GIACOMO CAMPORA
Il private Allianz Bank ha fatto goal grazie alla qualità
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GIUGNO 2017 Italia 5,00 euro - BE 9,00 euro - D 11,70 euro Côte d’Azur 11,60 euro - UK 7,50 £ Anno 3 - N° 6 - Giugno 2017 Periodicità: mensile Prima immissione: 17/06/2017
Mensile - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI
EDITORIAL Dove c’è un testamento, c’è un piano
ANDREA GIACOBINO
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preferito di passaggio della ricchezza alla generazione futura. Il 52% degli intervistati inglesi ha un testamento, anche se solo il 23% ha una strategia di trasferimento di ricchezza completa. Gli intervistati sempre più efficienti, provenienti dalla Germania, sono stati i più proattivi nel mettere in atto una strategia, mentre il 46% ha elaborato un piano completo. È interessante notare come i minori di 35 anni abbiano preso in considerazione il tema, al contrario la generazione più anziana, di età compresa tra i 50 anni e più, attribuisce la massima importanza nell’avere una strategia, anche se ancora non l’ha attuata. Il principale driver per la pianificazione del trasferimento dei beni è l’efficienza fiscale e la donazione è il metodo più comunemente usato, anche se per i meno ricchi la polizza assicurativa vita è il percorso preferito. In tutto ciò dove sta il professionista dell’investimento quando si tratta di questi temi? Solo il 27% degli intervistati in tutta Europa tiene il proprio wealth manager pienamente coinvolto in questo tipo di scelte, al contrario, il 52% informa completamente il coniuge della gestione della loro ricchezza. C’è quindi l’occasione per i wealth manager di un engagement molto più grande: le relazioni con i clienti possono essere rafforzate attraverso maggiori orientamenti sulla pianificazione dell’eredità.
PRIVATE
Una volta Isadora Duncan ha detto che “la più bella eredità che puoi dare a un bambino è consentirgli di fare a proprio modo, completamente con le proprie forze”. Mentre molte persone saranno d’accordo con questo concetto, non consentono che una somma di denaro molto significativa, che ammonta a trilioni di dollari a livello globale, debba passare nelle mani della prossima generazione nei prossimi anni in quello che è il più grande trasferimento di ricchezza nella storia. Considerata l’imponenza del flusso di ricchezza e il numero di nuovi multi-milionari che verranno creati attraverso l’eredità, dovrebbe essere ovvio pensare che ci saranno piani oculati per il passaggio di questa ricchezza agli eredi e alla famiglia. Tuttavia una recente indagine, condotta da Scorpio Partnership in collaborazione con NPG Wealth Management in Europa, evidenzia che questo non è sempre scontato. Infatti in un sondaggio condotto su 600 clienti ricchi, con un patrimonio tra 1 e 10 milioni di euro, sebbene il 45% degli intervistati ritenesse importante avere una strategia di trasferimento di ricchezza, solo il 30% lo aveva effettivamente attuato. Sorprendentemente quasi la metà (43%) non aveva preparato nessun piano e nemmeno scritto le proprie volontà. Il mercato britannico suggerisce che il testamento rimane il metodo
06 www.privatebankingweb.com anno 3 - numero 6 mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 Giugno 2015 Casa editrice Blue Financial Communication Spa Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 - Fax (+39) 02.30.32.11.80 info@bluefinancialcommunication.com Editore Denis Masetti masetti@bluefinancialcommunication.com Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluefinancialcommunication.com Direttore responsabile Andrea Giacobino giacobino@bluefinancialcommunication.com Redazione di Milano Luigi dell’Olio dellolio@bluefinancialcommunication.com Marta Citacov marta.citacov@gmail.com Redazione di Londra Anaïs Borri borri@bluefinancialcommunication.com Rajeevan Sukumaran rajee@bluefinancialcommunication.com Opinioni Roberto Cannataro, Alberto Cavalli, Alessandro Cuomo Angelo Deiana, Alessandro Dragonetti, Roberto Falzoni, Marcello Gualtieri, Paolo Martini, Monica Regazzi, Hanno collaborato Vito Andreola, Rosaria Barrile, Rosamaria Coniglio, Sara Mortarini, Susanna Tanzi, Francesca Vercesi Graphic design Massimiliano Vecchio vecchio@bluefinancialcommunication.com Pubblicità Michele Gamba gamba@bluefinancialcommunication.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Marco Bartolini bartolini@bluefinancialcommunication.com Mob. (+39) 335.16.789.12 Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluefinancialcommunication.com Tel. (+39) 02.30.32.11.1 Stampa TEP Arti Grafiche Srl Strada di Cortemaggiore, 50 - 29100 - Piacenza (PC) Tel. 0523.504918 - Fax. 0523.516045 Distributore esclusivo per l’Italia MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano Distributore per l’estero SO.DI.P. spa, via Bettola 18 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel +39 02/66030400, Fax +39 02/66030269 - www.sodip.it
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Foto di copertina by Laila Pozzo Il costo di ciascun arretrato è di 10,00 euro
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È un’iniziativa
THE MEDIA & DIGITAL COMPANY www.bluefinancialcommunication.com
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CO N TE NT S
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MARKETS
OPINIONS
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Mappa dei ricchi
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Spinta dal fintech
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La qualità come costante
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Mercati in gran spolvero
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Paul Singer in pillole
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La giusta dose di lavoro
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Cet1, indice di solidità
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Polizze a sua insaputa
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Perissinotto, leadership di gruppo
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La Consob si autoassolve
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Porte aperte in Biennale
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Ubi, nuovo protagonista
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Consulenza nel digitale
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Efg sotto la lente
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Virtù del magnesio
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Dassault, dinastia dei cieli
105 The year of planning
INVESTMENTS
LIFESTYLE
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Diritto alla difesa
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Il genio dello stile
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Voluntary a rischio flop
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La moda fa boom
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State of the market
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Dettagli dal futuro
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Wm tra illusioni e realtà
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Lo yacht dei sogni
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Bellezza per la vita
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Mezzo secolo del birrificio
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Sofia, soluzioni ad hoc
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Ronaldo in supercar
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4Aim punta i piccoli
100 Star e pubblicità
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Diamanti da investimento
102 Aste londinesi
104 La strategia value
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PRIVATE
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OPINIONISTS & CONTRIBUTORS
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MONICA REGAZZI
Ceo di Homepal, una start up attiva nel mercato immobiliare. In precedenza è stata partner & managing director di The Boston Consulting Group, dove seguiva il private banking. pag. 12
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ALBERTO CAVALLI
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PRIVATE
Direttore della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, docente presso il Politecnico di Milano e la Creative Academy, corrispondente per How to spend it Russia. pag. 80
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ALESSANDRO DRAGONETTI
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ROBERTO FALZONI
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ALESSANDRO CUOMO
Managing director, head of tax di Bernoni Grant Thornton, si occupa soprattutto di fiscalità internazionale, pianificazione successoria, m&a e operazioni di riorganizzazione societaria pag. 32
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MARCELLO GUALTIERI
Socio fondatore e componente del consiglio direttivo dell’Associazione Duchini-Studio del pensiero Economico, è docente di Economia Politica all’Università di Torino. pag. 88
Nome storico della finanza svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni, è presidente di Dukre Asset Management, con sede a Ginevra. Ha fondato Denarius Conseils & Gestion. pag. 74
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LUCA ZITIELLO
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ANGELO DEIANA
Collezionista fin dai tempi del liceo, già organizzatore di manifestazioni culturali, collabora dal 2016 con Finarte, per la quale attualmente dirige il dipartimento di Arte Moderna & Contemporanea. pag. 90
Fondatore dello studio legale Zitiello e Associati, collabora con diverse riviste scrivendo articoli sui mercati finanziari. Inoltre è autore di una serie di pubblicazioni e libri sull’intermediazione finanziaria. pag. 78
Presidente di Confassociazioni e Anpib (Associazione Nazionale Private & Investment Bankers), è considerato uno dei maggiori esperti italiani di economia della conoscenza. pag. 94
Leader europeo nel risparmio gestito*
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* Il maggiore asset manager europeo per totale di masse in gestione (AUM) - Fonte IPE “Top 400 asset managers” pubblicato in giugno 2016 e basato sugli AUM a dicembre 2015. Tutti gli AUM sono stati ricalcolati da Amundi escludendo gli asset manager con capogruppo al di fuori dell’Europa continentale. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Il presente documento contiene informazioni inerenti ad Amundi Funds Protect 90 (il “Comparto”), un comparto della SICAV Amundi Funds (la “SICAV”), organismo di investimento collettivo in valori mobiliari a comparti multipli di diritto lussemburghese che ha nominato Amundi Luxembourg SA, appartenente al gruppo Amundi, quale propria Società di gestione. L’obiettivo del Comparto è partecipare all’andamento dei mercati finanziari con una protezione del capitale parziale e permanente, beneficiando di una protezione quotidiana che costituisce il 90% del valore patrimoniale netto massimo registrato dalla data di lancio del Comparto. La protezione viene prestata da Amundi S.A. (di seguito “Soggetto Garante”) ed è assicurata per un periodo contrattuale iniziale di cinque anni (a partire dalla data di lancio del comparto). In seguito, la protezione viene rinnovata automaticamente per periodi contrattuali di un anno. La convenzione stipulata con il Soggetto Garante non costituisce garanzia di integrale restituzione del capitale iniziale. I potenziali investitori devono esaminare se i rischi annessi all’investimento siano appropriati alla propria situazione, e devono altresì accertarsi di aver compreso interamente il presente documento. In caso di dubbi, si raccomanda di consultare un consulente finanziario al fine di determinare se l’investimento sia appropriato. I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri. Il presente documento non rappresenta un’offerta a comprare né una sollecitazione a vendere. Esso non è rivolto ad alcuna “U.S. Person” come definita nel Securities Act of 1933 e nel Prospetto. Prima dell’adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione, e il Prospetto, disponibile gratuitamente, unitamente alle ultime relazioni annuali e semestrali e allo statuto, presso le sedi dei soggetti collocatori, nonché sul sito internet www.amundi.it. |
CAREERS Del Piero per Banca Generali
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PRIVATE
Una serata per soli fuoriclasse. Si può riassumere così l’evento organizzato da Banca Generali al Museo del Risorgimento di Torino, con la partecipazione di Alessandro Del Piero. A fare gli onori di casa è stato il direttore commerciale Marco Bernardi.
Greco da Ersel a Bper
Fabrizio Greco (nella foto) ha rassegnato le dimissioni da direttore generale di Ersel, ruolo che ricopriva da otto anni, per intraprendere una nuova sfida professionale. Dal 1° luglio, infatti, passerà a Bper, in qualità di responsabile della direzione wealth e investment management. L’obiettivo è contribuire a sviluppare ulteriormente la strategia del gruppo emiliano nei settori del risparmio gestito e del private banking. “A Fabrizio vanno i più sinceri e sentiti ringraziamenti da parte mia e di tutta l’azienda per l’eccellente contributo alla gestione del gruppo Ersel”, ha dichiarato Guido Giubergia, presidente e amministratore delegato della società torinese.
Syz, arriva Wyss Il gruppo svizzero Syz ha nominato Silvan Wyss al vertice dell’attività di gestione privata. Il manager,
proveniente da Credit Suisse, sostituisce Fabian Dufresne, che va in pensione. Silvan Wyss raggiunge Syz in veste di membro del comitato esecutivo del gruppo, di cui assume il ruolo di head of wealth management. La sua principale missione sarà di sviluppare il mercato svizzero e mettere in atto strategie di espansione della banca privata, soprattutto in America Latina e in Africa, luoghi nei quali Syz si è recentemente insediato in seguito all’acquisizione della filiale svizzera di Royal Bank of Canada.
Finnat arruola Pontelli Nuovo ingresso nel private banking di Banca Finnat. A Milano arriva Paola Pontelli (nella foto), con un’esperienza pluridecennale in primari istituti bancari e incarichi di grande prestigio. Da giugno 2016 in Ubs, da aprile 2013 a giugno 2016 in Santander Private Banking e prima ancora in Banca Popolare di Spoleto. Pontelli va a ricoprire la carica di senior private banker nel team coordinato da Marcello Palumbo.
A G E NDA 18-20 GIUGNO
27 GIUGNO
Summit dei private fund L’hotel Hilton Olympia di Londra ospita il Private Fund Finance & Compliance Summit. Un appuntamento che vedrà confrontarsi gli operatori del mercato con avvocati d’affari, specializzati nelle normative di carattere finanziario, e analisti che indicheranno i grandi trend che potrebbero condizionare le valutazioni delle principali asset class nei mesi a venire.
Family office a confronto Le incognite geopolitiche a livello internazionale, la crescita degli utili aziendali in corso, le prospettive dei tassi, l’evoluzione fiscale nei principali Paesi occidentali. Sono alcuni dei temi che verranno affrontati a Losanna (Beau Rivage Palace) nel corso dell’European single family office symposium. Il formato del programma prevede workshop brevi, seguiti da confronti tra platea e relatori, oltre a numerose occasioni di networking tra gli addetti ai lavori. 5 LUGLIO
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tra i protagonisti di un settore in rapida evoluzione, che può contare sull’abbondante liquidità in circolo sui mercati finanziari, ma deve fare i conti con multipli delle operazioni in continua crescita.
PRIVATE
Evento sul private equity Appuntamento con la 16esima edizione della Seca Private Equity & Corporate Finance Conference a Zurigo (Six ConventionPoint). Sarà un’occasione di confronto
MARKETS
Mappa dei ricchi Un sondaggio ha intervistato oltre 600 high net worth individuals Anche le aspettative contano nel valutare il patrimonio LA SOGLIA MINIMA DEL BENESSERE
10,4
RICCHEZZA
Patrimonio medio
PRIVATE
Patrimonio da raggiungere perché si possa riconoscere lo status di “ricco”
10
8,7 Sopra 5 mln euro
2-5 mln euro
1,2 Sotto 2m euro
2,9
7,1
7,2 3,5 Regno Unito
Svezia
Francia
2,8
8,3 PAESI
3,5
4,0 Finlandia
Danimarca
3,6
3,5 Belgio
Complessivo
3,5
9,2
11,5
11,9
14,1
PATRIMOMONIO NETTO / PATRIMONIO NECESSARIO ( IN MILIONI DI EURO)
20,9
21,5
Qual è il patrimonio necessario perché un individuo possa essere definito ricco?
MARKETS REPORT
DEFINIZIONE DI “WEALTHY” Quale delle seguenti definizioni descrive meglio il concetto? 100%
80%
60%
40%
20%
Regno Unito
Svezia
Francia
Filandia
Danimarca
Belgio
55 e oltre
35-35
Under 35
Complessivo
0%
Avere abbastanza soldi per darne un po’ ai meno fortunati Avere ricchezza sufficiente per essere liberi di fare ciò che si vuole nella vita Non doversi preoccupare del giorno per giorno Avere abbastanza soldi per seguire le proprie passioni Raggiungere un livello di benessere tale da poter avere influenza a livello economico o politico Avere una ricchezza sufficiente per assicurare il futuro proprio e della propria famiglia
11
Fonte: OneLife e Skorpio Partnership
PRIVATE
Altro
OPINION
Spinta dal fintech Non solo concorrenti. Le startup digitali possono essere alleati degli operatori pb La sfida è saper accettare il potenziale dell’innovazione e rimettersi in gioco DI MONICA REGAZZI / @MoniRegazzi
nelle fasi più critiche del processo di investimento, quali l’analisi di portafoglio, le simulazioni e lo sviluppo di indicazioni di investimento. Dal lato dell’offerta continuiamo invece a trovare un gap enorme nell’offerta degli operatori che ancora non sono pronti a rispondere alle esigenze dei clienti sugli aspetti di comunicazione e interazione e sulla possibilità di offrire soluzioni di consulenza anche a clienti con patrimoni più contenuti.
Le realtà fintech sono sempre più presenti nei mercati internazionali e italiano. Si stima che negli ultimi tre anni il numero di startup del settore sia più che raddoppiato, con investimenti quasi triplicati. Spesso queste aziende si specializzano su un aspetto specifico della catena del valore, e in particolar modo sugli aspetti transazionali e di pagamento. Se guardiamo agli ultimi 50 anni, il mondo bancario ha quasi completamente perso il controllo sulle aree transazionali, che stavano al centro del business.
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PRIVATE
Nuovi parametri La crescente digitalizzazione impone che la tecnologia giochi un ruolo molto più attivo anche nelle attività core, come nel private banking. Vi sono numerosi aspetti sui quali lo sviluppo digitale, anche tramite acquisizioni di startup fintech, potrebbe avere un impatto significativo: dalla crescente disponibilità di informazioni che modifica il ruolo “informativo” dei relationship manager, ai social media che sempre più influenzano fiducia e trasparenza dei clienti; dalle tecnologie web-based che
dovrebbero rivoluzionare le modalità di interazione tra cliente e gestore, fino a quelle emergenti di analisi dei dati, che possono migliorare il contenuto delle previsioni. Cambiano domanda e offerta Dal lato della domanda, la richiesta di attività digitali da parte dei clienti è arrivata al cuore dell’attività di private banking. I clienti esprimono l’esigenza di avere il supporto delle nuove tecnologie anche
Ricerca di valore Molti wealth manager ancora non hanno ben chiaro come riuscire a estrarre valore dai propri investimenti sul digitale. Gli operatori di private banking hanno ancora dalla loro un aspetto estremamente rilevante per i clienti, che è il tema della fiducia: il trust. E questo permette in alcuni casi la sopravvivenza degli operatori incumbent e più tradizionali, e rallenta l’avanzata dell’innovazione e della disruption. Quindi se i due mondi imparassero a collaborare, potrebbe nascere qualcosa di veramente promettente.
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Messaggio Pubblicitario. Indice di solidità CET 1 13,1% (dato al 31 marzo 2017 riferito al Gruppo Bancario Mediobanca). Tale indicatore valuta la solidità patrimoniale di una banca mettendo in relazione principalmente il capitale ordinario versato con le attività ponderate per il rischio.
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PRIVATE
INTERVIEW
INTERVIEW GIACOMO CAMPORA
La qualità come costante “Evoluzione continua dell’offerta, la fiducia è il nostro valore fondante” Campora: così Allianz Bank dimostra la crescita dei suoi consulenti finanziari DI ANDREA GIACOBINO
Private banking: conta di più la varietà dell’offerta o il legame private banker-cliente? Sono due aspetti complementari, che si incastrano perfettamente. La forza risiede nella relazione di fiducia tra il private banker-consulente e il cliente, che si consolida nel tempo, dove i risultati e le performance sono importanti aspetti di stabilizzazione. Tutto questo si deve anche tradurre in un’evoluzione continua dell’offerta per soddisfare tutte le esigenze, anche le più sofisticate, dell’investitore. Ma la vera costante è la qualità. Il valore fondante su cui poggia il nostro modello è la fiducia che si instaura nel rapporto tra il cliente e il consulente private. La fiducia si basa sull’esserci sempre, in ogni momento, anche nelle fasi più
Esserci sempre, in ogni momento, anche nelle fasi più difficili È la chiave della relazione
Allianz stadium a Torino Lo Juventus Stadium di Torino dal 1° luglio 2017, per la stagione 2017/18 e fino al 30 giugno 2023 diventerà Allianz Stadium.”Abbiamo colto al volo l’opportunità che ci si è presentata”, dice Giacomo Campora. “Lo abbiamo deciso con una stretta di mano, poche parole, intesa immediata. Allianz porta la sua esperienza, i nostri financial advisors e i loro clienti, di qualunque fede calcistica, avranno un trattamento private anche negli eventi sportivi”. La partnership con la proprietà potrebbe estendersi ad altre iniziative.
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Il private banking italiano è per sua natura perlopiù bancocentrico, emanazione di divisioni di banche commerciali. Quali i limiti di questo business model? È vero ed è il prodotto di una lunga storia che ha visto le banche tradizionali dominare le quote di mercato per molto tempo in questo segmento. Negli ultimi anni, tuttavia, abbiamo assistito ad un graduale spostamento di queste quote a favore delle banche reti. Uno dei fattori di questo cambiamento è sicuramente un modello di business meno direzionale rispetto a quello delle banche tradizionali. Questo è particolarmente vero per Allianz
Bank, che dispone di una piattaforma aperta e nel tempo è cresciuta in modo regolare, senza strappi, anche in virtù di una sempre maggiore qualità verso il cliente finale. Peraltro, la stretta relazione tra il consulente e il cliente, con un alto grado di fidelizzazione nel tempo, è il cuore del nostro modello.
PRIVATE
Personalizzare l’offerta è importante, ma non è tutto nel private banking. Giacomo Campora, direttore generale di Allianz Spa e amministratore delegato di Allianz Bank Financial Advisors, è convinto che oggi più di ieri la consulenza finanziaria per clienti di fascia alta abbia in Italia un grosso potenziale di crescita, a spingere il quale c’è anche e soprattutto il valore della relazione col professionista. Dove la tecnologia è un supporto fondamentale.
INTERVIEW
difficili. La fiducia si sviluppa con coerenza di strategie, focalizzando il nostro lavoro e la nostra offerta solo sul wealth management. Si basa sulla capacità di poter offrire un servizio integrato ed evoluto che si completa con servizi di monitoraggio continuo del portafoglio del cliente. E in questo il gruppo Allianz si posiziona come leader per qualità e innovazione della sua offerta.
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PRIVATE
Passaggio generazionale. La ricchezza degli italiani è perlopiù nella fascia over 65. Come vi preparate a intercettare questo cambio di testimone? Lo stiamo facendo già da tempo. Uno dei pilastri del nostro ecosistema di consulenza evoluta, Vision, è proprio dedicato a questo tema con strumenti specializzati sui temi successori e fiscali legati al passaggio patrimoniale delle famiglie, in tutte le sue forme. Il nostro è un approccio “olistico”, a tutto tondo, nel senso che consideriamo la persona e il suo mondo nella sua interezza, coinvolgendo tutti i membri della famiglia e, quindi, anche le nuove generazioni. La nostra offerta è strutturata già per servire al meglio i bisogni delle giovani famiglie o dei giovani imprenditori, con soluzioni appositamente studiate per loro. Ad esempio grazie a strumenti Life Cycle e previdenziali di ultima generazione. E non solo. Abbiamo anche studiato percorsi di customer experience differenziati in funzione
Torre Allianz di Isozaki
delle abitudini che il cliente può avere. Siamo infatti in grado di dialogare con il linguaggio degli over 65 così come con il linguaggio dei loro figli. Prepariamo i nostri consulenti che frequentano un percorso professionale pluriennale strutturato sui temi specifici delle successioni e della discontinuità sia famigliare che aziendale, nonché sui temi fiscali collegati. Riteniamo che le nuove generazioni o comunque la fascia di clientela sotto i 50 anni sia particolarmente esigente,
spesso ben preparata, e richieda servizi sempre più su misura, competitivi e al passo coi tempi, anche in termini di digitalizzazione. Inoltre, diamo la possibilità ai nostri consulenti private e ai loro clienti di confrontarsi direttamente con un network di primari esperti e professionisti in modo da poter supportare concretamente il cliente in questa fase della vita. Un recente studio Consob quantifica in circa il 60-70%
INTERVIEW GIACOMO CAMPORA
buon consulente ci vogliono almeno 10mila ore di formazione tecnica. Quanti clienti rinuncerebbero a tutte queste ore del loro tempo personale per mettere a frutto i propri risparmi? Il risparmio degli italiani è ancora uno dei giacimenti del nostro Paese. Cosa può e deve fare il governo per valorizzarlo? Fiscalità, PIP, previdenza complementare, eccetera? Cosa pensa dei Pir? Penso che ci sia ancora molto da fare per tutelare i risparmi degli
Italiani anche da un punto di vista fiscale. I Pir sono senz’altro un punto di partenza e credo che vadano utilizzati per quello che sono: una innovazione notevole, che va perfezionata. Il nostro gruppo è comunque interessato ad essere presente in questo segmento e ha studiato una soluzione mirata, perché sicuramente è un’opportunità che vogliamo essere in grado di offrire ai nostri clienti, come fa il resto del mercato. Il gruppo Allianz vanta una secolare competenza ed esperienza nel settore dei servizi finanziari e del risparmio gestito. A questo aggiungo la solidità certificata con il rating AA di Standard & Poor’s. Il private banking italiano vede alcune realtà di eccellenza, ma di taglia piccola e media. Questo assetto regge in un business dove la dimensione conta sempre di più? La dimensione aiuta in particolare in un contesto dove la pressione sui margini e l’economia di scala conteranno sempre di più. Resterà, tuttavia, sempre essenziale la dimensione della qualità del servizio. Le banche-reti di consulenti finanziari si stanno buttando a capofitto nel private banking. Anche qui: ci sono dei limiti nella figura del pf “private”? Il servizio del consulente private può essere di altissimo livello. Credo, tuttavia, che non tutti i consulenti finanziari possano 17
Per programmare il futuro non c’è bisogno di emotività Per diventare un buon financial advisor ci vogliono 10mila ore di formazione
PRIVATE
gli italiani che non ricorrono a consulenti per le proprie scelte d’investimento. Che ne pensa? Penso che sia curioso che in un Paese come il nostro, in cui la cultura finanziaria è posizionata al di sotto della media europea, ci sia un così basso livello di ricorso alla figura del consulente. Per poi pagarne le conseguenze. Come ci insegna la finanza comportamentale, è proprio nei momenti di forte stress che c’è maggiore bisogno di una guida al nostro fianco per prendere le migliori decisioni, senza la quale rischiamo di fare scelte forse poco coerenti con i nostri bisogni. Ad esempio, in altri paesi europei e negli Stati Uniti, la figura del financial advisor ha assunto nel tempo anche un ruolo sociale sostenuto dagli enti governativi locali. Le persone che hanno un patrimonio, più o meno rilevante, hanno sempre avuto bisogno di esperti per gestirlo al meglio: soprattutto perché, per programmare il futuro, c’è bisogno di meno emotività e più professionalità. C’è un grande spazio a disposizione per i consulenti finanziari, perché in Italia il mercato non è certo saturo. Piuttosto, il vero tema è un altro: trovare il consulente giusto, quello che fa al nostro caso, quello che ci aiuta a programmare il futuro. Io stesso mi affido a un professionista interno del gruppo per la gestione del mio patrimonio. Aggiungo inoltre che per diventare un
INTERVIEW
Consulenza di qualità col “bollino di certificazione” Allianz Bank Financial Advisors da sempre si impegna a servire al meglio i propri clienti e ad essere sempre trasparente nei confronti del mercato. Nell’ottica di unire eccellenza e qualità di servizio ha deciso di rendere pubblici i tratti distintivi del proprio modello di consulenza e ha intrapreso con l’ente certificatore DNV.GL, leader mondiale nel settore della certificazione di qualità, un percorso che si concluderà a fine giugno 2017. La trasparenza di intenti della banca del gruppo Allianz ha generato una dichiarazione di requisiti e di valori a cui da sempre la società si ispira e tale dichiarazione è stata raccolta in un vero e proprio disciplinare tecnico, che DNV.GL ha validato a seguito del superamento di un protocollo di controllo e verifica, con misurazione qualitativa e quantitativa del servizio di consulenza offerto in materia di investimenti. Allianz Bank Financial Advisors è stata quindi riconosciuta come la prima banca rete in Italia a ricevere l’attestazione di conformità del suo modello di consulenza. Questa importante attestazione, si va ad aggiungere alle caratteristiche distintive del gruppo, come la costante capacità innovativa, la completezza e qualità dei supporti operativi offerti ai propri consulenti, oltre che la solidità del gruppo stesso (Rating AA di Standard & Poor’s della capogruppo Allianz SE).
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diventare private, ma certo il mondo private rappresenta uno stimolo per tutti a crescere professionalmente. Al nostro interno, Allianz Bank Private è un modello aspirazionale e inclusivo, aperto alla crescita di tutti. Abbiamo anche creato dei percorsi volti ad accelerare la crescita dei giovani ad alto potenziale, che fondono percorsi formativi sia tecnici che comportamentali con una precisa azione di tutoring attraverso la costruzione di team efficaci. Questi tutor mettono a disposizione dei più giovani la loro esperienza nella gestione dei clienti complessi e di alto standing. Questo percorso formativo, che
Allianz Bank ha sperimentato ed affinato nel tempo, sta producendo consistenti risultati di crescita sia per i partecipanti sia per i tutor. Inoltre, da circa un anno abbiamo creato LINK, la nostra risposta agli studi associati stile USA: con LINK i consulenti possono decidere di collaborare al fine di mettere a fattor comune le loro competenze per generare in primis valore per il cliente. Si tratta di una forma di partnership innovativa ad adesione volontaria, che tutela gli interessi di tutte le parti coinvolte. Una leva in più per i consulenti junior per crescere e uno strumento flessibile per i senior che desiderano risposte
concrete a esigenze come il passaggio generazionale. Il cliente private spesso è un rentier ma più abitualmente un imprenditore. Qual è la vostra specializzazione d’offerta per questo segmento? Abbiamo pensato a una serie di servizi di grande qualità, capaci di rispondere anche alle esigenze di questa categoria. In particolare forniamo ai nostri migliori consulenti un percorso professionale specializzato proprio nella figura del cliente imprenditore per poterlo servire al meglio, nonché la collaborazione con primarie società di consulenza nel settore del corporate finance, della fiscalità di impresa e della gestione degli eventi di discontinuità. All’interno del percorso formativo sono coinvolti anche imprenditori di successo che portano testimonianze dei loro bisogni in termini finanziari e patrimoniali. Un recente studio McKinsey giunge a conclusioni devastanti circa l’impatto della Mifid 2 in termini di minori profitti sul private banking: circa il 20%. Come vi preparate? Il gruppo Allianz, e quindi Allianz Bank, ha già sviluppato nel tempo alcune delle tematiche di attualità con Mifid 2. Mifid 2 avrà certamente un impatto sull’intera industria. Ci sarà, inevitabilmente, una competizione basata sul rapporto fra valore aggiunto dalla
INTERVIEW GIACOMO CAMPORA
Offrire un servizio di consulenza di qualità oggi, in un contesto socioeconomico in continuo e radicale mutamento, significa prendersi cura non solo della ricchezza finanziaria del cliente, ma anche del suo patrimonio complessivo. Questo contesto ha spinto Allianz Bank a ragionare verso un modello di servizio sempre più “olistico” e integrato, con un approccio multidisciplinare orientato anche all’analisi di aspetti del patrimonio non strettamente finanziari, quali tematiche successorie, fiscali, immobiliari, di protezione e tutela del tenore di vita. Evoluzione e innovazione sono l’anima di VISION, il modello di wealth management che incarna un servizio integrato a disposizione di tutti i financial advisors Allianz Bank, che consente di dialogare con il cliente non solo di risparmio ed investimenti, ma anche di previdenza e protezione, di patrimonio immobiliare e pianificazione successoria, con l’obiettivo di offrire una visione chiara, completa e approfondita della sua situazione patrimoniale, ma soprattutto di lungo periodo, al fine di poter proporre una pianificazione efficace ed efficiente su più aspetti della sua vita, fornendo al consulente tutti gli strumenti più adeguati per portare avanti le sue analisi. VISION consente ai professionisti di Allianz Bank di dare ancora più valore e centralità al cliente e di conseguenza al proprio ruolo, trascendendo il semplice concetto di consulente finanziario. Ciò al fine di abbracciare la nuova logica multidimensionale di advisory globale ed essere presenti in tutte le fasi e scelte di vita della clientela. Rendendo così la relazione tra i due sempre più forte ed efficace.
Allianz Bank VISION, la nuova dimensione della consulenza. Con VISION il Financial Advisor Allianz Bank non è più solo un consulente che aiuta il Cliente a raggiungere i propri obiettivi in ambito finanziario, ma il vero unico punto di riferimento per la definizione e il raggiungimento di ogni obiettivo di vita legato alla gestione strategica della ricchezza, sotto tutti i punti di vista.
È Allianz Bank VISION
È questa la reale differenza tra un buon consulente e un vero Wealth Manager.
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I detentori dei grandi patrimoni sono spesso molto esigenti, ma non possono essere ricompresi in una categoria omogenea per patrimonio, attività svolta, obiettivi di valorizzazione, complessità delle esigenze. Avete effettuato una segmentazione all’interno di questa clientela, con livelli di servizio differenziati? La nostra scelta è stata ed è quella di avere un’ampia gamma di servizi a disposizione della rete. Il private banker utilizza a sua volta questi servizi, in piena libertà
Vision, il wealth management secondo Allianz Bank
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consulenza e costi per il cliente, ma non necessariamente una diminuzione marcata dei profitti. In aggregato, credo che McKinsey abbia ragione. In effetti, a beneficio del cliente, la nuova versione della direttiva europea richiederà da parte di tutti maggiore trasparenza e la capacità di valorizzare il servizio reso alla clientela partendo sempre di più dai bisogni del cliente visti nel loro complesso. Quindi, con un inevitabile aumento della qualità della consulenza. Ciò che noi già facciamo da tempo. Infatti, abbiamo già messo a punto una serie di strumenti evoluti a supporto dei nostri financial advisors per approcciare la consulenza con logiche nuove, come ad esempio iChallenge, una app rivoluzionaria che offre ai clienti, tramite il loro financial advisor, l’opportunità di essere sempre aggiornati sulla nostra piattaforma unit-linked di punta, Challenge Plus.
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e secondo le esigenze della sua clientela. All’interno del nostro gruppo, poi, esiste una boutique dedicata alla gestione di grandi patrimoni, Investitori Sgr, che mette a disposizione la figura del “gestore a domicilio”, con i portfolio officer, per costruire soluzioni finanziarie su misura con il più alto livello di relazione sartoriale, perché l’attenzione ai particolari, per noi, è tutto. In più, al nostro interno, Allianz Bank Private si colloca nel panorama italiano del private banking con un modello di business chiaro, basato sul costante innalzamento della professionalità dei suoi consulenti private e sulla centralità della relazione con il cliente. La struttura è attualmente costituita da circa 330 consulenti private, che si distinguono per esperienza e competenza nella pianificazione finanziaria globale e che si avvalgono di un team di specialisti e di raffinati strumenti di consulenza evoluta per l’analisi di portafogli personali, con un unico obiettivo: gestire con professionalità le dinamiche legate alla valorizzazione del patrimonio nella sua interezza e al passaggio generazionale. Al fine di soddisfare le esigenze più sofisticate della clientela di alto profilo, Allianz Bank Private ha sviluppato un network di importanti collaborazioni con primari studi professionali nell’ambito della consulenza fiscale, legale, immobiliare, del corporate finance e della valutazione del patrimonio artistico.
Il personal branding in Allianz Bank Allianz Bank crede molto nella valorizzazione del brand personale dei propri consulenti. Perché la reputazione di un professionista di successo è uno dei patrimoni più importanti per lui e per i suoi clienti. Allianz Bank lo sa bene, per questo ha messo a disposizione un servizio unico, un ecosistema di strumenti di marketing tradizionale e digitale disegnato per aiutare i suoi consulenti a presentare al meglio la propria immagine e il proprio lavoro in modo semplice e innovativo, affinché possano vivere la propria professionalità come fosse un vero e proprio marchio. Oltre il 60% dei consulenti private può già presentarsi con la propria brochure personale e il proprio sito personale. Allianz Bank Personal Marketing, infatti, non è solo una piattaforma, ma la loro personale porta di accesso per creare e gestire il loro brand, nonché per gestire le relazioni in tanti modi e canali diversi, ma sempre con il proprio stile.
Come sta cambiando la relazione personale tra banker e cliente private a fronte dell’avanzata dell’It? La tecnologia può aiutare, ma non sostituire la figura del consulente, la cui funzione è anche quella di guidare il cliente nell’utilizzo di servizi tecnologici avanzati. Robo advisor, intelligenza artificiale, big data: per noi prima viene l’uomo e poi la macchina. Ovvero, la tecnologia deve essere sempre al servizio del consulente per fargli risparmiare tempo, tempo che può dedicare alla relazione con il cliente e alla sua preparazione professionale. Dei veri e propri financial advisor “bionici”, che sfruttano tutte le tecnologie per essere più efficienti e più efficaci nella relazione e nella consulenza. Detto ciò, Allianz Bank da sempre è “digital by default”: nello sviluppo
delle soluzioni e nella selezione delle migliori innovazioni in campo tecnologico e di prodotto e nella capacità di trasformarle al servizio dei propri consulenti. Dalla fine dell’anno scorso abbiamo iniziato il processo di rinnovamento del nostro modello di servizio attraverso l’ascolto diretto e la comprensione delle esigenze della rete, il che si è tradotto in tante nuove funzionalità e servizi che apprendono e si autoevolvono nel tempo sulla base della profilazione dell’utente e delle sue esigenze nel tempo. Fino ad anticipare le sue “prossime mosse”. Inoltre, mettiamo a disposizione di tutti nuovi strumenti frutto dell’intelligenza collettiva della nostra rete per migliorare il processo di analisi e selezione di portafogli, sfruttando anche la lunga esperienza della rete dei consulenti finanziari Allianz Bank.
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Il mondo della finanza è tra i più difficili da affrontare e da comprendere Perché richiede una conoscenza tecnica molto solida
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Diritto alla difesa I grandi processi degli ultimi decenni hanno visto l’avvocato Catalano in prima fila Con PRIVATE ricorda i passaggi più importanti e il suo rapporto col denaro DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
Qual è stato il suo primo banco di prova importante? Si trattava del processo per la liquidazione dei “falsi” danni di guerra. Nel 1967 il Parlamento aveva approvato una legge che riapriva i termini per il risarcimento dei danni di guerra. Tra il 1970 e il 1972 un commercialista di Firenze, Giancarlo Guasti, fece confezionare fatture false ad alcune delle principali industrie belliche per diversi miliardi. Io l’ho difeso unitamente all’avvocato Giuseppe Alessi, primo presidente della Regione Siciliana nel dopoguerra e all’epoca un personaggio di spicco nell’ambito del diritto penale. Qual è il suo rapporto con il denaro? Ho iniziato a guadagnare somme elevate fin da giovane, ma con attività ben diverse da quelle legate all’ambito del diritto. Pur provenendo da una famiglia
agiata mi sono misurato ai tempi dell’Università anche con i classici “lavoretti” da studente più per curiosità che per necessità. Basti pensare che già correvo in auto in Formula 3 e per mia fortuna vincevo anche premi in denaro. Un pomeriggio andai con alcuni compagni di studio a fare da claque in un programma radiofonico alla Rai di Corso Sempione a Milano. Conobbi molti personaggi della musica leggera: una volta agganciati, li invitavo a cantare per gli studenti universitari in una sala della Triennale di Milano. Mi organizzai in modo tale da portare bibite e orchestra e quindi guadagnare. Lei è passato spesso da un settore all’altro in qualità di consulente legale. Non è mai stato tentato dalla finanza? La mia curiosità mi ha portato a interessarmi spesso di settori eterogenei tra loro. Nel 1995 fui nominato presidente di Intesa Gestione Crediti, specializzata nella gestione dei crediti in sofferenza, poi presidente di Bpm Gestioni, Anima sgr. Da dieci anni sono vice presidente di Banca Intesa 23
Milanese di origini siciliane, lei nasce a Cadorago in provincia di Como, ma torna a Catania da bimbo per studiare in un collegio di Bronte. Quanto conta per lei il contesto sociale di provenienza? Conta nella misura in cui questo ci fornisce delle opportunità e dei mezzi per poter realizzare appieno le nostre inclinazioni, la nostra indole. Ma, guai a pensare che solo uno di questi fattori possa decretare il successo nella vita e nelle scelte professionali. Mi spiego meglio: ho avuto la fortuna di nascere e crescere in un ambiente sicuramente agiato
rispetto al contesto circostante. Ma questo mi ha permesso di far emergere quelle che erano le mie inclinazioni e le mie caratteristiche personali senza vincoli o costrizioni.
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Nel volgere di una breve chiacchierata con l’avvocato Salvatore Catalano scorrono davanti agli occhi, come su una giostra, gli ultimi cinquant’anni di storia di Italia in un vortice di impressioni e ricordi: quando il ritmo rallenta ecco apparire nomi e volti noti di politici, cantanti e imprenditori, ma anche i tratti più intimi e familiari di compagni di studio e docenti universitari, mentre si alza il rombo dei motori delle auto da corsa in una Sicilia ormai lontana.
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Russia e Banca Intesa Irlanda. Il mondo della finanza è tra i più difficili da affrontare e da comprendere. Difficile non solo perché richiede una conoscenza tecnica molto solida, ma anche perché espone a diversi rischi da qualunque angolatura si guardi al tema. Con la crescita esponenziale dei professionisti della consulenza, si sono affacciati sul mercato personaggi poco competenti e a volte meno preparati dei loro stessi clienti. A mio giudizio si tratta purtroppo di un’ampia maggioranza. Anche in altri settori vi sono professionisti poco competenti, ma in questo caso specifico il cliente raramente riesce a comprendere di aver sbagliato a scegliere se non quando è troppo tardi, ovvero una volta constatata la perdita, e questo non solo in relazione al prodotto di investimento, ma anche al professionista. La situazione è tale da danneggiare anche quelli che trattano il tema degli investimenti in modo serio e competente.
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Come ha scelto di gestire i risparmi accumulati lungo il corso di queste esperienze? Si affida a un consulente storico o preferisce il fai da te? Oggi mi mantengo esclusivamente con ciò che deriva dalla mia attività di avvocato: ho deciso di non speculare in Borsa, ma di lasciare i miei risparmi su un unico titolo di credito. Sono stato imprudente? Sicuramente non ho seguito le regole di “buona
condotta” del risparmiatore, perché, pur consapevole dei rischi, non ho mai diversificato. Questa mia scelta va attribuita da un lato a una sorta di atto quasi di fede nel titolo su cui ho investito, dall’altro alla consapevolezza di non avere conoscenze tecniche specifiche su singole tipologie di investimento. Una generale mancanza di cultura,
soprattutto nelle nuove generazioni, invece, porta a essere eccessivamente fiduciosi nelle proprie capacità di valutazione. A mio avviso, la vera ricchezza - tanto più al giorno d’oggi in cui vi è un eccesso di informazioni frammentarie e approssimative - è solo quella che passa attraverso la conoscenza e il senso critico.
La carriera Salvatore Catalano, classe 1941, ha attraversato nel suo ruolo di avvocato penalista, sia i grandi processi di mafia del dopo guerra, sia Tangentopoli, assumendo la difesa di Cirino Pomicino, Ciriaco De Mita, l’ex-ministro di Giustizia Clelio Darida fino ad arrivare in tempi recenti ai casi di cronaca più scottanti, tra cui quello relativo alla P2, Banco Ambrosiano e al naufragio della Costa Concordia. Inoltre è stato infatti sindaco RAI, presidente di Rainet, di Intesa Gestione Crediti, di Anima sgr e del Fondo di Accantonamento delle indennità di fine carriera per i giocatori e gli allenatori di calcio.
LEGEND DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
PAUL SINGER Mai sotto i riflettori, ma sempre dietro alle operazioni che contano. È questo forse il mantra che finora ha ispirato Paul Singer, considerato un deus ex machina della finanza, capace di decretare il successo o il fallimento dei piani delle big corporation in cui è presente come “investitore attivista”. Fondatore e co-ceo di Elliott Management Corporation (Emc), diventa leggendario non tanto per la gestione delle partecipazioni azionarie, ma soprattutto per le operazioni sui titoli di stato. Patrimonio personale stimato da Forbes di 2,7 miliardi di dollari.
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Partito nel 1977, Emc ha generato un rendimento medio annuo composito del 13,5%, chiudendo in rosso due sole annate, 1998 e 2008. Attualmente gestisce asset per 33 miliardi di dollari.
LEGEND PAUL SINGER
Filantropia
Bhp Billiton Sta premendo sui vertici del colosso minerario per lo scorporo e la vendita delle attività petrolifere negli Stati Uniti.
Milan
Hitachi-Ansaldo Sts In qualità di secondo azionista di Sts, ha pubblicato un sito con documenti societari riservati per dimostrare manipolazioni del prezzo dell’Opa lanciata a inizio 2016 dal colosso giapponese e l’intesa con Finmeccanica.
Per il closing dell’operazione ha prestato più di 300 milioni alla cordata cinese di Yonghong Li che ora dovrà restituirli a un tasso medio ponderato del 9,8% in 18 mesi.
Arconic Elliott è stata coinvolta in una battaglia di proxy voting con Arconic. Alla fine è stato raggiunto un accordo in virtù del quale il fondo nominerà tre membri del board. Uno di questi farà anche parte della commissione di ricerca del nuovo ceo.
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Immobiliare Tramite il veicolo Blado, nell’estate 2016 Elliott ha lanciato 4 OPA su 4 fondi immobiliari quotati italiani, riaccendendo l’interesse e l’attenzione su un settore chiave per l’economia del Paese.
Bond Pioniere dell’acquisto a prezzi stracciati di bond dei Paesi sull’orlo del fallimento. Ottiene guadagni stellari dai rimborsi di Congo, Perù e Argentina.
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Biografia Nasce a New York nel 1944 da una famiglia di origine ebraica, padre farmacista e madre casalinga, si laurea a Rochester e alla Harvard Law School.
È stato tra i primi finanziatori della campagna a favore dei matrimoni gay a New York, che ha portato nel 2011 alla legge sul matrimonio egualitario. Inoltre, si spende per il supporto all’imprenditoria e alle cause della religione ebraica.
BANK
Skipper dei mercati Con l’arrivo di Bottazzoli, Crédit Agricole Cariparma intende crescere nel private banking Tecnologia e personalizzazione: i sentieri che il gruppo ha intenzione di percorrere DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
Il gruppo bancario Crédit Agricole Italia si sta concentrando sul segmento private. A parlare dei prossimi progetti in materia è Valerio Bottazzoli, che da febbraio 2017 è il responsabile della divisione private banking. Prima di raggiungere questa posizione, nel 2011 è entrato nel gruppo come responsabile commerciale retail per le regioni Lombardia, Piemonte, Liguria ed è diventato direttore retail della controllata Crédit Agricole Friuladria dopo due anni.
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Cosa porta lei nella divisione private, alla luce dell’esperienza acquisita nei suoi precedenti ruoli? Nel tempo ho potuto sperimentare modelli di servizio differenti. Ho lavorato nel commerciale cercando di non tralasciare le dinamiche legate ai processi. Questo mi permette di approcciare la divisione in cui sono arrivato, che ho trovato già ben avviata sotto il profilo commerciale, operando più dal punto di vista di organizzazione strutturale con l’obiettivo di ottimizzare la parte progettuale e procedurale, sempre con la massima attenzione rivolta all’evoluzione digital.
Il gruppo conta 130 banker e ha superato quota 10 miliardi di euro di masse in gestione. Quali sono gli obiettivi strategici per il mercato italiano? Il piano a medio-lungo termine prevede tra i suoi assi prioritari l’implementazione del nuovo progetto cliente e il rafforzamento della dinamica di crescita dei core business. In questo contesto effervescente e in continua evoluzione, l’ambizione del private banking del gruppo bancario Crédit Agricole Italia è arrivare alla fine del 2020 con una crescita delle masse che potrebbe raggiungere il 30%, assieme al potenziamento della nostra presenza sul territorio, come ad esempio nelle province di Verona e Genova. Il mondo del private è molto affollato oggi. Come distinguersi? Flessibilità, personalizzazione e multi-canalità: queste le parole chiave del nostro essere private banker. La nostra offerta di prodotti e servizi contempla, oltre a un’ampia selezione di sicav multimanager (abbiamo accordi di collocamento con 19 fra le più prestigiose case di gestione a livello internazionale), un ventaglio
Sede della direzione private banking del gruppo bancario Crédit Agricole Italia a Parma
di soluzioni wrapper (unit linked, multiramo e gestioni patrimoniali con un grado crescente di delega e personalizzazione) realizzate in collaborazione con le società di risparmio gestito e assicurative del gruppo Crédit Agricole. L’avvento ormai prossimo di Mifid 2
BANK ITALY
Vogliamo puntare sulla flessibilità e sul contributo della multicanalità
Vi fa paura la rivoluzione tecnologica, tra roboadvisor, piattaforme fintech molto aggressive che abbassano i costi dei servizi e colossi dei big data? Il contesto è sicuramente in forte evoluzione e ci saranno delle “discontinuità” rispetto alle prassi odierne; il costo del servizio dovrà sempre più essere giustificato da un tangibile valore riconosciuto dal cliente. Siamo quindi fortemente impegnati ad accelerare l’evoluzione
Quali sono le sue passioni e i temi distintivi del suo carattere che la aiutano a ricoprire il ruolo? Amo il mare e soprattutto la nautica. Spesso mi ritrovo a fare riflessioni sulle similitudini che esistono tra la leadership in azienda e quella a bordo di un’imbarcazione a vela; un buon comandante in mare non lascia nulla al caso, verifica con cura l’attrezzatura, le condizioni meteo, stabilisce una rotta per raggiungere un obiettivo. 29
comporterà una serie di innovazioni. In quest’ottica, la nostra offerta si è arricchita del servizio di consulenza a remunerazione esplicita “c.d. Soluzione Valore Plus” che opera già nella logica delle “fee on top”. Questo servizio prevede una consulenza sugli investimenti personalizzata, con servizi dedicati quali l’analisi periodica del portafoglio da parte di esperti, relazioni settimanali sull’andamento dei mercati, proposte finanziarie personalizzate.
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Valerio Bottazzoli
tecnologica dei nostri servizi (consulenza a distanza, vendita fuori sede, reportistica integrata, comunicazione finanziaria), ma orientata a valorizzare sempre di più l’agito professionale dei nostri banker e la soddisfazione dei loro clienti. Non trascuriamo comunque di presidiare ambiti di business più “di nicchia”; da inizio maggio abbiamo avviato una filiale virtuale con consulenti specializzati nella gestione del risparmio che potranno dialogare a distanza con i clienti (web collaboration) e stiamo progettando una linea di prodotti WM che include la tecnologia robo advisor per servire i segmenti di clientela più evoluti a taglio millennial/massaffluent.
PRIVATE WORD
DI ALESSANDRO ROSSI / @amrossi55
Cos’è
In parole semplici
È l’acronimo di Common Equity Tier 1, il parametro che misura la solidità di una banca o istituto di credito. Si tratta di un indicatore fondamentale soprattutto nelle fasi di incertezza.
Indice di solidità bancaria. Più è alto il parametro, più la banca ha le spalle robuste per resistere alle turbolenze dei mercati.
Ma non basta
Da solo non è sufficiente per rilevare la solidità della banca. Si devono monitorare anche la qualità degli impieghi, la redditività, il valore del capitale e le notizie riguardanti la banca.
Come si calcola
Il Cet1 si ottiene mettendo in rapporto il capitale a disposizione della banca e le sue attività ponderate per il rischio. È un indicatore molto importante per gli investitori.
CET1
Quanto deve valere
La soglia minima regolamentare, prevista dalla Banca Centrale Europea per le banche italiane, è del 10,50%.
Il più utilizzato tra i ratio Perché è diventato famoso
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È diventato famoso tra risparmiatori e investitori soprattutto dopo il fallimento dei quattro istituti italiani interessati poi dal decreto salva-banche.
Per valutare la solidità patrimoniale delle banche vengono utilizzati degli indicatori chiamati ratio. Da alcuni anni il Cet1 è il più utilizzato dalle autorità di vigilanza.
PORTAFOGLI SOLIDI PARTONO DA SOLIDE FONDAMENTA
Per questo i nostri Model Portfolios sono sviluppati attraverso un processo robusto e rigoroso per aiutare i clienti a costruire portafogli più solidi.
Riservato ai Clienti Professionali – E’ vietato il suo accesso e la sua diffusione al pubblico. Il valore degli investimenti e del reddito eventualmente distribuito dagli stessi può tanto diminuire quanto aumentare e gli investitori potrebbero non recuperare interamente il capitale inizialmente investito. Prima dell’adesione leggere il prospetto, disponibile presso i Soggetti Collocatori autorizzati e sul sito Internet www.jpmam.it. J.P. Morgan Asset Management è il nome commerciale della divisione di gestione del risparmio di JPMorgan Chase & Co. e delle sue affiliate nel mondo. © 2017 JPMorgan Chase & Co. Messaggio emesso in Italia da JPMorgan Asset Management (Europe) Société à responsabilité limitée, Filiale di Milano, Via Catena 4, I-20121 Milano, Italia. LV-JPM50099 | 04/17 | 23135ed0-2438-11e7-9ba0-005056960c63
OPINION
Voluntary flop? Poche adesioni alla nuova misura per regolarizzare i capitali Il target d’incasso a 1,6 miliardi appare troppo ottimistico DI ALESSANDRO DRAGONETTI*
A poche settimane dalla chiusura per la presentazione delle istanze per regolarizzare la propria posizione con il Fisco e far riemergere capitali non dichiarati, il numero di contribuenti che hanno aderito alla Voluntary Disclosure – bis risulta ancora troppo basso. Se la precedente edizione aveva permesso allo Stato di incassare 4 miliardi di euro, le stime dell’Agenzia delle Entrate, questa volta, si fermano a 1,6 miliardi. Considerando che precedentemente erano “rientrati” 60 miliardi di euro, questa volta ci si attende una cifra molto inferiore.
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Ostacoli lungo il percorso Eppure dovrebbe essere uno strumento con una logica win-win poiché permette al contribuente di regolarizzare la propria situazione e all’Amministrazione di incassare le imposte dovute (unitamente alle sanzioni ed agli interessi). Purtroppo, la Voluntary Disclosurebis pare essere uno strumento non soddisfacente che presenta diversi ostacoli e insidie. I contribuenti non solo non sono incentivati a presentare l’istanza, ma diversi elementi possono rappresentare
un elemento scoraggiante. Ad oggi, gli unici ai quali si consiglia di procedere sono coloro che si aspettano un controllo da parte dell’Amministrazione, che in qualche modo sono costretti a regolarizzarsi per evitare sanzioni più pesanti. Per tutti gli altri, invece, non risulta a prima vista conveniente, salvo che non si capisca che oramai lo scenario di riferimento è completamente cambiato e tutti i contribuenti irregolari saranno, prima o poi, presi. Il nodo del contante L’ostacolo principale che scoraggia i contribuenti a presentare l’istanza è il tema del contante: tanto quello depositato nel periodo di osservazione sui conti esteri quanto quello in giacenza nelle cassette di sicurezza. Infatti, la necessità di dare spiegazioni oggettivamente documentate sulla fonte del contante rappresenta un serio deterrente (talvolta per impossibilità oggettiva di fornire spiegazioni) all’adesione all’istituto premiale. Risulta sostanzialmente impossibile dimostrare all’Agenzia delle Entrate da dove provengano i contanti
oggetto di versamento nel periodo di osservazione (2010-2015). Questa criticità è tipicamente italiana, in quanto nel nostro paese l’utilizzo del contante (anche non dichiarato) è più frequente rispetto ad altri Paesi. Appare quindi evidente come l’attuale declinazione della Voluntary Disclosure sia insufficiente per il raggiungimento degli obiettivi dell’amministrazione finanziaria. In questo contesto, i contribuenti non solo non hanno incentivi a far riemergere il contante, ma non si sentirebbero tutelati dal Fisco, rendendo questo strumento totalmente inefficace. La bassa
OPINION
I contribuenti non sono incentivati a presentare l’istanza e anzi vi sono diverse situazioni che lo sconsigliano
Alessandro Dragonetti
coloro che non si fidano ancora dell’Amministrazione finanziaria e che invece andrebbero incentivati a far riemergere le posizioni e gli investimenti non dichiarati. A tal fine la certezza delle posizioni assunte dall’amministrazione finanziaria e l’omogeneità di tali posizioni a livello nazionale costituirebbe certamente un incentivo. *Managing director, head of tax di Bernoni Grant Thornton
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Efficacia limitata Dall’altra parte, i contribuenti pensano di poter scegliere se presentare l’istanza o ricorrere ad altri strumenti come il ravvedimento operoso. Quello che non è chiaro è che in realtà non c’è scelta e non si può considerare il ravvedimento come un’alternativa poiché copre un periodo di
tempo limitato e non ha le ampie coperture sanzionatorie tipiche della voluntary. Inoltre, se un contribuente decidesse di ricorrere al Ravvedimento Operoso in questa fase, l’Amministrazione potrebbe chiedere conto delle motivazioni per cui non ha aderito alla voluntary e, comunque chiedere di visionare le movimentazioni dei conti e delle posizioni estere nel periodo di riferimento. Più in generale, se si vogliono recuperare capitali nascosti al Fisco, specialmente i contanti chiusi nelle cassette di sicurezza, bisogna agire su quei contribuenti che definibili come “irriducibili”, cioè
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adesione sino ad ora rilevata ne è la dimostrazione. In altri paesi europei esistono strumenti simili, ma non sono replicabili in Italia, poiché all’estero l’utilizzo del contante è decisamente limitato e non si pone questo problema.
BANKER
Vince la squadra Perissinotto (Intesa Sanpaolo Private Banking) presenta il servizio di consulenza evoluta Sottolineando l’importanza di adottare uno stile di leadership partecipata DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
Valorizzare le capacità individuali e incanalarle verso l’obiettivo comune. È lo stile di leadership adottato Saverio Perissinotto, direttore generale di Intesa Sanpaolo Private Banking, che in questa intervista si racconta, tra passioni personali e nuovi servizi della società.
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Iniziamo dall’attività professionale. In cosa consiste il nuovo modello consulenza “View”? Il nostro modello di servizio
fonda le sue basi sulla protezione e valorizzazione del patrimonio della clientela, con una consulenza basata sul dialogo e sul confronto costante. Oltre alla consulenza base, disponibile gratuitamente per tutti, abbiamo sviluppato alcuni servizi evoluti che sono a pagamento. Rientrano sotto il cappello di View, acronimo di Value Investment Evolution Wealth. Già dal nome, viene testimoniata la vocazione di servizio innovativo,
con una metodologia unica per la valutazione degli investimenti e il loro monitoraggio continuo, tramite parametri personalizzati. Con View è possibile allocare il patrimonio in cinque differenti aree. Questo modello di consulenza fa dell’analisi del rischio l’elemento cardine su cui basare ogni attività di pianificazione e, grazie all’analisi dell’orizzonte temporale continua a pag. 36 >
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dell’investimento, al rendimento atteso, al monitoraggio costante dei parametri di controllo personalizzati e degli strumenti dedicati per la valutazione del rischio, il private banker può guidare il cliente nell’individuazione della migliore strategia d’investimento. Quali sono i numeri della società? Il primo trimestre di Intesa Sanpaolo Private Banking si è chiuso con masse amministrate per 94,7 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto alla fine del 2016. L’aumento è stato ottenuto grazie all’effetto combinato di una raccolta netta positiva per 900 milioni e della buona performance dei mercati finanziari.
Novità sul territorio
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Intesa Sanpaolo Private Banking completa il proprio piano di copertura territoriale – previsto dal modello di servizio dedicato ai clienti High Net Worth Individual – con l’apertura di due nuove filiali a Firenze e Napoli dove, da alcune settimane, sono operativi 20 private banker nelle storiche sedi della Cassa di Risparmio di Firenze. Inoltre è stata potenziata la filiale HNWI di Torino, con l’ingresso di cinque figure commerciali, che portano a 20 il totale delle risorse presenti nella prestigiosa sede di Piazza San Carlo.
Dal punto di vista dell’asset mix, la crescita delle masse si è concentrata sulla raccolta indiretta, soprattutto quella gestita e assicurativa. Particolarmente rilevante anche l’incremento delle masse collegate ai servizi di consulenza evoluta, che hanno raggiunto 7,4 miliardi, in crescita del 18% rispetto al saldo del 2016. Detto del presente, quali sono i target da raggiungere e quali le leve per farlo? L’innovazione è la chiave delle nostre strategie di sviluppo per i prossimi anni. Vogliamo che le nuove tecnologie accrescano la nostra capacità di dialogo con la clientela, semplificandone l’operatività con la firma digitale e percorrendo nuove strade di dialogo con il nuovo sito vetrina. Vogliamo essere attenti a cogliere la specificità di ogni esigenza. Abbiamo appena lanciato una Gestione Patrimoniale Sustainable, caratterizzata da un processo di investimento finalizzato a individuare strumenti finanziari contraddistinti dal perseguimento di finalità sociali e ambientali, unitamente a obiettivi di natura finanziaria. Un altro tema rilevante è la gestione del rischio: abbiamo appena lanciato la prima linea di Gestione Mix Defensive. La nuova gamma abbinerà alla ricerca di rendimento, perseguita tramite uno stile di gestione attivo, una strategia denominata risk overlay, che interviene in caso di eventi estremi,
Saverio Perissinotto
contenendo la volatilità dei risultati finanziari. Sappiamo che ama parlare soprattutto del suo lavoro, ma le poniamo una domanda personale. In quale stile di leadership si riconosce? In quello caratterizzato da un’interazione molto forte con le mie risorse sia della rete, sia delle strutture di direzione. Il lavoro di squadra è fondamentale in realtà come la nostra. Tutte le risorse vengono coinvolte negli obiettivi aziendali e il contributo di ognuna delle risorse è fondamentale. Quali sono i suoi hobby? La lettura e i viaggi.
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Nasce UBI Top Private La divisione del gruppo bancario dedicata ai grandi patrimoni si presenta al mercato Focus su personalizzazione del servizio e consulenza globale DI ALESSANDRO MERETTI
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UBI Banca ha completato il processo di fusione per incorporazione delle 7 banche rete (Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca
Regionale Europea, Banca Popolare di Ancona, Banca Carime, Banca di Valle Camonica) previsto nel piano industriale 2019-2020. Con l’attuazione della Banca Unica, è stato avviato un processo
di razionalizzazione che ha portato alla creazione di due divisioni che coprono tutto il territorio nazionale, Top Private Banking e Corporate & Investment Banking, e di 5 macroaree territoriali.
MARKETS Nella pagina a fianco: La sede di Borsa Italiana dove il 9 maggio 2017 ha preso ufficialmente il via la divisione Top Private di UBI Banca.
corporate governance, asset protection). La clientela private richiede sempre più una gestione con modelli di servizio personalizzati rispetto ai fabbisogni differenziati per target di clientela (privati, imprenditori, imprese, istituzionali) e per fasce di patrimonio. Focus sulla qualità Le risorse si concentrano su talenti e professionisti, sull’evoluzione degli spazi dedicati agli incontri con la clientela, sulla semplificazione e sull’innovazione. I criteri più selettivi, adottati per la segmentazione della clientela, consentiranno di ottimizzare il tradizionale rapporto tra numero di clienti e private banker permettendo l’erogazione di un servizio migliore. Il private relationship manager di UBI Top Private è una figura
professionale che rappresenta il passaggio da consulente sugli investimenti a consulente globale problem solver per la clientela top private. UBI Top Private gestisce oltre 32 miliardi di euro con 15mila relazioni e 35mila clienti (raccolta media per relazione di 2,1 milioni di euro). La struttura A capo di questa struttura c’è Riccardo Barbarini, che guida 240 private relationship manager, al lavoro presso 22 centri top private, coordinati da sei executive manager: Lorenzo Corti, Lucio Felli, Massimiliano Maccecchini, Luca Rebussi, Sebastiano Vigilante e Roberto Vicenzi. Marco Palazzolo è responsabiledella struttura di “Coordinamento Commerciale” al cui interno operano Claudio Aymar Di Seyssel D’Aix, quale responsabile “Monitoraggio e Pricing”, e Massimiliano Preti, quale responsabile “Supporto Commerciale Rete”. In UBI Top Private sono operative due strutture specialistiche di advisory dedicate non solo a private e imprenditori, ma anche a istituzionali e aziende. Consulenza Evoluta, affidata a Luca Bonifazi, attualmente gestisce asset per oltre 5 miliardi euro. La struttura, avvalendosi di competenze specialistiche, di professionisti dedicati e di un’evoluta piattaforma tecnologica, si propone di: • effettuare un’accurata valutazione delle caratteristiche e delle 39
Il contesto di mercato Coniugando tradizione e innovazione, UBI Top Private ha messo in campo una struttura organizzativa e un team esperto per garantire la gestione e l’amministrazione di patrimoni finanziari complessi, creando uno specifico modello di servizio. Il mercato del private banking è evoluto verso un approccio di wealth management passando da una logica di soddisfazione dei fabbisogni relativi alla sola gestione del patrimonio alla capacità di soddisfare i bisogni a 360° del nucleo familiare (quindi sia relativi al patrimonio che a diverse esigenze tra le quali passaggio generazionale,
Il private banking evolve verso una logica di wealth management passando dalla sola gestione del patrimonio finanziario alla capacità di soddisfare i bisogni del nucleo familiare, dall’asset protection alle successioni
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La creazione della divisione UBI Top Private, guidata da Riccardo Barbarini, conferma la centralità dello sviluppo del private banking da parte di UBI Banca e, grazie a nuovi e più selettivi criteri di segmentazione, consente una maggiore focalizzazione sulla clientela: nel Top Private sono confluiti clienti con patrimoni superiori a 1 milione di euro. La nascita di UBI Top Private rinnova e valorizza una presenza da protagonista assunta in questo mercato da UBI Banca nel corso degli ultimi decenni.
MARKETS DINASTY
Il territorio nazionale è così presidiato: Lorenzo Corti Responsabile Area Nord Ovest • Centro Private Cuneo • Centro Private Genova • Centro Private Torino
UBI Top Private Centri Private e principali dati dimensionali
3
35
1
4
62 3 32,3
4 3
Lucio Felli Responsabile Area Centro Sud • Centro Private Bari • Centro Private Jesi • Centro Private Roma
3
1
3 2
Massimiliano Maccecchini Responsabile Milano, Pavia ed Emilia Romagna • 4 Centri Private Milano • Centro Private Bologna • Centro Private Pavia Luca Rebussi Responsabile Bergamo e Como • Centro Private Albino • Centro Private Bergamo • Centro Private Como • Centro Private Dalmine Sebastiano Vigilante Responsabile Monza e Varese • Centro Private Busto Arsizio • Centro Private Monza • Centro Private Varese
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Roberto Vincenzi Responsabile Nord Est • Centro Private Brescia • Centro Private Chiari • Centro Private Salò
22 centri top private e 40 corner Euro mld volumi totali
15.000
Relazioni
35.000
Clienti
2,1mln
Raccolta media per relazione
240
Responsabili, coordinatori, private relationship manager
Fonte: UBI Top Private Centri Private e principali dati dimensionali (dati a marzo 2017)
necessità dei grandi patrimoni privati, aziendali e della clientela istituzionale; • analizzare e monitorare nel corso del tempo il patrimonio complessivo della clientela nel rispetto del profilo di rischio massimo condiviso in termini di Volatilità e CVar; • proporre le migliori soluzioni di investimento disponibili sul mercato, personalizzando le scelte allocative sulla base delle specifiche esigenze della clientela, Family Business Advisory, affidata a Massimo Lodi, fornisce soluzioni su misura a specifici bisogni di pianificazione e tutela del patrimonio complessivo (riorganizzazione e protezione,
introduzione regole di governance nella famiglia e nell’azienda, pianificazione successoria) per: • introdurre meccanismi di protezione del patrimonio; • facilitare la trasmissione ordinata del patrimonio agli eredi; • attivare strumenti finalizzati alla riduzione delle controversie familiari nell’amministrazione del patrimonio complessivo. Target di crescita La banca, in accordo al piano industriale, ha aperto le porte, in modo mirato, a una selezione di 50 professionisti esterni. L’attività, coordinata dal responsabile risorse Paolo Fiorentino, sarà focalizzata principalmente nelle aree di
MARKETS
UBI Pramerica - joint venture tra UBI Banca (65%) e Pramerica Financial (35%) - è tra i leader di mercato in Italia: 7° posto nel ranking con 52 mld (al 30/12/2016). Pramerica Financial è uno dei più grandi asset manager globali: si colloca al 9° posto al mondo con aum per1.183 mld (al 30/05/2016).
dell’operazione di compravendita, Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria e Nuova Carichieti, sono confluite nel Gruppo UBI Banca. Soluzioni ad hoc Per la gestione di importanti patrimoni UBI Top Private offre
un’ampia gamma di soluzioni in funzione delle esigenze del cliente. Un servizio professionale e personalizzato in grado di soddisfare al meglio le necessità di ogni investitore in termini di: investimenti finanziari, credito, leasing e finanziamenti, consulenza fiscale e tax planning, protezione e pianificazione assicurativoprevidenziale, pianificazione successoria, consulenza immobiliare, consulenza finanziaria per l’azienda e art advisory. UBI Top Private, sul piano delle soluzioni di investimento, oltre al rapporto con UBI Pramerica, si avvale di numerose partnership con le principali case di investimento internazionali quali Axa, BlackRock, Columbia Threadneedle, Goldman Sachs, Invesco, JPMorgan, Pictet, Raiffeisen e Schroders, e può collocare, quindi, un’articolata gamma di fondi comuni e Sicav di diritto Lussemburghese in grado di soddisfare anche le esigenze più sofisticate. Sul fronte assicurativo sono in essere rapporti esclusivi con Aviva e Lombarda Vita.
A lato: Il team di UBI Top Private: da sinistra Lorenzo Corti, Luca Rebussi, Massimiliano Maccecchini, Claudio Aymar Di Seyssel D’Aix, Marco Palazzolo, Massimiliano Preti, Stefania Baccalini, Riccardo Barbarini, Lucio Felli, Alessandro Meretti, Luca Bonifazi, Sebastiano Vigilante e Roberto Vicenzi.
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Risparmio gestito
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sviluppo: Emilia Romagna, Veneto e Lazio, Campania. Le caratteristiche a cui la banca guarda per lo sviluppo della rete sono: elevata seniority professionale, elevata competenza tecnica e comportamentale nella gestione integrale della clientela e desiderio di sposare un progetto industriale di lungo periodo. UBI Top Private lavora anche in un’ottica di lungo periodo con uno specifico progetto rivolto a 50 giovani neo laureati interessati a intraprendere un percorso di carriera consentendo così di formare, internamente, figure di elevato standing professionale. Un’ulteriore opportunità di crescita esogena per la Divisione Top Private è costituita dal progetto di fusione delle cosiddette “good banks”. A maggio 2017, a seguito del closing
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Spirito imprenditoriale La chiave del successo di Efg è nella capacità di seguire lo stesso approccio dei clienti Un gigante del private banking europeo, che fa capo al miliardario greco Spiro Latsis DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
“Lo spirito imprenditoriale ha plasmato Efg e i nostri collaboratori da quando la banca è stata fondata. Questo conferisce alle relazioni con la clientela il dinamismo necessario per consentirci di trovare la soluzione più indicata per voi in modo rapido e semplice. In altre parole: spirito imprenditoriale, banca privata”. Così Joachim H. Straehle, ceo di Efg International, presenta sul sito internet il manifesto aziendale. Ed è un concetto, quello dell’imprenditorialità, che trova riscontro in tutta l’organizzazione della private bank elvetica, a cominciare dal fatto che i client relationship officer vengono considerati nell’organico come imprenditori al servizio dei clienti. Da qui la priorità per la cura e la fidelizzazione dei detentori di grandi patrimoni.
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Tradizione e innovazione Nel panorama delle grandi banche private internazionali, Efg è una delle più giovani, essendo stata fondata nel 1995, su iniziativa di Jean Pierre Cuoni,banchiere elvetico già alla guida di Coutts, forziere della regina d’Inghilterra.
Ma l’approccio è fortemente ancorato alla tradizione dei grandi istituti di matrice familiare, con strutture snelle, affiancamento della clientela su tutte le esigenze di protezione e valorizzazione patrimoniale e un’organizzazione verticistica. Complice il sostegno arrivato sin dall’inizio da Spiro Latsis, banchiere greco, figlio di un armatore che aveva accumulato un’enorme ricchezza tra gli anni Settanta e Ottanta, capace di far crescere ulteriormente il patrimonio familiare fino a diventare uno degli uomini più ricchi del Paese. Nella sua ultima classifica sui più ricchi del Vecchio Continente, Forbes lo accredita di un patrimonio intorno ai 2,3 miliardi di dollari. Lo shipping riveste ancora un ruolo importante nel business di famiglia (con dodici navi cisterna), accanto al petrolio (Hellenic Petroleum) e all’immobiliare (Lamda development), anche se il filone più redditizio è quello bancario. Crescita per acquisizioni Quotata alla Six Swiss Exchange dal 2005 (attualmente capitalizza circa 1,7 miliardi di franchi
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altrimenti sarebbe stato limitato a 91 milioni, con patrimoni in gestione per 145 miliardi di farnchi (nel 2015 il dato si era attestato a quota 83,3 miliardi). Anche se l’integrazione completa porta con sé qualche scossone, tra superamento dei doppioni, con la cancellazione di alcune funzioni, e gli strascichi
Sopra: Spiro Latsis Sotto: Joachim H. Straehle A lato: Zurigo, dove ha sede la società
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che il top management del gruppo brasiliano fosse investito da una bufera giudiziaria, che ha portato allo smantellamento di quella era considerata la “Mediobanca del Sud America”. L’ingresso nel gruppo Efg di Bsi ha consentito di far balzare a 393 milioni di franchi svizzeri l’utile netto del 2016, che
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svizzeri), è cresciuta negli anni non solo per linee interne, ma anche tramite acquisizioni. L’ultima delle quali, risalente allo scorso anno, è relativa alla Bsi-Banca della Svizzera Italiana (vedi box a pag. 44), uno dei più antichi istituti elvetici, restata per qualche mese nelle mani di Btg Pactual, prima
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delle inchieste sulla vecchia gestione di Bsi. Complessivamente Efg International post-integrazione opera in 40 sedi, nelle principali piazze finanziarie, con 3.750 dipendenti. Il piano industriale al 2019 prevede un taglio tra 300 e 450 posti, mentre sul fronte dell’afflusso di capitali è atteso un incremento del 3-6% annuo. In un mercato in continua
evoluzione, Efg sta riorganizzando alcune aree cruciali, con l’obiettivo da una parte di tagliare i costi e dall’altra di accelerare sul fronte della redditività. Riorganizzazione internazionale In primavera è arrivato Michael Vlahovic, nuovo capo del private banking in Gran Bretagna, in sostituzione di Daniel Gerber, che
si focalizzerà sul mercato russo. Due mercati che nelle intenzioni della private bank svizzera hanno ampio potenziale di sviluppo, nonostante le incertezze geopolitiche che li caratterizzano. Mentre è stato un ritorno quello di Franco Polloni, a lungo in Bsi e negli ultimi anni in Banca del Ceresio, nominato responsabile della regione Svizzera Centrale di Efg International.
Bsi, dolori italiani del tycoon dell’Ellade
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Bufera sulla Banca della Svizzera Italiana, la private bank comprata meno di un anno fa da Efg International, il braccio creditizio svizzero del magnate greco Spiro Latsis, intimo fra l’altro dei reali inglesi. La Banca d’Italia, infatti, ha avviato il procedimento per la chiusura della succursale italiana della Bsi Europe, la lussemburghese che controlla Bsi, e vietato alla stessa di intraprendere nuove operazioni. In soldoni si tratta di chiudere le filiali di Milano e Como che hanno masse gestite per meno di un miliardo di euro. In conseguenza di ciò, la succursale potrà effettuare operazioni al fine di consentire alla clientela il ritiro delle proprie disponibilità o il trasferimento delle stesse. Come mai un provvedimento così drastico? Via Nazionale dice che in seguito ad ispezioni condotte nello scorso ottobre “sono emerse gravi violazioni della normativa in materia di antiriciclaggio, con rischio di
reiterazione delle irregolarità”. Da Zurigo, quartier generale di Efg International (che controlla la svizzera Efg Bank) gettano acqua sul fuoco e dicono di essere in contatto con Banca d’Italia, oltre a precisare che le irregolarità si riferiscono al periodo precedente il closing dell’acquisto di Bsi e che nessun conto è stato bloccato. Lo scorso 3 maggio Efg International aveva comunicato di aver completato la fusione di Bsi Europe (e quindi anche della succursale italiana) in Efg Bank Luxembourg. Bsi, di proprietà delle Assicurazioni Generali che l’avevano poi venduta alla brasiliana Btg Pactual e da questa ceduta a Latsis, è stata al centro del grande scandalo internazionale che ha coinvolto il fondo sovrano malese 1MDB scoppiato nel 2015: il sospetto è che per tramite di 1MDB siano stati sottratti fondi statali, dirottati verso conti del primo ministro malaysiano Najib Razak e persone a lui vicine. Sono stati distratti ben 3,7 miliardi
di euro, di cui 1 miliardo finito nella disponibilità del premier malese. Dentro allo scandalo, oltre a Bsi, ci sono tutti da Goldman Sachs a Deutsche Bank, da Standard Chartered a Jp Morgan, da Ubs a Citigroup. E c’è finito pure Khadem Al Qubaisi, già numero uno di Ipic ed ex vicepresidente di Unicredit, il fondo di Abu Dhabi diventato azionista pesante di Unicredit per i buoni uffici dell’ex vicepresidente Luca Cordero di Montezemolo col veicolo Aabar. A.G.
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Dall’alto: Dassault Falcon 900EX e sotto uno scorcio degli interni di un Dassault Falcon 8x
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Nella pagina a ďŹ anco: nella foto in alto Marcel Dassault (a destra), il capostipite della famiglia e sotto Oliver Dassault
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Dinastia dei cieli La famiglia Dassault ha costruito un impero economico Tra grandi investimenti e qualche incidente di percorso DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
Attività diversificate Il gruppo industriale francese Dassault è un impero che spazia dall’aeronautica alle nuove tecnologie, dalla produzione cinematografica ai grandi gruppi di stampa (ha in pancia Le Figaro, il principale quotidiano francese di area conservatrice), dal mercato dell’arte alla viticultura, dalle opere sociali che sostiene a quelle che fonda. E ora c’è molta attenzione alla Dassault Systèmes o ‘The 3DEXPERIENCE Company’, società del settore software che sviluppa soluzioni di progettazione in 3D, digital mock-up (bozzetto
Il capostipite Aviazione, la Prima guerra mondiale e Marcel Dassault. Sono questi i tre ingredienti che hanno fatto cominciare la storia di quello che oggi è un colosso dell’armamento e dell’aeronautica. La storia inizia con Marcel Bloch-Dassault e oggi si dipana tra le diverse generazioni della famiglia. E viene da una passione, quella per gli aerei, nata nel 1916 dall’elica “Eclair”, quella del Caudron G3, un monomotore francese utilizzato durante la prima guerra mondiale come aereo da addestramento e da ricognizione. Marcel, grande costruttore (creò 47
digitale) in 3D e gestione del ciclo di vita dei prodotti. Dietro a tutto questo dinamismo c’è una famiglia, i Dassault. E, sebbene abbia 92 anni, Serge Dassault, il figlio del fondatore, ne ha ancora le redini. Ha però già fatto la sua scelta il 27 giugno 2014: a succedergli come capo del gruppo sarà Charles Edelstenne. Mentre il figlio, Olivier Dassault, partecipa all’attività dell’azienda come presidente del Consiglio di sorveglianza del gruppo.
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Il gruppo industriale francese è attivo in ambiti di business che vanno dall’aeronautica alle nuove tecnologie, fino ai media
È uno dei nomi coinvolti nella produzione del progetto del drone europeo, un sistema aereo a pilotaggio remoto di nuova generazione dedicato a missioni di sorveglianza e difesa Istar (che sta per intelligence, sorveglianza, acquisizione, obiettivi e ricognizione). Ed è uno dei nomi preferiti dai gestori di portafogli perché considerata una società innovativa che presenta una crescita strutturale adeguata e stabile, in un contesto globale ed europeo incerto.
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A sinistra: Oliver e Serge Dassault A destra: Nicolas Sarkozy
i famosi caccia Ouragan, Mistère e Mirage), ingegnere visionario e inventore della prima elica moderna, è stato pioniere dell’aviazione. Deportato a Buchenwald nell’agosto 1944 per aver rifiutato di portare ai nazisti la sua esperienza aeronautica, sarà salvato otto mesi più tardi da Marcel Paul, membro del partito comunista, e da Albert Baudet. È nel 1946 che la famiglia Bloch (nome di origine ebraica) prende il nome di Dassault. Un industriale dalle idee rivoluzionarie, il nonno Marcel, che ai suoi tempi, decise la partecipazione degli impiegati nell’azienda, un uomo politico, anche, dalla lunga carriera e un benefattore per i suoi concittadini. E uno dei primi imprenditori europei a investire nel mondo dei media.
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Network esteso A prendere le redini del gruppo è stato il figlio Serge nel 1986, amico dei presidenti (da Chirac a Sarkozy)
e dei grandi patron della finanza e delle banche, ha un curriculum di tutto rispetto. Nel 1951 si è diplomato all’École nationale supérieure de l’aéronautique et de l’espace (Supaero), è entrato a far parte della “Générale Aéronautique Marcel Dassault” come ingegnere nel reparto di ricerca del velivolo di produzione, nel 1955 è stato nominato direttore di volo test (primo volo del Mirage I) e, sei anni più tardi, directeur de l’exportation. Nel 1962 lancia il Mystère 20 all’esposizione della National Business Aviation Association a Pittsburgh. Nel 1987 diventa presidente e ceo di Dassault Industries, che da allora è diventato il gruppo Dassault. Nel 2000 diventa presidente onorario di Dassault Aviation. Vicenda giudiziaria Terzo uomo più ricco di Francia secondo il magazine Forbes (e al sessantanovesimo posto nel mondo), grazie a un patrimonio che vale più di 13 miliardi di euro, con la giustizia di problemi ne ha avuti parecchi nel corso della sua vita fino a dover apparire in tribunale per rispondere delle accuse di frode fiscale nel 2016. È stato sospettato di aver sottratto 31 milioni di euro all’attenzione del fisco depositandoli in paradisi
fiscali come il Lussemburgo, il Liechtenstein e le Isole Vergini. I conti segreti di Dassault sono venuti fuori durante un’inchiesta parallela, aperta nel 2014, nella quale il magnate è stato accusato di essersi fatto eleggere sindaco del sobborgo parigino di Corbeil-Essonnes, da lui guidato per 14 anni dal 1995 al 2009, elargendo ai più poveri denaro o un posto elevato nelle graduatorie per le case popolari. Non sono infine mai mancate le voci sul suo presunto interventismo sulla linea politica di Le Figaro. Il rampollo Infine, l’astro nascente del gruppo è il figlio di Serge, Olivier. Uomo politico, imprenditore nell’azienda di famiglia e pilota esperto, fotografo e compositore. È molto impegnato sul fonte dell’associazionismo. Ha costituito infatti l’Association d’Entraide Olivier Dassault per dare supporto alle persone anziane ma anche per quel che riguarda progetti culturali o sportivi. E presiede anche l’associazione Génération Entreprises – Entrepreneurs Associés che raggruppa più di 150 parlamentari e altrettanti imprenditori al fine di creare le sinergie necessarie a far progredire lo spirito di impresa in Francia.
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REPORT
State of the Art Market In the 2016 many sellers preferred to take a wait-and-see approach The scenario will remain challenging for dealers and auction houses
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BY CITI PRIVATE BANK
(Abbiamo la s cia to il tes to in ingles e p er co gliere le s f uma ture d el co ntenuto n. d . r. )
REPORT ART
Sotheby’s, Christie’s and Phillip’s experienced drastically reduced sale volumes for art in 2016 as compared with the two years prior Given the air of political and economic uncertainty that marked much of 2016, from the UK Brexit vote in February to an economic slowdown in China and the US elections in November, it comes as no surprise that owners of important works of art were more hesitant about selling. Rather than risk putting works up for sale, particularly at public auction, many sellers preferred to take a wait-andsee approach. A pullback on the auction houses’ use of guarantees (minimum sale price guaranteed to a seller either financed by the auction house or a third party who may receive a fee in exchange), further resulted in fewer trophy-quality works surfacing at auction.
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Museum of Modern Art, New York
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Shrunken supply As a result, Sotheby’s, Christie’s and Phillip’s experienced drastically reduced sale volumes for art in 2016 as compared with the two years prior; the three houses sold approximately $3.4 billion
REPORT
From left to right: Roy Lichtenstein Masterpiece, 1962 © Estate of Roy Lichtenstein
Edvard Munch Girls on the Bridge, 1902 © 2017 Artists Rights Society (ARS), New York/Courtesy Sotheby’s
Rockwell Kent Alaska Impression (Resurrection Bay), circa 1918-19 © Estate of Rockwell Kent/Christie’s Images Ltd., 2017
of art during their major series of Impressionist, Modern and Contemporary art auctions held in London and New York in February, May, June and November of 2016, as compared with $6.7 billion for the equivalent auctions held one year prior, nearly a 50% contraction in sales volume. After several years of exponential growth, a slowdown was both expected and welcomed to some in a cyclical, supply limited art market.
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PRIVATE
A record for Monet The smaller volume of works that did surface at auction nonetheless gives us some significant insights into the state of the art market. Rare, museum-quality, and freshto-the-market works continued to outperform. Take, for instance, Monet’s beautiful 1891 Grainstack, one of approximately six examples from the monumental series of 25 remaining in private hands — the painting, which went up for sale in November at Christie’s, New
York was estimated at $45 million. Instead, five bidders vied for the masterpiece during a 14-minute duel that transported the price to $81.4 million, a new auction record for Monet. Interest in historical names Buyers looked to find value in artists with established track records both historically and marketwise. A trend we first saw in 2015, interest in historical names with growth potential further intensified — the markets for artists such as Gerhard Richter, Jean Dubuffet, JeanMichel Basquiat, Agnes Martin, Joan Mitchell, Josef Albers, Barbara Hepworth, Helen Frankenthaler and Bridget Riley all saw a resurgence in 2016. No less than 25 major Richter paintings came up for sale at auction in 2016, with only three failing to find buyers and at least 20 going for over $1 million each. A living Contemporary German artist, Richter, has already made his way into the art history canon. He
has been the subject of a number of exhibitions at museums worldwide, including retrospectives held at the Tate Modern in London and Museum of Modern Art in New York, and forms an integral part of many museum collections. Richter’s A.B. Still, 1986, from the collection of Steven and Ann Ames, realized nearly $34 million against an estimate of $20-30 million at Sotheby’s, New York in November. The private market The auction numbers, the only sales publicly disclosed within a largely opaque art market, tell us only part of the story. The majority of all art transactions occur privately via galleries, dealers and art fairs. continua a pag. 54 >
REPORT
Some pictures by Art Basel Miami beach
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Approximately 53% of sales in the $63.8 billion global art market occur via private transactions according to reports issued by Arts Economics.7 While such sales remain discrete and thus impossible to quantify, several signs indicate growth in the highend private market and account for some of the volume displaced from auction. Notwithstanding a 9.4% lower attendance at the annual Art Basel Miami Beach art fair in December 2016 (Zika fears played a role), dealers reported “fewer dabblers but deliberative sales.”8 Some of the major sales reported were a 1982 Basquiat painting at Nahmad Gallery with an asking price of $15 million; a Lee Krasner
painting for $6 million at Paul Kasmin Gallery; and a Kenneth Noland 1964 painting at Acquavella Galleries for $2 million. What to expect With continued political and socio-economic uncertainty at the outset of 2017, we expect
it will remain challenging for dealers and auction houses to convince collectors to part with their prized artworks. On the other hand, evidence of strong sales from 2016, in spite of or perhaps even augmented by the climate of unpredictability, should encourage some sellers. Already in 2017 we have rumors of the first sales to reach over $100 million since 2015 — Roy Lichtenstein’s Masterpiece of 1962 and Gustav Klimt’s 1912 Portrait of Adele Bloch-Bauer II were reportedly sold for $150 million each by collectors Agnes Gund and Oprah Winfrey, respectively, in two of the largest private sale transactions — and may be a sign of more top-level sales to come. At the same time, given the industry changes and staff shakeups at the major auction houses, we expect continued growth in the market for private sales. With several high-profile new hires, such as former Christie’s deputy chairman Robert Manley, Phillip’s auction house is also poised to gain greater market share from its competitors Sotheby’s and Christie’s. For now, all eyes are on Sotheby’s, Christie’s and Phillip’s Impressionist, Modern and Contemporary art auctions to take place in London from February 28 – March 10 which will offer the year’s first major test of the art market. If a look back at 2016 offers us a lesson, it is that collectors will always benefit from focusing on museum-quality works, and relying on sound research and advice.
OUTCOME #16 Abbiamo investito in una una delle più grandi società mondiali di impianti eolici, apportando benefici agli investitori e all’ambiente.
In Hermes siamo convinti che eccellenti performance di investimento vadano di pari passo con il contributo al benessere collettivo. Il nostro obiettivo è quello di essere al fianco di investitori e beneficiari, offrendo loro una gestione patrimoniale attiva e dei servizi di “stewardship” di prim’ordine. Abbiamo il dovere di fornire un rendimento olistico – risultati per i nostri clienti che vadano ben oltre quello finanziario – e di prendere in considerazione l’impatto delle nostre decisioni sulla società e sull’ambiente.
ATTRAVERSO IL NOSTRO APPROCCIO OLISTICO, MIRIAMO A GENERARE DELLE PERFORMANCE ECCELLENTI E AD AGIRE RESPONSABILMENTE, CONTRIBUENDO AL TEMPO STESSO AL MIGLIORAMENTO DELLA VITA DI MOLTE PERSONE Contatto +44 20 7680 2807 Email Angelo.Natale@hermes-investment.com Website www.hermes-investment.com Destinato unicamente a investitori professionali. Il valore degli investimenti può subire oscillazioni al rialzo come al ribasso, ed è possibile che gli investitori non recuperino l’importo originariamente investito. Pubblicato e approvato da Hermes Investment Management Limited, che è autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority. Sede legale: Lloyds Chambers, 1 Portsoken Street, Londra E1 8HZ.
OPINION
Illusioni e realtà Il fintech rivoluziona l’industria del wealth management Nuove opportunità, ma anche nuove sfide per il mercato DI NELLO MASCIONI*
Negli ultimi 24-36 mesi è esploso l’interesse di molti operatori sul ruolo della tecnologia nel mondo della finanza e del wealth management in particolare. Gli investimenti in quella area specifica denominata fintech sono cresciuti rapidamente generando aspettative ma anche illusioni. Personalmente credo da sempre che la tecnologia sia un motore di discontinuità e di crescita nel mondo del wealth management, ma anche che vada inquadrata in uno scenario più ampio per poter delineare dei trend realistici e dei business model sostenibili.
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Motori del cambiamento Possiamo individuare alcune linee evolutive del mercato: • Invecchiamento della popolazione, che si riflette sul profilo di rischio della clientela spostando verso atteggiamenti più prudenti. • Digitalizzazione della popolazione, che si riflette certamente in una nuova modalità di interrelazione tra la clientela e l’intermediario. • Rafforzamento della protezione del risparmiatore attraverso una
normativa sempre più stringente in termini di trasparenza, controlli e adempimenti a carico degli operatori: tutto ciò incide sulla capacità di attuare strategie commerciali in termini di mix di prodotti o di pricing. • Emanazione di una normativa sempre più stringente in materia di gestione delle crisi bancarie e di solidità che si riflette sulla capacità delle banche di crescere, erogare finanziamenti, essere reddititizie. • Sviluppo di operatori digitali nei vari segmenti di business tra i quali quello relativo ai servizi di investimento. • Condivisione digitale delle esperienze sociali. Richiamo Consob A questi trend si affiancano l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione di prodotti e servizi che hanno un impatto sul wealth management sul fronte dei sistemi di pagamento, lo sviluppo della moneta digitale, i sistemi di controllo del rischio, gli algoritmi per la selezione dei titoli e i sistemi di reportistica. Nella ultima relazione del presidente
Occorre rafforzare gli investimenti per l’informatizzazione dei servizi bancari
OPINION
Vantaggi del digitale Gli operatori digitali, con riferimento particolare a coloro che competono nel wealth management con una offerta di servizi di investimento attraverso una consulenza a distanza, potranno fare leva su alcuni vantaggi
*Con lo pseudonimo di Nello Mascioni scrive un noto private banker
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Il ruolo dei robo advisor A questo punto possiamo porci due domande: come possono reagire le banche per trovare un punto di convivenza con le innovazioni in atto? Come si svilupperanno i nuovi operatori digitali e quale ruolo avranno i robo-advisor? Limitando il campo delle riflessioni al wealth management, la riposta delle banche necessita di azioni precise: rafforzamento degli investimenti in digitalizzazione dei servizi e prodotti; rafforzamento degli investimenti in multicanalità per intercettare le diverse esperienze della clientela; accelerazione nella specializzazione e innovazione dei modelli di servizio per cluster di clientela; rafforzamento degli investimenti in capitale umano e knowledge; utilizzo di algoritmi per individuare opportunità di investimento da inviare ai private banker e ai clienti o solamente ai clienti o solo ai private banker affinché li condividano con i clienti.
competitivi che presentano rispetto alle banche tradizionali: minori costi di distribuzione e di struttura; fruibilità da parte della clientela senza limiti territoriali (superamento del concetto di spazio e tempo); velocità di interrelazione con la clientela grazie alla multicanalità. Questi vantaggi competitivi consentiranno agli operatori digitali che offrono consulenza sugli investimenti di attaccare le banche tradizionali in modo particolare sui clienti affluent con riferimento alla ricchezza e di presentarsi come punto di riferimento per quei clienti fortemente digitali. Sarebbe sciocco sottovalutare l’impatto che nel wealth management normativa, tecnologia e demografia stanno avendo. Il mondo è in rapido cambiamento e non credo che molti operatori di piccola o media dimensione abbiano le capacità di affrontare le nuove sfide. Al tempo stesso non credo che il fintech sia il nuovo Eldorado nel wealth management, quanto un protagonista in termini evolutivi. La sostenibilità economica in un mondo complesso e con margini decrescenti, dove la fiducia dei clienti è volatile, va ricercata puntando su modelli di servizio differenziati e specializzati e non solo sulla riduzione dei costi a carico dei clienti.
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della Consob si legge: “La sfida che oggi in tutto il mondo i regolatori dei mercati finanziari hanno davanti si chiama fintech, ovvero digitalizzazione e disintermediazione dell’industria finanziaria”.
LIFESTYLE COVER
IL GENIO DELLO STILE Sergio Colantuoni è l’uomo giusto al posto giusto, ovunque si trovi, sempre Precorre le tendenze, inventa modi. Consulente creativo, mai banale DI MARTA CITACOV - HA COLLABORATO ROSAMARIA CONIGLIO / @7Martix
LA BARBA? SORPASSATA Tra i primi a sfoggiarla, tra i primi a tagliarla. Come per molte altre tendenze, Sergio Colantuoni sa arrivare prima. Giornalista di moda da 30 anni, è oggi consulente creativo fashion, design e food (ph. Bridget Fleming).
dalla sua visione a tutto tondo dei vari settori della creatività, dal design alla moda e al food, oramai interconnessi e che si contaminano a vicenda in un caleidoscopio in continuo divenire. Tra libri, blog e le sue cinture, Colantuoni è un tuono costante che anima la meteorologia del Sistema Stile (www.sergiocolantuoni.com). 59
per un global touch che lo ha reso prezioso per molti nomi celebri. Quest’anno è lui il deus ex machina degli allestimenti per la 92esima edizione di Pitti immagine Uomo, alla Forteza da Basso di Firenze. E il claim #boompittiblooms promette un festival cromatico e un gioco di emozioni tipicamente SC, scaturiti
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Sempre con il sorriso. Sempre con un’idea di pensiero laterale che elimina la banalità anche dal più comnsueto dei percorsi. Sergio Colantuoni ha attraversato la moda inventando modi. Nuovi. Creando collezioni sue e per brand affermati, realizzando eventi curati fin nel minimo dettaglio,
FASHION
LA MODA FA BOOM Firenze, come ogni anno, è la città madrina delle nuove collezioni in campo maschile Eventi imperdibili tra abiti, musica, mostre fotografiche e un vero torneo di calcio
#BOOMPITTIBLOOMS Il nuovo digital project vede fiori che sbocciano come nuove idee creative: improbabili, effervescenti, ironici, sotto la regia di Valentina Be e l’Executive Producer Max Brun.
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PRIVATE
Il nuovo progetto ospita i temi delle collezioni dell futuro in un ambiente primaverile a tratti onirico, tra macro fiori gonfiabili e bouquet volanti, per raccontare la moda con positività, attraverso l’energia dei colori e il trasporto musicale creato dal sound designer Lorenzo
Confetta. Pitti Blooms è un giardino che dà il benvenuto a produttori, buyer e stampa che si dividono tra eventi, esposizioni e nuove sezioni dedicate, come Make: un percorso nato per valorizzare la riscoperta dell’artigianato attraverso le nuove generazioni provenienti da tutto il
mondo, con pezzi raffinati, al passo con il contemporaneo. Special project dentro e fuori la Fortezza fanno da cornice, con anche eventi sportivi, alle collezioni di capo cannonieri del luxury come Christian Louboutin, per la prima volta a Pitti Immagine Uomo per presentare le proprie creazioni.
LIFESTYLE FASHION
HUGO BOSS Si chiama Hugo la nuova collezione uomo e donna, presentata con un fashion show che narra il suo lifestyle completo.
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ALANUI Nella suggestiva location del Tepidarium del Roster l’istallazione che coniuga l’eccellenza dei filati italiani a un’ispirazione cosmopolita, risultato di un viaggio intrapreso intorno al mondo.
FEDERICO CURRADI Al Museo Bardini, in scena il guerriero romantico che interpreta la sua collezione estiva 2018.
PRIVATE
CHRISTIAN LOUBOUTIN Un torneo giocato da 8 squadre composte da giocatori di 4 parti del mondo per presentare le luxury shoes dello stilista parigino.
P.E. NATION La Guest Nation è l’Australia. Collezioni di lana Merino, per sottolineare le capacità di questa materia prima di adattarsi a tutte le condizioni climatiche.
FASHION
DETTAGLI DAL FUTURO Pillole di anticipazioni su quello che esporranno le vetrine nell’estate del 2018 Pezzi iconici che fanno la storia del costume maschile e classici di alta sartoria
SEALUP L’azienda milanese che dal 1935 fa rainwear di lusso presenta il peacot, icona da un secolo. Sealup.net BALLY Una capsule di sneakers retrò ispirata a 4 modelli d’archivio degli anni 70 e 80. Bally.com
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PRIVATE
Lo stile maschile si evolve attraverso un cammino di trasformazione che privilegia l’aspetto comfort rispetto a quello formale che per decenni ha contraddistinto il concetto di eleganza. Qualcosa è cambiato, rimane l’attenzione maniacale nei confronti del
dettaglio e della qualità, la ricerca di tessuti indistruttibili spesso rubati al mondo dei workmen, ma alleggeriti e impiantati su giacche e pantaloni dai tagli sartoriali. C’è una certa malinconia che non vuole dimenticare le tendenze anni ’70, portando i designer a riscoprire
pezzi d’archivio che hanno fatto la storia, indossati dai grandi nomi di Hollywood. Ed ecco edizioni limitate o vere e proprie riproduzioni di capi e accessori vintage, sugli scaffali delle boutique più importanti del mondo con un’etichetta nuova di zecca. (R.C.)
LIFESTYLE FASHION
PENCE 1979 Pezzi tinti in capo come gabardine basic comfort e popeline dall’aspetto rustico fiammato. Pence1979.com
CAMPOMAGGI La perizia artiginale della pelle tinta in capo tipica dell’azienda romagnola, per un’eleganza non omologata. Campomaggi.com
SIVIGLIA Sustainable fashion, una moda che adopera trattamenti e pigmenti a impatto zero. Palette di colori dai toni freddi cielo/mare. Siviglia.com
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PRIVATE
TAGLIATORE La trama di un tessuto è un’opera d’arte, la giacca è la sua tela, i dettagli fanno la differenza. La sartorialità di un tempo scopre la tendenza di oggi. Tagliatore.com
FASHION
PITTI UOMO EVENTS Un calendario incandescente fa sfilare forme iperboliche dal carattere futuristico Accanto a percorsi storici con abiti e accessori dall’Ottocento fino a oggi
JW ANDERSON Uno dei brand più innovativi del panorama fashion internazionale, per la prima volta in Italia con una collezione uomo S/S 2018 costruita come un collage post industriale.
VIRGIL ABLOH Special guest Off-White, lo stilista che veste le donne di nuvole di sogno, per una passerella piena di suggestioni. (photo courtesy of Fabien Montique).
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PRIVATE
UN MUSEO EFFIMERO DELLA MODA Nelle sale della Galleria del Costume di Palazzo Pitti, una mostra con 200 tra abiti e accessori creati da tutte le sartorie più importanti e dagli atelier di moda più prestigiosi con più di due secoli di storia (fino al 22/10).
www.angelacaputi.com ph. alessandrobencini.com
DREAMS
LO YACHT DEI SOGNI Piero Lissoni firma l’interior design del primo modello di crossover Sanlorenzo SX88 è la sigla del motoryacht di 27 metri, primo di una gamma completa
L’impronta stilistica di Piero Lissoni emerge nella scelta degli arredi, all’insegna della contaminazione: design all’avanguardia, icone, oggetti orientali e object trouvé, per un ambiente da loft metropolitano.
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PRIVATE
Sanlorenzo lancia l’anteprima mondiale di una proposta innovativa, fatta di soluzioni intelligenti, razionali e pratiche, con il plus dell’estetica. Si chiama SX88 il nuovo motoryacht di 27 metri, primo di una gamma che verrà poi declinata
in una serie completa con modelli di dimensioni inferiori e piú grandi. Sarà presentato ufficialmente il prossimo settembre in occasione del Cannes Yachting festival, ma è stato svelato in anteprima al Teatro Agorà della Triennale di Milano.
Lo yacht è innovativo per molte ragioni, dai materiali (vetroresina e carbionio) all’assemblaggio, dalla timoneria agli interni, disegnati da Piero Lissoni. Sanlorenzo si conferma atelier della nautica (www.sanlorenzoyacht.com).
LIFESTYLE DREAMS 67
PRIVATE
IN&OUT Sanlorenzo ha inaugurato un nuovo modo di intendere la progettazione nautica, con il contributo di progettisti di fama. Equilibrio dei volumi esterni e spazi distribuiti per essere vissuti al meglio. E per la prima volta, all’interno, codici estetici appartenenti a mondi diversi, un concetto di “home living”. “L’eleganza senza tempo degli yacht Sanlorenzo”, nella definizione di Massimo Perotti, chairman/ceo dei cantieri.
GOURMET
A TUTTA BIRRA! Il birrificio di Assemini (Cagliari), che produce Ichnusa, taglia il traguardo dei 50 anni La novità è la soluzione Non Filtrata, con foto dei dipendenti sulle bottiglie
SARDEGNA DA BERE Il birrificio di Assemini (Cagliari) è il più antico in Sardegna e si estende su un’area di oltre 160 mila mq. Con 81 dipendenti, è un’eccellenza nel processo produttivo. Il suo nome è quello dell’isola in greco antico. (www.birraichnusa.it).
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PRIVATE
Uno dei più importanti in Italia per indotto e sostenibilità (negli ultimi quattro anni, -49% i kg di CO2 emessi in atmosfera, -10% i consumi di energia elettrica, -20% quelli di energia termica e -6% i consumi
idrici), il birrificio sardo Ichnusa festeggia il 50° anniversario. Lo stabilimento di Assemini, vicino Cagliari, è il più antico in Sardegna. E per farlo lancia una birra non filtrata, a bassa fermentazione,
100% puro malto d’orzo. La ricetta utilizza una miscela dal gusto rotondo. A renderla unica l’assenza di filtrazione: a fine processo, viene lasciata decantare naturalmente nei tini di fermentazione.
Made in Italy
www.bramante.eu
MOTORS
MOTO... DA PEDALARE La perfetta sintesi tra antico e moderno: pezzi vintage che diventano mezzi elettrici Agnelli oltrepassa le frontiere del restauro e crea una nuova dimensione nelle due ruote
NEW VINTAGE I serbatoi di lamiera forgiata su legno nascondono le batterie elettriche. Dal motorino alle moto, fino al side-car e a “follie” con parti di auto d’epoca (www.agnellimilanobici.com).
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“Appassionato di moto d’epoca, ero interessato alle bici elettriche, perché sono il futuro. Ma ne vedervo solo di esteticamente incompatibili con il mio gusto. Anche nel green, l’occhio vuole la sua parte”. Parola di Luca
Agnelli, fondatore di Agnelli Milano Bici. Assembla pezzi di moto antiche, scovati in giro per il globo, li anima di motori alimentati da energie rinnovabili che nasconde nei serbatoi - “Così non cambiano
la loro funzione originaria” - e crea pezzi unici di retrò innovativo. Artigianato e tecnologia in sintesi perfetta. Mesi di lavoro per ogni manufatto, ogni dettaglio completamente custom. Magia pura.
LIFESTYLE MOTORS 71
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IL FASCINO DI IERI, CON L’ENERGIA DI DOMANI. RUOTE DA 6 CM PER LA SICUREZZA, ACCIAIO DI UN TEMPO E NON LEGHE NUOVE PER I TELAI. MANUFATTI ARTIGIANI RIVIVONO IN COLLAGE UNICI E IRRIPETIBILI, NATI DA PASSIONE E MAESTRIA. PER GUARDARE AL FUTURO SENZA RINUNCIARE A UN’ESTETICA E UN’ELEGANZA SENZA TEMPO.
TREND
SQUADRA VINCENTE Un cronografo da rockers e un’iniziativa per portare acqua ai paesi in via di sviluppo Hublot e Depeche Mode ancora insieme per cambiare il mondo. Con un Big Bang
BIG BANG UNICO Sul fondello in vetro zaffiro che svela il movimento HUB1242, la simbolica tanica gialla di “Charity: Water”.
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Un progetto per veri eroi, e per qualcuno Hublot lo è diventato davvero, attraverso il suo Big Bang Unico Depeche Mode che insieme alla band pop rock inglese s’impegna a portare acqua ai paesi che ne hanno bisogno. Iniziativa giunta al quarto anno, già dal 2013 è riuscita a fornire
acqua potabile in Nepal ed Etiopia grazie a “Charity: Water”. Basta comprare uno dei 250 esemplari con cassa in ceramica zigrinata da 45 mm su cui sono incise piramidi e una fascia chiodata removibile sul cinturino total black. Perché tutti hanno diritto all’acqua, tutti hanno diritto alla vita.
HEDGE
Il bel tempo non fa paura Il detto “sell in may and go away” non si adatta al contesto attuale di mercato Così lo scenario finanziario globale è ancora positivo per i fondi d’investimento alternativi DI ROBERTO FALZONI /
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La ripresa dei mercati è proseguita anche mesi primaverili. Anche in prossimità delle elezioni francesi, quando si prospettava un buon successo di Marine Le Pen, non si sono visti scossoni sugli asset più rischiosi.
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Il ruolo delle banche centrali Le banche centrali hanno contribuito non poco a questa situazione, anche se va detto che la loro politica attuale porterà gravi conseguenze in futuro. La Fed americana ha rialzato lievemente il livello dei tassi
d’interesse come più volte preannunciato, mentre la banca centrale giapponese e quella europea hanno continuato nelle loro politiche iperespansioniste. Una strategia destinata a proseguire nei mesi a venire con la raccolta sul mercato di tutte le obbligazioni possibili e immaginabili. Il cambio di rotta dovrebbe avvenire non prima del prossimo anno. La crescita si consolida Le prospettive dell’economia mondiale stanno migliorando come evidenziato da vari
indicatori economici e di fiducia dei consumatori. L’inflazione almeno in termini nominali - è in ripresa e il rischio deflazionistico è probabimente debellato. Tutto quindi lascia pensare che stiamo entrando nella fase della ripresa economica, dove gli attivi azionari surperformeranno quelli obbligazionari in maniera rilevante. La schiarita a livello politico in Europa, almeno a breve termine con la vittoria di Macron in Francia toglie un fattore importante di incertezza che ha pesato sui mercati europei negli ultimi mesi.
HEDGE
Le prospettive dell’economia mondiale stanno migliorando, come evidenziato da vari indicatori economici e di fiducia dei consumatori
Chiaramente questa situazione positiva può essere rimessa in discussione da avvenimenti imprevisti soprattutto di natura politica, vedi Corea del Nord o Siria. Ecco perchè la diversificazione è sempre la miglior maniera per ridurre i potenziali rischi. Annata “doc” Oggi però la liquidità depositata in banca costa lo 0,4%, somma alla quale devono aggiungersi le spese senza dimenticare il rischio legato alla banca depositaria. Quindi investire sul mercato diventa inevitabile. Il 2017 si sta rivelando a livello di performance dei fondi alternativi (come avevamo ben previsto) un’annata “doc”. E le strategie di investimento sulle quali avevamo puntato - come i long short equity - ci stanno dando grandi soddisfazioni.
Continiamo a pensare che, nonostante i rischi di correzioni anche violente a breve, l’investitore debba confermare le posizioni. Buon quadrimestre L’indice degli hedge fund ha guadagnato lo 0,54% in aprile e si tratta del quarto rialzo mensile consecutive. Così il primo quadrimestre è andato in archivio con un più che soddisfacente +3% medio. La regione Asia & Giappone è ancora la migliore, seguita da Usa ed Europa, con quest’ultima che ha accelerato nel mese di maggio. L’indice Eurekahedge Long short equity Fund ha guadagnato lo 0,93% in aprile e il 4,7% nei primi quattro mesi. Di seguito si può osservare la tabella con le performance per le diverse strategie d’investimento.
Rendimenti a confronto Indici principali hedge fund
Aprile 2017
Primi quattro mesi 2017
Intero 2016
Totali fondi per indici
Eurekahedge Hedge Fund Index
0,54%
2,9%
4,51%
2.759
Eurekahedge 50
-0,2%
2,12%
4,27%
50
Eurekahedge North American Hedge Fund Index
0,78%
2,75%
7,96%
626
Eurekahedge European Hedge Fund Index
0,99%
3,3%
0,16%
304
CBOE Eurekahedge Short Volatility Hedge Fund Index
1,13%
4,71%
5,09%
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Fonte: Eureka
BRAINPOWER
La giusta dose di lavoro? Lavorare meno ore alla settimana dovrebbe in teoria ridurre lo stress e migliorare la salute Sembra un principio scontato, ma i ricercatori hanno dimostrato che spesso non lo è DI ANAÏS BORRI
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Gli effetti dell’iperlavoro sono tristemente noti: per chi lavora oltre 55 ore a settimana, il rischio di ictus o infarto sale del 33%, rispetto a chi lavora 35-40 ore. Dalla Rivoluzione Industriale abbiamo anche imparato che lavorare 40 ore anzi che 60 a settimana porta a un incremento della produttività. Quindi lavorare meno fa bene alla salute? Ci rende più efficienti? Lo Swedish National Institute of Working Life ha provato a dare una risposta a questa domanda sperimentando due tipi di orario, 6 ore giornaliere paragonate a 8, su oltre 500 lavoratori del settore pubblico. Al termine dello studio,
33%
50 ore
2.246 ore
l’incremento del rischio di ictus per chi lavora più di 55 ore a settimana
il tempo di lavoro a settimana massimo raccomandato dalla Stanford University
il tempo passato al lavoro ogni anno in Messico, il primo paese nella classifica dell’OCSE
chi aveva lavorato meno si è detto più felice e meno stressato, mentre sulla produttività non si è raggiunta una conclusione. Quando però sono stati analizzati gli effetti fisici del lavoro, non sono stati rilevati minori livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) né una riduzione nei giorni di malattia richiesti. Questo è dovuto principalmente al fatto che in una settimana lavorativa più corta, la mole d’incarichi non cambia, si ha solo meno tempo per compierli. Modelli di lavoro più flessibili, creati attorno ai requisiti degli incarichi piuttosto che al numero di ore in ufficio, potrebbero
essere la soluzione. Lo dimostra la Google, che non impone un numero minimo di ore lavorative. La tecnologia gioca anche un ruolo a doppio tagliante nel nostro benessere lavorativo. Oramai è più difficile riuscire a spegnere il cellulare che controllare una mail dal divano di casa, e pur riducendo l’orario ufficiale non smettiamo mai veramente di avere il cervello impegnato. Dall’altro lato, l’automazione del lavoro sta rendendo certi incarichi più facili. Resta solo da trovare il giusto equilibrio tra tecnologia e meninge, lavoro e piacere per vivere in salute.
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ASSET
Polizze a sua insaputa Cresce la diffusione delle assicurazioni ramo vita nell’ambito del private banking Di pari passo sorgono nuove questioni legali, compresa l’identità del beneficiario DI LUCA ZITIELLO*
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L’assicurazione sulla vita è sempre più utilizzata nel private banking. Si tratta infatti di uno strumento utile e flessibile, che incorpora molti vantaggi e consente per un verso di proteggere il patrimonio in una logica di asset protection e per l’altro di creare destinazioni funzionali del patrimonio in un’ottica di pianificazione finanziaria e di gestione del passaggio generazionale. Questi contratti peraltro sono assunti recentemente agli onori della cronaca nel fenomeno delle
designazioni del beneficiario, come polizze… “a mia insaputa”. Contratto sotto la lente La polizza vita è un contratto dove sono rilevanti tre figure, oltre alla compagnia di assicurazione: il contraente, che sottoscrive la polizza e versa il premio alla compagnia, l’assicurato, ossia il soggetto sulla cui vita si stipula la polizza, ed il beneficiario, che è il soggetto designato dal contraente a cui la compagnia dovrà pagare la
prestazione assicurativa una volta realizzatosi l’evento morte. La designazione del beneficiario può essere fatta nel contratto di assicurazione, con successiva dichiarazione scritta o per testamento. Legittima intoccabile Il contraente e il beneficiario possono coincidere nella stessa persona e, in tal caso, la polizza vita diventa lo strumento per disporre in vita dei propri beni in prospettiva
ASSET
propendendo per il rispetto della riservatezza. La vicenda è quella di un erede del contraente che, volendo conoscere l’identità del beneficiario ha agito contro la compagnia ai sensi del Codice Privacy (d.lgs. n. 196/2003) ed in primo grado il Tribunale di Verona ha accolto le sue richieste. La decisione è stata però poi riformata appunto dalla Cassazione, che ha stabilito il principio di diritto secondo cui in tema di trattamento dei dati personali, tra i dati concernenti persone decedute, ai quali hanno diritto di accesso gli eredi, non rientrano quelli identificativi di terze persone, quali sono i beneficiari della polizza sulla vita stipulata
I limiti del consenso La Corte milanese ha così escluso la necessità del consenso del titolare dei dati personali ove il trattamento di essi sia necessario per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, ritenendo che non vada ostacolata la possibilità di far valere nella competente sede giudiziaria il diritto soggettivo alla reintegrazione del patrimonio del defunto al fine di tutelare la quota di legittima prevista dalla legge.
*Luca Zitiello, fondatore dello studio legale Zitiello e Associati, è autore di libri e di numerose pubblicazioni in tema di intermediazione finanziaria.
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Barriera privacy Ma per far ciò serve sapere chi sia il beneficiario. Questo dato è acquisibile? È un dato riservato? Sulla questione si è recentemente espressa la Corte di Cassazione nella sentenza n. 17790 del 2015,
Luca Zitiello
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successoria. Infatti, il premio versato verrà pagato dalla compagnia, in caso di morte dell’assicurato, al beneficiario, che però acquisterà il diritto in base al contratto e non per diritto successorio. Anche il premio originariamente versato dal contraente per lo stesso motivo non cade in successione. Nonostante ciò, i principi generali e le tutele rimangono salvi. Se la polizza è usata deliberatamente per violare la quota di legittima degli eredi, gli stessi potranno impugnare il contratto e chiedere la reintegrazione dell’asse ereditario.
dal de cuius, ma soltanto quelli riconducibili alla sfera personale di quest’ultimo. Va però precisato che la questione non sembra del tutto composta in modo univoco. In un caso simile si è pronunciato, nello stesso periodo, il Tribunale di Milano, con sentenza dell’8 novembre 2005, che, al contrario, ha ritenuto fondata la richiesta dell’erede di ottenere piena trasparenza sui dati dei beneficiari, ritenendo che la Compagnia non avesse necessità di acquisire il preventivo consenso degli stessi beneficiari, in quanto la comunicazione dei dati era “scriminata” ai sensi del del Codice Privacy.
OPINION
La lezione della grandezza rinascimentale è tradizione che si rinnova
Bellezza per la vita La collaborazione tra artigiano e committente può valorizzare la creatività italiana Generando oggetti di assoluto valore, capaci di rendere migliori le nostre esistenze DI ALBERTO CAVALLI
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Quando si parla di bellezza (e oggi è molto di moda farlo) non si può fare a meno di riconoscere che ci sono dei criteri oggettivi di valutazione, ma anche che questa segreta corrispondenza di forme, sentimenti ed emozioni che chiamiamo appunto bellezza non può essere
compresa se non in interiore hominis, come Sant’Agostino saggiamente suggerisce per il tempo.
Sopra: Piccola Madonna Cowper particolare, olio su tavola di Raffaello Sanzio, 1504-1505
Pilastri dell’esistenza Tempo e bellezza: due elementi che determinano profondamente la vita dell’uomo e che la rendono
continua a pag. 82 >
OPINION
Sopra: un esempio di interior design
significativa. Due elementi inscindibili l’uno dall’altro, almeno in una prospettiva seria: nulla di veramente bello può essere creato senza tempo, talento e dedizione, e nulla come la contemplazione della bellezza dà valore al tempo e lo rende leggero. Una lezione che i grandi maestri artigiani ben conoscono, e che sarebbe opportuno rendere sempre più chiara anche ai loro clienti: che oggi tendono a essere impazienti, distratti, poco propensi a legare la bellezza al tempo necessario per ottenerla.
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Schema rinascimentale “Bello” è ciò che nasce dalla collaborazione tra il maestro artigiano e il cliente/committente, come accadeva nel Rinascimento e come ancora dovrebbe succedere. Bello è ciò che sorge dal concorso tra tante menti e tante mani che esprimono visioni, sogni, saperi complementari. Bello è ciò che contiene una novità che si rivela fertile e generativa, e non una semplice moda passeggera; bello è ciò che riesce a creare canoni e prospettive nuove. Bello è ciò che
A destra: borse Gucci, collezione primavera-estate 2017
trasporta in una dimensione inattesa, onirica, eppure profondamente legata al reale e al desiderio. Chiave di lettura La vera bellezza contemporanea, espressa attraverso forme e valori intrinseci e simbolici, diventa dunque anche un modo per comprendere meglio le grandi tradizioni con cui siamo chiamati a confrontarci, e la nostra capacità di costruire ogni giorno un nuovo significato per chi, come i maestri artigiani, non si muove nella “nowness” ma in un tempo più disteso, lento, prezioso. I mestieri d’arte sono un patrimonio che sa e vuole rinnovarsi per sollecitare la mente, il cuore e gli occhi di tutte le generazioni su un talento che si fa lavoro, che si fa arte, che si fa testimonianza - appunto – di una bellezza sfaccettata come un diamante, e altrettanto preziosa. I giovani ce lo insegnano: la grande bellezza è nei loro occhi, e passa necessariamente attraverso le loro
mani. Mani da coltivare con cura, perché sono loro gli artefici della bellezza di domani, tramite gesti creativi e pensieri innovativi. Ricetta per la felicità Il gesto che crea: un atto rivoluzionario, come la Fondazione Cologni insegna attraverso la cattedra di “Bellezza Italiana”, attivata presso la Facoltà di Design del Politecnico, sotto il patrocinio del Comune di Milano. Ma anche profondamente umano: perché solo gli esseri umani hanno saputo ammantare di bellezza la propria storia con i miti, con le opere d’arte, con l’azione delle mani e della mente. Se noi siamo chiamati a contribuire alla creazione della bellezza, è anche vero che la bellezza stessa dovrebbe contribuire a renderci migliori, a più felici, più sereni: non per raggiungere livelli estetici sovrumani cui sarebbe sciocco tendere, ma per insegnarci a godere di quanto di meraviglioso esiste, e che rende speciale la nostra vita.
ASSET
Soluzioni tailor made Ancona (Sofia GP sgr) racconta il modello di family office per clienti facoltosi Un mix tra consulenza avanzata e specializzazione di prodotto DI ALESSANDRO ROSSI
Luca Ancona
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“La Mifid è solo l’ultima tappa di un’evoluzione naturale della professione” dice Luca Ancona, 53enne responsabile a Roma di Sofia GP sgr. “La Mifid cambierà il mondo della distribuzione retail dei prodotti finanziari, ma per chi come noi si occupa di servizi finanziari tutto è già cambiato da tanti anni”.
Un cambiamento reale o solo convenzionale? Un mestiere diverso rispetto a quello delle grandi banche. Prima di tutto, a chi sta in aziende di nicchia si chiede di avere una forte volontà di crescita professionale. Per primo anch’io ho sentito questa necessità, anche se ho alle spalle 25 anni di carriera.
Qual è la direzione della crescita? Nella direzione del family office, di un livello di consulenza che deve abbracciare più settori della vita del nostro cliente e della sua famiglia. In questo senso la mia certificazione Aifo è stata un passaggio professionale importante, che mi ha messo in contatto con una realtà
ASSET
Ma in pratica, un cliente quali servizi differenti trova in Sofia? Prima di tutto, da noi i servizi finanziari sono interpretati come veri abiti su misura, costruiti per il cliente tenendo conto di tutte le sue situazioni, individuali e familiari. Si parte studiando tutta la struttura dell’attivo del cliente. Comincia, insieme alla gestione patrimoniale, un’analisi completa con il consolidamento delle sue posizioni presso i vari intermediari, la costruzione di un report sinottico dei suoi rapporti finanziari insieme a un’attenta analisi dei costi. Naturalmente ci appoggiamo a un network di specialisti che ci aiutano a creare quei veicoli che sono davvero appropriati per gestire la clientela. Molte volte soluzioni di
tutela patrimoniale affrontate con leggerezza hanno portato i clienti a spendere soldi in trust malfatti o addirittura inadeguati alle normative del legislatore italiano. Quindi le banche sono vostri nemici? Assolutamente no! Sono le uniche istituzioni che siano in grado di dare al cliente la giusta sicurezza in quanto depositarie perfette per i suoi attivi. Noi offriamo al cliente una prestazione d’opera professionale che si sposa perfettamente con la banca scelta dal cliente: diamo servizi di consulenza o di gestione patrimoniale esterna, con garanzia di professionalità, indipendenza e conoscenza degli obiettivi del cliente. Il cliente deposita i soldi in una banca di sua fiducia e noi, con un mandato di gestione o di consulenza, facciamo del nostro meglio per trasformare in realtà i suoi target finanziari.
Come va la partnership con il gruppo Sturdza? Davvero una combinazione di valore. Ci danno quella visione internazionale e ci aiutano a crescere nel mondo del family office, settore in cui hanno un’esperienza ultradecennale. Adesso è nata, grazie alla nostra capacità di arranger, una nuova intrapresa tra il gruppo Sturdza e il gruppo Muzinich. Un nuovo fondo a formula che combina in un prodotto innovativo le grandi qualità di queste due grandi boutique finanziarie internazionali. Penso sarà di grande interessa per la clientela di alto livello. Siete cresciuti tanto in questi anni, dove volete arrivare? Se penso che quando abbiamo cominciato nel 2009 avevamo otto milioni di euro e adesso gestiamo 1,2 miliardi, mi vengono quasi le vertigini… Addirittura siamo entrati nella Top 50 del private banking nazionale. Come azienda possiamo ancora crescere un po’, ma non tanto. Non vogliamo cambiare modello, possiamo crescere ancora di qualità e non molto di dimensioni. Ci piacerebbe avere con noi qualche altro nuovo collega che condivida le nostre idee, che venga in Sofia per vedere come lavoriamo e magari darci spunti, con la sua esperienza, per migliorare ancora. Per noi diventare grandi vuol dire solo aggregare qualità, la quantità è del tutto fuori dai nostri canoni di servizio. 85
In tanti parlano di family office sembra una nuova moda… Quando ne parlano le grandi istituzioni, mi pare chiaro che stiano usando il concetto forse in modo un po’ strumentale. Sembra che sia sufficiente andare dal cliente con qualche software che spesso non è altro che una frontiera efficiente Markowitz 1.0. Secondo noi, fare il family office è possibile solo per piccole strutture che davvero si dedicano soltanto alla loro clientela. La dimensione della società che vuole prestare questo servizio è una condizione indispensabile perché ci sia credibilità.
Ci sono ancora spazi di crescita, ma non tanti Non vogliamo cambiare approccio, possiamo crescere ancora di qualità e non molto di dimensioni
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più complessa ed evoluta della pura consulenza finanziaria.
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Piccoli che saranno grandi Ravagnan (4Aim) indica il target di aziende sulle quali la Sicaf vuole investire Con un orientamento di medio-lungo periodo che garantisca capitale per la crescita DI VITO ANDREOLA
Cominciamo spiegando cos’è una Sicaf? Si tratta di una società di investimento collettivo autorizzata dalla Banca d’Italia. Nel nostro caso, siamo una realtà nata con l’obiettivo di creare un punto di incontro tra investitori professionali e pmi alla ricerca di capitali per finanziare la propria crescita. La politica di investimento prevede un orizzonte di medio-lungo termine con focus su operazioni nel mercato primario.
Dante Ravagnan
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“Guardiamo alle società quotate o quotande sui mercati non regolamentati, a cominciare dall’Aim Italia”. Dante Ravagnan, amministratore delegato di 4 Aim Sicaf, traccia così l’identikit delle aziende sulle quali investire.
Quali sono i numeri dell’azienda? Al 31 dicembre 2016, gli strumenti finanziari quotati erano in carico per 1,3 milioni e la posizione netta di liquidità ammontava a 3,1 milioni. Nei primi mesi del 2017 4Aim Sicaf ha effettuato nuovi investimenti, mediante la sottoscrizione in sede di Ipo ogni investimento non andrà al di là del 4,99% del capitale di Health Italia e di Telesia. Su quali tipologie di aziende investirete? Investiamo su realtà con un elevato potenziale di crescita. Ogni investimento in ipo non andrà al di là del 4,99% del capitale sociale.
L’introduzione dei Pir sta portando nuova liquidità sui titoli a minore capitalizzazione
Intendiamo essere azionisti di minoranza, ma anche contribuire in maniera importante alla crescita delle aziende. L’Aim è guardato con diffidenza da molti investitori perché troppo piccolo e con scarsa liquidità. Come si spiega la vostra differente visione? Intanto va constatato che la situazione è in evoluzione. L’introduzione dei Pir sta portando nuova liquidità sui titoli a minore capitalizzazione. Per quanto ci riguarda, siamo investitori pazienti: una volta individuata l’azienda target, non abbiamo fretta di uscire per incassare il guadagno. Vogliamo contribuire alla crescita delle aziende ad alto potenziale.
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Al riparo dalle bufere Le quotazioni dei diamanti seguono un andamento slegato dalle principali asset class Dokhanian (Itc Diamond Investment): “Bene rifugio e con fiscalità di vantaggio” DI VITO ANDREOLA
Come si possono costruire portafogli con differenti livelli di rischio? Intanto mi permetta di ricordare i vantaggi di investire in diamanti. Chi li ha acquisti è soggetto all’Iva, ma non alle imposte sui capital gain,
Qual è la vostra struttura societaria? Nel 2012 la Copem & co ha dato vita alla International Trading Company, società organizzata per business unit al fine di creare un sistema di offerta specializzato per i vari segmenti della clientela. È nata così Itc Diamond Investment la cui mission, la vendita di diamanti da investimento, si esprime attraverso il progetto Un Abbraccio nel Tempo. Un servizio personalizzato, proprio perché l’investimento in diamanti può essere utile per esigenze diverse: un lascito ereditario, un investimento di medio termine che ha un trend storico positivo quindi garantista per la rendita, la voglia di acquistare
Raz Dokhanian
una pietra che, oltre a costituire un investimento, può diventare un gioiello per la persona amata. Quali sono i vostri progetti di crescita? Il nostro gruppo ha inaugurato ai primi di maggio una nuova sede ad Anversa, capitale del mondo dei diamond business. Questo ci consente di offrire ai clienti italiani una scelta sempre maggiore di prodotto e un rapporto prezzo/ qualità concorrenziale. 87
Cosa cerca chi investe in diamanti? In primo luogo una protezione dalla volatilità dei mercati generata dalle numerose incognite che caratterizzano lo scenario internazionale economico e politico. Il mercato dei diamanti presenta caratteristiche molto particolari: può definirsi sostanzialmente un duopolio gestito da De Beers e da Alrosa, che detengono il 60% dell’estrazione mondiale, e questo fa sì che la struttura del prezzo venga definita dai dati reali su domanda e offerta, anziché essere influenzata da fattori esterni.
un fattore rilevante per i grandi patrimoni. Non vi sono impatti neppure in caso di lasciti ereditari per le tasse di successione. Venendo alla sua domanda, con le pietre è possibile strutturare asset allocation specifiche, che al loro interno presentano una diversificazione, realizzata attraverso una attenta analisi del profilo di rischio del cliente e dell’orizzonte temporale identificato.
PRIVATE
“I diamanti non sono un prodotto finanziario, ma un bene rifugio per i propri risparmi”. Raz Dokhanian, amministratore delegato di Itc Diamond Investment, ci tiene a sottolineare questo concetto nella conversazione con PRIVATE.
OPINION
La Consob si autoassolve Il presidente Vegas rivendica le sanzioni comminate negli ultimi 7 anni Dimentica di fare mea culpa per non aver impedito l’approvazione del bail-in DI MARCELLO GUALTIERI / @marce_gualtieri
22 milioni di sanzioni inflitte alle banche dal 2011 ad oggi. Una cifra francamente risibile in confronto alla massa di risparmio degli italiani mandata in fumo dalla vendita fraudolenta di prodotti finanziari (misselling), che si misura purtroppo in miliardi di euro e non in milioni. Focus sull’educazione finanziaria La relazione presenta il non comune dono della chiarezza e della sintesi, ed è, da un punto di vista tecnico, largamente condivisibile. Soprattutto appare condivisibile il richiamo alla necessità di una educazione finanziaria quale primo presidio per la tutela del risparmio, e l’indicazione del fintech (la digitalizzazione e disintermediazione della industria finanziaria) quale nuova sfida da affrontare in sede regolamentare.
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PRIVATE
Nell’ultima relazione ai mercati finanziari di Giuseppe Vegas il presidente della Consob ha “ovviamente” assolto l’Authority da lui presieduta da qualunque colpa sbandierando con orgoglio ben
Visione limitata Anche sul tema più delicato e spinoso sul tavolo, il bail-in ha detto cose condivisibili, ma decisamente parziali. Il bail-in ha l’obiettivo di evitare che i costi dei fallimenti bancari siano posti a carico della fiscalità generale, cioè di
Dov’era l’authority quando si preparava il pasticcio a danno degli italiani? tutti i contribuenti; tuttavia ad un primo bilancio, appare evidente che la procedura ha avuto in Italia un effetto destabilizzante. Ciò è stato causato dal timing dell’operazione che lo stesso Vegas ricostruisce: il bail-in è stato annunciato da una comunicazione della Commissione Ue nel luglio 2013, approvato in sede europea nel giugno 2014, recepito nell’ordinamento italiano a metà novembre 2015 ed entrato in vigore a gennaio 2016; completamente senza una fase di transizione ed essendo applicabile anche a strumenti finanziari emessi anni prima. Osservazioni giustissime e totalmente da sottoscrive. Tuttavia avremmo una domanda da porre all’ineffabile Vegas al timone della Consob dal 2011: lui dov’era quando si preparava questo ennesimo pasticcio ai danni degli italiani?
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ART
Porte aperte in Biennale La manifestazione veneziana ospita 120 artisti provenienti da ben 51 Paesi Una varietà di offerta nella quale non è facile districarsi. I consigli dell’esperto DI ALESSANDRO CUOMO*
Ha aperto i battenti l’evento dedicato all’arte più importante dell’anno, non solo per il nostro paese ma anche a livello internazionale: la Biennale di Venezia delle Arti Visive 2017, alla sua cinquantasettesima edizione. Appuntamento immancabile per l’addetto ai lavori ma anche per il semplice appassionato, sarà visitabile fino a domenica 26 novembre 2017, ai Giardini e all’Arsenale. Dal titolo “Viva Arte Viva” e curata da Christine Macel, si sviluppa intorno a nove capitoli o famiglie di artisti, con due primi universi nel Padiglione Centrale ai Giardini e sette altri universi che si snodano dall’Arsenale fino al Giardino delle Vergini.
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La genesi La curatrice Macel, nata a Parigi nel 1969, è stata conservatrice del patrimonio e ispettore della creazione artistica per la “Délégation aux Arts Plastiques” del Ministero della Cultura francese (dal 1995). Dal 2000 ricopre l’incarico di curatore capo del Musée national d’art moderne – Centre Pompidou di Parigi, dove è responsabile del Dipartimento della “Création contemporaine et prospective”
che ha fondato e sviluppato. Alla Biennale di quest’anno gli artisti partecipanti sono 120, provenienti da 51 paesi, di questi, 103 sono presenti per la prima volta nella mostra internazionale del curatore. Com’è noto la partecipazione di un artista alla Biennale consacra la sua attività, la sua ricerca e il suo mercato. A livello curriculare è una sorta di laurea che l’artista consegue e che resterà indelebile nella sua biografia. Il collezionista più avveduto non può prescindere una visita alla Biennale per visionare e comprendere da vicino i cambi di pelle dell’arte e del suo mercato. Alemani per il Padiglione Italia Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale è curato quest’anno da Cecilia Alemani. Solo tre nomi sono stati selezionati per rappresentare il nostro Paese: due scultori e una videomaker nati tra gli anni Settanta e Ottanta. Giorgio Andreotta Calò (1979), Roberto Cuoghi (1973) e Adelita HusniBey (1985). Alemani ha dichiarato: “L’idea è di allineare il Padiglione Italia agli altri padiglioni nazionali della Biennale, dove di solito sono
invitati a esporre appena uno o due artisti. Ne ho scelti tre perché il padiglione italiano all’Arsenale con i suoi duemila metri quadrati è il più grande di tutti. Affidare il lavoro a un solo artista avrebbe significato rendergli la vita un incubo. E invece ho preferito puntare su tre “mostre introspettive”. Ci sarà un percorso con un unico tema. Nonostante le evidenti differenze stilistiche e di tecnica, questi artisti condividono una fascinazione per il magico (Il mondo magico è il titolo del mio progetto per il Padiglione, con molteplici riferimenti al rito, alla mitologia, al fantastico e
ART EXHIBITION A lato: Ettore Sottsass alla Fondazione Cini
In basso da sinistra: la sede della Bienannale “Ca’ Giustinian” a Venezia e Damien Hirst a Punta della Dogane
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Nella pagina a fianco: Christine Macel, curatrice della mostra
ART
all’immaginario, creando dispositivi attraverso cui abitare il mondo in tutta la sua ricchezza e molteplicità”. Pistoletto a San Giorgio Tra gli eventi collaterali da non perdere segnaliamo la mostra di Michelangelo Pistoletto alla Basilica di San Giorgio Maggiore, presso l’isola di San Giorgio. Al centro della Basilica Pistoletto presenta “Suspended Perimeter – Love Difference”, un’installazione costituita da una serie di specchi “sospesi” che formano uno spazio circolare. Realizzata in uno spazio consacrato, dedito al raccoglimento e alla preghiera, assume una forza rinnovata aprendo a riflessioni sulle questioni più delicate che l’uomo contemporaneo sta affrontando quali il conflitto tra le religioni, l’accettazione delle differenze, la multiculturalità ma anche sul ruolo che l’arte può ancora sostenere per creare un territorio comune su cui confrontarsi.
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Celebrazioni per Sottsass A 100 anni dalla nascita, “Le Stanze del Vetro” presso l’Isola di San Giorgio celebrano Ettore Sottsass con una mostra sublime: 200 pezzi che svelano la produzione dell’architetto italiano nel campo di vetri e cristalli, fino al 30/9. Flavio Favelli (già protagonista al Padiglione Italia nelle scorse edizioni) apre al pubblico un “negozio temporaneo” presso Fondamenta S. Anna 994 (Castello, in fondo a via Garibaldi), per esporre
Alessandro Cuomo
e mettere in vendita una collezione di opere. Si tratta di oggetti unici, originali, firmati e siglati dall’artista, in vendita a un costo di 20 euro ognuno. David LaChapelle, il celebre fotografo pop americano, è in mostra alla Casa dei Tre Oci con 100 scatti che ne ripercorrono la carriera. La chicca è l’anteprima di New World: 18 foto che segnano il ritorno alla figura umana su temi come gioia, natura e anima, fino al 10/9. “The End of Utopia” a Palazzo Flangini è la grande mostra degli artisti americani Jacob Hashimoto e Emil Lukas con installazioni site specific veramente notevoli. Hashimoto presenta un’opera fluttuante fatta di 8500 aquiloni neri di carta e bambù con disegnate delle stelle (che riportano alla bandiera americana), Lukas, tra le altre, una mega lente di 650 tubi in alluminio. Thomas Braida, giovane pittore italiano di poche parole e abbondante produzione, torna nella “sua” Venezia con una mostra personale, curata da Caroline Corbetta, in un allestimento concepito per le storiche stanze del cinquecentesco Palazzo Nani Bernardo. Caducità e il trascorrere del tempo sono i temi portanti della doppia personale di Giovanni Anselmo ed Elisabetta Di Maggio
Clelia Patella (blogger) all’interno dell’installazione di Roberto Chuoghi
allestita alla Fondazione Querini Stampalia. Entrambi gli artisti mettono al centro un confronto con il ritmo del tempo, di forza e fragilità, di tensione e sospensione. L’esibizione è supportata da Krizia, dal 10/5-24/9. Torna Hirst Concludiamo le segnalazioni con la mostra più attesa e visitata del 2017: è il ritorno di Damien Hirst, con “Treasures from the Wreck of the Unbelievable”. Un lavoro inedito, attesissimo e durato 10 anni. Coinvolge sia Palazzo Grassi che Punta della Dogana e sarà la più grande mostra dedicata all’artista dai tempi della retrospettiva del 2004 a Napoli. Fino al 3/12.
*Responsabile del dipartimento di arte moderna & contemporanea di Finarte
OPINION
Consulenza nell’era digitale Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando la relazione nel private banking Assicurare una buona customer experience diventa fondamentale per fare la differenza
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DI ANGELO DEIANA / @AngeloDeianaTW
OPINION
Aumentare il valore E tale approccio sta condizionando l’azione di tutti i segmenti del settore bancario, private banking compreso. Il nuovo mantra dovrebbe essere: non più customer satisfaction, ma customer experience. Ovvero ripensare i servizi private aumentandone il valore partendo dall’esperienza del cliente. Lo vogliamo dire in un altro modo: vale più una killer application di facility management che un prodotto che fa il 5% all’anno. È per questo che l’orizzonte, pur complesso, traccia già una linea di sviluppo. Il digitale sta allargando il senso di comunità e personalizzando i prodotti. Ma l’aspetto più interessante con cui le banche private dovranno confrontarsi nei prossimi anni è l’origine di tale rivoluzione: essa nasce dal basso. Il cambiamento avviene fuori
Occorre passare da gestori di servizi/prodotti ad aggregatori di soluzioni
Aspettative crescenti E dunque il salto di paradigma è chiaro: il cliente di oggi si aspetta che tutti, banche tradizionali comprese, adottino questa mentalità fatta di semplicità, personalizzazione, interattività. La customer experience nell’era
del digitale non può più essere considerata una funzione marginale, ma dovrebbe essere lo strumento attraverso il quale rivedere profondamente la fisionomia delle banche. Soprattutto di quelle “private” perché non solo le filiali retail ma anche il private banking deve aprirsi all’idea di piattaforma trasformandosi da gestori di prodotti/servizi in aggregatori di soluzioni, capaci di integrare nuove realtà specializzate laddove le competenze delle banche stesse risultino non adeguate.
Il tutto, però, non deve essere, ma seguire una progettualità mirata alla customer experience, ovvero alla semplificazione. Fintech! Non basta Se l’ottimizzazione della filiale private, del sito, delle app fossero eccellenti, ma mancasse di un filo conduttore armonico, il giudizio del cliente potrebbe essere poco soddisfacente. Vale la regola della relazione professionale strategica: il 20% delle attività fanno l’80% della relazione con il cliente. Il resto è routine. Per questo, pur essendo necessario mettere in linea front office e back office, la qualità della relazione umana con il cliente non potrà essere sostituita, per lo meno nel breve, dall’approccio Fintech. Competenze allargate Ed è per questo che il nuovo banker sta diventando colui che alle forti competenze finanziarie sa affiancare abilità informatiche, analisi dei dati e una visione aperta verso le necessità dei clienti arrivando quasi a pensare come lui. Il cliente, invece, avrà più responsabilità nel gestire le proprie operazioni bancarie in autonomia e con mezzi sempre più quotidiani, dagli smartphone ai social network, riducendo i propri costi di gestione. Come dire: non sappiamo se Amazon o Facebook diventeranno la più grande banca europea o globale, ma quello di cui siamo sicuri è che essere competitivi la vera sfida è riuscire a stare al passo. 95
dalle banche attraverso la forte disintermediazione in corso, ovvero l’ingresso di nuovi competitors nati dalla rivoluzione digitale e dal fintech, molto più vicini al mondo dell’utente, soggetti che non hanno bisogno di intermediari finanziari.
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Le nuove tecnologie nel mondo finanziario stanno portando un forte cambiamento nell’esperienza legata alle banche private ma non solo. L’innovazione è chiara: entra in gioco l’importanza del digitale come mentalità perché è evidente che le nuove aziende del fintech stanno cambiando le regole del gioco. Pur essendo meno solide, meno ricche di servizi rispetto alle banche tradizionali, le fintech contano su un vantaggio competitivo unico: mettersi sulla lunghezza d’onda del cliente, parlare la sua lingua, dargli servizi in maniera rapida, chiara, diretta, semplice da usare.
OPINION
Virtù del magnesio Un minerale fondamentale per chi è sottoposto a stress delle energie mentali Può essere assunto tramite il cibo, soprattutto noci e cereali integrali DI ROBERTO CANNATARO* /
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È molto frequente, specialmente quando inizia a far caldo, assistere pubblicità relative a integratori che propongono il supporto del magnesio, a volte peraltro erroneamente abbinato al potassio. Infatti i due minerali - seppur importantissimi - non hanno alcun legame né nell’assimilazione, né nella funzione, dunque non è assolutamente detto che la carenza di uno implichi l’assunzione dell’altro, per cui è meglio valutarli separatamente.
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Funzione di coenzima Perché questo minerale è importante? Ha due funzioni importantissime, uno è quello di agire da coenzima, ovvero fa da supporto per il funzionamento di alcuni enzimi, ovvero dei controllori delle reazioni che avvengono nel nostro organismo. Probabilmente ancora più importante è il fatto che ogni molecola di Atp viene stabilizzata da un atomo di magnesio. L’Atp è la moneta di scambio dell’energia in tutti gli esseri viventi: quindi, quanto più richiediamo energia al nostro organismo, tanto più
dobbiamo assicurarci di avere dei livelli di magnesio adeguati. Attenzione energia non significa solo movimento: anche il cervello consuma molto Atp. Quindi anche chi, come i personal banker, ha bisogno di energie mentali può beneficiare di questo elemento, anzi dovrebbe assolutamente assicurarsi di non esserne carente. Infatti in questi casi è frequente che si registrino sintomi come la stanchezza sia fisica che mentale, la difficoltà di rimanere concentrati a lungo, oltre a una scarsa qualità del sonno. Alimentazione adeguata I cibi che lo contengono sono la frutta secca a guscio, in particolare le noci e i cereali integrali. Se non
si consumano regolarmente, è facile andare in carenza. Se invece si vuole integrarlo meglio delle forme organiche, da evitare il cloruro e l’ossido di magnesio; meglio citrato, aspartato o pidolato. Se ne perde con il sudore, ma è praticamente inutile assumerlo durante la sudorazione, specie se dovuta a esercizio fisico, perché in quelle condizioni sarebbe scarsamente assorbito. Meglio prima di andare a letto, in quanto favorisce anche la qualità del sonno. È inoltre consigliabile che non venga assunto evitare di in concomitanza con legumi, spinaci o formaggi che ne diminuiscono l’assimilazione. In ultimo, il magnesio è utile per alleviare i sintomi della sindrome premestruale.
TOP LIFE
La supercar di CR7 Tra i calciatori si è accesa la competizione all’acquisto dell’automobile più costosa Intanto sempre più vip mettono in vendita le loro lussuose abitazioni DI SARA MORTARINI
QUATTRO RUOTE
CAVALLINO RAMPANTE
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Quali sono le auto dei calciatori? Non certo le utilitarie. Il sito sportsmaza.com elenca i dieci acquisti più costosi della storia. Cristiano Ronaldo domina la
classifica grazie a un ingresso recente nel suo parco auto: una Ferrari modello LaFerrari del 2014 che vale circa 2,3 milioni di euro. El Hadji Diouf, attaccante del Sabah ed ex del Liverpool, guida una Mercedes-
Benz SLR della McLaren che vale circa 500mila euro. A chiudere il podio è David Beckham, con la sua spaziosa Rolls Royce Phantom decappottabile, nera con interni bianchi, costata circa 370mila euro.
TOP LIFE
STELLA DELLA MODA
POSH SPICE Victoria Beckham, ex Spice Girl e moglie di David Beckham, è stata premiata in Gran Bretagna per la sua carriera nel mondo della moda. A consegnarle la medaglia dell’Ordine dell’Impero Britannico è stato il Principe William, Duca di Cambridge, che le ha anche conferito la nomina di ufficiale dell’ordine cavalleresco istituito nel 1917 da re Giorgio V nel corso di una cerimonia a Buckingham Palace, alla quale ha preso parte la famiglia di Victoria. Victoria Beckham
Demi Moore
NEW YORK
CASA A SCONTO
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Demi Moore è finalmente riuscita a vendere il suo attico al San Remo di New York, messo in vendita ormai quasi tre anni fa. Ma per riuscirci ha dovuto abbassare il prezzo di 30mila dollari. L’attrice aveva messo sul mercato la sua casa da 700 metri quadri affacciata su Central Park a maggio del 2014 per 75 milioni di dollari, ma nessuno rispose mai al suo annuncio. Dopo ripetuti “sconti”, ora è riuscita a venderlo per 45 milioni.
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DI SUSANNA TANZI / @susannatanzi
Rihanna
STAR
Brand al femminile
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Rihanna e Chopard: un amore così profondo da sfociare nell’omonima capsule collection, creata dalla popstar con la direttrice creativa della maison svizzera, Caroline Scheufele: “Abbiamo lavorato fianco a fianco alle collezioni; ogni esemplare esprime la sua energia, la sua creatività. Con il suo stile unico, ridefinisce il modo di vedere e indossare i gioielli”. Le due linee di alta gioielleria, in vendita a giugno, hanno debuttato al Festival di Cannes, dove Chopard ha spento
le sue prime 20 candeline. E su un altro celebre red carpet ha sfilato Tiffany, sfruttando lo scenario del Super Bowl come trampolino di lancio per la collezione City HardWear, must have dell’estate: durante il maxi evento Lady Gaga, protagonista assoluta dell’halftime, ne ha dato un assaggio lanciando un video della campagna “Legendary style”, che porta la firma del direttore creativo di Vogue America, Grace Coddington, con una Miss Germanotta dal look ricercato e chic, viso pulito e sofisticate pose
retrò. Mentre un’altra cantante è testimonial del marchio di abbigliamento intimo Tezenis, che ha voluto nuovamente Rita Ora per lanciare il reggiseno Miami, mentre la campagna d’autunno Triumph Essence ha il volto dell’attrice Liv Tyler, ritratta dal noto fotografo di moda Rankin. “Liv incarna perfettamente il brand. È bellissima, elegante, sicura. Con una femminilità in grado di ispirare le donne di tutto il mondo”, ha dichiarato Suzanne McKenna, global Head Triumph.
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MOTORI
Una scossa per la Bentley
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Ha deciso di stupire chi pensa che auto elettrica sia sinonimo di city car con il concept di un veicolo di lusso a emissioni zero, la EXP 12 Speed 6e Concept, presentata da Bentley a Ginevra. Il prototipo della casa di Baker Street, dal 1998 di proprietà Volkswagen, “vuole essere la base per quello che sarà l’impegno dell’azienda nel campo delle
elettriche dove, con una tecnologia di livello e la maniacale cura per il dettaglio tipica del nome, riusciremo a offrire al cliente tutti quei valori che hanno permesso alla casa di distinguersi tra le vetture di lusso”, spiega Wolfang Duerheimer, presidente e ceo Bentley Motors. In grado di coprire la distanza che separa Londra da Parigi e Milano da Monte Carlo, la nuova arrivata
sfoggia interni di pelle color tabacco e qualche chicca come la strumentazione tachimetrica digitale, il selettore alla base del pannello di comando, lo schermo Oled del sistema infotelematico e i due pulsanti in testa al volante, con cui è possibile comandare la risposta del motore, per fornire al guidatore il massimo della potenza o limitare la velocità in città.
PRIVATE VIP
LONDRA
Il meglio dal mondo all’incanto
Gli appassionati di snorkeling, ora hanno un motivo in più per scegliere le Maldive: una cena esclusiva tra pesci, coralli multicolori, piante fluttuanti, tartarughe marine e conchiglie. L’occasione unica di calarsi negli straordinari fondali, offerta dallo Hurawalhi Island Resort & Spa, che ospita il ristorante subacqueo più grande
del mondo, 5.8 Undersea. Con uno spettacolo indimenticabile da tutte le prospettive, grazie alla volta di vetro che lo avvolge interamente. A deliziare gli ospiti, lo chef stellato Bjoern Van Den Oever. Obbligatoria la prenotazione prima di partire: c’è posto solo per 8 persone, in tavoli da due. Evitare se possibile piatti di pesce…
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A tavola con le tartarughe marine
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MALDIVE
Giunta alla 7° edizione, torna Masterpiece London Fair, evento glamour della stagione artistica estiva londinese. Una vera e propria “fiera di capolavori”, antichi e moderni, oggetti d’arte, design, mobili, gioielli preziosi e collezioni provenienti da più di 150 gallerie di fama internazionale. L’appuntamento è dal 29 giugno al 5 luglio (con la possibilità di accedere agli stand per una preview privata il giorno precedente l’inaugurazione) presso il Chelsea Royal Hospital. Rinnovata la presenza della Royal Bank of Canada, sponsor principale dell’evento che vanta inoltre il supporto delle più importanti istituzioni culturali e museali del mondo, tra cui il Museum of Fine Arts di Boston, il Rijksmuseum, il MoMA, il British Museum, il Victoria & Albert Museum, il Getty Museum e la Tate Britain. In tutta risposta.
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“Filosofia” value Investire nel lungo periodo sulle società ritenute sottovalutate fidelizza la clientela Consentendo anche dinieghi di fronte a richieste che sconfessano questo approccio DI PAOLO MARTINI /
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La capacità di essere una guida per il cliente nelle scelte di gestione del patrimonio, che evitino decisioni irrazionali spesso indotte dall’emotività di periodo del mercato o da pareri di amici e conoscenti, è una caratteristica essenziale per il private banker di oggi al fine di offrire un servizio di consulenza e presentarsi con un’immagine fortemente differenziante.
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Dedizione al lavoro Questa capacità, che non può essere improvvisata, ma è il risultato di
L’integrità professionale, pur se porta a decisioni dolorose, viene apprezzata
suoi valori fondanti che sono essenzialmente i seguenti: investire in società gestite da manager onesti e capaci che curano gli interessi degli azionisti; scoprire investimenti profittevoli in cui i prezzi non superino il 70% del valore intrinseco delle società; non utilizzare modelli economici complessi.
una lunga esperienza professionale, è espressione delle convinzioni del consulente, che crede veramente in quello che propone. In alcuni approcci gestionali questo aspetto è particolarmente evidente, come nel caso del “value investing”, vera e propria filosofia di investimento utilizzata soprattutto in presenza di clientela di alto profilo, che consente una fidelizzazione molto elevata, di allungare l’orizzonte temporale dell’investimento e di non permettere alle emozioni di prendere il sopravvento. Il pilastro alla base di questo approccio consiste nel comprare, con una durata di medio-lungo periodo, società a un prezzo più basso rispetto al loro valore intrinseco. Naturalmente i consulenti che sposano questa filosofia devono credere nei
Andare controcorrente Come si può capire sono argomenti non del tutto convenzionali, capaci di andare controcorrente e per questo richiedono sia una sicurezza professionale alle spalle quanto la capacità di comunicare al cliente con parole chiare e semplici. Al private banker che abbraccia la filosofia del value investing capita spesso di opporre un deciso rifiuto quando un cliente, o un potenziale, gli chiede di fare qualcosa di diverso rispetto a quelle che egli ritiene essere le decisioni più consone alle sue esigenze. Vi posso assicurare che quasi sempre una simile dimostrazione di integrità professionale viene apprezzata e si trasforma in un evento positivo da cui partire per costruire insieme un progetto a lungo termine.
OPINION
The year of planning The consumer revolution is the driving force behind all the changes of industry It concerns every major trend witnessed over the last years, like roboadvisor
today. One can make a case that every major trend we have witnessed over the last three or four years were all entirely driven by the consumer, whether it appears that way at first glance or not. M&A activity Take, for instance, the M&A activity of 2014. We witnessed a
tremendous infusion of capital into our space, and some analysts estimate north of $1 billion was invested in 2014 alone. This led companies like Advicent, for example, to acquire the goals-based financial planning technology company Figlo. At first, one would consider this activity driven by investment 105
The “Consumer Revolution” was not merely a buzzword that descended upon our industry a few years back and has since vanished. In fact, quite the opposite has happened. The Consumer Revolution is the driving force behind all the changes you are witnessing within our industry — FinTech and financial services —
(A b b ia mo la s cia to il tes to in ingles e p er co gliere le s f uma ture d el con t e n u t o n . d . r. )
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BY ANTHONY STICH*
OPINION
Anthony Stich
strategies. However, these strategies are actually driven by the consumer. Investors came because they knew consumers are digitally underserved in the financial planning space. Rise of the roboadvisor Jump forward one year to 2015 and consider the “rise of the robo advisors.” In this case, it is easy to visualize the correlation between an underserved consumer and a technology fulfilling that vacancy. Robo advisors amassed clients much slower than anticipated, but they consumed the industry news cycle. In turn, the news aided in client acquisition, which resulted in more media and more clients. Now robo advice is here to stay.
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The regulatory impact In 2016, we witnessed the greatest regulatory impact in our industry for nearly 40 years: the new fiduciary standards set forth by the Department of Labor. The
inspiration behind this regulation was certainly driven by what the government defined as “best for the consumer.” Whether or not the new rule sees the light of day is irrelevant; 2016 was consumed by this change, and the consumer played an important role in the conversation. So, what would one say is today’s trend? What change is the consumer currently driving? At Advicent, we believe it is two concurrent themes: 1) Consumers will begin demanding financial plans, and 2) consumers will demand an exceptional client experience. Three motors of changes The last three years actually set the stage for 2017 (and beyond). Infusion of capital, robo advisors changing the way consumers expect information and the DOL spurning a fiduciary mindset — all three elements of The Consumer Revolution are like a perfect storm. This chatter changed the way consumers look at how financial professionals should engage with them, and consumers began to change what they expected from the financial advice industry. Gone are the days where financial advisors were “someone that my parents used.” Now advisors are available to any investor, of any age, due to the explosion of fintech. Modern advisors can service the needs of a far larger customer base — even those considered unprofitable — due to the efficiency of data
collection, plan distribution and the elimination of the time-consuming, episodic meetings. As for expecting a superior digital experience? You can blame the robo advisors, but even more so, the “Internet of Things.” As a society, we are completely desensitized to how much we are interconnected by way of the internet. In fact, if something is not connected, we become frustrated. This expectation has, rightfully so, permeated financial services. Consumers are now expecting the same interconnected digital experience from the financial professionals that serve them. Epicenter of clients Now is the chance for the financial professional to truly become the epicenter of their clients’ financial lives. If our profession gets it together and provides an exceptional digital client experience that includes collaborative electronic data gathering methods, a sophisticated client portal, powerful account aggregation services, interactivity and 24/7 access amongst other features, the advisor can become the fixture that assists in making lifechanging financial decisions. The Consumer Revolution is alive and well, and we can be at the forefront of the next major trend if we act fast enough.
*by Wealthmanagement.com