SIT nOir

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SIT

SIT N.Zero Lo zero stavolta

Osservare

ero

2018

SIT_O

N

l’OPERA

La Domus Opera dell’artista Carlo Marchetti

GIRI IN TONDO ALTRI SITI Olimpo hawaiano

NOIR Negli Occhi di Timea

IL GURU DEL CAFFE’ e delle SPEZIE Gianni Frasi

Altre geometrie

Anteprime

OSSERVARE PER COMUNICARE

Lingua Italiana Segni (FC) Fruit bOx

Compasso d’Oro ADI 2018

Le Osservazioni fotografiche satellitari ESA

APPENDICE DELL’OLIO

Flos Olei

O Magnum Mysterium 23 dicembre

Olio sacro di Elat (DZ)

DOUBLE O - SEVEN Bond OO7 PEPE Come se fosse Oro (DV)

OSTERIE Il racconto del Cartoccio LA CARRIOLA II

O

SIT N.Zero Lo Zero STavoLTa

oSServare SITNewSfeeL@gmaIL.com TuTTI I dIrITTI rIServaTI © 2018

Giro d’Italia 2019. Frascati Traguardo della IV Tappa Osservatorio Archeo Il Tuscolo


SOMMARIO Lo zero stavolta di Daniela Zannetti

O

Traguardo e Ripartenza 4-5 Tappa Frascati

GIRO D’ITALIA 2019

OSSERVARE Un cerchio magico

h oh oh a little round belly That shook when he laugh'd, like a bowl full of jelly

Perchè lo zero di Sit stavolta è O? Ops? Operation? Stupor Mundi Tempi natalizi e O di oh oh oh la profonda risata grassa di Babbo Natale e verso dello stupore per ogni annunciazione, l’idea attorno alla quale ruoteranno gli oggetti del sommario convinta che la curiosità, e più l’osservare, sia anche il modo di rendersi utili, di servire informazione e accrescimento culturale, anche per non udenti (ce lo spiegherà F. Colaluca parlando di Lis Lingua dei segni italiana e del motivo che fa attribuire un nome-segno nelle comunità dei sordo muti), e nell’arte del suono “O Magnum Mysterium”, il concerto del Coro DeCanter e del M° Pietro Delle Chiaie del 23 Dicembre nella Cattedrale di San Pietro. O sarà l’Operazione Natale dei pasticcieri con il Panettone, un dolce classico ma non troppo, almeno quello che intende Maciste Pasticcione di Cori con le sue speciali lievitazioni multiple per 72 ore. La fanzine ruoterà attorno al Noir degli scrittori di Livia Frigiotti nei dialoghi con gli Autori. Dalle sceneggiature dei soggetti cinematografici di Luca Poldemengo ad Altre Geometrie DOUBLE O SEVEN di Bond dell’editorialista Danilo Villani, all’Osservare di Carlo

Marchetti, artista che nella materia ricerca il dialogo esistenziale e Opera come costruzione dell’Uomo attraverso l’Arte. Infine le Osterie, i siti di una volta, i Racconti del Cartoccio e l’Osteria del Contadino. Nelle Anteprime: “O” la ruota del Giro d’Italia 2019 (a 100 anni dal Giro col campionissimo Girardengo). Traguardo della Quarta tappa a Frascati, il pistard Stan Ockers vincitore dei mondiali del ’55 anch’essi disputati a Frascati. Le osservazioni fotografiche satellitari della Terra dell’Esa alle Scuderie Aldobrandini di Frascati.

O

Osservatorio Archeo e Altre Geometrie per O vocale ruotante: Flos Olei 2019 e Olio sacro (Olio di Elat), con Petra (e Haleakalā) dai “Giri in tondo” di Simone Pezze’. Pepe Nero come fosse Oro (la scomparsa di Gianni Frasi “Guru del Caffè e delle Spezie”); la ricetta di Cacio e pepe di D.Villani e quella immancabile dello chef de Na Fojetta del Ragù di Oca. In conclusione la II parte di Carriola. Simboli e metafore. Osservare, la Carriola di Peyrot (DZ) “ O” UN A V OC A LE R UOT A N T E

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MACISTE PASTICCIONE Le Zare Operazione Natale, (in copertina la vetrina, Panettoni Zara e dolci tra le pagine) (DZ)

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PAG In SIT_O l’OPERA Un Casale del 1600 la Domus Opera dell’artista Carlo Marchetti

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GIRI IN TONDO ALTRI SITI Shot Petra e Haleakalā OLIMPO d’HAWAI’I (S. Pezze’) PAG

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NOIR Negli Occhi di Timea Una domanda da paura a Luca Poldemengo (DZ)

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PAG TITOLI DI CODA Ricetta Il Ragù di Oca (C.Camilli)

A L T R E

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G E O M E T R I E

OSSERVARE PER COMUNICARE Lis Lingua Italiana Segni (F. Colaluca)

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APPENDICE DELL’OLIO Olio sacro di Elat. FLOS OLEI (DZ)

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PAG DOUBLE O - SEVEN (La Licenza di James Bond OO7 (D. Villani)

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IL GURU DELLE SPEZIE PEPE DI SARAWAK Come se fosse Oro Il mio cacio e pepe (D. Villani)

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OSTERIE Il racconto del Cartoccio e Osteria del Contadino (Giulianello) (DZ)

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20 LA CARRIOLA II

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La Carriola di Peyrrot (DZ)

18 - 19 A

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N T E P R I M E

OSSERVATORIO Archeo Il Tuscolo O MAGNUM MYSTERIUM Il concerto di Natale per Organo e Coro (Decanter e Piero Delle Chiaie)23 dicembre. Concerto Cappella Musicale Enrico Stuart La tradizione anglosassone (Giancarlo Delle Chiaie)26 dicembre.

OSSERVATORIO ESA Il Mondo dallo Spazio.

GIRO D’ITALIA FRASCATI IV e V Tappa, la maglia rosa e rosa Alfonsina.

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O

NOIR Negli Occhi di Timea

Una domanda da paura a Luca Poldemengo scrittore di romanzi noir. In foto con Livia Frigiotti conduttrice di Dialoghi con Autori Noir (Sala degli Specchi Frascati) - AssCulturale Ettore Apollonj Noir in Villa

Può esserci una domanda che incute paura e inquietudine a un autore di NOIR, quel genere di narrazione che ci sbatte in faccia con forza e crudeltà la verità? Prima di leggere la sua risposta è bene infarinarci di poliziesco e di aspetti oscuri delle indagini. In tutte le esperienze si memorizzano fatti anche non significanti che i metodi di indagine nel crimine cercano di riportare alla luce: fatti e dinamiche del delitto dagli interrogatori, dalle intercettazioni telefoniche, dalle deposizioni degli indagati. Nel più azzardato sistema della Squadra Red di nuovo “messo in scena” dallo scrittore Luca Poldemengo nel suo ultimo romanzo per E/O edizioni collana Sabot/age “Negli occhi di Timea”, è l’ipnosi che tenta un modo “scientifico” per ottenere la verità. Rivelatori di bugie, sieri della verità (droghe), lettura della pupilla (Blade Runner), come distinguere la “sincerità” attraverso le espressioni del volto o del sorriso, il “vero”, “falso” o “manipolato” dalla voce, e prima ancora la tradizionale tortura fisica, sono tra i metodi per ottenere confessioni ma è l’ipnosi che riesce a fare emergere qualcosa dal buio della mente; interrogatorio che a volte è più dolorosamente devastante per chi lo effettua, che per chi lo subisce, come leggeremo nel prologo del romanzo. Così, il professore Luca Basile creatore della Red «[...]Quando arriverò a dieci ti sveglierai e non ricorderai nulla di quanto è accaduto. Avrebbe voluto godere dello stesso privilegio». Secondo Luca Poldemengo il metodo dell’ipnosi marca la sottile linea tra la rinuncia al diritto della privacy e la garanzia della sicurezza: cedere informazioni sulla nostra vita privata in nome di una maggiore sicurezza. “Nessuno è innocente e ci assolviamo tanto quanto siamo capaci di giudicare gli altri, le zone grigie sono pronte a mostrarsi allo specchio della coscienza - e avrei paura risponde, non tanto di quanto possa trapelare di un mio io autobiografico nei romanzi, quanto di un mio io di cattivo a me sconosciuto”. L’espediente dell’ipnosi permette all’autore di anticipare nella trama la sceneggiatura del delitto, una sorta di pre-visione del colpevole che è prima la capacità di osservare, qualità cui ricorre per i suoi lavori di soggetti e sceneggiature cinematografiche, ma non così fondante per la sua missione di scrittura che tende più ad interrogare, sollevare curiosità e questioni da discutere anche sociali, senza anticipare risposte o verità.

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NOIR Sequel di Milano calibro 9 Luca Poldemengo Il cerchio di scrittura

Timea, il personaggio attorno a cui ruota la trama del libro è una bambina orfana testimone di una strage (l’idea da una storia vera di una famiglia sterminata con altri passanti forse non del tutto estranei alla vicenda coinvolti nella strage accaduta in Alta Savoia in cui si salvò appunto solo la bambina più piccola), e rappresenterà il fulcro del valore più alto della giustizia e il principio dell’obbligo di vendetta di Vincent Tripaldi ex leader della Red; “quanto, cioè - spiega l’autore - fosse disposto Vincent a scendere a patti con la propria morale e compromettere la vita della bambina Timea di cinque anni, lo specchio della sua coscienza”. Per perseguire la sua vendetta Vincent ha un piano che lo costringe a enormi compromessi rispetto alla propria coscienza: talmente inconfessabile da tenerlo nascosto persino a suo fratello (i gemelli Vincent e Nicolas, risucchiati in un gioco di potere più grande di loro, fuggono in Albania per scampare all’arresto sullo sfondo di un intrigo fra mafia albanese e vertici dello stato italiano riguardo un traffico illegale di rifiuti). Le gesta finiscono nella bad stampa di un controverso giornalista Toni d’Angelo*, espressione della comunicazione che lavora con le parole e fa parte dei giochi di potere. “La clandestinità dei gemelli è messa a rischio proprio dalla loro ex squadra, la Red, che preleva sistematicamente ignari cittadini e ne setaccia l’inconscio per usarli alla stregua di telecamere di videosorveglianza umane, al solo scopo di catturarli”. Negli Occhi di Timea, chiude il dittico sulla RED iniziato con “Nel posto sbagliato” opzionato dalla Wildeside), numero 14 della collezione Sabotage diretta da Colomba Rossi e Massimo Carlotto. Luca Poldemengo, classe 1973, romano, inizia la sua carriera come regista film maker, "La Notte Bianca" 2005, scrittore e sceneggiatore, firma il soggetto cinematografico e la sceneggiatura (con Brizzi e Martani) di Cemento Armato con Giorgio Faletti nel cast. Ne segue tutta la produzione, gli viene affidata la novellizzazione del film. Poldemengo non lavora mai contemporaneamente a un libro o un soggetto cine e una sceneggiatura: tra i due linguaggi, la sua prima passione Milano calibro 9 il film noirpoliziottesco del 1972, scritto e diretto da Fernando Di Leo, quello che lo ha portato ad amare il genere noir, diventa “sequel” 45 anni dopo l'originale. Di questo cura soggetto e sceneggiatura, il film è in fase di produzione (Minerva Pictures, Toni D'Angelo con la Bouchet nuovamente nel cast) chiudendo così il cerchio della scrittura. *Nota curiosa per i nomi dei suoi personaggi Poldemengo cerca tra amici e colleghi l’ispirazione per il nome, nel caso del giornalista è il nome del regista di Calibro 9, a volte è la fisicità dei conoscenti a suggerire i tratti del personaggio; così per le ambientazioni riconosciamo Roma, pur non nominata, come qualsiasi luogo e metropoli. L’incontro con Livia Frigiotti e l’autore è stato intervallato da brani di Negli Occhi di Timea, letti e interpretati magistralmente dall’attrice Emilia Marra. Per Andrea Cotti (sceneggiatore di Ispettore Coliandro, Squadra Antimafia, Ris Roma), ospite purtroppo assente, Emilia M. ha letto un passo in piena suspense, di muto dolore e paura da spezzare, de Il Cinese: l’ultimo romanzo di Cotti. Aderente a ricerche su indagini e aspetti legali, narra le comunità cinesi (e le mafie) “la e qua” affrontando anche quelli che sono alcuni preconcetti cinesi sulla scrittura basati sul carattere 4, considerato nefasto per l’assonanza nella pronuncia alla parola morte, tanto da non essere usato “là” nemmeno nei numeri civici. “Qua”, perchè nell’indagine poliziesca raccontata da Cotti il Vice Questore aggiunto è di nazionalità cinese e da modo al lettore di avvicinarne usi e costumi. Il Cinese è edito da Rizzoli, collana Noir. Gli appuntamenti proseguono con NOIR IN VILLA 2019 VI edizione - 19 e 26 gennaio 2019. Il 19 nella Sala degli Affreschi di Villa Apolloni, il 26 gennaio Scuderie Aldobrandini con la kermesse di scrittori e sceneggiatori di Noir condotti da Livia Frigiotti e l’Associazione culturale Ettore Apollonj col patrocinio del Comune di Frascati Assessorato alla Cultura.


Altre geometrie

OO7 double O - Seven

Si celebra la lettera O come protagonista di questa

Danilo Villani editorialista

James Bond e il cibo

edizione del magazine alla IV uscita. Qualche lettore si domanderà, giustamente, cosa c’entri James Bond, o se preferite 007, con la quarta vocale. Il fatto è che nelle versioni originali la sua matricola non viene mai pronunciata come “zero-zeroseven” ma come “double O-seven”. Quindi, molto sciacallescamente, approfittiamo di questa licenza fonetica per l’inserimento nel magazine. D’altronde uno dei peggiori “villains” della serie ha, guarda caso, il proprio nome che inizia per O: Oddjob!

Nel genere nominato “noir mediterraneo” abbiamo assistito, e assistiamo, alle vicissitudini di personaggi che fanno della nutrizione ad alti livelli una ragione di vita. Pepe Carvalho e Salvo Montalbano su tutti. Impegnati a risolvere casi intricati o all’apparenza irrisolvibili, trovano nei pasti quotidiani il giusto momento per rilassarsi ma anche per riflettere sull’andamento delle loro indagini. Ma stiamo parlando, appunto, dell’area mediterranea dove il mangiare costituisce anche scopo di vita. Al contrario, Ian Fleming, rappresentante dell’english establishment fino al midollo, non considera i pasti della sua creatura come elemento fondamentale del plot, anzi costringe il suo agente a digiuni interminabili (vedi dr. No dove Bond dopo una lotta con un calamaro gigante con successivo salvataggio di Honey, sparatoria con 3 chigroes, fuga su un mezzo anfibio) senza rischi per la glicemia del James. Bond è innanzitutto un forte bevitore e altrettanto forte fumatore. Predilige lo champagne ma anche qualsiasi cosa che superi i 40°. Considera però la prima colazione, e qui esce tutta la connotazione puramente british, come elemento fondamentale della sua esistenza: caffè nero doppia forza, toast, bacon, succo d’arancia e uova obbligatoriamente di colore beige bollite per 3 minuti esatti. Colazione preparata dal suo tesoro la governante scozzese May.

In pochissimi romanzi troviamo Bond seduto a tavola e in ogni occasione il pasto è connesso all’indagine o alla missione. A Roma, nel racconto “Rischio” (cfr. “Solo per i tuoi occhi”) dove è alle prese con un piatto di tagliatelle al pesto. A Istanbul dove è costretto a cibarsi di un intruglio amorevolmente fornito con le proprie mani da una vecchia zingara (cfr. “Dalla Russia con amore”). A Reculver ospite nella sontuosa manor di un certo Auric Goldfinger. Ma anche al club Blades dove prima dell’epico scontro a bridge con Drax (cfr. Moonraker) degusta specialità tipiche della cucina inglese. Come scritto in precedenza si tratta di intermezzi gastronomici strettamente legati al suo lavoro e solo in un occasione l’agente con licenza di uccidere si concede un pasto per il proprio piacere: ..telefonò al suo vecchio amico Monsieur Becàud per riservare un tavolo e, due ore più tardi, era di ritorno diretto al Casino con lo stomaco ben imbottito di “rombo affogato”, salsa mousseline e una mezza pernice arrosto tra le migliori che avesse mai mangiato. Notevolmente incoraggiato e ulteriormente stimolato da una mezza bottiglia di Mouton Rothschild ’53, un bicchiere di Calvados di dieci anni e tre tazze di caffè, salì allegramente i gradini affollati del Casino con l’assoluta certezza che quella sarebbe stata una serata da ricordare. In quella serata Bond conobbe, in tutti i sensi, Theresa Draco la ragazza che in seguito sarebbe diventata sua moglie (cfr. “Servizio Segreto”). Finché un certo Blofeld pose fine alla storia… Si potrebbe proseguire con il Kobe Beef (cfr. “Si vive solo due volte”) o le aragoste giamaicane (cfr. “L’uomo dalla pistola d’oro”) ma si tratta di casi sporadici. Bond ha licenza di uccidere non di abbuffarsi.

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Guru del Caffè e delle Spezie

GIANNI FRASI e ‘NA FOJETTA Se si può avere un’esclusiva di un prodotto Frasi nei Castelli Romani, si. In qualche modo i ristoratori di ‘Na Fojetta l’hanno già ottenuta nel momento in cui hanno scelto di contattare Gianni Frasi per il caffè e il pepe da usare nella loro ristorazione. In realtà un’antica amicizia legava Carlo Camilli, chef al tempo della Taberna Mamilius e Gianni Frasi, il noto torrefattore veronese, titolare di Giamaica Caffè e Guru del Caffè e delle Spezie. Gianni, scomparso improvvisamente il 6 dicembre, era solito avvisare di questo, “l’esclusiva l’hai nel momento in cui escludi tutti gli altri”- riferendo dell’opportunità di acquistare prodotti di qualità. I suoi erano il risultato di un’accurata selezione di grani originari scelti e provenienti dalle sue piantagioni di caffè in tutto il mondo, lavorati naturalmente nel pieno rispetto del territorio e delle persone. La voglia di riavere il suo Giamaica è stata l’occasione per Carlo di ricontattarlo, e anche se non era semplice avere un appuntamento, alla richiesta Frasi non ha esitato. Incontrarlo è stato come accordare uno strumento, il colore del grano crudo di caffè, non ancora tostato, combaciava straordinariamente col colore del brand Fojetta: verde java e nuances ramate. Lui, il suo laboratorio, lo ha dello stesso tono di verde. Tra combinazioni cromatico percettive, la filosofia del buon gustare, l’apprezzamento per le profumazioni, è lui a suggerire la linea dei suoi pepi come il piccante raffinato ed armonico Piper Nigrum di Sarawak della Malesia a Carlo, per la cucina; il Timur di Tarāī di frutti maturi e profumati a Fabio, per i dolci e per il caffè, il fuoriclasse Guatemala N. il caffè vulcano bagnato solo dal suo profumo, intatto e naturale, con tutti i riti per preparlo: dal collaudo di persona della macchina Espresso alla macinatura al momento. Infine come servirlo in tazzina, che se non ha la giusta forma “ è un pitale”. ‘Na Fojetta, I Camilli, Rossana, lo Staff tutto, ricordano così, con affetto, Gianni. Se il Verde è il colore della conoscenza superiore “il Caffè è l’anticamera del Paradiso”.

La mia cacio e pepe

PEPE DI SARAWAK Come se fosse Oro

La caratteristica precipua della cucina romana è l’austerità. Pochi ingredienti ma molto difficili da combinare e quindi è tutto demandato all’abilità e alla “mano” di chi elabora la preparazione. La cacio e pepe è senza dubbio il piatto principe della cucina romana. Tre ingredienti più uno che io affettuosamente chiamo il “catalizzatore” ovvero l’acqua di cottura della pasta. Ed è appunto grande impresa, trasformare la “povertà” del piatto in un trionfo gastronomico. Pasta fresca senza uovo. Io amo i troccoli foggiani poiché rilasciano durante la cottura un’incredibile quantità di amido necessaria alla preparazione. 120 grammi a persona. Sotto questa grammatura considero il tutto come un assaggio per verificare la cottura della pasta - Pecorino romano D.O.C. grattugiato a neve. 40 grammi Pepe nero fresco di moule. Se possibile di Sarawak. In una capace insalatiera mescolo il pecorino con il pepe fino al raggiungimento di un bel colore beige. Acqua a bollire. Occhio al sale! Butto la pasta. 7 minuti. Scolo la pasta tenendo da parte una generosa quantità di catalizzatore. Butto la pasta nell’insalatiera con una tazza di acqua di cottura e con una “cucchiarella” mescolo il tutto con gesto circolare. Veloce e deciso. Senza tregua. La crema sta affiorando e , ove ce ne fosse bisogno mi aiuto con altra acqua di cottura. Impiattata velocissima cospargendo il tutto con altro pecorino e una mulinata di pepe. Frascati Malvasia senza dubbio. DV

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La Nera Zara

al vino rosso mele renette candite uva (rigenerata al vino Nero Buono) crema di cioccolato Nero Buono nella glassa rosa


Buone festività ‘Na FOJETTA Frascati

SIT

Fruit bOx di F. Camilli Arte Grafica DZ ‘NA FOJETTA Frascati

SIT FEEL mail to: sitnewsfeel@gmail.com


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