SLOW ECONOMY "speciale Giro d'Italia 2014"

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VINCENZO NIBALI VINCITORE 2013

Speciale Giro d’Italia 2014

LUIGI GANNA VINCITORE 1909


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Speciale “Giro d’Italia 2014” Cari Amici di Slow Economy, tra poco meno di 20 giorni prenderà il via, da Belfast in Irlanda, il Giro d’Italia che quest’anno si concluderà a Trieste. Per quanto riguarda i protagonisti della corsa rosa, sembra sicura la presenza di big internazionali come Joaquim Rodriguez e Nairo Quintana. Lo spagnolo ha da mesi annunciato che correrà in Italia e non il Tour, per presentarsi poi alla Vuelta e al Mondiale spagnolo; ed è ormai ufficiale che sarà il colombiano a capitanare la Movistar. Altri nomi importanti sono quelli di Rigoberto Uran (Omega Pharma) e Daniel Martin (Garmin). Sarà forse l’ultimo assalto per due veterani del calibro di Cadel Evans (BMC) e Chris Horner (Lampre), mentre le giovani promesse saranno Wilko Keldermann (Belkin) e Rafal Majka (Tinkoff-Saxo). Per quanto riguarda gli italiani, le maggiori speranze saranno per Fabio Aru e Michele Scarponi. Sarà molto agguerrito anche Domenico Pozzovivo (Ag2r), mentre Ivan Basso avrà una delle ultime chance per fare tris sulle strade del Giro. Sembra probabile anche il debutto al Giro di Moreno Moser, nipote dell’indimenticato Francesco e il ritorno di Diego Ulissi. E’ ormai scontata l’assenza di Vincenzo Nibali, che a luglio darà l’assalto al Tour de France.

Slow Economy - Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo Speciale “Giro d’Italia 2014” Anno 3 I Numero 7 I Editore: Stampa Sud I Reg. Tribunale in corso Direttore Responsabile: Stefano Masullo Direttore Editoriale: Saverio Buttiglione Art Director: Daniele Colzani Segretaria di redazione: Emanuela Cattaneo

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della Redazione

La storia del Giro

1909 - 2013: 104 anni di vittorie dal “pioniere” Luigi Ganna allo “squalo” Vincenzo Nibali

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a corsa a tappe che si contende il titolo di “più famosa al mondo” al cugino Tour de France, fu ideata dal giornalista e sportivo italiano Tullo Morgagni che realizzò altre gare ciclistiche divenute storiche come il Giro di Lombardia e la Milano-Sanremo. Istituito nel 1909, da allora si è sempre disputato, salvo che per le interruzioni dovute alla prima e alla seconda guer-

La Gazzetta dello Sport del 24 luglio 1908 che annuncia la nascita del Giro

Tullo Morgagni, ideatore del Giro

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ra mondiale. Mentre il luogo di partenza è in genere ogni volta diverso, l’arrivo, salvo eccezioni come Napoli, Firenze, Verona, Roma e Brescia, è a Milano, città ove ha sede “La Gazzetta dello Sport”, il

quotidiano sportivo che organizza la corsa sin dalla sua istituzione e che le dà il familiare nome de “la corsa rosa”. Occasionalmente il percorso può interessare località al di fuori dai confini italiani.


Il Giro è una delle tre corse a tappe più importanti del calendario, e l’Unione Ciclistica Internazionale l’ha inserito nel suo circuito professionistico insieme alle altre due grandi corse internazionali, il Tour de France e la Vuelta a España. Storicamente è da ritenersi la seconda corsa a tappe più prestigiosa dopo quella francese, anche se, a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta (al tempo dei duelli Coppi-Bartali) e durante gli anni settanta, il prestigio e il numero di grandi ciclisti iscritti portarono il Giro ad avere un’importanza pari a quella del Tour. Dal 1999 al vincitore viene consegnato il “trofeo senza

Luigi Ganna. nell’edizione del 1909 vinse ben 3 delle otto tappe previste

fine”, composto da una barra di rame bombata, piegata a spirale, che si eleva dalla base in cerchi sempre più ampi, sui quali sono incisi i nomi di tutti i vincitori.

Da sinistra: il vincitore della prima edizione Luigi Ganna, il secondo classificato Carlo Galetti, il terzo Giovanni Rossignoli e Dario Beni, vincitore della prima e dell’ultima tappa della corsa (Milano-Bologna e Torino-Milano)

La storia La nascita del Giro venne formalizzata con un annuncio sulla Gazzetta dello Sport il 24 agosto del 1908, con la promessa di 25.000 lire di premio al vincitore e la volontà di organizzare «una delle prove più ambite e maggiori del ciclismo internazionale». La prima edizione del Giro risale al 1909: partì il 13 maggio, alle ore 2.53, da Milano e, dopo 8 tappe per complessivi 2.448 chilometri, si concluse ancora a Milano con la vittoria di Luigi Ganna che ai cronisti che gli domandavano come si sentisse rispose con un emblematico: «Me brüsa el cü». La lista completa dei partecipanti al 1º Giro è tutt’oggi sconosciuta nonostante sia considerato un documento storico, tuttavia si sa che dei 127 corridori al via, solo 49 terminarono la corsa: tutti i partecipanti furono fotografati alla partenza in modo che non vi fossero dubbi sulla loro identità all’arrivo.

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L’arrivo all’Arena di Milano della prima edizione del Giro d’Italia

Nell’organizzazione del Giro “La Gazzetta dello Sport” anticipò di poco il Corriere della Sera, che stava per lanciare l’iniziativa. Il leader della classifica generale indossa ogni giorno la maglia rosa, lo stesso colore del quotidiano che organizza la corsa, La Gazzetta dello Sport; il miglior scalatore indossa una maglia azzurra (che ha sostituito la storica maglia verde), mentre il primo nella classifica a punti indossa una maglia rossa (dal 2010, fino ad allora era stata di colore ciclamino). Oltre a queste casacche, nel corso degli anni sono state messe in palio una casacca che di volta in volta ha contraddistinto l’ultimo in classifica (maglia nera), una per il miglior giovane (maglia bianca), oppure, come è accaduto negli ultimi anni, la maglia azzurra, la cosiddetta maglia dell’intergiro, traguardo volante posto di solito a metà tappa, (espediente con il quale gli organizzatori hanno

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pensato di rendere più movimentata la corsa dalle prime battute). Dal 2007 è tornata la maglia per il miglior giovane, considerata da ciclisti e addetti ai lavori molto significativa. Il record di vittorie è condiviso da 3 ciclisti, ognuno con 5 vittorie, gli italiani Alfredo Binda, vincitore tra il 1925 e il 1933, Fausto Coppi, vincitore tra il 1940 e il 1953 e il belga Eddy

Luigi Ganna, primo vincitore del Giro

Merckx, che vinse tra il 1968 e il 1974. Per quel che riguarda le vittorie di tappa, il record appartiene al velocista toscano Mario Cipollini, che nell’edizione del 2003 riuscì a superare il record di 41 vittorie che dagli anni trenta apparteneva ad Alfredo Binda; a quest’ultimo rimangono i record di vittorie di tappa in una stessa edizione, 12 tappe su 15 nel 1927, e di vittorie di tappa consecutive, ben 8 nel 1929. 1909-1930: i pionieri del ciclismo Il primo Giro d’Italia fu organizzato dal quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport. L’edizione parti il 13 maggio 1909 alla 2:53 per la prima tappa vinta da Dario Beni a Bologna dopo 397 km a 28,090 di media oraria. Vi furono 8 tappe fra il 13 e il 30 maggio che videro i migliori ciclisti dell’epoca affrontarsi nella corsa rosa: Giovanni Gerbi, Giovanni Rossignoli, Luigi Ganna (cui andò la vittoria finale), Carlo Galet-


ti, Eberardo Pavesi, Giovanni Cuniolo ed il francese Lucien Petit-Breton. I dispacci telegrafici che venivano appesi in Piazza Castello per consentire ai tifosi di seguire l’evolversi della corsa erano l’unico modo per avere aggiornamenti, salvo attendere il giorno successivo e la lettura del giornale. Il vincitore portava a casa 5.250 lire e l’ultimo classificato riceveva 300 lire. Da segnalare è il Giro del 1912, corso per quell’edizione a squadre, vinto dall’Atala e, in via solo ufficiosa da Galetti, tenendo conto del tempo impiegato singolarmente. Nel 1914 fu introdotta la classifica generale a tempo, che sostituiva quella a punti in vigore i primi anni, e fu vinta da Alfonso Calzolari, nonostante la richiesta di squalifica (poi comminata in penalizzazione di tre ore dalla Gazzetta) da parte dell’Unione Velocipedistica Italiana che gli imputava di essersi attaccato ad un’auto sulla Salita delle Svolte.

Alfredo Binda, per il suo strapotere non fu iscritto al giro del 1930

I maggiori protagonisti nei primi anni furono Ganna e Galetti e dopo alcune annate interlocutarie e l’inizio della Prima guerra mondiale si ebbero diversi protagonisti che diventeranno delle leggenda quali Costante Girardengo, Giovanni Brunero, Alfredo Binda e Gaetano Belloni. Girardengo, Brunero e Belloni vinsero i primi cinque Giri d’Italia dopo la guerra ma nell’edizione del 1925 si affrontarono Girardengo, Brunero, Belloni (già vincitori della corsa rosa) ed il giovane Binda che prevalse distanziando i rivali di diversi minuti. Tra il 1926 e il 1929 Binda trovò solo Brunero come valido rivale e riuscì a vincere tre giri consecutivi lasciando a Brunero solo l’edizione del 1926. Il dominio di Binda era tanto forte che gli organizzatori della corsa rosa decisero di non farlo partecipare al Giro d’Italia 1930, riconoscendogli comunque un premio pari a quello che sarebbe spettato al vincitore, cioè 22.500 lire. La partenza del Giro fu posta per tutte le edizioni a Milano tranne nel 1911 e nel 1929 (a Roma) e nel 1930 (a Messina) mentre l’arrivo fu piazzato ancora a Milano ad eccezione del Giro 1911, dove l’arrivo fu a Roma e nel 1912 dove l’arrivo fu disposto a Bergamo. 1931-1955: l’epoca d’oro di Coppi e Bartali Armando Cougnet, vero ideatore e fac-totum del Giro d’Italia fin dalla sua fondazione e fino al 1948, decise nel 1931 di istituire per il leader della cor-

Learco Guerra, il primo ad indossare la maglia rosa nel 1931

sa un simbolo che lo rendesse riconoscibile a prima vista in mezzo al folto plotone. Fu così introdotta la maglia rosa, che venne vestita da Learco Guerra per primo, al termine della prima tappa del Giro 1931 tra Milano e Mantova. Nel 1933 invece si decise di premiare chi più di altri primeggiava sulle vette, e si diede il la al Gran Premio della Montagna, con quattro salite che assegnavano punti. A vincere fu Binda, che transitò davanti a tutti su tutte le quattro salite designate e vinse anche quel Giro, dopo due anni di sfortunati ritiri. Dal 1934 vinsero Guerra, Vasco Bergamaschi, Gino Bartali, Giovanni Valetti, Fausto Coppi e Fiorenzo Magni. In particolare Coppi dimostro la sua forza al Giro 1949 nella tappa Cuneo-Pinerolo dove riuscì ad attaccare sul primo dei cinque colli della frazione, il Colle della Maddalena, sorprendendo il suo diretto avversario Gino Bartali. A pochi chilometri dalla Mad-

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Coppi e Bartali in azione durante il Giro del 1949

dalena scattò anche Bartali e la corsa si spezzò con pochi corridori ad inseguire i due fuggitivi. I corridori affrontarono Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere incontrando diverse difficoltà meccaniche che fecero perdere molto tempo ai ciclisti. A fine tappa Coppi vinse con più di dieci minuti su Bartali e quasi venti su Alfredo Martini, terzo classificato. Nel 1950 lo svizzero Hugo Koblet vinse la corsa divenendo il primo corridore straniero a vincere il Giro d’Italia. Altri successi andarono a Magni e a Coppi dopodiché fu nuovamente un corridore svizzero, Carlo Clerici a vincere la corsa rosa, conquistando una sola tappa. L’ultimo successo dell’epoca d’oro andò a Magni. Nell’epoca d’oro il Giro iniziò e terminò quasi sempre nella città sede della Gazzetta dello Sport, ovvero Milano, eccetto nelle edizioni del 1949 dove la partenza fu fissata a Palermo e l’arrivo a Monza, nel

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‘50 dove l’arrivo fu previsto a Roma e nel ‘54 quando fu ancora Palermo sede di partenza del Giro. Sia nel ‘50 che nel ‘54, ovvero quando la partenza della corsa fu Palermo la vittoria finale andò a ciclisti svizzeri. 1956-1978: gli infiniti anni del dominio straniero Dal Giro d’Italia del 1956 comincia un vero e proprio dominio straniero che vede le

vittorie di Charly Gaul, Jacques Anquetil in mezzo quelle degli italiani Gastone Nencini, Ercole Baldini, Arnaldo Pambianco e Franco Balmamion. Dopo le vittorie di Vittorio Adorni e Gianni Motta davanti allo sfortunato Italo Zilioli (tre secondi posti in tre anni) incomincia una nuova era che vede contrapporsi il Cannibale Eddy Merckx e Felice Gimondi: il belga vincerà 5 giri in sette anni mentre Gimondi trionferà in tre occasioni; in mezzo i successi dello svedese Gösta Pettersson e di Fausto Bertoglio. Dopo i successi dei belgi Michel Pollentier e Johan De Muynck incominciò una nuovo dualismo. In questo periodo la città destinata ad ospitare la partenza fu cambiata annualmente tra il 1960 ed il 1978 solo in due edizioni Milano ospitò l’inizio della corsa; anche l’arrivo fu cambiato quasi ogni anno ma era quasi sempre stabilito a Milano.

Felice Gimondi a fianco del rivale Eddie Merckx


1979-1990: il dualismo tra Saronni e Moser e l’arrivo di Hinault A soli 21 anni Giuseppe Saronni vince il Giro d’Italia davanti a colui che diventerà il suo più grande rivale Francesco Moser. Negli anni ottanta arriva al Giro d’Italia il transalpino Bernard Hinault che parteciperà a tre giri vincendoli tutti. Giovanni Battaglin, Saronni e Moser si spartiranno gli altri successi uno a testa nella prima metà degli anni 80’. Nella seconda metà degli anni ottanta le vittorie della corsa rosa andranno a Roberto Visentini, all’irlandese Stephen Roche, allo statunitense Andrew Hampsten, al francese Laurent Fignon e a Gianni Bugno. In questo periodo solo in tre edizioni Milano ospitò l’arrivo del Giro ma non fu mai fissata la partenza nel capoluogo lombardo. 1991-1999: da Indurain a l “pirata” Pantani

Francesco Moser e Giuseppe Saronni al Passo San Marco nel 1986.

Nella prima metà degli anni 1990 furono molti i duelli fra Gianni Bugno, Claudio Chiappucci e Franco Chioccioli ma, dopo le vittorie al Tour de France, fu lo spagnolo Miguel Indurain a dominare la corsa italiana conquistando le tappe a cronometro, specialità nella quale era maestro e difendendosi in salita: in questo modo conquistò i giri 1992 e 1993; in quest’ultimo venne messo in difficoltà dal lettone Pëtr Ugrumov che giunse secondo a meno di un minuto.

Marco Pantani in azione durante il Giro del 1998

Nel 1994 il Giro andò a Evgenij Berzin: il russo prese il comando nella quarta tappa a Campitello Matese e pochi giorni dopo consolidò il vantaggio vincendo la crono di Follonica; dopo le tappe per velocisti arrivarono le salite: qui Pantani si mise in mostra vincendo a Merano e all’Aprica, Berzin comunque suggellò il primato conquistando un’altra prova contro il tempo, lasciò indietro i rivali e si aggiudicò il Giro. Dopo i successi di Tony Rominger, Tonkov e Ivan Gotti, il 1998 fu l’anno del “pirata” Pantani, che batté Tonkov e conquistò Giro e Tour de France. Nel Giro 1999 Marco Pantani ripartì come favorito riuscendo a portarsi in testa, ma a poche tappe dalla fine venne fermato dopo la frazione di Madonna di Campiglio per valori di ematocrito fuori della norma. Il Giro andò a Gotti che bissò il successo del 1997. Tra il 1991 e il 1999 Milano non fu mai ospite della partenza del Giro ma l’arrivo fu sempre

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al tappone dolomitico con Marmolada e Pordoi, quando Simoni staccò tutti i rivali e prese il simbolo del primato lasciando la vittoria di tappa a Julio Alberto Pérez Cuapio Frigo provò allora il sorpasso nella cronometro di Salò, ma invano, poi, tra il 6 e il 7 giugno, ecco le perquisizioni dei NAS ad Imperia: nella stanza di Frigo vennero rinvenute sostanze dopanti, il ciclista venne di conseguenza allontanato dalla gara. La tappa dell’indomani venne Stefano Garzelli vince a Bergamo davanti a Gilberto Simoni annullata, due giorni dopo Sidisposto a Milano. Nel 1996 il no un distacco di 1’52” e si moni vinse anche la frazione Giro partì da Atene, in Grecia aggiudicò il Giro. Terzo chiuse di Arona suggellando così il successo finale. e nel 1998 partì da Nizza in Simoni. Nell’edizione 2001 già al quin- Nel 2002 la corsa partì nei Francia. to giorno, sulle prime salite, Paesi Bassi e percorse Ger2000-2005: gli anni delle alcuni big rimasero già attar- mania, Belgio, Francia e Lusvittorie di Simoni e Savol- dati, e la maglia rosa andò a semburgo per celebrare l’UDario Frigo: il varesino guidò la nione Europea. delli Il Giro del 2000 prese il via generale per nove giorni, fino Protagonista di inizio Giro fu Garzelli: in rosa già dal da Roma per celeterzo giorno, il varesibrare il Giubileo. Dopo no venne trovato pouna prima settimana sitivo ad un diuretico e dedicata ai velocisti, squalificato. Il simbolo arrivarono le prime del primato passò al montagne e subito tedesco Jens HeppFrancesco Casagranner, che lo tenne per de prese la maglia dieci giorni rosa sull’Abetone A Campitello Matestaccando di 1’39” i se vinse Simoni, ma primi avversari, tra cui anche lui venne squaStefano Garzelli. lificato per una poCasagrande riuscì a sitività alla cocaina, controllare la corsa e anche un altro big, nonostante gli attacCasagrande, dovette chi di Gilberto Simoni lasciare la gara, punito e di Garzelli; la gara per una scorrettezza. si decise così nella Nell’ultima tappa alpenultima tappa, la pina Paolo Savoldelli cronoscalata del Seriuscì a staccare il ristriere: Garzelli, che vale Tyler Hamilton e doveva recuperare a prendere la maglia 25”, inflisse al tosca- Gilberto Simoni in una tappa a cronometro nel 2003

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Cunego, l’indomani in Nell’edizione 2005 i primi diesalita Simoni prese la ci giorni di corsa videro Paolo maglia rosa; la tenne Bettini e Danilo Di Luca altersino alla settima tap- narsi in vetta alla classifica. pa, quando gli venne Con le prime montagne fu strappata da Cunego, Ivan Basso a prendere la leprimo a Montevergine adership; il varesino dovette di Mercogliano. Il vero- però cederla a Paolo Savolnese dovette cedere delli due giorni dopo, per poi la maglia a Jaroslav uscire di classifica l’indomani Popovyc dopo la cro- dopo essere andato in crisi nometro di Trieste sull’ascesa dello Stelvio. vinta dallo specialista Pur fuori classifica, Basso Serhij Honcar, ma fu vinse la frazione di Limone poi abile a riprenderla Piemonte e la cronometro di staccando l’ucraino Torino. Savoldelli rimase in nella frazione di Falzes. rosa, Gilberto Simoni e José Le ultime tre tappe Rujano recuperarono sul bersulle Alpi permisero a gamasco in salita salvo poi Cunego, trionfatore perdere quanto guadagnato a Damiano Cunego trionfatore nel 2004 anche a Bormio (vin- cronometro. rosa a Cadel Evans, che in- se in tutto quattro tappe), La gara si decise sulla salita di vece scivolò fuori dalla top di consolidare il vantaggio Sestriere: Rujano, Simoni e Di 10; nell’ultima cronometro il sul secondo, Serhij Honcar, Luca attaccarono da lontano, bergamasco resisté potendo e di conquistare la sua prima Savoldelli riuscì però a concosì festeggiare la prima vit- “Corsa rosa”. Alessandro Pe- trollare a distanza e a mantacchi vinse ben nove tappe tenere il primato con soli 28 toria finale al Giro. secondi su Simoni. Nell’edizione 2003, dopo un in volata. inizio adatto ai velocisti, sul Terminillo Garzelli conquistò un successo di tappa e la maglia rosa. Nella frazione di Faenza Simoni staccò Garzelli sottraendogli il simbolo del primato. La gara giunse alle Alpi; sullo Zoncolan Simoni staccò tutti e vinse in solitaria imponendosi successivamente anche all’Alpe di Pampeago. Con la frazione di Cascata del Toce consolidò un vantaggio già netto, andando a vincere il suo secondo Giro in tre anni. L’edizione 2004 partiva col ricordo della tragica scomparsa di Pantani, avvenuta pochi mesi prima. Nella seconda tappa vinse Damiano Paolo Savoldelli affronta l’ascesa del Colle delle Finestre nel 2005

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su Gutiérrez, leck, ma senza in realtà avvi12’ su Simoni cinarsi particolarmente. e quasi 20’ su Nella tappa dello Zoncolan Cunego e Sa- vincitore fu Simoni davanti al compagno Piepoli; Schvoldelli. Nel 2007 la leck guadagnò 32” su Di Luca corsa prese il mentre Mazzoleni si staccò via dalla Sar- dagli altri big, scivolando al degna, con terzo posto in classifica. In una crono- pratica il Giro finì lì, decretansquadre da do Di Luca vincitore davanti a Caprera a La Schleck. M a d d a l e n a L’edizione 2008 partì dalla per ricorda- Sicilia. Christian Vande Velre i 200 anni de, Franco Pellizotti, Giovanni dalla nascita Visconti e Gabriele Bosisio di Giuseppe portarono la maglia rosa nelle prime due settimane di corsa. Garibaldi. Nella prime Con l’arrivo delle tappe in sadue settima- lita si mise in evidenza Emane vestirono nuele Sella, vincitore a sordi rosa Enrico presa al Passo di Pampeago e Ivan Basso con il trofeo per la vittoria del 2006 Gasparotto, al Passo Fedaia; la leadership Danilo Di Luca, Marco Pinotti e passò invece allo spagnolo 2006-2010: i successi di Andrea Noè. Nella dodicesima Alberto Contador. Basso e Contador Nel 2006 la corsa partì dal tappa, a Briançon, si impose Nonostante gli attacchi di Belgio in memoria dei minato- Danilo Di Luca, che rifece sua Pellizotti, Simoni, Sella e sori morti nel 1956. Dopo la pri- la leadership. Nei giorni se- prattutto quelli dell’agguerito ma settimana Ivan Basso si guenti Eddy Mazzoleni cercò Riccardo Riccò, Contador si scatenò dominando la corsa: di insidiare il primato dell’a- difese nelle tappe rimanenti vinse alla Maielletta, si clas- bruzzese (specialmente sulle riuscendo a tenere un vansificò secondo dietro Jan Ul- Tre Cime di Lavaredo) assie- taggio minimo fino alla cronolrich nella cronometro di Pon- me ad un giovane Andy Sch- metro finale di Milano, in octedera e alle spalle del solo Leonardo Piepoli a La Thuile. Dopo due settimane poteva così contare già su un vantaggio di 3’27” su José Enrique Gutiérrez e di 5’30” su Savoldelli. A Trento il varesino consolidò la leadership vincendo la tappa, l’indomani lasciò il successo a Piepoli sul Passo Furcia; suggellò infine il trionfo nella frazione dell’Aprica, imponenedosi in solitaria davanti a Gilberto Simoni. Basso vinse così il Giro 2006 da dominatore, con quasi 10’ Danilo Di Luca festeggia il trionfo nella corsa a tappe del 2007

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vincere così il la maglia al varesino dopo la suo primo frazione all’Aprica, nella quale Giro. Terzo il trio Scarponi-Nibali-Basso chiuse Pelli- staccò il resto del gruppo. La cronometro finale permise zotti. La classifi- a Basso di incrementare ulteca verrà poi riormente il vantaggio su Arriscritta dai royo e di vincere il suo secongiudici a cau- do Giro. Nibali concluse terzo, sa delle squa- Scarponi quarto. lifiche per doping di Di Luca 2011-2013: gli anni di prima, e di Scarponi e Nibali Pellizotti poi: L’edizione 2011, quella dell’Usecondo di- nità d’Italia, partì da Torino. Al venterà Car- terzo giorno la tragedia sconlos Sastre, volse il Giro: lungo la discesa terzo Ivan dal Passo del Bocco il ciclista belga Wouter Weylandt cadde Basso. L ’ e d i z i o n e ad alta velocità e, nonostante 2010 partì da i soccorsi, morì poco dopo. I Amsterdam, consueti festeggiamenti di Alberto Contador vince il Giro del 2008 solamente nell’ultima tappa, la cronometro con arrivo a Milano Paesi Bassi. fine tappa vennero annullati, casione della quale distaccò Nei primi dieci giorni vestirono e la frazione successiva neunettamente Riccò portando il la rosa Bradley Wiggins, Cadel tralizzata. margine da 4” a 1’57”. Marzio Evans, Vincenzo Nibali e Alek- Al termine della prima settisandr Vinokurov. Nell’undice- mana, sull’Etna, il favorito AlBruseghin chiuse terzo. L’edizione 2009, quella del sima tappa, con arrivo all’A- berto Contador staccò tutti e centenario, partì da Venezia quila, giunse invece al e si concluse a Roma. Di Luca traguardo, con 12’40” vinse subito la quarta tappa sul gruppo, una fuga e l’indomani, nel giorno del di 52 corridori: tra successo di Denis Men’sov essi anche Richie all’Alpe di Siusi, vestì di rosa. Porte, che andò in L’abruzzese consolidò poi la testa alla classifica leadership con la vittoria nella provvisoria. Tre giorni dopo, neldecima tappa a Pinerolo. Nella lunga cronometro di la frazione del MonRiomaggiore fu però Men- te Grappa vinta da chov a prevalere e a salire Nibali, la maglia rosa in testa alla graduatoria; sul passò sulle spalle di Monte Petrano e nelle tappe David Arroyo, anch’eseguenti Menchov e Di Luca gli nella fuga dell’Asi diedero quindi battaglia, e quila. Arroyo resisté il divario si ridusse a soli 20 inizialmente a Basso secondi. Nella decisiva crono sullo Zoncolan e nella finale di Roma Menchov, no- cronoscalata di Plan nostante una caduta, riuscì de Corones, ma doa mantenere il vantaggio e a vette infine cedere Il russo Menchov vince il Giro del 2009

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iniziale si è disputata fuori dall’Italia: l’ultima era stata ad Amsterdam nel 2010. La partenza è avvenuta a Herning, dove si è disputata una breve cronometro individuale. Il soggiorno danese è proseguito con altre due tappe, seguite dalla prima delle due giornate di riposo. Dopo il rientro Ivan Basso nel 2010 bissa in successo del 2006 in territorio italiano, la corsa è ripartita da vestì di rosa. Lo spagnolo incrementò il margine sugli altri Verona con una cronometro a big, Scarponi e Nibali, anche squadre. Come da tradizione nelle tre successive tappe al- l’arrivo finale è stato fissato pine della seconda settimana, a Milano, con una crono indiviallungando poi ancora nella duale di 31,5 km. cronoscalata del Nevegal. Il La novantaseiesima edizione successo finale fu nettamen- della “Corsa Rosa”, si è svolto te appannaggio di Contador, con sei minuti su Scarponi e sette su Nibali. La successiva squalifica per doping del vincitore, divenuta ufficiale nel febbraio del 2012, ha dato la maglia rosa a tavolino a Michele Scarponi. La novantacinquesima edizione della corsa rosa del 2012 viene vinta dal canadese Ryder Hesjedal che ha conquistato la vittoria finale senza imporsi in nessuna tappa. Per la prima volta nella storia del Giro, la corsa ha preso il via in Danimarca. È stata la decima volta che la tappa

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in 21 tappe dal 4 al 26 maggio 2013, su un percorso di complessivi 3 341,8 km. È stato vinto dall’italiano Vincenzo Nibali dell’Astana ProTeam, che ha concluso la corsa in 84h53’28”, con 4’43” di vantaggio sul colombiano Rigoberto Urán. A causa di un maltempo eccezionale che ha colpito l’Italia settentrionale, il tracciato previsto avrebbe subito significative variazioni, tanto che tutti i tracciati delle tappe d’alta montagna disputate sull’arco alpino sono state ridisegnate. La 19ª tappa è stata addirittura annullata. La partenza è stata data a Napoli con una tappa che ha percorso due diversi circuiti cittadini da ripetersi rispetti-

A Michele Scarponi (primo da sx) venne attribuita la vittoria nel 2011 dopo lo squalifica di Alberto Contador per doping


Il canadese Ryder Hesjedal, trionfa nel 2012 senza aver vinto alcuna tappa

vamente quattro e otto volte, e che si è conclusa sulla linea d’arrivo posta sul lungomare di Via Francesco Caracciolo. La città partenopea già ospitò la partenza del Giro d’Italia nel 1963. A differenza della tradizionale conclusione di Milano, l’arrivo finale è stato posto a Brescia dopo una tappa pianeggiante partita da Riese Pio X. Gli arrivi in salita al termine di tap-

pe in linea, avrebbero dovuto essere sei: Serra San Bruno, Altopiano del Montasio, Bardonecchia, Col du Galibier, Val Martello, Tre Cime di Lavaredo. L’arrivo di Val Martello non è stato raggiungibile a causa delle nevicate che hanno reso impraticabili i passaggi sul Passo Gavia e sul Passo dello Stelvio e nonostante inizialmente ridisegnata, con

il passaggio sul passo del Tonale e sul passo Castrin, la 19ª tappa è stata annullata per la copiosa nevicata che aveva interessato lo stesso Tonale È stata, altresì, disputata una cronoscalata di 20,6 km da Mori a Polsa sulle pendici del Monte Baldo. Altre due sono state le tappe contro il tempo: la cronometro a squadre di 17,4 km sull’isola d’Ischia e la cronometro individuale di 55,5 km da Gabicce Mare a Saltara. La cima Coppi è stata spostata alle Tre Cime di Lavaredo a 2304 m d’altezza: la tappa è stata caratterizzata da una fortissima nevicata, ma Vincenzo Nibali ha dimostrato tutta la sua classe staccando due scalatori puri come i colombiani Fabio Duarte e Rigoberto Uràn. Con l’arrivo a Erto e Casso e la successiva partenza da Longarone, il Giro ha reso omaggio alle 1 917 vittime del disastro del Vajont del quale ricorreva il cinquantenario.

Vincenzo Nibali si aggiudica il Giro 2013 vincendo anche due tappe

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della Redazione

Approfondimenti

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Statistiche, numeri e albo d’oro della corsa “rosa” 1) Arrivi, partenze e sconfinamenti Per circa mezzo secolo il Giro è iniziato e finito a Milano, città dove ha sede la Gazzetta dello Sport. Anche se con sporadiche eccezioni, questa è stata la regola fino al 1960: da quell’anno, il luogo di partenza è cambiato ogni volta. Per alcuni periodi (1965, 1966, 1968, 1970, 1973, 1975, 19811989) anche il luogo d’arrivo è cambiato, ma dal 1990 è stato ripristinato il tradizionale arrivo a Milano, con un circuito da ripetere più volte che funge da passerella finale. Nell’edizione 2009, per commemorare il centenario della manifestazione, l’arrivo è avvenuto a Roma. La capitale era già stata luogo conclusivo del giro nel 1911 e nel 1950. Nell’edizione 2010 è terminato a Verona, come già avvenuto nelle edizioni 1981 e 1984. Il Giro d’Italia 2011 è iniziato a Torino, prima Capitale d’Italia, per commemorare le celebrazioni del 150º anniversario dell’Unità d’Italia. Il Giro si svolge prevalentemente in Italia, ma sono state inserite partenze o conclusioni di tappa all’estero, scome San Marino (1965), Francia (1998), Principato di Monaco (1966), Svizzera, Austria e Slovenia. Alcune tappe si sono svolte anche in Olanda

(2010), Belgio (1973, 2006), Germania (2002), Grecia (1996), Danimarca (2012) e Irlanda (2014). 2) Vittorie di tappa La classifca dei vincitori di tappa di tutti i tempi vede al-

primo posto Mario Cipollini con 42 vittorie, che precede di una sola lunghezza Alfredo Binda (41); seguono Learco Guerra con 31, Costante Girardengo con 30 e conclude la top-five il “cannibale” Eddie Merckx con 25 vittorie.

“SuperMario” Cipollini, detentore del maggior numero di vittorie di tappa


6) Classifica del GPM 7 vittorie - Gino Bartali (1935, 1936, 1937, 1939, 1940, 1946, 1947)

3) Vittorie finali 5 vittorie Alfredo Binda (1925, 1927, 1928, 1929, 1933)

Felice Gimondi

4) Numero di podi 9 podi - Felice Gimondi con 3 vittorie, 2 secondi e 4 terzi posti

Alfredo Binda

Fausto Coppi (1940, 1947, 1949, 1952, 1953)

Gino Bartali

7) Vittorie di tappa 12 - Alfredo Binda (1927) 8) Giorni in Maglia Rosa 76 - Eddy Merckx 9) Vittorie di tappa consecutive 8 - Alfredo Binda (1929) Francesco Moser

Fausto Coppi

Eddy Merckx (1968, 1970, 1972, 1973, 1974)

5) Classifica a punti 4 vittorie - Francesco Moser (1976, 1977, 1978, 1982) e Giuseppe Saronni (1979, 1980, 1981, 1983)

10) Vincitore pi첫 giovane Fausto Coppi (1940) a 20 anni, 8 mesi e 25 giorni

Fiorenzo Magni

Eddie Merckx

Giuseppe Saronni

11) Vincitore pi첫 anziano Fiorenzo Magni (1955) a 34 anni e 180 giorni

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L’albo d’oro del Giro d’Italia

Luigi Ganna (1909)

Carlo Galetti (1910-11)

Atala (1912)

Costante Girardengo (1919-23)

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Carlo Oriani (1913)

Alfonso Calzolari (1914)

Gaetano Belloni (1920)

Giovanni Brunero (1921-22-26)


Giuseppe Enrici (1924)

Alfredo Binda (1925-27-28-29-33)

Luigi Marchisio (1930)

Francesco Camusso (1931)

Antonio Pesenti (1932)

Learco Guerra (1934)

Vasco Bergamaschi (1935)

Gino Bartali (1936-37-46)

Giovanni Valetti (1938-39)

19


20

Fausto Coppi (1940-47-49-52-53)

Fiorenzo Magni (1948-51-55)

Hugo Koblet (1950)

Carlo Clerici (1954)

Charly Gaul (1956-59)

Gastone Nencini (1957)

Ercole Baldini (1958)

Jacques Anquetil (1960-64)

Arnaldo Pambianco (1961)


Franco Balmamion (1962-63)

Vittorio Adorni (1965)

Gianni Motta (1966)

Felice Gimondi (1967-69-76)

Eddy Merckx (1968-70-72-73-74)

Gรถsta Pettersson (1971)

Fausto Bertoglio (1975)

Michel Pollentier (1977)

Johan De Muynck (1978)

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Giuseppe Saronni (1979-83)

Bernard Hinault (1980-82-85)

Giovanni Battaglin (1981)

Franceco Moser (1984)

Roberto Visentini (1986)

Stephen Roche (1987)

Andrew Hampsten (1988)

Laurent Fignon (1989)

Gianni Bugno (1990)


Franco Chioccioli (1991)

Miguel Indurain (1992-93)

Evgenij Berzin (1994)

Tony Rominger (1995)

Pavel Tonkov (1996)

Ivan Gotti (1997-99)

Marco Pantani (1998)

Stefano Garzelli (2000)

Gilberto Simoni (2001-03)

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Paolo Savoldelli (2002-2005)

Damiano Cunego (2004)

Ivan Basso (2006-10)

Danilo Di Luca (2007)

Alberto Contador (2008)

Denis Menchov (2009)

Michele Scarponi (2011)

Ryder Hesjedal (2012)

Vincenzo Nibali (2013)


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della Redazione

L’edizione 2014

21 tappe, 3449 chilometri per entrare nella leggenda.

I

l Giro d’Italia 2014 promette spettacolo. Il percorso studiato da Rcs per la 97a edizione della Corsa Rosa, infatti,

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sarà un crescendo di difficoltà ed emozioni. Certo, come recita un vecchio adagio ciclistico, “la corsa la fanno i

corridori” e quindi occorrerà aspettare la starting list definitiva per capire il livello tecnico del Giro 2014. Tuttavia,


nonostante l’assenza di Vincenzo Nibali, brillante vincitore dell’edizione 2013, saranno al via alcuni ciclisti di valore assoluto (Quintana, Joaquim Rodriguez, Uran, Porte). Insomma, ci sono tutte le premesse per assistere ad un’edizione del Giro d’Italia avvincente. Il percorso La novità è la partenza al venerdì per permettere la disputa di tre tappe in terra irlandese (Irlanda del Nord e Irlanda) e avere a disposizione un

giorno per il trasferimento. Di fatto, con il riposo aggiuntivo dopo la terza frazione, al Giro 2014 non si correrà di lunedì. Non entro nell’annosa questione “perché disputare tappe all’estero, ignorando alcune regioni italiane?” Il conflitto “tradizione vs marketing” difficilmente troverà mai una soluzione ed è destinato ad inasprirsi in futuro. Venendo ad una breve analisi del percorso del Giro 2014, si può dire che si tratta di un tracciato equili-

brato, con possibilità per tutti i tipi di corridori. Gli organizzatori hanno programmato un’ultima settimana (sulla carta) pirotecnica, con il malcelato auspicio che la Corsa Rosa si possa decidere sulle rampe dello Zoncolan alla penultima tappa. Questo in estrema sintesi il percorso del Giro d’Italia (21 tappe per 3.449km): - 7 arrivi per velocisti - 5 tappe di media montagna - 6 tappe di montagna con 4 arrivi in salita - 2 cronometro individuali (1 cronoscalata) 1 cronometro a squadre

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1^ Tappa - Venerdì 9 maggio: BELFAST - BELFAST (21,7km - Cronometro a squadre) Partenza con una cronometro a squadre in terra nord-irlandese per il Giro 2014. Un tracciato di 21.1km che non dovrebbe generare distacchi troppo elevati nella generale. Sarà un percorso piuttosto veloce con poche curve secche e nessuna difficoltà altimetrica.

2^ Tappa - Sabato 10 maggio: BELFAST - BELFAST (218 km) Come da tradizione la prima tappa in linea del Giro è riservata ai velocisti. Fa sorridere il fatto che siano previsti ben 2 GPM, rispettivamente a quota 261 metri e addirittura 78 s.l.m. Finale già scritto con volatona di gruppo. Gli uomini di classifica dovranno fare solamente attenzione a evitare cadute e ventagli.

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3^ Tappa - Domenica 11 maggio: ARMAGH - DUBLINO (187 km) Dopo la due giorni a Belfast e dintorni, il Giro approda in Irlanda (dopo 75km di corsa). Anche l’arrivo di Dublino è dedicato alle ruote veloci.

4^ Tappa - Martedì 13 maggio: GIOVINAZZO - BARI (121 km) Dopo la tre giorni in terra irlandese e il lungo trasferimento di martedì, il Giro approda in Puglia per la terza tappa pianeggiante su tre in linea. Dopo una trentina di chilometri si entra a Bari, per un circuito che prevede 9 giri da 9.6km: ancora volatona. Un fattore da non sottovalutare sarà quello climatico. Tra Irlanda e Puglia potrebbero esserci una quindicina di gradi di differenza.

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5^ Tappa - Mercoledì 14 maggio: TARANTO - VIGGIANO (200 km) Ed ecco il primo arrivo in salita del Giro d’Italia 2014. Non si tratta di una tappa durissima, ma gli ultimi 5km di salita saranno certamente selettivi. Arrivo ideale per corridori veloci che tengono bene su salite inferiori ai 6-7km. Possibilità anche per le fughe da lontano.

6^ Tappa - Giovedì 15 maggio: SASSANO - MONTECASSINO (247 km) Ed ecco la prima “vera” tappa del Giro 2014: lungo chilometraggio e arrivo in salita a Montecassino. L’ascesa verso Montecassino non è particolarmente impegnativa (5% di media), ma servirà a tagliare dai giochi i velocisti puri. Possibilità per qualche fuga da lontano o per corridori in grado di imporsi in uno sprint con gruppo ristretto (30-40 atleti).

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7^ Tappa - Venerdì 16 maggio: FROSINONE - FOLIGNO (214 km) Altra tappa sopra i 200km, senza però delle particolari difficoltà altimetriche. Il Valico delle Somma si trova a oltre 40km dal traguardo e le squadre dei velocisti avranno tutto il tempo per riorganizzarsi e condurre la corsa allo sprint finale di Foligno.

8^ Tappa - Sabato 17 maggio: FOLIGNO - MONTECOPIOLO (174 km) Dopo 125km di saliscendi, i corridori affronteranno il Cippo di Carpegna, con gli ultimi 7km con pendenze attorno al 10%. Discesa di 18km e subito su verso le ultime due salite di giornata, spezzate da una brevissima discesa di 2km. Il primo tratto porta al Villaggio del Lago (9km al 7%), la seconda conduce al traguardo finale di Montecopiolo: 6km all’8% con tratto finale al 13%.

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9^ Tappa - Domenica 18 maggio: LUGO - SESTOLA (174 km) Dopo oltre 100km pianeggianti e il GPM di Sant’Antonio, si affronta una salita di media difficoltà come Rocchetta Sandri: 5km al 7%. Breve discesa e attacco della salita conclusiva di Sestola. Questa ascesa può essere divisa in tre tronconi: prima parte abbastanza pedalabile fino a Sestola, tratto impegnativo tra Sestola e Pian del Falco (4km al 9% con pendenza massima del 13%) e ultimi 3,5km molto facili.

10^ Tappa - Martedì 20 maggio: MODENA -SALSOMAGGIORE TERME (184 km) Dopo il secondo giorno di riposo i corridori affrontano la classica tappa di trasferimento che, salvo sorprese, dovrebbe portare al classico sprint.

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11^ Tappa - Mercoledì 21 maggio: COLLECCHIO - SAVONA (249 km) Tappa lunghissima con due GPM impegnativi. Uno dopo pochi chilometri (Passo Cento Croci), l’altro (Naso di Gatto: 8km al 7%) la cui vetta dista soli 30 km dal traguardo di Savona. Picchiata e ritorno a Savona, attraversata già prima della scalata al Naso di Gatto.

12^ Tappa - Giovedì 22 maggio: BARBARESCO - BAROLO (Crono Individuale - 41,9 km) La Barbaresco-Barolo, crono individuale di 41.9km, rappresenta il primo vero spartiacque del Giro 2014. La prima parte è tutta in leggera salita (400 metri di dislivello in 12.6km). Discesa abbastanza semplice verso Alba, tratto pianeggiante e arrivo ancora in saliscendi. L’ultimo tratto è in leggera salita.

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13^ Tappa - Venerdì 23 maggio: FOSSANO - RIVAROLO CANAVESE (158 km) Classica frazione dedicata a velocisti o attaccanti di giornata e vista l’altimetria, probabile penultima occasione di questo Giro 2014 per gli sprinter.

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14^ Tappa - Sabato 24 maggio: AGLIE’ - OROPA (164 km) A Crevacuore inizia la salita all’Alpe di Noveis: un’ascesa di 9km al 7,9% di pendenza media con punte al 16%. Dopo la discesa si sale verso il GPM di Bielmonte, con un breve tratto al 13% e un altro in contropendenza. La tappa si deciderà negli 11.8km che portano al Santuario di Oropa. I veri distacchi ci saranno negli ultimi 6km quando le pendenze saranno sempre tra il 7 e l’8%.

15^ Tappa - Domenica 25 maggio: VALDENGO - PLAN DI MONTECAMPIONE (217 km) Una volta giunti a Pian Camuno a 18km dall’arrivo, inizia la salita di Plan di Montecampione. Si tratta di un’ascesa lunga e con pendenze costanti. Gli ultimi 5-6 km saranno i più duri.

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16^ Tappa - Martedì 27 maggio: PONTE DI LEGNO - VAL MARTELLO (139 km) L’ultima, pirotecnica settimana di Giro inizia con un tappone. Sarà la costante di questi ultimi giorni di corsa. La Ponte di Legno-Val Martello, riproposizione della tappa del 2013 annullata per neve, presenta un dislivello mostruoso. Per fortuna arriva dopo un giorno di riposo, ma dopo due settimane di corsa le energie cominciano a scarseggiare. Pronti via e si scalano i 18km del Gavia. Discesa ed ecco la Cima Coppi del Giro 2014: il Passo dello Stelvio (quota 2758 metri). I 21.7km di salita con pendenza media del 7,2% e massima del 12%. Pochi i tratti in cui poter respirare. Discesa tortuosa e lunghissima e lungo fondo-valle che, presumibilmente, frenerà chi vuole attaccare già dallo Stelvio. Così, molto probabilmente, la tappa si deciderà su un’altra salita superiore ai 20km, quella della Val Martello. Si tratta di un’ascesa abbastanza costante tra il 6 e l’8% con un ultimo tratto al 9%. Insomma, tempo permettendo, la classica tappa destinata a fare la storia della Corsa Rosa.

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17^ Tappa - Mercoledì 28 maggio: SARNONICO - VITTORIO VENETO (204 km) Frazione di media difficoltà, adattissima alle fughe da lontano. Gli ultimi 60km, infatti, sono estremamente nervosi con continui saliscendi. In particolare, l’ideale trampolino di lancio verso l’arrivo di Vittorio Veneto sarà il Muro di Ca’ del Poggio (1km al 12% con punta del 19%).

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18^ Tappa - Giovedì 29 maggio: BELLUNO - RIF. PANAROTTA (VALSUGANA) (171 km) Con la Belluno-Rifugio Panarotta inizia la tre giorni decisiva del Giro 2014. Frazione dura che si deciderà sulle impegnative rampe della salita finale. Dopo il Passo San Pellegrino i corridori affronteranno un lungo tratto di discesa e falsopiano. Il Passo del Redebus presenta pendenze importanti ma è breve e lontano dal traguardo (scolllinamento a 50km dall’arrivo). Così, sarà la lunga e dura salita finale verso Rifugio Panarotta a decretare vincitore di tappa e distacchi nella generale. 15.8km con pendenza media dell’8% e due tratti al 14%. Dopo i primi 3km facili, la salita resta costante fino al traguardo. Chi ha gambe può fare la differenza.

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19^ Tappa - Venerdì 30 maggio: BASSANO DEL GRAPPA - CIMA GRAPPA/CRESPANO DEL GRAPPA (Cronoscalata individuale 26,8 km) La cronoscalata su una delle salite storiche del ciclismo dilettantistico promette spettacolo. Partenza da Bassano, 8km pianeggianti e su verso Cima Grappa. Salita lunghissima, con pendenze severe e pochissimi tratti in cui poter respirare. Una cronoscalata che ricorda molto quella all’Alpe d’Huez in un Tour di qualche anno fa. 26km che possono creare distacchi importanti.

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20^ Tappa - Sabato 31 maggio: MANIAGO - MONTE ZONCOLAN ( 167 km) Tappa breve, da resa dei conti finale, ma dalle difficoltĂ altimetriche impressionanti. Partenza da Maniago, la cittĂ dei coltelli, passaggio per San Daniele a approdo in Carnia. Qui inizia la vera tappa. Da Ampezzo si imbocca il Passo del Pura, salita inedita, estremamente dura. Dopo 3km semplici, i restanti 8 sono tra il 9 e il 13%. Breve discesa, approdo a Sauris ed ecco Sella Razzo, con un tratto finale dalle pendenze a doppia cifra. Dopo la lunghissima discesa ecco il Kaiser Zoncolan (versante di Ovaro). il vincitore di questa edizione riceverĂ la benedizione della folla assiepata nello stadio naturale situato negli ultimi km dello Zoncolan.

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21^ Tappa - Domenica 1 giugno GEMONA DEL FRIULI - TRIESTE (169 km) E’ la classica passerella finale, assolutamente meritata dopo le fatiche di un Giro estremamente impegnativo. Partenza da Gemona, transito lungo le dolci pendenze del Collio e circuito finale a Trieste. Volatona e festa finale per tutti

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Una cartolina autografata da Vincenzo Nibali per i lettori di Slow Economy

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di Antonio Maria Vasile - Assessore Marketing Territoriale, Rapporti Internazionali e Comunicazione Istituzionale Comune di Bari

Bari e il Giro d’Italia 2014

La prima tappa italiana sarà in terra di Puglia

I

l ciclismo ha un legame affettivo molto forte con Bari grazie alla storia cinquantennale di una famiglia di imprenditori alberghieri il cui decano, Vito Vasile, ha calcato la scena nazionale ciclistica da professionista negli anni '50/'60. Bari, dunque, è sempre stata una base privilegiata per tutti i campioni del ciclismo e per il mondo che ruota intorno alla Gazzetta dello Sport, organizzatrice del Giro d’Italia. Per il 2014 si è presentata la grande opportunità di ospitare la carovana rosa per la prima tappa italiana del 13 maggio e le istituzioni cittadine e regionali hanno risposto

Il Lungomare

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positivamente alle prime proposte dell’Assessore Vasile. La tappa partirà da Giovinazzo e, passando per Molfetta e Bitonto, arriverà a Bari dove effettuerà otto giri di un circuito cittadino di 9,6 km che contorna praticamente la più bella cartolina della città. I ciclisti correranno intorno alla penisola di Bari Vecchia, lo scrigno che racchiude

A sin. Antonio Maria Vasile alla conferenza stampa di presentazione di “Aspettando il Giro”


la Basilica di San Nicola, la Cattedrale, il Castello Normanno Svevo e le mille altre pregevoli testimonianze storico-architettoniche, costeggiando il fantastico lungomare e godendo dei profumi di un mare che condividiamo con la sponda balcanica. La città di Bari avrà la possibilità, per il tempo di percorrenza degli ottanta chilometri di circuito cittadino, di far assaporare ai tremila della carovana rosa, alle decine di migliaia di spettatori che arrivano da tutto il Sud, ma anche ai milioni di telespettatori mondiali la bellezza di un luogo magico che da anni è al centro di traffici tra oriente e occidente. Per noi si tratta di consolidare l’immagine montante di cui gode il brand Puglia nel turismo mondiale, ma anche di dare ulteriore slancio alla valorizzazione di prodotti tipici

Il Sindaco di Bari, Michele Emiliano, e la mascotte l’oliva Pasolina

della nostra enogastronomia, tradizioni, bellezze artistiche e architettoniche, artigianato e turismo ecosostenibile. Bari è la città moderna delle grandi infrastrutture, la città degli affari e dei grandi eventi, la città con una spiccata dimensione culturale, la città

del divertimento e delle mode giovanili, la città congressuale e incentive, una tradizione storica importante, una vocazione religiosa internazionale, una strepitosa gastronomia, 42 chilometri di costa ben attrezzata per la balneazione. Questo ricco menù ne fa la

Basilica di San Nicola

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città delle diverse tipologie di turismo che può vantare grandi attrattori come la Basilica di San Nicola, il Teatro Petruzzelli, il Castello Normanno Svevo, Bari Vecchia, un Sistema dei Piccoli Borghi marini (Santo Spirito, Palese e Torre a Mare) e storici (Loseto e Carbonara), strade e mercati dello shopping di brand fashion e di tradizione, il mare d’estate e d’inverno, una strepitosa enogastronomia, importanti tradizioni popolari.

Uno scorcio di Bari vecchia

Il maestoso interno del Teatro Petruzzelli

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Palazzo Mincuzzi

Via SparĂ no

Le imponenti mura del Castello Svevo

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