Gp Magazine Maggio 2011

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Copia omaggio

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GP MAGAZINE ANNO 12 NUMERO 117 WWW.GPMAGAZINE.IT

La L a Grande G r and e Concessionaria Concession ri VILLA V ILLA ADRIANA ADRIANA - TTIVOLI IVOLI V Via ia M Maremmana aremmana IInf. nf. Km Km 2.400 2.400 - Tel. Tel. 0774 0774 30351 30351 A 300 300 M MT. T. DAL DAL C CASELLO ASELLO A AUTOSTRADALE UTOSTRADALE LATINA V LATINA Via ia A A.. V Vespucci espucci snc snc - TTel. el. 0773.46681 0773.46681 ANZIO A NZIO Via Via Nettunense Nettunense Km. Km. 34,9 34,9 - Tel. Tel. 06.9873569 06.9873569 VELLETRI V ELLETRI Via Via Appia Appia Sud Sud n°123 n°123 - Tel. Tel. 06.96430580 06.96430580

a 20 min. dal centro di Roma

GAIA

BERMANI AMARAL

ANNA FOGLIETTA SAMANTA PICCINETTI AMÈLIE NOTHOMB TONY LEVIN LUIGI CREMONA EMILIANO DE MARTINO L’OR


Copia omaggio

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La L a Grande G r and e Concessionaria Concession ri VILLA V ILLA ADRIANA ADRIANA - TTIVOLI IVOLI V Via ia M Maremmana aremmana IInf. nf. Km Km 2.400 2.400 - Tel. Tel. 0774 0774 30351 30351 A 300 300 M MT. T. DAL DAL C CASELLO ASELLO A AUTOSTRADALE UTOSTRADALE LATINA V LATINA Via ia A A.. V Vespucci espucci snc snc - TTel. el. 0773.46681 0773.46681 ANZIO A NZIO Via Via Nettunense Nettunense Km. Km. 34,9 34,9 - Tel. Tel. 06.9873569 06.9873569 VELLETRI V ELLETRI Via Via Appia Appia Sud Sud n°123 n°123 - Tel. Tel. 06.96430580 06.96430580

a 20 min. dal centro di Roma

GAIA

BERMANI AMARAL

ANNA FOGLIETTA SAMANTA PICCINETTI AMÈLIE NOTHOMB TONY LEVIN LUIGI CREMONA EMILIANO DE MARTINO L’OR


editoriale

di Alessandro Cerreoni

PUBBLICITA’

PERCHE’ SI’

“L

a pubblicità è l’anima del commercio”. Rispolverando un vecchio claim, ormai superato, vorrei parlare di come la pubblicità sia divenuta ormai fondamentale in questa era. Una necessità per tutte le aziende presenti sul mercato. Pubblicità è comunicazione, comunicare un messaggio, comunicare la propria esistenza, comunicare la propria immagine. La “non comunicazione” equivale alla “non esistenza”. Questo vale sia per le nuove attività commerciali che per quelle storiche. Non è un caso che Coca Cola, Barilla, Nike – giusto per citarne alcune – benché abbiano un brand (marchio ndr) fortissimo che appartiene alla nostra vita di tutti i giorni, continuino ad investire nella pubblicità. Perché l’investimento pubblicitario è importantissimo nella strategia di mercato di una qualsiasi azienda. Chi dice banalmente “a me la pubblicità non serve perché mi conoscono tutti” mente sapendo di mentire. La verità è che la considera un costo e per questo preferisce evitarla. Invece, la pubblicità è un investimento che ritorna. Ritorna in termini di immagine, di notorietà e di gradimento del pubblico. E ritorna, nel medio-lungo periodo, anche come incremento di fatturato. Quindi la pubblicità serve a tutti, nessuno escluso. Chi esclude a priori questa voce dalle proprie scelte strategiche è destinato all’anonimato e ad un futuro modesto. E rischia di perdere anche i suoi clienti abituali, solleticati da altri messaggi pubblicitari di attività concorrenti. Dopodiché diventa fondamentale la scelta del mezzo su cui far veicolare la propria immagine. In questo senso, bisogna tenere conto del proprio bacino di utenza, del budget e delle aspettative. Dalle riviste ai quotidiani, dalle radio alle tv, dalla cartellonistica a internet, ogni mezzo ha la sua efficacia in relazione alla portata dell’investimento e del messaggio. Ad esempio, la pubblicità su una rivista dura nel tempo (una rivista se fatta bene resiste sul tavolo anche per mesi) e può venire vista da più persone e rafforza l’immagine dell’azienda. Quella su un quotidiano dura lo spazio della lettura dello stesso e la sua efficacia può dipendere dalla collocazione. Chi legge solo la cronaca locale, ad esempio, non guarderà con attenzione i messaggi pubblicitari collocati nella sezione dello sport, della politica o degli spettacoli. La pubblicità fatta sulle radio è una comunicazione di flusso, mentre quella in tv gioca sull’aspetto emozionale dell’immagine. L’efficacia della pubblicità sui cartelloni stradali, a sua volta, è influenzata dall’ubicazione e dal passaggio di persone. Chi non passerà lì davanti non vedrà mai quel messaggio. Per concludere, investire nella pubblicità dunque è necessario per i motivi di cui abbiamo parlato. Sempre che non si voglia comunicare la propria “esistenza”. Questione di scelte.

www.gpmagazine.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000 DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE Alessandro Cerreoni a.cerreoni@gpmagazine.it REDAZIONE Via V. Pacifici 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. e fax 0774.314093 e-mail: redazione@gpmagazine.it PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Simone Ruiti s.ruiti@gpmagazine.it GRUPPO DI REDAZIONE Francesca De Carlo Fabiola Di Giov Angelo Silvia Giansanti HANNO COLLABORATO Costanza Cambriani, Cristiano De Masi, Marco De Murtas, Bibi Gismondi, Véronique Haentjens, Donatella Lavizzari, Ettore Luttazi, Camilla Rubin, Si ringraziano: Prof. Fabrizio Trecca, Alessio Piccirillo, Sara Battelli, Mara Fux, Kika Press PUBBLICITA’ Info spazi e costi: uff.commerciale@gpmagazine.it Claudio Testi c.testi@gpmagazine.it Gionata A. Mattioli g.mattioli@gpmagazine.it Claudia Della Ratta (resp. wedding) c.dellaratta@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 - Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il giorno 30/04/2011 Copie distribuite 20.000 Nessuna parte di “GP Magazine” puo’ essere riprodotta. “GP Magazine” è un mensile a distribuzione gratuita a servizio dei lettori. Salvo accordi scritti le collaborazioni sono da intendersi a titolo gratuito. Il materiale scritto e fotografico non verrà restituito salvo specifica richiesta scritta. I banner pubblicitari degli inserzionisti, da noi realizzati, sono di proprietà della Mediacommunications Srl; qualsiasi utilizzazione, anche parziale, al di fuori di “GP Magazine”, se non autorizzata, sarà perseguita ai termini di legge.

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80MARINE

SPEED

6 GAIA bermani

SAMANTA 62 PICCINETTI

AMARAL

Altissima, magrissima, bellissima. Non è la testimonial di acque minerali ma ce la ricordiamo protagonista in una serie di spot di una nota compagnia telefonica. Di lei colpisce il sorriso e la professionalità nell’affrontare le attività di modella, attrice e conduttrice televisiva

OBAMA

Interpreta il ruolo di Arianna Landi nella soap opera di Rai Tre “Un posto al sole”. E’ una giovane attrice, schietta, intelligente e vivace. Ha studiato archeologia ma la recitazione è il presente e il futuro

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ANNA 108

foglietta

Il Presidente degli Stati Uniti è un grande collezionista di fumetti di Spider-Man e Conan il Barbaro.

Nata a Roma il 3 aprile del 1979, è nota per le sue interpretazioni nel ruolo di Anna De Luca nella serie televisiva “La Squadra”, dell'ispettore Elena Argenti in “Distretto di polizia” e di Sara Castiglia nel “Commissario Rex”

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LUDO 32

13 GIOR DANIA Un piccolo regno relativamente giovane che riesce a mantenere una sua stabilità nonostante sia circondato da Paesi insicuri dal punto di vista politico e religioso

Vi presentiamo una giovane stilista romana che realizza gioielli con materiali di riuso, come cavi elettrici, cavi usb, tasti del pc, auricolari e lenti di occhiali. Nascono così dei bellissimi ecojoux che rendono originale chi li indossa e fanno bene anche all’ambiente

EMILIANO65

DE MARTINO

E’ un giovane attore che con il lavoro e il sacrificio sta riscuotendo grossi consensi. Spesso interpreta il ruolo del malavitoso. Ne “La nuova squadra” ha interpretato un giovane boss e ne “I Cesaroni” ha vestito i panni di un ladruncolo

TONY LEVIN112


cover story

di Silvia Giansanti

GAIA

BERMANI

AMARAL un’italiana  made in brasile

Altissima, magrissima, bellissima. Non è la testimonial di acque minerali ma ce la ricordiamo protagonista in una serie di spot di una nota compagnia telefonica. Di lei colpisce il sorriso e la professionalità nell’affrontare le attività di modella, attrice e conduttrice televisiva. Tra i recenti impegni, una fiction intitolata “Xanadu” uscita in Francia in onda sul canale Arte, una serie tv in onda su Rai Uno “A un passo dal cielo”, dove recita la parte di una veterinaria della guardia forestale e “Baciati dall’amore”, un film con Giampaolo Morelli e Pietro Taricone che uscirà in autunno

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aggiungere a Milano una bellissima modella è un sogno di parecchi signori uomini, che avranno sicuramente invidiato il mio incontro in una limpida giornata di fine inverno con Gaia Bermani Amaral. Solare come il Brasile, la sua magica terra che ha lasciato da adolescente, si presenta con i suoi inseparabili e comodi jeans, magliettina con bottoncini sul decoltè e una giacchina rosa, giusto per iniziare ad osare, mettendo da parte l’inverno. Non si direbbe, ma Gaia è una ragazza molto riservata che non nasconde però mai tutto il suo entusiasmo nei confronti della fortunata serie di spot tv della Tim che, a bordo di una barca a vela insieme ad altre due compagne, le hanno regalato popolarità e le hanno permesso di iniziare una carriera di attrice. Gaia, qual è stato il motivo principale per il quale, secondo te, sei stata scelta per girare quei famosi spot tv? “Penso che sia risultata simpatica agli ideatori di questa serie di spot e poi credo che abbiano colpito la mia spontaneità e la mia freschezza. Di6Gp

ciamo che mi sono trovata al momento giusto e al posto giusto”. Dopo questa fortunata esperienza, hai continuato a girare da sola in barca a vela? (Sorride) “No”. Non hai lo spirito avventuriero? “Anche se sono molto determinata, non ho proprio questo spirito”. Hai lasciato il Brasile da adolescente. Ecco, quali sono i ricordi che conservi fino ad allora? “Mi ricordo perfettamente la casa dove vivevo, conservo tanti bei ricordi da piccola e ho ancora dentro me i sapori della frutta tropicale e dei dolci tipici del posto”. Sei cresciuta in Italia e sei ormai arrivata ai trenta. Come sono i trentenni di oggi? “Oddio, devo farmi portavoce di una generazione? Penso che non ci sia più un fattore che accomuni una generazione come avveniva per i giovani del passato tipo quelli degli anni ’60 e ’70. Oggi c’è una mancanza di elementi di unione. Si è portati ad essere molto più individualisti”. La tua carriera è partita con l’attività di modella. Cosa preferisci indossare in passerella? “Preferisco dirti cosa preferisco indos-

Foto interno e copertina: Oskar Cecere Trucco: Elena Barosi Capelli: Giorgio Trezzi Styling: Antonio Frana Abiti: Roberto Cavalli


sare nella vita di tutti i giorni e cioè i miei adorati jeans”. Com’è il rapporto con il tuo corpo? “Normale”. So che però non ti dispiacerebbe mettere su qualche chiletto, vero? “Sì magari qualcosa, ma va bene anche così dai”. E con la nudità che rapporto hai? “In che ambito vuoi che ti risponda, in quello privato o lavorativo?”. In quello lavorativo. “Allora sono pronta ad affrontare le scene in cui devo essere un po’ scoperta, come capita a tutte le attrici. Nel lavoro la nudità va bene se serve, se è motivata”. Come ti sei vista nei panni di quella diva di film hard degli anni ’80 che hai dovuto interpretare nella fiction “Xanadu”, uscita ad aprile in Francia? “Mi sono divertita, poiché si trattava di un ruolo molto sfaccettato, quindi è stato interessante calarsi in quella parte”. Chi è la persona che ti ha insegnato molto nella tua vita professionale, alla quale sei riconoscente? “Da qualche anno ho un’agente in gamba, Rosaria Cicolani, ed è stato un incontro professionale felice, poiché lei mi ha dato molta fiducia facendomi

crescere, credendo appunto in me. Un’altra persona alla quale sono molto legata da alcuni anni e che si occupa della mia immagine, è Antonio Frana. Mi è sempre stato vicino e con lui c’è un legame di vera amicizia”. In autunno uscirà “Baciati dall’amore”, un film in cui hai lavorato con Pietro Taricone. Cosa ricordi di lui? “Ricordo una persona sempre disponibile e dotata di un’energia pazzesca. Con lui ho girato solo poche scene, ma quel poco mi è bastato per capire che persona splendida fosse. Forse è meglio che mi fermi qui, altrimenti mi intristisco”. A proposito di energia, cosa ti dà più forza nella vita? “Sicuramente gli affetti”. Chi è il tuo modello di attrice? “A me piace molto Monica Vitti”. Com’è il rapporto con le altre colleghe? “Buono, perché no?”. A quando un Festival di Sanremo? “Mah, non lo so! Qualche anno fa si era vociferato che dovessi affiancare Pippo Baudo in un’edizione, ma erano solo voci infondate di corridoio”. Se dovesse capitare non la rifiuteresti no?. “(Ride) Valuterei però

chi è

GAIA BERMANI

AMARAL

“Un passo dal cielo” © Foto di Alessandro Molinari/Photomovie

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Gaia Bermani Amaral è nata a San Paolo del Brasile il 16 settembre, sotto il segno della Vergine con ascendente Gemelli. Caratterialmente si definisce solare, allegra, spontanea e introversa. Gaia non ha una squadra del cuore ma preferisce tifare per il Brasile solo in occasione dei Mondiali. Ha vari hobby, tra cui scrivere, leggere e viaggiare. E’ ghiotta di datteri freschi e li considera una delizia per il suo palato. Le piacerebbe vivere a Parigi. Al momento non possiede animali e ricorda con un po’ di tristezza il cane che le è stato accanto per tanti anni. Riguardo alla sua vita privata, Gaia è misteriosa. Da adolescente si trasferisce in Italia per iniziare la carriera da modella, ma la sua grande fortuna arriva nel 2000, quando viene scelta come testimonial della Tim e insieme a Petra Loreggian e alla skipper professionista Cristiana Monina, gira per un po’ di tempo su di una barca a vela per una serie di spot. Nel 2001 conduce il magazine “Stracult” in onda su Rai Due e, successivamente, “Mosquito” con Alvin su Italia1. Contemporaneamente continua l’attività di modella sfilando per grandi stilisti e come testimonial di marchi internazionali. Nel 2003 è protagonista insieme a Joe Violanti e Charlie Gnocchi nel programma tv “Fiesta” per Rai Uno. Sempre su questa rete, conduce dal 2003 al 2006 il magazine “Stella del Sud”. Nel 2005 esordisce in veste di attrice ne “I giorni dell’abbandono”. Da questo stesso anno fino al 2007 è su All Music per Bi-Live. Ha fatto anche alcuni cortometraggi ed è inclusa nei cast di alcune serie tv come “Donne Sbagliate”, “Capri”, “Amiche mie”, “Una bella famiglia” e “Un passo dal cielo”. Nel 2009 torna sul grande schermo nel film “Polvere” e a seguire c’è “La donna della mia vita”. Tra gli ultimi lavori, ci sono delle serie tv: “Xanadu”, “A un passo dal cielo” e “Baciati dall’amore”. 9Gp



mappamondo

di Veronique Haentjens

GIORDANIA LA SVIZZERA

MEDIO

orientale

Un piccolo regno relativamente giovane che riesce a mantenere una sua stabilità nonostante sia circondato da Paesi insicuri dal punto di vista politico e religioso. La Giordania è anche un Paese con una tradizione beduina ancora molto forte sebbene la città offra uno stile di vita quasi occidentale con centri commerciali e locali alla moda JERASH Un sito archeologico tra i meglio conservati, una testimonianza delle città provinciali romane costruite nel Medio Oriente. La visita riporta indietro di 2000 anni con forte potere evocativo. Nonostante buona parte sia ricostruita con materiali dell’epoca, Jerash conserva inalterato il suo fascino. Si inizia la visita passando sotto l’Arco di Adriano trovando sulla sinistra l’Ippodromo che dopo un secolo e mezzo di inattività ha ripreso a funzionare. Ogni giorno si può assistere a corse di

bighe con legionari romani e gladiatori. Oltrepassata la Porta Sud si arriva al Foro o Piazza Ovale, zona di mercato e punto d’incontro. Dietro al Tempio si trova il Teatro Sud con un’ottima acustica. Da venti anni si svolge il “Festival di Jerash” che vede protagonisti artisti di tutto il mondo. Percorrendo il Cardo Maximus o Strada Colonnata (l’arteria principale), si possono notare i solchi dei carri lasciati sulla pavimentazione dell’epoca. L’Agorà fa rivivere l’atmosfera del mercato dove gli abitanti solevano incontrarsi e il Ninfeo solletica l’immaginazione

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Il servizio fotografico è a cura di Véronique Haentjens

Il servizio fotografico è a cura di Véronique Haentjens

udendo quasi la cascata d’acqua. Il Tempio di Artemide situato su una collinetta offre anche una vista straordinaria sulle rovine e sulla moderna città di Jerash. Si termina la visita con le Terme, il Teatro Nord, più piccolo del Teatro Sud ma ben restaurato e le rovine di qualche chiesa. Solo la Chiesa di Santi Cosma e Damiano conserva alcuni mosaici. AMMAN Una città cosmopolita in continua crescita costruita sulle sabbie del tempo. Originariamente si ergeva su sette colli, come Roma, mentre ora ne ricopre ben diciannove. La capitale è sorprendente, insieme moderna e antica. Nella parte occidentale spuntano i quartieri residenziali moderni e dinamici con viali alberati e case bianche (una legge locale stabilisce che tutti gli edifici devono essere rivestiti con la pietra tipica del luogo), mentre nella parte orientale vive la popolazione più disagiata con campi profughi palestinesi e recentemente anche rifugiati iracheni, con i suq, l’Anfiteatro romano, il Foro (rimangono solo alcune colonne), e l’Odeon. Il centro cittadino è più antico e tradizionale con cafè tipici e botteghe artigianali di ogni tipo. Sulla collina più alta di Amman si trova la Cittadella dove visitare il Palazzo degli Omayyadi, il Tempio di Ercole e il Museo Archeologico Nazionale che conserva alcuni Rotoli del Mar Morto scoperti a 14Gp

Qumran nel 1952, materia velata di un fascino che va al di là del loro valore documentario Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, il libro di Robert Eisenman (docente di Religioni del Medio Oriente) e Michael Wise (professore di Aramaico) “Manoscritti segreti di Qumran” è fondamentale per comprendere l’importanza che rivestono i Rotoli del Mar Morto. Un libro che proietta una nuova luce sulle origini del Cristianesimo. MADABA A circa 30 chilometri da Amman, la città deve la sua fama ai bellissimi mosaici di epoca bizantina. Recarsi nella chiesa grecoortodossa di San Giorgio, edificata sulle rovine di un precedente santuario bizantino. Una mappa a mosaico di Gerusalemme e della Terra Santa (scoperta nel 1884) ricopre il pavimento della chiesa raffigurando colline, valli, villaggi e città fino al delta del Nilo. Degli oltre due milioni di tessere che formavano la mappa, oggi ne possiamo ammirare solo un terzo. Difficile da decifrare per la sua incompletezza, è necessario affidarsi alla copia a grandezza naturale esposta in una sala a fianco alla chiesa tenendo conto che il nord si trova a sinistra. Si possono osservare altri bellissimi mosaici nel Palazzo Bruciato, nella Chiesa dei Martiri, nella Chiesa della Vergine Maria e nel Parco Archeologico.

Se rimane un po’ di tempo, fare una sosta al Museo che conserva altri pannelli a mosaico, antichi abiti ricamati, gioielli e ceramiche tipici della tradizione giordana. MONTE NEBO A 9 chilometri da Madaba, il Monte Nebo è uno dei siti biblici più importanti del paese. Mosé salì sul Monte per contemplare la Terra Promessa che non raggiunse mai. La basilica è in fase di restauro ma si può ammirare un mosaico in ottime condizioni. Le sensazioni più forti si avvertono guardando dalla terrazza panoramica non soltanto un bel paesaggio che abbraccia la Terra Santa, la Valle del Giordano, Gerico e Gerusalemme ma, per i credenti tutto ciò che rappresenta. MAR MORTO Non si può andare in Giordania senza provare l’emozione di tuffarsi nel Mar Morto (- 400 m sotto il livello del mare). Un lago che contiene 30 % di sale (dovuto all’alto tasso di evaporazione) rende persino difficoltoso fare qualche bracciata. Il clichè che tutti conosciamo è leggere il giornale mentre si galleggia: ebbene è una realtà, a patto che si riesca a fare una doccia immediatamente dopo il bagno. Il luogo stesso è surreale, acque azzurre con corpi che fluttuano e colline desertiche intorno. Le acque del Mar Morto hanno proprietà terapeutiche per la salute e la pelle,

c’è quindi la possibilità di farsi ricoprire il corpo di fango in riva al lago se si è di passaggio, mentre fermandosi un paio di giorni si possono fare i trattamenti in un centro benessere presso alberghi di lusso. PETRA Nessuna descrizione sarà mai all’altezza di ciò che i nostri occhi vedranno. Una città scavata in un’imponente parete rocciosa di arenaria multicolore con una predominante scala di rosa, tuttora abitata da qualche beduino. Per vedere una buona parte di Petra ci vogliono più giorni. La vastità del sito richiede tempo che sarà ripagato ampiamente dalle bellezze straordinarie che di volta in volta incontreremo. Si rimane stupefatti dal capolavoro creato dall’uomo e dalla natura. Un tesoro prezioso per la Giordania che attira milioni di turisti. Petra è un’immensa città dalle caratteristiche uniche. Creata nella roccia dai Nabatei (nomadi del deserto), una popolazione araba insediatasi nella zona più di 2000 anni fa, trasformarono Petra in uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie. Attraversando il Siq (paragonabile ad una Via Sacra) lungo più di 1 chilometro, siamo circondati da pareti rocciose alte anche 200 metri che, in certi tratti, si restringono fino a 2 metri dando 15Gp


l’impressione in lontananza che non esista un passaggio. Le sensazioni sono forti e lungo il percorso si vedono canali dell’epoca scavati nella pietra che servivano all’approvvigionamento idrico o un pezzo di pavimentazione romana. Improvvisamente, il passaggio si apre regalandoci una tomba squadrata all’ombra di un fico e più avanti, scolpiti nella roccia, un carovaniere e un cammello con dietro il canale dell’acqua. Dopo un ulteriore restringimento delle pareti che sembrano togliere luce e campo visivo, si intravede come per magia uno scorcio del tanto sospirato Tesoro, scavato nella roccia per ospitare la tomba di Aretas III. L’imponente facciata tutta rosa (alta 43 metri e larga 30), ricca di dettagli dalla perfezione indiscutibile, testimonia della genialità dei Nabatei. Più avanti, seguendo la Strada delle Facciate, si incontrano case 16Gp

e tombe che meritano una sosta. Proseguendo, appare il Teatro costruito dai Nabatei e ampliato poi dai romani. Per visitare l’Altura del Sacrificio, prepararsi ad una salita ripida (scalinata) di circa tre quarti d’ora. Oltre agli altari, si vedono anche i canali di scolo che servivano per il deflusso del sangue degli animali sacrificati. Cercare di arrivare fino alle Tombe Reali. Percorrere la Strada Colonnata con il Ninfeo e la zona del Mercato. AQABA Centro balneare a sud molto frequentato dai giordani durante l’inverno per il clima mite. Sia il mare che la cittadina stessa non meritano una permanenza. Progetti per il futuro dovrebbero trasformarla in una città amena, ma nel frattempo si può tranquillamente passare oltre.



di Cristiano De Masi

BARACK

obama

IL COLLEZIONISTA DI FUMETTI

E’ una rubrica nata con lo scopo di farvi conoscere in maniera diversa i personaggi che ogni giorno sono acclamati da folle di ammiratori ma che nella vita reale sono persone normalissime con pregi e difetti. Questa volta parleremo dell’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America

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Lo sapevate che… Barack Hussein Obama II è nato a Honolulu, il 4 agosto 1961, ed è il 44° Presidente degli Stati Uniti. Lo sapevate che… Si è laureato alla Columbia University e alla Harvard Law School, dove è stato il primo afroamericano presidente della Harvard Law Review. Organizzatore e attivista politico nella sua comunità di Chicago prima di ottenere la laurea in giurisprudenza, ha lavorato come avvocato nella difesa dei diritti civili e ha insegnato diritto costituzionale alla Law School dell’Università di Chicago dal 1992 al 2004. Lo sapevate che...Curioso contrattempo per il Presidente degli Stati Uniti, alle prese con la difficile situazione in Libia. Di ritorno da un viaggio, Obama ha trovato chiusa la porta della sua residenza di Washington, e per questo motivo è dovuto entrare da un ingresso secondario. Non sono state rese note le motivazioni per le quali la porta principale della sua abitazione, quella dello studio ovale, fosse chiusa a chiave, ma l’episodio, immortalato dalle telecamere della CBS, si è diffuso in tutto il mondo attraverso il web, ed è entrato rapidamente nella classifica dei video più cliccati dagli utenti. Lo sapevate che… E’ finito in rete il video che mostra il Presidente degli USA che dà dell’idiota a Kanye West durante una chacchierata informale con un giornalista delle rete televisiva americana CNBC che stava per intervistarlo. Obama si riferiva al comportamento di Kanye West durante gli MTV Video Music Awards 2009. Lo sapevate che... Chicago White Sox e New York Yankees. Due squadre, una rivalità. Ma non alla Casa Bianca. Infatti, il Presidente degli Stati Uniti è un sostenitore del team di Chicago, sua città dove ha vissuto, studiato e di cui è stato senatore dell’Illinois. Ma alla Casa Bianca e nelle vesti di Presidente, non si possono fare preferenze. Come tradizione i vincitori delle rispettive leghe di sport (baseball, basket, football) sia a livello professionistico sia a livello universitario, hanno diritto di poter incontrare personalmente il Presidente in carica nella sua residenza. Gli Yankees, l’anno scorso, hanno vinto il loro ventisettesimo titolo della World Series, un vero e proprio record. Ad accogliere la squadra newyorkese, oltre a Barack Obama erano presenti il Segretario del Tesoro Tim Geithner e il Segretario dei Trasporti Ray LaHood. I giocatori presenti erano visibilmente emozionati e hanno portato in regalo la maglia degli Yankees autografata con il numero ventisette. Lo sapevate che… Il Presidente degli Stati Uniti è un grande collezionista di fumetti di Spider-Man e Conan il Barbaro. Lo sapevate che… Il suo nome significa “colui che è benedetto” in Swahili. Lo sapevate che… La sua scrivania nel suo ufficio del Senato apparteneva una volta a Robert Kennedy.

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© Foto Kika Press

lo sapevate che



storie e personaggi

Ripercorriamo le tappe del gruppo italiano che ha fatto la storia della musica leggera in Italia

POOH 45 anni DI SUCCESSI

Un viaggio a puntate nel quale, anno per anno, stiamo ripercorrendo le tappe fondamentali della storia dei Pooh accostandole ai fatti di cronaca mondiale più rilevanti. Dopo le due puntate precedenti, questa volta tocchiamo il quinquennio che va dal 1976 al 1980…

1976 Terremoto catastrofico in Friuli Il 6 maggio del 1976, alle 21:06, il Friuli fu scosso da una violenta scossa di terremoto di un’intensità pari al decimo grado della scala Mercalli.

1977 Esce “La febbre del sabato sera” Nelle sale cinematografiche esce il film di successo diretto dal regista John Badham, con John Travolta e Karen Lynn Gorney. Un castello come studio di registrazione Il nuovo show inaugura un’epoca di sfarzo. Grandi concerti negli stadi, raggi laser, fumi sul palco, che resteranno fino ad oggi delle caratteristiche fondamentali della band. Esce il nuovo album “Rotolando respirando”, registrato nel Castello di Carimate per due volte, dato che nella prima sessione erano stati sbagliati completamente gli arrangiamenti. Esce il nuovo singolo “Dammi solo un minuto”. I Pooh arricchiscono il proprio bagaglio artistico e culturale con un tour nei Paesi dell’Est, in Spagna, Svizzera, Canada, Stati Uniti e America Latina. Partecipano alla colonna sonora dello sceneggiato televisivo “La gabbia”. Firmano un contratto con CGD di Piero Sugar, nel frattempo staccatasi dalla CBS Brano: Ancora tra un anno

1978 Italia: il rapimento di Aldo Moro. Sandro Pertini Presidente della Repubblica Il 16 marzo le Brigate Rosse rapiscono Aldo Moro e uccidono gli uomini della sua scorta all’introcio tra via Stresa e via Fani a Roma. Lo statista viene ritrovato morto il 9 maggio all’interno di una vettura, una Renault 4 rossa, parcheggiata in via Caetani. L’8 luglio Sandro Pertini viene eletto Presidente della Repubblica, diventando il Presidente più amato degli ultimi trent’anni. Un nuovo logo per i Pooh Paolo Steffan, già membro dei Capsicum Red e grande amico di Red Canzian, disegna il logotipo che tuttora contraddistingue il gruppo. I Pooh sono i primi a usare la tecnologia laser nei concerti. Esce l’antologia “Pooh 1975-1978” e il decimo 33 giri di inediti intitolato “Boomerang” (Disco d’oro). Consueto successo per il singolo “Cercami”. Scrivono la colonna sonora per un telefilm di otto puntate dal titolo “Racconti fantastici”. Brano: Ci penserò domani

Pooh: i primi dieci anni Festeggiano dieci anni a Venezia. Esce il 33 giri “Poohlover”, un album con testi più vicini alla quotidianità e ai problemi sociali. Il singolo “Linda” conquista immediatamente il primo posto in classifica e vince il Festivalbar (Miguel Bosè la canterà in spagnolo ottenendo un grandissimo successo). Tour in Bulgaria e Romania: venti tappe dal primo al 20 ottobre; la media è di 6.000 spettatori a sera. Dal primo al 24 dicembre tour in Canada e Stati Uniti dove Roby Facchinetti acquista il Polimoog. Scrivono la colonna sonora di uno sceneggiato Rai “La Gabbia”. Brano: Pierre 1979 Neve sul Sahara Il 18 febbraio un eccezionale evento atmosferico avviene sul deserto del Sahara, che per trenta minuti vede cadere un’abbondante nevicata. Pooh: 51 settimane in classifica Con “Viva”, i Pooh vendono oltre 650.000 copie. Brani come “Io sono vivo” (che rimane in classifica per oltre 51 settimane e che vince il Festivalbar), “Notte a sorpresa”, “L’ultima notte di caccia”, “Tutto adesso”, “In concerto”, sono ad oggi tra i pezzi più amati e richiesti dai fans. Proprio con “Io sono vivo” e “Notte a sorpresa”, i Pooh inaugurano la moda di realizzare video promozionali per i 45 giri. I pezzi del disco vengono abbinati alla stagione 1979-1980 di “Domenica In”. Parte un nuovo tour nei Paesi dell’Est. La Rai affida a Pupi Avati la regia di uno special sul concerto di Udine. Brano: L’ultima notte di caccia

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1980 Giappone: commercializzato Pac-man Il 10 maggio viene commercializzato il nuovo gioco distribuito dalla Midway Games e ideato da Tohru Iwatani. Pooh: un disco per il mercato estero I Pooh pubblicano l’LP “Hurricane” (prodotto da Teddy Randazzo) per il mercato estero, un disco nel quale il gruppo riarrangia in inglese i pezzi più importanti dell’ultimo triennio. Il disco non riesce ad entrare nelle classifiche americane e inglesi ma spopola in Germania, Giappone, Australia e in quasi tutti i Paesi del Sud America. Il disco “…Stop” inaugura nel 1980 la nuova decade. “Canterò per te” è la sigla d’apertura di un “Disco per l’estate”. Brano: Inca

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vivere e abitare

di Fabiola Di Giov Angelo

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Appendichiavi COCO’ in metallo. www.artiemestieri.it

Portafoto BOBOLINO in metallo laccato. www.artiemestieri.it

ARTI E MESTIERI Lampade fiorello. www.artiemestieri.it

Bloom lampada con stelo e fiori. www.maiuguali.it

Panchetta contenitore su ruote. www.twils.it

COMEin un giardino VIVERE Colori vivaci e brillanti, tinte pastello tenui e delicate: le stampe e i decori a tema floreale rinnovano la casa e donano un tocco di accogliente benessere

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pesso la natura è fonte d’ispirazione per l’arredamento e l’interior design. Soprattutto i fiori e i motivi naturalistici che, in perfetto accordo con l’arrivo della primavera, regalano nuove romantiche emozioni alle nostre case. Fiori che si schiudono nella loro bellezza, su tovaglie e cuscini, tazze e cornici per diffondere benessere ed euforia. Elementi che ben 28Gp

si inseriscono in un arredamento eclettico, né moderno, né classico, e che declinati in una vasta gamma di proposte possono assecondare i gusti di tutti e dare calore ad ogni ambiente. Dalla camera da letto, alla zona living, dal bagno alla cucina, le stampe con motivi floreali si adattano bene ad ogni tipo di arredamento regalando benessere, colore, insieme a sottili note di romanticismo.

Cuscino fiori. www.twils.it

Piccole donne copriteiera. www.rossoregale.it

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moda

BY LUDO

IL MARCHIO DEL RIUSO

Vi presentiamo una giovane stilista romana che realizza gioielli con materiali di riuso, come cavi elettrici, cavi usb, tasti del pc, auricolari e lenti di occhiali. Nascono così dei bellissimi ecojoux che rendono originale chi li indossa e fanno bene anche all’ambiente

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L’

ultima sfida di Ludovica Cirillo, giovane stilista romana del marchio di bijoux di Re-u-se BY LUDO www.byludo.com, è stata la realizzazione di una tavola per una coppia di sposi alla prima rassegna di “econozze”, all’insegna dello chic e del riuso, promossa da Alessandra Pugliesi a Roma. E allora su una tovaglia patchwork di merletto, ecco piatti, bicchieri, portatovaglioli, segnaposto e centrotavola contaminati da fili elettrici, tastini e lenti. Detto così suona strano ma il risultato è stato sorprendente e di grande effetto. “Mi è molto piaciuta l’idea - dice Ludovica - perché conciliare l’esigenza di qualcosa di elegante per questa occasione con pochi mezzi è una vera scommessa e si mette in gioco la propria creatività”. E proprio grazie alla fantasia, la studentessa diciassettenne è stata selezionata dal Comitato Scientifico di TNT, il festival dedicato ai giovani promosso dal Ministero della Gioventù, entrando di diritto tra i primi 200 talenti italiani del 2010. TNT ha aperto una finestra sul mondo dei giovani creativi attraverso 200 storie di talento scelte tra le tantissime inviate da giovani compresi tra i 15 e 35 anni. Sono storie che narrano di esperienze vissute in

ogni settore della vita civile, economica, sociale: dalla ricerca al volontariato, dall'arte all' economia e finanza, dall'enogastronomia all'ambiente, dalle relazioni internazionali all'innovazione tecnologica. Ludovica Cirillo è stata presente con i suoi ecojoux, collezione di successo ideata e realizzata attraverso l'impiego di oggetti tecnologici in disuso (tasti recuperati di pc, cavi elettrici, auricolari, lenti di occhiali), con un importante messaggio di salvaguardia dell'ambiente, tematica molto attuale anche in ragione delle ultime cronache su discariche in varie parti del nostro Paese. Nonostante la giovane età, Ludovica ha capito presto che per il design di gioielli non è necessario utilizzare le pietre preziose ma basta semplicemente un'idea originale anche all’insegna del riuso. “Un concetto che vorrei poter coltivare anche nel mio futuro professionale come ‘architetto di interni”, dice la giovane che sta per concludere il liceo internazionale al “Virgilio” di Via Giulia. Così, durante un viaggio a Berlino, attraverso un gioco con vecchie cuffie ha scoperto la possibilità di creare gioielli con gli oggetti di elettronica non più utilizzabili, destinati altrimenti alla discarica. www.byludo.com

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moda

di Tiziana Galli

Ralph Lauren

E L’ITALIA divenne una...

I centocinquant’anni dell’Unità si festeggiano anche attraverso la moda. Le proposte di Canadians, Rossociliegia e Madeinitaly

Alberta ferretti

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L’

Ottocento per le donne non è stato solo pizzi e merletti, che hanno ben avuto la loro importanza, ma è stato anche forza, credo e solidarietà. La polvere delle ciprie e il fruscio delle sete hanno sicuramente contribuito a rendere meno aspro e crudo un periodo segnato da lotte, contrasti e clandestinità, ma che ha anche visto il sorgere di una coscienza di gruppo, dello spirito d’unione e della forza del sentimento. E l’Italia divenne una. Quest’anno si festeggia il centocinquantesimo anniversario di questo sospirato traguardo e la moda, forza trainante di questa nostra patria, non si è lasciata sfuggire la succulenta occasione per ricordare l’evento e rinnovare se stessa. Pizzi, vezzi, cappe, stole, broches, i rimandi sono continui: il gusto passionale e romantico, sensuale e gagliardo riscopre oggi, con estrema disinvoltura, tutti gli aspetti tipici del secolo degli ardori, incoerenze comprese, mischiando tra di loro elementi classici a semplici capricci. E’ così che le camicie si riempiono di pizzo e ruches, assumendo fascino e femminilità completamente nuovi; giacche e cappotti vengono sostituiti, in buona parte, dalle mantelle, mentre le stole tornano a vestire i colli ingioiellati. Le donne più casual trovano grande libertà di scelta tra lunghe gonne stile brigantessa, sandali stringati o stivali da amazzone, ma per le dame più romantiche, che non vogliono lasciar nulla al caso, sono stati creati abiti che sotto chiffon impalpabili svelano generosamente spalle e decolletè lasciando intravedere quanto basta per incantare. L’effetto è assicurato. L’assortimento è vasto, le possibilità infinite e qualsiasi femminilità si decida di interpretare, tassativa è solo una cosa: non lasciarsi mai sorprendere senza i giusti accessori, perché il dettaglio fa sempre la differenza e la cura nello sceglierlo è forse la parte più divertente della creazione di un look. La suggestione della bandiera, però, non vuole emozionare solo le passerelle e il richiamo del tricolore invade il mercato con prodotti di ogni tipo, dai saponi alle magliette, agli orologi. Canadians, storico brand sportivo veronese, propone Rafael, per gli adulti, comoda felpa rossa con cappuccio, profilata di bianco e verde, e per i bimbi Shon, morbida giacchina di microfibra, giocata sui medesimi colori. Rossociliegia, con la City Line Colletion presenta gli sky-line delle più belle città d’arte italiane utilizzabili come segnalibri, portacarte, portalettere o semplicemente per una collezione originale. Madeinitaly, conosciuta marca d’occhiali, dedica a Milano, Modena, Firenze, Amalfi e Forlì la linea di cinque pratiche e rifinite montature pensate nei dettagli per poter rendere omaggio alla qualità dei prodotti della nostra amata terra. Le proposte sono tante, l’obbiettivo uno: incrementare le nostre risorse nazionali, riscoprendo, oggi, la fierezza di una terra d’incanto, ricca di magia, finora maltrattata dagli uomini ma da sempre baciata dagli dei.


moda

di Fabiola Di Giov Angelo

VALIGIE belle

da collezionare

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Arrivano le vacanze e aumenta il desiderio di partire. Ma non senza una bella valigia. Come ormai accade da alcuni anni, la maggior parte dei marchi leader nel settore degli accessori propone, in questa stagione, un set di valigie, belle, divertenti ed innovative

a valigia, oltre ad essere un elemento indispensabile per il viaggio, diventa sempre più accessorio bello da esibire, a cui il mondo della moda oggi dedica un occhio di maggior riguardo. Infatti negli ultimi anni sempre più brand, oltre a borse ed accessori, propongono bellissimi set di valigie che si ispirano alle forme d’arte, dal cinema al graffitismo, al fumetto, oltre che a movimenti sociali e momenti storici importanti. A partire da Carpisa, griffe low cost che dal 2001 è leader nel suo settore, fino ad arrivare alle borse da viaggio in stampa ‘Geo’ di Alviero Martini preferite dai vip, le nuove valigie belle, leggere e funzionali hanno definitivamente mandato in soffitta, o in mostra nei mercati stile vintage, le vecchie valigie di cartone, squadrate e scomode, ma soprattutto ingombranti. Un primo momento di svolta ci fu intorno al 1988 con l’invenzione del trolley, la valigia con le rotelle, un’invenzione che apparve pari e superiore a quella della pizza a domicilio, come la definirono alcuni, e che in poco tempo fu capace di rivoluzionare il modo di viaggiare, la struttura degli aeroporti e l’interno dei velivoli. Oggi, dopo alcuni anni, ai fattori della praticità, maneggevolezza e funzionalità delle valigie, se ne aggiungono altri legati alla bellezza della stampa e del modello, che in poco tempo hanno dato il via alla realizzazione di vere e proprie linee da viaggio, alcune anche in edizione limitata, belle e molto fashion. Come le Tumi tag, una collezione di valigie in limited edition, dal gusto urban chic, ispirata ai lavori del famoso graffitista “Crash”, prodotte solo in mille pezzi per ogni modello. O come la collezione di valigeria lanciata da Jimmy Choo che, compagno fidato delle amanti del fashion, ha deciso di accompagnarle anche durante i viaggi con mini e maxi trolley in vernice e colori romantici e raffinati.

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moda di Costanza Cambriani

PRIMAVERA vestirsi di fiori

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La primavera è arrivata da un pezzo e con lei anche la nostra voglia di colore. Quest’anno a sbocciare non saranno i fiori ma il nostro guardaroba. Mai come per questa stagione gli stilisti vedono la donna come un fiore. O meglio come un vero e proprio prato

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imperativo per la nuova stagione è: floreale. La fantasia più allegra che si possa trovare sarà il trend più seguito, solare e colorata ci accompagnerà dalla mattina alla sera, dalla testa ai piedi. Dolce e Gabbana, Jil Sander ed Etro hanno trovato l’ispirazione dalla natura e vedono una donna femminile e botticelliana. Vestiti lunghi o corti, eleganti o più sportivi, nella nuova stagione devono essere ricoperti di fiori. Anche le case di moda low cost come Zara ed H&M hanno seguito le linee guida dei guru della moda dedicando gran parte delle loro collezioni al colore e a questo frizzante motivo. Come dicevamo, anche l’accessorio si copre di fiori, lo sa bene Stella McCartney che ha realizzato la Falabella, borsa diventata una continuità nelle collezioni della stilista visto l’immenso successo riscontrato, in uno splendido tessuto floreale. Per le amanti delle scarpe, Viktor&Rolf propone un sandalo interamente ricoperto di rose in voile, delicate e raffinate come solo i due stilisti sanno fare. Per questa nuova stagione divertitevi a sfoggiare look diversi ma sempre colorati, osate quello che negli anni passati non vi è stato permesso. Unico accorgimento: non sovrapponete mai fantasie diverse, risulterebbe poco gradevole!



art&fashion

FASHION TRAGEDY

La contrapposizione, il dualismo, la lotta interiore della donna comune che vuole essere e cerca di essere altro da sé, da quello che è e quello che fa. Ecco quindi la rappresentazione delle faccende domestiche (qui sintetizzate e simbolizzate con l'azione dello stirare) svolte dalla donna abbigliata e truccata diversamente da come ci si aspetterebbe in un contesto simile e la successiva creazione di una falsa realtà in cui immergersi fino ad arrivare alla tragica presa di coscienza di sé

Credits Foto: Simone Pomposi Modella: Helga@TNT Models Milano Make up e hair: Héloise Baldelli Fashion designer: Aurora Potenti Assistenti: Filippo Tomasi e Melis Yalvac

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salute e benessere

a cura del prof. Fabrizio Trecca

IL MINISTERO del benessere e della serenità

Tempo fa ho avuto un incubo. Ero nel dormiveglia e provavo una strana sensazione di leggerezza. Avevo quasi la sensazione di levitare. All’improvviso vedo entrare dalla finestra della mia stanza, dalla profondità della notte estiva, una figura alta, una specie di fantasma dal volto cereo di donna avvolta in una lunga tunica nera...

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na visione spaventosa che poi scomparve avvolta dalle fiamme, ritornando nel nulla come dal nulla era venuta. Mi svegliai atterrito, tanto reale era stato il mio sogno, ed il ricordo di quella immagine nefasta e del mio cane che cercava di scacciarla soccombendo nel suo tentativo, mi accompagna ancora anche se si sta allontanando da me. Quella donna nera era la morte? Il Demonio? Uno spirito del male? Non so che significato darle. Indubbiamente se sapessi dipingere lo riprodurrei su una tela e dopo quello che ho letto sull’argomento chiamerei quel dipinto “La Depressione”. E’ inutile fornire dati che non aggiungerebbero altro a quello che a mio parere è uno dei problemi medici (o forse sarebbe meglio definire esistenziale) che ha accompagnato l’uomo forse della sua prima comparsa sulla terra. Nella depressione non esistono categorie a rischio, non esiste una reale prevenzione, non risparmia nessuna età, non è tipico di nessun ceto sociale. Nella mia vita professionale ho sezionato cadaveri, praticato interventi chirurgici, assistito agonizzanti, sofferto di malattie importanti, ma nulla mi ha impressionato di più che la lettura delle storie dei depressi. Tutti la definiscono un inferno, un tunnel buio terrificante, una tortura psicologica talmente efferata da farti vedere la morte come liberazione. E’ una malattia che ti toglie speranza, che ti svuota, che ti impedisce di lottare, che oscura la capacità di giudizio,

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che ti impedisce di comunicare isolandoti, e rendendoti quindi ancor più vulnerabile. Secondo gli esperti, la Depressione si divide in due categorie: endogena quando non vi è causa e sorge all’improvviso senza ragione apparente, e reattiva quando si manifesta in seguito - ad esempio - ad un dolore. La prima si cura con i farmaci, la seconda scompare da sola. Io ho altre idee. Tutti, chi più chi meno, il ricco e il povero, il bello e il brutto, hanno disturbi dell’umore che riduce la gioia di vivere, che modifica la qualità della vita, l’incremento dei ritmi lavorativi, che determina la perdita di valori, la violenza continua in famiglia e fuori, che muta lo stile di vita, che porta alla ricerca dell’edonismo come unico bene, alla mancanza d’amore e di solidarietà. Tutto ci ha profondamente cambiato: non viviamo più perché divorati dall’ansia e dall’incertezza, ci trasciniamo nell’andamento bipolare del nostro umore in un succedersi incessante di fasi maniacali per ottenere, e allo stesso tempo deprimenti per non aver ottenuto e per non sapersi accontentare per ciò che si ha rispetto a quello che vorremmo avere. Non voglio parlare di politici, responsabili della nostra esistenza. Anche se utopistico credo che dovrebbero abolire alcuni inutili Ministeri (e sono tanti) per crearne uno grande, efficiente, che dia nuovamente speranze: il Ministero del Benessere e della Serenità. Rimarrebbe solo un problema: a chi affidarlo. Si ringrazia Creative Ideas Coordinamento: Annamaria Francescangeli


eros

di Fabiola Di Giov Angelo

TUTTI I VOLTI   del  tradimento

Spesso dopo un tradimento la voglia di non perdere il proprio compagno induce ad un nuovo slancio e ad un desiderio sessuale più forte nei confronti del partner tradito. Altre volte, invece, essere traditi frena definitivamente qualsiasi gesto nei confronti dell’altro, determinando così la fine del rapporto. Ne parliamo con il dottor Marco Rossi, psicologo e psicoterapeuta

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ono molte e ampiamente sfruttate le giustificazioni che i fedigrafi adducono nel momento in cui vengono scoperti del proprio tradimento, “E’ stato un momento di debolezza”, “Con lui/lei è stato soltanto sesso”, “Mi sentivo trascurato/a”, “Quella sera avevo bevuto troppo”, e altre ancora. Ma le conseguenze che ne derivano non sono così scontate come le scuse che si inventano per giustificarlo. Infatti, il tradimento può determinare la fine di un rapporto oppure sollecitare una riflessione sul proprio comportamento e sul valore che il partner ha nella nostra vita. Questa seconda strada, quella del perdono, porta con sé inevitabilmente un sentimento di gelosia che talvolta può trasformarsi in un rinnovato desiderio sessuale nei confronti della persona amata. Ma allora il tradimento risveglia il desiderio sessuale o lo inibisce completamente? “E’ necessario distinguere il tradimento che avviene durante un momento di crisi della coppia, da quello ad opera del traditore

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seriale, che tradisce per il piacere di farlo. Nel caso del tradimento che avviene nell’ambito di una crisi di coppia – spiega il dottor Rossi – la prima cosa che il partner tradito avverte è la competizione e il confronto con l’altro. Se riesce a superare questo scoglio, il fantasma dell’altro, allora si arriva al perdono se invece resta forte la frustrazione per essere stato tradito si vive una situazione di conflitto alla continua ricerca di un confronto e un superamento del fantasma dell’altro”. Ma il tradimento può avere il suo lato positivo? “Ovviamente non è mai terapeutico – spiega Marco Rossi – ma quello che possiamo rilevare è che nei casi in cui si sceglie di perdonare si può riuscire a far chiarezza, riconoscere i propri errori e tornare a vedere l’altro come una persona dotata di una certa passionalità, che magari si desidera ancora per sé. Infine, anche il traditore, il cui tradimento resta segreto, perché la dignità del tradimento sta nella segretezza, può riscoprire la propria passionalità e riversarla sul proprio partner”.


antropologia culturale

di Marco De Murtas - www.marcodemurtas.sitiweb.com

parte quarta

ONDE ANOMALE ed epidemie  sociali

Il caso delle onde anomale mediatiche per i fatti di cronaca nera, descritto nei precedenti articoli, ci consente di capire in scala ridotta, i meccanismi delle epidemie sociali (ad esempio la rivolta nel Maghreb) nella loro modalità di “contagio”

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bbiamo già parlato, giacché paradigmatica, dell’anomalia del caso di Cogne. Nel delitto di Avetrana, abbiamo assistito al fatto che folle di persone si radunavano spontaneamente intorno alla casa dell’omicidio senza neanche sapere bene perché. Cosa le spingeva, in realtà, a muoversi? Nulla di ragionevole. Ma il punto è proprio questo: alcuni messaggi senza nessuna intenzione promozionale, senza essere diversi da tanti altri, improvvisamente “bucano”, convincono, spingono ad agire, nello stesso modo e senza apparenti motivazioni personali, grandi masse. Il “messaggio” è, così, incomprensibilmente potente. EPIDEMIE SOCIALI Le epidemie sociali sono descrivibili (in accordo con Gladwell) come stati d’animo collettivi inerenti a singoli eventi e/o concetti che convincono le masse (anche ad agire) con sorprendente velocità, pervasività, sincronicità. In più, devono poter variare nei vari momenti storici a seconda delle condizioni socio-ambientali, come qualunque mutazione evolutiva; devono quindi essere una funzione dinamica, innovativa, in altri termini l’esatto contrario di una funzione istintiva e/o archetipica, quale quella proposta da Jung per descrivere l’incoscio collettivo. L’INCONSCIO DI SPECIE Ma perché è necessaria la teorizzazione dell’esistenza di una struttura come l’inconscio di specie per spiegare l’epidemie

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sociali? In sintesi, l’ipotesi di tale struttura è derivata dal fatto che: la funzione di sincronizzare e condizionare gli individui ad una singola convinzione appare estremamente importante per l’evoluzione socio-economica di una data popolazione; al di là e ben oltre di ogni tornaconto personale, deve esercitare la sua funzione motivazionale da una posizione inconscia ai più (ad esempio il successo del nazismo in Germania). Ma la novità introdotta dai mass-media è la velocità. Ad esempio nel Maghreb, in sole due settimane ad inizio 2011 si è propagata una rivolta epocale, fra le più veloci epidemie sociali della storia. Eppure ci sono stati tanti secoli di povertà, di violenze, di soprusi. Nulla è cambiato dalle tante carestie che si sono abbattute su quelle popolazioni, e quella attuale non è certo stata la peggiore. Ma questa volta è andata in maniera sorprendentemente diversa. In sintesi, ecco quello che ci fa sospettare l’esistenza di una forza precisa alla base di questo fenomeno: una forza inconscia che, collocata anatomicamente in ogni singolo cervello, sia “dedicata” alla ricezione di messaggi-contenuti-emozioni collettive, e, successivamente, possa arrivare a riformulare azioni e pensieri del gruppo. I mass-media contribuiscono alla velocità di questa funzione. Questo perché, le epidemie sociali si diffondono oltre che dal ben più antico passaparola, anche attraverso “rappresentazioni fruibili collettivamente”. Ecco perché internet si candida ad essere il più potente dei media in questo senso: unisce in sé tutti e due questi meccanismi.



televisione

di Francesca De Carlo

SAMANTA

PICCINETTI “IO E ARIANNA”

Interpreta il ruolo di Arianna Landi nella soap opera di Rai Tre “Un posto al sole”. E’ una giovane attrice, schietta, intelligente e vivace. Ha studiato archeologia ma la recitazione è il presente e il futuro 62Gp

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uando, dopo quasi due ore di chiacchierata, sto per salutarla, Samanta Piccinetti ci tiene a dirmi che le ha fatto molto piacere parlare con me ma subito dopo aggiunge: “anche se lo so come siete fatti voi giornalisti. Mettete a vostro agio le persone così, poi uno si rilassa e racconta tutto di sé. Ma a me non importa, sono una persona spontanea e non sto lì a farmi troppi problemi”. Schietta, diretta, pronta alla battuta e d’intelligenza vivace. Una toscana doc, insomma. Nata trentuno anni fa a Sinalunga, in provincia di Siena, Samanta ha lasciato presto la sua città per entrare nel mondo della televisione. Ha cominciato partecipando a famosi spot pubblicitari, ha poi condotto alcuni programmi televisivi e preso parte a diversi film, sempre per la tv. Ma è il ruolo di Arianna Landi, nella soap opera di Rai Tre “Un posto al sole”, che le sta regalando la vera popolarità. E quando le chiedo cosa prevede per la sua carriera, la risposta è quella di una giovane ragazza serena e fiduciosa nel futuro: “questo lavoro l’ho sempre preso tranquillamente, con quello che viene di volta in volta”. Sei toscana, hai vissuto a Milano, ora abiti a Roma e fai avanti e indietro da Napoli per le riprese di un “Posto al sole”. Sei sempre in movimento… “Quando le cose cominciano ad andare bene e inizio ad avere una certa stabilità, tac…e cambio direzione. Forse perché sento che mi adagio e ho bisogno di spinte nuove. Mi piace fare un sacco di cose”. E infatti, oltre a lavorare, studi anche alla facoltà di Archeologia. “Mi ero iscritta tempo fa e poi ho lasciato. Ad un certo punto però ho sentito l’esigenza di rimettermi a studiare e così ho ripreso. Devo ammettere che adesso faccio meno fatica e ho più voglia di approfondire quello che studio”. Sei appassionata di un periodo storico in particolare? “Mi piace molto la storia romana ma per il mio corso di studi ho scelto la preistoria perché credo sia affascinante pensare che lì ci siano gli inizi della civiltà. Sono stata anche in Sardegna per fare degli scavi su un sito dell’età del bronzo. Davvero bello”. Il mestiere di archeologa potrebbe essere un’alternativa a quello di attrice? “No, non è il piano B. Ormai la mia strada è quella della recitazione. Ciò non toglie che l’archeologia resta una mia grande passione, sono abbonata ormai da anni al National Geographic!”. La tua famiglia vive in Toscana. Torni spesso da loro? “Ogni due settimane cerco di andare su. Ho una sorellina di sedici anni, Camilla, a cui sono molto legata. Quando mi sono trasferita a Milano aveva solo cinque anni e ho sofferto molto a separarmi da lei”. Sei molto legata anche ai tuoi genitori? “Sono una ‘mammona’, in senso generale. Sono legatissima a tutti e due, facciamo viaggi insieme e loro non partono se non ci sono anch’io. Mi hanno avuta presto, perciò sono ancora giovani e scattanti. Eravamo già molto legati ma quello che ci ha uniti indissolubilmente è stato l’arrivo di mia sorella. Essendo ancora piccola, vive con loro e questo

ci rende ancora un vero e proprio nucleo familiare. Forse per questo motivo faccio ancora fatica a pensare ad una famiglia mia”. Sei fidanzata? “Sì ma sono in un momento un po’delicato del mio rapporto. Ci siamo visti poco nell’ultimo anno e non solo per colpa mia. Anche lui è molto impegnato”. E’ un collega? “Lavora dietro le quinte. Ci siamo conosciuti durante la lavorazione di un film che tra l’altro poi non è mai uscito. C’è crisi in questo mestiere, mancano punti fermi”. Un posto al sole”è un punto fermo? “Per ora sì”. Nella soap interpreti Arianna, una ragazza malata di tumore. E’ stato difficile per te affrontare un ruolo del genere? “Inizialmente ero entusiasta di questo ruolo perché sapevo che era una prova difficile e avevo la possibilità di misurarmi con qualcosa di complesso. Poi però ho cominciato a rendermi conto che sarebbe stata dura. E’ difficile non farsi coinvolgere”. E’ una soap opera ma tocca argomenti molto importanti… “E’ un prodotto fatto davvero bene, per questo ha molto successo. E poi affronta tematiche sociali importanti. Ora, per esempio, c’è la fase in cui Arianna fa un auto-trapianto di cellule staminali ed essendo una tecnica molto recente è chiaro che l’argomento risulti estremamente attuale. E poi lei che ce la fa, dà una speranza in più a chi è nelle stesse condizioni”. Tu e Arianna vi somigliate? “Ci accomuna il fatto di essere entrambe due ragazze molto attive, esuberanti e anche lei, come me, è una che non si fa prendere in giro. Però siamo diverse nel modo di porci, io sono più pacata e penso prima di agire. Ha preso delle decisioni, durante la storia, con cui non ero per niente d’accordo. Non ho condiviso, ad esempio, la scelta di non parlare inizialmente della malattia con il suo compagno, la voglia di scappare per non dargli questo peso. Sarà che io ho bisogno degli altri e mi appoggio alle persone a cui voglio bene”. Come ti trovi a Napoli, dove la soap è girata? “Ti guardi intorno, vedi tutto quel ben di Dio e pensi che è un vero peccato. E’ una città meravigliosa ma molto difficile da vivere anche per chi ci è nato. Da dove giriamo, si vede tutta la baia, il Vesuvio, è un panorama stupendo. E poi la gente ha un calore unico”. Come trascorri il tempo libero? “Faccio sport, mi piace correre all’aria aperta e appena posso, me ne torno in Toscana dalla mia famiglia. Se poi ho proprio voglia di staccare la spina, allora organizzo un viaggio”. Un posto dove andare? “Vorrei visitare il Perù. Sai, studiando archeologia…”. Se potessi realizzare un desiderio, cosa vorresti? “Il mio sogno sarebbe avere una fattoria. Mi piacerebbe anche aprire un gattile, un posto dove accogliere i mici sfortunati. In Toscana ho due gatti, Achille e Truffaut. Amo gli animali da quando sono bambina”. Qual è la tua filosofia di vita? “Mi ripeto spesso di fare quello di cui ho voglia, di provare a realizzare i miei desideri per non vivere poi di rimpianti. Trovo assurda la corsa al guadagno così diffusa ai nostri giorni. Se una persona nella vita ha come unico scopo quello di guadagnare, per me ha perso tempo”. 63Gp


televisione di Giulia Romano

EMILIANO

DE MARTINO

“CATTIVO SOLO

SULLA SCENA”

E’ un giovane attore che con il lavoro e il sacrificio sta riscuotendo grossi consensi. Spesso interpreta il ruolo del malavitoso. Ne “La nuova squadra” ha interpretato un giovane boss e ne “I Cesaroni” ha vestito i panni di un ladruncolo. Al teatro ha portato in scena con successo “Mamma Napoli” 65Gp


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a partecipazione a famose fiction e gli applausi riscossi in teatro, non hanno distolto Emiliano De Martino da una certa concretezza. Così, se di giorno è cameriere in una delle più tradizionali trattorie capitoline, di notte si alterna tra un palcoscenico e l’altro. Sei nato e cresciuto in Campania, nella provincia di Salerno. Quali sono i sapori, i colori e i profumi che della tua terra porti nel cuore? “Sono cresciuto in una terra particolare, arida di prospettive ma pregna di sapori, profumi e colori. Mi ritengo oramai naturalizzato romano e ne sono felice, perché proprio qui a Roma ho trovato la mia dimensione ideale anche se mi succede ogni tanto di avere il mal d’Africa, anzi meglio il ‘mal di Salerno’. Le passeggiate in riva al mare nelle sere estive o invernali, quell’odore di mare che senti anche quando sei chiuso in casa, i profumi della campagna e dei suoi frutti, il colore della sera: quel tempo mi sembra un ricordo così lontano che a volte quando ci penso non so dove finisce il ricordo e dove inizia la sensazione del sogno”. Hai interpretato ne “La nuova squadra” il ruolo di un giovane boss legato alla malavita locale; anche in Tatanka interpreti un ruolo simile e perfino ne “I Cesaroni” non ti esimi da un ruolo di ladruncolo. Non temi che il tuo volto venga così troppo etichettato al negativo? “Assolutamente no. Questo è il mio lavoro e se la mia faccia viene ritenuta adatta per un certo tipo di ruoli ben venga, non mi spaventa affatto l’essere etichettato come il cattivo. Anzi, la cosa mi diverte molto e mi affascina anche perché è esattamente l’opposto della mia persona. Sono un ragazzo semplice, godo delle piccole cose, delle cose vere e non dell’idea del potere, del denaro e dell’autodistruzione dei miei personaggi. Ti dirò che la cosa che mi spaventa di più in assoluto è quella strana etichetta che viene data a tutti noi campani, accomunandoci tutti alla malavita o alla maleducazione. Io me ne faccio carico di questa piaga e nei miei spettacoli, come ad esempio in ‘Mamma Napoli’, parlo appunto di questo fenomeno dando voce ‘agli ultimi’, le persone semplici, coloro che nonostante circondati a volte da situazioni sociali estreme riescono a rigare dritto, lavorando, creando una bella famiglia, senza subire influenze, queste persone ci sono e sono loro i veri eroi”. Con Max Giusti su Radio Due in “SuperMax”, hai affrontato un’importante esperienza radiofonica. In cosa ha accresciuto la tua formazione? “Ha apportato alla mia carriera una grande crescita. Prima di questa collaborazione con Max, a parte qualche ospitata in varie radio, non mi era mai capitato di far parte di un cast, di vivere la programmazione, di avere come vicino di postazione e capocomico un fuoriclasse dell’improvvisazione e dell’intrattenimento. Quindi già il solo fatto di stargli dietro e di tenere il suo ritmo è stata una bella scuola”. La carriera di un attore è fatta di continui provini. Qual è quello che ricordi con maggiore affetto? “Indubbiamente quello fatto per il film ‘Manuale d’amore 2’, dove ero il fidanzato della figlia di Verdone, un ruolo piccolissimo ma stranamente è proprio quello il provino a cui tengo di più. Ho fatto cose molto più grandi e importanti ma quel provino in qualche modo mi ha cambiato la vita, o meglio il modo di vivere questo lavoro. Per la prima volta andai ad un casting senza aspettative, senza sperarci troppo, senza informarmi su chi mi provinasse né sul personaggio che andavo ad interpretare. Ho lasciato l’ansia da prestazione a casa e guarda un po’ andò bene. Per la prima volta dopo il provino mi dissero ‘ci vediamo sul set Emiliano’. E chi me lo disse 66Gp

era la persona che mi provinò con la videocamera in mano, ossia Giovanni Veronesi in persona. E’ così che ho potuto condividere il set con uno dei miei miti di sempre, Carlo Verdone”. In teatro sei attore e regista ma anche autore di un bellissimo testo ‘Mamma Napoli’. Come è nata l’idea di un testo così complesso? “L’idea è nata durante le riprese della fiction ‘La nuova squadra’ tre anni fa. Interpretavo il ruolo di Umberto Polito, un giovane camorrista, e le riprese che per quanto mi riguardavano erano quasi sempre in esterna davanti ad pubblico di curiosi. Un giorno giravamo una scena io, Rolando Ravello e il caro Pietro Taricone. Nelle pause tra un ciak e l’altro si avvicinavano piccoli ammiratori, ‘scugnizzielli’, uno di loro venne da me, cosa già strana perché ero quello meno popolare tra Pietro e Rolando, e mi disse: ‘scusate dottò, vuie o sapite che a facite proprio bell’ a parte d’o malamente? A me primm’ Taricone me piaceva, ma chill ‘ fa o guardie e mo io o’ schifo proprio!’. E da lì mi si è aperto un mondo riguardo al mito del boss ‘d’o malament’ che c’è nell’immaginario collettivo degli under 10”. Sei stato protagonista della commedia “Disposte a tutto” di Cinzia Berni dove però il tuo ruolo era assolutamente comico e spiritoso. Ti sei divertito anche tu come si è divertito il pubblico? “Mi sono divertito moltissimo, è stata una di quelle esperienze che ti godi a pieno, ho trovato dei compagni di viaggio meravigliosi”. Un ruolo che vorresti poter interpretare in teatro? “Troppi, ho ancora tanti ruoli in cui provarmi e solo dopo che ne avrò interpretato uno per ogni tipologia potrò scegliere”. E uno cinematografico? “Il mio sogno è quello di interpretare un ruolo nato apposta per me, un personaggio nato dall’idea che ad interpretarlo dovrò essere io. Chiedo troppo forse?”.


eventi

LA PARALISI clicca RICERCA

N

Una location istituzionale per un tema importante. Lo scorso 1 marzo c’è stato l’incontro promosso dalla Fondazione Vertical e dal suo presidente, Fabrizio Bartoccioni, che ha visto la partecipazione di due testimonial d’eccezione, le attrici, colleghe sul set de “I Cesaroni, Micol Olivieri e Marta Zoffoli

ella prestigiosa cornice della Sala della Promoteca in Campidoglio, artisti, testimonial, ricercatori e rappresentanti delle Istituzioni insieme per dare il proprio sostegno al progetto promosso con l’aiuto dell’On. Maria Gemma Azuni, Capogruppo del Gruppo Misto del Comune di Roma. Grazie alla partecipazione di personalità di rilievo, quali Umberto Guidoni, NASA Space Shuttle Astronaut, del Professor Andrea Nistri, Cell and Molecolar Farmacologist e del Dottor Giuliano Taccola, Spinal Research Leader presso l’International School for the Avanced Studies di Trieste, si sono affrontati temi importanti quali la ricerca e le nuove tecnologie per sconfiggere la paralisi causata da traumi vertebro-midollari. Paolo Badano, imprenditore di Savona, ha presentato in anteprima nazionale la sua Genny, una carrozzina rivoluzionaria, la prima su 2 ruote, basata sulla tecnologia Segway. Grazie a Genny è possibile muoversi su qualsiasi terreno come la sabbia, la neve e su strade dissestate, e per la prima volta al mondo un disabile può spostarsi su una sedia a rotelle avendo le mani libere, lasciandosi quindi la libertà di telefonare, tenere la fidanzato/a per mano, mangiare un gelato, bere, tenere un ombrello. L’evento ha visto anche la partecipazione delle due amate attrici, colleghe sul set de “I Cesaroni”, che hanno commentato così la propria partecipazione all’evento. "Ho deciso di partecipare a questo incontro – ha detto Micol Olivieri - considerando che la paralisi colpisce maggiormente i ragazzi della mia età. Mi piacerebbe riuscire a lanciare un messaggio di sensibilizzazione verso le strutture che li accoglie, ma principalmente verso i ragazzi stessi affinché si riesca a reagire, ma soprattutto a prevenire". “Il mio lavoro – ha dichiarato Marta Zoffoli - non solo è divertente, ma può sostenere anche chi ne ha bisogno. Trovo che la partecipazione a questo incontro aggiunge valore a quello che faccio e sento che, in qualche modo, sono io la prima ad uscirne arricchita come persona”. Marta Zoffoli e Micol Olivieri

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eventi

STEFANO bombardieri

Stefano Bombardieri

conquista ARTRIBU’

Un' atmosfera newyorkese quella che si è respirata presso la galleria d'arte Artribù dove il padrone di casa Claudio Proietti ha inaugurato la mostra "RPC - Rhino Petrol Company", personale dello scultore bresciano Stefano Bombardieri che rimarrà in esposizione fino al 21 maggio.

Federica De Cola

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na serata dedicata ad uno degli artisti contemporanei più apprezzati degli ultimi anni, che racconta i suoi mondi interiori, e lo fa passando senza alcuna difficoltà tra opere di matrice iperrealista, espressioni legate all’arte povera, al minimalismo, alla video-installazione, alla ricerca concettuale. Negli ultimi anni poi, l’impegno dell’artista è nel denunciare, attraverso la sua opera, il rischio che irresponsabilmente l’uomo si sta assumendo nella gestione dissennata dell’ecosistema: ecco allora la “Rhino Petrol Company”, simbolica multinazionale dell’estinzione, metafora della dissolutezza umana. Da qui le molte opere rappresentanti animali in via di estinzione come i rinoceronti, le balene e i gorilla particolarmente apprezzati dagli ospiti intervenuti alla vernice da Artibù. Ad ammirare le sculture di Bombardieri, oltre a collezionisti, giornalisti ed imprenditori romani, anche tanti volti noti del cinema e della televisione invitati da Francesca Pecchia e Sara Battelli come le attrici Gaia De Laurentiis, grande appassionata di arte, Federica Vincenti, insieme con il piccolo Gabriele avuto dal compagno Michele Placido, e l'elegante Federica De Cola reduce dal grande successo della fiction "Le sorelle Fontana". A catalizzare l'attenzione dei fotografi Fabrizio Bucci, il perfido Jacopo di "Terra Ribelle", che per la Fabrizio Bucci prima volta si è fatto vedere in pubblico con la fidanzata Giulia. Occhi puntati anche sulle bellissime Giulia Elettra Gorietti e Carlotta Tesconi, prossimamente antagoniste nella serie tv i "Liceli3", e Aurora Cossio protagonista del film "Faccio un salto a l'Avana" al fianco di Francesco Pannofino ed Enrico Brignano tra pochi giorni nelle sale italiane. Affascinata dalle opere esposte anche l'attrice Karin Proia, al cinema dal 1° aprile in "Boris - il film", accompagnata dal marito Raffaele Buranelli. Tra gli ospiti anche Marco Falaguasta e Maria Grazia Nazzari.

Claudio Proietti e Gaia De Laurentis

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vita di notte

Arte di

PRIMAVERA

ncora arte presente in pieno centro a Roma poco lontano da Piazza Di Spagna. Vito Bongiorno ha presentato attraverso la sua body art, la creatività che lo contraddistingue con una mostra dal titolo “Nell’aria” tenutasi al Margutta ristorante di Claudio e Tina Vannini. Un prelibato cocktail tutto vegetariano ispirato ai colori della primavera deliziato i presenti accorsi all’evento, tra i quali: Mita Medici, Maria Rosaria Omaggio, Roberta Giarrusso, Alex Partexano, Laura Lattuada, Rita Forte, Janet De Nardis, Nadia Bengala, Maria Grazia Nazzari, Roberta Beta, Lilian Ramos, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, il marchese Giuseppe Ferrajoli, la scrittrice Rosetta Romano, la lady dell'investigazione Alba Russo.

Alex Partexano - Maria Grazia Nazzarri

NELLA CAPITALE

A

ccantonati giubbotti e pastrani, svuotati gli armadi dai pesanti maglioni girocollo per fare spazio ai microvestiti d’immagine, ci apprestiamo a vivere la belle giornate da parco infiorato. Proprio mentre alle calare del tramonto le strade periferiche si arricchiscono di “piacioni” e “piacionesse” sudati alla rincorsa della forma, noi ci proiettiamo nelle luce rossastra che le prime immagini della sera offrono agli sguardi più romantici. Dalle terrazze romane il colpo d’occhio è eccezionale non solo per il “turista megapixel”, è degno di attenzione anche per l’indolente romano tutto traffico e caffè. Gli spunti offerti dal panorama del Gianicolo premierebbero chiunque voglia fissare su pellicola o carta l’eccezionale vista. Solo romanticismo non basta al popolo della notte per essere avvicinato ai tavoli del buffet. Ci vuole eleganza, classe, amicizia e una buona dose di pacche sulle spalle. La Roma in fiore si abbina perfettamente alle serate della “mondanità tartinata” con le gonne svolazzanti e i cappellini colorati. Il primo importante appuntamento è stato l’incontro per i due anni dall’inaugurazione della casa d’aste au-

striaca Dodotheum. Nei magnifici saloni di Palazzo Colonna a Roma si è tenuto il cocktail di benvenuto per gli oltre duecento ospiti che hanno partecipato. Un’eccezionale degustazione a base di finger food e prosecco, circondati da suggestive opere presenti nelle sale: capolavori del ‘600 emiliano, italiano ed internazionale come “L’Amore virtuoso” e “Davide con la testa di Golia” del Guercino e lo splendido tondo di Giovanni Lanfranco, “Angelica che cura Medoro”. Ammirate dai partecipanti anche le opere di Ludovico Carracci, Guido Cagnacci, Valerio Castello e Jusepe de Ribera. Tra gli intervenuti alla serata nel palazzo alle pendici del Quirinale: la direttrice della sede romana di Dorotheum, Maria Cristina Paoluzzi, insieme all’esperto di dipinti antichi Mark MacDonnell, Maria de la Mercedes Sanz Cerrada De Ling, moglie dell’ambasciatore del Messico, Tereza Gers per il Cile e Katalee Suriyawoncise per l’ambasciata thailandese, la produttrice Rita Rusic, Claudio e Anna Strinati, i principi Carlo e Guglielmo Giovannelli, Camilla Morabito e sua mamma Marisa Stirpe, accompagnata dall’inseparabile amica Susanna Pescante, l’attore Vincenzo Bocciarelli.

@ Le immagini sono gentilmente concesse da KIKA PRESS&MEDIA

A

di Bibi Gismondi

Giuseppe Fettaioli e Guja

Roberta Giarrusso e Janet De Nardis

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Guja e Ricky Sospizio

3 scatti d’autore, delle splendide sirene ammaliatrici e sensuali riemerse dagli abissi del tempo, sono i temi della mostra dal fascino antico presentata al museo in Trastevere in Piazza S’Egidio a Roma da Gabriele Giugni sulle orme di Ulisse. Molti gli invitati che non sono voluti mancare all’appuntamento come: l’ex ministro Francesco De Lorenzo, Barbara Palombelli insieme al fratello Francesco, i giornalisti Maria Giovanna Maglie e Federico Fazzuoli. E poi ancora, l’ex assessore alla Cultura del Comune di Roma Umberto Croppi, la giornalista Antonia De Mita, la principessa Dorsi Pignatelli, Jacaranda Falk, Yvonne Sciò, Pilar Abella e Guja e Ricky Sospisio.

Pilar Abella

Rita Rusic Maria Cristina Paoluzzi e Carlo Giovannelli

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Francesco Rutelli e Gabriele Giugni

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curiosità dal mondo di Cristiano De Masi

1 Michigan: L’uomo elastico Le immagini che vedete non sono frutto di un fotomontaggio. Moses Lanham è l'esempio vivente di quanto il corpo umano sia modellabile a seconda della nostra volontà. L' “uomo elastico”, così è già stato ribattezzato dal Guinness dei Primati, riesce a ruotare di 180° le caviglie senza il minimo sforzo e a camminare in senso contrario. Lanham, che è stato ospitato in una puntata dello Show dei Record di Gerry Scotti a Roma, è un commercialista e ha raccontato: "Spesso quando mi siedo attorciglio i piedi perché lo trovo più comodo!”. 2 Los Angeles: Jobs e Zuckerberg diventano statuette LOS ANGELES - Steve Jobs e Mark Zuckerberg rappresentano l'inventiva e la capacità imprenditoriale statunitense. Cavalcando la loro popolarità, un'azienda di gadget ha creato delle statuette che ritraggono fedelmente i due miliardari. L'operazione non era piaciuta però all'amministratore delegato di Apple, che aveva minacciato di denunciare M.i.c. Gadget se non avesse ritirato dal proprio negozio online la statuetta, commercializzata a partire dallo scorso anno. Il motivo del contendere è l'uso improprio del nome da parte dell'azienda. Memore dell'avvertimento M.i.c. ha messo in vendita la statuetta di Zuckerberg chiamandola Poking Inventor Action Figure, nel tentativo di evitare qualsiasi rivalsa da parte del creatore di Facebook. La piccola scultura raffigura il 26enne miliardario nella consueta felpa con cappuccio, jeans e pantofole. Per assicurarsela bisognerà sborsare circa settanta dollari. 3 Città del Vaticano: una pagina Facebook per Papa Wojtyla

Anche la Chiesa si tiene al passo con i tempi e nell'era di Internet per diffondere il verbo utilizza anche Facebook. A pochi giorni dalla beatificazione di Giovanni Paolo II , la Santa Sede ha deciso di aprire un profilo proprio per il Papa polacco. Nella pagina verranno pubblicate decine di video relativi ai 27 anni di papato di Karol Wojtyla. 4 Cheltenham: gli stivali a zampa di cavallo Siete appassionati di cavalli e volete indossare qualcosa che vi faccia sentire ancora più vicini al vostro quattrozampe preferito e contemporaneamente vi faccia risaltare tra gli altri appassionati? Allora questi insoliti stivaletti sono fatti per voi. Riprendono infatti in maniera molto fedele zampe e zoccoli del cavallo, pelo compreso e sono risultati i vincitori di un concorso indetto da Betfair, la società di scommesse più grande del mondo, per celebrare il centenario del Cheltenham Festival, il concorso di equitazione della città. Dotati di zip e disponibili in due modelli, gli stivaletti equestri verranno venduti per 1.300 sterline e il ricavato andrà in beneficenza. 5 Port Au Prince: Shakira torna ad Haiti Shakira è tornata a Haiti per la seconda volta come portavoce della sua associazione no profit Barefoot Foundation, che si occupa dei bambini poveri e che sta lavorando per risolvere i danni provocati dal sisma. La cantante colombiana ha annunciato una donazione di 280.000 euro per la ricostruzione della scuola femminile Elie Dubois, completamente danneggiata dal terremoto del gennaio del 2010 e ha mostrato il progetto di ricostruzione dell'edificio. /WE©Kikapress.com

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mare e dintorni

SPEED MARINE 999 ALTAIS Un nuovo marchio che si affaccia sul mercato anche se con una grande e lunghissima esperienza alle spalle nel settore. Il 999 Altais è al momento la punta di diamante in attesa del completamento della gamma, ed è natante a tutti gli effetti

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e il marchio giunge solo quest’anno sul mercato, altrettanto novizio del settore non è l’arteficie di quest’avventura produttiva. Progettista di una gamma di prodotti che conta al momento sei modelli, con misure che vanno dagli otto ai 13 metri, è infatti Walter Barovero, un nome facilmente ricollegabile ad un blasonato marchio del settore, che ha deciso di rimettersi in gioco con una produzione che mira verso l’alto. Tutti i modelli hanno la caratteristica di essere cabinati, e i primi due ad essere stati varati sono il 777 Vintage ed il 999 Altais, quest’ultimo oggetto delle nostre attenzioni in questo numero. Si tratta di un natante a tutti gli effetti anche se solo per un centimetro, ed ha un design molto accattivante. DOTAZIONI DI SERIE Verricello elettrico in acciaio – Musone salpa ancora in acciaio – Pulpiti in acciaio – Prendisole sulla tuga – Parabrezza avvolgente con inserto per capottina – Roll bar con luci di via – Check panel elettronico interno ed esterno – Tientibene di poppa imbottiti – Volante – Bitte in acciaio – Cuscineria di poppa completa – Sedile di guida basculante – Piano di calpestio esterno in teak – Caricabatteria elettronico – Staccabatterie – Doccia esterna con autoclave – Serbatoio dell’acqua – n. 2 serbatoi per il carburante da complessivi 600 litri circa – Luci di cortesia esterne – Camera matrimoniale di prua con porta d’accesso – Dinette ad “U” – Cucina con frigo, lavello, fornello elettrico – Camera matrimoniale di poppa – Bagno con lavello, doccia, wc automatico e serbatoio acque nere – Predisposizione acqua calda – Interni in ecopelle lavabili ed anti muffa

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IN BREVE Lunghezza f.t.: 9,99 m Lunghezza interna: 9,80 m Larghezza massima: 3,24 m Larghezza interna: 2,50 m Diametro tubolari: 0,64 m a stagni: n. 6 Massa senza motori: 2.200 kg Autovuotante: statico Potenza max installabile: 600 hp fuoribordo Riserve carburante: litri 600 standard circa Persone imbarcabili: 18 Omologazione CE: B QUANTO COSTA: (I.V.A. ESCLUSA) € 129.300,00 senza motori IN COSA VINCE Design Brillante e composto in navigazione Interni curati e confortevoli IN COSA PERDE Manca tenda di chiusura cabina poppa Il divano pilota lascia poco spazio alle gambe da seduti

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auto

LA NUOVA lancia Ypsilon

un concentrato di lusso La nuova Lancia Ypsilon sarà commercializzata a partire da giugno nei maggiori mercati europei e da settembre con marchio Chrysler in Gran Bretagna e Irlanda

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apostipite della nuova gamma Lancia, dove convivono armoniosamente stile ricercato, sostanza di prodotto e cura verso il cliente, la nuova Ypsilon è un vero e proprio "concentrato" di lusso, tecnologia e potenza "ecologica" in soli 3,84 metri che, per la prima volta, viene proposto con 5 porte per accogliere con maggiore comodità gli amanti dello charme, dell'eccellenza tecnologica e dell'unicità stilistica Lancia. Al lancio la gamma prevede oltre 600 personalizzazioni che nascono incrociando 3 livelli di allestimento (Silver, Gold e Platinum) tutti costruiti per offrire al cliente un elevato controvalore, 17 eleganti livree di cui 4 B-colore, 6 diversi rivestimenti interni, 3 tipi di cerchi in lega e 3 motori: 2 a benzina (1.2 8V da 69 CV e 0.9 TwinAir da 85CV, quest'ultimo anche con cambio semi-automatico DFN), un turbodiesel (1.3 Multijet II da 95 CV), tutti dotati di tecnologia Stop&Start di serie. Successivamente sarà disponibile anche una motorizzazione Ecochic con il bi-fuel 1.2 8V da 67 CV (benzina e GPL). Da sottolineare che su tutta la gamma è di serie una ricchissima dotazione nel campo della sicurezza: ESP completo di ASR e Hill Holder, ABS con EBD, da 4 a 6 airbag (anteriori, window-bag e laterali) oltre agli attacchi isofix. I PREZZI La nuova vettura rappresenta un'evoluzione del modello Ypsilon in termini di tecnologia, sicurezza, comfort e fruibilità, ma nonostante ciò conserva il proprio posizionamento di "lusso accessibile": infatti,

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il listino parte da 12.400 euro (chiavi in mano) per la versione Silver equipaggiata con il 1.2 da 69 CV e Start&Stop di serie, lo stesso prezzo di listino dell'attuale Ypsilon Diva 3 porte che continuerà ad essere commercializzata. Al top di gamma troviamo la versione Platinum 1.3 16v Multijet da 95 CV Start&Stop offerta a 17.300 euro (chiavi in mano). Dalla configurazione più dinamica a quella più preziosa, la New Ypsilon assicura uno stile di guida cucito "su misura". FASHION CITY CAR PER ECCELLENZA Quarta serie di un modello di successo - oltre 1 milione e mezzo di vetture circolanti - la "mini ammiraglia" si conferma quindi la "Fashion City Car" per eccellenza che continua ad affascinare con il suo stile irriverente, sofisticato e la sua classe anticonvenzionale ma cresce e si fa più adulta, più trasversale. E sotto questo raffinato vestito "Made in Italy", tutta la sostanza di una vettura che vanta una tecnologia all'avanguardia, nel campo delle motorizzazioni e del comfort, capace sia di contenere emissioni e consumi - grazie a tecnologie come TwinAir, Multijet II e Start&Stop - sia di offrire un benessere a bordo senza eguali per merito di contenuti unici in questa categoria tra i quali i nuovissimi "Blue&Me-TomTom LIVE"" e "Smart fuel" system", oltre agli innovativi Magic Parking2, proiettori allo Xenon e fanali posteriori a LED. In collaborazione con Autoitalia (Villa Adriana, Anzio, Lavinio, Velletri). Info. 0774.30351 Si ringrazia Lanciapress

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gusto

CIBO ESPRESSO mangiare

italiano in AUSTRALIA E’ un marchio fondato da quattro italiani che conta già 16 punti vendita nel South Australia. Caffè, cappuccino, focacce, piadine, tramezzini, panini, insalate, panettoni, panforti, tiramisù, bomboloni, gelato artigianale: tutto rigorosamente made in Italy

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uando per affari o per vacanza ci troviamo all’estero, in un Paese lontano, magari distante anni luce anche dal punto di vista culturale e culinario, fa comunque sempre piacere immergersi completamente nello stile di vita di quel determinato luogo provando ad assaggiare piatti e pietanze che magari non avremmo mai pensato di provare in Italia. Se però per motivi di forza maggiore ci si deve fermare un po’ più a lungo, dopo qualche settimana sentiamo inevitabilmente il bisogno di tornare alle nostre abitudini alimentari ed è proprio in questa fase che scatta la ricerca affannata del classico ristorante italiano. Ma proprio quando pensiamo di averne trovato uno giusto per noi, ecco che rimaniamo invece totalmente delusi dalle aspettative accorgendoci dell’incredibile sfruttamento in negativo del marchio “Italia”, presente ovunque all’estero. In Australia qualcuno degno di essere definito davvero “italiano” in giro c’è e questi sono i ragazzi di Cibo Espresso Australia. In realtà Roberto Cardone, Salvatore Pepe, Claudio Ferraro e Angelo Inglese, i quattro ideatori del marchio, non sono proprio italiani (Salvatore è l’unico davvero nato in Italia e ha passato diverso tempo nel Mugello) ma figli di immigrati arrivati cinquant’anni fa nella terra dei canguri in cerca di fortuna, e l’hanno trovata. Più che fortuna, forse, sarebbe il caso di definire il loro progetto il frutto di una grandissima passione per i prodotti di casa nostra, rispettando la loro originalità e identità, cercando di adattarli il meno possibile alle abitudini del posto. Il difetto maggiore, infatti, degli imprenditori italiani che investono nella ristorazione all’estero, è quello di dimenticarsi in fretta delle regole base per la realizzazione dei prodotti nati da noi. Cibo Espresso, nato ad Adelaide dieci anni fa, conta adesso 16 punti vendita nel South Australia, due nel Queensland

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e entro pochi mesi il primo a Melbourne. Entrando in un dei bar della catena si respira subito aria di casa nostra già dall’arredamento dei locali, che riportano allo stile dei classici bar italiani. Frigoriferi e banconi sono tutti realizzati su misura da una nota ditta italiana leader nel settore che ha affiancato Cibo in questa apprezzatissima avventura australiana. L’ultimo punto vendita è stato aperto lo scorso 14 gennaio al 199 di Hutt Street ad Adelaide ed è forse il più “italiano” dell’intera catena, dato che riporta il marchio Pininfarina in tutto l’arredamento del negozio. Inoltre, il proprietario è davvero “italiano”, toscano per l’esattezza, ed è il sottoscritto, arrivato nel Paese solo due anni fa. Tra le vetrine dei Cibo Espresso si possono trovare e assaggiare piadine, focacce, tigelle, tramezzini, insalate, sfogliatelle, bomboloni, babà, tiramisù, panforte, panettoni e colombe durante le feste e soprattutto il vero autentico gelato artigianale grazie al suo creatore, Alessio Tavella, uno degli ultimi ingressi nella squadra di Cibo arrivato, dopo la sua avventura imprenditoriale a Firenze, a portare la sua lunga esperienza nell’autentica gelateria italiana. Ottima anche la politica del caffè. Cibo Espresso tosta appositamente e esclusivamente per i propri punti vendita i chicchi di caffè per i fantastici cappuccini, caffè latte e flat white che qui in Australia hanno un ruolo ancor più da protagonisti nella vita quotidiana delle persone rispetto al nostro paese. Basti pensare ai circa 200 litri di latte giornalieri utilizzati in un singolo bar del franchising. Insomma, gli italiani, quelli veri, di Adelaide scelgono indubbiamente Cibo Espresso come partner ufficiale per la colazione la mattina e il pasto veloce a pranzo e a cena. Ed è per questo motivo che sempre più italiani come me invece scelgono questo marchio come investimento imprenditoriale di successo all’estero. Viva l’Italia, quindi, e chi rispetta la sua cultura.

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gusto


gusto

di Costanza Cambriani

LUIGI CREMONA LA PENNA

DOC dell’enogastronomia

E’ uno dei giornalisti enogastronomici più bravi ed apprezzati che abbiamo in Italia. Ama la cucina di qualità e scoprire sempre sapori nuovi. Anche attraverso manifestazioni che premiano i giovani chef

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etti la passione per i viaggi insieme a quella per la buona cucina, aggiungi un pizzico di curiosità ed otterrai la ricetta perfetta del giornalista enogastronomico: Luigi Cremona. Uomo poliedrico e dal grande istinto, il Cremona si racconta a GP Magazine e ci spiega come le passioni possono diventare una professione. Com’è nata in lei la passione per la gastronomia? “Forse è nata con me. Ho sempre apprezzato la buona cucina. Nasco come ingegnere ed ancora prima sono stato accompagnatore turistico. Proprio svolgendo questa attività, mi accorsi che tutto ciò che riguardava il cibo mi attraeva molto. In ogni luogo che visitavo mi affascinavano i mercati con i colori e gli odori che caratterizzano la località. Questi mi permettevano una maggiore interazione e socializzazione con le persone del posto ed i loro usi e costumi”. Che rapporto ha con il cibo? “È un rapporto un po’ particolare. Mangio molto poco, alla golosità preferisco la curiosità, per esempio una particolare combinazione di sapori. Tra tutti i giornalisti del mio campo devo dire che io sono il più magro, una cosa un po’ atipica per chi svolge questo mestiere. Riferendosi a me spesso si parla di ‘porzioni Cremona’, per identificare quantità di cibo veramente esigue. La cosa mi ha divertito a tal punto che ho chiamato il mio blog proprio così”. Avrà sicuramente un piatto preferito? “Il mio piatto preferito è quello buono! Sono curioso e mi piace scoprire sempre sapori nuovi. Un cibo per essere buono non deve necessariamente essere elaborato ma deve essere sicuramente di qualità. La qualità è una cosa su cui non transigo”. Com’è il nostro panorama culinario attuale? “La ristorazione italiana gode di ottima salute. Si è evoluta molto, si è modernizzata. I tempi duri che stiamo attraversando, ovviamente si risentono anche in questo campo,e le tipologie mutano per accontentare le richieste di una clientela sempre più attenta al prodotto. Quello

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che magari si trascura un po’ è quello che sta intorno al prodotto finito, ma ad oggi le esigenze sono prevalentemente queste”. Esiste ancora la “cultura del cibo”? “Esiste eccome ed anche più di prima. Oggi rispetto a ieri c’è più informazione in materia. Tutti i mezzi di comunicazione danno largo spazio a questo tema. Si sono moltiplicate le manifestazioni e gli eventi che hanno come protagonista il cibo. Si è acquisita una maggior consapevolezza e conoscenza”. Anche lei ha curato molteplici manifestazioni gastronomiche. Su cosa le ha improntate? “Prevalentemente su giovani chef. C’è la necessità di proporre nuovi nomi nel panorama culinario italiano, alcuni dei quali veramente meritevoli. Le informazioni e lo spazio per mostrare le loro doti era molto ristretto. La competizione tra chef emergenti mi è sembrato un buon approccio. Anche il cambiamento che hanno avuto gli alberghi negli ultimi anni lo ritengo un tema di grande interesse al quale va dato maggiore spazio. Il filone delle esigenze vede un albergo che si sta trasformando in locanda, mangiare e dormire di qualità. Ritengo sia giusto dare maggiori informazioni in materia”. Nel suo lavoro che metro di giudizio applica? “Oramai negli anni viene tutto in automatico, quasi inconsapevolmente. Non valuto però solo il piatto ma tutto l’insieme. Il servizio, l’atmosfera, la presentazione. Sono tutti fattori che non possono prescindere l’uno dall’altro. È l’insieme che fa la differenza”. Tra viaggi di lavoro e viaggi di piacere ha girato praticamente tutto il mondo. C’è una cosa veramente strana che ha assaggiato? “Ce ne sono tantissime! Appena si esce dall’Italia ci si trova di fronte pietanze alle quali noi non avremo mai potuto nemmeno fare un pensiero. In Guatemala, ad esempio, ho mangiato carne di armadillo e in Cina pulci di mare. Istintivamente amo poco i cibi viscidi, questo mi porta infatti a sentirmi più a mio agio in India piuttosto che in Cina. Però la curiosità spesso e volentieri mi porta ad assaggiare cose che mai avrei pensato”.



libri

di Donatella Lavizzari donatella@immaginienote.it

WALTER CHIARI CARISMATICO generoso

GRANDIOSO

Nel ventennale della sua scomparsa, il Comune di Milano ha reso omaggio al nostro grande artista con il "Walter Show", dedicandogli il libro "Walter Chiari, un animale da palcoscenico" di Michele Sancisi

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n ragazzo solare ed espansivo come i pugliesi, matto ed esagerato come i veneti, entusiasta e generoso come i milanesi": queste parole ci regalano un preciso ritratto di quello straordinario attore di cinema, di rivista, di prosa e di televisione che è stato Walter Chiari. Lo hanno definito il primo vero comico italiano moderno, quello che ha cambiato il modo di far ridere. Dotato di grandi capacità parodistiche, parlatore infaticabile, Chiari affascinava con il suo linguaggio, con il suo modo di essere, era una persona che, come ricorda il figlio Simone Annichiarico, "si dava al cento per cento quando, paradossalmente, non stava sulla scena". Era capace di ridere del quotidiano. "Con la sua voce un po' roca ed il gesticolare a scatti, univa una straordinaria comicità di tipo fisico e mimico ad un eloquio scioltissimo, a tratti anche ricercato e forbito, che gli consentivano di prolungare a piacere qualsiasi sketch, trasformando ogni più semplice storiella in un divertentissimo monologo". Nella sua autobiografia, Ava Gardner lo descriveva così: "Walter era simpatico, tutti sanno quanto questo possa essere pericoloso. Era divertente, aveva fascino, un buon carattere, un'intelligenza vivace. Era, insomma, un compagno molto piacevole". "C'é un segmento breve e meraviglioso della storia del nostro paese, tra il dopoguerra ed il primo boom, ricco di vitalità. La vitalità é adrenalina, è carne,

è materia, è strade, è auto sportive, è società - racconta Michele Serra - e Chiari è una delle grandi incarnazioni di questo periodo felicissimo". Rappresenta il "divo". Frequenta il jet set internazionale, scherza con Hemingway e lavora con i "grandi" come Orson Welles. E' l'unico attore italiano che alla fine degli anni Cinquanta vive una dimensione cosmopolita. Nel ventennale della sua scomparsa, il Comune di Milano ha reso omaggio a questo grande artista con il "Walter Show", dedicandogli il libro "Walter Chiari, un animale da palcoscenico" di Michele Sancisi, una mostra fotografica che ripercorre il periodo della dolce vita, di cui Chiari fu indiscusso protagonista, e "Più chiari di così..." una rassegna dei suoi migliori film. In concomitanza con l'anniversario della morte, che cadrà il 20 dicembre, sarà trasmessa una miniserie tv in due puntate dedicata alla vita del popolare attore, il cui ruolo sarà interpretato da Alessio Boni. Massimiliano Finazzer Flory, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, lo ricorda così: "Walter Chiari: personaggio e persona in un unico uomo. Un'unica voce. Un unico volto. Un artista generoso, ironico, talvolta scomodo, capace di narrare con la sua verve comica la storia dei nostri costumi. Vita e arte, nel suo caso, sono state un binomio inscindibile filtrato dallo sguardo del cinema "fatto di gente, più una storia che succede sullo schermo", come affermava Italo Calvino. Walter Chiari ha offerto un sorriso sottile a quell'Italia vera, genuina, geniale, simpatica di cui oggi sentiamo la mancanza". 99Gp


libri del mese

di Francesca De Carlo

Vita privata di una sconosciuta

DI ELENA MAULI SHAPIRO  ed. Garzanti

A Parigi un professore americano trova casualmente una scatola chiusa in un cassetto. All’interno sono custodite vecchie foto e lettere ormai sbiadite dal tempo insieme ad alcuni oggetti tra cui spiccano un paio di guanti a rete. A chi sarà appartenuto quello scrigno segreto? L’uomo sa solo che si tratta di una donna, Louise Brunet, vissuta nella capitale francese tra le due guerre. Starà a lui, passo dopo passo, ricostruire la vita di quella misteriosa sconosciuta. Libro d’esordio dell’autrice.

Libertà

Innamorata di un angelo L’unico figlio DI FEDERICA BOSCO

DI ANNE HOLT

ed. Einaudi

ed. Newton Compton

ed. Einaudi

I protagonisti di questo libro sono due coniugi, Walter e Patty. Sembrerebbero la coppia ideale, almeno all’apparenza: gentili, ecologisti, benvoluti dai vicini. Eppure le cose non devono essere come sembrano se lei ad un certo punto cade in depressione e lui viene definito dai giornali arrogante ed eticamente compromesso. Il senso del romanzo sta tutto nel titolo. A cosa siamo disposti in nome della libertà? Un interrogativo lanciato dallo scrittore a cui ogni lettore tenterà di dare una risposta. Dello stesso autore si consiglia: “Le correzioni”.

Mia è una sedicenne ironica, ribelle e determinata. Tante le incertezze da affrontare tipiche della sua età: la scuola, gli amici, l’amore, la separazione dei genitori e un rapporto non facile con sua madre. Oltre tutto questo, però, Mia si divide tra due grandi passioni, quella per la danza e quella per Patrick, il fratello della sua migliore amica, bello come un angelo ma che la considera quasi una sorella minore. Difficile scegliere. Ci penserà il destino, ad un certo punto, a metterla di fronte ad una delle decisioni più difficili della sua vita. Della stessa autrice si consiglia la “Trilogia di Monica”: “Mi piaci da morire”, “L’amore non fa per me” e “L’amore mi perseguita”.

Ancora un giovanissimo protagonista per il nuovo romanzo della Holt, ambientato durante un gelido inverno norvegese. Olav è un ragazzino di dodici anni e il suo arrivo in un orfanotrofio vicino Oslo porta lo scompiglio. Proprio quando la direttrice dell’istituto viene trovata accoltellata nel suo ufficio, di Olav ormai si sono perse le tracce. Possibile che sia proprio lui il colpevole? Il caso viene affidato al soprintendente di polizia Hanne Wilhelmsen che comincerà ad indagare tra le persone che lavorano all’interno della struttura. Della stessa autrice si consiglia: “Quello che ti meriti”.

DI jONATHAN FRANzEN

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libri

di Fabiola Di Giov Angelo

AMELIE

NOTHOMB scrivere è una forma di vita

Ha appena pubblicato il suo ultimo libro “Una forma di vita”, una raccolta epistolare tra Amélie e un soldato americano in Iraq, obeso, con problemi di bulimia e di profonda solitudine

Genova, Milano, Vicenza sono le città che l’hanno ospitata nel suo recente viaggio in Italia. Il teatro Archivolto di Genova ha fatto da palcoscenico alla presentazione del suo ultimo libro “Una forma di vita”, lo scorso febbraio. Una vera e propria festa teatrale dedicata all’universo letterario di Amélie Nothomb, la scrittrice belga dalla personalità eccentrica che ha pubblicato diciannove libri finora, tradotti in trentasette lingue diverse. L’evento, “Palcoscenico Nothomb”, fatto di letture, interventi, frammenti teatrali e momenti di semplice convivialità, ha avuto un grande successo di pubblico, prova del grande interesse che questa originale, e spesso sconcertante, scrittrice riesce a raccogliere attorno a sé e ai suoi romanzi. Come sta accadendo per il suo ultimo libro “Una forma di vita”, pubblicato in Italia dalla Voland, il romanzo in cui la Nothomb racconta la storia di un soldato americano, Melvin Mapple, che scrive proprio a lei, Amélie, per raccontarle della sua personale protesta per una guerra di cui vede solo la totale inutilità, ingozzandosi di cibo ed ingrassando a tal punto da diventare inutile come la guerra. Pur avendo già incontrato Amélie Nothomb, per noi la tentazione è sempre quella di voler sapere tante cose di lei, del personaggio etereo che rappresenta, di quella scrittrice così feconda, perché come lei stessa dichiara “ogni libro è come un figlio per me, per cui sono incinta tutto il tempo”, che ogni anno ci regala uno dei suoi catturanti bestseller. Di quella scrittrice per la quale scrivere ci sembra essere più che qualcosa che fa qualcosa che è. Che cosa è la scrittura? “Un atto violento”. Che cosa significa per lei scrivere? “Vivere”. Lei ha l’abitudine di iniziare a scrivere molto presto dalle 4.00 alle 8.00 del mattino. Perché? “Perché funziono così. Da vent’anni tutte le mattine mi sveglio alle 4.00, bevo del tè nero e scrivo fino alle 102Gp

8.00. L’unico giorno che non l’ho fatto sono stata malissimo”. Da cosa deriva la sua preferenza di scrivere a mano i suoi libri? Crede che le nuove tecnologie possano essere un freno alla sua creatività? “Non ho un’idea sulle nuove tecnologie, scrivo a mano perché mi trovo meglio. Non ho l’e-mail e non uso il computer. Credo che per un certo verso la carta e la penna permettano di dedicare più tempo e più attenzione, per esempio scrivere una lettera è diverso che scrivere un’e-mail”. Che cosa ispira i libri che lei scrive? “La vita quotidiana. Molti pensano che le lettere che ricevo mi servano da ispirazione, ma non si può scrivere in un libro ciò che viene raccontato nelle lettere, perché uno dei pregi della corrispondenza è appunto la segretezza”. Nel suo ultimo libro “Una forma di vita”, tra gli altri temi, c’è proprio quello della corrispondenza. Lei scrive molte lettere? “Ne scrivo tantissime. Ogni giorno ricevo una quarantina di lettere e rispondo a più della metà. Ormai è noto ai miei lettori che sono solita rispondere, per questo mi scrivono sempre più numerosi. Da quando poi ho pubblicato ‘Una forma di vita’ i miei lettori mi scrivono ancora di più”. Cosa ama fare quando non scrive? “Bere Champagne”. Si è appena concluso il suo tour in Italia. Che ricordi ha portato via con sé? “E’ stato tutto magnifico! Soprattutto la mia serata a Vicenza alla libreria Galla, dove ho presentato il libro e dove poi mi hanno offerto un’ottima cena”. E dello spettacolo teatrale “Palcoscenico Nothomb” realizzato in suo onore? “Ho adorato lo spettacolo che è stato messo in scena per me, è stato molto divertente”. Lei ama viaggiare? “Mi piace moltissimo”. Quale è il prossimo viaggio di piacere che farà? “Andrò su Marte. Andrò a disturbare i miei vicini”.



film del mese

zACK & MIRI amore a... primo sesso

Dal regista di “Clerks” e “Jersey Girl, Kevin Smith, arriva la commedia che ha diviso, scandalizzato, divertito e fatto innamorare il pubblico americano. La nuova coppia del cinema made in USA Seth Rogen (“Molto incinta”, “40 anni vergine”) ed Elizabeth Banks (“Spiderman”, “The Next Three Days”) è pronta a conquistare anche il pubblico italiano. Distribuito dalla neonata M2 Pictures (“Frozen”) il film uscirà nelle sale il 3 giugno

C

he succede quando due amici squattrinati decidono di fare sesso davanti a una videocamera per pagare i debiti? Zack (Seth Rogen) e Miri (Elizabeth Banks), amici sin dai tempi della scuola, condividono un appartamento, economicamente i tempi sono duri per entrambi e, come oggi accade a molti loro coetanei, si trovano sepolti da una montagna di debiti. Quando si trovano perfino senza luce ed acqua gli si accende l’idea di realizzare, con l’aiuto di alcuni amici e allo scopo di mettere su un po’ di soldi, un film porno artigianale. Con grande entusiasmo iniziano le varie fasi di preparazione del film, compresi gli improbabili casting a surreali protagonisti. I due giurano che fare sesso insieme non rovinerà la loro amicizia, ma quando le riprese hanno inizio, quello che era partito come un accordo di affari tra due amici si trasforma in qualcosa di decisamente diverso e inaspettato. Un film pieno di scurrilità e scene sessualmente esplicite ma, come in tutti i film di Kevin Smith, al centro c'è sempre l'amore o tra amici intimi o tra innamorati. In questo film si intrecciano entrambe le cose: due amici intimi s'innamorano. "È un film molto diretto e licenzioso, ma anche dolcissimo", dice Smith. Un film sboccato ma con un cuore puro e una storia d'amore, quella tra Zack e Miri, piuttosto commovente. Nel film ci sono molte scene incentrate sul porno, ma in realtà il tema centrale non è quello, e spiega che "il film parla soprattutto di un uomo e di una donna che non sapevano di amarsi e scoprono che invece è proprio così. Visto? È un film positivo e felice. Le tette servono solo a fare scena. Sono un piccolo extra".

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U

cinema

di Melania Stricchiolo

ANNA

FOGLIETTA energia pura

Nata a Roma il 3 aprile del 1979, è nota per le sue interpretazioni nel ruolo di Anna De Luca nella serie televisiva “La Squadra”, dell'ispettore Elena Argenti in “Distretto di polizia” e di Sara Castiglia nel “Commissario Rex”. Al cinema l’abbiamo incontrata nelle interpretazioni di film come “Se chiudi gli occhi”, “Solo un padre”, “Feisbum” e, dallo scorso 16 marzo, nel film “Nessuno mi può giudicare”, nel ruolo di Eva

Foto di Alessandro Pizzi Styling: Factory 4 108Gp

na giovane donna, carismatica e ricca di slanci emotivi, un'attrice autentica e credibile. Anna sta vivendo il suo momento magico: sposata con Paolo (suo compagno di liceo), è appena diventata mamma di Lorenzo ed è protagonista, insieme a Paola Cortellesi e Raoul Bova, della commedia “Nessuno mi può giudicare”, opera prima di Massimiliano Bruno, film uscito in tutte le sale il 16 marzo scorso... durante il travaglio. Io ed Anna ci incontriamo a Testaccio, storico quartiere di Roma, dove è cresciuta con la sua famiglia. Il suo sorriso è la prima cosa che ti colpisce: è sincero, pulito, carico di energia. Anna è energia pura e sa trasmetterla, con un'insolita semplicità. Cosa ami e cosa odi di Roma, la tua città? “Da quando mi sono trasferita a vivere fuori città, apprezzo molto di più Roma perché me la vivo un po' da turista e mi godo le passeggiate al centro. Adoro passeggiare tra piazza Navona e piazza Farnese, di mattina, quando incontri la gente vera di Roma”. Anna adolescente: com'eri? “In realtà, timida, anzi, non proprio... strana. Sembro estroversa, lo sono, ma quando si tratta di parlare di me, della mia intimità, divento timida. Non sono però mai stata una ragazzina insicura, anzi. Nell'adolescenza mi sono divertita come una pazza, ho vissuto intensamente amicizie e relazioni, nonostante i conflitti con i miei genitori. Mia madre non riusciva a domarmi! L'arte mi ha rapito molto presto. Mi ricordo di quando andavo a teatro ed entravo senza pagare. Vedevano una ragazzina interessata e se c'era disponibilità mi lasciavano entrare. Inconsciamente avevo già scelto la mia strada”. Com’è nata la passione per la recitazione? “Ringrazio il mio professore di lettere del liceo per questo. Mi ha fatto conoscere e amare l'arte, sotto ogni forma, ed è stato lui a spingermi verso quello che oggi è una parte fondamentale della mia vita. Amo sia il cinema che il teatro, anche se, come afferma Rocco Papaleo: ‘il cinema è più bello vederlo che farlo mentre il teatro è più bello farlo che vederlo’ ”. “Nessuno mi può giudicare”, parlaci di questo film che ti ha vista protagonista. “Il film tocca una tematica assolutamente attuale: il mondo delle escort. L'uomo perde il gusto della conquista a favore del pagamento di una donna per sottometterla. Ma il film parla soprattutto di relazioni che nascono oltre il pregiudizio, di integrazioni razziali nella Roma di oggi. Spero che sia questo ad emergere, oltre la commedia”. Come sono i rapporti con i colleghi attori? “Non riesco a costruire dei solidi legami di amicizia con i miei colleghi, tranne rare eccezioni. Credo che molti di loro non vivano con i piedi per terra. Nelle persone

io cerco la verità, non la circostanza. Detesto i grandi entusiasmi che nascondono il vuoto”. Con chi ti è piaciuto di più lavorare? “Paola Cortellesi, talento puro e umanità. Forse ancora non è uscito fuori tutto il suo talento, Paola ne ha da vendere. E Toni Sperandeo. Toni ha un mondo di malessere interiore profondo, purtroppo, ma riesce a trasformarlo in energia mentre lavora e te lo restituisce mentre recita con una potenza che ti rimane dentro. E’ un partner che ti tira fuori la verità”. Sei una donna bella,simpatica e intelligente: un mix perfetto di qualità per nulla scontate. Cosa ti piace di te e cosa vorresti cambiare? “Mi piace la mia innata capacità comunicativa. Amo chiacchierare con la gente, anche con gli sconosciuti. E’ bello ascoltare le storie di chi vive una vita comune, che racconta i problemi di tutti i giorni. mi aiuta a tenere i piedi per terra. Credo sarebbe utile per tutti coloro che fanno il mio stesso mestiere confrontarsi con la vita vera. Di me detesto l'incapacità di vivere con distacco le inquietudini e i disagi del prossimo. Credo sia negativo perché forse è, e lo è stato sicuramente in passato, un modo per non affrontare i miei problemi”. Neomamma di Lorenzo, cosa ti aspetti per lui? “Avrei voluto tenerlo dentro di me per sempre, per proteggerlo. Ora che è nato spero solo che diventi una persona onesta ed educata. Spero possa fare ciò che desidera, come abbiamo fatto io e suo padre. E poi, mi piacerebbe molto che sapesse corteggiare una donna, con la giusta sensibilità, come Paolo fa con me”. Più passa il tempo e più mi accorgo che hai ha un modo di fare e di parlare che mi ricorda un po' un'altra Anna, la più straordinaria interprete del cinema italiano: Anna Magnani. Nasce perciò spontanea la curiosità di conoscere le tue icone femminili e maschili, famose e non. “La prima icona è mia madre. Non esiste al mondo una donna che mi faccia ridere più di mia madre. E' una donna che non si lamenta mai, eppure non ha avuto una vita facile, ha fatto una marea di sacrifici per me e mio fratello. Poi, Monica Vitti. La sua voce, potrei ascoltarla tutta la vita. Una grande anima, che trasuda intelligenza e talento. L'icona maschile è mio marito Paolo. Non è perfetto ma è un dono di Dio. Lui rende tutto facile, nel senso più bello del termine. E' equilibrato e determinato e torna sempre col sorriso a casa. Poi, Obama. La sua grande capacità di comunicare con il popolo, la sua presenza puntuale. E’ un politico vero”. Come ti vedi oggi e come pensi di vederti fra un po' di anni? “Bella, ricca di entusiasmo ed energia e piena di figli... tipo Mia Farrow, ma con Woody Allen accanto però. Fare un figlio ti rigenera. Mi vedo in una casa in campagna, con Paolo, i figli e tanti cani”.

Anna Foglietta con Paola Cortellesi in una scena del film “Nessuno mi può giudicare”

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© Foto di Raimondo Luciani

musica

di Donatella Lavizzari - donatella@immaginienote.it

TONY LEVIN

STICK

MEN

Ha suonato con Peter Gabriel, Lou Reed, James Taylor, Carly Simon e i King Crimson. E’ uno sei bassisti più bravi del pianeta. Ha fondato una band, gli Stick Men, e ci spiega com’è nata

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ony Levin è un bassista che unisce una grande tecnica musicale ad uno spiccato senso del groove. Noto per il suo lavoro con Peter Gabriel e i King Crimson ma questo eccezionale musicista ha collaborato con moltissimi artisti tra cui Lou Reed, James Taylor e Carly Simon. Ha pubblicato un libro intitolato “Beyond the Bass Clef” (Oltre la chiave di basso) e due libri fotografici: Road Photos e Crimson Chronicles e sta lavorando ad un volume di poesie. Ciao Tony, quali sono state le tue influenze musicali? “Ho ascoltato la musica di mio fratello Pete, jazz e classica. Oscar Pettiford è stato uno dei miei artisti preferiti”. Ci parli del tuo rapporto con Peter Gabriel? “E' stata davvero una lunga collaborazione. Peter è davvero un grande artista. Con lui nulla è statico, ci sono sempre sorprese, è sempre alla ricerca di nuovi modi per fare le cose. Mi piace pensare che il suo spirito innovativo abbia influenzato il mio modo di suonare. A livello personale è stata un'esperienza ancora migliore. L'opinione pubblica è consapevole di quanto Peter abbia usato il suo successo per portare l'attenzione e gli aiuti a quelle organizzazioni che combattono per i diritti umani nel mondo. E’ fonte di ispirazione per molti altri artisti rock. Peter è quel tipo di persona anche in un contesto più piccolo. La band è sempre stata per lui come una famiglia”. Come è stato suonare con i King Crimson? “E’ stata una grande sfida ed una grande esperienza per me, ho imparato molto dagli altri tre musicisti, ognuno di loro è un grande maestro. Poi con il ‘doppio trio’, nel 1990, si sono presentate nuove sfide. Forse il risultato finale non è stato così speciale, ma penso che abbiamo fatto un lavoro degno nel continuare a rompere gli schemi, nel cercare di trovare nuovi modi di suonare rock progressivo. Ci piaceva rischiare musicalmente. Questa band ha avuto una grande influenza sul mio approccio alla musica”. Con quale artista ti piacerebbe collaborare? “Mi sarebbe piaciuto lavorare con Jimi Hendrix. Ma poiché non si può tornare indietro nel tempo, mi piacerebbe lavorare con Carla Kihlstedt”. Puoi descriverci il tuo rapporto con il Chapman Stick? “Come bassista ero in cerca di diverse textures e lo stick mi ha dato molte possibilità, regalandomi suoni particolari, insoliti. E’ stato lo strumento ideale per la registrazione da solista e poi ho formato una band, gli Stick Men”. C'è una session di cui sei particolarmente fiero? “Dovrei trascorrere giornate ripensando a tutti gli anni di lavoro per rispondere correttamente, ma posso dire che durante la realizzazione di ‘Liquid Tension Experiment’, il progetto con Jordan Rudess dei Dream Theater, sono rimasto stupito di quanto velocemente gli altri musicisti si avvicinavano con idee e registravano sezioni realmente difficili”.

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musica di Ettore Luttazi

L’OR

IL COLORE della musica

All'inizio erano in quattro: due italiani, un rumeno e un americano. Oggi sono rimasti in tre e totalmente made in Italy: Lele Tinazzi, voce e chitarra, Matteo Gangini alla batteria e Daniele Nazzi al basso. Il loro nome è L'Or

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anno alle spalle due album e un ep di successo, collaborazioni importanti, festival nazionali e internazionali. Ma non finisce qui. La loro ascesa continua. La voce del gruppo, Lele Tinazzi, ci ha raggiunto a Roma, dalla fredda Verona, per raccontarci passato, presente e futuro di un band destinata a lasciare il segno nella storia della musica italiana. Partiamo dal nome, L'Or. Come è nato e cosa significa? “È nato dieci anni fa con la creazione della band. Avevamo in mano tutto, le idee, i brani e la voglia di costruire. Mancava solo il nome. Venne fuori una sera durante una partita a carte traducendo, in modo molto libero, l'espressione ‘come quando fuori piove’, che indica i semi delle carte da poker, con ‘like outside rain’ di cui poi abbiamo scelto l'acronimo lor”. Ma il vostro nome ha l'apostrofo? “L'apostrofo è venuto in fase successiva confrontandoci con David Bonato, il nostro manager e

addetto stampa. Inizialmente avevamo pensato alle tre lettere puntate, ma alla fine abbiamo scelto L'Or che si presta a più interpretazioni: loro, l'oro, ecc.”. E come avete iniziato? Com'è nata la band? “In una sala prove di tre metri per due, senza riscaldamento, con le mani ghiacciate d'inverno. Un po' come tutte le band, come tutti gli artisti che iniziano un'avventura e che pian piano si trovano a gestire qualcosa di grande che all'inizio non pensavano di poter raggiungere. Personalmente avevo una forte esigenza di scrivere e comporre canzoni, ho trovato dei buoni compagni di viaggio con cui condividere questa esperienza e da allora abbiamo proseguito insieme il nostro cammino”. A parte il 2010, che è stato sicuramente un anno importante, prima c'è stato un momento in cui avete capito che le cose stavano andando ben e che dovevate continuare. Qual è stato il punto di svolta? “In realtà siamo cresciuti giorno per giorno, anno dopo 115Gp


anno, in modo molto costante e ben delineato, per tappe. Non abbiamo mai fatto il botto, come si suol dire, ma tanti piccoli passi continui. Dal 2003 in poi le cose sono cambiate in modo più profondo e continuo perché abbiamo cominciato a partecipare a vari concorsi e contest, nazionali e internazionali, nei quali abbiamo ottenuto ottimi riscontri e naturalmente i risultati positivi ci hanno stimolato ancora di più”. Quanto sono importanti i concorsi per una band emergente? “Moltissimo, soprattutto all'inizio. Dopo possono diventare noiosi, quasi una routine, però all'inizio sono fondamentali perché chiunque scrive qualcosa, fa musica o dà comunque il frutto del suo ingegno non lo fa solo per se stesso, ma vuole condividerlo con gli altri. I festival o i concorsi danno un riscontro. Ti trovi davanti a una commissione, a degli esperti di musica che ti danno un giudizio non solo per l'esecuzione, ma anche per il modo in cui scrivi, perciò ti aiutano a perfezionare, ad aggiustare il tiro”. Per due volte consecutive avete tentato la strada del festival di Sanremo. Andiamo per ordine, cos'è successo nel 2009? “Era l'anno del Festival di Bonolis e per la prima volta veniva sperimentato per i giovani il concorso web. Noi siamo arrivati tra i finalisti e quindi siamo saliti sul palco dell' Ariston. Non ci siamo esibiti, ma abbiamo capito che stavamo percorrendo la strada giusta anche perché eravamo arrivati fin là con le nostre forze, con un'etichetta piccola e indipendente la V Rec e il brano comunque è stato molto apprezzato”. Nel 2010 invece? “Nel 2010 c'è stata una virata importante. Il nostro pezzo ‘Io per te’ è stato l'inizio della collaborazione con il nostro nuovo produttore Gianni Errera, uno dei più ascoltati dal sito web del Festival. Con Gianni abbiamo cambiato un po' il no-

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stro sound con introduzione dell'elettronica e colorandolo visto che prima era più acustico, più alternativo, diciamo di nicchia, per renderlo invece più fruibile un pubblico più vasto”. Dopo il festival il brano è stato pubblicato con grande successo e avete preparato anche l'album che uscirà prossimamente? “Sì infatti è arrivata la proposta per l'album che abbiamo registrato interamente a Roma per la One Emusic-Emi, mixato e masterizzato a New York e che contiene anche il brano ‘Io per te’, uscito a marzo” Nel frattempo la vostra formazione è cambiata e da quattro iniziali siete rimasti in tre. “Sì all'inizio eravamo due veronesi, un rumeno e un americano”. Una band multietnica? “Esatto, multietnica e internazionale”. Adesso invece siete totalmente made in Italy? “Ora siamo i soliti due veronesi e un ragazzo di Udine. Ai nostri appuntamenti live poi c'è sempre un quarto artista, ma non appartiene ufficialmente ai L'Or”. Guardando alle nuove generazioni, c'è una band o un artista che ha meritato il successo che ha ottenuto? “Assolutamente sì. Soprattutto straniere. I Muse, i Coldplay, poi altri che hanno già fatto la storia come i Blur o gli Oasis. In Italia, forse un po' i Negramaro, ma non troppo pur avendo gran rispetto per il loro progetto artistico”. Prossimi appuntamenti live? “Abbiamo in vista vari appuntamenti per il nostro sponsor che è Biblos, poi per tutta l'estate saremo in giro con il nostro nuovo tour, dopo l'uscita dell'album”. Dove possono tenersi aggiornati i nostri lettori? “Su Facebook c'è il nostro gruppo ufficiale, sul sito www.l-or.it e su myspace che per noi resta fondamentale all'indirizzo www.myspace.com/likeoutsiderain”.




Michela Andreozzi, Valentina Pace, Alessio Piccirillo, Alessio Fontana

in collaboraz ione con la Foxy John Production www.foxyjohnproduction.com

di Silvia Giansanti

TOP TEN EUROPA 1 “ON THE FLOOR”-JENNIFER LOPEZ FT. PITBULL 2 “PARTY ROCK ANTHEM” – LMFAO FT. LAUREN 3 “BLACK AND YELLOW” – WIZ KHALIFA 4 “BROKEN RECORD” – KATY B. 5 “BUZZIN” – MANN FT. 50 CENT 6 “E.T.” – KATY PERRY FT. KANYE WEST 7 “SOMEONE LIKE YOU” – ADELE 8 “JUST CAN’T GET ENOUGH” – BLACK EYED PEAS 9 “DON’T HOLD YOUR BREATH” – N.SCHERZINGER 10 “S&M” – RIHANNA TOP TEN U.S.A. 1 “E.T” – KATY PERRY FT. KANYE WEST 2 “JUST CAN’T GET ENOUGH” – BLACK EYED PEAS 3 “ROPE” – FOO FIGHTERS 4 “THE CAVE” – MUMFORD AND SONS 5 “DOWN ON ME” – JEREMIH FT. 50 CENT 6 “COUNTRY SONG” – SEETHER 7 “S&M” – RIHANNA 8 “DIAMOND EYES” – SHINEDOWN 9 “TILL THE WORLD ENDS” – BRITNEY SPEARS 10 “MOMENT 4 LIFE” – NICKI MINAJ FT. DRAKES TOP TEN ITALIA 1 “MA CHE DISCORSI” – DANIELE SILVESTRI 2 “TI VOGLIO TANTO BENE” – GIANNA NANNINI 3 “IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE” – LIGABUE 4 “UBBIDIRÒ”- BIAGIO ANTONACCI FT. CLUB DOGO 5 “LE TASCHE PIENE DI SASSI” – JOVANOTTI 6 “GOODBYE MALINCONIA” – CAPAREZZA FT. TONY HADLEY

7 “CATTIVA” – L. ERRORE FT. LOREDANA BERTÈ 8 “NIENTE” – ALESSANDRA AMOROSO 9 “EH...GIÀ” – VASCO ROSSI 10 “VOGLIO MOLTO DI PIÙ” – NEGRAMARO

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classifiche LMFAO Si tratta di un gruppo electro-pop formatosi a Los Angeles, composto da un dj e un rapper. Il loro nome sta per Laughing My Fucking Ass Off. Hanno esordito con “I’m in Miami Bitch”. KATY B Il singolo di questa inglesina emergente è fresco e accattivante. Classe 1989, è conosciuta anche con il nome di Baby Katy.

MUMFORD AND SONS In questo periodo, per festeggiare il loro successo, stanno compiendo un tour statunitense a bordo di un vecchio treno, in cui mangiano e dormono. JEREMIH Secondo estratto dal suo primo album dal titolo “All about you”. Il personaggio in questione arriva da Chicago, ha iniziato a suonare strumenti all’età di tre anni e ha debuttato nel 2009. DANIELE SILVESTRI Questo pezzo è tratto dal nuovo album “S.C.O.T.C.H.” in cui all’interno figura una collaborazione anche con Andrea Camilleri. Il suo debutto avvenne nel 1994 ricevendo la Targa Tenco. LOREDANA ERRORE E’ stata apprezzata per le sue performance alla nona edizione di “Amici”. Figlia adottiva, fin da giovanissima ha partecipato a competizioni canore.

JESSIEJ

un arrivo prepotente Jessie J è il nome d’arte di Jessica Ellen Cornish, classe 1988, nata a Londra il 27 marzo. Le avvisaglie di una proficua carriera artistica, si sono già viste all’età di undici anni, quando ha partecipato ad una recita teatrale. Più avanti, non appena sedicenne, mentre frequentava la Brith School, è entrata a far parte di un gruppo femminile. Il suo successo è iniziato ad arrivare però come autrice di testi per molti personaggi noti del mondo musicale, quali Miley Cyrus, Justin Timberlake, Christina Aguilera, Alicia Keys e Chris Brown, con il quale è anche stata in tour in Europa. Nel 2010 per Jessie è giunto il momento di pubblicare il suo singolo d’esordio “Do it like a dude” che è arrivato a posizionarsi più che bene nella classifica britannica, trovando buoni giudizi da parte della critica. Quest’anno è uscito in Europa e negli States il suo album di debutto “Who you are”, estrapolando così anche la seconda traccia dal titolo “Price Tag” dai ritmi coinvolgenti che vede la partecipazione del rapper B.o.B. A titolo di curiosità, il primo singolo è stato scritto originariamente per Rihanna, ma poi il nuovo talento britannico ha pensato bene di tenerlo per sé. La stessa cosa ha fatto per un altro pezzo contenuto nell’album che era destinato ad Alicia Keys.

news Slash, l’ex Guns N’ Roses approderà in Italia per due imperdibili concerti. Si esibirà il 28 luglio a Milano e il 29 a Roma. Il leggendario chitarrista proporrà anche i pezzi del famoso gruppo. Dolcenera torna con un nuovo album “Evoluzione della specie”, anticipato dal singolo “Il sole di domenica”. Tante sono le collaborazioni presenti nel disco. Sting ha aggiunto una nuova tappa del tour italiano. Dopo quelle annunciate del 29 luglio a Venezia e del 30 a Roma, il 27 sarà anche a Palermo. Il tutto fa parte del tour mondiale “Synphonicity”. Gli Incubus sono pronti per tornare quest’estate con un nuovo lavoro intitolato “If not now, when?”. Il gruppo era assente dalle scene dal 2006 e questa sesta produzione sarà anticipata dal singolo “Adolescents”. Ricky Martin si esibirà all’Arena di Verona il prossimo 4 luglio, a promozione della sua ultima fatica intitolata “Music + Soul + Sex”, uscita nel mese di febbraio e anticipata dal singolo invernale “The Best Thing About Me Is You”. 121Gp



wedding

a cura di Claudia Della Ratta

LO STRAVAGANTE mondo del web-wedding

Tutti sognano il matrimonio perfetto e cercano di organizzarlo in modo che si tratti di un giorno speciale ma ci sono matrimoni tanto speciali da risultare indimenticabili tanto per gli ospiti quanto per gli ignari spettatori

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na passione in comune con il partner o un aneddoto legato alla storia d’amore sono lo spunto per dare una particolare impronta alla cerimonia e ai festeggiamenti . Nel nostro paese ipertradizionalista sono ancora ridotte le cerimonie così come il web ci propone dalla non lontana Europa o dallo stravagante mondo del wedding americano. Ad esempio, di recente l’Orlando Science Center è stato teatro di un matrimonio davvero singolare, un Halo Themed Wedding, ispirato ad un celebre gioco virtuale per console che ha fatto si che gli sposi si incontrassero e si innamorassero. L’unione dei due è stata celebrata da un inquietante ministro, il protagonista del gioco,

e i brani dell’accompagnamento musicale erano quelli originari del gioco Halo. C’è poi chi ama i fumetti e i cartoni animati giapponesi, al punto da riproporre i personaggi più noti, Sasuke e Naruto, ma affinché tutto risulti perfetto anche amici e parenti si devono calare nella parte. Ma come sempre, la patria più alternativa è sempre quella degli Stati Uniti, dove una coppia nel momento più bello, quello legato al ballo della sposa con il papà, ha pensato di scegliere il brano “Thriller” per aprire le danze coinvolgendo gli invitati a seguire la coreografia originale attraverso un mega monitor, altri, invece, hanno dato sfogo al sound di “Dirty Dancing” e alla sua scena finale. E’ proprio vero quando si dice se ti sposi sei in ballo, e quindi… balla!

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