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© 2008 Edizioni del Vento c.p.405 – 30016 Jesolo Lido (VE) info@edizionidelvento.it ISBN 978-88-89890-21-9
CONTROVENTO 3
IL FOLLE VOLO D’Annunzio e l’incredibile impresa sui cieli di Vienna
Un fumetto storico di Fabrizio Capigatti e Samuela Cerquetella
«O frati», dissi, «che per cento milia perigli siete giunti a l’occidente, a questa tanto picciola vigilia d’i nostri sensi ch’è del rimanente non vogliate negar l’esperïenza, di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.» Li miei compagni fec’ io sì aguti, con questa orazion picciola, al cammino, che a pena poscia li avrei ritenuti; e volta nostra poppa nel mattino, de’ remi facemmo ali al folle volo... Dante Alighieri, Inferno, xxvi
Maggiore, abbiamo superato da poco le 9 ore di volo!
4 settembre 1917. San Pelagio, Padova.
Molto bene! Possiamo atterrare, il collaudo è stato superato, ora non resta che fare rapporto al Colonnello La Polla.

La riduzione del peso del Caproni è stata sufficiente per percorrere 900 Km. Alleggerire il bombardiere delle mitragliatrici e delle bombe ci ha concesso di installare dei serbatoi ausiliari e aumentare l’autonomia di volo...
... quel tanto che serve per poter arrivare sul cielo nemico...
... e per strappare il sĂŹ alla missione al Comando Supremo...

Benvenuto Maggiore, la stavo aspettando.
Colonnello La Polla!
Avrà già appreso la notizia, immagino.
Ebbene sì Colonnello... è infatti questo il motivo della mia visita. Non riesco a comprendere le motivazioni che hanno spinto il Comando Supremo a respingere la mia richiesta!
Deve capire che non è così semplice...
Maggiore prego, si sieda.
Il volo di prova è stato superato con successo!
Dovevamo restare in volo per 9 ore con lo stesso aeroplano ed equipaggiamento e l’abbiamo fatto, dovevamo acquisire un’autonomia di 900 km e l’abbiamo ottenuta... ... cos’altro vuole il Comando Supremo?
Maggiore...
... volare fin sopra il cuore della città di Vienna non è come sorvolare le campagne italiane sotto il nostro cielo.
Conosce anche lei i rischi di questa missione... In più vi sono tentativi in atto per porre fine al conflitto.
Non credo a certi tentativi di pace, troppe volte sono falliti!
Il Comando Supremo ha deciso così: nessuna squadriglia partirà verso i cieli austriaci.
... ma spera non sia stato un modo per “addolcirlo”, perché sa bene quanto lei creda nella disciplina e non trova motivo di richiamarla ad essa. Ha deciso quindi di negarle il permesso di volo.
È giusto provare un’ultima volta. E poi ci sono in ballo troppe pressioni...
Ah! Cadorna la ringrazia per la cassa di vino. Davvero pregiato, ha detto...
Questo è quanto il Maggiore D’Annunzio raccontò a tutti noi della squadriglia “Serenissima” sul suo confronto con il Colonnello La Polla... Ma torniamo al settembre dello scorso anno...
Dopo il no di Cadorna egli vide crollare ogni speranza di vedere approvata la propria missione, ostacolata anche da Papa Benedetto XV, impegnato a porre fine al conflitto.
A causa della disfatta di Caporetto le basi aeree vennero allontanate di altri 200 Km da Vienna, e in queste condizioni per i Caproni era impossibile volare fino alla città austriaca. Ma nulla era perduto...
Passerà un lungo anno prima di individuare l’aereo adatto alla missione: lo S.V.A 5...
... un biplano da caccia la cui lunghezza e apertura alare consentivano notevoli prestazioni.
Anche il motore era molto potente...
... e portava l’aereo a una velocità massima di ben 225 Km/h.
L’armamento modesto (due mitragliatrici fisse anteriori e due bombe)...
... era compensato da un’autonomia di volo di diverse ore...
... che consentiva profonde penetrazioni in territorio nemico. Caratteristiche che lo rendevano ideale per bombardamenti leggeri e per ricognizioni fotografiche...
... e quindi per l’impresa di D’Annunzio!
26 giugno 1918
... siamo quindi qui riuniti per ricordare un eroe che per la Patria ha dato la vita. Francesco Baracca era un soldato e un uomo che rispettava gli altri esseri umani...
Ricordo come raccontava il suo primo abbattimento sopra il cielo di Gorizia quando dopo vari minuti di ingaggio riuscì a portarsi con una cabrata in coda al velivolo avversario scaricandogli addosso 45 colpi. L’aereo non ebbe scampo e precipitò.
Francesco atterrò subito per sincerarsi delle condizioni del pilota nemico e si congratulò con lui per il combattimento. Questo suo gesto non fu isolato. Sosteneva infatti che «è all’apparecchio che io miro, non all’uomo».
Ricordo che il Poeta mi raccontò di quando, durante il funerale del Baracca, gli venne comunicata la scelta dello S.V.A. 5 per la missione. Aveva da poco concluso la sua orazione per l’amico...
... quando il Comandante Superiore dell’Aeronautica Luigi Bongiovanni arrivò di corsa a portargli la notizia. Ironia della sorte, proprio ora che Baracca era sepolto sotto due metri di terra...
Troppe volte infatti D’Annunzio aveva cercato invano di carpire il metodo da lui usato per abbattere gli aerei nemici, quasi si trattasse di un trucco che il Baracca voleva tenere tutto per sé. «Sta tutto nell’abilità del pilota», rispondeva con l’orgoglio dell’unico soldato italiano decorato in vita con la medaglia d’oro al valor militare.
Comunque la missione era stata finalmente approvata e il mezzo scelto... ... ma lo S.V.A. 5 era un monoposto, dettaglio che escludeva dall’impresa proprio D’Annunzio, il suo ideatore!
Il destino era stato proprio beffardo... Al dolore della scomparsa di un amico si aggiungeva ora un’altra sofferenza.
Non mi risulta difficile immaginare lo sgomento del Poeta di fronte alla terribile notizia!
La sua disperazione fu troppo grande, tanto che Luigi Bongiovanni si convinse a interpellare l’ingegnere Brezzi della Ansaldo...
... al quale fu chiesto di progettare uno S.V.A. 5 biposto. E, com’era prevedibile, la Ansaldo non tradì: in tempi rapidi Brezzi riuscì a preparare il velivolo.
... il Capitano Luigi Bourlot. Ma ancora una volta il destino si rivoltò contro D’Annunzio!
Il mezzo venne provato il 7 luglio 1918 dal pilota che avrebbe dovuto portare il Poeta in missione...
Per un banale incidente, il Capitano Bourlot perse il controllo del velivolo...
... e si schiantò al suolo!
Di nuovo la Ansaldo si mise al lavoro, ma questa volta non c’era più il tempo di costruire un nuovo velivolo.
Non restava che provare a modificare un esistente S.V.A. 5 e chiedere all’ingegner Brezzi un vero e proprio... miracolo!
Fu così che, appiattendo uno speciale serbatoio da 300 litri posto in fusoliera e collocandovi sopra un seggiolino, il miracolo chiesto divenne realtà.
A prendere il posto del defunto Capitano Bourlot sopraggiunse il Capitano Natale Palli e finalmente il Poeta ebbe il suo aeroplano e il suo posto in prima fila per la missione!
IL FOLLE VOLO Testi di Fabrizio Capigatti
Disegni di Samuela Cerquetella
87a Squadriglia sull’attenti! Il Capitano Alberto Masprone ha una comunicazione da darci.
29 luglio 1918
Grazie Tenente. Soldati, sono qui per comunicarvi che il Comando Supremo, seppur tra mille dubbi, concede alla 87a Squadriglia il permesso per la missione che vi porterà dritti al cuore della nemica Austria...
... sorvolando i cieli di Vienna! A guidarvi in questa impavida missione sarà il qui presente Maggiore Gabriele D’Annunzio!
Complimenti Maggiore, è finalmente riuscito a convincere il Comando Supremo.
Grazie Capitano. Ci sono voluti ben tre anni per farlo e, come lei sa, non senza complicazioni.
Non avrei mai organizzato nulla del genere se fossi stato così ingenuo...
Certo, Maggiore. E immagino che lei non sia all’oscuro dei dubbi che tutt’oggi il Comando nutre sulla missione.
Vede, il Comando ha ben chiaro cosa significherebbe l’esito positivo di questa missione...
Propaganda! Crede che non me ne renda conto, Capitano?
Esatto. Come si suol dire... il gioco vale la candela!
E se dovessimo fallire?
Saremmo comunque degli eroi, Maggiore. In entrambi i casi il Comando ne uscirebbe sano e salvo.
Spero allora che reputi tale anche me visto che pure io sarò della partita...
Eccome! Le dirò di più, Alberto: ne sono oltremodo felice. Non sarebbe lo stesso per noi... Mi auguro comunque che così non sia, Capitano. La sua squadriglia è composta da abili piloti e uomini valorosi.
2 agosto 1918
Mancavano sette giorni alla partenza per Vienna, e bisognava ancora collaudare tutti i velivoli. Il Poeta infiammava ogni giorno i nostri animi...
... ed ero entusiasta di essere comandato da una figura cosĂŹ insigne...
... anche se non nascondo che la sua presenza mi metteva soggezione.

Tutti e 14 gli S.V.A. erano pronti al volo di prova. Non mi restava che salire a bordo e far vedere a D’Annunzio cosa Girolamo Allegri sapeva fare con un aeroplano in mano!
Maggiore siamo pronti per il volo di prova!
... ad auspicare il buon esito della missione, verrai soprannominato “Fra’ Ginepro”!
Sottotenente Allegri! Lo sa cosa mi ricorda la vista della sua folta barba? Quella tipica dei frati, pilota! E sia, Girolamo: d’ora in poi...
Ma dei 15 piloti previsti alla fine solo 11 riusciranno a tentare la missione...
Gabriele D’Annunzio, il «poeta soldato» – come amava definirsi – e l’ideatore del volo su Vienna, a comando dell’unico S.V.A. biposto della squadriglia, guidato dal Capitano Natale Palli.
Tenente Ludovico Censi
Tenente Vincenzo Contratti
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Tenenti Francesco Ferrarin e Aldo Finzi
Tenenti Giordano Bruno Granzarolo e Antonio Locatelli
Capitano Alberto Masprone, fondatore della 87a Squadriglia “Serenissima”
Sottotenente Girolamo Allegri, soprannominato “Fra’ Ginepro”, e Tenente Piero Massoni
Il 2 agosto il primo tentativo: fallito. Partimmo in 14 ma sulle Alpi una fitta coltre di nebbia ci costrinse al rientro. Solo in 7 tornarono a San Pelagio: gli altri dovettero compiere degli atterraggi di fortuna in Val Padana.
Un secondo tentativo fu fatto l’8 agosto.
Non si vede niente, maledizione!
Questo volo sembra maledetto, Maggiore... Anche questa volta sembra sia la nebbia il nostro nemico, non gli austriaci!
Dobbiamo rientrare anche questa volta? E sia... rientriamo a San Pelagio!
... non si vede nulla, è troppo rischioso andare avanti!
Non è sicuro continuare, rischiamo di schiantarci sulle montagne!
RIENTRIAMO! È UN ORDINE!
Ma quest’ordine Ludovico Censi non lo poté sentire...
Devo sbrigarmi se li voglio raggiungere!
Maledizione! Il motore ha dei problemi... e sono già tutti in volo.
Ormai staranno già sorvolando le Alpi... Certo che con questa nebbia non si vede nulla! Ma non voglio essere l’unico pilota a non aver volato sui cieli di Vienna!
Non vedo l’ora di vedere le facce sorprese dei viennesi quando sganceremo il carico sopra le loro teste...
... dimostrando la forza dell’Italia e... Maledizione! La nebbia è sempre più fitta!
Mi chiedo dove saranno ormai gli altri... Sembra proprio che si stia per scatenare una bella bufera, qua sulle Alpi...
... e che io ci stia finendo dritto dentro!
Coraggio... fatti avanti...

C’è mancato veramente poco, maledizione! Per fortuna che...
!?
Maggiore, il tempo sta peggiorando... e il Censi non lo vediamo!
Non preoccuparti, Fra’ Ginepro! Troveremo il Tenente Censi ad aspettarci a San Pelagio, vedrai.
Non l’ho mai visto in volo...
Siete sicuri che il Tenente Censi sia decollato assieme a noi?
Infatti sospetto non sia mai partito... Fra’ Ginepro!
Maggiore...
... anzi, mi sembra di averlo visto intento con i meccanici a controllare il motore del suo S.V.A.
... sinceramente non ho ricordo del Tenente Censi quando siamo partiti da San Pelagio...
Probabilmente il suo motore gli dava delle noie e non è nemmeno decollato. Non preoccupiamoci ancora inutilmente per lui e cerchiamo di far ritorno al campo, il tempo sta peggiorando velocemente.
Ricevuto Maggiore! C’è una bufera in piena regola che sta per esplodere...
... e noi la stiamo giusto evitando!
Ci sto andando giusto incontro!
Maledizione!
Maledetti fulmini! Sono stato preso di striscio ma hanno danneggiato la coda dell’aereo... Non posso continuare a volare così, rischio di precipitare!
Devo assolutamente alleggerire il carico. Mi dispiace, dovevate cadere su Vienna e invece...
... dovrete accontentarvi delle Alpi Giulie...

Eccoli finalmente! Questo è lo S.V.A. del Maggiore D’Annunzio!
Zitto! Vuoi che il Maggiore ti senta?
Mmm... Mi sembra ancora così strano che il Comando abbia dato il permesso al volo...
Anche questo volo non ha avuto successo...
Già... il Comando raramente sbaglia, ma si tratta pur sempre della 87a Squadriglia...
Tenente Censi! Avete resistito alla tormenta che ha spinto noi prima di voi a rientrare...
... e in tutto quel trambusto non siamo riusciti a vederci nemmeno per un momento!
Sì, sono stato davvero fortunato... ma ho dovuto sganciare tutto quello che avevo a bordo...
Non abbiamo scelta... dobbiamo partire domani all’alba, prima che gli austriaci trovino qualcosa. Avvisi gli altri di tenersi pronti!
Questo è un problema...
Ludovico Censi ci comunicò la decisione di D’Annunzio. Dopo il rischio che avevamo appena corso, nella testa di ognuno di noi penso corresse un unico pensiero: FOLLIA!
Eravamo stanchi, sfiduciati, il tempo non dava più garanzie e, dopo questo nuovo tentativo fallito, il pensiero frequente era quello di aver preso parte a una missione maledetta...
Quando D’Annunzio convocò me, Masprone, Palli, Sarti e Contratti capii. L’irrazionale, irresponsabile decisione di montare nuovamente a bordo dei nostri S.V.A. era dettata dal suo carisma.
Era davanti a noi, tra le mani l’amato tricolore... Ci disse che era per quella bandiera che stavamo per compiere quella missione...
... e che non potevamo tirarci indietro. Fu in quel momento che ci fece fare giuramento di arrivare a Vienna, o di non tornare indietro.

9 agosto 1918. Campo di San Pelagio. 5:50 del mattino.
ORA!
Così... COSÌÌÌ!
ECCOCI!
Perfetto Tenente. Tutti gli altri sono dietro di noi...
Puntiamo su Vienna!
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Passarono pochi minuti dalla nostra partenza da San Pelagio, che il primo S.V.A. precipitò al suolo. Era il monoposto del Capitano Alberto Masprone...
Maggiore! Il Capitano Masprone è precipitato!
Ricevuto! Proseguiamo! Chi è in coda?
Tenente Giuseppe Sarti, Maggiore!
Controlli le condizioni di Masprone...
Tenente Allegri in appoggio!
Masprone sta bene, è uscito dallo S.V.A. e ci sta facendo segno con le braccia!
Masprone non fu l’unico a dover abbandonare l’impresa. Poco dopo Ferrarin e Contratti tornarono a San Pelagio per problemi al motore.
Perfetto, agganciamoci di nuovo in coda!
Non voglio portare sfortuna Maggiore, ma anche questo volo non sembra essere iniziato nel migliore dei modi...
Non invochiamo noi stessi la sfortuna. Questo folle volo andrà a compimento! Tra meno di due ore porteremo la grandezza dell’Italia sopra le teste di quei rozzi austriaci!
Non lo pensi nemmeno Tenente!
Esatto. Se tutto va bene saremo sopra Vienna attorno alle 9. Ma... che succede?
Maggiore! Il Tenente Sarti deve avere dei problemi al motore... Sta precipitando!
Maledizione! Il motore si è spento. Devo cercare di planare... Dovrei farcela...
OOOOOH!!!
Sarti... Noooo!
Che diavolo succede!?
D’improvviso mi accorsi che lo S.V.A. del Tenente Sarti stava precipitando...
... e capii che da un momento all’altro poteva toccare la stesso sorte a me.
Com’era possibile che mezzi preparati con tanta cura potessero tradirci così? Eppure stava succedendo...
Per la prima volta mi chiesi perché ero lì, cosa mi spingesse a farlo...
Era il Poeta, il suo carisma... Lo avremmo seguito in capo al mondo noi della 87a Squadriglia “Serenissima”...
NOOOOO!!!
Pare che Sarti ce l’abbia fatta...
Sì, è atterrato!
Eccoci! Passato quel punto laggiù mancherà poco per arrivare a Vienna.
Siamo in dirittura d’arrivo Tenente...
... entro breve scriveremo la Storia!
Maledizione!
Che succede?
Una corrente d’aria fortissima, Maggiore... Si tenga forte! Credo che ora inizieremo a ballare parecchio... Deve essere un canale d’aria dovuto alla gola da cui stiamo uscendo...
Maledizione, Tenente... Tenga duro!
Dobbiamo resistere ancora qualche minuto. Superata questa gola dovremmo lasciarci alle spalle la turbolenza.
Ancora poco...
...
Tutto a posto Maggiore. Turbolenza superata, Vienna dista da noi circa trenta minuti.
Molto bene! Complimenti, Tenente.
Grazie, Maggiore...
Tenente, vede anche lei quello che vedo io?
Un momento...
Quella è Vienna!
Ci apparse come un miraggio... era finalmente lì, davanti ai nostri occhi...
Preparatevi a sganciare!
Vivere ardendo e non bruciarsi mai... A noi, miei draghi!

ORA!
Viva l’Italia! Ce l’abbiamo fatta!
Erano le 9:20 del 9 agosto 1918 quando gli abitanti della capitale austriaca si videro precipitare addosso, nell’atto della più folle missione militare mai svolta, anziché delle bombe dei volantini propagandistici...
La soddisfazione di esserci riusciti cancellò in un solo istante la fatica e la stanchezza di noi tutti.
Mamma guarda, l’ho preso!
Ora non ci restava che tornare verso casa...
«Viennesi! Imparate a conoscere gli Italiani. Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà. Noi non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne. Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d’odio e d’illusioni... »
Presto, salite! Ho detto presto, maledizione! Non dobbiamo perdere un solo secondo, stanno bombardando la cittĂ !

Le sirene d’allarme! Dobbiamo tornare subito indietro ed evitare la contraerea austriaca!
Torniamo per le Alpi Giulie, Tenente, ma rispetto all’andata dobbiamo fare una deviazione.
E il carburante, Maggiore?
Non si preoccupi, Tenente. L’avevo già calcolato.
APRITE IL FUOCO!
Eccoli!
Ah, maledizione!
ABBATTETELI! TUTTI!
Non fummo intercettati né dai caccia né dai posti di avvistamento austriaci. Nemmeno le condizioni atmosferiche ci complicarono il rientro. Il Poeta aveva deciso un cambio di rotta per cui, passate le Alpi Giulie, virammo in direzione di Venezia.
Ostia! E questi cossa xei!? !?
Lo scopo della deviazione era quello di lanciare sulla città lagunare un messaggio d’amore scritto per lei da D’Annunzio...
... A te, Venezia la bella ...
Ou, Bepi: piove carta!
Campo di San Pelagio, ore 12:35 del 9 agosto 1918
Sono loro! Stanno rientrando!

VIVA L’ITALIA! VIVA D’ANNUNZIO!
Venite Maggiore... ... di qua, si appoggi...
Complimenti, Maggiore! Avete compiuto una vera e propria impresa! Avete reso onore all’Italia!
Merito di tutta la 87a Squadriglia “Serenissima”!
Allora, Maggiore D’Annunzio... Tenente Palli... in che modo vorreste essere ricompensati per il servizio reso al vostro Paese?
Sinceramente, Comandante, sorvolando Venezia un desiderio mi è venuto...
... ed è una richiesta che faccio a nome di tutta la squadriglia...
... volare anche... SU BERLINO!
FINE
La guerra di carta di Lorenzo Tomasin «Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino. Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi. Viva l’Italia!». E fra la cattedrale di Santo Stefano e la passeggiata del Graben – quella che conduce verso la porta principale della Corte imperiale – le parole di Gabriele D’Annunzio caddero veramente, poco dopo le nove del mattino del agosto : esattamente novant’anni fa. La difesa contraerea a quell’epoca era ancora piuttosto arretrata (sarà il secondo conflitto mondiale a renderla tristemente familiare alle popolazioni di tutta Europa) e cosa ben diversa dalle incursioni dei bombardieri – la cui minaccia era più temuta che reale – appariva il «folle volo» di una squadriglia di undici aeroplanini decollati dal campo di San Pelagio, vicino a Padova. Aeroplanini, poco più che giochi per bambini: tali apparirebbero oggi i monoposto Ansaldo s.v.a. e persino l’unico biposto, quello in cui davanti al capitano-pilota Natale Palli sedeva il capo dell’a Squadriglia “Serenissima”, il maggiore Gabriele D’Annunzio. Sua – come già quella della beffa di Buccari, e come ancora quella della presa di Fiume, architettata pochi anni dopo – l’idea. Suo lo stile, lo stigma inconfondibile di una delle più
gioiose imprese belliche dell’età moderna. Giungere sul cielo nemico della capitale imperiale e lanciare sulle sue strade e sui suoi tetti oltre due quintali di volantini tricolori. Una parte (minoritaria) di essi conteneva un messaggio redatto dallo stesso D’Annunzio: parole alate evocanti la «certezza di ferro» del destino, la «gioia dell’arditezza», l’«ebrezza che moltiplica l’impeto»: parole giudicate fin troppo oscure e inefficaci da un punto di vista che oggi si direbbe mediatico. Così, mescolati ai volantini del Vate, ce n’erano altri, ben più numerosi, con un messaggio in tedesco, più diretto e – giornalisticamente parlando – efficace, a firma di Ugo Ojetti, futuro direttore del «Corriere della Sera» e firma di punta della pubblicistica nazionale: «Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà». Parole forse vane sotto il profilo militare (tutti i libri di storia e i manuali di strategia si affrettano a sottolineare il ruolo insignificante del Volo su Vienna nello svolgimento concreto delle operazioni belliche, pur riconoscendovi l’inaugurazione delle tecniche della moderna guerra psicologica), ma facilmente profetiche: il prevalere dell’Intesa era ormai vicino, e l’onda lunga dei festeggiamenti per la sortita (sette degli undici apparecchi decollati da San Pelagio tornarono indenni nel pomeriggio di quel giorno, e solo uno dovette atterrare in territorio austriaco) finì per confondersi con quelli di una vittoria che D’Annunzio – promosso Tenente Colonnello, e onusto di medaglie al valore – definì «mutilata». Ancora una volta, due piani della storia (quello letterario e imaginosamente eroico del Vate, e quello concreto delle diplomazie) non riuscivano ad intersecarsi, e restavano estranei l’uno all’altro. Un po’ com’era accaduto per i due pacchi di volantini caricati sugli aeroplanini partiti dal campo di San Pelagio. La poesia da una parte, la politica dall’altra: quando, nella vita di D’Annunzio, i due piani s’intersecarono per brevi
intervalli, scaturirono scintille: come nel caso dell’avventura fiumana. O nel gesto estemporaneo di quell’impresa aviatoria. Novant’anni dopo, il ricordo del «folle volo» (come quello di Ulisse nella Commedia, e come quello di Icaro) continua a sembrare più simile ad un’opera d’arte che a un episodio bellico. Così, la trasvolata dannunziana si trasforma oggi in un racconto a fumetti: un racconto bello da leggere e da vedere, senz’alcuna infiorettatura romanzesca. La verità, del resto, supera in questo caso l’immaginazione, e la contaminazione tra forme artistiche tradizionalmente non comunicanti (il fumetto, la letteratura, e un genere tutto dannunziano come la performance bellico-artistica) riesce singolarmente efficace. Davvero nessun volo poteva essere più folle.
APPENDICE
Cronologia storica del «folle volo» 28 giugno 1914 – Assassinio a Sarajevo dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono, e di sua moglie Sofia. 23 maggio 1915 – L’Italia dichiara guerra all’Austria, sua ex alleata, dopo la prima dichiarazione di neutralità del agosto . 24 maggio 1915 – Le truppe italiane si attestano sulla linea del fronte. 23 giugno - 2 dicembre 1915 – Prime quattro battaglie dell’Isonzo.
20 settembre 1915 – Gabriele D’Annunzio, atterrando ad Asiago dopo una riuscita incursione a Trento, partorisce l’idea del volo su Vienna e conia il famoso proclama: «Donec ad metam: Vienna!». Ma fin da subito deve scontrarsi con le resistenze delle autorità militari, che gli bocciano ripetutamente l’idea della spedizione.
16 gennaio 1916 – Ammarando bruscamente sulle acque di Grado con un idrovolante dopo un giro di ricognizione, D’Annunzio resta ferito al volto e un mese più tardi gli viene diagnosticata la perdita dell’occhio destro per un irrimediabile distacco della retina.
11 marzo - 1 novembre 1916 – Quinta, sesta, settima, ottava e nona battaglia dell’Isonzo.
15 maggio - 16 giugno 1916 – Gli austriaci lanciano, sul fronte italiano, la Strafexpedition, la spedizione volta a punire l’alleato traditore, sfondando il fronte ad Asiago. Dopo un mese ci sarà la vittoriosa controffensiva italiana. 28 agosto 1916 – L’Italia dichiara guerra alla Germania. 12 aprile - 6 giugno 1917 – Decima battaglia dell’Isonzo. 1 agosto 1917 – Papa Benedetto xv lancia un appello per fermare «l’inutile strage». 18 agosto - 12 settembre 1917 – Undicesima battaglia dell’Isonzo. 4-5 settembre 1917 – D’Annunzio, che nonostante tutto ha continuato a progettare il volo su Vienna, porta con successo a termine un volo di prova di almeno ore con due Caproni, approntati allo scopo, in modo da strappare al colonnello Ernesto La Polla, comandante dell’Aviazione da bombardamento, l’autorizzazione per il raid – che nel frattempo viene promosso come atto propagandistico, per motivi tecnici e umanitari, oltre che per evitare ritorsioni, magari su Venezia o Milano. Ma il giorno successivo, nonostante il successo del tentativo dannunziano, l’autorizzazione viene ancora una volta negata su ispirazione vaticana, essendo Papa Benedetto xv impegnato in un ultimo tentativo diplomatico per porre fine al conflitto. 24 ottobre 1917 – Un poderoso attacco austro-tedesco sfonda il fronte italiano a Caporetto. Ciò per D’Annunzio è dop-
piamente catastrofico in quanto, allontanando di altri Km le basi aeree da Vienna, rende di fatto impossibile l’impresa con i Caproni. 9 novembre 1917 – Armando Diaz viene nominato Comandante Supremo dell’Esercito italiano al posto di Cadorna. 12 gennaio 1918 – Su iniziativa dell’allora tenente pilota Alberto Masprone, viene ufficialmente costituita a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, l’a Squadriglia Aeroplani da Caccia “La Serenissima”. La squadriglia, con dotazione di biplani da ricognizione Ansaldo s.v.a. , dal maggio dello stesso anno è dislocata definitivamente all’aeroporto di San Pelagio, alle dipendenze dell’xi Gruppo Aeroplani. 15-23 giugno 1918 – Battaglia del Piave: gli austro-tedeschi battono in ritirata. Attivo ruolo dell’a Squadriglia che prima contrasta con bombe e mitragliamento a bassa quota l’offensiva austriaca, e poi appoggia dal cielo la controffensiva italiana. Giugno 1918 – Viene ufficialmente scelto lo s.v.a. per il volo su Vienna ma nasce il «caso D’Annunzio»: infatti lo s.v.a. è un bibplano monoposto e quindi il poeta paradossalmente dovrebbe rimanere a terra. Ai funerali di Francesco Baracca tocca al generale Luigi Bongiovanni, Comandante Superiore d’Aeronautica, informarlo che il volo su Vienna si sarebbe fatto senza di lui. Ma di fronte alla disperazione di D’Annunzio il generale decide di rivolgersi all’ingegnere Brezzi dell’Ansaldo affinché progetti uno s.v.a. biposto espressamente per il poeta. 7 luglio 1918 – In un incidente a Gaggio, presso il campo di volo di Marcon, in provincia di Venezia – dove perirà anche il pilota designato a portare D’Annunzio a Vienna, il capitano
Luigi Bourlot – viene distrutto lo s.v.a. biposto che la Ansaldo era riuscita a costruire. Per sostituire Bourlot, verrà scelto il capitano Natale Palli, mentre per il biplano non rimane altro da fare che convertire in biposto un già esistente s.v.a. monoposto di serie: D’Annunzio si rivolge ancora all’ingegner Brezzi che in poco tempo compie il “miracolo” appiattendo uno speciale serbatoio da litri posto in fusoliera e collocandoci sopra un seggiolino. 29 luglio 1918 – Il Comando Supremo si convince e, pur fra mille cautele (con una finestra temporale di massimo giorni entro cui tentare il volo), concede il tanto sospirato permesso a D’Annunzio e, cogliendone finalmente l’enorme valore propagandistico, decide di attribuire al poeta stesso il comando e la responsabilità dell’intera operazione. Il luglio viene inviato all’a Squadriglia l’ordine d’operazioni, che Masprone legge davanti a tutta la squadra in un silenzio improvviso e irreale, che alla fine viene infranto dal generale coro degli «Hurrà!». 2 agosto 1918 – Viene compiuto un primo tentativo di volo, con la partecipazione di quattordici s.v.a. in due pattuglie da velivoli, ma sulle Alpi trovano una fitta ed estesa coltre di nubi e devono rientrare in Val Padana, che nel frattempo è stata invasa dalla nebbia. Solo sette s.v.a. riescono a rientrare a San Pelagio, gli altri fanno atterraggi di fortuna in altre zone e tre non saranno più utilizzabili a causa dei danni riportati. 8 agosto 1918 – Fallisce anche il secondo tentativo di volo, sempre a causa del tempo. In più c’è la disavventura del tenente Ludovico Censi: costretto a partire in ritardo a causa di noie al motore si lancia all’inseguimento dei suoi compagni incrociandoli, senza avvistarli, mentre questi ultimi fanno il volo di ritorno. Sulle Alpi Giulie le condizioni di volo diven-
tano proibitive a causa di una forte bufera e Censi per salvarsi è costretto ad alleggerire l’aeroplano gettando nel vuoto i manifesti, per fare quindi anche lui ritorno a San Pelagio. Ma il pericolo era che i manifesti gettati in Austria avrebbero sicuramente allertato le difese nemiche e quindi era necessario compiere il volo assolutamente entro il giorno seguente. Nel frattempo, e a causa degli infruttuosi tentativi, il Comando Supremo sta per ritirare l’autorizzazione, ma D’Annunzio e Masprone riescono a ottenere una proroga di ore. 9 agosto 1918 – D’Annunzio veglia tutta la notte della vigilia e all’alba, dopo aver svegliato personalmente tutti i piloti, raduna attorno a sé i che considera i più fedeli e chiede loro il giuramento di arrivare a Vienna o non tornare più indietro. Nel prepararsi al decollo, prima di indossare la pesante combinazione di volo, D’Annunzio si avvolge attorno al petto una bandiera tricolore con le firme di tutti i piloti che avrebbero preso parte all’azione e porta con sé due libri, uno dei quali è stato fonte di ispirazione per il motto della squadriglia Serenissima: «Iterum Rudit Leo». Infine in una tasca della giacca di cuoio mette una scatola contenente una fiala di veleno che gli sarebbe servita per togliersi la vita nel caso fosse caduto in mano al nemico. Il agosto, quindi, alle : si levano in volo dieci s.v.a. monoposto e lo s.v.a. biposto, ma già dopo pochi minuti Masprone deve atterrare a causa di un’avaria: nel rovinoso atterraggio il velivolo viene danneggiato e il pilota si rompe la mandibola. Altri due piloti poco dopo devono rientrare alla base per un irregolare funzionamento del motore. Gli velivoli rimasti serrano la formazione e continuano il volo ma anche Sarti è costretto ad abbandonare perché il motore si ferma. Riesce ad atterrare in un campo con lo s.v.a. pressoché illeso; però, come da istruzioni ricevute, per non farlo cadere in mano nemica lo distrugge dandogli fuoco giu-
sto poco prima che arrivi una pattuglia di ufficiali austriaci che lo prendono prigioniero. Alle : sette s.v.a. sorvolano a bassa quota il cielo su Vienna e lanciano i manifesti tricolori che in breve riempiono la città sotto lo sguardo stupefatto degli abitanti. Subito dopo, a un cenno del comandante gli aerei virano e iniziano il difficile viaggio di ritorno, che fila quasi inaspettatamente liscio grazie al miglioramento delle condizioni atmosferiche e grazie al mancato intercettamento sia dei caccia che dei posti di avvistamento austriaci. Al momento di sorvolare la laguna veneta D’Annunzio lascia cadere un altro messaggio d’amore per «Venezia la bella». Alle : il personale del campo di San Pelagio comincia a sentire in lontananza il caratteristico ronzio degli aeroplani in avvicinamento. Tutti gli uomini si dirigono verso il campo d’atterraggio. Giunto sulla verticale di atterraggio il pilota Ludovico Censi esegue addirittura due looping perfetti. Tutti gli aerei si allargano e atterrano uno dietro l’altro. I piloti, stremati, vengono aiutati a uscire dagli abitacoli in un clima giubilante. Palli chiede a D’Annunzio cosa avesse scritto per tutto il volo su il suo taccuino, e gli chiede di averlo in dono come ricordo dell’impresa. Sul campo sono presenti anche i comandanti La Polla e Bongiovanni, che nel pomeriggio chiedono a D’Annunzio e Palli quali premi desiderano per l’impresa appena compiuta. La risposta è: replicare l’impresa su Berlino. Ma l’autorizzazione non ci sarà mai. 12 agosto 1918 – La sera del agosto viene organizzata una cena fra gli aviatori e il Comandante Supremo Armando Diaz all’Hotel Orologio di Abano Terme: D’Annunzio descrive il volo e la visione del Veneto e del Friuli invasi, ma a sorpresa davanti a tutti loro il pilota più giovane, Gino Allegri – che D’Annunzio aveva soprannominato “Fra’ Ginepro” per la sua
barba – scoppia a piangere a dimostrazione della grande tensione del volo. Il giorno dopo un pilota austriaco si avventura fino a San Pelagio per lasciare cadere tre lettere in cui Sarti rassicurava tutti sulle sue sorti. 5 ottobre 1918 – Gino Allegri muore in un incidente aereo atterrando proprio a San Pelagio: mentre faceva evoluzioni in volo per festeggiare la riuscita della missione, entra in collisione con un altro s.v.a., e nello schianto dell’aereo a terra esplode la bomba che non era stata sganciata durante la missione. 24 ottobre 1918 – Gli italiani trionfano a Vittorio Veneto, alla cui battaglia prende parte anche D’Annunzio, che conduce tre volte la sua squadriglia a bombardare le linee nemiche, rimanendo incolume alla distruzione del suo aereo ancora pieno di bombe. Sempre il ottobre, anniversario di Caporetto, esce sul «Corriere della Sera» la sua Preghiera di Sernaglia, reintitolata Vittoria nostra, non sarai mutilata. 3 novembre 1918 – Truppe italiane entrano a Trento e Trieste. 4 novembre 1918 – Armistizio a Villa Giusti tra Italia e Austria. 10 aprile 1919 – Dopo essere stato promosso Tenente Colonello, a D’Annunzio viene conferita dal Duca d’Aosta, sul sagrato triestino di San Giusto, la medaglia d’oro al valore con la seguente motivazione: «Volontario e mutilato di guerra, durante tre anni di aspra lotta, con fede animatrice, con instancabile opera, partecipando ad audacissime imprese in terra, sul mare, nel cielo, l’alto intelletto e la tenace volontà dei propositi, in armonia di pensiero e d’azione, interamente dedicò ai sacri ideali della Patria, nella pura dignità del dovere e del sacrificio – Zona di guerra, maggio -novembre ».
S.V.A. Scheda tecnica Il biplano utilizzato per il volo su Vienna era un velivolo dalla concezione moderna. Fu il primo aereo da caccia di progettazione e realizzazione interamente nazionale, pur non essendo originariamente concepito per quello scopo. Pur essendo un mezzo veloce, i piloti lo ritenevano poco manovrabile nelle acrobazie, sicché venne principalmente destinato al bombardamento leggero e alla ricognizione, anche fotografica. L’acronimo s.v.a. trae origine dai cognomi dei due progettisti Savoia e Verduzio, e ovviamente dall’industria costruttrice, la Ansaldo.
Altezza: m 2.72 Apertura alare: m 9.18
Lunghezza: m 8.13
Tipologia: velivolo da caccia, ricognizione e bombardamento, monomotore, mono o biposto, biplano. Superficie alare: mq . Peso a vuoto: Kg Peso massimo: - (a seconda della motorizzazione e della configurazione) Velocità massima: - Km/h (a seconda della motorizzazione e della configurazione) Motore: spa a cv o in alternativa il più potente Isotta Fraschini da cv Armamento di lancio: mitragliatrici “Vickers” Armamento di caduta: kg di bombe o spezzoni Autonomia massima: ore
Documenti
Vengono di seguito riprodotta una serie di documenti storici relativi all’impresa dannunziana sui cieli di Vienna. Innanzitutto riproduciamo alcuni dei volantini lanciati su Vienna. I primi due scritti da D’Annunzio, il terzo (stampato sullo sfondo del tricolore) scritto da Ugo Ojetti. Il testo di D’Annunzio fu stampato in . esemplari, mentre quello di Ojetti – tradotto anche in tedesco e quindi più fruibile dai destinatari dell’iniziativa – in . copie. Infatti il testo di D’Annunzio era stato giudicato da più parti privo di efficacia propagandistica oltre che intraducibile in tedesco, e per questo si decise di integrarlo con il più pratico scritto di Ojetti. Molti dei manifesti lanciati furono gelosamente conservati dai viennesi; cosa che preoccupò non poco il governo austriaco riguardo la tenuta del morale della popolazione civile, fiaccata anche dalle voci di malcontento dei soldati che giungevano dal fronte. Chiude una serie di rare fotografie dell’a Squadriglia “Serenissima”. Stando a quanto scritto nella cartolina accompagnatoria, queste fotografie furono stampate in sole due copie, una delle quali attualmente fa parte dell’Archivio Edizioni del Vento.
Uno dei volantini scritti da D’Annunzio e lanciati su Vienna durante il «folle volo» (riproduzione reperita su internet).
Fronte e retro di un altro dei volantini lanciati su Vienna (riproduzioni reperite su internet).
Il volantino scritto da Ugo Ojetti e lanciato su Vienna.
Il volantino autografo di D’Annunzio lanciato su Venezia.
Cartolina accompagnatoria delle fotografie: «Credo di farti un regalo a mandarti le fotografie della Serenissima Squadriglia dell’impresa di Vienna, io ne posseggo ancora una per favore ricordati che nessuno le possiede... »
Il Capitano Natale Palli.
Il Capitano Natale Palli con il motorista Zoboli.
Il Sottotenente Girolamo Allegri, soprannominato da D’Annunzio “Fra’ Ginepro”.
Il Capitano Alberto Masprone.
Il Tenente Giuseppe Sarti.
Il Tenente Ludovico Censi.
Il Tenente Piero Massoni.
Il Tenente Giordano Bruno Granzarolo.
Il Tenente Antonio Locatelli.
Il Tenente Aldo Finzi.
Il Tenente Vincenzo Contratti.
Il Tenente Francesco Ferrarin.
Il Maggiore Gabriele D’Annunzio con il Capitano Natale Palli a bordo dello s.v.a. biposto.
D’Annunzio e Palli assieme al Generale Bongiovanni (al centro).
Bibliografia
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Il volo su Vienna e l’aviazione nella Prima Guerra mondiale Associazione Nazionale A.A., Reggenza del Vittoriale. 50° anniversario del Volo su Vienna, Bologna, Arti Grafiche Elleci, . Atti del convegno di San Pelagio. D’Annunzio e il volo, Tradate, Tipografia Colombo, . Ettore Cozzani, Il volo su Vienna nel cinquantesimo anniversario, Bergamo, Az. Graf. Carrara, . Susy Dan Lombardi, Ali di tela. Tra mito e storia: l’aviazione italiana dalle origini alla grande guerra, Bassano del Grappa, Itinera progetti, . Giorgio Evangelisti, La scrittura nel vento. Gabriele D’Annunzio e il volo su Vienna, immagini e documenti, Firenze, Editoriale Olimpia, . Paolo Ferrari, L’Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli, .
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Gabriele D’Annunzio Paolo Alatri, Gabriele D’Annunzio, Torino, utet, . Anna Maria Andreoli, Il vivere inimitabile. Vita di Gabriele D’Annunzio, Milano, Mondadori, . Gabriele D’Annunzio, Contro uno e contro tutti, Roma, . Gabriele D’Annunzio, La riscossa, Milano, Treves Edizioni, . Gabriele D’Annunzio, Prose di ricerca, Vol. (Per la più grande Italia, Notturno, Il Libro ascetico della giovane Italia, Il Sudore di sangue, L’Urna inesausta), Milano, Mondadori, . Antonio Spinosa, D’Annunzio il poeta armato, Milano, Mondadori, .
Indice Il folle volo La guerra di carta
Appendice Cronologia storica del «folle volo»
s.v.a. – Scheda tecnica
Documenti
Bibliografia
Rosa dei venti Il folle volo: sceneggiato da Fabrizio Capigatti e disegnato da Samuela Cerquetella. Supervisione storica e appendici a cura di Matteo Polo. Questo libro è stato prodotto e realizzato per Edizioni del Vento da Spazio Sputnik (www.spaziosputnik.it). Grafica: Progetto grafico e impaginazione a cura di Mirko Visentin e Nicola Ferrarese. Carattere: questo libro è stato composto con due caratteri: un Gill Sans per il lettering del fumetto e i titoli degli apparati, e un Garamond per il testo della postfazione e delle appendici. Il primo, progettato dallo scultore, incisore e artista inglese Eric Gill, fu prodotto a partire dal derivando però il disegno da quello del carattere progettato nel da Edward Johnston (in collaborazione con Gill) per la segnaletica della metropolitana di Londra. Il secondo – riconosciuto come uno dei migliori caratteri da stampa mai incisi – fu disegnato a Parigi, a metà Cinquecento, dallo stampatore Claude Garamond (-), perfezionando i primissimi modelli di carattere romano sviluppati in Italia (e specialmente a Venezia, da Nicolas Jenson e Francesco Griffo) tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Carta: il volume è stato stampato su carta Fedrigoni Arcoprint Edizioni avoriata da gr/mq. Stampa: Finito di stampare nel mese di settembre presso Arti Grafiche Zoppelli dal s.r.l., Dosson di Casier (tv) per conto di Edizioni del Vento. Booktrailer: www.youtube.com/edizionidelvento (a cura di Spazio Sputnik).