SIT
SIT N.Zero Lo zero stavolta
Elle=p=V
IL CASO LALLA LA DONNA CON LA PIPA
ero
VII 2019
TEMPIO DELL’ARTE
L’arte sognata L’arte vissuta Laura Marcucci caMbeLLotti Daniela Zannetti
Shot tra le pagine
Photographer DZ
La velocità e la tempestività o l’efficienza
N
Barbara Augenti
LIbAGIONI
LA NUOVA SIT rUbrICA
La Sommelier Sandro Fracasso
LisciaEbussa Lillo & Greg
LA VELOCITA' NEI FUMETTI IL prIMO COMpUTEr FUMETTO dELLA STOrIA GMM E SNAkE AGENT
Altre geometrie
RECORDWOMAN “il giro di paola”
ELLe=p=V
Titoli di Coda 13 maggio
di DANIELA ZANNETTI
La crusca la pipa e la velocità #escilo #no Il linguaggio parlato e dei social
La Ricetta ‘Na Fojetta LA VIGNAROLA
ANTEPRIME
Velocitàeconcretezza nella lingua diáthesis di Francesca Colaluca
RICERCA“I VINI” La divulgazione di Sandro Fracasso II parte
La Carriola IV
di Daniela Zannetti
ELLe
SIT N.ZErO LO ZErO STAVOLTA SITNEwSFEEL@GMAIL.COM TUTTI I dIrITTI rISErVATI © 2019
Libri Le Guide Territoriali PASQUA l’ISOLA SHOT DAL MONDO SP IPOGEO DELLE GHIRLANDE
Orchidee dal Mondo STORIA DI UNO SCAVO FRASCATI
Velocità o Efficienza ? La velocità non salverà il mondo
La tempestività, al contrario, imprescindibile
di Barbara Augenti - SIlk Road 2000-2015 Ph Paolo Romani
“Sulla strada per l’eccellenza non esistono i limiti di velocità”David J. Johnson
L’arte futurista ce lo aveva insegnato, mostrandoci tutte le forme di uno spaziotempo alterato: Le parole vengono svincolate senza più argini, c’è una totale distruzione d’ogni quadratura ed abbiamo una piena immersione tra soggettooggetto-contesto. “I chilometri e le ore non sono uguali ma variano, per l’uomo veloce, di lunghezza e durata”, affermava l’ideologia vitalista - e proiettata tutta verso l’elogio alla folle velocità - di Marinetti. Ma il punto è: davvero va tanto glorificata questa dea che, fluidamente mercuriale, incessantemente procede senza mai piegarsi in una tregua che possa avere il profumo del ricordo o il gusto dell’attesa? Ed ancora, siamo convinti di saperla collocare in un posto preciso? La velocità si trova nel tragitto o nell’arrivo di questo nostro viaggio? Forse la prima cosa da fare, però, è quella di definire in che cosa si distinguano lo scatto che ci fa iniziare il percorso e la modalità con cui lo affrontiamo. Si utilizzano, infatti, un po’ troppo velocemente ed in modo interscambiabile i concetti di velocità e di rapidità, ma ad osservarli senza troppa fretta, possiamo accorgerci che non sono esattamene la stessa cosa. Se la prima è un concetto perlopiù fisico che ci mostra il rapporto tra la lo spazio (di una distanza percorsa) ed il tempo (necessario a colmarla), la seconda, invece, è accomunata ai concetti di reazione e impulso. La rapidità è legata alla prontezza, e quindi all’agilità; ma per inevitabile conseguenza ci riconduce anche all’intelligenza, dal momento che esprime la capacità di risposta ad uno stimolo – anche mentale ed emotivo, e sicuramente non soltanto fisico – nel minor tempo possibile. In aggiunta a questo, implica poi una dose di accortezza, con un’adeguata consapevolezza e una totale attenzione, perché chi è rapido sa a che cosa deve mirare, ed ha ben chiaro in mente dove ha deciso di arrivare. La rapidità, dunque, evoca destrezza; mentre la velocità, dal canto suo, non sempre e non necessariamente equivale ad efficacia (segue pag.9) SIT N.Zero (VII)
di Daniela Zannetti Hanno collaborato Barbara Augenti, Francesca Colaluca, Sandro Fracasso, Credits Photo Simone Pezzè, Paolo Romani,
sitnewsfeel@gmail.com Tutti i diritti riservati © 2019
SOMMARIO Lo zero stavolta
ELLe=p=v ELLE 2019 VII
IL CASO LALLA come Laura come pipa, come velocità
In questo speciale, col CASO LALLA l’artista Laura Marcucci Cambellotti, non ho volutamente inserito foto delle opere ma principalmente scatti del Vernissage “L’arte vissuta L’arte sognata”, quindi dal mio occhio fotografico di osservatrice e con le immagini dal riflesso degli specchi dei mobili esposti come rimando al pubblico presente, perchè credo che la diversità delle opere e delle tecniche e le emozioni percepite facciano propendere ogni spettatore per lo stilema preferito, vista l’ecelecitticità dell’autrice. Anche se SIT è davvero onorato di ospitare la centenaria artista nelle proprie pagine, sarebbe imbarazzante sceglierne solo alcune e d’altro canto non c’è motivo di ripetere un catalogo d’arte. Lo storytelling Lalla dà modo di leggere di Lalla, e le opere, spero, possiate averle viste tutte, tutti, dal vero. Quanto al gioco di lettere organizzato di conseguenza negli argomenti principali Lo Zero Stavolta e in Altre geometrie è “p” di pipa e “v”di velocità. C’è di fondo, l’immagine di Lalla con la pipa che ha sollevato il ricordo della pipa non pipa - ceci n’est pas une pipe- più famosa del mondo dell’arte, quella di Magritte nel gioco dell’oggetto rappresentato che non può essere l’oggetto stesso. In questa disposizione, in cui tutte le cose sono ordinate attorno ad una unica cosa, interviene Francesca Colaluca con “Velocità e concretezza nella lingua (diáthesis)” pag 10, che ci racconta come un verbo inizialmente solo intransitivo possa divenire anche transitivo, spinto alla velocità e alla concretezza - ed un uso regionale colloquiale che possiamo accettare in certi contesti - a partire proprio dal famoso enigma di Magritte. Barbara Augenti, a seguire pag 11, con “La pipa perchè”: perchè questa regina dell’appagamento sensoriale viene fumata vieppiù da donne con temperamenti agili ed impudentemente fuori dalla regola come le letterate Amantine Dupin, Virginia Woolf o appunto la nostra Lalla.
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LIBAGIONI , la nuova rubrica di spazio creativo tra sacro e profano da dove tenteremo di lanciare dei contest di scrittura, immagini e graphic novel, è inaugurata da una vignetta fotografica con Greg e contiene, a proposito di velocità e linguaggi, un excursus sul primo fumetto al computer GMM, le sperimentazioni di Stefano Tamburini con Snake Agent e il “thrilling” teatrale di Sandro Fracasso, La Sommeliera e a seguire i Vitigni greci. Shot tra le pagine dell’Isola di Pasqua. La volata finale con le Anteprime,“La Carriola” alla IV puntata, e la ricetta dei Titoli di Coda: La Vignarola di Carlo Camilli. Buona lettura. (DZ)
SpErLONGA, 1977 tempera su inSeconda VELOCITà O EFFICIENZA (Barbara Augenti) PH inCopertina
tavola Laura Marcucci Cambellotti.
4-8 SIT_ELLE IL CASO LALLA La
Paolo Romani PAG
donna con la pipa (Daniela Zannetti)
“LALLA” L’ArTE SOGNATA L’ArTE VISSUTA Shot tra le pagine ph.dz & credits Mostra
2e9 VELOCITà O EFFICIENZA
Scuderie Aldobrandini
PAG
(Barbara
PAG23 TITOLI dI COdA LA VIGNArOLA ANNUNCIA LA prIMAVErA (Carlo Camilli Chef
Augenti)
‘Na Fojetta)
A L T R E
G E O M E T R I E
10 VELOCITà E CONCrETEZZA NELLA LINGUA - diáthesis (Francesca Colaluca) LA CrUSCA LA pIpA E LA VELOCITà #ESCILO #NO (DZ) PAG 11 LA pIpA pErCHè (Barbara Augenti) PAG16-17 ISOLA dI pASQUA “Shot tra le PAG
pagine”Ph Simone Pezzé
PAG (DZ) PAG
18 “p”dISOGNOdIpIETrE LaCarriolaIV 22 “I VITIGNI GrECI” 2A pArTE La
Libagioni
divulgazione di Sandro Fracasso
SpAZIO
CrEATIVO
pAG 12-13-14-15
greg.snake agent.giovanottiMeccanici Mondani.thriLLing.taMburini.catteLan
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A N T E P R I M E
19-20-21
Libri Le Guide Territoriali Cavour Libri. Livia Frigiotti con Marco Bonini .
L’Evento L’IpOGEO dELLE GHIrLANdE STOrIA dI UNO SCAVO FrASCATI.
Orchidee dal Mondo
Mostra Frascati in Rosa IL GIrO dI pAOLA. NEwS &prOSSIME USCITE
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L’arte sognata L’arte vissuta
Il Caso LALLA
SIT_Elle IL CASO LALLA
LAUrA MArCUCCI CAMbELLOTTI
L’arte sognata L’arte vissuta La mostra vista da uno degli oggetti di design di Alessandro Marcucci, padre di "Lalla", educatore con Duilio Cambellotti nelle scuole capanne dei guitti dell'agro pontino. Ideò anche una lavagna ambulante e un carro scuola e mobili su misura per piccoli alunni.
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Lo Zero stavolta
Il Caso LALLA
L’arte sognata L’arte vissuta
Lalla La donna con la pipa Donna Laura
ODE a LALLA
Laura Marcucci Cambellotti Itinerario culturale con Duilio Cambellotti, Giacomo Balla e Alessandro Marcucci marzo 2019- Scuderie Aldobrandini Frascati di Daniela Zannetti
Il crescendo di visitatori e interesse da parte del pubblico, operatori della comunicazione e media, Rai Arte, di Davide Sassolivice presidente del Parlamento Europeo, enti e istituzioni d’arte (Segretario Generale del MAXXI di Roma Pietro Barrera), di artisti (special guest al vernissage l'artista frascatano di adozione milanese Giulio Crisanti cui è stata dedicata una significativa antologica a Frascati nel 2011 e suo nipote Tiziano) e il continuo flusso di Associazioni non solo laziali, e studenti, conferma il valore di questa mostra che incita al recupero dell’espressione artistica, al destreggiarsi in Arte, nel quotidiano, per questo secolo e altri 106 anni. Come l’età di Lalla. Come lei. Si può. Arte è nelle scelta degli oggetti della casa. Arte è la scelta dei colori per far si che non siano "sordi". L’oggettivo incremento numerico di pubblico e la positività dei giudizi che i visitatori hanno voluto lasciare nel libro per gli ospiti e sui social, sono segnali che premiano una mostra che, per molti versi, è corretto definire come coraggiosa perchè abbatte il secolare muro che, a partire dal Rinascimento, contrappone le cosiddette arti maggiori a quelle minori. Una mostra che va senz’altro osservata da vicino perchè ri-costruisce un tempio dell’arte; da lontano le opere in sala - circa 60 tra ritratti e autoritratti, paesaggi, nature morte, su tela, carta o legno, disegni a matita, penna e china, incisioni, arazzi ad ago, ceramiche, gioielli perchè i lavori prendono forma dettagli che in prossimità sono irrilevabili, lievi macchiaiole; con ogni luce del giorno, per le pennellate di lana cangiante sugli arazzi e ogni tempo con lo spazio che si dilata attraverso i ritratti di famiglia, e i luoghi vissuti. Tempio perchè si respira lo sguardo di Lalla, perso e beato nella visione di un tempo altro, dedito a suggestione e fabbrica di opere. In ogni oggetto, in ogni punto, un pensiero. (E noi siamo con Lei nel Tempio). Tempo diverso perchè favola a raccontarla: “si potevano ritrarre i nudi maschili all’accademia e arrivavano genti” da tutto il mondo. Tempo perchè Lalla lo scavalca senza andarsene mai, perchè ogni generazione possa vibrare di ciò: “dividendo il pane”. Tempo diverso e migliore, perchè impossibilitato ad essere egoista: “ non si poteva portare alla bocca un pezzo di pane senza dividerlo”. Il tempo migliore la guerra per cui. (Vicino a noi, in ogni madre e ogni figlia col ventre che danza). Spazio, perchè l’Autrice lo ricrea in modi che l’osservatore ne sia rapito, quasi casualmente. “Oltre la luce c’è tanto spazio - scrive uno spettatore – sembra un Fattori”.
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L’arte sognata L’arte vissuta
Il Caso LALLA
dove vanno Le Metà dei Mesi, dove i Mesi stessi uniti aLL'anno? dove Le stagioni? coMe non ristà iL vento, non riposa Lo spirito ( “Ardore” Roberto Calasso)
Quest’ARTE VISSUTA Daniela Zannetti
Non si può restare sordi a questa chiamata dell’Assessore alla Cultura di Frascati Emanuela Bruni che mette a segno la retrospettiva dedicata al talento di Laura Marcucci Cambellotti. L’evento patrocinato dai comuni di Frascati e Lanuvio, la partecipazione del Comune di Rocca Priora, e sostenuta dall’Archivio dell’Opera di Laura Marcucci, è curata da Vincenzo Scozzarella con il gallerista Claudio Tosti (Galleria Theodora) coordinatore, con la collaborazione del Centro Studi Cambellotti. Il percorso tenta di ricostruire, contestualmente con la famiglia Cambellotti stessa, il vasto repertorio di opere della poliedrica eclettica artista ancora vivente, molte disseminate e ritrovate in improbabili contenitori: come la scatole del Lazzaroni dove sono state recuperate le collane di scena film Cleopatra del 1963 (Liz Taylor e Richard Burton) disegnate da Laura stessa e realizzate da un maestro orafo di Roma; e in disparati luoghi. “Lei ha collaborato anche per Ben Hur (costumi) ma per ora abbiamo trovato solo poche tracce - spiega Claudio Tosti - il discorso opere di Lalla è ampio e complesso, ho addirittura traccia, in approfondimento, di piastrelle decorate da Laura nella chiesa dell’Annunciazione a Gerusalemme”. L’evento che si conclude il 31 marzo, sposta e comunica un pensiero di arte e di vita, che annulla la velocità con cui oggi perdiamo manualità o attenzione al mondo creativo, e decisamente non subordinato ad un ritorno d’immagine. Il caso Lalla è un vero Caso da indagare, è anche meraviglia, e gli organizzatori, con i discendenti, sino alle pronipoti di Laura, hanno ricreato alle Scuderie Aldobrandini, quest’arte vissuta e il suo Tempio.
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LaLLa Figlia di Alessandro Marcucci, artista educatore legato all’impresa di alfabetizzazione dell’agro romano, sposerà Adriano Cambellotti, il primogenito di Duilio Cambellotti, uno dei massimi esponenti dell’Art Nouveau italiana. Cresciuta oltremodo nello studio di Giacomo Balla, protagonista del futurismo italiano, in virtù del matrimonio dell’artista con Elisa Marcucci, sua zia paterna, imparerà e sperimenterà le sue arti, in un ambiente familiare che è un crocevia di strade artistiche tra Realismo magico, energia del tardo Futurismo e lirismo dell’Astrazione.
QuaLcosa di più che un'esposizione "arte sognata arte vissuta"
..ogni superficie che toccava Lalla era oggettivare l'arte nel quotidiano
Qualcosa di più. L’omaggio a Laura Marcucci Cambellotti è un esempio di arte e vita, uno scartabellare la storia con le suggestioni della cultura, dell'arte, del design, dei sodalizi sociali dei primi del novecento, in un’Italia da costruire e istruire. Querce. La classe dei primi del novecento che arriva sin qui e si propone è rara, è di ferro, e non solo resistente nonostante la ruggine del tempo. E’ forma che si porta dietro ogni corrente di pensiero, di filosofia e storia; di arti. Di attitudine al fare, tra tormenti, difficoltà e felicità di un tempo nelle more dei due conflitti mondiali, volontà connaturata di sopravvivenza, seria asperità di linguaggio coronata da una risata di conferma e invito al comprendere un bagaglio che è del sapere e soprattutto del fare, dagli albori della conoscenza moderna. I modi semplici e tuttavia profondi di Lalla, permeati di arte senza alcuna saccenza accademica, inequivocabilmente emergono dal narrato del Film Documentario, proiettato anche all’Auditorium delle Scuderie e ripercorre un tratto di storia dell’artista intenta a raccontare i suoi pensieri di donna emancipata nell’arte - “rientrando a casa, non pensavo per primo alle necessità della casa e della famiglia (eppure la figlia e la sorella erano sempre nei suoi ritratti), correvo a vedere se l’ultima opera continuava a piacermi- dice”. Se trasmettesse ancora il motivo per cui l’aveva creata: il pensiero di una dimensione altrove, una mistica dei luoghi che l’arte racconta e ricerca.
Lalla, in qualche modo, porta con se una mappa del nostro territorio: dal Tuscolo, dove i sodali Marcucci, Cambellotti e Balla piantavano un albero ogni anno in dono alla natura (sapere dove sono e renderli, se esistessero ancora, un piccolo patrimonio titolato all'arte o non fossero un’intenzione fantastica, una suggestione che giustappunto un mito come quell’area archeologica riesca a far prendere corpo , n.d.r), alla prima scuola realizzata a Colle di Fuori - Rocca Priora “La Scuola dei Contadini” la scuola ai capannari cui tanti personaggi famosi concorsero in vario modo : Angelo Celli, scienziato di fama mondiale che fece approvare Leggi per la cura e prevenzione della Malaria che imperversava nell’Agro Romano; la scrittrice Sibilla Aleramo e, appunto, Alessandro Marcucci e Duilio Cambellotti assieme all’Ente Scuole per i Contadini dell’Agro Romano, con un Comitato di contadini colleforari che “offrirono, oltre alla maestranza, la notevole somma a quel tempo di lire 10 a famiglia”. E quanto è lontano da noi il pensiero che nei primi del 900, guitti, gente bisognosa, abitassero capanne. Infine Lanuvio, dove risiede nella sua casa di campagna da moltissimi anni, e Sperlonga, meta estiva della famiglia nonchè destinazione molto amata da artisti e poeti del tempo.
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Il focolare D.Cambellotti
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Ilcatalogo
L'importanza di un'ulteriore traccia
Il catalogo"L'arte sognata l'arte vissuta"
Fotografie Archivio dell'Opera di Laura Marcucci Cambellotti LMC. Centro Studi Duilio Cambellotti. Museum Grand Tour
Lo Zero stavolta «Il mancato futurismo in Lalla»
L’artista "totale" secondo i canoni del movimento futurista
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Laura Marcucci Cambellottiha operato dalla fine degli anni Venti, e sino al 2012 quando ha realizzato il suo ultimo arazzo tessuto ad ago. La produzione di Lalla spazia dalle Nature morte ai Paesaggi della Campagna romana, dai Ritratti di amici, familiari ai numerosi Autoritratti: “luogo d’introspezione, strumento di auto-conoscenza e consapevolezza della propria identità” scrive il curatore della mostra Vincenzo Scozzarella. Celebre l’autoritratto ad olio dei primi anni Cinquanta, divenuto il visual della manifestazione. Lei alla finestra in quieta intimità, col fazzoletto contadino, come nella posa con la pipa, nello scenario immobile, immersa in una magica sospensione e in armonia, una contemplazione mistica ricorre nello sguardo come nell’opera Francina (1939), dedicata alla sorella nella mistica dell'attesa. La cornice naturale dell'ingresso, la venuta(foto in basso). Nel volumetto di 80 pp. dopo la dedica del catalogo alla figlia Tippi, significativa l’introduzione sulla retrospettiva del sindaco Roberto Mastrosanti con la map road della presenza dell’artista sul territorio. Considerevole l’intervento dell’Assessore alla Cultura Emanuela Bruni, giornalista ed esperta di storia dell’Arte, che individua il genio di Lalla nella costruzione quotidiana, naturale, certa e consapevole, delle capacità in un tenace lavoro che segue l’evoluzione della società. “Un interesse semplice e magico, determinato, che prelude al percorso di tante donne che oggi fanno dell’arte il proprio essere nella società”.
Il binomio tra arte e vita nel periodo dell’iper veloce futurismosi rintraccia nelle arti decorative, nella scenografia, nella fotografia, nel cinema, nella danza, nella letteratura, nel teatro, nel giornalismo; nelle arti applicate cui l’altra metà del cielo - incluse danzatrici, aviatrici - ha contribuito con interessanti figure femminili dedite all’arte, spesso sconosciute e poco studiate. Si potrebbero citare Rosita Lojacono, Benedetta Cappa moglie di Marinetti, Fillia, Leandra Cominazzini Angelucci, Giannina Censi che danzò il futurismo, Luce Balla con Elica figlie di Giacomo Balla, Gigia Corona, Regina Cassolo Bracchi approdata in seguito all’arte concreta di Munari. “Se le futuriste sono emerse col desiderio comune di affermare una “femminilità nuova”, lontana dall’idea ottocentesca di sentimentalismo e di fragilità tanto cara all’immaginario maschile” (Rita Gatti, Raffaella Resch), e reagendo in parallelo alle stesse note antifemminili del manifesto di Marinetti, che le punta pusillanimi incapaci di rischiare e morire per un’idea, la laboriosa pacatezza di Lalla e l’applicazione “futurista” ad ogni settore dell’arte, manca di quella reazione vivace alla guerra come di un'esplosione liberatrice di energia, preconizzata come emancipazione femminile dal Manifesto della donna futurista di Valentine de Saint-Point 1912. La donna con la Pipa, nonostante le frequentazioni di Balla esponente di spicco del Futurismo, riesce a mancare questa rivoluzione. I tempi della guerra erano “belli” di energia ma perchè non si era egoisti, “non si poteva portare un pezzo di pane alla bocca senza averlo prima diviso con gli altri”. Lo spirito del padre Alessandro Marcucci pedagogista dei capannari, l’unione in matrimonio con Adriano Cambellotti primogenito di Duilio Cambellotti l’artista - artigiano per eccellenza, formano Lalla, emancipata creativa, forse isolata dai movimenti, ma come donna, autonoma persona pensante. (dz)
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“Elle”=v
elocità
MALE D’ARTE Cartella clinica Anamnesi d'arte (2018)
AION
LUOGO NON LUOGO O LUOGO dELL’ArTE
L’eterno presente Nella cosmologia greca, nello specifico, il tempo veniva propriamente identificato in due modi distinti: era Χρόνος TEMPO nel rappresentare il susseguirsi degli eventi, ma si chiamava Aιών AION quando lo si considerava nell’aspetto percettivo sperimentato intimamente da ogni soggetto. E proprio quest’ultima personificazione dell'istante senza spessore e senza estensione (tra passato e futuro - J.Deleuze n.d.r), diventava (e diventa) lo spazio in cui l’arte, l’amore e tutti gli altri demoni trovavano (e continuano a trovare) un luogo nel quale poter prendere vita, in un eterno presente. Un luogo dove velocità e lentezza non hanno più nessun significato perché la coscienza, semplicemente, non è chiamata a quantificare nessuna tra le esperienze ininterrottamente vissute. Lo "scatto" che ci rende quel che siamo agli occhi dell'eternità.
C’è sempre una logica di tempistiche che ci accompagna ad ogni nostro passo in questa vita, soprattutto quando posiamo gli occhi su una circostanza ed un particolare da soppesare. Pertanto, che siano persone o situazioni quelle che ci proponiamo di considerare, e che si parli di vie di fuga come di sbocchi carichi di opportunità, la velocità non sempre può esserci d'aiuto. Perché, alla fine dei conti, con l’alto rischio di apparire frettolosamente scombinata, ci restituisce una minacciosa evidenza di risultati sempre più sommari e disorganici. Ergo: Spiacente (ma neanche troppo) di dover deludere i più affezionati propugnatori del Fast & Furious, degli studiosi approssimativi e delle autocelebrative madri in carriera e multitasking; ma la velocità non salverà il mondo. E laddove questa grandezza vettoriale che sembra essere la più ambita fra tutti gli imperativi moderni – ci illude promettendoci risparmi in termini di guadagni, ci prospetta maggiori possibilità per impiegare degnamente gli spazi bianchi tra le fitte righe delle nostre Organizers e ci convince di essere molto più produttivi, molto sul pezzo, molto pronti e acuti, e sempre più cool - in realtà resta solo una semplice funzione della rapidità, della resistenza e della coordinazione. La tempestività, al contrario, diventa imprescindibile. Ed è a lei che alludiamo quando pensiamo all’efficienza, è lei che in definitiva ci occorre davvero per soppesare ed esprimere valutazioni, perché la sua è letteralmente una prontezza che ci cambia la vita. E se la velocità, in fondo, si può anche acquisire con buona volontà e con l’esercizio, la rapidità – in quanto legata imprescindibilmente al nostro sistema nervoso – è invece solo parzialmente incrementabile, restando una sorta di privilegio del nostro patrimonio generico. Veloci, in sostanza, si può diventare; ma rapidi si nasce. E forse, considerata in questo modo, la prontezza diventa la sola categoria di cui doverci realmente preoccupare. Oggi come sempre. All’inizio, infatti, l’uomo considerava il tempo esclusivamente in relazione al fluire delle percezioni e lo valutava unicamente rispetto alla consapevolezza di trovarsi o meno nel momento adatto – quello più propizio per agire o per astenersi, per parlare o tacere, per amare o per combattere – ed era quello l’unico momento esistente, il solo e vero tempo da evidenziare. Soltanto successivamente, poi, si è optato per la creazione di una ordinata cadenza universale che potesse raccontare a tutti gli uomini quando il presente diventava passato, lasciando ogni suo spazio al futuro. Pertanto, rallegriamoci, perché le chiavi di questo processo sono unicamente nelle nostre mani: soltanto quando la consapevolezza sopraggiungerà insieme alla parte più burocrate del tempo, l’eterno diventerà istantaneamente calcolo ed assumerà la forma quantificabile dei minuti, delle ore e dei giorni. E solo in quell'istante, anche la lentezza farà la sua comparsa; mentre la velocità, prima del tutto inutile, inizierà, famelicamente, a fare il suo celere corso. Perché, diciamocelo: siamo del tutto sicuri che passato e futuro non possano davvero scomparire, quando la distanza che lega il momento che precede a quello che segue arriva a zero? Sicuri che non possa accadere che l’istante successivo arrivi prima del previsto e talmente in fretta da anticipare il presente, facendolo dissolvere? In definitiva, infatti, ci stiamo essenzialmente chiedendo se sia possibile bruciare le tappe di un qualcosa che, forse, o molto probabilmente, neppure esiste. E non soltanto perché, se così fosse, il presente andrebbe ad essere lo spartiacque di un passato che, per sua stessa ammissione, non è più, e di un futuro che, per definizione, non è ancora; ma anche e soprattutto perché il tempo ha iniziato ad esistere solo nel momento in cui l’uomo ha deciso di scandirlo quantificandolo, tanto da un punto di vista lineare quanto ciclico, ma - di fatto - sempre convenzionale. E se la velocità ci inganna con il solo risultato di sfinirci, facendoci credere di poter vincere su di un tempo che probabilmente smetterebbe anche di scorrere, se soltanto noi volessimo finire di contarlo; l’unico augurio che ci dovremmo fare, per conseguire una reale vittoria, è la rivisitazione meditata di quell’Elogio della follia ipotizzato da Erasmo da Rotterdam. Con quale esortazione lasciarvi, quindi, se non con un: "Siate dunque rapidi, per poter essere veloci, perché a lungo termine, non c'è lentezza più grande della velocità…" (BA)
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NA ‘FOJETTA Ristorante a Frascati Dove la tradizione si riscopre con Gusto Via Risorgimento 4 06 9724 5420 345 76 71 693