minuti della rappresentazione perché gli interpreti sono in lotta tra di loro per rimanere in vita. Alla prima dello spettacolo, accolti da Deborah Bettega, molti volti noti, che, dopo il periodo delle feste, hanno avuto l’occasione di rinnovarsi personalmente gli auguri per questo 2012. Tra gli intervenuti personaggi televisivi e attori, come: Sergio Assisi, Franco Oppini, Mara Adriani, Roberta Beta, Nicola Canonico, Serena Carassai, Enio Drovandi, Alessia Fabiani, Amedeo Goria, Sara Santostasi, Vincenzo Soriano, Saverio Vallone, Marco Liorni, Desy Luccini, Daniela Martani, Massimiliano Martoriati, Denny Mendez, Gloria Bellicchi, Roberto Onofri, Alex Partexano, Donatella Pompadour, Andrea Montovoli, i
E’
politici Lavinia Mennuni e Antonio Paris, i cantanti Filippo Merola e Tony Malco, i principi Carlo Giovanelli, Fulvio Rocco e Guglielmo Giovanelli Marconi, ma anche Walter Garibaldi, Antonio Saccone, l’autore Rai Francesco Gasparri e tanti altri.
Dall’alto a sinistra, foto di scena; Vincenzo Soriano e Denny Mendez; Deborah Bettega, Nicola Canonico e Donatella Pompadour
GP MAGAZINE 103
&RPSO HV V R U HV L GHQ] L DO H , O U HV L GHQFH ´/ ( 526(µ V RU JH L Q 7 L YRO L 5RPD
O RFDO L W j ´)DYDO Hµ YL D &DV DO %HO O L QL H GL V W D FL U FD FL QTXH FKL O RPHW U L GDO O R V YL QFRO R $XW RV W U DGDO H $ 5RPD / · $TXL O D 7 HU DPR XV FL W D GL 7 L YRO L , O FRPSO HV V R q FRPSRV W R GD XQD SDO D] ] L QD GL W U H SL DQL DEL W DW L YL XQ SL DQR V HU YL ] L XQ O RFDO H L QW HU U DW R FRQ ER[ H XQD V DO D U L XQL RQL &RQGRPL QL DO H FRQ EDJQR , O FRPSO HV V R q DFFXU DW DPHQW H U HFL QW DW R FRQ GXH DFFHV V L FDU U DEL O L H GXH SHGRQDO L V HU YL W L GD FDQFHO O L DG DSHU W XU D DXW RPDW L FD SHU O D JDU DQ] L D GL V L FXU H] ] D W U DQTXL O O L W j H SU L YDF\ *U DQGH DW W HQ] L RQH H FXU D q GHGL FDW D DJO L DV SHW W L V W U XW W XU DO L W HFQRO RJL FL HG DO O D TXDO L W j GHL PDW HU L DO L
35217 $ &216(*1$
8I I L FL R 9HQGL W H 9L D GHO O D 6HU HQD D 9L O O D $GU L DQD 7 L YRO L
, QI R 7 HO &HO O
VITA DI NOTTE di Roberto Gismondi
ALL’AUDITORIUM CON LA LOREN /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Diversi gli appuntamenti prestigiosi che hanno riscaldato le gelide serate romane. Oltre al concerto alla Sala Sinopoli dell’Auditorium, il nostro viaggiatore notturno ha fatto un’incursione alla maison D’Avossa e alla presentazione del terzo romanzo di Gaetano Amato
offocati dai gelidi venti, che spirano da un monte chiamato “citorio”, i nostri denti battono non dal freddo bensì dalla paura. Taglia che ti ritaglia andremo ad accorciare anche l’anno appena iniziato e chissà che tra un po’ di tempo non ci dobbiamo ritrovare con un mesetto in meno. La speranza è che se ciò dovesse accadere, speriamo almeno che tolgano un mese freddo. Anche se la sciarpa è sempre pronta e la vitamina c a portata di tasca, anche i giorni appena trascorsi ci hanno regalato delizie serali come non accadeva da un po’ di tempo. Alla Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma è andato in scena il concerto con il
S
quale Sophia Loren e i figli Carlo jr ed Edoardo hanno reso omaggio alla memoria del grande produttore cinematografico Carlo Ponti. Il primogenito della coppia più famosa e amata del cinema italiano ha diretto l’Orchestra Roma Sinfonietta nell’esecuzione delle musiche di alcuni dei film prodotti dal padre: “La strada”, “La ciociara” e “Il Dottor Živago”. Ad applaudire questo spettacolo unico, accanto alla diva due volte Premio Oscar fasciata da un elegantissimo abito nero, tutta la famiglia: la sorella Maria Scicolone con le figlie Alessandra ed Elisabetta Mussolini, le nuore Sasha Alexander (star hollywoodyana moglie di Edoardo) e Andrea Meszaros. C’erano anche Alex e Guenda-
lina Ponti, figli avuti da Carlo con la prima moglie Giuliana Fiastri. Sul red carpet dell’Auditorium è sfilato tutto il mondo dello spettacolo e delle istituzioni: il Sindaco Gianni Alemanno con la sorella Gabriella, l’Assessore alla Cultura Dino Gasperini, Gianni e Maddalena Letta, l’ambasciatore Juan Manuel Prieto, Barbara Bouchet, Giuliano Gemma con la moglie, Lina Sastri, Franca Valeri, Franca Sozzani, Bruno Vespa con la moglie, Lina Wertmuller, Enrica Bonaccorti, Margareth Madè con Giorgio Lupano, Pino Strabioli, Enzo De Caro, Mara Venier e Nicola Carraro, Patrizia Pellegrino, Marisa Stirpe, Sandra e Albertina Carraro, Elsa Martinelli, Rita Rusic e Silvana Giacobini.
GP MAGAZINE 105
iapertura in grande stile dopo qualche mese di chiusura per la maison D’Avossa in pieno centro a Roma a due passi da Piazza di Spagna. Proprio per conferire il giusto riconoscimento per la forza, il coraggio e la caparbietà dimostrati dalla maison in un momento molto difficile, l'Assessore alle Attività Produttive e al Lavoro di Roma Capitale Davide Bordoni ha consegnato alla maison d’Avossa una medaglia di Roma Capitale. Nel corso dell’evento, a cui hanno partecipato tuti gli amanti dei gioielli da Catherine Spaak a Guya Suspisio e da Livia Azzariti al Principe Guglielmo Giovanelli Marconi, Camilla Morabito e tanti altri, c’è stato spazio anche per la solidarietà. Un evento speciale con i magnifici allestimenti di Jean Paul Troili che ha creato a Via del Babuino una suggestiva scenografia con tovaglie di foglie d’oro, tessuti damascati bordeaux e il catering di Maurizio Landolfi che ha servito vin brulè e panettone con colate di cioccolato fondente.
R
on poteva mancare nel gelido inizio d’anno anche la presentazione del terzo romanzo dal titolo “Gioco segreto” dell’attore Gaetano Amato. Dai film tv come “Ris” e “La squadra” fino ad arrivare all’ultimo film di Woody Allen, il poliedrico attore è riuscito a cimentarsi anche nella scrittura, in cui dimostra grande talento come lo conferma il Premio Bancarella che gli è stato conferito per il primo romanzo. Alla presentazione della pubblicazione oltre ad innumerevoli amici e conoscenti, anche tanti vip e volti noti come: Sebastiano Somma, Franco Oppini, Sergio Alessi e Loredana Cannata.
N
Dalla precedente pagina: Sophia Loren con Sacha Alexander; con Lina Wertmuller; con i figli. Dall’alto: Catherine Spaak, Guya Suspisio; Franco Oppini; Gaetano Amato e Sebastiano Somma
106 GP MAGAZINE
WEDDING di Claudia Della Ratta
L’ABITO: UNA SCELTA DA NON SBAGLIARE //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// L’abito della sposa è il “dettaglio” più evidente di tutta la cerimonia. Ogni sposa ha il suo stile…
a prima domanda che bisogna porsi è: “che sposa sono?”. La seconda domanda è: “abito sartoriale o pret-a-porter?”. In ordine fanno la differenza: l’età della sposa, il tema della cerimonia, l’ora e la stagione, e in ultimo, ma non l’ultimo pensiero, va rivolto al proprio fisico e al “momento moda”. Idea del tutto personale, ma da molte donne riconosciuta un must, è che la semplicità non va mai persa di vista. Questo non vuol dire che la moda, quella vera, non consenta di osare anche alla sposa, quindi tenendo presente la “regola della sottrazione”, l’abito da sposa veste molto, quindi via orpelli e particolari sopra le righe. I TEMPI E I CONSIGLI Nove mesi prima è il tempo giusto entro cui iniziare a cercare. Tre mesi prima è il tempo giusto per le giuste modifiche che faranno dell’abito scelto quello su misura per te. Un mese prima ci sarà la prova generale e la definitiva una settimana prima del sì. Consigli: durante le prove guardatevi anche di schiena, e poi… familiarizzate con l’abito il più possibile. Nessuna donna è più abituata ad indossare abiti lunghi e ingombranti, quindi sembrare goffa quel giorno è uno scivolone che nessuna si può permettere. GLI STILI Principessa: l’abito svasato per eccellenza,
L
dalla linea scivolata sui fianchi. Si adatta a tutte le spose poiché è possibile modulare le proporzioni tra corpino e gonna al fine di rendere armonica la figura. Impero: un effetto sontuoso per un taglio tecnicamente semplice. Il punto vita è spostato in alto, appena sotto il seno e la gonna montata con differenti ampiezze, che consentono di mascherare un corpo non del tutto sottile. Tubino: taglio essenziale per figure affusolate. Di solito vengono scelti tessuti fluidi con palline sottili dando un’impressione di grazie ed eleganza. Spesso viene anche scelto un profondo scollo a “V” sul decolté o sulla schiena che in questo caso ne aumentano la sensualità. Palloncino: più spiritoso nel suo genere che nella combinazione di un corpino aderente e gonna ampia maschera molto bene fian-
chi generosi. Lo strascico: conferisce all’abito un tono maestoso, ma anche una coda si pochi centimetri è un plus al quale l’abito di taglio classico difficilmente rinuncia. Il velo: è un pezzo importante proprio per il suo valore simbolico tramandato nella tradizione, ma è anche un segno di romanticismo. Ne esistono due tipi: a “voliera”, che copre il viso e viene alzato dallo sposo, e quello a “cattedrale”, di lunghezza non inferiore ai tre metri, che fa anche da copri spalle celando eventuali nudità eccessive, ma per il quale è indispensabile l’ausilio delle damigelle. LE SCARPE E GLI ACCESSORI Rappresentano un elemento fondamentale e non è vero che non si notano. Quando si apre la portiera della macchina sono il primo elemento di grande visibilità; devono avere una bella linea e una buona qualità e mai un tacco troppo alto, visto che saranno loro a sostenere la sposa tutto il giorno. Le calze: se ne può fare a meno solo con i sandali e in piena estate, in tutti gli altri casi vanno scelte velate e finissime, in un colore che si avvicini il più possibile al colore dell’abito e delle scarpe. I guanti: sono sempre meno obbligatori. Lunghi fino al gomito da portare con un abito senza maniche. Corti al polso danno una certa aria ingenua…
GP MAGAZINE 109
Via Poggibonsi, 15 - 00148 Roma - Tel. 06 65.74.33.14 - www.palombini.com - d.melis@palombini.com
UUnica nica Concessionaria Concessionar per
La L a Grande G ra nd e Concessionaria Concession ri www.autoitaliaspa.com w ww.autoitaliaspa.com
Anche A nche a LLATINA ATI
Copia omaggio
2/12
GP MAGAZINE ANNO 13 NUMERO 126 WWW.GPMAGAZINE.IT
FILIPPO NIGRO Luca Jurman • Edoardo Leo • Manuela Morabito Daniela Morozzi • Daniele Pecci