SIT N. Zero lo zero stavolta "A" (V)

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SIT N.Zero Lo zero stavolta

SIT_Astri il 2019

ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ CONOSCI TE STESSO Barbara Augenti

The Animation workshop & Visual Effects VICTOR PEREZ ECHO

Avventure ALASKA Fairbanks Edoardo Massimo

Avventure

ero

2019

Del Mastro Travel blogger “Into the wild “

Paola Gianotti Guiness mondiale di velocità a Frascati

N Altre geometrie

glacier punta arenas

Cassiopea, un Arcano Il Planetario

OPERAZIONE AVVENTURA Viaggi tra le pagine

Titoli di Coda

Archivi dell’Acqua Juan Victoria IL CURATORE CON

L’HANDPAN SIT Story Collaboration (dz)

‘Na Fojetta Animelle

ROMA 1° Festival degli Effetti Visivi Michelangelo Infinito Sky Arte

ACQUA IL NINFEO DELLE ACQUE VILLA ALDOBRANDINI L’Archittettura Fabio Camilli

A di ANNA “La figlia del

Generale”

Il racconto di Livia Frigiotti

A

SIT N.Zero Lo Zero STavoLTa

aSTrI avveNTUre aCQUa aNIMaTIoN SITNewSfeeL@gMaIL.CoM TUTTI I dIrITTI rIServaTI © 2019

ANTEPRIME NOIR IN VILLA

La 6 edizione con VUOTO di Maurizio De Giovanni Per i bastardi di Pizzofalcone

Il Giro d’Italia 2019 Campioni in Arrivo


Cultura vitis e cultura animi Cicerone 2018 | Anno del Cibo italiano

Con la conclusione del 2018, celebrato come l’“Anno del cibo italiano” dal MiBAC, con 119 appuntamenti in tutta Italia a recensire il patrimonio enogastronomico italiano e la cucina di qualità, si rafforza anche l’esigenza di recensire e comunicare quelle piccole eccellenze territoriali, che fuori dal circuito mibac, riescono a trasferire sul piano delle produzione alimentare una maggiore attenzione alle risorse naturali, alle coltivazioni locali con la continuità dell’approccio biologico ed ecologico.

A questo punto non vi sembreranno strani nemmeno i transiti dei pianeti per questo 2019, Saturno e Plutone e poi Giove (fine 2019) in Capricorno e Urano in Toro, che sono un’alleanza di Terra che incoraggerà gli aggiornamenti del sostenibile, demolendo pian piano sprechi e ripristinando valori autentici, anche del buon cibo.

‘Na Fojetta Ristorante a Frascati (Area metropolitana di Roma) risulta ideale da raccontare sotto questi segnali astrali e “ministeriali” e nell’esecuzione di un servizio che risponde all’accogliente brand comunicato. La cucina espressa, nell’approccio alimentare contemporaneo, mantiene erbe e frutti, uve, carni e prodotti locali del Ristorante, che dal nome della “brocca per il vino”, propone la sua Malvasia puntinata del Lazio e piatti cucinati con tutta l’arguzia sottile e vivace delle ricette tramandate della cucina romana. Come Apicio comanda.

SIT è tornta ad indagare col nuovo anno, nelle avventure culturali enogastronomiche di questa realtà laziale con i menu de“I Giovedì del Gusto”e le sorprese della Linea dolci ‘Na Fojetta che ricalcano le capienze di vino: abbondanti barzilai e tubbi, fojette e sospiri per la giusta misura. E i liquorini di fine pasto. Sempre alla scoperta di cuochi e del miglior lato umano.


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SOMMARIO Lo zero stavolta

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ASTRI, AVVENTURA ACQUA, ANIMATION 2019

Anno nuovo e Avventure cosa ci dicono

gli Astri e l’Intrattenimento

Buon Anno nuovo “In congolese si dice Buonana” È come se parlassero di annata. Mi piace, l'annata è bella. Se non altro per il senso di durata. Soprattutto del femminile, una bella giocata.” Francesca Colaluca

Perchè lo zero di Sit stavolta è A? Un AAA cercasi responso dagli Astri per il nuovo anno, una stella che ci indichi il cammino, il transito astrale di maggior fortuna sul nostro quadro di nascita? Ci domandiamo del futuro e cerchiamo anticipazioni nell’astrologia e nella predizione ogni fine anno, ma l’intuizione maggiore proviene da noi stessi, dal nostro spirito di avventura, spesso dalla scoperta dei nostri limiti e quanto di ciò vogliamo diventi il nostro lavoro o il nostro nuovo modo di relazionarci; di innescare insomma una buona annata. Osservando gli Astri dai Planetari. Nello specchio di Echo, Maria Ruiz l’attrice protagonista del corto di Victor Perez (in copertina) è il mimo di se stessa fintanto che lo specchio non inizia a riflettere un tempo differente. Passato e futuro, in un loop cinematografico e di visual effects, (ne parleremo in Animation e Vfx col primo Festival degli Effetti Speciali alla Casa del Cinema - Roma) si

mescolano in una crescente distorsione con la necessità di inter-rompere la superficie riflettente e con lo specchio lei stessa, inevitabilmente, dal lato in cui è osservata. Lo script è crudele e coraggioso, possiamo pensare di vedere noi stessi mentre rompiamo la nostra immagine; nella migliore delle ipotesi è la frattura di uno stato che vogliamo cambiare, un possibile addio a una esperienza conclusa. Per questo Echo entra nel sommario, assieme alle Avventure in Alaska di Edoardo Massimo del Mastro a piedi fin Alaska fino a Fairbanks City e la circumnavigazione del globo dell’ultracycler Paola Gianotti, giovani che hanno intrapreso viaggi con ogni mezzo per conoscere e trovare la loro parte più vera e attiva. Rompendo lo specchio delle apparenze.

In Altre Geometrie, dal mondo degli Archivi dell’Acqua, è il suono dell’HandPan di Juan Vittoria che è in grado di curare ed, elemento Acqua, ancora l’idraulica del Ninfeo d’Acqua di Villa Aldobrandini nei rilievi architettonici di Fabio Camilli. A come la new entry Barbara Augenti in Astri. E Arcani e Planetari; Il racconto in A di Anna. Le anteprime dei Campioni del Giro d ‘Italia . Infine Titoli di coda con la ricetta immancabile dello chef de Na Fojetta di Animelle. Buona lettura

Astri Avventura Acqua Animation

inCopertinaMaria

Ruiz ECHO inSeconda ‘NA FOJETTA e L’Anno del cibo

gLaCIer VIAGGI TRA LE PAGINE Shot Punta Arenas (Photographer Simone Pezze’)

PAG

4 SIT_aSTrI CONOSCI TE STESSO

ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ(Barbara Augenti)

8-9 12avveNTUra ALASKA Fairbanks

PAG aNIMaTIoN ECHOVisual Effects VICTOR PEREZ (Simone Pezze’) PAG

Edoardo Massimo Del Mastro Travel blogger “Into the wild”(DZ)

20

PAG avveNTUra PAOLA GIANOTTI Guiness mondiale di velocità a Frascati (Daniela

23 TITOLI DI CODA Ricetta Animelle

Zannetti)

PAG

(Carlo Camilli Chef ‘Na Fojetta)

A L T R E

G E O M E T R I E

5-6aSTrI CASSIOPEA, un Arcano. 7 aCQUa ILCURATORE CON L’HANDPAN Juan Victoria SIT Story Collaboration (dz) 10 aNIMaTIoN ROMA 1° FESTIVAL PAG

Il Planetario (DZ) PAG

PAG

DEGLI EFFETTI VISIVI Michelangelo Infinito Sky Arte (DZ)

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aCQUa NINFEO DELLE ACQUE VILLA ALDOBRANDINI (Fabio Camilli)

PAG

18-19

A di ANNA “La figlia d el G eneral e” Il racconto di Livia Frigiotti PAG

A N T E P R I M E

L’edizione Noir in Villa con VUOTO di Maurizio De Giovanni. Per i bastardi di Pizzofalcone (Danilo Villani) PAG

22 Il Giro d’Italia 2019 I campioni

in gara

(DZ)

sitnewsfeel@gmail.com

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“A”ASTRI

di Barbara Augenti ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ

(Conosci te stesso, Iscrizione all’ingresso dell’Oracolo di Apollo, a Delfi)

"Ti avverto, chiunque tu sia. O tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dèi. O Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dèi."

Tutte le civiltà arcaiche alzavano gli occhi verso il cielo per cercare un segno, un soccorso, una luce che li orientasse su di un tragitto o una traccia che facesse loro comprendere quello che era ancora nascosto nel buio dell'anima o del cielo. E proprio da quelle stelle parte la ricerca per tentare di capire o ricordare - chi siamo, perché lo siamo ma sopra ogni altra cosa qual è il significato del nostro vivere su questa, più o meno ospitale, terra. Per questo l'uomo ha osservato - prima - e studiato ed interpretato - in seguito - quei luminosi corpi sferici che fanno parte del Sistema solare e della galassia: per amore, per paura, per sfida. Gli esseri umani di ogni secolo hanno invocato la volta celeste per riuscire a capire se, in che modo, e soprattutto in quale misura gli astri che romanticamente ci stregano nelle notti più brillanti, potessero influenzare gli eventi degli esseri terrestri, proprio come fanno, talvolta benevole, talvolta ostili, le divinità greche nei poemi omerici. L'uomo, però, non ricerca solo un anticipo sul futuro quando guarda le stelle; fa di più, si riconosce in esse. E quel cerchio di stelle che disegna un cielo intorno alla sua data di nascita riconduce una parte visibile ma talvolta in ombra o latente di una dimensione interiore, psichica ed emotiva fatta d'inclinazioni, propensioni e attitudini che lo collegano - o lo votano - a forze archetipe dai nomi lontanissimi e mitologici. Mochlos (Grecia) Vaso con decorazione di farfalla (1600 a.C.)

Il Tema di nascita diventa una Ruota di stelle che ci racconta la storia della nostra psiche e delle sue predisposizioni innate attraverso principi primitivi riconducibili ad un inconscio collettivo, tanto da diventare un parametro universale ed un serbatoio di conoscenza che scavalca ogni differenza culturale e geografica. Ma queste espressioni fondamentali e archetipe fanno anche qualcosina in più. Non ci indicano solo la strada per l'individuazione della nostra coscienza, ci aiutano anche a compiere una magia sostanziale: la profezia che si autoavvera. Vale a dire quel processo che si autoadempie quando un individuo, incerto o timoroso nei riguardi di un evento futuro, venendo a conoscenza dell'esito prima del tempo, inconsciamente altera il suo comportamento a tal punto da provocare realmente gli eventi che lo conducono ad ottenere proprio quel risultato. Con tutto questo, però, ricordiamoci che noi siamo liberi e non desideriamo prigioni, neppure se fatte di stelle. E questi archetipi non sono da considerarsi come una formula a cui essere costretti ad aderire; ma sono una forma preesistente alla coscienza che successivamente si sgancia dall'inconscio e necessariamente diviene altro da ciò che era.

Perchè l'archetipo è un vaso; ma un vaso che non si può né riempire, né svuotare mai del tutto. E chi meglio di Jung può spiegarcelo? Quando prende forma in una determinata materia non può più essere lo stesso di prima. Persiste attraverso i millenni, tuttavia esige sempre nuove interpretazioni. Gli archetipi sono elementi incrollabili dell'inconscio e ci abitano; ma cambiano forma continuamente. Proprio come noi. (BA)

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Altre Geometrie

CHE GLI ASTRI SIANO CON VOI

Il meglio del tempo di ognuno (anche per i segni più scalpitanti) sono i pianeti lenti e i fallimenti e da questi si può reagire in modi insospettabili, con spinte che recuperano e sorpassano la crisi stessa e a volte con il favore degli Astri. Indubbiamente i pianeti più distanti dal Sole e che impiegano anni per ritornare nella stessa posizione trascorrono molti anni nello stesso segno: Saturno ad esempio completa la sua rivoluzione in 29 anni circa, sostando per oltre due anni nello stesso segno; Urano per sette anni. Per questo i pianeti lenti sono anche definiti generazionali. Anche chi è digiuno di Astrologia sa che l'oroscopo natale rileva la posizione degli Astri al momento della nascita e che ogni movimento di questi durante l'esistenza determina diverse relazioni di "grado", quadrature, opposizioni, sestili, trigoni; oppure Stellium: nel 1989 quando il muro di Berlino cadde Saturno, Urano, Nettuno e Plutone avevano creato uno Stellium in Capricorno. Proprio il malinconico Saturno ricarica l'umanità di concentrazione, riserbo, austerità, "Kronos" costringe ad attraversare percorsi ardui e causa limitazioni e perdite. Difficoltà e privazioni che se affrontate aiuteranno l’individuo a perseguire i suoi obiettivi. Per questo un "grande fallimento" può considerarsi la porta per un successo, a patto che si abbia la spinta giusta per rivoluzionare tutto. Alcuni personaggi che narrano dei loro successi ottenuti dopo aver completamente ribaltato un fallimento, sia economico che interiore. Ne sono stati individuati due in particolare, Edoardo Massimo Del Mastro e Paola Gianotti, ospiti appunto in queste pagine per raccontare il guizzo per ricominciare, e significativamente legati alla “A” di Avventura e Acqua (pag 12,13 - 20,21).

Cassiopea e l ‘Arcano di Tirillio

(I tarocchi di Tirillio)

Come anticipava nel suo articolo “Conosci te stesso” la filosofa ed esteta Barbara Augenti poichè l'archetipo è un vaso che non si può né riempire, né svuotare mai del tutto, l’esistenza appare come il pozzo in cui le Danaidi versano continuamente acqua senza riempire mai il fondo.Come conoscenza illimitata (penso). Se nel mito delle donne costrette a versare acqua in eterno, l’atto ripetuto è una punizione divina per disubbidienza, il valore del getto continuo, di un elemento importante come l’acqua, diviene la metafora del rifornimento vitale che opera, e può, il mondo femminile. E chi meglio di Cassiopea la Costellazione attraversata dalla Via Lattea la galassia a cui appartiene il nostro sistema solare può rappresentare questo concetto? La costellazione è facilmente riconoscibile per la sua forma a M in autunno alta nel cielo in direzione nord o di W, in primavera rasente l'orizzonte settentrionale; nel connettere l’Astronomia alla lettura degli Astri, nelle forme di divinazione che anticipano il futuro gli Arcani La Papessa, con l’Imperatrice che la precede, rispettivamente la III e II carta degli Arcani maggiori dei Tarocchi, sono le deputate a rappresentare il pianeta Donna nell’iconografia dei caratteri delle lame. A sottolineare l’importanza visuale del messaggio della carta ricco di simboli e segni di comunicazione, il doppio gioco delle due carte succedanee rappresenta l’una terrena e l’altra superiore e divina, e appunto stellare. Bella e prelibata ricoperta di piume blu elettrico dai riflessi metallici, l’Imperatrice con la coda timoniere e tutta la ruota delle penne ostentative come un pavone, imbreviata dai notai con gli interrogatori dei testimoni e accusata di eresia, La Papessa (dai Tarocchi di Tirillio).

Il tempo dell’Imperatrice viene voltato - così prosegue la lettura di Tirillio - nella clessidra un’ultima volta dopo la cospirazione di una cortigiana col suo amante. Sul Gran Vellum miniato d’oro dell’Epitaffio si combina un Oracolo con l’apparato e la magnificenza dell’Imperatrice ora del Mare ora del Cielo, l’incarnato dello spirito divino, che ordina il Matronato per Facoltà Commissioni e Diritti e l’eguale dignità per il genere femminile. Un’interpretazione visionaria senza dubbio come la divinazione delle carte o la visione dello spettacolo che le stelle ci restituiscono dai Planetari. * Cassiopea splenda come La signora sul trono Dea Madre dell’acqua che allatta la vita. Reginae Nostrae Ô MMM mater trinus Centrum Ô in Trigono centri di punte di geroglifico Ô WWW Ô: la Papessa, custode dei misteri, l’invito alla meditazione e al silenzio in cui germoglieranno i semi per una nuova consapevolezza.

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Per la mitologia greca la Via Lattea rappresentava il latte perso da Era mentre allattava Ercole sparso nel cielo e premesso che molti aspetti della tradizione dei Tarocchi vengono rispettati e ampliati, in quelli di Tirillio, per sfiorare e ideare il Cosmo e le costellazioni verse e inverse, ecco il gioco della Mater in trigono, Cassiopea, madre, dea e Regina: W o M; la combinazione evolutiva di Una Imperatrice, Donna di materia, fascino e comando terreno in Papessa, Donna spirituale e ancestrale: una matrona e il suo matronato, contraltare ai poteri maschili, che appare piuttosto avventuroso ma lecito. [L’imperatrice ] I rivoli di acqua Le colavano lungo le ciocche dei capelli sciolti erano come umidi tentacoli di una corona del mare sulla testa, attorno al volto. Scendevano per la fronte avvitandosi prima sui riflessi della Sua capigliatura di chiari e scuri di terra e barlumi di blu marino e agli occhi, e poi al Suo sguardo: erano la bava del Suo pensiero luminoso liquefatto sotto il sole che, con permesso, Le bruscava la pelle cosparsa di goccioline di acqua termale. Aveva nuotato. Al bordo della polla ora si andava riposando, concentrata sul Suo respiro lento e ritmato e sulla ciocca di capelli più vicina al Suo naso. Un serpentello giocoso, l’indice delle Sue preoccupazioni di Stato, l’Imperatore spesso assente. Il respiro rimbalzava sul Suo pensiero e questo si sgombrava dell’eccesso di umidità, come la ciocca. L’esposizione al calore faceva il resto. La irrobustiva l’esercizio, la manteneva concentrata eppure profondamente rilassata. Il Suo tempo non accennava a scadere. Le spalle forti e ben disegnate la rendevano una figura degna del titolo, una Regina che attraversa la porta del tempo.

Nella leggenda di Giovanna inoltre, il Papa donna scoperta per via di una gravidanza e nella storia Guglielma di Boema dell'Ordine dei Guglielmiti considerata l’incarnazione dello Spirito Santo) Maifreda o Manfreda, sua seguace ed “eletta” papa femmina- come ce la restituiscono le carte del processo finita sul rogo per eresia - ci forniscono l’idea di percorsi simbolici in cui acqua (dell’Imperatrice regina) e latte (allattamento di Era madre) sono le possibili trasmutazioni letterarie delle Danaidi. Sol con la terrena imperante donna riposata e concentrata alla polla si comprende l'origine del percorso e ai margini terreni la regina e la papessa in alto, M e W e viceversa (DZ)

Planetario: The Experience of Space

Meno esotericamente possiamo osservare i pianeti da un Planetario,strumento per sperimentare e comprendere lo spazio. La rivista Eleven ha ospitato una competizione di Architettura con una prossima generazione di planetari, tra cui Microsphere: una seduta di pietra di rimembranza #stonehengiana di Christian Gabbiani & Elisa Porro (Italy)

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Altre geometrie

gLI arChIvI deLL’aCQUa Juan Victoria

IL CURATORE CON L’HANDPAN SIT Story Collaboration di Daniela Zannetti

Ho voluto titolare questa esperienza Gli archivi dell’Acqua e Story Collaboration perchè da quando sono stata suonata dall’Handpan di Juan Vittoria, e ascoltato un suo lavoro musicale inciso su Cd titolato Acqua, molte cose a livello energetico sono cambiate. E’ successo di riprendere concetti creativi che avevo abbandonato, di rielaborare alcuni processi artistici ed intellettuali per ripresentarli con maggiore vigore e convinzione; come ad esempio questa publicazione dopo tempo che non lavoravo in una redazione o a un prodotto editoriale. Ma cosa vuol dire essere suonati dall’handpan, che strumento è, soprattutto chi è Juan Vittoria. Perchè da quel giorno è come se una “porta” sia stata aperta, attraversata e, a ritroso nel tempo, risbucata da dentro me stessa, ma andiamo per gradi. In foto, l’handpan e Juan Vittoria. Lo strumento, detto del terzo millennio perchè la sua fabricazione è recente, è un oggetto realizzato in acciaio accordato, formato da due shell, due cupole poste una sopra all’altra a pancia opposta, unite a forma lenticolare; la parte superiore è puntellata da 7 a 9 cavità per le note, il centro è occupato dal Ding, una protuberanza che produce la nota più grave del lato superiore e funziona da percussione. Il suono viene emesso tramite dal movimento di polsi, palmi e dita delle mani sulla superficie, e fuoriesce dal foro inferiore detto Gu, per il suono onomatopeico che riproduce e che diffonde. Ogni handpan produce diverse note, frequenze armoniche e toni, alcuni sono espressamente dedicati a specifiche tonalità di Scala. Unico nel suo genere, produce armoniose sinfonie rilassanti e ancestrali, utilizzate per musicoterapia o rilassare la mente, per riarmonizzare il sé; ripulire l’aurea, riequilibrare i chakra. L’handpan può essere suonato direttamente su di un’altra persona seduta a gambe incrociate che lo tiene in grembo, poggiato al petto e sostenuto in basso dalle mani (ed è quello che Juan ha realizzato). Il musicista curatore siede di fronte e stabilisce un contatto con la persona attraverso il ritmo cardiaco, le pulsazioni, il respiro per mezzo dello strumento. Inizia a suonare, in accordo con le progressive risposte della persona suonata, che ad occhi chiusi si lascia trasportare lentamente dal suo stesso corpo musicale. L’effetto di questa leggera trance cambia da persona a persona, si aderisce alla propria parte più naturale , come se tutte le conoscenze antiche, come un archivio da tutto il mondo diventassero una sintesi del sé. Più che parlare di musica è la bellezza di questi archivi di memoria, conoscenza da consultare: con una scala di introspezione verso la gioia.

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Victor Perez Festival VFX

Masked Frame Pictures Teaser Ensamble

Ogni storia crea ponti con le isole di conoscenza...

Il mIo prossImo fIlm? Fuggire da qualcosa di già Fatto.

Cyberpunk e Musica classica insieme, per esempio la sintesi del cinema

Ensamble

Roma, 12 gennaio ‘19

Daniela Zannetti

Victor Perez è un regista, produttore, sceneggiatore e artista di effetti speciali spagnolo con oltre 20 anni di esperienza combinata, e ha lavorato a numerosi film di Hollywood, tra cui "The Dark Knight Rises", "Rogue One: A Star Wars Story". “ Harry Potter e i Doni della Morte”, più molti altri. Il suo debutto in regia con "Another Love" (2015). Considerato un guru del compositing per effetti visivi, dalla sua prima passione per la fotografia a 16 anni, col fratello maggiore a sviluppare foto con gli acidi negli anni ‘80, Victor inizia la sua carriera nell'industria cinematografica come fotografo e artista di compositing digitale.

“Abitavamo in campagna a Cordova, in Andalusia - dice Victor - giocare e imparare al computer il primo PS, allora 1.5, è stata la mia fortuna. Ho iniziato a lavorare e presto anche a disciplinarmi nel sapere, perchè imparare è scomodo ma sapere è bello. Ho studiato teatro al Nazionale Spagnolo, e combinata l’esperienza della drammaturgia a quella dell’Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell'Immagine dell'Aquila, ho proseguito nel Cinema dove le ultime tecnologie permettono modi nuovi di raccontare storie”.

Perez in seguito ha lavorato a collaborazioni come direttore tecnico e consulente 2D, sviluppando una combinazione di comprensione artistica e tecnica della postproduzione del film e degli effetti visivi da un punto di vista fotorealistico. Oggi progetta e supervisiona la creazione del processo degli effetti visivi del film come VFX Supervisor. Il suo ultimo cortometraggio 'Echo' (2017) usa una tecnologia di controllo del movimento pionieristica e mai vista prima, ed è stato girato in soli cinque lunghi take. (Corredato da uno straordinario Dolby Atmos ndr). Un piccolo gioiello di genere, un incubo, il risveglio e il tempo che sembra andare avanti e indietro, anzi si rovescia come allo specchio. Come ha avuto l’idea? “La mia idea - dice Victor- era nel cassetto, la tecnologia per realizzarlo ancora non c’era, sino a che non sono stato contattato dallo svedese Stiller Studios, uno degli studi VFX tecnicamente più avanzati al mondo, pionieri del motion control, con i quali ho scoperto che era possibile realizzare il mio “incubo”, e per questo hanno creato anche un nuovo software per muovere le macchine da presa. L’ispirazione per il soggetto l’ho avuta da un incubo in cui sogno di uccidere mio fratello nel sonno. Mi sveglio e assicurandomi che non fosse reale trovo mio fratello sporco di sangue, ucciso. Allora mi sono domandato cosa possiamo essere e, non essere l’idea che abbiamo di noi stessi. Così è nato Echo”. (dz) VP

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ECHO Victor Perez Maria Ruiz ECHO

Animation Workshop, Viborg TK)

The

Animation Workshop & compositing

VFX di Simone Pezze’(3d artist e generalist. The

In Echo l’effetto speciale principale è sicuramente lo specchio che riflette in maniera perfetta il suo ambiente circostante e l’attrice...qualche secondo nel futuro, il trucco non riguarda eliminare la telecamera (sono ormai centinaia i film che riprendono uno specchio di fronte e il cameraman magicamente sparisce come se fosse etereo), ma replicare i riflessi dello specchio dal giusto angolo visivo in un momento temporale diverso; un piccolo suggerimento per il lettore: lo specchio non esiste (è digitale). Ottenere l’effetto consiste in due telecamere posizionate su due enormi CNC (Computer Numerical Control) macchinari in grado di effettuare movimenti in tutte le direzioni e in tutti gli angoli con perfezione millimetrica. L’attrice fa la sua performance in un unico sitting (green room), una telecamera principale racconta la storia normalmente (our point of view) mentre, dall’altro lato dello specchio, una seconda telecamera riprende esattamente la specularità dell’attrice, ma secondo il punto di vista del riflesso in cui dovrebbe essere nel momento in cui noi la guardiamo dalla telecamera principale: la traiettoria della telecamera speculare è in offset rispetto alla principale. Tutto questo è controllato direttamente da un software che calcola la posizione della cinepresa speculare in funzione della posizione della principale. Tutto chiaro? Certo vedere il prima il suggestivo corto aiuterebbe a capire i contenuti di questo articolo. Victor Perez, Supervisor Special Effect che è stato mio insegnante a The Animation Workshop Viborg (2017), resta in ogni caso maestro eccezionale del compositing e degli effetti speciali 3d, dimostrandolo ampiamente. (SP)

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Festival Effetti Visivi

Michelangelo Infinito Sky Arte

“Luce naturale. E’ giusto aggiungere la tecnologia che ogni giorno è in nostro possesso, per giocare e sperimentare, per creare la drammaturgia richiesta”. Vittorio Storaro

Membro Onorario dell’associazione AVFX effetti visivi e ospite d’onore al 1° Festival degli Effetti Visivi Casa del Cinema Roma il12 gennaio, il maestro della luce sottolinea così un punto cardine degli effetti visivi nel cinema, ovvero tutto quello può essere creato con l’ausilio della tecnologia digitale e di software, migliora l’arte dell’intrattenimentoe dell’immaginario. In questa prospettiva le maestranze del cinema saranno sostituite da quelle digitali, nuove professioni in grado di ricreare set, location, attori, characters, props, animazioni, luci; amalgama di media e motori grafici: tutto quello che costerebbe ore e costi di riprese, sostituito da ore di manipolazione digitale, green room, esperti di effetti speciali: VFX. Lo specialista che “ripara” mancanze di ripresa in post produzione, nel nuovo cinema digitale lavora dalla pre produzione, nel trattamento della sceneggiatura, interviene nello script, è a fianco del regista: nella nuova frontiera tecnologica avanzata , il 3D compositing, è il cinema del futuro. Lo stesso Fotografo di scena perde forza di fronte al setting nella green room dove l’attore performer recita, mentre ambienti, e scenari sono inseriti sucessivamente. Il supervisor Vfx è il nuovo interlocutore di capo area e maestranze per migliorare le scene. (DZ)

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Altre geometrie

Michelangelo Infinito Ricostruzione David

Michelangelo Infinito Ricostruzione Battaglia di Cascina

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Altre geometrie

Autorevole finzione

Michelangelo dai ponteggi dipinge Giudizio Universale ponteggio cartone Cristo Giudice

Le giornate di Michelangelo I NUMERI E LA TECNOLOGIA DEL FILM

Un unicum restituito alla storia dopo oltre 500 anni. Il film è un viaggio nella vita, nei

luoghi e nelle opere di Michelangelo. 6 luoghi storici, tra quelli che custodiscono le opere dell’artista (Firenze, Roma, Città del Vaticano, Milano), e quelli in cui sono state ambientate le scene di ricostruzione storica: le Cave di Marmo di Carrara e il Castello Odescalchi di Bracciano (oltre agli Studi di Cinecittà). 15 set, quasi 2 anni di lavoro, 8 mesi di pre-produzione, 2 mesi di riprese, 10 mesi di post produzione e 200 persone coinvolte, oltre 70 ore di girato. Nella sfida tecnologica sono stati coinvolti mezzi di ripresa e macchine dotate di sensori ultra sensibili, raffinati impianti illumino-tecnici, proiettori, tecnologie led e esposizioni multiple (HDR – High Dynamic Range) che consentono di ottenere un’esposizione ottimale per le riprese sia in interno che in esterno. I l grande valore aggiunto tecnologico del film è rappresentato dai visual effects, che hanno richiesto oltre 6 mesi di lavoro in postproduzione e 6 artisti specializzati, che hanno lavorato alla realizzazione degli effetti grafici su risoluzioni altissime di immagini spesso in scala 1:1 su file pesantissimi (oltre 100MG, 6 volte le normali risoluzioni in uso) e multilivello, uno per ogni elemento dell’immagine (luci, ombre, trasparenze…). Per un totale di 20 minuti di effetti visivi realizzati, 28.000 fotogrammi e oltre 3.000 ore di calcolo. Una metodologia, che ha consentito di raggiungere un risultato sorprendentemente realistico e con l’ultra definizione del 4K HDR, utilizzata sia per rendere più fluida e poetica la transizione dai limbi dei protagonisti alle opere d’arte, ma anche per le scene di ricostruzione storica, e che sarà apprezzabile in tutta la sua maestosità in particolare nel lungo piano sequenza tra i più spettacolari del film che ritrae Michelangelo, da solo nell’immenso spazio della Sistina, alle prese con gli affreschi della Volta e del Giudizio Universale. Il film compie un’impresa senza precedenti: ripercorrere i cambiamenti della decorazione pittorica della Cappella Sistina dal 1508, anno in cui il giovane Michelangelo viene incaricato da Papa Giulio II di sostituire la preesistente decorazione a cielo notturno a stelle di Pier Matteo D’Amelia della Volta, fino alla conclusione del Giudizio Universale nel 1541. Tra riprese all’interno della Cappella, immagini in altissima risoluzione, ricostruzioni storiche di scene di finzione ‘compositate’ con evoluti visual effects, il film ricostruisce per la prima volta, e con la massima correttezza filologica possibile, la realizzazione del lavoro michelangiolesco sugli affreschi della Volta e del Giudizio Universale della Cappella Sistina, seguendo la reale progressione delle “giornate” di lavoro dell’artista grazie a preziosi documenti messi a disposizione dai Musei Vaticani.

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aLaSka E.M.D.M

«In una riforma della scuola metterei l’obbligo di piccoli viaggi all’estero in posti sempre diversi »

«

Alaska

27 ore di volo e cinque scali per arrivare a Siattle al minor costo possibile. E poi l’avventura verso Fairbanks »

Il nulla e il mito

Il magic bus di into the wild

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Una famiglia perfetta, la colazione insieme, un obiettivo di felicità e limiti da superare poi la realtà, la famiglia non funziona e arriva la scossa della separazione. Edoardo Massimo Del Mastro travel blogger, tatuatore si racconta a Sit, da quel fallimento tante domande e la reazione. “Mettere a nudo i propri limiti anche pubblicamente e mettersi alla prova in viaggi di totale solitudine per riflettere sulle proprie capacità. Non tutti sanno reagire e se anche una sola persona, oltre me, riconquista serenità dai miei racconti è una vittoria anche per me”. “Ho pianto per tutto il viaggio in auto fino al castello di Neuschwanstein, icona Disney - dice Edo - prima di lasciare l’auto e iniziare a pedalare con la mountain bike, in totale libertà. Ho iniziato a visitare i luoghi che piacevano a lei. Era il 2014”

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Avventure ALASKA

ALASKA Fairbanks Edoardo Massimo Del Mastro. Il viaggio, il sacrificio, la felicità Travel blogger Avventure “Desideravo il contatto con la natura e il nulla. E fare il viaggio che piaceva a me. C’è un film Into the wild che è una pietra miliare delle avventure on the road di giovani inquieti che vogliono scavare nel profondo dei rapporti con la famiglia e la società, i contrasti tra la natura e la civiltà, il possesso e la materialità. Il protagonista parte a piedi, il film è tratto da una storia vera, dagli Stati Uniti per arrivare in Alaska”. “Sarei partito anche io per raggiungere quel magic bus abbandonato dai minatori con stufe e letti che il giovane all’avventura aveva fatto diventare la sua casa. Il bus del set è ancora là a 30 km da Fairbanks, nella neve, raggiungibile solo a piedi, ed è meta incessante di viaggiatori che vogliono toccare con mano l’esperienza estrema del viaggio a piedi, e sentirsi come Alexander Supertramp.” “La felicità è autentica solo se condivisa” e Edo doveva prima ritrovarla e s’incammina nel suo viaggio spirituale, nel nulla, nella tristezza del mare grigio e delle fabbriche di Anchorage, prima di spingersi ancora più a Nord, un paio di gradi al di sotto del Circolo polare sulle tracce della Stampede Trail. Tornerà una seconda volta in Alaska, come guida ad un amico, ma le condizioni climatiche impediranno la riuscita. Alaska, Islanda, Inghilterra Stonehenge, Irlanda, Nepal, Deserto di Namid , il deserto “più vecchio” del mondo, la voglia di viaggiare con ogni mezzo, in bici e a piedi, e in ogni emisfero è inarrestabile. Dal suo diario di viaggio, di “pensieri che rendono più di una foto”, pubblica “Il viaggio, il sacrificio, la felicità”- in cima alle classifiche di vendita Amazon - e riorganizza il suo lavoro come travel design e travel blogger instradando i viaggiatori in viaggi di gruppo, relax e/o trekking, che fanno il tutto esaurito. A Frascati dove vive con il figlio, gestisce una Factory con uffici multipli per neoaziende e il suo studio di tatuatore professionista. Tra un viaggio e l’altro.(dz)

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glacier punta arenas

OPERAZIONE AVVENTURA Viaggi tra le pagine Shot Photographer Simone Pezze’

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Altre Geometrie

aCQUa NINFEO DELLE ACQUE VILLA ALDOBRANDINI

IL TEATRO DELLE ACQUE Aldobrandini Fabio Camilli

"Si apre il sipario”

Zampilli, cascatelle, fontane e vasche d’acqua, acqua che che diventa gioco e che da vita a uno dei Teatri d’Acqua più importanti dei Castelli romani. Acqua proveniente dalla vicina zona della Molara, portata al ninfeo attraverso la creazione di un nuovo acquedotto, costato al tempo quasi più della villa stessa. Stiamo parlando del Ninfeo Aldobrandini del 1621 che rappresenta ancora oggi un capolavoro, non solo dal punto di vista architettonico, ma soprattutto idraulico, appartenente a Villa Aldobrandini a Frascati (Roma). Dopo il progetto di Giacomo della Porta, a portare a termine i lavori fu Carlo Maderno che, incaricato dal Cardinale Pietro Aldobrandini, diede vita, con Giovanni Fontana e Orazio Olivieri noto esperto di giochi d’acqua, ad un vero e proprio teatro in pietra in cui gli attori protagonisti erano le stesse statue, opere di Ippolito Buti e Jacques Sarrazin. Queste impersonavano l’importanza della famiglia Aldobrandini, grazie a metafore e analogie ispirate alla mitologia greca. Lo Spettacolo era rappresentato da getti d’acqua che uscivano dalle bocche delle statue e dagli innumerevoli decori del complesso scultoreo come stelle, fiori, delfini e persino giochi d’ acqua sulla scalinata della villa stessa, come da incisione di Alessandro Specchi del 1699 (Biblioteca del Senato): l’architetto che ha progettato la scalinata di Piazza di Spagna a Roma.

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Pianta Sala del Parnaso

A far gaudenti gli ospiti delle feste in villa erano soprattutto gli “scherzi”, con l’apertura improvvisa di una chiave di condotta che provocava schizzi, che investivano gli ospiti. Tutto accompagnato da magici suoni prodotti dagli strumenti musicali che alcune statue presenti nelle nicchie dell’emiciclo possiedono: Polifemo col pan (flauto), il Centauro con il corno, oggi purtroppo non più presente nella scultura; ciò concorreva allo stupore in pieno stile barocco alla cui alla base del pensiero progettuale c’era quello di creare meraviglia nello spettatore. Oggi dalle Colonne d’Ercole poste in cima, tra i lecci secolari, difficilmente esce acqua e spesso il grande Ninfeo è “spento”, ma dopo circa 400 anni, ancora riesce a stupire con la sua monumentalità.

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Prospetto Frontale dell Esedra

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Sala del Parnaso

L’Esedra del Ninfeo è incastonata da due ali laterali identiche all’esterno che ancora presentano all’interno bellezze d’arte senza tempo: la piccola cappella di San Sebastiano nell’ala sinistra e la Sala del Parnaso, completamente mosaicata e con affreschi del Domenichino, in quella di destra, ambiente dove anticamente vi era anche un organo alimentato ad acqua. Il Ninfeo è un luogo architettonico che vale la pena vedere almeno una volta, per lasciarsi trasportare dal suono dell’acqua che il complesso evoca ancora. Come per magia del tempo passato (F.Camilli)

Disegni elaborati durante il corso di Scienza della rappresentazione III, Prof. Arch. Mario Docci, Carlo Bianchini ed Emanuela Chiavoni. Studenti Fabio Camilli e Lucia Casavola A.A.2013

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Prospetto Frontale dell Esedra

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Altre Geometrie

“A” come Anna La figlia del Generale

Il racconto di Livia Frigiotti

La famiglia è il fondamento della vita di una persona. Questa era una regola non discutibile per il Generale Vittorio Malvasi, il padre di Anna. Per lui la realizzazione della famiglia, numerosa e vincente, era stato l’obiettivo principale a cui aveva dedicato le sue energie. Ma molto, certo, era stato anche merito di sua moglie Silvana, che lo aveva appoggiato in tutto, sempre. Vittorio e Silvana si erano conosciuti ancora adolescenti e si erano sposati nel 1975 nella splendida chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma, di fronte al Comando Generale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di cui presto avrebbe fatto parte. La sua carriera all’interno dell’Arma dei Carabinieri era in forte ascesa. Un uomo determinato con degli obiettivi prestabiliti da raggiungere. Un anno dopo il matrimonio, Vittorio e Silvana ebbero la loro prima grande gioia, la nascita del primogenito, il figlio maschio, il successore nel cognome della famiglia Malvasi. Il nome, Augusto, lo scelse Vittorio, il quale aveva sempre pensato che per i suoi figli i nomi dovessero essere tutti con la lettera “a”, la prima lettera dell’alfabeto, quella principale come il numero uno. Suo figlio sarebbe stato un uomo importante nella propria vita e tutto avrebbe concorso a questo obiettivo, dall’educazione, agli studi, alla carriera nell’arma. Vittorio decideva la sorte di suo figlio a tavolino, creandogli un percorso ben delineato, e Silvana non pensava certo di contraddirlo, anche se sapeva e sperava che i figli avrebbero seguito i propri desideri in libertà. Due anni dopo, Silvana diede alla luce un secondo maschio al quale fu dato il nome di Adriano. Nomi di imperatori romani, una cosa che rimarcava l’idea di Vittorio di avere dei figli primi in tutto, importanti. Poi arrivarono le due figlie femmine, toccò a Silvana poter scegliere i loro nomi con la lettera “a”, così furono Anna per la prima, come il nome di sua zia a cui era molto legata, e Artemisia, come la pittrice caravaggesca Artemisia Gentileschi che amava tanto, grazie agli insegnamenti di Vittorio. Per Vittorio le due figlie avrebbero potuto studiare, ma avrebbero dovuto soprattutto essere pronte a diventare due brave mogli e madri. Non aveva fatto i conti con il progresso, con gli anni a cui andavano incontro, dove tantissime cose sarebbero cambiate per tutti e le donne avrebbero avuto anche ruoli diversi nella società. I quattro fratelli furono educati con “disciplina e rigore”, dovevano essere all’altezza del nome dei Malvasi. Vittorio non fu un padre affettuoso, il suo era il ruolo dell’educatore rigido che doveva impartire regole ferree e precise, da seguire alla lettera. Silvana fu una madre amorevole e attenta ai bisogni dei propri figli, completamente dedita alla loro crescita e al loro benessere. Aveva sempre una parola di conforto, una carezza dolce di nascosto da Vittorio, che riteneva fossero sono smancerie utili a indebolire nello spirito i proprio figli. Il sorriso della loro madre, però, gli rendeva più facile accettare il comportamento rigido e anaffettivo del padre, per il quale esistevano solo i suoi obiettivi, il rispetto degli altri, il loro buon nome e i risultati eccellenti nella vita. Studiarono tutti e quattro e, nonostante i caratteri totalmente differenti, Silvana riuscì nell’intento di farli crescere uniti e senza gelosie o invidie: nessuno si doveva sentire da meno rispetto a un altro. Non seguirono però i desideri e i progetti del Generale (come lo chiamavano nelle loro confidenze). Avevano tutti più o meno la caparbietà del padre e la sensibilità della madre. Così, Adriano e Anna dopo il liceo scelsero gli studi in Legge, mentre Augusto scelse la facoltà di Ingegneria e Artemisia la facoltà di Medicina. Vittorio si oppose con tutte le sue forze a queste scelte, soprattutto a quelle delle figlie, che avrebbero potuto laurearsi in qualcosa di meno impegnativo, per poi occuparsi in futuro delle loro famiglie. Perse definitivamente la sua battaglia quando, qualche anno più avanti, Artemisia scelse di essere un medico per i più deboli in giro per il mondo con Medici Senza Frontiere e Anna scelse l’Arma insieme ad Adriano. Augusto fu in realtà la delusione più grande di Vittorio, non scelse di seguire i passi del padre, diventando invece un brillante ingegnere civile e funzionario della Protezione Civile per le sue capacità tecniche e organizzative.

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Fu la scelta di Anna quella che lo rese del tutto contrariato, non riusciva ad accettare l’apertura della carriera militare alle donne, cosa inconcepibile per la sua visione del mondo e altrettanto inconcepibile che fosse proprio una delle sue figlie a entrare nell’Arma. «Una donna non ha le stesse capacità di un uomo, una donna deve fare la moglie e la madre, occuparsi della casa e della famiglia nient’altro, dove pensano di arrivare, al comando?», le sue parole più dure. Era certo che sarebbe stato un fallimento per Anna e lui non poteva accettare che i suoi figli fallissero in qualcosa. Non teneva però conto di quanto Anna fosse così simile nel carattere proprio a lui, così testarda, caparbia e sicura da riuscire in ogni sua scelta. Adriano e Anna evitarono le ingerenze del padre per le loro destinazioni, non vollero assolutamente rimanere a Roma e neanche nei pressi della città. Adriano accettò senza pensare Torino, mentre Anna come prima destinazione fu inviata a Palermo. Vittorio e Silvana rimasero presto soli nella loro grande casa di piazza Navona, dove i quattro giovani tornavano ormai solo per le festività e qualche compleanno, seguendo le poche e uniche regole impartite dal padre, alle quali non potevano disobbedire. La famiglia, comunque, sempre prima di tutto e tutti.(L.F)

A N T E P R I M E

NOIR In Villa

MAURIZIO DE GIOVANNI

VUOTO

26 01 2019

L’Evento da non mancare

Danilo Villani L’anteprima Noir

Sala degli affreschi Villa Apollonj NOIR IN VILLA

Maurizio De Giovanni è una colonna portante del romanzo di genere italiano. Lo scrittore partenopeo appartiene a quella generazione di artisti che ha riempito il “vuoto” (citazione d’obbligo) creato dalla scomparsa o dall’inattività di personaggi come Scerbanenco, Veraldi, Fruttero & Lucentini, Olivieri. A partire dalla seconda metà degli anni ’90 del XX secolo, probabilmente per una irripetibile congiunzione astrale, irrompono scrittori del calibro di Carlotto, De Cataldo, Lucarelli ed anche, nonostante il gap anagrafico, Camilleri. De Giovanni, nonostante l’esordio “tardivo” nel 2005, si inserisce comodamente in questo gruppo ristretto e, grazie al magico contesto del caffè Gambrinus di Napoli, brilla di luce propria con un racconto ambientato nel capoluogo campano dove il protagonista, il commissario Ricciardi, inizia il suo percorso di icona leggendaria che lo vedrà figura imponente del panorama letterario del genere italiano. Dagli anni ’30 di Ricciardi alla contemporaneità di Lojacono e sodali, il passo è brevissimo e De Giovanni crea la saga dei Bastardi di Pizzofalcone arrivata al suo nono volume, “Vuoto (appunto) per i Bastardi di Pizzofalcone” che sarà protagonista, insieme al suo autore, dell’evento organizzato da Livia Frigiotti nel quadro della sesta edizione di Noir in Villa.

Col Patrocinio del Comune di Frascati, Assessorato alla Cultura e la partecipazione dell’Associazione culturale Ettore Apollonj

SIT

Noir In Villa Comune Di Frascati – Sala Degli Specchi 26.01.2018 ore 17:00

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SIT PAOLA GIANOTTI

Paola Gianotti ultracycler

Origini glaciali e il calore della performance sportiva. Dagli step predefiniti di una carriera nel mondo finanziario il cambiamento e la volata dalla gabbia, in bicicletta.

L’Ultra cycler Paola Gianotti anche quest’anno pre correrà il Giro d’Italia in solitaria e testimonial con la Campagna Sicurezza sulla strada. Paola Gianotti è la donna più veloce del mondo: l’ultra cycler ha infatti conquistato nel 2013 il guiness di velocità nella circumnavigazione del globo e sarà ospite frascatana il giorno precedente la IV tappa del Giro d’Italia 2019 - Frascati 14 maggio (15 maggio V tappa). Lei è di Ivrea, Torino Val D’Aosta, situata al centro di un anfiteatro morenico di origini glaciali con le formazioni più grandi del genere esistente in Europa (Serra d’Ivrea). Ghiacciai e laghi dunque, almeno cinque quelli che circondano Ivrea, e altri vari piccoli specchi d'acqua sparsi che si riconducono ai temi di questa uscita di SIT: A di Acqua e Avventure nel mondo.

Lo scorso 2018, come raccontato nel precedente SIT, la campionessa di ultraciclismo - gare su lunghe distanze - era partita con la giornalista sportiva Llona kamp toccando le stesse tappe del giro anticipate di un giorno rispetto il calendario della gara ufficiale e portando con loro, almeno virtualmente, Alfonsina Strada: la ciclista emiliana che aveva corso con Girardengo nel ’24, unica donna tra gli uomini. Un progetto di celebrazione e documentazione del ciclismo al femminile (“Alfonsina” Libro e fotoprogetto Llona kamp).

Qusta notizia mi ha spinto a contattarla per intervistarla e conoscere direttamente dalla sua testimonianza l’esperienza e i motivi del suo agonismo, le sue rivoluzioni. “La sfida con la bici, ai limiti del possibile, è il valore che mi ha permesso – spiega – di ripartire dal fallimento della mia impresa, di chiarirmi le idee e cambiare radicalmente”. Tutto ideato in acqua, come racconta, durante un’esercitazione in kayak con una amica alla quale confida il suo progetto, sfidare in solitaria percorrenze di oltre 220 km al giorno: dalle dodici alle 16 ore di pedalata, a 20 km orari, per circumnavigare il mondo. Le regole del Guiness contemplano un percorso in autonomia logistica, un unico verso in direzione Est, toccare due antipodi, Lima e Bangkok con un Team di supporto tecnico. Avventure in bicicletta, lente immersioni nei paesaggi per record di velocità mondiali: un paradosso che è la migliore metafora di efficace e consapevole veloce lentezza, contro una velocità contemporanea che annulla spesso dettagli e relazioni importanti.

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Sognando l’infinito.

Paola Gianotti Ultra Cycler

“A”

Paola poco più che trentenne, parte in un giro del mondo con la sua Cinelli, un’unica bici con telaio in acciaio e tante ambizioni sportive e sociali. Trova il modo di realizzare se stessa in una prova estrema e batte il record di velocità: 30mila km in 152 giorni. Nonostante a metà del giro subisce un incidente in Arizona nei pressi di Phoenix con la rottura della 5a vertebra cervicale, prosegue, recupera e conquista il primato, confermando la grinta e la volontà di cui si era dotata per voler “rincorrere il tempo”. Una prova che considera non solo performance fisica, di un Dna da viaggiatrice sportiva, ma anche di una ricerca di abilità e di ulteriori scoperte, come la scrittura. Pubblica nel 2015 “Sognando l’infinito”per Mondadori.

SIT PAOLA GIANOTTI

Quando torna a Ivrea non riesce ad immaginare un luogo diverso come la sua casa, ma la fuga è stata necessaria - dice Paola - per realizzare e condurre la propria vita proprio come la voleva; dalla passione per lo sport in kayak, di arrampicata (scalava montagne) l’intuizione, anzi, come la definisce lei stessa, visione e illuminazione, far emergere la sua parte sognatrice più aderente alla sua idea di lavoro, da professionista sportiva. E di curare il brand di se stessa. Batte altri due record. 48 stati Usa attraversati in 43 giorni con un campagna solidale per l’acquisto di 100 biciclette da destinare a 100 donne in Uganda per migliorare la qualità di vita ,basti pensare ai rifornimenti di acqua notoriamente fatti a piedi per km nella savana; l’attraversamento del Giappone: 3000 km in 9 giorni, esperienza che considera fuori del tempo per la bellezza del viaggio. Conclude RED BULL TRANSIBERIAN EXTREME nel 2015 e BIKE THE NOBEL 2016 2.000km di pedalata per un nobile motivo. Paola Gianotti è anche una Speaker Motivazionale e Coaching, propone le sue avventure per il mondo attraverso racconti emozionali, video e foto delle sue sfide. Come Testimonial: può portare il tuo logo nel mondo (Contatti e info sul Sito Keep Brave). Con la prossima pedalata - IL GIRO DI PAOLA - un giorno avanti il Giro d’Italia 2019, la sua velocità toccherà anche Frascati, anticipando l’arrivo di Campioni di ciclismo da tutto il mondo.

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(Daniela Zannetti)

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A N T E P R I M E

A N T E P R I M E

Campioni in Arrivo e ripartenza

IL CICLISMO è : 100 alla partenza , all’arrivo 100 ciclisti e 100 storie da raccontare

Il giro 2019 e il gotha del ciclismo. Si presenteranno all’arrivo della IV tappa Orbetello Frascati - 228 km- grandi calibri del ciclismo, Campioni di Giro e del Mondo; “toccheranno alcune località simbolo della Maremma come Manciano e Pitigliano, per poi attraversare la Tuscia e la campagna romana fino al finale veloce, ma in leggera salita di Frascati”(giroditalia. it). Stefano M. un appassionato di ciclismo ci racconta dell’eccezionalità della competizione prossima perchè più campioni correranno la gara: lo slovacco Peter Sagan, tre volte consecutive Campione del mondo, dal 2015 al 2017; l’italiano Vincenzo Nibali lo “Squalo dello stretto”, scalatore e campione del giro d’Italia 2016(e 2013); professionisti come lo spagnolo Alejandro Valverde “El imbatido”, scalatore grimpeur, medaglia d’argento nella Gara in linea maschile Elite che si disputa durante i campionati del mondo di ciclismo su strada; il velocista, ciclista su strada e pistard, l’italiano Elia Viviani. Il colombiano Nairo Quintana, scalatore puro, soprannominato “Condor e Nairoman”, che conquista la Maglia rosa del Giro d'Italia nel 2014 e la Maglia rossa a Vuelta a España, nel 2016. L’olandese Tom Dumoulin (“Belli capelli”), Maglia rosa del 2017, passista - scalatore e cronoman. Il keniota naturalizzato britannico Chris Froome, passista-scalatore e cronoman, campione nel 2018 della gara a tappe italiana passa invece il testimone allo scalatore colombiano Egan Bernal, che affronterà la Corsa Rosa da capitano di Team Sky. Sul circuito di Frascati si svolsero già i Mondiali di ciclismo del ’55 vinti dal ciclista e pistard belga Stan Ockers. Tra i due arrivi di volata di Orbetello e Terracina, la quarta tappa di Frascati è di bassa difficoltà e frazione nervosa adatta alle fughe (Tor Vergata- Vermicino). La ripartenza del 15 Maggio, V tappa per Terracina -140 km - a parte qualche salita significativa attraversa interamente la pianura pontina, (Latina, Sezze, Terracina). I ciclisti potrebbero avere energie da spendere sul territorio per incontrare gli appassionati di ciclismo e cittadini. Motivo e occasione per l’Amministrazione frascatana di organizzare sul territorio eventi dedicati alla passione del ciclismo e di visibilità stessa della cittadina. Tra le altre notizie Sagan è autore del Libro “My Word” (ed. Mondadori) e promotore di Accademie per giovani ciclisti, e con gli altri professionisti, personalità che molto hanno 0 raccontare sulla loro vita personale, alla scoperta dell’uomo e dei suoi sogni.(DZ)

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TITOLI DI CODA ANIMELLE

Chef ‘Na Fojetta Delizie del Palato

Le Animelle sono le ghiandole Timo e Tiroide di diverse specie di animali commestibili quali vitello, abbacchio e maiale sebbene queste ultime siano piccole e di difficile recupero nella macellazione. Le animelle più sviluppate, e vale per per riconoscerle, sono rotonde nel timo, e allungate nella tiroide con sezioni frastagliate. Ricche di grassi ma note come Delizie del Palato per la loro consistenza delicata e morbida, era uso tra i pastori mangiarle crude e calde. Le animelle fanno parte del cosiddetto quinto quarto e sono molto apprezzate soprattutto nel Lazio. Nella ricetta più diffusa sono fritte dorate, nel menu del fritto romano. Grigliate o arroste in padella, ripassate con vino e salvia e in Strudel. di abbacchio. Lo Strudel di Abbacchio nella ricetta de ‘Na fojetta ricalca l’antico piatto turco rivisitato nelle colonie pugliesi della Magna grecia.

Preparazione Sistemare le animelle con le carni di abbacchio tese nella retina da carne, speziare e condire con mele renette a tocchetti. Arrotolare e legare all’esterno con budellini o pajatine, cuocere al forno. La corona di budellini è particolarmente gradita per la crosticina croccante che si forma durante la cottura; le carni al centro restano insaporite dalle spezie e dalle mele, esaltate dalle morbide animelle in un mix di delicate consistenze. Nel bicchiere Un calice di bianco, Frascati Carlo Camilli Chef

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‘Na FOJETTA RISTORANTE Frascati VIA RISORGIMENTO 4

Pianta del Parnaso di F. Camilli Arte Grafica DZ ‘NA FOJETTA Frascati I prossimi appuntamenti del Gusto

sitnewsfeel@gmail.com


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