SIT LIBAGIONI SPAZIO CREATIVO

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«Da questo

spazio vorremmo inoltre lanciare dei Contest di scrittura e immagini e realizzare delle Graphic Novel Ma questa è un’altra storia»

LIBAGIONI:

LIBAGIONI

Giovanotti Mondani? già...

GIOVANOTTI MECCANICI MONDANI Computer Art

LIBAGIONI

Diamo a questa coppia di giovanotti mondani famosissimi lei Rossana Zannetti, la titolare de ‘Na fojetta, lui il mitico Greg ospite a cena nel ristorante frascatano, il compito e l’opportunità di introdurre, e tutelare, la rubrica Libagioni come lo spazio dove servire argomenti con gesti rituali tra sacro e  profano, rivolti alla dimensione creativa sia della scrittura che della cultura delle immagini, quanto del cibo. Libagioni sottointende sempre all’idea di SIT come relazione a tutti i numeri dello zero, laddove lo zero da nullo prende valori inaspettati. L’influenza di 601 seiunozero è casuale, diventa inaspettatamente decisiva quando da ‘Na fojetta tra i clienti serali si riconosce Greg, dalla giacca. Combinare la citazione di Pizia,sacerdotessa di Apollo di Sandro Fracasso nei Vitigni Greci (Sit Rosa VI, prima parte, in questo numero II parte pag.22), visualizzata in una phiale greca, ovvero l’invaso con cui venivano sparse essenze e libagioni nei rituali sacri, con le chiome nere di Rossana come tratti ellenici di un oracolo di Delfi, più la vena ironica dei format del duo Lillo &Greg, è stato immaginare il titolo Libagioni come quella forza capace di connettersi a tutte le altre per comporre un argomento da offrire. Scomoderemo pertanto Apollo come colui che traina il carro di tutte le arti e dio che scende in terra tra gli umani, e anche Dioniso l’uomo che viene divinizzato con la sua forza che simbolizza l’impulso vitale, l’energia creativa. Abbandonandoci a background ancora oggi attuali o rivisitabili e al ritorno di certa mondanità delle arti: del fumetto, per esempio, meglio tradotto in Graphic Novel. Non a caso, Lo zero stavolta, che include “V” di velocità, apre Libagioni col tratteggio del primo fumetto al computer dei Giovanotti Mondani Meccanici e il velocissino Snake Agent di Stefano Tamburini (1986), il cui lavoro per certi versi sottovalutato è ancora attuale: il personalissimo percorso artistico del fumettista che meritava l’incontro con le nuove generazioni, se un’overdose non l’avesse stroncato a soli 30 anni. Se molte delle suggestioni artistiche della controcultura erano direttamente proporzionali alla “psicadelia” da sostanze proibite, queste stesse hanno falciato vite di ribelli con stile culture underground, animate dalla smania della ricerca espressiva e cadute sotto l’inquietante ombra delle droghe. Ma qui ci interessa il concept velocità e con quali strumenti e tecniche è stato rappresentato, l’idea delle contaminazioni nelle arti, delle citazioni e dei pastiche visivo - letterario. Tutto in perfetta simbiosi a quell’oggettivare l’arte in ogni  azione e del vivere tempi interessanti. (dz)

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Puntualizzando: se le Ricette de Na fojetta non fossero eseguite da Na fojetta non saerbbero la stessa cosa

«L» LISCIAEBUSSA sulla RICETTA - Greg

Puntualizzando: se Greg avesse indossato un’altra giacca non lo avrei riconosciuto come Greg

SNAKE AGENT lA vElociTà Ai TEmpi dEllA foTocopiATricE

IldetectiveSnakeèconcepitosullabase della velocità ed è rappresentato in perenne stato di movimento attraverso la fotocopia  strisciata  sul  vetro  della macchina di vecchie strisce di Secret Agent X-9 diMel Graff.

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‘Che tu possa vivere in tempi interessanti’ antico anatema cinese

Rossana Zannetti - Greg

«LISCIAEBUSSA sulla RICETTA» - Greg

C’è lo Strudel di AbbACChio? - chiede GreG buSSAndo al ristorante ‘na fojetta a frascati.

La ricetta di Carlo Camilli, che ricalca l’antico piatto rivisitato già nelle colonie pugliesi della Magna Grecia si sta imprimendo nel panorama delle fantasie gourmet. E’ stata pubblicata su SIT N. V con i Titoli di Coda “Animelle” perchè il gustoso strudel di carni di abbacchio insaporite da spezie, contiene all’interno mele e le mordide animelle, considerate delizie del palato. Su Bell’Italia nell’articolo dedicato a Villa Falconieri e ‘Na Fojetta, tra i locali dove mangiare, viene indicata come “Strudel ai carciofi”, lisciando il piatto. Bell'Italia N.383

Un esperimento di avanguardia fumettistica tra i più riusciti

Forbici, bianchetto, colla, fotocopiatrice e vignette vecchie degli anni 40 sono gli ingredienti che in mano a Tamburini diventano una forma di espressione meta-fumettistica e propriamente artistica. «Con l’ausilio di una marzo 2018. fotocopiatrice, smonta, rimonta e rismonta, risequenzia, mescola con immagini fotografiche, sgrana e sbava e in genere disfa a piacimento alla ricerca del miglior effetto grafico nell'ossessiva esplorazione delle nuove possibilità e automatismi offerte da nuovi mezzi espressivi dati dalla fotocopiatrice e il collage.» Dieci anni  dopo,  nel  1996  Maurizio Cattelan con Paola Manfrin e altri da vita a un progetto cannibale, ovvero una rivista - Permanent Food - una rivista costituita da sequenze di immagini estratte da altri magazine internazionali oppure da pagine strappate e ricomposte in una nuova sequenza secondo il principio che l'accoppiamento innovativo, di due o più immagini che non erano collegate prima, attribuisca un nuovo significato simbolico a entrambe - insomma una seconda generazione di immagini, oltre l'Autore, di ogni cosa connessa con le altre.

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il racconto

LIBAGIONI

Eros e thrilling nel racconto inedito di Sandro Frascasso per Monologhi d’Attrice. Una giovane donna fa i conti con la storia cardine cui deve la sua iniziazione sessuale e conseguente maturazione relazionale. Lo fa seguendo l'olfatto, la sua arma più efficace, che le srotola senza traumi, né eccessivo stupore, un filo coerente dai primi passi sconvolgenti, passando dai ripetuti tradimenti, all’epilogo affidato di nuovo all’olfatto. Piani di lettura quasi noir, sfugge a momenti il racconto in prima persona per travasare nelle voci dei due soggetti alternanti, bevuti l'uno dall'altro.

"provA ANcHE Tu"

Tamburini, tra l'altro, era un ammiratore delle "Macchine Inutili" di Bruno Munari, che negli anni sessanta, grazie all'adozione di tutte le nuove tecnologie disponibili al grande pubblico (proiettori, fotocopiatrici, cineprese), divenne un'enciclopedia dell'arte fai-da-te, dove ogni opera conteneva l'implicito messaggio per l'osservatore "prova anche tu". In particolare nelle Xerografie di Bruno Munari di quegli anni era evidente il sapore futurista nella rappresentazione della velocità. Anni di cura per l'immaginazione, con prodotti come "Codex Seraphinianus un moderno Voynich inambitopsichico definitountentativo di "catalogazionedel mondo incoerente delleforme intermedie ( 1976-1978), Botanica Parallela di Leo Lionni (1976)...

“Libagioni

GIOVANOTTI MECCANICI MONDANI Computer Art

Lo ricordo bene il “primo fumetto al computer"apparso sul numero 84 di "Frigidaire" nel Maggio del 1984, era in esclusiva mondiale, un titolone ad effetto. Ero abbonata alla Rivista Frigidaire di cui conservo la collezione dal primo numero, quando lessi del concorso dei Gionanotti Meccanici Mondani. Al tempo i pochi che possedevano un home computer avevano Commodore 64. Per la memoria esterna si usavano i floppy disk. Ricordo che tentai alle prime armi un fumetto titolato Alba Verde, Albert Vert, Albert vas dedicato ad un amico. Fatti i primi disegni, scannerizzati, impaginati con molta difficoltà con un linguaggio preistorico e salvati su dischetto, Alba verde fu cancellato per sovrapposizione di altre informazioni e non vide mai la luce. Nemmeno ci riprovai. Creare un fumetto elettronico nel 1983-84 era una impresa tecnicamente complicata, al punto da essere quasi una pazzia. Come spiega Antonio Glessi del gruppo di artisti noto in seguito come "Giovanotti Mondani Meccanici", il personal computer era uno strumento costoso, poco realistico nella resa dell'output graficoetotalmenteinadattoalla stampa di disegni a colori. Prima di arrivare sulle pagine di "Frigidaire", "Giovanotti Mondani Meccanici" doveva passare da due fasi: i disegni venivano fotografati dallo schermo delcomputerelefotografie in seguito impaginate insieme alle didascalie perchè inserire il testo dei fumetti in computer graphicsavrebbeoccupato troppo spazio - in lastre litografiche. Alla computer art di quegliannièstatadedicata unaretrospettivaacuradei museidiinformaticaMIAI e MusIF di Roma. (DZ)

LIBAGIONI "SKETcH"

aPPena arriVato IN ORDINE DI  VELOCITà, lo schiZZo di atlante esedra di Villa aldoBrandini frascati realiZZato in MeZZ’ora di OPEN SPACE  da faBio caMilli dottore in architettUra

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LA SOMMELIERa

L'odore dei vestiti mi racconta le tue giornate, svela lentamente l'impilarsi delle ore, in una scala rovesciata del tempo, che non si scompone di certo perché ti scurisci i capelli. E così vengo a sapere che la vedi ancora: “Chi quella? Finalmente me ne sono liberato, era un'ossessione ritrovarmela dovunque; ma si sa, le ragazzine amano più l'idea, della carne e io sto invecchiando” e che la scopi, facendo sempre più fatica, ma lei non te lo fa pesare, per ora. Mi dice che fumi, no è vero col sigaro hai smesso, e con la pipa anche, ma sbuffi da quei cosi che chiamano elettronici, e che sembrano stilografiche anni venti in fiamme. Lo fai come un po' tutto il resto, con la calma che vorrebbe denotare maturità, la stessa che mi fa riflettere sulle proibizioni che ci imponiamo crudeli: forse è vero che non ti piace, ma credo sia più vero che a non piacerti sia io. Poco male, l'importante è che mi lasci continuare ad annusarti; quando fai la doccia ti senti tanto solo e felice, anche per me è così. La tua doccia mi lascia un quarto d'ora d'estasi con i tuoi calzini, i tuoi boxer, la maglietta che in viaggio non ti sei potuto cambiare. Finisce che riesco ad uscire di qui, con te, come facevamo ridendo, volando i chilometri, rendendo le salite discese, tanto correvano gli istanti insieme. Eravamo felici? Non ci ho mai voluto credere, perché ho sempre preferito la ragione alla fede, così come un brutto reale a un bel ricordo. In quei momenti il tuo odore voleva ancora mescolarsi al mio, e tu, sì proprio tu che sembri così asettico, non perdevi occasione per immergerti nei miei, per ritrovarteli addosso mentre mangiavamo. Ricordi quel giorno che mi proponesti di abbinarli ai tuoi vini? Ne avevi una selezione ben più povera ed abbordabile di quella di oggi, ma a sentire te era: un carotaggio ben riuscito del trionfo enologico moderno. Palle, ma era bello ascoltarti, degustarli col retrogusto delle tue tante pelli in sottofondo, lasciare andare la certezza per la possibilità e quest'ultima per l'illusione. Avevo da poco iniziato a formulare frasi al noi, incespicando nelle espressioni che mi uscivano quando lo facevo. Ero sola dentro quel noi, più di ora, e mi sentivo in colpa per quella sensazione ingrata e immatura. Dall'altra parte c'eri tu, con le iperboli sgargianti che rendevano lo zenit una abat-jour e le mie ritrosie la cavalcata dannata della mia miseria nei campi abbondanti del tuo io magnanimo. Imperversavi, sul mio corpo scolato dall'adolescenza, imperturbabile da cicli e ovulazioni, preso dalla sicumera del conquistatore ineffabile. Non te l'ho detto la prima volta e così la seconda, ma farti sentire invincibile non ti ha saziato, i sapori forti disgustano per primi. Non avevi capito e non avrai tempo di comprendere. L'odore di sangue, che hai cercato di mascherare col sapone liquido del treno è ancora più evidente. Mi mancherà annusarti, forse anche per questo, da un mese, abbiamo un secondo congelatore. Sì ti ricordavi bene, fai sempre tutto meglio di tutti tu, quello vecchio funziona ancora alla perfezione e sì, è ancora in garanzia. Vieni dai, che ti asciugo la schiena

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