LUCI INTERMITTENTI di Grazia Aricò (estratto)

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GRAZIA ARICÒ

LUCI INTERMITTENTI Presentazione di Maria Renata Zanchin

POESIE


Proprietà letteraria riservata Grazia Aricò, Luci intermittenti © 2009 Prodotto da Spazio Sputnik Grafica e impaginazione: Mirko Visentin www.spaziosputnik.it Finito di stampare nel mese di ottobre 2009 presso Laser Copy Center di Peschiera Borromeo (MI) per conto di MiMiSol Edizioni – www.mimisol.it


Grazia Aricò

LUCI INTERMITTENTI

POESIE



Nubi veloci e luce che mi ferisce, ma in questo giorno incerto dell’equinozio non mi lascio turbare: l’equilibrio del cielo penetra anche la mia stagione. Continuerò a sperare che ritorni la luce anche se nell’attesa è triste.

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Lunario



Sul quadrante dell’Oregon

le nuvole col sole e le temperature e il giorno e i mesi vedo anche le lune si alternano silenti un condensato intenso di eventi immaginari che paiono reali – manca l’anno però – ma l’ora è esatta direttamente presa dallo spazio o forse semplicemente attesa dall’eternità nessun varco a errore o fantasia credo così segnata sul quadrante del tempo in male o in bene anche la vita mia.

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Se ti chiamano luna

Se ti chiamano luna questo ti fa sognare forse di illuminare angoli oscuri ed altrimenti ciechi e silenziosi. Se tu sei luna accendi di cristalli la notte e il giorno di rimpianti.

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Là dove tu sei

Là dove tu sei c’è il vento, un vento forte, che ridà il passato. Qui grigio e giorni uguali, che sanno di passato ma non di gioie. Tante piccole grandi gioie mancate tutte ugualmente in fila, come le luci vuote di queste luminarie. Saperti là nel vento, sulle rive tagliate da una luce di luna e il mare, ecco, ti sento, ed è la nostra luna ormai e il mare e il vento.

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Ormai

Ormai sei dimezzata, sei astro del mattino. Ma sei seguita sempre dalla fedele Diana. Hai lasciato ricordi di riflessi sul mare, non hai piÚ la poesia delle notti d’amore. Ti rifletti soltanto, povera luce bianca scarmigliata e scomposta, dentro la mia piscina!

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Scherzo di luna

Sempre più bassa sempre più soffocata, poi scomparve la luna in una notte pallida d’estate. Nessuno chiese dove, non ci furono inchieste, la sua scomparsa passò più o meno inosservata: erano tutti a guardare la partita! Sarà andata ad oriente verso l’Istria puntata, persa tra i naturisti che si tuffano immemori di qua e di là di Punta di Salvore, tra rovine romane e torri diroccate che lentamente si trastullano col mare.

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Il silenzio

Tre, sono tre soltanto, le luminosità sospese nella volta bruna che credetti Bilancia quando, più che bambina, riguardavo le stelle per le strade fredde della mia infanzia. Poi le credetti Orione che amavo nelle notti d’autunno, certe, ad oriente, con le Pleiadi amiche. Ma forse è il Cane, o altro, non mi è dato sapere, né possederle ancora, anche se il segno chiaro che ci accomuna è il silenzio.

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Di corsa

Finché non cada il sole nel suo mare sanguigno e le tenebre lente cadano giù nel triste – o inebriante – torpore della sera. Di corsa per non pensare i mattini di speranza o le notti dense di luna piena. Ma il tuo cammino è lungo, forse tu non lo sai ma inspiegabilmente e dolce sarà anche sostare.

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Cancellami

Cancellami pure, dalla memoria piccola del cellulare, Cancellami forse pure, puoi cancellarmi dalla memoria piccola per qualche ora del cellulare, anche dalla tua mente forse puoi cancellarmi ma la sera ritorno, per qualche ora senza la luna, anche anche dalla tua mente e la ritorno, tua stanza piena ma la sera librilaeluna, di giornali anche di senza saràpiena vuota. e la tuanon stanza di libri e di giornali non sarà Oravuota. cancella pure “messaggi ricevuti”. Ora cancella pure “messaggi ricevuti”. Io resto. Io resto.

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