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Nelle fiere, a fianco degli “appassionati di progresso”
Cari Lettori,
la ricerca industriale continua la sua marcia, in questi anni difficili ma proficui. Nella nostra recente partecipazione al Samoter di Verona e, pochi giorni dopo, all’Hydrogen Expo di Piacenza - fiera di cui Mediapoint & Exhibitions era diretta organizzatrice - la nostra attenzione è stata richiamata dalla reattività con la quale i costruttori di macchine e impianti riescono a rispondere alle crescenti esigenze normative legate alla sostenibilità ambientale ed energetica. Parliamo di un flusso indotto di soluzioni che vanno dall’alimentazione a batterie delle macchine mobili fino all’implementazione delle celle a combustibile (fuel cells), per arrivare a una concezione sostenibile (basata sempre sull’idrogeno) per i motori a combustione interna del futuro. “Se non ci fossero leggi obbligatorie, l’industria non avrebbe alcuna necessità di cambiamento”, ha rivelato provocatoriamente un autorevole conferenziere durante uno dei convegni a Hydrogen Expo. A indicare, nel parossismo ironico delle parole, quanto lo sforzo creativo e gli investimenti delle imprese costruttrici - anche nel sollevamento internazionale e soprattutto in quello italiano - siano importanti, responsabili e soprattutto meritevoli di sostegno, con il beneficio di politiche economiche razionali e opportune portate avanti dai vari governi. Parlando con i protagonisti di questa rivoluzione sostenibile, abbiamo ricavato l’impressione di una ricerca che è andata ben oltre le imposizioni costituite dall’emergenza ambientale. Abbiamo avuto la conferma
che lo sviluppo di tecnologie alternative nell’energia, nella dinamica e nel controllo delle macchine mobili sia giunto ormai a un punto cruciale di cambiamento. Su una strada che non ammette ripensamenti e non prevede retroguardie. Le autogrù di ultima generazione e le piattaforme aeree ormai all'avanguardia della mobilità operativa - nel perseguimento degli obiettivi di rispetto ambientale - testimoniano nella maniera più evidente quanta strada abbiano percorso le nostre aziende nell’assicurare un progresso efficiente ai cantieri del Paese (si potrebbe dire, più precisamente, in tutto mondo, sotto ogni latitudine, pensando all’alto valore dell’export "Made in Italy"), nell’offrire servizi eco-compatibili alle città e ai luoghi di lavoro (fabbriche, porti, magazzini, centri logistici), nel ripensare i criteri di produzione e l’organizzazione dei processi di fabbrica. Tutto questo bene merita di essere ricambiato e promosso al grado più alto, con una comunicazione adeguata. Soprattutto, con l’impulso di eventi forti ed efficaci. Fiere, convegni, manifestazioni di settore e dibattiti pubblici che abbiano la forza di rivelare un valore fondamentale. Quella prova di volontà e di tenacia che ci viene confermata, in tempi così difficili, da persone che sono in grado di inventare nuovo lavoro e, insieme ad esso, un resiliente, rinnovato benessere sociale.
Buona lettura!
Le tipe toste hanno il pieno controllo.
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Le gru EC-B si distinguono per le loro caratteristiche eccezionali in assetto da trasporto e durante il montaggio. Soluzioni ben studiate rendono ogni movimentazione necessaria semplice e sicura.
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Attualità, p.8
Cover Story
Socage, p.36
L'intervista
Paolo Mirani, p.40
Gru e Autogrù
Sennebogen, p.44
Tadano, p.50
Manitowoc, p.54
Grandi Sollevamenti
Enerpac, p.58
Gru Edili
Liebherr, p.62
Ple
JCB/EA Group, p.66
Sollevatori Telescopici
Faresin, p.70
Merlo, p.76
Attrezzature & Componenti
Flash Battery, p.80
Movimentazione Industriale e Portuale
TVH, p.86
Linde, p.92
Clark, p.94
Baoli, p.98
Trasporti Eccezionali
Goldhofer, p.102
TABLET EDITION SOCIAL MEDIA
In copertIna: Dopo la presentazione a Conexpo 2023, cresce l’attenzione per i ragni cingolati Raptor di Socage. Un’autorevolezza di prodotto per modelli dinamici che competono nella fascia alta del mercato
Noleggio e
Distribuzione
Autovictor, p.106
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Eccellenze da premio per l’idrogeno nazionale
Dopo il successo di Hydrogen Expo, negli spazi della fiera di Piacenza rimane l’eco della prima edizione degli IH2TA-Italian Hydrogen Technology Awards, assegnati alle eccellenze italiane che operano – anche in ambito internazionale – nella filiera dell’idrogeno. Sul palco allestito nel Padiglione 1 di Piacenza Expo, l’organizzatore della manifestazione, Fabio Potestà (presidente di Mediapoint & Exhibitions) ha premiato 16 protagonisti del nuovo corso dell’industria e della ricerca energetica avviata con notevole impulso nel nostro Paese. Di seguito, la schiera completa dei vincitori per ogni categoria. Progetto dell’anno: Gruppo Sapio; Azienda “Astro Nascente”: Brian and Partners; Innovazione in ambito tecnologico (produzione dell’idrogeno): Ne.m.e.sys; Innovazione in ambito tecnologico (stoccaggio dell’idrogeno): FSC Technology; Innovazione in ambito tecnologico (trasporto dell’idrogeno): Gruppo Sapio; Innovazione in ambito applicativo (trasporto nautico): Hydrocell; Innovazione in ambito applicativo (trasporto navale): Fincantieri; Innovazione in ambito applicativo (trasporto aereo): Ne.m.e.sys; Innovazione in ambito applicativo (automotive): Safe (Gruppo Landi Renzo); Innovazione in ambito applicativo (Energia): Macchi (Gruppo Sofinter); Innovazione in ambito applicativo (HVAC): Baxi; Innovazione in ambito applicativo (macchine per le costruzioni e i cantieri): Tecnogen; Innovazione in ambito applicativo (industria): Danieli Centro Combustion; Personalità dell’anno (industria): Andrea Bombardi; Personalità dell’anno (associazioni di categoria): Lorenzo Stocchino; Lady Award: Alessandra Bendistinto.
La nobiltà delle minigrù ad Apex 2023
Sarà all’evento espositivo di Apex 2023 (dal 6 all’ 8 giugno, negli spazi del MECC di Maastricht, in Olanda) che Jekko riporterà al centro dell’attenzione – nei 120 m2 dello stand 640 nell’area interna – gli ultimi campioni della serie di minigrù SPX. In primo piano, il modello SPX328, con capacità massima di 2.800 kg, rivelazione di serie della casa veneta fin dal primo lancio sul mercato, nello scorso ottobre, anche in virtù di un’interfaccia utente del tutto rivoluzionaria, basata su uno schermo touch da 10’’. Ad Apex, gli faranno compagnia le altre due vedette SPX532 e SPX650, di taglia superiore e ormai consolidati come prodotti di punta, dalla capacità massima rispettiva di 3.200 e 5.000 kg. Per la gamma dei minipicker, Jekko porterà a Maastricht le specialità MPK06 e MPK10, dalla capacità massima di 600 e 900 kg, mentre per la linea degli accessori sarà esibito il modulo JVM800, manipolatore per vetrate dalla capacità massima di 800 kg, installabile su qualsiasi tipo di gru e dotato di radiocomando indipendente per la movimentazione.
ASSOCIAZIONI
Nicola Pontini, il cuore nella sicurezza
Un impegno importante che parte dalla filosofia di sicurezza perseguita in JLG - con la scrupolosa analisi dei “near miss”, attraverso importanti azioni di reporting e sharing con tutto il gruppo - per arrivare al ruolo di guida in Ipaf Italia, nel quale si è inserito fin dall’inizio della sua carriera. Nicola Pontini, nominato di recente presidente del Consiglio Italiano di Ipaf (denominato INIC), ha sempre considerato questa organizzazione il giusto partner per diffondere il corretto approccio alla sicurezza nei lavori in quota.
“Lavoro nel settore delle piattaforme aeree da oltre 15 anni e, da sempre, per un’azienda leader di mercato come JLG di cui ho sposato pienamente il concetto di sicurezza sul lavoro come valore assoluto – conferma il General Manager di JLG – È dovere nostro, come di tutti i costruttori, non solo progettare e realizzare macchine sicure, ma anche diffondere l’importanza di un’adeguata formazione in ambito di sicurezza come fondamento del nostro lavoro. Queste le motivazioni che mi hanno spinto a cogliere con orgoglio e determinazione l’onere e l’onore della nomina di presidente del Consiglio Italiano Ipaf per i prossimi due anni”.
Per Pontini non è sicuramente il momento più roseo per assumere questo incarico; mentre in tutto il Paese si continuano a registrare incidenti sul lavoro, i centri di formazione Ipaf hanno avuto parecchie difficoltà a raggiungere nel 2022 gli obiettivi di formazione che si erano posti. In seno al Consiglio Ipaf nazionale, dove siedono i principali manager del settore del lavoro in quota in Italia, Pontini ha quindi proposto iniziative che dovrebbero aiutare a dare una svolta importante, sottolineando l’importanza di dedicarsi alla formazione e la considerevole ricaduta che ha il training nel proprio bacino territoriale di competenza, sia dal punto di vista culturale che in termini di fidelizzazione della clientela.
“Con l’aiuto organizzativo di Marta Lucani, Supporto Soci e Centri di formazione, e Maurizio Quaranta, responsabile Ipaf per l’Italia, stiamo organizzando alcuni corsi per istruttori Ipaf allo scopo di aumentare il numero dei principali soggetti cui è demandata l’attività formativa in senso stretto – aggiunge Pontini – Al contempo siamo alla ricerca di nuovi centri di formazione che sposino il nostro modus operandi e credano alle nostre modalità etico-operative, che ricordo sono più restrittive degli standard imposti dalle norme nazionali”.
In occasione del Samoter di Verona, Maurizio Quaranta ha presentato un’importante iniziativa, ovvero la possibilità rendere più competitivi i centri di formazione Ipaf organizzando anche i corsi di rinnovo effettuati da altri enti. Sempre al Samoter, Ipaf ha organizzato la “piazza della sicurezza”, un luogo di incontro e scambio dove gli istruttori Ipaf hanno offerto dimostrazioni pratiche circa l’uso in sicurezza delle PLE, con gli ultimi modelli messi a disposizioni dai principali produttori. Nell’area esterna, i formatori Ipaf hanno mostrato ai visitatori l’importanza di scegliere la giusta imbracatura, come effettuare la stabilizzazione della macchina, come affrontare con efficacia e tempestività una discesa di emergenza e molto altro.
Tra le mission di Ipaf, è prioritario sensibilizzare l’uso in sicurezza delle PLE. Ipaf si è votata, inoltre, a una vera e propria rivoluzione digitale, in linea con i continui processi che partono dal Regno Unito e che vanno a toccare tutti i processi didatticoformativi e gestionali, dall’elearning all’ePAL, dai report sulla sicurezza alla banca dati incidenti. Queste le principali iniziative sotto l’egida di Nicola Pontini, in collaborazione con tutto il management Ipaf e in particolare con Maurizio Quaranta che sottolinea: “il piacere di condividere con Nicola il ‘ponte di comando’ della nostra Federazione in Italia. Entrambi possiamo contare su di una visione globale – a volte purtroppo anche impietosa verso il nostro Paese – data dalle nostre esperienze aziendali, ma altresì contiamo su di un’autonomia di manovra locale, sulla buona conoscenza del mercato italiano e su di uno spirito inclusivo, ingrediente quest’ultimo fondamentale per fare squadra e per crescere tutti assieme”.
L’export si rafforza
Platform Basket ha conferito l’incarico di Export Area Manager a Enrico Marighella, seguendo la nuova strategia di integrazione dedicata al reparto commerciale estero dell’azienda emiliana. Enrico Marighella lavorerà in sinergia con Carlo Alberto Molesini, Managing & Sales Director di Platform Basket e sarà responsabile di specifiche aree di mercato internazionali, come nuovo punto di riferimento per alcuni dealer primari dell’azienda; al tempo stesso, Marighella si occuperà dello sviluppo di nuovi mercati. Enrico Marighella è un professionista dalla solida esperienza nel settore del sollevamento; ha lavorato nel team internazionale di JLG per 22 anni – il suo ingresso risale al 2001 – occupandosi di mercati europei, africani e medio-orientali e ha iniziato la propria carriera come agente commerciale nel 1992, con l’ingresso nel settore dell’Oil and Gas. Nella foto, da sinistra, la squadra internazionale rinnovata di Platform Basket: Carlo Alberto Molesini (Managing & Sales Director), il nuovo Export Area Manager Enrico Marighella e Davide Franzini, (Export Area Manager).
Esordio in Danimarca
Ahern Denmark ha ufficializzato, alla fiera Dansk Liftmesse, a Slagelse, l’11 e 12 maggio scorsi, la nuova collaborazione con Palazzani Industrie per la distribuzione dei prodotti del marchio bresciano nel paese scandinavo. Nello stand Ahern è stato esposto il nuovo ragno cingolato TSJ 35.1, in colorazione bianco e verde per indicare la motorizzazione ECO, totalmente elettrica, con batterie al litio. Questo modello dai 35 metri operativi è stato scelto per essere proposto come soluzione ideale per contesti di difficile accesso a diverse tipologie di clientela, fra cui molti noleggiatori. Equipaggiato con un verricello idraulico da 500 kg, questo modello diventa ancora più versatile. La scelta full electric è in linea con il mercato dei paesi nordici, che punta in modo deciso sull’utilizzo di macchine elettriche con batterie al litio. Questo modello, oltre che da normale rete domestica, offre la possibilità di ricaricarsi tramite una comune palina per autovetture in sole due ore. “Il dialogo con Ahern e con il quartiere generale dell’azienda, a Vejle, è già nato tempo fa per altri mercati e si è recentemente approfondito per la Danimarca in modo del tutto naturale – afferma
Laura Gasparini, Export Sales Manager Palazzani – Dopo alcuni incontri e discussioni, l’ipotesi di una collaborazione è apparsa come un’importante opportunità per entrambe le aziende, accomunate dall’obiettivo di contribuire alla diffusione di soluzioni aeree sicure, al alte prestazioni, ecologiche e versatili”.
GRU E AUTOGRÙ
Al vento della flotta
Pergamo Sollevamenti oggi ha nella propria flotta una nuova Liebherr, nel modello LTM 1650-8.1 – con le sue 700 tonnellate operative, l’autogrù più potente dell’azienda salernitana (la sede è a Costa). “Abbiamo scelto questa gru da 700 tonnellate per aumentare le prestazioni della nostra flotta e per poter soddisfare le esigenze dei nostri clienti – spiega l’amministratore delegato Antonio Pergamo – Ci ha convinto particolarmente il lungo braccio telescopico da 80 metri allestito su un carro da 8 assi”. Pergamo Sollevamenti, già dal dicembre del 2020, vanta un’esperienza positiva con un’altra autogrù acquistata da Liebherr, il modello LTM
1300-6.2 da 300 tonnellate, impiegato con particolare efficacia nel settore dell’energia eolica –in un parco eolico del Molise, ha eseguito lavori di riparazione su una turbina alta 80 metri, per la sostituzione di un generatore.
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Apex 2023, è sold out a Maastricht
Il tutto esaurito registrato già un mese fa è certamente un preludio al successo pieno di una fiera attesissima dai protagonisti del lavoro in quota. Con più di 225 aziende espositrici, l’Apex (con 125 adesioni) e l’IRE (International Rental Exhibition, 100 aziende registrate), in programma dal 6 all’8 giugno prossimi negli spazi del MEEC di Maastricht, si avvia a diventare una delle edizioni più partecipate di sempre. In concomitanza con le due esposizioni, si terrà la convention annuale della European Rental Association (ERA), il 7 e l’8 giugno. Apex 2023 costituirà un’occasione unica per fare il punto sulle novità tecnologiche dedicate al settore del lavoro in quota, mentre a IRE si potranno osservare in primo piano le nuove linee di macchine ad alimentazione elettrica a batteria e le più recenti novità nel campo dei software e dei sistemi di controllo e gestione riservati alle società di noleggio. Insieme, i due eventi fieristici costituiranno, secondo Tony Kenter, CEO di Industrial Promotions International BV (IPI), organizzatore della fiera, “un’enorme opportunità, per le aziende professionali che si occupano del lavoro in quota, di vedere dal vivo una vasta gamma di prodotti e servizi all’interno di una sede espositiva unica e privilegiata. Le società di noleggio e altre categorie di potenziali buyer dimostrano da tempo un interesse spiccato per i modelli di piattaforme aeree alimentate a batteria e a basse emissioni, senza contare l’attenzione a soluzioni inedite per il settore”. Apex e IRE tornano in scena, in presenza, dopo sei anni di interruzione dall’ultima edizione del 2017 (nel 2020, gli eventi furono cancellati a causa della pandemia da Covid-19). I visitatori che si registreranno a uno dei due eventi, avranno accesso automaticamente anche all’altro e potranno usufruire di bus navetta gratuiti per raggiungere il MECC dall’aeroporto Zaventem di Bruxelles e dall’aeroporto di Düsseldorf. Gli eventi espositivi Apex e IRE sono organizzati da IPI e da KHL Group. L’associazione partner di IRE, come già menzionato, è l’European Rental Association (ERA), mentre Ipaf è l’associazione partner di Apex.
Come
Terzo titolo d’impresa
La reggiana Flash Battery si è aggiudicata per la terza volta il titolo di “miglior impresa under 40” della regione Emilia-Romagna nell’ambito dell’evento “Industria Felix- l’Italia che compete”. La selezione che ha portato sul primo gradino del podio l’azienda di Sant’Ilario d’Enza – che in 11 anni ha conquistato le prime posizioni, in Europa, nella produzione di batterie al litio per macchine industriali e veicoli elettrici – è stata effettuata su 700.000 bilanci riferiti a imprese di capitale italiane da parte della giuria del premio, organizzato dal trimestrale di economia e finanza Industria Felix Magazine (diretto da Michele Montemurro e supplemento del quotidiano Il Sole 24 Ore) in collaborazione con il centro studi del Cerved e l’Università Luiss Guido Carli. Flash Battery ha chiuso il bilancio 2022 con un fatturato di 22,3 milioni di euro (+29% sul 2021), esportazioni dirette per 4,6 milioni e un aumento dell’occupazione del 22,2% e un incremento dei dipendenti fino alle 80 unità, con un’età media di soli 34 anni.
La prima sette assi in Italia
il parere dello specialista in servizi di sollevamento e trasporto – Nonostante si tratti di una macchina avanzata, è molto facile da usare sul cantiere. Con un braccio lungo 80 metri, l’enorme capacità di sollevamento, con lo smontaggio rapido del braccio per la riduzione dei pesi sugli assi e le dimensioni estremamente compatte per una gru di questa categoria, non poteva che essere la nostra prima scelta”. L’ordine della gru a sette assi Tadano da parte dell’azienda laziale ha riguardato un allestimento completo di tutta la dotazione prevista per l’AC 7.450-1. Anche la precedente esperienza di utilizzo con altre gru multistrada Tadano, come i modelli AC 220-5 e AC 100-4, è stata determinante ai fini della decisione di acquisto da parte di Boiano. In particolare, è la combinazione tra dimensioni compatte e prestazioni della gru a rendere Andrea Boiano così entusiasta della nuova arrivata. “La gru AC 7.450-1 a sette assi è compatta come una gru a sei assi e potente come una otto assi. Non se ne vedono altre così sul mercato in questo momento”, è il commento dell’amministratore. La gru AC 7.450-1 di Boiano ha potuto dimostrare tutte le sue qualità poco dopo la consegna, in un cantiere molto importante di Roma. Nella zona dell’ex edificio del Ministero delle Finanze, Boiano ha subito messo all’opera la nuova arrivata per erigere diverse gru a torre. Com’era prevedibile, la gru AC 7.450-1 ha dimostrato la sua validità.
In quota di mercato sul Van
Arriva dalla fucina inesauribile di Comet il New Van Mounted del modello HVM 15 - esposto di recente ai Vertikal Days di Peterborough, in Inghilterra. Come spiega Gabriele Valli, Sales Director dell’azienda emiliana, Comet “ha sviluppato la prima serie della nuova gamma di piattaforme furgonate da 11, 13 e 15 metri, in collaborazione con il nostro partner Hydraulic Platform Services. I kit di allestimento della piattaforma partiranno dall’Italia, mentre Hydraulic Platform Services si occuperà dell’installazione sui veicoli. Un nuovo stabilimento, aperto a Bredbury (nel distretto di Stockport, compreso nell’area metropolitana di Manchester) si occuperà dell’assemblaggio delle nuove PLE Comet sui veicoli commerciali più diffusi, sia con motore tradizionale termico che a batterie”. Al modello HVM 15 seguirà il lancio di altri modelli nei prossimi mesi, che comprenderanno anche tipologie isolate 46 KV.
L’alternativa ecologica della tecnologia:
il futuro è oggi
Risparmio e sostenibilità assoluti
Massima potenza, silenziosa
NOLEGGIO
Divulgare la sostenibilità
Impresa, cambiamento e generazione Z sono stati al centro dell’intervento di Daniela Niederstätter a TedxVerona (evento di cui l’azienda di Bolzano è sponsor). “Insieme al pubblico è nata un’interessante discussione sul fronte entusiasmante del cambio generazionale – ha confermato la relatrice, membro del consiglio di amministrazione dell’impresa altoatesina – L’intervento si è svolto all’interno dei Lab, il format di inno-formazione di TedxVerona, che ha offerto momenti di scambio e incontro tra tavole rotonde e workshop pratici su temi attuali come futuro, innovazione, sostenibilità, inclusione”. L’impegno di Niederstätter per l’arte e la cultura ha trovato anche un ulteriore segno tangibile con l’artcontainer Worldwide!, esposto per la prima volta a Verona, nell’ambito di Samoter, insieme al nuovo sollevatore telescopico elettrico di Kramer 1445e.
DISTRIBUZIONE
Nuove risorse umane per CEM
L’evoluzione e lo sviluppo straordinario del business di CEM Elevatori negli ultimi quattro anni passa anche – e soprattutto, verrebbe da rimarcare – da un’attenta selezione delle risorse umane. In queste settimane, nel team dei collaboratori di valore che compongono il team dello specialista di Settimo Milanese hanno fatto il proprio ingresso Alan Orlando, nuovo Production Manager dell’azienda, e Yvonne Corticelli, nel ruolo di Customer Service Officer. Grandi competenze ed esperienza sul campo hanno portato CEM alla scelta di Alan Orlando come punto di riferimento gestionale per l’azienda, nel coordinamento dei processi di produzione e degli allestimenti dei prodotti in conformità con i differenti piani di vendita. Inoltre, tra le sue mansioni figurano la gestione delle pratiche di immatricolazione, degli appuntamenti per la consegna dei nuovi elevatori ai diversi clienti e la creazione di fascicoli tecnici per collaudi e omologazione dei veicoli. Infine, Orlando si occuperà anche del monitoraggio delle richieste dei clienti internazionali di Cem Group per garantire un’attenzione particolare nell’ottica della massima soddisfazione. Yvonne Corticelli rappresenta una nuova figura per CEM Group, deputata alla comprensione delle esigenze e all’assistenza dei clienti con l’obiettivo di creare un Customer Service esclusivo. Tra le mansioni a lei demandate, la gestione di un canale conoscitivo sulle problematiche e le esigenze dei clienti, per concepire nuove soluzioni idonee e adeguate alle necessità specifiche degli addetti ai lavori e per offrire loro un supporto totale. In più, Yvonne Corticelli costituirà una figura complementare alla vendita dei prodotti e all’organizzazione delle varie procedure di officina, in un’ottica di cura totale di ogni fase delle attività.
NOLEGGIO
VENDITA
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NOLEGGIO VENDITA ASSISTENZA
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RIPARAZIONE DI GRU CINGOLATE
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Dopo un 2022 contraddistinto dal successo delle 2.255 piattaforme vendute, Multitel Pagliero guarda avanti, verso nuovi progetti inediti. Il primo piano, ora, è occupato dal lancio del nuovo modello articolato MXE 170, allestito su veicolo Piaggio Porter NP6 Long Range, con alimentazione GPL e benzina. Una PLE autocarrata d’eccezione, che contempla un’altezza di lavoro di 16,9 m, sbraccio orizzontale di 7,5 m, modalità Up & Over a 6,8 m e portata massima in cesta di 250 kg. Le caratteristiche della nuova MXE 170 sono quelle di una macchina studiata per l’impiego nei centri urbani e nei contesti storici, in generale nelle aree di lavoro con poco spazio. Contenuto il peso, con un PTT di 2.800 kg, che consente alla macchina di muoversi su superfici delicate, ridotta la lunghezza (5.850 mm), con una stabilizzazione di soli 1.800 mm. Alla complessiva compattezza si abbina l’altezza ridotta (2.550 mm) che ne fa una delle piattaforme più compatte su Piaggio NP6 disponibili sul mercato. La scelta del GPL, oltre a garantire il risparmio dei costi e minor inquinamento, permette la circolazione urbana in tutte le ore del giorno e senza vincoli. Rotazione della torretta di 400° e cesta autolivellante da 1,2 x 0,7 m in grado di ruotare 50°+50°. Lo sbraccio, con il limitatore di momento, è in funzione del carico e garantisce sicurezza nei movimenti. EVE, l’elettronica evoluta Multitel Pagliero assicura velocità, linearità e fluidità dei movimenti verticali e orizzontali. Opzionale la telemetria, con localizzazione GPS, visualizzazione dello stato della macchina, parametrizzazione e diagnosi a distanza.
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Crawler
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Telescopic Cranes/Multi-Crane
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Giganti di fedeltà
Il mese di aprile per Socage si è concluso con una consegna d’eccezione. Mollo Noleggio ha ampliato la propria flotta con l’acquisto di una ForSte 47TJJ, confermando con la propria fiducia nel costruttore di Carpi, secondo le parole di Marco Messa – responsabile Acquisti e Vendita del gruppo piemontese – e Luca Dellicalici – specialista tecnico commerciale – “l’attenzione alle esigenze del mercato. La nuova ForSte 47TJJ, alla quale diamo il benvenuto nella nostra flotta noleggio, è tra le più compatte della sua categoria, con ottime prestazioni sia in termini di sbraccio che di portata. Siamo certi che troverà positivo riscontro presso i nostri clienti, soprattutto quelli impegnati in lavori a grandi altezze nel campo della telefonia, dell’edilizia e industria. Le macchine Socage trovano ampio spazio all’interno del nostro parco mezzi. Per quanto riguarda il mondo del noleggio a caldo, dopo l’inserimento in flotta
della piattaforma autocarrata ForSte 39TJJ, abbiamo deciso di acquistare anche i nuovi modelli 47TJJ, 54TJJ e 75TJJ, così da ampliare ulteriormente la già diversificata offerta del nostro parco macchine. Siamo certi che l’arrivo di queste nuove macchine consoliderà ulteriormente i rapporti tra Mollo Noleggio e Socage, che fa parte dei nostri principali e storici fornitori da ben 15 anni. Sicuramente è tra i costruttori leader del settore, ci ha sempre proposto PLE che rispondono alle esigenze dei nostri clienti e che garantiscono loro massima sicurezza in fase di utilizzo. Per Mollo Noleggio esperienza, competenza ed innovazione sono carte vincenti. E sono le carte su cui punta anche Socage”.
La ForSte 47TJJ è una piattaforma aerea autocarrata telescopica con doppio jib in grado di raggiungere un’altezza di lavoro di 47 m e uno sbraccio laterale di 35, con una capacità massima di carico fino ai 600 kg. In particolare, la nuova versione della ForSte 47TJJ è dotata di un argano in grado sollevare 1.500 kg. La rotazione della parte aerea è di 700º e questo consente di aumentare notevolmente la produttività del veicolo, evitando tempi di inattività per il riposizionamento della piattaforma. I dispositivi di emergenza sono attivabili tramite radiocomando, per consentire all’operatore di posizionarsi nel punto migliore, per una visibilità ottimale durante la manovra.
“Il rapporto tra Mollo Noleggio e Socage è sicuramente uno dei più proficui e soddisfacenti di cui si possa parlare – conferma Alessandro Flisi, Test Manager e Production Director di Socage – Dopo aver consegnato ogni anno schiere straordinarie di piattaforme aeree patente B, possiamo dire di aver alzato l’asticella con l’azienda più grande del noleggio italiano. Per noi fu un grande traguardo nel 2017 poter vantare di aver consegnato la prima ForSte 39TJJ e subito una seconda, nel giro di poco tempo. La consegna della ForSte 47TJJ è la prova che anche le piattaforme aeree della nostra fascia alta di gamma, grazie alla loro semplicità d’utilizzo e alle prestazioni notevoli, costituiscono la scelta più mirata anche nel mondo del noleggio, senza contare la preferenza d’uso da parte del cliente finale. Sono ancora più contento di poter dire che alzeremo ancor di più l’asticella delle forniture con la consegna delle prossime ForSte 54TJJ e ForSte 75TJJ! Ancora una volta grazie alla famiglia Mollo per la fiducia che ci ha accordato al massimo grado, contribuendo alla nostra crescita”.
Sollevamento, Trasporti Eccezionali, Movimentazione Industriale e PortualeIAPAs, premio alla carriera a Dante Fracca
A Berlino, la consegna degli IAPA Awards 2023 (assegnati da Ipaf) sono arrivati al termine di una serata luminosa per il lavoro in quota d’Italia. A Dante Fracca, fondatore di Hinowa e figura fondamentale del sollevamento nazionale degli ultimi 40 anni, è stato assegnato il prestigioso Premio alla Carriera. Non è stata l’unica affermazione per i protagonisti di casa nostra: Maber ha conquistato il primato nella sezione dedicata a piattaforme autosollevanti e ascensori da cantiere, con la conferma d’eccellenza del sistema MBC2000. Ecco l’elenco degli altri vincitori, annunciato nel corso della serata: Centro di formazione Ipaf dell’anno – Dayim Equipment Rentals (Arabia Saudita); Istruttore di formazione IPAF dell’anno: Anna Sarah Costa Morais (Mills, Brasile); Contributo al lavoro sicuro in quota: Nationwide Platforms (UK); Prodotto dell’anno, PLE a pantografo e verticali a colonna: MEC (piattaforma verticale a colonna MMAE16); Prodotto dell’anno, piattaforme autocarrate: Elliot (modello E150i); Prodotto dell’anno, PLE semovente a braccio articolato/telescopico: Manitou (modello 160 ATJ+e); Sviluppo digitale: Alimak; Tecnologia innovativa: Nationwide Platforms (dispositivo Harness On); Sostenibilità: Genie (nuovo stabilimento in Messico); Diversità e inclusione: Vicki Allen (International Platforms); Compagnia di noleggio dell’anno; Sunbelt Rentals (UK); Infine, i complimenti della redazione di Sollevare vanno alla nostra collega Macarena Garcia Oliver, direttrice della rivista spagnola Movicarga, a cui è stato assegnato il Premio della Presidenza Ipaf per l’importante contributo culturale alla causa della sicurezza nel lavoro in quota.
SICUREZZA
Tragedia sul lavoro a Milano
Questa volta è accaduto a Noverasco di Opera, in provincia di Milano. Due morti (di 54 e 69 anni) e un ferito grave, un ragazzo di 25 anni ricoverato con trauma cranico-toracico e fratture multiple. Nell’area verde di un campo di golf, durante la potatura di piante ad alto fusto, la piattaforma aerea utilizzata dai tre operatori ha avuto un cedimento strutturale nella parte terminale, facendo precipitare al suolo la cesta portapersone.
Dalle immagini disponibili, si può notare che la piattaforma aerea impiegata durante le operazioni di potatura è un vecchio modello Simon Cella VT 400, costruita presumibilmente negli anni 1995-1996. Le cause dell’incidente mortale saranno oggetto degli accertamenti necessari per ricostruire la dinamica degli eventi. A noi non rimane altro che osservare il braccio spezzato di una piattaforma aerea, piangendo le nuove morti di una cultura della sicurezza che cade sempre dall’alto, senza riuscire a cambiare mentalità, valori e senso della vita.
GRANDI SOLLEVAMENTI
Fagioli, protagonista vincente
A Noordwijk aan Zee, nei pressi di Amsterdam, all’interno degli spazi magnificenti del Grand Hotel Huis ter Duin, sono stati proclamati, lo scorso 20 aprile, i vincitori degli Esta Awards 2023, i prestigiosi riconoscimenti annuali assegnati dall’associazione europea che rappresenta gli operatori dei trasporti eccezionali e del noleggio di gru mobili per grandi sollevamenti. Oltre 400 gli invitati a una cena di gala che ha offerto una platea dall’impatto scenico straordinario alla serata, introdotta dalla presentazione di Alex Taylor e officiata dal presidente di Esta, Fabio Belli.
L’evento degli Esta Awards, quest’anno, era particolarmente atteso, dal momento che la concorrenza ai riconoscimenti nelle varie categorie si è rivelata particolarmente agguerrita e di alto profilo, con 33 aziende nella short list distribuita nelle dieci categorie selezionate. Alla fine, va rimarcata l’affermazione – anche quest’anno – dell’Italia, con Fagioli vincitore in due sezioni della competizione. Prima della cerimonia ufficiale, è stato dedicato un minuto di raccoglimento per le vittime della guerra in Ucraina e del terremoto in Turchia. Al termine dell’evento, il presidente Fabio Belli ha annunciato che la prossima edizione degli ESTA Awards, nel 2024, si terranno a Parigi. Di seguito, vi forniamo la lista sintetica dei vincitori: Gru telescopiche (fino a 120 tonnellate): Hareket Heavy Lifting and Project Transportation; Gru telescopiche (oltre le 120 tonnellate): BMS; Gru cingolate a braccio tralicciato (Lattice Boom Cranes): Mammoet Europe; Trasporti eccezionali (massa totale fino a 120 tonnellate): Laso Transportes; Trasporto eccezionale (massa totale superiore a 120 tonnellate): MTD Skuratowicz; Tecniche combinate: Friderici Special; Sicurezza: Fagioli; Innovazione: Fagioli; SPMT/SPT: Mammoet Europe; Formazione: Liebherr-Werk Ehingen.
Autocarrate per il Belgio
CTE ha avviato una collaborazione commerciale con KeyTec BV per la distribuzione in Belgio delle serie di piattaforme autocarrate Zed e B-Lift. Fondata nel 1996 e insediata al confine tra Belgio e Olanda, Key-Tec conta 50 dipendenti – di cui 25 tecnici e 9 commerciali – ed è attualmente concentrata sul commercio di piattaforme aeree, sollevatori telescopici e macchine movimento terra. Come primo passo conseguente all’accordo con CTE, Key-Tec ha appena ricevuto un modello B-Lift 18 HV con sistema S3 EVO e un’articolata Zed 20.4 HN, entrambe allestite su veicolo Iveco Daily. CTE Academy ha già tenuto i corsi di formazione su entrambi i prodotti presso la sede dell’azienda belga. (Nella foto, da sinistra, Sven Dekeyser – proprietario di Key-Tec -, Tim Hunt – CTE export area manager – e Peter Hesters, Key-Tec manager per i prodotti CTE).
A Stoccarda con il tricolore del material handling
Negli spazi dello Stuttgart Trade Fair Centre, si è svolta, nell’ultima settimana di aprile, l’edizione 2023 del LogiMAT, la manifestazione fieristica più importante a livello europeo dedicata a macchine, veicoli e sistemi per l’intralogistica e la movimentazione industriale. Noi di Sollevare e di Mediapoint & Exhibitions, naturalmente, c’eravamo, per supportare – con i nostri prodotti editoriali e la nostra puntuale osservazione tecnica – le numerose realtà italiane presenti a Stoccarda. Nonostante l’accento doveroso sulle soluzioni automatizzate di gestione e programmazione dell’intralogistica contemporanea – con un focus ampio sugli AGV e sugli AMR, i veicoli e i robot a guida e movimentazione autonoma sempre più diffusi nei moderni sistemi di stoccaggio e nella supply chain – la schiera dei carrelli elevatori e delle macchine da sollevamento cano-
niche (ma sempre più moderne, funzionali ed ergonomiche) per la gestione dei carichi e dei pallet in magazzino è risultata altrettanto folta e ben rappresentata, come dimostra la selezione di immagini che vi offriamo, rappresentativa di alcuni dei campioni del made in Italy presenti in fiera, con tutto l’entusiasmo per una qualità consapevole e apprezzata da migliaia di visitatori.
Sollevamento, Trasporti Eccezionali, Movimentazione Industriale e Portuale
Specialità dal Nord
I ragni della Finlandia conquistano anche l’Italia. Parliamo del produttore Leguan Lifts di Ylöjärvi che sbarca nel nostro paese con la distribuzione della bolzanese Avant Tecno Italia. La società di Emo Colopristi si occuperà di vendita e assistenza per le piattaforme cingolate (e su ruote) del marchio scandinavo, con tutta la soddisfazione manifestata da Hugues Lambert – export sales manager della stessa Leguan Lifts –che ha sottolineato “l’esperienza trentennale di Avant Tecno Italia, una considerazione naturale per la scelta di Leguan nell’inaugurare la collaborazione con l’azienda di Emo Colopristi e con il suo team”.
Secondo le considerazioni strategiche di Lambert “quella costituita da questo accordo rappresenta un’occasione perfetta per approdare in Italia con una tipologia di ragno cingolato molto diversa dagli standard adottati dagli operatori, sia nella manutenzione arborea come nelle applicazioni che riguardano l’edilizia”. I ragni Leguan sono progettati per un utilizzo semplice, dalle funzionalità intuitive corroborate da una tecnologia connettiva all’avanguardia e con una capacità di traslazione su ogni tipologia di suolo, in particolare nei contesti off-road.
“Avant Italia è onorata di rappresentare il marchio Leguan e cercherà di farlo crescere come ha fatto per la gamma proprietaria negli ultimi anni”, ha dichiarato lo stesso Emo Colopristi, amministratore delegato della società trentina. Il nuovo accordo con Avant è il nuovo capitolo della strategia di espansione avviata da Leguan Lifts dal 2020, con l’obiettivo di aumentare la capacità produttiva e incrementare le vendite a livello internazionale. L’anno scorso Leguan aveva già annunciato l’accordo con due due nuovi dealer in Svizzera e in Slovacchia, seguendo il trend di un successo di vendite senza precedenti negli ultimi tre anni. “I nostri clienti sono alla ricerca di soluzioni che favoriscano un lavoro efficiente e sicuro nei cantieri che contemplino interventi in quota – ha affermato Jori Mylläri, vicepresidente vendite e marketing di Leguan Lifts – Le PLE ragno cingolate rappresentano una soluzione ideale e produttiva, più di altre scelte indirizzate a piattaforme aeree standard e ad altre tipologie molto meno efficaci”.
GRU EDILI
Quattro Potain per l’antico ospedale
Il Consorzio Stabile SIS ha scelto le gru a torre Potain per la ristrutturazione di uno degli ospedali più antichi d’Italia, il Policlinico di Milano (conosciuto anche con il nome di Ospedale Maggiore di Milano) fondato nel lontano 1456. La società di costruzione Italiana ha acquistato quattro gru a rotazione alta Potain, due MDT 269 J12 e due MDT 389 L16, per superare le difficoltà del cantiere, che includono una strada di accesso particolarmente ristretta e mancanza di spazio per la manovra di mezzi pesanti. L’ingegner Matteo Pastore di Manitowoc Lift Solutions ha giocato un ruolo cruciale nella progettazione e nell’organizzazione del posizionamento delle gru a torre, sfruttando l’esperienza e le capacità uniche dei tecnici Potain che prestano il loro servizio nei cantieri più impegnativi di tutto il mondo. Le due MDT 269 J12, con braccio massimo di 65 m e due gru MDT 389 L16 con braccio da 75 m, sono state montate in loco con estensioni da 55 a 60 m e altezze sottogancio fino a 69 m. Le gru solleveranno carichi pesanti e manovreranno le attrezzature all’interno del sito, che copre un’area di 23.000 metri quadrati. Il Consorzio Stabile SIS, partner da molti anni di Manitowoc, conta inoltre nella sua flotta di mezzi per la costruzione cinque fuoristrada Grove e tre gru automontanti, sempre della gamma Potain.
Walvoil, simbolo italiano del lavoro che vale
A fianco del lavoro che conta, delle donne e degli uomini che ne accrescono il valore, giorno dopo giorno. La scelta del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla vigilia del Primo Maggio, è stata chiara e lampante. Si è recato, nella giornata di ieri, a Reggio Emilia, nel distretto per eccellenza della meccatronica e dell’oleodinamica applicata, in visita alle realtà manifatturiere che costituiscono ancora oggi il vanto del nostro Paese sulla scena economica internazionale. Il riconoscimento del Quirinale a un territorio che conta oltre 400 aziende e più di 27.000 addetti, in grado di segnare il passo dell’industria europea più avanzata nei settori dell’au-
tomotive e dell’energia, ha previsto diverse tappe. Tra quelle più significative, la visita alla Landi Renzo di Cavriago, realtà tenace e resiliente che dopo gli anni della pandemia –con una crisi profonda da affrontare – ha avuto il coraggio di cambiare passo, declinando una direttrice produttiva importante verso il futuro dell’idrogeno, in virtù di un aumento di capitale da 60 milioni di euro, attuato l’anno scorso. L’amministratore delegato della Landi Renzo, Cristiano Musi, ha rivelato al presidente Mattarella un sistema avanzato di controllo della pressione dell’idrogeno dedicato ad automobili e camion.
Tappa successiva nella giornata presidenziale, la sede di un’altra eccellenza che conosciamo bene. Per Mattarella si sono aperti i cancelli della Walvoil di Reggio Emilia – espositore in primo piano, quest’anno, al GIS, le Giornate del Sollevamento organizzate da Mediapoint & Exhibitions a Piacenza Expo, dal 5 al 7 ottobre – per un incontro straordinario organizzato da Unindustria Reggio Emilia che ha visto la partecipazione delle delegazioni di imprese e lavoratori del territorio. 300 ospiti, con la presenza solenne delle istituzioni locali e del ministro del Lavoro, Marina Calderone. Quello con i lavoratori Walvoil è stato un vero proprio abbraccio, commovente e pieno di entusiasmo. L’azienda compirà 50 anni nel prossimo mese di giugno e la ricorrenza, ricordata da Fabio Marasi – presidente e amministratore delegato di Walvoil – è foriera di ulteriori investimenti per il gruppo, con il completamento della nuova sede produttiva da 10.000 metri quadrati che ospiterà l’Innovation Center (ne abbiamo parlato nelle scorse settimane, proprio sulle pagine di sollevare.it), dedicato alle dinamiche di ricerca e sviluppo, e la prossima assunzione di altre 200 figure necessarie all’evoluzione in atto nell’azienda emiliana. Oleodinamica, elettronica avanzata e sistemi meccatronici completi per macchine e impianti nell’ambito delle costruzioni, del sollevamento industriale, dell’agricoltura. Walvoil, parte dell’universo di Interpump Group, costituisce oggi una forza da 2.500 addetti, con oltre 400 milioni di euro per fatturato, con sette poli produttivi (e filiali in Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, India e Stati Uniti) e una divisione di testing all’avanguardia per le nuove soluzioni ideate e brevettate dall’azienda. Tra queste, ricordiamo i sistemi ALS (Adaptive Load Sensing) e EPX, soluzioni pluripremiate per un’oleodinamica avanzata che punta al recupero di energia idraulica e alla
sostenibilità. Il presidente Sergio Mattarella ha ringraziato un pubblico di lavoratori commosso e vibrante, che ha reso omaggio alla sua lungimiranza e alla volontà di sottolineare – con una visita dal notevole significato simbolico –dove batte ancora il cuore della vera economia e dell’innovazione che fa camminare il Paese, a passi veloci, verso il futuro.
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Un Raptor alla conquista dei cieli
Dopo la presentazione della nuova serie a Conexpo 2023, cresce l’attenzione del mercato sui ragni cingolati a doppio pantografo del costruttore di Carpi. Un’autorevolezza di prodotto che testimonia la qualità e l’innovazione dinamica di modelli che competono già in prima classe
Una presenza industriale diventa autorevolezza di settore solo nel caso riesca a imporre la propria forza di mercato in un campo aperto, dominandone lo spazio con proposte nuove che siano in gradi di elevarsi da ogni consuetudine. Quando abbiamo visto stagliarsi, ai confini della North Hall del Las Vegas Convention Center, la sagoma del Raptor di Socage, a Conexpo 2023, abbiamo riconosciuto questa presenza, unita all’autorevolezza di cui è portatrice da molto tempo, sotto ogni latitudine.
Della società-divisione Socage Raptor va detto subito che si tratta dell’ennesima scommessa vincente del costruttore di Carpi. Fondata solo l’anno scorso, la nuova azienda è dedicata alla produzione di ragni cingolati, una tipologia di piattaforme che Socage ha intenzione di “firmare” con il segno dell’eccellenza, portando - sul proscenio del lavoro in quota internazionale - un’offerta primaria di modelli dai 15 agli oltre 20 metri di altezza operativa. “La creazione del proprietario di Socage, Fiorenzo Flisi, insieme a un esperto come Fiorenzo Lodi Rizzini, ha dato vita a una nuova entità destinata a rivoluzionare il mondo delle piattaforme aeree su cingoli con doppio pantografo e braccio telescopico”, recita il comunicato di annuncio della nuova avventura produttiva. E già se ne ricava l’intuizione inedita, la volontà di affermarsi in un segmento di prodotto affollato e agguerrito, nelle proposte come nell’impegno commerciale.
Nuova libertà in quota
La nuova gamma dei ragni Raptor di Socage comprende al momento tre modelli, denominati forSte 15S, 18S e 21S. In particolare - anticipandone la distribuzione in oltre 50 paesi in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti - a Conexpo sono stati esibiti i primi esemplari delle
piattaforme 15S e 21S, di cui riveliamo l’identità tecnica nei dettagli più interessanti.
La forSte 15S, dall’altezza massima di lavoro di 15 m, ha la capacità di uno sbraccio laterale fino ai 7 m e una portata di 225 kg senza limitazioni nell’intera area di lavoro. La struttura aerea è a doppia articolazione, con un jib idraulico che conferisce alla macchina la maggiore versatilità operativa. Il Raptor cingolato di Socage è dotato, di serie, della modalità di gestione completamente idraulica che presiede i movimenti della parte aerea; con il radiocomando, per una maggiore comodità e sicurezza dell’operatore, si può controllare la
traslazione, la stabilizzazione e la velocità del motore Honda da 13 CV (a benzina, di serie, con la possibilità di optare, in alternativa, per una propulsione diesel). La PLE ragno Raptor di Socage ha un cuore propulsivo bi-energy che garantisce zero emissioni - con il motore a benzina che integra un motore elettrico da 230 V per lavorare in modo “pulito” e con la massima silenziosità all’interno degli spazi chiusi. Al valore della sostenibilità, la forSte 15S unisce le caratteristiche di peso e dimensioni molto ridotte - con soli 78 cm di larghezza in assetto di trasporto (con cesta smontata) e cingoli estensibili per una maggiore stabilità durante la traslazione. La rotazione della
parte area di 400º e il jib idraulico già menzionato consentono la più ampia area di lavoro.
La “sorella maggiore” forSte 21S rappresenta l’attuale top di gamma della linea Raptor, con un’altezza operativa massima di 20,8 m e uno sbraccio laterale di 10,3 m. La portata di 230 kg, la stabilizzazione e la chiusura automatica di serie conferiscono una personalità affidabile e sicura a questo ragno Socage - dotata di serie di un telecomando multifunzione. Anche in questo caso, la versatilità della propulsione bi-energy (indotta dall’abbinamento di motore diesel e motore elettrico a 230 V) permette di lavorare senza limiti di accessibilità ai contesti di intervento sensibili e negli interni. Il Raptor forSte 21S prevede, di serie, cingoli bianchi antitraccia proprio per l’impiego della piattaforma su pavimentazioni delicate e la traslazione dei cingoli può attuarsi con tre diverse velocità a seconda delle necessità operative. La rotazione della parte area è di 700º, sempre con il supporto dinamico del jib idraulico a elevarne le potenzialità di movimento in quota e il valore comparativo sul mercato attuale.
La scommessa Raptor di Socage è appena cominciata ma già a Conexpo 2023 la nuova linea di prodotto del costruttore emiliano ha attirato l’attenzione di un pubblico abituato all’alta qualità delle piattaforme semoventi e cingolate made in Italy. Siamo sicuri che questo nuovo capitolo di creatività della livrea azzurra di Carpi raggiungerà l’alta quota dei cieli del mercato, conquistando lo spazio che si conviene a un Raptor di razza del sollevamento internazionale.
L'intervista Paolo Mirani
La mia Strategia 4.0 vi porterà nel futuro
Fondatore e titolare di Spring Machine Control, il veterano della meccatronica avanzata ci spiega tutti i vantaggi del passo decisivo compiuto dall’azienda di Dormelletto (No). Un’onda benefica basata su digitalizzazione, condivisione dati, machine learning e ottimizzazione gestionale di flotte, macchine e sistemi
Sembra quasi strano che nella placidità di questa sponda piemontese del Lago Maggiore, a Dormelletto, nell’estremità nascosta e boscosa che guarda al Ticino, si riveli una corrente di ingegno unica, dedicata al settore delle macchine industriali mobili. Paolo Mirani, fondatore e guida maestra di Spring Machine Control ci accoglie nella sede della sua azienda, il laboratorio di idee e innovazione che, in 28 anni di vita imprenditoriale, ha creato un universo di prodotto basato su sistemi meccatronici per macchine mobili e industriali. “In particolare, siamo focalizzati sulla vendita di componenti meccatronici per costruttori di macchine, di sistemi di sicurezza per macchine di sollevamento e sistemi di pesatura per macchine mobili industriali - ci anticipa Mirani - Ma quello di cui mi preme parlare, oggi, riguarda un tema fondamentale per il futuro della nostra ricerca e sviluppo - e, naturalmente, per l’evoluzione del rapporto
tra un fornitore tecnologico come Spring Machine Control e i suoi clienti. Il fulcro della nostra attenzione è rivolto all’Industria 4.0, un’occasione straordinaria per tutte le aziende che vogliono cogliere le opportunità legate alla ‘quarta rivoluzione industriale’”.
L’argomento è davvero fondamentale e Paolo Mirani ce lo spiega nel modo più esauriente. “Siamo giunti a un capitolo cruciale della storia di Spring Machine Control - ci conferma l’imprenditore novarese - Ormai siamo in grado di produrre internamente gran parte della componentistica meccatronica che applichiamo alle macchine, implementandone hardware e software. Il passo ulteriore verso una nuova strategia di mercato, che ci permette di sfruttare proprio l’opportunità costituita dall’Industria 4.0, si accorda perfettamente alla necessità più attuale dei nostri clienti: quella di gestire dati, potendo disporre di tecnologie sempre più smart (che prevedono la condivisione
delle stesse informazioni tramite strumenti di comunicazione flessibili come tablet e smartphone). La gestione dati e l’integrazione con sistemi che contemplano già un’anagrafica dei clienti, in un contesto di condivisione, costituisce una richiesta alla quale Spring Machine Control è in grado di fornire una risposta moderna e all’avanguardia. Oggi, tutti i sistemi Spring sono interconnessi al nostro portale TO-4 (presentato all’ultimo Bauma di Monaco) che è in grado di esportare i dati produttivi direttamente sul sistema di gestione aziendale dei nostri clienti, in conformità puntuale alla normativa dell’Industria 4.0”. Le parole di Paolo Mirani, mentre fluiscono in un discorso che si eleva da una semplice analisi di prodotto, sembrano anticipare il mercato a venire che concerne la stessa specializzazione di Spring Machine Control. “Le nuove tecnologie digitali avranno un impatto profondo nell’ambito di quattro direttrici di sviluppo - asserisce ancora Mirani - La prima riguarda l’utilizzo dei dati, la potenza di calcolo e la connettività, e si declina in big data, open data, Internet of Things (IoT), machine-to-machine e cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione. La seconda è quella degli analytics: una volta che si è in possesso dei dati, bisogna ricavarne valore. Oggi solo l’1% dei dati raccolti viene utilizzato dalle imprese, che potrebbero invece ottenere vantaggi notevoli a partire dal 'machine learning’, da macchine che perfezionano il proprio rendimento con una correzione utile dell'operatività basata sui dati via via raccolti e analizzati. Una terza direttrice di sviluppo è riferita, poi, all’interazione tra macchina e operatore, attraverso le interfacce ‘touch’, sempre più diffuse, e tramite la realtà aumentata”.
Dalla fucina avanzata delle idee Spring Machine Control, è nato Spring One, un software da ufficio che coadiuva puntualmente le aziende nella gestione della propria flotta di macchine e mezzi. “Il nostro programma permette di integrare i mezzi mobili e gli impianti fissi prodotti da qualsiasi costruttore e dotati di sistemi 4.0, consentendone la gestione da un unico portale in tempo reale, direttamente dal proprio pc. Attraverso
Spring One è possibile inviare commesse di lavoro alle macchine, controllarne la produzione, ricevere i dati di lavorazione con le relative pesature e tempistiche. Si può controllare la propria flotta e consultare lo storico delle attività attraverso le pagine statistiche, gestire la pianificazione dei noleggi e le manutenzioni programmate”.
La strategia industriale di Spring Machine Control accentua l’aspetto del Service, “fornendo al cliente che acquista la no-
Industria 4.0, tutto il valore di un investimento
Il Piano Transizione 4.0 è la nuova politica industriale del Governo, che aggiorna il Piano Impresa 4.0 istituito nel 2018 - a sua volta già conosciuto, dalla sua introduzione nel 2016, come Piano Industria 4.0 - offrendo un grande supporto alle imprese che investono nell'ammodernamento e nella digitalizzazione dei processi produttivi. In base a questo Piano, le imprese possono usufruire, per tutto il 2023, del credito d’imposta - riconosciuto fino al 20% - sul costo di qualsiasi macchina nuova acquistata anche in leasing a partire dall'1 gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025 (oppure entro il 30 giugno 2026, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine del bene risulti accettato dal venditore e sia già avvenuto il pagamento di acconti, in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione).
Grazie al nuovo piano Transizione 4.0, la prima quota di contributo potrà essere fruita già dall'anno di attestazione dell'interconnessione e non più dall'anno successivo. Inoltre, per tutti i crediti d'imposta sui beni strumentali materiali, la fruizione dei crediti è ridotta a tre anni (in luogo dei cinque anni previsti a legislazione vigente).
stra tecnologia tutta la formazione di cui necessita, integrandola nel pacchetto vendita che offro al concessionario che vende le macchine - come specifica ancora Mirani - Parliamo di un servizio costante e continuo ai clienti-costruttori che montano la nostra meccatronica proprietaria. Un servizio svolto nella consapevolezza di possedere un know-how puntuale ed efficiente che possiamo mettere a disposizione del produttore di macchine e anche dell’impresa proprietaria di mezzi, in qualsiasi momento. Quando ci si rapporta con realtà del settore che hanno la necessità di coordinare il lavoro di molti cantieri, con numerose macchine al lavoro di cui devono gestire dati complessi e precisi, il vantaggio di affidarsi a un’avanguardia di sistema come quella sviluppata da Spring nell’Industria 4.0 è evidente”.
Spring attualmente offre un’amplia gamma di sistemi a bordo macchina conformi e certificati secondo i requisiti richiesti dall’odierno Piano di Transizione 4.0 del governo. La gamma di sistemi comprende - tra le serie in continua evoluzione e sviluppo, dedicate a moduli di pesatura a bordo, limitatori di momento, limitatori di carico e componenti - anche il modulo Sir Lock 3 per gru da autocarro e piattaforme aeree. Si tratta di un sistema adottato con successo da molti clienti Spring, che copre una funzione primaria di supervisione nell'assicurare che tutte le operazioni di movimentazione - con materiali applicati alla gru idraulica o persone a bordo cesta, nel caso delle piattaforme aeree - si svolgano senza rischi di ribaltamento della macchina, limitandone opportunamente la portata. A beneficio dell'incolumità dell’operatore ed evitando danneggiamenti alla macchina, alle attrezzature e ai materiali movimentati. Il software di controllo dello strumento è un potente limitatore di momento integrato alla gestione della stabi-
lizzazione che riguarda la gru o la piattaforma. L’integrazione del sistema Sir Lock 3 riguarda anche la gestione della sicurezza su strada, il programma di manutenzione e la funzione Black Box Eventi. “La scelta dei clienti, indirizzata ai sistemi Spring Machine Control per l’Industria 4.0 comporta molteplici vantaggi - rimarca Mirani - La macchina che implementa i nostri sistemi sarà sempre interconnessa con l’intera flotta di mezzi dell’impresa e con la sede centrale dell’azienda stessa, attraverso dispositivi e sensoristica intelligenti, utilizzando reti di connessione di ultima generazione. La comunicazione wireless dei dati si realizza in modo bidirezionale e gli stessi dati possono essere archiviati su cloud ed esportati automaticamente tramite servizi web, per integrazione, sul sistema di gestione aziendale dell’impresa. Il monitoraggio si svolge in tempo reale. La ricezione da remoto riguarda i dati di attività dei mezzi e i dati di produzione, seguendo lo sviluppo di commesse di lavoro impostabili dall’ufficio. Anche la funzione comando macchina è attivabile direttamente da remoto. Come già detto, si possono gestire le manutenzioni programmate ed è sempre consentita la telediagnosi da remoto grazie al monitoraggio continuo da parte di specifici set di sensori installati a bordo. L’interfaccia operatore, naturalmente, è concepita per risultare semplice e intuitiva”. I nuovi sistemi Spring sono stati progettati per rispondere ai requisiti del Piano Transizione 4.0, sia dal punto di vista tecnologico, sia per poter accedere ai benefici fiscali previsti. Ma il valore della nuova onda di progresso che parte da quella remota sponda del Lago Maggiore è ben più alto di un sostegno alle imprese previsto per legge. Va oltre, verso la modernità autentica dei cantieri, anticipando una rivoluzione che ha appena spiccato il volo in un’altra dimensione industriale.
Genio d’orchestra in levare N
ell'ambito del piano energetico nazionale che mira a diversificare definitivamente l'approvvigionamento di gas - in relazione anche alla recente crisi delle fornitura russe, in seguito alla guerra in Ucraina - è in corso di ultimazione, nel porto di Piombino, un nuovo terminale di rigassificazione del Gnl (Gas Naturale Liquefatto). La capacità complessiva di trattamento dell’impianto è di cinque miliardi di metri cubi all'anno, pari al 7% del fabbisogno italiano. Questa nostra introduzione sintetica (anche se non esaustiva della complessità dell’impianto di Piombino) serve ai nostri lettori per comprendere l’importante contesto in cui si trova a operare la gru cingolata telescopica Sennebogen di Max Streicher, la filiale italiana di Streicher Group, colosso tedesco delle pipeline per il trasporto dell’energia. Si tratta del modello 683 E, un campione agile da 80 ton che ha esordito da poco sul mercato europeo e internazionale. Qui a Piombino ha fornito una prova operativa da autentica protagonista di servizio, con cicli produttivi di sollevamento sorprendenti e assolutamente in linea con l’impegno febbrile di un grande cantiere.
Il terminale Gnl attualmente in costruzione nel porto toscano, quindi, gestirà nei prossimi anni il gas naturale liquefatto trasportato in Italia via nave da tutto il mondo e lo immetterà nella rete italiana. Oltre ad occuparsi della realizzazione degli impianti di stoccaggio del gas e all’insediamento delle attrezzature per lo scarico dell'autocisterna che trasforma il gas liquefatto nello stato gassoso mentre si trova ancora a bordo della nave, il compito delle squadre di Max Streicher è quello di posare condotte chilometriche per trasportare il gas al punto di immissione nella stessa rete nazionale, a circa 8,5 km di distanza. L'appaltatore italiano può contare su un’esperienza annosa nella costruzione di condotte e impiantistica, ma nel proprio know how comprende soprattutto una specializzazione precipua nei settori dell’Oil&Gas, con l’utilizzo di tecnologie innovative nella realizzazione di gasdotti, secondo i più elevati standard di sicurezza e qualità costruttiva. Torniamo, a questo proposito, proprio alla 683 E da 80 ton di Sennebogen, fornita all’impresa da Espi Engineering, partner italiano di Sennebogen nella vendita e
Potenza e dimensioni vincenti
La nuova gru cingolata 683 E di Sennebogen costituisce una dotazione ideale per una vasta gamma di applicazioni heavy duty - una vocazione testimoniata dal design robusto della macchina e dalla potenza dei motori dedicati a traslazione e sollevamento. La 683 E è alimentata da un motore Cummins da 186 kW con pre-trattamento dei gas di scarico in regime Stage V. Gli argani principali e ausiliari sono gestiti da un motore a pistoni ad alta pressione che fornisce una notevole forza di trazione di 72 kN a ogni componente deputato al sollevamento e imprime una velocità alla fune fino a 120 m/min. Il braccio a quattro sezioni è basato sulla tecnologia multisfilo - con sistema di controllo scevro da manutenzione, a estensione variabile e autobloccante. La gru cingolata, con l'ausilio del radiocomando, è completamente automontante e, con i cingoli retratti, la larghezza in assetto di trasporto è di soli 3,5 m.
assistenza per le gru cingolate del marchio tedesco. Qui va subito precisato che, proprio in virtù dell’utilizzo intensivo di questa gru, In pochi mesi l'appaltatore ha già completato l'80% dei lavori previsti, basati su numerose sessioni di sollevamento per la movimentazione e la posa delle tubazioni previste dal progetto.
La personalità da cantiere della 683 E è quella di una gru cingolata telescopica particolarmente robusta, progettata per supportare progetti impegnativi come quello del terminale Gnl di Piombino. Questo grande progetto - che riguarda un’area di diversi chilometri sulla costa occidentale del nostro Paese - richiedeva una realizzazione in tempi brevi e la flessibilità di manovra e di tiro della nuova Sennebogen da 80 ton si è rivelata un autentico asso nella manica per Max Streicher. Sempre al lavoro nelle varie aree di intervento - dal molo di attracco delle navi metaniere che trasportano il Gnl, fino al punto di immissione - attraverso sei tubazioni flessibili - nei serbatoi della Golar Tundra, la nave di stoccaggio e rigassificazione (FSRU) che riporterà l’elemento allo stato gassoso
Nella costruzione del nuovo terminale Gnl di Piombino, la nuova gru cingolata 683 E - consegnata da Espi Engineering
all’impresa Max Streichersi è rivelata come asso nella manica per incedere con la massima rapidità nei piani di costruzione degli impianti, degli edifici e delle pipeline per il gas metano
per immetterlo nella rete di trasporto nazionale. Le operazioni di sollevamento deputate alla Sennebogen 683 E comprendono innanzitutto la posa dei componenti della tubazione, con la parte più pesante riferita a un filtro di linea del peso di 32 t. In seconda battuta, la gru cingolata si occupa della movimentazione e del montaggio delle parti prefabbricate in calcestruzzo che costituiscono l'edificio di servizio e control-
lo (in soatnaza, la sede operativa in cui l'alimentazione alla rete nazionale viene monitorata costantemente). Il vantaggio dinamico della nuova gru cingolata telescopica Sennebogen messa in campo dall’impresa appaltatrice di Parma per questo progetto di pipeline, risiede nel fatto che la 683 E può affrontare senza difficoltà la marcia più efficace sul terreno irregolare e accidentato del cantiere di Piombino, spostandosi anche
nell’ambito di spazi ristretti - dal momento che il carro estensibile può essere ridotto in modo flessibile da 4,2 fino a 2,68 m, effettuando l’operazione di ritrazione ed allargamento dei cingoli anche con la gru ancora in fase di traslazione. Inoltre, nelle fasi operative pick & carry - cioè con le operazioni di sollevamento e movimentazione realizzate con la gru in movimento - la Sennebogen 683 E può incedere anche con il 100% del carico massimo al gancio; questa funzionalità è risultata oltremodo utile nel prelevare i componenti delle tubazioni e le parti prefabbricate in calcestruzzo dal pianale del veicolo di trasporto, per trasferirli direttamente alla sede di montaggio per l’immediata installazione. Il braccio telescopico da 43 m a pieno sviluppo - anche con carico al gancio - offre inoltre flessibilità e velocità nelle operazioni di sollevamento e posa dove è richiesta una maggiore distanza dalla trincea della tubazione. Questa prerogativa è in particolare evidenza quando la gru opera su dislivelli fino ai 4°. Nel complesso delle operazioni effettuate a Piombino, lo sbraccio massimo richiesto alla gru cingolata è culminato nella quota di 42 metri in orizzontale, con carichi applicati di circa 1,5 t per plinti in calcestruzzo e misuratori di portata in linea. Con questa capacità versatile, quindi, la Sennebogen 683 E ha potuto trasferire un componente dopo l’altro della tubazione nella posizione più precisa richiesta dal montaggio di insediamento, con il risultato di un avanzamento rapido del piano di costruzione.
“Tutto è bene quel che comincia e finisce bene“, è il commento soddisfatto di Raffaele Abbruzzese, operatore al comando della Sennebogen 683 E, rimarcando le prestazioni e la sicurezza in cantiere della gru cingolata. L’esperienza operativa di Abbruzzese con diverse gru Sennebogen è un bagaglio di esperienza
che porta alla conferma più brillante "La 683 E è dotata di argani robusti, con elevate capacità di sollevamento applicata a tutta la gamma di lavorazioni previste - commenta il veterano di Max Streicher - È una gru facile da usare e, inoltre, io mi
sento sempre al sicuro perché è molto stabile, anche in posizioni inclinate sui terreni più irregolari. Dopo i risultati ottenuti in questo cantiere di Piombino, non posso che promuoverla a pieni voti!”.
Bagliori elettrici dal West
Nuovi modelli, tecnologie e soluzioni. Ma, soprattutto, una prospettiva annunciata a Conexpo 2023 che non lascia adito a dubbi.
Il futuro della gamma sarà full electric e la strategia dei prossimi anni seguirà un’avanguardia rivoluzionaria per l’intero settore
Èl’alba di una nuova era a Huston, in Texas, sede statunitense di Tadano Group. Dal palco di Conexpo 2023 è arrivata la conferma definitiva. Per le gru mobili del marchio giapponese, è tempo di cambiare definitivamente. Nel cuore, che diventa elettrico, come conferma Dean Barley, CEO di Tadano America Corporation, convinto sostenitore dell’aspetto più importante legato alla svolta OneTadano su scala worldwide del gruppo - insieme alla razionalizzazione in senso unitario delle serie, al lancio di nuovi modelli e alla razionalizzazione delle attività di vendita e assistenza sul territorio americano. Con l’iniziativa che va sotto il nome di Tadano Green Solutions, il Gruppo giapponese concretizza il suo impegno su una produzione a venire improntata al rispetto dell’ambiente, con l’obiettivo di diventare completamente climate-neutral entro il 2050, seguendo Il nuovo slogan
Percorso coerente di progetti
Non solo gru fuoristrada, comunque, per il nuovo corso elettrico di Tadano. Dal cilindro progettuale, infatti, l’azienda sta per estrarre una novità clamorosa: una lattice boom crane elettrificata che riguarda il modello di punta CC 88.1600-1. Per il mercato giapponese, è in fase di sviluppo, invece, una piattaforma di lavoro aerea elettrica autocarrata. In questo momento è in fase di test del prototipo. Elettrici saranno sia la traslazione che il sollevamento, con un’altezza massima di lavoro di 17,1 m. Partner nello sviluppo del progetto, l’azienda australiana SEA Electric, specialista nell’elettrificazione di camion e autobus.
"La nostra vera missione: zero emissioni”. Alla kermesse di Las Vegas, Tadano ha mostrato le proprie carte, a partire dalla nuova gru fuoristrada full-electric GR1000XLL EVOLT e la nuova unità di potenza ausiliaria APU applicata al modello GR-800XL-4.
Un progetto iniziato ad aprile 2021, quello che ha portato alla nascita della nuova gru GR-1000XLL EVOLT, alimentata elettricamente a batteria, con un’offerta prestazionale e capacitiva da 90,7 tonnellate, analoga alla sua controparte diesel, ma con tutti i vantaggi aggiunti-
vi derivanti dall'assenza di emissioni di CO2 e dalla bassa rumorosità in cantiere. Autonomia di nove ore con una singola carica, e un tempo di ricarica di appena due ore, con una ricarica rapida tramite connessione US-Combo CCS1, mentre occorrono sole sette ore per una ricarica normale, tramite connessione trifase a 240 Vca. È equipaggiata con un potente motore elettrico, che eroga un massimo di 194 kW, mettendo a disposizione della gru una capacità di sollevamento e una velocità operativa equivalenti alle prestazioni della sorella gemella diesel, il modello GR-1000XLL-4. Il modello presentato come prototipo in occasione di ConExpo, verrà lanciato sul mercato nel 2024, inizialmente dei mercati panamericani.
Intanto, nel mercato giapponese, Tadano sta introducendo una nuova gru fuoristrada full electric, la GR-250N EVOLT, che dà il suo meglio durante gli spostamenti con condizioni di manto stradale proibitive.
La gru può arrivare alla velocità di 49 km/h, riuscen -
do così ad affrontare necessità urgenti di trasferimento tra cantieri diversi, anche lontani l’uno dall’altro, in tempi rapidi. Anche il tempo di ricarica delle batterie è veloce. Due ore e mezza di ricarica con il sistema CHAdeMO - mentre è possibile utilizzare la gru senza limiti se si lavora in modalità plug-in con un gruppo di alimentazione esterno.
Veniamo ora alla terza novità importante
tata da Tadano alla kermesse statunitense, ovvero l’unita di potenza ausiliaria (APU). In allestimento sulla gru fuoristrada GR-800XL-4, è attualmente prevista come accessorio opzionale per i nuovi ordini del modello Tadano Rough Terrain GR-1000XLL e per il modello di truck crane GT-1000XL-4, negli Usa e in Canada. Il motore a due cilindri da 9 HP dell'unità presenta consumi di carburante estremamente bassi, di soli 0,76 litri di diesel all'ora. Con una potenza in uscita di 972 W, l'APU è in grado di fornire alimentazione elettrica per numerose importanti funzioni della gru mentre il motore di bordo è spento. Funzionalità che includono i fari, le luci di segnalazione ostacoli al volo, i tergicristalli per il parabrezza e il tetto, la climatizzazione, l'uscita USB e naturalmente le cruciali funzioni di visualizzazione nella cabina di guida. Si stima che aggiungendo l'APU alla gru per far funzionare la climatizzazione e l'alimentazione della cabina durante le pause, l'uso del carburante viene ridotto del 25% e anche le emissioni risultano abbattute.
In questo 2023, Tadano ha arricchito il suo portafoglio per Stati Uniti e Canada con due nuove gru autocarrate, il modello Tadano GT-1200XL-2 da 108,8 tonnellate e il modello GT-800XL-2 da 72,5 tonnellate. Il modello GT-1200XL-2 in esposizione a Las Vegas è dotato di un motore diesel Cummins da 500 HP (373 kW), una cabina spaziosa e sospensioni pneumatiche anteriori e posteriori indipendenti, per un comfort di guida
superiore. L'ampio interasse aiuta a ridurre i carichi assiali, permettendo alla macchina di spostarsi rapidamente da un cantiere all'altro senza dover richiedere alcuna autorizzazione o facendolo con un semplice permesso. La gru presenta un nuovo design del braccio, con fissaggio a mezzo spine in cinque sezioni, con lunghezze che vanno da 12,5 a 51 m e falconi disponibili in lunghezze da 10 a 17,7 metri.
Due regine per Niella Tanaro
Lo stabilimento
è
per la strategia di mercato del gruppo americano. In produzione arrivano ora le autogrù fuoristrada Grove GRT8120 e GRT8100-1, a ribadirne il punto di riferimento per Europa, Medio Oriente, Africa e Asia-Pacifico
La notizia è di quelle che innalzano l’orgoglio nazionale, per l’importanza attribuita a uno stabilimento storico e sempre più strategico nel futuro di Manitowoc Crane Group. Ma all’orgoglio va anteposta senz’altro la consapevolezza di un valo-
re tecnologico superiore, insito ormai da anni nel polo produttivo di Niella Tanaro. Veniamo subito all’annuncio ufficiale: nella fabbrica cuneese nasceranno le due nuove fuoristrada Grove GRT8120 e GRT8100-1, create per coprire il segmento di gamma delle 100-120 tonnel-
cuneese
sempre più importante
late nell’ambito del marchio di MCG dedicato alle autogrù.
La scelta di trasferire a Niella Tanaro la produzione della GRT8120 - originariamente realizzata negli Stati Uniti - ribadisce dunque quanto sia strategica la posizione del nostro paese in un’area di mercato che spazia dall’Europa al Medio Oriente passando per Africa e Asia. Nello spirito di ottimizzazione del pro-
cesso di fabbrica adottato da Manitowoc, che vede macchine di differente classe e categoria condividere la medesima componentistica, alla GRT8120, nello stabilimento di Niella Tanaro sarà abbinata la produzione della nuova GRT8100-1.
Consideriamole in dettaglio, dunque, queste due nuove protagoniste della produzione made in Italy di Niella Tanaro.
La Grove GRT8120, con 60 tonnellate di
peso operativo, un braccio da 60 metri, una capacità nominale di 120 tonnellate e un’altezza massima in punta di 80,8 metri rappresenta un vertice autentico nella propria classe di appartenenza, nel novero delle autogrù fuoristrada a due assi (costituiti da solide sezioni in acciaio microlegato ad alta resistenza). Recentemente aggiornata alle normative Euromot 5 in materia di emissioni, la Grove GRT8120
è implementata nella propulsione da un motore esacilindrico diesel Cummins B6.7 da 6,7 litri turbocompresso con sistema all in one per l’abbattimento dei gas di scarico. Inoltre, la nuova trasmissione Dana D14 a sei rapporti (tre marce per due velocità sia in avanti che in retromarcia), in combinazione con il propulsore, permette di ottenere una riduzione del 30% dei consumi in modalità Eco. Sull’assale anteriore troviamo un asse di guida/sterzo con mozzo di riduzione differenziale e epicicloidale montato rigidamente sul telaio, mentre sul posteriore un guida/sterzo con mozzo di riduzione differenziale e epicicloidale montato in questo caso su culla oscillante. La sterzatura idraulica totalmente indipendente consente le consuete quattro modalità di marcia Grove - solo anteriore, solo po-
steriore, coordinata e a granchio. Uno dei punti di forza della macchina è il sistema di stabilizzazione, composto da quattro stabilizzatori a sfilo singolo e azionamento idraulico con doppie scatole portatravi e cilindri verticali a stelo rovesciato con valvole di blocco integrale, che integra alcune soluzioni tecniche di notevole interesse, come il sistema di monitoraggio stabilizzatori OMS (già visto su altri modelli Grove e gestito tramite sensori integrati nei cilindri). Il sistema opzionale MAXbase per l'apertura variabile e asimmetrica degli stabilizzatori affianca le tre configurazioni tradizionali di lavoro (0%, 50% e 100%), consentendo una gestione flessibile della stessa stabilizzazione e un’ottimizzazione delle portate.
L’esclusivo braccio Megaform a sette sezioni è estensibile da 11,3 a 60 metri ed
è basato su un sistema di spinatura TwinLock saldato a laser ibrido, secondo un’architettura costruttiva che coniuga solidità e leggerezza a livelli di eccellenza, incrementando la portata utile della macchina. Il braccio è allestito con jib tralicciato da 10,5-17,6 m, alloggiabile lungo la sezione del braccio e inclinabile manualmente o idraulicamente dalla cabina, che consente di raggiungere una altezza massima in punta di 80,8 metri.
La gestione della macchina è affidata al collaudato sistema di controllo Manitowoc CCS – Crane Control System, che sulla GRT 8120 pur mantenendo l’intuitiva interfaccia già utilizzata su altri modelli, si presenta con alcune interessanti novità. Innanzitutto, i display sono inclinabili e trattati con un rivestimento anti-riflesso. I joystick e il selet-
tore Jog Dial sono installati sui braccioli che possono essere spostati a vantaggio dell’ergonomia. Una procedura guidata, offerta dal sistema, rende l'avvio della macchina estremamente rapido (circa cinque secondi). Va rilevato anche il miglioramento delle capacità diagnostiche, con l’integrazione ai codici numerici di anomalia una descrizione dell'errore a bordo macchina e la possibilità di eseguire operazioni come il reset allo zero dei movimenti del braccio in remoto, senza intervento fisico del tecnico in cantiere, a tutto vantaggio di tempi di intervento e disponibilità della macchina.
Interessanti anche le novità di una cabina ampliata nelle dimensioni e nella configurazione. L’allestimento della macchina è ancora più rapido e semplificato grazie ai sistemi di livellamento e stabilizzazione automatici e al contrappeso installabile e rimovibile idraulicamente. La nuova Grove GRT 8120, insomma, è una macchina pensata per cantieri stazionari di lunga durata, come impianti produttivi, cantieri navali, installazioni nel settore Oil & Gas, dove la fuoristrada da 120 ton di Manitowoc può far valere tutte le sue doti in termini di versatilità di allestimento e posizionamento, altezze operative e capacità di tiro e i vantaggi di una gru fuoristrada.
La “sorella minore” GRT 8100-1 (che sostituirà nella produzione di Niella Tanaro la precedente GRT8100), condivide con la GRT8120 il telaio e gran parte delle soluzioni tecnologiche e costruttive. A differenziarle sono la lunghezza del braccio, da 12 a 47 metri, l’altezza massima in punta di 72,9 metri, la capacità nominale di 100 tonnellate e la tipologia del braccio, che nella GRT8100 è un tradizionale Full Power a cinque sezioni con sfilamento idraulico sequenziale sincronizzato. A testimoniare la convinzione dei tecnici Grove circa l’affidabilità complessiva del progetto, entrambe le macchine sono coperte da una garanzia di due anni. All’Italia di Niella Tanaro non resta che dare il benvenuto alle due nuove campionesse in produzione, pronte a conquistare il mercato europeo del Mediterraneo, per proseguire anche oltre la propria avventura di successo.
Con un ponte sulle spalle
Èpossibile sollevare e installare direttamente in cantiere un’infrastruttura sospesa come un’impalcato, assemblato in un corpo unico, in tempi estremamente brevi e con difficoltà operative minime nonostante la complessa logistica degli spazi a disposizione? A darvi la risposta più efficace a questa domanda tecnica è l’impresa Aertssen Cranes, con sede ad Anversa, che ha completato l’installazione di un nuovo ponte ferroviario per Eiffage Génie Civil a Laudun L’Ardoise, vicino ad Avignone, utilizzando un sistema jack-up Enerpac JS-250 per sollevare l’impalcato da 220 tonnellate prima di insediare i moduli SPMT per il trasporto successivo. La stabilità del sistema di sollevamento con jack-up ha permesso di continuare i preparativi per l’installazione del ponte senza interruzioni, anche in presenza di venti forti.
L’impalcato del ponte - della lunghezza di 24,8 metri per una larghezza di 4,8 - è stato assemblato in loco, tramite l’insediamento su due travi di testa. Lavorare a livello del suolo anziché in altezza ha garantito un ambiente di lavoro più sicuro. Aertssen Cranes è stata incaricata di posizionare prima due spalle, ciascuna del peso di 350 tonnellate, e poi di installare l’impalcato del ponte, nel corso di un fine settimana. I tempi stretti e il cantiere angusto hanno consigliato l’impiego del sistema jack-up JS-250 come tecnologia di sollevamento più efficiente. Le due travi di sollevamento JS-250 sono state colle-
Aertssen Cranes ha completato l’installazione di una nuova infrastruttura ferroviaria a Laudun L’Ardoise, vicino ad Avignone, utilizzando un sistema jack-up JS-250 per sollevare l’impalcato da 220 tonnellate
Torri agili su cilindri
Il sistema jack-up Enerpac Serie JS è un modulo di sollevamento multipunto che comprende quattro torri jack-up, una posizionata sotto ogni angolo del carico. Il telaio di sollevamento di ogni torre jack-up contiene quattro cilindri idraulici, che sollevano e impilano i barili di acciaio. Il carico viene sollevato a scatti, mentre i barili vengono inseriti tramite un sistema automatizzato e impilati, formando le torri di sollevamento. Gestite da un unico operatore, le operazioni di sollevamento e abbassamento di ciascuna torre avvengono simultaneamente, mentre la tecnologia sincrona del jack-up mantiene l’equilibrio del carico.
gate alle travi di testata che sostengono l’impalcato del ponte con imbracature rotonde in corda sintetica. Poi è stato sollevato a 10 metri, alzando il ponte a 7,8 metri. Un SPMT dotato di martinetti di sollevamento è stato posizionato sotto il ponte. Dopo l’abbassamento sull’SPMT, il ponte è stato trasportato e installato sulle spalle.
“L’ingombro ridotto del sistema jack-up JS-250 lo rende vantaggioso
per l’uso in un cantiere ristretto come quello che avevamo qui – ha spiegato Manuel Aertssen, business development manager di Aertssen Group – Su richiesta dell’appaltatore principale, dovevamo eseguire un sollevamento di prova di tutte le nostre attrezzature 48 ore prima dell’installazione finale con gli SPMT. A causa dei forti venti, siamo stati in grado di abbassare il ponte a un’altezza più sicura, senza perdere
tempo prezioso durante i preparativi per l’installazione finale”.
La stabilità del sistema di sollevamento jack-up JS-250 ha permesso di continuare i preparativi per l’installazione del ponte senza interruzioni, anche in presenza di venti forti che non sarebbero stati accettabili e avrebbero causato ritardi, se si fossero utilizzati metodi di sollevamento tradizionali con le gru.
Gru Edili
Cortesia dell’ospite
Idraulica a montaggio rapido, la L1-32 assume il ruolo di coadiutore affidabile nella ricostruzione di un vecchio edificio in Abruzzo, danneggiato dal terremoto del 2009.
Discreta, efficiente e dalle minime esigenze logistiche
Non ci si accorge quasi della sua presenza, quando si cammina tra le anguste stradine di Goriano Valli, nel territorio di Tione degli Abruzzi compreso nella provincia dell’Aquila. Eppure svetta con magnificenza al sole, sopra gli edifici di questo tranquillo villaggio di montagna. Stiamo parlando della gru automontante L1-32 di Liebherr, con un’altezza al gancio di 21,3 metri, allestita per la ricostruzione di un edificio residenziale storico, in questa parte del Centro Italia che porta ancora nel suo cuore abitato, nelle case e nei palazzi, le ferite non rimarginate dal terremoto del 2009 in Abruzzo. Le condizioni ristrette del cantiere e i vari carichi richiedevano agli operatori una macchina da can-
tiere compatta e potente. Per il modello L1-32 , di proprietà dell’impresa Iarossi Enrico & C. Sas, quella di Goriano Valli ha costituito l’intervento d’esordio della propria storia operativa. “L'azienda ha acquistato da noi l'L1-32 appositamente per questo lavoro ed è particolarmente entusiasta dell'affidabilità e della silenziosità di guida della gru - dichiara Tania Colatriano, amministratore delegato di Colatriano Group, il concessionario Liebherr locale - La gru offre una portata massima di 4.000 kg e una capacità di carico in punta di 1.050 kg a 30 m di sbraccio. Queste caratteristiche di potenza rendono la gru particolarmente adatta alla costruzione e alla ristrutturazione di grandi case unifamiliari come di piccole unità
multifamiliari”. Grazie alla sofisticata tecnologia di comando e di azionamento, questo modello automontante Liebherr può essere manovrato in modo efficiente e con estrema semplicità. Ad esempio, la funzione Speed2Lift consente di risparmiare tempo durante la movimentazione dei carichi perché seleziona sempre in modalità automatica la velocità massima possibile in relazione alla capacità sfruttata della gru. Il sistema di assistenza Micromove assicura che il carico venga posizionato in modo preciso e sicuro; inoltre, il gruista ha sempre a disposizione tutte le informazioni in evidenza sul telecomando, dotato di un display grafico.
Considerando le operazioni realizzate effettivamente in cantiere, la Liebherr L1-32 di Iarossi ha movimentato diversi materiali - mattoni, componenti per la ristrutturazione del tetto, elementi in legno. "Grazie ai suoi sistemi di azionamento progressivo, la gru ha mostrato buone caratteristiche di guida ed è risultata molto silenziosa durante le sessioni di lavoro”, conferma Enrico Iarossi, amministratore delegato dell’impresa. Un silenzio opportuno per un cantiere che si trova nel cuore della riserva naturale del Parco Regionale Sirente-Velino. L'edificio ricostruito è noto come Consorzio Palazzo Angelantoni 1700 ed è stato edificato nel XVIII secolo. In origine, ospitava una delle prime farmacie conosciute nella regione mentre attualmente è adibito a residenza privata, con alcune camere per gli ospiti e un ristorante. In un contesto così sensibile sotto il
profilo urbanistico, per sfruttare al meglio il raggio d'azione della gru, si è deciso per il montaggio della struttura nel cortile interno, dove tuttavia lo spazio risultava oltremodo angusto. In questa situazione, il raggio di rotazione ridotto della L1-32, pari a soli 2,2 metri, si è rivelato utile. Come accade tipicamente nei piccoli borghi d’Italia, le strade di accesso al cantiere erano altrettanto strette. Grazie al passo delle ruote compatto e alla lunghezza complessiva di 13,3 m quando la gru è ripiegata, è stato facile per la squadra Iarossi far passare l’automontante attraverso i vicoli e riportarla in assetto di trasporto fino alla sede aziendale.
"Siamo rimasti completamente soddisfatti e non vediamo l'ora di pianificare nuovi interventi con la nostra nuova L1-32 - assicura il contitolare dell’impresa, Carlo Iarossi - Va precisato che questa gru è stata utilizzata nel cantiere di Goriano Valli dal 2020 fino alla fine del 2022. Quindi parliamo già di una macchina che ha dato prova di maturità operativa in tutti i sensi, a lungo termine”.
Automontante per due protagonisti
Compattezza e potenza sono le parole adatte a descrivere la fiducia che ispirano le gru automontanti della serie L1. Oltre al modello L1-32, questa serie Liebherr comprende anche il modello L1-24 con una capacità di sollevamento massima di 2.500 kg e capacità di sbraccio da 25 o 27 m. Il Gruppo Colatriano - con sede a Città Sant'Angelo (Abruzzo) - conosce bene questi dati di eccellenza. Fondato nel 1985, il proprio core business rimane ancora oggi quello della vendita e del noleggio di macchine edili in Abruzzo, Molise e Marche. Inoltre, l'azienda offre servizi con personale di assistenza qualificato per l’assistenza funzionale alle stesse macchine da cantiere. Da oltre 50 anni l'impresa di costruzioni Iarossi Enrico & C. Sas, con sedi a Goriano Valli e a San Demetrio, in provincia dell’Aquila, opera nell’edilizia residenziale, nelle ristrutturazioni e nel restauro di edifici storici, in tutto il territorio abruzzese, con molti anni di esperienza nella realizzazione di edifici antisismici.
Un dealer prima
Il gruppo di Scandiano (Re) diventa distributore nazionale del costruttore inglese per le serie Access e Teletruk.
Un sodalizio che rappresenta l’autentica svolta di mercato, in Italia, nel settore delle piattaforme e dei carrelli telescopici
Per EA Group, i primi mesi del 2023 hanno portato il valore eccezionale di un grande accordo distributivo. L’azienda di Scandiano (Re), specializzata in vendita, assistenza e consulenza per tipologie diversificate di carrelli elevatori, ha stipulato una partnership esclusiva con JCB. Da febbraio, quindi, sulla base di questo sodalizio, EA Group è distributore ufficiale - su tutto il territorio nazionaledelle linee di piattaforme aeree semoventi elettrice, a pantografo e articolate (due serie che rientrano nella gamma Access del produttore internazionale), oltre che della tipologia Teletruk-E, l’ormai noto carrello elevatore telescopico (in versione elettrica) che abbina i vantaggi specifici di un autentico telehandler compatto e di un forklift industriale.
Un logo EA rinnovato con nuovi colori saluta oggi la nuova avventura commerciale del gruppo emiliano, con l’importante
corollario di un’area dimostrativa dove i clienti potranno provare i nuovi modelli JCB.
Il segmento della linea Access offerto al pubblico da EA Group comprende otto modelli di scissor elettrici da 4,6 a 13,8 m operativi (le altezze sono riferite al piano di calpestio), con capacità da 230 a 450 kg e dimensioni naturalmente compatte (larghezza complessiva da 760 fino a 1.250 mm).
Sei di questi modelli di PLE elettriche sono certificati anche per l’uso all’aperto e due sono abilitati al normale trasporto stradale con veicolo commerciale. Riguardo ai modelli di PLE articolate, la disponibilità per la distribuzione EA Group è annunciata per la metà dell’anno; nel frattempo, l’azienda di Scandiano ha annunciato un’anteprima al prossimo GIS di Piacenza (le Giornate Italiane del Sollevamento che si terranno dal 5 al 7 ottobre prossimi) per i primi due modelli di PLE
rio
articolate JCB in arrivo nella disponibilità di vendita dell’azienda reggiana.
L’altro “pièce de résistance” JCB che i clienti di EA Group potranno apprezzare è l’ormai famoso Teletruk, lanciato nella sua versione a propulsione termica convenzionale nel 1997. Si tratta, come molti sanno, di un un carrello elevatore estremamente compatto, dalla struttura di sollevamento mutuata dal sollevatore telescopico - con un braccio sfilabile fino ai 2 m che permette di sfruttare al massimo gli spazi di stoccaggio in magazzino, riducendo i tempi tecnici durante le operazioni di carico e scarico di camion, furgoni e container. L’assenza del montante frontale garantisce all’operatore una visibilità eccellente e un controllo preciso del materiale prelevato, in qualsiasi ambiente e applicazione.
In definitiva, EA Group estende la propria gamma di macchine e servizi, con un accordo prestigioso a tutto vantaggio di una clientela italiana esigente e sempre più diversificata, ampliando il core business attuale - basato sulle linee di prodotto dei carrelli elevatori multidirezionali e speciali - e aggiungendo un ulteriore dinamica specializzata al proprio servizio di assistenza tecnica e manutenzione post-vendita.
Luce CREATIVA
Carattere, simpatia e decisione. Tre aggettivi per descrivere un’impressione chiara su Silvia Faresin, vicepresidente di Faresin Industries e seconda generazione impreditoriale di un’avventura che oggi scrive nuovi capitoli sul libro internazionale delle costruzioni. La storia di Faresin Industries è lunga e complessa e noi di Sollevare abbiamo voluto ripercorrerne lo spirito insieme alla donna che inter-
preta oggi la nuova onda di innovazione del marchio di Breganze (Vi), nella guida consapevole di prodotti e strategie verso un futuro di efficienza sostenibile. Declinato, naturalmente, alla gamma di sollevatori telescopici elettrici che sta conquistando gli operatori di tutto il mondo.
Silvia, innanzitutto una breve introduzione che ci pare doverosa. La presidenza di Faresin Industries appartiene
ancora oggi a tuo padre Sante Faresin, fondatore e anima direttrice dell’azienda. Tu, insieme a tua sorella Giulia, siete la nuova forza dinamica del gruppo sul fronte della sostenibilità. La sostenibilità è la spina dorsale della strategia di sviluppo di Faresin Industries. Un concetto già presente nel DNA del marchio, grazie a una cultura della circolarità ereditata dal territorio, che abbiamo implementato nella nostra strate-
Mentre i sollevatori telescopici di Breganze dettano il passo della sostenibilità nelle costruzioni come nell’agricoltura, Silvia Faresin, vicepresidente del gruppo vicentino, rivela le dinamiche di ricerca e sviluppo che ne contraddistinguono il successo
gia industriale. Questa scelta di cambiamento è maturata in seguito a un’analisi del mercato nel contesto della trasformazione globale in atto - non solo nell’economia e nell’industria ma anche negli stili di vita, nei consumi e nelle tecnologie adottate. Oggi Faresin Industries è costituita da due business unit sono due, una dedicata ai carri miscelatori per l’agricoltura e l’altra ai sollevatori telescopici. La nostra storia nasce dal mondo agricolo e
i carri miscelatori per l’alimentazione del bestiame nelle stalle hanno costituito il prodotto cardine dell’azienda fin dall’inizio. Dall’agricoltura, il nostro modo di ragionare improntato alla circolarità ha portato a un’evoluzione in direzione della sostenibilità. Nel 2015, partendo
proprio dall’agricoltura e dall’attenzione all’ambiente - seguita con una nuova sensibilità soprattutto nei mercati del nord Europa - abbiamo sviluppato e presentato i primi modelli di carri miscelatori elettrici, dedicandoci successivamente allo studio approfondito dell’elettrifica-
zione applicata ai sollevatori telescopici, una tipologia di macchina impiegata con sempre maggiore frequenza nell’agricoltura e nell’edilizia.
Parlando proprio dei sollevatori telescopici, qual è la peculiarità, il valore aggiunto che Faresin oggi detiene rispetto ad altri competitor che si affacciano solo ora al mondo delle macchine operatrici a funzionalità completamente elettrica?
L’altissimo contenuto di ricerca e sviluppo è il vantaggio competitivo principale delle macchine Faresin. I nostri prodotti,
infatti, coniugano con efficacia e concretezza la nostra capacità industriale con le più avanzate innovazioni tecnologiche. Fin dall’inizio abbiamo utilizzato una tecnologia made in Faresin, ossia sviluppata completamente all’interno del nostro stabilimento di Breganze e studiata appositamente in base alle caratteristiche dinamiche dei nostri sollevatori telescopici. A cinque anni dall’esordio dei nostri telehandler full electric, ormai la nostra tecnologia è rodata e consolidata in tutto il mondo, grazie al grande numero di unità vendute e ai feedback ricevuti dal mercato.
Già il sollevatore full electric 6.26 - che abbiamo potuto ammirare all’ultimo Bauma in versione completamente rinnovata - aveva conquistato il mercato europeo a partire dal lancio ufficiale, avvenuto sempre a Monaco nel 2019. Oggi, dopo il lancio al Bauma 2022 della linea Big Range, vi apprestate a conquistare gli operatori Construction con una gamma di sollevatori di medio-grande portata. Quali sono le vostre aspettative commerciali, a livello globale, dopo questo esordio?
La nuova serie Big Range Full Electric ha suscitato fin da subito un grande in-
teresse. Solo nei primi giorni di fiera, a Monaco, sono state vendute molte unità a diversi clienti, specialmente inglesi. Nel Regno Unito, infatti, le macchine elettriche sono molto richieste in ragione delle severe leggi anti-inquinamento nei centri storici. A distanza di qualche mese, l’interesse non è calato, anzi. Continuano ad arrivare richieste da ogni area di mercato continentale. Stiamo parlando dell’unica tipologia di sollevatore telescopico completamente elettrica, che costituisce ancora un unicum nel suo genere. Nessun competitor infatti ha mai lanciato un telescopico elettrico ad alta capacità con stabilizzatori frontali e una lunghezza del braccio fino ai 17 m.
Avete già a disposizione dati comparativi tra le prestazioni dei modelli Big Range Full Electric e quelle dei sollevatori della stessa classe operativa, a propulsione termica, già impiegati in cantiere?
Le prestazioni dei modelli della gamma Big Range Full Electric sono state ben definite già nella fase di progettazione e sviluppo della macchina ed hanno rappresentato il punto di partenza del progetto. I nuovi sollevatori elettrici presentano prestazioni del tutto simili ai rispettivi modelli a propulsione termica, mantenendo un'autonomia sufficiente a completare almeno un'intera giornata di lavoro in cantiere.
Dopo i primi tre modelli della linea Big Range (14.42, 17.40 e 17.45), quale sarà il futuro sviluppo della gamma?
Il nostro obiettivo è quello di elettrificare l’intera gamma dei nostri sollevatori telescopici, a partire dalla fascia operativa che riguarda l’edilizia. Prevediamo, infatti, che in futuro tutti gli stati inaspriranno le misure anti-inquinamento nei cantieri, sia nei centri abitati sia fuori dalle città. È una tendenza che ha già preso piede nel Regno Unito e in alcune
aree della Germania, dove questa politica sostenibile rappresenta ormai una realtà consolidata, quasi un’esigenza sociale non rinviabile. Anche in Italia ci sono passi avanti in tal senso, ma sicuramente la strada normativa e culturale (per gli operatori del settore) prevede ancora un percorso lungo.
Qual è stata l’intuizione che ha portato allo sviluppo del nuovo powerpack di batterie agli ioni di litio ad alto voltaggio? Come avete fatto a trasformare uno dei punti deboli dei mezzi di cantiere elettrificati (ovvero la disponibilità asimmetrica di diversi sistemi di alimentazione) in un punto di forza che sancisce una svolta tecnologica mai vista prima ed una grande risorsa in termini di flessibilità di ricarica? Da cinque anni ormai siamo protagonisti in primo piano nel mondo dei sollevatori telescopici elettrici. In tutto questo tempo, ci siamo concentrati a raccogliere i
feedback che ci sono arrivati dal mercato per migliorare la nostra offerta. Tra questi, la necessità di avere un’unica interfaccia plug-in per una maggiore compatibilità di ricarica nell’ambito di cantieri dalle caratteristiche diverse. Per questa esigenza primaria, il nostro dipartimento R&D ha lavorato con grande impegno per proporre al mercato la soluzione che aspettava, prendendo ispirazione dal mondo automotive. Per quanto riguarda le batterie ad alto voltaggio, si è trattato di una scelta quasi obbligata; l’obiettivo del progetto era quello di mantenere le stesse prestazioni dei modelli di sollevatore telescopico a motore endotermico, ottenendo una buona autonomia di lavoro e conservando dimensioni contenute per il powerpack, che doveva integrarsi a un layout della macchina già esistente.
Suo padre, Sante Faresin, è tuttora il presidente e la guida della società. Lei e sua sorella Giulia rappresentate una solida eredità familiare, anche in ter-
mini di competenza e passione. Che significato ha per voi il termine di “passaggio del testimone” fra generazioni? Non mi è mai piaciuto questo termine. Noi tutti, nella famiglia Faresin, preferiamo il concetto di “convivenza generazionale”. Le seconde generazioni non avranno mai il piglio, il genio e la forza del fondatore. È un traguardo che, per definizione, non si può eguagliare. Quello a cui puntiamo è l’esercizio di uno stile già consolidato, un flusso continuo, placido e armonioso di conoscenze e competenze, in cui noi - parlo di me e di Giulia, che seguiamo la missione fondata da nostro padre - possiamo traghettare l’azienda nel delicato passaggio tra l’impronta, diciamo così, “padronale” e quella manageriale. Dobbiamo coadiuvare l’esperienza del passato, mantenere l’intuito industriale della prima generazione con gli strumenti che abbiamo oggi a nostra disposizione, per migliorare sempre di più la gestione dell’azienda. Senza mai tradire i valori fondanti, ma con tutta la competenza e
le nuove possibilità gestionali che abbiamo in più, in questo momento storico. Le persone, poi, fanno la differenza. In un mondo in cui sembrano così lontani concetti come fedeltà e lealtà aziendale, noi siamo così fortunati da poter contare su un team coeso e sereno. Stiamo lavorando molto su questo. Abbiamo lanciato una Academy, per testare le soft skills dei nostri collaboratori; presto partirà la seconda edizione di questa bella iniziativa. Vorrei parlare ancora di mio padre, il nostro presidente. Ha un dono unico. È capace di essere in un luogo, fisicamente, e allo stesso tempo gestire, coordinare e pensare altre attività contemporaneamente. Sempre in modo impeccabile e con la massima concentrazione. Oggi si parla molto di multitasking; una volta non esisteva un termine per descrivere una qualità così straordinaria, ma personalità come quelle di mio padre avevano già conferito un significato ben preciso alla modernità di un management capace e illuminato.
Parterre
de Rois
Innovation Awards
L’affermazione del sollevatore 30.7 ai
Non c’è dubbio sul fatto che il sollevatore telescopico 30.7 di Merlo - tra i vincitori del Samoter Innovation Award - costituisca un punto di arrivo della ricerca tecnologica, nel segmento di prodotto dei telehandler. L’affermazione di questo modello nella categoria Sollevatori Telescopici Compact è motivata dalla “soluzione originale e funzionale inerente la sicurezza e il comfort”, secondo la giuria del premio. E le ragioni per confermarla sono diverse, a partire dal fatto che il sollevatore compatto 30.7 è nato proprio con l’obiettivo progettuale dichiarato di voler innalzare gli standard di sicurezza nella propria categoria operativa - un obiettivo implementato con alcuni sistemi di gestione che rendono unica sul mercato questa macchina per il cantiere e per le applicazioni industriali.
Proprio il 30.7 può essere preso a simbolo della kermesse in grande stile di Merlo a Samoter 2023, in uno spazio che ha arricchito la sensazione di “gradito ritorno” della fiera internazionale veronese dedicata alle macchine da costruzione. Accanto al sollevatore da premio, un posto di rilievo l’hanno occupato senz’altro i nuovi modelli Roto (50.16 e 50.16S, 50.18 e 50.18S, 50.22S e S Plus, 50.27S e S Plus) che testimoniano il raggiungimento dell’obiettivo principe: quello di migliorare i diagrammi di carico e incrementare performance e funzionalità, mantenendo le dimensioni compatte. Nel range del limite di portata massima a 4.950 kg per la fascia medio-piccola, i
nuovi sollevatori sono valorizzati dalla dotazione di un monitor digitale in cabina e dall’incremento di velocità fino ai 40 km/h come caratteristiche inedite di base. Movimenti di salita/ discesa, e di sfilo/rientro, combinati con fluidità, una precisione dei movimenti di 20 centimetri in fase di avvio - ridotti a 10 durante la movimentazione - rilevano altrettante caratteristiche dinamiche importanti (corroborate con il set-point a comando sequenziale e polare che permette di riportare l'attrezzatura in una determinata posizione memorizzata). Sempre per l’aspetto dinamico, vanno menzionati il rallentamento della discesa del braccio in funzione del carico e la rimozione del blocco totale, permettendo movimenti che non aggravano la struttura anche in caso di sovraccarico improvviso (nei modelli precedenti il blocco totale scattava oltre il 104% di percentuale di stabilità). Tra gli highlights di Samoter, non si può trascurare, naturalmente, l’e-Worker 2WD, il sollevatore telescopico Merlo a trazione completamente elettrica. I nuovi modelli 2WD sono equipaggiati con due motori elettrici montati direttamente sui riduttori delle ruote anteriori, a garanzia di una trazione frontale e della possibilità di modulare la potenza necessaria per i trasferimenti – soluzione che conferisce massima autonomia alla macchina stessa. La sterzatura dell’e-Worker 2WD avviene invece unicamente sulle ruote posteriori. Tutti i modelli e-Worker - unici sul mercato, in questo senso - possono essere allestiti con omologazione per la circolazione stradale, anche con la
Samoter
ha anticipato un’esposizione veronese degna della strategia di progresso avanzata del costruttore piemontese. Macchine a misura di operatore, moderne ed ergonomiche e una filosofia da “innovatori per tradizione” che segue l’eredità ideale del grande fondatore Amilcare
Tutti i valori dell’innovazione
Tra le ragioni dell’affermazione del modello 30.7 ai Samoter Innovation Award, vale la pena rimarcare alcune prerogative d’avanguardia che rivoluzionano indubbiamente il settore dei telehandler. Tra queste, il controllo della sicurezza attiva ASCS (Adaptive Stability Control System) che assicura una perfetta prevenzione dal rischio di ribaltamento della macchina nelle fasi di movimentazione di un carico. A seguire, il modulo di riconoscimento attivo della presenza di persone Merlo Active Personnel Safety, dotato di telecamere con obiettivo grandangolare: fornisce all’operatore una visione completa delle aree laterali e posteriori del sollevatore telescopico, durante le fasi di movimentazione. Il 30.7 può essere equipaggiato, inoltre, con illuminazione LED a 360° che consente una visibilità ottimale in ogni condizione di luce. La dotazione di serie con sistema MerloMobility 1.1 è un valore di programmazione funzionale del sollevatore telescopico in base alle esigenze operative o di sicurezza. Pièce de resistance del 30.7, la possibilità di essere equipaggiato con l'esclusiva Cabina Sospesa (CS) di brevetto Merlo, una soluzione tecnologica che massimizza il confort e assicura, anche in questo caso, un nuovo standard di sicurezza. Il sistema a bassa frequenza permette infatti la drastica riduzione delle vibrazioni all'interno dell'abitacolo e agevola l'assorbimento delle sollecitazioni trasmesse nelle fasi di trasferimento e lavoro anche su terreni sconnessi. In questo modo aumenta la capacità di controllo dell’operatore e si riduce il rischio di infortuni o lo sviluppo di patologie professionali legate a traumi vertebrali.
facoltà di traino per piccoli rimorchi agricoli. La trasmissione prevede tre modi di utilizzo (Eco, Power e Power+) e per massimizzarne l’efficienza, il sollevatore è dotato di frenata rigenerativa (a differenza di un convenzionale sistema di frenata dinamica, l’energia cinetica viene sfruttata e trasformata in energia elettrica immagazzinata nelle batterie). Sempre considerando l’autonomia conferita al sollevatore, l’assale posteriore è libero di oscillare fino a 7° e la pendenza massima superabile è del 12% a carico massimo. I mozzi delle ruote sono realizzati con angolo di sterzo fino a 85°, a beneficio di una eccezionale manovrabilità. In questo modo la macchina sterza praticamente “sul posto”, facendo perno sul pneumatico anteriore interno.
Il dispositivo Tac-lock - di serie su tutti i modelli - assicura il massimo comfort operativo, permettendo, tramite comando in cabina, il bloccaggio idraulico degli attrezzi. Ganci, pale da scavo, piattaforme, pinze, forche sono alcune dei numerosi attachment esclusivi Merlo, studiati appositamente per esaltare le prestazioni e incrementare la versatilità della macchina nelle differenti situazioni operative. La cabina è certificata ROPS e FOPS e tutti i modelli sono equipaggiati con sensori antiribaltamento integrati nell’assale posteriore (una soluzione che provvede alla stabilità più sicura). L'e-Worker 2WD è dotato dell'e-holder, sistema che assiste l’operatore nelle ripartenze in salita e impedisce al mezzo di muoversi quando si rilascia
il pedale dell’acceleratore su qualsiasi pendenza. Da ultimo, il nuovo e-Worker 2WD, come tutti i telescopici Merlo, può essere equipaggiato con Merlomobility, il sistema telematico che permette di geolocalizzare la macchina, gestire da remoto i confini geografici di operatività, valutarne il comportamento, eseguire diagnosi in tempo reale. Dal notevole stand Merlo, nel cuore del Padiglione 8 di Samoter 2023, si è evinta tutta la maturità di un piano industriale sempre più green che punta a superare i 10.000 sollevatori telescopici all'anno e a sviluppare nuove macchine caratterizzate da una sostenibilità perseguita come motore del futuro. Così prosegue oggi il gruppo Merlo, dopo la scomparsa del grande fondatore Amilcare - tra le figure chiave del settore e di tutta l’industria manifatturiera nazionale - con la forza di convinzione e l’eredità che rimangono salde nel quartiere generale di San Defendente di Cervasca, dove lo stabilimento copre ormai una superficie totale di quasi 350.000 m² e dal quale si diramano nove società interne specializzate e un’organizzazione, a livel-
lo mondiale, consolidata da sei filiali dirette (in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Polonia e Australia) corroborate da una rete distributiva di oltre 80 importatori e da 600 concessionari in grado di offrire una copertura capillare nella vendita, nell’assistenza e nella fornitura di ricambi. Il piano industriale 2022-2025 prosegue oggi secondo una strategia di “innovatori per tradizione” che ha caratterizzato la storia aziendale di successo del gruppo Merlo, migliorando performance e soluzioni a disposizione dei clienti. In parallelo al percorso verso l’elettrificazione, il piano quadriennale prevede il completamento della transizione verso i motori Stage V per tutta la gamma di prodotti (sollevatori telescopici, linea Cingo e TreEmme), mentre le aree di assemblaggio e produzione delle cabine verranno profondamente riviste, insieme al reparto di verniciatura. L'area di saldatura delle cabine sarà completamente automatizzata e, nel solco del perseguimento di una fabbrica 4.0, altri profondi cambiamenti interesseranno anche la logistica, con l’adozione di appositi software di gestione integrati con i fornitori.
A passo di sostenibilità
Il nuovo Regolamento Europeo delle Batterie è alle porte e trova l’azienda reggiana già pronta ad attuarne i principi e le dinamiche, a partire dai valori tangibili del BMS fino alla selezione dei materiali e alla scelta dei fornitori. Approfondiamo insieme a Marco Righi, CEO dell’azienda, quali saranno i principali requisiti che i produttori dovranno rispettare per garantire la sostenibilità della filiera
Ce la dovrebbero portare in dote proprio nell’imminenza del giugno 2023, l’attesa normativa europea che fornirà un preciso quadro di riferimento per il futuro sostenibile delle batterie. Il Regolamento Europeo varato per conferire sostenibilità alla filiera produttiva di questi componenti - integrando il progresso tecnologico delle batterie al minore impatto sull’ambiente - ora è un punto di riferimento preciso per ogni produttore chiamato a confrontarsi con requisiti, misure e specifiche attività da eseguire per poter commer-
cializzare qualsiasi tipologia di batteria nell’Unione europea. Il riferimento precedente era quello della Direttiva europea 2006/66/CE, ormai obsoleta - in ragione dello sviluppo tecnologico attuale del settore - e con una rilevante necessità di aggiornamento per poter regolamentare il corretto recupero e smaltimento degli accumulatori di ultima generazione.
La nuova EU Battery Regulation costituisce senz’altro una risposta moderna a garanzia della sostenibilità dell’intera catena del valore nel lungo periodo. Il testo definitivo del Regolamen-
to, concordato tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo, è stato evaso il 9 dicembre del 2022 e, una volta pubblicato, andrà a sostituire gradualmente la Direttiva precedente. Il CEO e fondatore di Flash Battery, Marco Righi, ci spiega che “i nuovi requisiti obbligatori riguarderanno per la prima volta l’intero ciclo di vita delle batterie al litio (dall’estrazione della materia prima, fino alla progettazione, produzione, l’etichettatura, la tracciabilità, la raccolta, il riciclo e il riutilizzo) e prevedono la suddivisione delle batterie in diversi gruppi, a seconda dell’applicazione per cui vengono progettate - Avranno, infatti, classificazioni specifiche le diverse tipologie di batterie portatili, le batterie adibite ai mezzi di trasporto leggeri, o ancora quelle per uso automotive, le batterie per veicoli ibridi o elettrici e, infine, batterie per uso industriale”.
I requisiti per le nuove batterie
Tra le disposizioni generali previste dal Regolamento, Righi ci menziona brevemente le principali, primo tra tutti il Battery Passport, il passaporto europeo della batteria: “Il Battery Passport prevede che dal maggio del 2026 ogni batteria con una capacità superiore ai 2kWh immessa sul mercato europeo dovrà possedere una registrazione elettronica, con relativo QR Code identificativo ed etichettatura CE (elementi che ne garantiranno la conformità ai requisiti di tracciabilità e sicurezza previsti dal Regolamento stesso). Il Battery Passport è un
vero e proprio documento di identità digitale che massimizza lo scambio di informazioni tra produttori, utilizzatori finali e operatori addetti al riciclo, fornendo informazioni riguardanti la carbon footprint dei processi produttivi, indicando le informazioni essenziali sulle batterie immesse sul mercato e sui loro requisiti di sostenibilità, fornendo dati sempre aggiornati sulla gestione delle batterie e sul loro stato di salute a chi si occupa del riciclo e agli operatori che ne favoriscono la second life. Oltre al Battery Passport, sempre dal maggio del 2026, tutte le tipologie di batterie immesse sul mercato dovranno possedere anche un’etichettatura CE. Si tratta di una marcatura conferita da un organismo di certificazione notificato, che indica che il prodotto è conforme ai requisiti UE in termini di sicurezza, salute e protezione ambientale. Questa dovrà essere apposta sulla batteria prima dell’immissione sul mercato e dovrà essere visibile, leggibile e indelebile sulla batteria stessa. L’etichettatura CE dovrà, inoltre, essere seguita dal numero identificativo dell’organismo certificatore ed essere accompagnata, se ritenuto necessario, da pittogrammi o altri marchi di pericolo correlati ad uso, storage, trasporto e trattamento della batteria”.
Il BMS, l’indicatore di salute delle batterie
Per permettere al Battery Passport di trarre informazioni sempre aggiornate sullo stato di salute delle batterie e sulla vita stimata di ogni sistema di accumulo a cui è associato, la proposta del nuovo Regolamento Europeo cita che da maggio 2024 ogni batteria dovrà obbligatoriamente essere dotata di un BMS (Battery Management System), un sistema che - oltre a eseguire il bilanciamento delle celle, garantendone una vita utile maggiore - possa effettuare una stima dello Stato di Carica (SOC) e dello Stato di Salute (SOH), a partire dai valori di tensione e corrente della batteria. Si specifica che le informazioni conferite dal BMS dovranno essere accessibili alla persona fisica o giuridica che ha legalmente acquistato
la batteria o a terzi. Come sottolinea il CEO di Flash Battery, “occorre, però, che vengano meglio definiti quali dati del BMS saranno condivisi, delimitando l’ambito ‘operativo’ di chi ha accesso ai dati per evitare problemi di safety, di violazione della proprietà intellettuale aziendale e di frodi”. Se per renderlo obbligatorio dovremo aspettare il 2024, c'è chi da oltre 10 anni ha fatto del BMS uno dei suoi più grandi punti di forza. Il Flash Balancing System di Flash Battery, brevettato in Italia e in attesa di brevetto europeo, è un sistema di gestione della batteria intelligente che garantisce un tempo di bilanciamento ultraveloce delle celle agendo ad alta potenza sia in attivo che in passivo (20A), apportando alle batterie al litio Flash Battery un grande vantaggio in termini di tempi di ricarica, brevi e prevedibili. Inoltre, è in grado di fornire un controllo completo del pacco batteria, tramite monitoraggio in tempo reale di tutti i suoi parametri. Ciò conferisce alle batterie stabilità delle prestazioni nel tempo, previene anomalie e consente di svolgere autodiagnostica e manutenzione preditti-
va; tutto questo si traduce in una conoscenza approfondita di come vengono utilizzati i macchinari industriali che montano le batterie al litio Flash Battery e in una stima realistica della vita della batteria sul mezzo. Parliamo quindi di una grande innovazione che - in virtù del nuovo Regolamento Europeo - si tradurrà anche in grande vantaggio competitivo: avvalendosi già di questo sistema d'avanguardia, Flash Battery sarà agevolata in questa fase di transizione, soddisfacendo con anticipo i requisiti della nuova normativa e fornendo ai propri clienti un sistema collaudato e altamente performante. “Il Flash Balancing System è forse l'innovazione che ha fatto da apripista al nostro sviluppo industriale, un tassello che è stato fondamentale per la crescita di Flash Battery. - sottolinea Marco Righi - Tra l'altro, il brevetto italiano che abbiamo recentemente ottenuto, ci permetterà di valorizzare al meglio il nostro know-how differenziante costruito in oltre 11 anni di attività, consentendoci, al contempo, di proteggere la nostra proprietà intellettuale”.
La tracciabilità della Carbon Footprint e
l'impegno per la promozione dell'economia circolare
Tra le altre normative che presto saranno introdotte con il Nuovo Regolamento Europeo delle Batterie, Flash Battery ci parla anche di Carbon Footprint. Saranno infatti introdotte specifiche metodologie per quantificare l'impronta di carbonio delle batterie, ovvero la stima delle emissioni dirette e indirette di gas serra generate durante tutta la catena del valore delle batterie. Nell’ambito della EU Battery Regulation, l’analisi della Carbon Footprint si configura come un elemento particolarmente importante per lo sviluppo dell’economia circolare, perché estende i confini dell’analisi all’intero ciclo di vita del prodotto - dall’origine delle materie prime e dalla loro estrazione, comprese le fasi di trasporto e lavorazione - producendo inoltre una mappa dell’impatto globale delle attività che avvengono dopo la produzione (distribuzione, fase d’uso, riparazione, sostituzione e il possibile smaltimento o riutilizzo e recupero in altri processi produttivi). Dal maggio del 2024 scatterà quindi l’obbligo di redigere una Dichiarazione dell'Impronta di Carbonio per i diversi modelli di batteria, che dovrà contenere informazioni amministrative sul produttore, dati sul modello di batteria per il quale si applica la dichiarazione, indicazioni sull’ubicazione geografica dello stabilimento di produzione della batteria, Carbon Footprint della batteria (calcolato come kg di CO2 equivalente per 1kWh di energia totale fornita dalla batteria nel corso della vita utile prevista), Carbon Footprint
della batteria differenziata per fase del ciclo di vita, numero di identificazione della dichiarazione di conformità UE della batteria, e link web per accedere alla versione pubblica dello studio che supporta i valori di Carbon Footprint. Secondo quanto esplicitato del testo del Nuovo Regolamento Europeo delle Batterie, anche il cosiddetto Dovere di Dilligenza (Due Dilligence Policy) sarà tra i requisiti che, a partire da maggio 2024, tutti gli operatori economici che immetteranno batterie sul mercato europeo dovranno attuare in modo coerente con gli standard internazionali. Si tratta di una documentazione in cui i produttori dovranno delineare chiaramente le strategie e le misure attuate per valutare e affrontare i rischi sociali e ambientali legati all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio di materie prime e materie prime secondarie necessarie per la fabbricazione di batterie. Questo punto del Regolamento implica che ogni produttore di batterie sarà chiamato ad elaborare ed attuare un processo di controllo dell’approvvigionamento, in modo costante, proattivo e reattivo per garantire che i propri acquisti non vadano a foraggiare chi nega i diritti umani, sovvenziona conflitti armati, o incoraggia lo sfruttamento delle miniere di cobalto, materiale dall’alto impatto ambientale.
Il Regolamento Europeo delle Batterie mira a promuovere l’economia circolare all’interno del comparto, lungo tutto il ciclo di vita delle batterie, stabilendo pertanto anche i requisiti di fine vita, compresi gli obiettivi e gli obblighi per il recupero dei materiali e delle batterie esauste da parte dei produttori. Da qui l'importanza, che presto si tramuterà in dovere, di sviluppare tecnologie di batterie sempre più sostenibili, incentivando
l'utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, sfruttando processi di riciclo e recupero dei componenti e puntando sulle performance e sugli alti cicli vita, che possano ottimizzare al massimo le prestazioni dei mezzi elettrici del prossimo futuro.
Avanguardia di impegno per l’ambiente
Quando l'innovazione e la visione sostenibile sono tra i principali valori alla guida di un'impresa, questa non può che anticipare i cambiamenti imposti dalla legislazione e strutturare la propria tecnologia in modo consapevole e, soprattutto, responsabile. È proprio il caso di Flash Battery, dove l'attenzione all'ambiente e alla sostenibilità dei processi e dei prodotti, sono punti cruciali della visione aziendale, sin dalla sua fondazione nel 2012. Da sempre, l'obiettivo che guida i due giovani soci fondatori, Marco Righi e Alan Pastorelli, è quello di dare spazio a un’innovazione sostenibile sul mercato delle macchine industriali e dei veicoli elettrici, facendo propri molti dei concetti oggi esplicitati dal Regolamento Europeo delle Batterie. Gli sforzi messi in campo in tal senso riguardano già le prime fasi di progettazione e produzione delle batterie al litio, dove viene dato spazio allo studio di un design sempre più sostenibile. Il processo produttivo prevede infatti la rimozione degli step inquinanti, e la scelta di materiali provenienti, dove possibile, da fonti rinnovabili. Le batterie al litio Flash Battery, inoltre, vengono realizzate meccanicamente attraverso una progettazione definita “agile” per consentirne uno smantellamento veloce a fine vita, grazie alla struttura facilmente apribile. Sin dalla fase di progettazione, quindi le batterie Flash Battery sono concepite tenendo a mente che a fine vita dovranno essere recuperate, proprio per questo il reparto di Ricerca e Sviluppo è alla continua ricerca di materiali che oltre all’alta performance, garantiscano facile riciclabilità e basso impatto ambientale.
Dal 2022, inoltre, con l’ottenimento della Certificazione DNV UNI EN ISO 14001 per il sistema di Gestione Ambientale, Flash Battery ha messo nero su bianco il proprio impegno concreto nel minimizzare l'impatto ambientale immediato e a lungo termine dei propri processi, prodotti e servizi, assicurando a tutti gli stakeholder che il proprio sistema di gestione ambientale soddisfa tutti gli standard legislativi nazionali e internazionali specifici per il settore. Oltre ad aver stabilito i criteri minimi di selezione, basati sui principi legislativi dettati dalla norma ISO14001, l’azienda sta implementando anche un sistema di qualifica dei fornitori basato su parametri ambientali sempre più stringenti, proprio per iniziare - già da ora e con anticipo - ad adempiere alle future richieste del Regolamento Europeo delle Batterie, avviando strategie congiunte con i fornitori, che permettano a Flash Battery di usufruire di materiali con minore impatto, a parità di performance, mappando, al contempo, la filiera delle materie prime. Infine, per seguire l’adeguamento alla Carbon Footprint Declaration dell’intera catena del valore delle proprie batterie, Flash Battery ha avviato recentemente un progetto pilota con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia per calcolarne il Life Cycle Assessment (LCA). “Nell ottica di un’economia circolare e rigenerativa, è evidente che l’area della ricerca assume un valore centrale per un’azienda come la nostra, chiamata a competere in un mercato relativamente giovane e tutto orientato all’innovazione - conclude il CEO di Flash Battery - Se stiamo già mettendo in campo diverse azioni che presto saranno rese obbligatorie dal Nuovo Regolamento Europeo delle Batterie, è perché queste sono parte integrante del nostro pensiero imprenditoriale: vogliamo continuare ad implementare gli elementi di sostenibilità che ci contraddistinguono e appartengono a quella responsabilità sociale d’impresa che è da sempre parte del nostro concetto di fare impresa”.
Industriale e Portuale TVH
di Alberto FinottoNel tempio della qualità
Siamo stati a Waregem, tra i reparti del nuovo quartier generale di un gruppo leader nel mercato mondiale dei ricambi per carrelli elevatori.
Dal privilegio dei Press Days dedicati alla stampa italiana, riportiamo le impressioni di irreprensibilità che derivano da un sistema industriale complesso e dinamico. Al servizio, assoluto, del cliente
Una presenza costante, al fianco della storia mondiale dei carrelli elevatori e di chi li utilizza nei settori più diversi e in ogni categoria di applicazione. TVH è, dalle sue origini - che riportano al 1969 e alla piccola attività fondata da due amici belgi, Paul Thermote e Paul Vanhalst - sinonimo di ricambi per mezzi da movimentazione e sollevamento. Non solo; nel corso di oltre 50 anni di storia straordinaria per sviluppo e inventiva industriale, il gruppo TVH ha diffuso la propria missione di “garante dei componenti” alla più vasta platea di tipologie mobili, dall’edilizia ai trasporti, dall’agricoltura all’industria, attuando una politica di specializzazione che non trascura alcun segmento di attività.
Per far conoscere tutto questo a una parte importante del’opinione pubblica industriale italiana, Andrea Bonomo e Mirko
Alpa - rispettivamente Field Marketing Specialist e General Sales Manager in forza al quartiere generale d Waregemhanno creato un’occasione unica e inedita , organizzando i “TVH’s Italian Press Days”, due giornate di immersione nella
complessa realtà del gruppo internazionale dedicata alla nostra stampa di settore. Un’idea mirabile e ambiziosa, sotto il profilo del marketing e della comunicazione aziendale, se pensiamo alle molteplici ramificazioni di una realtà multinazionale presente in tutti i continenti, con l’impegno assiduo di oltre cinquemila dipendenti e collaboratori (in grado di fornire assistenza in 55 lingue), con ventimila ordini giornalieri riferiti a ben 46 milioni di articoli a catalogo. Noi ci occupiamo, come osservatori e giornalisti, di carrelli elevatori e la nostra
curiosità è rivolta ovviamente al sistema di fornitura che riguarda l’universo multisettoriale di ricambi realizzati, procurati e distribuiti dall’universo societario e organizzativo TVH. Andrea Bonomo e Mirko Alpa, dopo una prima introduzione preliminare, ci presentano nientemeno che il CEO attuale di TVH, Dominiek Valcke. Di persona, ci mostra l’arcipelago di attività e prodotti del gruppo, scandendone i numeri e le direttrici dinamiche. “Questa nostra sede centrale di Waregem, qui in Belgio, è supportata da un ufficio regionale principale a Olathe, nel Kansas - spiega Valcke - Operiamo tramite 81 filiali in tutti i continenti, fornendo ricambi per qualsiasi tipologia e
marca di carrelli. Qui a Waregem, inoltre, abbiamo il reparto di fornitura e revisione per componenti elettronici e servizi correlati più grande d’Europa, coadiuvato - per il mercato degli Stati Unti - dal Flight Systems Industrial Products”. Il CEO di TVH sa di riservarci la sorpresa di un evento nell’evento. Siamo praticamente alla vigilia, con poco più di due mesi d’anticipo, di un momento storico per TVH: quello dell’inaugurazione del nuovo headquarter “The Hub”. In pratica, siamo ospiti di una struttura ampliata e ridisegnata sulle nuove esigenze di business del gruppo. Un’autentica meraviglia di design e di progettazione degli spazi industriali che è stata celebrata, alla
presenza di 200 ospiti esclusivi, alla fine di marzo. “Con questo edificio ultramoderno possiamo impiegare ancora più
personale nei nostri servizi e presentare in modo semplice ai visitatori la nostra realtà - ci annuncia Valcke - Parliamo di di 13.000 m² complessivi, coerenti con la modernità della nostra crescita industriale e con un concetto di sostenibilità assoluta”. Sensori per la misurazione di CO2 e della temperatura, oltre che per il controllo di ogni condizione ambientale di sicurezza, materiali fonoassorbenti e, all’interno, naturalmente, i 54 anni di una storia senza confronti.
Una storia la cui essenza è la seguente. Occorre riparare un carrello elevatore e il componente non è più in commercio? Oppure, si preferirebbe acquistare un ricambio ricondizionato al posto di uno nuovo? Dove trovare il primo, ovviamente in una tipologia aftermarket della massima qualità? E a chi chiedere il secondo, con tutte le garanzie di affidabilità necessarie? Ecco, con questo semplice esempio generale, potete già capire la filosofia fondamentale che sta alla base di un gigante come TVH. Una divisione specializzata con tecnici qualificati, ripara e testa ogni ricambio ricondizionato nel modo più irreprensibile e secondo rigorosi standard di qualità, sulla base di decenni di esperienza e di una profonda competenza a cui TVH non è mai venuta meno, con procedure di prova innovative che permettono effettuare prove sui ricambi ricondizionati in condizioni di lavoro perfettamente simulate.
L’ala dell’eccellenza
Avrete già capito che una disamina puntuale e completa del mondo TVH richiede, a chi ne descrive tutte le sfaccettature, uno spazio di più articoli. Considerate allora questo servizio come una prima puntata dedicata alla galassia di Waregem - lo dobbiamo, tra l’altro, all’encomiabile capacità organizzativa di Andrea Bonomo e Mirko Alpa, e alla capace disponibilità espositiva dei loro colleghi. Partiamo allora per il nostro viaggio, parlando del Reparto Qualità del gruppo. “Tutto è iniziato con un collega del reparto vendite che riuniva i reclami dei clienti e li passava, in sequenza, alla giusta persona di competenza - ci spiegano i responsabili di settore - Questo modus operandi ha permesso, via via, alla nostra divisione, un controllo sempre più preciso nella gestione delle scorte e dei resi. Il compito principale del reparto qualità è, tutt’ora, quello di controllare preventivamente tutte le merci in entrata provenienti dai nostri fornitori di componentistica e l'organiz-
zazione di tutti questi processi è diventato oggi il nostro obiettivo principale. La qualità deve essere parte integrante del processo e il nostro team di reparto è cresciuto nelle risorse umane dedicate, fino a 20 dipendenti che si occupano solo ed esclusivamente di garantire la massima qualità. La nostra politica per assicurare il successo di questo assunto è costituita dalla combinazione di azioni preventive e correttive effettuate sia per i prodotti che per i processi”. Il punto fondamentale della qualità è la verifica della merce - dei componenti di ricambio - in entrata nel flusso di fornitura TVH. Per essere in grado di offrire sempre la migliore qualità ai clienti, TVH utilizza un sistema di controllo rivolto sia ai fornitori già fidelizzati, sia all’acquisto di prodotti da parte di nuovi fornitori. Tutti i fornitori vengono valutati sulla base di tre macrofattori: qualità del prodotto aftermarket (che deve essere pari a quella dei corrispondenti OEM, anche nel ciclo di vita e nelle dimensioni, con garanzia su tutte le parti); confezione del prodotto stesso (imballo predispo-
sto per il trasporto, con il minimo rischio di danni); affidabilità complessiva del fornitore (correttezza delle consegne, tempo di risposta reattivo e costante alle domande, prezzi e disponibilità dei prodotti e altre accezioni). “Tutti i campioni ricevuti dai nostri fornitori sono sottoposti a test nel Dipartimento Controllo Qualità - riferiscono i responsabili di Waregem - Per garantire l’irreprensibilità dei controlli, TVH ha investito in test di alta qualità e strumenti di misura, con tester di durezza, spettrometro, misurazioni in 3D, installazioni di test PCB, e molti altri sistemi. Tutti i campioni sono misurati, confrontati e testati. Alcuni di loro sono integrati in macchine di testing in un ambiente di lavoro reale. Grazie a un nuovo banco prova di trasmissioni universale, TVH può garantire, ad esempio, l’alta qualità per tutti i sistemi di trasmissione consegnati. Nel caso si tratti di una riparazione della stessa trasmissione, il cliente riceve un rapporto di prova in cui sono menzionate tutte le pressioni misurate a diversi giri. Inoltre, il banco di test realizza verifiche anche con olio freddo e a caldo”.
I controlli a campione analizzano le parti selezionate in base alle informazioni memorizzate nel sistema - relative a schede tecniche generali, disegni, rapporti di prova del campione, schede tecniche dei componenti specifici di sistema - In questo modo, la conformità della spedizione può essere controllata sulla base dei campioni analizzati e la conformità dei prodotti viene raffrontata sulla base degli accordi stipulati con i fornitori. Se la qualità dei pezzi è approvata, i componenti ottengono un codice interno e un'etichetta, vengono confezionati singolarmente e destinati a stock, in contesti di magazzino improntati all’eccellenza per grado di umidità, temperatura e condizioni ambientali di conservazione.
Gli ospiti della stampa italiana a Waregem. Secondo e terzo, da sinistra, Andrea Bonomo e Mirko AlpaIl cuore pulito dei giganti
Durante il roadshow italiano di presentazione della nuova gamma di carrelli elevatori elettrici E-100-180 con portata fino a 18 tonnellate, gli operatori hanno potuto rilevare la forza di macchine heavy duty in grado di ridurre del 70% le emissioni di CO2
Verona e Livorno hanno fatto da cornice alle due tappe del roadshow italiano organizzato da Linde Material Handling per presentare la nuova gamma di carrelli elevatori ad azionamento elettrico con portata da 10 a 18 tonnellate, una capacità di carico sino ad oggi raggiunta solo dai carrelli termici. Disponibili in dodici
modelli - con portata di 10, 12, 14, 15, 16 o 18 tonnellate e diversi baricentri di carico e altezze di sollevamento - i nuovi E100-180 rappresentano una soluzione ideale per le aziende che operano nell'industria del legno, dell'acciaio e delle costruzioni, così come nel settore delle bevande e quello logistico portuale.
La tappa di Verona, organizzata all’interno dell’azienda Qualift - concessionaria Linde per le province di Brescia, Cremona, Mantova, Trento e Verona - si è concentrata in particolare sul mostrare le caratteristiche principali e le potenzialità del carrello, dando la possibilità ai clienti di provare i nuovi carrelli all’interno di uno spazio test dedicato. Inoltre, durante l’evento, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di toccare con mano tutta la gamma di carrelli Linde - in particolar modo il nuovo carrello elettrico serie X - e conoscere le soluzioni più innovative di assistenza alla guida, come, ad esempio, il Linde Steer Control. Il design della cabina, inoltre, è stato pensato per garantire il massimo della visibilità e del comfort dell’operatore.
“I carrelli elettrici E100-180 sono azionati da uno speciale sistema Linde a due motori che fornisce la potenza necessaria per trasportare agevolmente anche carichi molto pesanti - ha rivelato Matteo Ravazzani, Product Manager di Linde Material Handling, nel corso dell’evento veronese - Il più potente tra i nuovi carrelli, l’E180/900 con capacità di carico di 18 tonnellate e baricentro di carico di 900 millimetri, è ad esempio in grado di raggiungere una velocità di marcia di 20 km/h in soli 10 secondi, anche a pieno carico. Gli E100-180 sono quindi la sintesi perfetta dei punti di forza e delle più avanzate tecnologie già implementate con successo da Linde su alcuni dei suoi prodotti più apprezzati dal mercato”.
Nella nuova gamma di frontali controbilanciati, potenza fa rima anche con sostenibilità. “Grazie all’evoluzione tecnolo-
Nati per il porto
Lo specifico riferimento alla logistica marittima è un plus ulteriore dei nuovi E-100-180 di Linde. Gli operatori del settore ricercano mezzi in grado di movimentare carichi molto pesanti, con precisione e, soprattutto, con grande rapidità: non interrompere il flusso di lavoro è cruciale in quanto ogni container che resta in porto può rappresentare un costo aggiuntivo per la compagnia di spedizione. Grazie alla struttura del telaio e delle forche, in grado di movimentare anche i container più pesanti, ai comandi di movimentazione ultra-precisi, alla grande autonomia operativa e alla cabina spaziosa che garantisce la massima visibilità, gli E100-180 rappresentano un alleato ideale per tutti gli operatori del settore terminalistico e portuale.
gica, i nuovi E100-180 sono in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 70% - ha sottolineato Leonardo Lanza, Product Specialist di Linde Material Handling Italia, nel corso della tappa di Livorno presso l’Interporto Toscano Amerigo Vespucci che ha visto la partecipazione di clienti appartenenti in gran parte al settore della logistica marittima - Questi carrelli si adattano così alla perfezione sia ad impieghi sporadici che all’uso continuato 24 ore su 24, sette giorni su sette. Perché il sistema di alimentazione possa essere adattato alle diverse esigenze applicative, il cliente può scegliere tra numerose opzioni di batteria e caricabatterie. Gli E100-180 sono disponibili sia in versione con batteria al piombo che agli ioni di litio e la tecnologia della batteria può essere cambiata in qualsiasi momento senza necessità di modificare l'hardware, un grande vantaggio qualora il carrello dovesse rientrare nel mercato dell’usato”.
Industriale e Portuale Clark
Litio a forza cinque
Sono arrivati per annunciare un’era di cambiamento. I carrelli elevatori elettrici a quattro ruote GEX20-30sL e GEX40-50 di Clark, con tecnologia Li-Ion da 80 V, ora sono disponibili con portate da 1,6 a 5 ton e si candidano a macchine da movimentazione ideali per il trasporto di carichi pesanti all'interno e all’esterno delle sedi logistiche e dei magazzini. Nell’industria in generale, nella distribuzione e nel comparto alimentare, beverage, della chimica e della farmaceutica, dove è molto importante ormai adottare funzionalità a zero emissioni, i carrelli elevatori elettrici Clark con batteria agli ioni di litio garantiscono elevate prestazioni di movimentazione con bassi costi operativi per l'intero ciclo di vita dei nuovi carrelli - che dimostrano tutta la propria validità intrinseca soprattutto nelle operazioni intensive in cui è richiesto un avviamento potente, oltre che operazioni di carico e scarico rapide nelle fasi di punta del lavoro come nelle operazioni in cui è necessario superare regolarmente pendenze o rampe. Soprattutto nelle operazioni su più turni, dove è importante l'alta disponibilità, i carrelli con batterie agli ioni di litio mostrano tutti i loro punti di forza. In questo caso, l'operatore trae par-
ticolare vantaggio dalle proprietà della tecnologia agli ioni di litio, come la durata, la capacità di ricarica rapida e intermedia e l'assenza di manutenzione.
Due motori di traslazione nella trasmissione anteriore parallela, ciascuno con una potenza di 7,8 kW sul GEX20-30L e di 11,3 kW sul GEX 40-50, e la tecnologia a corrente trifase a 80 V garantiscono una rapida accelerazione e un'elevata spinta propulsiva. I motori CA utilizzati sono progettati per essere esenti da usura e molto robusti. Raggiungono una velocità massima di 18 o 20 km. Il doppio comando a corrente alternata è dotato della moderna tecnologia Mosfet e CAN bus. Sono disponibili tre modalità di marcia per un uso efficiente del carrello dal punto di vista energetico. Sono inoltre programmabili individualmente la frenata rigenerativa senza usura con il freno motore e la riduzione automatica della velocità in curva. Il funzionamento sicuro su terreni in pendenza o rampe è garantito dalla funzione di rampa standard. Questa funzione impedisce l'accelerazione involontaria o l'arretramento del carrello e garantisce che l'operatore abbia sempre il controllo del veicolo.
Ampliamento con modelli a batteria da 80 V per le serie di controbilanciati elettrici GEX20-30L e GEX40-50.
Una gamma ecologica che avanza, con portate fino a 5 ton
Con la soluzione Clark Li-Ion, il cliente riceve tutto da un unico fornitore - la batteria agli ioni di litio, il sistema di gestione della batteria (BMS) e il caricatore ad alta frequenza. La capacità della batteria per tutti i modelli da 80 V della serie GEX è di 560 Ah. Il caricabatterie da 80 V richiede solo un collegamento alla rete elettrica (spina CEE 16 A) e ricarica completamente la batteria in ben 3,5 ore. Lo stato di carica viene visualizzato sul display del veicolo. Durante il processo di ricarica, il display del caricabatterie mostra sempre lo stato di carica attuale della batteria agli ioni di litio. Il BMS è dotato di un cut-out di sicurezza.
La batteria agli ioni di litio può essere caricata in modo intermedio in qualsiasi momento e in tempi molto brevi in caso di
Tecnologia efficiente, zero rischi
Le batterie Clark agli ioni di litio si basano sulla tecnologia sicura del fosfato di litio e ferro (LiFePO4). Nelle batterie LiFePO4 non viene rilasciato ossigeno durante la reazione chimica all'interno delle celle. Ciò significa che non vi è alcun rischio di combustione spontanea o di esplosione della batteria. I veicoli con batteria LiFePO4 funzionano in modo efficiente anche a temperature ambientali molto basse o elevate. Con 2.500 cicli di ricarica garantiti, la durata della batteria agli ioni di litio è almeno doppia e, a seconda dell'applicazione, anche molte volte superiore a quella di una batteria al piombo. Inoltre, le batterie LiFePO4 sono più rispettose dell'ambiente rispetto, ad esempio, agli ossidi di litio nichel manganese cobalto (batterie NMC), che richiedono materie prime problematiche come il cobalto.
interruzioni, senza danneggiare la batteria o ridurne la durata. In 15 minuti è possibile raggiungere circa il 6,25% della quantità di carica. I veicoli agli ioni di litio possono quindi essere utilizzati 24 ore su 24 senza dover cambiare le batterie. In questo modo si riducono i tempi di inattività che sarebbero necessari per il cambio della batteria. Un altro vantaggio della tecnologia agli ioni di litio è che la batteria ha una tensione costante durante l'intero funzionamento. La piena potenza è sempre disponibile - anche se la batteria è già scarica all'80%. Gli operatori possono quindi non solo aumentare la loro produttività con la tecnologia agli ioni di litio, ma anche risparmiare sui costi di manutenzione, infrastruttura e sostituzione delle batterie. Questo rende l'investimento in un veicolo agli ioni di litio conveniente per tutte le aziende che desiderano utilizzare una batteria senza manutenzione, di lunga durata e a ricarica rapida con un elevato standard di sicurezza. Come i modelli più piccoli, anche i modelli GEX20-30L e GEX40-50 hanno una postazione di lavoro spaziosa ed ergonomica, con un ampio spazio per i piedi e per le gambe e la testa. Questi modelli offrono anche la possibilità di scegliere tra se-
dili confortevoli con sospensioni pneumatiche o meccaniche. I carrelli possono essere azionati tramite mini-leve regolabili integrate nel bracciolo o tramite leve idrauliche ergonomiche sul cofano del veicolo. Il cambio di direzione avviene tramite il piantone dello sterzo, il bracciolo o un doppio pedale. Il servosterzo assicura che l'operatore necessiti di una bassa forza di sterzata e di poche rotazioni del volante durante le manovre. Il display multicolore ad alto contrasto fornisce informazioni su tutti i parametri di guida più importanti. La postazione di lavoro è completata da vani portaoggetti per documenti e telefoni cellulari. I carrelli elevatori elettrici Clark a quattro ruote con batteria agli ioni di litio da 80 V sono disponibili con un'ampia dotazione aggiuntiva. L'equipaggiamento opzionale comprende, tra l'altro, cabine diverse, come la protezione dalla pioggia (tetto in acciaio), dalle intemperie (tetto in acciaio e parabrezza anteriore), parziale (tetto in acciaio, parabrezza anteriore e posteriore e pannello laterale in PVC) e completa, mini-leve o leve meccaniche, luci di segnalazione a LED blu, cintura di sicurezza arancione, attacchi e ulteriori safety options.
Movimentazione Industriale e Portuale Baoli
Una batteria da prima linea
forklift KBE
Con i frontali elettrici KBE 2530-35, la gamma di carrelli elevatori elettrici Baoli ora è completamente rinnovata. In un contesto di sempre maggior attenzione da parte delle aziende nei confronti dei temi legati alla sostenibilità, il costruttore italiano ha scelto di sviluppare una nuova linea di frontali sostenibili per tutelare l’ambiente e, allo stesso tempo, per garantire all’operatore logistico un prodotto affidabile e sicuro. Con una capacità di carico rispettivamente di 2,5, 3 e 3,5 t, i nuovi modelli elettrici KBE
25-30-35 sono alimentati da batterie al piombo-acido – da 80 V con una capacità di 360-450 Ah per i modelli da 2,5 t e 500-600 Ah per i modelli da 3,0 t e 3,5 t – mentre in un prossimo futuro saranno disponibili anche le batterie agli ioni di litio. Robusti e sicuri, i nuovi frontali si adattano a diversi settori, dalla vendita al dettaglio alla produzione, dalle operazioni all’interno a quelle all’esterno. Oltre alla solidità della struttura, la nuova gamma di carrelli è caratterizzata da alcune importanti dotazioni tecniche: il montante di nuova concezione alto fino
a 6.500 millimetri, ad esempio, offre agli operatori un’ottima visuale del carico e dell’ambiente circostante permettendogli di muoversi in piena sicurezza. La nuova gamma dispone inoltre della funzione di sicurezza “atterraggio morbido”, che riduce la velocità di abbassamento del carico quando l'altezza di sollevamento è inferiore a 100 millimetri. I nuovi modelli KBE sono inoltre dotati di centralina Kion di ultima generazione, motori elettrici e componenti idraulici di alta qualità e un display di facile lettura. Il display semplice e intuitivo permette
Robusti e sicuri, i nuovi
si adattano a diversi settori, dalla vendita al dettaglio alla produzione, per operazioni all’interno e nei piazzali
infatti all’operatore di selezionare la modalità di guida scegliendo tra un funzionamento economico, efficiente o orientato alla prestazione. Inoltre, gli strumenti diagnostici di nuova concezione presenti sulla nuova gamma possono essere gestiti facilmente tramite app su un qualsiasi smartphone.
“La nuova generazione di carrelli elettrici Baoli è stata pensata per stupire i nostri clienti e superare le loro aspettative, offrendo un ottimo prodotto in termini di qualità e affidabilità - rileva Francesco
Pampuri, Director Brand Marketing &
Offerta completa al servizio dell’industria
Anche la logistica di Socage, azienda leader nella produzione e vendita di piattaforme aeree autocarrate, oggi è ottimizzata grazie a Baoli, in virtù di uno studio e un’implementazione puntuale per la gestione flessibile del magazzino della sede di Boretto (Re) e con la garanzia di un’importante fornitura di carrelli elettrici e transpallet. “La nostra è una realtà in forte crescita - conferma Francesco Ravazzoni, Responsabile del controllo qualità della produzione di Socage - Negli anni abbiamo registrato un forte incremento della produzione che ha comportato nuove esigenze logistiche specifiche, come nel caso della movimentazione di componenti meccanici, elettronici e idraulici. In particolare, avevamo la necessità di macchine piccole e leggere ma con altezze di lavoro importanti, oltre a forche più lunghe di quelle standard - non da 1.200 ma da 1.400 millimetri - per garantire una presa migliore. Infine, ricercavamo dei transpallet elettrici per evitare carrelli elevatori in alcuni reparti. In Baoli abbiamo trovato un partner affidabile, efficiente ed in grado di rispondere a tutte le nostre esigenze”. Alle parole di Ravazzoni fanno eco le considerazioni di Massimo Marchetti, Director Sales & Service di Baoli. “Si è trattato di un gioco di squadra - commenta il manager - La prima ad entrare in campo è stata la squadra della Ruini Marco Group, storico partner di Socage per la fornitura di soluzioni per il magazzino e dealer Baoli sul territorio reggiano, che ha analizzato e interpretato al meglio le necessità del cliente e proposto i carrelli e le attrezzature Baoli per ottimizzare la logistica”. Così, la flotta di soluzioni integrate proposta da Baoli è andata crescendo nel tempo, adattandosi via via alle esigenze del cliente, alle prese con un continuo aumento della produzione. Ad oggi, in Socage operano otto carrelli elevatori elettrici KBE 25 N e 2 KBE 35, oltre a 13 transpallet elettrici del modello EP 15 WS e EP 12-03. I frontali elettrici impiegati in Socage sono dotati di una particolare luce blu - inserita all’interno del pacchetto safety kit di Baoli - che garantisce la massima sicurezza nelle aree in cui persone e carrelli elevatori lavorano insieme. Infine, gli EP 15 WS e EP 15-02 rappresentano una tipologia di transpallet elettrici efficiente e versatile, ideale per lo stoccaggio e il prelievo delle merci.
Management di Baoli EMEA - La solida struttura di queste macchine garantisce durata e regolarità di funzionamento per i nostri clienti, la cui sicurezza rimane sempre la nostra massima priorità. Siamo sempre attenti ai bisogni delle aziende, per questo vogliamo andar loro incontro offrendo carrelli semplici, sicuri, ma molto robusti e senza extra superflui. Il livello di soddisfazione dei nostri clienti è il risultato di un modello di offerta preciso e facile da coniugare, nonché di un’elaborazione degli ordini estremamente efficiente e lineare”. Oltre a rendere i nuovi carrelli elettrici affidabili e sicuri, Baoli ha sviluppato la nuova serie con un’attenzione particolare al comfort del conducente, come dimostra il nuovo sedile di guida, spazioso e confortevole, che garantisce all'operatore una perfetta visuale a 360° attraverso il tettuccio di protezione di serie. Sono inoltre disponibili kit cabina installabili in retrofit, se necessari in un secondo momento.
La lunga corsa dell’energia
La transizione energetica comporta i corollari di sfide finanziarie e logistiche di importanza straordinaria. L’accento sul trasporto eccezionale dei componenti industriali non è certo una sottolineatura ridondante, nel capitolo fondamentale del nostro avvenire socioeconomico. L’ennesima testimonianza ci arriva da Goldhofer, partner affidabile e ormai storico delle imprese di settore che si occupano di queste dinamiche. L’innovazione più recente riguarda la linea speciale di semirimorchi per il trasporto di grandi bobine avvolgicavi di qualsiasi dimensione nel modo più efficiente e flessibile.
“La transizione energetica ci coinvolge come attori in primo piano – conferma Robert Steinhauser, Vice President Sales & Service Transport Technology di Goldhofer – La nostra azienda si è sempre considerata come pioniere di soluzioni per il trasporto innovative e sostenibili, come nel caso del rivoluzionario portapale per turbine eoliche FTV 300. Poi è arrivata la terza generazione FTV 850 e gli adattatori per torri, oltre al
carrello da traino orientabile Blades. Un portafoglio specializzato Goldhofer per il trasporto di componenti di turbine eoliche, insomma, al servizio di clienti che possono contare sulla massima affidabilità operativa”.
Mentre l’enfasi principale è stata finora sullo sviluppo e l’aggiornamento degli impianti di energia rinnovabile, l’attenzione si sta ora spostando sui processi a valle. È necessario costruire nuove linee e reti di trasmissione. L’energia generata viene immessa in reti sempre più intelligenti per il conferimento dell’energia al consumatore finale. La costruzione di queste reti intelligenti è un’importante impresa logistica: la spina dorsale delle nuove autostrade contempla condotte da 150 mm di diametro e fino a due chilometri di lunghezza, trasportate in cantiere sul supporto di enormi tamburi portacavi, per essere posate tra le campate dei giunti di trasmissione.
I tamburi in questione, attualmente utilizzati per questo scopo di trasferimento delle linee di trasmissione, sono lunghi dai tre ai cinque metri, hanno un diametro di oltre quattro metri e
In Messico, sulla carovana dell’Oil & Gas
Con i suoi moduli per impieghi gravosi, Goldhofer si è affermato ormai come attore chiave per l’industria energetica. Ne ha dato ennesima prova lo specialista messicano Pesado Transport, che ha consegnato di recente un grande compressore per gas alla raffineria Miguel Hidalgo di Tula. Per una distanza di 430 km, il team Pesado Transport ha messo in campo la combinazione heavy duty Goldhofer THP/SL a 16 assi per trasferire il gigantesco compressore da 218 t dal porto di Veracruz alla raffineria Miguel Hidalgo, in fase di ristrutturazione e potenziamento nell’ambito del programma di riforma energetica avviato dal governo messicano.
Nel tragitto di circa 430 km da Veracruz alla raffineria Miguel Hidalgo di Tula, con un totale di sei caselli autostradali da superare, numerosi ponti e gallerie da superare con una carovana autoarticolata dall’altezza complessiva di circa 5,6 metri, la squadra operativa di Pesado, guidata dal project manager Ramiro Muñoz, ha deciso quindi di utilizzare un pianale ribaltabile per trasportare il compressore del gas da 218 tonnellate – lungo 14,8 m, largo 5,3 e alto 5,17 – La combinazione scelta per i semirimorchi ha compreso moduli per carichi pesanti a 16 assi e il pianale ribaltabile già citato, dal carico utile fino alle 300 t e capacità di estensione fino ai 15 m. La combinazione, di una lunghezza pari a 65 m e un peso complessivo di 385 t, è stata allestita in versione rimorchio per trattore push-pull, con due motrici pesanti Western Star da 515 cv. Il convoglio, con una larghezza fuori tutto di 5,3 m un’altezza totale di 5,6 m, si è avviato per le strade del Messico in tutta la sua potenza propulsiva, superando tutte le sfide e le insidie comprese nel lungo percorso di approdo alla raffineria di Tula.
In collaborazione con Energieanlagen Ramonat GmbH, lo specialista tedesco ha sviluppato un ampio portafoglio di soluzioni per il trasporto di tamburi per cavi di diversi pesi e dimensioni. Al servizio delle “reti intelligenti” che partono dalle fonti rinnovabili
pesano tra le 30 e le 50 tonnellate. Consentono lunghezze di sviluppo fino a distanze di quasi un chilometro. Al servizio dei nuovi progetti infrastrutturali in corso di sviluppo sul territorio tedesco, come quelli relativi alle reti Süd-Link e Süd-Ost-Link, queste bobine arrivano a otto oppure dodici metri di diametro, con un peso complessivo fino a 100 tonnellate. Possono contenere cavi lunghi fino a due chilometri che per essere srotolati completamente e tensionati devono poter esser trasportati insieme all’attrezzatura più adatta per le lavorazioni di posa successive.
In collaborazione con Energieanlagen Ramonat GmbH, Goldhofer ha quindi sviluppato un ampio portafoglio di soluzioni per il trasporto di tamburi per cavi di diversi pesi e dimensioni.
“Abbiamo collaborato con Ramonat, in virtù dell’ampia esperienza in questo mercato particolare, per sviluppare un sistema che non solo soddisfi costantemente le esigenze dei nostri clienti per quanto riguarda il trasporto, ma tenga anche conto delle sfide speciali del successivo processo di svolgimento delle maxi-bobine – conferma Steinhauser – In questo modo, possiamo agire come unico fornitore sul mercato per tutti i progetti di questo genere, con un considerevole aumento di efficienza nell’operatività di questo segmento industriale”.
L’avvolgicavo viene trasportato su uno speciale ponte di insediamento, collocato tra una combinazione di moduli Goldhofer per carichi pesanti (4+6 o 5+7). La soluzione sviluppata presenta due vantaggi particolari. I supporti idraulici – montati con facilità – consentono di sollevare il ponte all’altezza dell’area di conferimento della bobina, a pieno carico, in modo che la combinazione di moduli possa essere traslata sotto di esso. In questo modo, si riduce notevolmente la lunghezza complessiva del convoglio di trasporto, assicurandone una maggiore manovrabilità in ogni contesto di cantiere, soprattutto in combinazione con moduli semoventi. Inoltre, il sistema include un dispositivo di svolgimento integrato della bobina – con azionamento sincronizzato – per una continuità operativa ottimale, una volta che il componente è giunto a destinazione. “I nuovi ponti per tamburi per cavi Goldhofer ci danno tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Sono più leggeri e più corti delle precedenti soluzioni comparabili, offrono maneggevolezza, elevata manovrabilità e capacità flessibile di srotolamento del cavo, tutto in uno – assicura Stefan Ramonat, amministratore delegato di Energieanlagen Ramonat GmbH – La sezione trasversale del ponte è stata ottimizzata per consentire al tamburo del cavo un’aderenza al suolo calibrata, per un’altezza di marcia complessiva più bassa possibile, corrispondente al diametro della flangia. Le bobine da 100 tonnellate possono essere trasportate in modo proficuo su una combinazione standard (4+6) senza superare il carico massimo per asse di 12 tonnellate. Un altro grande vantaggio di questa soluzione consiste nella compatibilità con i sistemi di trasporto già adottati. Con l’ausilio di un adattatore, il nostro svolgicavo può essere adattato ai ponti Goldhofer già presenti nella flotta del cliente per una significativa riduzione di investimento, riguardo a questa operatività specializzata”.
Goldhofer ha già avviato lo sviluppo di prodotto per il trasporto dei tamburi di pesi e dimensioni inferiori che comportano l’installazione dell’attrezzatura di svolgimento cavi sui ponti a pianale ribassato. Il risultato terrà conto ancora una volta del-
la economia operativa. “Nello sviluppo di questo portafoglio prodotti, abbiamo attribuito grande importanza fin dall’inizio alla disponibilità non problematica di soluzioni a misura dei clienti, indipendentemente dalle dimensioni della flotta e dal numero di tamburi per cavi da trasportare – afferma Steinhauser – Abbiamo consentito così, alle imprese di trasporto che si rivolgono a noi, di contribuire ai programmi di espansione delle reti energetiche con efficienza ed economia senza precedenti, conferendo un contributo decisivo al successo della transizione energetica”.
La flotta prende il largo
Dallo specialista piemontese nei servizi di sollevamento arriva un segnale forte di investimento.
Una scelta decisiva dedicata all'ampliamento del parco macchine dedicato al noleggio a freddo, con 210 unità operative tra piattaforme aeree, sollevatori telescopici, gru pick & carry, autogrù fuoristrada e carrelli elevatori
Un pensiero complementare che trova nel servizio il proprio comun denominatore. Nel mondo del sollevamento, Autovictor è un’autorità assoluta nell’accezione del noleggio con operatore; non potrebbe essere diversamente, dal momento che parliamo di operazioni complesse del più alto lifting engineering, basato
sull’impiego di potenti autogrù e attrezzature specialistiche complesse, nel solco di una progettazione irreprensibile che comprende la programmazione precisa dell’intervento la sua attuazione. Ma Autovictor non è solo autogrù e ingegneria del sollevamento. Dagli anni Novanta, la società di San Pietro Mosezzo (No) ha optato per una diversificazione poliedri-
ca della propria attività, implementando sempre di più il noleggio a freddo, con investimenti mirati e costanti su tipologie di piattaforme aeree per il lavoro in quota e altre tipologie pratiche, versate alle applicazioni utility e sempre corroborate, per l’impiego da parte del cliente, da un servizio di assistenza completo e puntuale.
Diversificazione strategica
“Il noleggio a freddo, soprattutto per quanto concerne i sollevatori telescopici e le piattaforme aeree, è una soluzione strategica - spiega Alessandro Gino, direttore operativo di Autovictor - Si tratta di un vero e proprio valore aggiunto per i nostri clienti, ai quali possiamo offrire un servi-
zio a 360°. Chi si rivolge ad Autovictor, ha il beneficio di un unico interlocutore per avvalersi dei servizi di sollevamento ‘a caldo’, con operatore, del trasporto e certamente anche del noleggio a freddo. Spesso, nei cantieri in cui operiamo con i mezzi più grandi, sopravviene la necessità di dotarsi di macchine complementari, come un sollevatore telescopico per
le attività di assemblaggio, oppure una piattaforma aerea per portare in quota gli operatori, impegnati a completare la logistica di posizionamento dei manufatti, prima del sollevamento con autogrù. Di conseguenza, con la dotazione della nostra flotta ‘a freddo’, anche per i cantieri più complessi ogni cliente ha la possibilità di rivolgersi ad Autovictor con la cer-
tezza di ottenere un servizio completo e professionale sotto tutti i punti di vista”. Ovviamente il noleggio a freddo non concerne solo i grandi cantieri, ma spesso ha altre caratteristiche, legate a tempi brevi e alle necessità di interventi immediati quotidiani. Senza contare le operatività flessibili richieste nell'impiantistica, nella lattoneria, nella pittura industriale e così via. “Per tutte queste necessità di servizio, Autovictor si propone come un partner di lunga esperienza - rimarca Alessandro Gino - Abbiamo sempre creduto in questa tipologia di noleggio, fin da quando ne abbiamo inaugurato il corso, nei primi anni Novanta. Siamo stati fra i primi a inserire le piattaforme aeree montate su veicoli patente B come alternativa al ponteggio e nel tempo abbiamo strutturato una flotta che è in continuo ampliamento e miglioramento operativo, con l’introduzione costante di nuovi mezzi”.
Il parco poliedrico
Come si conviene a un noleggiatore che guarda alla propria attività come a un ciclo di evoluzione continua, la flotta di
Autovictor è decisamente numerosa e qualitativamente ineccepibile. “Per tutte le nostre macchine abbiamo puntato esclusivamente su marchi di alto livelloconferma il direttore tecnico della società novarese - Nell’ambito delle piattaforme aeree, la nostra flotta comprende molte unità autocarrate Socage patente B, da 20 a 27 m di altezza; seguono i modelli maggiori, patente C, sempre Socage, da 28, 30, 37, 50 e 54 m. Per quanto concerne le piattaforme semoventi, tutte a marchio JLG e Haulotte, abbiamo in flotta gli scissor da 15 a 18 m, e molte piattaforme articolate e telescopiche in versione diesel o elettrica, che vanno da un minimo operativo di 7 m a un massimo di 60 m, per un totale di circa 110 unità. Decisamente importanti anche i sollevatori telescopici, fissi e rotativi, tutti a marchio Manitou o Magni. Una sessantina di macchine che nelle ultime settimane sono state implementate con alcuni nuovi telehandler: due Manitou MRT 2260 da 6.000 kg di portata e 21,8 m di altezza, e altrettante unità Magni RTH 6.21 da 6.000 kg di capacità di sollevamento e 20,8 m di altezza massima”. La flotta disponibile per il noleggio a freddo si completa con
i carrelli elevatori tradizionali, elettrici e diesel, le minigrù e una decina di autogrù fuoristrada dalle 30 alle 60 t di portata.
Una mentalità dinamica
Autentico specialista del settore, Autovictor sa destreggiarsi in entrambi i mondi che contraddistinguono il noleggio moderno. “Il noleggio a caldo e quello a freddo si configurano con caratteristiche, organizzazione, attenzione al cliente e servizio molto differenti - sottolinea Alessandro Gino - Nel noleggio a freddo, si devono avere in flotta mezzi sempre nuovi ed efficienti, in grado di rispondere con reattività e sicurezza alle caratteristiche operative richieste dal cliente, saperlo consigliare e identificare per lui il tipo di mezzo più idoneo alla specifica applicazione. Poi, è necessario offrire un servizio costante di assistenza e seguire il cliente per tutti gli aspetti che concernono la formazione del suo personale (e per questo abbiamo messo a punto un'attività formativa di tutto rispetto e decisamente apprezzata). Infine è d'obbligo il pronto intervento in caso di
guasto, non solo per eventuali avarie del mezzo a noleggio, ma anche nel caso in cui sia lo stesso cliente ad aver danneggiato la macchina. In entrambe le situazioni Autovictor offre sempre un mezzo sostitutivo, durante il periodo in cui la macchina è in riparazione”.
Il noleggio a freddo di Autovictor attraverso le varie filiali copre un'area particolarmente estesa che comprende l'intero nord e centro Italia. “Il nostro è un noleggio estremamente specializzato e basato sul sollevamento, non abbiamo alcuna intenzione di entrare nel settore del movimento terra - precisa Alessandro Gino - Siamo in grado di seguire noleggi a breve, medio e lungo termine. Per quest'ultima opzione la sinergia è importante; in molti casi, dopo esserci confrontati con il cliente, andiamo ad acquistare esattamente il mezzo che risponde a quella determinata applicazione e quindi operiamo un noleggio di 24/36 mesi. Proprio questa nostra disponibilità e specializzazione è molto apprezzata sul mercato, così come ci viene riconosciuto
l'impegno nel creare una flotta numerosa e tecnicamente molto avanzata. Certo la fama di Autovictor è ancora molto legata al noleggio a caldo, al servizio dei grandi sollevamenti, ma sono certo che i nostri
sforzi sul noleggio senza operatore saranno premiati in misura sempre maggiore da un mercato che sta diventando ancora più maturo e consapevole, nella ricerca di un'elevata professionalità”.