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ANNO 9 - NUMERO 31 - Marzo / Aprile 2023 anche su YouTube
Comune di Bari Progetto realizzato con il contributo della Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo Rurale
La grande storia dell’Olio tra Bari e Milano
www.pasquariellopubblicita.it

Slow Economy - Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo

Anno 9 - Numero 31 - marzo / aprile 2023 - Reg Tribunale in corso

Direttore Responsabile: Stefano Masullo

Direttore Editoriale: Saverio Buttiglione - Art Director: Daniele Colzani

FB: SlowEconomy - www.issuu.com/SlowEconomy - Youtube: Extra DiVino

3 ANNO 8 NUMERO 30 Dicembre 2022 Gennaio 2023 Co Progetto realizzato con contributo a Region Pug per lo Sviluppo Rurale anche su YouTube
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Ambasciatori di Puglia, col pane di Altamura speciale cibo DiVino tra Bari e Milano

Turismo ed Enogastronomia

Attualmente secondo l’ Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), il turismo enogastronomico è un segmento in forte ascesa e uno dei più dinamici all’interno del settore. Nella sola Europa sono circa 600mila le vacanze all’insegna dell’enogastronomia e oltre 20 milioni i viaggi che includono attività enogastronomiche Raddoppia in un anno il turismo enogastronomico in Italia. Oltre 110 milioni di presenze nel 2017, il doppio rispetto al 2016, motivate proprio dal turismo enogastronomico avendo superato in termini di spesa i 10 miliardi di euro

con un impatto economico stimato di oltre 12 miliardi (pari al 15,1% del totale turismo) per quanto riguarda gli acquisti legati all’agroalimentare da parte dei turisti che fanno vacanze in Italia. Il 43% delle presenze riguardano il turismo italiano (con 47 milioni di presenze), mentre il 57% il turismo internazionale (con 63 milioni di presenze). In base ad una ricerca condotta dalla World Food Travel Association, l’interesse verso le esperienze enogastronomiche è in forte aumento rispetto agli anni scorsi e ben il 92% dei turisti ha preso parte ad attività legate al food e al beverage negli ultimi due anni.

Per il 21% le attività gastronomiche hanno rappresentato il principale motivo di viaggio, mentre il 58% ha svolto la vacanza per partecipare ad esperienze enologiche, ossia legate al vino, alla birra e altre bevande alcoliche. Non solo l’interesse, ma anche la percezione della rilevanza di questo aspetto nella scelta della destinazione è cresciuta: il 58% considera oggi l’enogastronomia più importante rispetto a quando viaggiava 5 anni fa. Non è quindi un caso che il 69% degli intervistati dichiari che le proposte enogastronomiche di una destinazione siano

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Prof. Stefano Masullo

state da stimolo alla visita. Quando viaggiano, questi turisti ricercano una pluralità di proposte e attività innovative ed autentiche, come esperienze enogastronomiche nei ristoranti, visite guidate alle aziende agricole e alle cantine, festival ed eventi legati al cibo, al vino e alla birra, spesso abbinate ad altre esperienze (cultura, shopping, … ). La scelta quindi tende a ricadere su destinazioni che offrono un’offerta ampia e varia oltre che caratteristica del luogo. Ma l’interesse per l’enogastronomia non si esaurisce alla conclusione

della vacanza. Esperienze enogastronomiche soddisfacenti contribuiscono a rendere questi turisti sia più inclini a ritornare (75%) e raccomandare (81%) la destinazione visitata, che ad acquistare prodotti tipici una volta ritornati alla propria residenza abituale (59%).

Oggi il cibo non è più semplicemente una “fonte di sostentamento”, ma è un modo per stare bene, per divertirsi, per sperimentare, per stare in compagnia. Grazie alla crescente attenzione dei media sempre più persone si appassionano e ne parlano,

tanto da averlo reso un elemento pervasivo della vita sociale. Ma oggi cibo è diventato anche una moda e una tendenza; si pensi al fenomeno dei “foodies”, persone appassionate di cibo che amano collezionare esperienze gastronomiche. Nei soli Stati Uniti sono circa 44 milioni, mentre in Italia più di 10 milioni. È cresciuta anche la ricerca della qualità e della tipicità del prodotto, tanto da essere ritenuta oggi un fattore rilevante da ben l’87,6% degli italiani (dati Censis, 2015). La cultura enogastronomica è parte integrante di quella più ampiamente intesa. Il cibo e il vino sono espressioni di un territorio, della gente che vi vive e delle sue tradizioni e sono al contempo elementi di identificazione e di differenziazione rispetto agli altri. Essi, infatti, non sono solo elemento alla base del sostentamento dell’individuo, ma rappresentano anche strumenti di trasformazione culturale e antropologica. La stessa Organizzazione Mondiale del Turismo ha riconosciuto il turismo enogastronomico come parte del turismo culturale Lo sviluppo turistico oggi è contradditorio poiché genera al contempo processi di globalizzazione e di valorizzazione delle risorse locali. In un mondo sempre più aperto e globalizzato, il turista ricerca esperienze autentiche e locali: la presenza di bellezze artistiche e paesaggistiche di elevato pregio non rappresenta più l’elemento discriminante nel processo decisionale, il turista vuole avere la possibilità di entrare in contatto e conoscere la cultura e la comunità del luogo.

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In questo contesto, l’enogastronomia ha assunto una rilevanza che mai aveva avuto in passato. Sebbene un buon pranzo con prodotti locali abbia sempre rappresentato un elemento fondamentale nella vacanza, oggi il turista si mostra sempre più interessato ad andare oltre al semplice consumo dei prodotti tipici e aspira a conoscerne le origini, i processi e le modalità di produzione e, attraverso questi, il territorio, le vicende storiche, artistiche e sociali, la vita delle persone del luogo… L’enogastronomia è diventata uno “strumento” privilegiato; essa, infatti, racchiude e veicola tutti quei valori che il turista contemporaneo ricerca, ossia: rispetto della cultura e delle sue tradizioni, autenticità, sostenibilità, benessere psico-fisico ed esperienza

Sempre più la ristorazione passa da bisogno primario a prima motivazione di viaggio, soprattutto per i turisti stranieri.

Sempre più frequenti le richieste di itinerari enogastronomici, di visite a cantine o aziende di produzione agricola, ma anche a laboratori di trasformazione che mantengono in auge le tecniche tradizionali del territorio. Il turista grazie alle degustazioni dei prodotti locali scopre il territorio con le sue eccellenze e tipicità che lo rendono unico.

La gastronomia italiana, dunque, frutto dell’agricoltura e della produzione locale, sta assumendo un ruolo sempre più importante sia dal punto di vista economico che culturale. Tra le attività più praticate nel corso della vacanza da tutti i turisti, oltre il 13% sono legate a degustazioni di prodotti enogastronomici locali, mentre l’8,6% effettua acquisti di prodotti artigianali ed enogastronomici tipici del territorio. Il 6,6% dei turisti ama partecipare agli eventi enogastronomici durante il soggiorno.

Il legame profondo tra cibo, paesaggio e cultura , elementi distintivi dell’identità italiana va assolutamente enfatizzato e promosso a livello internazionale in quanto , la connessione tra le filiere dell’agricoltura e del turismo è una delle basi per uno sviluppo sostenibile del territorio, risulta quindi , quanto mai opportuno aprire a un profondo rinnovamento dei modelli turistici, anche in direzione della sostenibilità, dell’adattamento alle nuove tendenze della domanda e della qualità dell’accoglienza, per portare nuova ricchezza alle imprese ed alle comunità locali nazionali .

Gli elementi che soddisfano di più i turisti italiani e stranieri riguardano la qualità dell’offerta enogastronomica locale: dalla qualità del mangiare e del bere, alla qualità della ristorazione locale in particolare fino ai relativi costi .

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UltrasUoni nEl procEsso Di EstrazionE DEll'olio

Nuove tecnologie estrattive per far conoscere al consumatore consapevole dove viene raccolta l'oliva del nostro olio di Saverio Buttiglione

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Maria Lisa Clodoveo è Ricercatore Confermato e Professore Aggregato in Scienze e Tecnologie Alimentari presso il Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.È membro dell’Accademia dei Georgofili e dell’Accademia Na-

zionale dell’Olivo e dell’Olio. È divulgatore scientifico nonché componente del comitato scientifico della rivista internazionale Grasas y Aceites. È Fondatore e membro del Comitato Organizzativo del Centro di Studi sull’Olivo, l’Olio e le Olive da Mensa dell’Università degli Studi di Bari. È risultata vincitrice del

prestigioso Premio Antico Fattore 2015 dell’Accademia dei Georgofili. È Direttore dello Short Master in “Strategie produttive e di marketing per la valorizzazione dell’Olio Extra Vergine ad elevato valore salutistico”, organizzato dall’Università degli Studi di Bari in collaborazione con il Comune di Bitonto. I suoi interessi di ricerca si orientano verso lo sviluppo di impianti innovativi basati anche su tecnologie emergenti nel processo di estrazione dell’olio vergine di oliva. È autore e inventore di due brevetti nel campo dell’impiantistica olearia ed è autore di più di cento articoli scientifici, pubblicati su riviste nazionali e internazionali, principalmente focalizzate sullo studio delle tecnologie olearie. Nella Sala degli Affreschi dell'Università "Aldo Moro" di Bari, la dottoressa Clodoveo ha presentato il convegno OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA in collaborazione con

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Stefano Caroli Presidente frantoiani di Puglia

l’Associazione dei Frantoiani di Puglia (A.F.P.) rappresentati dal Presidente Stefano Caroli e con l’Unione Regionale Cuochi Puglia rappresentata da Chef Pasquale Fatalino. È la prima volta in assoluto che una Università, con un approccio bottom-up, intende realizzare una offerta formativa tagliata su misura per soddisfare i bisogni espressi dai produttori di olio extravergine di elevata qualità del territorio pugliese. Anche i professionisti della ristorazione hanno accolto con entusiasmo la sfida di diventare profondi conoscitori delle caratteristiche organolettiche che la biodiversità nazionale offre, anche per sperimentare le interazioni delle singole cultivar con le differenti matrici alimentari e tecniche di cottura. Lo Short Master, progettato in collaborazione con la dott.ssa Elisa Deblasi ed il dott. Alfredo Marasciulo, esperti di analisi sensoriale, è rivolto ai titolari di ristoranti, Chef, personale di sala, responsabili acquisti e consulenti della ristorazione. Il corso si realizza attraverso una serie di attività teoriche e pratiche con l’obiettivo di acquisire consapevolezza sul valore millenario dell’Olio Extravergine di Oliva di pregio e di comprenderne e comunicarne ai propri clienti il valore salutistico, nutrizionale ed organolettico di uno degli ingredienti principe del menù Mediterraneo. L’offerta formativa prevede anche un corso per assaggiatori diretto da un Capo Panel riconosciuto dal MIPAAF, alla fine del quale ogni partecipante avrà un attestato di idoneità fisiologica all’assaggio degli oli di oliva vergini“. È necessario un cambio di para-

digma nel mondo della cultura dell’olio. Molti ristoratori acquistano il prodotto informandosi solo sul prezzo, poiché l’olio, considerato una commodity, non rientra nelle voci di spesa pagate dal cliente. Il che spiega come mai piatti eccezionali siano bistrattati da oli difettosi. Un piatto che richiama i valori di autenticità di un territorio non deve essere condito da un olio proveniente da altre aree

geografiche che viola, di per sé, il concetto di tipicità. Anche il consumatore deve essere educato. Nessuno di noi accetterebbe a tavola una bottiglia d’acqua smezzata o un vino già in parte consumato dai clienti del tavolo accanto. Eppure, nel caso dell’olio, purché sia gratis, accettiamo di tutto, oliere anonime, bottiglie unte, rabboccate, provenienza e qualità incerta!” queste le riflessioni della Prof.

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ssa Maria Lisa Clodoveo, Direttore dello short master. La giornata di presentazione, intitolata “Sapori di Saperi”, aperta dai saluti istituzionali del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, prof Antonio Uricchio, del Direttore del Dipartimento di Scienze Agro Ambientali e Territoriali (DISAAT), prof. Giacomo Scarascia Mugnozza, del Direttore del Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e tutela dell’ambiente – Regione Puglia, Prof Gianluca Nardone, del Presidente AFP - Associazione Frantoiani di Puglia, Sig. Stefano Caroli, e del Presidente Unione Cuochi Puglia della FIC, Michele D'Agostino.

I dettagli tecnici ed organizzativi del master sono stati al centro dell’intervento della Prof.ssa Maria Lisa Clodoveo, del prof. Bernardo De Gennaro, del Prof. Salvatore Camposeo. Le conclusioni affidate al prof. Carlo Franchini, Delegato ai Master Universitari, Corsi di Perfezionamento e Alta Formazione dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. L’evento è patrocinato dall’Accademia dei Georgofili, sezione sud-est, dall’Accademia Pugliese delle Scienze, Dall’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio, dallo spin-off Med&Food, dall’Associazione culturale Passione Extravergine e da Olivehealth. Per informazioni si può contattare la dott.ssa Maria Lisa Clodoveo (marialisa.clodoveo@uniba.it) Centro di Ricerca sull’Olivo, l'Olio e le Olive da Mensa - Dipartimento di Scienze Agro Ambientali e Territoriali - Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

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Maria Lisa Amirante Clodoveo ricercatrice dell'Università di Bari

pUglia campionE DEl monDo DEll'olio Extra VErginE D'oliVa

Una regione che merita una fiera internazionale sull'EVO.

L'Olio Extravergine d'Oliva è indubbiamente il miglior testimonial della Puglia nel mondo di Saverio Buttiglione

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La Puglia nonostante la Xjlella batterio portato da piante ornamentali estere che viene inoculato sugli ulivi dalla mosca sputacchina è ancora la zona di più alta produzione d’Olio vantando ben 60 milioni di piante, molte centenarie ed alcune millenarie. Nel rispetto del consumatore consapevole, affinchè possa

scegliere l’EVO che più gli aggrada per costo e qualità, va però posta attenzione sia nelle indicazioni in etichetta dell’origine delle olive favorendo l’integrazione coi territori di appartenenza, accompagnando i giovani nel post laurea, facendo accedere all'alta formazione accademica anche i diplomati e non solo, per una complessa

operazione culturale come quella che abbiamo svolto con l’Associazione Extra DiVino lo scorso anno a Shangai, dove la cultura dell’olio era sconosciuta ed ancor di più il territorio della Puglia. coprendo così tutta la filiera dell'Olio, dalla produzione al marketing. Importante incontro a tal fine ho avuto all'Università del Salento col prof. Francesco Paolo Fanizzi, che col suo staff è stato più volte interpellato da aziende americane perchè utilizza un innovativo metodo di tracciabilità dell'Olio utilizzando la RMN (Risonanza Magnetica Nucleare. Ma la mia storia d'incontro con EVO nasce da quando ho raccolto il testimone dal milanese (per stima nei miei confronti ma forse semplicemente perchè sono pugliese) Cino Tortorella (attore, autore e regista RAI e Mediaset ma sopratutto giornalista enogastronomo già direttore del magazine "Gran Gourmet", iniziato all'amore per il gusto in tavola dall'attore Aldo Fabrizi in via Veneto a Roma, che gli insegnò a saper scegliere a tavola, fondamentale per la salute degli attori che son costretti a vivere viaggiando) il quale a sua volta aveva ricevuto

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Il personaggio televisivo Cino Tortorella grande sostenitore dell'olio pugliese

questo testimone in una ipotetica staffetta dal grande Luigi Veronelli. Ancor giovane Cino fu portato da Veronelli in Puglia a bloccare nel porto di Monopoli una nave con Olio taroccato e convocò la stampa e le TV facendo distribuire a tutti "vero olio extravergine d'oliva" su fette di Pane di Altamura. Non ne scrisse nessuno tranne il New York Time e solo dopo mesi il quotidiano La Repubblica ne riprese la notizia. Tortorella amava il cibo pugliese e l’olio in particolare ma deplorava il fatto che fossimo carenti in promozione e marke-

ting spesso svendendo il nostro olio alle multinazionali invece di imbottigliarlo e venderlo ad un prezzo adeguato. Una volta in un ristorante pugliese si è alzato e mi ha invitato ad andar via perchè l'Olio in tavola era in un'anonima brocca di vetro, ricordandomi che per esempio sul Lago di Garda ogni ristorante espone orgogliosamente eleganti bottigliette di EVO del Garda. Tortorella veniva spesso in Puglia a stimolare i produttori di olio, 4 anni fa alla soglia dei 90 anni venne da solo in auto da Milano per convocare

una riunione ad Andria e mi chiese di raggiungerlo in un ristorante di quella cittadina la sera non appena arrivato a mia insaputa. A lui anch’io sollecitato a questo problema lo stesso anno sono andato a Bruxelles ad incontrare l'amico prof. Paolo De Castro, già Ministro alle Politiche Agricole e poi Presidente della analoga Commissione Europea, per intervistarlo televisivamente sull'ottima notizia dell'obbligatorietà in etichetta della zona di raccolta delle olive oltre a quella di molitura. Più recentemente ho voluto all'annuale Evento Extra DiVino al Fortino Sant’Antonio di Bari il prof. Francesco Schittulli, oncologo e Presidente della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, a relazionare sui benefici antiossidanti ed anche antitumorali che derivano da questo ottimo ed antichissimo prodotto della natura, evidenziando che oltre che buono il nostro prodotto testimonial della Puglia fa anche bene alla salute. La LILT ha scelto proprio una bottiglia di extravergine d’oliva per le sue campagne di prevenzione, è importante sapersi nutrire con una dieta ricca di frutta fresca, di verdura e povera di grassi, qual è la Dieta Mediterranea, come sempre “regina della prevenzione”. Non a caso, infatti, nel 2010 è stata riconosciuta dall’ UNESCO “patrimonio immateriale dell’umanità” e la LILT, con la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica, ne condivide e ne celebra l’eccellenza e i valori. Il tutto, avuto

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particolare riguardo all’elemento principe della dieta mediterranea, nonché simbolo della SNPO: l’olio extra vergine di oliva. Anticamente definito “oro verde”, è oggi più che mai “prezioso” per le sue qualità protettive nei confronti dei vari tipi di tumore, grazie alle sue indiscusse caratteristiche nutrizionali ed organolettiche. Con estremo piacere non potevo quindi che scegliere la Masseria Brancati di Ostuni dove Corrado Rodio custodisce antichi Ulivi, ancora viventi e produttori, nati prima di Gesù Cristo, come hanno stabilito i tecnici dell'Università analizzando le radici col carbonio14, ed in questa location fra il frantoio del 1800 e quelli ipogei sotterranei del medioevo e degli antichi romani, ho presentato la kermesse Extra DiVino OLITALY 2020.Tornando all’esperienza accademica del ricercatore dell’Università di Lecce prof. Francesco Paolo Fanizzi parliamo della Risonanza Magnetica Nucleare. E’ possibile fotografare gli alberi di ulivo nel loro contesto naturale? Si nei paesaggi di Puglia e Toscana per esempio li troviamo spesso in immagini spettacolari. E l’Olio Extra Vergine (EVO) che da essi si ottiene possiamo fotografarlo? La risposta a questa domanda non è semplice. Significa forse fotografare la bottiglia che lo contiene e magari catalogarne il colore o il grado di trasparenza che lo contraddistingue. Si può pensare di fare delle analisi specifiche che accompagnino la fotografia della bottiglia e servano a chiarire se si tratta di un extravergine o di un olio di minor valore. Ma il punto è se si può fotografare un olio nel suo contesto naturale, ovvero se si può certificarne la sua provenienza geografica. Al momento non esiste uno specifico regolamento della Comunità Europea che obbliga all'etichet-

tatura con l’indicazione di origine geografica dell’origine delle olive molite. La stessa Comunità Europea non ha ancora chiarito come dirimere le controversie in caso di contestazione sull’autenticità dell’origine dichiarata. Solo per gli extravergini di origine protetta esistono delle procedure di certificazione che legano il prodotto ad una determinata area geografica. Anche in questo caso comunque la garanzia è solo su base cartacea. Non ci sono metodi scientifici ufficialmente riconosciuti dalla Comunità Europea (e neppure dalla legislazione italiana) per dirimere le controversie in caso di contestazione. E’ per questo che molti chimici che si occupavano di alimenti ma anche di tutt’altro hanno cominciato una ventina d’anni fa ad analizzare campioni di olio con la risonanza magnetica nucleare (NMR dall’inglese Nuclear Magnetic Reserche). Questa tecnica oggi nota per le immagini che riesce a dare delle parti molli del corpo umano ma nata proprio

per fotografare le molecole. E così anche all’olio extravergine d’oliva possiamo oggi assegnare una carta di identità con tanto di foto, utilizzando qualche decina di microlitri d’olio. Esattamente come avviene per l’identificazione delle persone che è passata dalla descrizione sommaria dei lineamenti del volto nei passaporti rilasciati prima dell’avvento della fotografia al passaporto elettronico con foto a colori e chip contenente tutti i dati dell’individuo a partire dalle sue impronte digitali. Ed esattamente come fa la polizia a riconoscere qualcuno analizzando una banca dati di foto segnaletiche si possono riconoscere gli oli e la loro provenienza dalle loro fotografie molecolari. Queste fotografie o "profili metabolici" si ottengono con la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare e rappresentano l'insieme di tutte le molecole che contiene un olio. Proprio tutte, non solo quelle che si cercherebbero con le classiche analisi di laboratorio. E così, come

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in una fotografia, dopo anni ci si può accorgere di un dettaglio trascurato anche in uno spettro di risonanza magnetica di un olio si può esaminare, dopo anni qualsiasi dettaglio, qualsiasi molecola di interesse. I profili metabolici ottenuti con gli spettri di risonanza magnetica nucleare sono caratteristici non solo delle cultivar delle olive utilizzate per produrre un olio ma anche dell'ambiente in cui quelle cultivar sono cresciute Olive coratine coltivate in Toscana producono un olio diverso da quelle della stessa cultivar coltivate in Puglia perché risentono delle cosiddette "condizioni pedoclimatiche diverse” (crescono in un clima ed in un terreno diversi). Ciò esattamente come nel caso di due gemelli omozigoti che pur avendo lo stesso DNA avranno plasma o urine diversi se seguono diete diverse. Immaginate le differenze tra la "fotografia" di un olio spagnolo, greco o tunisino ed uno italiano. Saranno dovute non solo a cultivar diverse ma anche ad effetti

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A lato, il Prof. Francesco Paolo Fanizzi. Sotto, la piattaforma di metabolica dell'Università del Salento. Spettrometri NMR 400 (a sinistra) e 600 (a destra) MHz
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pedoclimatici diversi. Le differenze sono tutte facilmente evidenziabili e costruendo delle banche dati o "album fotografici" di tali oli sarà anche semplice verificare a quale album può appartenere la "fotografia" di un olio incognito. Le "fotografie" dell'olio ovvero i profili metabolici che si ottengono utilizzando la spettro-scopia di risonanza magnetica nucleare sono come le moderne foto digitali, ad altissima risoluzione. Altre tecniche spettro scopie, magari più comuni e disponibili, danno risultati molto meno soddisfacenti, proprio come avveniva con le prime macchine fotografiche digitali a bassa risoluzione. E veniamo al dunque, l'Italia è il secondo produttore al mondo di olio extravergine di oliva e la produzione è essenzialmente concentrata nel mezzogiorno in Puglia, Calabria e Sicilia che da sole producono circa il 90% del totale (la Puglia è prima con circa il 40%).

Nel nostro paese gli elevati livelli di import (l'Italia è primo importatore al mondo di extravergine) ed export (siamo i secondi esportatori al mondo dopo la Spagna) rendono necessaria la tracciabilità del prodotto 100% italiano per la difesa degli interessi di produttori e consumatori. Il problema della tracciabilità dell'olio di oliva extravergine italiano e della sua autenticità è stato sollevato recentemente in una famosa serie di vignette del New York Times in cui si denunciava che su dieci bottiglie di olio italiano presenti sul mer-cato solo tre, forse, lo erano davvero. Gli Stati Uniti di America, i maggiori clienti extra UE dell’Italia per olio di oliva extravergine, hanno fatto rilevare una domanda interna per questo prodotto che ha superato quella della Grecia e che è in continua crescita. Metodi analitici basati sulla risonanza magnetica nu-

cleare (NMR) e analisi statistiche sono stati messi a punto ormai da tempo, anche presso l'Università del Salento nel gruppo di Metabolomica del Professor Francesco Paolo Fanizzi ordinario di Chimica Generale ed Inorganica ed utilizzati per identificare la qualità e l'origine geografica dell'olio extravergine. Proprio dagli USA una importante Compagnia di import ne ha chiesto il supporto per analizzare gli extravergini mondiali prima di acquistarli. I risultati ottenuti in Puglia, in particolare anche su oli extra vergini venduti come italiani sul mercato americano, sono stati sottolineati anche in occasione della polemica suscitata dal New York Times. In una mail in dirizzata all'autore delle vignet-te satiriche sulla autenticità dell'olio extravergine italiano si evidenziava che i metodi per risolvere i problemi di corretta attribuzione dell'origine geografica non solo

esistono ma sono già pubblicati da tempo nella letteratura scientifica e si possono usare (se si vuole). Il vignettista del New York Times rispose con un tweet dicendo di aver ricevuto dall'Italia mail che parlavano di risonanza magnetica nucleare ma di essere, appunto, solo un vignettista. Il Governo Italiano ha accolto l'ordine del giorno del MSS (ODG 9/01864A/008) che prevede la creazione di una banca dati per confrontare le produzioni di olio extravergine di oliva su tutto il territorio nazionale utilizzando nuove tecnologie. Questi moderni metodi si basano sulla NMR (spettroscopia di risonanza magnetica nucleare) e sono complementari alle analisi convenzionali attualmente previste dai regolamenti dell'UE. Gli stessi metodi possono essere applicati anche per altri prodotti per tutelare traccìabilità ed origine in campo agroali-mentare.

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OLITALY Extra DiVino

Sono anni che il dott. Luigi Caricato a Milano organizza il Festival dell’Olio con la sua benemerita OlioOfficina, con esperti del settore, media

influencers, stake holders e con aziende produttrici sia di olio che dei suoi derivati come per esempio i cosmetici a base di olio d’oliva. Questa primavera il festival è stato realizzato nello storico Palazzo delle Stelline e noi vi abbiamo partecipato insieme all’economista docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano prof. Francesco Lenoci. L’edificio sorge sul luogo dell’antico convento benedettino di Santa Maria della Stella nel centro di Milano, soppresso da San Carlo Borromeo e trasformato nel 1578 in sede dello “Spedale de’ Mendicanti”. La costruzione dell’attuale complesso voluto da Federico Borromeo ha inizio

nel 1585 ed il nucleo centrale è costituito dal cortile maggiore che ha forma rettangolare (undici per tredici campate) articolato su due livelli: un portico costituito da colonne doriche sormontate da archi a tutto sesto a piano terra ed un loggiato ad archi e pilastri al primo piano. Nella seconda metà del Settecento l’edificio viene adibito ad orfanotrofio femminile e nel 1844 la corte centrale viene affiancata da due cortili minori. Attualmente questo complesso di notevole valore artistico è sede della Fondazione delle Stelline ed ospita convegni e mostre. Il parco annesso al palazzo

sorge sui celebri “Orti di Leonardo”, terreni a vigneti che Ludovico il Moro avrebbe donato a Leonardo da Vinci per ricompensarlo dei numerosi lavori da lui realizzati per la corte ducale durante il suo soggiorno milanese. Fra le aziende presenti opera nel settore oleario con le monocultivar Chiacciola, Vargnano e Correggiolo il Palazzo di Varignana costruito nel 1705 a sud set di Bologna, Villa Teresina fondata ad Avola in provincia di Siracusa da Sebastiano dell’Arte ed ora condotta dall’avvocato torinese suo figlio Salvo dell’Arte col prodotto “Eliana” come pure la lucchese “Filippo Berio” attiva dal 1867. Di ritorno a Bari intervistiamo l’assessore della Regione Puglia alle Risorse Agroalimentare Donato Pentassuglia in partenza per il VINITALY a Verona, finalmente in presenza dopo la pandemìa, dove da anni l’olio d’oliva è ospitato nel padiglione SOL come abbiamo testimoniato in TV con le nostre telecamere,

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Saverio Buttiglione

quasi a complemento del principale protagonista che è comunque il Vino. E’ per questo motivo che già nel 2019 abbiamo iniziato a programmare una Fiera dell’Olio di livello internazionale da tenersi in Puglia, tra Taranto e Bari, col nome OLITALY Extra DiVino, perché questa Terra è vocata a questo antico prodotto coi suoi sessanta milioni di alberi d’oliva. Purtroppo proprio a causa della pandemìa abbiamo dovuto rinviare la prima edizione sia nel 2020 che nel 2021 ma ora abbiamo un accordo anche con la Regione oltre che con la BCC di San Marzano per svolgerla nel prossimo settembre, quando oltre agli incontri B2B fra produttori e buyers stranieri questi ultimi saranno anche accompagnati a visitare il territorio pugliese ed alcune delle aziende che saranno presenti in fiera coi loro stands. Questa l’intervista fatta all’assessore regionale Pentassuglia:

“Donato Pemtassuglia lei in veste di assessore della Regione Puglia alle Risorse Agroalimentari sta per partire per Verona al Vinitaly finalmente in presenza dopo 2 anni di

pandemìa, fiera internazionale molto importante anche per la Puglia visto che ormai da anni sono presenti più di cento etichette del nostro territorio e poi a maggio si prosegue con Cibus a Parma per arrivare a settembre con Olitaly Extra DiVino in Fiera del Levante, quali sono i programmi dell’assessorato che lei dirige?”

Intanto di stare a fianco delle imprese perché sono le imprese che fanno grande Verona così come tutte le altre importanti fiere dell’agroalimentare e la tradizione che si è creata è frutto di una lungimiranza molto importante, anche per l’olio pugliese e per quanto riguarda il vino tutelando e valorizzando la qualità dei nostri vitigni autoctoni alcuni dei quali come per esempio il Negramaro ed il Primitivo sono diventati famosi in una vetrina mondiale dopo 2 anni di pandemìa che tuttora persiste ma dobbiamo ricominciare a vivere anche coi rapporti non solo digitali ma vis a vis in presenza B2B perché gustare di persona le fragranze dei prodotti agroalimentari è sostanziale per i grandi compratori internazionali. Ricordiamoci che il vino e l’olio extravergine d’oliva sono i nostri più importanti testimnonials, direi quasi delle icone di qualità della regione

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Puglia. Noi come assessorato stiamo facendo un lavoro direi importante e sostanziale di incoming sui buyers e stake holders per portarli in Puglia a vedere il territorio dove queste eccellenze vengono prodotte, perché sono il risultato di un ambiente unico e sano con una storia ed una tradizione molto antica, in un contesto

anche architettonico, basti pensare alle nostre masserie, per creare anche un ulteriore slancio al turismo con un aumento di economia indotta.

“Per concludere non posso che chiederle, facendo riferimento ad una situazione che definire critica è un eufemismo essendosi aggiunta alla pandemìa anche la guerra

in Ucraina, visto che le aziende di pasta che per la Puglia sono un altro fiore all’occhiello e che sono in grave difficoltà nell’approvvigionamento di grano che veniva importato da Russia e Ucraina, ci sono delle nuove strategie per quanto riguarda la coltivazione di frumento in Puglia?

Certo e non solo, la nostra filiera agroalimentare è molto forte anche se purtroppo c’è stato in passato un processo di abbandono di terreni importanti e quindi la battaglia che sto facendo in questi giorni consiste non solo recuperare alla coltivazione quei terreni e tutte le aree abbandonate dei Comuni che ho infatti sollecitato a inserire nella banca dei terreni regionale così come con ISMEA abbiamo chiuso il bando per mettere a disposizione anche i terreni dell’Ente ma comunque lascio alla capacità degli imprenditori di fare il loro buon lavoro di intrapresa scegliendo la materia prima da coltivare,

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OliO PantaleO Always. For all.

We take every possible care of our secular olive trees. They are our patriarchs and give us harmonic and fruity oil every year. We will never abandon them.

We are so eager for the future that we have planted thousands of olive trees that are intensively grown with highly - mechanized methods. They are very productive young plants ensuring more oil for all.

Olives are like our sisters. We have them travelling comfortably to the mill, so that they do not get scratched. We care so much about the oil they contain that we do not want to lose all the good there is.

Our mill is a blend of ancient and new features, but behind our equipment, we are always there, following every stage, ready to get all possible nutrients, flavours and perfumes of oil from each and every olive.

Seeing oil flowing out is a moment of great celebration for us. Just imagine these intense fragrances: every time such a variety is wonderful. We never stop working, but each and all of us taste it to test all its goodness.

We take every possible care also when packing it, because quality extra virgin olive oil must be protected from the traps of light, air and temperature. This is why we dress it well: to keep each fragrance unaltered. Eventually, here it is: our “Selezione Oro” bottle, 100% Italian extra virgin olive oil, versatile and fit for every use, ideal both raw and cooked. We will not add anything else, we do not want to be biased. You can simply experience it firsthand and discover it. What are you waiting for?

www.pantaleo.it

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www.pantaleoagricoltura.it
Drawing byi Doriano Strologo

perché nemmeno il mais e tutti i cereali che servono agli allevamenti, è inutile sottolineare il contributo della Puglia alla produzione di latte e dei suoi derivati, è coltivato qui ma viene anch’esso in larga parte importato, quindi tutto il processo produttivo va ripensato e pertanto stiamo lavorando com’è ovvio su più fronti. Lavorando a fianco degli imprenditori stiamo anche cercando di evitare che il tema delle fonti energetiche alternative e rinnovabili come quella solare venga ad occupare i terreni agricoli. A tal fine dobbiamo recuperare il più possibile altre aree come quelle dismesse perché tutto il resto a vocazione agricola compresa l’area del Salento flagellata dalla Xjlella deve far parte di una utilizzazione razionale, certamente secondo le regole di mercato ma se il tema dei temi è oggi la sostenibilità ambientale mi permetto di aggiungere, visto che la ricaduta degli investimenti è sulle imprese agricole e sui lavoratori, anche la sostenibilità economica, perché in sua assenza, ecco perché ho combattuto una decisa battaglia sul “giusto” prezzo del latte, la gente invece di investire dismette le aziende con ulteriore abbandono e questo non lo possiamo per nulla né pensare né attuare, quindi dobbiamo lavorare tutti insieme perché ci sia produzione qualificata e sostenibile.

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Fare rete, il Capitale Relazionale nel marketing

Economista docente di metodologie e determinazioni quantitative d’Azienda all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dottore commercialista, docente in masters bancari e finanziari, autore di 36 pubblicazioni edite dal Sole24Ore e IPSOA, fra le quali il “Nuovo bilancio integrato” terminale della comunicazione finanziaria sul business e sulla sostenibilità, che propone l’inserimento nei bilanci di variabili immateriali dei brands come storia, impegno sociale ed ambientale, presidente onorario dell’Associazione Pugliesi a Milano e testimonial promotore dell’immagine dei brands della moda e dell’enogastronomia della sua Martina Franca in Puglia. Professore se ne deduce che forte è il suo legame con la città ducale che domina la Valle d’Itria costellata di trulli, ulivi, vigneti e masserie. Sono andato via da Martina Franca nel 1977 per frequentare l’Università a Siena, poi ho fatto un anno di militare a Cagliari, quindi sono andato a Milano per 3 anni alla fine dei quali avrei deciso il mio futuro. Diventato manager in una multinazionale ho deciso di restare per altri 3 anni nella società di revisione dell’albo speciale della Consob “Arthur Andersen” e così sono rimasto definitivamente nella città meneghina.

Tuttavia il legame con Martina Franca non si è mai interrotto,

lei ci torna ogni volta che può per le ferie. Come cantava Domenico Modugno la lontananza è come il vento, spegne i fuochi piccoli ma accende quelli grandi. Verga nei Malavoglia scriveva “per ogni uccello il suo nido è bello” e questo vale anche per me in maniera incondizionata.

Lei come vede il futuro dell’imprenditoria della sua terra d’origine a cominciare dal settore tessile/abbigliamento che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante con brands che sfilano dal Pitti di Firenze ai Fashion Weeks milanesi ?

Gli imprenditori martinesi e pugliesi in genere devono ben capire una cosa strategicamente importanteCome nello sport di squadra, e le aziende sono una squadra, i campionati si vincono in trasferta, perciò va anche bene che nuove iniziative di comunicazione vengano realizzate nei luoghi di produzione, ma se eventi importanti vengono fatti in altri territori hanno una valenza, doppia, tripla, quadrupla. Per spiegarmi meglio dico che è importante che il nostro cavallo murgese e l’asino dalle lunghe orecchie tipico di Martina Franca vengano esposti nella Fiera di Verona, che le aziende della moda come Berwich, Tagliatore, Lerario, Tardia espongano al Pitti oppure Rossorame a Milano Fashion Week, che le aziende enogastronomiche

partecipino al Cibus di Parma, al Tuttofood di Milano e al Vinitaly di Verona come all’incredibile Salone del Mobile di Milano che coinvolge non solo la Fiera di Rho ma tutte le vie e piazze della città meneghina, infine che si vada a creare eventi, come alcune aziende pugliesi già fanno, anche a Parigi, New York o nella lontana Korea. Fuori casa tutto ha una valenza maggiore, questo in termini tecnici si definisce “capitale relazionale”, che è stata la fortuna di Martina Franca nel ‘700 quando, per esempio, i nostri imprenditori avevano relazioni con tutto il mondo esterno. Ci siamo abituati alla globalizzazione digitale via internet ma la presenza fisica è sempre imprescindibile. La mia cittadina aveva le “neviere” dove d’inverno si raccoglieva la neve e poi si vendeva il ghiaccio ed i gelati come i nostri famosi sorbetti dalla Sicilia a Napoli. La stessa cosa facevano i nostri sarti, i “cappottari” che vendevano i loro cappotti dappertutto in Italia. Oggi è giunto il momento di rimettere in primo piano queste relazioni esterne commerciali aggiungendo lo sforzo di farlo unendosi in rete.

Quindi professore, se è così cruciale aprirsi al mondo esterno non solo via internet, suppongo sia per lei importante anche l’emigrazione dei giovani cervelli per studiare o fare esperienze lavorative fuori della

Buttiglione Focus
Saverio
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Puglia, con la speranza di un loro rientro per mettere a frutto il Know out acquisito. È la cosa più importante che ci sia creando reti di collegamento. Se si crea una rete intorno a qualunque evento significativo i risultati sono assicurati. Faccio un esempio addirittura in campo religioso. Cupertino è gemellata con Copertino nel nome di San Giuseppe da Copertino, che da ragazzo entrò cappuccino proprio nella mia Martina Franca, da dove però i monaci lo cacciarono con l’accusa di “buono a nulla”. Ne ha sofferto per tutta la vita, probabilmente se ha cominciato a volare come dice la sua storia di fede è perché voleva dimostrare a sé stesso di non essere affatto un inconcludente buono a

nulla. Protettore degli studenti in estasi si alzava in volo e compiva miracoli, perciò da martinese innanzitutto gli chiederei scusa per quella cacciata. Ho visto un bel film su di lui con la partecipazione anche del grande attore Aldo Fabrizi. Ora il Santo è sepolto ad Osimo altra città che si potrebbe gemellare creando un percorso in suo onore e ricordo che diventerebbe di risonanza mondiale, e sappiamo bene cosa comporta per i territori il turismo religioso.

Da ciò che lei dice capisco che per ottenere un marketing territoriale efficace al fine di promuovere le imprenditorie locali sui mercati esterni andrebbe fatta una analisi swot sul territorio enfatizzando poi

nella comunicazione le valenze positive mettendole anche in rete fra loro. Il mio amico e mentore Cino Tortorella, noto come il Mago Zurlì che ha inventato e poi condotto lo “Zecchino d’Oro”, in realtà autore e regista di decine di trasmissione RAI e Mediaset e ambasciatore UNICEF, nella Borsa Internazionale del Turismo nella sua Milano declinò il significato di VIP in very important pugliesi tanto era il suo amore per la Puglia, immaginando un progetto che raccontò alle autorità regionali pugliesi. I turisti nei porti ed aeroporti della Puglia andrebbero accolti cartonati a misura d’uomo (oppure meglio se tridimensionali fatti in cartapesta dai maestri cartapestai del famoso carnevale di Putignano) raffiguranti le famose celebrità di origine pugliese come Adriano Celentano, Silvester Stallone, Teo Teocoli, John Turturro, Valter Chiari, una bella idea. Lei comunque professore pensa che le dinamiche politiche ed imprenditoriali possano e debbano incidere di più nel creare reti e buona comunicazione al fine di un maggior sviluppo del territorio ? Certo che possono e devono farlo, come dicevo prima la carta vincente è il capitale relazionale, noi abbiamo premiato in una kermesse nazionale i migliori imprenditori d’Italia ma purtroppo dalla mia Martina invece che i titolari d’azienda sono intervenuti i loro dirigenti ma non funziona così, quando in un evento ad alta risonanza mediale vengono i proprietari, i soci, gli amministratori delegati delle aziende e noi li mettiamo nell’occasione di un premio prestigioso con altre 250 persone del loro stesso livello

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e responsabilità, gli basta una parola, un’intesa per realizzare con gli sviluppi successivi il fatturato che fanno in un anno con grandi sforzi, sacrifici e risorse. Faccio l’esempio della couture “Christian Dior” che in piena pandemia ha scelto di far sfilare, con un massiccio intervento delle tv e media mondiali, la sua nuova collezione nella piazza barocca di Lecce. Il segreto è che la stilista di Dior è di Tricase in provincia di Lecce, le lussuose scarpe Dior sono realizzate nel Salento, perciò questo evento mondiale è stato possibile perché ha ben funzionato il rapporto relazionale, col risultato di un’enorme promozione per Lecce. Inoltre tutti i negozi di Dior nel mondo sono illuminati per le feste dal salentino “Mariano Light” di Corigliano d’Otranto. Mariano Light faceva a Milano le luminarie natalizie davanti la Rinascente, quest’anno le hanno fatte nella villa di Martina Franca, io e tutti lo abbiamo apprezzato, ma non a Milano e questo, come ho detto anche a loro, è un errore blu come si sottolinea a scuola. Comunque dato che Mariano Light ormai illumina in tutto il mondo le aziende pugliesi dovrebbero relazionarsi con questa eccellenza, creare una rete e chiedere di accompagnarli coi loro prodotti, per esempio quando illuminano a Shangai

portare anche il capocollo di Martina Franca, i taralli della Val d’Itria, gli abiti prodotti qui e se possibile pure i famosi asini unici al mondo per genealogia. Un volta al Pitti Uomo di Firenze un brand di Martina Franca nel suo stand ricreò la nostra basilica di San Martino ed ai visitatori e buyers offriva il nostro dolce speciale, il bocconotto alla crema, fu uno strepitoso successo.

Ho in mente imprese della moda come Brunello Cucinelli che nei suoi cashmere inserisce un microchip con

Qcode attraverso il quale è possibile vedere tutta la filiera produttiva di ogni capo sin dalla stalla di allevamento delle pecore per arrivare al borgo medievale di produzione finale da lui restaurato con anche un teatro, oppure Diego Della Valle della TOD’s che ha restaurato il Colosseo creando però uno stabilimento di scarpe nuovo

proprio ad Arquata dopo il terremoto, secondo lei nel fare impresa quanto è importante creare al contempo dinamiche politiche sociali, una cosa che ad Ivrea Adriano Olivetti già fece negli anni sessanta creando scuole e mense per i suoi operai ed impiegati ? In tal senso i margini di manovra sono enormi se non si guarda al puro profitto immediato ma a quello futuro, infatti io sono da sempre convinto che il miglior sistema era quello che avevamo introdotto nel Rinascimento, nel senso che gli imprenditori illuminati erano anche mecenati che davano alimento alla cultura e all’arte, ma oggi ce ne sono troppo pochi ed è un altro errore blu, perché in questo mondo repentinamente cambiato ora la parola d’ordine è “sostenibilità”, il che significa che l’imprenditore dovrebbe avere anche relazioni sociali ed ambientali nella loro governance. Le aziende che agiscono con questi criteri le ritengo virtuose, ma per esempio in Puglia non abbiamo molto interesse per i musei creati da consorzi di imprese settoriali, un raro esempio il museo del Vino Primitivo a Manduria. Persino i mercati coperti gestiti da consorzi di piccoli produttori hanno una grande valenza sociale. A Milano ho presentato un libro sulla bellezza dei mercati coperti, che nel capoluogo lombardo

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sono straordinari per bellezza architettonica e per scambi culturali, l’ingresso di quello a Porta Romana fatto da noti designers è spettacolare, è un museo vivente palestra di esperienze per le persone che lo frequentano. Nella mia Martina Franca da bambino mio padre mi portava al mercato coperto insegandomi molte cose, la differenza tra i cibi, la furbizia o l’onestà dei vari commercianti, ora da anni è chiuso e non so darmi una spiegazione logica.

Dopo la crisi finanziaria generata negli USA coi mutui subprimes che poi ha contaminato le economie reali delle nostre società occidentali per 10 anni dal 2007, dopo la pandemìa del 2019 e dopo questa infausta aggressione in Ucraina le nostre economie sembrano fiaccate, viste le sue competenze cosa vede per l’Italia anche in seguito alla manovra finanziaria varata a fine anno ?

È una situazione complicata in un periodo molto difficile, ma noi abbiamo bisogno, direi abbiamo il dovere di rimetterci in movimento. E’ chiaro che non sarà facile ed è chiaro che occorrono scelte coraggiose forse anche impopolari, però penso che anzitutto bisogna fare di più per incoraggiare l’impresa ad investire. L’imprenditore per definizione è quello che vede il bicchiere mezzo pieno, se facciamo crescere la classe imprenditoriale creiamo tutti i presupposti perché si rimetta in moto in maniera veloce l’economia a beneficio di tutta la popolazione.

Naturalmente bisogna anche fare scelte settoriali, in Puglia ad esempio non ci sono dubbi, ci sono delle industrie che dobbiamo preferire ad

altre. Quella metallurgica che storicamente è insediata a Taranto non c’entra nulla con questa città, antica capitale della Magna Grecia costruita su due mari intorno al castello aragonese con lidi di una bellezza straordinaria e colture agroalimentari incomparabili, con un museo di tesori inestimabili. Ormai quella industria grande il doppio di tutta la città di Taranto è una iattura dalla quale bisognerebbe uscire per puntare su tutta una serie di altre opportunità, tra cui, ad esempio, proprio il turismo. Lo dimostra la risonanza internazionale che ha avuto il SailGP, regate fra Nazioni coi catamarani più veloci al mondo che ha scelto proprio Taranto quale unica tappa italiana ed il conseguente arrivo in città delle grandi navi da crociera con migliaia di turisti. Non immaginiamo il turismo solo come mera fruizione dei lidi marittimi pugliesi o come liete passeggiate fra i trulli di Alberobello, soffermiamoci invece a pensare a tutti gli altri comparti economici che muove il turismo.

Infatti professore proprio per questo anche con il suo contributo e sulla scia della legge promulgata dal Senatore Dario Stefàno sul Turismo dell’Olio, con un docufilm e poi con una fiera internazionale Olitaly proprio a Taranto, stiamo creando una rete virtuosa che stimoli molti comparti economici.

Certo, pensiamo per esempio al turismo sartoriale visto che mi impegno a fare pure il fashion blogger e mi rammarico di non vedere nella mia Martina, sede di importanti marchi della moda, non vedo turismo sartoriale. Se qualcuno

guardando su internet un capo interessante e mi chiede quando è turista in quella zona dove andarlo a comprare, non posso rispondere adeguatamente perché non c’è una rete organizzata, non ci sono spacci aziendali come ho visto salendo per San Marino con spacci delle più note griffes internazionali, a Martina bisognerebbe formare un gruppo di giovani dediti al turismo sartoriale e questo è solo un esempio, ci vorrebbe una maggiore concertazione fra le imprese della moda del territorio. Le buone pratiche viste in giro per l’Italia andrebbero copiate senza ritegno. Faccio l’esempio del Salone del Mobile a Milano. E’ organizzato dai privati in maniera assolutamente eccezionale. Gli architetti lavorano per anni per creare stands favolosi in fiera col risultato che dopo averlo visitato qualsiasi altra fiera sembra banale e scontata, ma il segreto del successo mondiale sta nel fatto che viene creato anche il “Fuori Salone” che vive in tutta la città, in ogni strada o piazza qualunque impresa commerciale, dai negozi alle aziende di ogni genere di prodotto, si inventano qualcosa affinchè quella settimana risulti eccezionale ed infatti arrivano visitatori da tutto il mondo attratti non solo dai mobili di design e dall’arredo tema principale della kermesse. L’unico problema fra virgolette è che questi turisti la sera avrebbero anche bisogno di riposare in albergo ma sono attratti e stuzzicati da decine di eventi collaterali notturni, questo significa fare rete, questo significa mettere in campo il capitale relazionale.

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2023 sulla via dell’olio

Dal 16 al 18 novembre il prof. Luigi Caricato ha portato in Fiere di Milano i “Dialoghi sulla sostenibilità” con la sua Olioofficina che ha l’Olio extra vergine d’oliva quale focus del vivere sano, invitando anche aziende che intorno all’ulivo hanno costruito resort con spa di altissimo livello turistico come ad esempio Palazzo Verignana sui colli bolognesi, uno dei relatori è stato l’economista Francesco Lenoci che insegna alla Università Cattolica di Milano ed è Presidente onorario dei pugliesi a Milano, seconda “città della Puglia” per numero di abitanti dopo Bari. Il prossimo appuntamento di Olioofficina sarà al Palazzo delle Stelline di Milano dal 4 marzo 2023 con i produttori di olio, i buyers, la stampa e gli stake holders. Per quella data con l’ex senatore Dario Stefàno e col prof. Lenoci abbiamo concordato di produrre un docufilm sul turismo dell’olio, partiremo con riprese al Palazzo delle Stelline

e nella sede milanese di Olioofficina, proseguendo con un viaggio multimediale nella Puglia fra masserie, castelli e frantoi, perché questa con i suoi sessanta milioni di ulivi è terra vocata alla produzione del prezioso olio extravergine d’oliva. Ma lungo i 1.000 chilometri che separano Milano da Bari ci sono molte produzioni di olio di grande interesse che quando il docufilm sarà pronto inviteremo proprio in Puglia dove sarà realizzata una fiera internazionale sull’olio, OLITALY Extra DiVino. Il senatore Stefàno dopo aver guidato la Commissione del Senato per gli affari europei ed aver promulgato sia la legge sul turismo del vino che quella sul turismo dell’olio aveva deciso di non presentarsi alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre tornando a svolgere la sua carriera di avvocato manager che era cominciata proprio a Milano in Pirelli, chiamato poi per

due legislature a guidare l’assessorato alle risorse agroalimentari della Regione Puglia. Con lui, vista la sua esperienza che si è formalizzata nel libro sul turismo dell’olio, e col prof. Lenoci abbiamo stabilito dopo il Festival di Olioofficina da marzo prossimo di proseguire questo cammino virtuoso sia coinvolgendo anche i numerosi resorts italiani di lusso costruiti intorno all’uso dell’olio d’oliva come ingrediente fondamentale della dieta mediterranea e come elemento di balsamici trattamenti per il corpo nelle spa (salus per aquam) sia con la fiera internazionale sull’olio, progetto per il quale si è detto entusiasta di partecipare un altro senatore che è tornato ad indossare le vesti di manager di un importante gruppo industriale, il dott. Piero Liuzzi anch’egli pugliese di Noci dove è stato sindaco per due legislature, come pure il Presidente della Fondazione Agroalimentare ITS Basile Caramia prof. Vito Nicola Savino già Preside della facoltà di agraria dell’Università Aldo Moro di Bari e come il Presidente della LILT Francesco Schittulli noto oncologo che ha adottato proprio una bottiglia di olio extravergine d’oliva quale testimonial della Lega italiana per la lotta ai tumori sottolineando le grandi capacità di prevenzione e di antiossidante dell’olio grazie ai polifenoli in esso contenuti. Grande interesse ha suscitato questo programma sul Turismo dell’Olio sia in Donato

redazione Focus 30
della
Panificio La Maggiore - Via Matera, 184 - 70022 Altamura (BA) Tel. 080/3112357 - Fax 080/3104686 - info@panificiolamaggiore.it - www.panificiolamaggiore.it

Pentassuglia Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia sia in Emanuele Di palma Presidente della banca BCC di San Marzano che è stata volàno di rilevanti iniziative promozionali come la sponsorizzazione del film girato in Puglia da e con Ron Moss (il Ridge della fortunata serie TV Beautiful) e come il supporto finanziario alla SailGP, gara fra i catamarani più veloci al mondo, realizzata a Taranto unica tappa italiana di queste regate fra Nazioni.

Curriculum Francesco Lenoci

(Martina Franca, 7 aprile 1958) economista, è docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Patriae Decus di Martina Franca, vive, lavora e insegna a Milano (viene definito “Il miglior ambasciatore della Puglia a Milano”).

È Presidente Onorario “Pugliesi a Milano”. È Docente di “Metodologie e determinazioni quantitative d’azienda” nell’innovativo Corso di Laurea Blended “Direzione e Consulenza Aziendale – DECA” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano. In tale ambito accademico ha assegnato decine e decine di tesi di laurea magistrale sul tema della sostenibilità.

È Autore di 36 monografie su temi di bilancio, finanza e revisione e di numerosi articoli apparsi sulle più importanti testate economiche e finanziarie.

È Autore, in particolare, del libro “Nuovo bilancio integrato –Terminale della comunicazione finanziaria sul business e sulla sostenibilità”, edito da Wolters Kluwer nel 2014. Nel 2021 è stato Presidente di giuria nel Concorso di idee “Le donne per un’economia rurale e circolare”,

indetto dal Soroptimist Club di Martina Franca.

È Membro del Comitato Scientifico del Premio Industria Felix, che assegna i Sigilli di Qualità Industria Felix alle imprese più competitive e più green su base regionale. L’ultimo numero del Magazine Industria Felix, allegato a Il Sole 24 Ore del 27 gennaio 2023, contiene l’inchiesta Cerved “Stime di crescita 2023: i settori più performanti” e il suo pezzo “Il percorso verso la sostenibilità delle compagnie di assicurazione”. Pubblica good practice in materia di sostenibilità sulla rivista Amministrazione & Finanza. L’ultimo inserto, all’interno di Amministrazione & Finanza n. 1/2023, si intitola “Il progresso responsabile e sostenibile secondo Fratelli Carli”. Ha ricevuto numerosi premi per il suo impegno a favore della sostenibilità. L’ultimo in data 14 dicembre 2022, nel corso del “Leadership Forum Awards” svoltosi presso l’Hotel Principe Savoia di Milano.

È sindaco effettivo di Andriani S.p.A., società Benefit e BCorp con sede nella Murgia Valley, che redige il Report di Sostenibilità dal 2018, vincitore dell’Oscar di Bilancio 2022 nella categoria

“Comunicazione”, vincitore dell’Oscar di Bilancio 2021 nella categoria “Società Benefit”. È sindaco effettivo di Progressio SGR, BCorp e Società Benefit, che redige l’ESG Report dal 2020 e ha in portafoglio 2 BCorp e Società Benefit. Francesco Lenoci, quando non fa lezione all’Università, o non lavora nel suo studio a pochi metri dal Duomo, “fa attività di sviluppo”, incontrando in Puglia, al Vinitaly di Verona, al Cibus di Parma, al TuttoFood di Milano, alla Bit di Milano, alla Milano Fashion Week, a BookCity Milano, al Salone del Mobile di Milano, a Olio Officina di Milano, al Due Mari Winefest di Taranto, al Pitti Immagine Uomo di Firenze, al Wine in Venice, al Taste Firenze….produttori di salumi, maestri frantoiani, panificatori dalla storia decennale, titolari di caseifici e di masserie, produttori di vini, artisti della ceramica, stilisti….. E li racconta con sapienza mediante storie di creazione di valore, che emozionano e appassionano.

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Intervista a Dario Stèfano per il magazine “I Grandi Vini”

Quale futuro per l’olio extravergine di oliva?

A tu per tu con l’ex senatore Dario Stèfano, facciamo il punto sulla situazione dell’olio extravergine in Italia e sulla legge sull’oleoturismo.

In uno scenario critico per via del cambiamento climatico in atto e del costante calo produttivo nonché di remunerazione dei produttori, la nuova frontiera del’olio extravergine italiano può davvero essere quella dell’oleoturismo? Ne abbiamo parlato con l’ex senatore Dario Stèfano.

Ha dedicato il suo ultimo libro alle opportunità dell’oleoturismo in Italia: le potenzialità del nostro Paese sono enormi. Che risultati si possono raggiungere?

“Le possibilità offerte da questo segmento dell’offerta turistica si potrebbe dire siano letteralmente infinite e i risultati che via via si raggiungeranno saranno da ulteriore stimolo e da pungolo per continuare a fare sempre meglio. L’oleoturismo può essere un vero e proprio

“miracolo” per gli operatori del settore e non solo, poiché da un solo raccolto all’anno che la natura concede, gli olivicoltori possono passare a due, anche a tre raccolti, in termini di entrate e volume economico. Se saremo realmente capaci di guardare all’olio non più solo come a un prodotto della molitura delle olive, ma come l’emblema di una grande storia e sintesi di

tante, diverse, esperienze che si possono fare, con originalità, dal campo al frantoio, allora avremo cominciato a dare il giusto rilievo e spessore a quello che è un patrimonio materiale e immateriale che racconta e rappresenta i nostri territori”.

A due anni dall’approvazione della legge sull’oleoturismo che ha contribuito a varare, quanto è cambiato in questo settore e cosa deve ancora cambiare?

“Senza giri di parole, il vero tallone di Achille nello sviluppo dell’oleoturismo è dato dalla struttura particolarmente piccola che caratterizza e

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accomuna le aziende olivicole italiane. Una polverizzazione del tessuto produttivo che comporta chiaramente una maggiore difficoltà a fare sistema, a mettere a rete e costruire un’offerta condivisa, organizzata e soprattutto avanzata. Credo, tuttavia, che tutta una serie di fattori esterni, quali le difficoltà climatiche sempre più pressanti, la conseguente riduzione dei raccolti e quindi la diminuzione dei volumi di fatturato diretto, possano spingere, come in una sorta di vincolo esterno, a convergere e accelerare verso un necessario cambiamento/ rinnovamento”.

Se Piemonte e Toscana sono tradizionalmente tra le mete preferite in tema enoturismo, quali regioni italiane possono spiccare il volo nell’offerta dedicata all’extravergine?

“Sicuramente tutte quelle regioni che esprimono la propria identità agricola attraverso l’olivicoltura. Stando ad un criterio meramente quantitativo, saranno chiamate a svolgere una parte da leone regioni come la Puglia, la Calabria e la Sicilia. Ma, non per mero campanilismo, mi aspetto una risposta di assoluto protagonismo da parte della mia Puglia. Questa regione, che ospita alberi millenari patrimonio Unesco perché vere e proprie sculture di un passeggio irripetibile, è allo stesso tempo però vessata dalla piaga della Xylella. L’oleoturismo potrebbe

pertanto essere un’autentica possibilità di risposta resiliente”.

Come se lo aspetta il 2023 in termini di rinnovata capacità di offerta dell’eccellenza italiana?

spero sinceramente che il nuovo governo, per l’olio così come per il vino e per tutte le produzioni che qualificano il nostro made in Italy, abbia e dimostri quella sensibilità e quell’attenzione che ha sempre dichiarato di nutrire e sulle quali peraltro ha raccolto anche il consenso elettorale che lo ha portato a Palazzo Chigi”.

Cambiamento climatico, produzione in calo, remunerazione del produttore spesso non sufficiente: l’Italia cosa deve fare per rimanere ai vertici quali-quantitativi del settore oleario?

“Credo che il nostro Paese abbia tutte le carte in regola per esprimere al meglio il grande profilo qualitativo della produzione primaria ma anche dell’accoglienza. Dirimente sarà il continuare a spingere, su entrambi gli aspetti (prodottoaccoglienza), sul pedale della qualità e dell’identità: l’unicità che caratterizza i nostri sapori, così come i nostri paesaggi agricoli, la nostra accoglienza, dovranno essere declinati in una chiave di altissimo livello per intercettare un turismo esigente che chiede unicità ma anche di emozionarsi con esperienze autentiche”.

Che aspettative ha sul nuovo Governo in merito ad attenzione al settore olio e quali misure si attende più rapidamente il varo?

“Sono un italiano che tifa Italia, sempre e comunque. Per cui

“Dobbiamo continuare a produrre le nostre eccellenze aggiungendo solo un ulteriore sforzo, quello di saperle raccontare e comunicare al meglio, con professionalità, attenzione, cura dei dettagli e con un approccio che ci porti a migliorare sempre di più, a nutrire l’ambizione che si possa essere all’avanguardia anche per la capacità di mettere a sistema prodotti, paesaggi, creatività e servizi all’altezza della sfida. Si tratta insomma di rispondere e corrispondere ad una esigenza sempre più avvertita da parte del consumatore moderno, che è sempre più consapevole e informato su ciò che acquista”.

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GaiaMariaMonguzzi

Modella milanese già Golfmate passata dai campi da golf alle foto fashion per importanti brands della moda. È la nostra Miss Slow Economy di primavera e una delle prossime interpreti del docufilm sul turismo dell’olio che unirà Milano alla Puglia tra masserie e castelli, pronto per l’evento OLITALY Extra DiVino che accoglierà i buyers internazionali in Puglia.

Primavera
della redazione Miss Slow Economy
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Bruxelles

• Petit rue au beurre, 12 - Ristorante “La Capannina” a due piani nel centro storico, strada che immette nella fantastica “Grand Place” della città belga sede del Parlamento Europeo, con cucina italiana rivisitata al gusto francese e clientela internazionale, primo ristorante italiano in città fondato 50 anni fa da una giovanissima e tenace Anna Bianco emigrante da Noci in Puglia.

za, squisita la frittura di calamari e gamberi.

ogni stanza dedicata ad un paese del mondo che produce cioccolata, un museo incredibile.

Milano

• Ristorante l’”Osteria dei Pirati” - via Fogazzaro, 9 del noto presentatore TV Marco Predolin che offre fantastici menù a base di pesce con musica dal vivo

• Upper Merrion Street, Dublin 2 - “Merrion Hotel” - www.merrionhotel.com. Nel centro storico si nota l’eleganza già dal portale d’ingresso, di fronte al palazzo di governo irlandese. Creato dalla fusione di 4 antiche case in stile georgiano si sviluppa attorno a 2 giardini del XVIII secolo.

Dublino

• 208 Lower Rarhmines Road, Dublin 6 - ristorante pizzeria “Il Manifesto”. Infotel: 353 1 496 8096 - m a n i f e s t o r e s t a u r a n t @ gmail.com - www. manifestorestaurant.ie - In Irlanda una vera pizza napoletana, fatta da Salvatore di Salerno che, se è in vena, fa pure il giocoliere con l’impasto, è un miraggio che pure in Italia sarebbe raro.

Torino

• via Santa Chiara, 54 - Ristorante “Asian Fusion”. infotel: 338 8194846. Nel quadrilatero romano non lontano dalla Mole Antoneliana ottime cucine tipiche malese, cinese, giapponese ed Italiana, con pietanze fedeli alle tradizioni ed ai gusti originali, crocevia culinario tra oriente ed occidente.

Cuneo

• Lower Ormonde Quay, Dublin 1 - ristorante pizzeria “Bar Italia”. Infotel: 353 1 874 1000info@baritalia.ie www. baritalia.ie. Fa onore alla cucina italiana nel mondo, ottimi primi, ottima piz-

• Santuario di Vicoforte - Ristorante albergo “CioccoLocanda” - via F. Gallo,19. infotel: 0174 563312. Website: www.cioccolocanda.it. Del grande artigiano della cioccolata Silvio Bessone

• Residence “Abbadesse Resort” - via Oldofredi e via Abbadesse antico monastero fra i grattacieli del nuovo Quartiere della Moda, Isola di Porta Nuova, magistralmente gestito dal proprietario ing. Antonio Savia.

“Pola Residence” - via PolaMilano. Di fronte al nuovo grattacielo sede della Regione Lombardia, al centro del nuovo quartiere della moda meneghina, e vicino alla Stazione Centrale

Punti di distribuzione 48 37

Camisano Vicentino (VI)

• Ristorante Locanda “Alla Torre da Zemin” - via Torerossa, 39/41 locale n.407 zona 4est infotel: 049 9065621. Nella torre di avvistamento del 1270 sul confine Vicenza/Padova, nei due piani della locanda un incredibile Gianfranco Zemin propone una cucina solo con prodotti di stagione e ingredienti del territorio, dalla “piramide di tartare di tonno su battuta di mango e avocado con salsa di limoni caramellati” alla “suprema di faraona”, indimenticabili i suoi risotti. Se lo si prega Gianfranco, forse, racconterà la storia di Occhi d’Oro e del cavaliere misterioso.

Padova

• “Q Bar” - vicolo dei Dotto, 3 infotel: 049 8751680. Nella centralissima piazza Insurrezione è elegantissima meta della movida chic padovana e ritrovo dei calciatori del Padova calcio. Dinner&Dance, cucina mediterranea e sofisticata musica live

• “Osteria Barabba” - via Vicenza, 47. Marco offre la cucina delle osterie venete in un lounge space, a cominciare dall’ora dell’aperitivo, memorabile quello del mercoledì con ricco buffet, ottimo winebar infotel: 0498716845

Parma

• Ristorante “ I Tri Siochett”strada Farnese, 74/a. Squisiti “tortelli all’erbetta” piatto tipico parmense (grandi ravioli ripieni di spinaci annegati in burro fuso con Parmigiano) e torta fritta (detta anche “gnocchi fritti” nel modenese e nel reggiano, di origine longobarda, semplici sfoglie di pasta per pane fritte in olio che si gonfiano come pan-

zerottini vuoti all’interno) ottima per accompagnare il salame di Felino, il culatello di Zibello ed il prosciutto di Parma, oppure il Parmigiano Reggiano sorseggiando Lambrusco di alta qualità.

Collecchio (PR)

• Agenzia Viaggi “Tra le nuvole” - via Giardinetto, 6/I. Condotta con competenza e professionalità da Elena Bizzi

Città di Castello (PG)

• Ristorante “La Taverna di Mastro Dante” - via Montecastelli Umbro/ Promano in località Coldipozzo, 45. E’ la patria dei prosciutti di montagna di Norcia infotel: 075 8648133

lena” - via Pasteur, 5. Emilio ed Emiliano Montanari accolgono con simpatia ospiti da tutta Italia deliziandoli con salumi parmensi e Parmigiano Reggiano.

• Resort B&B “Quattrocolli“

- Via Lenin, 81. Sulla collina tra Parma e Reggio Emilia offre una discreta raffinata ospitalità di lusso

San Polo d’Enza (RE)

• Ristorante “La Grotta” - via della Resistenza, 2/B. Sulla collina reggiana, fra stalattiti e stalagmiti in grotta con cucina tipica reggiana.

Roma

• Golf & Country Club “Parco di Roma” - quartiere Cassia, via dei due ponti, 110. Progettista

P.B.Dye per un 18 buche “par72” infotel: 06 33653396, direttore architetto Giuseppe Miliè, progettista di campi da golf in tutto il mondo.

• Ristorante “Ristovino” quartiere Prati - via Durazzo, 19. Nei pressi dell’emittente televisiva nazionale LA7, è anche caffetteria per ottime colazioni mattutine ed enoteca ben fornita per pranzi o cene che vanno dai tipici piatti romani come gli “gnocchi freschi ai 4 formaggi” a quelli napoletani.

Soliera (MO)

• “Hotel Marchi” - via Modena/ Carpi. Situato tra la patria dell’aceto Balsamico e la più bella piazza d’Italia (Carpi), all’incrocio fra l’autostrada adriatica nord/ sud e l’autostrada del Brennero che collega l’Austria ed il nord Europa .

Quattro Castella (RE)

• Ristorante Albergo “La Madda-

Sant’Agata sui due Golfi (NA)

• Ristorante albergo “Don Alfonso dal 1890” - corso Sant’Agata, 11/13. Nel cuore della penisola sorrentina si affaccia sul Golfo di Salerno, è considerato tra i primi dieci migliori ristoranti d’Italia, condotto da Alfonso Iaccarino, chef internazionale, che vi ha aggiunto un albergo e la scuola di cucina con showcooking.

49 38

Orsara di Puglia (FG)

• “Piano Paradiso” ristorante. Peppe Zullo noto chef internazionale, riceve ospiti da tutto il mondo. Infotel: 0881 964763

Torre Canne (BR)

• Masseria San Domenico e Golf Club. Struttura composta dalla prestigiosa masseria San Domenico e da Borgo Egnazia, resort di alta qualità apprezzata anche da importanti clienti arabi e russi e dai divi di Hollywood, è munita di campo da golf a 18 buche fra gli ulivi secolari ed è affacciato sul mare

da Mosca di pellegrini cristiani ortodossi e, nel quartiere Palese hotel Parco dei Principi, di fronte al nuovo aeroporto Karol Wojtyla, modernissimo e dotato di tutti i confort per clientela business, entrambi della famiglia del vicepresidente Federalberghi di Bari, Antonio Vasile.

• Villa Romanazzi Carducci - via Capruzzi, 326. Albergo resort elegante e con architettura di prestigio circondata da splendido parco in pieno centro cittadino, diretto dalla famiglia dell’imprenditore ing. Lorenzo Ranieri, è dotato di suggestive sale convegni sparse nel giardino ed offre la cucina del noto chef prof. De Rosa.

• Ristorante Terranima - via Putignani. Nella strada delle banche e della movida, è l’unico ristorante che conserva l’architettura antica, dalle “basole” del pavimento alla coorte che ricorda le piazzette degli artigiani dei secoli scorsi (presenti ancora solo nel centro storico) offre l’inimitabile cucina tipica barese, dalle “strascinate alle patate e cozze”, dalle mozzarelle ai dolci caldi con crema “sporcamuss”

• Hotel Oriente, nel centralissimo Corso Cavour al numero 32, un 4 stelle di lussuosa eleganza, ospita da gennaio 2013 la Golf Club House “Porta d’Oriente”, punto d’incontro al Sud Italia di giocatori ed eccellenze della moda e dell’enogastronomia.

Bari

• Barialto Golf Club. Storica club house pugliese con importante campo da golf.

Polignano a Mare (BA)

• Resort & SPA Borgobianco - Contrada Casello Favuzzi. Moderni arredi interni in una struttura esterna a masseria, intonacata a calce bianchissima che si specchia su di una immensa piscina con idromassaggio, che compone la “Salus per acquam” insieme al centro benessere interno “Unica”.

Cinque stelle meritate come meritata è stata l’elezione a presidente “Associazione Albergatori Polignano” di Roberto Frugis socio e marketing manager. Tel: 080-8870001

• B&B dei Serafini - piazza Vittorio Emanuele, 43. Riduttivo chiamarlo B&B perché si tratta di un eccezionale albergo diffuso nel centro storico della città di Domenico Modugno. Sporgendosi dalle case costruite sulla scogliera a picco sul

• Radicci Automobili S.p.A. - Via Amendola, 146. Concessionaria

Ferrari e Maserati per il Sud Italia ora Concessionaria anche per la dorsale adriatica con la nuova sede di Ancona. Il Gruppo Radicci a Bari, è anche prestigiosa Concessionaria Jaguar e Land Rover.

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• Hotel Boston - via Piccinni, 155. A 5 minuti dal centro storico e dalla Basilica di San Nicola, meta

mare sembra proprio di ascoltare “Volare” o “Nel blu dipinto di blu” onde sonore che da Polignano hanno raggiunto ogni angolo del globo.

Putignano (BA)

Proloco - piazza Plebiscito,1. Nel centro storico della città patria degli abiti da sposa e del Carnevale più antico e lungo del mondo.

• Fondazione Carnevale di Putignano. via Conversano, 3.

• Osteria “Chi va piano” - Via Monache, Putignano, 0802373445 - cell. 3932378898. In un vicolo nascosto di Putignano, Stefano Guglielmi, ex macellaio, ha creato una locanda di eccellenza. Con il suo staff cucina solo teglie di terracotta in un enorme camino utilizzando solo eccellenze enogastronomiche fresche di giornata. Il suo motto è “cibo e vino per andare lontano”.

nei pressi di Porta Barsento e dell’interessante centro storico. La struttura è gestita in maniera esemplare da Vincenzo Gigante: la sua gentilezza e le sue attenzioni vi metteranno a vostro agio, facendovi sentire in famiglia.

• Agenzia Viaggi Netti - via Tripoli, 63. La signora Netti organizza viaggi in tutto il mondo, pur in tempi del “fai da te via internet”, con una costante ricerca del prezzo più basso col massimo della qualità e della garanzia, facendo inoltre incoming turistica in Puglia con educationals tours, showcooking ed itinerari guidati in posti unici ancora sconosciuti ai grandi tours operators.

Noci (BA)

• Ristorante “L’antica Locanda” - via S.Santo, 49. In una “gnostra” del centro storico meta di turismo internazionale a novembre per “Bacco nelle gnostre”, di Pasquale Fatalino, chef noto in trasmissioni RAI, che prepara orecchiette con fave e cime di rape ed incantevoli braciole di carne al sugo. in-

• Ristorante “Il falco Pellegrino” in località Montedoro a Noci, immerso nella campagna della Murgia pugliese, fra antiche masserie, nel quale lo chef Natale Martucci prepara primi indimenticabili, secondi di pesce fresco o tagliate di manzo podolico, con attenta scelta dei migliori vini regionali.

• B&B “San Domenico” - Estramurale a Levante, 4 - 70017 Putignano (BA) - Cell. 3332284769 - info@bebsandomenico.com.

La struttura è in un angolo pittoresco della città, a pochi passi dalla Chiesa di San Domenico con vista sul campanile,

Da sinistra: Ignazio Capasso (imprenditore nel campo della plastica), Saverio Buttiglione, lo chef Pasqua- le Fatalino e Pino Sguera (Presidente di Teleregione) davanti al ristorante Antica Locanda di Noci

dimenticabili come dimostrato dai personaggi del mondo dello spettacolo che lo raggiungono apposta in ogni momento dell’anno.

Conversano (BA)

• Ristorante “Savì” - via San Giacomo. Condotto dallo chef Nicola Savino, già chef a Dallas dove ha servito al presidente Bush ed al famoso cantante Frank Sinatra le polpette al sugo pugliesi. Qui ha inventato le crepès pugliesi, panzerottoni (dolci o salati) ripieni di leccornie regionali.

Turi (BA)

• Ristorante “Menelao” - via Sedile, 46. A Santa Chiara in un palazzo signorile del 1600 nella cittadina custode dell’”oro rosso”, la Ciliegia Ferrovia. Aperto da Michele Boccardi che dopo la laurea in economia e commercio e l’abilitazione di commercialista è diventato Marketing Manager alla Scuola di Economia & Turismo di Londra. Visto il successo ottenuto dall’aver trasformato

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“La bocca non serve solo per respirare e mangiare, ma è anche u n importante organo di comunicazione, pertanto non stupisce che, denti bianc hi, splendenti e regolari, sono riconosciuti come un segno di vitalità e di sa lute del corpo; inoltre, un sorriso accattivante influenza in modo decisivo la fiducia in se stessi.

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la masseria fortificata di famiglia “Menelao”, sulla strada per Rutigliano, in eccellenza per la banchettistica, i ricevimenti, le cene di gala ed i meeting, con “Santa Chiara” affronta la sfida della cucina di alta classe internazionale. Dispone di un’ottima cantina di vini ed offre prodotti tipici, sia nazionali che d’oltremare, dai cappelletti con cicoriella campestre su letto di fave alla costata di manzo podolico della Murgia non disdegnando però il salmone Balik norvegese o la costata di manzo della val di Chiano della Toscana. Infotel: 080-8911897.

Castellana Grotte (BA)

• “Palace Hotel Semiramide”via Conversano. Affascinante albergo immerso nella natura, accanto al parco dei dinosauri in cartapesta, ospita anche la sede italiana dell’Università Europea per il Turismo, a cinque minuti dalle famose Grotte che richiamano visitatori da tutto il mondo per gli affascinanti percorsi carsici sotterranei lunghi chilometri, famose per le eccezionali stalattiti e le stalagmiti della “grotta bianca”.

• Ristorante e braceria “Le Jardin Bleu Belle” - via Firenze. Affascinante struttura in legno costruita su quella in pietra dell’antico bar della villa comunale, creandone un unico ambiente che guarda dalle vetrate le cime degli alberi che la circondano mentre si gustano squisiti piatti tipici pugliesi.

Alberobello (BA)

• Ristorante “Casanova” - via Monte San Marco, 13. Ricavato in un antico frantoio ipogeo sotterraneo in pieno centro fra i trulli patrimonio UNESCO. I soci Ignazio Spinetti (presidente

Associazione Ristoratori Alberobello) e lo chef Martino Convertino offrono l’ottima cucina tipica pugliese indescrivibile a parole perché semplicemente da gustare in silenzio.

• Museo del vino Antica Cantina Albea - via Due Macelli, 8. Unico completo museo del vino pugliese produce vino anche per il Vaticano, è la storica cantina che prima dell’unità d’Italia inviava, dalla vicina e collegata stazione ferroviaria, i propri vini per tagliaree migliorare quelli di Bordeaux in Francia. Produce “Lui” negramaro in purezza affinato in barrique primi 12 mesi.

• Condotta Slowfood “Alberobello e Valle d’Itria” - via Sisto Sante, 5. Fiduciario Francesco Biasi, promotore dei presidi “salame Capocollo di Marina Franca” (ingrediente delle famose “bombette”), “Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti” e “Pomodorino di oasi protetta Torre Guaceto”.

• GAL Terra dei Trulli e di Barsento - Via Bligny, 23. Il primo Gruppo di Azione Locale fra quelli in cui, per zone omogenee, è stata diviso il territorio d’Europa, ad essere partito operativamente con gemellaggi in tutto il continente. I GAL sono un’iniziativa UE, che li finanzia col programma “Leader”, al fine di valorizzare le potenzialità dei territori integrando produzioni agricole, artigianali e di piccola industria per uno sviluppo

sostenibile. Questo GAL comprende i comuni di Alberobello, Putignano, Castellana Grotte, Turi, Sammichele, Noci, Gioia del Colle

Andria (BAT)

• Ristorante “Antichi Sapori”contrada Montegrosso. Pietro Zito importante chef internazionale offre la cucina tradizionale pugliese e le antiche erbe ed ortaggi riscoperti e curati nell’immenso orto che ha costruito e nel quale lavora tutta la contrada.

• Cantina Rivera con annessa sala di degustazione, condotta dal presidente di “Movimento Turismo del Vino” Sebastiano De Corato, produce il famoso “Falcone Rivera”.

Corato (BA)

• Cantina Torrevento condotta dal prof. Francesco Liantonio presidente della “Strada dei vini Castel del Monte” guarda lo splendido maniero ottagonale dell’imperatore Federico II di Svevia “Stupor Mundi” patrimonio UNESCO, dove produce eccellenti vini.

Crispiano (TA)

• Masseria Resort “Quis Ut Deus”. Una delle inimitabili “Cento Masserie di Crispiano”, affascinanti masserie in pietra e tufo, ristrutturate per resort di livello e aziende agricole di prodotti tipici quali olio extravergine d’oliva e prodotti caseari.

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Fasano (BR)

• Tenuta Monacelle - Selva di Fasano. Antico monastero di monache del 1700 fatto di trulli, ognuno adibito a stanza d’hotel, con affianco parco nel quale sono ricavate modernissime stanze d’albergo costruite in tufo. Si affaccia dal monte Selva sui sei milioni di ulivi secolari che lo distanziano dal mare di Fasano.

Savelletri di Fasano (BR)

• Masseria Resort Torre Coccaro - contrada Coccaro, 8. Infotel.:080 4827992. Bianca e splendida sul mare, antica torre

Il buffet preparato dagli chefs della struttura è stato inimitabile. Masseria Torre Coccaro è risultata per il 2012 tra i migliori 10 Beach Hotel nella classifica di “Conde Nast Travel”.

Ostuni (BR)

• Grand Hotel Masseria Santa Lucia SS.39, km 23.5 località Costa Merlata. Incantevole resort sul mare sotto la città bianca di Ostuni, diretto da Bartolo D’Amico, presidente ADA Puglia, associazione direttori d’albergo.

Cellino San Marco (BR)

• Cantina Tenuta Albano Carrisi. Prestigioso albergo e ristorante ricavati nella masseria del padre del famoso cantante, don Carmelo, che da il nome al vino più prestigioso qui prodotto.

Fry” per un 18 buche “par71” di 6192 metri, con ben sette ettari di specchi d’acqua, accanto al “Castello di Acaya”, costruito seguendo le nuove esigenze fortificatorie dell’epoca dovute all’affermarsi delle armi da fuoco ed ora esempio di moderno restauro. L’albergo resort della catena Hilton è costruito nel ricordo stilistico degli antichi monasteri con una grande piscina esterna ed un’importante SPA di ben 1200 metri quadri.

Bari

di avvistamento della linea difensiva dalle scorribande dei Saraceni del XVI secolo, che andava dal Gargano al “finibus terrae” Santa Maria di Leuca. Non ci sono parole per descriverla, guardare sul web! La stessa famiglia Muolo possiede la collegata Masseria Torre Maizza infotel: 080 4827838.

Un hotel a 5 stelle con campo da golf 9 buche executive “par27” costruito fra gli ulivi secolari ed affacciato sul mare. A Coccaro Golf Club il 4 novembre, festa della Vittoria dell’Italia nella grande guerra, l’Apulia Golf District dell’architetto Giuseppe

Germano e Do You Golf di Ester

Monacelli hanno organizzato per il Circuito “Eccellenza di Puglia

2012” la 2a edizione della gara

• Cantina Due Palme. Con avveniristica sala convegni ricavata nella bottaia produce vini ormai famosi nel mondo e vincitori di primi premi al Vinitaly di Verona come il “Selva Rossa”.

Salice Salentino (BR)

• Cantina Conti Leone De Castris. Cantina ricavata nel palazzo dei conti Leone De Castris, dove è nato il primo vino rosè del mondo settant’anni fa,il “Five Roses”. E’ annessa al prestigioso albergo e ristorante di proprietà della famiglia.

Lecce

• Acaya Golf Resort - Strada per Acaya, km.2 località masseria S.Pietro. Infotel: 0832 861385. Splendido campo da golf rivisto e ristrutturato, anche agronomicamente, dallo studio di architetti “Hurdzan

Pitch&Putt, 18 buche stableford con 18 squadre e 36 giocatori. www.facebook.com/SlowEconomy

• Eataly Bari - Lungomare, ingresso monumentale Fiera del Levate: Oscar Farinetti ha voluto portare in Puglia Eataly per il sudItalia, affittando e ristrutturando la parte monumentale della Fiera del Levante, facendo affacciare i ristoranti sul lungomare di Bari, offrendo nel capoluogo pugliese le migliori specialità enogastronomiche italiane, così come Eataly fa ormai in tutto il mondo.

Oscar Farinetti tra il Presidente del Consorzio DOP Pane di Altamura Giuseppe Barile ed il direttore Saverio Buttiglione
- www.issuu.com/SlowEconomy 53 43

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