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Regione Puglia

REGIONE PUGLIA IMPIANTI FOTOVOLTAICI IN PUGLIA: VALUTAZIONE INTEGRATA DEGLI IMPATTI SULLE AREE AGRICOLE

Contributo a cura di Roberta Aretano, Vito La Ghezza, Benedetta Radicchio, Caterina Rotolo, Nicola Ungaro, Vincenzo Campanaro (ARPA Puglia) Scenario energetico e territorio Al fine di accelerare la transizione ecologica ed avvicinarsi agli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione, le politiche comunitarie e nazionali hanno promosso e sostenuto lo sviluppo delle energie rinnovabili. La transizione a lungo termine promossa dal Green Deal Europeo verso un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra entro il 2050 (COM/2019/640 final)129 , ha riformulato su nuove basi l’impegno ad affrontare i problemi legati al clima e all’ambiente. Gli scenari energetici attuali, ma anche quelli previsionali, evidenziano che le fonti rinnovabili sono destinate a crescere. Questo comporterà, inevitabilmente, ulteriori cambiamenti del paesaggio, generando trasformazioni dirette sul territorio, con conseguenze in termini di consumo di suolo, impatto visivo e mancanza di accettazione pubblica (Ferrario, 2018). Negli ultimi anni, l’istallazione di impianti fotovoltaici a terra ha già causato il consumo, seppur reversibile, di suolo. Se da un lato, l’utilizzo della risorsa suolo per la produzione di energia pulita potrebbe risultare condivisibile per i benefici ambientali che si otterrebbero in termini di surriscaldamento globale e cambiamenti climatici, di emissione di CO2 e di inquinamento, di sfruttamento di risorse limitate e non riproducibili e di risparmio economico sul medio-lungo periodo, dall’altro, pone interrogativi riguardo agli impatti prodotti dallo sfruttamento dell’energia verde sul suolo e sul paesaggio. Risulta, pertanto, fondamentale approfondire questioni controverse come la distribuzione spaziale degli impianti e relative opere annesse, le dinamiche di occupazione dello spazio (agricolo e rurale), i problemi di competing land uses tra attività antropiche ed energetiche e i confitti territoriali che spesso accompagnano il processo di costruzione di nuovi paesaggi energetici (Società Geografica Italiana ONLUS, 2020). Anche la letteratura scientifica evidenzia come alcune tipologie di attività riconosciute come sostenibili, quali le energie rinnovabili, rischino di avere effetti negativi se non pianificate e valutate con attenzione rispetto agli effetti diretti ed indiretti che possono causare sulla conservazione del capitale naturale (es. Chiabrando et al., 2009; Hernandez et al., 2014; Scognamiglio, 2016; Dias et al., 2019; Frolova et al., 2019; Buchmann-Duck e Beazley, 2020). In Italia la legge nazionale (D.lgs. n.387/2003, art.12, c.10, e ss.mm.ii.) ha conferito alle regioni la possibilità di identificare “aree e siti non idonei” all’installazione di specifiche tipologie di impianti per la produzione di energie rinnovabili. In Puglia, con la Delibera di Giunta n.1947/2009, è stato adottato lo schema del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (P.P.T.R.), che introduce le linee guida regionali sulla progettazione e localizzazione di impianti di energie rinnovabili, intese tanto come strumento di accompagnamento alla progettazione, quanto come strumento di supporto alla valutazione da parte degli enti competenti. Con il R.R. n.24/2010 la regione Puglia ha poi emanato il Regolamento attuativo del Decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico del 10/09/2010, “Linee Guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”, recante la individuazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti alimentati da fonti rinnovabili nel territorio della Regione Puglia. Come cita l’art.2 del R.R. n.24/2010 “L’individuazione della non idoneità dell’area è il risultato della ricognizione delle disposizioni volte alla tutela dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, delle tradizioni agroalimentari locali, della biodiversità e del paesaggio rurale che identificano obiettivi di protezione non compatibili con l’insediamento, in determinate aree, di specifiche tipologie e/o dimensioni di impianti, i quali determinerebbero, pertanto, una elevata

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129 Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni Il Green Deal Europeo

probabilità di esito negativo delle valutazioni, in sede di autorizzazione”. La posizione geografica, le caratteristiche morfologiche del territorio e le condizioni climatiche rendono favorevoli le condizioni per l’installazione di impianti fotovoltaici in Puglia. Infatti, in riferimento alla distribuzione regionale della numerosità e della potenza degli impianti fotovoltaici a fine 2020, la Puglia detiene il primato italiano in termini di potenza installata, producendo 2.900 MW, pari al 13,4% della potenza fotovoltaica nazionale, registrando, inoltre, la dimensione media degli impianti più elevata (53,4 kW) (GSE, 2021). Relativamente alla collocazione degli impianti fotovoltaici, in Puglia si registra un’incidenza di impianti a terra molto elevata, pari al 74% del totale regionale. Tale dato è in contro tendenza a quanto osservato a livello nazionale, ove il 41% dei 21.650 MW installati al 2020 è situato a terra, mentre il restante 59% è distribuito su superfici non a terra (edifici, capannoni, tettoie, ecc.). In generale l’inserimento di impianti fotovoltaici a terra in area agricola è considerato, nelle Linee guida sulla progettazione e localizzazione di impianti di energie rinnovabili130 , un elemento di criticità in relazione all’occupazione di suolo, alla sua artificializzazione ed allo snaturamento del territorio agricolo. Uno dei principali impatti ambientali degli impianti fotovoltaici in aree agricole, infatti, è costituito dalla sottrazione di suolo agli usi agricoli che si protrae per un periodo di almeno 25-30 anni. Visto lo scenario che si prospetta a seguito dell’impulso fornito al settore delle energie rinnovabili dagli incentivi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi energetici in un contesto territoriale già significativamente interessato dalla presenza di impianti fotovoltaici sul suolo, l’obiettivo del presente contributo è quello di valutare i potenziali effetti causati dalla realizzazione degli impianti fotovoltaici a terra, e nello specifico sui terreni agricoli, a partire dal 2006. Tale anno è stato scelto quale anno di riferimento sia per la disponibilità della Carta Tecnica Regionale, sia perché immediatamente precedente allo sviluppo del settore delle energie rinnovabili avvenuto a seguito dell’introduzione dei meccanismi di incentivazione di tipo economico come, ad esempio, il “Conto Energia”. Gli strati informativi utilizzati quale base del lavoro di analisi sono stati: l’uso del suolo 131 regionale al 2006, la carta di capacità d’uso (Land Capability Classification “LCC”) della regione Puglia132 , le aree di produzione di vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG133 ), i dati del consumo di suolo del Sistema Nazionale Protezione Ambientale aggiornati al 2021. Consumo di suolo da impianti fotovoltaici a terra: potenziali effetti sull’uso del suolo agricolo Nell’ambito del monitoraggio del consumo di suolo realizzato dal Sistema Nazionale Protezione Ambientale attraverso la fotointerpretazione di immagini satellitari e ortofoto ad alta risoluzione, è presente, al terzo livello di classificazione di suolo consumato, la classe 1.2.5 “campi fotovoltaici realizzati a terra” (sottoclasse dei suoli consumati in modo reversibile). In riferimento al presente lavoro, ARPA Puglia ha associato ad ogni impianto fotovoltaico a terra 134 i seguenti attributi: i) uso del suolo riferito al 2006, a seguito di una procedura automatica di intersezione e successiva semplificazione delle geometrie sulla base dell’uso del suolo predominante; ii) superficie di territorio occupata, espressa in ettari; iii) limite territoriale amministrativo comunale all’interno del quale ricade l’impianto; iv) classe di LCC più rappresentativa; v) presenza/assenza in aree di produzione di vini a DOCG. Per una semplificazione nella lettura e interpretazione dei risultati, sono state definite le categorie colturali, a partire dalle tipologie di uso del suolo definite al terzo livello di classificazione, raggruppandole se affini. L’elaborazione dei dati è stata quindi effettuata considerando le seguenti categorie: “Frutteti”; “Orticole/Colture temporanee”; “Pascoli/Incolti”; “Seminativi”; “Uliveti”; “Vigneti”.

130 Elaborato 4.4.1 del PPTR parte I, paragrafo B2.1.3 Criticità

131 È stato utilizzato l’uso del suolo sulla base della Carta Tecnica Regionale in scala 1:5000 del SIT Puglia: https://pugliacon.regione.puglia.it/web/sit-puglia-sit/uso-del-suolo 132 LCC: Regione Puglia INTERREG II Italia Albania. http://www.sit.puglia.it/portal/portale_cartografie_tecniche_tematiche/Download/Cartografie+Storiche/DownloadDatiStoriciWindow?select_Metadata=PROSIS&azionelink=lista&action=2 133 DOCG: http://www.sit.puglia.it/portal/portale_territorio_rurale/Cartografie/vini_doc_docg_igp 134 L’individuazione del campo fotovoltaico non si limita all’estensione della superficie radiante, ma dell’intero lotto occupato dall’impianto

Nella categoria “Altro”, infine, sono state raggruppate le classi riconducibili ad ulteriori aree potenzialmente utilizzate ai fini agricoli (“Altre colture permanenti”; “Aree prevalentemente occupate da coltura agrarie con presenza di spazi naturali”; “Insediamenti produttivi agricoli”; “Suoli rimaneggiati e artefatti”; “Sistemi colturali e particellari complessi”). È stata quindi stimata la superficie agricola sostituita dall’installazione di impianti fotovoltaici a terra, a livello regionale e provinciale (Figura 264).

Figura 264. Superficie agricola delle categorie colturali (ha) interessata dall’installazione degli impianti fotovoltaici a terra per provincia pugliese

La Tabella 158 riporta il dettaglio dei dati relativi alla superficie delle categorie colturali sopra menzionate interessata dall’installazione degli impianti fotovoltaici a terra, rapportata anche alla superficie totale delle stesse. In Puglia circa 5.400 ha di superficie agricola sono stati interessati dalla realizzazione di impianti fotovoltaici; le province di Brindisi con 1.468,0 ha (0,9% della superficie agricola provinciale) e Lecce con 1.430,6 ha (0,6%), risultano quelle più impattate. La categoria colturale più interessata a livello regionale è quella dei “Seminativi” con 4.085,2 ha, seguita dalla categoria “Vigneti” con 641,3 ha. Tale risultato trova conferma in tutte le province, eccetto nella provincia di Lecce, in cui la categoria “Pascoli/Incolti” è tra quelle maggiormente sostituite.

Tabella 158. Superficie agricola sostituita da impianti fotovoltaici a terra (ha) per categoria colturale e % di suolo agricolo sostituito per provincia e in Puglia

Categorie colturali

Frutteti Orticole/Colture temporanee Pascoli/Incolti Seminativi Uliveti Vigneti Altro Totale suolo agricolo sostituito Totale suolo agricolo % di suolo agricolo sostituito

FG Superficie agricola sostituita da impianti fotovoltaici a terra (ha)

BAT BA BR TA LE

Puglia

0,0 9,5 41,7 30,2 34,0 0,0 115,4 9,4 0,0 0,0 6,0 3,8 16,9 36,1 10,9 8,5 0,4 23,2 33,1 150,4 226,5 745,8 239,3 405,5 1.126,8 441,3 1.126,5 4.085,2 6,5 7,7 92,6 40,3 27,6 60,2 234,9 54,2 44,7 129,9 229,3 116,2 67,0 641,3 3,2 2,3 11,0 12,2 4,2 9,6 42,5

830,0 312,0 681,1 1.468,0 660,2 1.430,6 5.381,9 582.276,1 135.184,4 332.728,3 163.179,0 195.154,6 230.808,3 1.639.330,9 0,1 0,2 0,2 0,9 0,3 0,6 0,3

In ciascuna provincia, per ciascuna categoria colturale, la superficie sostituita dagli impianti fotovoltaici è stata rapportata alla corrispettiva superficie totale presente al 2006. Questo ha consentito di stimare l’impatto non solo dal punto di vista del cambiamento di uso del suolo, ma anche dal punto di vista della produzione agricola. Infatti, sebbene, in termini assoluti, la categoria “Seminativi” risulta quella maggiormente interferita dalla realizzazione degli impianti fotovoltaici a terra, osservando i dati rapportati alle superfici colturali relative per provincia (Figura 265), si evidenzia che la categoria “Orticole/Colture temporanee” è quella maggiormente sostituita nella provincia di Foggia e, a seguire, nelle province di Taranto e Lecce. La categoria “Vigneti” è quella più impattata nelle province di Bari e Brindisi e, comunque, molto interferita nelle restanti province. La categoria “Frutteti”, invece, è impattata nella provincia di Barletta-Andria-Trani e a seguire nelle province di Bari e Taranto. Tra le aree identificate come “non idonee” alla realizzazione di impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile in Puglia (R.R. n.24/2010), ricadono le aree agricole interessate da produzioni agro-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni DOP, IGP, STG, DOC, DOCG, produzioni tradizionali). Al fine di evidenziare un’ulteriore criticità, è stato verificato se le aree dei “Vigneti” interessate dalla realizzazione di impianti fotovoltaici, ricadono in quelle destinate alle produzioni viticole DOCG. Dall’intersezione di tali strati informativi risulta che 86,4 ha di superficie occupata da impianti fotovoltaici a terra sono ricomprese nell’area di produzione del vino DOCG “Primitivo di Manduria - dolce naturale” in provincia di Taranto (eccetto un ettaro ricadente nel comune di Salice Salentino in provincia di Lecce). Nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani, invece, 61,5 ha di superficie agricola relativa alla tipologia colturale “Vigneti” sostituita da impianti fotovoltaici ricade in aree di produzione dei vini DOCG “Castel del Monte Rosso Riserva”, “Castel del Monte Nero di Troia Riserva”, “Castel del Monte Bombino Nero”; nello specifico, 30,1 ha sono compresi nella provincia di Barletta-AndriaTrani e 31,4 ha nella provincia di Bari.

Figura 265. Percentuale relativa di superficie agricola sostituita rispetto a quella totale per ciascuna tipologia colturale per provincia pugliese

Per tali aree non idonee il R.R. n.24/2010 prevede che “la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle aree effettivamente occupate da tali colture comporterebbe l’espianto delle stesse; pertanto, non è compatibile con gli obiettivi di conservazione e valorizzazione dei prodotti tipici di qualità”. Nello specifico, per il fotovoltaico riporta come criticità “Complicato ottenere l’autorizzazione laddove si sia in presenza di vigneti, alla luce delle previsioni dell’organizzazione comune di mercato (OCM) vitivinicolo inerenti in particolare il mantenimento del potenziale viticolo”. Nonostante tali problematiche, circa il 70% della superficie dei “Vigneti” sostituita dagli impianti fotovoltaici nelle province di Taranto e Barletta-Andria-Trani, risulta localizzata in area non idonea all’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili. La localizzazione degli impianti fotovoltaici a terra è stata anche confrontata con la carta di capacità d’uso dei suoli LCC regionale, finalizzata a valutare le potenzialità produttive dei suoli per usi di tipo agro-silvo-pastorale, sulla base di una gestione sostenibile e conservativa della risorsa suolo. Tale valutazione si basa sul concetto che la produttività del suolo non è legata solo alle sue caratteristiche intrinseche (profondità, pietrosità, fertilità), ma anche a quelle dell’ambiente in cui questo è inserito (pendenza, clima, inondabilità, rischio di erosione, ecc.). I suoli sono ripartiti in otto classi: le classi da I a IV identificano suoli a vocazione agricola (suoli arabili), pur presentando limitazioni crescenti, mentre nelle altre classi dalla V alla VIII i suoli presentano limitazioni molto forti all’utilizzazione agricola; dalla V alla VII sono inclusi i suoli inadatti a tale attività, ma dove è ancora possibile praticare la selvicoltura e la pastorizia. I suoli della VIII classe presentano limitazioni tali da escludere ogni utilizzo a scopo produttivo. All’interno della classe di capacità d’uso è possibile raggruppare i suoli per tipo di limitazione all’uso agricolo e forestale. Con una o più lettere minuscole, apposte dopo il numero romano che indica la classe, si segnala immediatamente all’utilizzatore se la limitazione, la cui intensità ha determinato la classe d’appartenenza, è dovuta a proprietà del suolo (s), ad eccesso idrico (w), al rischio di erosione (e) o ad aspetti climatici (c). Analizzando i dati pugliesi, si evince che ben il 44% circa di superficie sostituita dagli impianti fotovoltaici ricade nella classe I (1.156,0 ha), ovvero suoli privi di limitazioni per l’utilizzo agricolo, e nella classe IIs (1.211,3 ha), con limitazioni dovute al suolo (profondità utile per le radici,

tessitura, scheletro, pietrosità superficiale, rocciosità, fertilità chimica dell’orizzonte superficiale, salinità, drenaggio interno eccessivo), percentuale questa che dunque potrebbe essere più razionalmente sfruttata per l’idoneo uso agricolo e forestale al posto di quello impiantisticofotovoltaico. Conclusioni e prospettive future Il presente lavoro ha consentito di valutare l’impatto causato dalla realizzazione degli impianti fotovoltaici a terra in area agricola su alcune tipologie colturali. L’analisi dei dati ha messo in evidenza che in termini assoluti i “Seminativi” rappresentano la tipologia colturale più interferita a livello regionale e provinciale. Tuttavia, rapportando le superfici sottratte per ciascuna tipologia colturale rispetto a quella corrispondente provinciale, si evidenzia che altre categorie colturali come “Orticole/Colture temporanee”, “Vigneti” e “Frutteti”, risultano maggiormente impattate in termini di produzione agricola. Dai risultati è emerso, inoltre, che non sempre è stato possibile preservare le aree più pregiate dal punto di vista agronomico e i suoli che hanno poche limitazioni all’utilizzo agro-silvo-pastorale e che, pertanto, sono strategici per le attività del settore primario, da usi diversi da quello agricolo, incluso quello energetico. Nell’attuale e previsionale scenario di sviluppo degli impianti alimentati da fonti rinnovabili finalizzato al conseguimento degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione, da realizzare anche con gli investimenti contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l’art.31, c.5, del D.L. n.77/2021, è stato promosso l’accesso alle misure incentivanti statali per la realizzazione di “impianti agrofotovoltaici che adottino soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, da realizzarsi contestualmente a sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture e la continuità delle attività delle aziende agricole interessate”. Lo sviluppo di impianti agrofotovoltaici caratterizzati da configurazioni delle strutture di sostegno dei pannelli che potranno consentire lo svolgimento delle attività agricole sottostanti comporterà un’occupazione di suolo agricolo minore rispetto a quella rilevata per gli impianti tradizionali. Pertanto, in riferimento alle procedure per il monitoraggio del consumo di suolo nell’ambito del SNPA, sarà necessario aggiornare il sistema di classificazione al III livello, in modo da distinguere gli impianti agrofotovoltaici (attribuendoli eventualmente in una nuova sottoclasse di suolo non consumato) da quelli appartenenti alla classe 1.2.5 “Impianti fotovoltaici a terra”. Inoltre, è bene evidenziare come la sola fotointerpretazione di immagini satellitari ed ortofoto, sebbene ad alta risoluzione, non sempre è sufficiente a garantirne la distinzione. È auspicabile prevedere, pertanto, metodologie di monitoraggio ausiliari (quali ad esempio. sopralluoghi in campo, indagini con drone, iter autorizzativo da parte dell’autorità competente), utili a monitorare tale fenomeno il più correttamente possibile. Nell’ambito di questo nuovo scenario che si prospetta, al fine di definire indirizzi normativi più appropriati per ottimizzare i benefici e ridurre gli impatti della transizione energetica, il ricorso allo strumento degli Osservatori Regionali sul monitoraggio del Consumo di Suolo, risulta fondamentale per attuare misure condivise e coordinate tra i vari soggetti tecnici e politici portatori di interessi diversi (ambientali, agricoli, energetici, infrastrutturali, culturali).

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