Più Salute! #1

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più SALUTE ! www.spaziosalutesandecenzio.it

PREVENIRE l’ INFLUENZA VIVERE BENE LA MENOPAUSA conoscere la DERMATITE BREVI APPUNTI SULLA PROSTATA

DENTE NATURALE O IMPIANTO? SALUTE ORALE DEL BAMBINO QUELLE FASTIDIOSE AFTE LA DIETA MEDITERRANEA

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Editoriale

Giovanni Oliva Direttore Amministrativo e Responsabile Marketing

Bentrovati alla seconda edizione di questo progetto editoriale; questa volta, oltre a informare su nuovi servizi, offerta clinica, e articoli riguardanti la salute, che i medici che collaborano con la nostra struttura accuratamente scrivono, vorrei presentare un nuovo progetto: ”La Vetrina dei talenti”. Un progetto che da tempo ho in mente, e ora che ho anche lo spazio ho deciso di sviluppare; nasce da un’ambizione sociale e una esigenza imprenditoriale, ovvero dare spazio e visibilità a nuove attività imprenditoriali, e allo stesso tempo abbellire e trasformare la vetrina della Parafarmacia. Si traduce nel regalare ogni sei mesi la vetrina su strada a nuovi talenti che possono allestire a loro piacimento uno spazio di 20 mq per mettere in risalto il frutto della loro creatività. In questo primo esperimento daro’ spazio a 2 giovani imprenditori che hanno deciso con coraggio di provarci e mettersi in gioco; nelle ultime pagine una loro presentazione di chi sono e cio’ che fanno. L’appello è a tutte le nuove attività di venire a vedere la vetrina e perchè no chiedere di poterla allestire. Penso che la condivisione di spazi, idee, volontà stia alla base di una ripresa economica. Grazie e buona lettura.

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10 >Brevi Appunti sulla prostata Dott. Romano Casadei 12 > Medicina Interna Dott. Giorgio Maniscalco 14 >Il fischio nell’orecchio Dott.ssa Francesca Castellani 16 >Vivere bene la menopausa Dott.ssa Valentina De Lellis 20 >La dermatite atopica Dott. Luca Conocchiari 24 >La dieta mediterranea Dott. Simone Piccioni 30 >Osteopatia pediatrica D.O. Federico Filippini 32 >Prevenire l’influenza Dott. Maurizio Annibalini

37 >Dente naturale o impianto? Dott. Marcello Oliva 42 >Adesione conservativa Dott. Giacomo Augusto Oliva 44 > Salute orale in età evolutiva Dott.ssa Selene Girelli 49 >La pulizia del viso Dott.ssa Federica Carnaroli 52 >Fili Riassorbibili Dott.ri M.Serra e L.Latini 54 >Le afte Dott.ssa Giorgia Montemaggiori 58 >Qi Gong (Yoga Cinese) Florido Venturi 60 >Oasi delle Mamme 62 >La vetrina dei talenti


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Direttore Sanitario

Dott. Marcello Oliva Medico Chirurgo

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entrovati, in questa edizione portiamo alla luce nuovi servizi all’interno della nostra struttura, infatti colgo l’occasione per presentarvi il Dott. Alberto Mazzanti che si occuperà di ecocolordoppler, la Dott.ssa Francesca Castellani otorinolaringoiatra, la Dott.ssa MariaGrazia Manicone neurologa e il Dott. Mauro Marani, nefrologo. È nostra intenzione migliorare costantemente l’offerta clinica in base alle esigenze dei cittadini per arrivare ad offrire sempre piu’ un servizio completo e integrato. Già oggi lavorano al nostro interno una ventina di medici, due farmacisti e una decina di persone che si occupano di attività paramedica. L’impegno nostro va nella direzione di avere una visione pazientecentrica dove il paziente puo’ rivolgersi a una struttura come la nostra e avere una risposta completa, appropriata e di qualità.


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> Medici & Servizi Dott. Romano Casadei

Urologia

Dott. Giorgio Maniscalco

Medicina Interna

Dott. Piero Cesaroni

Cardiologia

Dott.ssa Mariagrazia Manicone

Neurologia

Dott. Marzio Raspugli

Pneumologia

Dott. Mauro Marani

Nefrologia

Dott. Piergiorgio Costantini

Chirurgia

Dott. Luca Conocchiari

Dermatologia

Dott.ssa Francesca Castellani

Otorinolaringoiatria

Dott.ssa Valentina De Lellis

Ginecologia

Dott. Antonio Baldi , Dott. Alberto Mazzanti

Servizio Ecografico

Dott. Maurizio Annibalini

Omeopatia

Dott.ri Mariarosaria Serra & Luca Latini

Medicina Estetica

Dott.ssa Nadia Scialdone

Logopedia

Dott. Giacomo Pietrucci

Psicoterapia

Dott. Simone Piccioni

Nutrizione

D.O. Federico Filippini

Osteopatia


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> Servizio Ecografico Il servizio ecografico del Centro Medico San Decenzio effettua tutte le principali ecografie per gli adulti e i bambini necessarie per gli approfondimenti diagnostici, a prezzi calmierati e senza liste di attesa.

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brevi appunti sulla

Prostata che cos’è, le patologie e la prevenzione Dott. Romano Casadei

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l mio compito è quello di dare informazioni semplici, sintetiche e di facile lettura affinchè i lettori di queste note abbiano idee chiare su questo organo di cui tanto si parla nei media e che tanto preoccupa gli uomini al di sopra dei 50-55 anni. La prostata è un organo a componente ghiandolare e muscolare, della dimensione di una castagna, che si trova al di sotto della vescica e circonda l’uretra (vedi disegno). La sua funzione consiste nella produzione del liquido seminale e in particolare di una

sostanza che è il PSA (antigene prostatico specifico) che fluidifica il liquido fondamentale per la vitalità degli spermatozoi. La prostata è sede di più tipi di malattie: infiammatorie (prostatiti) iperplasia (adenoma della prostata) neoplasia (carcinoma della prostata). Poichè l’organo è attorno all’uretra, (il canale che porta le urine dalla vescica all’esterno), la sua patologia influisce sulla qualità della minzione. 1 - In corso di processi infiammatori si hanno bruciori minzionali, tenesmo uretrale, urgenza, possibile iperpiressia ed ematuria (sangue con le urine),

difficoltà a mantenere l’erezione con eiaculazione precoce, emospermia (sangue con l’eiaculato). 2 - L’ipertrofia prostatica, che inizia dopo i 50-60 anni, è l’espressione di un aumento di volume della porzione centrale della prostata che tende a restringere sempre di più l’uretra. Pertanto il primo sintomo è la difficoltà ad urinare (getto debole, a caduta) aumento della frequenza minzionale diurna e notturna, residuo vescicale, urgenza, minzione intermittente, gocciolamento postminzionale; nei casi più gravi può insorgere la completa incapacità a urinare (ritenzione) per


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cui è necessario mettere il catetere. 3 - Il carcinoma della prostata è la degenerazione neoplastica della parte periferica della ghiandola per cui le cellule si sviluppano e crescono in modo incontrollato. Non esiste un sintomo specifico che ci induca a ritenere la presenza di una neoplasia prostatica. Spesso il tumore è asintomatico e ”sfuggevole” e quando si ha la diagnosi può già essere in fase di metastasi (apparato scheletrico). Da qui l’importanza di eseguire il test del PSA (proteina che in gran parte viene eliminata con il liquido seminale, ma in piccola percentuale si ritrova nel sangue). Sarà lo specialista che valuterà se valori patologici del PSA dipendono da processi flogistici o meno. E’ Quindi importante l’anamnesi, l’esame obiettivo, l’ecografia trans-rettale etc..

La diagnosi definitiva si esegue con l’agobiopsia. La prevenzione delle patologie prostatiche passa attraverso uno stile di vita sano (evitare ogni urto cronico sulla zona della sella, fare una sana vita sessuale, mantenere regolato l’intestino, evitare il freddo, non fumare), e una alimentazione corretta (alimenti ricchi di anti-ossidanti, vitamine A-C-E , evitare i salumi, le spezie, i formaggi fermentati, abuso di caffè e alcool. Tutto ciò evita una

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infiammazione cronica della prostata che svolge un ruolo rilevante nella patogenesi e nella progressione della ipertrofia prostatica, poiché l’infiammazione libera i fattori di crescita della prostata.

La prevenzione delle patologie prostatiche passa attraverso uno stile di vita sano


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Giorgio Maniscalco Medicina Interna Dopo un breve periodo post lauream presso la Clinica Medica dell’Università di Bologna, avendo mio Padre già fatto tanti sacrifici per mantenermi, compresi che non potevo permettermi di fare il borsista universitario, ma che era per me giunto il momento di “lavorare”. Eppure quel breve periodo in Clinica Medica, fu come il fulmine di un innamoramento...l’amore per la Medicina Interna. E quell’amore dopo 41 anni non solo non si è esaurito, ma cresce ogni giorno di più. Atterrai così all’Ospedale San Salvatore di Pesaro, mia Città natale, ed in quale Reparto se non in quello di Medicina Interna? Qui incontrai una grande figura di Clinico Internista, il Prof Domenico Mircoli, figura che molto ha inciso nella mia formazione professionale ed umana. Allora il Medico Internista in Ospedale faceva di tutto e di più, le specialistiche non esistevano, eccezion fatta per le Malattie Infettive. Una autentica Palestra Olistica, ma questo è quel che desideravo di più. Per poter rispondere ai bisogni specialistici sempre crescenti, mi impegnai ad acquisire tre specialità, in successione cronologica...Gatroenterologia (ovvero le malattie dell’apparato digerente), Diabetologia e Malattie del Ricambio ed infine, già padre di tre figlie, Cardiologia. Con il passare degli anni anche a Pesaro nacquero piano piano le Specialistiche, ma nonostante le mie ulteriori Specializzazioni, mai volli abbandonare la Medicina Interna. Più passava e più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto sia necessaria, per il bene del Paziente e per la Bellezza della mia professione, una visione unitaria della Persona, che non è solo Fegato, Rene, Cuore, Polmone..Psiche e Affettività...ma è un Unicum di cui vanno assolutamente tenuti ben presenti tutti i fattori che lo compongono, tutte le interazioni e correlazioni Fisiologiche, Fisiopatologiche, Diagnostiche e Terapeutiche. Quando nella mia pratica clinica ragiono su di un organo, su un apparato, benedico la mia esperienza clinica internistica che mi permette, pur con tutti i miei limiti, di muovermi senza imbarazzo in questa Misteriosa Complessità Multiorgano. Negli USA i


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giovani Medici prima di iniziare il Cammino Specialistico da loro scelto ed a loro congeniale, devono sottoporsi ad una assai impegnativa e prolungata esperienza Ospedaliera (Residence), in cui in prima persona, ancorchè guidati, controllati e soprattutto verificati da Colleghi anziani, devono affrontare tutto, ma proprio tutto lo scibile Clinico pratico della Medicina, per potere acquisire una base Clinica Olistica culturale e pratica, sulla quale poi inscrivere la loro successiva competenza Specialistica. La specialità di Medicina Interna, pur essendo la più antica di tutte, non viene facilmente capita dalla maggioranza dei Cittadini, i quali se interrogati in proposito, difficilmente sanno definire bene cosa facciano e di cosa si occupino i Medici Internisti. E questo vale purtroppo anche per Politici ed Amministratori, con inevitabili, sfavorevoli ricadute, sulla qualità dell’assistenza e sui livelli di cura. La Medicina ed il suo agire, non può non essere, nel bene e nel male, figlia del suo tempo. Si parla tanto di “uomo al centro...mettere al centro la persona”, ma nell’esperienza di tutti i giorni è così? In realtà oggi assistiamo alla “frammentazione della persona” in tutte le variabili della vita..sociale...scolastico-educativa..familiare.. ideologica..politica..e quindi anche medico-sanitaria...Viviamo un tempo di enfatizzazioni di aspetti particolari, di parzialità, ovvero parti..frammenti, assunti a criterio totale, senza tenere conto della Realtà tutta nella sua profondità e verità, ovvero il terribile relativismo...Ed allora come si fa ad educare? Come si fa a curare? Ecco la radice della odierna povertà, insufficienza e criticità, dei due fondamentali e fondanti presidi di una Società giusta...La Scuola con la sua valenza educativa e la Sanità con la cura. E’ credo, a tutti evidente, che viviamo un tempo in cui è necessario più che mai, riscoprire il senso del nostro Vivere e da questo ricominciare a costruire una Società più Umana. Anche e soprattutto nella cura e nella assistenza. La Medicina Interna ha nel suo patrimonio genetico questa visione unitaria della Persona, sul piano Clinico e su quello della sfera Psichica ed Affettiva, con inevitabili, favorevoli ricadute, sulla qualità dell’Assistenza, della Cura e quindi della Vita. Giorgio Maniscalco

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IL FASTIDIOSO

FISCHIO

NELL’ORECCHIO Dott.ssa Francesca Castellani

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uanti di voi non hanno sentito su se stessi o raccontato da conoscenti di un fastidioso rumore nell’ orecchio (un fischio, il rumore della caffettiera, della nave, le cicale)? In termine medico qualsiasi suono percepito dall’orecchio e non legato a stimoli esterni si chiama ACUFENE o TINNITUS. Da studi epidemiologi recenti viene riportato che l’acufene e’ molto frequente, infatti ne soffre il 20% della popolazione generale

di cui il 5% ha disabilità e nell’ 1-2% determina un handicap con forti ripercussioni sulla vita quotidiana. L’acufene non e’ una malattia ma un sintomo, anche se in alcuni casi può essere il campanello di allarme di una patologia, in altri casi rimane senza causa. Quindi questo sintomo non va sottovalutato, ma studiato cercando di capire i motivi e anche la cura. Fra le cause posso ricordare una degenerazione delle cellule acustiche e del nervo, la banale presenza di tappo di cerume nel

condotto uditivo esterno, l’utilizzo di alcuni farmaci ototossici, l’infezione dell’orecchio. disordini dell’articolazione temporo-mandibolari, le malattie cardiovascolari, il neurinoma dell’ VIII nervo cranico. Per prima cosa chi soffre di acufene si deve recare da uno specialista otorinolaringoiatra il quale effettuerà un esame otoscopico dell’orecchio. Dopo aver proceduto all’esame di base audiometrico ed impedenzometrico ed acuni test acufenometrici, effettuerà poi una


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valutazione del distretto cranio-cervicale e mandibolare. Lo specialista valuterà se procedere poi ad altri indagini diagnostiche quali TC orecchio, RM encefalo, ecodoppler dei tronchi epiaortici. Una volta accertata la causa o l’insieme di cause si puo’ scegliere il tipo di terapia. Da individuo ad individuo le cause possono essere diverse pertanto la terapia e’ diversa per ogni situazione. Non sempre l’acufene viene risolto, in questo caso però l’obiettivo

primario è quello di attenuare il disturbo. Ci sono a disposizione numerose strategie di trattamento, altre strategie terapeutiche sono in fase di studio. Posso ricordare farmaci ed integratori alimentari spesso a base di ginko biloba che agiscono sulle cellule acustiche, se l’insorgenza è improvvisa invece si utilizza il cortisone. La terapia su cui oggi si punta è la TRT (Tinnitus Retraining Therapy), si tratta di una desensibilizzazione

con un allenamento da parte dell’orecchio e del cervello con lo scopo di abituarli all’acufene. Anche se volgarmente un tempo si diceva che l’acufene era la tomba dell’otorino, perchè non trovava soluzione, ora qualche terapia si può intraprendere e trovare così rimedio.

L’obiettivo primario è quello di attenuare il disturbo

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VIVERE BENE LA

MENOPAUSA Dott.ssa Valentina De Lellis

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ella nostra cultura, a differenza di quelle orientali, continua ad essere attribuito un valore negativo alla menopausa, in quanto vista in termini di perdita e carenza. La menopausa è un evento fisiologico che nella donna corrisponde al termine del ciclo mestruale e dell’età fertile”. Non è una malattia, bensì un evento naturale che implica cambiamenti importanti a livello fisico (vampate di calore, disturbi del sonno, atrofia vaginale, diminuzione della libido) e psicologico (ansia, irritabilità nervosismo, sentimenti depressivi), che condizionano in modo significativo l’equilibrio personale e anche di coppia. Se è vero che alcune donne la vivono

come una fase fisiologica della vita e l’accettano come tale, sono in molte, al contrario, a viverla con disagio sia per il fastidio legato ai sintomi sia perché essa sancisce la perdita della possibilità di procreare. Se partiamo dalla constatazione che la menopausa fa o farà parte della nostra vita (perché è naturale che sia così) e che essendo aumentata l’aspettativa di vita, un terzo della propria esistenza è vissuta in post-menopausa, è chiaro che ciò che possiamo fare è attrezzarci per viverla serenamente, magari confidando in un ambiente affettivo e socio-culturale che possa favorire questo. Iniziamo col prendere le distanze dal mito popolare per cui menopausa significa mancanza o

perdita; proviamo, al contrario, a recuperarne gli aspetti positivi. Ad esempio, il fatto di non incorrere nel rischio di avere figli, può portare a vivere più liberamente la sessualità e quindi ad avere meno ansie e preoccupazioni al riguardo. Nonostante ci sia una fase precedente e poi all’inizio della menopausa in cui i sintomi fisici possono creare disagio, di fatto poi da questo periodo in avanti non ci sarà più da lottare con fastidi pre-mestruali e ciclo mensile. Inoltre il post-menopausa solitamente corrisponde ad un periodo della vita in cui magari ansie e preoccupazioni legate al crescere figli piccoli e/o gestire un lavoro agli albori, possono essere già superati e quindi


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può rappresentare un’epoca della vita in cui poter essere più libere e concentrarsi di più su se stesse e sulla coppia. Le attività sociali o professionali intense aiutano moltissimo: le donne impegnate nel volontariato o nel lavoro di solito trovano maggiori motivazioni per reagire in modo costruttivo alla menopausa. Anche perché, con la diffusione del benessere, i progressi della medicina e il miglioramento delle condizioni di vita, si resta ”giovani” molto più a lungo. Cento anni fa una donna di mezza età magari si apprestava a diventare nonna. Ormai le cinquantenni sono nel pieno della loro vita lavorativa, spesso hanno figli ancora adolescenti e ritmi di vita forse più intensi delle trentenni I controlli ginecologici restino però regolari. Nelle donne obese, ad esempio, è poi possibile che si verifichi un’iperplasia dell’endometrio che, nel tempo, può degenerare in tumore: per questo è

estremamente importante che i controlli ginecologici rimangano regolari anche in una fase della vita dove si tende a ridurre l’attenzione per la sfera sessuale. Che fare per combattere i disturbi gravi e meno gravi? Per invecchiare bene bisogna mangiare meglio: il vuoto lasciato dalla scomparsa delle mestruazioni viene troppo spesso colmato con il cibo. Quasi la metà delle donne tra i 50 e 65 anni è in sovrappeso. Una buona ed equilibrata alimentazione è il consiglio migliore durante la menopausa. Uno degli obiettivi principali è quello di ridurre il numero di calorie quotidiane diminuendo l’apporto alimentare ed aumentando il consumo energetico con l’attività fisica. Il bilancio energetico ottimale non dovrebbe superare le 2.000-2.200 calorie al giorno. Combattere i fattori di rischio basilari quali l’obesità ed il diabete mellito, consente di tenere sotto controllo l’evoluzione delle malattie

cardiovascolari. Una sana alimentazione priva di eccessi, saprà tenere sotto controllo la naturale tendenza al sovrappeso in fase menopausale, potrà influenzare positivamente i tassi di zucchero, colesterolo, trigliceridi nel sangue ed il tanto temuto eccesso di sale, sicura causa importante di aumento della pressione arteriosa. L’esercizio fisico è estremamente importante in menopausa per i suoi benefici nella prevenzione delle malattie cardiocircolatorie, dell’osteoporosi, per migliorare il tono dell’umore (grazie alle endorfine prodotte dal cervello) e per arginare il naturale aumento di peso collegato alla menopausa. Una soluzione ottima è la terapia ormonale sostitutiva (Tos). Il principio di questa cura è di ristabilire l’equilibro ormonale del periodo precedente la menopausa somministrando, attraverso i farmaci, una determinata dose di ormoni. La Tos è stata usata per anni nei Paesi del


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Nord Europa e degli Stati Uniti, poi alcuni studi clinici hanno gettato qualche ombra sull’assunzione di estrogeni (uniti o meno al progesterone). I dubbi sollevati sul possibile rischio di tumore mammario durante terapia sostitutiva hanno creato un enorme danno alle donne: l’atteggiamento medico è passato dal totale e libero favore alla cura al proibizionismo assoluto, con l’evidente perdita di strumenti preziosi per la qualità di vita. Io penso che, in realtà, il bilancio tra rischio e beneficio nell’uso della terapia sostitutiva è nel complesso a favore del secondo. La Tos elimina le vampate di calore, i sudori notturni, il senso di stanchezza, l’irritabilità e altri fastidi tipici della menopausa. Viene spesso prescritta anche per prevenire l’osteoporosi, l’indebolimento delle ossa che aumenta nella donna il rischio di fratture. Nel suo complesso, quindi, migliora la qualità dell’esistenza, che viene probabilmente allungata. Forse è in grado anche di tenere lontano il

rischio dell’Alzheimer. Va ricordato che all’aumento lieve di rischio di tumore del seno corrisponde, secondo alcune ricerche, una riduzione consistente, del 30-40%, del pericolo di un cancro del colon, malattia ben più pericolosa. Prevenzione dei disturbi urogenitali Effettuare più volte al giorno esercizi per rinforzare la muscolatura del perineo, contraendo progressivamente i muscoli della vagina, mantenendo la presa per 5-10 secondi, e poi rilassando progressivamente. Svuotare la vescica ogni volta che si avverte lo stimolo di urinare, senza mai trattenere l’urina a lungo. Urinare interrompendo frequentemente il flusso. Indossare esclusivamente biancheria intima di cotone. Evitare abbigliamento troppo aderente alla zona genitale. Utilizzare bagnoschiuma e detergenti intimi a pH fisiologico. Utilizzare lubrificanti vaginali se i

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rapporti sessuali risultano particolarmente fastidiosi. Mantenere regolare la funzione intestinale. La menopausa è spesso caratterizzata dalla presenza di vampate e da altri sintomi vasomotori (sudorazione, tachicardia, palpitazioni, cefalea, vertigini, formicolii agli arti superiori). Questi disturbi sono però variabili da donna a donna e nella maggior parte dei casi scompaiono con il passare del tempo. La soluzione è la personalizzazione: la prescrizione della terapia va sempre valutata caso per caso dal medico di fiducia, ginecologo o medico di famiglia che sia, chiamato anzitutto a capire come ognuna vive la sua menopausa. Il resto spetterà alla donna.

Si guardi allo specchio e scopra quanto, dietro quella sua piccola ragnatela di rughe, può esserci fascino. Come e più di prima.


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CONOSCERE MEGLIO LA

DERMATITE ATOPICA Dott. Luca Conocchiari

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a dermatite atopica è costituita da un insieme di manifestazioni cutanee di tipo infiammatorio (dermatite sta infatti ad indicare che la pelle si arrossa, si infiamma, causa prurito e lesioni da grattamento) legate all’atopia, una predisposizione individuale e familiare allo sviluppo di allergie nei confronti di diverse molecole normalmente presenti nell’ambiente. Ne deriva perciò che la dermatite atopica è data da una combinazione di fattori genetici e fattori ambientali. È una malattia tipica dell’età pediatrica; nel 70% dei casi compare infatti dopo il 4 mese di vita e

prosegue alternando fasi di riaccensione a fasi di benessere, con un progressivo miglioramento (fino quasi a scomparire) intorno all’età scolare (5-6 anni). In alcuni casi purtroppo la malattia può persistere fino all’adolescenza ed all’età adulta, senza mai poter raggiungere una completa guarigione. Nel corso dei primi 2 anni di vita le lesioni hanno un aspetto ”eczematoso” (la dermatite atopica viene spesso definita anche come eczema atopico): chiazze rosse, secche, desquamanti, spesso ricoperte da croste e squame giallastre, intensamente pruriginose, localizzate al viso (fronte, guance,

mento), al corpo ed agli arti. Nel periodo successivo dell’infanzia e nell’adolescenza le lesioni tendono a localizzarsi in alcune sedi specifiche, quali le pieghe di gomiti e ginocchia, il collo ed il dorso delle mani, dove la pelle assume un aspetto ispessito, colore grigiastro, con quadrettatura cutanea ben evidente, sempre pruriginosa. La storia naturale della dermatite atopica è caratterizzata dal susseguirsi di riacutizzazioni, legate a fattori scatenanti differenti a seconda dell’età: nella prima infanzia devono essere individuati quei fattori che tendono a peggiorare la secchezza


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cutanea (detergenti aggressivi, bagno troppo frequenti non seguiti da una adeguata idratazione) o francamente irritanti (indumenti di lana o fibre sintetiche); successivamente la dermatite tende a seguire un andamento quasi stagionale, con peggioramenti in autunno/inverno favoriti dal clima freddo e/o eccessivamente secco, peggioramento in primavera legato all’esposizione ad allergeni ambientali stagionali, mentre

d’estate si osserva generalmente una fase di miglioramento; riacutizzazioni si osservano dopo esercizi fisici, episodi infettivi, permanenza in ambienti polverosi o in seguito ad eventi emotivi o fortemente stressanti. Questa dermatite nasce su una evidente predisposizione genetica (nel 90% dei pazienti si ritrova una familiarità di I o II grado per malattie atopiche) che dal punto di vista cutaneo si manifesta con una ridotta funzione barriera: la

pelle che si presenta secca e facilmente irritabile; inoltre è favorita la penetrazione in profondità di sostanze irritanti e/o sensibilizzanti, con possibile successiva comparsa di allergie. Tra i fattori ambientali che ne causano il peggioramento ci sono sostanze irritanti esterne (saponi, detergenti, ecc..), sudorazione, infezioni microbiche e situazioni stressanti, ma anche allergeni alimentari, inalanti (polvere, muffa, polline) e da contatto.

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Negli ultimi 25 anni la percentuale dei bambini affetti è quasi raddoppiata, specie nei Paesi occidentali, a sottolineare il ruolo essenziale dei fattori ambientali. La tendenza alla guarigione spontanea o al significativo miglioramento con la crescita interessa la maggior parte dei casi, che mantengono comunque una cute facilmente irritabile; tuttavia circa il 20% dei pazienti ha ancora i segni della malattia

dopo la pubertà. Dati i molteplici fattori scatenanti, il trattamento non dovrà essere limitato solo alle riacutizzazioni ma alla prevenzione delle recidive ed alla ”ricostruzione” ed al mantenimento dell’integrità cutanea: i cortisonici topici (creme, unguenti, emulsioni) sono di prima scelta nell’eczema acuto in quanto riducono l’infiammazione ed il prurito, ma di pari passo è necessaria una continua ed adeguata

idratazione cutanea, con creme o balsami per il corpo da applicare più volte al giorno, bagni non frequenti e con detergenti specifici (oleosi o a base di avena o amido di riso). Di notevole aiuto è l’eliobalneoterapia. In ogni caso il medico specialista dermatologo saprà consigliare quale terapia specifica adottare per ogni fase della malattia, riconoscendone i segni e ricercando insieme ai familiari i possibili fattori scatenanti.

Le lesioni tendono a localizzarsi in alcune sedi specifiche, quali guance, le pieghe di gomiti e ginocchia.


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LA DIETA MEDITERRANEA UN MODELLO DI VITA Dott. Simone Piccioni

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n’ alimentazione varia ed equilibrata è alla base di una vita in salute. Un’alimentazione inadeguata, infatti, oltre a incidere sul benessere psico-fisico, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza

di numerose malattie croniche. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa 1/3 delle malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitati grazie a una equilibrata e sana alimentazione; si potrebbero evitare tre

milioni di morti ogni anno con un consumo sufficiente di frutta e verdura fresca. Le malattie cardiovascolari, croniche e degenerative, rappresentano il maggiore responsabile del carico complessivo di malattia nell’ambito


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delle malattie non trasmissibili. L’OMS attualmente attribuisce solo alle malattie cardiovascolari un terzo della mortalità per tutte le cause (15,3 milioni). Una sana e corretta alimentazione rappresenta non solo il primo momento di prevenzione, ma anche una possibilità reale di migliorare lo stato di salute. Un nutrizionista italiano di Genova, Lorenzo Piroddi, fu tra i primi, nel 1939, a suggerire la connessione tra alimentazione e insorgenza di malattie come diabete, obesità, dislipidemie, ipertensione. Qualche anno dopo il biochimico americano Ancel Keys notò che gli abitanti di Nicotera e dell’isola di Creta, nonostante il consumo elevato di olio d’oliva e quindi di grassi vegetali, presentavano una bassa incidenza di malattie cardiovascolari. Da questa osservazione

scaturì lo studio epidemiologico denominato “Seven Countries Study”. Coinvolgendo ben sette paesi, Stati Uniti, Olanda, Grecia, Finlandia, Giappone, Italia ed ex Jugoslavia, furono confrontate le abitudini alimentari di 12.000 persone circa. La mortalità per malattie cardiovascolari era inferiore nelle popolazioni che vivevano sul bacino mediterraneo rispetto agli abitanti di paesi quali gli Stati Uniti, in cui il consumo di grassi di origine animale come burro, strutto e carne rossa era più elevato. La conclusione di questa ricerca portò Ancel Keys a definire la dieta mediterranea come lo stile di vita migliore per vivere meglio e più a lungo. Nel Cilento Keys scoprì l’elisir di lunga vita. A Pioppi lavorò insieme ad altri studiosi, come Jeremiah Stamler dell’Università di Chicago,

il finlandese Martti Karvonen del Seven Countries, l’italiano Flaminio Fidanza. I suoi studi furono al centro del ”Primo convegno internazionale di epidemiologia cardiovascolare” che si tenne a Pioppi nel 1969. Keys visse fino a 100 anni, dimostrando così le sue teorie. Nel 2010 l’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha proclamato la dieta mediterranea patrimonio immateriale culturale dell’umanità. Cosa si intende con dieta mediterranea? Definire la dieta mediterranea solo come un regime alimentare è riduttivo. La parola ”dieta” ha origini greche e sta per “stile di vita”, cioè l’insieme delle pratiche, delle rappresentazioni, delle espressioni, delle conoscenze, delle abilità, della cultura e dei saperi con i quali le popolazioni del Mediterraneo hanno creato e

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ricreato nel corso dei secoli una sintesi tra l’ambiente culturale, l’organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso intorno al mangiare. Con il termine dieta mediterranea ci si riferisce a un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni popolari che vanno dal territorio alla cucina, includendo il rispetto per la stagionalità di verdura e frutta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e il consumo di cibo, senza dimenticare la convivialità a tavola. Gli alimenti della dieta mediterranea I protagonisti indiscussi della dieta mediterranea sono: olio d’oliva, cereali, frutta fresca, verdure, pesce, legumi, una moderata quantità di latticini e carne, vino rosso. Perché il consumo di questi alimenti giova alla salute?

Olio d’oliva È la principale fonte di grassi e quindi di energia, con la sua presenza in particolare di acido oleico omega 9; inoltre è importante per l’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E e K). L’olio d’oliva è composto da una frazione saponificabile ricca di acidi grassi monoinsaturi come l’acido oleico e polinsaturi come l’acido linoleico, è il capostipite degli acidi grassi della serie omega-6. Gli acidi monoinsaturi sono molto stabili e resistenti al calore e all’ossidazione, favoriscono la fluidità del sangue riducendo i livelli di Ldl circolanti e delle membrane cellulari. La frazione insaponificabile è ricca in polifenoli, potenti antiossidanti, fitosteroli, che limitano l’assorbimento del colesterolo, e vitamine liposolubili come la vitamina E, che combattendo la formazione dei radicali liberi mantiene l’integrità

delle membrane cellulari e così previene l’invecchiamento. Cereali e derivati I cereali costituiscono un gruppo di alimenti di cui fanno parte mais, orzo, riso, frumento (grano tenero e duro e farro). Sono un’importante fonte di energia nutritiva e forniscono tale energia sotto forma di amido, polisaccaride da cui si ricava glucosio dopo il processo digestivo, e sono anche una buona fonte proteica. I cereali integrali sono quelli che mantengono intatti crusca e germe e sono ricchi di fibre che facilitano il transito intestinale e limitano il contatto di alcuni elementi nocivi con la mucosa gastrointestinale, ferro e vitamine del gruppo B. Molti cereali possono essere macinati per farne diversi tipi di farina. La parte esterna della crusca viene rimossa, questo fa perdere in valori nutrizionali, ma consente un guadagno del grano in resistenza e


in gusto. Le farine sono poi utilizzate per la produzione di pasta, pane e altri prodotti da forno. Frutta fresca e verdure Sono alimenti a ridotto potere calorico, ricchi in fibre, acqua, vitamine e minerali. Sono utili per raggiungere il senso di sazietà, senza eccedere nel consumo di altri tipi di alimenti ad alto potere calorico. Le porzioni di frutta e verdura consumate al giorno

devono essere cinque. Scegliere sempre frutta e verdura di stagione limita il rischio di assumere con esse sostanze dannose usate in agricoltura, aiuta a preservare la biodiversità e inoltre le qualità organolettiche sono superiori. Pesce È un alimento che ha plasmato e determinato la storia dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. È un’ottima fonte di proteine, di acidi grassi essenziali (omega-3) e

alcuni sali minerali come fosforo e potassio che regolano gli scambi di sostanze attraverso la membrana delle cellule e quindi condizionano la normale funzionalità di tutte le cellule del nostro organismo. Particolare attenzione va alla presenza di acidi grassi omega-3, definiti essenziali in quanto il nostro organismo non è in grado di produrli, e devono quindi essere necessariamente assunti con la dieta. A partire dall’acido linolenico si


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ottengono gli analoghi della serie omega-3. Il consumo di omega-3 protegge il sistema cardiovascolare, diminuendo il rischio di malattie coronariche, ipertensione, aterosclerosi, trombosi. Hanno effetti antitrombotici in quanto inibiscono l’aggregazione piastrinica, sostituendosi all’acido arachidonico si ha la produzione del trombossano A3 privo di effetti aggreganti e debole vasocostrittore ed effetti antidislipidemici, in quanto riducono l’espressione dell’ApoB100 delle Ldl. Legumi

Spesso denominati la “carne dei poveri”, hanno una duplice funzione, sia per la presenza di carboidrati a lento assorbimento, sia per la buona quota proteica che possiedono. L’associazione di cereali e legumi è completa dal punto di vista proteico, poiché fornisce all’organismo tutti gli aminoacidi essenziali di cui abbiamo bisogno. I legumi hanno discrete quantità di sali minerali, alcune vitamine e fibra alimentare, che aiuta a raggiungere il senso di sazietà. Inoltre contribuiscono a modulare la risposta

glicemica del pasto. Latticini e carne Quanto alla carne, si tende a preferire la bianca alla rossa. È ricca in proteine, grassi la cui quota dipende dal tipo di allevamento e provenienza dell’animale, vitamine e sali minerali. Il latte è un’ottima fonte di proteine, sali minerali e vitamine. Vino L’attenzione va alla presenza di antiossidanti come il resveratrolo e la quercitina. Queste sostanze sono importanti perché hanno il potere di proteggere le proteine, lipidi e acidi nucleici delle cellule


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dall’attacco dei radicali liberi. Ovviamente non è possibile inseguire un obiettivo antiradicalico o comunque protettivo esauriente, perché coinciderebbe con una quantità di alcool eccessiva. Resta pertanto valido il concetto che un buon bicchiere di vino rosso può contribuire ad esercitare azioni favorevoli non solo alla riduzione di rischi cardiovascolari, ma anche al miglioramento del quadro lipidico, del bilancio emostatico, della pressione arteriosa, della sensibilità insulinica, del livello di colesterolo Hdl. La dieta mediterranea implica anche la provenienza e l’origine degli alimenti e il rispetto per la biodiversità del territorio. Ogni alimento, quindi, ha degli effetti benefici sulla salute, nel momento in cui il consumo di questi è adeguato e proporzionato nelle giuste quantità, atte a soddisfare i bisogni energetici e nutritivi

dell’organismo. È il caso dell’olio d’oliva, dove un abuso è spesso correlato a dislipidemie, o ancora dei carboidrati, in cui un consumo eccessivo è associato all’obesità. È fondamentale sottolineare che tutti i pasti di una giornata, cominciando dalla prima colazione, pranzo, cena e spuntini, devono essere equilibrati, cioè contenere tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, traguardo che si può raggiungere facilmente con un’alimentazione il più possibile variata come ci indica proprio la dieta mediterranea. Attenzione sempre alle quantità, ma soprattutto all’equilibrio dei nutrienti che apportano energia, rispettando in particolare le seguenti proporzioni: 55-60% dell’energia dai carboidrati, 12-15% dalle proteine, 25-30% dai grassi. Negli ultimi anni, alcuni lavori di recensioni e di metanalisi, pubblicati su riviste prestigiose, hanno confermato la

solidità scientifica della dieta mediterranea quale stile alimentare per la prevenzione delle malattie metaboliche, cardiovascolari e tumorali. Volgere uno sguardo al passato potrebbe aiutarci, con la consapevolezza delle evidenze scientifiche che confermano come la dieta mediterranea “vera” sia l’unico modello nutrizionale in grado di aiutare le persone a migliorare il proprio stato di salute.

Possiamo anche affermare, con certezza, che la dieta mediterranea può essere un utile strumento per ridurre il peso corporeo, con moderata restrizione calorica associata con l’attività fisica.

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OSTEOPATIA

PEDIATRICA Un valido aiuto per raggiungere uno sviluppo armonico del bambino D.O. Federico Filippini

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’osteopatia è una medicina manipolativa nata negli Stati Uniti nella seconda metà del 1800. E’ conosciuta soprattutto per i suoi effetti benefici sulle problematiche muscolo-

scheletriche dell’adulto quali lombalgie, cervicalgie e colpi di frusta, ma pochi sanno che gli stessi concetti osteopatici con metodiche dolci e tecniche specifiche sono validamente impiegati per la cura di molte

problematiche infantili. Il cranio non è una scatola chiusa, ma tra le ossa che lo compongono vi sono delle vere e proprie articolazioni: le suture che permettono micromovimenti. Esiste una mobilità involontaria delle ossa del cranio che attraverso le meningi, che avvolgono l’encefalo e il midollo spinale, si comunica all’osso sacro in maniera sincrona. Ha un ritmo di 10/12 cicli al minuto in cui le ossa pari compiono un movimento di rotazione esterna, rotazione interna e le ossa impari della linea mediana un movimento di flessione estensione. Tale concetto viene definito in osteopatia meccanismo respiratorio primario o sistema craniosacrale. Ogni alterazione del


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sistema craniosacrale determina nel bambino e quindi nell’adulto squilibri posturali e vari problemi funzionali. Allo stesso modo un blocco delle vertebre lombari e dell’osso sacro possono alterare la funzionalità intestinale o della vescica. Spesso durante il parto il cranio del bambino è soggetto a compressione; il trauma a carico delle ossa del cranio tende ad irritare alcune strutture nervose determinando rigurgito o problemi di suzione o se viene compressa la base del cranio ipercinesia ed insonnia. Alla nascita e nei primi anni di vita le ossa del cranio non sono del tutto ossificate e presentano quindi una notevole elasticità e malleabilità . Questo fatto ci permette di correggere con delicate manipolazioni le tensioni che si sono create in seguito al parto eliminando la compressione. Normalizzare le funzioni del sistema cranio-sacrale ci permette anche di

correggere gli atteggiamenti posturali viziati che il bambino può assumere durante la vita intrauterina o in seguito ad un parto difficile che potrebbero evolvere in vere e proprie scoliosi. Una diminuita mobilità del sistema craniosacrale può anche determinare un ristagno delle secrezioni sia a livello dell’orecchio che delle fosse nasali causando nel bambino otiti, riniti o sinusiti ricorrenti. Questi problemi possono essere validamente risolti dal trattamento

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osteopatico. L’approccio craniosacrale è di valido aiuto anche in caso di squilibri ortodontici in cui troviamo spesso lesioni intraossee a carico delle ossa mascellari.

L’osteopatia ci permette di correggere con delicate manipolazioni le tensioni create in seguito al parto


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OMEOPATIA PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE AUTUNNALI/INVERNALI Dott. Maurizio Annibalini

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i avvicina l’autunnoinverno e, già col mese di Settembre/ Ottobre, è opportuno prepararsi con un opportuno programma di prevenzione, per affrontare le patologie usuali, come l’influenza, le bronchiti, le tonsilliti, le otiti e le sinusiti, anche perché già iniziano le scuole, la frequenza agli asili-nido, luoghi dove più alto è il rischio di trasmissione delle affezioni febbrili. Riguardo all’uso improprio degli ANTIBIOTICI, usati davvero a sproposito, per forme molto spesso virali e non batteriche; sono state di recente introdotte nuove e importanti direttive internazionali, volte a limitarne la prescrizione,

onde evitare le resistenze batteriche e le reazioni avverse. La FEBBRE va considerata un fattore di difesa: l’aumento della temperatura corporea limita la crescita dei batteri e dei virus, quindi va abbassata solo sopra 38,5°, soprattutto per dare un sollievo al paziente; (da rilevare che l’uso di antipiretici, paracetamolo, ibuprofene, aspirina, non riduce il rischio di convulsioni). La PREVENZIONE delle varie patologie invernali ha una importanza fondamentale per tutti, e nei bambini lo è ancora di più, perché in età pediatrica è molto facile ammalarsi! I farmaci della Medicina Classica per la prevenzione, sono davvero pochi, limitati a

Lisati Batterici, Frazioni Ribosomiali di essi e immunostimolanti aspecifici. Ovviamente va ricordato il Vaccino Antinfluenzale. L’indicazione alla vaccinazione antinfluenzale è affidata al proprio Medico o Farmacista di fiducia. L’ Influenza è causata da un virus variabile. In Europa ha prevalso, nel 2012, il tipo B, nel 2013 il tipo A, che è il più diffuso, e si distingue in H e N, es: H1N1, H3N2. A Marzo 2013 è comparso in Cina il tipo H7N9, virus Aviario, che non ha trasmissione interumana, come avviene per i classici virus influenzali (con le goccioline di saliva, es. starnuti, colpi di tosse, o con la stretta di mano). Nella stagione precedente i casi di Influenza sono stati 6


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milioni, e in percentuale 4 volte maggiore nei bambini: le Marche e la Campania le più colpite! La F.D.A. ha approvato la produzione di un vaccino antinfluenzale da cellule di insetto (una Falena: Spodoptera Frugiperda), geneticamente modificato, da cui si estrae l’emoagglutinina specifica: non sarà più necessario produrre il vaccino da uova di pollo! Nel 2012 vi fu il ritiro di molte dosi (il 30% circa) di vaccino per un difetto di produzione (agglomerati proteici depositati nelle fiale), e

ciò ha causato sfiducia nella popolazione, anche se i soggetti a rischio (cardiopatici, asmatici, diabetici e affetti da altre patologie croniche), sono stati comunque efficacemente vaccinati. INFLUENZA: si riconosce per la presenza di almeno 3 SINTOMI: Febbre, un Sintomo Respiratorio (tosse, raffreddore, catarro ecc…), e un Sintomo Extrarespiratorio (cefalea, dolori articolari o muscolari, diarrea ecc…). Per quanto riguarda la prevenzione e la terapia delle patologie invernali, l’ OMEOPATIA

e la FITOTERAPIA, possono fornire un’arma in più, soprattutto in età pediatrica. I rimedi servono a potenziare le difese immunitarie e curare in modo naturale: sono tratti dal mondo vegetale, animale e minerale. E’ ormai noto che i bambini curati con l’ Omeopatia fanno meno assenze scolastiche: si ammalano di meno, e guariscono prima! L’organismo diventa più resistente a virus e batteri, i responsabili delle malattie invernali. Pasteur, il grande scopritore dei batteri, alla fine della sua vita disse: ”il germe è nulla, il terreno è tutto”! Curare il terreno, ovvero il modo di essere e di ammalare dell’individuo, fornisce all’organismo la capacità di resistere alle infezioni. Più si mantiene il terreno sano, meno ci si ammala.

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I rimedi omeopatici sono capaci di potenziare la reattività dell’organismo. Ecco i RIMEDI, partendo dai FITOTERAPICI: ECHINACEA: immunostimolante, a cicli di 20 giorni al mese. PROPOLI (non un vero fitoterapico, in quanto proviene dalle api): attività antibatterica, antivirale e antifungina, con proprietà antinfiammatorie. UNCARIA: potente azione immunostimolante l’immunità cellulomediata. ASTRAGALO: immunostimolante, aumenta fagocitosi, anticorpi IgM e IgG e Interferone. RIBES NIGRUM: modula favorevolmente l’infiammazione e l’iperreattività. ROSA CANINA: aumenta l’efficacia dei globuli bianchi difensivi. Questi rimedi si usano in Tintura Madre (30 gtt. x2 nell’adulto, cautela nei

bambini per il contenuto alcolico), in capsule ESST, o in Macerato Glicerico 1DH (una goccia pro/kg/ al dì). Passiamo ai RIMEDI OMEOPATICI SPECIFICI: BELLADONNA: febbre alta, volto congesto e sudato. ACONITUM: febbre all’improvviso molto alta, agitazione. FERRUM PHOSPHORICUM: febbricola, sete, sudorazione notturna. PHYTOLACCA: antivirale in generale, stimola linfociti B e T. Faringe rosso-cupo, dolore che si irradia all’ orecchio MERCURIUS SOLUBILIS: per la tonsillite e linfonodi ingrossati. BRYONIA: flogosi vie respiratorie, cefalea e desiderio di stare immobili. EUPATORIUM: influenza con dolori osteomuscolari. GELSEMIUM: influenza con cefalea, tremori, debolezza.

RHUS TOX: indolenzimento articolare e bisogno di muoversi continuamente. CHAMOMILLA: per otite con irritabilità estrema. KALIUM MURIATICUM: otite catarrale, tubarite. KALIUM BICHROMICUM: catarro giallo-verdastro. APIS: febbre senza sete, edema rosato della gola, ugola gonfia. HEPAR SULFURIS: catarro giallastro, pus. HYDRASTIS: sinusite con secrezione densa, giallastra. KALIUM JODATUM: sinusite frontale, secrezione gialloverdastra. DROSERA: tosse secca. CUPRUM METALLICUM: tosse con broncospasmo. CORALLIUM RUBRUM: tosse violenta. SPONGIA TOSTA: tosse secca laringea. RUMEX CRISPUS: tosse secca che peggiora con l’aria fredda (deve tenere una sciarpa). ANTIMONIUM TARTARICUM: tosse con


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catarro denso. IPECA: tosse con catarro e vomito. Questi rimedi sintomatici si usano in granuli, globuli o gocce, alle Potenze 5-6-7-9-15-30200CH o in K, o in LM. La metodica migliore, classica Hahnemanniana, è sciogliere qualche globulo o granulo o goccia in acqua, es. in flacone da 30ml, agitare e prendere un cucchiaio (cucchiaino nei bambini), al dì, e rinnovare la soluzione ogni 3 giorni: questo per patologie ”croniche”. Per le forme ”acute”: 5 globuli, o 3 granuli, o 5 gocce in flacone da 100ml di acqua, agitare e prendere un cucchiaio 3 volte al dì; rinnovare la soluzione ogni 3 giorni. I bambini, essendo alta la percentuale di acqua del loro organismo, possono tranquillamente prendere i granuli come caramelline! Diversamente dalla terapia allopatica, basata essenzialmente sull’ ANTI (anti-biotico, anti-infiammatorio, cortisone compreso), in

Omeopatia non esiste una cura uguale per tutti; non esiste un farrmaco ”ad ampio spettro” che elimina tutti i batteri! La cura viene personalizzata e unica per quella persona, che è al centro di tutto, con i suoi sintomi, ma anche con il suo modo di essere, psichico e fisico: infatti, oltre alle terapie con i Rimedi Omeo suddetti (specie sintomatici), con i Fitoterapici (sia sintomatici, ma soprattutto preventivi), (con la formulazione e la dose da somministrare), il Farmacista e il Medico Omeopatico (ma anche il Veterinario, essendo molto utile l’ Omeopatia in campo veterinario, e altri Operatori Sanitari adeguatamente formati e abilitati), consiglieranno anche un RIMEDIO di FONDO, detto il SIMILLIMUM, cioè un rimedio di base volto a curare la reattività generale dell’individuo. Il quale Professionista valuterà pure, in caso di non positivo evolversi del quadro patologico,

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se ricorrere a terapie mediche ulteriori! Altro dato: contrariamente a quello che si dice, una cura omeopatica ben scelta, è molto efficace fin dalle prime somministrazioni. E non è assolutamente vero che le cure omeopatiche sono molto costose: con uno o due tubicini e un flacone di gocce, si può fare una buona e non costosa terapia. CONCLUSIONI: per le vostre affezioni autunnali-invernali, lasciatevi consigliare da un Medico Omeopata esperto, e specie per le acuzie, rivolgetevi con fiducia anche al vostro Farmacista esperto in Omeopatia-Fitoterapia.

Proverete un nuovo modo di guarire senza controindicazioni, effetti collaterali e soprattutto personalizzato, messo a punto solo per voi!


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Dente naturale o IMpianto? Dott. Marcello Oliva

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ecidere se salvare un dente o sostituirlo con un impianto è una questione complessa che richiede un approccio odontoiatrico multidisciplinare. La decisione di riabilitare una dentizione parzialmente edentula con la protesi fissa convenzionale dipende molto dall’area interessata al problema. Bisogna considerare gli ostacoli anatomici, denti mono o pluriradicolati, se ci troviamo di fronte a zone estetiche le dimensioni del processo alveolare e la vera necessità di sostituire i denti mancanti. Io personalmente propendo per una protesi convenzionale

quando ho la possibilità di poter ricostruire i denti, di avere degli spazi interprossimali adeguati, di avere un supporto parodontale buono, una mobilità di grado lieve, una relazione occlusale stabile. Il passato più recente ha visto non soltanto

l’introduzione di una odontoiatria implantare prevedibile ma è stato anche testimone di importanti miglioramenti delle tecniche di rigenerazione parodontali, le quali in mani esperte, danno davvero soddisfazione al paziente. Questa valutazione va

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fatta soprattutto per le aree vicine al nervo alveolare inferiore e al seno mascellare, due strutture anatomiche molto importanti. Con la prima visita si valutano i denti che possono essere salvati e quali no, quindi se si stabilisce che la protesi convenzionale possa essere eseguita su quel paziente si esegue una terapia che mira a risolvere l’infiammazione superficiale (detartrasi, levigatura radicolare, terapia farmacologica

etc.) si valutano e si risolvono i problemi legati al trauma occlusale (un dente per effetto della malattia parodontale si è spostato della sua sede iniziale e quindi non combacia più con il suo antagonista creando un contatto anomalo e sottoponendo il dente stesso ad un superlavoro). A questo punto si stabilisce con il paziente un piano di controlli successivi (mensili, trimestrali, semestrali ) per avere un controllo di placca signi-

ficativo, dal momento che solo risolvendo questi problemi si può passare alla fase successiva cioè un’eventuale riabilitazione protesica sui denti parodontali. I denti senza speranza, vengono eliminati, il tecnico costruisce un restauro provvisorio il quale ci fornirà preziose informazioni per la costruzione della protesi definitiva. La protesi provvisoria non solo sostituisce i denti mancanti, ma


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stabilizza anche i denti mobili e aiuta noi e il tecnico a determinare la forma dei denti, i contorni degli spazi interprossimali, l’estetica e il tipo di occlusione che vogliamo dare. Le cause di fallimento per le protesi parodontali (così come vengono chiamate) possono es-

sere carie, endodonzia, infiammazioni parodontali, recidive. Questo tipo di trattamento si è rivelato, in un team ben organizzato (medico,igienista, assistenti, odontotecnico) di successo per molti decenni e non deve essere eliminato solo perchè si ha la possibilità di usare

impianti dentali. Nella nostra casistica infatti abbiamo pazienti con protesi ancora funzionanti 25 anni dopo la loro applicazione. La storia recente degli impianti dentali ha influenzato profondamente il piano di trattamento per i pazienti con

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dentizione incompleta, d’altra parte da studi retrospettivi è emerso che l’osteointegrazione è una terapia affidabile e prevedibile. Quindi sebbene le tecniche convenzionali, come prima detto, possono riabilitare molti tipi di dentizioni in modo soddisfacente, alcune volte la soluzione migliore può essere quella degli impianti. Che cosa intendiamo per osteointegrazione? L’ osteointegrazione è la fissazione meccanica dell’impianto che simula la radice per mezzo dello stesso contatto tra osso e titanio, osservabile al microscopio ottico. SCELTA DELLA TERAPIA OTTIMALE Un elemento decisionale molto importante sulla terapia ottimale da eseguire per un determinato caso è valutare se un dente è compromesso da carie estesa, da un riassorbimento radicolare o da fratture. Se i denti adiacenti per

esempio, richiedono dei lavori odontoiatrici (cura canalare, ricostruzione della corona, interventi parodontali) una possibilità da prendere in considerazione è quella di una protesi parziale fissa tradizionale (il classico ponte) che sostituisca i denti estratti e stabilizzi i denti adiacenti. Un altro esempio invece può riguardare un dente monoradicolato (incisivo o canino) al quale occorrerebbe un intervento di allungamento della corona, necessario per l’esposizione dei margini interprossimali, in questo caso, occorre valutare bene in quanto l’intervento stesso porterà all’apertura di ampi spazi interprossimali (i cosidetti triangoli neri tanto odiati dai pazienti). Quindi in questo caso si potrebbe trarre giovamento dell’ estrazione del dente stesso e la sua sostituzione con un impianto dentale che sostenga un restauro singolo, ottenendo un’estetica migliore. La decisione sarà anche

agevolata o condizionata da una attenta valutazione radiografica. Le radiografie tradizionali ci danno delle indicazioni che alcune volte non ci sono sufficienti, occorre quindi utilizzare la tomografica computerizzata( CBCT) la quale ci consente di capire meglio l’impiego futuro degli impianti.


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Per concludere posso sicuramente affermare, dopo 35 anni di esperienze fatte sia con protesi parodontale, sia con riabilitazioni su impianti, che un clinico ha piĂš successo rispetto ad un altro, se ha la capacitĂ di prendere decisioni che portino a risultati prevedibili ed a lungo termine

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ADESIONE CONSERVATIVA IN ODONTOIATRIA Dott. Giacomo Augusto Oliva

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’evoluzione dei materiali estetici adesivi degli ultimi 15 anni ha profondamente modificato l’approccio restaurativo dei settori posteriori, contribuendo in larga misura al quasi totale abbandono dei materiali metallici tradizionali (amalgama e piombo)per ripristinare la funzione e allungare la sopravvivenza di molari e premolari. Il nostro studio, che da sempre predilige la conservazione del dente naturale, ha per 30 anni ricostruito denti con metalli che per quei tempi andavano benissimo, ma al giorno d’oggi la richiesta

estetica ci ha fatto abbandonare questi tipi di materiali anche di dubbia biocompatibilità. Da ormai parecchi anni si stanno applicando e studiando materiali sempre più simili allo smalto e alla dentina che rendono il nostro dente identico a quello naturale. Sono chiamate resine composite e insieme ai moderni adesivi smaltodentinali sono oggi sempre più in grado di garantire, se utilizzati in modo corretto, ottimi risultati a lungo termine da un punto di vista morfologico e funzionale con risultati estetici invisibili sia nei settori posteriori, che nei settori


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anteriori. I maggiori vantaggi dei prodotti resinosi (compositi) rispetto ai materiali metallici (amalgama) riguardano l’estetica, la massima conservazione di tessuto sano e quindi la sua vitalità

senza necessariamente devitalizzare il dente e la possibilità di rinforzo della struttura dentale residua. Abbiamo fatto ulteriori passi in avanti, vista la grande richiesta di sostituzione di ampie otturazioni e siamo

passati a creare intarsi in composito costruiti a mano in maniera personalizzata per ogni singolo dente. Una tecnica che sta dando grandi soddisfazioni perché economicamente accessibile e visto che si crea l intarsio in laboratorio ovviamo a tante problematiche del materiale polimerizzato direttamente in bocca. Quest’ultimi consentono, quindi, un miglior controllo dell’inevitabile contrazione da polimerizzazione, ”by-passano” le difficoltà oggettive nel gestire l’anatomia con tecnica diretta, ed essendo post-polimerizzati presentano migliori caratteristiche fisicomeccaniche (maggior stabilità dimensionale, maggior durezza e resistenza all’usura). In questa nuova struttura abbiamo cercato di offrire ai nostri pazienti il massimo della sterilità e dell’avanguardia nelle sale operative, combinando un ambiente accogliente e moderno.

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PROMOZIONE DELLA

SALUTE ORALE IN ETà EVOLUTIVA

Dott.ssa Selene Girelli

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copo della prevenzione orale e’ quello di ottenere e mantenere ogni componente della cavita’ orale in stato di salute. Per raggiungere tale obiettivo e’ necessario che l’individuo sia informato sul significato di salute, conosca quali sono i fattori di rischio più significativi e sappia quali procedure adottare e come metterle in pratica piu’ efficacemente. Un’adeguata strategia di prevenzione basata su interventi multidisciplinari che coinvolgano diversi attori (pediatri, neonatologi, odontoiatri, igienisti dentali, insegnanti, genitori, caregiver), prevede interventi precoci al fine di acquisire

corretti atteggiamenti e comportamenti sin dall’età pediatrica. La promozione dell’allattamento al seno,di stili di vita salutari,di una dieta appropriata, rappresentano tutti fattori importanti per favorire e mantenere una buona salute generale e orale. A tal fine l’intervento mirato ad informare i futuri genitori, ed in particolare la madre, su quali sono i principi della prevenzione orale da adottare sulla propria persona e sul nascituro aumenta le probabilita’ di mantenere la salute orale di tutta la famiglia. L’istruzione anticipata è, quindi, di fondamentale importanza, ma è anche vantaggiosa per

gli operatori sanitari odontoiatrici in quanto durante la gravidanza la donna è particolarmente sensibile ad ogni fattore che influenzi la propria salute e quella del bambino ed è maggiormente disposta ad adottare o cambiare stili di vita fino ad allora poco interessanti. Le informazioni da trasmettere si riferiscono sia alle fasi precedenti sia a quelle successive la nascita. Fase prenatale L’informazione è rivolta sia a entrambi i genitori sia alla sola madre. Rivolta ai genitori L’istruzione dei genitori deve cominciare prima e continuare dopo la nascita del bambino. I genitori devono sapere che le abitudini praticate


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nei primi anni di vita possono influenzare la salute futura del bambino e che la salute orale dei genitori è un fattore che puo’ condizionare quella del figlio, poichè la flora orale di quest’ultimo riflette la loro. Forti evidenze hanno dimostrato, infatti, che le madri rappresentano la fonte primaria per la colonizzazione di streptococcus mutans nei loro figli. Per la madre L’istruzione rivolta alla madre deve comunicare

quanto segue. 1 - I tessuti gengivali possono manifestare una reazione alle modificazioni fisiologiche proprie della gravidanza (gengivite gravidica, epulide). La scarsa igiene orale, l’irritazione locale provocata dal tartaro e/o da restauri odontoiatrici incongrui, le scorrette abitudini alimentari sono fattori predisponenti e aggravanti sia per la malattia cariosa che per quella parodontale; la salute orale deve essere ristabilita per evitare

complicazioni durante la gravidanza e per evitare la necessita’ di intervenire con terapie invasive. 2 - Il vomito protratto per lungo tempo puo’ favorire la demineralizzazione e l’erosione acida dello smalto dentario. La nausea può essere alleviata assumendo spesso piccole quantità di cibo nutriente ma non cariogeno (come frutta e verdura); dopo il vomito sono raccomandati sciacqui con un colluttorio al fluoro o acqua e bicarbonato di sodio

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per ridurre l’acidità orale; va evitato lo spazzolamento troppo energico con setole dure per prevenire danni allo smalto gia’ leggermente demineralizzato. 3 - La somministrazione di integratori fluorati (compresse, gocce), durante la gravidanza, allo scopo di ridurre il rischio di carie del nascituro, non è raccomandabile vista la mancanza di una chiara evidenza scientifica. Per il bambino Fluoroprofilassi La prevenzione della carie attraverso l’utilizzo del fluoro è necessaria per tutti gli individui ed è fortemente raccomandata dalle evidenze scientifiche. A oggi, l’effetto preventivo post-eruttivo del fluoro, ottenuto attraverso la via di somministrazione sistemica. 1 -Il solo uso del dentifricio in dose pea-size (come un tic tac), 2 volte al giorno è fortemente raccomandato a partire dai 6 mesi; dopo i 6 anni di età il dentifricio deve contenere almeno

1000 ppm di fluoro. 2 -Nei casi di oggettiva difficoltà all’uso del dentifricio come unica metodica di fluoroprofilassi e nei soggetti ad alto rischio di carie come metodica aggiuntiva all’uso del dentifricio, sebbene esista una sostanziale incertezza a favore o contro questa raccomandazione, si può somministrare fluoro per via sistemica: -Da 6 mesi ai 3 anni 0,25 mg/die fluoro con gocce o pastiglie; -Da 3 a 6 anni 0,50 mg/ die di fluoro con gocce o pastiglie. La procedura fortemente raccomandata, come detto, è la fluoroprofilassi, dopo i 6 anni di età, attraverso l’uso 2 volte al giorno di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro. Gli individui in tenera età, tuttavia, non sapendo ancora controllare efficacemente il riflesso della deglutizione, tendono a ingerire parte del dentifricio durante le manovre di

igiene orale domiciliare, con conseguente assorbimento sistemico. Se l’assunzione di fluoro e’ eccessiva e protratta nel tempo puo’ essere causa di fluorosi dentale. È quindi consigliabile la supervisione del bambino nei primi anni di vita da parte del genitore durante l’igiene orale domiciliare per ridurre al minimo il rischio di fluororosi. Abitudini dietetiche L’assunzione di bevande e cibi contenenti carboidrati semplici è sconsigliata fuori dai pasti principali; in particolare si segnala quanto segue. 1 - L’uso del succhiotto edulcorato e l’uso non nutrizionale del biberon contenente bevande zuccherine devono essere fortemente sconsigliati. 2 - Il rischio di carie da biberon è elevato; bisogna perciò non abituare il bambino ad andare a letto con il biberon e comunque evitare succhi o latte zuccherati, utilizzare solo acqua. 3 -Gli spuntini non


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devono essere cariogeni; frequenza di assunzione e consistenza del cibo sono i fattori più significativi. 4 - Consigli per l’igiene orale del lattante: rimozione giornaliera della placca sin dai primi mesi di vitacon il ditale di gomma. Bisogna ricordare ai genitori alcuni consigli dietetici, perchè la dieta ha un ruolo eziologico di primo piano nella patogenesi della carie e delle erosioni dello smalto. La dieta ha un effetto diretto sulla salute orale e sull’integrità dei tessuti dentari, sul ph e sulla composizione della saliva e della placca. E’ importante seguire un programma di prevenzione primaria professionale per tutelare la salute e la funzione dei denti decidui prima e di quelli permanenti dopo. Gli step essenziali sono i seguenti. -Programmare la prima visita dall’odontoiatra e dal’igienista dentale intorno ai 3 anni di età per predisporre

il bambino ad essere un paziente sereno e collaborante. -Programmare controlli periodici fino all’inizio della terapia preventiva attiva. -Iniziare la motivazione e l’istruzione all’igiene orale e alimentare con il piccolo paziente e i genitori. - Utilizzare il rilevatore di placca per evidenziarla e consigliarne l’uso domiciliare per la l’autocontrollo e L’autoapprendimento. - Eseguire test salivari per valutare la quantità e la qualità della saliva e la presenza di batteri cariogeni. - Eseguire l’igiene orale professionale quando necessario per la rimozione di depositi molli e/o mineralizzati. - Effettuare la sigillatura dei solchi e delle fessure (fortemente raccomandato). - Programmare la fluoroprofilassi topica professionale (vernici e gel dopo 5/6 anni) periodica. Solo iniziando precocemente ad attuare i principi della

prevenzione orale, attraverso l’educazione sanitaria, sarà possibile mantenere sani denti decidui e parmenente. L’informazione, l’interesse e il coinvolgimento dei genitori e del giovane paziente sono i presupposti indispensabili per ottenere la collaborazione. Solo attraverso l’attuazione della prevenzione primaria sarà possibile prevenire le patologie orali che maggiormente colpiscono l’uomo: la malattia cariosa e quella parodontale.

In questo ambito ben si inserisce la figura professionale dell’igienista dentale che ha per ruolo prioritario quello di occuparsi della prevenzione primaria.

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LA PULIZIA DEL VISO Dott.ssa Federica Carnaroli

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a pulizia quotidiana del viso è il principale gesto d’amore di cui la pelle ha bisogno per apparire morbida, luminosa e, soprattutto, depurata e libera da ogni impurità. Per ottimizzare l’effetto purificante, è necessario detergere accuratamente la pelle al mattino, appena svegli, e alla sera prima di coricarsi. La pelle è paragonabile ad una spugna: durante

la giornata, tende a ”catturare” smog, inquinamento e polveri, ostacolando la fisiologica traspirazione cutanea. Quindi il primo importante step per iniziare un’adeguata pulizia del viso è liberare la cute soffocata da trucco ed altre impurità che, inevitabilmente, si depositano nell’arco della giornata. Al risveglio... … la pelle ha bisogno di essere coccolata e detersa.

Massaggiare delicatamente la pelle del viso con un detergente specifico, scelto in base al tipo di pelle. Procedere sciacquando la pelle con acqua tiepida. Concludere con una delicata asciugatura e con l’applicazione di un tonico e, successivamente, di una crema adatta alla propria pelle (idratante, nutriente, antiage...). Alla sera... … il trattamento per detergere il viso deve essere ancora più profondo e meticoloso, in quanto la pelle, durante la giornata, viene particolarmente “stressata” da agenti inquinanti e polveri. Dopo aver rimosso il trucco con l’aiuto di cotone e cosmetici struccanti, si consiglia di rimuovere il detergente con acqua tiepida, tamponare delicatamente con un panno morbido e massaggiare la pelle del viso e del collo con un tonico. A questo punto, applicare una crema

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nutriente, idratante ed emolliente per mantenere la pelle morbida, idratata e luminosa (ovviamente la crema va sempre scelta in base al tipo specifico di pelle). Talvolta è possibile anche applicare uno scrub sul viso con prodotti specifici ad azione esfoliante: lo scrub serve per rimuovere le cellule morte, stimolando così il turnover cellulare, per avere una pelle più pulita e luminosa! Non bisogna poi dimenticare l’importanza delle maschere per mantenere al ”top” la nostra pelle! Esistono diversi tipi di maschere e, anche in questo caso, la scelta deve essere fatta in base al tipo di pelle sulla quale verrà applicata: ci sono maschere purificanti, maschere idratanti, maschere lifting, maschere vitaminizzanti ! ATTENZIONE: Da un’esagerata pulizia del viso si può paradossalmente ottenere l’effetto contrario: una detersione eccessiva può infatti rimuovere il sottile strato naturale che riveste la pelle, inaridendola e

rendendo la cute più sensibile e soggetta ad infiammazioni e brufoli! Di seguito per voi alcuni rimedi fai-da-te per migliorare l’aspetto della vostra pelle molto molto semplicemente e, soprattutto, economicamente . Per eliminare i punti neri aggiungere qualche goccia di lime a un cucchiaio di latte freddo: spalma questo siero alla sera e risciacqua al mattino con acqua calda, e applica di nuovo lo stesso composto massaggiando in direzione oppost al verso delle rughe. Poi sciacqua di nuovo. Il lime ha un’azione disinfettante e astringente. Evita solo di fare questo trattamento se ti esponi al sole, per non macchiare la pelle! Per evitare le macchie mescola in parti uguali latte di soia bio non zuccherato e polpa cruda di zucca; massaggia sul viso il composto per qualche minuto poi sciacqua. Il latte di soia rimuove le macchie scure mentre la zucca esfolia e uniforma il colorito.

Per eliminare un brufolo Brufoli e herpes labiale hanno origini diverse ed entrambi compaiono sempre nel momento meno opportuno e sempre sul mento, labbra o anche ai lati del naso. Per fortuna per affronatre queste piccole emergenze ci vengono in aiuto due preziosi oli naturali: l’olio essenziale di MELALEUCA (TEA TREE OIL), battericida, antimicotico e disinfettante, da applicare puro direttamente sul brufolo l’olio essenziale di MIRTO AUSTRALIANO (Backousia citriodora), che ha le stesse proprietà della melaleuca con in più l’azione antivirale quindi indicato per il virus Herpes simplex. Questi due oli riescono a fermare l’infiammazione se applicati non appena il disturbo (tumefazione e bruciore) si manifesta: applicare una goccia del prodotto prescelto con un cotton fioc, solo sulla parte interessata e non vicino agli occhi! Ripetere l’applicazione ogni 4 ore e continuare fino a quando non sentirai che è passato il ”pericolo”!


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FILI RIASSORBIBILI IN MEDICINA ESTETICA presente e futuro del rimodellamento del viso e corpo Dott.ri Mariarosaria Serra e Luca Latini

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egli ultimi anni è cresciuta l’esigenza del paziente a trattamenti sempre più incisivi ma allo stesso tempo senza l’invasività dell’intervento chirurgico e senza andare incontro alle sue possibili complicanze. In seguito a cedimenti e rilassamenti tissutali dovuti all’invecchiamento cutaneo e sottocutaneo, si viene a determinare un’ alterazione della forma e della definizione dell’ ovale del volto, del collo e del decolletè ed altre regioni corporee, modifiche che il paziente avverte come disagio e come segni dell’ avanzare dell’ età. Vi è quindi la necessità di nuove tecniche di rimodellamento che non

siano cruente ma che allo stesso tempo portino dei risultati evidenti. La medicina estetica, branca della medicina interna, negli ultimi anni ha risposto a questa esigenza offrendo al medico dei presidi terapeutici direttamente “presi in prestito” dalla tecnologia biomedica chirurgica (neurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia pediatrica e oftalmica), utilizzando i fili di trazione e biostimolazione completamente biocompatibili e riassorbibili dall’ organismo. I fili utilizzati in medicina estetica possono essere suddivisi in due categorie: - Fili di biostimolazione

- Fili di trazione con effetto lifting - Fili Biostimolanti, una delle novità più importanti degli ultimi anni, sono costituiti da PDO (Polidiossanone), un materiale biocompatibile e totalmente riassorbibile. Tale materiale, molto studiato e sicuro, è un filo chirurgico che viene posizionato in modo semplice nel piano sottocutaneo, attraverso un ago molto sottile, senza tagli né cicatrici. Non è necessaria l’anestesia, ma si può utilizzare un anestetico topico. In ambiente ambulatoriale, con i comuni accorgimenti di igiene sanitaria, si esegue una piccola


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anestesia nel punto di inserzione e uscita del filo. La procedura è assolutamente indolore, il paziente non avverte il fastidio del filo posizionato nel sottocute e, al termine,

può riprendere le comuni attività quotidiane salvo qualche piccolo accorgimento di buon senso come il dormire con la testa dritta per una settimana ed evitare traumi diretti al volto.

Il trattamento, eseguibile in ogni periodo dell’anno, non ha un’età prestabilita per essere effettuato ma solo il desiderio del paziente di tirare indietro di qualche anno le lancette dell’orologio.

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LE AFTE Dott.ssa Giorgia Montemaggiori

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e afte sono piccole ulcerazioni della mucosa orale: spesso sono solitarie ma si possono presentare anche multiple; guariscono nel giro di 7-15 giorni e tendono a recidivare. Sono molto dolorose e provocano una notevole difficoltà nell’assunzione del cibo. La causa è sconosciuta, ma fanno la loro apparizione in concomitanza a - deficit immunitari come durante una influenza, - cistiti, - variazioni ormonali, - periodi di stress - traumi locali (spazzolino da denti). Per il trattamento dell’afta si usano abitualmente dispositivi ad azione locale, che mitigano il dolore e favoriscono la cicatrizzazione. Un grande aiuto, invece, ci viene dall’omeopatia, attraverso l’assunzione di diversi rimedi omeopatici

che accelerano la guarigione e migliorano la sintomatologia dolorosa. Un’alimentazione adeguata e l’assunzione di integratori di vitamine B aiutano nel trattamento dell’afta. Nel caso di recidive o di manifestazioni stagionali o periodiche, l’uso di immunostimolanti potrebbe risultare preventivo della patologia aftosa. RIMEDI OMEOPATICI BORAX è il rimedio principale per le afte diffuse in tutto il cavo orale. Queste si presentano bianche, brucianti e sono estremamente dolenti al minimo contatto con cibi acidi e salati. SULFURICUM ACIDUM è un rimedio delle afte ricorrenti: le ulcere sono profonde, con bruciore molto intenso e le gengive spesso sanguinano. L’alito è fetido e la saliva

è abbondante, filante. È il rimedio da preferire in pazienti astenici, nelle donne che allattano e nei forti bevitori. MERCURIUS SOLUBILIS le afte sono brucianti, dolorose, ricoperte di materiale giallo-verdastro. Le ulcere presentano margini irregolari, la lingua reca l’impronta dei denti, sono presenti scialorrea ed alitosi. Le afte sono in tutto il vestibolo, anche sul palato e sulle tonsille. NITRICUM ACIDUM le afte sono a fessura, estese, lineari, con margini irregolari e fondo sanguinolento; caratteristiche del rimedio sono le labbra sono screpolate e la chelite angolare ai lati della bocca. KALIUM BICHROMICUM le afte sono a stampo, con bordi rossi, netti e scavate al centro; si avverte la sensazione di un capello alla base della lingua. CALCAREA CARBONICA per le afte dei lattanti e dei bimbi. LACHESIS le afte sono localizzate sulla punta della lingua.


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AZIONE LOCALE A livello locale è la fitoterapia che ci viene in aiuto: - Toccature con estratto di propoli analcolico: la propoli ha una azione anestetica e antibatterica ( Propol2 ”Aboca”, Propolaid ”Esi”); - Sciacqui con una soluzione preparata con 30 gocce di TM di calendula e propoli in acqua, da usare come collutorio: alle proprietà della propoli, si aggiungono quelle della calendula, lenitiva e cicatrizzante (Calendula TM ”Boiron”); - Sciacqui con acqua e bicarbonato di sodio, ad azione lenitiva (Sodio bicarbonato ”Marco Viti”) - Collutori e gel a base di altea, mirra ed aloe: le mucillaggini dell’ altea hanno un’azione emolliente ed antiinfiammatoria, la resina di mirra ha proprietà analgesiche, mentre il gel di aloe è lenitivo e cicatrizzante (Orben Aftagen gel orale e collutorio) INTEGRATORI

ALIMENTARI In presenza di afte è consigliata l’assunzione di - integratori a base di vitamine del gruppo B in quanto esiste una correlazione tra afte e deficit di vitamine del gruppo B (Alimento B ”Solgar”, Betotal); - lievito di birra: è ricchissimo di vitamine del gruppo B, ha proprietà immunostimolanti, è un cicatrizzante ed è un valido sostegno per la flora intestinale (Lievito di birra ”Aboca”); - ferro, (Ferrotone ”Loacker remedia”, Ferrogreen ”Specchiasol”, Ferrolin c “Esi”); - fermenti lattici (Prolife ”Zeta farmaceutici”, Lacto più ”Recordati”, Biodophilus e Bioflor “Solgar”); - integratori a base di molecole antiossidanti quali le vitamine c ed e (The Guardians, Rose c, Liquid vitamin e, Flavo c, Ester c plus ”Solgar”, bacche di Goji).

IMMUNOSTIMOLANTI L’uso di immunostimolanti come preparati a base di echinacea , propoli o aloe vera (Immunomix, Polidefense ”Planta Medica”, Immunilflor, Echinaid urto ”Esi”, Aloe vera ”Solgar”) o immunostimolanti omeopatici (Omeogriphi, Citomix ”Guna”, Oscillococcinum ”Boiron”, Munostim ”Loacker remedia”) risultano molto utili per prevenire le recidive. Durante i periodi di stress l’uso di piante adattogene quali la rodhiola rosea (Vitango ”Loacker remedia”) o integratori a base di Tirosina (Amino tirosina 500 ”Solgar”) potrebbero aiutare. BUONE ABITUDINI Una corretta igiene orale associata ad una alimentazione povera di cibi acidificanti quali latticini, carne rossa... sono ottime abitudini per aiutare la guarigione.

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SALA CORSI Stanza polifunzionale di 50 mq, utilizzabile sia per corsi a corpo libero (max 10 persone), che per conferenze/corsi/eventi (max 45 persone). Viene già affittata a medici, maestri di Yoga, naturopati, psicologi, nutrizionisti e professionisti in genere. Per rimanere aggiornato su corsi e conferenze che settimanalmente organizziamo, oppure per affittare la stanza: Tel. 0721 34233 info@spaziosalutesandecenzio.it facebook: Spazio Salute San Decenzio oppure richiedi l’iscrizione alla nostra newsletter.


SERENITÀ

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RESCUE , per ritrovare l’entusiasmo e la forza di affrontare le sfide di tutti i giorni. ®

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ritrovare il benessere e vivere a lungo con il

QI - GONG (YOGA CINESE)

Florido Venturi www.benessereflorido.it

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l QI GONG, nella sua essenza è una pratica che coinvolge globalmente l’individuo: corpo, respiro e mente. È una pratica tradizionale cinese, dove tradizionale sta a significare la sua origine remota, circa tremila anni, quando i primi taoisti, gli asceti dei monti sacri cinesi, prendendo spunto dalla natura ed in particolare dagli animali, idearono un sistema di esercizi per preservare salute, longevità e benessere. Con il trascorrere dei secoli il Qi Gong si è modernizzato adattandosi alle diverse filosofie: taoista,

buddista, confuciana, per trasformarsi oggi in un’affermata medicina che unisce ai benefici della terapeutica tradizionale cinese, l’avallo scientifico delle moderne strumentazioni tecnologiche. Per esigenze didattiche possiamo distinguere vari tipi di qi gong che si differenziano a seconda dello scopo che con tale pratica si intende perseguire: un qi gong per il benessere psicofisico, uno che ricerca la via della pace interiore e del risveglio, un qi gong usato negli allenamenti sportivi e nell’addestramento militare, e uno più moderno - chiamato Zi

Fa Gong - che richiede abbandono e capacità di “lasciarsi fluire” sull’onda di una danza istintiva, senza schemi, che nasce dal ”cuore del cielo e della terra”. Gli esercizi di Qi Gong si dividono principalmente in esercizi statici e dinamici. I primi da eseguirsi in piedi, seduti o sdraiati (a seconda della condizione di salute del praticante), sono caratterizzati dal mantenimento di posizioni fisse, immobili, appunto statiche (per intenderci simili alle asana dell’hatha-yoga). Qui l’attenzione (la consapevolezza) è tutta rivolta all’interno del praticante, per ascoltare, conoscere


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e successivamente imparare a gestire quello che ci accade dentro, cioè l’energia che scorre all’interno del nostro corpo. I secondi, cioè gli esercizi dinamici, vengono invece eseguiti in movimento (vedi ad es. gli esercizi dei 5 animali) e sono caratterizzati da una esecuzione lenta, armoniosa e priva di tensioni, sia muscolari, sia respiratorie, che

di atteggiamento mentale. Quando si eseguono correttamente gli esercizi si avverte subito una piacevole sensazione di leggerezza e di calore che si diffonde nel corpo, accompagnata da formicolii e tremori. Il Qi Gong è una disciplina indicata a tutti, caratterizzata dall’assenza di sforzo fisico, e dal profondo rispetto per l’età, la

costituzione e lo stato di salute del praticante. Insegnante di Qi Gong, Organizzatore e Consulente Eventi sul Benessere, Autore del libro: “Il qi-gong e gli anziani”, Ideatore e conduttore del programma TV: “Il Qi Gong: la ginnastica del sorriso”, Presidente Associazione Bao Jian Qi Gong Rimini.

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OASI DELLE MAMME MAMMA FELICE = BAMBINO FELICE

L’associazione OASI DELLE MAMME nasce in base ad una esigenza importante : assistere la donna che diventa mamma nella fase pre e, in particolare, post parto. La neomamma, una volta dimessa dall’ospedale, rientra a casa con il suo bebè e la vita è completamente da rivedere e riorganizzare. I suoi ritmi cambiano in modo repentino, la coppia subisce scossoni più o meno significativi e tutto necessita di un nuovo equilibrio. La mamma si trova in una condizione di isolamento

in cui deve imparare a gestire il neonato e le mille dinamiche che comporta la sua crescita (allattamento,notti irregolari, coliche gassose,...). In più, molto spesso, questa situazione comporta anche la ”perdita” della cura personale della donna completamente assorbita dalla presenza del bambino. Non è affatto raro che molte neomamme non possano avvalersi di sostegno da parte dei familiari (madre o suocera) e si trovino sole a gestire circostanze a tratti anche molto complicate non essendo a conoscenza del funzionamento dell’allattamento o di come si lenisce una colica gassosa. Ciò comporta problematiche psicologiche in cui la mamma, non sapendo come consolare un pianto, possa ritenersi

inadeguata al suo nuovo ruolo. CHE COSA FA OASI DELLE MAMME? Sostenere in tutto e per tutto la mamma (e il papà) mettendo per la prima volta il bambino in secondo piano poiché è nostra scuola di pensiero rivolgere ogni tipo di attenzione alle ”radici dell’albero” e se una madre è felice ed equilibrata lo sarà necessariamente anche il figlio. Per maggiori informazioni: Ufficio stampa e segreteria organizzativa r.montella@ oasidellemamme.it – tel. 3319197084 Deborah Papisca e Enrica Costa direzione e coordinamento Clelia Raffaele psicologa Veronica Bianchi ostetrica



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LA VETRINA

DEI TALENTI

Luciano, classe ‘88 , di Avellino, venuto a Pesaro per amore, poi ha deciso di inventarsi un lavoro, aveva la passione per la meccanica e per i le biciclette e si è chiesto: ”Perchè non provare?”. Partito da un locale di 11mq, ora ne ha 50 mq con laboratorio, e ha intenzione di ampliarsi per sviluppare anche prodotti da lui firmati. Ora si trova in Via Diaz 22 a Pesaro e il negozio si chiama ”Personal Bici”. Alla domanda: ”Cosa vuoi fare da grande?” lui ha timidamente risposto: ”Sposarmi e vivere normalmente”.


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Silvia’s think nasce da un blog dove metteva tutto cio’ che faceva. Poi la passione per le borse: nel 2008 incontra il ”PVC”, materiale per pavimenti, se ne innamora e da li’ inizia a studiarlo, capire come lavorarlo e sperimentare. Silvia’s think è un brand,

una linea di borse ed accessori interamente realizzati a mano e caratterizzati dall’uso inusuale dei materiali. Via Diaz è il luogo dove le creazioni Silvia’s think prendono vita, un laboratorio dove potrete vedere con i vostri occhi borse e

accessori assumere forma e commissionare direttamente l’oggetto dei vostri desideri. Cosa vuol fare da grande? Non soffermarsi solo sulle borse, stabilire collaborazioni con altre realtà per sfruttare al meglio la sua creatività.

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Spazio Salute San Decenzio Contatti: Spazio Salute San Decenzio Via San Decenzio 6/16/20 - 61121 Pesaro Parcheggio privato sempre disponibile

www.spaziosalutesandecenzio.it info@spaziosalutesandecenzio.it Spazio Salute San Decenzio Spazio Salute San Decenzio Tel. Centro Medico +39 0721 65905 Tel. Studio Odontoiatrico +39 0721 410010 Tel. Parafarmacia +39 0721 34233


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