Una Fiaba dedicata alla Frutta

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FRUTTOLANDIA

Associazione culturale

SpazioAmbiente www.spazioambiente.org info@spazioambiente.org


Ideato e promosso da:

Con il patrocinio di

Con la collaborazione

Ministero dell'Istruzione Uff. Scolastico Regione Marche

Comune di Ancona

Comune di Macerata

Comune di Ortezzano

L'Africa Chiama Onlus


”Noi siamo quello che mangiamo”. Ludwig Feuerbach

Una macedonia di frutta Leggendo questo libro avrete la conferma che tutti i nostri ragazzi e le ragazze sanno quanto sia importante mangiare frutta. E allora, che succede? Saremo forse noi genitori che abbiamo ancora bisogno di detti popolari come “una mela al giorno toglie il medico di torno” per proporre e mangiare la frutta? Ai bambini raccontiamo che “mangiare frutta e verdura tutti i giorni è il modo migliore per stare bene perché contengono le vitamine, le fibre, i sali minerali, gli zuccheri, sostanze che ti fanno crescere bello e pieno di energie.” E poi: “gli sportivi ne consumano almeno 5 porzioni al giorno, perché li aiutano a essere agili e svegli. Anche gli attori mangiano frutta per essere più belli!” Quindi, se abbiamo tutte queste certezze, che cosa aspettiamo? Alla mattina prima di andare a scuola, prepariamo ai nostri figli la colazione o lo spuntino di metà mattina o di metà pomeriggio con una spremuta di frutta o una macedonia. E perché non mangiare un buon minestrone anche di legumi a pranzo o a cena?! Ma cosa più importante dobbiamo essere attenti all’acquisto di buona frutta e soprattutto scegliere quella di stagione! La buona frutta, ecologicamente parlando, vuol dire scegliere quella a Km0, mi raccomando. Anche quest’anno i nostri giovanissimi autori si sono resi protagonisti di una progetto di solidarietà internazionale donando queste loro storie; chi acquisterà questo libro sosterrà il progetto “Mense Scolastiche”, un programma nutrizionale rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie del Distretto di Iringa (Tanzania), promosso e coordinato da L’Africa Chiama Onlus. Con il nostro buon esempio riusciremo insieme a costruire una società più solidale, ecologica, e soprattutto “smart”. Buona lettura!

Robertino Perfetti Presidente SpazioAmbiente


L’Africa Chiama Onlus Chi siamo L’Africa Chiama è un’organizzazione umanitaria, formata da un gruppo di famiglie aperte all’accoglienza e alla condivisione, che opera da anni per accendere i riflettori sul continente più dimenticato ed oppresso e per restituire ai bambini africani la loro infanzia negata e violata. L’Africa Chiama tuttora provvede al sostegno di circa 10.000 orfani dell’Aids, minori disabili, bambini in difficoltà e ragazzi di strada in Kenya (Nairobi),Tanzania (Iringa) e Zambia (Ndola, Kitwe, Lusaka). Cosa facciamo In Africa l alimentazione - 20 centri nutrizionali, 13 mense scolastiche; l accoglienza - 5 centri per ragazzi di strada; l istruzione e formazione - 3 centri sociali, 1 scuola comunitaria, 2 asili, corsi professionali, materiale didattico; l prevenzione e assistenza sanitaria - salute materna e infantile, prevenzione HIV - AIDS, malaria e tbc; l microcredito per progetti di sviluppo; l inclusione sociale - integrazione sociale e scolastica di bambini e persone disabili l promozione della donna - azioni per fornire alle donne competenze e opportunità l sensibilizzazione ed advocacy - campagne di sensibilizzazione, convegni, workshop Grazie all’iniziativa “Una fiaba dedicata alla frutta” verrà sostenuto il progetto Mense Scolastiche. Si ringraziano vivamente gli enti promotori del Concorso “Una fiaba dedicata alla Frutta”, tutte le scuole e gli alunni partecipanti, ed in modo particolare l’associazione SpazioAmbiente e Robertino Perfetti.


Il progetto Mense Scolastiche Il progetto consiste in un programma nutrizionale rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie del Distretto di Iringa (Tanzania). In particolare il progetto coinvolge sette istituti scolastici, raggiungendo complessivamente più di 6.000 bambini. Gli obiettivi specifici dell’iniziativa sono volti a migliorare le condizioni di salute di tutti i bambini che frequentano la mensa scolastica, ad incrementare il tasso di frequenza scolastica e le capacità di apprendimento degli alunni, nonché sviluppare una conoscenza diffusa sulle corrette modalità nutrizionali e sugli aspetti igienicosanitari tra i genitori, gli insegnanti e i bambini. Le mense sono attive tre volte alla settimana e durante i nove mesi del calendario scolastico. I pasti distribuiti sono: riso o polenta, alternativamente accompagnati da legumi, carne, pesce o verdura. Presso le mense sono impiegati più di 20 operatori locali che si occupano degli acquisti, della preparazione e della distribuzione degli alimenti. Con circa 30 euro annuali possiamo garantire ad un bambino il cibo a scuola per un anno scolastico.

www.lafricachiama.org


Ringraziamenti Ringrazio prima di tutti: Donatella Ricci, Pietro Vitale, Maurizio Ferracuti, Paola Nicolini e soprattutto Michele Casali (amministratore Delegato ELI - La Spiga Edizioni), con i quali da anni condivido il successo di questo progetto/concorso regionale. Un grazie all’Assessore regionale Angelo Sciapichetti, all’Onorevole Irene Manzi, all’Assessore Paolo Marasca, e alla Città di Ancona che ha ospitato la manifestazione conclusiva e la presentazione del libro alla Mole Vanvitelliana. Non posso dimenticare e ringraziare i componenti della giura ai quali ho affidato il compito difficile e delicato di selezionare i tanti lavori in concorso: Paola Nicolini (UNIMC), Patrizia Clementoni (Celementoni Spa), Paola Consolati (Insegnate), Samantha Fratini (CEO office executive assistant - RAINBOW), Raffaella Nannini (L’Africa Chiama Onlus). Un abbraccio “ecologico” a tutti i miei compagni di avventura. Grazie infine agli illustratori che, con la loro disponibilità, hanno permesso la realizzazione e soprattutto impreziosito questo libro:

Martina Biondini Lisa Gelli Miriam Manara Eva Naccari Liliana Pinducciu Lorenzo Sabbatini Beatrice Salustri Roberta Torregiani Rossella Trionfetti Cinzia Veccia Daniela D'Elia Katia Gigli

martinabiondini@libero.it lisa.caos@gmail.com mimmichan@hotmail.it evanaccari@gmail.com lilianap88@hotmail.it info@lorenzosabbatini.com beatricesalustri@gmail.com robertatorregiani@gmail.com rossella.trionfetti@gmail.com cinziavu@yahoo.it danieladeliaart@gmail.com katiagigli.kgo@gmail.com

E a tutte le insegnanti e gli alunni delle scuole primarie delle Marche che hanno aderito all’iniziativa, e che ci hanno narrato le loro storie e donato le loro emozioni. © Diritti riservati a tutti gli alunni delle scuole primarie marchigiane.




Scuole Primarie Provincia di Ancona

Illustrazione di Martina Biondini


La famiglia Pomo D’Oro C’era una volta una famiglia, i Pomo D’Oro, formata da un avocado, il signor Aratan, una pesca, la signora Coline, una fragola, la figlia maggiore Carnil e un mandarino, il piccolo Lindir. Il signor Aratan era un avvocato e si alzava presto ogni mattina per andare al lavoro; quando usciva dalla piccola casa di famiglia a forma di fico, dopo aver salutato i suoi figli si avviava verso l’albero – ufficio, una struttura divisa in dieci piani a spicchi, occupata da condomini di frutti misti. La signora Coline, che era casalinga, ogni mattina accompagnava a scuola i suoi figlioletti Carnil e Lindir. Il villaggio dove vivevano era a forma di mela cotogna e si trovava nella periferia della grande città: la capitale Mora. La vita della famiglia Pomo D’Oro era molto semplice: la mattina i bambini andavano a scuola e ogni mercoledì e venerdì andavano a giocare a fruttavolo. Nel pomeriggio Coline guardava la Trifù poiché alle 16.00 iniziava il suo programma preferito”. - Oggi si frutta per creare ricette-. La sera il papà tornava dal lavoro e, appena arrivava a casa, si cenava con zuppa fruttata o frutta fritta. Dopo aver visto Fruttosello in Tifrù i bambini andavano a dormire per poi ricominciare la giornata. Un giorno tutto andò per il verso sbagliato: la famiglia Pomo D’Oro venne convocata d’ufficio, con tanto di bollino di controllo, in un negozio di frutta e verdura e venne appoggiata su di un bancone pieno di insetti e animaletti insopportabili, i quali mangiucchiavano frutta a volontà. Dopo qualche giorno alcuni individui prelevarono la famiglia Pomo D’Oro in cambio di carte colorate chiamate euro e la portarono in una nuova casa. Essa era grande e spaziosa, ben arredata e di buon gusto, ma soprattutto pulita e luminosa. La famiglia Pomo D’Oro, una volta appoggiata in un’elegante e trasparente portafrutta, sebbene un po’ impaurita e frastornata, alla fine tirò un respiro di sollievo. In realtà l’unico desiderio che aveva era quello di tornare il prima possibile nella propria abitazione. Piano piano si fece buio e scese la sera. Si iniziarono a sentire rumori sempre più forti di voci, risate, passi e stoviglie. Poco dopo, una di quelle voci si allontanò dalle altre e si avvicinò alla cucina: qualcuno prese alcuni frutti della famiglia Pomo D’Oro, li tagliò e li mise in una ciotola

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di cristallo facendone una squisita macedonia con mandarino, fragola e pesca, ma rimaneva nel portafrutta, solo soletto, il signor Aratan, avocado e avvocato, il quale però non volendo abbandonare la sua famiglia, decise di difenderla, proteggerla e raggiungerla saltando dal grande piatto finendo col rotolare a terra. Non appena toccò il pavimento il signor Araton si frantumò, ma fortunatamente l’uomo che aveva fatto la macedonia lo raccolse e lo aggiunse al resto della famiglia, pensando bene di togliere da tutti i frutti i semi, compresi quelli del capofamiglia. Li sciacquò, li mise ad asciugare e ad essiccare al caldo e si preoccupò di piantarli il giorno seguente in un orticello, di annaffiarli così che potessero crescere e riprodursi in forza ed energia. E la famiglia Pomo D’Oro? Insieme aveva iniziato una nuova avventura, felice soprattutto di aver lasciato al buon senso dell’uomo traccia della loro “gustosa” esistenza.

La familia Tomate Había una vez una familia, los Tomate, formada por un avocado, el señor Aragan, una manzana, la señora Coline, una fresa, la hija mayor Carnil y una mandarina, el pequeño Lindir. El señor Aratan era un abogado y se levantaba temprano cada mañana para ir al trabajo. Cuando salía de la pequeña casa de familia, a forma de higo , después de haber saludado a sus hijos , se iba hacia la “árbol-oficina”, una estructura dividida en diez pisos a pedazos, ocupada de condominios de frutos mixtos. La señora Coline, que era una ama de casa, cada mañana acompañaba a la escuela a sus hijos Carnil y Lindir. La aldea donde vivían era a forma de manzana cocida y se encontraba en las afueras de la gran ciudad, la capital Mora. La vida de la familia Tomate era muy simple : por la mañana los niños iban a la escuela y cada miércoles y viernes iban a jugar al “frutavol”. Por la tarde Coline veía la Tefru, ya que a las 16:00 empezaba su programa preferido: “Hoy se fruta para crear recetas”.

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En cambio por la tarde el padre volvía del trabajo y apenas volvía a casa se cenaba con sopa frutada o fruta frita . Después de haber visto el programa “Frutoselo” en la Tefru, los niños iban a dormir para después recomenzar el día. Un día pero todo fue por la via equivocada: una frutería llamó a la familia Tomate y la puso sobre un mostrador lleno de insectos y animales insoportables, que comían fruta sin parar. Después de algunos días, algunas personas se llevaron a la familia en cambio de papel colorado, llamado euro, y la llevaron a una nueva casa. Esta era grande y espaciosa, bien arreglada y de buen gusto, pero sobre todo limpia y luminosa. La familia Tomate una vez apoyada en un elegante y transparente plato frutero, si bien un poco miedosa y confundida, al final terminó con alivio. En realidad el único deseo que tenía era el de volver a casa lo más rapido posible. Poco a poco se hizo oscura y llegó la noche. Se iniciaron a oir sonidos cada vez más fuertes, de voces, risas, pasos y platos. Poco después una de esas voces se alejó de la mesa y se acercó a la cocina: alguien agarró algunas frutas de la familia Tomate, las cortó y las puso en una plato de cristal, haciendo una deliciosa macedonia con mandarinas, fresas y manzanas. Quedaba en el plato frutero, solo solito , el señor Araton, el avocado-abogado, que no quería abandonar a su familia y decidió protegerla: pero en el intento de alcanzarla se cayó. Al tocar el suelo, el señor Araton se rompió pero afortunadamente el hombre que había hecho la macedonia lo recogió y lo puso con el resto de la familia, pensando bien sacar de todos los frutos las semillas, incluso las del señor Araton. Las lavó, las puso a secar y se preocupó por plantarlas en los días siguientes en un huerto, así que pudieran crecer nuevamente en fuerza y energia .Y la familia Tomate? Juntos habían empezado una nueva aventura, felices sobre todo de haber dejado al buen sentido del hombre una huella de su sabrosa existencia. con mandarinas, fresas y manzanas. Quedaba en el plato frutero, solo solito, el señor Araton, el avocado-abogado, que no quería abandonar a su familia y decidió protegerla: pero en el intento de alcanzarla se cayó. Al tocar el suelo, el señor Araton se rompió pero afortunadamente el hombre que había hecho la macedonia lo recogió y lo puso con el resto de la familia, pensando bien sacar de todos los frutos las semillas, incluso las del señor Araton.

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‫‪Las lavó, las puso a secar y se preocupó por plantarlas en los días siguientes‬‬ ‫‪en un huerto, así que pudieran crecer nuevamente en fuerza y energia .Y la‬‬ ‫‪familia Tomate? Juntos habían empezado una nueva aventura, felices sobre‬‬ ‫‪todo de haber dejado al buen sentido del hombre una huella de su sabrosa‬‬ ‫‪existencia.‬‬

‫ةيبهذلا ةحافتلا ةلئاع‬ ‫ىمست وداكوفأ ةرمث نم ةنوكم ‪،‬ةيبهذلا ةحافتلا ةلئاعب ىمست ‪،‬ةلئاع كانه ناك ةرم تاذ‬ ‫لينراك ىربكلا ةنبالا يهو ةلوارف ةرمثو ‪،‬نيلوك ةديسلا ىمست خوخ ةرمثو ‪،‬ناتارأ ديسلا‬ ‫لك اًركبم ظقيتسي ناكو اًيماحم ناتارأ ديسلا ناك ‪.‬ريدنيل ريغصلا وهو يفسوي ةرمثو‬ ‫دعبو ‪،‬نيتلا ةبح هبشي يذلا ريغصلا تيبلا نم هجورخ دنعو ؛لمعلا ىلإ بهذي يكل حابص‬ ‫هكاوفل ٍققشب ٍةئيلم ٍتاقبط ‪ 10‬نمم نوكملا ةرجشلا بتكم ىلإ هجوتي هءانبأ ييحي نأ‬ ‫لينراكو ريدنيل اهءانبأ بحطصت تناكو ‪،‬لزنم ةبر تناك دقف نيلوك ةديسلا امأ ‪.‬ةفلتخم‬ ‫لجرفسلا ةرجش لكش ىلع ةلئاعلا اهيف شيعت يتلا ةيرقلا تناك ‪.‬ةسردملا ىلإ حابص لك‬ ‫ةيبهذلا ةحافتلا ةلئاع ةايح تناك ‪.‬اروم ةمصاعلا يهو ةريبكلا ةنيدملا فراشم ىلع عقتو‬ ‫ةعمجلاو ءاعبرألا يموي يفو ةسردملا ىلإ نوبهذي حابصلا يف ٍموي لك ‪:‬اًدج ًةطيسب‬ ‫اهجمانربف زافلتلا دهاشت مألا نإف ةريهظلا ةرتف يف امأ ‪.‬ةهكافلا ةرك بعلل نوبهذي‬ ‫ءاسملا يف ‪"-.‬تافصولا ريضحتل داصحلا متيس مويلا "– ًءاسم ةعبارلا يف أدبي لضفملا‬ ‫وأ ةهكافلا ءاسح نم نوكملا ءاشعلا لوانتي ‪,‬تيبلا ىلإ ةدوعلا درجمبو ‪,‬لمعلا نم بألا دوعي‬ ‫اوأدبيل مونلل لافطألا بهذي زافلتلا يف وليسيتورف ةدهاشم دعبو ‪.‬ةيلقملا ةهكافلا‬ ‫ةحافتلا ةلئاع ةوعد تمت دقف ‪،‬ئطاخ لكشب ثادحألا تلاوت مايألا دحأ يفو ‪.‬اًديدج اًموي‬ ‫تارشحلاب ةئيلم ةبشخ ىلع اهضرعو ةهكافلاو رضخلل ٍلحم يف بتكملا ىلإ ةيبهذلا‬ ‫ديدعلا اهيلع قِّلعو ‪،‬ديرت امك ةهكافلا لكأت اهنأ امك ‪،‬قاطت ال يتلا ةريغصلا تاناويحلاو‬ ‫ةيبهذلا ةحافتلا ةلئاع ىلع اولصحي نأ صاخشألا ضعب دارأ مايأ ةدع دعب ‪.‬تاقصلملا نم‬

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‫فوخلا نأ نم مغرلاب ‪ ,‬ةهكافلل صصخم فافشو ٍقينأ ٍءاعو يف ةيقلتسم ةيبهذلا ةحافتلا‬ ‫يه ةديحولا مهتبغر تناك عقاولا يف ‪..‬ءادعصلا اوسفنت مهنأ الإ ‪،‬مهبولق ائلم كابترالاو‬ ‫اوأدبو ‪.‬ءاسملا لحو مهب طيحي مالظلا أدب تقولا رورمبو ‪.‬تقو برقأ يف مهلزنم ىلإ ةدوعلا‬ ‫‪".‬ذيذللا" مهدوجو ثيح نم لجرلا ىدل اًليمج اًرثأ اوكرت نأ دعب‬ ‫دحأ تدعتبا ليلق دعبو ‪ٍ.‬ناوأ توصو تاوطخ و تاكحضو تاوصأو ةيلاع ءاضوض عامس يف‬ ‫ةحافتلا ةلئاع دارفأ ضعب ام ٌصخش ذخأ مث ‪:‬خبطملا نم برتقتل نيرخآلا نع تاوصألا‬ ‫ةهكاف ةطلس مهنم لعجيل لاتسيركلا نم ءاعو يف مهعضوو مهعيطقتب ماقو ةيبهذلا‬ ‫يماحملا وداكوفألا ‪،‬ناتارأ ديسلا يقب نكلو ‪،‬خوخلاو ةلوارفلاو يفسويلا نم ةنوكم ةذيذل‬ ‫اهتيامحو اهنع عافدلا ررقف ‪،‬هتلئاع نع داعتبالا دري مل يذلاو ‪،‬ةهكافلا ءاعو يف ًاديحو‬ ‫ديسلا سمل نأ درجمب نكلو ‪.‬ضرألا ىلع عقيل ريبكلا ءاعولا نم زفقف ‪،‬اهيلإ لوصولاو‬ ‫هكاوفلا ةطلس عنص يذلا لجرلا ماق ‪،‬ديعسلا هظحل نكلو ‪،‬ءازجأ ىلإ مطحت ضرألا ناتارأ‬ ‫امب هكاوفلا عيمج روذب عزن يف ديج لكشب ركفو ‪،‬ةلئاعلا ةيقب ىلإ هتفاضإو هعمجب‬ ‫ةعارزلل اهدعي ىتح ةرارحلا يف فجتل اهكرتو اهفطشب ماقو ‪.‬ةلئاعلا بر روذب كلذ يف‬ ‫رثاكتلاو ومنلا نم نكمتت ىتح اهيرب موقيو يفلخلا ءانفلا يف يلاتلا مويلا يف‬ ‫ًةصاخو ةديعسو ًةرماغم اًعم اوأدب دقل ؟ةيبهذلا ةحافتلا ةلئاع نأشب اذامو ‪.‬ةقاطو ةوقب‬ ‫‪".‬ذيذللا" مهدوجو ثيح نم لجرلا ىدل اًليمج اًرثأ اوكرت نأ دعب‬

‫‪Autore:‬‬ ‫‪Classe II B‬‬ ‫‪Scuola Media‬‬ ‫)‪Istituto Comprensivo Statale Marina di Montemarciano (AN‬‬

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La storia di Paula Paula era una povera ragazza di vent'anni, che viveva nelle favelas in Brasile. Era alta, con occhi azzurri, capelli castani e carnagione scura. Aveva un carattere gentile ed era sincera e amichevole con tutti. Fin da piccola aveva dimostrato di essere intelligente. Essendo povera non aveva i soldi per comprarsi da mangiare, infatti era molto magra. Viveva insieme alla sua famiglia composta dalla madre, i tre fratelli, una sorella e i nonni. Paula abitava in una piccola baracca in muratura che cadeva a pezzi, molto sporca e malandata. L'arredamento era scarso. Il tavolo era instabile, i letti erano dei semplici materassi con coperte e cuscini, lavavano i vestiti a mano e la loro lampada era una candela, più raramente una piccola torcia. Paula, non essendo mai andata a scuola e non avendo molti soldi, aveva bisogno di un lavoro per pagarsi la scuola serale e per poter forse un giorno prendere un diploma per ottenere un lavoro migliore. Voleva anche poter fare dei regali alla famiglia, come ad esempio una radio che i suoi fratelli desideravano da tanto o dei vestiti nuovi o acquistare della carne. Un giorno Paula, viene finalmente assunta in un'azienda ortofrutticola che produce vari tipi di frutta e verdura. A capo di quest'industria c'era un imprenditore italiano che si chiamava Marco. Lui aveva occhi castani, capelli e carnagione scuri ed era soprattutto gentile, simpatico, premuroso con i suoi operai e uomo di parola, sincero ed onesto. Paula, con il primo stipendio, era riuscita ad acquistare una gonna a pois, una camicetta a righe bianche e blu e un pollo arrosto per tutta la famiglia. Da quando aveva trovato un lavoro aveva molto più fiducia in se stessa. Già dai primi giorni di lavoro Paula aveva notato, con tristezza, che nello stabilimento c'erano tantissimi scarti di frutta che emanavano un odore sgradevole e attiravano molti insetti. Un giorno, tornata a casa, cerca di trovare un modo per riutilizzare questi scarti. Dopo alcuni tentativi riesce a realizzare dei manufatti da vendere nel mercatino del quartiere per guadagnare qualche soldo in più. Usa le bucce d'arancia per fare dei tessuti e abiti che rilasciano oli profumati per la pelle e poi li tinge con le foglie del giaca (un frutto esotico selvatico che non si può coltivare e si trova soprattutto in Brasile e nel sud est asiatico).

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Con gli scarti delle mele inventa la “pellemela”, per fare borse e cinture, la “cartamela” per costruire taccuini, quaderni e diari e la “collamela” per tenere uniti i pezzi di carta. Gli oggetti vengono venduti per pochi spiccioli alla gente povera delle favelas brasiliane. Paula era riuscita anche ad utilizzare gli scarti dell'azienda per alimentare le torce di casa e la cucina. Una sera prova a cucinare un giaca e scopre che, cucinandolo, cambiava completamente sapore.... sapeva di carne!!!! Ed era molto nutriente! Un giorno, per curiosità, l'imprenditore va a fare una passeggiata al mercato dove Paula aveva la bancarella e subito da lontano sente un gradevole profumo d'arancia. In quel mercatino si vendono borse, statuette, quadernini, souvenir, vestiti colorati, collane, bracciali di pietre naturali e... frutta e verdura. La bancarella di Paula era affollatissima, la gente era interessata alle sue creazioni, ma tra le persone presenti, Paula nota un bel ragazzo. Era l'imprenditore, che si era fermato alla bancarella della ragazza e aveva preso in mano un quadernino verde attirato dal profumo di mela. Lui le chiede : “Con cosa è fatto questo quadernino?" E da quella prima domanda inizia la loro conversazione. Infine Paula domanda all'uomo: “ Che lavoro fai?”. L'uomo le risponde: “Faccio l'imprenditore di una grandissima azienda agricola”. La ragazza esclama: “Che coincidenza! Anche io lavoro in una grandissima azienda, però come operaia!”. Vista l'empatia che si è formata, lei gli propone: “ Un giorno, ti piacerebbe venire da me per vedere quello che riesco a produrre? Magari ti fermi a cena”. Lui accetta l'invito e fissano una data. Per l'occasione Paula voleva inventarsi un vestito elegante, per non fare una brutta figura di fronte al ragazzo. La giovane ragazza per fare il vestito aveva impiegato tutto il suo tempo libero. L'abito della ragazza era perfetto per l' appuntamento: un lungo vestito viola con dei fiori di pizzo e brillantini. Marco era andato a casa di Paula ed era rimasto sorpreso di vedere quanti oggetti si potessero fare da dei semplici scarti.Conclusero la serata davanti un delizioso piatto a base di giaca. Ad un certo punto la fanciulla aveva detto: "Io lavoro nell'azienda frutticola

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qui vicino...". Il ragazzo sorpreso aveva risposto: "Ma... io sono l'imprenditore proprio di quell'azienda, quindi tu sei una mia dipendente... e quindi quelli i miei scarti...". Dopo la cena, Paula e Marco escono per fare una passeggiata, l'imprenditore le offre un gelato, parlano a lungo e Paula gli racconta della sua vita e delle sue invenzioni. L'imprenditore si innamora di Paula, per la sua inventiva e per la tenacia con cui cercava di migliorare la sua vita. Nei mesi successivi passano tanto tempo insieme, inventando persino il modo di ottenere energia elettrica utile alla azienda e ai quartieri vicini con gli scarti della frutta. Con l'aiuto di Marco, Paula aveva prodotto molti vestiti, sedie, tavoli, borse, coperte, ma proprio tanti e li vendeva a basso costo ai poveri delle favelas: la bancarella degli oggetti per i poveri era andata benissimo e aveva avuto grande successo! Marco seguendo l'esempio di Paula, era riuscito a trovare il modo di coltivare il giaca. Era nutriente e dal buon sapore, lo si poteva usare per sfamare la popolazione delle favelas, soprattutto i bambini e gli anziani. Marco e Paula ora sono fidanzati e saranno felici a lungo.

Autore: Classe V C Istituto Comprensivo Statale di Montemarciano (AN)

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Illustrazione di Lisa Gelli


Fruttopolis C’era una volta un bosco molto fitto, chiamato Fruttopolis; infatti era fatto di tanti alberi da frutta. In questo bosco viveva un procione di nome Fruttagoloso. Fruttagoloso era grassotto, piccolino e aveva la coda a strisce nere e marroni; inoltre, sopra l’occhio aveva una macchiolina nera mentre il musetto era bianco. Si nutriva di frutta che trovava in abbondanza nelle vicinanze della sua casa. Tutte le mattine il procione, contentissimo, andava a scuola sotto un grande melo dove incontrava i suoi amici: il pipistrello della frutta Ala Rossa, le formichine Uva, Eva e Ivi, le giraffe Fina e Fino, la farfalla Lingualunga, il cavallo Zoccoloduro, il ghiro Dormiglione e il coniglio Bianchino. Nel bosco c’era una pasticceria che vendeva dolci a volontà, come torte al cioccolato con la panna montata. Al bancone c’era una signorino chiamato Zuccherino Baffuttino che si lamentava sempre perché le sue vendite ultimamente andavano molto male. Infatti, gli animaletti avevano imparato a scuola che la frutta faceva molto più bene alla salute dei dolci e preferivano i frutti ai vari dolcetti. Aveva notato, infatti, che quando a merenda mangiavano la frutta riuscivano a correre meglio, mentre quando mangiavano la torta si sentivano pesanti e spesso avevano anche il mal di pancia. Durante l’inverno il pasticcere Zuccherino Baffuttino decise di fare un dispetto ai piccoli del bosco: coprì di crema e glassa bianca tutti gli alberi del giardino. Nessuno si accorse perché pensavano che fosse la neve, ma quando arrivò la primavera gli alberi non sbocciarono e nessun fiore riempi di colore le chiome perché la finta neve non si era sciolta. Allora gli abitanti di Fruttopolis si avvicinarono agli alberi e si accorsero che la neve non era né soffice, né fredda ma dura e profumata. Tutti gli animaletti del bosco si rattristarono e non potevano immaginarsi come sarebbe stato il bosco senza i frutti e soprattutto i loro pancini senza quei gustosi e succosi morsi. Si radunarono a scuola e insieme al maestro Gufosaggio cercarono una soluzione a questo grande problema. Nessuno riuscì, però, a trovare un’idea. Alla fine, fortunatamente la formica Ivi, che

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conosceva tutti i nascondigli del bosco, si ricordò di aver visto sotto terra una mela dorata speciale, a forma di cuore che aveva dei poteri magici, ma, purtroppo, non ricordava il posto esatto dove si trovava. A quel punto anche al procione Fruttagoloso venne in mente che il suo nonno gli aveva consegnato una mappa che portava ad un tesoro, la mela d’oro, ma che lui non ha mai utilizzato, pensando che fosse solo una fiaba che usano i nonni per far star fermi un po’ i nipotini. Di fretta Fruttagoloso tirò fuori la sua mappa e insieme ai suoi compagni andarono alla ricerca della mela. Appena la trovarono, la mela, vedendoli così tristi, decise di aiutarli. Disse che avrebbe potuto far sciogliere la glassa dagli alberi e far tornare i fiori soltanto se gli animaletti avessero convinto il pasticcere a trasformare il suo negozio in una bancarella della frutta. Gli animali capirono che questa era un’impresa assai difficile, ma ci provarono. Andarono dal signor Zuccherino Baffuttino e gli elencarono tutti benefici della frutta: le varie vitamine, le proprietà nutritive, i profumi, i colori, ecc… ma lui non ne volle sapere: non avrebbe mai rinunciato al profumo delle su torte. Allora i piccoli, insieme alle loro mamme, gli prepararono una macedonia con i frutti più profumati e gliela portarono. Il pasticcere la assaggiò e rimase incantato: non aveva mai assaggiato un cibo così gustoso, profumato e delizioso. Infatti i suoi genitori non gli avevano mai fatto mangiare la frutta. All’improvviso si sentì leggero, pieno di energia e allegro e decise che da quel giorno avrebbe venduto nella sua pasticceria solo torte alla frutta, macedonie, succhi di frutta e ogni tipo di frutta. Appena il pasticcere disse queste parole, la glassa si sciolse e gli alberi si ricoprirono di fiori di ogni colore. Gli animaletti fecero salti di gioia e andarono a ringraziare la mela d’oro, ma quando arrivarono alla sua casetta trovarono una grande sorpresa: al posto della mela e della sua casetta trovarono un grande melo fiorito. Il suo vicino, il ciliegio, rivelò ai piccoli che la mela dorata una volta era una mela profumatissima, ma che il

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nonno del pasticcere Zuccherino Baffutino l’aveva coperta di glassa dorata perché non sopportava che i bambini preferivano lei ai suoi dolcetti e che sarebbe ritornata vera soltanto quando il suo negozio avrebbe venduto la frutta, cioè mai. I piccoli saltarono e gioirono felici perché erano riusciti a rompere quel incantesimo. Da quel giorno spostarono la loro scuola sotto l’albero della mela d’oro e la chiamarono la Scuola magica perché avevano capito che con un po’ di bontà, se si collabora insieme, le magie funzionano. un cibo così gustoso, profumato e delizioso. Infatti i suoi genitori non gli avevano mai fatto mangiare la frutta. All’improvviso si sentì leggero, pieno di energia e allegro e decise che da quel giorno avrebbe venduto nella sua pasticceria solo torte alla frutta, macedonie, succhi di frutta e ogni tipo di frutta. Appena il pasticcere disse queste parole, la glassa si sciolse e gli alberi si ricoprirono di fiori di ogni colore. Gli animaletti fecero salti di gioia e andarono a ringraziare la mela d’oro, ma quando arrivarono alla sua casetta trovarono una grande sorpresa: al posto della mela e della sua casetta trovarono un grande melo fiorito. Il suo vicino, il ciliegio, rivelò ai piccoli che la mela dorata una volta era una mela profumatissima, ma che il nonno del pasticcere Zuccherino Baffutino l’aveva coperta di glassa dorata perché non sopportava che i bambini preferivano lei ai suoi dolcetti e che sarebbe ritornata vera soltanto quando il suo negozio avrebbe venduto la frutta, cioè mai. I piccoli saltarono e gioirono felici perché erano riusciti a rompere quel incantesimo. Da quel giorno spostarono la loro scuola sotto l’albero della mela d’oro e la chiamarono la Scuola magica perché avevano capito che con un po’ di bontà, se si collabora insieme, le magie funzionano.felici perché erano riusciti a rompere quel incantesimo. Da quel giorno spostarono la loro scuola sotto l’albero della mela d’oro e la chiamarono la Scuola magica perché avevano capito che con un po’ di bontà, se si collabora insieme, le magie funzionano. Autore: Classe III A Scuola Primaria Paritaria "Maestre Pie Venerini" - Via Matteotti n°21 - Ancona

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L'albero di macedonia Nello spazio esiste una galassia molto speciale, con i pianeti fatti di frutta. C'è il pianeta Mela, c'è il pianeta Banana, ci sono il pianeta Pesca, il pianeta Fragola e così via... Tutti questi pianeti hanno la vita ma ognuno è unico. Essi non sono diversi tra loro solo nel nome: sul pianeta Mela si trovano il supermercato “mela”, la scuola “mela”, le case “mele”, le automobili “mele” e gli alberi “mele”. A guardarli bene, anche gli animali e gli abitanti del pianeta assomigliano a delle mele. Insomma, ogni cosa, in ogni pianeta, è a forma del suo stesso nome. I pianeti di questa galassia sono molto colorati e fanno venire l'acquolina in bocca. La vita dovunque scorre tranquilla finché un giorno, per una tremenda esplosione dell'universo causata da una brutta tempesta spaziale, i pianeti si scontrano pericolosamente fra loro. I semi dei frutti cadono sul pianeta Terra e finiscono così vicini tra loro da far nascere tanti alberi, uno attaccato all'altro. Il risultato è che, quando li guardi, non sembra più di vedere tanti alberi, ma un unico albero che ha sui suoi rami tanti frutti diversi. E' anche tanto variopinto, è così colorato che assomiglia a un albero di macedonia! Passa di lì il Re dei fruttivendoli che, osservando l'albero, esclama: - Bellooo! Non sapevo esistesse un albero così! - e gli viene subito un'idea: - Lo chiamerò “Albero macedonia”! Il re pensa anche di portarlo al centro del paese perché vuole farlo vedere a tutti gli abitanti. Ma c'è un problemino: come trasportarlo? Pensa e ripensa... niente! Il re non sa proprio come fare! Ad un tratto l'albero viene in suo aiuto: muove le radici e si mette lentamente a camminare. E' un albero magico!!! Il re rimane a bocca aperta e... gli si rizzano perfino i capelli che non ha! Per paura che l'albero possa scappare, gli mette un guinzaglio e lo porta con sé come quando si va a passeggio con il proprio cagnolino. I due arrivano insieme al paese. Le sorprese per il re non sono finite, infatti si sente una voce che dice: - Che fai? Hai paura di me? Il re non capisce subito chi ha parlato, ma l'albero insiste : - Ehi, sono io!

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Ancora una volta il re è molto sorpreso ma è anche tanto felice di sentire che l'albero può parlare, così gli chiede se è disposto a offrire i suoi bellissimi frutti agli abitanti più poveri del suo reame. Prima che l'albero possa rispondere, dalla sua chioma si sentono un insieme di vocine che, in coro, dicono: - Sììììì I frutti sorridono e non vedono l'ora di far bene agli abitanti del regno. Tutte le persone del paese, povere e ricche, senza distinzione, accorrono e si mettono in fila con in mano un cestino per poter scegliere la loro frutta preferita. E' una meravigliosa festa dove tutti sono invitati e felici. Qualcuno si mette perfino a cantare!!! Siamo contenti di farci mangiare perché energia vogliam regalare Siamo felici di avere la frutta qui ce n'è tanta, la mangerem tutta. L'albero dice a tutti gli abitanti che si possono prendere i semi dei frutti che più piacciono per poter piantare nuovi alberi. La notizia dell'albero magico di macedonia fa il giro del mondo e arriva anche in paesi sconosciuti, per la gioia di tutti: EVVIVAAA!!!!!! VIVA LA FRUTTA!!!

Autore: Classe II A Scuola Primaria “C. Collodi” Istituto Comprensivo San Francesco - Jesi (AN)

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La famiglia RealFrutta Tanto tempo fa, in un piccolo castello nascosto tra gli alberi alti di un bosco, viveva una famiglia reale davvero speciale: c'erano il re Ananas, la regina Banana, il principe Mandarino, le principessine Fragola e Mela. In questa famiglia ognuno era diverso dagli altri: non c'erano somiglianze nell'aspetto fisico. C'era qualcosa, però, che li rendeva simili: erano tutti molto dolci, di carattere... e anche di sapore! La vita al palazzo reale era piuttosto noiosa se non fosse per una certa piscinetta nella quale tutti i frutti adoravano, di tanto in tanto, darsi una bella rinfrescata. Un giorno la regina ebbe un'idea fantastica. Pensò di organizzare una festa a palazzo e di invitare tutti gli amici frutti. Con l'aiuto delle principessine, la regina Banana preparò dei coloratissimi bigliettini e li fece distribuire dal re e dal principe Mandarino, che ebbero così un'occasione per fare una piacevole passeggiata a cavallo. La sera della festa arrivarono gli invitati. Vennero tutti, ma proprio tutti: l'intero paese di Fruttania si era riunito al palazzo reale. C'erano: Cocco Kiwi Susina Uva Castagna Mora Melone

Pera, Melone bianco Pesca Pomo, Anguria Lampone Fico d'India

Ciliegia Arancia Albicocca Noce Prugna Mirtillo Limone

C'erano lunghe tavole piene di cibi prelibatissimi. Gli invitati ballavano e giocavano, divertendosi "a dirotto". Tutto stava andando benissimo e nessuno poteva immaginare che qualcosa di pericoloso stava per accadere. In mezzo agli invitati si era intrufolato un mostro, il terribile Mangiafrutta, un peperoncino molto piccante, che odiava la famiglia reale perché tutti adorano la frutta e dicono che fa bene alla salute. Mangiafrutta era invidioso e per questo si era travestito da Banana, così se si avvicinava al re, gli invitati pensavano che fosse la regina e non sospettavano niente di male. Invece il mostro offrì al re una bibita con dentro un potente sonnifero.

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Il re si addormentò immediatamente e il mostro ne approfittò per rapirlo e per portarlo nella foresta. Aveva deciso di ucciderlo buttandolo in un pozzo profondo. Intanto a palazzo qualcuno si era accorto che il re non c'era più e tutti si preoccuparono e rattristarono perché si erano resi conto che era successo qualcosa di brutto. Nessuno sapeva cosa fare e la festa si fermò all'istante. Nella foresta il re si era svegliato e cercava con tutte le sue forze di liberarsi dal mostro. I suoi tentativi sembravano inutili. Ce la mise tutta e dopo un po' sembrava di vedere un combattimento di wrestling! Il peperoncino era molto più piccolo dell'ananas ma anche tanto agile e perciò il povero re non riusciva ad avere la meglio. Quando il re Ananas aveva ormai perso ogni speranza, arrivò improvvisamente Super Pomodoro, un eroe dal cuore d'oro sempre disposto ad aiutare chi era in difficoltà. Super Pomodoro era coraggioso, forte, muscoloso ma soprattutto sapeva volare e questo lo fece arrivare in tempo, proprio al momento giusto. Il nostro eroe portava con sé la sua bottiglietta con la speciale salsa "Versus" che aveva lo slogan: "Combatti il peperone più a lungo, non serve né un bastone né un fungo, ma un succo in una piccola ampolla con paprika, pomodoro e cipolla". Super Pomodoro volò sopra Peperoncino e gli fece cadere il succo "Versus" proprio dietro ai suoi piedi. Poi fece una specie di fischio, così Peroncino si girò e scivolò sopra il liquido rosso, cadendo a terra. Batté forte la testa e perse la memoria: non sapeva più chi era quell'ananas che teneva imprigionato e lo lasciò andare via liberamente. Il re stava ritornando al castello un po' giù di morale perché gliene erano capitate molte, quel giorno. Di nuovo Super Pomodoro giunse in suo aiuto per accompagnarlo a casa, dove lo accolsero tutti gli invitati e la sua famiglia. La festa ricominciò e tutti furono più felici e contenti di prima. Autore: Classe II B Scuola Primaria “C. Collodi” Istituto Comprensivo San Francesco - Jesi (AN)

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Il Re Saturno ed il regno della frutta C’era una volta tanto tempo fa, un piccolo regno dove i cittadini, vivevano in pace e serenità a contatto con la Natura. Il piccolo regno era situato sull’Appennino Umbro - Marchigiano, nella marca vicino Ancona. Il piccolo regno era immerso nel verde,una bella collinetta vicino al mare. Un ‘isola felice dove tutti si rispettavano e si volevano bene. Un paese industrioso, dove tutti lavorano intensamente e beatamente. Un regno dove ognuno avrebbe voluto vivere, c’era lavoro per tutti, la terra produceva ogni ben di Dio, frutti di ogni genere, ed altri tipi di colture ed ortaggi che venivano spesso esportati nei regni vicini. Ogni cittadino aveva un terreno da coltivare, o un giardino, era veramente un paradiso terrestre. La voce si sparse per la nazione ed anche all’estero, quanto fosse alta la qualità della vita in quel regno. Molti si trasferirono e chiesero cittadinanza al suo Giovane Re. Il re era ancora un ragazzetto, suo padre era morto da pochi anni , ma era giusto ed equo e sapeva governare bene nonostante la sua giovane età. La regina sua madre Aurora,dalle gote rosee come la Pesca di Valdaso, occhi color del mare Adriatico, capelli oro come la nettarina, “persica “Picena, delicata,come un frutto,possedeva un grande intuito, oltre che la bellezza angelica, conosceva molte lingue ed aveva contatti in molti regni lontani. Era molto amata dal suo regno e anche dai regni più svariati. Il re, l’aveva conosciuta durante uno dei suoi viaggi in Irlanda, e se ne innamorò,sposandola. Rimasta vedova aveva educato suo figlio con saggezza, e gli aveva fatto frequentare, le migliori scuole del regno, mettendogli a disposizione insegnanti esteri e saggi, per ben formarlo all’arte del buon governo. Voleva far continuare l’opera del padre, e fare in modo che governasse con saggezza. I genitori gli avevano dato il nome di Saturno, come simbolo di forza saggezza,la regina era una regina forte bella e generosa. Aveva avuto in punto di morte del Re suo marito, il compito di far crescere ed istruire il piccolo a governare degnamente,in modo da far vivere bene il suo popolo . Doveva affiancarlo assieme all’Aristocrazia ed i suoi migliori ministri, fino alla raggiunta maturità. Il compito era notevole, non sarebbe stato facile accompagnarlo e guidarlo nella vita di Re e nella scelta di una principessa come lui. Una principessa ideale per mantenere l’armonia, la pace del suo regno. Ma non si scoraggiò, ereditò dalla sua antica terra lo spirito guida combattivo, Fino ad allora tutto andava bene, il re era molto ubbidiente, sereno, accolse sempre con l’aiuto di sua madre chiunque chiedesse ospitalità aiuto, e cittadinanza in

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questo luogo ameno. Il re però era ancora un ragazzetto e come tutti i ragazzetti era molto socievole ed amava invitare a corte i ragazzetti e i bambini della sua età, per stare insieme e giocare .Mangiava molto si riempiva di tante leccornie, ma non riusciva ad arrivare alla frutta. Un giorno durante uno dei suoi viaggi con sua madre, al Sud verso Caserta per affari, incontrò una bellissima principessina bella come il sole e molto buona, gli piacque subito,la invitò nel suo castello della marca Anconitana, nacque tra i due una notevole empatia ed affinità, ma c’era la lontananza. Organizzò dopo un po’ di tempo, una festa ed Invitò Carmen, la principessina. Il gran giorno arrivò e vennero a corte bambini, con i loro genitori, cavalieri, i parenti aristocratici dell’Irlanda del re Saturno, e molti bambini dei regni vicini. C’era la frutta più svariata, succhi di ogni qualità, dolci vari ecc.. ogni leccornia di alta cucina preparata da grandi cuochi. Ma nessun bambino arrivò a mangiare la frutta neanche il re Saturno. Il re Saturno allora pensò fosse sprecata la frutta e non serviva, se non veniva consumata. Emanò a breve un editto con il divieto di produrla e coltivarla, in questo caso però la regina madre non era d’accordo, disse al principino, che era in errore la frutta era necessaria al benessere delle persone,perche ricca di vitamine, Sali minerali antiossidanti, dà energia vitale. Difatti nel giro di un anno, la popolazione compresi i bambini si ammalarono, nessuno ebbe la forza per lavorare e le botteghe chiusero ,per un po’anche il re si era ammalato. La poca frutta rimasta, ed i pochi alberi ancora in produzione, i raccolti, furono distrutti dall’intemperie. Essendo un re giusto convocò con sua madre il “Consiglio Reale” per prendere provvedimenti e salvare il popolo. Fece contattare esperti anche dall’estero. Un giorno si presentò uno strano signore:disse di essere il saggio della Natura, aveva uno strano cappello pieno di frutta colorata, un completo con frutta variopinte, un cesto con frutta di ogni genere. Spiegò il problema al giovane Re e quanto la frutta fosse necessaria, fece con lui un patto: che lui avrebbe assicurato la frutta bastante per gli anni a venire alla popolazione, fino a quando i campi non avrebbero di nuovo prodotto colture, alla condizione che il re avrebbe fatto modificare l’editto, e imposto alla gente di far riprendere le piantagioni. Il saggio comunicò che sarebbe, venuto nel tempo a controllare che tutto procedesse bene e la produzione si fosse ripresa. Tutti stettero di nuovo bene ed anche Saturno, che riprese le sue attività e lo studio.

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I campi cominciarono a fruttare e riprendersi, la gente riprese energia, insomma il miracolo avvenne ,piano piano, tutto tornò come prima. Così in una di queste visite il Re decise di fare una sorpresa al saggio e di organizzare per lui una festa, invitando, regni vicini, personalità importanti, l’aristocrazia e rappresentanti di altri stati; indisse una conferenza stampa sull’importanza della frutta per la salute di tutti. Lo stesso saggio, contento relazionò tra gli applausi di tutti. La principessa Carmen con la sua famiglia era lì anche lei, e si intrattenne a palazzo qualche giorno, tra i due nacque del tenero, la regina Aurora chiese la mano della principessa Carmen per suo figlio, stipulando un contratto di matrimonio. Dopo un po’ di anni si celebrarono le nozze dei due giovani sposi, con la festa più bella che si fosse mai vista, addobbi di frutta dovunque, gente da ogni parte del mondo, naturalmente non poteva mancare il nostro caro saggio della Natura con ricchi doni,una ricca cassa di pietre preziose a forma di frutta incastonata e monete d’oro. Un piccola chiave d’oro magica conteneva la cassa, più un biglietto, con un messaggio scritto: la chiave ti servirà a far aprire le porte della salute, e rendere sempre più produttiva la tua terra, e d’aiuto al mondo intero. Frutta per il mondo: queste le parole scritte. Il saggio salutò e spari promettendo di ritornare. I due regni si fusero in uno solo, c’era la pace e la felicità per tutti, e c’erano sempre visite guidate da tutto il mondo, perfino scolaresche. I cuochi preparavano i menù migliori del mondo,a base di frutta, colture vegetali merende salutari, aperitivi per tutti .L’unico grande Regno fu denominato Il Regno della Frutta. L’anziana regina era felice di aver raggiunto oramai i suoi desideri ed aver assolto il suo compito di madre, ebbe un’altra gioia ancora, veder nascere e prendersi cura dei suoi nipotini, nati dal re Saturno e Carmen, chiamati Alba e Vito (sta per vita). I sudditi vissero bene e la cultura della frutta, si diffuse d’ovunque e per sempre. Il regno si ingrandì di più con loro e continuarono l’opera della nonna e di Saturno . La frutta fu esportata in tutto il mondo. Nacque dopo, la Repubblica e prese un nuovo nome, dando origine alla nostra bella nazione “Italia”.”Il bel Paese” (Il Paese della Frutta). Nasce così una nuova leggenda della nostra Italia. Autore: Un lavoro tessuto a più mani dalla pluriclasse dei bambini in ospedale e qualche genitore. Scuola Primaria “G. Salesi” - Ancona (Referente Maria Caterina Galati)

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Illustrazione di Lorenzo Sabbatini


Alla ricerca della frutta perduta Tanto tempo fa c’erano nei supermercati delle cassette piene di frutta colorata e bellissima, ma nessuno la voleva comprare. Soprattutto i bambini, quando la vedevano, facevano delle facce schifite. I frutti ci restavano molto male ed erano molto tristi (a parte le fragole, le ciliegie e le banane, che ogni tanto facevano sorridere i bambini). La frutta è buona, tesoro, compriamone un po’ così ci fai merenda! - dicevano le mamme. No, mamma, non voglio… - piagnucolavano i bambini sbattendo i piedi. Le mamme, per far finire quei capricci, andavano a casa veloci senza comprare la frutta, riempiendo il carrello di merendine, torte, patatine e gelato! Una notte allora tutta la frutta del mondo scese dagli scaffali di tutti i supermercati del mondo e dagli alberi di tutto il mondo, per andare in vacanza in un’isola lontana lontana dove nessuno l’avrebbe più vista. Il giorno dopo al supermercato i bambini all’inizio nemmeno si accorsero degli scaffali vuoti nel reparto ortofrutta, ma dopo qualche giorno furono contenti perché non dovevano più sentire i grandi che dicevano loro:Mangia la frutta! La frutta fa bene! Se non mangi la frutta e la verdura ti ammalerai! Mai come in quel periodo i bambini si ingozzarono di merendine, dolcetti, zucchero filato e tutte le possibili schifezze del mondo! Dopo un po’ di tempo, però, guardandosi tra loro i bambini iniziarono a vedere cose strane: brufoli simili a vulcani esplodevano dappertutto, qualcuno di loro si stava gonfiando come un palloncino, tutti avevano spesso mal di pancia perché non riuscivano più ad andare al bagno! Così, ricordandosi le vecchie raccomandazioni dei grandi, decisero di mandare un gruppetto di bimbi a cercare la frutta, per farla tornare finalmente sulle loro tavole. Stavano per partire quando Alessio, il bambino più saggio della scuola, disse:- Ragazzi, le maestre ci hanno raccontato una storia sui marinai che scoprirono l’America: molti si ammalarono e molti di loro morirono perché non mangiarono cibo fresco per tanto tempo. Non possiamo partire senza scorte di cibo fresco! Tutti lo guardarono con una faccia spaventata. Cosa faremo?- chiese Elia preoccupato. Emma, la più piccola del gruppo, iniziò a piangere. Le sue lacrime iniziarono

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a brillare e come per magia da ogni gocciolone apparve una piccola fatina colorata. Cinque piccole fatine colorate che i bimbi guardarono a bocca aperta. Guardate!- urlò Alessandro - Chi siete??? Siamo le fatine della frutta. Io sono Ciliegina - disse quella rossa- e sono la fata che rinforza il cuore. Io sono Limoncella- si presentò quella gialla - e aiuto le persone a combattere l’invecchiamento. Io sono Bianchina e sono la fatina che rinforza il sistema immunitario proteggendo le persone dalle malattie. Io sono Verdina - intervenne quella verde con un piccolo inchino- e sono molto importante per la salute degli occhi. Io sono Violetta.- disse infine quella blu-violacea.- Rendo forti le ossa, le vene e la pelle delle persone. Tutte insieme aiutiamo le persone a star bene! Abbiamo bisogno di aiuto per scoprire dove si trova la frutta! E’ sparita e non sappiamo dove sia! - disse Alessandro. La frutta è scappata perché nessun bambino la mangiava volentierispiegarono le fatine- ma noi sappiamo dove si trova… E dove?- chiese Elia. Ve lo diremo solo se ci promettete che voi ed i vostri amici mangerete più frutta e più verdura! Sìììììììì!!!!- urlarono i bambini in coro. Avete capito che la frutta fa bene per molte cose? Sììììììì- fecero di nuovo i bimbi. Le fatine unirono le bacchette e fecero apparire un arcobaleno gigantesco. I bambini ci salirono e, camminando come sopra un ponte, arrivarono all’isola dove stava la frutta. Quando i frutti videro arrivare i bambini, furono molto felici e capirono che il loro messaggio era arrivato ai piccoli amici della Terra. Tornarono indietro tutti insieme usando l’arcobaleno come un enorme scivolo. Da quel giorno la frutta e la verdura non mancarono mai più dalle tavole dei bambini e delle famiglie di tutto il mondo. Autore: Classe IIIVAB Scuola Primaria “G. "Carlo Rodari” Faiani" di Marcelli Istituto Comprensivo “Giovanni Cittadella Centro Paolo II”- Numana-Sirolo Ancona (AN) (AN)

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FRUTTOLANDIA


Illustrazione di Eva Naccari


Come nacquero i dolci alla frutta La storia ha inizio in un bosco incantato, dove c’era un palazzo fatto di fiori e foglie, invisibile agli occhi degli umani: lì viveva Madre Natura. Un giorno due amici, Marco e Sara, passeggiando nel bosco videro un albero assai strano: era alto e robusto, aveva una corteccia ruvida e rugosa, ma la sua particolarità era data dal fatto che i rami fossero spogli e carichi di frutti diversi. I due ragazzi, incuriositi, si avvicinarono e rimasero sbalorditi perché davanti ai loro occhi comparve uno strano portale: i due entrarono in quell’albero magico e si trovarono in un paese popolato da frutti che li accolsero cantando così: “Frutta frutta genuina è più buona alla mattina, con il latte ed il caffè, trasforma in regina Sara e Marco in re!!” Questi accompagnarono i due al palazzo di fiori e foglie, dove videro dei simpatici ga-frutti, cioè gatti con il corpo di frutta. I ga-frutti, inseguiti dai ragazzini, corsero verso la camera di Madre Natura che stava distesa sul letto senza forze. Marco e Sara, rattristati nel vedere la sua sofferenza , chiesero: “Cosa succede?Come mai sei malata?”. Lei rispose con voce debole: “Qui a Fruttolandia c’è un grande problema: infatti è scoppiata una guerra tra i dolci ed i frutti. I dolci sono impazziti a causa del contadino che mette gli insetticidi sui prodotti da mangiare; invece i frutti hanno perso le loro vitamine a causa di un malefico stregone che vuole conquistare il mondo degli umani. Il suo piano è rendere gli uomini grassi e malati facendoli ingozzare di dolci e togliere alla frutta le sue sane vitamine…. io non ho più forze e voi siete stati prescelti per aiutarmi!!”I ragazzi meravigliati, ma orgogliosi per l’incarico ricevuto ,chiesero a loro volta un aiuto a Madre Natura. Lei donò a Sara uno scudo d’acciaio con delle foglioline che indicavano il suo stato di salute: se perdevano colore significava che Madre Natura era in pericolo. A Marco diede invece una spada di cristallo. I due , più sicuri grazie ai doni ricevuti, decisero di separarsi per affrontare i colpevoli cioè il contadino e lo stregone. Marco sentì da lontano i tamburi di guerra…bum…bum….si avvicinò e vide lo stregone a capo dell’esercito dei dolci: era alto, gelatinoso e ricoperto di zucchero. dalle quali si ricavavano gli ingredienti per i dolci.

FRUTTOLANDIA

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Allora con la spada creò un tornado magico di frutta che avvolse il malefico stregone facendolo dissolvere. Intanto Sara con il suo scudo magico andò alla ricerca del contadino. Lei era molto preoccupata perché le foglie perdevano sempre più colore. All’improvviso sentì uno strano frrrr…frrr…. Era il contadino, che spruzzava il suo potente insetticida sulle coltivazioni dalle quali si ricavavano gli ingredienti per i dolci. Allora Sara, grazie al potere dello scudo trasformò il terribile veleno in concime organico e dopo pochi minuti le piante iniziarono a crescere velocemente lasciando il contadino a bocca aperta!! La ragazza pronunciò queste parole: “Oh contadino se vorrai un raccolto genuino, l’insetticida dovrai buttare ed il concime dovrai usare, altrimenti l’uomo continuerai ad avvelenare!”. Intanto le foglie sullo scudo ripresero colore: Madre Natura era guarita!! Così la battaglia si fermò: i dolci rinsavirono e i frutti ritornarono ad essere pieni di vitamine!! Madre Natura , avvolta in una luce dorata, arrivò in mezzo a loro accompagnata dai suoi ga-frutti: finalmente la pace era tornata a Fruttolandia e fu così che nacquero tanti…..genuini dolci alla frutta!!!! Marco e Sara, felici della loro impresa, uscirono dal portale e tornarono a casa portando con loro un bel…..ga-frutto!

Autore: Classe V E Scuola Primaria Rione Borgo Istituto Comprensivo - Sassoferrato (AN)

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Fruttitolia Tanto tempo fa c’era un gufo molto saggio, che voleva inventare la frutta con una pozione chiamata “Fruttitolia”. I suoi peggiori nemici, la Patata Fritta e le guardie Ketchup, un brutto giorno entrarono nel suo laboratorio e ruppero il contenitore con la pozione. Il loro scopo era di avere un mondo pieno solo di olio e salse al pomodoro. Il Gufo entrò nel laboratorio e si spaventò per il disordine che avevano provocato, ma poi si accorse che fortunatamente c’erano quasi tutti gli ingredienti per fare la frutta, tranne due: quello per il profumo e quello per il colore. Il Gufo non ci pensò due volte e chiamò in suo aiuto il Pasticcino, che, oltre ad essere un tipo molto dolce e disponibile, era anche un infiltrato speciale. Il Pasticcino si diresse nel bosco. Lì trovò una casetta piena di colori e di profumi. Purtroppo era di una vecchietta poco disponibile, per cui non ebbe l’aiuto sperato. Poi, passeggiando per il bosco, gli venne un’idea… Andò vicino a un gruppo di fiorellini e recitò loro una filastrocca: “Cari amici fiorellini, fatemi tanti sorrisini, sennò vi faccio il solletichino, sul vostro dolce pancino!”. I fiori, sorridendo, rilasciarono un delizioso profumo. Il primo ingrediente era stato recuperato. Poi chiamò l’Arcobaleno e lui, senza pensarci troppo, gli donò i colori: il rosso per la mela matura, il giallo per la banana, l’arancione per l’arancia e altri ancora… Ed ecco trovato anche il secondo ingrediente. II Gufo fece di nuovo la pozione, la mise dentro una scatola magica, sbatté forte e finalmente si formò la frutta, ma non solo…così facendo, inventò pure il frullato, per la gioia dei bambini più golosi.

FRUTTOLANDIA

Autore: Classe III A Scuola Primaria Vallone Istituto Comprensivo Centro “Fagnani” - Senigallia (AN)

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Il budino di frutta In un posto lontano c’era un paesino fatto di frutta e di verdura. C’erano gli alberi di ananas, i fiori di fragola, le case di anguria, le finestre di mirtilli, le macchine di kiwi, gli autobus di banana e le macchine della Polizia di uva. La scuola si chiamava Frullato e i negozi Succhi di Frutta. Questo bellissimo paesino si chiamava Macedonia e il Sindaco Bio ne era molto orgoglioso. In questo paesino viveva Marco insieme alla sua famiglia. Marco era sempre triste e non aveva nemmeno la forza di giocare. Un giorno Marco incontrò Giacomo, un bambino allegro e vivace. I due bambini trascorrevano le giornate insieme ma non riuscivano a giocare perché uno era tanto stanco e l’altro molto vivace. Un giorno Giacomo chiese a Marco: Come mai sei così triste? Marco rispose: - Non lo so, sono tanto stanco e non ho nemmeno la forza per giocare e divertirmi. Giacomo era pensieroso, voleva aiutarlo ma non sapeva come fare. Una notte, prima di addormentarsi, pensò: - Potrei invitarlo a casa mia per giocare insieme, magari troverà l’energia! Così il giorno seguente Giacomo invitò Marco. I due giocavano insieme, Giacomo rideva e scherzava facendo di tutto per far divertire l’amico, ma Marco si annoiava. Ad un certo punto la mamma di Giacomo li chiamò per la merenda: - Forza ragazzi, ho preparato il budino di frutta! Marco, che non aveva mai mangiato il budino di frutta disse: - Io mangio sempre carta e legno, non credo che mi piaccia! Ci pensò un po’ e poi disse: - Ci sto, voglio assaggiarlo! Appena fece il primo boccone il suo corpo si caricò di energia. Quel giorno Marco scoprì che il segreto di Giacomo per essere così allegro e pimpante stava nella frutta. Il cibo che mangiava Marco non dava energia, per questo lui era sempre fiacco! Da quel giorno, ogni mattina Marco mangiò un budino di frutta per cominciare la giornata carico di entusiasmo e pieno di forze e non si sentì più stanco. Autore: Classe II A Scuola Primaria Paritaria "Maestre Pie Venerini" - Ancona

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Scuole Primarie Provincia di Fermo

Illustrazione di Roberta Torregiani


Filastrocca dei frutti Giro, girotondo, siamo i frutti di tutto il mondo. Dal seme noi veniamo e al sole maturiamo. Ognuno ha una stagione ed anche una regione. Siamo belli e colorati, per la buona salute, mangiati! Già dalla prima colazione, siamo esatta alimentazione. Diamo giusta energia e scacciamo la malattia. Salve , sono l’ arancia Arabella e sono la più bella; dell’ inverno io son la reginella. Ho una pelle arancione e rugosa, ma dentro son molto succosa! I miei spicchi uniti come fratelli, vi fa diventare tutti più belli. Eccomi qua,io sono Carlino il mandarino e dell’ arancia son cugino. Molto dolce è il mio succo provalo e gustalo tutto!! Ciao, sono la mela Pomina, anch’ io sono carina e contengo ugualmente tanta vitamina. Guardate la mia pelle come è liscia e colorata; la mia polpagrattugiata, già dai neonati, viene mangiata Mi chiamo Piera e son la pera. La mia pelle sfumata di nei è punteggiata.

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La mia polpa granellosa è molto succosa e gustosa. Io sono Adriana la banana. Sono gialla e snella proprio come una modella. Assomiglio a uno spicchio di luna e di chi non ha i denti son la fortuna!! Salve, sono Guria l’ anguria; sono tonda e panciuta e da tutti, d’ estate, sono piaciuta. La mia polpa è tanto leggera e dissetante e di fette ne puoi mangiare tante. Salve, sono la pesca di nome Rita di velluto io sono vestita. Grosso è il mio nocciolo; sono molto buona e non solo, la mia polpa se frullata nei succhi di frutta è gustata. Io maturo a settembre: sono Ruva l’ uva. Da tanti chicchi son formata e sono molto delicata. Vino bianco o rosso il mio succo può diventare e il pranzo accompagnare. Io sono Gegia la rossa ciliegia. Son tonda e piccolina, ma piena di vitamina; mi prendi per il picciolo che sembra un’ asta , e, se mi mangi, una mai ti basta.

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Dei bimbi son la festa e mi hanno sempre in testa. Ed ora io vi saluto: sono Lina ,la fragolina. Ho la forma di un cuore e racchiudo un dolce sapore. Nasco a primavera e sono una delizia vera . Giro, girotondo, siamo frutti di tutto il mondo; mangiateci in quantità vi offriamo una gran varità. Mangiateci in quantità perché la vostra salute ci guadagnerà!!

Autore: Classe I A Scuola Primaria Amandola Istituto di Istruzione Superiore - Omnicomprensivo di Amandola (FM)

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La montagna colorata In una bella e grande casa vivevano tre sorelle gemelle Cecilia, Maria e Lucia. Erano molto ghiotte di dolci: Cecilia adorava mangiare le barrette di cioccolata, le avrebbe mangiate a qualsiasi ora; Maria mangiava sempre cornetti alla crema e Lucia era ghiotta di gelato al cioccolato e stracciatella. Ogni volta che ne trovavano in casa li mangiavano anche di nascosto dalla mamma, poi nascondevano le cartacce sotto al divano. Mangiavano, mangiavano, mangiavano…e ogni tanto, anzi molto spesso veniva loro il mal di pancia. Non assaggiavano mai nemmeno un pezzetto di frutta e ogni volta che la vedevano si tappavano il naso o facevano delle smorfie. Tutti i dolci che erano in cucina si vantavano con la frutta , anzi spesso litigavano fra di loro. Gigetto il cornetto diceva alla frutta: Vedete, noi siamo i preferiti perché siamo morbidi come un cuscino e dolci dolci… La barretta Carletta e Renato il gelato urlavano: Noi invece ci sciogliamo in bocca, siamo più gustosi, tutti ci vogliono mangiare invece a voi non vi mangia nessuno…AHAHAH!- e ridevano, ridevano. Tutta la frutta ci rimaneva male, era dispiaciuta…allora Gaetana la banana diceva alle sue compagne: Non vi preoccupate, prima o poi le bambine capiranno… Un brutto giorno le tre sorelle iniziano ad avere un forte mal di pancia perché avevano fatto una grande scorpacciata di dolci! Un mal di pancia così non l’avevano mai avuto. Cecilia non riusciva a camminare, Maria si piegava da una parte e Lucia si piegava dall’altra per il grande dolore. Non erano capaci di fare più nulla, non giocavano, non avevano voglia di guardare la tv, non potevano uscire…erano diventate proprio tristi tristi!!! La mamma dà loro la medicina e le manda a letto. Quella sera in cucina tutta la frutta fa una riunione per aiutare le bambine a stare bene…pensa che ti ripensa decidono di unirsi per fare una bella e buona macedonia. Gaetana la banana chiama Nello il coltello che, correndo tutto felice, taglia arance, mele, kiwi, pere, banane, fragole, uva e tutto il resto della compagnia. Poi arrivano lo zucchero e Simone il limone e condiscono la macedonia. Il buon profumo si sparge per tutta la casa… La mattina dopo, quando le tre sorelle si svegliano si ricordano del buon odore

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sentito in sogno la notte precedente, vanno in cucina e…trovano una grande scodella piena di cubetti colorati: gialli come il sole, rossi come il fuoco, verdi come il prato, arancioni come il tulipano. Sopra a questa montagna colorata c’era un biglietto: “SE LA FRUTTA MANGERETE MAI PIÙ MAL DI PANCIA AVRETE!” Le bambine rimangono a bocca aperta! Sono sorprese! – Chi mai sarà stato a preparare tutto ciò? – chiede Cecilia. Ma né Maria né Lucia sanno rispondere a questa domanda. Loro ricordano solo un buon profumo sentito di notte. Incuriosite iniziano a girare intorno alla scodella, guardano, toccano, annusano. – Sembra avere un bell’aspetto – dice Lucia. – E secondo me è anche buona – risponde Maria. Quel buon odore sentito di notte si sta spargendo per tutta la cucina, è sempre più forte ed invitante… quasi quasi alle tre viene l’acquolina in bocca! Così decidono di assaggiare e… scoprono che non è poi tanto male, anzi quei cubetti sono proprio deliziosi! In men che non si dica la montagna è sparita! Appena arriva la mamma tutte e tre le sorelle in coro esclamano: Mamma, da oggi vogliamo mangiare la montagna colorata! La mamma fa una bella risata e dice alle sue tre bimbe: Sono contenta di sentirvi dire questo, ma lo sapete voi cos’è questa montagna colorata? È frutta care mie, della buonissima frutta a pezzi condita con zucchero e limone, si chiama macedonia e fa anche tanto bene! Bene mamma, allora da oggi macedonia! – gridano tutte e tre. Così da quel giorno iniziano a mangiare non più tanti dolci, ma tanta frutta e il mal di pancia scompare. In cucina tutta la frutta è felice e Gaetana la banana dice ai dolci: Vedete ora anche noi siamo gradite dalle tre gemelle, non solo voi…noi non facciamo venire il mal di pancia come voi… I dolci rispondono: Avete ragione, ma ogni tanto possiamo essere mangiati anche noi. Tutti fanno una bella risata e diventano amici, poi tutti in coro urlano: “SE LA FRUTTA MANGERETE MAI PIÙ MAL DI PANCIA AVRETE!” . Autore: Classe II C Scuola Primaria “Gianni Rodari” Istituto Comprensivo “Rodari-Marconi” Porto Sant’Elpidio (FM)

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Nicoletta e il Grande Saggio C’era una volta una bambina di nome Nicoletta, che non voleva mangiare mai la frutta . Un giorno la mamma, che non ne poteva più, la portò dal saggio del frutteto. Era un omino basso e con il naso a forma di ciliegia ed aveva una lunga barba verde. In testa portava un bel cappello di paglia gialla a punta. Il saggio fece sedere la bambina e pose sul tavolo un cesto pieno di frutta . “Vedi Nicoletta, questi sono piccoli tesori per la natura e per tutti gli esseri viventi”. “ Ogni frutto è come una piccola scatola piena di vita e contiene un tesoro: i semi, che possono far nascere una nuova pianta”. “Ma a me piacciono di più le patatine fritte, le caramelle ed il gelato “! rispose Nicoletta “ Lasciami parlare, piccolina! i frutti servono anche a noi! Aiutano a non farci ammalare, rinforzano i muscoli, mantengono sani i denti e le gengive, inoltre contengono le vitamine A, B e C che ci danno tanta energia! “ le spiegò il saggio. “Ma come faccio a sapere che quello che mi racconti sia vero”? “Vieni con me “! il saggio prese il cesto ed insieme a Nicoletta salì su un buffo carro volante . Andarono a visitare alcuni paesi dove i cittadini non mangiavano mai la frutta. Essi erano magri e senza forze. Ogni cosa per loro era una bella fatica!!! Poi i loro visi erano pallidi e tristi! Allora i nostri amici insegnarono a questi abitanti che nella frutta ci sono i semini da piantare e la polpa può essere mangiata perché è gustosa, dolce e fa tanto bene, anche contro la tristezza. Nicoletta ed il saggio visitarono tanti posti, regalarono la frutta, c’era però tanta gente forte e bella che già la conosceva e la mangiava volentieri. Ogni volta il cesto, come per magia, era comunque sempre pieno. Dopo qualche mese Nicoletta tornò dal saggio, era più felice e più bella perché aveva imparato a mangiare la frutta. Il saggio le fece vedere le foto che aveva ricevuto per posta dalla gente che ora aveva le guance rosa, muscoli forti ed era molto felice! Viva la FRUTTA!!! Autore: Classe II B Scuola Primaria “Gianni Rodari” Istituto Comprensivo “Rodari-Marconi” Porto Sant’Elpidio (FM)

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Scuole Primarie Provincia di Macerata

Illustrazione di Rossella Trionfetti


Il paese della frutta C’era una volta “CHA CHA CHA FRUTTA” un luogo incantato e speciale, pieno di forme, colori e sapori. Ovunque c’erano frutti tondi, ovali, allungati, profumati, piccoli, grandi, succosi, dolci, aspri, rossi, verdi, arancioni, viola… Che bello era poter scegliere sempre il frutto che si voleva: bastava pensare ad un’anguria in pieno inverno e in men che non si dica, spuntava dalla terra una foglia, un rigonfiamento, ed ecco pronta una deliziosa anguria. Si desiderava una spremuta di arance rosse in riva al mare? Nessun problema, vicino alla palma di cocco ecco spuntare un bell’albero di frutti arancioni. Tutti erano felici...cioè... ad essere sinceri…non proprio tutti erano felici: i bambini si erano stancati della frutta, non ne volevano mangiare più!! Loro sognavano caramelle, ciambelle, tavolette di cioccolata e biscotti con la glassa. Così quando vedevano una bella mela rossa, invece di mangiarla, la usavano come palla da bowling, con il mango giocavano a rugby e con i kiwi al tiro al bersaglio. C’era persino chi usava l’anguria come sgabello o le banane per sfide ai cowboys o a guardie e ladri. Giorno dopo giorno, la frutta, che non si sentiva amata e desiderata, diventava sempre più triste: iniziò così a perdere il profumo e i suoi colori, vivaci e brillanti, diventarono tutti di un’unica tonalità di grigio; non solo, i frutti che prima avevano mille forme divertenti, divennero tutti uguali e spigolosi: si trasformarono in tanti cubi uguali. I frutti speravano che i bimbi iniziassero a sentire la loro mancanza e smettessero di maltrattarli, invece non andò così: i bambini continuarono a raccoglierli solo per far alte torri o giocare a campana. Per di più iniziarono a mangiare più caramelle e dolciumi lasciando cadere a terra gli incarti. Questo fu proprio troppo per i frutti che, sempre più tristi, iniziarono a sentirsi ancora più pesanti e piegarono gli alberi su sé stessi fino a farli seccare. Le piantine basse come quelle delle fragole o dei mirtilli, o i rovi delle more, invece, vennero soffocate da tutti gli incarti di plastica delle merendine, delle liquirizie e dei leccalecca che i bambini buttavano a terra. I frutti erano spariti ma, inaspettatamente, proprio dagli involucri gettati a terra, iniziarono a spuntare delle piantine di dolci: la pianta delle caramelle gommose, delle liquirizie, delle merendine ed anche quella dei lecca-lecca e dei cioccolatini. Quante grida di gioia: i bambini iniziarono a saltare, a ruzzolare a terra, ad abbracciarsi l’uno con l’altro: non potevano credere ai loro occhi, il loro desiderio era stato esaudito!!! Ora finalmente non avrebbero mangiato più frutta me avrebbero potuto abbuffarsi di dolci di tutti i tipi!!!

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I bambini non persero tempo ed iniziarono a mangiare zuccheri su zuccheri: non avevano ancora terminato la rotellina di liquirizia che subito mettevano in bocca una gommosa e andavano a cercare un lecca lecca o facevano a gara a chi mangiava più marshmallow. Presto accadde però l’inevitabile: i denti dei bambini divennero brutti e neri per la carie e tutti diventarono cicciottelli e pieni di brufoli. Persero perfino la voglia di giocare e correre sia perchè avevano sempre mal di pancia e di denti, ma anche perché non avevano più tanto tempo per giocare, visto che tutti i giorni avevano appuntamenti dal dentista e dal dottore!! Nonostante ciò continuarono a mangiare dolci; o meglio, non proprio tutti: in realtà c’erano 3, no 6, no 10, no, ben 19 bambini di 8 anni che non avevano sempre mal di pancia e mal di denti…loro erano i bambini amici della frutta ed erano tristi perché il loro bel paese non era più “CHA’ CHA’ CHA’ FRUTTA” ma era diventato “DISCARICALANDIA”; questo gruppo di amici sognava i kiwi, i frutti di bosco, le fragole, le mele, le pere, i meloni, le angurie e le banane ma anche il mango e la papaia, l’arancio e il mandarino. Volevano macedonie, succhi, gelati, frappé e ghiaccioli di frutta; sentivano la mancanza di spremute d’arancia che le mamme preparavano loro quando avevano il raffreddore e pure delle marmellate di pesche fatte dalle loro nonne. Che nostalgia di colazioni in famiglia con succhi appena spremuti e fette biscottate con la marmellata! Ma desideravano anche ritornare a raccogliere le more o le castagne: quante belle avventure tra i boschi!!! E che dire dei colori e dei profumi: ormai nessuno ricordava più com’era il verde mela, il color prugna o il caldo arancione!! Quindi, la banda dei “MAGNIFICI 19” decise di unire le forze e cercare una soluzione! THIMAT propose di andare alla ricerca del saggio indiano LEONE con ALI; secondo SALUNELE, invece, si doveva prima andar a cercare la frutta nei paesi vicini. FRAPAK suggerì, allora, di dividersi in due gruppi e partire subito sfrecciando via a cavallo delle bici. DERIC prese in mano la cartina ma poi si accorse che il cielo sopra “CHA’ CHA’ CHA’ FRUTTA” stava diventando sempre più grigio. VALMAT urlò ai compagni: “Si parteeee!!!!!!!!Seguitemi!!!!No n c’è tempo da perdere!!!!!”. Arrivati in cima alla collina si divisero: alcuni, guidati da Thimat, andarono a cercare semi e frutti, gli altri, guidati da Frapak, si diressero dal capo indiano. Prima dei saluti decisero di rincontrarsi tutti in cima alla collina l’indomani all’alba.

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Presto sentirono la stanchezza e i morsi della fame ma non si persero d’animo: la loro missione era troppo importante, la frutta doveva ritornare al più presto nel loro paese! Quando i bambini guidati da Frapak arrivarono alla tenda del capo indiano, lo videro serio e preoccupato. Leone con Ali non aprì gli occhi ma sentenziò: “La nube nera è quasi sopra “CHA’ CHA’ CHA’ FRUTTA”, presto coprirà ogni cosa e tutto sarà grigio per sempre. Perché siete venuti da me? PASAPI rispose implorante: -“ Siamo venuti a chiedere il tuo aiuto grande capo indiano. Ti prego insegnaci una danza del perdono per chiedere scusa alla frutta e farla ritornare nel nostro paese:” Leone con Ali allora alzò lo sguardo e fissandoli disse loro: -“ Ascoltate il vostro cuore e siate sinceri, fate capire alla frutta quanto vi manca e quanto vi faceva star bene!! La frutta vi ascolterà!!!” Intanto Thimat e i suoi compagni avevano raccolto due ceste a testa di semi e di frutti e soddisfatti si prepararono all’appuntamento sulla collina!! Arrivati al luogo dell’appuntamento i Magnifici 19 rovesciarono a terra, con delicatezza, tutti i frutti e i semi raccolti e tenendosi per mano formarono un cerchio intorno alla frutta recitando: -“Sei un dono bello e prezioso; hai l’energia del sole, della terra, dell’aria e dell’acqua. Ci doni forza, salute e buonumore. Perdonaci per non averti apprezzato. Ti imploriamo, ritorna da noi!!!!” All’improvviso la nube si dileguò e sugli alberi tornarono mele, pere, arance, mandarini e cachi. Ma, le fragole? Le ciliegie e le albicocche? Non c’erano tutti i tipi di frutta perché la natura decise che ogni frutto sarebbe stato presente solo in un determinato periodo dell’anno e solo per pochi mesi, per evitare che i bambini si stancassero di nuovo della frutta e smettessero di desiderarla! Immaginate la gioia dei Magnifici 19: avevano portato a termine con successo la missione riportando la frutta nel paese che ora era di nuovo bello, allegro e colorato. I Magnifici 19 non furono gli unici ad essere felici: anche gli altri bambini si erano stancati di star male per i troppi dolci e avevano capito che dono prezioso fosse la frutta. Vennero raccolti tutti gli incarti da terra e si decise che il primo giorno di ogni mese sarebbe stato dedicato ad un frutto e lo si sarebbe festeggiato con buon cibo, fresche spremute, balli, canti, giochi e ….poche, poche caramelle!!!! Autore: Classi II Scuola Primaria “A. Frank” Istituto Comprensivo “E. Fermi” - Macerata

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Super arancia eroe dello spazio C’era una volta, sul pianeta Frutta, il grande e mitico Super Arancia. Era grande, di statura media, forte, non aveva capelli. Indossava un mantello blu con disegnato un fulmine e sparava raggi laser dagli occhi. Un giorno venne mandato in missione sul pianeta Terra a sconfiggere il terribile Sfregioman Fruit. Lui era grasso, brutto e cattivo, abbastanza intelligente, lanciava bombe dalle mani e si poteva trasformare in una grande palla. Odiava la frutta e aveva deciso di distruggere tutti gli alberi e le piante da frutto esistenti sul pianeta. Non era sempre stato così: quando era ragazzo anche lui amava la frutta, ne mangiava molta, era simpatico, snello, forte … Un giorno però aveva mangiato delle fragole. Erano davvero magnifiche, grandi, senza difetti, infatti il contadino aveva usato il Crescibello, per avere le fragole più belle di tutto il paese. Il Crescibello era una pozione che gli aveva regalato un suo amico scienziato e aveva il potere di far crescere la frutta grande, bella e in una sola notte. Poco dopo averle mangiate, gli venne un fortissimo mal di pancia e gli spuntarono delle bolle su tutto il corpo. Pian piano il mal di pancia passò, ma le bolle quelle no, non se ne volevano proprio andare. Si vergognava così tanto che cominciò a stare sempre più da solo, divenne grasso e iniziò ad odiare tutti. Un giorno, per caso, mentre passeggiava triste e solo nel bosco, trovò una giacca su un cespuglio, forse era stata portata lì dal vento. Se la mise e continuò a camminare. Ad un certo punto inciampò e cadde in una pozzanghera. Era arrabbiatissimo. Così arrabbiato che dalle maniche della giacca iniziarono a scendere bombe che lanciò con grande forza. Fu così che capì che tutto era cambiato: quella giacca aveva poteri magici. E decise di usarli per distruggere ciò che l’aveva trasformato cioè la frutta. Quando Super Arancia arrivò sulla Terra iniziò a cercarlo. Lo cercò in Svizzera, in Spagna, a Londra, a Milano, a Roma… nulla! Andò verso la campagna, era ormai buio e stanco si mise a dormire sotto un albero. Al mattino, quando si svegliò, si accorse che si trovava sotto un albero di mele dorate. Iniziò a guardarsi intorno. Da una parte, si vedeva una montagna e l’ingresso di una caverna, dall’altra un castello, un boschetto e lì vicino un fiume. Decise di andare verso il castello, forse Sfregioman si era nascosto nel bosco,

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oppure era andato a bere al fiume o comunque al castello qualcuno lo poteva aiutare. Dopo un po’ che camminava, iniziò a sentire una gran puzza… veniva da un grandissimo mucchio di spazzatura che si trovava a pochi passi dalla strada. - Accipicchia come hanno ridotto questo povero pianeta! – pensò Super Arancia. Dalla spazzatura spuntò il cattivissimo gigante Ralf, che provò a fargli del male ma Super Arancia era più forte e lo sconfisse facilmente. Un po’ più avanti vide una casetta, bussò e gli aprì una bella signora. Suo figlio si era ammalato perché non mangiava più la frutta e la verdura, infatti qualcuno aveva distrutto tutte le piante che avevano nel campo. Super Arancia capì che forse era stato Sfregioman, ma non disse nulla, però promise che li avrebbe aiutati. Li salutò e si incamminò verso il castello. Era quasi arrivato quando vide, sulla riva del fiume, una bambina che stava piangendo. Vicino a lei c’era una splendida principessa dai capelli arancioni, la pelle liscia e morbida con graziose lentiggini. Indossava un vestito arancione brillante. Si avvicinò. - Chi siete? – chiese Super Arancia. - Io sono Rancia, mi chiamano così perché adoro le arance e lei è Funny! – disse la principessa – Sta piangendo perché qualcuno ha distrutto il suo frutteto e ha rapito i suoi genitori. È riuscita a scappare, ma ora le è rimasto solo questo cestino di fragole! - Deve essere stato Sfregioman Fruit, dobbiamo assolutamente trovarlo! Mi potete aiutare? - Sì, secondo me si nasconde nel bosco… - disse Rancia. Il sole stava per tramontare così decisero che lo avrebbero cercato il giorno dopo. Proprio in quel momento però, videro sbucare dal bosco Sfregioman Fruit. Si avvicinava sempre di più, era furibondo e distruggeva tutte le piante che incontrava. Super Arancia corse a fermarlo. Provò in tutti i modi e con tutte le sue forze, ma non ci riusciva. Rancia e Funny erano molto impaurite e non sapevano cosa fare. Avevano solo quel cestino di fragole … Funny si fece coraggio e glielo tirò addosso. Sfregioman Fruit era allergico alle fragole e iniziò a grattarsi dappertutto. Intanto Super Arancia ebbe il tempo di bere la super spremuta, che portava sempre con sé. In un attimo gli fece venire i muscoli d’acciaio e lo fece

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diventare più forte, così riuscì a sconfiggere una volta per tutte Sfregioman Fruit. Liberò i genitori di Funny che erano stati imprigionati nel bosco, poi tutti insieme portarono un po’ di frutta, che Rancia aveva nel suo castello, al povero bimbo malato che iniziò subito a sentirsi un po’ meglio. La sua missione era finita! Salutò i suoi nuovi amici, promise che sarebbe tornato a trovarli e se ne andò un po’ a malincuore. La principessa Rancia era davvero bella e sarebbe rimasto volentieri, ma non poteva, aveva altre missioni da compiere. E così Super Arancia divenne l’eroe dello spazio e mentre tornava sul suo pianeta, vide che la Galassia ora aveva i colori dell’arcobaleno, cioè quasi tutti i colori della frutta e della verdura messi insieme.

Autore: Classi III Scuola Primaria “A. Frank” Istituto Comprensivo “E. Fermi” - Macerata

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La dolce frutta della nonna Una mattina di Primavera, Cappuccetto si incamminò per andare a scuola. Lungo il tragitto, il Mago dei Dolci la fermò e le chiese:- Per merenda la solita mela?-poi aggiunse con fare molto convincente:-Tieni questo muffin al cioccolato che è tanto più buono e fa bene... è un carico di pronte energie !!! - Cappuccetto accettò con l'acquolina in bocca:- Grazie per avermi consigliato questa gustosa merenda!- . Si recò a scuola e la mangiò, anzi a dire proprio il vero, la divorò. Ogni giorno si ripetè la medesima storia... Solita mela? Nooo!!! Dolci a volontà... Giorno dopo giorno Cappuccetto diventava sempre più grassottella, fino quasi a non riuscire più a muoversi. Gli amici di Cappuccetto, preoccupati per lei, lo riferirono alla sua premurosa nonnina che, ovviamente, si spaventò. Subito si precipitò nel suo giardino e dall'albero di frutta magico raccolse per la sua nipotina: cocomeri,ciliege, fragole, melograni, uva, pesche, mele, albicocche... Ne ricavò un abbondante cesto e, mentre era in cammino verso Cappuccetto, cercava nella sua mente un modo per convincerla che mangiando quella frutta tutto sarebbe tornato a posto. Ad un tratto il Mago dei Dolci riapparve, trasformò i frutti in dolci, rise clamorosamente e se ne andò via. La nonna pianse ed una sua lacrima cadde proprio nel cesto dei dolci, perciò questi si trasformarono di nuovo in frutta ed in cielo apparve un arcobaleno che portò la nonna direttamente a casa della nipotina, con il cesto intatto e colmo della succulenta e gustosissima frutta. La bimba, commossa dalla tanta premura e dolcezza della sua nonnina, mangiò qualche ciliegia e mentre tentava di assaggiare qualche altro frutto tornò come prima, snella e carina!!! La nonna, felicissima, le raccomandò:- Ricordati di mangiare sempre sempre la frutta.- e la bimba commossa rispose:- Non preoccuparti nonnina mia, non disubbidirò più e mangerò sempre sempre la tua dolce frutta!Autore: Classi IV Scuola Primaria “A. Frank” Istituto Comprensivo “E. Fermi” - Macerata

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Le avventure di Saltapasto e la fatina Fruttina C'era una volta... Un re! - direte voi. E invece no, c'era una volta un burattino di nome Saltapasto, che voleva diventare un bel bambino. La Fatina Fruttina, sua madrina, che aveva i capelli arancioni e profumati di mandarino, la bocca di fragola e le guance di pesca, gli ripeteva tutti i giorni che per crescere e trasformarsi da pezzo di legno senza cervello a bambino roseo, sano e intelligente bisognava che avesse una buona alimentazione e che mangiasse tutti i giorni tanta frutta ricca di vitamine che danno energia. Inoltre non si stancava mai di ripetergli: Ricorda Saltapasto, LA FRUTTA TI FRUTTA! Saltapasto, però, non voleva ascoltarla, preferiva saltare i pasti pur di non mangiare cose sane e, soprattutto, detestava la frutta. A ricordargli i consigli della Fatina Fruttina c'era una sua aiutante, la Mela Parlante, che seguiva Saltapasto dovunque andasse, gli indicava tutti i meli che incontravano per strada (e all'epoca ce n'erano tanti, perchè le città erano piccole e la compagna era estesa) e gli ripeteva: - Mangia una mela, Saltapasto! UNA MELA AL GIORNO TOGLIE IL MEDICO DI TORNO! Saltapasto, però, non le prestava affatto orecchio, si nutriva solo di porcherie come patatine fritte e merendine industriali e spesso saltava la scuola per il gran mal di pancia. Suo zio Mastro Ciliegia e suo padre Grappoletto (così chiamati per la loro abitudine di nutrirsi ogni giorno di ciliegie ed uva) erano disperati: poiché non mangiava mai la frutta, Saltapasto cresceva ogni giorno più nodoso e “testa di legno”. Non riusciva a distinguere né i cibi sani da quelli che gli facevano male, né le persone affidabili da quelle inaffidabili e spesso si faceva coinvolgere in qualche guaio. Certo, quella volta che era stato preso dal terribile burattinaio Mangiamale, Saltapasto se l'era proprio vista brutta e aveva giurato a Grappoletto che da quel momento in poi avrebbe diffidato degli omoni grossi, grassi e dall'alito pesante. Mai avrebbe pensato, però, che anche un compagno di classe inoffensivo come Dolcignolo avrebbe potuto cacciarlo in un altro guaio.

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trovava simpatico perchè aveva i suoi stessi gusti: anche lui odiava la frutta. Quando, poi, un giorno Dolcignolo gli propose di partire con lui per il Paese delle Leccornie, Saltapasto si fece convincere. Le parole del suo amico gli risuonavano nella testa di legno: Credimi, se non vieni te ne pentirai! Dove vuoi trovare un paese più sano per noi ragazzi? Lì non ci sono le lezioni di educazione alimentare e neanche la mensa scolastica, dove si devono mangiare zuppa di cavolfiore, polpette di spinaci e mele biologiche! In quel paese le strade sono di cioccolato, le case hanno le mura di biscotto e le finestre di pasta frolla! E fu così che Saltapasto partì. La Mela Parlante cercò di dissuaderlo, ma Dolcignolo la intimorì dicendo: - Vieni anche tu, vedrai che bella fine farai! Diventerai una bella mela caramellata, ti infilzeranno con uno spiedo e lo zucchero ti sigillerà la bocca per sempre! La Mela Parlante chiamò in aiuto Fata Fruttina, la quale, sottoforma di foglia di fico trasportata dal vento, le suggerì: - Non preoccuparti, lasciamo che Saltapasto stia per un po' lontano da noi. Si accorgerà da solo del suo errore! Saltapasto stette là cinque mesi, poi cominciò a star male. Le sue giunture di legno erano sempre più rigide, gli stavano crescendo delle stranissime orecchie lecca-lecca e gli mancava ormai l'energia per fare qualsiasi movimento. IL SOGNO SI ERA TRASFORMATO IN INCUBO... Fu allora che la Fata Fruttina capì che era arrivato il momento di intervenire, perchè Saltapasto aveva imparato la lezione, e si materializzò davanti a lui con un bicchierone pieno di una bevanda vitaminica di colore verde. Bevi Saltapasto, e starai meglio! L'aspetto di quel beverone non era allettante, ma Saltapasto non fece nenche un capriccio, strizzò gli occhi, arricciò il naso e...SORPRESA! QUELLA BEVANDA ERA BUONISSIMA! Fatina mia, questa non è una medicina! Per star bene – rispose Fruttina – non c'è bisogno di medicine! Basta mangiare ogni giorno tanta frutta ricca di vitamine, che allontanano i malanni, danno energia e anche un bell'aspetto...Guarda me, vedi che pelle di pesca, che labbra di fragola, che capelli profumati? Saltapasto non la sopportava quando faceva la smorfiosa, ma quella volta pensò

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che fosse meglio ascoltarla in silenzio. E lei proseguì - Quello che stai bevendo è un frullato di Kiwi, mela verde e uva sultanina. E' buonissimo e fa miracoli! LA FRUTTA TI FRUTTA E TI FRUTTERA' PER TUTTA LA VITA, ricordalo sempre! E INFATTI IL MIRACOLO CI FU. Saltapasto non saltò più un pasto sano, mangiò tutti i giorni frutta fresca biologica e così divenne un bellissimo bambino in carne ed ossa, pieno di vitalità e bravissimo a scuola. Una magia della Fata Fruttina? Vi chiederete. Certo che NO! Tutto merito delle VITAMINE DELLA FRUTTA! Perchè... LA FRUTTA E' ENERGIA PER LA VITA!

Autore: Classi IV A Scuola Primaria “L. Lotto” Istituto Comprensivo “B. Gigli” - Recanati (MC)

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Illustrazione di Liliana Pinducciu


Fruit Wars In un tempo molto lontano, quando le verdure e la frutta erano il carburante che alimentava le astronavi, questi alimenti molto nutritivi erano sempre in guerra fra di loro per il dominio esclusivo sul pianeta. Già! Perchè la frutta alimentava le astronavi ribelli, mentre la verdura alimentava quelle nemiche, le astronavi imperiali... ma questa è una guerra a parte! Proprio nel bel mezzo di un puzzolentissimo bombardamento di broccoli da parte degli imperiali, arrivò il nemico tanto temuto, i GRASSI, alimentati da zuccherose merendine, strabordanti hot-dog, hamburger stratificati, patatine fritte e strafritte: tutto cibo adorato dagli umani ma che ... NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE!!! Le loro astronavi viscide e giganti erano in grado di affrontare qualsiasi minaccia con bombe caloriche e missili allo strutto, seminando il terrore nelle galassie. Allora le verdure, in preda al panico, scapparono via lasciando la frutta a combattere da sola l'orrendo nemico. I combattimenti erano brutali e un solo impero ne sarebbe uscito vivo! Lo scontro decisivo avvenne nella Valle del Destino: mele contro patatine. Le patatine fritte schizzarono grasso in quantità, rovinando le astronavi ribelli, mentre grosse mele polpose e dal succo vitaminico combatterono con compatta forza difensiva, sciogliendo quasi tutte le astronavi grasse. I ribelli diedero il colpo di grazia ai loro acerrimi nemici, utilizzando potenti frutti-laser con cui distrussero le astronavi restanti. Grazie alla collaborazione di tutte le schiere di frutta il pianeta fu liberato dai grassi, riacquistando così la sua forza e la sua energia. Tutti le acclamarono e degli imperiali non si seppe più niente per molto e molto tempo. Anni dopo le verdure uscirono di nuovo allo scoperto, vennero perdonate e divennero grandi alleate della frutta per combattere insieme la minaccia di possibili "guerre untuose". Tutti marciarono gridando in allegria: "FRUTTA ALLA RISCOSSA E GRASSI NELLA FOSSA!!!!" Autore: Classi V A Scuola Primaria “G. Natali” di Sforzacosta Istituto Comprensivo “V. Monti” - Pollenza (MC)

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L’orto della salvezza 1° Capitolo Nel 2057 il mondo stava diventando in bianco e nero; il cielo era così pieno di smog che il sole era oscurato da nuvole nere e non riusciva a far passare i suoi raggi per far crescere le piante. Gli ortaggi e la frutta, senza le condizioni ideali, non maturavano più ed avevano un colore grigio orripilante, davvero poco invitante! A Fruttopoli, la città dei frutti, nella provincia di Mangiasano, la situazione era critica: in campagna non si coltivava più la terra, tutti si erano trasferiti in città, e gli alberi si seccavano perché nessuno aveva più cura di loro. Le persone avevano perso il gusto di mangiare cibi naturali e si lasciavano ingannare dai cibi “artificiali”, consumando solo alimenti spazzatura come hot dog, fritti, hamburger, dolci e bevande gassate. Pian piano Fruttopoli stava perdendo tutti i suoi colori e si stava trasformando in un grande paese avvolto da un’atmosfera cupa, con abitanti che avevano un viso grigio ed un’espressione triste, rassegnati a vivere in un mondo monocolore. 2° Capitolo Sulla collina, una volta ricca di piante che producevano frutti squisiti e profumati, si trovava il centro di controllo della FUGA (Frutta Unica, Gustosa, Appetitosa), dove gli scienziati e i nutrizionisti erano sempre più preoccupati per il peggiorare della situazione. Avevano scoperto che la crescita di prodotti così buoni e sani dipendeva da un potere molto particolare e curioso delle MANI dei contadini e degli uomini in generale che lavoravano la terra. Esse infatti, con la loro operosità e passione, “trasmettevano” alla terra una forza incredibile, permettendole di dare i suoi migliori frutti. Questo però non accadeva più da tempo; la popolazione si stava ammalando perché gli uomini non potevano più nutrirsi con vitamine per crescere sani e in modo equilibrato.

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3° Capitolo Dopo giorni e giorni di affannose ricerche, gli scienziati stavano per arrendersi perché non riuscivano proprio a trovare una soluzione. Fu allora che si presentò al centro un giovane studioso, Banana Split, che lanciò un'idea: - Esiste, in un posto sperduto del nostro pianeta, la gemma della salute; al suo interno avrà di sicuro gli indizi per risolvere questo enorme problema! Allora il sindaco di Fruttopoli, Al Papaya, decise di formare una squadra di giovani volontari che avrebbero compiuto questa missione quasi impossibile. Dopo un'attenta selezione e una seria preparazione partirono in quattro: Banana Split, Joe Arancia, Jane Ciliegia e Frank Uva. La squadra si imbarcò su una nave e fece rotta verso le Americhe, precisamente nella foresta amazzonica. Forse, in quei luoghi ancora inesplorati, dove la natura la faceva da padrona, era possibile trovare la gemma della salute, che si stava indebolendo ogni giorno di più. Fare in fretta e recuperare il tempo era fondamentale e, se fossero arrivati tardi, sarebbe stato tutto inutile. Dopo molte peripezie e avventure, i quattro arrivarono in prossimità di una radura: in mezzo ad una vegetazione lussureggiante, si intravedeva un piccolo albero con cinque gemme, ognuna contenente un indizio per trovare l'orto della salvezza. I giovani si avvicinarono con cautela ed iniziarono a raccogliere le gemme, leggendo con attenzione le indicazioni: il primo indizio diceva di portare dall'Europa negli altri Continenti un grosso grappolo d'uva e mele per piantarli; il secondo diceva di portare dall'Africa banane, ananas, datteri e kiwi; il terzo di portare dalle Americhe pomodori, patate e zucchine, il quarto di piantare ovunque agrumi trovati in Asia e l'ultimo, il quinto, di prendere in Australia mais, grano e ……. Infine trovarono l’ultimo indizio in cui c’era scritto: - L’orto della salvezza non esiste! Tutti rimasero a bocca aperta ma incuriositi continuarono a leggere. Nel foglio inoltre c’era scritto: - Sarete voi a crearlo, con le vostre mani e il duro lavoro, tutto tornerà a fiorire!

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4° Capitolo I giorni trascorrevano e tutto stava cambiando; il cielo era luminoso ed anche gli uomini trasmettevano serenità. In poco tempo, non solo gli abitanti di Fruttopoli, ma anche i cittadini di tutti Continenti, tornarono a sorridere ed essere felici: il mondo era di nuovo pieno di colori, ogni territorio era a tornato produrre frutta e ortaggi in quantità! Tutte le persone, quando andavano in giro a lavorare portavano un cestino con i frutti di stagione; anche nelle scuole si distribuivano i frutti e i bambini impararono presto che mele, pere, arance erano molto più nutrienti e profumati di merendine, pizze e patatine. Per le strade cartelloni pubblicitari ricordavano che: La frutta devi mangiare se tu bene vuoi stare Con poca spesa grande impresa Piantare un albero è come piantare una vita keep calm and eat fruit. Il mondo della salute aveva vinto la sua gara verso il futuro, ricco di energia, di colore e di vita sana!

Autore: Classe V E Istituto Comprensivo “G. Lucatelli”- Tolentino (MC)

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Illustrazione di Miriam Manara


L' Arancia Tonda-Tonda C' era una volta una bella principessa..., NO!..., allora un coraggioso principe..., NO!..., un piccolo ranocchio..., NEMMENO!... ma allora di chi si parlerà in questa storia? Di un' arancia, sì, di una bellissima e succosissima arancia di nome TondaTonda. Era un frutto con una buccia spessa e ruvida, di un colore arancione acceso, quasi fosforescente; suo padre era un albero alto e robusto, mentre sua madre era un bellissimo fiore bianco molto profumato. Nel periodo in cui si trovava insieme alle sue sorelle, appesa ad un robusto ramo di suo “padre arancio”, era stata molto felice, perchè si sentiva protetta dalle tante “zie foglie” che la riparavano dalla pioggia e dal vento, ma nello stesso tempo le permettevano di prendere dal sole tutta l' energia e la luce che le serviva per crescere e per arricchire il suo succo. Un giorno però arrivò un contadino che incominciò a raccogliere tutte le arance che si trovavano sugli alberi lì vicino e sfortunatamente arrivò anche il suo turno. Si ritrovò così all' interno di una cassetta insieme a tante altre arance, alcune erano sue sorelle, altre non le aveva mai viste. Tutte le cassette piene di questi frutti arancioni e rotondi vennero caricate su un grosso camion per fare un lungo viaggio che le avrebbe portate sicuramente molto lontano. Tonda-Tonda era molto triste, piangeva e agitava le due foglie che le erano rimaste attaccate per cercare di scappare, purtroppo non aveva le gambe e riusciva solamente a rotolare da una parte all' altra della cassetta in cui si trovava. Ripensava continuamente a quando stava all' aria aperta a casa sua, riscaldata dal sole e in compagnia di tutti i suoi cari, mentre ora se ne stava al buio, all' interno del camion, senza sapere che fine avrebbe fatto. All' improvviso il camion si fermò; qualcuno incominciò a scaricare tutte le cassette per poi portarle all' interno di un negozio che vendeva frutta e verdura. Una di queste cassette venne messa in vetrina... era proprio quella di TondaTonda, che così ritornò ad essere felice perchè poteva essere riscaldata di nuovo dal sole che batteva sui vetri, inoltre da quella posizione poteva vedere tutto quello che succedeva di fuori. Davanti al negozio del fruttivendolo infatti c' era una palestra dove molte persone andavano a fare sport vari; tra queste c'erano alcune bambine che erano molto brave in ginnastica artistica e che qualche volta si fermavano in una piazzetta vicina e giocavano facendo la capovolta avanti e indietro, la ruota, la spaccata, la verticale...

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L' arancia Tonda-Tonda le vide e... si innamorò della ginnastica artistica! Incominciò così a muoversi, per provare a fare quello che facevano le piccole ginnaste, ma riuscì solo a cadere fuori dalla cassettta e rotolando, rotolando, arrivò in mezzo ad un' aiuola che si trovava vicino alla piazzetta. Arrivò la sera e Tonda-Tonda iniziò a piangere a dirotto, perchè aveva paura di stare da sola e perchè aveva anche freddo; all' improvviso vide davanti a lei una luce che avvolgeva una fatina vestita con tanti veli colorati. La fatina le svolazzò intorno, poi disse: - Ciao, bell' arancia, mi chiamo Fragolina e sono la fata dei frutti; perchè piangi, cosa ti succede? -Prima ero triste perchè mi hanno portato via da casa mia, ora che sono finalmente ritornata ad essere felice, mi sono accorta che posso solo rotolare, mentre vorrei fare tanto ginnastica artistica! La fata le disse che lei avrebbe potuto aiutarla, ma l' arancia in cambio doveva farle un favore e cioè regalarle un po' del suo succo. La fata infatti era molto debole, si ammalava spesso e aveva quasi sempre il raffreddore; sapeva che il succo dell' arancia, così ricco di vitamine, poteva farla guarire, glielo aveva detto una volta un medico che l' aveva visitata. Tonda-Tonda accettò l' accordo e subito le spuntarono due gambe lunghe e snelle, adatte proprio a fare i difficili esercizi di ginnastica artistica; una volta a settimana però doveva fare una piccola “punturina”, infatti la fata Fragolina le infilava nella buccia una cannuccia appuntita e le succhiava il suo dolce succo. Per l' arancia non c' era nessun problema, perchè rimanendo per un' oretta al sole, il succo le si riformava e lei ritornava come prima. Fragolina intanto riprendeva sempre di più le forze e il suo visetto pallido era diventato di un bel colorito roseo. Per quanto riguarda il sogno della protagonista di questo racconto, dovete sapere che la nostra arancia Tonda-Tonda, grazie alle gambe che le aveva regalato la fata e grazie alla sua grande energia, si è allenata giorno e notte e alla fine è diventata una grande campionessa; poco tempo fa ha vinto addirittura le Fruttiadi, che sono dei campionati di ginnastica artistica conosciuti in tutto il mondo. Autore: Classe II B Scuola primaria “D. Prato” Istituto Comprensivo “E. Paladini”- Treia (MC)

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La lotta biologica C'era una volta un paese in collina dove un anziano signore coltivava moltissimi alberi da frutto: albicocchi, peschi, meli, peri, melograni, nespoli, ciliegi, limoni. Aveva dedicato la sua vita alla cura di questi alberi, ma non si era mai accorto di quante storie fossero vissute dai buoni e gustosi frutti che ogni anno vi crescevano. Il frutteto mostrava una grande varietà di foglie e forme e, ad ogni stagione, donava al paese intense sfumature di colori ed essenze di profumi. Era autunno e l'albero di melograno, al centro del vasto frutteto, si mostrava in tutta la sua bellezza. I bei fiori, a forma di calice in primavera, si erano trasformati ora in tonde melagrane e tra tutte spiccava la Regina Melagranata, ammirata da tutti i frutti del giardino. Accanto a lei, troneggiava un verdissimo albero di limone con il Re Citrus, di colore giallo oro. La regina di tutti i frutti, Regina Melagranata, era preoccupata per il frutteto perché la Cimice Verde, un parassita letale, stava attaccando gli alberi. Sui fusti e sulle foglie avevano trovato la loro dimora tante cimici e trascorrevano il loro tempo pungendo e succhiando la linfa vitale delle povere malcapitate. Con voce squillante, Regina Melagranata richiamò l'attenzione di suo marito, Re Citrus, che era sempre più acido e convito che la sua dura scorza gialla fosse una corazza capace di proteggerlo da ogni attacco e malattia. - Re Citrus, Re Citrus, ascoltami! La Cimice Verde ha attaccato il nostro frutteto. Sta impestando l'aria con il suo cattivo odore e succhia il nutrimento delle giovani piante! Re Citrus non si mostrò affatto preoccupato ma quando udì un coro di lamenti provenire da tutti i frutti del giardino, si sistemò gli occhiali e si guardò ben bene attorno. Le poche foglie rimaste sugli alberi dei nespoli, dei meli, dei peri, dei cachi, degli albicocchi, dei peschi, dei susini, dei ciliegi, degli aranci, dei melograni, dei limoni e dei corbezzoli erano invase da cimici verdi e si stavano accartocciando su se stesse. I rami, nudi e scheletriti, segnavano il cielo vuoto e grigio. Tutto era triste in una stagione, l'autunno, ricca di colori caldi con infinite sfumature. Anche i piccoli granelli rosso rubino della regina erano spaventati e, tremando di paura, pregavano il Re, loro padre, di prendere in mano la situazione. - Occorre trovare un rimedio! Tuonò con la sua voce decisa.

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Proprio in quel momento vide una bambina correre nel frutteto intenta a catturare una piccola coccinella dai sette puntini neri e di colore rosso brillante. All'improvviso ricordò le parole di suo nonno Limon che gli spiegava come certi insetti buoni fossero utili per sconfiggere insetti dannosi. - Bisogna convincere Coccinella Bella ad iniziare una lotta biologica per cacciare le cimici, altrimenti i nostri frutti avranno un sapore diverso e sgradevole! Ma Re Citrus non aveva idea di come convincere tante coccinelle ad aiutare il frutteto. Mentre la bambina era sul punto di catturare la coccinella, Re Citrus allungò il suo ramo e con una spina punse al dito la ragazzina che corse via dal frutteto e, piangendo, chiese al nonno di disinfettarle la ferita. Prontamente Regina Melagranata attirò a sé nella sua coroncina la giovane coccinella. Insieme a suo marito Re Citrus spiegò il guaio in cui si trovavano e proposero al buon insetto di trasferirsi nel frutteto dove, tanti anni prima, il proprietario aveva costruito una casetta di legno che poteva ospitare migliaia di coccinelle. Esse avrebbero trascorso lì la brutta stagione, al calduccio e in compagnia dei frutti, in cambio avrebbero cacciato le cimici verdi. Coccinella Bella accettò di buon grado. Si era spinta nel frutteto per trovare una sistemazione per l'inverno e non le sembrava vero poter essere utile a qualcuno e aver trovato quel comodo riparo. Comunicò la notizia a tutte le coccinelle del paese che in breve si ritrovarono al centro del frutteto, pronte a pulire con le loro ali la polvere della casetta. Trascorsero la prima notte nella nuova abitazione lavorando per realizzare una miscela di acqua e tabacco in polvere; il giorno successivo volarono senza sosta tra i rami degli alberi e spruzzarono il composto sulle piante infestate. In questo modo riuscirono a cacciare le cimici verdi per sempre. I frutti poterono così completare la loro maturazione, senza alcuna conseguenza e mantennero tutte le loro caratteristiche per far bene alla salute.

Autore: Classe II A Scuola primaria “D. Prato” Istituto Comprensivo “E. Paladini”- Treia (MC)

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Scuole Primarie

Provincia di Pesaro Urbino

Illustrazione di Beatrice Salustri


La Fruttanza C’era una volta un regno lontano governato da un curioso sovrano: il suo nome era re Ulderico ed era proprio un gran bel fico. Si, si, proprio un fico, maturo e zuccheroso, un frutto, s’intende, così morbido e gustoso!. Nel suo palazzo accoglieva solo frutti perfetti, guai ad avere imperfezioni o difetti! Il re controllava i valori nutrizionali, le vitamine contenute e i sali minerali. Ogni anno proclamava una gara nel suo regno e tutta la frutta si preparava con grande impegno: era chiamata da secoli la “FRUTTANZA” una sfida di acrobatica e sfrenata danza! Partecipavano i frutti più nutrienti e i concorrenti eran davvero tanti: ananas, avocado Kiwi e banana, campioni di danza latino-americana, arance, mandarini, limoni e compagnia bella si cimentavano in una movimentata tarantella, noci, nocciole mandorle e pistacchi ballavano il tip-tap sbattendo i tacchi, ciliegia, fragola, lampone e amarena seguivano il ritmo della macarena e in fondo alla sala, avvinghiata col mango, l’uva si esibiva in un articolato tango. Tutti danzavano leggiadri e professionali, nel mondo non esistevano campioni eguali! Ma improvvisamente nella sala danzante Si presentò un frutto brutto ed ingombrante;

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era una pera, un po’ sfatta, panciuta e acquosa e desiderava danzare più di ogni altra cosa! Il re la squadrò severo, inorridito e furioso, come accettare un frutto così obbrobrioso? “Vattene!” urlò “Qui non sei la benvenuta!” E la pera se ne andò triste e alquanto dispiaciuta Stava tornando disperata al suo frutteto, quando un grido la costrinse a tornare indietro. Rientrò guardinga nella sala dal loggiato e vide un essere spaventoso e ghiacciato! Era FRIGERIO, un mostro senza pietà, che congelava spietato paesi e città. Con un solo soffio glassò tutta la frutta danzante e l’intera sala divenne immobile all’istante! La pera, impaurita, ripensò al mal torto ricevuto, ma poi capì che doveva chiedere subito aiuto. Decise di correre svelta a cercare il supporto di tutti quei frutti ai quali il re aveva fatto torto: all’anguria troppo grassa, alla mela così impacciata, a tutta quella frutta che dal regno era stata cacciata. “Voi siete ricche d’acqua, possiamo intervenire” disse la pera convinta di poterci davvero riuscire. “Andiamo a combattere quel mostro congelato e il re si pentirà di averci ingiustamente esiliato!” “Va bene combattiamo!” risposero i frutti in coro, noi non portiam rancore, non siamo come loro! E’ molto più importante darsi da fare piuttosto che farsi da tutti ammirare!” Così baldanzosi e uniti si distinsero nel combattimento riducendo FRIGERIO ad una pozzanghera sul pavimento!

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Quando i frutti danzanti furono tutti scongelati gli eroi salvatori vennero con slancio ringraziati. I frutti ricchi d’acqua li avevano salvati e al pari degli altri andavano considerati! Il re Ulderico, commosso, promise che in futuro tutti avrebbero partecipato alla gara di sicuro!. La pera, felice, si esibÏ in una meravigliosa danza, ondeggiando soavemente con la sua buffa panza. Da quel giorno non esistono piÚ i belli e i brutti e nel regno convivono felici proprio tutti i frutti!!!

Autore: Classe III A Scuola Primaria "G. Carducci" - Pesaro

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La guerra dei frutti Questa è la storia di due regni in eterna ostilità, che da sempre si sono combattuti senza pietà. Ignote sono le ragioni di questa avversione, forse quei popoli avevano perso la ragione! Al di là del colle, vicino al lago salmastro, vivevano i frutti dal color verde e giallastro. Nei pressi della pianura, attraversando il burrone, abitavano invece quelli di color rosso e arancione. Essi credevano di essere i più vitaminici e succosi, ed erano convinti che gli avversari fossero disgustosi.. La tribù degli ARANROSSI, era da AMARENA capeggiata, una crudele regina che seminava soltanto frutta spappolata.. Più ragionevoli erano i GIALLERDI, capeggiati da BANANA, che attaccavano i loro avversari al grido di una risata strana! Tanti frutti sono stati orrendamente trucidati, sui campi di battaglia gambi e resti spiaccicati… Ma un giorno di bel sole, con tregua proclamata, La FRAGOLA al lago si era pericolosamente recata. E mentre sorseggiava quell’acqua verde e scura alle sue spalle vide che si rifletteva una figura.. Dallo spavento cadde nel lago improvvisamente rischiando di annegare inesorabilmente. Chiamò aiuto a gran voce, con tutto il suo fiato, ma nessuno della tribù la sua assenza aveva notato! Le forze aveva perso quando sentì un canto provenire dal rigoglioso cespuglio accanto. Poi lo vide, era uno splendido limone, che stava cantando una bella canzone. Lui la salvò e fu amore immediato, fuori da ogni guerra e incondizionato. Ma i sovrani non volevano quell’unione oltraggiosa: un limone e una fragola, che coppia indecorosa!

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I due frutti si vedevano di nascosto ogni giorno, incuranti della guerra che avevano intorno. Ma in una triste sera FRAGOLA fu arrestata e stava per essere da AMARENA giustiziata… LIMONE convinse BANANA ad intervenire, quell’assurdo odio dovevano subito far finire! Così i GIALLERDI, senza armi , decisi, uniti e fiduciosi chiesero agli ARANROSSI di lasciare in pace i due morosi. “Da troppo tempo ci stiamo combattendo, è ora di fermarsi a riflettere un momento!” tuonò BANANA con una risata scherzosa, desiderando la pace più di ogni altra cosa. “ Tutti abbiamo sostanze preziose da donare, e siamo importanti per chi ci sa apprezzare! “ AMARENA si volse e vide il suo popolo annuire e capì che quell’assurda guerra doveva finire. Così da quel giorno non esistono più due fazioni, limone e fragola possono cantare le stesse canzoni… E uniti i regni in una macedonia multicolore, ciascuno può far sentire la voce del suo cuore.

Autore: Classe III B Scuola Primaria "G. Carducci" - Pesaro

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La scoperta delle visciole Marco abitava in campagna insieme al nonno, in una casa circondata da tanti alberi di visciole. A marco piaceva molto ascoltare le storie che raccontava nonno Pino e insieme facevano tante cose belle. Nonno Pino raccontava che sua madre gli preparava pane, visciole e zucchero per merenda. Il giorno dopo Marco portò a scuola un cestino pieno di visciole. I suoi compagni non conoscevano quei piccoli frutti rossi che assomigliavano alle ciliegie ed erano curiosi. Li assaggiarono. Non erano dolcissime tuttavia Marco raccontò che si potevano fare delle buonissime ricette, come il vino di visciole chiamato visciolato o visciolata, il succo di visciole e la marmellata. I bambini tornati a casa raccontarono ciò che avevano scoperto. Prima tra i genitori e poi in tutta la città la voce si sparse. Insieme ai nonni si riscoprirono questi frutti poco conosciuti e furono inventate nuove ricette come il torrone di visciole, la crostata, il miele aromatizzato alla visciola... Da allora a Pergola, la città di Marco, ogni anno a dicembre si fa una festa dedicata a questo frutto, la CioccoVisciola: festa del cioccolato e del visciolato.

Autore: Classe II A Scuola Primaria Pergola Istituto Comprensivo Statale "G. Binotti" - Pergola (PU)

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Illustrazione di Cinzia Veccia


E l'arcobaleno tornò a splendere Fruttosia era una città felice. Su di essa splendeva, sia che piovesse sia che ci fosse il sole, un grande arcobaleno. Gli abitanti erano sani e sempre di buonumore. Questo perché stavano molto all'aria aperta e mangiavano grandi quantità di frutta e verdura, che come si sa danno energia e prevengono tante malattie. Quello di Fruttosia era un arcobaleno speciale; a guardarlo bene, infatti, si vedeva che i vari colori erano formati da frutta. Il rosso era formato da fragole, ciliegie, ribes…, l’arancione da albicocche, arance, pesche, mandarini…, tutti stretti gli uni vicini agli altri. Proprio per questo suo straordinario arcobaleno la città era visitata ogni anno da migliaia di turisti. Mentre gli abitanti di Fruttosia erano grandi mangiatori di frutta e verdura, i turisti mangiavano solo hot dog, hamburger e patatine. Un giorno ad un turista cadde un panino dallo zaino; era un grosso panino rotondo con all'interno hamburger, sottiletta e bacon, il tutto ricoperto da una montagna di maionese e ketchup. Il panino fu raccolto da un giovane fruttosino che lo portò ai suoi amici per mangiarlo insieme. I bambini lo assaggiarono e in un baleno in tutta la città il fast food divenne il cibo preferito non solo dei piccoli, ma anche dei grandi.. Fu l'inizio della fine. La frutta, che nessuno mangiava più, cominciò a marcire sugli alberi e, cosa ancora peggiore, l'arcobaleno cominciò a perdere pezzi. Prima cominciò a cadere il viola e ci fu una pioggia di more, mirtilli, prugne..., poi il verde e piovvero mele, pere, uva..., l'ultimo a cadere fu il rosso. La città, senza più l'arcobaleno, diventò grigia, scomparvero i turisti, la gente si rattristò e cominciò ad avere problemi di salute e di linea. Il tempo passava. Un pomeriggio un gruppetto di bambini, maschi e femmine, stava giocando con la palla quando questa rotolò via e andò a finire in dei sotterranei per la raccolta dell’acqua piovana. Uno di loro andò a riprenderla e, con grande meraviglia, si trovò circondato dai colori dell'arcobaleno, dalla frutta dell'arcobaleno, che, caduta dal cielo, era finita lì e per magia era rimasta intatta: fresca e succosa. Da quanto tempo il bambino non la vedeva più! Allungò la mano verso una fragolina e la mise in bocca. In un attimo gli tornarono in mente gli antichi sapori, le ciotole di macedonia che gli preparava la nonna. Chiamò gli amici che erano rimasti fuori: - Ehi ragazzi, venite a vedere cosa ho trovato! Sentite che bontà! I ragazzi lo raggiunsero e si tuffarono in quel mare di frutta, poi tutti insieme decisero che dovevano portare la frutta fuori di lì e farla riassaggiare agli abitanti

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Organizzarono un piano: con delle carriole avrebbero portato fuori la frutta, poi avrebbero fatto una bancarella e regalato la frutta ai passanti. - Non basta - disse uno di loro - dobbiamo anche spiegare perché è importante mangiare la frutta. - Mi è venuta un’idea! Facciamo dei cartelloni con degli slogan. - disse un altro bambino. - Io farò la pubblicità con il megafono. - intervenne una bambina. - Eccone uno! - esclamò Marco - “Se tanta frutta mangerai più sano crescerai”. - Io ne ho un altro: “Frutta in quantità addio obesità”. - Sentite questo! - disse Giada - “Se la frutta mangerete ai bei vecchi tempi tornerete”. L’idea della bancarella fu un successone. Tutti quelli che passavano si fermavano, non solo a mangiare, ma anche a riflettere sugli slogan. Ogni volta che un passante prendeva e mangiava un frutto in cielo si riformava un pezzetto di arcobaleno. Se veniva mangiata una ciliegia ecco ricomparire un pezzetto di rosso, un mandarino e spuntava un pezzetto di arancione. A poco a poco gli abitanti di Fruttosia ripresero a mangiare la frutta. E arrivarono anche le prime soddisfazioni. - I miei rotolini sono scomparsi!- si sentì gridare una mattina un signore. - Io mi sento pieno di energia! - urlò un altro. - Io ho perso quattro chili! - esultava una signora. - Non ho più la pancetta! - disse qualcun altro. La gente tornò a sorridere e a stare bene e tornarono anche i turisti. Per non correre altri pericoli, all'ingresso della città venne sistemato un cartello che diceva: “Se l'arcobaleno vuoi guardar il fast food devi abbandonar”. Sotto c'era un grande bidone dove i turisti potevano buttare i loro cibi “grassi”, e a fine giornata era sempre pieno. La sera, prima di andare a letto, c’era sempre qualche bambino che controllava l’arcobaleno e solo dopo averlo visto al suo posto, splendente più che mai, si metteva a dormire tranquillo e soddisfatto. Autore: Classe V A Scuola Primaria Pergola Istituto Comprensivo Statale "G. Binotti" - Pergola (PU)

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Farcito Steve Steve ha dieci anni, frequenta la classe quinta, ha gli occhi azzurri, i capelli biondi ed è un po’ cicciottello; infatti lui è goloso di cioccolato, noccioline, patatine e si abbuffa di pizza farcita. “Cioccolato e noccioline patatine e merendine mangio pizza e mozzarelle ma che buone le caramelle! Son pesante, ma contento Mangio mangio allo sfinimento” Così succedeva che spesso veniva preso in giro dai suoi compagni per il suo aspetto goffo e il suo fare lento. Un giorno, mentre tornava a casa, percorrendo il solito sentiero vicino alla campagna, alcuni suoi compagni lo accerchiarono ed iniziarono a dargli fastidio, lo spinsero, lo fecero cadere, dandogli calci e pugni, e lo insultarono dicendogli: “Sei grande, grosso e giuggiolone. Da quanto sei ciccio non riesci neanche ad alzarti. Da oggi ti chiameremo “FARCITO STEVE”!!! Steve svenne….. Quando si svegliò, si trovò in un campo da solo e si accorse che non era un campo qualsiasi… ma un frutteto!...... Iniziò a vedere gli alberi che si muovevano con sopra tanta frutta che…correva, saltava in alto, i chicchi d’uva che si staccavano e poi si avvicinavano formando un grappolo…. “Girotondo della frutta salta, corre e si …butta! mele rosse, mele gialle uhm che voglia di mangiarle! Rotola, corre e salta mentre gira si ribalta, uva, mele e susine sembran tutte ballerine!” Le mele rotolavano e la mela rossa gigante andò a finire sulla sua mano…. toccandola la sentì liscia e dura, annusandola profumata, assaggiandola sentì

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sotto la buccia una polpa morbida e dolce, il succo buono e zuccheroso. Girandosi intorno vide un mondo di colori: pesche, ciliegie, albicocche, susine pere…e gli piace! Mentre le raccoglie per portarle a casa, vide delle ife attaccare delle mele come tentacoli…… Steve decide di ammucchiare tutta la frutta ammuffita e puzzolente dentro una buca per farla decomporre dai batteri e dai lombrichi e così formare il compost per aiutare il frutteto. Steve vi tornava tutti i giorni a trovare e a riprendere la sua frutta amica, perché anche la sua famiglia aveva iniziato a mangiarla sempre più e ad apprezzarla; anche lui iniziò a sentirsi meglio e a diventare più veloce, allegro ed energico. Un giorno, tornando a casa con il solito cesto di frutta, incontrò il gruppo di compagni che lo avevano picchiato; stavolta, però Steve cominciò a lanciargli la frutta e loro ad acchiapparla… “Venite, accorrete qui tanta frutta troverete da mangiare in allegria tra gli amici in compagnia mangia frutta buona e saporita con le vitamine si migliora la vita!” “Ehi Steve!.....prendila al volo!...Sei in gamba! …Hai perso la farcitura? Dai divertiamoci con la frutta”!!! Da allora “Farcito Steve” divenne per i suoi nuovi, grandi amici, semplicemente… “Steve” e tutti insieme si recavano ogni giorno al frutteto, dove decisero di preparare ottimi succhi di frutta!

Autore: Classe V B Scuola Primaria Pergola Istituto Comprensivo Statale "G. Binotti" - Pergola (PU)

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Nonno Agostino, nonna Peppa e il frutto del vento Intorno alla grande e vecchia casa viveva Agostino, un anziano contadino che non aveva avuto figli e di conseguenza non aveva nipoti, ma era diventato il nonno del paese come sua moglie detta Peppa. Nonno Agostino e nonna Peppa avevano un bel frutteto e un grande orto. Il frutteto era coloratissimo, aveva molte piante, una diversa dall’altra: il pesco, l’albicocco, il fico, il castagno, il pero, il melo, il noce,…e nonno Agostino lo curava insieme ai bambini del paese che quasi ogni giorno andavano a trovarlo e si arrampicavano su quegli alberi, ci si nascondevano, ci giocavano, ci immaginavano e raccoglievano i loro frutti gustosi, mentre imparavano a curarli e li osservavano crescere sani e forti. Agostino infatti aveva assegnato ad ognuno un albero per prendersene cura, perché ognuno di questi alberi assomigliava un po’ a ciascuno dei bambini. Bianca amava tanto il pero e aveva mangiato così tante pere che intorno ai sette anni, quasi non aveva più denti in bocca; Michela aveva tanti ricci in testa quanti erano i semi del frutto del melograno; Antonino era bravissimo ad arrampicarsi e si divertiva a raccogliere le mele, prima che cadessero a terra; Christian era il custode del castagno, da quando gliene era caduta una in testa e l’aveva piccato con il riccio; Giorgio adorava raccogliere i fichi, li metteva nella maglietta per portarli a nonna Peppa che ci faceva la marmellata e si sporcava sempre tutto; ad Ana piacevano le pesche, che assomigliavano al colore della sua pelle. Rebecca aveva saputo che il noce aveva a che fare con le streghe e curiosa com’era aveva scelto di occuparsi di questo albero. L’orto di nonna Peppa era grande e aveva tante aiuole con: insalata, carote patate, fagioli, mais, pomodori e anche le fragole che Riccardo si divertiva a rubare e mangiare appena mature. Il confine dell’orto verso Sud era un filare d’uva e Iris stava sempre in guardia perché gli uccellini appena iniziava a maturare beccavano i grappoli di moscato con avidità. Alessia aiutava nonna Peppa ad annaffiare bene l’orto, specie in estate perché adorava l’anguria e quando la mangiava metteva da parte i semini per crearci dei disegni sulla terra; Desirè curava il mais e con le foglie aiutava nonna Peppa a fare cuscini e bambole; Eleonora amava i cavalli e per questo coltivava l’aiuola delle carote; Armand invece si occupava dell’insalata liberandola dalle lumache, che poi si divertiva a

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mettere in fila per giocarci a fare le corse; Giulia coltivava i pomodori perché le piaceva tanto il colore rosso; Nicola seguiva le patate perché gli piaceva scavare e trovarle sotto la terra e Veronica i fagioli perché quando erano secchi li infilava in un filo e ci faceva le collane. Con nonno Agostino e nonna Peppa i bambini imparavano molte cose sulla natura, la cura dei semi, della terra e poi ogni volta che li aiutavano, portavano a casa qualche buon frutto e lo mangiavano insieme alla propria famiglia. Un bel giorno però nonno Agostino e nonna Peppa, morirono e guarda caso tutti e due insieme e i bambini, che nel frattempo erano cresciuti, trovarono in un cesto vicino al grande camino della grande casa, un cartoccio con dentro tanti semi: ne presero uno ciascuno e lo portarono con sé. Ognuno di loro piantò il suo seme e fece crescere il suo frutto e dopo molti anni, ormai adulti, decisero di ritrovarsi per raccontarsi le loro storie e le loro vite. Si diedero appuntamento nella vecchia casa di nonno Agostino e nonna Peppa, ormai abbandonata e malridotta e così fu. Ritrovarono il frutteto diventato secco e l’orto pieno di erbacce, ma tutti subito si accorsero che stranamente vicino alla casa di nonno Agostino e nonna Peppa, era cresciuto un bellissimo albero di nespole! Chi aveva piantato quel seme? Il giorno in cui nonno Agostino e nonna Peppa morirono e i ragazzini avevano trovato il cartoccio pieno di semi, tirava un forte vento. Forse il vento aveva sollevato un seme senza che nessuno se ne accorgesse e…quell’albero era il frutto del vento.

Autore: Classe II A Scuola Primaria di Serra Sant’Abbondio Istituto Comprensivo Statale "G. Binotti" - Pergola (PU)

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Illustrazione di Daniela D'Elia


Una fiaba dedicata alla frutta C'erano una volta, in un frutteto, tanti meli. Nei meli vivevano dei frutti, tra cui delle mele che contenevano tante vitamine, erano di colore giallo, verde e rosso. In un giorno sereno, delle nuvole grigie oscurarono il sole, dalle nuvole caddero oggetti di varie forme che volavano su dei sacchetti. Erano patatine fritte!!!!! Le patatine iniziarono a spruzzare dei veleni grassi e oleosi sulle mele che diventarono piano piano pietre. All'improvviso arrivò la mela Fuji, che era un samurai, e iniziò a combattere con la sua potente spada contro le patatine.....ma erano troppe! Fuji fu cosÏ costretta a nascondersi tra le radici dei meli. Ad un tratto apparve il mago Arcimboldo, fatto tutto di frutta e al posto degli occhi aveva mirtilli, che diede a Fuji una polverina vitaminica e disse: " Spargila sulle patatine fritte, cosÏ le farai sparire!" Alla fine il samurai sparse la polverina vitaminica sulle patatine che scomparvero per sempre e l'incantesimo fu spezzato. Le mele tornarono come prima e il frutteto visse per sempre felice e contento. Meglio mangiare una mela che essere trasformati in sassi dalle patatine fritte!!!!!

Autore: Classe III sez. unica Scuola Primaria "Papa Giovanni XXIII - Villa Ceccolini - Pesaro Istituto Comprensivo Statale "G. Galilei" - Pesaro

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Simpatica frutta Oggi al mercato sentivo parlare, tutta la frutta voleva scherzare. Sono l’arancia super succosa, provami, sono tanto gustosa! Io, la mela, a tutte le ore son per te come un dottore! Ho una forma proprio strana, sono io, la banana. Dolce da mattina a sera, che delizia, son la pera! Meraviglia! Che stupore! Tanti colori e buon sapore! E’ una nuova amicizia con la frutta, che delizia!

Autore: Classe II B Scuola Primaria Pergola Istituto Comprensivo Statale "G. Binotti" - Pergola (PU)

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Illustrazione di Katia Gigli


Indice Una macedonia di frutta - Robertino Perfetti Il progetto Mense Scolastiche - L'Africa Chiama Onlus

3 4

Scuole Primarie Provincia di Ancona

8

Illustrazioni di

Martina Biondini - Lisa Gelli - Lorenzo Sabbatini - Eva Naccari

Titoli:

La famiglia del pomodoro La storia di Paula Fruttopolis L'albero di macedonia La famiglia RealFrutta Il Re Saturno ed il regno della frutta Alla ricerca della frutta Come nacquero i dolci alla frutta Fruttitolia Il budino di frutta

10 15 20 23 25 27 32 36 38 39

Scuole Primarie Provincia di Fermo

40

Illustrazioni di

Roberta Torregiani

Titoli:

Filastrocca dei frutti La montagna colorata Nicoletta e il Grande Saggio

42 45 47

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Scuole Primarie Provincia di Macerata

Illustrazione di Rossella Trionfetti - Liliana Pinducciu - Miriam Manara

48

Titoli:

Il paese della frutta Super arancia eroe dello spazio La dolce frutta della nonna Le avventure di Saltapasto e la fatina Fruttina Fruit Wars L'orto della salvezza L'arancia Tonda-Tonda La lotta biologica

50 53 56 57 62 63 68 70

Scuole Primarie Provincia di Pesaro Urbino

72

Illustrazione di Beatrice Salustri - Cinzia Veccia - Daniela D'Elia - Katia Gigli

Titoli:

La Fruttanza La guerra dei frutti La scoperta delle visciole E l'arcobaleno tornò a splendere Farcito Steve Nonno Agostino, nonna Peppa e il frutto del vento Una fiaba dedicata alla frutta Simpatica frutta

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74 77 79 82 84 86 90 91


La Narrativa per la Scuola Primaria www.alberodeilibri.com

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