PRIVATE 05 - FEDERICO SELLA

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FEDERICO SELLA

Banca Patrimoni Sella & C. punto di riferimento dei wealth manager

05

MAGGIO 2018 Italia 5,00 euro Anno 4 - N° 5 - Maggio 2018 Periodicità : mensile Prima immissione: 15/5/2018

Mensile - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI



EDITORIAL Chi si ferma è perduto

ANDREA GIACOBINO

3

su quando (e se) queste fonti torneranno: gli yield privi di rischio sui depositi e sui premi assicurativi rimangono infatti su livelli ben al di sotto delle medie storiche. Inoltre, altri fattori trainanti che hanno contribuito a spingere il settore a una crescita dei ricavi superiore al pil (ad esempio l’andamento del mercato azionario e l’apprezzamento dei valori immobiliari) sono venuti meno, o quasi. 3. C’è ancora tempo per fare qualcosa ora, ma non ne resta molto. Nonostante le crescenti minacce da parte di altri incumbent o disruptor tecnologici, non c’è ancora un trend definito sulle future dinamiche del settore. Le grandi aziende tecnologiche se dovessero decidere di entrare in forza nel settore dei servizi finanziari, dovrebbero affrontare sfide impegnative nell’adeguarsi alla regolamentazione in vigore. Sfide che le istituzioni finanziarie incumbent hanno già ampiamente vinto e conservando un vantaggio competitivo chiave: la fiducia dei clienti. Da qui wealth manager e private banker devono partire e agire in fretta. Perché i numeri sono chiari. I dieci Big Tech consumer (Alibaba, Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft, Netflix, Priceline, Samsung e Tencent) hanno raggiunto una capitalizzazione media di mercato pari a 2,3 volte quella dei leader globali dei settori finanziari, impiegandoci un quinto del tempo.

PRIVATE

Nonostante le condizioni buone dell’industria dei servizi finanziari, una recente ricerca di Oliver Wyman evidenzia che i top manager del settore esprimono un senso di preoccupazione. È il timore che i vantaggi competitivi strutturali acquisiti nel loro business si stiano deteriorando, che non è ben chiaro quali siano le vere e future fonti di crescita delle loro attività e che in altre industrie, come quella delle cosiddette Big Tech, venga ora generato maggior valore per i clienti rispetto a quanto non si riesca a fare nei servizi finanziari. E così wealth manager e private banker manager, pur ritenendo che il business delle loro aziende rimarrà in buone condizioni per almeno 3-5 anni, non sono tranquilli. Questa preoccupazione deriva in gran parte da tre osservazioni. 1. Nell’ultimo decennio, le grandi imprese tech hanno risolto una serie di grossi problemi con la loro base di clienti e, grazie a questo processo, hanno raggiunto un notevole livello di crescita. Le aziende dei servizi finanziari, invece, benché abbiano avuto successo nei loro sforzi di aumentare l’efficienza interna, hanno invece spesso faticato a creare un nuovo valore per il cliente e a trovare un livello crescita superiore. Questa dinamica sembra sempre più insostenibile. 2. I tradizionali fattori che un tempo sostenevano la crescita e i rendimenti nei settori bancario e assicurativo si sono deteriorati. E non c’è certezza


05 www.privatebankingweb.com anno 4 - numero 05 mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 giugno 2015 Casa editrice Blue Financial Communication Spa Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 - Fax (+39) 02.30.32.11.80 info@bluefinancialcommunication.com

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Editore Denis Masetti masetti@bluefinancialcommunication.com Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluefinancialcommunication.com Direttore responsabile Andrea Giacobino giacobino@bluefinancialcommunication.com Redazione di Milano Luigi dell’Olio dellolio@bluefinancialcommunication.com Marta Citacov marta.citacov@gmail.com Redazione di Londra Anaïs Borri borri@bluefinancialcommunication.com Rajeevan Sukumaran rajee@bluefinancialcommunication.com

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Opinioni Roberto Cannataro, Roberto Falzoni, Marcello Gualtieri, Ray Dalio, Angelo Deiana, Matteo Lenardon, Paolo Martini, Elena Mesropyan, Monica Regazzi, Alessandro Scalici, Luca Zitiello, Alessia Zorloni Hanno collaborato Rosaria Barrile, Rosamaria Coniglio, Chiara Merico, Sara Mortarini, Giacomo Nicolella Maschietti, Susanna Tanzi, Francesca Vercesi

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Graphic design Massimiliano Vecchio vecchio@bluefinancialcommunication.com Pubblicità Michele Gamba gamba@bluefinancialcommunication.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Ufficio abbonamenti Press - Di Abbonamenti SpA Via Mondadori 1, 20090 Segrate (MI) Tel. 199.111.999 - abbonamenti.bfc@pressdi.it Stampa TEP Arti Grafiche Srl Strada di Cortemaggiore, 50 - 29100 - Piacenza (PC) Tel. 0523.504918 - Fax. 0523.516045 Distributore esclusivo per l’Italia MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano Foto di copertina by Laila Pozzo Il costo di ciascun arretrato è di 10,00 euro

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PRIVATE

È un’iniziativa

THE MEDIA & DIGITAL COMPANY www.bluefinancialcommunication.com

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CO N TE NT S

94

MARKETS

OPINIONS

12

Up and Down delle commodity

44

Heir today, gone tomorrow

48

Al via le danze

20

Giovanni Tamburi sotto la lente

51

Manager 3.0

22

Avaloq, dati sulla nuvola

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Banks & Fintech

26

L’evoluzione di Banca Profilo

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Il private all’esame di Mifid 2

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UBS Fiduciaria, approccio total wealth

60

Nuova era per le polizze

32

Warburg, storia di banchieri

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The customer is King Kong

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Ascesa e caduta di Bolloré

82

Schiena in forma così

40

Credit Suisse per il private

88

Ritorno del Novecento

50

I cambi di poltrona

97

Yes or NO

98

Alzati e ricorda

88

INVESTMENTS

LIFESTYLE

07

Ico in pillole

63

Van Assche alla guida di Berluti

08

Beyond trade wars

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Filati d’estate

10

Preferenza all’equity

68

Al via la Biennale di Venezia

42

Fare i conti con i tassi

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L’hotel spegne 60 candeline

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Aksia sceglie le medie aziende

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Locanda nel castello

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Meglio allacciare le cinture

82

Migranti in marcia

100 Sguardo globale

92

Marchi miliardari

104 Quando il gioco si fa duro

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Emily sfida Bélen

106 Patrimoni da valorizzare

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Novità per il Toscanello

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PRIVATE

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OPINIONISTS & CONTRIBUTORS

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RAY DALIO

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ROBERTO FALZONI

Fondatore di Bridgewater Associates, uno dei più grandi hedge fund al mondo, ha iniziato l’attività di investitore all’età di 12 anni. Con un patrimonio stimato da Forbes intorno ai 17 miliardi di dollari, è molto attivo nella filantropia. pag. 8

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PRIVATE

Nome storico della finanza svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni, è presidente di Dukre Asset Management, con sede a Ginevra. Ha fondato Denarius Conseils & Gestion. pag. 58

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MANUELA D’ONOFRIO

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LUCA ZITIELLO

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MARCELLO GUALTIERI

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ANGELO DEIANA

Laureata in Matematica alla Sapienza di Roma, con un master a New York, è condirettore generale, responsabile direzione investments e prodotti di Cordusio, oltre che responsabile group product and investment platform (Unicredit). pag.10

Fondatore dello studio legale Zitiello e Associati, collabora con diverse riviste scrivendo articoli sui mercati finanziari. È autore di libri e di numerose pubblicazioni sull’intermediazione finanziaria. pag. 60

Socio fondatore e componente del consiglio direttivo dell’associazione Duchini-Studio del pensiero economico, è docente di Economia Politica all’Università di Torino. pag. 42

Presidente di Confassociazioni e Anpib (Associazione Nazionale Private & Investment Bankers), è considerato uno dei maggiori esperti italiani di economia della conoscenza. pag. 78

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MONICA REGAZZI

Ceo di Homepal, una start up attiva nel mercato immobiliare. In precedenza è stata partner & managing director di The Boston Consulting Group, dove seguiva il private banking. pag. 48

ALESSIA ZORLONI

Direttore del master in Art Market Management all’Università Iulm, è of counsel nel dipartimento di Art Law dello studio CBA, dove si occupa di gestione e valorizzazione dei patrimoni artistici. pag. 84


PRIVATE WORD DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio

Il battistrada

Blockchain

Letteralmente catena di blocchi, è un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale.

L’operazione prevede in una prima fase l’emissione di token, che successivamente vengono proposti al pubblico degli investitori. Questi ultimi li acquistano contando in una loro rivalutazione.

ICO

Il primo progetto di lancio di una Ico risale al 2013, ad opera di Mastercoin, piattaforma per la creazione e la negoziazione di beni e valute digitali personalizzati.

Token

Gettone virtuale erogato al sottoscrittore dell’Ico con il nome della criptovaluta oggetto dell’operazione. Gli asset token sono i certificati di proprietà della criptovaluta.

Blocco

Bonus

È una parte della blockchain, contiene le transazioni in attesa. Ogni 10 minuti circa, viene aggiunto un nuovo blocco attraverso il mining, cioè l’estrazione della criptovaluta.

Quasi tutte le Ico prevedono un buono in favore di coloro che sottoscrivono entro un certo lasso di tempo, un certo numero di blocchi o fino a un determinato ammontare raccolto. 7

Initial Coin Offer. Forma di finanziamento delle startup che viene realizzata attraverso l’offerta iniziale di una nuova moneta.

Meccanismo

PRIVATE

L’acronimo


OPINION

Beyond trade wars Geopolitical developments are playing a great role in affecting economies In this scenario the advice is to invest in liquid and diversified products BY RAY DALIO*

Nowadays, we can’t avoid considering geopolitical developments because they are playing a greater than normal role in affecting economies and markets. Recent geopolitical developments have led me to raise my probabilities of trade and other types of wars, such as capital wars, cyber wars (and possibly even shooting wars). Most recently, Donald Trump threatening to raise the stakes by $100 billion and the Chinese promptly indicating that they will match the moves dollar for dollar and step by step took me and people closer than me to the negotiations by surprise. These developments broke my scenario that trade tensions would subside and increased the odds that a different and scarier agenda might be in play that raises the odds of trade, capital, cyber, and/or shooting wars on the horizon.

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PRIVATE

Thucydides’s Trap If you haven’t read about Thucydides’s Trap, and if you’re interested in how it might apply to US relations with China, I suggest Graham Allison’s “Destined for War: Can America and China

(Abbiamo lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto, n.d.r.)

Escape Thucydides’s Trap?” In it, he explains that in the last 500 years there were 16 times when emerging powers became as strong or stronger than existing dominant powers, and war resulted in 12 of them. In the other four, extraordinary steps were taken to prevent war. The war occurs because the rising power naturally wants to have increasing power, which the declining power naturally doesn’t want to give up, and there is plenty to argue about so there is typically a testing of each other’s powers. A capital war As for what types of wars are possible, we should think beyond trade wars to consider the possibility of other types of wars. Because the opposite side of a trade/current account deficit is a capital account surplus one should consider the possibility that this trade war could also become a capital war. I won’t now digress into what such a war would look like because that’s a subject that warrants more words than can fit into here now. However, I will say that it will be even uglier than a trade war, and that to whatever extent anyone believes

Ray Dalio

that the US has the advantage in a trade war because it has a big deficit (so it has more to gain) one could say the same for China in a capital war because it has the bigger deficit. Our philosophy for managing money through such geopolitical shifts is to know where our edge is, and to neutralize those exposures on which we do not have an edge, while ensuring our portfolios are liquid (to be flexible) and diversified (to not have concentrated risks). Our advice for others is to do the same. *Chairman and chief investment officer of Bridgewater Associates



OPINION

Preferenza all’equity Inflazione e tensioni di tipo geopolitico non modificano lo scenario di fondo Cordusio vede un potenziale di rialzo soprattutto per il comparto azionario BY MANUELA D’ONOFRIO*

Manuela D’Onofrio

Rimaniamo fiduciosi sul quadro globale di crescita economica e degli utili, ma siamo più consapevoli di essere entrati nella fase finale del ciclo economico, caratterizzato da inflazione e tassi in graduale rialzo e dal restringimento dei bilanci delle principali banche centrali che ci aspettiamo inizieranno a drenare i flussi complessivi netti di liquidità a partire da fine 2018/inizio 2019.

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PRIVATE

Potenziale di rialzo limitato Vediamo pertanto un potenziale di rialzo più limitato delle asset class a maggior rischio, con crescente

incertezza e volatilità. L’inflazione core Usa dovrebbe aumentare nei prossimi mesi in modo più marcato, per la forza del mercato del lavoro, per il rialzo del prezzo del petrolio e per gli effetti di comparazione. L’inflazione in rialzo e la preoccupazione che la Fed sia costretta a emettere più obbligazioni per finanziare un crescente deficit del bilancio federale manterranno probabilmente il rendimento dei titoli decennali Usa sotto pressione, intorno al livello del 3%, consolidando il bear market obbligazionario. Indicazioni di portafoglio Nei nostri portafogli prevediamo un sovrappeso sull’azionario, supportato dalle valutazioni relative rispetto alle obbligazioni e dalla revisione positiva della crescita degli utili. Preferiamo l’Europa e i Paesi emergenti, siamo neutrali sull’equity giapponese e sottopesati verso Usa e Pacifico ex-Giappone. Quanto ai bond, siamo sottopeso sulle obbligazioni corporate high yield e investment grade visto lo spazio limitato per un’ulteriore compressione degli spread e

l’orientamento meno espansivo da parte della Bce. In riduzione l’esposizione alle obbligazioni dei Paesi Emergenti sia in valuta locale, che in valuta forte. Non vediamo valore sulle obbligazioni governative euro. Infine uno sguardo alle materie prime, con una posizione neutrale sia verso l’oro, sia verso il petrolio. Uno sguardo al futuro Pur considerando la guerra commerciale come scenario di rischio in crescita, al momento non è l’ipotesi base. Infatti gli investitori stranieri, in particolare Cina e Giappone, possiedono circa il 43% dei titoli del Tesoro Usa, in un momento in cui il disavanzo del bilancio federale è previsto salire al 5,2% del Pil. Inoltre, le ritorsioni dei cinesi su settori importanti per gli Usa come quello della soia e dell’aereonautica potrebbero comportare un calo importante della popolarità di Trump in prossimità delle elezioni di mid term, in calendario a novembre. *Direttore investimenti e prodotti di Cordusio.


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MARKETS

Up and Down 2013

2014

-14,02%

3,80%

-1,00%

-15,51%

-39,56%

-5,52%

-6,72%

-14,00%

7,19%

-45,58%

-28,04%

-1,72%

-5,44%

-16,00%

26,23%

-31,21%

-18,63%

6,91%

1,70%

11,35%

-11,03%

-11,79%

-35,84%

-19,34%

-22,20%

-2,24%

0,17%

3,91%

ALLUMINIO

CARBONE

P

PALLADIO

E

R

NICKEL

F

GAS NATURALE

O

R

PIOMBO

M

ORO

A

N

PETROLIO

C

RAME

E

MAIS

PLATINO

ARGENTO

GRANO

12

PRIVATE

ZINCO

Fonte: Bloomberg and U.S. Global research


MARKETS REPORT

2016

2017

-17,79%

13,58%

32,39%

-10,72%

103,67%

31,19%

-9,63%

-1,88%

-0,36%

-26,10%

17,37%

30,49%

-30,47%

45,03%

12,47%

-10,42%

8,56%

13,09%

-2,50%

11,27%

24,27%

-19,11%

59,35%

-20,70%

-41,75%

13,49%

27,51%

-29,43%

20,96%

56,25%

-26,07%

1,16%

2,99%

-11,75%

14,86%

6,42%

-20,31%

-13,19%

4,66%

-26,50%

60,59%

30,49% 13

2015

PRIVATE

LE PERFORMANCE ANNUALI DELLE COMMODITY EVIDENZIANO FORTI FLUTTUAZIONI DEI PREZZI


14

PRIVATE

INTERVIEW


INTERVIEW FEDERICO SELLA

Nel club dei grandi Banca Patrimoni Sella & C. lancia una nuova area di business Scelte innovative per un istituto che non rinuncia alla tradizione DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio

Quali invece gli obiettivi di sviluppo? Per i prossimi anni puntiamo a favorire l’aumento costante dei nostri asset e, soprattutto, della redditività. Il tutto in uno scenario che naturalmente non prescinde dalle nuove opportunità di mercato derivanti dall’entrata in vigore di Mifid 2, che in Banca Patrimoni Sella & C. consideriamo un’occasione di crescita. In questo contesto rientra, ad esempio, l’avvio di nuove partnership strategiche come quella che abbiamo siglato lo scorso settembre con Schroders, che ha contribuito a consolidare le masse gestite rafforzando al contempo il nostro organico con l’ingresso di nuovi private banker e gestori.

L’operazione con Schroders ci fa crescere, garantendoci l’accesso ad un mondo molto selettivo

Sono in arrivo nuovi banker? Sul fronte della selezione non abbiamo mai avuto politiche particolarmente aggressive, coerentemente al nostro approccio sempre ponderato e di lungo 15

Iniziamo con una fotografia della società: quali sono i vostri numeri? Banca Patrimoni Sella & C. nasce nel 2005 con la mission di amministrare e gestire fedelmente il patrimonio della clientela privata e istituzionale, nel rispetto dei valori di integrità e riservatezza che da oltre 130 anni sono alla base della cultura aziendale del nostro gruppo. Attualmente gli asset totali della banca si attestano a 12,5 miliardi di euro, che salgono a 16 se si includono anche le attività ricevute in delega di gestione, nonché le masse detenute dalle società direttamente controllate dalla banca, il family office Family Advisory Sim e la fiduciaria Selfid. La rete conta 430 private banker

che operano su tutto il territorio nazionale attraverso 14 succursali e 17 uffici di consulenza finanziaria.

PRIVATE

L’accordo con Schroders consente a Banca Patrimoni Sella & C. di crescere a livello di masse e di lanciare una nuova area di business. Segno di una volontà di rinnovamento, senza rinunciare al tratto tipico di una tradizione plurisecolare. A colloquio con l’amministratore delegato della società Federico Sella.


INTERVIEW

termine. Anche per quest’anno continueremo la ricerca di professionisti qualificati, sia dipendenti che consulenti, con portafogli sicuramente importanti e scarsi turn over aziendali. Chi viene a lavorare in Banca Patrimoni Sella & C. condivide innanzitutto il nostro sistema valoriale, la nostra storia, il nostro modello di business. Non è il solo premio della raccolta a fidelizzare un professionista, ma il coinvolgimento in un progetto di cui sentirsi parte integrante.

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PRIVATE

Il mercato del risparmio gestito, e in particolare l’offerta relativa alla gestione dei grandi patrimoni, è alle prese con una stagione di consolidamento. Come vi ponete in questo scenario? L’operazione con Schroders ha consentito a due gruppi affini per storia, principi e valori di trovare comunione di intenti e vedute: le due realtà condividono culture molto simili, grazie alla forte tradizione di proprietà familiare da sempre focalizzata sul servizio al cliente e sulla visione di lungo termine. La storia ultracentenaria dei due gruppi, inoltre, va di pari passo con l’innovazione e la continua evoluzione che sia Banca Patrimoni Sella & C, sia Schroders hanno sempre perseguito con forte e costante impegno. L’accordo, infatti, si fonda non solo su criteri quantitativi ma anche su quella stessa capacità di visione a lungo termine condivisa, che si presta molto efficacemente ad una

La sede di Banca Patrimoni Sella & C. (Palazzo Bricherasio, a Torino) foto di Alessandra Chemollo

tipologia di partnership come quella siglata. In che modo cambia il profilo societario dopo questo accordo? Il primo segno tangibile della partnership formalizzatasi a inizio febbraio è stata la creazione della nuova area di business “Sella Patrimoni Schroders”, che intende porsi come un unicum sul mercato italiano e rappresentare un punto di riferimento per i professionisti orientati al wealth management. Grazie alla combinazione al suo interno, tra l’esperienza di

investimento internazionale di Schroders con il solido posizionamento domestico e la professionalità dei private banker di Banca Patrimoni Sella & C, possiamo offrire servizi evoluti di investimento sia a livello nazionale, sia a livello internazionale, una piattaforma tecnologica avanzata - rispondente ai dettami Mifid 2 - e una vasta gamma di servizi bancari molto apprezzata dai clienti. Tutte leve che permetteranno di consolidare e rafforzare la relazione con la clientela, approcciando con i giusti mezzi l’attuale fase espansiva


INTERVIEW FEDERICO SELLA

diversificazione del rischio. In particolare, il nuovo fondo di fondi multistrategy flessibile R Profilo BPA Selection, che abbiamo lanciato a metà aprile, rappresenta una soluzione d’investimento innovativa per rispondere all’attuale momento dei mercati, caratterizzato da un inizio di normalizzazione dei tassi e da una elevata correlazione tra le asset class, superando la tipica scomposizione di portafoglio tra azioni e obbligazioni. I due portafogli di riferimento del fondo, infatti, sono gestiti autonomamente da Banca Patrimoni Sella & C. per la componente direzionale e da Rothschild Asset Management per la componente alternativa. La quota d’investimento varia tra il 30% ed il 70% per ognuna delle due asset-class ed è definita dai due co-gestori nell’ambito di meeting mensili di aggiornamento e confronto. Quella con Rothschild è la prima

di nuove soluzioni che stiamo sviluppando con alcune tra le più importanti realtà dell’asset management, facendo leva sulle migliori expertise presenti sul mercato. Gli operatori private banking gestiscono all’incirca la metà dei grandi portafogli delle famiglie italiane: a suo avviso cosa fare per aumentare la quota di mercato, sottraendo quote al segmento retail? Nell’attuale contesto i tradizionali bisogni di consulenza dei clienti si ampliano fino ad abbracciare anche tematiche sensibili, non del tutto sviscerate finora. In quest’ottica, sarà sempre più importante saper anticipare e interpretare le esigenze dei nostri clienti al fine di fornire soluzioni concrete e tempestive. Da questo punto di vista, Banca Patrimoni Sella & C. ha già saputo dimostrarsi un passo avanti rispetto al mercato su un tema di grande sensibilità, come quello del passaggio generazionale, individuando nella collaborazione trasversale tra professionisti di ambiti differenti tra loro (quali avvocati, notai, fiscalisti e fiduciarie) la chiave di volta di questa nuova frontiera del private banking. Abbiamo, quindi, avviato percorsi di formazione per i nostri banker con docenti del settore ed esperti di tutela patrimoniale e lavoriamo con la nostra fiduciaria Selfid e la controllata Family 17

Come nasce il debutto nella cogestione con Rothschild? L’introduzione della Mifid 2 sta determinando una fase di discontinuità regolamentare che ha impatti rilevanti anche nei rapporti tra Società di Gestione e Distributori. I temi di product governance e soprattutto di trasparenza dei costi per i clienti evolvono verso una logica di più stretta collaborazione per la creazione di nuove soluzioni di investimento. È in questo contesto che è nata la collaborazione con Rothschild Asset Management, della quale utilizziamo già da tempo i fondi, soprattutto in ambito alternativo. Un modo nuovo di intendere la partnership tra produzione e distribuzione di prodotti finanziari per offrire all’investitore soluzioni uniche nella ricerca di rendimento e

Non amo il concetto di stile di leadership, la mia priorità nell’azione manageriale punta a essere sempre professionale, garantendo trasparenza e collegialità

PRIVATE

di mercato, nonché di suscitare l’interesse dei migliori professionisti del settore e attrarre, di conseguenza, nuovi talenti. Letta in termini di posizionamento di mercato, l’operazione con Schroders ci fa diventare più grandi, garantendoci l’accesso a un mondo molto selettivo, al quale siamo in grado di guardare soprattutto grazie alla qualità ed efficienza di un modello di business sviluppato in 15 anni. Il bilancio è, quindi, molto positivo. È tuttavia prematuro sostenere con assoluta certezza se ci saranno azioni simili in futuro e quali saranno.


INTERVIEW

Advisor Sim con professionisti che si affiancano al nostro team in ottica di complementarità. Il tutto, in un contesto di consolidamento del mercato dove, al di là del rendimento, l’interesse degli investitori è focalizzato principalmente sulla sicurezza e la solidità del proprio investimento.

Un scorcio degli interni della banca foto di Alessandra Chemollo

e che consentono ai private banker – partendo dal basket pre-costituito di soluzioni di investimento – di selezionare e replicare, tramite algoritmi ed in maniera automatica, i migliori portafogli specifici per i propri clienti. Concludiamo con qualche domanda su di lei. Qual è il suo stile di leadership? Non amo il concetto di stile di leadership, la mia azione manageriale cerca e punta ad essere sempre professionale, corretta e trasparente. Apprezzo molto il sistema del feedback e dell’attribuzione delle responsabilità; dedico molto tempo a lavorare a stretto contatto con i collaboratori

imparando molto e cercando di trasmettere altrettanto. Come impiega il suo tempo libero? Quali sono le sue passioni? Le mie passioni sono come da tradizione famigliare legate alla montagna, in particolare lo sci alpinismo e lo sci di pista. Il modo con cui la nostra famiglia vive da sempre la montagna si basa sui concetti di prudenza, sobrietà e gradualità nei cambiamenti. Questi valori sono gli stessi (insieme ad altri) a cui ci ispiriamo nella nostra attività di gestione della banca. Amo molto anche il mare dovere pratico la pesca e il kayak. Tutte passioni che condivido sempre in compagnia della mia famiglia.

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PRIVATE

L’innovazione e il digitale sono strade obbligate: cosa fate nel settore? Abbiamo avviato da tempo un processo di integrazione di nuove tecnologie all’interno di un modello dove è centrale la relazione tra il banker ed il cliente, con l’obiettivo finale della digitalizzazione e dell’efficientamento dei processi fuori sede nel triennio 2018-2020. Nell’ambito degli investimenti finora realizzati si distingue, tra gli altri, l’introduzione della firma grafometrica, ovvero di un sistema a disposizione di tutti i private banker per permettere la sottoscrizione di contratti ovunque, senza necessità di scambio ed invio di documenti cartacei. Seguono, poi, le nuove modalità di on-boarding di nuovi clienti – con proposte contrattuali multiprodotto, studiate per ridurre i tempi di apertura delle posizioni - la web collaboration, già attiva dal 2012 (ovvero, la consulenza a distanza erogata direttamente al Cliente tramite internet banking) e, soprattutto, le funzionalità di riasset automatico dei portafogli, che vanno nella logica del robo4advisor

J


C’è soliditĂ nella consistenza. THREADNEEDLE (LUX) GLOBAL MULTI ASSET INCOME FUND. Consistenza è avere un approccio collaudato e solido come una roccia. Il Fondo punta a generare una cedola annua investendo in azioni e obbligazioni globali e costruendo attivamente il portafoglio per adattarlo alle mutevoli condizioni di mercato. Scopri come le nostre competenze a livello globale, la capacitĂ di adattarsi e le solide risorse possono contribuire al successo dei tuoi investimenti. Performance annualizzate nette

2017

11.68%

2016

5.50%

Dividendo storico annuo

2015

2.39%

2017

5.81%

2016

6.79%

2015

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columbiathreadneedle.it/GMAI Informazioni importanti. Š 2018 Morningstar, Inc. Tutti i diritti riservati. Le informazioni qui contenute: (1) sono di proprietĂ di Morningstar e/o dei suoi fornitori di contenuti; (2) non possono essere copiate o distribuite; e (3) non è garantito che siano accurate, complete o tempestive. NĂŠ Morningstar nĂŠ i suoi fornitori di contenuti sono responsabili per eventuali danni o perdite derivanti dall’uso di tali informazioni. La performance passata non è garanzia di risultati futuri. Prima della sottoscrizione, leggere il Prospetto e le Informazioni Chiave per gli Investitori (KIID). /H SHUIRUPDQFH SDVVDWH QRQ VRQR JDUDQ]LD GHL ULVXOWDWL IXWXUL H YL Ă… LO ULVFKLR GL SHUGHUH LO FDSLWDOH LQYHVWLWR ,O YDORUH GHJOL LQYHVWLPHQWL H LO UHGGLWR QRQ VRQR JDUDQWLWL SRVVRQR GLPLQXLUH R DXPHQWDUH H SRVVRQR HVVHUH LQĆƒ XHQ]DWL GDOOH Ćƒ XWWXD]LRQL GHL FDPEL 4XHVWR VLJQLĆ‚ FD FKH un investitore potrebbe non recuperare l’importo investito. Threadneedle (Lux) Global Multi Asset Income è un comparto di Threadneedle (Lux), societĂ d’investimento a capitale variabile (SociĂŠtĂŠ d’investissement Ă capital variable, o “SICAVâ€?) costituita ai sensi della normativa YLJHQWH QHO *UDQGXFDWR GL /XVVHPEXUJR /D VRFLHW½ GL JHVWLRQH GHOOD 6,&$9 Ă… 7KUHDGQHHGOH 0DQDJHPHQW /X[HPERXUJ 6 $ FKH VL DYYDOH GHOOD FRQVXOHQ]D GL 7KUHDGQHHGOH $VVHW PDQDJHPHQW /WG H R GL DOWUL VXE FRQVXOHQWL VHOH]LRQDWL 4XHVWR PDWHULDOH Ă… VROR LQIRUPDWLYR H QRQ FRVWLWXLVFH XQpRIIHUWD R XQD VROOHFLWD]LRQH GL XQ RUGLQH GL DFTXLVWR R YHQGLWD GL WLWROL R DOWUL VWUXPHQWL Ć‚ QDQ]LDUL R SHU IRUQLUH FRQVXOHQ]D R VHUYL]L GL LQYHVWLPHQWR /H VRWWRVFUL]LRQL SRVVRQR HVVHUH HIIHWWXDWH VROR VXOOD EDVH GHO 3URVSHWWR H GHOOH ,QIRUPD]LRQL &KLDYH SHU JOL ,QYHVWLWRUL ulteriori informazioni sono contenute nelle ultime relazioni annuali o semestrali e nello statuto della Sicav. I suddetti documenti sono disponibili in italiano e possono essere ottenuti gratuitamente sul sito internet www.columbiathreadneedle.it nella sezioni ‘Documenti Legali’. Prima della sottoscrizione occorre consultare la sezione ‘Fattori di rischio’del Prospetto per tutti i rischi derivanti dall’investimento in qualsiasi comparto della Sicav e in particolare in questo comparto. Threadneedle Management Luxembourg S.A. è registrata presso il Registre de Commerce et des Societes (Lussemburgo), numero di iscrizione B 110242 44, rue de la VallĂŠe, L-2661 Lussemburgo, Granducato di Lussemburgo. Columbia Threadneedle Investments è il marchio globale di gruppo delle societĂ Columbia e Threadneedle.Per ulteriori informazioni si rinvia al sito. columbiathreadneedle.it 03.18 | J27604_Pri

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20/03/2018 17 09


LEGEND DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio

GIOVANNI TAMBURI

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Attivo da oltre 30 anni nel campo della finanza aziendale, prima in Bastogi e poi in Euromobiliare, nel 1992 Giovanni Tamburi ha fondato la società d’investimento Tip (Tamburi Investment Partners). Quotata a Piazza Affari, ha una capitalizzazione intorno

al miliardo di euro. Quando individua un’azienda con fondamentali solidi e un potenziale in buona parte inespresso, la Tip investe una parte dei propri soldi e solitamente coinvolge nell’operazione le grandi famiglie dell’imprenditoria italiana.

“La grande crisi l’ho vista da subito come una grande opportunità”, ha più volte ricordato Tamburi. Aggiungendo che in Italia esistono centinaia di aziende d’eccellenza.


LEGEND GIOVANNI TAMBURI

Boom del titolo Nell’ultima lettera agli azionisti, l’imprenditore ricorda che tra gennaio 2016 e febbraio 2018 Tip ha visto crescere il proprio valore del 73%, mentre il total return è stato del 64,5% annuo nell’ultimo lustro.

Economia 2.0 Partecipazioni Negli anni ha accumulato quote in aziende in forte sviluppo, da Amplifon a Moncler, da Prysmian ad Azimut Benetti, da Eataly a Furla, da iGuzzini ad Alpitour.

La merchant bank è il primo azionista di Digital Magics, incubatore di startup tecnologiche.

Compenso Nell’ultima classifica annuale stilata da Milano Finanza sui manager con la retribuzione più elevata, Tamburi è settimo con 6,3 milioni percepiti nel corso del 2017.

La sfida di Eataly La prossima, grande plusvalenza dovrebbe arrivare da Eataly, di cui Tamburi ha il 20%, e che potrebbe sbarcare a Piazza Affari tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

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Formazione Laureato alla Sapienza in Economia e Commercio, ha svolto quasi tutte la sua attività professionale a Milano.

Negli investimenti condotti in porto dalla nascita di Tip, ha coinvolto nomi come gli Angelini, i D’amico, i Ferrero (nella foto Giovanni, erede dell’industria dolciaria) i Lavazza e i Marzotto.

Tamburi non ha mai cercato la ribalta, né si è mosso in contrapposizione con le varie Mediobanca e Banca Imi. Ha preferito concentrarsi soprattutto sulle Pmi, spina dorsale del Paese.

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Club deal

Dietro le quinte


BANK

Dati sulla nuvola Avaloq spopola nell’Information technology per il banking Focus sulle nuove frontiere della rivoluzione fintech DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio

Barclays, Deutsche Bank, HSBC, Nomura, Royal Bank of Scotland, Société Générale, UBS e, da ultima, Intesa Sanpaolo Private Banking Suisse, che ha scelto la soluzione Avaloq Business Process as Service per accelerare l’integrazione di sistemi legacy, riscontrando una significativa riduzione dei costi. A scorrere i nomi dei clienti di Avaloq si trova buona parte dei grandi gruppi della finanza internazionale. Segno del peso raggiunto dal gruppo svizzero dell’It, che sviluppa e commercializza software per il core banking, che lo pone costantemente sotto i riflettori. Nel bene e nel male.

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Cuore nel cloud computing Il cloud computing è la nuova frontiera del gruppo con headquarter a Freienbach (nel Canton Svitto), ma uffici in tutto il mondo, che fornisce servizi di core banking, consentendo così ai clienti delle 450 banche e società di gestione patrimoniale clienti di gestire via Internet le disposizioni di incasso e pagamento e ricevere informazioni sui conti di tutte le realtà finanziarie con le quali

vengono intrattenuti rapporti. Mentre sul versante del back office bancario consente di gestire funzionalità come l’anagrafica degli utenti e i saldi contabili. Per le infrastrutture interne alle banche e assicurazioni, invece, Avaloq fornisce strumenti di integrazione, necessari a far convivere prodotti e soluzioni acquistati in differenti ere dello sviluppo informatico e che per questa ragione faticano a dialogare tra loro. Ad accomunare queste soluzioni è la constatazione che le banche, alle prese con la cura dimagrante imposta dalla grande crisi finanziaria del recente passato e pressate da regole sempre più stringenti nell’attività ordinaria, abbiano poco spazio per dedicarsi a gestire in proprio le infrastrutture It. Senza dimenticare il tema delle competenze, cruciale a fronte di soluzioni informatiche che diventano sempre più complicate. La delicatezza del lavoro svolto da Avaloq, la lascia sempre sotto i riflettori. In Germania negli ultimi due mesi vi sono stati due inciampi: BHF ha ritirato l’ordine di implementazione di un nuovo sistema informatico lamentando

Canton Svitto sede dell’headquarter della società.


BANK INTERNATIONAL

MAPPA DEI SERVIZI

RETAIL BANKING

PRIVATE BANKING

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2 WEALTH MANAGEMENT

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BUSINESS PROCESS AS A SERVICE

CORPORATE BANKING

MARKETPLACE PER TERZE PARTI

SOFTWARE AS A SERVICE

problemi di tenuta del sistema, mentre con ApoBank è in corso un braccio di ferro legato al livello di personalizzazione della soluzione ideata.

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Ascesa e caduta del fondatore La società è stata fondata nel 1985 con il nome di “BZ Informatik Aktiengesellschaft”, come sussidiaria in ambito informativo della BZ Bank, e dopo sei anni il 30% del capitale è passato in mano ai dipendenti, secondo un modello di cogestione non così raro nella cultura germanica. Lo sviluppo è arrivato a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, complice PRIVATE

Dall’inizio di quest’anno al timone c’è Juerg Hunziker, con il compito di accelerare lo sviluppo del business


BANK

l’acquisizione del primo cliente di peso - la Banca nazionale svizzera -, che ha dato grande notorietà ad Avaloq, che ha assunto questa denominazione nel 1996. Oggi Avaloq Banking Group AG impiega 2.500 dipendenti, di cui 500 programmatori, un fatturato da 550 milioni di franchi svizzeri (crescita del 3% tra 2016 e 2017), con un Ebitda di 100 milioni, e gestisce le transazioni relative a depositi bancari per 4mila miliardi. Una crescita guidata dal fondatore Francisco Fernandez, che negli ultimi anni ha visto tuttavia appannarsi la sua stella, tra la perdita di clienti di peso come Bsi (passata alla piattaforma di Temenos dopo l’acquisizione da parte di Efg), e la rincorsa all’indebitamento per finanziare gli investimenti. Compresi quelli in cybersecurity, che tra le altre cose prevedono una serie di partnership con società israeliane specializzate nel settore.

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Nuova stagione Nei mesi scorsi il fondatore ha accettato di lasciare la carica di amministratore delegato (conservando solo quella di presidente), all’ex direttore operativo Juerg Hunziker, entrato in carica all’inizio del 2018. Quest’ultimo può vantare una lunga esperienza in UBS ed è stato l’artefice dello sbarco della statunitense SunGard in Europa. Un cambio conseguente al passaggio del 35% del capitale nelle mani di Warburg Pincus, che ha valorizzato l’intero capitale

Juerg Hunziker

all’incirca un miliardo di franchi svizzeri. A Hunziker spetta il compito, segnalava una nota dell’azienda al momento del passaggio di testimone, di condurre Avaloq in una nuova era caratterizzata dalla crescente focalizzazione sulle soluzioni di software as a service e business process income, che garantiscono entrate più facilmente prevedibili rispetto alla vendita definitiva dei prodotti. Subito dopo il suo insediamento, il nuovo timoniere ha annunciato l’ingresso di tre nuovi top manager: Chris Beukers come regional manager Asia Pacific, Tobias Unger, regional manager Switzerland e

Liechtenstein, Brian Hurdis come chief service delivery officer. Due le priorità: allargare la squadra di comando e puntare con maggiore decisione sui mercati emergenti. “Il futuro del fintech, in direzione di una crescente integrazione con i gruppi bancari internazionali, si gioca soprattutto lì”, ha ricordato di recente Dan Zilberman, capo di Warburg Pincus Europe. “Puntiamo a quotare l’azienda entro tre-cinque anni. Il mercato bancario è in rapida trasformazione: vogliamo accompagnare questo processo con risorse adeguate, ma al contempo non intendiamo fare il passo più lungo della gamba. Roma non è stata costruita in un giorno”.

Il legame con Raiffeisen Avaloq ha uno storico legame con Raiffeisen, il terzo gruppo bancario svizzero. Nei mesi scorsi è stato raggiunto un accordo in virtù del quale la prima acquisirà, a far data dal 1° gennaio 2019, il 51% della joint venture Arizon, che sviluppa e gestisce una piattaforma di servizi It per il finance. La società di fintech salirà così al 100% di Arizon, che fino al 2024 potrà contare su Raiffeisen come cliente. Inoltre quest’ultima venderà a Warburg Pincus la sua partecipazione del 10% in Avaloq.



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A metà del guado Il piano triennale al 2019 prevede grandi cambiamenti per Banca Profilo Un nuovo modello di servizio per tenere il passo del mercato DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile

Una roadmap per innovare dall’interno il modello di business e la strategia sul mercato, frutto dell’osservazione del contesto e dei bisogni della clientela. È questa in sintesi la natura del piano industriale 2017-2019 di Banca Profilo, che prevede di raggiungere 6,6 miliardi di euro di masse nel private banking e 9 miliardi complessivi a fine triennio attraverso lo sviluppo del target costituito dalla clientela di fascia alta professional (HNWI), i family office e i clienti istituzionali domestici e corporate. Inoltre il piano, fa leva sulla revisione del modello di servizio dell’istituto, basata sul potenziamento di alcune caratteristiche distintive già in nuce al momento del suo avvio nel 2009. Come ci racconta l’ad Fabio Candeli, appena riconfermato nella carica con il vicepresidente Giacomo Garbuglia.

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Siamo a metà del guado, dato che il primo anno del piano industriale è già alle spalle e il secondo quasi a metà. Qual è il bilancio complessivo di questo periodo? Il 2017 è stato un anno di svolta

sia in termini strategici, che di redditività. Ma al di là dei numeri in quanto tali, tutti superiori alle stime del piano, il reale valore dell’anno risiede nel fatto che abbiamo fin da subito implementato alcune modifiche al nostro modello e attuato delle scelte di business frutto di un’osservazione dell’evoluzione del private banking italiano. Ad esempio rinunciando ad alcuni dogmi con cui eravamo partiti nove anni fa tra cui, ad esempio, quello di non avere prodotti della casa. In particolare, siamo andati a individuare dei prodotti di nicchia ritenuti particolarmente interessanti per la clientela e da qui abbiamo tratto quel valore che oggi è visibile nel conto economico. Abbiamo elaborato idee di investimento non convenzionali sia per i clienti professional, sia istituzionali, sfruttando le competenze specialistiche sviluppate in questi anni nell’ambito dei club deal industriali, immobiliari e finanziari.

buon interesse soprattutto da una determinata fascia di clientela, in particolare imprenditori o ex imprenditori, che desideravano un coinvolgimento più attivo nel tipo di investimento proposto. Ma in quel momento la soluzione era stata ideata per cogliere alcune opportunità che si erano presentate sul mercato. Da allora ad oggi quello che è cambiato è l’approccio: non più tattico, bensì strategico. Abbiamo trasformato un’opportunità in un metodo di lavoro stabile, in grado di caratterizzarci in modo distintivo rispetto alla concorrenza pur restando fedeli alle nostre origini. Siamo l’unica banca oggi in Italia strutturata in quattro diversi ambiti di investimenti alternativi con team assegnati separati, un team solo sui club deal industriali, uno su quelli immobiliari, uno su quelli finanziari inteso come prodotti illiquidi e il venture capital, molto richiesto dalla clientela in questo momento.

Ci può fare degli esempi? Nel 2009 quando siamo partiti, abbiamo proposto la soluzione dei club deal registrando un

Su quali pilastri farete leva per supportare la crescita nei prossimi anni? Intendiamo crescere sia in modo


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Fabio Candeli

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BANK

organico, senza assunzione di nuovi private banker, sia per linee esterne: crediamo che Mifid 2 possa portare a una riduzione dei costi di acquisizione delle masse. Siamo in un contesto di mercato comunque difficile e avere sviluppato negli anni una grande diversificazione tra diverse aree di business ci fornisce flessibilità strategica. In un momento in cui i margini sono in compressione, questo fattore si rivela particolarmente utile tanto più che le diverse aree lavorano sviluppando sinergie a beneficio di tutto il gruppo. La seconda sfida che abbiamo affrontato nel corso del primo anno del piano è stata la revisione del sistema del pricing. I clienti non vogliono pagare per dei prodotti standard, ma sono disposti a pagare commissioni anche rilevanti per soluzioni interessanti e su misura. Quali sono le altre novità che devono essere ancora implementate? I progetti in cantiere sono stati tutti lanciati e ci apprestiamo ad andare a regime. Le polizze multimanager, i certificate emessi dalla banca e ulteriori strumenti di pianificazione patrimoniale saranno il focus commerciale per questo e per il prossimo anno.

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Come evolverà a suo avviso il mercato? Nel private banking si è sempre enfatizzato il legame con il passato e la storia dei rispettivi brand. Questo

L’ingresso della sede di Banca Profilo.

Intendiamo crescere sia in modo organico, senza assunzione di nuovi private banker, sia per linee esterne: crediamo che Mifid 2 possa portare a una riduzione dei costi di acquisizione delle masse approccio, rivolto al passato, ha in parte penalizzato sinora chi si è proposto sul mercato come new entry. Per la prima volta invece, in questo momento, gli operatori più giovani come noi possono cogliere una grande opportunità grazie alla spinta al rinnovamento dei servizi derivante dal fintech. Nel piano viene dato risalto infatti anche ad una nuova offerta tutta digitale. Per quando il lancio ufficiale? Il piano prevede lo sviluppo dell’offerta di servizi bancari e finanziari attraverso i canali digitali sviluppati in partnership con Tinaba per un target di ricavi attesi pari a 4 milioni di euro circa a fine piano. Metteremo a disposizione soluzioni di investimento automatizzate di robo gestioni e finanziamenti, attivabili in modalità totalmente mobile. In particolare le robo gestioni saranno lanciate nel mese di giugno offrendo ai clienti 16 linee di gestione in etf derivanti dai sistemi di asset allocation di Banca Profilo. Tutte le

funzionalità, oltre alla sottoscrizione, saranno disponibili dalla app Tinaba garantendo la massima facilità di utilizzo. In cosa consistono i piani di crescita per linee esterne? Vogliamo posizionarci sul mercato come aggregatori di altri operatori. Abbiamo rilevato delle occasioni per crescere nell’ambito di business contigui al nostro: si tratta non di realtà focalizzate sulla distribuzione ma sulla produzione, in grado di rispondere alla nostra necessità di avere soluzioni di nicchia della casa, e di società del fintech che rappresentano per noi un acceleratore per alcuni servizi. Ed è proprio in questa logica di potenziamento dei servizi nelle aree contigue alle nostre, che Banque Profil de Gestion, la nostra controllata svizzera attiva nel private e investment banking, ha appena siglato un accordo vincolante per l’acquisizione di Dynagest, attiva nel campo della gestione di patrimoni istituzionali.



BANK

Maurizio Corsoni

Approccio total wealth UBS Fiduciaria punta su un’offerta a tutto tondo per la clientela più facoltosa Tra i servizi in crescita, il mandato all’incasso e l’attività di escrow agent DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile

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Tra i primi operatori di riferimento per masse amministrate nel settore, pari a 9,2 miliardi di euro, UBS Fiduciaria ha adottato come approccio distintivo la combinazione tra la filosofia total wealth del gruppo e la garanzia di massima riservatezza nel trattamento dei dati. Oltre a offrire l’intestazione fiduciaria di rapporti con banche e intermediari

finanziari anche all’estero in modo confidenziale, permette di ottenere una visione consolidata del patrimonio totale degli investimenti in amministrazione fiduciaria per monitorarne il rischio complessivo, calcolarne gli andamenti e i costi sostenuti. In aggiunta ai servizi tradizionali, UBS Fiduciaria, che lo scorso anno ha registrato ricavi pari a 9,8 milioni di euro, sta

rafforzando il suo ruolo di assistenza agli imprenditori nella costituzione di società, definizione di accordi, strutturazione di escrow agreement, compravendita e intestazione fiduciaria di partecipazioni societarie. Servizi sempre più richiesti da un determinato segmento della clientela come ci racconta Maurizio Corsoni, responsabile area mercato.


BANK ITALY

Il target tipico è il privato che rientra nella categoria degli HNWI o in quella degli UHNWI

Quali sono i servizi più apprezzati in questo contesto di mercato? Oltre al mandato di intestazione fiduciaria classico, finalizzato al

Quale evoluzione ritiene possibile per il settore? Sul fronte normativo, la novità più importante per il nostro

settore è quella che ha determinato l’iscrizione all’albo degli intermediari finanziari delle società fiduciarie aventi adeguati requisiti patrimoniali e organizzativi; il conseguente assoggettamento alla vigilanza di Banca d’Italia in materia di antiriciclaggio comporterà un ancor più marcato allineamento di queste società fiduciarie alle istituzioni finanziarie “classiche” (in primis le banche). Dal punto di vista del mercato, invece, vediamo l’evoluzione dei servizi fiduciari strettamente legata alle esigenze dei clienti di guardare al proprio patrimonio non soltanto dal punto di vista puramente finanziario, ma piuttosto nelle sue varie dimensioni, cogliendo le opportunità in termini di pianificazione patrimoniale e successoria, di asset protection e di filantropia. Inoltre, in linea con quello che è l’approccio total wealth, stiamo sviluppando servizi innovativi di wealth planning advice per la clientela di tutto il gruppo in Italia. 31

Quali sfide pone oggi il mercato alle fiduciarie di grandi dimensioni? Il settore è influenzato in modo importante dal quadro economico. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita del numero delle operazioni di finanza straordinaria su società e di quelle derivanti da importanti transazioni immobiliari.

bisogno di riservatezza e al sostituto d’imposta per i conti bancari aperti all’estero, due servizi in particolare sono cresciuti di rilevanza e di interesse per i nostri clienti: il mandato all’incasso e l’attività di escrow agent da parte della fiduciaria. Con questo pacchetto si fornisce al cliente un servizio di amministrazione del prezzo incassato sia per la quota libera, sia per la quota vincolata a favore dei compratori per le garanzie ricevute dal venditore nel contratto di compravendita. Rimane comunque importante il bisogno di riservatezza che, negli ultimi tempi, sembra essere ancora maggiore. In conformità a quanto previsto dalla legge, la fiduciaria ancora oggi risulta lo strumento principe per dare una risposta adeguata a tale bisogno.

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Qual è il vostro target di riferimento? Il target tipico per la fiduciaria resta il cliente privato caratterizzato da elevati livelli patrimoniali. Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento della massa media amministrata per cliente. Possiamo quindi senza dubbio dire che i clienti più interessati e interessanti per il nostro servizio sono oggi rappresentati dal segmento HNWI e gli UHNWI.


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BANK INTERNATIONAL

Banchieri erranti Warburg & CO deriva da un lungo percorso della famiglia Tutto è partito dall’Italia, con tappa negli Usa DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi

A sinistra: una veduta di Amburgo dove ha sede l’headquarter della società.

Origini veneziane La dinastia Warburg è di origini ebraiche veneziane: il cognome originario era del Banco. I documenti storici descrivono Anselmo del Banco come uno dei più ricchi abitanti di Venezia nei primi anni del Cinquecento. Nel 1513, del Banco aveva ricevuto dal governo della Repubblica Serenissima l’autorizzazione a prestare denaro su interesse. Del Banco e la sua famiglia lasciarono Venezia dopo che furono introdotti nuovi divieti in ambito finanziario a carico della comunità ebraica, nel momento in cui veniva introdotto il ghetto. La famiglia si era così stabilita a Bologna, e da lì si era spostata durante il corso del XVI 33

Dall’alto: Moses Marcus Warburg, Gerson Warburg.

Sostegno alla cultura Agli inizi del XX secolo, la fondazione che fa capo alla banca Warburg è il primo sponsor dell’Università di Amburgo, e dal 1924, su iniziativa di Aby che coinvolge la famiglia nell’impresa, finanzia l’edificio che sarà la sede della Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg, che diventa subito la più prestigiosa Fondazione culturale della città. Finanza e cultura, da sempre. Del resto il discendente Aby Warburg (i suoi bisnonni erano Moses e Gerson) è stato un banchiere e filantropo,

cultore della musica e delle belle arti. In campo culturale per la comunità ebraica statunitense è Felix la figura più importante della famiglia: dal 1949, grazie alla donazione della vedova, la sua casa (NY, 1109 Fifth Avenue) diventa la sede del Jewish Museum di Manhattan. La famiglia è ancora proprietaria della banca, portando avanti un patrimonio privato che dura da oltre 200 anni.

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M.M.Warburg & CO Bank è una delle più antiche banche private indipendenti al mondo. Il gruppo è tedesco e ha sede ad Amburgo. Una banca a conduzione familiare, che è stata fondata nel 1798 dai fratelli Moses Marcus Warburg e Gerson Warburg, due membri della famiglia tedesca di banchieri di origine ebraica. Un gruppo che ha chiuso il 2016 (ultimo dato disponibile) con asset totali per 8,4 miliardi di euro, fondi propri per 423,7 milioni di euro e utile prima delle tasse per 29,7 milioni, con 1.232 dipendenti.


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secolo nella città tedesca di Warburg, da cui prese il nuovo nome. Tra i discendenti degni di nota c’è stato Siegmund Warburg, che ha fondato la S.G. Warburg & Co. a Londra, nel 1946, dopo essere fuggito dalla Germania per sfuggire ai nazisti. La banca è diventata una delle banche di investimento più potenti della città negli anni ’60, ’70 e ’80 e lo stesso Warburg è uno dei finanzieri più autorevoli e influenti di Londra dell’epoca. La filiale di Londra è stata venduta alla Swiss Bank Corporation nel 1995 e oggi fa parte di Ubs.

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Il ramo americano Alcuni discendenti sono emigrati negli Stati Uniti, per motivi di lavoro e per sfuggire alla persecuzione, e si sono stabiliti lì. Includono il banchiere Paul Warburg e suo nipote Eric M. Warburg, fondatore di Warburg Pincus. Oggi l’attività principale di M.M. Warburg & CO spazia nel private banking, nell’asset management e nell’investment banking, al servizio di clienti privati, aziendali e istituzionali. Negli ultimi anni, la banca è cresciuta attraverso molte acquisizioni. Ha comprato diverse banche private tedesche come Marcard, Stein & Co. ad Amburgo, Carl F. Plump & CO AG a Brema, Bankhaus Hallbaum AG ad Hannover e Bankhaus Loebbecke AG a Berlino. Inoltre, ci sono le filiali estere M. M. Warburg Bank (Svizzera) AG e M. M. Warburg & CO Luxembourg S.A., nonché vari fondi comuni di investimento.

I

NUMERI

DEL

GRUPPO

ASSET TOTALI

8,4 mld euro FONDI PROPRI

423 mln euro In alto a destra l’edificio che ospita la società ad Amburgo e a sinistra l’ingresso.

UTILE LORDO

29,7 mln euro DIPENDENTI

Dal 2009 la Schwäbische Bank AG di Stoccarda fa parte del Warburg Banking Group. Nel 2016 le ex banche controllate Bankhaus Hallbaum, Bankhaus Löbbecke, Bankhaus Carl F. Plump & CO e Schwäbische Bank sono state amalgamate con M.M.Warburg & CO. La sede della banca si trova in Ferdinandstraße 75 ad Amburgo, con uffici supplementari a Francoforte, Berlino, Monaco e Colonia. La banca mantiene inoltre diversi uffici a Zurigo e in Lussemburgo. Focus sull’m&a Il colosso è molto attivo sul fronte fusioni e acquisizioni. Basti vedere cosa è successo anche solo nei primi due mesi del 2018. A gennaio, per esempio, la società di gestione di fondi con sede a Bermuda, Apex, ha acquisito la parte dell’asset management di M.M. Warburg & CO in Lussemburgo. La transazione ha visto Warburg Invest Luxembourg e M.M.Warburg & Co Luxembourg diventare

1.232 parte di Apex portando ulteriori 50 miliardi di dollari alle masse globali di Apex sotto consulenza (circa 350 miliardi di dollari dopo il completamento dell’operazione). Numeri da capogiro. M.M. Warburg & CO e Apex costituiranno una partnership strategica per le attività di servizi di gestione patrimoniale in Lussemburgo, mentre Warburg Invest (Germania) continuerà a concentrarsi anche sulle attività di gestione patrimoniale in Germania. A seguire, lo scorso febbraio, M.M.Warburg & CO e NORD / LB Norddeutsche Landesbank Girozentrale hanno fuso le loro attività di asset management in un’unica società con sedi sia ad Amburgo, sia ad Hannover. Tra Aum e attività di amministrazione conta oltre 34 miliardi di euro e sarà uno dei più importanti asset manager della Germania settentrionale. La gestione operativa della nuova società sarà assunta da Warburg Bank, che assumerà una quota del 75,1%.


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DINASTY

L’imprenditore vanta un patrimonio stimato da Forbes di circa 5 miliardi di dollari, tanto da garantirgli il 248esimo posto nella classifica degli uomini più ricchi al mondo

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Vincent Bolloré


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Sognando Napoleone Bolloré ha messo l’Italia in cima alle mire espansionistiche della sua famiglia Gli ultimi mesi hanno però riservato più di un grattacapo al raider bretone DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi

Affari nella Penisola Bollorè è entrato nella finanza italiana attraverso Mediobanca, di cui è socio dal 2002 e da tempo secondo azionista con in tasca l’8% del capitale, vincolato al patto di sindacato. Fino a ottobre 2013 è stato anche vicepresidente di Generali, ultima poltrona ricoperta in Italia (del Leone ha una piccola quota di azioni dirette, oltre quelle controllate attraverso Mediobanca, primo azionista di Generali). Da 28 ottobre 2014, nel board dell’istituto di credito siede la più giovane dei suoi quattro figli: la 29enne Marie. Nel giugno 2015 ha tentato l’operazione più ambiziosa: attraverso Vivendi, ha compiuto un blitz in Telecom Italia (poi ridenominata Tim), arrivando in poco tempo a detenere il 23,9% del capitale, una quota che ne ha

fatto il primo azionista. Ma, proprio nel momento in cui sembrava aver raggiunto il picco di potere nel nostro Paese, è cominciata la caduta. Le incomprensioni con il Governo italiano, intenzionato a creare un campione nazionale della rete, mettendo insieme Tim e OpenFiber (la creatura dell’Enel e della Cassa Depositi e Prestiti), hanno avuto un peso decisivo nel modificare gli equilibri nel braccio di ferro intrapreso con il fondo Elliott, con quest’ultimo che alla fine ha avuto la meglio, ottenendo la maggioranza nell’assemblea Tim del 4 maggio scorso, e ne ha di fatto acquisito il controllo. Da tempo era venuta meno un’amicizia di peso nella Penisola, quella con Silvio Berlusconi. Con quest’ultimo Bolloré aveva raggiunto un accordo per l’acquisto di Mediaset Premium, ma poi ne ha contestato il prezzo e ha avviato un tentativo di scalato alla controllante Mediaset. Rapporti con la politica A metterli in contatto era stata la mediazione del comune amico Tarak Ben Ammar (che siede nei cda di Tim, Mediobanca e Vivendi). 37

Finanziere di conquista Classe 1952, nato a Boulognesur-Seine, in Bretagna, è il primo azionista di Vivendi, media company proprietaria tra gli altri di Canal+ e della Universal Music, nonché presidente di Havas, multinazionale della comunicazione. L’imprenditore vanta un patrimonio stimato da Forbes di circa 5 miliardi di dollari, tanto da garantirgli il 248esimo posto nella classifica degli uomini più ricchi al mondo. Ha preso la guida dell’impero di famiglia nel 1981, sesta generazione di una dinastia di imprenditori la cui fortuna è partita nel 1822 grazie alle cartiere ed è sopravvissuta con profitto a tre guerre e 36 governi francesi. Negli anni il finanziere è

passato per i business di tabacco, energia, trasporti, tlc e media, guadagnandosi la fama di raider e il nomignolo di “petit prince du cash flow” (piccolo principe dei flussi di cassa). In Francia ha lanciato anche il servizio di car sharing elettrico Autolib.

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Non ci fosse stata l’ultima, maledetta primavera, la storia da scrivere sarebbe stata un’altra. E invece nel giro di poche settimane i piani dell’imprenditore-finanziere Vincent Bolloré sono stati in buona parte scombussolati, in patria dalla magistratura e in Italia dal braccio di ferro con il fondo Elliott per il controllo di Tim. E ora tutto torna in discussione.


DINASTY

Si è sposato due volte e ha quattro figli Il cantiere del passaggio generazionale è aperto

Marie Bolloré

Il finanziere vanta amicizie di peso anche in Francia. Sono rimaste celebri e corredate da molte polemiche le vacanze del 2007 dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy a bordo di Paloma, lo yacht da 60 metri del finanziere bretone. Quanto alla vita privata, Bolloré si è sposato due volte e ha quattro figli.

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Cambio di testimone Se negli affari è uno che decide al momento, in famiglia ama

pianificare. Per questo da anni ha coinvolto tutti i figli nella galassia di attività del suo impero, programmando una successione nel tempo. Il primo, Sebastien (classe 1977), è a capo delle attività della holding di famiglia ed è presidente di Omnium Bolloré, oltre a essere membro di una serie di consigli delle società quotate o partecipate dal gruppo, tra cui non ultimo quello dei giochi Gameloft, rilevato attraverso Vivendi. Il più piccolo dei maschi,

Cyrille (1985), ancora ai tempi dell’università ha cominciato a interessarsi dell’attività nell’energia delle batterie, per diventare lo scorso anno l’ammistratore delegato della Société Industriale et Financiére de l’Artois, curando con un occhio di riguardo le attività della logistica e dei commerci con l’Africa che rappresentano il cuore della redditività del gruppo. L’ultima di casa siede, oltre che nel già citato consiglio di Mediobanca, negli altri consigli delle attività del


DINASTY

fare come il re Luigi XIV che alla fine, avendo regnato 50 anni, aveva lasciato il regno al bis-nipote e non al figlio.

Delfino in pole position Chi conosce da anni il finanziere bretone, sostiene che il preferito tra i suoi figli sia Yannick, classe 1980, secondogenito della dinasty,

sposato con Chloé, nipote dell’ex amico e compagno d’avventura di Vincent, l’imprenditore francese della telefonia Martin Bouygues. Una conferma in tal senso si è avuta a metà aprile, quando Yannick è stato nominato presidente del comitato di sorveglianza di Vivendi. Il papà aveva già detto di non voler

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gruppo, ma non ha ancora scelto la sua vocazione, tra le varie branche dell’impero.

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Yannick Bolloré

Guai giudiziari Una settimana dopo la nomina di Yannick, è arrivato il fermo giudiziario in patria per Vincent. “Ha trascorso 36 ore durissime”, hanno raccontato i media francesi. Quindi è stato rilasciato, ma i magistrati di Nanterre (Île-deFrance) lo hanno formalmente incriminato per corruzione di funzionari stranieri, concorso in abuso di fiducia e falso, nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti pagate in Africa nel 2010. L’impero costruito in decenni di relazioni e operazioni finanziarie indovinate di colpo scricchiola. Ma guai a darlo già per spacciato: sarebbe un grave errore di sottovalutazione da parte dei suoi avversari.


BANKER

Nuovi equilibri Il cliente private è sempre più protagonista nelle decisioni d’investimento Manzato (Credit Suisse): “Una leadership pragmatica aiuta il business” DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi

una consulenza nell’asset allocation e nella gestione di portafoglio è cambiato sensibilmente, così come è cambiato il rapporto cliente banker, dove una volta era il professionista a prendere la maggior parte delle decisioni. Il rapporto ora è di collaborazione, le scelte vengono prese insieme e là dove la consulenza è sofisticata ed evoluta e porta un valore aggiunto concreto e tangibile per il cliente diventa premiante per entrambi.

Come cambia la domanda? C’è una maggiore necessità rispetto al passato di servizi su misura: il tradizionale approccio di fornire

Come vi siete strutturati per poter offrire un servizio consulenziale in ottica Mifid 2? Già a partire dal 2013-2014 in

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Sarà per la crisi, il cambio generazionale o i tassi di interesse bassi. Fatto sta che il cliente private è cambiato, così come la relazione tra i private banker e i clienti forse anche a fronte della Mifid 2. Ne parliamo con Carlo Manzato, head of advisory & sales Italia di Credit Suisse e anche capo dell’investment consulting, che racconta anche un po’ di sé, dalla passione per la corsa allo stile di leadership orientato al pragmatismo.

termini di struttura interna, di contrattualistica e di formazione del banker oltre che di adeguamento della piattaforma tecnologica. La Mifid 2 non ha portato innovazione perché facciamo già da anni consulenza evoluta ed è stata premiante. Oggi i nostri clienti sottoscrivono un contratto di consulenza evoluta in cui si paga una commissione per il servizio di advisory, modulata in base a una matrice che tiene presente da un lato l’entità del patrimonio e dall’altro la rischiosità e la complessità del portafoglio, e per tutti i prodotti che generano inducement prevediamo la restituzione della retrocessione al cliente alla fine dell’anno. Quali sono le principali novità che vi riguardano? Segnalo l’arrivo di Manuela Soncini, che ha preso in mano tutti la componente di consulenza nel wealth planning familiare e quindi nella protezione, valorizzazione del patrimonio inteso in senso ampio, sia della famiglia che dell’azienda, oltre che della pianificazione del trasferimento tra le generazioni. Con lei abbiamo dato il via al


BANKER

primo Wealth Planning Forum un momento importante di confronto con i maggiori esperti fiscali e legali, per riflettere sulle nuove tendenze circa le alternative prospettabili ai clienti in termini di strutture per organizzare la detenzione del loro patrimonio finanziario. Quale è l’entry point? Resta spesso la capacità di offrire servizi di lending. Si pensi ad esempio ai casi di passaggio generazionale. Stiamo vedendo molti casi di family buy out aziendali o immobiliari. Spesso vengono da noi per un supporto

al lending: il lending diventa l’elemento di partenza a supporto di operazioni più complesse che contemplano veicoli differenti, anche per segregare il patrimonio o per anticipare il passaggio agli eredi. Cosa registrate di nuovo sul fronte dei clienti Ultra High? La capacità delle grandi case private di portare un’offerta integrata ai propri clienti combinando le migliori capacità professionali nel mondo del private banking, asset management e investment Banking. La clientela Ultra High è oramai estremamente sofisticata, paragonabile alla clientela

Concludiamo con due battute su di lei: qual è il suo stile di leadership e quali sono le sue passioni? Mi considero un manager molto pragmatico, che non disdegna l’umorismo. Il poco tempo libero che mi lascia il lavoro amo dedicarlo al jogging o a una cena in famiglia o con amici davanti a un bicchiere di vino. 41

Carlo Manzato

PRIVATE

Spesso il punto di contatto con il detentore di grandi patrimoni è il lending È fondamentale offrire soluzioni tagliate per le singole esigenze

istituzionale, sia dal punto di vista delle esigenze che nella sofisticazione dell’approccio ai mercati finanziari. Anche perché spesso sono strutturati con family office. I mercati finanziari oggi vengono da lunghi anni di performance positive. Oggi la direzione è meno scontata e la volatilità è certamente aumentata. In questo contesto è fondamentale rivedere le strategie di offerta verso la clientela, magari abbinando la possibilità di rimanere investiti su asset class più performanti al contempo proteggendo il capitale. In questo contesto, Credit Suisse ha avviato il segmento International Trading Solutions con l’obiettivo di estendere le capacità e l’esperienza della divisione global markets anche alla clientela private. In Italia abbiamo appena dato il via a questa divisione con il recente ritorno in Credit Suisse di Federico Focà, che si occuperà di supportare la nostra clientela private con soluzioni di sales, trading, financing e prodotti strutturati tradizionalmente dedicati alla clientela corporate e istituzionale.


OPINION

Occhio alla pendenza Bankitalia si attende una salita dei tassi senza strappi da parte della Bce Uno scenario che trascura numerose minacce che si addensano sui mercati DI MARCELLO GUALTIERI / @marce_gualtieri

Sul sito della Banca d’Italia è stato pubblicato un intervento di Fabio Panetta, vicedirettore generale e membro del direttorio, sulla “Politica monetaria nell’area dell’euro: passato, presente e futuro prossimo”. Finalmente è stato così possibile capire quali sono gli scenari che Bankitalia si prefigura a seguito della fine delle politica monetaria ultra espansiva della Bce, con conseguente aumento dei tassi di interesse e eventuali dubbi sulla futura sostenibilità del debito pubblico. Le conclusioni cui giunge non mi sembrano condivisibili.

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Rialzi progressivi Al termine delle politiche monetarie non convenzionali della Bce (segnatamente la fine del Quantitive

Easing e dei tassi negativi sui depositi), l’istituto nazionale si aspetta un impatto tutto sommato sopportabile e ciò a causa delle migliorate condizioni generali della nostra economia; della durata media del nostro debito pubblico (circa 7 anni) e della concentrazione in mani di residenti del 93% del debito. La precondizione che sostiene questo scenario è una crescita sostenuta del nostro Pil: se l’economia cresce più del costo del debito, in 10 anni il rapporto debito-pil potrebbe scendere sotto il 100%. Quattro rischi all’orizzonte Lo scenario Bankitalia vorrebbe essere rassicurante, ma risulta poco convincente. Vediamo perché tralascia di considerare una possibile

crisi di fiducia innescata dalla diminuzione del valore dei titoli in circolazione a seguito del rialzo dei tassi; crisi che potrebbe alimentare i dubbi sulla sostenibilità del debito, con conseguenti aspettative di ulteriori rialzo e l’avvio di una spirale di aumenti difficile da governare visto che ogni anno dobbiamo rinnovare in media 350 miliardi di debito. Inoltre, la circostanza che i titoli siano detenuti da residenti o non residenti è totalmente ininfluente: l’unica cosa che conta è il rimborso alla scadenza chiunque sia il creditore (e comunque il 14% del debito è detenuto dalla Bce). Peraltro, ipotizzare che una crescita del Pil superiore ai tassi di interesse conduca a una riduzione del debito si scontra con i dati degli ultimi anni che hanno fatto registrare, nelle medesime condizioni, un aumento del debito sia in valore assoluto, sia in rapporto con il Pil. Infine è poco credibile che un aumento dei tassi conduca a una crescita più sostenuta di quella asfittica che ha caratterizzato questi anni di tassi bassissimi. Se non convince noi, può questo scenario risultare convincente per i mercati?


N° 1 in Europa(1)

Global Disruptive Opportunities Investi nelle aziende che creano il mondo di domani.

CPR Invest - Global Disruptive Opportunities Una selezione di aziende che stanno reinventando il modello di business del loro settore a livello mondiale

Un universo di investimento globale e multi-settoriale articolato in 4 dimensioni: economia digitale, industria 4.0, salute e scienze biologiche, pianeta

Un portafoglio azionario globale basato su forti convinzioni che ricerca opportunità di crescita di lungo periodo

amundi.it

(1) Fonte: ranking IPE “Top 400 asset managers” pubblicato in giugno 2017 e sulla base del patrimonio gestito a fi ne dicembre 2016. Messaggio pubblicitario con fi nalità promozionali. Il presente documento contiene informazioni inerenti a CPR Invest - Global Disruptive Opportunities (di seguito il “Fondo”), un comparto della SICAV CPR Invest, autorizzato in Lussemburgo, sottoposto alla vigilanza della Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) ed offerto in Italia in conformità alle applicabili disposizioni tempo per tempo vigenti. Le informazioni contenute nel presente documento non costituiscono offerta al pubblico di strumenti fi nanziari né una raccomandazione riguardante strumenti fi nanziari. Si raccomanda ai potenziali investitori di consultare un consulente finanziario al fi ne di esaminare se i rischi annessi all’investimento siano appropriati alla propria situazione. Il Fondo è gestito da CPR Asset Management, una società del gruppo Amundi, autorizzata in Francia e regolamentata dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF). Prima dell’adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione, e il Prospetto che, unitamente alle ultime relazioni annuali e semestrali, è disponibile gratuitamente e su richiesta scritta presso l’indirizzo postale di CPR Asset Management 90 boulevard Pasteur, CS 61595, 75730 Paris Cedex 15 - Francia, oppure su www.cpr-am.com e www.amundi.it. Il Fondo non off re una garanzia di rendimento positivo o di restituzione del capitale iniziale. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il presente documento non è rivolto ai cittadini o residenti degli Stati Uniti d’America o a qualsiasi “U.S. Person” come defi nita nel SEC Regulation S ai sensi del US Securities Act of 1933, nell’avviso legale riportato sui siti web www.cpr-am.com e www.amundi.it e/o nel Prospetto. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite da Amundi Asset Management, società anonima con capitale di 1.086.262.605 € - Società di gestione del portafoglio approvata dell’AMF N° GP 04000036 Sede legale: 90 boulevard Pasteur, 75015 Parigi, Francia - 437 574 452 RCS Parigi. |


OPINION

Heir today, gone tomorrow It is not unusual for professional runners to fail when passing the baton The business succession presents many similar challenges to this situation DI AISLING O’CONNOR*

(Abbiamo lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto, n.d.r.)

As the old adage says, timing is everything From the perspective of the giver, it is important to consider when you would like to bequeath wealth and assets

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Relay race competitors have one primary task: passing the baton on to the next racer. Training to increase your speed to complete the track at the fastest pace is undoubtedly important, but what matters most is giving your

teammates what they need to continue the journey: the baton. It is not unusual for professional runners in the Olympics or world championships to fail when passing the baton to their teammate due to mishandling during the exchange

or passing the baton outside of the legal passing zone. Passing wealth and assets to heirs – known as succession – presents similar challenges. At some point in our lives, we are faced with the sobering reality that those we cherish will


OPINION

Plan ahead to avoid surprises Succession happens even if one does not plan for it. In countries around the globe, governments have implemented standard practices to provide guidance where no estate planning has been undertaken. This means that one’s wealth could end up with an unexpected heir, for example a long-lost relative. So, it

makes sense to inform oneself ahead of time and lay out a succession plan that not only meets the needs of one’s heirs, but one’s own expectations and wishes, too. One should strive to eliminate surprises to the greatest possible extent. Choose your timing As the old adage says, timing is everything. From the perspective of the giver, it is important to consider when you would like to bequeath wealth and assets. When passing on a business, for example, it may make sense to involve successors during one’s lifetime to ensure a smooth transfer of knowledge and business network. Similarly, a parent may wish to gift a family property to their child with immediate effect to ensure the child derives the maximum benefit from it. Alternatively, one can explore shared ownership or usufruct agreements where local regulations permit. While considering one’s options, it is of the highest importance for givers to consider how they will balance their own needs with the needs of their heirs. For example, how will they finance their lifestyle or transition into retirement, a particularly relevant concern in the face of increasing life expectancy as

Step in the right direction In a family setting, the starting point to avoid surprises and tackle blind spots is regular dialogue and constructive discussion. Once the groundwork has been laid, families can engage with succession planning experts who are equipped to set out a clear path for the future. Succession planning is not a oneoff exercise, so one’s plan must be reassessed over time to ensure that changes in circumstances are reflected. Most people spend a lifetime building up their assets, carving out a strong reputation, and preparing to leave a legacy behind just like elite relay racers running their part of the track. Taking the time and effort to ensure a successful handover of the baton is critical to carry on what has been built through years of hard work and passion. *Julius Baer, Senior Marketing & Communication professional

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Three things to consider Incoming inheritance, be it money, property, or a family stamp collection, is likely to have a different meaning for each individual. Some see themselves as the custodians of family assets with a mere function of preserving them for the coming generations. Other heirs see it as their right to enjoy the fruits of their ascendants’ efforts with little or no interest in leaving something for those who come next. Some see inheritance as a blessing; others view it as a burden. Some have always imagined assuming a role in their family business; others wish to pursue new professional avenues and leave the family legacy behind. There is no right or wrong way to view succession; it is a matter of developing a common understanding of succession for the giver and receiver taking values, beliefs, and expectations into account.

Aisling O’Connor

a whole around the world. Perhaps the intended heirs have not yet reached adulthood or demonstrated sufficient financial maturity, or are simply not in a position to assume the level of responsibility that wealth and other assets require. Depending on the applicable jurisdiction, common succession vehicles include trusts and foundations, which allow wealth to be passed on in accordance with the giver’s wishes and the receiver’s readiness.

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no longer be with us but may wish to bequeath assets to us, and we ourselves may see a need to plan ahead for a similar outcome to secure the future of our loved ones.


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Cresciamo assieme Emanuele, ad di Aksia group, delinea i target d’investimento del fondo private Si guarda al potenziale di sviluppo del fatturato e della redditività DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile

Fondata da Marco Rayneri, Nicola Emanuele e Stefano Guidotti, professionisti con oltre 20 anni di esperienza nel settore del private equity, Aksia Group Sgr scommette sul potenziale delle aziende italiane di media dimensione, favorendone la crescita, lo sviluppo internazionale e l’apporto di management. A descrivere nel dettaglio il modus operandi è Nicola Emanuele, amministratore delegato e partner della società che gestisce il fondo da 147 milioni di euro Aksìa Capital III, attualmente in fase di disinvestimento e nel cui portafoglio figurano Mep Group e Turbosol, e il fondo in fase di investimento Aksìa Capital IV con una dotazione di 110 milioni di euro.

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In quali operazioni siete specializzati? L’approccio all’investimento coniuga know-how finanziario e di private equity con qualificate competenze di business e manageriali. Nel corso dell’attività ci siamo specializzati nel passaggio di aziende da conduzione familiare e imprenditoriale a manageriale e nella realizzazione di progetti di internazionalizzazione

e build up in settori in fase di consolidamento. Investiamo tipicamente in aziende con un fatturato tra 25 e 150 milioni di euro acquisendone il controllo. Può indicarci i criteri di selezione delle aziende? Nella selezione vengono utilizzati diversi criteri tra cui il potenziale di sviluppo in termini di dinamica del fatturato e di crescita della redditività del capitale investito, l’appartenenza a segmenti di mercato con sufficiente ampiezza della domanda, la posizione di leadership nella propria nicchia di mercato, la qualità riconosciuta e la contenuta standardizzazione del prodotto o servizio, la qualità delle risorse umane e il livello tecnologico di prodotti e processi e notorietà del marchio. Gli obiettivi per il 2018? Abbiamo in programma un ulteriore investimento, il sostegno ai processi di crescita delle controllate, anche tramite degli add-on, e la finalizzazione del percorso di quotazione della controllata Mep sul mercato Aim.

Qual è il vostro ruolo all’interno delle società controllate? In qualità di azionisti di riferimento delle aziende in cui investiamo, contribuiamo attivamente all’indirizzo delle strategie della partecipata, rafforzandone la posizione competitiva. Assicuriamo una presenza costante e attiva negli organi di governo e garantiamo valore aggiunto nell’implementazione delle strategie industriali, fornendo l’expertise, i contatti e manager esperti. Offriamo alle aziende partecipate anche un’ampia gamma di attività tra cui implementazione di processi di internazionalizzazione anche tramite acquisizioni di altre aziende, sviluppo delle competenze manageriali, supporto nella ricerca di top e middle management e adozione di modelli di governance e risk management. Su quali settori dell’economia italiana puntate maggiormente? Ci concentriamo su business in cui l’Italia vanta una tradizione di specializzazione e di leadership a livello internazionale, senza un focus settoriale specifico. Oggi le


PRIVATE EQUITY

Ci concentriamo su business in cui l’Italia ha una tradizione di specializzazione e leadership a livello internazionale Stefano Guidotti

Marco Rayneri Nicola Emanuele

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Il legislatore ora considera il carried interest come reddito da capitale. Cosa aspettarsi? La tassazione più favorevole, applicabile sia ai gestori di fondi

che ai manager delle portfolio companies, allinea il mercato italiano a quello internazionale: favorisce infatti la nascita di strutture di management nella Penisola e lo sviluppo del mercato del private equity e del private debt, in mancanza del quale molte imprese a conduzione familiare rischierebbero di entrare in difficoltà nella delicata fase di ricambio generazionale che sta interessando una parte significativa delle Pmi italiane. PRIVATE

aziende appartenenti a questi settori manifestano maturità, crescente esposizione alla competizione globale e all’innovazione tecnologica, presupposti sia di processi di consolidamento sia di trasformazione dei modelli di business.


OPINION

Al via le danze Il posizionamento generalista dei gestori patrimoniali non rende più Specializzarsi è d’obbligo, ma il risultato non è scontato DI MONICA REGAZZI / @MoniRegazzi

osservato un punto di flesso: diversi gestori di patrimoni hanno iniziato a lavorare sulla riduzione costi per aumentare i propri investimenti strategici. Si stanno spostando da un focus a breve termine sul mantenimento della redditività a una prospettiva a più lungo termine che implica la definizione del modello di business del futuro, che sarà digitalizzato e scomposto verticalmente, con funzioni non core altamente standardizzate.

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Per ridefinire modelli di business di successo e ottimizzare ulteriormente i costi, gli operatori di private banking dovrebbero aumentare i propri investimenti. Anche se le aziende in molti altri settori hanno già adottato un nuovo approccio al contesto digitale in evoluzione, molti gestori di patrimoni non lo hanno ancora fatto; stanno ancora sperando che le vecchie modalità di fare business nel private banking funzionino anche nel nuovo contesto digitale. Nell’ultimo anno, tuttavia, abbiamo

Spinta dal digitale La tecnologia digitale, che supporta sia il miglioramento del servizio ai clienti, sia l’ottimizzazione dei processi nel middle e back office, è ora in prima linea nell’agenda degli investimenti dei principali wealth manager. Queste iniziative riguardano generalmente aree critiche come il miglioramento dell’esperienza complessiva del cliente definendo esperienze end-to-end per i clienti (supportati dalla tecnologia digitale) e sfruttando analisi e big data per una segmentazione più granulare (basata su ricchezza, dati demografici e comportamento). Anche l’apprendimento automatico

nel processo di investimento e l’uso della robotica nelle operazioni stanno entrando in gioco. Cinque priorità Sono cinque le caratteristiche tipiche di un operatore di successo: value proposition specifica di segmento, con personalizzazione dell’offerta; rigorosa applicazione dei prezzi nei segmenti di clientela target; attività di consulenza; focus sull’eccellenza dei front-end, compresi ruoli e responsabilità chiaramente definiti e un efficace governo delle performance; infine capacità di misurare e gestire la profittabilità lungo tutta la catena del valore. Data la maggiore trasparenza determinata dalla normativa e dalla tecnologia, i clienti saranno sempre più in grado di orientarsi verso l’opzione migliore per il proprio livello di ricchezza, le proprie preferenze di investimento e il contesto. Per questo non è più possibile per i gestori patrimoniali concentrarsi su tutti i segmenti in tutti i Paesi. Devono identificare le aree in cui vogliono operare ed eccellere; in altre parole, devono “ritagliarsi o uscire”.



CAREERS 50 6

PRIVATE

Nuova organizzazione per B.Leonardo-Indosuez In seguito al completamento dell’acquisizione di Banca Leonardo, il gruppo Indosuez Wealth Management ha messo in campo un giro di nomine. Quanto alla controllata, Ariberto Fassati (nella foto a sinistra) assume la carica di presidente, Luca Caramaschi (nella foto a destra) è ad e dg, Bertrand de Margerie è vice dg, mentre a Giovanni Bertino va la carica di dg di CA Indosuez Wealth (Europe), Italy Branch, in sostituzione di Caramaschi.

Nuovo cda per Fideuram Ispb

Cambia il board di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking. Presidenza a Paolo Grandi (nella foto a sinistra) e conferma di Paolo Molesini (nella foto a destra)come ad e dg e di Giangiacomo Nardozzi Tonielli come vice presidente. Come consiglieri entrano Elena David, Daniele Giudici, Marco Lamandini ed Eliano Lodesani.

Credem, Benetti sale nel wm Matteo Benetti (nella foto) è diventato coordinatore unico dei due canali (private banking e consulenti finanziari) di Credem e delle due reti (private banking e consulenti finanziari) di Banca Euromobiliare. A fine 2017 il

perimetro dei quattro canali contava complessivamente oltre 35 miliardi di euro di masse di cui 60% gestite, 1.200 professionisti tra private banker e consulenti finanziari.

UBS sceglie Federici Novità ai piani alti di UBS Europe SE, Italy Branch. Paolo Federici (nella foto) entra nel gruppo come nuovo responsabile dell’area wealth. Riporta dirattamente a Fabio Innocenzi, responsabile per l’Italia di UBS Europe SE, nonché presidente di Aipb. In Fidelity dal 2005, Federici, 48 anni, è stato nella società per 12 anni. Il giro di nomine coinvolge anche Ferruccio Ferri, nominato head of global segments, con responsabilità della supervisione sui segmenti globali del gruppo, e Alberto Martini, head of growth con la responsabilità dello sviluppo del business in Italia.

Pircher guida Hsbc Italia Gerd Pircher è il nuovo chief executive officer Italia di Hsbc. Prende il posto di Marzio Perrelli, che ha lasciato l’incarico per dedicarsi a nuove sfide imprenditoriali. Da 23 in Hsbc, Pircher fin qui era stato deputy ceo Italia.


OPINION

Manager 3.0 Creare un collante tra i consulenti finanziari non è sempre facile Il ruolo svolto dalle figure di raccordo può fare la differenza paolomartini73

Due priorità Un manager non è un capo, ma una persona al servizio degli altri che, per poter essere credibile, deve essere il primo a dare l’esempio in

Orientare le scelte del team La competenza chiave risulta essere il cosiddetto “influenzamento”, ovvero la capacità di orientare e muovere le persone verso azioni e obiettivi. Gli studiosi Cohen e Bradford sottolineano che l’influenza ha a che fare con la reciprocità. Il manager quindi, per essere seguito dai suoi private banker, deve portare valore alle sue persone, deve ispirarle con una visione chiara che parli alla squadra ma che si basi su una

profonda conoscenza dei propri collaboratori e di ciò che li muove. Dal punto di vista del private banker, è importante entrare subito in sintonia con il proprio manager: non è semplice, a volte ci riusciamo naturalmente, mentre in altre occasioni dobbiamo dargli fiducia e tempo di dimostrare il suo valore. La vera sintonia avviene quando lo rendiamo partecipe dei nostri successi e delle nostre delusioni. I manager bravi sono parte integrante dei nostri successi poiché ci aiutano a preparare le visite e ci supportano in affiancamento, facilitando la chiusura di trattative che magari avremmo fatto fatica ad affrontare da soli condividono informazioni utili al business senza diventare “colli di bottiglia”; favoriscono l’amalgama del gruppo dei colleghi che coordinano, stimolando un confronto costante e costruttivo e creando un clima sereno e collaborativo; indicono riunioni (poche e brevi) che, se ben strutturate, sono volte a colmare dubbi, trasmettere informazioni, e, non da ultimo, creare senso di squadra; ci ascoltano e veicolano le nostre richieste alla società. 51

Il manager è figura importante e utile tanto alla nostra integrazione in azienda quanto a far crescere il business. Il vero valore della sua attività consiste nel sapersi mettere al servizio degli altri, consulenti e clienti in primis, per sviluppare il business nel modo più concreto e utile possibile.

tutto, perché non possiamo chiedere agli altri di comportarsi in un determinato modo senza poi farlo noi in prima persona; sviluppare il rapporto con i clienti e aiutare i colleghi a fare altrettanto. L’autorità e il potere gerarchico del manager non derivano dalla sua posizione formale. Il potere istituzionale non basta infatti per portare le persone a fare sempre di più e sempre meglio: per riuscirci il manager dovrà dimostrare la sua capacità di rendersi credibile, di costruire relazioni di fiducia con le proprie persone, di essere al loro servizio con competenza e volontà di farle crescere.

PRIVATE

DI PAOLO MARTINI /


OPINION

Banks & Fintech The two sectors can stand to gain from working together Talking to each others is necessary for a win win strategy DI ELENA MESROPYAN*

(Abbiamo lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto, n.d.r.)

Over the past few years, financial services industry stakeholders have been heavily involved with the startup community in one way or another – investments, incubators, accelerators, challenges, consortiums, regulatory sandboxes, etc. Startup-institution relationships (whether its Carrier-InsurTech or Bank-FinTech cases) have evolved from competition to a beautiful friendship, bringing out the best and accelerating innovation adoption. Significant capital allocations into strategic acquisitions are followed by the stage of active learning, and institutional players rapidly turning competition into the way to reinvent own operations and leadership.

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Automate the business Spencer Lake – the former Vice Chairman of Global Banking & Markets at HSBC and currently the chairman of various technology startups including Dublin-based Fenergo, US-based Inforalgo & UK-based SPICA Technologies, and an advisor to more startups – believes it’s just a matter of time before banks start to buy technology companies as part of their efforts

to automate more parts of their businesses. “It is currently the case that banks are investing as minorities in many startups – usually those that they are using in the business. As time goes on, I can see that larger controlling stakes will be sought after,” Lake said. While the first two stages of relationships are already a known history, the Hybrid Strategy is unfolding in real time around the world. Estimates suggest that ~50% of the world’s financial services firms are planning to acquire FinTech startups in the next several years. Moreover, 8 out of 10 institutions foresee making strategic partnerships with P2P lenders, digital money transfer platforms, and myriad other firms that are reshaping the business of money. Open banking model While the stories with innovation and investment arms are quite similar across the board, the open banking model is the one with the most significant transformative impact on the financial services industry and the end-user.

“Open banking initiatives bring technology at the forefront of finance by encouraging (sometimes even mandating) secure underlying account data sharing by banks. The main purpose is to enable third parties, mostly FinTech players, to utilize the open access to banking data, in order to provide value-add service applications that enable consumers to easier transact, save, borrow, lend, and invest their money.” – Milos Dunjic, Associate VP, Payments Innovation Technology Solutions, TD Bank Aspects of open data access, transparency, security, and consumer experience promoted by the transformation Europe has


OPINION

embarked on have now started to produce important outcomes: spike in new market entrants – startup banks, payments entities, aggregator entities; new collaborative business models between banks and Fintech; higher visibility and brand support

Varied experiences In May 2017, BBVA kickstarted the launch of its open banking program by making eight of its APIs commercially available for the first time. The launch of BBVA API

*Medici - global head of content

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Elena Mesropyan

for FinTech products and services through banks’ marketplaces; rise in finTech as of banks’ distribution partners. Overall, the face of banking is starting to look different in Europe with even traditional banks matching the new kids on the block in terms of embracing new business model paradigms. US institutions are not lagging in adopting the strategy either.

PRIVATE

STARTUP-INSTITUTION RELATIONSHIPS HAVE EVOLVED FROM COMPETITION TO A BEAUTIFUL FRIENDSHIP, BRINGING OUT THE BEST AND ACCELERATING INNOVATION ADOPTION

Market came after the Spanish bank spent more than a year working with developers and businesses to optimize the way the Open API service would be delivered, according to the announcement. Simple, the US digital bank bought by BBVA in 2014 has been one of the first ones to use BBVA API Market. Wells Fargo and JPMorgan Chase also have an equivalent offering, signifying an industry-wide transition towards unbundling payment networks and banking platforms. With terms and actual use cases varying, open banking is an inevitable model for European and American markets. “We are unbundling Visa’s full suite of products and services and giving developers open access to the underlying payment capabilities. We believe this will lead to the creation of entirely new commerce experiences with Visa technology integrated to enable greater security, scale, and convenience when it comes time to pay. When you add the ability to distribute those new experiences across Visa’s global network, you can see why Visa Developer will become the preferred playground for developers everywhere,” said Rajat Taneja, EVP of Technology at Visa, anticipating the change across the industry to come in the next several years.


PRIVATE

Il private all’esame Mifid 2 Un paper fa il punto sui cambiamenti introdotti dalla product governance In arrivo commissioni più ridotte, ma il peso non sarà equamente distribuito

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DI AIPB*


REPORT

I modelli di servizio private sono da sempre caratterizzati dalla centralità del servizio di consulenza finanziaria, sinonimo di valore aggiunto e di maggiore tutela per il cliente rispetto all’investimento “fai-da-te”. Offerta mista Il 74% degli operatori private ha dotato la propria offerta sia di un modello di consulenza base, qui considerata come l’insieme delle raccomandazioni di investimento proposte al cliente sulla base del suo “profilo Mifid”, sia un modello di consulenza a pagamento, generalmente una tipologia di consulenza più evoluta che prevede il pagamento di una fee da parte del cliente.

Il settore private, chiamato al confronto con i nuovi requisiti Mifid 2, si è dimostrato quindi forte di una buona posizione di partenza che ha tuttavia richiesto agli operatori di mettere in atto alcuni interventi di adeguamento sia sui modelli di servizio, che sui processi che regolano l’operatività. Tale adeguamento va affrontato tenendo in considerazione che la direzione intrapresa dai regolatori è di un ulteriore rafforzamento della tutela degli investitori attraverso l’introduzione di maggiori presidi di controllo. Focus sul reporting Ampiezza della gamma prodotti e frequenza del monitoraggio della situazione del cliente sono gli

INFORMAZIONI UTILIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI PRODOTTI: CONFRONTO PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO SULLE 4 INFORMAZIONI PIÙ UTIIZZATE DAGLI OPERATORI

100% 95% 90%

Rating

Struttura costi

85%

Struttura costi

80%

Rapporto rischio/rendimento Misure di performance

75% 70% 65%

Liquidità e concentrazione della clientela

Misure di rischio Complessità del prodotto

60% 55% 50%

Fondi e SICAV

Indicatori specifici per tipologia di prodotto

Utilizzo leva; target di clientela Azioni, obbligazioni titoli

Derivati

Assicurativi

Gestioni patrimoniali

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PRIVATE

Fonte: AIPB


PRIVATE

IL PROCESSO DI DISTRIBUZIONE E LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI TRA PRODUTTORE E DISTRIBUTORE

IL PRODUTTORE...

Predisporre per il produttore report di monitoraggio delle vendite di prodotto

Valuta esigenze, caratteristiche e obiettivi del mercato target

Fornisce raccomandazioni di investimento alla clientela

Costruisce il prodotto

Identifica il target market e definisce la strategia distributiva Fornisce al distributore: KID, target market, strategia distributiva

Valuta e seleziona i prodotti da inserire in gamma d’offerta

IL DISTRIBUTORE... Fonte: AIPB

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elementi di servizio che la normativa ha individuato come portatori di qualità per il cliente. La combinazione di questi due aspetti del servizio è essenziale, quindi, per mantenere un meccanismo di remunerazione. basato, in larga parte, sul sistema delle retrocessioni piuttosto che su una fee da consulenza a carico del cliente. Osservando le caratteristiche dei modelli di consulenza private si vede come questi elementi qualificanti siano già in uso nel settore: nel 97% dei casi gli operatori hanno adottato

un modello di consulenza che prevede un’ampia gamma d’offerta e nel 66% dei casi è previsto il monitoraggio continuo nel tempo. A questo si aggiunge che l’80% dei modelli di servizio attivi considera come perimetro della consulenza l’intero portafoglio del cliente, piuttosto che il singolo prodotto. Produttori e reti alla prova Per arrivare a stringere un accordo di distribuzione, le case prodotto devono passare attraverso un robusto processo di valutazione e selezione che le banche private

hanno strutturato per poter costruire la propria gamma d’offerta in modo coerente con la strategia distributiva individuata dai vertici e, soprattutto, per poter garantire al cliente Private la qualità della selezione attraverso adeguati presidi di controllo. La qualità della value proposition al cliente, infatti, non si misura solo attraverso le caratteristiche del modello di servizio ma deriva anche (e soprattutto, forse) da ciò che sta “dietro le quinte”, dalla macchina organizzativa e dalla capacità di predisporre policy, procedure e presidi per “governare” in modo efficace ed efficiente l’intero processo di distribuzione. La principale novità che il settore private dovrà affrontare riguarda l’intensificarsi della relazione con i produttori, da cui gli operatori dovranno ricevere informazioni sul target di clientela individuato e sulla strategia distributiva più idonea per ciascun prodotto. Cambia il ruolo del professionista Le novità regolamentari e le conseguenti scelte di implementazione che stanno a poco a poco affrontando gli operatori Private, avranno un impatto anche sul private banker? Viene da dire certamente sì, lasciando tutta l’incertezza sul “come” ciò avverrà. Quel che è certo viene ancora una volta dalla Direttiva europea (Mifid 2) e dagli orientamenti pubblicati da Esma (l’autorità di vigilanza europea degli strumenti finanziari e dei mercati) a proposito delle


REPORT

Informazioni necessarie Il private banker, infatti, con la product governance dovrà necessariamente essere sempre più preparato per poter fornire al cliente le motivazioni che guidano le proposte e le raccomandazioni

Nuovi ingressi nel cda di Aipb L’assemblea annuale di Aipb ha ratificato la cooptazione di cinque nuovi membri nel consiglio di amministrazione. Si tratta di Stefano Grassi (Banca Intermobiliare), Fabrizio Greco (Bper Banca), Federico Taddei (Ersel Sim), Angelo Viganò (Mediobanca Private Banking), Federico Vitto (Banca Monte dei Paschi di Siena). Nel corso dell’ultimo anno, il perimetro associativo si è allargato con l’ingresso di 16 nuovi soci, che hanno portato il totale a 134, di cui 48 ordinari, 45 aderenti, 26 affiliati e 25 onorari.

aspettative nei confronti del servizio. Nella nuova impostazione della relazione banker-cliente, le strutture centrali di ciascun intermediario (desk di advisory, specialisti di prodotto, back office e così via) giocheranno un duplice ruolo: con la product governance inevitabilmente dovranno imporre ai private banker regole più stringenti sull’utilizzo dei prodotti e sulla gestione del portafoglio dei clienti, ma allo stesso tempo dovranno fornire i giusti strumenti ai banker affinché possano valorizzare il lavoro svolto a monte e possano fornire tutte le necessarie informazioni al cliente. Dialogo con la direzione centrale In ultimo, i principi normativi introdotti da Mifid 2 sottolineano ancora una volta l’importanza dell’aggiornamento delle informazioni relative al cliente in modo che gli vengano proposte soluzioni di investimento coerenti con la sua reale situazione finanziaria, personale e famigliare. Sarà quindi compito del banker assicurare la condivisione con la struttura centrale di tutte le informazioni a sua disposizione sul cliente. Tale condivisione sarà agevolata sicuramente dall’evoluzione dei sistemi It che sta investendo tutte le attività operative. *Sintesi del working paper “La product governance nel private banking”.

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Obbligo di formazione continua I private banker dovranno avere quindi la giusta dose di conoscenze “tecniche” e di esperienza nel ruolo per poter svolgere la professione. La vera novità che investirà questi professionisti riguarda però l’introduzione del concetto di “formazione continua” e dell’aggiornamento annuale delle proprie competenze volto ad assicurare al cliente l’alta professionalità del proprio referente per gli investimenti. Questa novità non sarà solo un onere per il private banker ma potrà trasformarsi in una opportunità da cui trarre vantaggio.

nell’ambito del servizio di consulenza che gli sta offrendo. In particolare: dovrà spiegare al cliente la motivazione per cui un determinato prodotto è adeguato rispetto al suo profilo e alle sue esigenze; dovrà spiegare la motivazione per cui la raccomandazione prevede un’operazione di disinvestimento a favore di un investimento in un nuovo prodotto o strumento finanziario; dovrà trasmettere al cliente il valore del servizio, a fronte dei costi del servizio e del prodotto che il cliente potrà vedere con un livello di trasparenza e di dettaglio maggiori rispetto a quanto accaduto finora. In questo senso, anche la relazione tra banker e cliente potrebbe subire un cambiamento: da una parte il banker continuerà ad avere un ruolo centrale e ad essere il punto di riferimento per il cliente, dall’altra cambierà la natura delle informazioni oggetto di scambio e delle argomentazioni utilizzate dal banker così come si alzerà il livello di attenzione del cliente e delle sue

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conoscenze e delle competenze necessarie al personale che offre il servizio di consulenza in materia di investimenti.


HEDGE

Meglio allacciare le cinture La volatilità è tornata protagonista sui listini finanziari e vi resterà a lungo Occorre essere pronti a continui switch tra i prodotti e a rotazioni di portafoglio DI ROBERTO FALZONI /

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Dopo le forti correzioni registrate dai listini tra febbraio e marzo, all’inizio di aprile si è registrata una ripresa, ma la volatilità è rimasta a livelli elevati. In questo scenario, il primo trimestre dell’universo hedge fund si è chiuso leggermente in

negativo (-0,13%), facendo meglio dell’indice MSCI World, che invece ha perso il 2,4%. Considerando i movimenti violenti del periodo, possiamo reputarlo un risultato soddisfacente. Ben sapendo che chi ha operato un’accorta selezione

di manager e strategie ha ottenuto risultati positivi. Torna decisiva la selezione Al contrario del 2017, dove i mercati avevano avuto una crescita ininterrotta con pochissima


HEDGE

selezionare accuratamente le zone geografiche per poi poter allocare i propri soldi sui manager, in base ai loro track record e stili di gestione. Non basta dunque affidarsi a bravi manager, se poi questi puntano su settori e mercati caratterizzati da modeste possibilità di guadagno. Reddito fisso con poco appeal Ad esempio sul reddito fisso, a nostro avviso, le uniche opportunità interessanti si trovano sui mercati emergenti e sui fondi che possono avere duration negative e essere net short. Infatti il rialzo dei tassi d’interesse negli Usa prima o poi avrà un impatto a livello globale. I mercati valutari dovrebbero essere i primi beneficiari di questo aumento dei tassi e provocheranno movimenti sulle divise di una certa importanza.

Il carry trade potrebbe ritornare in auge anche in favore del dollaro. Stock picking I mercati azionari avranno invece delle performance molto differenti in funzione delle zone geografiche e lo stock picking o sector picking potrà fare veramente la differenza nelle performance di questi tipi di fondi. I programmi di risk overlay dovrebbero poi permettere di non subire troppo le correzioni che quest’anno saranno molto più frequenti e importanti che in passato. Dobbiamo quindi essere pronti a essere molto più attivi nella selezione dei manager/fondi e pronti a effettuare degli switch e dei ribilanciamenti molto più frequentemente.

I RENDIMENTI DELLE PRINCIPALI STRATEGIE DI HEDGE FUND Prodotto

2018 YTD*

Eurekahedge Fund Index

-0,64%

-0,25%

Eurekahedge 50 Hedge Fund Index

-0,17%

0,95%

Eurekahedge AI Hedge Fund Index

1,08%

0,86%

Eurekahedge Arbitrage Hedge Fund Index

-0,96%

-1,22%

Eurekahedge CTA Hedge Fund Index

-0,39%

-1,77%

Eurekahedge Long/shortt equities Hedge Fund Index

-0,89%

0,04%

Eurekahedge Macro Hedge Fund Index

-0,58%

-0,32%

Eurekahedge Multistrategy Hedge Fund Index

-0,49%

0,17%

Fonte: Denarius - Conseils & Gestion SA

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*Primi 3 mesi dell’anno.

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volatilità, il 2018 sarà caratterizzato da una ripresa della volatilità e - a mio avviso - da performance molto diverse tra le diverse classi di attivi. Sarà quindi fondamentale scegliere gli attivi che offrono le migliori prospettive di rendimento e

Marzo 2018


OPINION

Nuova era per le polizze La Direttiva Idd è destinata a rivoluzionare la distribuzione assicurativa Entrerà in vigore il 1° ottobre, ma chi non si prepara per tempo rischia grosso DI LUCA ZITIELLO*

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La direttiva UE 2016/97, nota con l’acronimo Idd, ha dettato le nuove regole sulla distribuzione assicurativa, innovando profondamente la disciplina in vigore dal 2002. Il termine di effettiva entrata in vigore nei singoli Stati membri era originariamente previsto per il 23 febbraio scorso,

ma poi la data è stata rimandata al prossimo 1° ottobre. Gemella della Mifid 2 In effetti la proroga è stata non solo opportuna, ma anche necessaria perché nel frattempo era in corso il recepimento della Mifid 2, che aveva come termine il 3 gennaio,

e gli intermediari non sarebbero davvero stati in grado di compiere le due azioni contemporaneamente. Di converso però, dato che la Idd intende ritrasporre nell’ambito della distribuzione dei prodotti assicurativi la disciplina e le regole di condotta di Mifid 2, quanto sinora compiuto può essere


OPINION

Non vi saranno più regole diversificate in ragione del canale utilizzato per la commercializzazione Luca Zitiello

Vigilanza ripartita A parità di regole, i criteri di supervisione seguono invece i criteri tradizionali e consolidati. La Consob mantiene la vigilanza sui soggetti abilitati alla distribuzione assicurativa, per tali intendendosi quelli iscritti alla lett. d) del Rui (banche e Sim con le relative reti), mentre all’Ivass va la vigilanza sui canali distributivi tradizionali.

Il cerchio si chiude con l’ultimo comma del citato art. 25 ter del TUF ove si specifica che Consob e Ivass si accordano sulla modalità di esercizio dei poteri di vigilanza, secondo le rispettive competenze, in modo da ridurre gli oneri a carico dei soggetti vigilati. Dubbi sulla tempistica Se dunque gli assetti normativi appaiono correttamente impostati, perplessità continua suscitare la tempistica e questo sia in ragione degli inevitabili ritardi collegati alla formazione delle nuove Commissioni Finanze delle Camere di recente elezione per il rilascio dei pareri obbligatori, sia per i tempi della normazione secondaria che peraltro, come abbiamo visto, dovrà essere emanata di concerto tra Ivass e Consob.

*Luca Zitiello, fondatore dello studio legale Zitiello Associati, è autore di libri e di numerose pubblicazioni in tema di intermediazione finanziaria.

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Addio doppio canale Nel frattempo è stato licenziato dal precedente governo e portato all’attenzione delle vecchie Camere per i pareri obbligatori il decreto legislativo di recepimento. Dalla sua lettura si ricavano spunti molti interessanti. In primo luogo è da salutare con soddisfazione il definitivo abbandono del principio del cosiddetto “doppio canale”. Vengono infatti finalmente superate la duplicità e la diversità delle regole in ragione del canale distributivo utilizzato per la commercializzazione

dello stesso prodotto finanziario assicurativo. L’originaria disciplina, che aveva trovato ospitalità nel Tuf fin dalla riforma del 2006, viene finalmente abrogata e tutte le norme primarie e le regole di condotta vengono disciplinate all’interno del codice delle assicurazioni. Sotto il profilo delle norme secondarie di carattere regolamentare il nuovo art. 25 ter del Tuf è chiarissimo: per i prodotti di investimento assicurativi il potere regolamentare è affidato alla Consob, sentita l’Ivass, in modo da garantire uniformità, a prescindere dal canale distributivo, alla disciplina applicabile e alla coerenza ed efficacia complessiva del sistema di vigilanza.

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considerato una sorta di “prova generale” di applicazione della nuova normativa e non v’è dubbio che questo processo sia stato e sarà di aiuto agli intermediari nella implementazione della Idd. Sì ma a quali intermediari? Eminentemente ai distributori bancari. Gli altri, ossia i canali tradizionali, costituiti dalle reti agenziali e dai broker, e le compagnie erano fuori dall’ambito di applicazione della Mifid 2, così che per loro l’impatto sarà molto più forte.



LIFESTYLE COVER

CAMBIO DI DIREZIONE Artistica, naturalmente. Kris Van Assche, classe 1976, ha preso il timone di Berluti Il lusso su misura del brand di calzature e accessori nelle mani del designer belga DI MARTA CITACOV / @7Martix HA COLLABORATO ROSAMARIA CONIGLIO

IMPECCABILE Sotto, una stringata classica maschile: modello Allegoria Démesure Leather Oxford (www.berluti.com). A sinistra, un ritratto di Kris Van Assche firmato da Paolo Roversi.

K R I S VA N A S S C H E

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PRIVATE

Presenterà la sua prima collezione alle sfilate di Parigi, il prossimo gennaio. Kris Van Assche, il designer belga che ha disegnato Dior Homme, è stato nominato direttore artistico di Berluti per le calzature, gli accessori in pelle e il ready-to-wear. Il brand - parte del gruppo LVMH - inagura una nuova era: “Ho sempre ammirato il lavoro di Kris Van Assche”, ha dichiarato Antoine Arnault, ceo di Berluti, “e mi aspetto grandi risultati da lui”. Van Assche ha replicato: “Mi piace l’idea di creare un link fra il savoir-faire e l’heritage di questo brand e la mia visione minimalista e contemporanea dello stile”.


FASHION

FILATI D’ESTATE Sugli altopiani della Mongolia e del Tibet vengono allevate capre dal pelo pregiato Una volta l’anno si ottiene quello che per secoli è stato definito il Vello d’Oro

LANIFICIO COLOMBO La gia giacca perfetta giac nei mesi mee estivi si indossa una con un n maglia leggerissima, a V o a girocollo, in filati cachemire purissimo di cach h oppure oppur re mescolato a lino, cotonee e seta. www.lanificiocolombo.it www.l l

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PRIVATE

Chi ha detto che il cachemire si indossa soltanto d’inverno? Questa finissima fibra è dieci volte più isolante di quella della lana, perché custodisce in sé una particolare struttura a camera d’aria che mantiene al massimo

l’equilibrio termico. Per questo motivo può essere usato anche nella stagione più calda, purché si tratti di pesi ultralight. Se in mischia con la seta, infatti, è perfetto per capi eccezionalmente fini, morbidissimi al tatto e super leggeri, grazie al

binomio fra la freschezza della seta e la capacità del cashmere di assorbire il calore del corpo. La chiave per variare lo stile fra le stagioni? Il colore, che diventa l’assoluto protagonista dei mesi estivi. (R.C.)


LIFESTYLE FASHION

CRUCIANI Corallo con scollo a V moulinè in lino, lana, seta e cachemire. A destra, la giacca slim punto stoffa. www.cruciani.net

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PRIVATE

DRUMOHR Il cachemire “biscottino” della casa di filati pregiati, in una stampa inedita a intreccio, giocata sui toni del celeste e del corda. Da portare sotto la giacca oppure con una camicia in popeline. www.drumohr.com


FASHION

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BALLANTYNE Appassionati di cani, di caccia alla volpe o delle corse di Ascot (appuntamento brit di fine giugno)? Non c’è che da scegliere fra le stampe con i Terrier (sopra), gli Hounds (in alto a destra) o i fantini a cavallo dei loro destrieri (accanto a destra). Per un tocco di originalità da tempo libero. www.ballantyne.it


LIFESTYLE FASHION

FEDELI Le sfumature dell’azzurro sono di grande tendenza. Sarà forse perché le maglie leggere si possono anche sostituire alla camcia. L’importante è che sia il meglio del cachemire. www.fedelicashmere.com

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PRIVATE

DORIANI Dedicato a chi sa osare con il colore. Una gamma che richiama i fiori, i sorbetti, i pastelli. Superleggeri, cachemire misto seta lavorato con tecnologia di ultima generazione, è il perfetto sottogiacca, ma anche un passepartout da portare in vacanza. www.doriani.it


TREND

ARCHI - EVENTO A Venezia aprirà i battenti il 26 maggio la sedicesima Biennale dell’Architettura Progetti internazionali, spazi rinnovati e nomi di spicco in laguna

LUOGHI IMMORTALI A destra, il manifesto di “Robin Hood Gardens”, progetto speciale di riqualificazione urbana in collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra A sinistra, Ca’ Giustinian.

PROTAGONISTI Accanto, l’architetto inglese Kenneth Frampton, cui verrà consegnato il Leone d’Oro alla carriera. Più a destra, Yvonne Farrell e Shelley McNamara, curatrici della 16ma edizione, intitolata Freespace, con il Presidente della Biennale, Paolo Baratta.

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Dal 26 maggio al 25 novembre Venezia ospita la sedicesima edizione della Biennale di Architettura. Un calendario fitto di appuntamenti e ospiti internazionali, eventi e esposizioni che daranno vita a una rinnovata visione del futuro architettonico.

Curata Da Yvonne Farrell e Shelley McNamara, la Biennale è dedicata al tema Freespace. “Proposte, progetti, materiali e soluzioni per il vivere contemporaneo”, come ha spiegato il direttore della Biennale, Paolo Baratta. Molti gli eventi collaterali di forte interesse. Dal Leone D’Oro alla

carriera conferito all’architetto inglese Kenneth Frampton all'illustrazione del progetto realizzato in collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra: Robin Hood Gardens. Per informazioni e prenotazioni biglietti: www.labiennale.org.


LIFESTYLE TREND

ARSENALE, DALLE CORDERIE AL GIARDINO DELLE VERGINI, L’ARSENALE È UNA DELLE LOCATION PIÙ DENSE DI APPUNTAMENTI. IN PRIMIS, OSPITA IL NUOVO PADIGLIONE ITALIA (GAGGIANDRE), CON UN’AREA ESTESA A 1.800 MQ).

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SALUTI DA VENEZIA Al Fondaco dei Tedeschi, dal 6 aprile è visibile “Greeting from Venice”, l’originale opera di Elisabetta di Maggio curata da Chiara Bertola. Centomila francobolli, tutti usati, provenienti da tutto il mondo e suddivisi per provenienza e per colore, riproducono l’equilibrio cromatico delle trame dei mosaici bizantini. L’opera è stata realizzata con l’aiuto degli studenti del Liceo Marco Polo di Venezia, proprio come in una bottega d'arte rinascimentale.


TREND

LUOGO DELLO SPIRITO Il Belmond Hotel Cipriani festeggia i suoi 60 anni di vita davanti alla Basilica di San Marco Sull’isola della Giudecca è un rifugio lussuoso per vip, sulle tracce di Casanova

LA PISCINA È considerata una delle più belle del mondo. Seicento metri quadrati di acqua di mare filtrata e riscaldata. Tutt’intorno, i lettini con gli asciugamani dall’inconfondibile color cappuccino.

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Un luogo “dello spirito”, dove non può succedere nulla di brutto. Il Belmond Hotel Cipriani sull’isola della Giudecca, in faccia alla Basilica di San Marco di Venezia, festeggia i 60 anni dalla sua nascita e l’affermazione

come uno dei più prestigiosi alberghi del mondo. Innumerevole la lista dei “vip” transitati nelle sue stanze nei suoi giardini, da George Clooney e la moglie Amal a un noto gestore hedge come Alan Howard.

Aperto nel 1958 da Giuseppe Cipriani, fondatore dell’Harry’s Bar di Venezia, oggi del figlio Arrigo, fu comprato nel 1976 dalla Sea Containers e nel 2014 acquisì la denominazione attuale. (M.P.)


LIFESTYLE TREND

IL RISTORANTE ORO Il soffitto è in sfoglia d’oro, il lampadario di Seguso ha un diametro di due metri, i tessuti sono di Rubelli. Ma, soprattutto, i piatti escono dal genio dello chef stellato Davide Bisetto. Il nome è benaugurale: “oro”, in veneziano, significa “va tutto bene”. IL MOLO È qui che sono sbarcati e sbarcano i divi di Hollywood (George Clooney in testa), i principi, i magnati, i Capi di Stato, al riparo da sguardi indiscreti.

LA SUITE PALLADIO Dispone di un molo privato, di finestre a tutta altezza con vista a 180° gradi, di terrazza privata con Jacuzzi, due bagni e maggiordomo personale. Non è prenotabile online.

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IL GIARDINO Era il luogo prediletto di conquista di Giacomo Casanova, che lo descrisse nelle sue “Memorie”. Oggi è un’oasi di verde tra piante aromatiche, roseti e vigne che ogni anno danno duemila bottiglie di Casanova Salso e un vino da collezione.


E-LIVING

HAI TRE ORE LIBERE? Nuovi orizzonti dell’hospitality. Arriva il “microstay” in una App rivoluzionaria Byhours, nata in Spagna, si sta già preparando a conquistare il mercato globale

GLI IDEATORI Guillermo Gaspart e Christian Rodriguez di Byhours.

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PRIVATE

La parola è micro, ma i vantaggi sono enormi. Per chi viaggia e per chi ospita, infatti, è molto più semplice risparmiare se si inizia a considerare l’effettivo tempo di permanenza in una qualsiasi struttura. Si chiama Byhours la nuova App, un sistema di personalizzazione e adattabilità del

servizio al cliente made in Spain. Elaborata da Guillermo Gaspart e Christian Rodriguez, la piattaforma offre al cliente quello che desidera: un microsoggiorno all’orario che vuole e per le ore che vuole. L’hotel invece sfrutta Byhours come un canale di vendita complementare alla sua attività tradizionale, potendo

finalmente vendere anche per un lasso di tempo limitato le stanze vuote, così da sfruttare al massimo il proprio potenziale. Scaricando l’App (o cliccando sul sito) si possono prenotare microsoggiorni in più di 3mila hotel. I pacchetti temporali sono divisi in opzioni da 3, 6 o 12 ore (byhours.com).


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Nordea 1 – Global Climate and Environment Fund LU0348926287, BP-EUR nordeafunds@nordea.lu - nordea.it/climatesolutions *Investimento per conto proprio, conformemente alla definizione della direttiva MiFID I comparti citati fanno parte di Nordea 1, SICAV, una società di investimento a capitale variabile (Société d’Investissement à Capital Variable) con sede in Lussemburgo, costituita validamente ed in esistenza in conformità alle leggi in vigore in Lussemburgo e alla direttiva n. 2009/65/CE del 13 luglio 2009. Il presente documento contiene materiale pubblicitario e potrebbe non fornire tutte le informazioni rilevanti rispetto al/i fondo/i presentato/i. Gli investimenti riguardanti i fondi Nordea devono essere effettuati sulla base del Prospetto informativo e del Documentocontenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID), che sono disponibili sul sito internet www.nordea.it, insieme alle relazioni semestrali e annuali, e ad ogni altra documentazione d’offerta. Tale documentazione, sia in inglese che nella lingua locale del mercato in cui la SICAV indicata è autorizzata per la distribuzione, è anche disponibile senza costi presso Nordea Investment Funds S.A., 562, rue de Neudorf, P.O. Box 782, L-2017 Lussemburgo, e in Italia, presso i Soggetti collocatori. L’elenco aggiornato dei soggetti collocatori, raggruppati per categorie omogenee, è messo a disposizione del pubblico senza costi presso gli stessi soggetti collocatori, presso le filiali capoluogo di regione di State Street Bank GmbH – Succursale Italia, BNP Paribas Securities Services, Banca Sella Holding S.p.A., Allfunds Bank S.A. Sucursal de Milan, Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., Société Générale Securities Services S.p.A. e sul sito internet www.nordea.it. Il Prospetto ed il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID) sono stati depositati presso gli archivi Consob. Prima dell’adesione leggere il Prospetto informativo e il KIID. Eventuali richieste di informazioni potranno essere inviate ai Soggetti collocatori. Per ulteriori dettagli sui rischi di investimento associati a questo/i fondo/i, si rimanda al Documento contenente leinformazioni chiave per gli investitori (KIID), disponibile come sopra descritto. Pubblicato da Nordea Investment Funds S.A., 562, rue de Neudorf, P.O. Box 782, L-2017 Luxembourg, che è autorizzata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) autorità lussemburghese di sorveglianza dei mercati finanziari.


DESIGN

MIXED REALITY Al Consumer Electronic Show di Las vegas trionfa la visione tridimensionale Evoluzione dell'entertainment negli strumenti di ultima generazione

MASCHERA MAGICA Asus Windows Mixed Reality HC 102: un visore in 3D dal peso minimo e dalle prestazioni eccellenti (www.asus.com)

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Le più grandi aziende produttrici di alta tecnologia si danno appuntamento ogni anno a Las Vegas. Tra i padiglioni del Ces (Consumer Electronic Show), proposte rivoluzionarie per rendere la vita più semplice in casa, sulla strada - attraverso automobili intelligenti e esperienze innovative che permettono di esplorare nuovi ed entusiasmanti mondi virtuali

- e nella sfera dell’entertainment globale. ASUS ha presentato Windows Mixed Reality HC102, un visore dal design accattivante incredibilmente leggero (pesa solo 400 grammi) e comodissimo da usare, anche per lunghi periodi, grazie all’utilizzo di materiali antibatterici e traspiranti. Utile ma anche divertente, questa soluzione innovativa si presta a

usi modulabili a seconda delle esigenze. Giroscopio, accelerometro e magnetometro, determinano con precisione l’andamento dell’utente mentre il fenomenale sistema di tracking inside-out esegue fedelmente i movimenti di chi lo indossa nella realtà virtuale. Il tutto, restituito in una risoluzione 3K che assicura immagini definite e colori brillanti (asus.com).


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Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Prima dell‘adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione e il Prospetto disponibile sul sito Internet https://assetmanagement.gs.com/content/gsam/ita/it/advisors/homepage.html e presso gli intermediari collocatori Goldman Sachs Global Core® Equity Portfolio, Goldman Sachs Europe Core® Equity Portfolio e Goldman Sachs US Small Cap Core® Equity Portfolio sono comparti della SICAV di diritto lussemburghese Goldman Sachs Funds. Il presente documento non rappresenta un‘offerta di acquisto o sottoscrizione di quote. Prima di ogni investimento consigliamo di contattare il vostro consulente finanziario. Riservatezza: Nessuna parte di questo materiale può, senza il previo consenso scritto di GSAM, essere (i) riprodotta, fotocopiata o duplicata, in qualsiasi forma, con qualsiasi mezzo, o (ii) distribuita a qualsiasi persona che non sia un dipendente, un funzionario, un amministratore o un agente autorizzato del destinatario. Goldman Sachs & Co., © 2018 Goldman Sachs. Tutti i diritti riservati. 126577-OTU-728658


GOURMET

LOCANDA NEL CASTELLO Un angolo di Svizzera in cui il lusso convive con il buon gusto e l’autenticità La stella che illumina Ascona assicura un’atmosfera raffinata e sapori ben distinti

LO CHEF Mattias Rook si è guadagnato una stella Michelin con la sua cucina mediterranea con spunti internazionali.

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Il fascino del lusso discreto del Cortile Leone e del menù stellato di un resort esclusivo le cui mura risalgono al 1500 è il primo atto di una conquista a cui è impossibile resistere. La Locanda Barbarossa,

LA CORNICE La Locanda Barbarossa si trova all’interno del resort Castello del Sole, ad Ascona.

premiata con una Stella Michelin e 17 punti GaultMillau, grazie alle creazioni dello chef Mattias Roock accontenta i palati più esigenti con spunti fedeli alla tradizione mediterranea contaminata da

influenze internazionali. Un locale caratterizzato da un servizio di altissimo livello e sommelier (Mario Leone) con carta dei vini sopraffina: più di 450 selezioni di pregio (castellodelsole.com/it). (R.C.)



OPINION

The customer is King Kong Nell’era dei social network, gli equilibri si spostano a favore dei consumatori Per gli operatori del private banking la sfida è trovare nuove forme di interazione DI ANGELO DEIANA / @AngeloDeianaTW

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Ne siamo tutti consapevoli: viviamo in una fase complessa in cui la parola chiave è evoluzione: banche in crisi, banche che si fondono, top manager che si muovono con alle spalle grandi fondi per innovare la value proposition del sistema bancario. Quale può essere il film vincente per il private banking nel nostro Paese? Difficile a dirsi: un grande successo per i Pir, ma anche

crisi degli strumenti di investimento di origine bancaria insieme a una tendenza dei media a rappresentare una scarsa professionalità del front-office commerciale. Una rappresentazione da cui anche il private banking non è esente. Chi non cambia è perduto Ecco perché il panorama è complesso nel breve, ma chiaro

nell’orizzonte: tutte le banche, e soprattutto quelle private, avranno sempre più bisogno non solo di alzare la qualità del proprio servizio ma anche di proteggere i propri clienti monitorando e governando minacce e vulnerabilità. Anche a partire dalla propria reputazione e da quella delle proprie persone. È una nuova sfida culturale che richiederà una


OPINION

Reputazione da coltivare Una frontiera in cui il livello di preparazione dei banker e degli specialisti, l’aspetto comportamentale e relazionale, le certificazioni di qualità e i rating

saranno sempre più imprescindibili per essere interpreti primari di un mercato in continua evoluzione. “Reputazione” è il mantra del terzo millennio. Un contesto in cui gli strumenti di comunicazione tradizionale diventano sempre meno funzionali a causa della facilità con cui oggi le persone scambiano direttamente informazioni grazie ai social network. In un mondo dove

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profonda rivisitazione dei modelli operativi, delle logiche di erogazione dei servizi in termini di reputation banking.

Comunicazione tra pari Per questo motivo non è sufficiente monitorare e misurare solo la reputazione aziendale, on line e offline. Qualunque sistema venga adottato, è importante anche capire quanto i messaggi in rete influenzino davvero la reputazione di un brand, selezionando i vari canali, i siti, i blog. Il sistema bancario e, soprattutto, il private banking devono interagire con i propri clienti e stakeholder ammettendo eventuali errori, ma anche aprendosi a una conversazione tra pari che accetti le critiche e valorizzi gli interlocutori. La vicenda della crisi di una parte significativa del nostro sistema bancario racconta una sola lezione: nell’era della “post-verità”, non ci sono spazi per orizzonti diversi. Il “reputation banking” è il film vincente del futuro prossimo venturo. PRIVATE

I gestori di grandi portafogli avranno sempre più bisogno non solo di alzare la qualità del servizio, ma anche di proteggere i clienti monitorando e governando minacce e vulnerabilità

aumenta a dismisura il potere delle reti, la digital reputation assume allora un’importanza straordinaria. In passato, l’eventuale “dissenso” della clientela era facilmente controllabile e gestibile. Anzi, il cliente insoddisfatto che veniva ascoltato e trattato con cura nel post vendita, veniva fidelizzato quasi per sempre. Ora non è più così. Le tracce di quella insoddisfazione impresse nella memoria digitale diventano incancellabili e pesano nel lungo periodo. Il vecchio motto era “The customer is king” ma, nell’era dei social, il cliente non è più solo il re: “The customer is King Kong”.


CON UN UNICO PUNTO DI VISTA NON PUOI CERTO AVERE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE Idee diverse, un unico obiettivo. Noi di Legg Mason abbiamo riunito nove gestori specializzati e indipendenti, ognuno con le proprie idee e convinzioni. Tutto questo per offrirti un’ampia scelta di strategie e strumenti che ti aiutino a diversificare i tuoi investimenti, ottenere i risultati che desideri e realizzare così i tuoi obiettivi finanziari.

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OPINION

Schiena in forma così La mancanza di movimento può creare grossi problemi Bastano poche ripetute ogni giorno per minimizzare i rischi DI ALESSANDRO SCALICI*

Cercare di dare una spiegazione esaustiva di quali siano le cause del comune mal di schiena è un problema non da poco. Intanto cerchiamo di descrivere il problema escludendo quelle situazione patologiche che hanno una causa diretta specifica, come un trauma, una frattura vertebrale o un’ernia discale. Evitare la sedentarietà L’uomo è un animale motorio, e come tale deve muoversi per rimanere in salute. È di fatto la mancanza di movimento o rigidità che causa questo fastidio a volte invalidante. Senza dilungarsi troppo sulle dinamiche funzionali e

biomeccaniche che portano a queste alterazioni, possiamo focalizzare l’attenzione su due distretti muscolari che ritengo abbiano primaria importanza nella gran parte dei mal di schiena: l’ileopsoas e il quadrato dei lombi. Irrigidito o addirittura in spasmo, lo psoas, attaccandosi alle vertebre lombari e avendo decorso anteriore fino ai femori, è in grado di trazionare le vertebre lombari in avanti, di lato ed una verso l’altra. Tipica postura di una persona colpita da mal di schiena causato da uno psoas in tensione è quella del rimanere piegati in avanti senza riuscire a raddrizzarsi. Il quadrato dei lombi invece si sviluppa nella zona diametralmente

opposta, posteriormente ai reni per intenderci, e quando rigido, ci impedisce di fletterci in avanti. Esercizi utili Quello che possiamo fare quotidianamente è allungare questi distretti con esercizi specifici. Possiamo stenderci sul letto con una gamba penzoloni distesa fuori dal bordo e l’altra piegata verso il petto, ponendo attenzione alla zona inguinale della gamba distesa. Faremo lo stesso per l’altra gamba. Inoltre possiamo sederci sul bordo del letto piegandoci in avanti e appoggiando le mani al pavimento. Durante le fasi di allungamento non trattenente mai il respiro, vanificherebbe il lavoro. Queste sono indicazioni di massima, ma ogni persona è diversa dalle altre ed è meglio farsi affiancare da un professionista. Sul mio sito www. universofitness.it potete trovare una serie di esempi.

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PRIVATE

*Specializzato in personal training, gestisce la palestra Universo a Milano



ART

Migranti in marcia Gli scatti di Mose conquistano il Prix Pictet Istantanee che raccontano il dramma dei profughi DI ALESSIA ZORLONI

Il cambiamento più grande degli ultimi anni è legato alla crescita d’interesse, da parte delle aziende, nei confronti della fotografia e dei suoi impatti di carattere sociale.

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PRIVATE

Collezioni di fotografia Le collezioni d’impresa più grandi dedicate a questo mezzo espressivo sono detenute dalla DZ Bank (istituto tedesco, con sede a Francoforte) e da altre istituzioni bancarie, come HSBC (uno dei più grandi gruppi finanziari al mondo, che ha il proprio headquarter a Londra) e Banco Espírito Santo (ha sede a Lisbona). Anche le collezioni della Première Heure (casa di produzione cinematografica francese) e della Banque Neuflize Vie (private bank francese, dal 2006 all’interno del gruppo Abn Amro) si focalizzano sulla fotografia. Le opere di fotografia sono tendenzialmente più accessibili in termini economici e rendono quindi possibile assemblare una vera e propria collezione con investimenti relativamente contenuti. Una seconda modalità per supportare la fotografia è istituire

premi d’arte, cui spesso segue l’acquisizione dell’opera vincitrice a beneficio della collezione aziendale. Sono numerose le imprese che operano in questo senso, elargendo premi dedicati alla fotografia, come nel caso di Pictet, gruppo bancario elvetico specializzato nella gestione dei patrimoni. L’istituto ginevrino (con sedi anche in Lussemburgo, Hong Kong e Singapore per un totale di 4.100 dipendenti), dal 2008 ha legato il suo nome al Prix Pictet, organizzato in collaborazione con il quotidiano britannico Financial Times. Si tratta del riconoscimento più importante al mondo sulla fotografia come strumento di indagine a sostegno della sostenibilità ambientale. Le peculiarità Esistono altre manifestazioni relative a quest’arte espressiva, come ad esempio il premio Jerwood, il Prix Nadar o il premio di fotografia Deutsche Börse, ma il Prix Pictet è l’unico con questa specializzazione. Il premio si inserisce infatti nel quadro di un insieme di iniziative volte a stimolare l’attenzione sulle problematiche ambientali.

In questa pagina: Benny Lam, Trapped 04.


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ART


ART

Londra. L’autore, a cui è andato un premio del valore di 100mila franchi svizzeri, si è affermato con la serie di scatti intitolata “Heat Maps 201617” che si concentra sul cammino dei migranti in Europa, Medio Oriente e Africa, documentando la vita nei campi profughi. Sopra: Michael Wolf Tokyo Compression 18 In alto a destra: Rinko Kawauchi Untitled e sotto il logo Prix Pictet.

Per inquadrare formalmente i principi di sostenibilità all’interno del processo decisionale della banca, è stato creato il Sustainable Investment Board (SIB), che affronta periodicamente lo sviluppo di soluzioni d’investimento green e l’impatto ambientale delle attività del gruppo.

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Il vincitore È l’irlandese Richard Mosse il vincitore del Prix Pictet, che ogni anno si avvale della consulenza di numerosi curatori e specialisti di settore per selezionare il migliore

contributo fotografico al mondo sulla base di un tema. Nato in Irlanda nel 1980 e laureato in fotografia a Yale nel 2008, Richard Mosse ha ricevuto per la prima volta grande attenzione critica e di pubblico alla Biennale di Venezia del 2013, quando rappresentò l’Irlanda. Da allora è stato insignito altresì del prestigioso premio fotografico Deutsche Börse nel 2014, e sue mostre hanno aperto al Louisiana Museum of Contemporary Art, al Nasher Museum, alla Kunsthalle di Monaco, a Palazzo Strozzi a Firenze e alla Photographers’ Gallery di

La mostra Gli scatti vincitori, insieme a quelli degli altri finalisti, saranno esposti a Torino da Camera - Centro italiano per la fotografia - dal 23 maggio fino al 26 agosto 2018. In mostra i 12 fotografi finalisti del Prix Pictet, declinato, quest’anno, intorno al tema dello “Spazio”: Mandy Barker, Saskia Groneberg, Beate Gütschow, Rinko Kawauchi, Benny Lam, Richard Mosse, Wasif Munem, Sohei Nishino, Sergey Ponomarev, Thomas Ruff, Pavel Wolberg, Michael Wolf. In occasione del premio è stato pubblicato il libro “Space”, che accompagna la mostra, edito e distribuito internazionalmente da teNeues, in cui vengono illustrati i lavori dei 12 finalisti e le immagini più significative dei fotografi nominati.



ART

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In alto: Gino Severini Melone su carta rosa, 1948 olio su tela, cm 46x55 Stima d’asta: 40.000 – 60.000 euro. In basso: Giuseppe Capogrossi Superficie 29, 1953 olio su tela, cm 38x45 Stima d’asta: 20.000 – 30.000 euro.


ART PAINTING

Ritorno del Novecento Nelle principali città italiane fioriscono iniziative sul Secolo breve La produzione artistica aiuta a ripercorrere i tormenti della società DI ALESSANDRO CUOMO*

Firenze La Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze offre nel corso dell’anno un ricco programma di mostre di alta qualità e di livello internazionale. Fino al 22 luglio 2018 Palazzo Strozzi ospita la mostra Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano: uno straordinario viaggio tra arte, politica e società nell’Italia tra gli anni Cinquanta e il periodo della contestazione del Sessantotto attraverso ottanta opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Emilio Vedova, Enrico Castellani, Piero Manzoni, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto. L’esposizione, a cura di Luca Massimo Barbero, vede per la

prima volta riunite assieme opere emblematiche del fermento culturale italiano del secondo dopoguerra, gli anni del cosiddetto “miracolo economico”, momento di trasformazione profonda della società italiana fino alla fatidica data del 1968. Torino La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica invece una importante e mirata esposizione alla pittura di Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 - Roma 1987), presenza di forte rilievo nella storia dell’arte italiana del Novecento e figura nodale nel dibattito concernente i rapporti tra arte e società che, nel secondo dopoguerra, ha significativamente accompagnato un ampio tratto del suo cammino. Curata da Pier Giovanni Castagnoli, con la collaborazione degli Archivi Guttuso, la mostra raccoglie e presenta circa 60 opere provenienti da importanti musei e collezioni pubbliche e private europee. Primeggiano alcune delle più significative tele di soggetto politico e civile dipinte dall’artista lungo un arco di tempo che corre 89

Roma Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma è in corso fino al 28 ottobre 2018 un tributo alla Capitale d’Italia attraverso gli artisti che l’hanno vissuta e gli stili con cui si sono espressi: “Roma città moderna. Da Nathan al Sessantotto”. 180 opere da Ernesto Nathan, Sindaco di Roma (1907-1913) di dichiarata ispirazione mazziniana negli anni di complessa gestione della capitale, fino al decennio dei grandi movimenti di massa e della rivoluzione artistica e culturale: il Sessantotto.

Un viaggio tra nomi di altissimo calibro come Giacomo Balla, Giuseppe Capogrossi, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Mario Sironi. E ancora, i riscontri urbani della Pop Art romana e delle sperimentazioni concettuali della seconda metà degli anni Sessanta: Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Mario Schifano, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Mimmo Rotella.

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Sono decine le grandi mostre e gli eventi culturali che in questo inizio di 2018 stanno celebrando il ’900 italiano, soprattutto nella sua prima metà. Esposizioni museali che puntano l’attenzione sui movimenti artistici del Futurismo, Razionalismo, delle Avanguardie, fino allo Spazialismo e all’Arte Povera. Per chi si interessa di mercato è noto come a seguito delle rivalutazioni accademiche segua sempre il mercato degli artisti. Dunque è bene tenere d’occhio alcuni nomi che sono oggi acquistabili con prezzi calmierati, ma meritevoli di ampie crescite.


ART

Renato Guttuso Studio per La Spiaggia (Terribile attesa), s.d. 1955 olio su tela, cm 45x60 Stima d’asta: 16.000 – 18.000 euro

dalla fine degli anni Trenta alla metà degli anni Settanta. Milano Alla Fondazione Prada di Milano è il turno della mostra “Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918–1943”. Concepita e curata da Germano Celant, esplora il sistema dell’arte e della cultura in Italia tra le due guerre mondiali, partendo dalla ricerca e dallo studio di documenti e fotografie storiche che rivelano il contesto spaziale, sociale e politico in cui le opere d’arte sono state create, messe in scena, vissute e interpretate dal pubblico dell’epoca. L’intero percorso di visita si presenta come un viaggio ritmato da 24 ricostruzioni parziali di spazi pubblici e privati. In questi ambienti, costituiti dall’ingrandimento in scala reale delle immagini storiche, vengono ricollocate le opere originali di artisti come Giacomo Balla, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Filippo de Pisis, Arturo Martini, Fausto Melotti, Giorgio Morandi, Scipione, Gino Severini, Mario Sironi, Arturo Tosi e Adolfo Wildt, tra gli altri.

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Trento Infine al Museo Mart di Trento e Rovereto è in corso “Realismo Magico. L’incanto nella pittura italiana degli anni Venti e Trenta”. rima tappa dell’esposizione che approderà nel 2018 all’Ateneum Art Museum di Helsinki e al Museum Folkwang di Essen, la grande mostra della stagione invernale del Mart

ripercorre le vicende del Realismo Magico in Italia attraverso una selezione di capolavori pittorici provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. Coniata dal critico Franz Roh in un celebre saggio dedicato alla pittura contemporanea (1925), la definizione “Realismo Magico” descrive una stagione artistica internazionale che ha conosciuto la sua fase più creativa e originale tra gli anni Venti e gli anni Trenta del Novecento. Si tratta di un periodo successivo alle vicende delle Avanguardie storiche, segnato dal recupero della tradizione pittorica e scultorea. La rappresentazione oggettiva che il termine “realismo” evidenzia si accompagna, in questa espressione, a un aggettivo che evoca le atmosfere sospese e surreali caratteristiche di questa corrente. La realtà è infatti punto di partenza di una trasfigurazione che passa attraverso l’immaginazione e la meraviglia, messa in atto da un gruppo di artisti tra cui spiccano Cagnaccio di San Pietro, Felice Casorati, Antonio Donghi, Achille Funi, Carlo Levi e Ubaldo Oppi. A seguito di tutte queste esposizioni pubbliche arrivano anche gli eventi

di mercato, per celebrare il ’900 italiano. Appuntamento all’incanto L’asta primaverile di Finarte di Arte Moderna e Contemporanea si terrà il 31 maggio 2018 sempre in via G.B. Piranesi presso i Frigoriferi Milanesi. Il catalogo presenta un importante olio su tela di Alberto Magnelli, Natura morta con brocca, 1914, cm 70,5 x 55,9, stimato 100.000 – 120mila euro e un significativo nucleo di opere del Novecento italiano. Tra le opere in asta si segnalano un’opera storica di Cagnaccio di San Pietro, La Tempesta (Terribile attesa), 1920, olio su tela, cm 125x85, esposta alla XIII Biennale d’Arte di Venezia del 1922, stimato 40mila – 60mila euro e un olio su tela di Gino Severini, Natura morta, 1948, cm 46x55 stimato 40mila – 60mila euro. In evidenza anche opere di Bruno Munari, Getullio Alviani, Bice Lazzari e Maria Lai. *Responsabile del dipartimento di arte moderna & contemporanea di Finarte


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TOP LIFE

Marchi miliardari BrandZ pubblica per la prima volta la top 10 dei nomi italiani In testa c’è Gucci, seguito da Tim, Enel, Kinder e Prada DI SARA MORTARINI

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miliardi di dollari

di dollari

RANKING

FAMOSI NEL MONDO

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Arriva la prima edizione italiana della classifica BrandZ relativa ai marchi di maggior valore. Dominano i nomi del lusso, della moda e del food, ma non manca qualche sorpresa: nella top 10 fa capolino infatti anche un marchio finanziario, Generali Italia, in nona posizione con un valore stimato di oltre 2,5 miliardi di dollari. Lo studio attribuisce a ciascun brand un valore economico calcolato sulla base di indagini presso i consumatori e l’analisi di dati finanziari. Ne emerge che, complessivamente, i 30 brand italiani di maggior successo valgono 72,48 miliardi di euro (85 miliardi di dollari), un valore significativamente inferiore rispetto agli altri principali Paesi europei (in Francia i 30 brand di maggior successo hanno un valore aggregato di 221,8 miliardi di dollari e in Germania di 288 miliardi). Andiamo a scoprire le prime posizioni della classifica.

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Gucci Settore: Moda/Lusso Valore: 16,7 miliardi di dollari

2

Tim Settore: Telecomunicazioni Valore: 9,2 miliardi di dollari

3

Enel Settore: Energia Valore: 7,3 miliardi di dollari

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Kinder (gruppo Ferrero) Settore: Alimentare Valore: 6,9 miliardi di dollari

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Prada Settore: Moda/Lusso Valore: 4 miliardi di dollari


TOP LIFE

USA

J.LO COMPRA CASA La popstar Jennifer Lopez e il suo compagno Alex Rodriguez, ex stella del baseball, hanno comprato una nuova casa nel cuore di New York. L’appartamento, costato oltre 15 milioni di dollari, si estende su una superficie di 370 metri quadri e si trova all’interno del grattacielo noto come 432 Park Avenue, una torre di 96 piani disegnata dall’archistar Rafael Viñol. Affacciata su Central Park e l’East River, la dimora vanta tre camere da letto e quattro bagni e il contesto in cui è inserita offre servizi di lusso come ristorante privato, piscina e centro benessere. Intanto J.Lo ha messo in vendita il suo attico a nord di Madison Square Park comprato solo pochi anni fa: l’appartamento di circa 270 metri quadri, con quattro splendidi terrazzi, è sul mercato per oltre 26 milioni di dollari, sei in più rispetto alla cifra pagata dalla cantante nel 2014.

Jennifer Lopez e Alex Rodriguez

Russell Crowe

AUSTRALIA

ASTA DEL GLADIATORE

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PRIVATE

Trovata insolita per l’attore Russell Crowe, che ha organizzato un’asta in cui ha messo in vendita centinaia di oggetti personali e cinematografici per pagarsi le spese del divorzio dalla ex moglie Danielle Spencer. Un’idea riuscita: la vendita promossa da Sotheby’s a Sydney - intitolata “Russell Crowe: The Art of Divorce” - ha fruttato all’attore la bellezza di 2,8 milioni di dollari. Gli articoli più popolari sono stati quelli del film premio Oscar “Il Gladiatore”, tra cui una replica funzionante di un carro romano usato nel kolossal di Ridley Scott stimato fino a 10mila dollari australiani e venduto a 65mila, e la corazza che la star indossava per la scena della sua morte nel film, 125mila dollari.


PRIVATE

DI SUSANNA TANZI / @susannatanzi

Emily Ratajkowski

Bélen Rodriguez

POWER ON THE BEACH

Emily sfida Bélen

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Reginetta dei social e ora anche dello swimwear: è proprio su Instagram che la modella Emily Ratajkowski (neosposa di Sebastian Bear McClard) ha condiviso le prime immagini della sua nuova linea di costumi, Inamorata Swimwear. È lei

stessa la sensuale protagonista della fortunata campagna che, neanche a dirlo, sta facendo incetta di like, segno di una scelta di mercato (e di immagine) più che azzeccata. Un’attesa riconferma invece per Jadea, il marchio italiano d’intimo,

che per la nuova collezione p/e, incentrata sull’euforia e sulla spensieratezza, punta ancora tutto sul suo cavallo vincente: il fisico mozzafiato di Bélen Rodriguez, testimonial del brand di lingerie ormai dal 2010.


PRIVATE VIP

VENEZIA

Festa grande all’Arsenale

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PRIVATE

Venezia in festa nel weekend dal 22 al 24 giugno, quando saranno ospitati in Arsenale, dal 2013 di proprietà di Ca’ Farsetti, una ventina di strepitosi yacht suyperlusso. L’occasione? Il 50esimo compleanno del gruppo Ferretti, leader del settore a livello internazionale. Vi saranno 250 invitati, occupati tra party e visite guidate nella città lagunare. Verrà inoltre presentato l’ultimo gioiello di casa Ferretti, lo Yacht 670. “Un importante test per l’Arsenale”, ha sottolineato il sindaco Luigi Brugnaro che ha organizzato l’evento personalmente, “come location per questa tipologia di eventi e per il lancio di una grande fiera nautica internazionale prevista per il 2019 in Darsena Grande”.


PRIVATE

SIGARI

Nozze Italia-Usa nel Toscanello XXL

Emma Stone

Britney Spears

PASSAGGIO DI TESTIMONIAL

Emma parla francese, Britney si è presa un… Memento

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Un 2017 da record: Oscar, Golden Globes, il ruolo da protagonista nell’acclamatissimo La La Land, incoronata regina del box office da Forbes oltre che attrice dal cachet più alto dell’anno. A Emma Stone mancava solo di diventare il volto di uno dei suoi marchi preferiti, Louis Vuitton, che da sempre sceglie per i suoi outfit sul red carpet. Detto, fatto: Emma è la nuova ambasciatrice della maison francese, dopo Angelina Jolie e Michelle Williams. “Sono davvero felice di questa opportunità e non vedo l’ora di collaborare con l’incredibilmente gentile e talentuoso Nicolas Ghesquière”, ha dichiarato l’attrice, musa e amica del direttore artistico delle collezioni femminili. E per una star acclamata come la Stone, eccone una che torna a fare parlare di sé. Britney Spears è stata scelta da Kenzo per rappresentare la nuova collezione Memento N°2, immortalata da Peter Lindbergh. Il web è impazzito di fronte agli scatti dell’icona pop degli anni ’90, che si è mostrata in forma smagliante e più sexy che mai: vita bassa, felpa, zainetto e cappellino da baseball in denim, proprio come ai tempi di “Oops, I didi t again”. Intramontabile.

Nell’anno del bicentenario dei sigari a marchio Toscano, Manifatture Sigaro Toscano vuole celebrare con il Toscanello XXL Blend 2 la capacità di miscelare assieme i tabacchi Kentucky italiani e americani, creando un sigaro dal blend “italoamericano”, per chi ama sperimentare evoluzioni di gusto e godere di un maggior corpo nella fumata, grazie alla pancia più pronunciata. Un blend di Kentucky italiano e nord americano viene accolto in una fascia italiana della Toscana, che contribuisce a generare l’equilibrio aromatico del sigaro. La maturazione già da ammezzato è la particolarità che favorisce l’affinamento del gusto durante il periodo di stagionatura e ne influenza positivamente la sua evoluzione in fumata. Subito dopo l’accensione, il Toscanello XXL Blend 2 si caratterizza per una spiccata densità di fumo e un corpo notevole, favorito dall’ampio braciere. In fumata, a sentori piccanti si associano note che richiamano a frutta secca e sapori tipicamente tostati. Prezzo - Scatola da 10 sigari: 12 euro. In vendita anche da nolipipe.it


OPINION

YES or NO Non è un caso se l’ossido nitrico viene definito “la molecola della vita” Si tratta di un vasodilatante che garantisce l’ossigenazione dei tessuti roberto-cannataro-rd-79a70938

Nobel agli scopritori Di recente scoperta, nel 1998 valse il premio Nobel a tre scienziati americani. Il suo ruolo principale riguarda il corretto funzionamento del sistema

Aiuta a migliorare la neurotrasmissione, rendendo più rapido ed efficiente il nostro sistema nervoso

cardiovascolare: è un vasodilatante, agisce contro l’aggregazione piastrinica e dei globuli rossi, facendo sì che il sangue risulti più fluido ed efficiente nel trasportare l’ossigeno. Avere i tessuti più ossigenati significa maggiore efficienza degli stessi. Migliora anche la neurotrasmissione, dunque rende più rapido ed efficiente il nostro sistema nervoso. Inoltre favorisce il

recupero dell’organismo in caso di infortuni, oltre che la rigenerazione cellulare. Come produrlo Come ottenerlo? Il nostro organismo lo produce a partire da un aminoacido, l’arginina, che vi da luogo in presenza di un enzima, la nitrossido sintasi (che appunto viene indicata con la sintesi NO). È noto che i nitrati e nitriti vengono usati come additivi nelle carni rosse, proprio per dare il colore e migliorare la conservazione. Se ci mettiamo su del limone o mangiamo un kiwi a fine pasto, avremo una fonte a buon mercato di ossido nitrico. Piccola curiosità: il syldenafil, principio attivo del viagra, è un attivatore locale della nitrossido sintasi. 97

Definito da alcuni come la molecola della vita, l’ossido nitrico è una molecola che viene prodotta dal nostro organismo con importanti funzioni. Da non confondere con il prossido d’azoto, reso famoso dal film Fast’n furious, detto anche gas esilarante: in quel caso la molecola ha un atomo d’azoto in più e garantisce un boost per i motori e una sensazione di euforia… Tornando invece al nostro, la formula chimica può essere scritta allo stesso modo della più nota delle negazioni: NO.

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DI ROBERTO CANNATARO /


BRAINPOWER

Alzati e ricorda Passare molte ore seduti alla scrivania fa male alla memoria Meglio fare brevi passeggiate con frequenza DI ANAÏS BORRI

33%

la diminuzione del rischio di morte precoce quando si cammina 2 minuti ogni ora

71%

la fetta del nostro tempo che passiamo seduti o sdraiati ogni giorno

112%

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Da tempo si sa che una vita sedentaria non conduce a un’ottima forma fisica. Per esempio, un’eccessiva sedentarietà è stata associata a un aumento del 112% del rischio di diabete. Ma i danni vanno oltre: infatti uno nuovo studio ha dimostrato che stare seduti per troppo tempo danneggia anche il cervello e in particolare la memoria. I ricercatori dell’Università della California a Los Angeles (UCLA) hanno osservato che chi trascorreva molto tempo seduto (da 3 a 7 ore in media), aveva il lobo temporale mediale più sottile. Inoltre, la diminuzione

del suo spessore era proporzionale al tempo trascorso seduto. Questa zona del cervello ha un ruolo importante nella formazione di nuovi ricordi e la sua deteriorazione indica un alto rischio di sviluppo di malattie mentali tali l’Alzheimer. Anche se l’assottigliamento del lobo temporale mediale è inevitabile con il trascorrere degli anni, secondo questa ricerca è maggiore tra chi conduce una vita sedentaria. In altre parole, più si sta seduti alla scrivania, più si invecchia in fretta. Ma la maggior parte delle persone non può fare a meno della sedia al lavoro. Quindi come si fa a

l’aumento del rischio di diabete per chi lavora seduto rispetto a chi lavora in piedi

conciliare vita professionale e salute? Una soluzione è interrompere regolarmente i periodi passati a sedere con una corta camminata. Un team di scienziati guidato da Srinivasan Beddhu ha scoperto che camminare solo due minuti ogni ora è associabile con una diminuzione del 33% del rischio di morte precoce. Altrimenti può essere benefico lavorare in piedi usando un “standing desk”, ossia una scrivania regolabile ed ergonomica. Una pratica da anni già molto in voga nella Silicon Valley. Insomma, segui l’esempio di Lazzaro: “Alzati e cammina”.


I T Fo r u m

INVESTMENT & TRADING FORUM


ASSET

Sguardo globale Investire nei bond è diventato in molti casi estremamente rischioso Diversificare e prescindere dal benchmark diventa fondamentale DI MATTEO LENARDON*

La volatilità sta tornando, tanto nei mercati azionari quanto in quelli obbligazionari. Ed è qui per restare. Il 2017 ci aveva abituato troppo bene, con ottime performance e con molte strategie che hanno battuto i loro benchmark. Il ritorno della volatilità pone per tutti nuove sfide, che impongono di ripensare le esposizioni dei portafogli. Soprattutto nel settore dei bond. Il contesto globale I mercati emergenti trainano il resto del mondo, gli Stati Uniti crescono del 3%, e anche in Europa si registrano miglioramenti importanti, con una dinamica di crescita che - grazie al rafforzamento della domanda domestica sta diventando sempre meno dipendente dalle esportazioni. Ciò non toglie che siano necessarie comunque grande cautela e flessibilità, considerando le molte incertezze attualmente all’orizzonte.

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Nuove frontiere Cautela e flessibilità che, come dicevamo, nel settore obbligazionario diventano oggi ancora più importanti.

I risparmiatori europei, e in particolare quelli italiani, tradizionalmente hanno messo in portafoglio una grande quantità di asset obbligazionari europei e domestici. Ancora oggi una fetta preponderante della loro asset allocation è rappresentata da titoli obbligazionari, sia corporate che governativi. Molto radicata è infatti l’idea che queste asset class equivalgano a stabilità e a ridotta volatilità, un’idea rafforzata in questi anni da un contesto ambientale estremamente favorevole, caratterizzato da tassi molto bassi (per un tempo prolungato) e da una volatilità minima. Ma forse è arrivato il momento per gli investitori del Vecchio Continente di ripensare il modo di guardare al reddito fisso. Certo, negli ultimi anni questo modus operandi ha funzionato bene, grazie al restringimento degli spread dei bond periferici, ma ciò è accaduto perché il mercato di riferimento è stato stabilizzato artificialmente dalla Bce. Il famoso “whatever it takes” di Draghi si è poi tradotto in una serie di politiche monetarie straordinarie finalizzate a sostenere il

valore delle obbligazioni governative, a cui poi si sono aggiunti anche acquisti consistenti sulla parte corporate. E così la Bce in oltre tre anni ha acquistato più di 2.220 miliardi di obbligazioni. Questo ha compresso in maniera significativa il rendimento delle obbligazioni, mentre chi ha mantenuto in portafoglio tali bond ha ottenuto soddisfazioni. Pesa il nodo tassi Ora però questi presupposti stanno venendo meno. Anche la zona euro, come già gli Stati Uniti, sta attraversando un momento di rifioritura economica, che si può tradurre in un consolidamento della ripresa del Pil, anche nelle economie periferiche, e che si scaricherà presto o tardi in un aumento dell’inflazione core e al consumo. E quando il programma di rientro dagli stimoli comincerà a diventare una realtà – possibilmente già da settembre di quest’anno – la reazione dei mercati potrebbe essere particolarmente improvvisa. Certo, Draghi e la Bce faranno di tutto per garantire una transizione senza scossoni, e cominceranno la normalizzazione


ASSET Matteo Lenardon

in Europa. Si pensi solo che metà dei bond corporate italiani mostra rendimenti inferiori dei Btp. Calma apparente Per ora i mercati non sembrano preoccuparsene, e stanno prezzando una normalizzazione perfetta, senza alcun sussulto. È possibile? Proviamo a pensare alle alternative. 101

iniziato da qualche tempo un graduale restringimento monetario. Ma hanno il vantaggio di essere stati i primi, e di averlo iniziato quando i rendimenti erano molto più alti. Un vantaggio molto significativo: quando i tassi di interesse si alzano, infatti, i rendimenti alti forniscono un cuscinetto che compensa il rialzo. Ma non è questo lo scenario

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solo quando sembrerà loro certo che la ripresa economica sarà in grado di sostenersi da sola. Ma prima o poi la rimozione del quantitative easing dovrà cominciare, e non possiamo sapere cosa accadrà, non essendoci precedenti di tapering europeo. È vero, ci sarebbe il “precedente” recente degli Usa, che hanno già


ASSET

Se la crescita sarà più forte di quanto ci si aspetta, avremo un problema: la normalizzazione dovrà essere velocizzata, e cioè i tassi di interesse dovranno essere alzati molto più velocemente, con effetti negativi per le obbligazioni europee. Ma se invece la crescita si rivelasse più debole del previsto, avremo comunque dei problemi, perché i bond societari hanno bisogno di essere sostenuti da una buona crescita. Il mercato dunque ora è prezzato per una situazione esattamente a metà tra questi due estremi: una normalizzazione perfetta, appunto. Ma la minima deviazione da questa traiettoria ideale potrebbe portare a delle correzioni improvvise. Ed è davvero troppo ottimista pensare che la BCE possa portare avanti la normalizzazione senza commettere nemmeno un piccolo errore, fosse anche solo a livello di comunicazione.

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L’ora della diversificazione Ora, ciò detto, non c’è da spaventarsi. Ma è probabilmente necessario cominciare a ripensare la composizione dei propri portafogli, soprattutto per quanto riguarda quei prodotti che strutturalmente rimangono investiti in ambito europeo. Ha ancora senso avere come principale componente strutturale un’asset class così dipendente da una sola variabile, ossia l’andamento perfetto della normalizzazione da parte della Bce? A nostro parere, è opportuno

Probabilmente l’obbligazionario europeo non sarà più un’asset class a bassa volatilità Cosa fare allora? Diversificare

prepararsi. Come detto, è probabile che l’obbligazionario europeo non sarà più un’asset class a bassa volatilità. Cosa fare allora? La risposta è in una delle parole a noi più care: diversificazione. Il nostro consiglio è dunque di “aprire gli occhi”, e guardare ad un orizzonte più globale. “Think global”, infatti, è il nostro motto. Diversificare, dunque, aprendo l’investimento obbligazionario a strumenti in grado di offrire ancora ritorni interessanti e che, essendo già esposti ad una fase più avanzata del ciclo, hanno già in parte scontato un aumento dei tassi di riferimento. Ci sono infatti opportunità al di fuori dell’Europa che possono essere sfruttate per ampliare le fonti di rendimento del portafoglio obbligazionario senza

stravolgere il profilo di rischio dell’investimento. Sguardo agli emergenti Qualche esempio? Il mondo dei mercati emergenti, innanzitutto. Rendimenti reali elevati, valutazioni ancora molto convenienti e valute con ampie possibilità di apprezzamento futuro costituiscono, a nostro parere, una serie di argomenti convincenti a favore dell’investimento negli emergenti. Sottolineiamo come in questa asset class tendiamo a preferire l’obbligazionario emergente denominato in valuta locale. Il debito emergente in valuta locale infatti, rispetto a quello in valuta forte, è molto meno correlato ai Treasury, verso cui lo spread rimane


ASSET

di gran lunga superiore rispetto a qualsiasi altro investimento obbligazionario. Un’altra opportunità, in particolare da 6 mesi a questa parte, è costituita dalla parte definita “frontale”, corta della curva americana corporate. Questo per alcuni fattori collegati alla riforma fiscale, al rimpatrio dei capitali e al comportamento di alcuni investitori istituzionali esteri, che si sono spostati su altre asset class. Prudenza sull’Eurozona Se proprio dobbiamo guardare all’Europa, preferiamo i paesi del Nord Europa e dell’Europa dell’est, come la Polonia. Sui tassi di interesse abbiamo delle posizioni corte, in particolare stiamo vendendo futures governativi

All’attacco su tre fronti Tre sono i prodotti a cui stiamo dando particolare risalto: in primis il Legg Mason Western Asset Macro Opportunities Bond Fund, un prodotto unconstrained obbligazionario con un approccio

*Deputy country Head Italia di Legg Mason

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Polonia, Varsavia

Liberi dai benchmark Ma al di là delle singole asset class, riteniamo fondamentale l’approccio all’investimento. Il nostro lo definiamo “unconstrained”: ossia svincolato dai benchmark – i quali hanno un portafoglio predeterminato – e dunque libero di posizionarsi solo dove c’è davvero del valore. Parliamo dunque di una gestione attiva, l’unica che riteniamo permetta di navigare tra i crescenti rischi del mercato in modo sicuro, mantenendo l’obiettivo di estrarre valore senza esporre a rischi inutili. Ed è questo il focus della nostra campagna che stiamo rivolgendo agli investitori italiani, dedicata appunto all’unconstrained fixed income.

macro, che vuole generare alfa attraverso la gestione della duration e il posizionamento sulle curve più liquide del mondo. È uno strumento che punta principalmente a decorrelarsi rispetto a qualunque asset obbligazionario, così come ai vari prodotti multi-asset in circolazione. Il secondo è un prodotto molto orientato all’income: si tratta del Legg Mason Brandywine Global Income Optimiser Fund: un fondo flessibile obbligazionario, con portafoglio tattico molto dinamico. Ha la capacità di andare a fare forte selezione nei bond globali con un occhio attento all’income e di utilizzare anche tutta una serie di strumenti di copertura dal rischio. Infine abbiamo un alternativo liquido: il Legg Mason EnTrustPermal Alternative Income Strategy, un fondo che investe in maniera molto opportunistica diversificando su una serie di strategie alternative. È un prodotto a liquidità giornaliera, con una volatilità piuttosto ridotta (circa un 2% dal lancio), in grado di generare ritorni comunque interessanti. Ha un andamento molto decorrelato rispetto ai vari asset sia azionari che obbligazionari, ed è un prodotto che in futuro riteniamo possa servire a molti portafogli, sia istituzionali che retail.

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dell’Europa core. Siamo molto negativi sulla curva del Bund: se proprio dovessimo identificare una bolla nei mercati finanziari globali, secondo noi è nelle obbligazioni governative tedesche che mostrano una dinamica di prezzofondamentali particolarmente distorta. Siamo corti anche in Francia. L’Italia ha ancora un po’ di spread rispetto al bund ma non abbiamo bond governativi italiani perché ci sono migliori opportunità altrove.


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Quando il gioco si fa duro Il ritorno della volatilità è un’opportunità per Syz Asset Management Il gruppo elvetico sceglie strategie slegate dalla direzione dei mercati DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio

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I segnali di stanchezza sul fronte della crescita economica. L’incertezza relativa alle mosse delle banche centrali. E poi, ancora, le tensioni geopolitiche e il rimbalzo delle commodity. Tutti elementi che lasciano credere che il ritorno della volatilità non sarà una parentesi di breve periodo. Ma proprio questo scenario promette di offrire interessanti opportunità a chi saprà individuare le occasioni non colte dal mercato. È il messaggio emerso nel corso del SYZ Alternative Summit 2018 di Ginevra, che questo giornale ha seguito in

esclusiva per l’Italia. Un’occasione per fare il punto con alcuni dei principali gestori che gravitano intorno al gruppo elvetico del risparmio gestito. Si punta a rendimenti stabili “Lo scenario è cambiato rispetto a quello che abbiamo visto nel 2017 e, con l’incertezza sull’inflazione e sui tassi americani, ci aspettiamo che la volatilità resterà su livelli importanti ancora per diverso tempo”, ha spiegato Paul Britton, ceo di Capstone Investment Advisors. Per Alasdair Breach, fondatore

e chief investment officer di Gemsstock, non siamo verso la fine del ciclo espansionistico, bensì intorno alla metà. “La liquidità sui listini resta abbondante e non è in vista un cambio di rotta a breve, a meno di un’improvvisa accelerazione nel processo di normalizzazione dei tassi da parte delle banche centrali”, ha spiegato. Aggiungendo che comunque non si vedono segnali di brusca accelerazione dell’inflazione, considerato che la competizione globale mantiene sotto pressione i salari. Quindi se il potenziale di ulteriore rivalutazione


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Meglio l’equity Quanto allo scenario d’investimento, SYZ Asset Management conserva una preferenza verso l’equity (dagli Stati Uniti al Canada, dal Regno Uniti all’Italia, mentre è più prudente verso Asia e Australia) rispetto all’obbligazionario. L’indicazione è di stare alla larga dal

Guido Bolliger

a rendimenti stabili, a elevata generazione di alpha, non collegati direttamente al comportamento del mercato”. La strategia è studiata per garantire rendimenti stabili con un target di performance pari a Libor +5% con un 6% massimo di volatilità.

Numeri in crescita per la private bank Il gruppo Syz ha chiuso l’esercizio 2017 con un patrimonio gestito di 37,2 miliardi di franchi svizzeri, 900 milioni più del 2016, grazie in particolare all’attività di gestione per i clienti istituzionali e alla spinta della private bank. In Italia Syz Asset Management ha superato il miliardo di euro di capitali gestiti. A spingere la raccolta sono stati soprattutto i fondi azionari europei, giapponesi e quelli obbligazionari legati al credito europeo.

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degli asset si va riducendo, le occasioni comunque non mancano. L’indicazione che arriva dall’esperto è di puntare sui titoli value, capaci di crescere anche a fronte di situazioni di incertezza sul mercato.

Oltre il benchmark La convinzione di fondo resta comunque che nei mesi a venire si assisterà a un persistente volatilità che suggerisce di puntare su strategie d’investimento non direzionali. Da qui la scelta di puntare con decisione su Oyster Equity Premia Global, bouquet di soluzioni quantitative affidato a un team guidato dal portfolio manager Guido Bolliger. “Puntiamo a sfruttare le inefficienze presenti sui mercati azionari con un approccio di long/short che ha lo scopo di mantenere il beta del mercato azionario prossimo allo zero”, ha spiegato nel corso dell’evento ginevrino l’esperto. “Ci concentriamo sui premi presenti nei mercati azionari per puntare

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L’obiettivo è sfruttare le inefficienze che sono presenti sui listini azionari con un approccio di tipo long/short

credito, sia investment grade, che high yield, mentre qualche spazio di rivalutazione resta, secondo la società di gestione elvetica nel debito dei mercati emergenti, dato che è in atto una fase di crescita moderata e sono attese ulteriori misure di allentamento monetario.


ASSET

Patrimoni da valorizzare Banca del Piemonte punta a consolidare il ruolo di riferimento regionale Programmati investimenti nell’analisi dei dati, in arrivo nuovi specialisti DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile

Banca del Piemonte tira le somme di un anno positivo, che si è chiuso con utili per 7,2 milioni in crescita del 30% e una raccolta complessiva di 3,8 miliardi, e fa il punto sull’attuazione del piano industriale che copre l’orizzonte fino al 2021. L’obiettivo è consolidare il ruolo

di wealth management company di carattere regionale e di banca delle piccole e medie imprese, grazie a importanti investimenti sia sul fronte delle tecnologie, sia delle risorse umane. Ne parliamo con l’amministratore delegato e direttore generale Camillo Venesio. Ci può indicare i punti più salienti del piano industriale? Puntiamo su due pilastri: rimettere al centro l’attività creditizia riprendendo i flussi di erogazione, specialmente alle Pmi, a fronte di modelli di affidamento più evoluti, e continuare la crescita del wealth management avendo come target di riferimento prevalente il segmento medio del mercato, facendo leva sugli investimenti avviati negli ultimi esercizi.

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Camillo Venesio

Quali sono gli investimenti più importanti in agenda? Il vantaggio competitivo del futuro andrà a chi saprà meglio gestire e interpretare i dati e noi stiamo investendo in questo senso. In altri termini, stiamo cercando di andare a supportare le varie attività della nostra banca, dalla

gestione dei risparmi alla attività creditizia, con algoritmi ben definiti che andranno a integrare, e non a sostituire, la decisione umane al fine di aumentare la probabilità di successo. In questo senso, continuiamo la ricerca di profili con competenze di gestione quantitativa, oltre ovviamente a personale commerciale, che comunque rimane ad oggi il principale riferimento del cliente. Cos’è una wealth management company di carattere regionale? Abbiamo individuato un posizionamento competitivo di banca indipendente focalizzata sulla crescita dell’attività creditizia e del wealth management che punta al target del segmento medio e medio alto della clientela, sia imprese che privati. Siamo convinti che questo posizionamento strategico ci permetta di rafforzarci nei nostri territori di origine ma anche di svilupparci in nuove zone e su nuova clientela, in cerca di una banca solida e indipendente che fornisca contemporaneamente servizi di corporate e private banking con efficienza e velocità.




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