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IL GIORNALE DEI CONSULENTI FINANZIARI

BLUE RA Anasf, le novità TING

dopo il Congresso

BUFI È PRESIDENTE. E LO STATUTO CAMBIA PELLE

cover story TUTTI I PROTAGONISTI DEL IX CONGRESSO NAZIONALE

valzer delle poltrone NUOVI INGRESSI PER AZIMUT, FIDEURAM E UBI BANCA

rete della settimana INTERVISTA A SAVERIO SCELZO DI COPERNICO SIM

promotori LE RETI SI CONFRONTANO SULLA PARCELLA

A COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE DI ASCOSIM, ZENO D’ACQUARONE

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Anno I | Numero 18

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giovedì 19 maggio 2011 Copia abbinata a “Soldi Economia Finanza e Personal Business”

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Settimanale - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1, LO/MI

consulenti indipendenti


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luci&ombre

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Consob e il nodo dei conflitti L’autorità di vigilanza ha virato con decisione contro poco trasparenti del mercato del risparmio gestito. Sgr e distribuzione sulla graticola Fabrizio Tedeschi “Corruptissima re publica plurimae leges” campeggia nella prima pagina del discorso del presidente della Consob al mercato. Per ironia del destino il giorno dopo è stato emanato un documento di consultazione con Banca d’Italia di quasi 500 pagine, alle quali sono da aggiungere quelle dei precedenti documenti di consultazione del MEF per le modifiche al TUF e della stessa Consob per il regolamento emittenti. Tutti atti dovuti, nessun biasimo può essere rivolto alle autorità italiane (salvo quello di essere un po’ in ritardo sulla tabella di marcia). Rimane il fatto che dalla stessa Europa continua a giungere una tempesta legislativa immensa e costante. La riforma UCIT4, oggetto di consultazione, è l’occasione per imporre altri obblighi agli intermediari, insieme a qualche liberalizzazione, che avranno notevoli effetti sul mercato italiano. In primis non tutti gli

operatori saranno in grado di adeguarsi alla direttiva e quindi dovranno passare la mano. In secondo luogo le nuove libertà concesse alle sgr porteranno, nel tempo a un consistente sviluppo dell’attività di consulenza, vuoi indipendente vuoi connessa agli stessi intermediari. A leggere il possente documento si scopre che non ci si è limitati a introdurre le norme UCIT4, ma si è meglio definito qualche punto qua e là e il risultato è da ritenersi piuttosto pesante nelle conseguenze. È probabile che una parte del mercato ne risentirà in modo deciso, al punto forse da essere costretto a ritirarsi. Prendiamo ad esempio la modifica del regolamento congiunto relativa ai conflitti d’interesse delle sgr. È detto apertis verbis che i conflitti d’interesse non gestibili debbono avere carattere residuale. Questo significa che la maggior parte di essi deve essere annullata o gestita. Sul libro dei conflitti d’interesse devono

finire poche fattispecie e queste devono essere comunicate al cliente. Di fatto è un chiaro invito alle banche a dismettere le partecipazioni nelle sgr, perché appare impossibile eliminare il conflitto insito nella proprietà. Si potrà avere un consiglio indipendente fin che si vuole, ma alla fine questo sarà sempre eletto e rieletto dall’azionista, il quale sarà sempre attento a nominare suoi fedeli collaboratori o ex collaboratori. In alternativa l’organizzazione interna di banche e sgr dovrà essere totalmente cambiata. Altro punto che non tutti saranno in grado di rispettare riguarda il processo decisionale. Sarà necessario “preventivamente all’adozione di ciascuna scelta d’investimento, lo svolgimento di un’attività di analisi sul contributo di ciascun asset inve-

stibile alla composizione, liquidità e al profilo di rischio/rendimento del portafoglio dell’OICR gestito”. Al bando quindi l’improvvisazione e il trading. Chi già non l’avesse, dovrà istituire o rafforzare importanti settori di studi e ricerche, con nuove professionalità, specie nel controllo dei rischi. Quanti saranno in grado di porre in essere una simile analisi sugli strumenti finanziari nei quali investire? Altro punto importantissimo che rilancerà la consulenza e sarà fonte di proble-

mi per i distributori è la possibilità per le sgr di collocare quote di fondi propri e di terzi e di farlo anche in execution only e tramite raccoglitori di ordini e non più solo collocatori. Se a questo si abbini il fatto che da più parti si invoca la possibilità di assegnare ai consulenti indipendenti la possibilità di raccogliere ordini, è evidente che il mercato potrebbe modificarsi strutturalmente e avremo molti consulenti che potranno stabilire rapporti di collaborazione con le sgr, fornendo la loro consulenza e la loro valutazione di adeguatezza a quanti intendono sottoscrivere quote di OICR senza ricorrere ai tradizionali canali distributivi. Dall’altra parte le sgr dovranno istituire propri canali di distribuzione diretta, specie via internet, in grado sia di affrontare i nuovi modelli organizzativi del mercato sia di tutelare adeguatamente la clientela. tedeschi@alezio.net

Crescono le illusioni, ma non l’economia Alessandro Rossi

IL GIORNALE DEI CONSULENTI FINANZIARI

Gli esperti del Fondo Monetario Internazionale, a metà della scorsa settimana, hanno detto che “l’Italia è sulla strada giusta, sta facendo progressi sul fronte del risanamento dei conti pubblici, ma il Paese dovrebbe crescere di più “. Le medesime cose che dice anche Confindustria. L’economia italiana è in una fase di stallo prolungato. Ciò mal si concilia con l’enorme massa del debito pubblico che costituisce il 119% del Pil. Tale questione non sfugge neppure allo stesso Ministro Tremonti che, di fatto,

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Non per niente il professor Luigi Spaventa su la Repubblica ha definito il Pnr “la cornice del nulla”. Nessuno si aspettava una proposta di politica industriale, ma alcune linee guida di politica economica sì. Il nostro paese non ha bisogno di rifondare lo Stato e la struttura economica, ma di adeguarli alle esigenze di oggi. Le questioni nodali sono sul tappeto. Il Ministro Tremonti le conosce benissimo e tuttavia non riesce ad esprimere un benché minimo senso di marcia alle azioni necessarie. Nessuno ormai crede che il federalismo fiscale possa essere il “centrum” di un grande processo riformatore.

riconosce che è ineludibile cambiare registro. Il Piano nazionale di riforma (Pnr), approvato pochi giorni fa dal Parlamento, denuncia le questioni nodali - bassa produttività, liberalizzazioni, semplificazione amministrativa, fisco, ricerca, capitale umano, infrastrutture, energia, ambiente - che bloccano la crescita dell’economia italiana, ma si guarda bene da affrontarle. Ma il Piano nazionale di riforma contiene assai poco di concreto. Ci aspetteremmo drastiche misure per rilanciare lo sviluppo anche in coerenza con quanto ci chiede l’Unione Europea nella strategia Europa 20. Invece siamo di fronte al vuoto pneumatico.

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Redazione

Tutt’al più si può parlare di una conquista politica, se pur “effimera”, della Lega che, alla prova dei fatti, farà rimanere molto male il cosiddetto popolo padano. Si procede di illusione in illusione, pensando che i problemi si possano risolvere da soli. Ma se i nodi sono così grossi, come riconosciuto dal F.M.I., da Confindustria, dal Governo nel Pnr, dall’opposizione e dalle forze sindacali, ci dobbiamo domandare perché, dall’entrata nell’euro, non siamo riusciti a concludere niente, se non a pronunciare, ad ogni piè sospinto, che bisogna crescere, senza sapere come. rossi@bluerating.com

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Dopo il congresso di Parma, il presidente Bufi ha un obiettivo preciso

Anasf, una nuova immagine del pf Tanti ospiti e una convinzione comune. Valorizzare il servizio offerto Matteo Chiamenti È impossibile negare che il IX Congresso Nazionale di Anasf, svoltosi a Parma dal 12 al 15 maggio scorsi, sia stato in un certo modo epocale. È stata l’occasione per il commiato di Elio Conti Nibali, presidente uscente dopo due mandati consecutivi, il quale ha salutato l’Associazione (per lui un pressoché scontato futuro in Apf come vicepresidente) tra gli applausi di tributo dei partecipanti. Parallelamente iniziata l’era di Maurizio Bufi, una elezione frutto del proficuo lavoro di collaborazione e apparentamento svolto tra lista 2 (guidata da Sergio Boido, presidente di Efpa Italia) e lista 3 (dove Bufi è il capolista). Il nuovo presidente, a precisa domanda della nostra redazione, ha le idee chiare sul primo obiettivo del suo corso: serve una promozione dell’immagine del pro-

motore finanziario, magari anche attraverso un nuovo termine professionale, come quello di “pianificatore finanziario” (tra l’altro punto preciso del programma di lista 2). A Parma è stata la volta anche di importanti modifiche statutarie, attuate nell’ottica di rendere più efficiente la governance dell’associazione : la prima riguarda l’introduzione del Direttore Generale come organo dell’Anasf, la seconda comprende il Consiglio Nazionale, che ha eletto nella sua prima seduta il Presidente Anasf e che si riunirà entro 15 giorni, al fine di nominare, su proposta del Presidente di Anasf, il Comitato Esecutivo, i cui componenti verranno scelti tra gli associati con particolari competenze e infine la terza che fa riferimento alle funzioni del Presidente del Consiglio Nazionale, che resterà in carica due anni e a cui sarà affidato il compito di con-

vocare il Consiglio Nazionale . Ma non è tutto. Il IX Congresso Nazionale, dove si sono svolte le consuete tavole rotonde, è stata un’occasione utile per confrontarsi sugli scenari futuri della professione, sui temi caldi del mercato e per conoscere il pensiero diretto dei maggiori protagonisti del segmento. Tra questi hanno detto la loro, tra gli altri, Guido Cammarano, presidente emerito di Assogestioni, Giacomo Campora, ad di Allianz Bank FA, Elio Conti Nibali, presidente Anasf, Giuseppe D’Agostino, responsabile divisione intermediari Consob, Ennio Doris, presidente Banca Mediolanum, Armando Escalona, a.d. di Finanza & Futuro, Antonello Piancastelli, responsabile direzione rete Fideuram e Antonio presidente Spallanzani, Assoreti. BLUERATING ha raccolto per voi una sintesi dei loro pensieri.

Guido Cammarano, presidente emerito di Assogestioni n Senza una correlazione tra commissione e performance non si va da nessuna parte, ritengo quindi esagerate le critiche sull’attuale sistema bancario.

n I promotori hanno consentito ai risparmiatori di investire negli strumenti del gestito con competenza. n In sostanza va ripensata la struttura monocellulare, dove il promotore è spesso isolato, a favore del lavoro di squadra. La conoscenza deve essere un fattore comune e serve un controllo ex post del servizio offerto

Elio Conti Nibali, presidente uscente Anasf n I modelli della professione possono essere molteplici ma la cosa fondamentale è che si crei un ambiente favorevole alla professionista.

n Serve la valorizzazione di una attività al servizio del risparmiatore. Dobbiamo farlo tutti, bisogna fare sistema. Siamo bravissimi a fare gli squali nel nostro stagno, ma bisogna imparare a nuotare al di là del classico sistema bancario. n Ribadisco l’importanza della vigilanza di Consob, un’attenzione che negli ultimi anni è andata crescendo. Nel mercato non devono sussistere soluzioni uniche ma alternative. n Una prima vittoria potrebbe essere quella di rinominarci come pianificatori finanziari, un termine che maggiormente qualifica il ruolo del professionista

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Maurizio Bufi

Giacomo Campora, a.d. di Allianz Bank FA n È finita la fase pionieristica. È cambiata la posizione delle autorità, molto più attente alle tematiche del risparmio. Il punto chiave del successo del promotore è la flessibilità. n In merito al contratto non trovo che sia da disprezzare quello d’agenzia e non mi trovo d’accordo sull’ipotesi dell’Associazione professionale in quanto la ritengo difficilmente controllabile n Ora ci attendono le sfide della mobilità (i-pad, internet, ecc),della consulenza ( a tal proposito il termine promotore finanziario non è molto efficace) e del ricambio generazionale. n Sono scettico sui consulenti indipendenti perchè non so dove troveranno tutti i soldi per fare gli investimenti in formazione e tecnologia che le reti puntualmente fanno.

Giuseppe D’Agostino, responsabile intermediari Consob n Bisogna incanalare la consulenza in una modalità di servizio. È negativo ricondurre la valorizzazione del servizio reso alla mera performance. Servire il cliente non significa vendere prodotti. n Una delle maggiori critiche che la vigilanza fa è che una volta effettuata la consulenza, il portafoglio diviene una statua che non viene più monitorata. n Non si vive solo di congiunture. Serve rompere la correlazione tra remunerazione del servizio e andamento dei mercati.


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coverstory Ennio Doris, presidente Banca Mediolanum

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Armando Escalona, a.d. di Finanza & Futuro

n L’attuale situazione ricalca la dinamica degli anni ‘70, quando il mercato era in difficoltà. Ma chi ha resistito poi è riuscito a emergere al meglio negli anni ‘80. Chi è sopravvissuto in questi ultimi anni costruirà il futuro anche per gli anni.

n Siamo cresciuti spingendo in maniera molto convinta sui giovani. La normativa contrattuale della professione non è chiara e questo è un problema per la comprensione del ruolo per le nuove leve. Il contratto dei pf dovrebbe essere coerente con la complessità della figura.

n Non è una professione facile, è come saltare da un trapezio all’altro senza rete protettiva. Non siamo più venditori di fondi ma facciamo una attività a 360 gradi.

n Dovrebbe sussistere la possibilità di costituire una persona giuridica, ad esempio lo studio associato, che sarebbe un luogo ideale di crescita professionale e migliorerebbe la possibilità di controllo dei rischi, anche di frode.

n Bisogna capire perché, nonostante il servizio sia migliorato, la questa di mercato dei promotori è rimasta costante n Non c’è nessuna società che investe nella formazione dei consulenti indipendenti. Pensando alla Germania la qualità è terribile. Io ne ho assunti 300 e li ho mandati via tutti. Nella mia opinione in questo lavoro serve un know how pazzesco. Solo una azienda può offrire ciò.

n Ogni associazione può dare il suo contributo e tutte potrebberò partecipare alla gestione dell’Albo.

Antonio Spallanzani, presidente Assoreti n Nel 2008 la qualità del servizio dei promotori finanziari si è mostrata senza dubbio in pieno, attraverso una migrazione salvifica del portafoglio dei clienti verso prodotti meno rischiosi e a basso tasso commissionale. Tutto questo è avvenuto nell’ottica di preservare la fiducia dei risparmiatori italiani.

Antonello Piancastelli, responsabile rete Fideuram n Le reti operative sul mercato italiane non credo che si andranno a ridurre. È un mercato ampio con ancora ampi margini di sviluppo. Basti pensare che negli Usa il 40% delle famiglie si affida a un consulente. n Facciamo fatica a fare percepire alle famiglie il ruolo chiave del pf nella pianificazione finanziaria. Senza l’interesse per il cliente una guida di questo tipo è impossibile e da questo punto di vista il pf si eleva dal comune bancario.

n In merito alla riduzione del numero dei promotori finanziari, ritengo che, nonostante le uscite numeriche dall’Albo, il sistema ha saputo reggere comunque molto bene. Ciò detto, le reti è evidente che debbano crescere, è una necessità, anche nel numero dei professionisti.

n La nostra grande sfida è fare emergere l’importanza del servizio, poi sta a noi dare ai professionisti gli strumenti, la formazione, le competenze e meccanismi remunerativi innovativi per servire al meglio il mercato

n Ribadisco l’importanza del supporto bancario nell’attività di consulenza. L’assistenza delle società deve anche esserci nei confronti dei giovani, che in virtù della loro posizione difficilmente possono avere una ragnatela di relazioni in grado di garantire loro fin da subito un portafoglio che permetta loro di vivere.

Lo statuto si rinnova, ma la discussione è ancora aperta

Angelo Cerea

Angelo Cerea esprime alcune perplessità sulla nuova gestione Le novità le abbiamo ormai capite e, va detto, sono sicuramente rilevanti: il direttore generale avrà funzioni esecutive, il consiglio nazionale entro 15 giorni si riunirà e il presidente indicherà gli elementi del comitato esecutivo (è variato l’articolo statutario sul comitato esecutivo), il comitato esecutivo potrà essere scelto tra gli associati con particolari caratteristiche, il presidente del consiglio nazionale resta in carica 2 anni (non più 4) e convocherà lui, al posto del presidente di Anasf il consiglio nazionale. Nelle intenzioni dell’associazione, ora rappresentata dal presidente Maurizio Bufi, si va verso una maggiore efficienza della governance. Una visione però non condivisa da Angelo Cerea, capolista di lista 1, che abbiamo intervistato. “Non sono contento di come è andato il congresso, si è discusso poco della profes-

sione e ci si è concentrati sulle modifiche statutarie. Le continue novità creano difficoltà di volta in volta. Lo statuto deve far sì che tutti si riconoscano all’interno di questo e le scel-

Si è discusso troppo poco dei temi più importanti della professione ed è mancata una volontà concreta di ascoltare

esecutivo, teoricamente aperta a parole, a mio avviso andrà a dipendere direttamente dalla maggioranza. Serve discutere di ricambio generale. Si parla di fare sistema, ma solo a parole. Ciò esprimendo, non sono contro il neo eletto presidente Bufi, al quale faccio i miei auguri personali, semplicemente sono contro modelli che possono portare a una visione unica. Per l’efficienza si corre il rischio di perdere la pluralità.” M. C.

SOTTO LA LENTE te fatte non mi sembra vadano in questa direzione. Il direttore nello statuto non lo condivido, in quanto dovrebbe essere di derivazione associativa. Mi sembra si vado nel verso contrario dell’efficienza. Anche la scelta dei membri del comitato

I 25 volti del Consiglio Nazionale Ecco i nuovi componenti del Consiglio Nazionale di Anasf: Antonio Abate, Drago Biafore, Maurizio Bufi, Angelo Cerea, Franco Colombo, Luigi Criscione, Antonio De Gisi, Dante Filippini, Nicola Florentino, Alberto Forti, Alma Foti, Antonio Fricano,

Gianfranco Galati, Gian Franco Giannini Guazzugli, Felice Graziani, Fabio Guercini, Silvio Lancini, Franco Lazzini, Bruno Linguanti, Filippo Modica, Guido Pagani, Francesco Ragone, Pietro Rondano, Pasquale Rotella, Davide Siri.

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Nuovi scenari professionali per un settore che non è più quello degli anni ‘90

E venne il tempo dell’Associazione Unire il numero di pf significa accrescere l’immagine professionale Francesco Priore Bianchi, Rossi & Verdi snc Studio Associato di Pianificazione Finanziaria partner di Banca Supernova, questa un’ipotetica insegna che potrebbe sostituire la classica: Banca Tradizionale Ufficio dei Promotori Finanziari, più in fretta di quanto si possa immaginare. L’attività di pf è rimasta l’unica a dover essere esercitata solo da persone fisiche, mentre tutte le altre affini nuove o rinnovate come quella dei consulenti finanziari e degli agenti in attività finanziaria, o dei mediatori creditizi possono essere esercitate anche o soltanto da persone giuridiche. La modifica non deve eliminare l’obbligo d’iscrizione all’Albo per ognuno dei soci che eserciti l’attività in forma associata. L’attuale legislazione può essere facilmente modificata, perché non è in contrasto con alcuna normativa UE e per coerenza con le altre categorie già citate. Gli obblighi vigenti (mono mandato e abilitazione per le sole persone fisiche) sono il frutto della mediazione realizzata in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati durante la formulazione della legge sulle Sim. Quei due obblighi furono la contropar tita richiesta dai rappresentanti delle mandanti per aderire, senza nessun entusiasmo, all’improcrastinabile proposta degli associati Anasf, condivisa

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e sostenuta dalla Consob, di istituire un Albo, pubblico e professionale, di operatori certificati e verificati a tutela dei risparmiatori. Sono trascorsi vent’anni, il settore è diventato altamente professionale ed è necessario prenderne atto, re-immaginarlo e realizzare nuovi modi di esercizio dell’attività, più consone all’evoluzione e alle necessità dei risparmiatori, dei professionisti e dell’industria. L’attività dei PF del 2010 è sostanzialmente diversa da quella degli anni ‘90, all’epoca bisognava creare il mercato pertanto l’attività prevalente consisteva nella distribuzione dei servizi finanziari e la maggior parte del ritorno economico dipendeva dall’acquisizione di nuove quote di mercato; oggi l’attività prevalente è la consulenza, la pianificazione degli investimenti e l’assistenza e i ritorni sono proporzionali al portafoglio acquisito. Le conseguenze sono constatabili, il numero dei professionisti tende a decrescere, l’età media a innalzarsi e se non si pone mano alle innovazioni di modello si andrà lentamente, ma non troppo, verso il declino. Questa professione continua ancora a richiamare dei giovani, attratti forse dai vecchi modelli, i neofiti però dopo aver superato gli esami, essersi iscritti all’Albo e ricevuto un mandato nel giro di 18/24 mesi rinunciano. Le iscrizioni e le cancellazioni dall’Albo riguardano in massima parte persone che hanno tra i 30 e i 40 anni. Le imprese, quelle che hanno

resistito alla concentrazione, probabilmente perché impegnate ad acquisire gli asset di quelle emarginate, un po’ compiaciute dalla tenuta e dalla crescita, più per assorbimento che per sviluppo, hanno perso di vista la decrescita rapida della categoria. I PF delle Reti, in pochi anni si sono ridotti di un terzo, la quota di ricchezza gestita è rimasta invariata e i portafogli medi pur essendo raddoppiati non garantiscono più dei ritorni adeguati alla responsabilità

L’attività dei pf del 2010 è diversa da quella degli anni ‘90. Oggi l’attività prevalente è la consulenza Francesco Priore, Studio Priore&C

e all’impegno professionale richiesto, per non parlare dell’impossibilità di trattenere le nuove leve che con tanto entusiasmo hanno intrapreso l’attività. L’esercizio dell’attività svolto anche da persone giuridiche non è la panacea, ma solo un esempio di una delle molteplici soluzioni alternative o integrative che possono essere studiate, se ci si pone da un punto di vista diverso da quello tradizionale, se si considerano cioè la realtà della categoria e le esigenze del mercato. Queste ultime sono più che palesi, i risparmiatori richiedono consulenza finanziaria, in Inghilterra la FSA ha promosso la consulenza finanziaria sociale. Il pubblico che rappresenta il lato della domanda del mercato, con un dato che è riconfermato anno dopo anno dalle indagini, vedi l’ultima di GFK Eurisco per Assoreti, valuta eccellente la consulenza offertagli dal PF e nettamente superiore rispetto a quella ricevuta da altri operatori, ammesso che quest’ultima sia degna di questo nome. Queste valutazioni riguardano quei clienti che parlano con cognizione di Francesco causa perché sono gli Priore unici ad avere un certo

livello di educazione finanziaria, procuratagli proprio dalla relazione col PF; ma non tutti i risparmiatori sono clienti dei PF e pochi si avvicinano spontaneamente ai PF perché l’immagine prevalente degli stessi è ancora legata solo alla distribuzione e i tentativi di modificarla messi in opera dalle mandanti sono stati evidentemente insufficienti o inefficaci. L’istituzione di Studi Professionali Associati, partner delle mandanti, rileverebbe la trasformazione dell’attività che, com’è accaduto per altre categorie, si evolve gradualmente in una professione che col tempo diventa tradizionale, dove la distribuzione rappresenta solo un elemento, in quanto l’attività può spaziare dall’esclusività della consulenza sino alla promozione dei servizi. Il rafforzamento dell’immagine professionale indurrà i giovani aspiranti ad accettare giustificatamente un periodo di praticantato, di tirocinio o di avviamento professionale che dir si voglia, simile a quello richiesto per diventare commercialista, avvocato o altro. L’immagine attuale legata solo alla distribuzione comporta l’idea e la necessità che si possa e debba monetizzare in tempi brevi l’impegno posto per studiare e superare l’esame di abilitazione; aspettative che un aspirante commercialista per esempio certamente non nutre. Il vantaggio dell’attività di PF è che, invece dei tradizionali otto/dieci anni necessari per avere un portafoglio clienti da commercialista, è sufficiente un periodo non superiore ai due/tre anni per affermarsi in questa professione, se si hanno le capacità e la determinazione. Lo Studio Professionale Associato non avrebbe senso se servisse esclusivamente a rinsanguare la professione, perché questa è un’esigenza del mercato e un problema dell’industria. L’associarsi di un certo numero di PF ha un senso molto più importante: accrescere l’immagine professionale, aggregare competenze diverse e disponibili a cooperare perché lo scambio di cultura arricchisce tutti, adottare un’etica collettiva che crea valore aggiunto per qualunque impresa soprattutto se intellettuale, creare un asset trasmissibile o realizzabile economicamente, ben diverso dall’indennità di portafoglio, creare un elemento di richiamo per le

nuove leve e poter selezionare tra queste quelle più promettenti. Altrettanto per le nuove leve diventerebbe gratificante far parte di uno Studio partner di un’importante istituzione finanziaria, piuttosto che fare l’agente di quell’istituzione finanziaria. Una conferma è già fornita dal successo che hanno, sotto molti punti di vista, le Sim grandi o piccole dove i PF sono realmente comproprietari. Uno Studio potrebbe tranquillamente legare a sé con contratti di stage o di tirocinio i neofiti, in modo da consentirgli una certa autonomia economica. I neofiti com’è naturale apporterebbero nuovi clienti allo Studio e potrebbero sviluppare i clienti marginali dello stesso, creando valore aggiunto per tutti. I vantaggi per le imprese che dovessero prendere in considerazione questa diversa organizzazione dei propri collaboratori sarebbero non indifferenti: un’immagine diversa dovuta al fatto che collaborare con Studi Professionali partner è molto diverso che servirsi di una rete di vendita; l’aumento della fidelizzazione; la possibilità di aumentare il numero e la qualità di nuovi collaboratori in un momento in cui si direbbe che non ci sono le risorse per ripristinare la funzione storica del supervisore. Bisogna valutare anche le difficoltà: un certo numero d’intermediari infatti, a prescindere da un marchio storico che ha sempre puntato e con successo sull’immissione costante di nuove leve per lo sviluppo, ha ripreso a puntare con iniziative soprattutto di tipo culturale sovvenzionato, tipo borse di studio, all’immissione di nuove leve, ma i risultati non esaltano. Le soluzioni possono essere molteplici, quello da cui non si può prescindere invece è che il livello culturale e professionale dei PF deve crescere di più e essere aggiornato alle esigenze del mercato. Se il sistema deve sopravvivere è indispensabile rivedere il modello e il livello di formazione propedeutica e di aggiornamento: non è stato facile ottenere il riconoscimento della professionalità, ma si perderebbe velocemente se la professionalità fosse più vantata che sostanziale; meglio limitarsi all’immagine attuale che millantare capacità professionali di fatto inadeguate. frpriore@tin.it


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reti&gestori VALZER DELLE POLTRONE

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SOTTOVOCE

Fideuram e Sanpaolo Invest, 26 nuovi ingressi

Azimut cresce nel Lazio con Mattetti e Gherra

La rete guidata dall’ad Matteo Colafrancesco (nella foto) ha comunicato i dati trimestrali di bilancio. A fine marzo 2011 le masse amministrate dal gruppo Banca Fideuram (nella foto) erano pari a 71,7 miliardi di euro, in aumento di 150 milioni (+0,2%) rispetto al 31 dicembre 2010 e di 2,2 miliardi (+3,2%) di euro rispetto al 31 marzo 2010. La componente di risparmio gestito, pari a 53,2 miliardi, costituiva il 74,1% delle masse totali. Entrando nello specifico della promozione finanziaria Al 31 marzo 2011 il numero dei private banker delle Reti Banca Fideuram e Sanpaolo Invest risultava pari a 4.375 (4.349 al 31 dicembre 2010 e 4.309 al 31 marzo 2010). Questo l’andamento delle principali componenti del conto economico consolidato: Le commissioni nette, pari a 144,4 milioni di euro, hanno evidenziato un incremento di 12 milioni (+ 9,1%) rispetto al saldo di 132,4 milioni di euro registrato nei primi tre mesi del 2010. La crescita delle commissioni nette ricorrenti è attribuibile all’incremento delle masse medie di risparmio gestito (fondi comuni, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi), passate dai 47,3 miliardi del I trimestre 2010 ai 53 miliardi dei primi tre mesi dell’anno in corso (+12,1%), nonché alla maggiore redditività derivante dal mix di prodotti della clientela.

Che Azimut stia investendo molto per accrescere la propria forza di raccolta è ormai risaputo. Poco importa che si parli di ambizioni di crescita oltre i nostri confini (ne è esempio la Turchia o l’est asiatico) o interne, il dato di fatto è inequivocabile: il presidente Pietro Giuliani (nella foto) punta alla crescita nel risparmio gestito. Ultima dimostrazione è il rafforzamento dell’area laziale, da sempre una delle zone focali del gruppo. Ne abbiamo parlato con Antonio Faraca, Responsabile Commerciale Sviluppo del Lazio, che ci svelato alcuni nuovi ingressi relativi: “Le confermo che le voci su Roma (vedi “sottovoce Bluerating”..Potenziamento struttura laziale di Azimut consulenza..) di un’inserimento di prestigio nella struttura Laziale della quale sono il “Responsabile Commerciale Sviluppo” per i Financial Partner di Azimut Consulenza” (vedi precedente articolo bluerating di Luglio 2009), sono vere! Infatti, Donatella Mattetti di anni 40 / Bancaria di Bnl Bnp Paribas con un portafoglio clienti di oltre 50 milioni, è stata inserita appunto a Roma, nella quale tra l’altro di recente è stato nominato un nuovo Area Delegate per lo Sviluppo del Lazio e cioè lo storico di Azimut, Alberto Gherra, proveniente dal Piemonte. Ebbene si, continua il rafforzamento del Lazio /Roma per Azimut Consulenza”.

Nasce l’indice di per il benessere dei clienti

Mediolanum, nessuna trattativa su Esperia

Conoscere i risparmiatori, i loro comportamenti e le loro attitudini nei confronti della finanza personale è fondamentale per una banca che vuole offrire prodotti validi ai propri clienti. Parola di Alfonso Zappata (nella foto), Ceo di Ing Direct, che in occasione della conferenza per i 10 anni della banca in Italia ha presentato il suo Indice di Benessere Finanziario, volto a misurare il livello di “comfort finanziario” dei risparmiatori. Attraverso un’indagine quadrimestrale su un campione di 1.000 persone maggiorenni che utilizzano servizi bancari, l’indice si propone di valutare il livello di soddisfazione rispetto a sei dimensioni: risparmio, debito a breve termine (carte di credito), debito a lungo termine (mutui e prestiti personali), reddito, asset e investimenti, bollette e pagamenti.

Nessuna trattativa tra Julius Baer e il gruppo di Doris in merito alla quota in Banca Esperia. La precisazione di Julius Baer arriva dopo che alcune indiscrezioni di stampa avevano riportato che il gruppo svizzero era interessato a rilevare il 50% posseduto dal gruppo Mediolanum (nella foto il presidente Ennio Doris) in Banca Esperia. Tuttavia, anche in ambienti vicini al gruppo della famiglia Doris viene precisato che non c’è alcun interesse a vendere questa partecipazione. Le stesse fonti confermano comunque che ci sono stati contatti preliminari con la banca svizzera. Banca Esperia, attiva nel private banking, è controllata da Mediolanum e Mediobanca in maniera paritetica. In Borsa Mediolanum segna un rialzo del 3,17% a 3,9 euro; positivo anche il titolo di Piazzetta Cuccia che cresce dell’1,61% a 7,5 euro.

Zenit sgr estranea al caso Parmalat Zenit SGR, Società di Gestione del Risparmio indipendente guidata da Marco Rosati (nella foto), precisa la propria assoluta estraneità alle indagini in corso in questi giorni da parte della magistratura e alle relative perquisizioni da parte della Guardia di Finanza relativamente al caso Parmalat-Lactalis. La società coinvolta nell’inchiesta è infatti Zenit Asset Management che ha sede a Stoccolma e che in data 22 marzo ha ceduto insieme a Skagen e Mackenzie il 29% del capitale di Parmalat a Lactalis. Tra l’italiana Zenit SGR e la svedese Zenit Asset Management non esiste alcun legame né di tipo societario né di tipo commerciale.

Ubi Banca si espande nel Veneto Marco Gheda, area manager di Ubi Banca Private Investment, recluta ancora a Verona dopo l’inserimento di Luca Bortolaso. I neo ingressi sono Paolo Volo e Franca Pichi da Banca Euromobiliare e Burkhard Blatter dal Credem. Per presidiare la piazza il gruppo Ubi Banca Private Investment inaugurerà una nuova sede di 400 mq in Stradone Porta Palio.

L’ORACOLO (STRANE VISIONI DALLA CONSULENZA)

Inizia il viaggio nella Jurassic Bank. Allacciate le vostre cinture In escusiva un estratto dal nuovo progetto editoriale di Nicola Scambia Sull’appello, naturalmente, avevo molte speranze e molti timori. Il mio avvocato, Sanbernardo, mi “pompava” assicurandomi che nella Corte d’Appello di Cuccagna c’erano giudici molto competenti che leggevano accuratamente gli atti. E in ogni caso, lui avrebbe portato tutte le sentenze della Cassazione citate dal giudice e dalla controparte e le avrebbe lette ad alta voce, per ricordarle ai giudici della Corte. Sanbernardo, inoltre, aveva ridotto la stesura del ricorso a una ventina di pagine, concentrandolo su un solo punto: la Cassazione aveva affermato che un incarico manageriale si doveva ritenere liberamente revocabile solo quando questo era previsto per iscritto. E dato che nel mio contratto questa clausola non esisteva, e non c’era

stata concorrenza sleale, la banca non poteva rimuovermi dall’incarico. Io da un lato volevo credergli, ma dall’altro temevo fondamentalmente che i giudici dell’appello non volessero contraddire la loro collega, e che l’avvocato della banca si “inventasse” qualche scappatoia a cui non avevamo pensato. La mia esperienza in primo grado mi aveva segnato negativamente: la distanza dal giudice, l’impossibilità di interloquire, di presentare la mia versione dei fatti, la sensazione che il mio destino si giocasse non su questioni di sostanza, ma su dettagli per me insignificanti come “l’accessorietà “, il fatto che fosse espressamente citata o no la “libera revocabilità dell incarico di manager”, avevano messo a dura prova le mie convinzioni e la

mia fiducia nella giustizia. D’altro canto, però, non potevo non essere ottimista. Sapevo di essere dalla parte della ragione e che il mio caso sarebbe stato giudicato da una delle migliori Corti d’Appello di tutto il Paese. Sapevo che avere giustizia è faticoso, ma possibile. La giustizia esiste, e alla fine non può non trionfare. Almeno, lo speravo... La mattina dell’11 dicembre ero lì, nella sede del Tribunale del Lavoro, in via P***, a Cuccagna. Avevo convocato un mio amico regista per riprendere l’evento, ed erano venuti anche tanti amici, ansiosi di sapere come sarebbe andata a finire. Tutti volevano entrare in aula, ma lo evitai, perché non volevo una claque che sembrasse far pressione sui giudici. In una specie di aula di scuo-

la, situata in un edificio moderno, c’erano 4-5 file di banchi in cui erano seduti, in ordine sparso, gli avvocati delle cause che precedevano la mia, e alcuni dei loro clienti. In fondo, di fronte, c’era una specie di lunga cattedra, a cui sedevano i tre giudici - tutte donne, tra l’altro - e qualche cancelliere o assistente. Non c’era microfono; la porta rimaneva spesso aperta sul corridoio dove c’era un continuo passaggio, per cui non era semplice neanche ascoltare. Scrutai i tre giudici, per cercare di capirne la psicologia: chi erano, che cosa pensavano di tutta quella fila di postulanti? Ne avevano abbastanza di quel lavoro, o ci provavano ancora gusto? Volevano semplicemente sbrigarsi o, invece, approfondivano, cercavano di capire a fondo come si erano svolti i fatti, da che parte era la ragione e da che parte il torto - o, almeno, da che parte c’era più ragione, e da che

parte più torto? Continua… intanto mi raccomando: se devi sceglierti una banca, per lavorarci o per affidarle il tuo patrimonio, sceglitene una giusta, con dirigenti onesti e corretti. Ti risparmierai un sacco di guai e soprattutto avrai fatto qualcosa per avere un sistema bancario più efficiente. N i c o l a Scambia per gli a m i c i JACKFLY. M. C.

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BLUE RA TING

19 maggio 2011

advisordellasettimana

Advin Partners, la realtà emergente della consulenza finanziaria indipendente

Per il bene di tutta la famiglia La sim nasce per assistere nuclei con patrimoni rilevanti e complessi Matteo Chiamenti Come è nata l’idea Advin Partners sim? La società è nata nel 2007 su iniziativa dei due partner: Zeno d’Acquarone e Giovanni Tosi, attivi nel settore della consulenza finanziaria dal 2002 in qualità di fondatori di una precedente società di consulenza indipendente. Advin Partners è la naturale evoluzione di un percorso professionale e si colloca nel contesto del recepimento della direttiva Mifid in Italia. A fronte dell’incertezza sulla nascita dell’Albo dei consulenti, la scelta è stata quella di operare fin

Il 2010 è stato un anno difficile. Abbiamo puntato sulla difesa del portafogli e questo ci ha premiato Zeno D’Aquarone

da subito in un contesto normativo certo e regolamentato e pertanto abbiamo optato per fondare una spa e contestualmente fare richiesta per ottenere l’autorizzazione ad operare come SIM di Consulenza. La società opera come multy-family office finanziario. Considerando la vastità del mercato della consulenza finanziaria italiana, cosa caratterizza specificatamente il vostro modello? Abbiamo concepito la società per rispondere alle esigenze di

2007 anno

famiglie con patrimoni rilevanti e complessi, tipicamente allocati presso più intermediari e che per motivi vari desiderino avere un interlocutore terzo e indipendente rispetto ai “depositari” del patrimonio a cui affidarsi per condividerne le scelte di allocazione e per aver un servizio di consolidamento e reportistica integrata. Al di là di valori come etica ed integrità che vorrei dare per scontati, anche se spesso non è così, una boutique piccola ed indipendente deve puntare su professionalità e qualità del servizio. Il nostro modello di business non prevede, a differenza di altri family office, la “delega” di gestione sui patrimoni under-advisory. Per nostra scelta strategica e per avere un miglior controllo del rischio, fin dall’inizio nell’attività consulenziale, abbiamo optato per avere il dominio più ampio possibile sulla scelta dei sottostanti nei portafogli in consulenza. Nei confronti della nostra clientela, preferiamo assumerci le responsabilità in toto del nostro operato, nel bene e nel male, ma vogliamo essere nelle condizioni di poter sempre rispondere alla domanda dei clienti: ma in quali strumenti e titoli è investito il mio patrimonio ? Per fare questo, abbiamo inserito nella struttura la figura di uno Strategist occupata da un gestore professionale certificato CFA che effettua tutte le scelte di portafoglio. Altro aspetto fondamentale e punto critico per l’efficienza del servizio di consulenza è “l’infrastruttura” informatica che deve essere altamente efficiente sia per quanto riguarda la parte operativa del servizio che per la parte del reporting. Abbiamo sviluppato, in quasi dieci anni di

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Zeno D’Acquarone

lavoro, un software proprietario con funzionalità avanzate in grado di rispondere alle esigenze più articolate di reportistica da parte soprattutto di quelle famiglie con patrimoni “ramificati” e con più intestatari che in assenza di tale servizio rischiano di perdere il “controllo” di quello che sta accadendo alle loro risorse finanziarie. Come è andato il 2010? Il 2010 è stato un anno difficile in virtù di tutte le turbolenze che hanno caratterizzato l’andamento dei mercati. Ciònonostante, siamo soddisfatti, abbiamo “puntato” sulla difesa dei portafogli e questo Aldo ha Messa premiato alla fine. Il nostro obiettivo non è quello di “moltiplicare” il patrimonio dei clienti

2010 anno

ma di conservarlo. E per raggiungere questo obiettivo, ci sono anche momenti in cui bisogna avere la forza di convincere i clienti a rinunciare a extra rendimenti. Non è un compito facile, ma è anche il vero modo di concepire la consulenza che non deve per forza tradursi sempre nella ricerca del massimo risultato. Sul fronte della società, abbiamo incrementato la clientela e stiamo crescendo ad un tasso medio del 30% all’anno in termini di fatturato. Quali sono i vostri progetti per il futuro? Credo che per crescere e far nascere dei “campioni” indipendenti nella consulenza assisteremo a fenomeni di consolidamento tra realtà simili. La crescita per via endogena presenta dei limiti fisiologici e tempistiche dilatate nel tempo. Con questa consapevolezza ci stiamo guardando in torno per valutare aggregazioni o l’ingresso di partners.

per cento L’anno di nascita di Advin Partner sim. I suoi fondatori sono nella settore dal 2002

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È il tasso medio di crescita della società fondata da D’Aquarone e Tosi

L’anno in cui (era il 28 gennaio) il numero uno di Advin ha fondato Ascosim

Apriamo una piccola parentesi. Dott. D’Acquarone, lei è anche presidente di Ascosim (l’associazione delle Sim di consulenza). A oltre un anno dalla costituzione, come giudica questa esperienza?

L’Albo dei consulenti indipendenti è davvero necessario alla professione o si tratta di un elemento a cui è possibile rinunciare? Penso di poter affermare che ASCOSIM sia stata un’iniziativa fino ad ora positiva e apprezzata. Abbiamo instaurato con le autorità di vigilanza un dialogo costruttivo e proficuo che ha già dato vita a risultati in termini di richieste avanzate e collaborazioni e su questa strada intendiamo proseguire. Abbiamo organizzato momenti di formazione per i nostri associati e da ultimo la prima edizione del Forum Nazionale sulla Consulenza che ha riscontrato il parere positivo degli operatori incoraggiandoci e proiettandoci già verso la seconda edizione per l’anno prossimo. Stiamo lavorando per dare sempre più credibilità e visibilità all’Associazione come polo aggregante di realtà solide e consolidate. Per quanto riguarda l’Albo dei consulenti ritengo che la questione non stia nei termini se necessario o meno in quanto si tratta di recepire una direttiva europea e pertanto è importante che nasca perché questo “vuoto” che ormai dura da più di tre anni non sta giovando al mercato. Ci sono figure che in forma di persona fisica o giuridica stanno operando in un contesto non vigilato e questo non è positivo. Mi auguro pertanto che si reperiscano le risorse necessarie per farlo decollare al più presto. Un pensiero conclusivo Molti consulenti finanziari leggeranno questo articolo. Cosa si sente di dire a quanti fossero interessati alla vostra realtà (Advin Partners)? Che tipo di sviluppo professionale offrite? Come ho precedentemente illustrato, ADVIN si rivolge a clientela di fascia elevata. Le possibilità di collaborazione esistono con figure professionali che cerchino una struttura solida e consolidata a cui “appoggiarsi” per ricevere tutta una serie di servizi che credo siano difficilmente replicabili come persona fisica e potersi così concentrare sul mero aspetto relazionale e consulenziale con il cliente.


19 maggio 2011

retedellasettimana

BLUE RA TING

Il gruppo fondato da Scelzo (Copernico Sim) vuole inserire giovani professionisti

Quella rivoluzione è copernicana “Crediamo sia alla consulenza fee only sia al collocamento a parcella” Edoardo Romano Come è nata l’dea Copernico sim? Già a metà degli anni ‘90 avevo capito che il monobrand mi stava stretto, né d’altra parte pensavo di basare il mio futuro professionale sulle tradizionali reti di distribuzione a struttura piramidale. In realtà non mi sentivo solo un venditore, grazie ad una lunga esperienza americana guardavo il mercato finanziario con gli occhi del financial planner. Così, dopo una lunga riflessione, nel ‘99 decisi di mettermi in proprio fondando la Copernico Sim. Il nome Copernico deriva dal fatto che volevo evocare la rivoluzione copernicana mettendo il cliente e non già il prodotto al centro dell’attenzione, ma oltre a questo forse, non tutti sanno che Copernico, grande studioso in vari settori, mente eclettica e moderna, fu uno dei primi a teorizzare una sorta di unità monetaria europea e ricordo che all’epoca si parlava di euro. Considerando la vastità del mercato della distribuzione italiana, cosa caratterizza specificatamente il vostro modello di consulenza? Copernico Sim nasce con un’assoluta vocazione al multibrand e senza conflitti di interesse, con una struttura piatta e fin dalle origini noi in Copernico siamo stati attenti a non inquinare questi principi fondanti. Valutiamo la Mifid come una grande opportunità che nel lungo termine sarà il veicolo per il cambiamento culturale e lasciatemi dire anche generazionale. È indubitabile che ci sia da parte dell’industria del risparmio gestito un forte

appiattimento, che in alcuni casi umilia delle professionalità che al contrario avrebbero bisogno di un terreno più fertile per fiorire e per crescere. In Copernico crediamo sia alla consulenza feeonly sia alla consulenza con il collocamento a parcella e con inducements retrocessi al cliente, quest’ultima modalità a parità di altre condizioni ha un impatto più lieve rispetto alla fee - only, perché permette proprio grazie al collocamento di retrocedere tutti le fees a vario titolo percepite. Infine crediamo al collocamento tradizionale col multibrand. Continuiamo con convinzione a credere che una maggiore trasparenza e una maggiore presa di coscienza su ciò che è plausibile promettere al cliente, siano condizioni imprescindibili

Copernico sim nasce con una totale vocazione al multibrand, senza conflitti di interesse, non piramidale Saverio Scelzo, presidente e ad di Copernico sim

per affrontare il futuro al di là degli slogan e delle grandi campagne di reclutamento. Non posso non rilevare la fragilità del settore: talvolta mi sembra di assistere alla rappresentazione di un’opera teatrale dalla scenografia grandiosa, ma che al contrario, dietro le quinte dimostra tutta la sua fragilità strutturale. Copernico vuole essere sostanza, magari piccola, ma solida e seria, con un occhio rivolto

1999 70 anno

Saverio Scelzo

all’immediato futuro e l’altro a un futuro lontano. Come è andato il 2010? Il 2010 è andato bene, in questi undici difficili anni la Copernico ha quasi triplicato il suo patrimonio netto consolidando i rapporti con i propri dipendenti e con i promotori finanziari, molti dei quali sono azionisti ed alcuni anche consiglieri di amministrazione. Quali sono i vostri progetti per il futuro? Manteniamo la barra del timone verso la stessa direzione di sempre, quindi continueremo a inserire promotori finanziari con portafoglio, che abbiano a cuore gli interessi veri dei clienti, che con-

350 milioni di euro

professionisti È quando Saverio Scelzo ha fondato la società Copernico Sim

Il numero di promotori finanziari che opera nel gruppo

dividano la nostra filosofia e che come noi vogliono evitare il mercimonio, anche perché sia chiaro: la nostra struttura provvigionale è già ai massimi livelli del mercato e non ha certo bisogno di “fumogeni”. Ci stiamo impegnando in maniera seria all’inserimento di giovani professionisti ai quali garantiamo un valido percorso formativo e un iniziale supporto retributivo. Da noi non esistono contest e particolari politiche di incentivazione. I nostri colleghi operano liberamente e senza alcuna pressione commerciale, sempre di pìù siamo orientati alla cultura del fare e anzi vorrei aggiungere del “fare bene” per la stabilizzazione del rapporto. Infatti abbia-

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mo un bassissimo turn over sia a livello di dipendenti che di promotori finanziari. Molti consulenti finanziari leggeranno questo articolo. Cosa si sente di dire a quanti fossero interessati alla vostra realtà? Che tipo di sviluppo professionale offrite? In questi difficili e lunghi anni abbiamo saputo crescere, consolidare la nostra immagine a la nostra reputazione, lavorare con serietà e umiltà ispirandoci ai valori che ci hanno caratterizzato fin dalla nascita: professionalità, indipendenza e libertà. Forse alcuni colleghi non avranno sentito parlare molto di noi, è possibile: a differenza di tanti altri concorrenti che nel passato remoto come in quello recente hanno sbandierato grandi progetti, spesso naufragati prima ancora di prendere il largo, abbiamo preferito badare più ai fatti e alla sostanza che non alle parole e alla forma. In Copernico Sim sappiamo bene due cose: che il vero datore di lavoro dell’azienda è il promotore e che il vero datore di lavoro di quest’ultimo è il cliente. Su questi due cardini, oggi come il primo giorno, continuiamo a costruire la nostra crescita. Se in questo momento un collega sta riflettendo sul proprio futuro professionale, per volontà o necessità, e come noi immagina che le sfide dei prossimi anni saranno vinte da chi si adatterà meglio agli inevitabili cambiamenti in essere, gli chiederei di mettersi in contatto con noi: non gli venderemo l’ennesimo progetto, ma gli racconteremo la nostra storia nella quale forse gli piacerà identificarsi.

8,5 milioni di euro

case Sono le masse in gestione da parte della società indipendente

Sono le società prodotto che Copernico Sim offre ai suoi clienti

È il valore medio dei portafogli gestiti dai consulenti con maggiore anzianità

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BLUE RA TING

19 maggio 2011

consulenti&sim

Tra banche, sim e succursali di intermediari internazionali aderiscono in circa 80

Assosim, una questione d’identità L’adesione costa 2mila euro mentre la quota associativa annuale 20mila Luca Spoldi Di consulenza o di intermediazione, di estrazione bancaria o indipendenti, le Società di investimento mobiliare hanno in Italia una propria associazione di categoria, Assosim (Associazione italiana degli intermediari mobiliari), la cui missione è quella di rappresentare gli operatori del mercato mobiliare italiano nei confronti degli organi dello Stato e delle Amministrazioni pubbliche, di altre associazioni imprenditoriali, di organizzazioni economiche e sociali e in generale di altre associazioni, enti e soggetti pubblici e privati. Al momento ad Assosim aderiscono un’ottantina tra banche, Sim e succursali italiane di intermediari internazionali, attivi sul

mercato primario e secondario e su quello dei derivati, cui fa riferimento una quota di circa l’82% dell’intero volume negoziato sui mercati regolamentati italiani. Dal 2007, l’adesione ad Assosim è stata allargata anche a tutti quegli studi legali, società di consulenza e di sviluppo di soluzioni informatiche e in generale a quei soggetti che in forniscono servizi agli intermediari mobiliari operanti in italia. Presidente di Assosim è Michele Calzolari, affiancato dai vicepresidenti Massimo Mocio (di Banca Imi, gruppo Intesa Sanpaolo), Marco Turrina (Banca Akros, gruppo Bpm) e Massimo Ferrari (Unicredit Group) e da altri quattordici membri del Comitato Direttivo in rappresentanza dei principali intermediari

finanziari operanti sul mercato italiano. Tra le attività svolte dall’associazione, che si avvale di uno staff guidato dal segretario generale Gianluigi Gugliotta (che ricopre anche la funzione di delegato di Assosim all’interno di Aipb, l’associazione italiana private banking), vi è lo svolgimento di attività di ricerca, assistenza normativa e formazione per le quali Assosim i è organizzata per aree di competenze (area mercati, intermediarie post trading, area normativa, area fiscale). Attività che hanno dato vita ad una serie di pubblicazioni e all’organizzazione di numerosi convegni e seminari. All’associazione risultano attualmente aderenti 73 tra banche e Sim e associate altre 26 tra società e studi professio-

nali che prestano servizi o svolgono attività a favore degli associati e che come essi hanno diritto di partecipare all’assemblea, ai gruppi di lavoro eventualmente costituiti per il raggiungimento degli scopi sociali, a convegni, seminari, corsi di formazione e ogni altro evento, avendo inoltre accesso alla documentazione prodotta da Assosim medesima. L’associazione ad Assosim è possibile previo invio di una domanda corredata degli ultimi due bilanci disponibili e, per le sole associate, un documento informativo sulla società (tutta la documentazione dovrà passare al vaglio del Comitato Direttivo prima che la domanda stessa possa essere approvata). In caso di accettazione della domanda le società associate

dovranno pagare 2 mila euro di “una tantum” al momento dell’adesione e 20 mila euro di quota associativa annuale, di cui 5 mila all’atto dell’iscrizione quale acconto e il saldo dopo l’assemblea annuale Assosim che si tiene alla fine di marzo. Nel caso di adesioni dopo tale data l’intera cifra andrà invece versata all’atto dell’iscrizione. Il rinnovo dell’iscrizione all’associazione comporta invece il pagamento dei primi 5 mila euro a titolo di acconto entro il 31 gennaio e il saldo dopo l’assemblea annuale. Nel caso in cui più società associate facciano parte dello stesso gruppo, la società capogruppo paga la quota associativa per intero mentre per le altre associate la quota è ridotta della metà.

SOTTO LA LENTE

Venti Sim per un’associazione

Intermediazione in conto terzi, sale il controvalore medio Ai piani alti della classifica FinecoBank (gruppo UniCredit) resta leader Intermediazione in conto terzi in calo in Italia tra il 2009 e il 2010: secondo i dati Assosim il controvalore complessivo è calato lo scorso anno a 857.083 milioni di euro (-5,92% rispetto al 2009), peraltro venendo più che compensato dall’incremento delle negoziazioni in conto proprio (627.805 milioni, +48,03%) per un totale di 1.484,889 miliardi di euro in tutto (+11,22%), a fronte di una contrazione del numero delle operazioni (71,969 milioni delle quali in conto terzi e 52,420 milioni in conto proprio, il 3,08% complessivo in meno del 2009), a testimonianza dell’incremento del controvalore medio delle operazioni effettuate più che del grado di concentrazione, che anzi pare in calo dato che la quota di mercato delle prime tre associate cala dal 27,46% del 2009 al 25,23% (e che quella delle prime dieci associate scivola dal 55,47% al 52,21%). L’aumento del taglio medio delle operazioni non è comunque omogeneo: se cresce da 12.395 a 14.225 euro la “taglia” tipica delle operazioni in conto terzo, quelle in conto pro-

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prio vedono il controvalore medio contrarsi da 14.804 a 13.326 euro, con un “sorpasso” della clientela rispetto agli intermediari stessi per quanto riguarda il controvalore tipico delle operazioni poste in essere. Ai “piani alti” della classifica dei maggiori intermediari italiani in conto terzo in verità poco cambia: leader resta FinecoBank (gruppo UniCredit), che vede la propria quota di mercato salire dal 15,55% al 15,95%, mentre al loro posto restano anche, nell’ordine, Iwbank (in cui dallo scorso novembre si è fusa Twice Sim e che sale dal 12,56% al 15,09% del mercato), Intermonte Sim (dal’11,13% all’11,76%) e Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo, che invece vede la quota di mercato scivolare dal 7,98% al 7,10%). Qualche maggiore movimento nelle posizioni dalla quinta a scendere con Banca Akros (gruppo Bpm, passata dal sesto al quinto posto con una quota di mercato che sale dal 4,57% al 4,84%), Equita Sim (da nona a settima, con quota che passa dal 2,97% al 3,40%), Morgan Stanley

Guidata dal 1998 da Michele Calzolari (dal 2004 a.d. di Centrosim oltre che presidente, dal 2001, di Sopaf Capital Management Sgr, l’ex Cartesio Sgr) Assosim, associazione il cui atto costitutivo venne registrato a Milano il 5 dicembre 1991 dal suo primo presidente, Giorgio Mariotti, consta al momento di 73 banche e Sim associate. Le società di investimento mobiliare, in particolare, sono in tutto 20, ossia: • Eunice • Finsud • Hi-Mtf • Intermonte • Intesa Sanpaolo Previdenza • Nextam Partners • Nomura Italia • Nuovi Investimenti • Santander Private Banking • Ubs Italia

• 3P • Armonia • Avvenire • Camperio • Carife • Classica • Co.Mo.I. •Credit Agricole Cheuvreux IT • Equita • Ersel

LE TOP TEN DELL’ASSOCIAZIONE (era 14esima nel 2009, è risultata ottava nel 2010, con un 1,73% salito al 2,66%) e CA Cheuvreux (da undicesima a nona, con quota salita dal 2,54% al 2,63%) che guadagnano terreno, ai danni di Nuovi Investimenti Sim (sesta piazza dalla quinta dell’anno precedente e quota che dal 4,70% risulta pari al 4,68%) e UniCredit Bank AG (l’ex HVB AG, passata dall’ottava alla decima piazza con una quota calata dal 3,46% al 2,54% del mercato).

L.S.

Società

Azioni

Domestic

Euro

MOT

MOT

SeDeX

TAH

ETFplus

Finecobank

15,95%

5,66%

8,32%

3,73%

33,45%

9,08%

Iwbank

15,09%

7,60%

8,36%

12,22%

19,06%

6,90%

Intermonte Sim

11,76%

6,69%

10,36%

9,47%

2,29%

4,89%

Banca Imi

7,10%

18,08%

23,21%

6,90%

11,68% 12,39%

Banca Akros

4,84%

20,85%

15,73%

0,87%

2,07%

4,35%

Nuovi Inv. Sim

4,68%

1,85%

0,48%

40,79%

1,81%

0,45%

Equita Sim

3,40%

1,79%

4,07%

0,17%

0,52%

0,38%

Morgan Stanley 2,66%

-

-

-

-

1,40%

Ca Cheuvreux

2,63%

-

-

0,08%

0,44%

1,94%

Unicredit Bank

2,54%

5,16%

6,72%

3,92%

3,23%

4,90%

Assosim

84,31%

93,39%

94,29%

89,74%

84,39% 71,97%

Quote di mercato (cash) per controvalore negoziato in conto terzi (dati: Report Assosim 2010)


19 maggio 2011

consulenti&sim

BLUE RA TING

LE SIM DI CONSULENZA RICONOSCIUTE DA CONSOB Telefono

Città

010-581437

Genova (Ge)

Abs Consulting Sim

0585-488000

Massa (Ms)

Advin Partners Sim

045 8009826

Alisei - Società di Intermediazione Mobiliare

Società Abbacus Societa’ di Intermediazione Mobiliare

Società Genesi Società di Intermediazione Mobiliare

Telefono

Città

081-425252

Napoli (Na)

Giampaolo Abbondio Associati Sim

Milano (Mi)

Verona (Vr)

Global Wealth Advisory Sim

Roma (Rm)

02 49 89 894

Milano (Mi)

Groupama Sim

39 0434 521886

Pordenone (Pn)

Amaranto Investment Sim

02.006442.1

Milano (Mi)

Idea Sim

Milano (Mi)

Ambrosetti Am Sim

031 338391

Como (Co)

Independent Private Bankers Sim

Roma (Rm)

A.M.U. Investments Sim

06-916507780

Bari (Ba)

Apogeo Consulting Sim

02.8898.1

Milano (Mi)

Intesa Sanpaolo Previdenza Sim

Milano (Mi)

Aromonia Sim

051-3765101

Milano (Mi)

Intesa Sim

Milano (Mi)

Augustum Opus Sim

02 87085307

Milano (Mi)

Investitori Associati Consulenza Sim

Milano (Mi)

02 320 68 1

Milano (Mi)

J. Lamarck Sim

Verona (Vr)

Az Investimenti Sim

Milano (Mi)

Jc & Associati Sim

Milano (Mi)

Azimut Consulenza Per Investimenti Sim

Milano (Mi)

Julius Baer Sim

Milano (Mi)

02 8962891

Milano (Mi)

Lmf& Partners Sim

Be Cube Sim

0521-230101

Parma (Pr)

Brunetta D’usseaux & C. Sim

010-8603896

Genova (Ge)

Alpe Adria Gestioni Sim

Avvenire Sim Società Intermediazione Mobiliare

Banknord Gestioni Patr. Fin. Società di Int. Mob.

Bsi Wealth & Family Sim Camperio Sim Carife Sim Cellino E Associati Sim Centrosim Ceresio Sim Cgm Italia Sim Classica Sim

Cofin Sim

Intermonte Sim

Morval Sim

02-783301

Torino (To)

02 30322 100

Milano (Mi)

Nomura Italia Sim

051 5288611

Bologna (Bo)

011-540327

Torino (To)

02 72261245

Milano (Mi)

02 3037 7351

Milano (Mi)

Novasim

06/421321

Roma (Rm)

Nuovi Investimenti Sim

015 45 081

Biella (Bi)

Online Sim

02-7202561

Milano (Mi)

Milano (Mi)

Previra Invest Sim

06.488840.1

Roma (Rm)

02-6369631

Milano (Mi)

Private & Consulting

02-88210311

Milano (Mi)

Prometeia Advisor Sim

Milano (Mi)

Ruffo & Partners Società di Inter. Mobiliare

06-8541252

Milano (Mi)

Sai Mercati Mobiliari Società di Inter. Mobiliare

0372 462110

Cremona (Cr)

059-221311

Modena (Mo)

Consultique Società Di Intermediazione Mobiliare

045-8012298

Verona (Vr)

Shine Società di Intermediazione Mobiliare

Copernico Sim

0432 229835

Udine (Ud)

Simgenia - Società di Intermediazione Mobiliare

02-303431

Milano (Mi)

Simgest Società di Intermediazione Mobiliare

Diaman Sim

041-5969507

Marcon (Ve)

Directa Sim

011-530101

Torino (To)

Financial Innovations Sim

115.520.111

Torino (To)

Trade Point Sim

06-45474500

Roma (Rm)

Finanza Sud Sim

Milano (Mi)

Milano (Mi)

0541-787984

Roma (Rm)

02-763771

Milano (Mi)

02-8054191

Milano (Mi)

0434 546711

Pordenone (Pn)

02-878606

Milano (Mi) Trieste (Ts)

051 6482311

Bologna (Bo)

Milano (Mi)

Tosetti Value Sim

Padova (Pd)

02.6402-1

Solutions Capital Management Sim

Milano (Mi)

02-809500

Campobasso (Cb)

Milano (Mi)

02 62041

Torino (To)

874.418.192

Solidarietà & Finanza Sim

Studio Gaffino Sim

Family Advisory Sim - Sella & Partners

Bologna (Bo)

Seven Sim

Milano (Mi)

Dws Sim S. P. A

Torino (To)

Sanpaolo Invest Sim

Secofind

Eunice Sim

Milano (Mi) 02 76461

Milano (Mi)

Ersel Società di Intermediazione Mobiliare

Milano (Mi)

Bolzano (Bz)

02 80 63 15 1

Equita Sim

02 771151

010 27501

Schroders Italy Sim

Corporate Family Office Società di Inter. Mobiliare

Milano (Mi)

Millennium Sim

Milano (Mi)

Consultinvest Investimenti Sim

02 86996439

Milano (Mi)

Nextam Partners Sim

Co.Mo.I. - Compagnia Mobiliare Investimenti Sim Compagnia Privata Società di Inter. Mobiliare

Roma (Rm)

02 /3030351

Milano (Mi)

Classis Capital Sim Cofib Advisor Sim

Horatius Sim

06-42133

06.32.41.862

Roma (Rm) Torino (To)

Tradition Italia Sim

0584/425414

Viareggio (Lu)

02-784380

Milano (Mi)

Ubs Italia Sim

Milano (Mi)

Unicasim

Genova (Ge)

Uln Sim

081.41.02.84

Napoli (Na)

(02) 72422.401

Milano (Mi)

0432 200819

Udine (Ud)

02.5966.1

Milano (Mi)

Finlabo Sim

071 7575053

Recanati (Mc)

Fortinvestimenti Sim

06-68308208

Roma (Rm)

Valori & Finanza Investimenti Sim

Four Partners Advisory Sim

Milano (Mi)

Zurich Sim

Franklin Templeton Italia Sim

Milano (Mi)

3p Sim

Roma (Rm)

06 8413854

Roma (Rm)

81 Società di Intermediazione Mobiliare Family Office

Vicenza (Vi)

02 771951

Milano (Mi)

Galileo Finance Sim Gdp Asset Management Sim

Unione Gestioni Sim

Fonte: dati CONSOB, ultimo aggiornamento disponibile

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BLUE RA TING

19 maggio 2011

focusadvisory

Professione Finanza svela le preferenze dei pf in termini di remunerazione

Parcella, se la conosci la eviti Mediolanum e Fideuram sono le più aperte alla svolta “fee-only” Elisa Zeri Dall'introduzione della Mifid, il tema della consulenza finanziaria ha rappresentato e rappresenta sempre di più una delle questioni al centro delle disquisizioni tra i professionisti della finanza e non solo. In particolare ad essere al centro dell'attenzione sono le modalità di somministrazione della stessa. Ulteriore pepe alla discussione è stato fornito dalla recente scelta della Gran Bretagna di individuare, dal 2013, nella parcella pagata direttamente dal cliente l'unica modalità per la remunerazione dell'attività di consulenza finanziaria. In sostanza, è stato così bocciato il modello della distribuzione, da sempre (diversamente rispetto all'Inghilterra) un cardine nel Belpaese. Che la questione del futuro dell'attività di consulenza sia davvero al centro dell'attenzione dei professionisti del settore anche in Italia lo dimostrano le oltre milletrecento risposte ottenute fra gli utenti iscritti al portale www.professionefinanza.com in soli due giorni. La domanda proposta ai professionisti della finanza è stata, molto semplicemente, la seguente: “In Gran

Bretagna, dal 2013, la remunerazione dell'attività di consulenza finanziaria sarà possibile solo tramite parcella pagata dal cliente. Sei favorevole a questo modello o sei contrario ad introdurlo anche in Italia?” Se le risposte del centinaio di professionisti che non hanno attualmente mandato di promozione, e operano già in qualità di consulente finanziario indipendente in attesa del tanto sospirato albo, vedono in questa possibilità “l'unico modo di garantire la vera consulenza”, non è altrettanto scontato per i professionisti della finanza operanti nell'ambito della promozione finanziaria. L'indagine mostra, infatti, un universo abbastanza eterogeneo fra professionisti tendenzialmente favorevoli all'introduzione della parcella come unica forma di pagamento della consulenza con 749 intervistati (pari al 56,61%) che si esprime in questa direzione versus i 574 (pari al 43,39%) che indica una valutazione opposta. Le risposte, è il caso di dirlo, si sono rivelate assolutamente sorprendenti e lontane dai luoghi comuni. Nella fattispecie, una forte presa di posizione a favore dell'introduzione della scelta anglosassone,

ovvero della cosiddetta fee-only, viene proprio da quelle reti di distribuzione storicamente più legate al modello commissionale relativamente ai prodotti offerti (e che non hanno mai adottato veramente appieno un'architettura aperta) come Mediolanum e Banca Fideuram. Specularmente, questo approccio consulenziale non viene invece apprezzato proprio da realtà che (perlomeno a parole) ne hanno da sempre fatto un motivo di vanto. Si pensi ad Azimut, che non ha mai mancato di sottolineare la propria indipendenza. Entrando nel dettaglio, si può notare come la dispersione delle risposte sia ancora più significativa: si dichiarano “Assolutamente favorevole, è l'unico modo di garantire la vera consulenza” il 20,94% degli interessati, “Favorevole, ne verrà apprezzata maggiormente la professionalità del consulente” il 35,68%, “Contrario, si può fare consulenza anche se la remunerazione deriva dalle società prodotto” il 31,90% e c'è anche un buon 11,49% che arriva a fornire la risposta “Decisamente contrario: sarà difficile preservare in questo modo la figura del promotore finanziario!” Passando

all'analisi sulle diverse realtà di appartenenza, se fra i manager di rete prevale abbastanza trasversalmente un orientamento positivo nella direzione della consulenza a parcella con il 74,34% degli intervistati che si esprime in questa direzione, risulta essere molto più eterogeneo il panorama rappresentato dalle risposte dei promotori finanziari soprattutto in base alla “casa mandante”. Si esprimono in modo molto favorevole all'introduzione della consulenza a parcella soprattutto i promotori di Ubi Private Investment (63,16% degli intervistati) seguiti a ruota da quelli di San Paolo Invest (63,04%) che sono anche la maggior parte di quelli che forniscono la risposta “Assolutamente favorevole, è l'unico modo di garantire la vera consulenza” e di Banca Fideuram (62,78%). Altre reti nelle quali prevalgono i professionisti favorevoli all'adozione del “modello britannico” sono Banca Mediolanum con il 60% seppur sia significativo il basso numero di risposte arrivate su questo argomento da promotori di questa rete, Banca Sara (58,82%) e Mps con il 52,63%. Avversi

all'applicazione della consulenza pagata esclusivamente a seguito di parcella proposta al cliente, invece, si è espresso la maggioranza dei consulenti di Banca Generali (dove sono il 66,99% i contrari) seguiti da Allianz Bank con il 59,38% e Fineco Bank con il 57,89% degli intervistati contrari a questo modello. Considerazioni negative nei confronti della consulenza a parcella arrivano anche da Azimut con il 54,65% degli intervistati che si esprime in questa direzione così come Finanza e Futuro banca con il 53,33%. Infine considerazioni interessanti da fare arrivano anche dall'analisi per anzianità professionale: la propensione verso l'attività di consulenza pagata a parcella è inversamente proporzionale all'anzianità professionale. Si nota difatti un percorso che vede un costante calo delle persone favorevoli all'applicazione del “modello inglese” con l'aumento degli anni di attività: si passa difatti da un 78,79% di intervistati favorevoli alla parcella fra i professionisti in attività da meno di due anni al “solo” 48,9% di coloro che dichiarano anzianità professionali pari o superiori alla ventina d'anni. PROMOTORE FINANZIARIO

La remunerazione a parcella dell’attività di consulenza finanziaria: analisi per ruolo professionale 34,10%

Assolutamente favorevole, è l’unico modo di garantire la vera

36,70%

Favorevole, ne verrà apprezzata maggiormente la professionalità del Consulente Contrario, si può fare consulenza anche se la remunerazione deriva dalle società prodotto

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Decisamente contrario: sarà difficile preservare in questo modo la figura del promotore finanziario

MANAGER DI RETE 50,44%

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BLUE RA TING

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La remunerazione a parcella dell’attività di consulenza finanziaria: ecco le risposte delle società

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La domanda proposta ai professionisti della finanza è stata la seguente: “In Gran Bretagna, dal 2013, la remunerazione dell'attività di consulenza finanziaria sarà possibile solo tramite parcella pagata dal cliente. Sei favorevole a questo modello o sei contrario ad introdurlo anche in Italia?”. L’indagine mostra un universo parecchio eterogeneo. Ma la questione del futuro dell’attività di consulenza si dimostra davvero al centro dell’attenzione dei professionisti del settore.

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BLUE RA TING

19 maggio 2011

postadelpromotore

a cura di Luca Spoldi

scriveteci a redazione@bluerating.com

Banca Ipibi senza rivali, ma come fa? Il gruppo è al primo posto quanto a efficienza procapite dei pf I numeri continuano a dare ragione a Banca Ipibi, società del gruppo Veneto Banca guidata da Lucio De Rocco (nella foto) che da inizio 2011 ha preso saldamente il comando della classifica delle reti italiane per quanto riguarda l’efficienza pro capite dei propri promotori. Se a febbraio la raccolta netta pro capite era risultata pari a 544 mila euro, a marzo il dato è leggermente sceso a 463 mila, ma resta più che doppio rispetto alla seconda migliore rete (quella di Apogeo, con 257 mila euro di raccolta netta per promotore). Risultati eccezionali che suscitano l’interesse dei lettori di Bluerating: “Ma come fanno?” si domanda uno di loro. Prova a offrire una possibile chiave interpretativa un altro lettore, Massimo Bartolucci di Banca Mediolanum: Banca Ipibi dispone di “30 agenzie su tutto il territorio nazionale, così distribuite: 13 in Lombardia, 5 in Piemonte, 1 in Liguria, 3 in Veneto, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Emilia Romagna, 2 in Toscana, 2 nel Lazio, 1 in Campania, 1 in Abruzzo”. A questi uffici tradizionali,

nota il lettore, “si aggiungono 6 uffici personali di private banker, 5 dei quali nel Nord-Ovest”. Ora, “come tutti i Pf d’Italia sanno, quale che sia la loro mandante, molto del denaro circolante sul territorio nazionale è nel Centro-Nord, a differenza delle realtà del Sud che, con tutto il rispetto per i clienti che vivono al Sud e nelle isole, hanno potenziali decisamente inferiori”. Per Massimo è pertanto “facile presupporre che questo straordinario risultato (anche da parte mia i complimenti a tutta la rete di Ipibi, per l’eccellente raccolta pro-capite) sia frutto molto delle realtà sociali ed economiche in cui vivono. Avrebbero ottenuto lo stesso risultato se avessero operato anche in altre regioni d’Italia meno favorevoli? Come mai non ci sono agenzie in queste regioni: Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Molise, Marche, Umbria, Valle d’Aosta?”. A Banca Ipibi l’onore e l’onere di rispondere alla domanda, magari aprendo nuove agenzie o uffici di private banker al Centro-Sud.

FinecoBank rafforza il trading online, e i promotori? Diverse novità per la rete di Unicredit, ma si parla poco dei professionisti Se maggio è il mese delle rose e delle spose, lo è anche dell’ITFItalian Trading Forum (la data è quella del 19 e 20 maggio presso il Palacongressi di Rimini), la consueta rassegna organizzata da Traderlink, Trading Library e Morningstar giunta quest’anno alla sua dodicesima edizione che e vede anche Soldi-web.it Bluerating.com tra i media partner dell’evento, oltre al nostro editore Blue Financial Communication tra i media support. Molte anche quest’anno le presenze qualificate tra cui quella di FinecoBank, la società guidata da Alessandro Foti, una delle prime banche dirette in Italia con 820 mila

clienti e 35 miliardi di raccolta complessiva, oltre che primo broker online italiano con oltre 27 milioni di ordini di borsa eseguiti nel 2010. A ITF 2011 il gruppo presenta una serie di importanti novità per quanto riguarda la piattaforma di trading online PowerDesk2, tra cui l’allargamento del servizio di marginazione “long” e “short” anche sui titoli di stato, il chart trading (ovvero la metodologia che prevede la possibilità di inviare gli ordini direttamente dalla schermata del grafico) e nuovi future che hanno come sottostante le più importanti commodities del mercato Cme (Chicago mercantile exchange). Tutto bello, tutto interessante, ma c’è qualcuno che preferisce porsi alcuni quesiti in merito. Secondo alcuni dei

nostri lettori, per esempio, all’interno di questo appuntamento, infatti, non ci sarebbe “nulla che riguardi il reale business “core” dei promotori finanziari, definiti in quanto tale”. Infatti tutte le attività presentate nel corso dell’appuntamento sarebbero “finalizzate alla gestione e alla ricerca dei clienti senza l’ausilio degli stessi promotori”. Insomma, la sintesi espressa da qualcuno dei nostri lettori è molto chiara. Ovvero che “il modello sarà senza dubbio efficiente ma risulta incoerente con le esigenze dei promotori finanziari”. Ai promotori di FinecoBank, oltre ovviamente alla società medesima, la facoltà di rispondere ai dubbi avanzati dal nostro lettore.

Trimestrali, il derby Mediolanum - Fideuram finisce in sostanziale parità Al via il confronto tra i big del risparmio gestito italiano Tempo di trimestrali per i “big” del risparmio gestito italiano e subito scattano i confronti per vedere chi è andato meglio di chi. Il gruppo Mediolanum suona le sue trombe e annuncia una trimestrale “record” chiusa con un utile netto di 68,6 milioni di euro (+4% su base annua) a fronte di masse amministrate che toccano il massimo storico a 46.195 milioni di euro (+1% dall’inizio dell’anno e +7% rispetto al 31 marzo 2010). In particolare per Banca Mediolanum la raccolta netta risulta nel trimestre positiva per 507 milioni a fronte di un numero di promotori finanziari al 31 marzo 2011 pari a 4.739 unità. Da parte sua Banca Fideuram risponde approvando un resoconto intermedio di gestione consolidato al 31 marzo 2011, che vede l’utile netto consolidato

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risalire a 69,7 milioni di euro (+ 9,8% rispetto al primo trimestre 2010) e le masse amministrate stazionare sui 71,7 miliardi (+ 0,2 % rispetto al 31.12.2010). La raccolta netta totale è positiva per 496 milioni ed appare stabile rispetto ai 495 milioni del primo trimestre 2010, ma in crescita del 54% al netto dello scudo fiscale 2010 (che lo scorso anno aveva generato 173 milioni di euro di raccolta netta), mentre le commissioni nette salgono a 144,4 milioni (+ 9,1% rispetto al primo trimestre 2010), consentendo al cost/income ratio di calare al 43,1% (dal 45,3% di fine 2010). Numeri che secondo l’amministratore delegato di Fideuram, Matteo Colafrancesco, sono frutto della decisione dell’azienda, facente capo al gruppo Intesa

Sanpaolo, di continuare a effettuare “importanti investimenti” anche “nei momenti più difficili della recente crisi internazionale”. Il derby tra le due storiche reti italiane sembra dunque finito in sostanziale parità sia per quanto riguarda la capacità di raccolta sia a livello di utili. Chissà se i lettori di Bluerating la penseranno allo stesso modo o se qualcuno avrà qualcosa da commentare a favore dell’una o dell’altra delle due “storiche” reti italiane?


BLUE RA TING

19 maggio 2011

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BLUE RA TING

19 maggio 2011

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Nella tabella sottostante si illustrano possibili scenari di rendimento, con cedole annualizzate, ipotizzando diversi livelli al momento del fixing del tasso di interesse Euribor a 3 mesi. Tuttavia, le Obbligazioni INVEST|BONDTM 4+ corrispondono cedole trimestrali e la tabella e’ puramente indicativa. Rilevazione trimestrale Euribor a 3 mesi*

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*La rilevazione ufficiale avviene ogni trimestre a cura della Banca Centrale Europea. Il valore ufficiale dell‘Euribor a 3 mesi al 4 maggio 2011 e’ pari a 1,415%. (Fonte: BCE).

Per maggiori informazioni: www.investbond.baml.com | numero verde 800 927 772 | visita la tua banca di fiducia Il presente è un messaggio pubblicitario con finalità promozionali e non costituisce un’offerta o una sollecitazione all’investimento nelle Obbligazioni INVEST|BONDTM 4+. Le Obbligazioni INVEST|BONDTM 4+ sono negoziate sul MOT, Euro TLX e su HIMTF al prezzo di mercato che potrà, di volta in volta, differire significativamente da quello pagato dagli investitori in sede di acquisto delle Obbligazioni INVEST|BONDTM 4+. Prima di procedere all’investimento, l’investitore è invitato a consultare i propri consulenti fiscali, legali e finanziari, e a leggere attentamente la documentazione per la quotazione – l’offering circular datato 22 luglio 2010, i relativi supplementi che, congiuntamente, costituiscono un prospetto di base (il “Prospetto di Base”) ai sensi della Direttiva Prospetti (Direttiva 2003/71/CE) (la “Direttiva Prospetti”), approvati dalla UK Listing Authority (“UKLA”) che ha effettuato le procedure di notifica previste dalle disposizioni comunitarie di cui all’art. 98 del D.Lgs. 58/1998, ed in particolare i fattori di rischio ivi contenuti e le pertinenti condizioni definitive predisposte ai fini della quotazione delle Obbligazioni INVEST|BONDTM 4+ – reperibili sul sito web www.investbond.baml.com nonché la documentazione e le informazioni di volta in volta disponibili ai sensi della vigente normativa applicabile. Le Obbligazioni INVEST|BONDTM 4+ non sono destinate alla vendita negli Stati Uniti o a U.S. persons e la presente comunicazione non può essere distribuita negli Stati Uniti o a U.S. persons. Alle Obbligazioni INVEST|BONDTM 4+ è applicabile una tassazione pari al 12,5%. Il trattamento fiscale dipende dalla situazione individuale di ciascun investitore; l’investitore è invitato a consultare i propri consulenti fiscali. Non è possibile prevedere eventuali modifiche all’attuale regime fiscale ed alla relativa interpretazione da parte dell’autorità competente, che possono incidere, anche sensibilmente, sul rendimento netto dell’investimento.

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