SOLLEVARE - Novembre 2021

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Visitate www.sollevare.it, il Portale Italiano per il Sollevamento, la Movimentazione Industriale e Portuale e il Trasporto Pesante The Leading Italian Magazine and Website for the Lifting, Industrial & Port Handling and Heavy Transport Markets

La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova

Anno 7 - Novembre 2021

Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale

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Ottobre 2021 3-5 October 2019

aziano i 400 espositori visitatori della fiera alla 9a edizione del GIS Ottobre del 2023

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Editoriale

Europa, la scelta industriale non più rinviabile Fabio Potestà

Alberto Finotto

Cari Lettori, è davvero un peccato che la speculazione finanziaria internazionale e l’imprevidenza delle politiche industriali europee contribuiscano a frenare la spinta della ripresa europea, e di quella italiana, innazitutto. Qualcuno la definisce “la crisi dei microchip” e rappresenta in effetti la sconfitta più evidente di una macroeconomia fin troppo poco eurocentrica che ha affidato altrove le proprie sorti industriali, legate a componenti e sistemi che coinvolgono una larga parte di materie prime essenziali. La colonizzazione da parte della Cina dei giacimenti di terre rare in Africa, è un esempio evidente di come l’Europa abbia finito per soggiacere alla globalizzazione di un “mercato alla fonte” da cui il Vecchio continente è escluso ormai definitivamente. Le materie prime mancano e le problematiche dei trasporti via nave (legate a più ragioni, non tutte giustificabili) aggiungono preoccupazione a preoccupazione per i nostri produttori manifatturieri. Dal successo del GIS 2021, oltre al grande entusiasmo per una ripresa che finalmente appare come reale, si è ricavata anche una dissonanza tra le ambizioni dei costruttori di casa nostra e le reali possibilità di incremento dei volumi, a causa della penuria di materiali e dei ritardi di consegna. Questa situazione non è accettabile e un settore come quello del sollevamento italiano non se la merita, dopo il coraggio di resilienze e investimenti che hanno contribuito all’eccellenza del Paese nello scenario mondiale. Oggi capiamo bene quale importanza abbia avuto Draghi nella politica monetaria dell’Unione europea e non solo in quella. Alla sua guida (e a quella, certamente, di altri esponenti di valore), si sono succedute figure istituzionali inadeguate e competenze evidentemente scadenti in diversi ambiti (in quello sanitario,

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prima di tutto, e poi in quello economico e, nello specifico, in quello industriale). Serve invece come l’aria una politica industriale europea che finalmente rigetti il dettato neoliberista per cui“basta il mercato”a garantire le regole. Come abbiamo visto, il mercato (senza regole) su base planetaria, ha prodotto solo svantaggi e perdite per il consumatore e per il produttore europeo. Piuttosto, andrebbe riscoperta la necessità, seria e motivata, di strumenti come i fondi pubblici europei che funzionino come volano agli investimenti privati delle imprese (citiamo, a titolo d’esempio virtuoso, il progetto Gaia-X che coinvolge già oggi oltre 300 soggetti nella Ue-27 per far nascere un mercato digitale europeo 5G. Può permettere al Vecchio continente di affrancarsi dalle piattaforme dei colossi americani e cinesi). La nostra industria europea deve diventare forte e indipendente, in grado di contrastare con efficacia le fluttuazioni esterne e la speculazione internazionale. Deve, e subito, essere supportata, aiutata, difesa. Per scongiurare il rischio che si torni, non al periodo pre-pandemia, ma alla terribile vigilia di una crisi epocale e sistemica come quella di fine 2008. L’Europa deve combattere con tutte le forze questa evenienza, anche a rischio di apparire conservatrice contro le presunte meraviglie globalizzate. Deve combattere per il proprio destino e per quello delle sue imprese, che continuano a sorreggerne l’identità, con tanto coraggio e spesso senza alcuna protezione. L’Europa deve essere Europa, insomma. Un consesso di pensieri alti e programmatici, non una festa di laurea per studenti fuori corso. Pagata da noi tutti, e a caro prezzo. Buona lettura!

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Periodico associato a

Sommario

Novembre 2021 - Anno 7

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Rivista partner

Visitate www.sollevare.it, il Portale Italiano per il Sollevamento, la Movimentazione Industriale e Portuale e il Trasporto Pesante The Leading Italian Magazine and Website for the Lifting, Industrial & Port Handling and Heavy Transport Markets

La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova

Anno 7 - Novembre 2021

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Direttore Responsabile Fabio Potestà

Responsabile Editoriale Alberto Finotto Collaboratori Roberto Ambra Stefania Priolo

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In copertina:

Attualità, p.8 Cover Story Fassi, p.56 Speciale GIS 2021, p.60

Gru e Autogrù

Ilta 2021, p.64 Terex, p.70 Fassi, p.74 Ormig, p.78 Di Stefano I.B.A. Crane, p.80 Liebherr, p.84

Gru Edili

Movimentazione Industriale Itala 2021, p.120 Comes, p.126 Heli, p.130 Italift, p.134

L’avventura di Delta Cranes parte dal modello DK100E, campione pick & carry elettrico da 100 ton. Il primo di una gamma molto ambiziosa

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Trasporti Eccezionali

Italplatform 2021, p.96

Sollevatori Telescopici

JCB, p.102 Faresin, p.106 Dieci/Walvoil, p.110 Merlo, p.114

Attrezzature & Componenti Bosch Rexroth, p.118

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Fotografia Archivio Sollevare Ufficio traffico Daniela Chiusa daniela.chiusa@mediapointsrl.it Direzione e redazione MEDIAPOINT & EXHIBITIONS SRL Corte Lambruschini Corso Buenos Aires, 8/7 16129 Genova - Italy tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 redazione@sollevare.it Pubblicità Italia ed estero tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 info@sollevare.it

Cometto, p.138

Pre-stampa e stampa Euro Grafica - Genova

Parole di Scienza Interdisciplinarità, p.140

Manitowoc, p.90

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Grafica e impaginazione Romina Testino grafica@mediapointsrl.it

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Registrazioni Tribunale di Genova n.27/2011. Camera Commercio di Genova, R.I. N.O 395768 del 5 novembre 2001 Registro operatori di comunicazione N.O 022258 del 20 gennaio 2012 Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli archivi della casa editrice “Mediapoint & Exhibitions Srl” sono utilizzati solo dalla casa editrice e solo per perfezionare gli obblighi derivanti dagli abbonamenti. Tutti gli abbonati possono chiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei propri dati. Responsabile: Fabio Potestà Testi e foto a riproduzione vietata senza consenso della casa editrice. Legge 1396/42, art. 7, Reg. 18 © Copyright 2021

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News PLE

Tre ragni a congresso Al 29° Congresso Nazionale Assodimi/ Assonolo del prossimo 26 novembre 2021, CMC partecipa nella doppia veste di espositore e platinum sponsor dell’evento. La sede dell’evento è Firenze, nella splendida location della Stazione Leopolda. Per l’occasione, il costruttore di Bari esporrà tre piattaforme della propria gamma di ragni cingolati. Si tratta del modello compatto S15, della S18F, completamente idraulica e dedicata specificamente al noleggio, e della polivalente S22HD. Fulvio Quercioli, responsabile commerciale Italia di CMC, ha definito il Congresso di Assodimi “un importante aggregatore per il mercato del noleggio italiano; mercato nel quale crediamo strategicamente e per il quale prevediamo nuovi, importanti investimenti”.

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Selezione Easy Lift in UK per Orion Access

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Grazie alla collaborazione iniziata nei primi mesi del 2021 con il dealer inglese Independent Access Sales, le piattaforme aeree cingolate Easy Lift sono diventate protagoniste nella flotta del noto noleggiatore Orion Access, realtà del Kent con oltre trent’anni di esperienza nel settore del sollevamento di servizio (soprattutto nel lavoro in quota per la pulizia di vetrate). Per diversificare la propria offerta, Orion Access ha deciso acquistato dunque un ragno Easy Lift per ogni serie di gamma, scegliendo i modelli R130, R210 e RA31. L’R130. In particolare, l’R210 - dai 21,2 m di altezza per uno sbraccio orizzontale di 11 m - prevede anche le versioni con batteria al litio (R210BA) e ibrida (R210HY). Scelte, entrambe, preferenziali per i potatori e per le aziende che svolgono lavori di manutenzione degli edifici.

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News GRU E AUTOGRÙ

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Altezze Altezze di lavoro di lavoro diAltezze da lavoro da 6 a610 di da a 10 metri lavoro 6 metri a 10 da metri 6 a 10 metri Otto assi di flessibilità perAltezze Bettarini La flotta da prima classe di Bettarini Autogru ha accolto una nuova diva a otto assi. Si tratta della Liebherr LTM 1650-8.1 da 700 ton, scelto dal noleggiatore livornese per la grande flessibilità nei trasferimenti su strada e per la possibilità di smontare rapidamente varie componenti della gru per ridurne il peso complessivo proprio in fase di trasporto. Altra caratteristica degna di nota risiede nella possibilità di montare due tipi di braccio telescopico telematico; in particolare un braccio base di 54 metri a 3 elementi e un secondo braccio da 80 metri a 5 elementi. Determinante per la scelta di questo modello parte di Bettarini, il motore singolo Liebherr da 686 cavalli che aziona sia il carro che la torretta dell’autogrù - coadiuvato dal cambio automatico con convertitore di coppia, ZF Traxon Torque, con funzioni di EcoDrive e EcoMode. Il modello LTM 1650-8.1 prevede 175 tonnellate di zavorra, un sistema di tirantatura per braccio telescopico a Y e falcone tralicciato sia fisso che a volata variabile. La dotazione comprende gli innovativi sistemi VarioBase e VarioBallast.

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News GRU E AUTOGRÙ

A capo dei grandi clienti Tadano ha annunciato la nomina di Giuseppe Pompeo nel team europeo del gruppo come Director Key Accounts. In questo nuovo e importante ruolo, Giuseppe Pompeo collaborerà direttamente con Klaus Kröppel, Senior Vice President Sales di Tadano Europe. “Siamo entusiasti di dare il bentornato a Giuseppe qui a Zweibrücken. La sua esperienza e reputazione nel nostro settore ci aiuteranno nella sfida ambiziosa di Tadano verso il primo posto tra i produttori di autogrù – ha dichiarato lo stesso Klaus Kröppel – Il suo ambito di impegno direttivo-commerciale include tutti i prodotti realizzati e forniti da Tadano, in Europa, in America e in Giappone. Sarà la figura chiave per i nostri grandi clienti”. Giuseppe Pompeo, laureato in ingegneria meccanica, ha alle spalle quasi 30 anni di esperienza nel settore delle gru, di cui più di 14 in diversi ruoli di servizio e vendita nel gruppo Mannesmann.

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COMPONENTI

La terza volta sul podio Flash Battery, l’azienda di Sant’Ilario d’Enza (Re) specializzata nella produzione di batterie al litio per macchine industriali e veicoli elettrici, si è aggiudicata per la terza volta il premio “Best Managed Companies”, il riconoscimento assegnato alle imprese italiane che si sono distinte per strategia, competenze e innovazione, impegno e cultura aziendale, governance e performance, internazionalizzazione e sostenibilità. La società emiliana – che il 1° ottobre ha inaugurato la nuova sede con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – si è così confermata tra le 74 realtà italiane dalle migliori prestazioni, in base alle valutazioni effettuate da Deloitte Private in collaborazione con Elite (il programma di Borsa Italiana che supporta lo sviluppo e la crescita delle imprese ad alto potenziale), Confindustria e Altis-Università Cattolica di Milano.

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News NOLEGGIO

Loxam, un nuovo centro in Lombardia

© Tadano Ltd. 2021

Nuova sede a Lainate per Loxam, dopo la recente apertura di Caivano (Na). Il gruppo europeo specializzato nel noleggio di mezzi per il lavoro in quota rafforza anche la propria presenza in Lombardia con l’apertura di un nuovo punto noleggio a Lainate (Mi). La nuova sede servirà le province di Milano, Varese e Monza-Brianza, fungendo inoltre da hub strategico per tutto il nord-ovest della regione. L’inaugurazione si è tenuta lo scorso 12 novembre, con un evento speciale dedicato agli specialisti del settore.

UNA SPANNA SOPRA LA CONCORRENZA. LA NUOVA GRU AC 4.080-1 Con un braccio base lungo ben 60 metri e una struttura compatta, la nuova Tadano AC 4.080-1 trova spazio in una vasta gamma di applicazioni. Ciò vale in particolare per l’uso in combinazione con il sistema di stabilizzatori Flex Base, la cui estensione è regolabile in continuo, e il sistema di posizionamento Surround View, due caratteristiche che rendono la gru la prima scelta per numerosi progetti in cui lo spazio è un fattore primario. Utilizzabile sia come gru principale, sia come potente gru ausiliaria, grazie all’imbattibile capacità di sollevamento anche con il braccio impennato, la gru AC 4.080-1 si è già prenotata il suo posto in molti futuri cantieri.

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News AZIENDE

Schermo di passione I video istituzionali sono occasioni uniche per mostrare il cuore di un’azienda: le persone che la compongono, gli obiettivi comuni, i valori condivisi, la passione trainante e la costante ricerca di innovazione sono i temi che CTE ha racchiuso nel nuovo video che la rappresenta. Realizzato seguendo un fil rouge che collega alcuni dei suoi dipartimenti, la storia di fondo si svolge tra la sede di Rovereto e il sito produttivo di Rivoli Veronese. Prendono la parola i due fondatori Lorenzo Cipriani e Giampaolo Piovan e i responsabili delle Risorse Umane, Sofia Cipriani, del Marketing, Alessandra Mainini, e dell’Innovazione di Prodotto, Roberto Berritta, oltre al direttore commerciale Marco Govoni. Le loro voci narrano all’unisono i valori e gli obiettivi dell’azienda, partendo dal concetto che “CTE significa passione, innovazione e competenza”.

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News SOLLEVATORI TELESCOPICI

L’elettrico che vince nel noleggio d’Europa sulle gru equipaggiate con il sistema Sense. A ben guardare, inoltre, Steady è molto più che un radiocomando: è un vero e proprio “partner” che affianca l’operatore per facilitare la sua giornata lavorativa, estremamente ergonomico, perché lascia braccia e mani in posizione naturale, riducendo la tensione posturale. Inoltre è facile da usare grazie alle icone particolarmente intuitive, mentre la retroilluminazione permette di lavorare anche nelle ore in cui la luce comincia a scarseggiare. Copre, infine, tutti i canali di frequenza al mondo e dispone di una scheda di memoria rimovibile in cui è possibile salvare le proprie imposta-

cifiche, e in caso di difficoltà, ovunque ci si trovi, il Service Point di Effer può verificare istantaneamente il problema e intervenire subito con la risoluzione da remototelescopico dell’anomalia. Racediconsente l sollevatore elettrico JCB Loadall raccogliere unal’ambito gran mole di dati che JCBdi 525-60E ha vinto premio come “Prozioni personali. Dotato di un display TFT dotto permettono il monitoraggio una14a miglior per il noleggio dell’anno”ealla edizione da 3,5”, Steady garantisce infine un alto degli gestione della macchina: si può visualizEuropean Rental Awards. livello di qualità dell’immagine, offrendo I premi zare ilsono tragitto gru dal congiuntamente pannello di statidella organizzati feedback dettagliati e precisi. Un altro dalla controllo, monitorare il tempo effettivo European Rental Association (ERA) edidalla gioiello della tecnologia è RACE – Remo- rivista lavoro e misurareRental la percentuale di utilizInternational News (IRN). te Assistant Control Effer – il nuovo si- Lanciato zo delle attrezzature il jib,èililcestello lo scorso anno, quali il 525-60E primo mostema di connettività per le gru Effer che dello o le forche. Ma si può anche completamente elettrico di visualizzasollevatore tepermette di rimanere sempre connessi lescopico re le performance di più unERA concepito da JCB. Launità, giuriaper degli alla gru, con la possibilità di accedere a Awards miglior flotta. Unlapartiha controllo conferito della il premio con seguente tutti i dati necessari. Fondamentale per motivazione: colare sicuramente molto utile alla anche al “JCB sta rispondendo domanda pianificare il lavoro e per intervenire del noleggiatore. Senza contare i vantaggi mercato del noleggio di macchine pulite e a tempestivamente in caso di necessità. basse in emissioni, termini diemanutenzione preventiva, il nuovo sollevatore telescopico Con Race è possibile monitorare da re- Loadall dal momento che dal è possibile elettrico, oltre ad pannello essere una macchina efmoto la gru da qualsiasi device mobile ficace sapere quanto manca manutenzione e produttiva, è anchealla un’importante dichiao fisso: basta accedere al portale, senza razione delladigru e si possono quindi predisporre intenti”. dover scaricare programmi o app spein anticipo gli interventi.

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50 anni nel segno di Manitou

Sabato 6 ottobre, nella sede della Longhin di Villanova D’Asti si sono celebrati i 50 anni di attività dell’azienda piemontese. La grande festa di anniversario ha visto anche l’esposizione delle macchine più recenti della gamma Manitou, con la partecipazione di numerosi clienti dello storico distributore e l’intervento del management di Manitou Italia – tra i quali l’ex direttore commerciale e marketing Tiziano Guerzoni e l’attuale direttore per la stessa carica, Cristiano Campici. Il fondatore dell’azienda astigiana, Elio Longhin, con il figlio Mario, che lo affianca nella conduzione della società da diversi anni, hanno fatto da gran cerimonieri dell’evento memora-

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News SOLLEVATORI TELESCOPICI

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News TRASPORTI ECCEZIONALI

MultiMAX Plus, il viaggio sicuro delle PLE con Faymonville Una tecnologia di estremo dinamismo per le modalità di sollevamento e accesso rapide e flessibili nel trasporto di macchinari e attrezzature speciali, soprattutto se si tratta di grandi piattaforme aeree semoventi. La serie di semirimorchi a pianale ribassato MultiMAX Plus di Faymonville rappresenta oggi la migliore soluzione di trasporto per ogni modello dall’ingombro e dal peso eccezionale. Il modulo di semirimorchio MultiMAX Plus si distingue per un design ottimizzato che favorisce una capacità di carico costante e sempre elevata. Con la struttura a trave esterna, il veicolo offre all’utente la massima lunghezza dell’area di carico, con una piattaforma di sollevamento idraulica che favorisce l’accesso al collo d’oca. Un pratico verricello può essere montato davanti o sopra lo stesso collo d’oca. Angoli di avanzamento estremamente piatti nell’area delle rampe e del collo d’oca, abbinati allo smussamento posteriore ottimizzato, assicurano il carico regolare delle macchine con una luce dal suolo ridotta. Il pianale di carico è disponibile anche con estensione di 3.000 mm per ottimizzare la distribuzione del carico. 44 anelli di ancoraggio e 28 punti di ancoraggio sulla piattaforma di carico e fino a 30 punti di ancoraggio sul collo d’oca garantiscono il fissaggio ottimale dei carichi. Il MultiMAX Plus a tre assi è disponibile nelle versioni servosterzo e sterzante. Il veicolo presenta un’altezza di carico ridotta, autentico vantaggio con macchine alte. Le doppie rampe con una larghezza di 900 mm includono supporti di carico con una capacità fino a 18 tonnellate. Gli estremi delle rampe, ad azionamento idraulico, consentono un’apertura senza sollecitazioni, per condizioni di carico ottimali dedicate a ogni modello di macchinario da trasportare.

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News GRU EDILI

Nel cuore di Dublino L'agente di Raimondi per l’Irlanda, Irish Cranes & Lifting, ha recentemente installato due gru a torre flat top come parte di un pacchetto di quattro unità, nel cantiere di College Square. Situato nel cuore di Dublino, College Square è al centro di un progetto di sviluppo urbanistico innovativo che comprenderà spazi residenziali e commerciali alternati su un grattacielo di 21 piani. Le quattro gru Raimondi, che saranno tutte in servizio entro la fine dell’anno, includono i nuovi modelli MRT159, MRT189 e LRH174 che entreranno a far parte a breve della flotta Irish Cranes. L’ultima gru prevista all’opera nel cantiere di College Square è la MRT213, già di proprietà della società di noleggio irlandese. “Con questo ultimo ordine composto da cinque macchine, la nostra flotta ha raggiunto 70 gru totali di cui 60 sono modelli Raimondi – rivela con orgoglio Robert Coffey, direttore operativo di Irish Cranes – La decisione di acquistare questi modelli specifici, insieme a una MRT234 flat top già al lavoro in un altro sito, deriva dalla richiesta del mercato di avere gru che raggiungono altezze libere più elevate senza compromettere le prestazioni in termini di capacità di sollevamento e facilità di installazione”. Le gru noleggiate all’appaltatore del progetto, Walls Construction, sono state montate in un solo giorno, lo scorso settembre, e rimarranno in attività nel cantiere di College Square per circa 22-24 mesi. Gli insediamenti e il montaggio della LRH174 e della MRT213 sono previsti nei prossimi mesi. “L’MRT159 dalla capacità di 8 t schierata a College Square, presenta attualmente una lunghezza di braccio di 50 m e un’altezza sottogancio di 44 m che verrà successivamente portata all’altezza libera finale di 99 m – specifica ancora Robert Coffey – La gru MRT189 da 10 tonnellate, con una lunghezza del braccio di 54 m, ha già raggiunto l’altezza finale di 78 m. Si tratta di gru scelte sulla base di una piena soddisfazione delle esigenze del cliente in termini di assemblaggio rapido e sicuro e di grande capacità di carico, dal momento che questi modelli sono deputati a sollevare armature, casseforme e altri manufatti in calcestruzzo”. Le gru in cantiere sono tutte dotate delle più moderne tecnologie per garantire l’assistenza e il monitoraggio da remoto, con l’implementazione della Raimondi Deluxe R16 Crane Cabin. Come per i precedenti cantieri gestiti da Walls Construction, tutte le gru fornite sono verniciate con i colori richiesti dal cliente. “Raimondi Cranes si è dimostrata ancora una volta efficiente nella fornitura e nella consegna a Irish Cranes delle nuove macchine, considerando il breve periodo di preavviso fornito – conclude Coffey – Siamo estremamente felici di continuare a lavorare con i nostri fornitori italiani per supportare al meglio le esigenze dei nostri clienti con gru affidabili e versatili per i sollevamenti più impegnativi”.

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AZIENDE

Addio a Silvio Bonaudi, fondatore di Boman

L’imprenditore Silvio Bonaudi, fondatore e titolare della Boman di Murello, società primaria nella produzione di attrezzature e sistemi per la costruzione di gru e autogru, è rimasto vittima di un incidente mortale lo scorso 18 ottobre. Bonaudi condivideva l’attività della Boman con i figli Enrico e Clara e la sua scomparsa improvvisa ha destato profonda emozione nel mondo industriale e tra le numerose persone che ne stimavano il genio e il valore imprenditoriale. L’assemblea dei soci Boman ha nominato, nelle scorse settimane, il nuovo consiglio di Amministrazione della società. Formato da cinque membri, oggi vede Enrico Bonaudi presidente, Alex Belforte CEO, Clara Bonaudi, Fabio Arpe e Paolo Dentis come consiglieri. Il nuovo CdA è entrato in carica lo scorso 25 ottobre e continuerà, negli intenti direttivi dell’azienda, il percorso industriale avviato e svolto con successo dal fondatore Silvio Bonaudi, scomparso prematuramente.

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News ASSOCIAZIONI

Professionisti in quota sicurezza L’International Powered Access Federation (IPAF) ha lanciato un nuovo tipo di affiliazione, la categoria Professionisti della Sicurezza (Safety Professional), rivolta a coloro che ricoprono ruoli di supervisione in materia di salute e sicurezza nel settore dell’accesso aereo o in settori affini. La nuova categoria di appartenenza è rivolta agli individui all’interno di organizzazioni rilevanti, compresi quelli impiegati da aziende già membri dell’IPAF, ed è un modo conveniente per beneficiare della Federazione e delle sue attività, portando benefici e aumentando le opportunità di ricevere aggiornamenti diretti dall’IPAF sulla sicurezza e la guida tecnica, partecipare a webinar ed eventi esclusivi e impegnarsi direttamente con gli esperti IPAF e gli altri membri. I vantaggi del nuovo pacchetto per i membri includono la partecipazione gratuita a eventi professionali esclusivi sulla sicurezza con relatori di spicco dell’industria dell’accesso aereo, l’iscrizione ad un gruppo privato su LinkedIn per condividere conoscenze e buone pratiche sulla sicurezza, l’accesso all’area riservata ai membri del sito web IPAF e alla dashboard dei membri del Portale di segnalazione degli incidenti IPAF, oltre a un abbonamento scontato a una pubblicazione leader nel Regno Unito in materia di H&S.

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News GRU E AUTOGRÙ

Konecranes nei porti Usa della sostenibilità Logistec è un gruppo che gestisce 80 terminal in 54 porti in tutto il Nord America. Nel terminal del porto di Manatee si occupa principalmente della movimentazione di container, pallet, manufatti d’acciaio e break-bulk. Alla luce dell’impegno crescente che coinvolge le attività del porto, la società prevede livelli crescenti di traffico per le merci containerizzate. Con l’arrivo delle due nuove gru a trazione elettrica Konecranes nella nostra flotta di attrezzature per la movimentazione delle merci, la società americana corrobora la scelta della riduzione dei livelli di carbonio in ambito portuale. “2021 segna 50 anni di presenza di Konecranes nel continente americano e questo ordine di Logistec conferma una partnership di lungo corso in quest’area di mercato – commenta Alan Garcia, Sales Manager Port Solutions, Region Americas per Konecranes – L’ordine mostra anche chiaramente che le nostre nuove gru di generazione 6 stanno incrementando il proprio potenziale sul mercato, offrendo elevate prestazioni e affidabilità, riducendo al contempo i costi del carburante e le emissioni”. Le due nuove gru di generazione 6 sono del modello Konecranes Gottwald ESP.7 Mobile Harbour Cranes, con un raggio di lavoro fino a 51 m e una capacità di sollevamento di 125 t. Queste gru sono le eredi naturali delle due gru della generazione 5 già attive nel porto di Manatee. Sono dotate di una cabina più alta per una migliore visuale delle navi in porto e consentono capacità di sollevamento più elevate. La loro unità di MARGINE DI ABBONDANZA 5 MM MARGINE propulsione segue i severi standard EPA Tier 4 final.DI Si TAGLIO tratta di un’unità ibrida intelligente che combina un motore diesel con un consumo di carburante ottimizzato e un supercondensatore.

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News MOVIMENTAZIONE INDUSTRIALE E PORTUALE

Intermodalità da premiare Metrocargo Italia, l’MTO che fornisce l’unico servizio intermodale tra Italia e Francia via Ventimiglia, si è aggiudicato, nell’ambito del GIS 2021 di Piacenza, gli ITALA-Italian Terminal and Logistic Awards come Miglior Operatore Intermodale e Ferroviario. L’entusiasmo dei vertici societari stamattina ha prodotto le prime dichiarazioni ufficiali di enorme soddisfazione per il prestigioso conferimento nell’ambito del GIS 2021. “Questo riconoscimento rappresenta un’immensa soddisfazione perché arriva dopo anni di duro lavoro finalizzato a incrementare la capillarità e la qualità dei servizi offerti in Italia e in Francia, il tutto con uno sguardo sempre attento alla possibilità di innovare, da sempre il nostro punto di forza - ha dichiarato Melania Molini, Managing Director di Metrocargo Italia - L’innovazione è al centro della filosofia di Metrocargo inteso anche come rete che, grazie a fermate agili e rapide lungo la linea, punta a semplificare il cargo ferroviario avvicinandolo al trasporto dei passeggeri; il nostro obiettivo è quello di creare una vera e propria metropolitana per le merci”. Guido Porta, fondatore e amministratore delegato della società, si è complimentato con il team, sottolineando la soddisfazione “per come Metrocargo stia crescendo; nonostante le difficoltà del contesto la nostra squadra diretta da Melania Molini ha saputo ottenere ottimi risultati anche nel 2020, con un incremento del fatturato di oltre il 15% e arrivando a gestire 170 viaggi al giorno”.

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News PLE

Un gigante in Fincantieri Bastano poche parole per definire il rapporto tra Multitel Pagliero e la Omec di Ancona: lungo, duraturo, improntato alla reciproca fiducia. Più una partnership che una semplice relazione fornitore-cliente. A testimoniarlo, non solo gli 88 mezzi del costruttore di Manta inseriti nel parco noleggio Omec – piattaforme che coprono altezze dai 16 ai 77 metri – ma soprattutto il fatto che molte soluzioni tecniche siano state sviluppate dalla collaborazione tra le due aziende. 25 le macchine consegnate tra il 2020 e 2021, tra cui la piattaforma autocarrata articolata MJ775. Allestita su autocarro Volvo a 5 assi da 44 tonnellate e con un’altez-

za di lavoro di 77,5 m, è stata impiegata nello stabilimento Fincantieri di Ancona. Un contesto abituale per Omec che ha tra i suoi i clienti gruppi industriali come Eni, Ilva e Fincantieri, dove spesso servono piattaforme in grado di lavorare a grandi altezze e per lunghi periodi. Diverse le caratteristiche tecniche che, oltre all’altezza di lavoro, hanno fatto ritenere la MJ775 ideale per questo tipo d’intervento. Innanzitutto lo sbraccio orizzontale massimo di 38 m che consente una portata in cesta di 120 kg; quest’ultima è di 280 kg con lo sbraccio di 35,80 m e di 400 kg a 33 m. Poi la rotazione della torretta di 360° e la cesta autolivellante con rotazione 90°+ 90° + 180°, che unitamente al doppio jib con oltre 26 m di sviluppo e scavalcamento a 51 e 72 m, permettono all’operatore di aggirare gli ostacoli e di posizionarsi con precisione sull’area di lavoro. Piattaforma ad alto contenuto tecnologico, innovativa e sicura, la MJ775 trova naturale impiego nei lavori edili, lattoneria, manutenzioni industriali, installazione e posa, petrolchimico ed eolico. Il pubblico del GIS ha potuto vedere l’imponente mezzo e il suo braccio di 77 m allo stand Omec, prima che la piattaforma tornasse operativa per nuovi interventi, tra cui quelli in Fincantieri. Anche nel 2022 Omecvedrà aumentare la presenza del brand Multitel Pagliero con l’inserimento di nuovi mezzi a completamento dell’attuale parco noleggio.

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PLE

Haulotte, la scelta di Rummo Da sempre la zona di Benevento è riconosciuta come la “terra dell’antico mestiere dei mugnai”. Ed è qui che nel 1846 Antonio Rummo iniziò a produrre pasta con i migliori grani duri. Il pastificio Rummo è sempre alla ricerca della qualità che fa la differenza ed è per questo motivo che ha scelto alla qualità e alla tecnologia garantite da Haulotte per una piattaforma dedicata alle sue attività di movimentazione e manutenzione in ambito industriale all’interno del pastificio. “La nostra scelta – spiegano dal quartiere generale Rummo – si è indirizzata verso una azienda come Haulotte riconosciuta sul mercato per la qualità delle sue macchine che offrono la massima efficienza in termini di performance e sicurezza, ma anche per il supporto tecnico e manutentivo postvendita”. Per un uso prevalentemente interno Haulotte offre numerosi modelli di macchine ad alimentazione elettrica, tra piattaforme articolate, piattaforme a pantografo e, per esigenze specifiche, piattaforme verticali. In particolare il pastificio Rummo ha scelto la piattaforma a pantografo Compact 10N, a garanzia di manovre semplici e sicure, per un’altezza di lavoro di 10 metri e una portata di 230 kg, molto compatta e ideale per spostamenti in spazi ristretti.

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News GRU E AUTOGRÙ

Marino Amici, la generosità dell’ingegno LA SCOMPARSA DEL FONDATORE DI EUROGRU AMICI RIPORTA L’EMOZIONE E LA MEMORIA DI UN INTERO SETTORE ALLA FORZA IMPRENDITORIALE DI UN GRANDE PROTAGONISTA. SOPRAVVISSE ALL’ECCIDIO DI MARZABOTTO, TESTIMONIANDO CON LA SUA VITA DI IDEE E PROGETTI LA PIÙ ALTA FEDELTÀ AI VALORI DEL LAVORO E DELL’INNOVAZIONE INDUSTRIALE

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e l’Italia è diventata negli anni la patria maieutica e creativa delle gru, lo si deve anche a lui. Marino Amici delle gru - in particolare di quelle che oggi si chiamano truck crane, in ossequio alla loro diffusione internazionale - è stato demiurgo e instancabile inventore. Classe 1932, originario di Marzabotto, nei pressi di Bologna (dov’era nato il 13 settembre), e sopravvissuto all’eccidio più disumano perpetrato dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, Marino Amici è poco più di un ragazzo quando decide che al ricordo dell’orrore deve sostituirsi la vita. E la sua vita giovane è una vita di pensiero e di lavoro. Sviluppa da subito un forte senso imprenditoriale e, a poco più di 20 anni, inizia il suo percorso nella manifattura meccanica insieme ai fratelli. Nel 1962 decide di mettersi in proprio e avvia la produzione di macchine per mangimifici. Dall’agricoltura alle gru, il passo potrebbe sembrare non lieve, ma l’inventiva di Marino sembra senza limiti.

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Marino Amici, tra le sue amatissime macchine utensili, all'inizio del 2019

La svolta è del 1967, quando nella propria officina Marino costruisce un’autogrù per uso aziendale. Un noleggiatore emiliano la vede e si offre subito di comprarla. Marino allora ne costruisce un’altra, poi una terza e da quel momento in poi non si fermerà più. La storia dell’Eurogru Amici è iniziata e continuerà, inarrestabile nell’innovazione, fino ai giorni nostri. Nel 1977 realizzerà la prima gru idraulica, poi nel 1980 sarà la volta del primo modello da 40 tonnellate di capacità, prima autogru concepita in Italia con stabilizzatura radiale. Poi, nel 1986, nascerà la 650 UP, pri-

ma autogrù da 60 tonnellate multivalente. Ricordiamo inoltre che nel 1994 è stato il primo costruttore a installare un’autogrù da 70 tonnellate su un autocarro quattro assi destinato ai Vigili del Fuoco di Trento.

Le successive, sorprendenti, innovazioni, non si citano più e riguardano centinaia di gru costruite per imprese e clienti storici che da oltre trent’anni si affidano all’Eurogru Amici. Parlare dell’uomo Marino è più difficile, perché la persona era complessa, di una generosità non confinabile nel vocabolario stretto delle frasi di circostanza. Dal figlio Alessandro, erede del suo sogno imprenditoriale e delle sue gru, un commento semplice che sostituisce mille parole. “Aveva un consiglio per tutti, una disponibilità ad accontentare il cliente che pochi costruttori hanno. Una dedizione al lavoro infinita che lo ha fatto amare da tutti quanti l’hanno conosciuto”. L’energia generosa di Marino Amici, purtroppo si è spenta il 25 marzo 2021, ma il segno che ha lasciato, umanamente e professionalmente, rimarrà duraturo come un’eredità preziosa per tutto il settore e per la cultura industriale del nostro Paese. La redazione di Sollevare, l’intero staff di Mediapoint & Exhibitions e del GIS esprimono alla famiglia, alle donne e agli uomini di Eurogru Amici il sentimento di cordoglio più sincero.

Il fondatore di Eurogru Amici davanti alla pima 3.23 destinata a un cliente della Corea del Sud.

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News COMPONENTI

Pitteri Violini distribuirà i motori OEM di JCB JCB Power Systems ha da oggi un nuovo partner per la distribuzione dei propri motori OEM in Italia e San Marino che supporterà ed amplierà ulteriormente la base dei clienti nella regione. Si tratta della storica Pitteri Violini di Baranzate (Mi), un’azienda a conduzione familiare che attualmente distribuisce marchi complementari a JCB Power Systems e gestisce la fornitura di ricambi, l’assistenza e la realizzazione di soluzioni su misura per i clienti OEM. Leonardo Zappella, amministratore delegato della società milanese ha dichiarato che “Pitteri Violini era alla ricerca di un marchio prestigioso nella gamma di potenze superiori a 50 kW da rappresentare sul mercato italiano attraverso la nostra rete. Grazie alla gamma JCB Power Systems, saremo in grado di fornire e supportare un ventaglio più ampio di produttori italiani di macchinari e attrezzature. Tutti i potenziali clienti alla ricerca di un motore potente e conforme ai più recenti standard di emissioni, avranno ora l’opportunità di installare un’unità JCB usufruendo di tutti i vantaggi offerti da prodotti di altissima qualità e della nostra esperienza e rapidità di intervento”.

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La realtà aumentata di CEM Direttamente dall’ultimo GIS, arriva il Progetto AR-Realtà Aumentata, sviluppato da CEM insieme a Giovanni Scarangella, marketers che da anni collabora con il gruppo di Settimo Milanese. Si tratta del primo intervento di valorizzazione in realtà aumentata e virtuale di una delle scale per traslochi più vendute da CEM, il modello a traino Easy 21. Proprio attraverso la realtà aumentata, cliccando sul link https://ar.cemelevatori.it/cem-scala-trainata-easy-21, è possibile attivare la funzione zoom e ruotare la scala, insediandola, ad esempio, all’interno del proprio piazzale o del sito di intervento. Inoltre, l’operatore che utilizza l’AR, può visionare i punti di interesse in forma di realtà virtuale della scala trainata, combinando ricostruzioni in 3D e computer grafhics. Un’implementazione, quella del Progetto AR, che arricchisce la narrazione e crea un impatto conoscitivo più profondo del mezzo operativo. Gli utenti si trovano virtualmente a fianco della scala, immersi in un ambiente a 360°; possono osservare, ad esempio, il pacco scala maggiorato o il doppio pistone di sollevamento della piattaforma di elevazione per materiali, nel rispetto delle proporzioni e della componentistica originale. Con lo sviluppo del 3D e la relativa applicazione nello spazio fisico, l’esperienza diventa ancora più immersiva e coinvolgente. La particolare applicazione AR riconosce la tridimensionalità dell’ambiente circostante effettuando un tracking in tempo reale.

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NOLO AUTOGRU E MOTRICI GRU FINO A 300 TON TRASPORTI ECCEZIONALI E NORMALI FINO A 100 TON IN TUTTA ITALIA CON DUE SEDI DIRETTIVE, NEL LAZIO E NELLA CAMPANIA

mobili fuoristrada, motori e sistemi di trasferimento e movimentazione di fluidi. I tubi flessibili 2030T-V70CON idonei presentano tutti i requisiti richiesti e resistono a temperature da -70 °C a +230 °C per coprire una vasta gamma di usi estremi. Inoltre, i nuovi tubi flessibili convoluti PTFE offrono un’eccellente resistenza chimica rendendoli adatti a un’ampia gamma di applicazioni che utilizzano fluidi aggressivi. Tenendo presente questi aspetti, il design dei tubi 2030T-V70CON di Parker è tale da offrire dati affidabili su prestazioni rese da un’ampia gamma di fluidi. Infatti, i nuovi tubi flessibili convoluti PTFE sono adatti per l’uso con sostanze chimiche e gas, nonché con oli idraulici, acqua, aria e vapore. Ulteriori vantaggi includono l’uso di una treccia in acciaio inossidabile (grado 304) come materiale di rinforzo che evita la corrosione in ambienti bagnati o umidi, mentre il raggio di curvatura ridotto facilita l’installazione e rende i tubi ideali per l’uso in aree ristrette senza attorcigliamenti. Infine, il processo di assemblaggio dei tubi flessibili è semplice e sicuro grazie a un raccordo monopezzo crimpato su tutta la lunghezza del manicotto. I nuovi tubi flessibili convoluti PTFE 2030T-V70CON di Parker Polymer Hose Division Europe sono disponibili in otto diametri interni, da 6 mm (0,25 pollici) a 32,5 mm (1,25 pollici).

Sedi e contatti: Sede Principale: Via Nomentana, 1111 - 00137 ROMA (RM) Sede Secondaria: Strada Statale 265 km 27.252 - 81025 MARCIANISE (CE) Telefono: 06/41734424 - 335/230477 Piccoli@piccoliautogru

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News GRU E AUTOGRÙ

Fagioli, maestria combinata per la motonave Si sono concluse pochi giorni fa le operazioni di recupero del relitto della motonave Berkan B nel porto di Ravenna. L’operazione è stata condotta magistralmente dallo staff Fagioli impegnato nell’operazione. Per il sollevamento dell’ultimo troncone (del peso di circa 800 tonnellate), è stata progettata una soluzione tecnica unica, mai adottata in Italia, con l’utilizzo combinato di tre gru tralicciate della portata complessiva di 1.750 ton, allestite su un mezzo navale. Le gru hanno preso carico in modalità proporzionale durante la notte, fino al sollevamento finale e al successivo posizionamento, avvenuto durante la mattinata, sulla chiatta oceanica precedentemente allestita. Successivamente, sono state completate le attività di messa in sicurezza, con il pontone in viaggio verso il cantiere di demolizione di Piombino. Il progetto è stato particolarmente impegnativo dal punto di vista prima progettuale e operativo, anche a causa della differenza tra i dati tecnici storici di riferimento della nave e quelli realmente riscontrati durante le varie attività di progetto. Per l’operazione complessiva, lo staff Fagioli ha impegnato oltre 40.000 ore di lavoro tra progettazione ingegneristica e tecnici specializzati in campo.

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AZIENDE

Natalina Merlo, discrezione e grandezza di un’imprenditrice Il suono della sirena, nel tardo pomeriggio del 12 ottobre scorso, ha levato l’ultimo saluto della fabbrica e dei suoi lavoratori a Natalina Merlo. La scomparsa, all’età di 91 anni, della cofondatrice – con il fratello Amilcare – della Merlo Spa, esempio fulgido della grande metalmeccanica italiana, ha avuto l’omaggio del cuore di San Defendente di Cervasca, fulcro produttivo dei sollevatori telescopici che hanno segnato la storia delle macchine operatrici per l’industria e l’agricoltura. Era nata a Cuneo, Natalina Merlo, e la sua avventura di lavoratrice eccezionale aveva avuto inizio addirittura a 13 anni, nell’officina del padre, Giuseppe Amilcare Merlo. In un ambiente votato alla più dura lavorazione dei metalli ferrosi, Natalina cresce professionalmente come incaricata dei libri paga, in ausilio agli impegni del padre nell’amministrazione della società. Il forte legame e il talento condiviso con il fratello minore, Amilcare, portano Natalina all’impegno più febbrile nello sviluppo dell’azienda di famiglia. Un impegno che sfocerà, nel 1964, nella fondazione della A. Merlo e C. snc di Amilcare e Natalina Merlo, con i primi due capannoni insediati nel verde di San Defendente di Cervasca. Il verde, da quell’anno in poi, sarà il colore del destino luminoso che attenderà la futura Merlo Spa, in un processo di industrializzazione progressivo e inarrestabile che avrà al centro un’invenzione fondamentale. Quella del sollevatore telescopico, presentata ufficialmente nel 1981 a Parigi, nel modello primigenio SM30. Negli anni a venire, il ruolo di Natalina sarà sempre in primo piano, nel consiglio di amministrazione con il fratello Amilcare e poi con l’ingresso dei nipoti nei vertici del Gruppo. L’avventura di Natalina oggi riporta a un mondo imprenditoriale straordinario, che dà lavoro a 1.500 persone e rappresenta un esempio di eccellenza industriale a livello mondiale. Chi ha conosciuto Natalina Merlo, ne rivela il carattere riservato, la discrezione e l’amore per la montagna. Soprattutto, l’affetto e la vicinanza di un territorio segno dalla vicenda industriale e umana della Merlo, restituisce a Natalina Merlo, nelle parole del sindaco di Cervasca Enzo Garnerone, l’identità di “anima dell’azienda. Sempre presente ancora tra le file dei reparti e nelle molteplici iniziative aziendali. Conosceva per nome ogni lavoratore (Garnerone, tra questi, come dipendente Merlo da molti anni, ndr.). La sua importanza a capo dell’azienda non transigeva mai dai valori nei quali credeva, praticandoli quotidianamente con la massima coerenza: rispetto e buona educazione, nella vita di tutti i giorni. Poche parole e tanti fatti, nell’impegno lavorativo per un Gruppo che ha scritto una pagina fondamentale della nostra industria”.

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News GRU E AUTOGRÙ

Espi, eccellenza cingolata nel segno di Sennebogen Scrivi Espi Engineering e pensi alla competenza più vasta per le gru cingolate adatte all’heavy lifting e alle fondazioni speciali. L’impresa di Castelfranco Emilia (Mo) è da 50 anni un punto di riferimento per la consulenza sull’usato e il revamping delle cosiddette lattice boom cranes destinate alle lavorazioni più difficili e impegnative. Oggi il core business si è decisamente diretto alla vendita e al noleggio delle macchine nuove del marchio internazionale Sennebogen. Il costruttore tedesco ha trovato nella struttura di Espi un alleato formidabile per la diffusione in Italia delle linee di prodotto delle Duty Cicle Crane & Dragline, delle Crawler Crane e delle gru telescopiche che attualmente sono la best-seller series in ambito nazionale Tutto il valore di questa offerta è stato rivelato anche al GIS 2021, con la promozione di una gamma telescopica che va dalle 16 alle 130 ton di capacità (dal modello 613E al 6133E) per un caleidoscopio di applicazioni che comprende la posa di pipeline e i grandi cantieri di fondazione, oltre alle costruzioni speciali e ai montaggi industriali. Le grandi Crawler Crane disponibili da Espi, invece, comprendono modelli dalle 50 ton alle 300 ton (partendo dal modello più piccolo 1100E, fino al 7700G).

È il primo portale italiano interamente dedicato al comparto tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno. La politica di decarbonizzazione tesa a ridurre l’inquinamento globale vede nell’idrogeno una fonte di energia sostenibile poiché può essere generato utilizzando energia rinnovabile e, quindi, trasportato, immagazzinato e utilizzato come un gas; l’Italia può costituire un mercato estremamente interessante per lo sviluppo dell’idrogeno proprio grazie alla presenza diffusa di fonti di energia rinnovabile e di una capillare rete per il trasporto del gas.

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THE FIRST ITALIAN EXHIBITION & CONFERENCE FULLY DEDICATED TO THE HYDROGEN SECTOR

8 -10 June 2022 Piacenza Italy Ita ly

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L’intervista ALBERTO DOSSI

Idrogeno, un’energia per il motore del Paese ALBERTO DOSSI, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE H2IT, CI HA SPIEGATO L’IMPORTANZA STRATEGICA DI UN ELEMENTO CARDINE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI E NELL’INDUSTRIA DEL FUTURO. PER UNA RIVOLUZIONE CHE PARTE DALL’EUROPA, CON L’ITALIA POTENZIALE PROTAGONISTA IN PRIMA LINEA

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S

i scrive H2IT e questa denominazione sintetica e di sentore inconfondibilmente scientifico corrisponde all’Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile, costituita nel 2005 come realtà consociativa autonoma che promuove l’idrogeno nelle sue istanze di ricerca tecnologica e nello sviluppo dei sistemi di produzione e di utilizzo per un elemento fondamentale dell’attuale transizione energetica globale. Da sempre H2IT si è posta l’obiettivo di stimolare la creazione delle infrastrutture necessarie per l’impiego dell’idrogeno nella nostra vita quotidiana – nei sistemi di mobilità, ad esempio – e nell’ambito dell’industria nazionale, facendosi portavoce degli attori del settore e assicurando un ruolo di leadership per l’Italia nel mercato mondiale. Abbiamo intervistato il presidente di H2IT, Alberto Dossi, per disegnare, con il suo aiuto, un quadro il più possibile esauriente delle dinamiche di sviluppo dell’idrogeno nelle strategie europee di riforma delle fonti energetiche. Naturalmente, dalle sue parole è scaturita anche la vicenda virtuosa di un’associazione che ha saputo, lungo 20 anni di storia, promuovere e conferire impulso alle azioni di sviluppo dell’idrogeno in Italia e nell’ambito delle politiche europee dedicate alla sostenibilità ambientale.

Presidente, qual è lo stato dell’arte dell’idrogeno nel panorama di trasformazione energetica che coinvolge l’Europa? L’idrogeno ricopre un ruolo chiave nella transizione energetica, anche tenendo conto dei piani di integrazione alla ripresa economica del nostro Paese. L’Italia può giocare un ruolo fondamentale nella partita europea dell’idrogeno, contando su una filiera industriale già completa e integrata e su centri di ricerca dalla rilevanza internazionale; il fattore chiave dovrà essere quello di un chiaro indirizzo politico che sappia valorizzare le tecnologie verdi secondo il principio della

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neutralità tecnologica, all’interno di un’azione nazionale coordinata e integrata. H2IT continua ad aggregare competenze per supportare lo sviluppo del settore in Italia; attraverso tavoli di lavoro interni, sta lavorando all’elaborazione delle priorità nazionali di intervento sulla filiera dell’idrogeno relativamente alle necessità del settore sugli aspetti legislativi, regolatori e normativi, con l’identificazione di proposte sia di natura giuridica che economica. Quale ruolo ha svolto H2IT, nel contesto generale di cambiamento degli ultimi anni?

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L’intervista Dalla sua costituzione, nel 2005, l’associazione è passata attraverso un lungo periodo di rodaggio. Dopo 10 anni, nel 2015, finalmente l’Europa si è svegliata e la Ue ha decretato l’inizio della decarbonizzazione a livello strategico, indicando le tappe fondamentali di una vera e propria transizione energetica attraverso la direttiva DAFI sui combustibili alternativi. Tra biometano e bioGNL, l’idrogeno è rimasto comunque tra gli elementi facoltativi, a discrezione dei singoli stati membri. Come presidente di H2IT, dal 2015 a oggi, mi sono confrontato, a livello nazionale, con ben cinque esecutivi, dal governo Renzi a quello Gentiloni, dai due mandati di Conte fino all’attuale governo Draghi. Oggi, i progressi della nostra azione di impulso si rivelano finalmente significativi. Come associazione, ci collochiamo in una posizione di collegamento tra la parte industriale della filiera dell’idrogeno e la parte istituzionale della politica e delle decisioni che le competono. Nel 2016 siamo riusciti, in primis, con il varo del Dlgs n. 257 del 16 dicembre, a spingere l’Italia ad accettare la direttiva DAFI anche con

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l’inclusione dell’idrogeno come combustibile alternativo. Che progressi ha fatto l’associazione, dalla sua costituzione a oggi e quali direttrici sta seguendo attualmente? Al momento del mio insediamento alla presidenza, l’associazione contava 20 soci. Oggi H2IT ne comprende 95, con la prospettiva di superare i cento per la fine dell’anno in corso. Possiamo dire che questi cento associati costituiscono l’anima industriale dell’associazione, composta da grandi, medie e piccole aziende del settore. Tutti i comparti sono compresi in questa anima industriale, dai protagonisti della produzione, alle imprese dedicate alla distribuzione, fino alle realtà che si occupano dello stoccaggio, per concludere con le stazioni di rifornimento e con gli utilizzatori finali. All’anima industriale di H2IT si affianca l’anima della ricerca – con il vicepresidente dell’associazione, Luigi Crema, a capo anche del Comitato Scientifico dell’associazione -, un’anima che comprende centri di ricerca primari, le maggiori università italiane e i cluster tecnologici.

Una terza anima, altrettanto fondamentale, è quella europea che ci vede associati a Hydrogen Europe, l’entità che raccoglie la rappresentatività industriale e le istanze di ricerca di tutti i singoli paesi del continente allo scopo di armonizzarne le direttrici sulla via dell’idrogeno. Qual è l’entità di impegno attende il futuro di H2IT, sul fronte della transizione energetica? Dopo due mandati – e con la soddisfazione di aver guidato nel 2015 il Comitato di indirizzo strategico mobilità idrogeno Italia che portò all’accoglimento della DAFI da parte del nostro Paese -, posso dire, come presidente, di aver portato l’associazione a nuove frontiere di consapevolezza. Questa consapevolezza comprende la necessità che le grandi realtà energetiche nazionali sposino la causa dell’idrogeno per trainare la catena di trasmissione industriale verso l’innovazione che comporta una scelta così fondamentale. Nel luglio scorso è nato finalmente il Piano dell’industria Europea per l’idrogeno (delineato nel report Green Hydrogen for a European Green Deal

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Lord Anthony Bamford, presidente di JCB, in posa con il primo sollevatore telescopico a idrogeno prodotto dal costruttore inglese. JCB è il principale protagonista mondiale nella ricerca e nello sviluppo dell’hydrogen technology per la propulsione di macchine mobili dedicate all’industria delle costruzioni e all’agricoltura.

A 2×40 GW Initiative, ndr.), con una road map alla quale si affianca un piano di investimenti che sarà coordinato, secondo le decisioni della Commissione Europea, dalla Clean Hydrogen Alliance. Si tratta, da oggi al 2030, di un programma che prevede la realizzazione di elettrolizzatori (per una previsione di investimento tra i 24 e i 42 miliardi di euro), con una destinazione importantissima di 220-340 miliardi di euro per aumentare e collegare direttamente agli elettrolizzatori 80-120 GW di capacità di produzione di energia solare ed eolica per fornire l’elettricità necessaria. Gli investimenti negli impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2 sono stimati a circa 11 miliardi di euro. Inoltre, saranno necessari investimenti per 65 miliardi di euro per il trasporto, la distribuzione e lo stoccaggio e per le stazioni di rifornimento dell’idrogeno. Ecco, in questo quadro, l’Italia deve fare la propria parte con il massimo impegno e con un forte senso di responsabilità, soprattutto politico e istituzionale. Perché l’idrogeno rappresenta un elemento cardine dei programmi ecosostenibili che l’Europa sta spingendo? Nella transizione energetica che attende il Pianeta, l’idrogeno ha un ruolo fondamentale. Il problema attuale sono gli impianti di produzione dell’idrogeno, che attualmente funzionano secondo processi di steam riforming dal metano. Poi abbia-

mo una produzione di idrogeno blu che avviene da combustibili fossili come il gas naturale; in questi casi, l’impianto di produzione è accoppiato con un sistema di cattura e di stoccaggio permanente della CO2 prodotta nel processo. La direzione virtuosa da intraprendere è quella del cosiddetto idrogeno verde, che si ottiene attraverso l’elettrolisi dell’acqua in speciali celle elettrochimiche alimentate dall’elettricità prodotta da fonti rinnovabili. L’idrogeno verde è l’unico a cui l’Europa del Recovery Fund dedica attenzione e investimenti, ma va considerato il problema essenziale dei costi di questa tipologia produttiva, superiore di sei volte rispetto a quella di derivazione steam riforming; senza contare l’annoso problema italiano della burocrazia dei permessi che concerne le stesse fonti rinnovabili (pensiamo, ad esempio, all’iter accidentato che potrebbe riguardare l’installazione, nel nostro Paese, di una pala eolica, oppure la creazione di un campo fotovoltaico). La risposta a queste problematiche risiede nel coraggio di cambiare, con la consapevolezza che una transizione così epocale non sarà a costo zero ma produrrà benefici a medio termine di fondamentale importanza, a patto che i decisori e le politiche nazionali tengano saldo il timone della rivoluzione energetica. Ci può offrire una previsione di futuro a medio termine, con l’idrogeno come

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protagonista della nostra vita sociale ed economica? La rivoluzione energetica che coinvolge l’idrogeno è una rivoluzione trasversale. Riguarda la mobilità urbana e transurbana – treni e camion a lunga percorrenza innanzitutto -, un aspetto dell’automotive che presenta già, sul fronte dell’idrogeno, risultati di convenienza e di facilità di approvvigionamento notevolissimi. Riguarderà, poi, le fonti energetiche destinate al campo residenziale, e prima ancora all’industria. Se guardiamo al Fit for 55 – il pacchetto normativo pensato per portare l’Europa, entro il 2030, al 55% in meno di emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 -, possiamo già rilevare che il ruolo dell’idrogeno è considerato importantissimo come vettore energetico del futuro industriale, per un’ipotesi di utilizzo nella misura del 50% di riduzione delle emissioni da combustione. Nello stesso pacchetto, sempre in relazione alla mobilità, si prevedono stazioni di rifornimento dell’idrogeno ogni 150 chilometri sulle reti transeuropee. Nello stesso PNRR, a questo riguardo, è già prevista la costruzione di 40 stazioni a idrogeno sul territorio nazionale e di nove punti di rifornimento per il sistema ferroviario. Si tratta di un inizio che testimonia l’evoluzione positiva di quella stessa rivoluzione energetica che può e deve mettere, con la massima coscienza di necessità, l’idrogeno in primo piano.

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Indagini di Mercato

Valore M.I.O. 2021, i numeri della ripresa ANCHE QUEST’ANNO PUBBLICHIAMO I DATI RELATIVI ALL’ANDAMENTO DELLE VENDITE NEI COMPARTI DELLE GRU PER AUTOCARRO E DELLE PLE. UNA LETTURA UTILE E INDISPENSABILE PER LE STRATEGIE INDUSTRIALI E COMMERCIALI DI DOMANI

S

ono passati quasi tre anni dal lancio dell’iniziativa Valore M.I.O. (Marketing Intelligence Operation), un’indagine di mercato ideata e concepita dalla nostra rivista Sollevare e dalla Mediapoint & Exhibitions, in collaborazione con l’Anfia di

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Torino (l’Associazione Nazionale di Filiera dell’Industria Automotive). Le tipologie di macchine da sollevamento prese in considerazione, riguardano due ambiti cruciali del sollevamento come le gru per autocarro e le piattaforme aeree, con una costante richiesta di informazioni

attendibili e attuali sull’entità complessiva delle vendite nelle tre macro aree del mercato nazionale (Nord, Centro e Sud). Nell’indagine odierna sono stati coinvolti, come di consueto, i costruttori italiani e i distributori di marchi esteri dei rispettivi settori che riguardano gru

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e piattaforme di lavoro elevabili allestite su veicoli stradali. Ai partecipanti è stata assicurata naturalmente l’assoluta riservatezza. L’iniziativa, fin dalla sue prima edizione del 2019, è stata fortemente sostenuta da Mario Ferrari e da Renzo Pagliero, rispettivamente presidenti della sezione Gru da Autocarro e della sezione PLE (Piattaforme di Lavoro Elevabili) della stessa Associazione, oltreché, naturalmente, dallo stesso direttore generale di Anfia, Gianmarco Giorda. L’idea di partenza è nata da Fabio Potestà, direttore della rivista Sollevare e presidente di Mediapoint & Exhibitions, oltreché ideatore del GIS, le Giornata Italiane del Sollevamento che quest’anno hanno rilevato un successo straordinario di pubblico ed espositori. Ed è proprio dalla ripresa eccezionale che coinvolge il settore - con i timori legati a un futuro problematico sotto il profilo della disponibilità di materie prime e delle politiche industriali del governo - che occorre partire per una lettura approfondita delle tabelle di dati rese disponibili da Valore M.I.O. Quest’anno è risultato più arduo coinvolgere gli attori del comparto e ottenere le

informazioni puntuali per raggiungere la completezza di indagine necessaria. Gli echi del periodo pandemico si sono fatti sentire anche nelle attività statistiche che coinvolgono periodicamente i costruttori (impegnati nel recupero di numerose attività interne e nella riorganizzazione dei processi produttivi). Tuttavia, grazie all’impegno di Anfia, con Renzo Pagliero, Mario Ferrari e Gianmarco Giorda - in prima linea, anche quest’anno, nell’impegno di recuperare numeri e informazioni preziose - Valore M.I.O. è riuscito a ottemperare con utile precisione alla funzione di cartina di tornasole sulle attività dei mercati del sollevamento, nei rispettivi comparti. Quello che ne risulta, come abbiamo già sottolineato negli anni scorsi, è un modulo importante per costruttori e distributori, un riferimento informativo per poter calibrare le strategie commerciali, potendo identificare meglio le quote di mercato e le aree commerciali sulle quali incrementare le azioni di vendita. Lasciamo ora alle analisi di Renzo Pagliero e di Mario Ferrari, la lettura delle tabelle di Valore M.I.O. che pubblichiamo in esclusiva su queste pagine.

Renzo Pagliero, presidente della Sezione Piattaforme di Lavoro Elevabili (PLE) di Anfia Per il comparto delle PLE, nel 2020 si è assistito a un interessante incremento delle vendite, nonostante le difficoltà arrecate dalla crisi pandemica. I dati confermano un andamento del mercato caratterizzato da una forte ripresa nel secondo semestre dell’anno. Possiamo quindi dirci soddisfatti dei risultati ottenuti lo scorso anno e anche dell’ormai prossima chiusura del 2021, che vedrà le vendite in ulteriore rialzo a doppia cifra rispetto al consuntivo 2020.

EDIZIONE EDIZIONE 2021 2021

INIZIATIVA "VALORE M.I.O. - MARKETING INTELLIGENCE OPERATION"

PIATTAFORME DI LAVORO ELEVABILI GRU PER AUTOCARRO - MERCATODI ITALIA PIATTAFORME LAVORO ELEVABILI 2017 classe di portata tm Nord Centro Sud classe di portata tm 0-2,9 223 40 21

classe di portata tm

Unità vendute

Totale Nord Nord 284 335

3-5,9 autocarrate fino398 a 3,5 T 98 autocarrate fino93 a 3,5 T 30 6-9,9

113

609

22

145

da10-14,9 allestire (per veicoli fino a 3,5 101 22 T) da15-19,9 allestire (per veicoli 78fino a 3,5 19 T)

30

153

41

138

16

83

20

119

autocarrate oltre51i 3,5 T 16 20-24,9

autocarrate oltre i 3,5 T

25-34,9 78 21 semoventi a ragno "spider lift" 35-44,9 28 7

10 semoventi a ragno "spider lift" 45-85 64 19 14 elevatori verticali di persone (fino a 7 m) >85 26 8 18 elevatori verticali di persone (fino a 7 m) TOTALE 1.140 280 305 verticali a pantografo diesel/elettriche

verticali a pantografo diesel/elettriche a braccio articolato elettriche a braccio articolato elettriche a braccio articolato diesel a braccio articolato diesel a braccio telescopico diesel

45

Nord

400 951160 951 107 0 92 0 73 42 42 95

2018 Centro Sud Totale Centro 56 37 428 93

118

42

42

28

32

22

73

23

32

23

21

Centro

611 360244 360 167 0 187 0 128 14 14139

MERCATO ITALIA MERCATO ITALIA

163

34

398

140

114

73

109

27

127

33

105

28

78

12

206 27 20662

5

10

13

17

22

53 42 53101

39

97

66

17

52

21 46

10

11

3 67

25

319

398

1.224

294

32.114 73

294 27

73 8

27 9 9

1.725 211.397

Fatturato in €

anno 2020 2019 Nord 2020 Centro anno

Sud Sud 39 Sud 195 240 68 240 44 0 73 0 40 9 9 28

236

2017 Totale 1.063.081

733

4.435.787

255

2.131.902

180

3.039.388

233

4.443.781

173

2.753.655

118

5.695.006

Totale

Totale

23

75

2.617.205

60

26

109

8.262.433

10

0

14

49

387

0 64

550

2.161

60

2018

FATTURATO IN € 2019 FATTURATO IN €

1.664.242

655.990

4.157.114 1.551 3.684.658 1.551 3.602.781 0 5.867.422 0 4.776.169 65 6.500.346 65 3.155.662 319

5.055.897 3.310.372 3.817.130

€ 72.932.103 € 72.932.103 €0 €0

6.778.160 6.105.693 6.217.477 5.327.065

€ 13.081.654 € 13.081.654 € 17.185.647

8.948.912 319

10.277.142

7.999.246

9.409.424 24

8.139.850

€ 176.285

42.441.484

51.766.730 24

55.684.776

431

€ 176.285 € 6.578.753

64 20

431 55

€ 6.578.753 € 2.536.676

8 7

20 6

55 22

€ 2.536.676 € 1.041.283

7

6

22

€ 1.041.283

€ 17.185.647

a braccio telescopico diesel

TOTALI 1550 518 399 3.424 € 137.132.401 TOTALI 1550 2020 per il settore 518delle PLE includono 399 3.424 € 137.132.401 NOTA: I totali del numero di unità vendute e del fatturato il solo dato accorpato che uno dei costruttori partecipanti ha fornito per l’edizione 2021 di Valore M.I.O. Pertanto, i suddetti totali non coincidono con la somma delle singole voci presenti sulla tabella.

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Indagini di Mercato Per quanto riguarda la ripartizione del mercato per aree geografiche, i dati 2020 risultano in linea con quelli degli scorsi anni, mostrando che la prevalenza dei volumi è concentrata nel Nord Italia. Il mercato è in questo momento molto vivo in Italia – anche grazie alle agevolazioni previste dal Piano Transizione 4.0 per gli investimenti delle imprese in beni strumentali nuovi e ai bonus casa in vigore nel comparto dell’edilizia – e in tutti i maggiori Paesi di esportazione. Il trend positivo è destinato a proseguire anche nel 2022 con un’unica incognita legata alla crisi delle materie prime, responsabile di difficoltà negli approvvigionamenti, ritardi nelle consegne – soprattutto per quanto riguarda gli autotelai delle piattaforme di lavoro autocarrate, fortemente impattati dallo shortage dei semiconduttori – e, non ultimo, un notevole incremento dei costi da sostenere. Per ora il nostro comparto è riuscito a fronteggiare la situazione, spesso ri-

correndo a soluzioni di fornitura alternative rispetto a quelle ordinarie, ma la situazione rimane complessa.

Mario Ferrari, presidente della Sezione Gru per Autocarro di Anfia Per il comparto delle gru per autocarro, il 2020, anno della pandemia, mostra, come previsto, un trend di diminuzione del mercato. Le gru vendute in Italia ammontano a 1.592 unità, volumi che ci riportano indietro, rappresentando i peggiori dall’anno 2000 se si eccettua il 2012, annus horribilis in assoluto a causa dell’impatto della crisi economico-finanziaria. Rispetto al 2019, il 2020 ha totalizzato circa 400 gru in meno, ovvero oltre il 20% in meno, ma questo ribasso è confortato da un fatturato allineato, invece, a quello dell’anno precedente, grazie ad un diverso mix di prodotti venduti. Si conferma,

inoltre, la tendenza per cui l’area del Nord Italia vede un numero di vendite superiore rispetto al Centro e al Sud. Tutte le aziende aderenti alla Sezione Gru per Autocarro di Anfia sono riuscite a superare le difficoltà del 2020 rimanendo sul mercato. Il 2021 ha mostrato una notevole ripresa delle vendite e chiuderà con il segno positivo, non solo rispetto al 2020 ma anche rispetto agli anni precedenti. A questi buoni risultati, tuttavia, si accompagnano tempi

INIZIATIVA "VALORE M.I.O. - MARKETING INTELLIGENCE OPERATION" GRU PER AUTOCARRO - MERCATO ITALIA

GRU DA AUTOCARRO - MERCATO ITALIA 2017 Centro Sud

Unità vendute

2018 Centro Sud

2019 Centro Sud

Fatturato in €

classe di portata tm

Nord

Totale

Nord

Totale

Nord

Totale

2017

2018

2019

0-2,9

223

40

21

284

335

56

37

428

163

34

39

236

1.063.081

1.664.242

655.990

3-5,9

398

98

113

609

400

93

118

611

398

140

195

733

4.435.787

4.157.114

6-9,9

93

30

22

145

160

42

42

244

68

255

2.131.902

3.684.658

153

107

78

19

41

138

92

22

73

16

16

83

73

21

20

119

95

18723

22 tm30 classe di 101 portata

10-14,9 15-19,9 20-24,9 25-34,9 35-44,9 45-85 >85

TOTALE

51 0-2,9 78

28 3-5,9 64

7

10

45

27

19

14

97

62

23

299 5

17

26

8

18

52

46

1.140

280

305

1.725

1.397

6-9,9

88

32

167 109 Centro

27

187

127

33

32

128

105

28

21

139

78

12

35

10

42

39

13

22

101

66

17

103

10

11

67

25

10

319

398

2.114

1.224

387

59

Sud44

180

73

233

44 40

173

2.753.655

118

5.695.006

28

12823 26

35

3.039.388 Totale

4.443.781

3.602.781

3.817.130

5.867.422

6.778.160

2664.776.169

75

2.617.205

109

8.262.433

5.055.897

FATTURATO IN € 3.310.372

6.500.346

5303.155.662 8.948.912

€ 1.611.958

6.105.693 6.217.477 5.327.065 10.277.142

14

49

7.999.246

9.409.424

8.139.850

550

2.161

42.441.484

51.766.730

55.684.776

182

€ 3.923.417 € 2.804.713

10-14,9

76

21

21

118

€ 2.678.935

15-19,9

65

19

25

109

€ 3.316.770

20-24,9

48

22

22

92

€ 3.079.029

25-34,9

66

16

24

106

€ 6.270.575

35-44,9

26

17

17

60

€ 4.126.794

45-85

44

26

19

89

€ 8.189.045

>85

16

9

15

40

€ 4.916.875

1.592

€ 40.918.111

TOTALE

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Nord28

anno 2020 114 73

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915

327

350

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di consegna lunghi per via della crisi delle materie prime, che oltre a mettere in difficoltà la produzione, ha fatto lievitare i costi. L’indagine Valore M.I.O., iniziativa della rivista Sollevare in collaborazione con Anfia, è stata accolta con favore da tutte le aziende partecipanti e proseguirà sicuramente anche nei prossimi anni. Desidero, a questo proposito, ringraziare Mediapoint per l’impegno profuso nella raccolta dei dati, assicurandone alle aziende la massima riservatezza.

I partner di “Valore M.I.O.” - Marketing Intelligence Operation

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Cover Story DELTA CRANES

Colosso Elettrico

I primi passi del nuovo costruttore italiano nel settore delle pick & carry partono dalla rivelazione della DK100E, gigante da 100 ton a zero emissioni e con un design inedito. Salutata dal successo del GIS 2021, prende definitivamente il largo l’avventura di una gru senza precedenti per il settore della movimentazione industriale

A

lla fine, l’esordio ha prodotto la sensazione che ci si aspettava. L’imponente DK100E di Delta Cranes, all’esordio sul campo del GIS 2021, non ha lasciato indifferenti gli specialisti del sollevamento industriale. Una gru pick & carry da 100 tonnellate non si era mai vista sul mercato e da questo gigante del sollevamento nel futuro si svilupperà una gamma completa di modelli dalle diverse capacità operative. Alla base di tutto, c’è l’avventura, appena avviata, di Delta Cranes, nata dall’incontro di alcune personalità autorevoli del sollevamento italiano, con solide esperienze imprenditoriali e progettuali maturate nell’ambito di società primarie come BG Lift, Grove e Idrogru. Il progetto primigenio arriva dalla proposta di Roberto Della Latta,

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figura professionale di primo piano con un passato importante tra costruttori rilevanti di gru pick & carry come Delmach e Fiorentini. L’intento è quello di dare vita a una gamma di gru elettriche della stessa tipologia, con le caratteristiche di una qualità costruttiva avanzata e distintiva. I soci della costituenda Delta Cranes decidono di avviare quindi la progettazione e la produzione successiva di una gru dalla portata mai vista sul mercato di settore, con soluzioni tecniche inedite mai implementate dagli altri costruttori di gru pick and carry. Nasce così la gru elettrica DK100E, della portata prodigiosa di 100 ton, frutto di un lavoro di squadra dove la personale, specifica esperienza di ognuno dei soci Delta Cranes ha reso possibile la realizzazione di un modello valorizzato da un rapporto calibrato peso/potenza, dalle geometrie efficaci del braccio, dalle caratteristiche funzionali del fulcro dello stesso braccio di sollevamento e dalla geometria e capacità di movimentazione dei contrappesi. Importante nel progetto Delta Cranes - come avevamo già sottolineato nella notizia che ne anticipava il lancio - è l’apporto tecnico di Idrogru, autore del design e della parte strutturale della nuova gru pick & carry, eredità entrambe della grande esperienza progettuale

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Cover Story sviluppata con le gru su camion, per modelli compatti ma sempre di portata considerevole. Ricordiamo qui l’emozione dello stesso Roberto Vezzelli, titolare di Idrogru, quando, alla vigilia del GIS 2021 ci dichiarò tutto l’orgoglio di aver potuto “apporre la nostra firma inconfondibile sulla DK100”, nell’aspetto esteriore e nella linea dinamica. L’intuizione di Delta Cranes ha movimentato senz’altro un segmento di prodotto (quello delle pick & carry elettriche) dove l’offerta dei vari costruttori internazionali ha coperto soprattutto una fascia operativa media, compresa tra le 25 e le 35 tonnellate, con eccezioni che arrivano al massimo alle 60 tonnellate. “Con la nostra pick & carry da 100 ton, siamo già partiti da una posizione di mercato ‘out of range’, per conquistare gli utilizzatori finali che aspettavano da tempo un modello del genere - rivela con tenace convinzione Roberto Vezzelli - Da questo prototipo per grandi applicazioni, svilupperemo la gamma Delta Cranes, con modelli diversificati che daranno vita a un trend produttivo moderno e promettente. Molti clienti Idrogru hanno nella propria flotta delle gru Pick & Carry e manifestavano già la

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Una sfida a portata di mano “L’obiettivo futuro di Delta Cranes riguarda la realizzazione di un’ampia gamma di gru pick & carry elettriche e diesel che comprenda una fascia di capacità dalle 10 alle 100 ton di portata nominale - specifica Roberto Della Latta - Parliamo di gru gommate, adatte, per dimensioni e prestazioni, ad operare nei più svariati ambienti di lavoro, dove si renda necessario sollevare e movimentare carichi in spazi limitati oppure su piazzali di magazzini e depositi”. La personalità della futura gamma Delta Cranes è già contenuta nel profilo d’avanguardia della nuova DK100E presentata al GIS. La portata di 100 ton è assicurata da un telaio realizzato con lamiere di acciaio a elevata resistenza allo snervamento, piegate e saldate. Il braccio è costituito da tre elementi - uno fisso e due sfilabili idraulicamente mediante cilindro idraulico a doppio effetto e rinvio - e il sistema dinamico consente di sfilare il braccio in modo sincrono. Il sollevamento realizzato dal cilindro a doppio effetto consente un brandeggio da -5° a +70°. L’argano è costituito da un tamburo scanalato (filettato lebus) con fune d’acciaio anti-giro, motore idraulico a cilindrata variabile, riduttore epicicloidale con freno a dischi e valvola di funzionamento/sicurezza attivati in automatico. La cabina presenta una struttura in acciaio con traddistinta da ampie superfici vetrate per la massima visibilità dall’abitacolo della gru (dove sono collocati tutti i comandi di manovra per la traslazione, il sollevamento e la movimentazione). Il display di controllo è costituito da un monitor ad alta risoluzione per la visualizzazione di tutte le funzioni automotive, del limitatore di carico, del datalogger, delle videocamere e di tutte le informazioni che riguardano la gestione funzionale della macchina. Il radiocomando in dotazione prevede le stesse funzioni, visualizzate sempre su display. La trazione della DK100E è anteriore, tramite due motori elettrici AC (ciascuno della potenza di 25 kW/96 V), con due riduttori epicicloidali per alte portate, un differenziale elettronico e ruote gemellate (40 20 30 + 40 16 30) del tipo cuschion anti-traccia.

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necessità di capacità operative più elevate. Noi di Delta Cranes gliele abbiamo consegnate direttamente in versione full electric, in previsione dell’utilizzo della gru in ogni contesto di lavoro, senza limiti, nelle applicazioni indoor come all’aperto”.

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R

Giornate Italiane del Sollevamento e dei Trasporti Eccezionali

2021

The Lifting, Industrial & Port Handling and Heavy Transport Show Piacenza, 7-9 October 2021

La Fiera della Verità IL SOLLEVAMENTO ITALIANO, AL MASSIMO DELLA PROPRIA ENERGIA CREATIVA, ASPETTAVA L’OCCASIONE PER RIVELARE TUTTA LA FORZA DI MERCATO DI CUI È CAPACE. COSÌ L’ESPOSIZIONE DI PIACENZA EXPO SI È TRASFORMATA IN EVENTO-SIMBOLO DELLA RIPRESA POST-COVID

C

i sono i numeri. E poi, c’è l’emozione, immensa, dei protagonisti del settore e delle imprese. Il GIS 2021, le Giornate Italiane del Sollevamento e dei Trasporti Eccezionali, nell’8ª edizione della propria storia espositiva, hanno segnato un record assoluto di quasi 12.000 visitatori certificati nei tre giorni di una fiera straordinaria, contraddistinta dal desiderio di riprendere un cammino virtuoso di contatti, incontri, presentazioni di prodotto e promozioni proficue per altrettante, innumerevoli

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realtà industriali nell’ambito del sollevamento di materiali, del lavoro in quota, della movimentazione industriale e portuale e dei trasporti eccezionali. “Nella sola giornata di venerdì, abbiamo registrato un numero di visitatori pari a quello avuto nell’intera edizione del GIS 2019 – ha dichiarato con grande soddisfazione Fabio Potestà, presidente di Mediapoint & Exhibitions, creatore anima organizzativa del GIS, fin dalla prima edizione del 2009 – Senza contare gli altri numeri che testimoniano l’interesse ecce-

zionale per la fiera: 67 associazioni di categoria che hanno aderito alla manifestazione, tre patrocini di massimo prestigio come quelli del Ministero del Lavoro, del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, dell’Anas; cinque adesioni da parte di amministrazioni ed enti pubblici (Inail, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Regione Emilia Romagna, Esercito Italiano e Comune di Piacenza); oltre 400 espositori, tra italiani e stranieri, a occupare 41.000 metri quadri di esposizione densi di novità, contenuti

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tecnologici, nuove macchine e nuove idee per il sollevamento di domani”. L’impegno organizzativo per il GIS 2021 è stato enorme, per lo staff di Mediapoint, ma uno sforzo così formidabile è servito “a coadiuvare nella ripresa post-pandemia un comparto importante della realtà economica italiana – come sottolinea ancora Potestà – Una ripresa tangibile, per un settore che ha sempre spinto le proprie potenzialità a tutta forza, come dimostrano opere che rimarranno nella storia delle grandi infrastrutture europee, come il Ponte San Giorgio di Genova. Le aziende della logistica e dei trasporti pesanti sono aziende coraggiose e i player del sollevamento sono i capitani di un’avanguardia che porterà lontano la nostra economia, negli anni a venire”. Lo sguardo di Mediapoint & Exhibitions è già rivolto al futuro, mantenendo sempre il centro fieristico piacentino e il Comune

di Piacenza quali partner privilegiati: “La fiera ha funzionato bene, si è allargata ulteriormente rispetto agli anni precedenti e alcuni espositori importanti ci hanno già chiesto di aumentare lo spazio nel 2023 e vedremo di accontentare le loro richieste”. A Piacenza Expo, l’anno prossimo è già la volta del GIC, le Giornate italiane del Calcestruzzo/Italian Concrete Days, l’unica manifestazione italiana dedicata

alle macchine, alle attrezzature, ai prodotti e alle tecnologie per l’industria del calcestruzzo, la prefabbricazione e il ripristino delle strutture in calcestruzzo armato, anche in zone sismiche. Anche questo evento è una creazione Mediapoint & Exibitions e aprirà i battenti il 28 aprile 2022. “Un’altra manifestazione in fortissima crescita, la cui edizione del 2020 era stata cancellata a causa dell’emergenza Co-

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R

Giornate Italiane del Sollevamento e dei Trasporti Eccezionali

2021

The Lifting, Industrial & Port Handling and Heavy Transport Show Piacenza, 7-9 October 2021

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vid a soli tre giorni dall’inaugurazione. Per testimoniare il nostro impegno e la nostra vicinanza alle imprese, abbiamo dedicato a loro l’evento virtuale gratuito del GIC Online, salutato da un imprevisto successo”. A giugno 2022, invece, si terrà il Pipeline & Gas Expo, la prima manifestazione a livello internazionale dedicata alla “utility construction”, ovvero tutte le aziende che progettano costruiscono e manutengono le utilities, come acquedotti, gasdotti, metanodotti e oleodotti. “Un’altra fiera che era stata annullata nel 2020 – rileva Potestà, guardando al futuro – Si tratta di un altro segmento che non aveva una manifestazione fieristica di riferimento né in Italia né all’estero. Prevediamo anche per questa direttrice espositiva, un notevole interesse da parte di numerosi operatori trasversali a molti settori di intervento”.

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I numeri del successo 428 espositori diretti 11.400 visitatori unici 41.000 m2 di superficie espositiva 67 associazioni aderenti 3 patrocini istituzionali (Ministero del Lavoro, del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Anas) 5 enti pubblici aderenti (Inail, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Regione Emilia Romagna, Esercito Italiano, Comune di Piacenza)

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Gru e Autogrù 2021

L’Italia sopra tutti GLI ILTA 2021 DEDICATI AI GRANDI CAMPIONI DEL SOLLEVAMENTO NAZIONALE HANNO RIVELATO UNO SCENARIO DI COMPETENZE UNICO E, ANCORA OGGI, DI RIFERIMENTO MONDIALE. VEDIAMO NEL DETTAGLIO LE IMPRESE ESEMPLARI CHE SI SONO AGGIUDICATE I PRINCIPALI RICONOSCIMENTI OPERATIVI

N

ella GIS Night 2021 brillano le stelle del sollevamento, intese come eccellenze operative nelle tecniche di intervento al servizio dei grandi progetti dell’heavy lifting & transportation. La trionfale serata conclusiva delle Giornate Italiane del Sollevamento ha riservato la consueta emozione agli attori del settore, con qualche ragione in più di orgoglio per aver affrontato imprese straordinarie in un periodo contraddistinto dalle difficoltà indotte dalla pandemia globale da Coronavirus. Gli ILTA (Italian Lifting and Transporta-

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tion Awards) hanno riservato, nella serata dell’8 ottobre scorso, il giusto tributo alla maestria resiliente e alla competenza dei campioni di casa nostra, con il giusto contorno di commozione e riconoscenza da parte del folto pubblico intervenuto negli spazi della sala D dedicata alla cerimonia, all’interno del Padiglione 3. In questo spazio, ci concentriamo sulla sezione dei premi riservati agli interventi di sollevamento e trasporto, rinviando al prossimo numero l’attenzione doverosa ai riconoscimenti di prodotto e ai premi alla carriera.

Triacca Trasporti si è aggiudicata il premio della sezione sollevamento con gru per autocarro, con l’ausilio fondamentale delle gru articolate Fassi heavy-duty. La rimozione del vecchio carroponte di una fonderia di La Spezia e la sostituzione con un nuovo impianto è stato portato a termine con estrema perizia dal noleggiatore ligure, impiegando una gru Fassi da 95 tm allestita su autocarro Volvo FH 8X2. Il peso del nuovo carroponte bitrave era di circa 11 ton, con un ingombro in lunghezza di 14 m. Il peso dell'argano del carroponte installato con la prolunga idraulica

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Triacca Trasporti

Midolini

della gru arrivava al limite delle 4 ton. Ogni operazione è stata compiuta in un contesto critico, per gli spazi molto ridotti tra la gru e il tetto del capannone sia nel montaggio del carroponte che nell’allestimento del carrello argani. All’udinese Midolini è stato attribuito il premio per il sollevamento dell’anno con autogrù telescopiche, in virtù di un’operazione esemplare svolta al Porto Vecchio di Trieste, con l’impiego di due Liebherr LTM 1500 e LTM 1400. Il lavoro consisteva nello scarico da nave di un Aratro BPL3 per pipeline delle dimensioni di 24.000 x 12.000 x 9.000mm, per un peso complessivo di 170 tonnellate. Gli allestimenti delle autogrù telescopiche hanno previsto, nell’occasione, per la LTM 1500, 36,9 metri di braccio telescopico e 165 tonnellate di zavorra per uno sbraccio massimo di 18 metri, mentre per la LTM 1400, i 15,7 metri di braccio telescopico sono stati corroborati dai 21 metri di volata variabile, con 95 tonnellate di zavorra, per uno sbraccio massimo di 16 metri. Il sollevamento coordinato delle due gru è stato coadiuvato da un bilancino della portata di 290 tonnellate. Nel sollevamento con autogrù a braccio tralicciato, Autovictor ha vinto con il sollevamento e il posizionamento del ponte di collegamento tra l'Icon Tower e la Landmark Tower del nuovo Centro Direzionale ENI di San Donato Milanese.

ILTA, tutti i vincitori Sollevamento con gru per autocarro: Triacca Trasporti Sollevamento con autogrù a braccio telescopico: Midolini Sollevamento con autogrù a braccio tralicciato: Autovictor Sollevamento con gru cingolate: Mammoet Trasporto eccezionale con rimorchio e semirimorchio (massa complessiva fino a 120 ton): Vernazza Autogru Trasporto eccezionale con rimorchio e semirimorchio (massa complessiva oltre 120 ton): Fagioli Trasporto con modulare semovente: PFT Trasporto e/o sollevamento con l’utilizzo di tecniche combinate: Fagioli Premio Innovazione - Tecniche di intervento e Sicurezza degli operatori: Atlantic Fluid Tech Premio Innovazione - Prodotto: Jekko Premio Speciale alla miglior documentazione audio-video: Mammoet Premio Speciale alla carriera (costruttori di gru): Pierluigi Tonon Premio Speciale alla carriera (imprese di sollevamento e trasporti eccezionali): Diego Vernazza Premio Speciale alla carriera (imprese di sollevamento e trasporti eccezionali): Michele Marraffa Premio Speciale “Carlo Lenzi”: Giovanni Petri

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Gru e Autogrù Quattro autogrù (Terex Demag TC 2800/1, Liebherr LTM 1400 e due Demag AC 100 e AC 120), 15 uomini tra progettisti e operatori di cantiere, due mesi di studio tecnico, quasi tre settimane in cantiere. Questi i numeri più significativi di un intervento spettacolare, e tecnicamente molto complesso, per la movimentazione del ponte d’acciaio caratterizzato da due travi portanti, con il piano in funzione di impalcato, allo scopo di collegare il tetto dei due palazzi e consentire la libera circolazione da un edificio all'altro. I due conci più grandi misuravano 15 m di altezza per 42,5 m di lunghezza, mentre le due sezioni minori conservavano le dimensioni ragguardevoli di 11 m di altezza e 40 m di lunghezza. I due conci di maggiori dimensioni raggiungevano un peso di 110 t ciascuno, mentre i due più piccoli arrivavano alle 85 t, per un totale di 390 t di peso complessivo e 82,5 m di lunghezza totale. Le quattro sezioni sono state montate a terra, poste in verticale, ruotate, sollevate e collocate nella posizione corretta. Partendo dal lato più pesante, i conci sono stati posizionati sulla soletta superiore del Landmark e sono andati a poggiare su una falsa pila appositamente costruita. I due conci più piccoli sono stati posti tra la falsa pila e l'edificio Icon. A questo punto i vari tronconi sono stati imbullonati e poi si è proceduto allo smontaggio della falsa pila. Quello di San Donato ha costituito un autentico progetto pilota selezionato per definire gli standard del futuro protocollo Level S, nuovo standard di sicurezza che verrà utilizzato a livello europeo. A Mammoet Italy è stato attribuito il merito di sollevamento dell’anno con gru cingolate, nell’ambito dei lavori di revamping della raffineria Sarlux di Sarroch (Gruppo Saras), che ha previsto la sostituzione di tre unità nelle aree produttive FCC (Fluid Catalytic Cracking), Topping 1 e alchilazione, con rimozione delle vecchie e installazione delle nuove con posizionamento e sollevamento effettuato con gru cingolate di grande capacità. Ne abbiamo parlato diffusamente quest’anno, su queste stesse pagine, ma l’impresa di Mammoet merita di essere ricordata in sintesi, menzionando i numeri in gioco:

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Autovictor

Mammoet

Vernazza Autogru

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un rigeneratore FCC del peso di 500 tonnellate, una colonna di distillazione topping da 340 tonnellate, in due sezioni e la parte sommitale della colonna di alchilazione del peso di 120 tonnellate. Ogni unità è stata sollevata per la rimozione o l’installazione con una gru diversa. Per il rigeneratore FCC è stata utilizzata una Liebherr LR 13000 cingolata con portata di 3000 tonnellate; per la colonna di distillazione una Liebherr LR 11350 cingolata da 1.350 tonnellate; per la colonna di alchilazione una Demag CC2800 cingolata da 600 tonnellate. Gli avvicinamenti all’interno della raffineria sono stati effettuati con treni diversi di carrelli SPMT. Per il rigeneratore e l’unità di alchilazione, Mammoet si è anche occupata della presa presso lo stabilimento di costruzione, sito a Capoterra, a una distanza di circa 10 km su strada pubblica dalla raffineria. I lavori dovevano essere eseguiti in parallelo su tre siti diversi. Mammoet ha deciso, per questo, di dedicare a ciascun intervento una propria gru, scelta e dimensionata sulla base dei pesi dei componenti e degli sbracci richiesti. La Liebherr LR 13000 è la più grande gru cingolata al modo ed è stata in questa occasione utilizzata per la prima volta in Italia. Nella sezione dei trasporti eccezionali, l’operazione dell’anno con rimorchio e semirimorchio (massa complessiva fino a 120 ton) è stata riconosciuta a Vernazza Autogru per il trasferimento seguito allo smontaggio di una porzione di carbodotto dell’ex Centrale Termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure (Sv), oggi sede del Polo Logistico realizzato dalla stessa Vernazza Autogru. Le fasi di trasporto delle sezioni del carbodotto si sono svolte durante il periodo estivo 2020. Si trattava di elementi variabili, in partenza, tra i 40 e i 60 m. A terra, i singoli conci da 20 m sono stati separati mediante sfalgiatura dei bulloni ad alta resistenza, posizionati su selle temporanee e preparati per essere trasportati. Per il trasporto, Vernazza ha utilizzato due semirimorchi Cometto allungabili (rispettivamente a otto assi e a sei assi). Per poter effettuare il trasporto, a causa della forma cilindrica dei componenti, è stato necessario creare in officina

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Fagioli

PFT

Fagioli

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Gru e Autogrù le selle in carpenteria metallica, dotate di due appoggi laterali con al centro una putrella rompitratta aggiuntiva, grazie alla quale è stato possibile scaricare maggiormente il peso del carico sul pianale del carrello ribassato. Il tragitto percorso dal sito di sollevamento degli conci fino alle aree interne del Polo Logistico Vernazza ha coperto circa 4 km, con la previsione di chiusure stradali e l’intervento di un’idonea scorta tecnica per regolamentare il traffico e la viabilità. Fagioli si è aggiudicata il premio per il trasporto eccezionale con rimorchio e semirimorchio di massa complessiva oltre le 120 ton, con il trasferimento - commissionato da Ansaldo Energia - di diversi gruppi di generazione a gas e a vapore destinati alla centrale termoelettrica di Turbigo (Mi). Il trasporto e l’installazione di una turbina a gas del peso di 334 tonnellate. Dal porto di Genova, nell’area Ansaldo di costruzione della turbina di Ansaldo, il manufatto è stato trasferito con carrelli modulari fino alla banchina di imbarco. Il dipartimento di Project Logistics della Fagioli si è incaricato di trovare una nave dedicata per l’imbarco della turbina e di uno statore, entrambi diretti alla centrale di Turbigo. Dopo qualche giorno la nave è arrivata al porto di Marghera a Venezia dove i due manufatti sono stati sbarcati direttamente su una chiatta Fagioli, preparata appositamente dal dipartimento fluviale di Venezia. Una volta imbarcati i pezzi e assicurati con catene, la chiatta Fagioli è stata movimentata con uno spintore verso il porto fluviale di Cremona, dove Fagioli possiede un’area dedicata e un sollevatore idraulico fisso utilizzato per movimentare i pezzi eccezionali e portarli a terra. La turbina è stata presa in carico dalla gru a cavalletto idraulica e posizionata su carrelli a 16 assi SMPT, e stoccata in attesa del trasporto via terra. Dopo aver ottenuto tutti i permessi per il trasporto la turbina è stata riposizionata su carrelli 2 x 16 assi, pronta per l’ultimo trasporto via terra con destinazione Turbigo, lungo 135 km di tragitto. Sul percorso, studiato ad hoc con numerosi survey, Fagioli ha dovuto fronteggiare diverse difficoltà dovute alle dimensioni, soprattutto

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Atlantic Fluid Tech

Jekko

Mammoet

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in lunghezza e in altezza, del convoglio che sfiorava gli 85 metri di lunghezza. Particolarmente complesso, l’intervento effettuato sulla A7 per il “puntellamento” eseguito con carrelli SPMT (16 assi) provvisti di torri per rafforzare il manto stradale durante il passaggio del convoglio. Nella categoria del trasporto con modulare semovente (SPMT) si è affermata la PFT di Carrara, per la movimentazione di un megayacht dal peso di 2.700 ton per una lunghezza di 100 m. Con l’implementazione di 100 assi SPMT, quattro propulsori PPU, 60 selle più materiale di taccaggio, ben 18 operatori e assistenti hanno portato a termine l’operazione in meno di tre giorni, adottando un sistema di incarrellamento con selle modulabili.

Ancora Fagioli, infine, per la consacrazione nell’ambito del trasporto e sollevamento con l’utilizzo di tecniche combinate. Nella costruzione del nuovo ponte San Giorgio progettato da Renzo Piano e realizzato da Webuild, il gruppo emiliano ha schierato competenze di ingegneria e logistica eccezionali, per la commessa ottenuta da Fincantieri Infrastructure. L’incarico comprendeva le operazioni di trasporto, movimentazione e installazione delle nuove sezioni del nuovo ponte. Fagioli ha trasportato via mare e su strada tutti gli elementi che oggi compongono il ponte - 237 sezioni con un peso compreso tra le 56 e le 89 tonnellate che, una volta sbarcate nelle banchine del porto di Genova, sono state trasferite nel cantiere del

Pierluigi Tonon Michele Marraffa

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nuovo ponte con mezzi speciali, attraverso percorsi dedicati. 60 trasporti sono stati eseguiti di notte per non impattare sulla viabilità cittadina. I vari componenti sono stati assemblati a terra e posizionati sotto le pile in cemento armato prima di essere sollevati e insediati a 50 metri d’altezza. Per movimentare le campate più grandi, lunghe 100 metri e del peso di circa 2.000 tonnellate ciascuna, sono stati utilizzati carrelli speciali, mentre i sollevamenti sono stati eseguiti con sistemi strand jacks e gru cingolate della portata massima di 1.250 tonnellate. Le operazioni sono state effettuate da personale specializ­zato che ha lavorato in doppio turno, sette giorni su sette, con una presenza giornaliera di circa 30-40 operatori.

Diego Vernazza Giovanni Petri

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Gru e Autogrù TEREX

Una Fuoristrada che andrà lontano SI CHIAMA TRT 35 ED È LA SCOMMESSA DEL MARCHIO GLOBALE E DELLA DIVISIONE DI CRESPELLANO PER CONQUISTARE GLI OPERATORI EUROPEI SULLA STRADA DELLA FLESSIBILITÀ E DI UNA GESTIONE AVANZATA IN OGNI CANTIERE

I

l palcoscenico del GIS 2021 ha rivelato la nuova gru fuoristrada di Terex Cranes, nel modello TRT 35, ampliando un’offerta di gamma che segue il successo dei modelli TRT 80 e TRT 90, presentati all’inizio di quest’anno. Tutte le nuove gru sono dotate del sistema ope-

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rativo avanzato TEOS a incremento della sicurezza, della gestione più efficiente e della connettività di controllo. Guillaume Bertrand, Sales Manager RT di Terex Cranes, ha sottolineato “dell’approdo nella gamma della TRT 35; migliorerà offerta nel segmento Rough Terrain, sod-

disfacendo le esigenze del mercato e dei clienti con una gru fuoristrada flessibile, con la garanzia di una lunga vita operativa. Oltre all’intuitivo sistema di controllo TEOS, le gru TRT hanno dimensioni com-

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patte, un braccio telescopico proporzionale, piena potenza di tiro e la dotazione della piattaforma telematica T-Link che consente la geolocalizzazione e la diagnostica da remoto”. La TRT 35 è una gru da 35 t con braccio a quattro sezioni. Con una larghezza di soli 2,5 m, la macchina può essere facilmente movimentata anche in cantieri congestionati, oppure in aree dagli spazi limitati. La manovrabilità è inoltre migliorata grazie alle quattro opzioni di sterzo. La TRT 35 è dotata di un motore Cummins 4 cilindri, un modulo di potenza elevata che garantisce consumi ottimizzati, grazie anche alla funzione Eco Mode. Il modello TRT 35 offre le opzioni di motorizzazione Cummins QSB4.5 Stage IIIA-Tier 3, oppure Stage 5-Tier 4F per soddisfare le esigenze di aree di mercato diversificate.

Al timone Rough Terrain Cranes Proprio alla divisione Rough Terrain di Terex Cranes, arriva la nuova guida di Giancarlo Montanari come Business Line Leader. Dalla sede dello stabilimento di produzione Terex Rough Terrain Cranes, a Crespellano (Bo), Montanari avrà il compito di rafforzare la strategia di penetrazione che riguarda le autogrù fuoristrada, con un forte contributo di coordinamento e guida al lancio dei nuovi prodotti e all’assistenza ai clienti. Marco Gentilini, Vice President e General Manager di Terex Cranes ha definito la nomina di Giancarlo come “parte dell’ambiziosa strategia di crescita di Terex Cranes, con un focus rinnovato sulla nostra linea di prodotti Rough Terrain. Giancarlo Montanari vanta una vasta e positiva esperienza nel settore delle macchine da cantiere, nello sviluppo della distribuzione come nella creazione di strategie di assistenza ai clienti. Il suo background costituirà una grande risorsa per noi”. Giancarlo Montanari proviene da una recente esperienza professionale in Argo Tractors, dove ha ricoperto il ruolo di Sales Manager per l’Europa, con la responsabilità supplementare dell’ufficio commerciale in Turchia. Parlando della sua nomina in Terex Cranes, lo stesso Giancarlo Montanari ha dichiarato la volontà di sinergia “con il team interno e con i nostri partner di distribuzione, oltre che, naturalmente, con i clienti. La divisione Rough Terrain di Terex Cranes contempla un’importante linea di prodotti e una rinnovata attenzione sulla qualità della gamma, sostenuta dal nostro team, rinvigorirà la nostra presenza sul mercato globale”.

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Gru e Autogrù

La TRT 35 dispone di Powershift (trazione integrale permanente) con due modalità di guida – manuale a tre velocità in avanti e tre velocità in retromarcia – e

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automatica, con cinque velocità in avanti e tre velocità in retromarcia. La telematica Terex T-Link, che fornisce ai clienti informazioni in

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tempo reale sulle prestazioni della propria gru, è di serie sulla TRT 35. Tra gli optional disponibili, vanno inclusi il jib tralicciato, stivabile lateralmente (della lunghezza di 8 m), il radiocomando, un verricello ausiliario con le stesse prestazioni del verricello standard, il controllo degli stabilizzatori dalla cabina, anemometro e telecamere integrate nel display touchscreen da 10 pollici. Durante la presentazione al GIS 2021, Stefania D’Apoli, Senior Sales Manager Rough Terrain Cranes per

Italia, Portogallo, Spagna, Balcani e Grecia ha dichiarato tutto l’entusiasmo di “poter tornare in fiera, accogliere i clienti nel nostro stand, mostrare le prerogative delle nostre macchine e discutere delle nostre ultime innovazioni. Siamo rimasti molto soddisfatti dell’accoglienza riservata alla nuova TRT 35 e non vediamo l’ora di sfruttare i contatti avviati durante il GIS per soddisfare le esigenze specifiche di molti futuri clienti. Oggi la TRT 35 è già nella disponibilità dei dealer Terex italiani ed europei, mentre negli Stati Uniti il modello sarà in distribuzione dall’inizio del 2022”.

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Gru e Autogrù FASSI

L’alba dell’era Techno DAL PALCOSCENICO DEL GIS 2021, LA NUOVA F1450R-HXP INAUGURA UNA GAMMA RIVOLUZIONARIA DI GRU ARTICOLATE. RAPPORTO D’ECCEZIONE PESO/POTENZA E SISTEMA DI CONTROLLO DIGITALE A TESTIMONIANZA DELL’INNOVAZIONE DI UN MODELLO DALLE MOLTE SORPRESE TECNOLOGICHE

tica, dalla simulazione computerizzata all’analisi ad elementi finiti FEM, il tutto verificato dalla prova a fatica del primo prototipo.

Nuova elettronica e unità di controllo FX990

N

ella prima giornata del GIS 2021, lo scorso 7 ottobre, le danze dell’innovazione le ha aperte Fassi. Con un’affollata e accurata presentazione al pubblico degli operatori e della stampa specializzata, il CEO Giovanni Fassi e il direttore della divisione Ricerca & Sviluppo del gruppo di Albino (Bg), Rossano Ceresoli hanno rivelato l’evoluzione di prodotto rappresentata dalla nuova Fassi F1450R-HXP, primo modello della nuova gamma Techno corredata da un’innovativa elettronica, con l’unità di controllo FX990. In questo progetto senza precedenti, l’obiettivo principale della ricerca e sviluppo Fassi è stato quello di avere massime prestazioni nella configurazione verticale di lavoro, grazie all’inedita sezione decagonale del gruppo secondario. Il progetto strutturale della F1450R si caratterizza inoltre per alcuni punti di forza della progettazione Fassi, dall’utilizzo degli acciai ultra-alto resistenziali UHSS, all’approfondita analisi cinema-

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luppata una nuova cinematica con doppio martinetto sul braccio principale e un gruppo di rotazione su un’inedita ralla con doppio motoriduttore.

In particolare, la sezione decagonale, non nuova per Fassi che l’ha già utilizzata cinque anni fa su modelli di gru per il mercato Usa, si caratterizza per le aumentate prestazioni meccaniche, per i pattini di scorrimento e per la stabilità inerziale dei carichi verticali. Ne consegue che, rispetto alla sezione esagonale, si possono sviluppare soluzioni più leggere a parità di performance meccaniche, o più performanti meccanicamente a parità di peso. Infatti, nel confronto di modelli precedenti di pari categoria, a parità di peso del gruppo secondario, si è ottenuto un incremento delle prestazioni verticali di oltre il 50%. Inoltre, per aumentare le prestazioni di sollevamento, è stata svi-

Le caratteristiche principali della nuova unità FX990 sono l’importante incremento di risorse con tre linee CANbus: una dedicata ai sensori, una ai comandi e una alla connessione del veicolo. Su quest’ultimo aspetto è importante ricordare i precedenti

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Giovanni Fassi durante la presentazione della F1450R-HXT Techno al GIS 2021

sviluppi, dal FX-Link alla funzione DBF (Drive by Fassi) per la guida remota del truck con il radiocomando V7 della gru. A tutto questo si aggiungono, altra novità assoluta, due linee Ethernet che ne ampliano ulteriormente la connettività e la potenza di elaborazione. Infatti, se la comunicazione CAN-bus può costituire uno standard già noto, la scelta di un hardware dotato di linea Ethernet fa di Fassi l’unica azienda del settore che lo ha individuato come soluzione per le sue potenzialità. Così si possono concretizza-

re nuove soluzioni, dalla connessione al display touch a colori da 7” FX991, all’unità gateway con multiconnettività per la funzione IoC (Internet of Cranes) e per molte altre che verranno in futuro. La nuova elettronica, o meglio il nuovo sistema di operazione e controllo Techno, si completa con una nuova linea di sensori, conformi agli indirizzi della “Direttiva macchine” e ai prossimi requisiti della norma EN12999 che entrerà in vigore nel

2023. Tutti i sensori sono realizzati dalla TSM, società del Gruppo, che con questi nuovi sviluppi ha messo a disposizione sensori conformi alla norma di sicurezza EN13849 e comunicanti in modo sicuro grazie all’implementazione del protocollo “Canopen Safety”, protocollo di riferimento per la gamma Techno. Molte sono le novità anche nell’applicativo software che si concretizza in nuove funzioni della gru. Tra le importanti novità, il sistema di controllo della stabilità FSC-SIII, originato dalla fusione tra le performance dell’FSC-H e il sistema FSC-SII. Sempre in tema di stabilità c’è da ricordare il sistema di comando della stabilizzazione, tramite radiocomando, che prevede due modi operativi: con singola leva, la novità, o con doppia leva. La funzione JDP (Jib Dual Power) è ora automatica: il limitatore è in grado di riconoscere le condizioni di utilizzo della gru

F1450R.2-HXP Techno, la scheda tecnica Capacità di sollevamento

119 tm-1167 kNm (HD5)

Massimo sbraccio idraulico

31,795 m (con jib)

Ingombro

2,48 x 2,545 x 2,595 m

Rotazione

360° continua

Dotazione elettronica/idraulica

unità FX990 distributore proporzionale digitale D900 unità di comando radio V7S controllo della dinamica IMC e ADC flow sharing XF system

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Gru e Autogrù

re n d e n d o disponibili in automatico le maggiori performance della prolunga idraulica. Per soddisfare le diverse esigenze degli operatori sarà possibile attivare o meno la funzione in modo manuale dal radiocomando. Grazie al monitoraggio geometrico di tutte le articolazioni della gru (braccio principale, braccio secondario e braccio prolunga), il fine corsa meccanico del martinetto di movimento dell’articolazione stessa sarà gestito in modo “morbido” attraverso la progressiva decelerazione negli ultimi millimetri di corsa. La nuova funzione, denominata SoftTend, gestendo il movimento permette un aumento della velocità, annullando al contempo il pericoloso innesco di oscillazioni del carico determinato dall’urto del fine corsa meccanico. Si possono anche creare aree partizionate di lavoro, aumentando così la sicurezza e sollevando l’operatore dal monitorare queste zone di possibile interferenza, riservando più attenzione alla movimentazione del carico. Grazie ai nuovi sensori (nello specifico quelli che soddisfano i criteri di sicurezza imposti dalla EN13849) integrati alla nuo-

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va unità di controllo e al relativo software di sicurezza, è rispettata anche la norma EN280 per l’utilizzo della gru con piattaforma o cestello. Ne consegue che tutte le gru della nuova gamma Techno, per la parte di stabilizzazione, sono già predisposte al sollevamento persone. Con la connessione Ethernet si integrano diversi dispositivi, come il nuovo display FX991 caratterizzato anche da una inedita grafica, più esaustiva e intuitiva, e il nuovo gateway per garantire una più performante connettività alla gru. Il sistema IoC (Internet of Crane) è abbinato ad una antenna GPS/GSM esterna per una migliore ricezione e si avvale di nuovo portale, completamente rivisto nell’interfaccia grafica e nelle sue funzionalità. Il nuovo gateway è dotato inoltre di un modulo wi-fi che, creando una propria rete e indirizzo di accesso, permette di poter collegare la gru con diversi device dell’operatore (PC, tablet o smartphone). L’intero sistema di elaborazione basato sulla nuova connettività, ha la principale funzione di gestire dati e dare informazioni con cui creare nuove architetture tecnologiche di valore sia per il cliente che per il sistema stesso. Tra i principali c’è la manutenzione, processo fondamentale

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per garantire il corretto funzionamento della gru, la sicurezza dell’operatore e il mantenimento del valore della gru nel tempo. Su questi tre capisaldi si è sviluppata la funzione DMA (Dynamic Maintenance Assistant), fruibile immediatamente dal display del radiocomando, da quello bordo macchina FX991 o da smartphone per le gru con IoC. Questa funzione, attraverso dei grafici, definisce in modo dinamico, quindi in funzione dell’effettivo utilizzo della gru, quali siano le ore di lavoro prossime all’intervento manutentivo. Così si potrà programmare il fermo macchina nei tempi più opportuni e nel rispetto delle esigenze lavorative del cliente.

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Gru e Autogrù ORMIG

Fenomeno a tutta Cinematica ANCHE LA 15iE, ULTIMA VEDETTE INDOOR ELETTRICA DI ORMIG, RIVELA LA PRECISIONE DELLA STERZATURA CONFERITA DA UNA SOLUZIONE ESCLUSIVA OGGETTO DI BREVETTO. NON SOLO. DALLA FUNZIONALITÀ RADIOCOMANDATA ALLA SICUREZZA DEI QUATTRO PUNTI DI APPOGGIO, LA NUOVA GRU SI CANDIDA A NUOVO CAMPIONE INDUSTRY SUL MERCATO EUROPEO

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a pioniere di un segmento molto attuale e dal grande richiamo operativo, come quello delle gru Pick & Carry, Ormig affronta la nuova stagione dell’innovazione sostenibile con un nuovo modello che non ha mancato di richiamare la puntuale attenzione del pubblico più specializzato intervenuto al GIS 2021. A conferma del grande successo che la gamma di gru elettriche indoor della casa di Ovada (Al) sta registrando da anni nelle dinamiche del mercato domestico e internazionale, l’azienda ha portato gli standard tecnologici della ricerca interna ancora più in là, con la proposta della 15iE, dalla funzionalità interamente radiocomandata. La portata della gru è di 15 tonnellate. La macchina è stata ideata e progettata per operare prevalentemente negli ambienti interni e in spazi particolarmente ristretti. Le dimensioni sono decisamente contenute; infatti la larghezza è di 1,84 m e l’altezza di 1,90 m.

Al fine di rendere agevole il trasporto in ogni ambito, il peso della gru nella versione base è di 13 tonnellate. La Ormig 15iE ha quattro punti di appoggio al suolo, allo scopo di garantire una perfetta stabilità laterale. Questa è una caratteristica fondamentale presente in tutte le gru Ormig fin dagli inizi degli anni Settanta; una soluzione studiata per consentire all’operatore di lavorare in condizioni di massima sicurezza, in virtù dell’assoluta stabilità del mezzo durante la fase di traslazione con il carico applicato. Anche la Ormig 15iE, come le altre gru Ormig della gamma indoor , sterza su se stessa grazie a un sistema innovativo di assale posteriore, appositamente studiato per agevolare l’operatività negli interni e in spazi particolarmente ristretti. La precisione della sterzatura è ottenuta grazie un cinematismo progettato dagli ingegneri della Ormig, oggetto di brevetto. Vi sono molti optional disponibili tra cui una ampia gamma di jib idraulici

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e meccanici per lavorare dove le altezze operative sono minime. Inoltre la gru può essere dotata di stabilizzatori frontali (front jacks) posizionati all’interno del telaio per incrementare la portata in maniera sostanziale. Il display, come in tutte le gru Ormig, contiene ogni informazione relativa all’indicazione del carico applicato e la strumentazione per la visualizzazione completa dei motori elettrici e delle relative unità elettroniche, della posizione e dell’angolo di sterzo in percentuale. Inoltre è contemplata la visualizzazione di tutti gli input/output e le grandezze analogiche relative al funzionamento della macchina, in modo da consentire all’operatore in ogni momento la completa autodiagnostica della macchina. Dalle prime rilevazioni del mercato, è da rimarcare il fatto che questa gru d’eccezione sta già ottenendo un notevole riscontro di vendite in Italia e in tutta Europa.

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Gru e Autogrù DI STEFANO I.B.A. CRANE

Artisti di destrutturazione LO SMONTAGGIO IN SICUREZZA DELL’IMPALCATO CENTRALE DEL PONTE BELVEDERE, A L’AQUILA, HA RICHIESTO ALL’IMPRESA UNA STRATEGIA DI INTERVENTO COMPLESSA PER PRESERVARE L'INTEGRITÀ DEGLI EDIFICI SOTTOSTANTI di Vito Di Taranto

L

o scorso ottobre sono iniziati i lavori di demolizione necessari per un’opera cara ai cittadini dell’Aquila non solo perché rappresentava, prima del sisma del 2009, un collegamento importante per due zone del centro storico ma anche perché, fin dalla sua realizzazione avvenuta negli anni Sessanta, offriva un formidabile punto di osservazione del Gran Sasso d’Italia, per le catene montuose circostanti e per i pregevoli tetti delle chiese e delle monumentali case della città.

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Il programma di demolizione della opera ha previsto uno "smontaggio" in sicurezza degli elementi costitutivi della struttura, preservando l'integrità degli edifici sottostanti, opportunamente liberati per l’occasione. La parte iniziale e più complessa del lavoro è stata la demolizione dello impalcato centrale, luce di 34 m, costituito da quattro travi in c.a. post tese, collegate da setti trasversali, che poggiava da una parte su una spalla e dall’altra su una pila, anch’esse in c.a. Considerando le dimensioni ed i pesi, si è proceduto mediante tagli per sezionare ed alleggerire passo dopo passo, la struttura secondo un programma definito in modo da garantire la stabilità della opera fino alla rimozione dello ultimo pezzo. L’esecuzione dell’opera è stata affidata alle imprese RTI Taddei e Todima, con attrezzature per il taglio del cemento, macchine per il sollevamento, autogru e PLE, dell’impresa Di Stefano I.B.A. Crane. È stata smontata per prima la lastra superiore del ponte. Dopo averla sezionata mediante tagli effettuati con sega a disco, in porzioni da 10 t ciascuna, si è poi passati ai setti trasversali, tagliati con filo diamantato, ed infine alla rimozione delle 4 travi longitudinali. Il sollevamento delle lastre e dei setti è stato effettuato mediante una autogru Grove GMK6400, caratterizzata da un carro a sei assi, braccio telescopico a cinque elementi, da 60 metri, e portata massima di 400 tonnellate. Per effettuare questi sollevamenti la gru è stata posizionata sul fianco del ponte a circa 20 m di dislivello rispetto alla quota di prelievo. È stata equipaggiata con la zavorra mobile massima pari a 75 tonnellate. L'autogru ha operato ad un raggio di lavoro massimo di circa 24 metri, con un ampio margine percentuale rispetto alle prestazioni massime. Ogni pezzo è stato imbracato prima di ultimare i tagli e "messo in tiro" con la gru per un valore di forza prossimo

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Gru e Autogrù

alla stima di peso precedentemente effettuata per il manufatto. L’accesso del personale, per le attività di taglio ed imbracaggio dei singoli pezzi da movimentare, è stata inizialmente effettuata con una PLE, che agendo dall'intradosso del ponte ha consentito di poter raggiungere anche le posizioni più scomode situate fra le travi ed i setti. In particolare è stata impiegata una gru idraulica Palfinger PK 150002 omologata sia come gru che come PLE. Le difficoltà di piazzamento della macchina e di inserimento della cesta nell’esatta posizione di lavoro, hanno fatto emergere la necessità di valutare una soluzione alternativa che presentasse, da un lato maggiore praticità per i lavori da eseguire e, dall'altra una più semplice manovra di allontanamento dalla zona operativa, con minori rischi di interferenze con altre attrezzature in caso di emergenze o complicazioni. È stata quindi impiegata una cesta, certificata, sospesa al bozzello di una autogru che operando principalmente su una linea di azione verticale, ha consentito una migliore fluidità delle operazioni, garantendo al contempo più sicure vie di fuga. Tutti gli elementi sono stati rimossi e portati ai piedi della pila dove è stata organizzata una prefrantumazione per il carico su scarrabili i quali agevolmente sono stati fatti transitare attraverso un ingresso presente ai piedi del ponte. La rimozione

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delle travi, per le quali era stato stimato un peso di circa 60 tonnellate ciascuna, è stata invece pianificata con l'impiego in tandem di due autogrù, entrambe posizionate sul fianco della struttura, operando ad un dislivello di circa 20 m, con un margine minimo del 20% nei confronti delle rispettive prestazioni massime. La prima delle quattro travi è stata sollevata agganciando l'estremità più lontana, con la GMK 6400, e l'altra estremità con un’autogrù Grove GMK 5250L-1, caratterizzata da un carro 5 assi, braccio lunghezza massima di 70 m e portata massima di 250 tonnellate. Le due macchine hanno sollevato la trave ed hanno effettuato

una rotazione in sincronia di circa 115 gradi. In questa posizione la GMK 5250, prossima adentrare in zona fuoriportata, ha poggiato l'estremità sulla porzione di ponte a monte da dove, rimanendo sospesa alla altra estremità dalla GMK 6400, è stata prelevata da una terza autogru, Liebherr LTM 5220, carro 5 assi e portata massima 220 tonnellate, per essere traslata ulteriormente ed essere spostata completamente in una zona dalla quale poter effettuare i tagli necessari per il trasporto fuoricantiere. Per le altre tre travi, essendo il punto di prelievo più lontano e non potendo accostare ulteriormente la GMK6400 a causa della interferenza del braccio telescopico con l'edificio sottostante, la stessa gru è stata configurata con il l’accessorio MegaWingLift che - grazie al sistema di controvento del braccio telescopico - ha consentito di disporre, per il raggio di lavoro e gli altri parametri del prelievo, di un incremento di portata di circa 9 tonnellate. Tutte le gru sono state posizionate con una particolare attenzione alle zone di lavoro degli stabilizzatori. Sono in particolare stati aperti i tombini presenti nell'area di lavoro ed ispezionati i passaggi delle linee interrate. Sono inoltre stati impiegati degli ampi ripartitori di carico sotto i quali è stato inserito del materiale stabilizzante per ridurre le pressioni specifiche sul fondo di lavoro.

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Anno 7 - Aprile/Maggio 2021

Anno 7 - Agosto/Settembre 2021

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Anno 7 - Febbraio/Marzo 2021

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Anno 7 - Novembre 2021

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Anno 7 - Ottobre 2021

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Anno 7 - Giugno/Luglio 2021

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Gru e Autogrù LIEBHERR

Il Sollevamento che vorremmo INTERVISTA ESCLUSIVA A MARIO LOMBISANI, FIGURA STORICA DI ESPERTO TECNICO E CONSULENTE PER LA FILIALE DI MONFALCONE DEL COSTRUTTORE GLOBALE DI AUTOGRÙ. AL CENTRO DELLA DISAMINA, LO STATO DELL’ARTE DEL MONDO OPERATIVO CHE RIGUARDA LE IMPRESE DI GRANDI SOLLEVAMENTI. TRA ECCELLENZE E DIFETTI ENDEMICI, ALLE SOGLIE DI UN CAMBIAMENTO POSSIBILE E AUSPICABILE

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efinire la personalità professionale di Mario Lombisani è impresa ardua. Consulente tecnico, docente, esperto di certificazioni, collaudi e omologazio-

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ni, attento e irreprensibile gestore delle dinamiche di qualità e sicurezza delle gru, integerrimo organizzatore delle consegne e dei trasporti per le autogrù destinate ai clienti primari della filia-

le Liebherr Italia di Monfalcone. Dopo l’importante incontro organizzato l’estate scorsa con la stampa di settore, per presentare le dinamiche di servizio della stessa filiale, abbiamo chiesto successi-

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Mario Lombisani

vamente a Lombisani un’analisi generale della situazione nazionale del comparto autogrù, in relazione all’offerta delle imprese e allo sviluppo tecnologico. Ne abbiamo ricavato una disamina unica e preziosa per leggere nel modo più chiaro e completo i pregi notevoli e i difetti - da correggere inesorabilmente - di un ambito professionale primario per i servizi industriali del nostro Paese. Lombisani, qual è la personalità che contraddistingue oggi le imprese di sollevamento in Italia? Il profilo attuale del modello di impresa leader del sollevamento è senza alcun dubbio caratterizzato da un alto livello di competenze tecniche professionali. Parliamo di un sistema di gestione aziendale specifico, con attrezzature e tecnologie all’avanguardia, di recentissima espansione. Un modello dove, guardando all’evoluzione internazionale del settore, è necessaria sempre di più una forte integrazione digitale tra macchine e sistemi gestionali aziendali. Il livello di importanza con il quale queste tematiche sono trattate determina di conseguenza il livello di qualità professionale dell’impresa. Nel confronto con gli altri paesi europei, come ci poniamo, a livello industriale? In Italia si stimano tra le 450 e le 500 imprese attive nel settore del sollevamento, con una flotta di gru mobili tutto terreno (All Terrain Crane). Il numero di questa tipologia di gru mobili (telescopiche e tralicciate) arriva a circa alle 2.500-3.000 unità - senza considerare le gru su camion, quelle per soccorso stradale, le gru industriali da piazzale, le gru fuoristrada e le gru mobili portuali. Si può considerare una media di cinque gru per ogni impre-

sa, da un minimo di una sola unità per le microimprese a un massimo di 20-30 unità per le imprese più importanti. Facendo un confronto con realtà di altri stati paesi europei, ci accorgiamo subito che qualcosa non torna. Per esempio in Germania il numero delle imprese di sollevamento arriva a circa 600 ma la popolazione di gru è molto più alta in proporzione a quella italiana; può contare su circa 30.000 gru mobili. In Olanda abbiamo quasi 250 imprese, ma una nota azienda mondiale olandese conta da sola oltre 3.000 gru mobili operative in tutto il mondo. In Francia invece il numero delle imprese si riduce a poco meno di 100, con una delle aziende di noleggio più grande d’Europa che contempla però oltre 500 gru mobili. Nel ranking mondiale, su una lista di 120, le imprese Italiane si contano sul palmo di una mano. Di queste, una opera in ambito mondiale, alcune in ambito continenta-

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le (Europa e Asia) e altre solo in ambito europeo. Conosciamo comunque altre imprese Italiane che recentemente hanno oltrepassato il confine e che si sono specializzate in applicazioni e mercati di notevole sviluppo come quello eolico e dei montaggi industriali nell’oil & gas. Si tratta sempre di aziende che hanno realizzato con successo molti lavori fuori dall’ambito nazionale e vogliono continuare ad affrontare nuove sfide, nella direttrice di una crescita professionale e di un’autorevolezza che si propaga all’intero settore nazionale. Invece, una dimensione esclusivamente locale può essere comunque virtuosa? In Italia, la quasi totalità delle imprese italiane di sollevamento opera a livello locale. Osserviamo un gran numero di piccole e medie imprese che con grande coraggio

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Gru e Autogrù lottano per ritagliarsi nicchie di mercato in ambito prevalentemente regionale, offrendo prestazioni notevoli e qualità di servizio. Certamente, questo coraggio imprenditoriale va aiutato. In che modo? Da oltre 20 anni mi occupo di normativa tecnica nazionale e internazionale, approfondendo la conoscenza del prodotto e delle sue applicazioni e offrendo consulenza per la pianificazione e progettazione del cantiere di sollevamento. Questo ruolo mi ha portato naturalmente a fare confronti con altri paesi e la prima evidenza che ho potuto subito osservare riguarda la differenza nella produzione di normativa tecnica per questo settore specifico. È un indicatore di come e quanto il legislatore nazionale si interessa a un comparto stra-

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tegico per lo sviluppo di un paese. Autori internazionali affermano che le gru sono il simbolo delle costruzioni in ogni contesto operativo; in questo senso, la disponibilità e la quantità di attrezzature di lavoro è strettamente collegata alla qualità e alla quantità dello sviluppo industriale. Solo per fare un esempio, in Italia la norma nazionale che riguarda la rispondenza ai requisiti tecnici funzionali degli autoveicoli ad uso speciale e delle macchine operatrici risale agli anni Ottanta. Questi vecchi decreti sono ancora attivi nel nostro Paese, nonostante l’Europa oggi sia arrivata al traguardo di un’armonizzazione dell’intero quadro normativo tecnico dei veicoli (senza tener conto naturalmente dell’aspetto che riguarda le masse e le dimensioni dei veicoli e dei trasporti eccezionali). Anche nell’ambito della sicurez-

za delle attrezzature di lavoro, per quanto riguarda le ispezioni e la manutenzione, l’utilizzo e la pianificazione, le linee guida sull’uso in sicurezza delle gru sono ferme sempre a 40 anni fa. Nel 2018 l’INAIL ha pubblicato un documento corposo di 105 pagine intitolato: “Istruzioni per la prima verifica periodica ai sensi del d.m. 11 aprile 2011”. Sono state pubblicate nel 2014 anche delle schede per la manutenzione delle gru. Facendo un confronto però con altri stati europei, è evidente come la produzione italiana di normativa tecnica, circolari, standard e linee guida specifica per le gru mobili, sia nettamente inferiore. Pensiamo ad esempio alle nostre 22 ore per l’abilitazione dell’operatore di gru mobili in confronto ai 15 giorni previsti come istruzione professionale minima in Germania. Su alcune tematiche poi, come

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l’uso in sicurezza delle gru mobili, la produzione documentale in Italia è addirittura assente. Come si dovrebbe intervenire, per ridurre questo solco normativo? Il progetto di condividere le conoscenze tecniche e digitalizzare i servizi è la formula giusta per poter fornire oggi un poderoso supporto alle imprese. Far sì che le nostre aziende abbiano a disposizione un supporto tecnico è indispensabile ora più che mai; ottimizzare il sistema organizzativo e accrescere le competenze tecniche costituiscono altrettanti sforzi necessari per rendere le stesse aziende più dinamiche. È il momento di avviare un processo di condivisione e digitalizzazione per sostenere tutte quelle imprese (piccole, medie e grandi) che desiderano affrontare le sfide del mercato, che non gettano la spugna nonostante le difficoltà, per passione del proprio lavoro, che ambiscono ad alti livelli di competenza tecnica. Noi costruttori possiamo dare il nostro contributo, un supporto molto importante. Ora è il momento di offrire tutto il nostro supporto in ambito organizzativo, professionale e tecnico. Un altro aspetto molto importante è il coinvolgimento del legislatore. È importantissimo evidenziare l’anello strategico nel quale si collocano le gru in generale, in quanto macchine e sistemi inseriti nel processo della logistica, delle costruzioni e dello sviluppo industriale. Insieme alle associazioni di categoria possiamo fare pressione sul legislatore per produrre un quadro normativo che è stato finora abbandonato, parificandolo in quantità e qualità ai livelli dei paesi trainanti dell’Unione europea. Veniamo allora alla formazione tecnica, alla digitalizzazione e ai modelli organizzativi. Qual è lo stato dell’arte delle imprese italiane, secondo la sua esperienza sul campo? In questi 21 anni di lavoro in Liebherr Italia, ho fornito consulenza ad aziende clienti e a studi di ingegneria, occupandomi di formazione tecnica nelle sedi dei vari ordini professionali. Dalla consulenza tecnica alle imprese ho riscon-

trato condizioni di modus operandi del tutto empiriche, dettate esclusivamente dall’esperienza e tramandate oralmente dai titolari o dai gruisti esperti. La scarsa conoscenza professionale specifica dell’attrezzatura è evidente; ad esempio, lo studio della stabilità del sollevamento, la fisica applicata alle gru mobili, le con-

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dizioni e le pressioni di appoggio sul terreno, i protocolli di sicurezza tecnica per il vento e l’alta tensione, e così via. Anche i professionisti e gli studi di ingegneria hanno poca produzione documentale tecnica dalla quale un operatore possa approvvigionarsi, per elaborare progetti o gestire la sicurezza del cantiere in fase di

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Gru e Autogrù progettazione ed esecuzione. Per questo, nell’era della quarta rivoluzione industriale della digitalizzazione, mettere a disposizione applicazioni software per la pianificazione del lavoro è assolutamente necessario. La virtualizzazione della macchina in uno spazio tridimensionale come nel Crane Planner di Liebherr ad esempio, consente già di vedere gli scenari prima ancora di inviare la gru in cantiere. Le simulazioni virtuali forniscono informazioni utili alla valutazione del rischio, ad esempio le distanze di sicurezza dagli ostacoli, le pressioni sul terreno, la configurazione della gru, le posizioni ideali, e altri dati utili alla pianificazione. Un altro tema essenziale è la qualità dell’organizzazione aziendale, in pochissimi sanno che esiste una norma internazionale proprio sul modello organiz-

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zativo specifico per il sollevamento. Lo standard ISO 12480 (parti 1 e 2) specifico per le imprese di sollevamento con gru mobili può essere preso come linea guida specifica appunto per ottimizzare e migliorare i modelli organizzativi. Si tratta di uno strumento utile anche per adeguarsi ai modelli di gestione aziendale previsti dall’articolo 30 del D.lgs. 81/08 come sistema di valutazione del rischio per la sicurezza del sollevamento con le gru. In Italia persiste anche una scarsa rappresentatività, o meglio un’adesione minoritaria all’associazionismo di settore. Solo una minoranza delle imprese di sollevamento (si stima il 15-20%) aderisce alle associazioni che rappresentano il comparto. La tendenza di adesione sten-

ta a crescere; essenzialmente ciò è dovuto alla svalutazione e al disinteresse del quale il settore è vittima, da tempo immemorabile. La prova lampante del disinteresse risiede nell’enorme difficoltà che incontrano le richieste di una regolamentazione specifica, a causa certo della discontinuità di interlocutori stabili presso i legislatori, senza contare la volatilità dei governi nazionali (dal 2017 a oggi, ne sono cambiati cinque). La svalutazione invece è sicuramente ascrivibile a una scarsa coesione delle imprese, dalla mancanza di una contrattualistica e di un tariffario condiviso, di certificazioni del personale, modelli organizzativi di qualità e linee guida tecniche. In altri termini la scarsa professionalità si traduce nella stessa svalutazione dell’attività specialistica. La condivisione degli obiettivi e il progresso della digitalizzazione rappresentano occasioni di

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rilancio anche per le associazioni di categoria, facendo leva su contenuti tecnici organizzativi. Per fornirvi un esempio di esperienze virtuose, il caso dell’Olanda è emblematico. Le imprese dei Paesi Bassi nel 1994 hanno iniziato un percorso con un progetto analogo; non avrebbero mai immaginato di ottenere come risultato l’Istituto nazionale di esperti del settore del sollevamento (TCVT) e ben otto schemi di certificazione delle figure professionali approvati dal Ministero del lavoro olandese. Questo risultato ha fornito un contributo fondamentale alle aziende di sollevamento olandesi, che nel ranking mondiale attuale rappresentano una leadership assoluta. Potrei evidenziare esperienze simili anche in altri paesi nel mondo, ma una nota importante è necessario

evidenziarla: in ogni iniziativa di questo tipo, i costruttori fanno sempre parte dei comitati e delle associazioni, fornendo un sostanziale contributo di formazione e conoscenza tecnica. I costruttori di gru, quindi, come pietra d’angolo del progresso di un’intera categoria. Prima della rivoluzione industriale o quanto meno prima che si producessero in serie i macchinari, gli ideatori di apparecchi e sistemi di sollevamento coincidevano con i costruttori di opere. Basti pensare a coloro che erigevano le grandi cattedrali in Europa, agli ideatori di sistemi di sollevamento con argani, paranchi e travi. Andando più indietro nel tempo, pensiamo a chi eresse obelischi come

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quello di piazza San Pietro, a Roma, ideato da Domenico Fontana nel 1586. Ancora oggi, ci sono utilizzatori che costruiscono in proprio sistemi di sollevamento speciali; uno di essi si identifica con una grande azienda Italiana, leader nel mondo. Gli utilizzatori non sono solo nostri clienti, rappresentano la ragione per cui il costruttore stesso ha ragion d’essere. I costruttori progettano gru in base alle esigenze degli utilizzatori e si spingono ai limiti dell’ingegneria possibile, in termini applicativi. La relazione tra costruttori e utilizzatori di gru non è solo puramente commerciale, di fornitura e acquisto delle macchine; è un legame che rimanda alla condivisione di problematiche e sfide. Su questo, personalmente, non ho alcun dubbio.

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Gru Edili MANITOWOC

La Culla delle Torri NEGLI ULTIMI TRE ANNI, IL GRUPPO HA REALIZZATO INVESTIMENTI NOTEVOLI NELLE FABBRICHE DI GRU A TORRE POTAIN DI CHARLIEU E MOULINS IN FRANCIA, BALTAR IN PORTOGALLO E NATURALMENTE NEL NOSTRO STABILIMENTO D’ECCELLENZA DI NIELLA TANARO

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er realizzare gru edili che si impongano come eccellenze del settore, sono necessarie unità di produzione all’avanguardia. Lo sa bene un gruppo primario del mercato come Manitowoc, che da sempre investe con assidua attenzione tecnologica nei propri stabilimenti europei. Negli ultimi tre anni, Manitowoc ha investito molto nelle sue fabbriche di gru a torre Potain distribuite nel Vecchio continente. L’area

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totale di queste strutture arriva ormai ai 400.000 metri quadrati e gli investimenti che le riguardano sono stati realizzati nel solco della Manitowoc Way, un sistema aziendale di processo che si basa su principi lean seguiti per mantenerne il più alto grado di qualità operativa. Si tratta di sforzi finanziari e di implementazione tecnica che hanno portato ogni fabbrica a miglioramenti significativi sul fronte della sicurezza, della qualità manifat-

turiera e della produttività, riducendo inoltre l’impatto ambientale degli stessi processi. Vediamo, per ogni stabilimento europeo, quali sono state le notevoli migliorie apportate a ogni impianto produttivo. Nello stabilimento Potain di Charlieu, Manitowoc ha investito in una nuova linea di produzione di perni da 2,45 m per le gru a rotazione alta, con l’obiettivo di migliorare la qualità e ridurre i tempi di

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Ascolto del cliente “La maggior parte dei miglioramenti realizzati sono il risultato del nostro processo chiamato ‘La voce del cliente’ - afferma Cristophe Simoncelli, vicepresidente senior del settore gru a torre per l’Europa di Manitowoc - Siamo fieri della qualità, dell’affidabilità e della tecnologia avanzata delle nostre gru, ma essere sempre all’avanguardia nel settore non è facile. Ogni giorno dobbiamo sforzarci di fare meglio, non solo nel campo del design progettuale, ma anche per quanto riguarda i processi produttivi. Nei nostri stabilimenti, abbiamo l’imperativo di utilizzare le attrezzature più recenti, i processi più efficienti e un personale altamente specializzato. In questo ambito, The Manitowoc Way ha rappresentato un punto di riferimento per tutte le strutture deputate alla realizzazione delle gru Potain”.

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Gru Edili consegna. La nuova linea di produzione comprende strumenti di regolazione del volume per una migliore ergonomia e sicurezza, oltre a un innovativo processo di saldatura ad arco sommerso automatica. Il processo consente non solo il deposito abbondante della lega di saldatura, ma anche una penetrazione ottimale, che consente di migliorare la qualità e risparmiare tempo. Nello stabilimento di Moulins, Manitowoc ha sostituito la vecchia linea di taglio dei tubi, installata 30 anni fa, con una nuova linea automatica lunga 35 m e larga 11 m. La nuova linea di taglio dei tubi è stata progettata appositamente per le specifiche di Potain, e sarà operativa a partire da ottobre 2021. Una volta operativa, consentirà di ottenere una

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maggiore precisione, qualità e sicurezza. Lo stabilimento di Moulins ha inoltre ricevuto una nuova attrezzatura su misura per consentire la produzione di massa di torri K Mast da 3,33 m monoblocco e 5 m. Aumentando la capacità di produzione, la nuova attrezzatura fornirà ai clienti tempi di consegna ridotti per queste torri. Tra il 2017 e il 2020, Manitowoc ha intrapreso un progetto per trasformare lo stabilimento di Baltar trasferendovi la produzione dello storico stabilimento di Fanzeres. Il progetto comprendeva l’espansione delle aree di saldatura e assemblaggio e delle zone di rimessaggio al coperto e all’esterno, aumentando la capacità, l’efficienza e la qualità. Inoltre, Manitowoc ha installato un nuovo centro di lavorazione ad alte prestazioni per produrre grandi elementi a saldatura meccanica (come le torri delle cabine e i perni) al termine del processo di produzione. Questo ha permesso a Potain di migliorare la qualità di questi elementi, la conformità delle tolleranze e, nel complesso, l’assemblaggio delle gru a torre sul campo. Anche gli ulteriori investimenti per l’acquisto di strumenti di saldatura hanno migliorato la qualità, la sicurezza e la produttività. I nuovi manipolatori, ad esempio, garantiscono condizioni di saldatura ottimali,

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Gru Edili per postazioni di lavoro più organizzate ed ergonomiche. A Niella Tanaro, Manitowoc ha costruito un nuovo edificio dedicato alla produzione degli assali di trasporto delle gru. Allo stesso tempo, lo stabilimento ha investito nei collaudi dei prodotti finali e ha ottimizzato il flusso logistico della spedizione delle gru. Fino ad oggi, i collaudi e la spedizione delle gru avvenivano in spazi ristretti. In seguito a questi investimenti, la sicurezza dei dipendenti, la produttività e i tempi di consegna della fabbrica sono migliorati. Inoltre, il team di Niella Tanaro ha fatto grandi passi avanti sulla linea di verniciatura. Implementando una serie di misure per aumentare l’efficienza operativa, i tempi di inattività della linea di verniciatura sono diminuiti, il consumo totale di vernice è stato ridotto del 10% e i solventi non tossici hanno ridotto l’impatto ambientale.

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TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO

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Ple 2021

Sulla Piattaforma del progresso LE PREMIAZIONI DEGLI ITALPLATFORM 2021 (ITALIAN ACCESS PLATFORM AWARDS) HANNO CONFERMATO IL RUOLO PREMINENTE DELL’ITALIA NELL’EVOLUZIONE TECNOLOGICA DEL LAVORO IN QUOTA EUROPEO E INTERNAZIONALE

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Davide Fracca (Hinowa, al centro) consegna il premio a Mollo Noleggio (Marco Messa, a sinistra, con Edoardo Mollo)

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on è bastata la forza terribile della pandemia, a frenare la spinta innovativa dei costruttori di macchine per il lavoro in quota. Costruttori italiani, soprattutto, e in generale europei, capaci di generare un’energia progettuale che anche nell’”anno sospeso” del Covid-19 ha saputo generare idee e realizzazioni importanti. La giuria degli Italplatform 2021 (Italian Access Platform Awards) ha faticato a raggiungere un verdetto esclusivo per le numerose candidature ricche di contenuti e valori tecnologici, soprattutto a favore di istanze attuali e primarie come la sicurezza operativa e la sostenibilità ambientale. Alla fine, le decisioni hanno rivelato uno standard di altissimo livello, con aziende testimonial di progresso autentico e di riferimento internazionale per il settore. A partire dalle rental society, con la realtà di Mollo Noleggio ancora vincitrice del premio di categoria come migliore azienda del comparto. Un’eccellenza declinata nella crescita di filiali sul territorio nazionale, nell’incremento continuo dell'offerta di prodotto, nella digitalizzazione gestionale e nella responsabilità sociale.

Nicola Pontini (JLG, a sinistra) riceve il premio della categoria PLE fino a 6 m da Peter Douglas (Ipaf )

Italplatfom 2021, tutti i vincitori Azienda di noleggio PLE: ........................................................... Mollo Noleggio PLE semoventi fino ai 6 m: ......................................................... JLG DaVinci AE1932 PLE semoventi oltre i 6 m: .......................................................... ex aequo CTE Traccess 270 - Platform Basket RR9/200 PLE autocarrate fino a 20 m: ...................................................... Socage ForSte 18T Speed PLE autocarrate oltre i 20 m: ...................................................... Multitel Pagliero MZ350 Sollevatori a braccio telescopico: ............................................. Magni TH 5,5.19 Innovazione in ambito operativo: ............................................ Eurotecno DaJ (Drive and Joy system) Innovazione di prodotto: ........................................................... AlmaCrawler B1890 Quick-Pro Innovazione per la sicurezza degli operatori: ........................ Soltec Dragonfly 2.0 Centro di formazione per operatori: ........................................ CFRM (Centro di Formazione e Ricerca Merlo) Premi speciali alla carriera: ........................................................ Renzo Pagliero (Multitel Pagliero), Davide Palazzani (Palazzani Industrie)

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Ple Marco Govoni e Lorenzo Cipriani (CTE)

Sul fronte delle macchine, l’ambito delle PLE semoventi mostra una curva crescente di innovazione, nelle alternative di propulsione e nella gestione avanzata in direttrice Industria 4.0. Si va dalla piattaforma a pantografo AE1932 di JLG, della serie DaVinci, con funzionalità full electric al ragno Traccess 270 di CTE, top di gamma della casa trentina caratterizzato da automatismi all’avanguardia (tra cui primeggia il sistema S3 EVO) - un’eccellenza, quella di CTE, condivisa ex aequo con la versatilità di impianto della RR9/200 di Platform Basket, piattaforma aerea a carro cingolato per un impiego strada-rotaia, corroborata nelle novità progettuali da molte funzioni smart dedicate alle imprese di manutenzione delle linee ferroviarie. Il modello B1890 Quick-Pro della nuova serie Billennium di AlmaCrawler si è rivelato il vertice dell’onda innovativa. Si tratta di una piattaforma cingolata a braccio telescopico con caratteristiche uniche di sicurezza, capacità dinamica e semplicità di utilizzo. La condivisione tecnologica appartiene naturalmente anche alla categoria classica delle PLE autocarrate, dove la declinazione noleggio appartiene di diritto a Socage, con la sua 18T serie Speed, ultima generazione di modelli dalle prerogative avanzate (tra cui l’auto-stabilizzazione per una messa in opera rapida della piattaforma). Multitel Pagliero, invece, con il modello MZ 350 porta a 35 metri il concept totalmente elettrico in versione compatta, a vantaggio della più ampia possibilità di impiego in ogni contesto di intervento. L’affermazione di Magni, con il nuovo TH 5,5.19, aggiunge invece ulteriori contenuti all’ambito dei sollevatori telescopici per l'industria e l’edilizia, sottolineati dall’implementazione di un sistema di controllo all’avanguardia e altri plus techno di supporto all’operatore, come il riconoscimen-

Carlo Molesini e Carmelo Scillia (Platform Basket, secondo e terzo da sinistra) ricevono il premio per la PLE semovente oltre i 6 m, da Pier Angelo Cantù (Rental Academy)

Fiorenzo Flisi (Socage)

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Renzo Pagliero (Multitel pagliero) ritira il premio per le PLE autocarrate oltre i 20 m categoria

to automatico dell’attrezzatura applicata al braccio. Ma il lavoro in quota da premio, nell’assegnazione degli Italplatform 2021, non ha compreso solo le macchine. Con il nuovo sistema DaJ - Drive and Joy, la mobilità condivisa di un protagonista del noleggio nazionale come Eurotecno incontra il mondo del sollevamento, con la gestione delle piattaforme aeree a portata di app in maniera semplice, immediata e sicura. Una vera innovazione a beneficio di tutto il settore. Con il modulo Dragonfly 2.0, invece, la tecnologia e il know-how di Soltec hanno portato al progetto e alla realizzazione di una cesta dagli inediti vantaggi operativi e di sicurezza, in virtù del controllo intelligente di livellamento e peso in piattaforma. Ultima menzione fondamentale, quella riservata alla formazione, con il CFRM di Merlo come avamposto d’eccellenza

Angelo Gino (Autovictor, a sinistra), conferisce il premio dedicato ai sollevatori telescopici a Eugenio Magni (in rappresentanza di Magni TH)

Il premio a Eurotecno per l'Innovazione in ambito operativo

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Andrea Artoni e Pietro Agosta Del Forte (AlmaCrawler)

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Ple Loris Testa (e famiglia) ritirano il premio Innovazione per la Sicurezza conferito a Soltec

La consegna del premio per la Formazione a Paolo Peretti (CFRM Merlo, a destra), da parte del tenente colonnello Claudio Fagioli (Secondo Reggimento Genio Pontieri)

Renzo Pagliero (Multitel Pagliero) ritira il Premio alla Carriera

didattica e strutturale (anche nel numero dei corsi attivati) per un autentico ente di riferimento del settore. Da segnalare l’impegnativo percorso off-road sviluppato dallo stesso CFRM per le prove dinamiche e i collaudi delle macchine prodotte dal costruttore di Cervasca, utilizzato anche per la formazione degli operatori alla guida dei veicoli VTLM Lince, VM, Defender e dei cingolati articolati BV in dotazione all’Esercito Italiano.

Il premio alla carriera a Davide Palazzani

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La più importante fiera mondiale per gli utilizzatori di macchine e attrezzature per i lavori aerei a

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Sollevatori Telescopici JCB

Rotativo decisivo LA MACCHINA MULTIFUNZIONE CHE ARRIVA ANCHE A SOSTITUIRE LE FUNZIONI DI UNA GRU IN CANTIERE? LA CASA INGLESE L’HA GIÀ CONCEPITA E SI CHIAMA 555-260R, NUOVA DECLINAZIONE DI UNA LINEA DI PRODOTTO DALLA POTENZA ECLETTICA

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fronte della crescente popolarità sui mercati europei delle macchine rotative ad alta capacità, JCB ha ampliato la propria gamma di sollevatori telescopici rotativi con il lancio recente del nuovo 555-260R. Il nuovo modello offre tutte le caratteristiche di versatilità e capacità di sollevamento che caratterizzano la gamma di sollevatori telescopici del costruttore di Rocester. Alimentata dai collaudati motori Dieselmax di JCB, la gamma di sollevatori telescopici rotativi JCB condivide un elevato numero di componenti con la gamma di sollevatori telescopici a telaio rigido JCB

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Loadall. Tutti i modelli sono disponibili nelle versioni EPA Tier 4F e EU Stage V e offrono funzioni come l’Auto Engine Idle e l’Auto Engine Stop di serie sugli allestimenti Stage V, che contribuiscono a ridurre sensibilmente emissioni e consumo di carburante. Il 555-260R adotta un layout che prevede il montaggio del motore nella parte inferiore del telaio, soluzione che offre un accesso a terra facile e sicuro per gli interventi di manutenzione. Grazie a intervalli di 500 ore e una valutazione di manutenibilità SAE best-in-class, il 555-260R offre eccellenti tempi di operatività e una maggiore produttività.

Accezione di superiorità Il 555-260R contempla una capacità di sollevamento massima di 5,5 tonnellate e diagrammi di carico altamente competitivi. In numerose situazioni d’impiego la macchina rivela performance superiori fino al 10% rispetto a modelli equiparabili già presenti sul mercato. Set-up automatico e livellamento automatico one-touch degli stabilizzatori garantiscono facilità d’uso e tempi di configurazione minimi, mentre tempi di ciclo rapidi e circuiti idraulici ausiliari high-flow ottimizzano l’efficienza operativa degli argani migliorando ulteriormente la produttività.

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Il design pulito del braccio montato in posizione ribassata garantisce all’operatore un’eccellente visibilità a 360 gradi, ulteriormente migliorata da un pacchetto opzionale completo comprendente kit luci di lavoro e telecamere (una delle quali montata sulla punta del braccio, per consentire un posizionamento preciso dei carichi in quota da parte dell’operatore). La cabina mantiene in tradizionale “family feeling” JCB grazie a un layout dei comandi ottimizzato standard di riferimento del settore e a un’ampia varietà di opzioni per il sedile di guida, in modo da assicurare un comfort ideale per tutta la giornata di lavoro.

Personalità polivalente Come tutti i sollevatori telescopici rotativi JCB, anche il 555-260R può essere utilizzato con un’ampia gamma di attrezzature, tra cui forche per pallet, un argano di sollevamento da 5,5 ton, un argano jib da 2 ton per 2 m di estensione, un jib a estensione ridotta, un gancio da 5,5 ton, una benna per impieghi leggeri, forche rotative a 360 gradi e una gamma di accessori funzionali. La macchina può essere anche controllata da remoto, mentre la disponibilità di un’ampia gamma di piattaforme

Carattere di gamma Sfruttando oltre 45 anni di esperienza nel segmento dei sollevatori telescopici le versioni rotative sono state progettate per soddisfare le esigenze di imprese specializzate nell’ambito del sollevamento e società di noleggio. Grazie alla robusta costruzione del braccio e all’utilizzo di componenti integrati verticalmente per le trasmissioni, JCB è riuscita a massimizzare affidabilità, produttività, sicurezza e facilità d’uso.

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Sollevatori Telescopici di lavoro rende il 555-260R un mezzo polivalente che riunisce le funzionalità di un sollevatore telescopico, una gru e una piattaforma aerea. La gamma di accessori specifici JCB è supportata dala tecnologia di riconoscimento automatico tag RFID, in virtù della quale le attrezzature vengono identificate dalla macchina che seleziona automaticamente il diagramma di carico corretto per ogni applicazione. Il nuovo 555-260R si può dire sia stato concepito per soddisfare le esigenze in continua evoluzione delle imprese di costruzioni e delle società di noleggio a livello internazionale.

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THE BIGGEST EUROPEAN EVENT OF THE YEAR ONLY DEDICATED TO THE LIFTING INDUSTRIAL & PORT HANDLING EQUIPMENT AND HEAVY TRANSPORT VEHICLES

GIS 2021 FACTS & FIGURES Total Exhibitors: 400 Qualified Visitors: over 13.000 Outside Area: 30.000 sqm Inside Area: 14.000 sqm

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Giornate Italiane del Sollevamento e dei Trasporti Eccezionali The Lifting, Industrial & Port Handling and Heavy Transport Show

2023 Sollevamento, Trasporti Eccezionali, Movimentazione Industriale e Portuale

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For info and stand booking - info@gisexpo.it - Ph. +39 010 5704948 Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale


Sollevatori Telescopici FARESIN

Generazione di Fenomeni DALLA TECNOLOGIA “INTERNET OF THINGS” DI BREGANZE, L’INTERAZIONE TRA MACCHINE E DISPOSITIVI DI CONTROLLO ARRIVA ANCHE IN AGRICOLTURA. IL NUOVO FS 7.32 COMPACT RAPPRESENTA UN’AVANGUARDIA DI CONNETTIVITÀ E COMPONENTISTICA. SENZA DIMENTICARE UN COMFORT OPERATIVO AI VERTICI DEL SETTORE

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opo la brillante anteprima online, a beneficio di numerosi spettatori collegati all’evento virtuale del 6 ottobre scorso, ha completato il proprio esordio negli spazi dell’Eima di Bologna - evento clou della meccanizzazione agricola europea - il nuovo FS 7.32 Compact di Faresin Industries, primo esemplare della nuova gamma FS di sollevatori telescopici “ad alta sostenibilità” ambientale (e operativa, aggiungiamo noi).

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Dopo la diretta streaming da un hangar allestito all’interno dello stabilimento Faresin di Breganze – condotta dal presidente Sante Faresin e dalle figlie Silvia e Giulia, rispettivamente vicepresidente e Operations Manager di Faresin Industries – la presenza a Eima 2021 rivela un vero e proprio cambio di paradigma per la nuova generazione di sollevatori del marchio veneto; uno sviluppo che segue la tecnologia “Internet of Things”, sempre più strategica per la gestione delle flotte e per l’interazione tra macchi-

ne e dispositivi nelle aziende agricole (e nei cantieri, seguendo la direttrice applicativa Construction). Tutti i componenti strutturali della nuova macchina, incluso il sofisticato software che gestisce la sensoristica integrata, sono stati infatti progettati, testati e realizzati nello stabilimento di Breganze, secondo i dettami di una tecnologia proprietaria Made in Faresin che sta rivoluzionando il settore agricolo (attirando l’attenzione globale con la recente introduzione del primo sollevatore full electric al mondo).

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Livrea e design funzionale per la nuova specie L’FS 7.32 Compact si presenta con un nuovo design partito da un’idea del dipartimento di Ricerca & Sviluppo Faresin e sviluppato in collaborazione con prestigiosi studi specializzati e partner all’avanguardia. Per la gamma FS è stata completamente rivista anche la livrea (con un’alternanza sapiente del rosso e grigio tipico delle macchine Faresin, con un grigio argento distintivo applicato in alcune parti). L’elemento caratteristico di questa livrea è il “graffio”, il segno bianco che percorre per tutta la sua lunghezza la costola del cofano a sottolinearne il profilo e nel contempo assumendone il ruolo di tratto distintivo. Il primo modello della nuova Gamma FS è l’FS 7.32, sollevatore telescopico compatto da 3,2 t di capacità massima di sollevamento con altezza massima di sollevamento di 7,1 m. I dati ulteriormente caratterizzanti sono un angolo di sterzo di 37° che assieme al raggio di svolta di soli 3,8 m, per una macchina che ha il passo di 2,95 m, rendono questa macchina di grandi prestazioni con agilità unica ed altrettanto importante stabilità. Disponibile in due versioni, quella standard e una ribassata “Low Cab”. Con soli 2,06 m al pun-

L’ergonomia del futuro I progettisti Faresin hanno portato a livelli molto avanzati, nella concezione del nuovo FS 7.32 Compact, l’ergonomia e il comfort della macchina. Innanzitutto, è stata completamente ridisegnata la posizione dei comandi per renderne più intuitivo l’utilizzo rendendola un vero fiore all’occhiello. Il risultato è una disposizione armonica e piacevole dei controlli, raggruppati per logica funzionale su una plancia totalmente rivista come layout e colori. Il volante è regolabile in altezza per adattarsi all’operatore. Tutte le informazioni sono ora riunite nell’FS Display, touch screen a colori da 7 pollici, antiriflesso, posizionato sul montante di destra. I parametri di funzionamento del motore, i diagrammi di carico e altre funzioni accessorie come l’autoradio, i controlli del climatizzatore, il controllo fari e altro ancora, ora sono visibili in un’unica posizione. Il sedile del conducente a sospensione pneumatica con multiregolazione, integra sul bracciolo di destra i comandi di controllo del braccio telescopico. Gli spostamenti veloci su terreni sconnessi od accidentati sono resi più sicuri dal bracciolo integrato. Il passaggio tra schermate e la modifica delle impostazioni viene effettuata direttamente su FS Display o attraverso l’FS Selector, intuitivo sistema di controllo a rotella, sempre posizionato sul bracciolo. Il sistema di ventilazione e riscaldamento dalla cabina con bocchette orientabili rappresenta un potente sistema di disappannamento; l’impianto dell’aria condizionata permette, inoltre, all’operatore il massimo comfort anche in condizioni esterne di elevata polverosità. Due grandi specchi retrovisori offrono un’ampia visibilità e l’impianto luci è offerto con soluzione a led. L’accesso alla cabina è facilitato da una comoda e sicura pedana con luce di cortesia e plancia a Led interna che si attivano all’apertura della porta.

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Sollevatori Telescopici

to più alto della cabina questa versione è destinata a diventare la macchina ideale in tante realtà operative. In sintesi FS 7.32 è un sollevatore telescopico concepito per rispondere in modo versatile alle necessità quotidiane dalla movimentazione off road in tutti i possibili settori di impiego.

Motori, prestazioni superiori e meno consumi Progettare guardando al futuro ha significato anche pensare alla riduzione dell’impatto ambientale, alla riduzione dei consumi e, contemporaneamente al miglioramento delle prestazioni. Cinque sono motorizzazioni disponibili per FS 7.32, tutte Deutz a 4 cilindri da 2,9

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a 3,6 dm3, raffreddati ad acqua con potenze espresse da 55,4 kW a 100 kW. Tutte rispondenti alla normativa Stage V per le emissioni con tecnologia di post-trattamento con catalizzatore di ossidazione (DOC) o ad urea (SCR) e filtro anti particolato (DPF). Tutte le motorizzazioni sono common rail, turbocompresse, con intercooler per rispondere alle variabili necessità di potenza collegate agli impieghi specifici con curve di coppia ottimizzate per grandi prestazioni e rapida disponibilità di potenza con bassi consumi. Inoltre gli intervalli di manutenzione che arrivano a 1.000 ore, si traducono in significativo abbattimento dei costi di gestione. Attenzione anche alla sicurezza, con l’introduzione dell’AutoStop che spegne il motore

quando l’operatore si alza dal sedile, per poi riaccenderlo, sempre in modo autonomo, al ritorno. Soluzioni che alla tutela dell’operatore aggiungono un risparmio di combustibile. La ventola di raffreddamento idraulica regola automaticamente la velocità di rotazione in funzione della temperatura, reversibile e a controllo elettronico, combina una perfetta regimazione della temperatura con la riduzione dei consumi e rappresenta la soluzione definitiva agli impieghi in ambienti polverosi. Il processo di ottimizzazione degli spazi sottocofano ha portato a una resa più efficiente dei flussi dell’aria, favorita anche dalle nuove griglie. Inoltre, il nuovo layout del motore e dei gruppi radianti garantisce un comodo accesso a tutti i punti di verifica manutentiva.

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Trasmissione evoluta e un sistema idraulico intelligente Ogni versione del FS 7.32 è dotata di trasmissione idrostatica Ecodrive, soluzione evoluta in grado di dosare la potenza erogata in funzione della modalità di guida per ottenere il più efficace sfruttamento della potenza a fronte di un consistente contenimento di consumi ed emissioni. Due le soluzioni di trasmissione che differiscono per il numero di rapporti e la velocità massima: una monomarcia con velocità 0-30 km/ora per l’allestimento Dynamic. Il cambio meccanico a due velocità consente di raggiungere una velocità massima di 40 km/h e di avere, inoltre, un rapporto ridotto per i lavori che richiedono maggior trazione. Anche il differenziale può essere scelto in base

alla destinazione di utilizzo della macchina. Due sono le soluzioni disponibili: assali con bloccaggio del differenziale automatico del tipo limited slip al 45% e una soluzione evoluta con bloccaggio del differenziale al 100% a comando idraulico. Quest’ultima permette al FS 7.32 di affrontare qualsiasi terreno in assoluta sicurezza e con pieno controllo della trazione. Veniamo all’impianto oleodinamico. Il circuito dell’olio idraulico adotta la stessa logica progettuale di fornire soluzioni per ogni impiego in modo modulare. Due sono le soluzioni per il circuito dell’olio idraulico pompa a ingranaggi o pompa a pistoni a cilindrata variabile, quindi in load sensing. La parte idraulica è il vero muscolo della macchina per è sovradimensionata a garanzia della versatilità di impiego con portate da 120 a 180 litri/

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min, secondo l’allestimento, in grado di assicurare cicli di lavoro rapidi. I distributori di flow-sharing ad alta efficienza garantiscono un’eccellente multifunzionalità e, con l’introduzione dell’innovativo sistema a gestione elettronica, si ha il controllo contemporaneo programmabile di più azioni del braccio. L’efficienza del sistema è migliorata dalla presenza della valvola Ecofast che rigenera l’olio in uscita dal cilindro durante la discesa del braccio i movimenti del braccio anche a bassi regimi con significativi risparmi sui consumi di combustibile. La stessa logica è stata adottata con la valvola rigeneratrice che ottimizza i tempi di sbraccio riutilizzando l’olio in uscita dai martinetti. La loro combinazione è programmabile dallo stesso operatore attraverso FS Display o FS Selector.

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Sollevatori Telescopici DIECI/WALVOIL

Supremazia di controllo L’ALS (ADAPTIVE LOAD SENSING) SVILUPPATO DAI DUE COSTRUTTORIPARTNER DI PROGETTO, È UN SISTEMA CHE MODULA IL MARGINE DI STAND-BY A SECONDA DELLE REALI ESIGENZE DI LAVORO DELLA MACCHINA, VARIANDOLO AUTOMATICAMENTE IN BASE ALLA RICHIESTA IDRAULICA

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l suo nome è ALS ed è l’acronimo di Adaptive Load Sensing. Nel quadrilatero delle innovazioni tecniche all’Eima di Bologna, il sistema sviluppato da Walvoil in

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partnership con Dieci rivela tutto il valore di un progetto che ha meritato il riconoscimento come Novità tecnica alla fiera Eima 2020-21, premiato con il supplemento d’onore della coccar-

da blu attribuita alle soluzioni che si distinguono in tema di sostenibilità ambientale. All’evento europeo internazionale dedicato alla meccanica agricola, l’ALS è im-

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plementato su un sollevatore telescopico Dieci Agri Farmer 34.7 GD, a testimonianza puntuale della collaborazione tra le due grandi aziende emiliane (di rilevo internazionale). Walvoil è un brand storico del settore oleodinamico (da alcuni anni parte del Gruppo Interpump), e Dieci, dal 1982, è tra i protagonisti del segmento industriale dei sollevatori telescopici per l’industria, il cantiere e, naturalmente, per l’agricoltura. Dopo i primi test preliminari svolti nel 2020 sul Telehandler della serie Dieci Agri Plus 42.7 GD VS EV02, il sistema Walvoil Adaptive Load Sensing è stato applicato con successo sul nuovo modello della serie Dieci Agri Farmer 34.7 GD ALS.

Oleodinamica adattiva Ma in cosa consiste l’ALS (Adaptive Load Sensing)? I sistemi idraulici sono parte essenziale delle più moderne e diffuse

Più valore, meno consumi In tutti i test l’Agri Farmer 34.7 GD allestito con ALS ha evidenziato una riduzione dei consumi tra il 5% e 6% rispetto allo stesso modello senza ALS, confermando e superando i risultati preliminari ottenuti nel 2020 su Agri Plus 42.7 GD VS EV02: calo dei valori di dispersione energetica del 28% durante le operazioni con il braccio, e del 45% durante le fasi di movimento del veicolo. Inoltre, nel test relativo alla precisione di posizionamento, si è riscontrata una maggiore produttività della macchina; la migliorata controllabilità della funzione Precision ha infatti consentito di svolgere a parità di tempo il 14% in più dei cicli operativi. Quest’ultima fase di testing ha evidenziato ulteriori importanti vantaggi, prima di tutto in termini di Sicurezza, Stabilità, Flessibilità e Ammodernamento: i pochi elementi del kit ALS possono essere, infatti, facilmente installati anche su elevatori più datati, allungandone la vita operativa e migliorandone le prestazioni. Lo sviluppo del sistema ALS si avvale anche della collaborazione di TASC, “Smart and Clean Agricultural Tractors Project”, un progetto che include la partecipazione dei principali laboratori di ricerca universitari della Regione Emilia Romagna, nato con l’intento di minimizzare l’impatto ambientale della meccanizzazione agricola.

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macchine agricole, in modo particolare per gli elevatori telescopici, mezzi ormai divenuti insostituibili per la maggior parte delle aziende. In questi sistemi, per assicurare il controllo simultaneo dei movimenti, la pompa idraulica genera una pressione maggiore di quanto realmente necessario, un valore prefissato chiamato “margine di stand-by” che costituisce una considerevole perdita di energia, limitando le prestazioni generali del veicolo e aumentando inutilmente usura e consumi, a discapito dell’efficienza e dell’impatto ambientale. L’Adaptive Load Sensing ideato da Walvoil è un sistema in grado di modulare il valore di “margine di Stand-by” a seconda delle reali esigenze di lavoro della macchina, variandolo automaticamente

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Sollevatori Telescopici

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solo quando e di quanto richiesto. L’ALS è composto da una valvola di controllo direzionale, un joystick elettronico, e un’unità di controllo elettronico, con software modulare personalizzabile sviluppato da Walvoil. L’unità di controllo raccoglie le informazioni provenienti dalle azioni dell’operatore sui comandi e dai sensori della macchina, e agisce sul dispositivo Load Sensing, adattando il differenziale di pressione idraulica al valore massimo di efficienza richiesto dal veicolo. Il cuore dell’Adaptive Load Sensing è un dispositivo elettroidraulico, installato sulla valvola di controllo direzionale, che riduce al minimo la dispersione di energia nel sistema oleodinamico degli elevatori telescopici, migliorando considerevolmente l’efficienza del veicolo e riducendo usura e consumi.

Un passo in più L’Agri Farmer 34.7 GD, macchina più compatta e leggera rispetto all’Agri Plus utilizzato nel 2020, è equipaggiato con un’unica pompa a cilindrata fissa e, rispetto al modello precedentemente testato, beneficia ancora maggiormente dei vantaggi offerti dal sistema ALS. In particolare il sistema ALS consente di ridurre sensibilmente le perdite di carico, garantendo un’elevata efficienza e un sensibile risparmio di carburante, anche nel contesto di un circuito oleodinamico semplice ed essenziale. I benefici energetici sono percepiti soprattutto nelle fasi di stazionamento della macchina e nelle traslazioni ad elevata velocità. Nell’azionamento degli ausiliari, la gestione oculata dello stand-by del circuito Load Sensing DPX, abbina al saving energetico

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anche un’aumentata controllabilità e precisione di movimentazione. Un accurato lavoro di tuning sul Agri Farmer 34.7 GD ALS svolto presso il Test Department di Walvoil, ha consentito di ottimizzarne il software di controllo e di implementarlo con numerosi nuovi accorgimenti. In particolare, oltre alle azioni volte al contenimento dei consumi, si è potuto enfatizzare l’effetto delle modalità operative Boost e Precision e, con un’opportuna customizzazione dello stand-by, sono stati eliminati alcuni effetti di instabilità e sobbalzo, assicurando un miglior comfort per l’operatore. Infine sono stati raccolti i risultati dell’attività congiunta eseguendo quattro test caratterizzanti sulla Pista del Centro Ricerche Dieci, volti a valutare i consumi di un ciclo predefinito, l’efficienza di posizionamenti di precisione e i consumi in due modalità di trasferimento.

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Sollevatori Telescopici MERLO

E-Worker, prima corsa all’aperto ESORDIO IN GRANDE STILE, ALLA REGGIA DI VENARIA E POI A EIMA 2021, PER IL COMPATTO FULL ELECTRIC CHE INAUGURA LA GENERAZIONE ZERO AD ALTA TECNOLOGIA E ZERO EMISSIONI

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inalmente dal vivo, in esposizione, simbolo della nuova Generazione Zero (in termini di emissioni, rumorosità, consumi di combustibile) di Merlo. A Eima 2021, l’esordio

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ufficiale della serie e-Worker, linea di sollevatori telescopici compatti full electric, è stato officiato dallo stesso Paolo Merlo, amministratore delegato del gruppo di San Defendente di Cervasca (Cn), che ha

sottolineato l’importanza crescente delle nuove soluzioni elettriche nell’ambito della strategia generale di prodotto. L’esordio a Eima 2021, negli effetti è un “secondo esordio”, dopo la presentazione

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in grande stile del 6 ottobre scorso nella magnificenza di un evento a Torino, alla Reggia di Venaria. Una grandeur assolutamente giustificata dagli nasce da anni di ricerca che ha richiesto l’e-Worker per assurgere al privilegio di primo esemplare della citata Generazione Zero, una famiglia di prodotti sempre più Green e tecnologici che caratterizzerà il futuro della produzione Merlo. La nuova gamma (con i primi modelli e-Worker 25.5-60 ed e-Worker 25.5-90) nasce dalla volontà di realizzare una macchina Full Electric (con l’autonomia di un’intera giornata lavorativa), compatta (dimensioni simili a quelle di un carrel-

In applicazione totale L’e-Worker è stato pensato per essere utilizzato in diversi ambienti lavorativi e consente l’impiego di una vasta gamma di attrezzature. Tra queste, forche (flottanti e con traslatore), molteplici tipologie di pale, attrezzature percarichi sospesi (come il gancio di sollevamento, oppure i falconi con gancio o verricello) e attrezzature per altre applicazioni speciali come benne miscelatrici e spazzatrici. Inoltre un’ulteriore importante applicazione riguarda la cesta semovente portapersone per il lavoro in quota. Entrambi i modelli e-Worker 25.5-60 e 25.5-90 saranno disponibili con cabina aperta o con cabina chiusa, con diversi optional a disposizione, come il sistema di riscaldamento o la sospensione sul braccio, e potranno essere omologati per la circolazione stradale, in versione macchina operatrice o trattrice. Per applicazioni in particolari ambienti lavorativi (ad esempio, le celle frigorifere) sono disponibili il parabrezza e il sedile riscaldati.

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Sollevatori Telescopici lo industriale), dotata di braccio telescopico e con quattro ruote isodiametriche, tutte motrici, di dimensioni adeguate a lavorare oltre che in luoghi chiusi, anche su terreni fuoristrada nei settori delle costruzioni e dell’agricoltura. Le versioni 2WD sono state sviluppate per aumentare l’autonomia della macchina, con un ingombro massimo in fase di sterzata di soli 2.850 mm, grazie a un angolo di sterzo che raggiunge gli 85°. I modelli 4WD invece assicurano le massime prestazioni in termini di trasmissione, per garantire

un’ottima tenuta su ogni superficie, anche in fase off-road. Nella progettazione sono stati ripensati tutti i componenti e il loro posizionamento. In primis lo schema della trasmissione, che prevede due motori elettrici anteriori - uno per ruota, per i modelli 2WD - e l’aggiunta di un terzo motore elettrico posteriore, posizionato verticalmente e

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flangiato sull’assale posteriore, nei modelli 4WD. Questa soluzione, brevettata da Merlo, permette innumerevoli vantaggi: di layout, nel posizionamento della batteria a centro veicolo, che ha permesso di abbassare il baricentro ed incrementare la stabilità; di manovrabilità, grazie all’elevato angolo di sterzatura delle ruote posteriori motrici; nella gestione elettronica della trazione che garantisce la corretta velocità di tutte e quattro le ruote senza slittamenti, l’inserimento automatico del blocco del differenziale elettronico e la frenata rigenerativa. Questi vantaggi si traducono in una riduzione dei consumi energetici e in un incremento della trazione fuoristrada. Un quarto motore elettrico, collegato a una pompa idraulica Load Sensing, permette tutti i movimenti del braccio telescopico. Anche in questo caso, al fine di ottimizzare l’efficienza energetica, una centralina elettronica dedicata gestisce i giri del motore elettrico e la portata d’olio del distributore idraulico. Inoltre, per ridurre i consumi della batteria, la discesa del braccio telescopico avviene per gravità tramite una valvola controllata dalla stessa centralina. Sia l’e-Worker 25.5-60 che l’e-Worker 25.590 sono accreditati di una portata massima di 25 quintali, di uno sbraccio pari a 2,6 metri per raggiungere un’altezza massima di 4,8 metri. La zattera anteriore porta-attrezzature, completa di bloccaggio idraulico Tac-Lock, permette la rapida intercambiabilità degli accessori con un comando diretto da cabina. È possibile scegliere all’interno di un’ampia gamma di attrezzature previste dalla stessa Merlo per i propri telescopici.

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Attrezzature & Componenti BOSCH REXROTH

Intelligenza di Processo

ARRIVA NELLE LINEE DI PRODUZIONE SMART MECHATRONIX, LA NUOVA PIATTAFORMA EVOLUTIVA DELLA TECNOLOGIA LINEAR MOTION PER L’INDUSTRIA 4.0. SEMPLICITÀ E VELOCITÀ DALLO SVILUPPO ALL’AVVIO DELLA PRODUZIONE, CON PRESTAZIONI ELEVATE E AGGIORNAMENTO COSTANTE DI COMPONENTI E MODULI

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a fabbrica del futuro sarà più intelligente, flessibile, connessa e software-based rispetto ai plant produttivi attuali. E anche più sostenibile. Con la nuova piattaforma di soluzioni meccatroniche Smart MechatroniX, Bosch Rexroth risponde alle nuove esigenze del mercato nell’ambito dell’automazione di fabbrica e continua la sua evoluzione della Tecnologia Linear Motion nell’Industry 4.0. I pilastri della Smart MechatroniX sono semplicità e velocità dallo sviluppo fino all’avvio della produzione, prestazioni

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elevate durante il funzionamento della macchina, alto grado di sostenibilità grazie all’uso flessibile e all’aggiornamento costante di componenti e moduli. Attualmente, sono state progettate o sono in fase di finalizzazione, lo Smart Function Kit per pressatura e piantaggio, lo Smart Function Kit per la movimentazione e Smart Flex Effector per i sistemi di presa. Lo Smart Function Kit per applicazioni di pressatura e giunzione è un sistema sistema Plug & Produce che non richiede alcuna programmazione. Consiste in un cilindro elettromeccanico, un sensore di forza, un motore, un servoazionamento, un’unità di motion control e un pacchetto software che semplifica significativamente le attività di commissioning e funzionamento e l’analisi di processo. Tra gli altri benefici, la semplicità di selezione e dimensionamento dei prodotti grazie allo strumento LinSelect, oltre alla rapidità di

configurazione e ordinazione online. Per quanto riguarda i compiti di movimentazione, lo Smart Function Kit per sistemi di movimentazione comprende sistemi intelligenti a uno o più assi, una tecnologia di controllo innovativa e software per versatili applicazioni in cui i componenti o le parti in lavorazione devono essere spostate in modo preciso e affidabile da A a B all’interno di uno spazio definito. Ancora una volta, il pacchetto software collegato consente grande semplicità durante il commissioning, funzionamento e analisi di processo. Attualmente in fase di sviluppo, lo Smart Flex Effector è un modulo di compensazione con funzione di misurazione attiva che consente di aumentare la precisione dei robot pick and place o Handling, rendendo possibili ambiti di applicazio-

ne completamente nuovi per robot e sistemi cartesiani. Potrà essere utilizzato in un’ampia gamma di applicazioni: in caso di giunzioni con tolleranze ridotte, indicatori di qualità, ricerca dello zero dell’utensile o compensazioni del disallineamento dalle direzioni x, y e z.

Rapidità integrata per due moduli La soluzione meccatronica Smart Function Kit è declinata attualmente in due moduli. Il primo è denominato Smart Function Kit for Pressing ed è composto da una servopressa su base elettrica per operazioni di pressatura, piantaggio, giunzione e assemblaggio di parti e componenti elettronici (con riferimento, ad esempio, al settore automotive). Lo Smart Function Kit for Handling è composto invece da diversi assi lineari cartesiani. Impiega una pinza per prelevare oggetti, spostarli e insediarli all’interno della linea. “Il concetto alla base di entrambi i moduli è il ‘Plug & Produce’ - sepia Stefano Balansino, head of sales product management linear motion technology Bosch Rexroth Italia - Riguarda la facilità e rapidità di messa in servizio. Normalmente il commissioning di una cella di assemblaggio richiede un lungo lavoro per la definizione di tutti i parametri di processo, ad esempio regolare il fine corsa degli assi, la velocità, le accelerazioni e il limite di forza che la meccanica può spingere. I moduli Smart Function Kit sono invece preconfigurati; tutto il lavoro è già integrato nel software che forniamo. Il software è semplice e intuitivo e non richiede competenze di programmazione. Grazie a un sistema drag & drop è sufficiente trascinare ad esempio un movimento, per dire alla macchina di spostarsi da A a B in un certo tempo. Avendo poi tutti i parametri della meccanica già inseriti, il software previene anche da possibili errori di impostazione di valori non idonei”.

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Movimentazione Industriale e Portuale 2021

Nel Mare Nostrum del Merito

I PREMI ITALA-ITALIAN TERMINAL AND LOGISTICS AWARDS HANNO ILLUMINATO GLI ATTORI SIMBOLO DELLE ATTIVITÀ LEGATE ALLE INFRASTRUTTURE PORTUALI E INTERMODALI DEL NOSTRO PAESE. UN EVENTO CHE TESTIMONIA UN’AUTOREVOLEZZA DI LIVELLO INTERNAZIONALE

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el Paese che rappresenta la vera porta del mare d’Europa, il GIS 2021 ha accolto i protagonisti economici. Al termine del primo grande convegno inaugurale della fiera di Piacenza Expo ( “Terminalismo e Logistica fra sfide energetiche e innovazioni tecnologiche”, moderato da Angelo Scorza, direttore di Ship2Shore), sono stati assegnati i premi Itala-Italian Terminal and Logistics Awards 2021 alle realtà più distintive di un settore strategico per la nostra industria e il nostro commercio in ambito interno e nel rapporto con i sistemi mondiali dei trasporti e del traffico delle merci. Di seguito, elenchiamo i riconoscimenti assegnati, con le relative motivazioni del conferimento per ogni premiazione.

Vado Gateway

Hupac

Terminalista portuale: Vado Gateway. Il nuovo terminal container deep-sea del Nord Tirreno, gestito da APM Terminals Vado Ligure Spa, operativo dalla fine del 2019, partito in un momento di grande emergenza socio-economica globale, è riuscito a decollare e intende perseguire il progetto di muovere via ferrovia il 40% di container. Inland Terminal: Hupac. La società svizzera di trasporto combinato - fondatrice, nel secolo scorso, del termi-

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LIAN TERM ITA

LIAN TERM ITA

Interporto: Interporto Quadrante Europa. Passano gli anni ma la società scaligera resta al vertice italiano e continentale per volumi di traffico merci e per qualità dei servizi. Un’eccellenza attestata anche dagli osservatori tedeschi, nel report annuale del settore. Il Quadrante Europa rappresenta un punto di incontro fra tre modalità - stradale, ferroviaria ed aerea - e in futuro forse anche di quella fluvio-marittimo, attraverso un canale sul fiume Po. Autorità di Sistema Portuale: AdSP Mar Ligure Orientale (La Spezia e Marina di Carrara). Nel variegato panorama di Autorità di Sistema Portuale italiane, è stata la prima con giurisdizione interregionale. In questo modo, ha vinto la sfida di conciliare istanze e interessi di operatori prima separati anche da un punto di vista amministrativo, grazie a un’accorta politica di sviluppo bilanciato di entrambi i bacini portuali. Una politica che passa attraverso i più recenti strumenti legislativi e nuovi investimenti all’avanguardia.

La Giuria degli ITALA 2021 ITALIAN TERMINAL AND LOGISTIC AWARDS conferisce a

L AND LOG INA

ITALA

IC AWARDS ® IST

ITALA

IC AWARDS ® IST

nal di Busto Arsizio-Gallarate, punto di snodo fondamentale per il traffico Shuttle Net - ha reiterato un modello di successo a Piacenza, Pordenone, Novara, Milano e Brescia.

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il Premio per la Categoria INTERPORTO Piacenza Expo - Giovedì 7 Ottobre 2021

AdSP Mar Ligure Orientale

Gruppo Laghezza

Operatore globale e spedizioniere: Laghezza. Come trasformare una storica casa di spedizioni e dogana tradizionale in un moderno operatore globale attivo in vari segmenti della filiera logistica, con propri automezzi, magazzini, attività di trasporto e distribuzione, grazie a iniziative lungimiranti capaci di anticipare l’evoluzione dei mercati. Il Gruppo Laghezza è stato protagonista (anche recente) di acquisizioni che gli hanno permesso di presidiare i principali gangli strategici (porti, aeroporti e interporti) del traffico merci investendo nell’innovazione, nella diversificazione dei servizi e nell’espansione territoriale.

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Movimentazione Industriale e Portuale Metrocargo

Operatore intermodale e ferroviario: Metrocargo. Attivo in Italia e in Francia, Metrocargo è autore di un concetto intermodale basato su carico e scarico orizzontale di container e casse mobili su vagoni pianali standard, sotto la linea aerea di alimentazione elettrica. Il sistema, completamente automatizzato, è efficiente e conveniente in termini di tempo e costi per la capacità di implementare treni completi, dallo scalo portuale all’interporto, offrendo ai clienti servizi door-to-door di elevata competenza, affidabilità e flessibilità. Operatore logistico e Project Cargo: CTS. Il Gruppo CTS (Compagnia Trasporti e Spedizioni) è un riuscito esempio di consorzio, composto da una decina di imprese, ognuna con propria specializzazione nell’ambito del trasporto eccezionale, del sollevamento, del montaggio e della movimentazione industriale. Questa realtà di Ravenna dispone di un parco veicolare di proprietà, in grado di offrire un servizio a ciclo completo, con la garanzia dei migliori standard di sicurezza, nelle attività di pesatura, sollevamento, imballaggio, carico, trasporto, scarico, montaggio e posizionamento. Fornitore di macchine , sistemi ed equipaggiamenti: Terberg-Manuport. Un matrimonio di successo, quello tra due società a storica conduzione familiare che, seppure di dimensioni diverse, hanno parecchi punti in comune nella filosofia di business. L’italiana Manuport, con decenni di esperienza nel fornire attrezzature per il sollevamento e la movimentazione merci, nel 2018 è entrata a far parte dell’olandese Terberg, grande gruppo industriale attivo da 150 anni e presente in oltre 100 paesi, concentrato sempre di più nella produzione di nuovi mezzi a energia sostenibile.

CTS

Vernazza Autogru

Innovazione: Vernazza Autogru. Protagonista a Vado Ligure di un progetto ambizioso per la realizzazione di un

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La Cisa

polo innovativo della logistica, con operazioni di riconversione e allestimento di un’area dall’eredità industriale che è pronta a diventare il fulcro del rilancio economico del Ponente ligure. A quasi due anni dall’insediamento ufficiale, il sito industriale da 300.000 metri quadrati si sta trasformando in hub. Uno dei protagonisti del grande sollevamento italiano, in questa nuova “dimora”, potrà effettuare inoltre i test e la manutenzione della propria flotta di autogrù, con la prospettiva di creare una scuola di formazione. Formazione e sicurezza: La Cisa. Da piccola ditta di autotrasporto legata al territorio bergamasco, all’inizio degli anni Sessanta, sulla forte spinta della collaborazione con un gruppo industriale primario in campo siderurgico - collaborazione che perdura tuttora quale spina dorsale dell’attività –, La Cisa negli anni ha diversificato il core business, a partire dalla seconda generazione. Oggi l’azienda è concentrata su movimentazione industriale e logistica interna. In questo quadro evolutivo, un’idea dello staff tecnico - allo scopo di elevare qualità lavorativa ed efficienza produttiva, integrare la valorizzazione della persona nel contesto professionale e poter offrire un servizio esclusivo - fa nascere nel 2015 La Cisa Academy.

Paolo Scerni

Paolo Scerni

New Generation: Paolo Scerni (premio alla memoria). Non invecchierà e non passerà nell’oblio, il ricordo umano - prima ancora che imprenditoriale - del sorriso perenne di Paolo Scerni, vittima di un tragico incidente mortale. Epigono di un gruppo che ha fatto la storia del cluster marittimo portuale italiano, Paolo aveva cavalcato l’evoluzione tumultuosa del settore, riuscendo a trasformare l’azienda famigliare da marittima in terrestre, creando la Scerni Logistic nel cuore propulsivo di Piacenza. Premio alla carriera: Renato Bonfanti. Partito negli anni Sessanta con la fonda-

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Movimentazione Industriale e Portuale Renato Bonfanti

zione dell’omonima azienda lombarda, attiva nella manutenzioni e revamping di carriponte e impianti di sollevamento, Renato Bonfanti - grazie anche alla successiva acquisizione di un marchio storico come Italgru, nato addirittura nel 1954 - ha saputo creare un gruppo di caratura internazionale leader nella progettazione e produzione di grandi macchine da sollevamento, con un vasto mercato anche all'estero, capace di tenere testa ai più grandi produttori nord-europei. Green Energy: Wärtsilä. Tutti conoscono lo specialista finlandese della fabbricazione di sistemi di propulsione e generazione d'energia ad uso marino e per le centrali elettriche. Tuttavia questa multinazionale, ben radicata anche in Italia, sta sviluppando anche soluzioni logistiche nel campo dell’intermodalità, allo scopo di implementare una catena di approvvigionamento realmente sostenibile. Lady Award: Costanza Musso. Quando nel 2019 le è stata attribuita l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro dalla Presidenza della Repubblica, Costanza Musso, amministratore delegato della storica M.A. Grendi (fondata nel 1828), è stata l’unica donna del settore della logistica a ottenere il prestigioso riconoscimento tra i 25 nominati. Con intelligenza e fermezza, insieme al fratello Antonio e all’ombra della vigile esperienza del padre Bruno - letteralmente un inventore nel sistema dei trasporti - l’imprenditrice genovese ha soffiato sul vento dell’evoluzione delle professionalità, all’interno di un gruppo quasi bicentenario, capace di governare le sfide costituite dai colossali global carrier che caratterizzano un settore di attività competitivo, trasformando in operatore logistico integrato e innovativo l’azienda delle origini, e garantendone una solida continuità.

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Wärtsilä

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Movimentazione Industriale e Portuale COMES

L’Oriente futuro CON LA LINEA DI MODELLI HANGCHA ELETTRICI E DIESEL, L’AZIENDA DI SUZZARA (MN) HA PORTATO A PIACENZA EXPO UNA PROPOSTA DI NOTEVOLE INTERESSE PER IL MERCATO ITALIANO. ABBINATA ALLO STORICO KNOW-HOW DEL RICONDIZIONAMENTO PER OGNI TIPOLOGIA DI CARRELLO

U

na presenza da protagonista industriale, con tutta la forza di una gamma produttiva in grado di conquistare una parte rilevante della logistica di magazzino più diversificata. La realtà di Comes (Costruzioni Meccaniche Suzzaresi) ha rivelato anche al GIS 2021 tutta l’identità di un attore storico del material handling italiano, con una vicenda già lunga e autorevole alle spalle. L’azienda nasce già nei primi anni Sessanta, in un piccolo

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stabilimento nel centro di Suzzara (Mn) che svolge prevalentemente piccole lavorazioni meccaniche. Nel mondo specializzato dei carrelli elevatori, l’azienda mantovana entra all’inizio degli anni Settanta, avviando l’attività di ricondizionamento, manutenzione e vendita di macchine nuove e usate. Gli anni passano in crescendo e l’attività necessita di nuovi spazi; così, all’inizio degli anni Ottanta, Comes si trasferisce nell’attuale stabilimento, all’interno dell’odierna

area industriale di Suzzara;, con una struttura che, nel corso del tempo, viene continuamente ammodernata e ampliata. Alla fine degli anni Novanta, grazie alla notevole esperienza e al know-how unico, Comes allarga la propria offerta commerciale puntando su ricondizionamento, vendita e noleggio di carrelli elevatori di grande portata, diventando in breve un protagonista del settore. Tecnici altamente qualificati, ampi spazi produttivi, attrezzature di ultima generazione

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permettono oggi a Comes di ricondizionare completamente carrelli e portacontainer con portata fino a 45 tonnellate. I tecnici Comes sono in grado di smontare, trasportare e rimontare macchinari di enormi dimensioni garantendo la messa in servizio dei mezzi in piena sicurezza ed efficienza. Tutto questo fino al 2020, quando avviene una svolta fondamentale. Accanto allo storico core business di ricondizionamento di carrelli elevatori di alta portata, vengono introdotti nuovi prodotti e servizi. I nuovi progetti Comes partono dalla consapevolezza di un mercato in continua evoluzione, di concorrenti sempre più competitivi e clienti sempre più esigenti. Anche per questo motivo, all’inizio dell’anno scorso viene siglato un importante accordo commerciale con il principale produttore cinese di carrelli elevatori Hangcha per l’importazione e la distribuzione di una linea di prodotti importante sul territorio nazionale. Anche in questo caso, un identikit è doveroso. Fondata nel 1956 come azienda di Stato, Hangcha, all’inizio del 2000, viene trasformata in una società privata e nel 2016 viene quotata alla Borsa di Shanghai diventando una delle più grandi aziende cinesi in termini di grandezza, di produttività e di competitività. Hangcha oggi è l’ottavo produttore mondiale di carrelli elevatori con oltre 120.000 unità prodotte nel 2019 e con una quota di mercato globale pari all’otto per cento (quota sul mercato cinese pari al 23%). La gamma di prodotti offerta da Hangcha è vastissima: frontali diesel da 1 t a 48 t, frontali elettrici da 1 t a 16 t, una linea completa di macchine da interno. Inoltre, l’attenzione all’ambiente e alla conservazione delle risorse ha spinto Hangcha a investire enormi capitali per

Know-how e tradizione Nello spazio Comes al GIS 2021, i visitatori hanno potuto apprezzare il carrello elevatore Fiora, modello elettrico ricondizionato, frutto della capacità operativa di Comes in questo ambito specifico. In più, in fiera è stato rivelato un carrello laterale multidirezionale elettrico da 3,5 t, sempre ricondizionato (riferimento esemplare per la categoria dei carrelli laterali e multidirezionali dedicati alla movimentazione di carichi sovradimensionati e lunghi).

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Movimentazione Industriale e Portuale

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lo sviluppo di una gamma completa di carrelli elevatori alimentati da batterie agli ioni di litio. Hangcha produce la propria gamma all’interno di stabilimenti all’avanguardia, con linee di produzione aeree, impianti di verniciatura automatizzati e attrezzature avanzate per la lavorazione e la saldatura. Un reparto di ricerca e sviluppo che comprende oltre 800 addetti e un centro collaudi tecnologicamente avanzato garantiscono la qualità comprovata e l’affidabilità del prodotto Hangcha. Al GIS 2021, nella selezione dei prodotti Hangcha rivelata nel Padiglione 1 della fiera, tutto questo è risultato evidente. Con sette anteprime - cinque carrelli elettrici e due modelli diesel - l’offerta di Comes ha mostrato davvero una marcia in più. Tra le novità Hangcha a Piacenza Expo, abbiamo potuto apprezzare il profilo del modello frontale elettrico da 16 t di portata. Implementato con una batteria di 120V/1600 Ah, è l’autentico highlight della gamma Hangcha, valorizzato da una linea moderna e da un comfort davvero superiore. A seguire, il frontale elettrico Hangcha da 2,5 t con powerpack agli ioni di litio, esemplare di una linea di prodotto avanzata che comprende modelli da 2 a 10 t di capacità, valorizzata dalle batterie al litio di ultima generazione sviluppate da Catl (primo produttore al mondo di questa tipologia propulsiva). Tra i carrelli elevatori diesel, ricordiamo almeno il modello off-road Hangcha da 3,5 t, con quattro ruote motrici (disponibile anche in versione con due ruote motrici). Una sintesi di flessibilità, potenza e affidabilità, corroborata dal potente motore Kubota (Stage V) per le performance heavy duty più impegnative.

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Movimentazione Industriale e Portuale HELI

La Cina vista dall’Italia PROTAGONISTA TRA I CARRELLI ELEVATORI DEL GIS 2021, LA FILIALE ITALIANA DEL COSTRUTTORE GLOBALE DELL’ANHUI HA MOSTRATO TUTTA LA SUA FORZA PROPULSIVA. CON UNA GAMMA COMPLETA E MODERNA DI CARRELLI FRONTALI ELETTRICI E DIESEL, UNA RETE DI CONCESSIONARI DIFFUSA E UN SERVIZIO DI ASSISTENZA EFFICIENTE. CE L’HA SPIEGATO IN DETTAGLIO ANDREA DAVOGLIO, RESPONSABILE COMMERCIALE DELLA STRUTTURA DI RUDIANO (BS)

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S

barcare in quota? Si può, se il tuo nome è Heli e la piattaforma di sostegno si chiama Italia. Andrea Davoglio, responsabile commerciale della nostra filiale nazionale riferita al più grande costruttore cinese di carrelli elevatori, ci conferma l’esattezza di una tale similitudine. Aperta solo nel 2018 - e voluta fortemente dallo stesso costruttore dell’Anhui - l’avamposto di Heli nella Penisola ha già conquistato i risultati più sorprendenti che si possano immaginare per un marchio fino a ieri poco frequentato dagli specialisti del material handling italiano. Abbiamo incontrato il manager a poche settimane dall’apertura del GIS 2021, per conoscere tutti gli ingredienti di un successo che cresce esponenzialmente anno dopo anno, nella diffusione dei carrelli come nella conquista di un territorio di riferimento sempre più vasto, senza contare una fiducia da parte del cliente finale che ormai ha guadagnato molti punti, soprattutto tra le piccole e medie imprese di casa nostra.

Ci può disegnare un profilo sintetico di ciò che Heli rappresenta oggi, nel mondo del material handling, a livello internazionale e in Europa?

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Heli oggi è il più grande produttore di carrelli elevatori sul mercato cinese e detiene questo primato da oltre 30 anni. A livello mondiale, detiene saldamente il settimo

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Movimentazione Industriale e Portuale

posto tra i costruttori globali del settore. Anhui Heli Industrial Vehicle Import and Export Co., Ltd. è la consociata del gruppo Heli che ha il ruolo di agente esclusivo delle attività di importazione ed esportazione di Heli. Nel dicembre 2014, Heli ha costruito la sua filiale nel Vecchio continente. Si tratta della struttura di Heli Europe, insediata nel parco commerciale di Eurocap, a Coquelles, nei pressi di Calais, in Francia. Heli Italia è stata costituita circa quattro anni dopo, nella primavera del 2018. Abbiamo aperto la nostra filiale ufficialmente il 2 giugno dello stesso anno, a Rudiano, in provincia di Brescia, in virtù di un accordo con Italift che ha ricavato nei propri spazi aziendali la nostra sede. Oggi siamo a tutti gli effetti una filiale diretta di Heli sul territorio italiano, e la nostra è una realtà fortemente auspicata dalla dirigenza cinese di Heli, che ritiene l’Italia, da anni, il mercato più interessante d’Europa. Quale sviluppo di mercato ha avuto Heli in Italia, dopo l’apertura della filiale nazionale?

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Il bilancio di questi primi due anni e mezzo di attività, è più che positivo. Bisogna considerare che, partendo da zero, alla fine del 2018, avevamo venduto già 300 macchine. Nel 2019, la quota era già più che triplicata, arrivando al culmine delle 950 unità circa. Nel 2020, l’anno della pandemia, siamo arrivati a oltre 1.200 e in questo 2021, siamo già a quota 1.700. Abbiamo conquistato la fiducia di ben 82 rivenditori autorizzati (di cui cinque monomandatari), per un’identità di prodotto ormai consolidata e ben precisa. Ce la può illustrare nei suoi elementi più generali? La gamma di carrelli Heli è molto diversificata per varietà e per qualità tecnologica. Nel tempo, l’identità delle macchine è diventata sempre più europea, con un riscontro di interesse notevole tra il pubblico di clienti del Vecchio continente e tra le imprese italiane. La nostra forza commerciale, attualmente, si concentra sul carrello frontale elettrico e diesel, con portate da 1,5 a 100 quintali. Si tratta di una gamma conosciuta e apprezzata da molte piccole e medie aziende del nostro Paese, che

trovano in questi modelli un compromesso ideale tra l’usato e la macchina nuova di alta fascia. I carrelli frontali a quattro ruote di Heli sono di ottima qualità, con un prezzo competitivo e supportati da una rete di assistenza consolidata e diffusa in tutta la Penisola. La nostra gamma dei modelli da interno, tipica delle applicazioni di logistica e magazzino, è meno diffusa in Italia. Certo, registriamo diverse vendite interessanti per le tipologie dei piccoli transpallet al litio e degli stoccatori ma non possiamo definirci ancora specialisti in questo settore. Tornando alle serie dei carrelli frontali, dalla primavera del prossimo anno, immetteremo sul nostro mercato macchine diesel di portata maggiore, fino a 110, 130 e 160 quintali. Uno sviluppo di spinto con decisione dall’avvento dei nuovi motori Stage V anche nel mercato asiatico, con un’esportazione di conseguenza corroborata fortemente anche per l’Europa. Tornando alla vostra rete, da qualche mese il network di Heli Italia può contare su una nuova filiale per il Centro-Sud.

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Parliamo di una pedina strategica per il nostro business. Ha sede a Nocera Superiore, in provincia di Salerno e comprende 600 metri quadrati di area coperta e 700 di piazzale. Vicina all’autostrada Salerno-Reggio Calabria, con uno show room previsto in evidenza per gli automobilisti in transito. La filiale, tra l’altro, è a pochi chilometri dal porto di Salerno, che oggi costituisce un polo logistico fondamentale per i manufatti containerizzati provenienti dalla Cina.

il carico e lo scarico delle merci. In virtù dell’accordo sottoscritto con Italift, abbiamo ottenuto una sede molto efficiente e adeguata sotto tutti i profili. Sia la filiale di Rudiano, sia la nuova sede di Nocera Superiore hanno il ruolo - nelle intenzioni strategiche di Heli Italia - di veri e propri punti di riferimento per i concessionari, con l’offerta puntuale di corsi post-vendita e luoghi di incontro per tutti i clienti che intendono conoscere a fondo il prodotto Heli.

Poi, naturalmente, c’è il vostro quartiere generale di Rudiano a costituire il “faro” di ogni vostra attività. Certamente è una filiale strutturata, che comprende un deposito, aree di montaggio e preparazione dei carrelli, baie per

A proposito di linee di prodotto, la vostra offerta oggi non comprende soli i carrelli ma anche le piattaforme aeree. Le piattaforme Heli sono la novità che porteremo anche al GIS 2021. Si tratta di

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una tipologia complementare a quella dei carrelli - che rimane saldamente come core business della nostra filiale. Non si tratta proprio di una novità, dal momento che queste serie sono state introdotte l’anno scorso, con un riscontro di vendite per più di 300 unità. Parliamo di modelli semoventi elettrici e diesel, a pantografo e articolati, adatti a un mercato come quello italiano dove la richiesta da parte dei concessionari di carrelli elevatori si è sviluppata notevolmente, per queste macchine. La piattaforma è un prodotto complementare al material handling, sotto molti profili e la richiesta procede in parallelo, seguendo le necessità operative della piccola e media impresa in un’ottica di applicazioni integrate e polivalenti.

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Movimentazione Industriale e Portuale ITALIFT

La forza di un’intuizione

Giorgio Frosio, direttore commerciale di Italift

A QUASI DIECI ANNI DALL’AVVIO DELLA SCOMMESSA, IL SUCCESSO ARRIDE ALLA CREATURA IMPRENDITORIALE DI GIORGIO FROSIO. CARRELLI DI ALTA QUALITÀ, APPREZZATI DALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, UNA RETE DI CONCESSIONARI DIFFUSA ED EFFICIENTE E IL VALORE DI UN SERVICE PUNTUALE E REATTIVO

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P

arlare con Giorgio Frosio, direttore commerciale di Italift, è come rivolgersi a un libro aperto sull’orgoglio di aver dato vita - ormai dieci anni fa - a una scommessa coraggiosa, vinta pienamente sotto tutti gli aspetti. “Nessuno ci credeva, anzi. In questo settore, dove ho esordito 25 anni fa grazie a una lunga tradizione di famiglia, ci davano già per spacciati fin dall’inizio. Invece Italift ha preso il largo, fino a diventare un punto di riferimento per molte piccole e medie realtà imprenditoriali”. Le parole di Frosio sono quelle di una personalità decisa a far valere le proprie idee in una direzione ben precisa e ambiziosa. Durante il GIS 2021, dove il settore del material handling ha riservato molte belle sorprese di mercato, Italift ha confermato la propria fedeltà all’evento clou del sollevamento italiano per la terza volta consecutiva, esibendo lo stand più ampio nel segmento dei carrelli elevatori, con molti nuovi prodotti e tutto l’entusiasmo di una vera e propria rivelazione per il mercato nazionale. “La nostra soddisfazione per aver partecipato al GIS 2021 ha abbinato la nostra strategia promozionale con una partnership importante, avviata nel 2018 con un produttore di primo piano sul mercato cinese come Heli. La condivisione dei progetti di questo marchio globale nel mercato italiano - con il pieno supporto all’apertura di una filiale nel centro-sud - si accompagna alla forte identità che ha assunto, negli ultimi tempi, il prodotto

Italift, diversificato nelle serie dei carrelli elevatori (con la novità dei modelli al litio di ultima generazione), delle nuove piattaforme aeree verticali a colonna e dei sollevatori telescopici 4x4. L’anno prossimo festeggiamo i nostri primi 10 anni, con tutta la soddisfazione legittima di aver convinto il mercato italiano con una gamma di prodotti dal prezzo competitivo e dall’alta qualità della componentistica di qualità di primo impianto”. Il brand Italift ha aperto la strada a un prodotto nuovo, definito da Giorgio Frosio “di seconda linea, cioè accessibile nel costo per il cliente finale, rispetto ai mar-

chi più blasonati, ma assolutamente all’altezza della sfida di mercato per prestazioni e tecnologia. Sui prodotti Italift, abbiamo applicato i più alti standard europei, affidando la produzione a un costruttore asiatico di primissimo piano”. Basta dare uno sguardo ai nuovi carrelli elettrici FB nella fascia applicativa dai 3.000 ai 3.500 kg, dalla linea assolutamente europea sotto ogni aspetto, oppure alle motorizzazioni diesel Stage V, rinnovate sull’intera gamma di carrelli diesel idrodinamici FDH. “Montiamo riduttori Carraro e impianti elettrici Zapi, i più diffusi per ogni necessità di ricambio e di reperibilità

L’offerta arriva in quota Oggi Italift porta nella propria offerta il complemento di una gamma di piattaforme aeree semoventi che si affianca alla linea di prodotto principale dei carrelli elevatori. Parliamo di scissor (PLE a pantografo) e modelli verticali a colonna elettrici (anche diesel, per gli scissor), valorizzati dalle dotazioni di impianto Zapi, dai powerpack a batterie Trojan e da riduttori Torque. Vale a dire, alta qualità europea su un prodotto asiatico di alto profilo (come nelle motorizzazione Stage V implementate sui modelli di PLE diesel a pantografo 4×4). Nella schiera Italift, trovano posto anche i modelli articolati (diesel ed elettrici), a completamento di una gamma che oggi ha portato, in Italia, alla vendita di oltre 400 unità nelle flotte aziendali delle pmi, in ogni settore di applicazione.

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Movimentazione Industriale e Portuale - sottolinea Frosio - L’innovazione Italift trova un esempio lampante nel nuovo modello elettrico da 80 V, con estrazione laterale di serie, propulsione bi-motore a trazione anteriore e altri plus di comfort superiori come il bracciolo, regolabile in altezza e in profondità, e i finger tip insediati sopra lo stesso bracciolo. Soprattutto, siamo orgogliosi di poter esibire prodotti dalla forte personalità europea, a cui abbiamo dedicato un progetto specifico che poi è stato affidato, con la massima sinergia di collaborazione, a una produzione estera di assoluta fiducia e affidabilità. Oggi Italift comprende, nella sua gamma di carrelli, tutti i vantaggi di un prodotto dalle alte prestazioni, al livello dei costruttori più blasonati del mercato. A un prezzo competitivo e con dinamiche di assistenza efficienti e diffuse in tutta

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Italia”. Il tema dei concessionari sta molto a cuore al direttore commerciale di Italift. “Sono nostri partner, nel modo più totale - rimarca Giorgio Frosio - In tutta Italia, ne contiamo 60 e la diffusione è in crescita. La nostra azione commerciale affida a loro tutta la libertà di iniziativa possibile, nel pieno rispetto della competenza territoriale e dello sviluppo del business. Per questo, la fiducia reciproca e i risultati di vendita ci ripagano pienamente della filosofia di rapporto instaurata”. Il cliente tipico di Italift, oggi, ha l’identità della piccola e media azienda, che acquista in modo oculato alcune unità di carrelli per il proprio magazzino e vuole poter contare su un servizio post-vendita e un’assistenza strutturata e puntuale. “Abbiamo investito moltissimo nello stock di prodotti, in considerazione delle

problematiche attuali, a livello mondiale, degli approvvigionamenti e dei trasporti - commenta Frosio - Non parliamo solo di carrelli frontali diesel, ma anche di carrelli tipici da magazzino, dal semplice transpallet elettrico agli stoccatori con pedana, fino ai modelli retrattili. Rispondiamo a una domanda crescente che ci arriva proprio dai nostri concessionari. Vogliamo assicurare la massima disponibilità di prodotti e di assistenza, puntando su una copertura totale del territorio italiano e sulla velocità di reazione per ogni esigenza dei clienti. Questa è la nostra forza e il nostro futuro. Il mercato nazionale ci riconosce ormai, e si aspetta molto da noi. Italift vuole ripagare questa fiducia con la qualità di una gamma ampia e affidabile e, naturalmente, con un service post-vendita all’altezza di ogni aspettativa”.

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izzata cantizza oma Mec aAut

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Trasporti Eccezionali COMETTO

IL SIMBOLO DI MAMMOET ORA CONTRADDISTINGUE ANCHE LA LIVREA DEI MODULI MSPE DI COMETTO, PER IL GRANDE INGRESSO IN FLOTTA DEGLI SPMT (SELF-PROPELLED MODULAR TRASPORTER) PRODOTTI DAL MARCHIO DI BORGO SAN DALMAZZO (CN). ESORDIO IN UK PER IL PROGETTO EOLICO SEAGREEN OWF

Sul dorso dell’Elefante

A

nche il leader mondiale dell’heavy lifting & transportation Mammoet ha adottato i moduli semoventi Cometto come nuova tipologia e marchio primario nella propria flotta di SPMT (Self-Propelled Modular Transporter). Il primo progetto che ha previsto l’esordio in campo dei moduli MSPE del costruttore piemontese, è già in corso di svolgimento in UK con l’allesti-

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mento di 84 linee di assi organizzato per movimentare e spostare jackets del peso compreso tra le 1.850 e le 2.300 tonnellate. La nuova collaborazione tra Cometto e Mammoet porta a una fruttuosa combinazione di due partner nel segno della più alta competenza nel settore dei trasporti eccezionali e ultra-pesanti. “Siamo davvero orgogliosi di rappresentare il riferimento mondiale per il trasporto

pesante e il sollevamento con i nostri veicoli semoventi – conferma Joachim Kolb, Sales Manager di Cometto – Dopo un training approfondito, gli operatori Mammoet hanno portato a termine la prima operazione trasportando un treppiede per applicazioni offshore nel Regno Unito. Questo mega elemento ha un’altezza di 90 metri e pesa 2.035 tonnellate”.

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Lo staff di Mammoet ha trasportato il carico sulle 84 linee di assi Cometto MSPE - con una capacità di carico utile di 48 tonnellate per linea di assi -, con tre unità Power Pack della potenza di 368 kW ciascuna. Il trasporto si presentava come configurazione a distanza con tre convo-

gli di moduli MSPE e le 28 linee di assi abbinate lateralmente sono state posizionate sotto ogni base del treppiede. Il treppiede fa parte del progetto eolico offshore Seagreen OWF, una joint venture tra TotalEnergies e SSE Renewables. Il parco eolico sarà composto da 140 turbi-

ne e si trova a 27 chilometri al largo della costa di Angus nell’estuario del Mare del Nord. In futuro, il progetto rifornirà la Scozia di energia grazie a questo impressionante parco eolico. La durata dell’intero progetto per Mammoet sarà di almeno dodici mesi.

Offerta per quattro, sempre vincente La gamma MSPE di Cometto, sistema esclusivo di SPMT, offre al settore dell’heavy transportation una scelta tra due serie di prodotti declinate in quattro famiglie, contraddistinte da diverse portate indicate nella sigla finale del modulo stesso: MSPE 40T, MSPE 48T, MSPE EVO2 60T, MSPE EV03 70T. Grazie alla modularità, alla versatilità, alla precisione di manovra anche negli spazi più ristretti nonché all’ampia gamma di accessori, l’SPMT (Self-Propelled Modular Transporter) di Cometto rappresenta la soluzione di trasporto ideale per qualsiasi sfida nei settori del trasporto eccezionale, dell’industria pesante, della cantieristica navale, dell’oil & gas e dell’ industria offshore. Ogni famiglia è disponibile in due larghezze (2.430 o 3.000 mm) e i moduli possono essere composti da 3, 4, 5 o 6 linee di assi. I powerpack per SPMT sono disponibili in varie potenze, in base al numero di assi che possono trainare. Gli accessori side-by-side consentono l’abbinamento laterale di più convogli. La linea di prodotti si completa con un’ampia gamma di accessori che soddisfa ogni bisogno: distanziali telescopici, dispositivo di anti-ribaltamento, postazione di comando con e senza sedile, ripartitori, luci anteriori e posteriori, illuminazione sotto telaio a LED, elementi porta-connessioni per combinazioni side-by-side e adattatori per il montaggio laterale del powerpack.

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Parole di Scienza di Roberto Vacca

Interdisciplinarità

"I

nterdisciplinarità” è una parola di otto sillabe. È così lunga che rende meno leggibile ogni testo in cui appaia. Il concetto che esprime è ragionevole. Lo è letteralmente in fisica, disciplina in cui gli esperti di vari settori (termodinamica, elettromagnetismo, idrodinamica) si scambiano strumenti matematici perché spesso le stesse equazioni descrivono bene fenomeni molto diversi. Ricorrere a collaborazioni interdisciplinari, poi, è inevitabile e corretto pragmaticamente, se si analizzano fenomeni complessi influenzati da molti fattori diversi.

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È il caso tipico dei grandi sistemi tecnologici o socio-economici. Per studiarli con successo fino a poter cercare di predire come si comporteranno a partire da un certo stato noto, bisogna ricorrere a: statistica, ricerca operativa, ingegneria dei sistemi e del traffico, demografia, scienze sociali, informatica, economia, teoria e pratica delle comunicazioni, etc. In qualche caso i trasferimenti disciplinari hanno marcati successi. Ad esempio i fisici Lighthill e Withham hanno descritto con efficacia e precisione i flussi di veicoli in un sistema viario usando le equazioni dell'idrodinamica.

Però si possono produrre orribili pasticci se si cerca, ad esempio, di applicare ingenuamente la teoria dei controlli automatici a un problema socio-economico (in cui certe variabili sono note solo in modo qualitativo e si possono fare solo congetture sui risultati ottenibili da certi interventi di controllo). In qualche caso i trasferimenti inutili e illusori si riconoscono a prima vista. Purtroppo non ne fu indenne nemmeno Vilfredo Pareto che pure raggiunse risultati

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così notevoli in economia matematica e in sociologia. Pareto definiva "residui" certi comportamenti umani istintivi e non logici, rilevanti per lo studio di fenomeni sociali. Nella sua “Sociologia generale” (paragrafo 1718) descrive le variazioni dei residui nel tempo e sostiene che seguono onde procedenti al disopra e al disotto di certe curve di tendenza. Una figura rappresenta questo andamento, ma è priva di scale: non se ne può dedurre di quanto vari un certo residuo in funzione del tempo. E Pareto non dice nemmeno come si possano misurare i residui e che unità di misura si usino: peccato grave per chi pretende di seguire il metodo logico-sperimentale. Bisogna stare attenti, dunque, a non usare in una certa disciplina gli strumenti tipici di un'altra come se fossero formule magiche che funzionano sempre per ragioni misteriose - oscure anche agli iniziati. Nel 1967 presentai al XXI Congresso Nazionale di Filosofia una breve memoria in cui proponevo 5 regole, basate sul buon senso, da applicare ai trasferimenti interdisciplinari. Mi pare che, dopo più di mezzo secolo, siano ancora attuali e le riporto qui di seguito.

I - Astenersi dallo scegliere una disciplina origine troppo controversa o limitarne le zone interessate al trasferimento ai soli metodi rilevatisi di utile applicazione nell'ambito della disciplina origine e ai risultati riconosciuti validi da una vasta generalità dei cultori della stessa. II - Specificare con precisione quale sia la tecnica o il risultato della disciplina origine che si intende trasferire e non prefiggersi di trasferire tutto il contenuto della disciplina origine alla disciplina terminale. III - Una volta individuato il componente della disciplina origine da trasferire, ripeterne per esteso la definizione specificando le fonti, quando il componente è stato trattato in modo difforme da vari autori. IV - Definire i termini usati, specificando se il senso nel quale vengono impiegati è quello accettato nell' ambito della disciplina origine o di quella terminale.

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V - Astenersi dal profetizzare i risultati di trasferimenti interdisciplinari ancora non eseguiti. Pareto avrebbe, forse, classificato fra i residui il mio atteggiamento severo verso i ragionamenti vaghi, le confusioni fra approcci teorici difformi, i discorsi divorziati dalla realtà. Ma forse no: Pareto non amava le discussioni nominalistiche. Le realtà che studiamo sono sempre più complesse. Per tentare di capirle abbiamo bisogno di tutta la nostra razionalità - non di applicare a caso strumenti mal noti. Quando un approccio interdisciplinare non conduca a risultati significativi, sarà opportuno essere severi e considerare l’opportunità di non pubblicarli. Purtroppo alcuni accademici e pubblicisti (sia italiani, sia stranieri) invece di seguire questo dettame, mascherano la scarsità dei contenuti e ricorrono a un uso eccessivo di termini astratti. Chi studi l’evoluzione storica di attività umane [economiche, scientifiche, tecnologiche], come accennavo sopra, dovrebbe ricorrere a indicatori quantitativi.

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Visitate www.sollevare.it, il Portale Italiano per il Sollevamento, la Movimentazione Industriale e Portuale e il Trasporto Pesante The Leading Italian Magazine and Website for the Lifting, Industrial & Port Handling and Heavy Transport Markets

La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova

Anno 7 - Novembre 2021

In questo numero

Inserzionisti 41 3Bmust 21 Almac 101 Apex 2023 17 Boman 20 CEM I Delta Cranes 8 Demac 7 Donati 10 Easy Mec II Effer 15 Fassi 42 Faymonville 18 Ferrari International 44 Flash Battery

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by

III GIC 2022 105 GIS 2023 24 Goldhofer 12 Haulotte 47 Hydrogen Expo 2022 46 Hydrogen-News.it 32 I.B.A. Crane 13 Idrogru 36 Innoval 14 Jekko 23 JMG 19 Klubb 9 Mait 31 Mantall

22 Milano City 360 30 Nooteboom 11 Ormig 27 Palfinger Italia 43 Piccoli 35 Pipeline & Gas Expo 2022 3 Pipeline & Gas Expo e Hydrogen Expo 2022 29 Platform Basket 37 PM Oil & Steel 5 Potain IV Sinoboom 40 Socage 16 Tadano 25 Tigieffe

Aziende citate A Anfia .......................... 52 Assodimi ..................... 8 B Bettarini Autogru .... 12 Bobcat ........................ 24 Boman ....................... 29 Bosch Rexroth ........118 C CEM .......................... 41 CMC ............................ 8 Comes .....................126 Cometto ..................138 CTE ............................ 18 D Delta Cranes ............. 56 Dieci ........................110 Di Stefano ................. 80

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E Easy Lift .................... 11 Espi ............................ 46 Eurogru Amici ......... 38 F Fagioli ....................... 44 Faresin .....................106 Fassi ........................... 74 Flash Battery ............ 15 Faymonville ............. 26 G GIS .34, 60, 64, 96, 120 Grove ......................... 80 H H2IT .......................... 48 Hangcha ..................126 Haulotte .................... 37 Heli ..........................130

I Idrogru ...................... 56 Ipaf ............................ 28 Italift ........................134 J JCB ...... 20, 40, 51, 102 K Konecranes ............... 32 L Liebherr ............. 12, 84 Loxam ....................... 16 M Manitou ......................21 Manitowoc .................90 Mediapoint & Exhibitions .................52 Merlo ................. 45, 114 Metrocargo .................34 Multitel Pagliero .......36

O Omec ...........................36 Ormig ..........................78 P Palazzani .................. 22 Parker Hannifin ....... 42 Pitteri Violini ............ 40 Potain ........................ 90 R Raimondi Cranes ..... 28 S Sennebogen .............. 46 T Tadano ...................... 14 Terex .......................... 70 W Walvoil ....................110

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