IRREPETIBILE

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Tiziano Mestriner

Irrepetibile Poesie

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Tiziano Mestriner Irrepetibile

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Foto: P. C. Redazione: Enrico Lucchese. Progetto grafico e copertina: Mirko Visentin. Copyright © 2005 by Tiziano Mestriner Copyright © 2005 by edizioni dn edizioni dn è un progetto di: Associazione Culturale Diapason&Naima piazza San Michele 57 30020 Quarto d’Altino (VE) www.diapasonenaima.org – info@diapasonenaima.org Mirko Visentin – Servizi per l’editoria via Abbate 32 30020 Quarto d’Altino (VE) tel./fax 0422 824727 www.mirkovise.net – info@mirkovise.net


PREFAZIONE di M. R.

Mi sono chiesto tante volte come Tiziano possa avere delle immagini così vive e belle: cadrai foglia d’autunno, quando si fermerà l’orologio vetusto colonnato i salici del Sile... ... il ciliegio, triste e intirizzito, si strofina il naso... Cartocci di pannocchia prossimi a morire per fecondare la nuova terra Delle sue poesie, amo di più quelle che si ispirano alla natura. Poesie «bucoliche», eco di antichi poeti romani; poesie che descrivono la natura ma

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che esprimono profondi sentimenti umani perché su quelle foglie, su quei salici, su quello «stormo di allodole» o «folaghe alla macchia» c’è tutta una storia una autobiografia sofferta fatta di gioie lontane e dolori vicini: «Le spine dell’anima». Capisco di più Tiziano attorno le sue poesie che attraverso il suo dialogo: nelle prime c’è il giovane osservatore ed un po’ «piccante», pronto alla frecciata ed al giudizio chiaro e penetrante. Nel dialogo invece calca la «prosa», è molto meglio quando «canta» con la poesia, quando si descrive come nella bellissima pagina balbetta un bambino lungo la riva, ... sulla riva della fantasia questo sono io. Sarebbe un vero peccato se Tiziano mettesse un freno alla sua fantasia, perché le sue poesie fanno veramente riflettere.

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Il pianto è un grido di aiuto resta umido e solitario sulla pelle di chi soffre.



SULLE RIVE DEL SILE

Sulle rive del Sile ho tinto i miei occhi di fiori. Sulle rive del Sile ho accordato l’orecchio ansioso al cicalio, intreccio movimentato di insetti: è bastata la saliva per addolcire le vostre insistenti, scanzonate punture. Sulle rive del Sile ho parlato al barcaiolo, libero di sciacquare la sua vita lungo i tortuosi meandri. Sulle rive del Sile sei pescatore attento, tra pescatori,

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abile lavoratore della terra tra lavoratori, raggio di sole, nella penombra di alberi secolari.

Sulle acque che vanno verso la meta, verso il mare, si specchia infanzia, maturità , senescenza, di tante borgate, paesi, di tanta gente. Su queste rive, ho riscoperto la primavera, la verde natura di un’altra vita.

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L’UOMO

Nel rosario monotono degli anni, orbita in continua ricerca un pianeta satellite della terra: l’uomo. Cadrai, foglia d’autunno, quando si fermerà l’orologio.

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UN DIARIO

Gelsomini rinsecchiti nel diario di bordo germoglianti annotazioni soffocate in provetta, il nostromo adolescente rispolvera i dati di un’educazione sotto accusa, gelsomini rinsecchiti nel diario di bordo, doppia tariffa sui parassiti adulteri, niente spreco di colpi dal vascello di gelsomini per un rinfrescante dopobarba.

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TU...

Oasi del pensiero sei forse tu fragore del mare.

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“RIMEMBRANZA”

Maniche rimboccate taglieggi folgore rifatta divagano pungente nevischio ascolta infagottato scolaro in grande riforma, tempestoso nirvana in privato riservi perché...

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UN BAMBINO

Balbetta un bambino lungo la riva, tra l’erba palustre non trova l’orsacchiotto di stoffa, amico delle sue confidenze, compagno di giochi e di avventure sta là privo di un braccio, gli occhi vitrei riflettono le nuvole dell’oblio, sulla riva della fantasia questo son io.

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ESTATE

Scroscio di pioggia, uragano dell’universo, desideri, passioni, obiettivi. Tripudio di canti, frenetica danza, bagliori di fuoco, bagliori di gioia. Stagione di odio, momenti d’amore, un rogo di corpi, un rogo di anime brucia al sole della vita.

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GIRA LA RUOTA

Gira la ruota sulla provinciale della vita lenta, veloce, vertiginosa. Una vipera, con la testa schiacciata, striscia l’ultimo veleno sulla disperata platea d’asfalto. Gira la ruota sulla provinciale della vita, lenta, veloce, vertiginosa.

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BARCAIOLO SUL SILE

Barcaiolo sul Sile, sembri un pirata che veleggia sul fiume, un giorno ti ho visto, parlavi da solo, i gabbiani strappano lembi della tua bandiera, gli squaletti fanno capolino sull’acqua e ti sorridono, sterpi inargentati di brina, i pescatori infastiditi, tirano la lenza, la gramigna degli argini brucia al sole, barcaiolo getta l’ancora, dalla fonte alla laguna, è sogno dei ragazzi il tuo barcone colorato di fresco, anch’io voglio prendere il timone, l’acqua è tortuosa lo so, e navigare, navigare con te.

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ANGOLO DI PARADISO

La campagna è sonnolenta nel ghiacciato mattino invernale, svaporano in cielo, gli amori della notte, una terra nera, sognante, una pagina aperta, per ogni poeta, è inutile dire, che questo è ancora, un angolo di paradiso.

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AMICO

Pioviggina di traverso sugli ombrelli rovesciati, vento dispettoso dei conďŹ denti amplessi cosa mi resta? Sei stanco, prima di aprire l’ufďŹ cio, rossore di una guancia in un giorno di sole e noi due siamo amici.

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GOCCIOLANO

Stoppie incandescenti sulla fronte è rimasta l’erba di “spagna” a cespugli, qua e là, qua e là, tuffano le anatre palme all’aria, ostile campanello al limite della sopportazione, stoppie incandescenti, l’uccello acquatico sorvola alla vista, innominato.

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RISVEGLIO

Il sole esce dall’acqua, scintilla, risplende, purifica, figli dell’uomo è ora di agire, il sole libera un mare d’azzurro, cancella le nubi, feconda la terra, figli dell’uomo è ora di agire, il sole si adagia al crepuscolo, prima che sia tardi prima delle tenebre, figli dei figli è ora di agire.

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CRISANTEMI

Crisantemi, stelle lucenti, ghiacciate di nebbia, immortale dono dei vivi per rinverdire il desolato giardino dei morti.

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INTORNO A LEI

... Attimi interi sfogliano verso sera un’ora mite l’incarno di donna rosseggiava ogni sentimento un nido nascosto lassù teneri grappoli estinti come i cipressi sciolse l’idillio un poco per salire fino alle tue labbra.

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VOLO DI UNA RONDINE

Sei come il volo di una rondine, nostalgico incanto di un tempo senza calendario. Ora, abbiamo dovuto conoscere le remore di grandi, dolce ricordo la rosa che porti tra i capelli, quello che siamo stati è il volo di una rondine.

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LE SPINE DELL’ANIMA

Un boschetto di pirus si è aperto in piccole rosee corolle. Tu sei come me, non muori d’inverno, sonnecchi e ti stropicci le mani, le radici in profonda meditazione chiedono alla terra nuovi virgulti, in dono alla dea primavera ho le dita che sanguinano, tu sei come me, nelle rosse corolle nascondi le spine dell’anima.

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LE NOSTRE ILLUSIONI

Le nostre illusioni conoscono dirupi sferzati nei giorni dell’attesa, coraggiose schiarite avvampano di slanci e tristezze nell’indecifrabile evento che premia la paura, in lontananza sospeso si ritrae sconosciuto.

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L’ACQUA DEL FIUME

Increspa spiritosa l’acqua del fiume nella brezza del mattino, grondano di sudore le ossessioni sull’orlo dell’abisso, giornale della notte per la prima colazione un albero sfiorito nei rigori dell’inverno, il mio cervello riposa sfogliando gli scarabocchi di un sillabario sgualcito, il vento inneggiante alle nuove rivoluzioni, ha spazzato via il mese di marzo.

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LA VALIGIA

La vita era autenticità? Forse non lo era, certo non lo è, forse lo sarà, tendo le mani, nel buio, alla ricerca.

... La sua valigia è veramente legata dal nastro dell’isolamento e del rifiuto.

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FOGLIE

L’uno accanto all’altra veramente foglie decapitate in quella musica d’acqua gravi le prove indicibili preferisco tacere gentile dove una parte a poco a poco risale con me.

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TRA I MURI DI UNA CITTĂ€

Tra i muri di una cittĂ , lampeggiante al neon, sosti in timida attesa sul marciapiede dei desideri, hai perso la corsa sotto il rimprovero delle pozzanghere, e ti trattano peggio di una bestia, torna alla terra, sarai mio ďŹ glio, nel sonno della morte.

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SPERANZA

Felice l’uomo che vede l’arcobaleno al crepitio, dei grani di tempesta.

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I SALICI DEL SILE

Vetusto colonnato i salici del Sile hanno estensori pentiti, gibboso delirio del ghetto, sulle fattucchiere vibrante scudisciata soprano dai bianchi capelli, infrangono vetri fumosi di una... vuota mentalitĂ , perenne roseto spazia furbesco al concerto i salici del Sile.

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QUEL NATALE

Vetrine illuminate non manca il buon gusto, editoria commerciale una bistecca pestata a dovere, tutti d’accordo anche sul prezzo un tantino elevato della pagnotta, sotto il piatto della mensa natalizia tradizionale la sorpresa, la lotteria di auguri presenta il conto impeccabile della spesa al calcolatore. L’ultimo della covata ci consola, caro papà non te la prendere, noi siamo quelli della scarpa grossa.

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UNA MUSICA NUOVA

Una musica nuova sul vecchio grammofono, fuori piove, nel tepore di una stanza si consumano i discorsi orecchiati al caffè, fanno sprofondare sul divano le argute frecciate politiche per quanti si definiscono sulla cresta dell’onda, fuori piove, e per la prima volta ho sentito un disco volare.

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FRATELLO SPAVENTAPASSERI

Uno stormo di allodole si è posato sul vigneto furtiva vendemmia di comari ciarliere e pettegole, euforiche riprendono il cielo e sulle raspie dolenti hanno lasciato un biglietto: è la tua poesia fratello spaventapasseri.

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NEVICA

Nevica l’orto tace, piange la zolla il verde perduto, il ciliegio, triste e intirizzito, si strofina il naso, nevica, un gatto miagola alla finestra, con le zampine cerca rifugio, Tom rosicchia una cipolla, scruta il cielo grigio, grigio come i suoi pensieri, nevica, le auto sostano pigre all’osteria, tutto intorno, il mondo si addormenta, sotto una soffice coltre di candida neve. Nevica, nevica...

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LA SUA STAGIONE

Biondeggianti spighe, cerco una nube nel vento di maggio, l’età perduta all’affanno del giorno, la stagione degli acquazzoni che sciacquano l’anima, l’amore di un fiore, cerco... biondeggianti spighe cerco una nube nel vento di maggio.

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IL SILE

Una bolla di sapone, il nostro fiume, il Sile, straripa oltre le previsioni, un sassolino levigato, la tua polvere, grinta di un proiettile a tre salti, andrai scafandro di palombaro nella melma e non potevi saperlo, giaci spensierato a fondo, tornerai a galla, alchimia dell’oggi una macchia d’olio dilaniata la fissazione dove specchiarsi, che ci sia una bolla di sapone, almeno per noi.

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CITTÀ PERDUTA

Ho cercato cercato ovunque e non ho trovato. Non vedo più il turgere dei tuoi seni, non vedo più l’incalzare del mare sotto la pioggia. Una bambina ha chiesto il mio nome, e non lo ricordo, giro per le calli di Venezia, cara Venezia, e le piastre delle calli sembrano nebbiose, troppo nebbiose, per ricordare il loro nome.

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LA TUA CARTOLINA

Scrivere: diversivo corriere sui binari arroventati fagotti emigranti, profondo sud, cantilena canzonatoria boccheggiante dai finestrini, amarezza di una sconfitta, guarirai oltre confine? La tua cartolina riaffiora magnetica attrazione di conifere, sorride in me, trecce di un villaggio, bionda è la notte e la tua biro rossa? Vielen Gluck mein lehrer! Buona fortuna mio maestro! ist so schwer è così difficile visto, venire.

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INFINITÀ

Bianche nubi, gregge vagante, pascoli azzurri, alberi seminudi, grappoli sugosi, viti spoglie, a riposo, piegate, logorate, dal rigoglioso fiorire. Cartocci di pannocchia prossimi a morire per fecondare, la nuova terra. Folaghe alla macchia in paludose cave d’argilla. Gabbiano sperduto, ali spiegate, veleggianti sul fiume, nostalgico ritorno in laguna, al mare. Oceanica infinità.

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L’UVA

Vanno lungo i ďŹ lari i vendemmiatori la prossima annata è speranza, grappolo su grappolo porterete un giorno non solo la fatica, la gioia di vivere ha aperto la porta.

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ECO DI...

Eco di un flauto magico, fascino incantato, mandrie pascenti inerpicate sui monti, lancio nutrito di pigne, scoiattoli a nascondino, nerastre cupole di formicai, lavoro a catena, rivoli d’acqua occhieggianti al sole, corale accordo di una fisarmonica, immensità dei boschi, inospitali distese di ghiaia, burrascoso impeto delle tempeste, radici innervate alla roccia, tenace pino. Rami temprati dal vento, ammantati di neve, un cervo audace, temerario, aleggia sempre più in alto.

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Eco di un auto magico, fascino incantato.

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SALITA

Quand’era la giornata dei piacevoli imprevisti con l’imprudenza prodigiosa di pedalare l’ostinata salita verso il valico in queste difficoltà talvolta insulti da togliere di mezzo l’etichetta privata interprete esordio malmenato a sconce percentuali mettono in mostra cespugli inquinati consumistico ballo del dopocena dibatte l’anziano rispetto tanto che hai influenza sul più popolare oroscopo lo sanno i bambini fosforescenti sorge in lui compagna di forza permane l’evocazione.

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RIENTRO

La distesa nella quale posso introdurmi ho capito gli umori sbucciavi aironi d’acciaio pur restando ai margini intrepido e teso rientro in me stesso irrepetibile esulto.

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DESTINO

Ragazzi con la camicia, ragazzi senza camicia, il mondo è un dualismo perchÊ non far caso al destino dei senza camicia.

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IN MORTE DEL PADRE

Caro papà “squasi preciso” a mia madre, ora pochi ti compiangono che cosa avevi? Mi sentivi come se fossi ancora vivo.

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PRIMAVERA

Sembra il fiorire di una nuova primavera, eppure graffio ancora i ghiaccioli dal vetro delle finestre.

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ESSERE DIVERSI

Dover mentire per non raccontare che andiamo a letto alle 7 con le galline. Siamo i sopravissuti di una triste realtà. Non importa discutere, l’importante è sapere che siamo un poco diversi. Soltanto la medicina questo mostro infame che pretende di tagliarti e cucirti ci fa tutti eguali. Dio lo sa che come gli angeli c’è un pezzo di pane anche per noi. 57


VENTO CHE SOFFI...

Vento che sofďŹ sull’ isolotto natio e disegni arabescati ghirigori alla bionda via di Eolo, dimmi da che parte vieni? Fischia e urla la bufera sulle umane sventure e non ho versi per calmarla, come altri sradicati, per il mondo andremo.

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PIANGO

Piango, piango. L’oscurità della stanza mi fa sentire immobile statua senza orizzonte la zia mi consola anche se oggi non combinerò nulla di buono. Andrò a vagare per strade sonnolente e grigie cercando gli amori sbagliati e sarò solo come una galleria. Il tempo passa, è inutile fermare le ore, una bocca senza denti pregusta un pasto peggiore del mio.

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VERSO LA META

Vai verso la meta, placido adorato Sile, sotto i ponti un sussurro di sentimenti riversi la tua acqua su campi e granai, qual fanciullo dai grandi prodigi una moneta gettata a fondo sarà gioco per i pesciolini. Sfumi tetre nubi di caligine aspettando che i raggi del sole ti feriscano il cuore. Rifugio all’avidità del pescatore le alghe che ti circoscrivono fosforescenti lucciole riverberi e tu, specchio della mia anima, non dimenticarti di me.

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TIZIANO MESTRINER è nato a Quarto d’Altino (piccolo paese affacciato sulla laguna veneziana) nel 1947. Dopo la maturità classica, ha frequentato la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova, ma la sua estrema sensibilità e le vicissitudini della vita lo hanno portato ad interrompere gli studi, nel 1973. A questa difficile situazione ha sempre reagito dedicandosi interamente alla sua grande passione, la poesia. Attualmente vive in una comunità terapeutica di Vicenza, dove ha trovato tranquillità e un po’ di pace. La raccolta Irrepetibile uscì sotto forma di pubblicazione amatoriale a cura di Gianni Pallaro nel marzo del 1980. Grazie all’impegno di alcuni amici di Tiziano è stata possibile questa nuova edizione, revisionata e licenziata dall’autore stesso.




La distesa nella quale posso introdurmi ho capito gli umori sbucciavi aironi d’acciaio pur restando ai margini intrepido e teso rientro in me stesso irrepetibile esulto.

2 euro (a sostegno delle attività editoriali dell’Associazione Culturale Diapason&Naima)


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