Sport Club Magazine Ottobre 2011

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ottobre 2011 Foto Luca d’Ambrosio

AMICO DEVI CREDERCI I quattro italiani della Virtus Roma suonano la carica




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sommario

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Sport Club ottobre 2011

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RUGBY

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Rugby World Cup un’atmosfera unica

L’Italia del tennis

CULTURA SPORTIVA

Virtus Roma pronti al via

RUGBY

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ETICA SPORTIVA A Napoli torna la Race for the Cure

Uomini di ferro

SOLIDARITÀ

IRONMAN

Porsche 911 Carrera GTS Cabriolet

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La Svizzera sui pattini a rotelle

MOTORI

SPORT&TURISMO

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86 FITNESS Sport Club srl via Morlupo, 51 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it Direttore editoriale Luigi Capasso Sport Club Anno VIII - n. 74 - Ottobre 2011 Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004

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Sir Alex Ferguson incontra Roma

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Donare il sangue con la Blood Runner

editoriale

Editorialisti Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Pino Capua, Sabrina Rondonelli, Roberto Serdoz, Fabio Ingargiola Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Arduini, Matteo Cirelli, Gianmatteo Colla, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Andrea Tranquilli, Andrea Cecinelli, Luigia Latteri, Roberto Cundari, Valentina Altavilla, Andrea Cimbrico, Giorgio Cimbrico

CLUB STYLE

Progetto grafico e Impaginazione Adversign srl grafica@sportclubmagazine.it Presidente Onorario Giuseppe Capelli Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074

Stampa Arti GRafiche Agostini Srl - Roma Finito di stampare nel mese di sett. 2011 Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione.

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Rugby Andrea Cimbrico



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editoriale

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di Luigi Capasso

Sport e scuola, la pallavolo insegna E’ lo spor t più praticato nelle palestre scolastiche ed è tradizionalmente fonte di soddisfazioni per gli azzurri

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a pallavolo in Italia, uno sport che tradizionalmente regala parecchie soddisfazioni a livello internazionale ai giocatori, ai dirigenti, ai tifosi ed a tutti gli appassionati sportivi del nostro Paese. Come non ricordare innanzitutto gli straordinari successi ottenuti dalla Nazionale azzurra maschile negli anni Novanta, sotto la guida di Julio Velasco, la cosiddetta generazione di fenomeni: dal 1989 al 1996 quella squadra, dove hanno militato stelle come Luca Cantagalli, Lorenzo Bernardi, Andrea Lucchetta, Andrea Zorzi, Andrea Giani, Paolo Tofoli, Pasquale Gravina e Marco Bracci ha vinto praticamente tutto, dai Campionati Europei a quelli Mondiali, per arrivare alle cinque edizioni della World League. E’ mancato solamente l’oro olimpico, sfuggito ad Atlanta 1996 dopo la finale con l’Olanda. In questi ultimi anni, anche se non è stata ripetuta quella straordinaria striscia di successi, la pallavolo italiana continua comunque ad essere protagonista, in campo maschile, ma soprattutto in quello femminile. E’ storia recente la finale persa dagli uomini contro la Serbia a Vienna, negli ultimi Campionati Europei: una finale combattuta fino alla fine, che poteva finire diversamente se non fosse stato per qualche episodio sfortunato. Come accennato sopra sono state le donne le protago-

niste dell’ultimo decennio, con la conquista di un titolo mondiale e due europei (nel momento in cui scriviamo non sono ancora terminati gli Europei 2011 femminili). Vi siete mai chiesti il motivo di tanti successi, per una disciplina che in Italia ha un numero di tesserati nettamente inferiore a sport quali il calcio ed il nuoto? Io una risposta a questo quesito, anche se parziale, la posso dare: la scuola. La pallavolo è la disciplina largamente più praticata nelle scuole italiane, durante le tanto bistrattate ore di educazione fisica. Dalle elementari alle superiori è lo sport che da anni gli insegnanti fanno praticare agli alunni, forse perché può essere giocato contemporaneamente

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da maschi e femmine, o forse per il minor rischio di farsi male. Quali che siano i motivi quanto detto dimostra l’importanza di far praticare sport a scuola, non solo come investimento sulle vittorie del futuro, ma anche per far crescere in maniera sana i nostri figli. Giocare a scuola infatti causa sicuramente meno eccessi agonistici e meno ansia da prestazione rispetto alla pratica nelle società, e tutti si possono esprimere al meglio. La pallavolo dimostra che anche nella scuola si possono allevare dei campioni, e chi non riesce nello sport potrà riuscire nella vita. In molti altri sport l’Italia sta attraversando un momento negativo, che sia proprio la scuola il motivo?



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focus

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di Pino Capua Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma

Donare il sangue con la Blood Runner Attraverso eventi di questo tipo è possibile educare i giovani alla salute ed alla solidarietà La donazione è un gesto di solidarietà di immensa impor tanza, eppure, solo una piccola percentuale di persone vir tuose è sensibile a tale problematica.Pur troppo, siamo ancora lontani dalle cifre che dovrebbero assicurare l'autosufficienza regionale del fabbisogno di sangue, per questo iniziative come quella della Blood Runner sono oltremodo lodevoli e vanno sostenute dalle Istituzioni. Il percorso didattico di educazione alla salute e alla solidarietà,

n una recente conferenza stampa di presentazione in Campidoglio, ho salutato con grande orgoglio la X Edizione della Blood Runner. Un traguardo impor tante, un percorso di lavoro lungo ben dieci anni, che la Onlus della dott.ssa Rondinelli non vuole spezzare. Come consulente del Sindaco Gianni Alemanno per le attività spor tive e motorie, ma anche come medico, non posso che appezzare gli sforzi della Blood Runner che insieme all'Azienda Ospedalieri San Camillo – Forlanini e al Centro Regionale di Coordinamento e Compensazione sangue, da anni si adopera per fronteggiare l'emergenza sangue che affligge Roma. La disponibilità di questa linfa vitale rappresenta un patrimonio collettivo, ma, pur troppo, non sempre è così e, per coprire il fabbisogno italiano, sempre più spesso siamo costretti ad impor tare plasma ed emoderivati da altre Nazioni. Donare il sangue non compor ta rischi per il donatore e, inoltre, può rappresentare un modo per effettuare una sor ta di utile check – up, grazie ai vari esami di laboratorio che si effettuano per garantire lo stato di salute di donatori e riceventi.

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intrapreso dalla Blood Runner e rivolto a bambini e studenti, è un'intuizione che guarda al presente ma soprattutto al futuro. Molto spesso i più giovani inducono i grandi a rivedere in positivo compor tamenti e stili di vita ed, inoltre, sensibilizzando i piccoli, un domani avremo senz'altro adulti migliori. L'auspicio è che donare il sangue, oltre a rappresentare un gesto di solidarietà, diventi una lodevole abitudine.


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diritto e rovescio

dell’Avv. Sabrina Rondinelli Specializzata in diritto dello sport Dottore di ricerca Fac. Giurisprudenza “La Sapienza” sabrina.rondinelli@uniroma1.it

Scommesse: il caso dell’Alessandria Calcio La squadra piemontese è stata retrocessa quest’estate solamente per un tentativo di scommessa

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del CGS, per gli addebiti mossi al suo ex Presidente. Non voglio con questo articolo difendere o assumere la difesa del club, l’ho fatto nelle sedi opportune, ma portare a conoscenza l’iter che ha portato a mio avviso ingiustamente una squadra alla retrocessione nella serie inferiore. Gli addebiti sono stati mossi per via di un comportamento ad avviso della Procura Federale non corretto da parte dell’ex legale rappresentante. E per questo la società che a maggio 2011 ha cambiato gestione ed ha una nuova e più promettente situazione gestionale si trova per via della responsabilità oggettiva e diretta a giocare in II^ Divisione (C2). Il deferimento dell’Alessandria nasce dopo la partita con il Ravenna giocata il 20 Marzo 2011, che, in base al deferimento, si era tentata di falsare ma non vi è stato accordo circa l’importo economico. Ebbene, quindi la retrocessione avviene solo per il tentativo di una scommessa? Si può retrocedere un club che doveva salire in serie B per un incontro avvenuto in un bar tra il Direttore Sportivo del Ravenna e il Presidente dell’Alessandria che non ha scaturito a nessuna scommessa né era intenzione dell’Alessandria scommettere visto che era in una posizione in clas-

enticinque luglio 2011. Inizia quello che è stato definito dalle varie testate giornalistiche il 2° Processo Sportivo più importante ossia il “Calcio Scommesse”. Sono state deferite non solo tanti club come l’Atalanta, Chievo, Piacenza e Alessandria, ma anche tesserati diciamo illustri come Stefano Bettarini, Beppe Signori e Cristiano Doni. Il Club a mio avviso che ha pagato di più è stata l’Alessandria calcio. L’Alessandria è stata deferita dalla Procura Federale per “responsabilità diretta si cui all’art.7

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sifica abbastanza tranquilla? Ebbene credo di no e che tale retrocessione sia stata ingiusta. Se andiamo a vedere l’art 6 (Divieto di scommesse) si evince dalla lettura del testo la non punibilità del tentativo. Infatti il nostro Legislatore Sportivo si è limitato a stabilire il “divieto di effettuare o accettare scommesse (..) o di agevolare scommesse di altri”, senza quindi prevedere, esplicitamente, che anche gli “atti diretti” a porre in essere le condotte vietate siano di per sé soli sanzionabili. A mio avviso pare quindi corretto ritenere, in relazione ai divieti in commento, che l’ipotesi tentata non possa considerarsi punibile, a differenza ad esempio del tentativo di illecito sportivo che è espressamente sanzionato dall’art.7 del CGS. Ciò è dimostrato dal fatto che, quando il Legislatore Federale ha voluto punire il tentativo, lo ha fatto in modo esplicito, cosicchè in ogni altro caso la punibilità dovrebbe ritenersi esclusa. Sicuramente la giustizia sportiva dopo Calciopoli ha fatto passi avanti, però a mio avviso alcune norme come la responsabilità oggettiva andrebbe meglio rivista, visto che, come nel caso dell’Alessandria, si paga per colpe non commesse direttamente e neanche tentate.


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cultura sportiva

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di Paolo Del Bene Direttore Sportivo A.S. Università Luiss Guido Carli

L’Italia del tennis Dopo 11 anni gli azzurri tornano nel World Group di Coppa Davis dopo la vittoria contro la squadra cilena

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con la coppa. Sembrava impossibile, la squadra ospite in trionfo per noi fu un grande onore”. Oltre alle parole di Pietrangeli si è espresso anche un altro protagonista dell’impresa italiana, Corrado Barazzutti, il quale oggi è proprio l’allenatore degli azzurri del tennis: “Lo avevo detto: speriamo che il Cile mi regali le emozioni del '76 e me le ha regalate. E' una grande felicità per questi ragazzi che hanno lottato con tutte le loro forze e per i tifosi che hanno di nuovo una squadra da serie A”.

’Italia del tennis torna nel World Group di Coppa Davis. La cosiddetta serie A della disciplina. Dopo 11 anni siamo di nuovo tra le 16 nazionali che si sfideranno nella massima competizione mondiale a squadre maschili. I ragazzi guidati da Corrado Barazzutti hanno battuto il Cile per 3 a 0. Dopo le vittorie nei singoli dei nostri Starace e Fognini è stato decisivo il doppio tra Bolelli-Fognini e Aguilar-Massu, che strappa ai cileni il lussuoso posto tra le big del mondo. Tra l’altro la nazionale sudamericana ispira a molti il ricordo glorioso della prima e ultima Coppa Davis sollevata dagli azzurri, conquistata proprio a Santiago nel 1976, nel cuore della dittatura di Pinochet. L’Italia dominò con il quartetto più forte della nostra storia, composto da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Tonino Zugarelli e Paolo Bertolucci, con Nicola Pietrangeli come capitano. Dopo la vittoria l’incolumità della squadra non venne minacciata, ma al contrario gli azzurri vennero investiti dall’entusiasmo dei tifosi, come ricorda Nicola Pietrangeli: “Il calore della gente cilena è inimmaginabile. Ricordo bene l’entusiasmo attorno alla squadra cilena, ma furono un pubblico molto corretto. Ricordo ancora quando i tifosi del Cile ci invitarono a fare il giro di campo

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E’ un grande momento per il tennis italiano, forse è lo sport che negli ultimi anni ci ha dato le più grandi soddisfazioni. Chi si è demoralizzato guardando i Mondiali di atletica ha la dimostrazione che il nostro sport non è tutto in difficoltà, e che tante discipline lavorano sodo per ottenere risultati. Speriamo vivamente che questa fioritura degli azzurri del tennis faccia respirare in tutti i nostri campi un’aria nuova di rivalsa, di entusiasmo e perché no, di vittoria.



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alimentazione

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di Giuliano D’Ambrosio Direttore Sportivo U.S. Primavera Rugby Consigliere Lazio Federazione Italiana Rugby

Alimentazione: attenzione genitori Il 10% dei bambini salta la colazione e il 50% beve troppe bibite zuccherate e mangia troppi snack

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ono questi alcuni dei dati presentati a Roma dal Barilla Center for Food & Nutrition nel corso del convegno “Alimentazione e Ambiente: un pianeta migliore per i nostri figli”. Secondo l'Organizzazione Mondiale Sanità e i dati di numerosi studi internazionali nei Paesi sviluppati si riscontra un’eccessiva assunzione proteica da parte dei bambini fino ad arrivare ad una quantità pari, mediamente, a 3-4 volte il livello ritenuto adeguato a soddisfare i fabbisogni in età pre-scolare e scolare.

I dati OMS, inoltre, rilevano un incremento dell’incidenza di obesità tra i bambini e gli adolescenti: ad aggravare questa situazione è l’introito calorico giornaliero che, nella maggioranza dei bambini in età scolare presi in esame, non soltanto è superiore alle loro esigenze, ma anche orientato al consumo di grassi e zuccheri, a scapito di frutta e verdura. Secondo gli stessi studi internazionali, solo l’1% dei bambini nei Paesi sviluppati adotta abitudini alimentari in linea con la composizione settimanale ottimale della dieta. Un’alimentazione corretta sin dall’infanzia è fondamentale per ridurre l’insorgere di malattie cardiovascolari, obesità e diabete in età adulta: già a partire dai 3 anni infatti si gettano le basi per la salute da adulto, per la programmazione metabolica e per lo sviluppo del sistema immunitario. Per vivere bene, è necessaria una giusta dieta. E, affinché funzioni, essa deve rispettare tre parametri fondamentali: “Varietà, equilibrio e moderazione”. La corretta alimentazione “e' un'abitudine che va insegnata ai bambini presto, idealmente attorno alla terza elementare, perché la pre-

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venzione delle patologie cardiovascolari e metaboliche deve partire già in età scolare”. Questo il messaggio del Ministro della Salute Ferruccio Fazio, intervenuto al Convegno. Nella sola Italia, i dati ISTAT 2009 parlano di una netta crescita dei problemi di peso, con il 36% dei cittadini in sovrappeso ed il 10% obeso. Per descriverne le dinamiche, Fazio illustra i risultati di una ricerca su 40.000 piccoli volontari. In generale non va bene: il 50% dei bambini esa gera con le bibite zuccherate, il 30% sceglie una colazione poco sana, il 10% la salta direttamente. Dati negativi anche sulle abitudini: si preferisce passare il tempo sdraiati sul divano a guardare la TV oppure davanti allo schermo di un PC o di una console coi videogiochi. Di conseguenza, fare movimento o praticare uno sport sono cosa da pochi. Infine, sono presenti differenze regionali: la situazione è peggiore in Campania, mentre i bambini di Valle D'Aosta e Trentino sono più virtuosi. Ecco allora che Ferruccio Fazio si fa portavoce di un radicale cambio di rotta. In primis, una dieta che stimoli il consumo di cereali, frutta e


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alimentazione

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verdura ("Una necessità") e poi, la promozione di una cultura sportiva, comune nei Paesi anglosassoni, assente in Italia. Il focus del Convegno è la presentazione del nuovo studio del Barilla Center for Food & Nutrition. Secondo lo studio, una composizione ottimale della dieta settimanale di un bambino dovrebbe prevedere un consumo di cereali (soprattutto integrali), frutta e verdura, latte e latticini tutti i giorni; carne 2-3 volte alla settimana; pesce almeno 3 volte, legumi almeno 2 volte, formaggi 2 volte e uova 1-2 volte a settimana. Inoltre, l’apporto calorico quotidiano dovrebbe

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essere suddiviso su 5 pasti: la colazione dovrebbe contribuire per il 20%, la merenda a metà mattina per il 5%, il pranzo per il 35%, la merenda pomeridiana per il 10% e la cena per il 30%. Inoltre i cibi per cui si consiglia un consumo più frequente sono anche quelli che determinano gli impatti ambientali minori. Al contrario, gli alimenti per i quali si raccomanda un consumo ridotto sono quelli che provocano le maggiori conseguenze sulla salute del pianeta. Infine lo studio dimostra come le tecniche di cottura utilizzate nella preparazione dei cibi possano incidere in maniera differente sull’ambiente.


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rugby

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di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Spor t

Coppa del Mondo in Nuova Zelanda I Mass media stanno dedicando poco spazio all’evento che si sta disputando in Nuova Zelanda: un Paese dal quale dovremmo prendere esempio sotto molti aspetti arà la lontananza, sarà la pigrizia, sarà anche che gli azzurri hanno perso la prima partita contro l’impossibile Australia, sarà che tutti si aspettano un’altra cocente delusione da parte dell’Italia (diciamo la verità..) ma di Coppa del Mondo di Rugby se ne parla davvero poco. I giornali dedicano pochissimo spazio all’evento che, per questi motivi, non è ancora decollato. “Non sapete cosa vi siete perso”, recitava una frase, dedicata a chi non c’è più, sul muro del cimitero di Napoli quando i partenopei vinsero lo scudetto con Maradona. Non sapete invece quanto bella e affascinante sia la Nuova Zelanda. La Terra del Rugby, dove tutto ruota intorno al pallone ovale. Al massimo intorno anche a una barca a vela. Un posto che si raggiunge con 36 ore di volo. Le occasioni per andarci purtroppo non sono tante. Spesso non basta una vita. Rispetto all’Italia la Nuova Zelanda è esattamente dall’altra parte del mondo. Nel senso che, in qualunque parte della nostra penisola vi troviate, se scavate per terra sino all’altra parte del pianeta, sbucherete fuori proprio in Nuova Zelanda. Una considerazione geografica che ci fa pensare non poco. Ma siamo molto di-

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versi dai neozelandesi? Per alcuni versi, si. Ad Auckland, per esempio, la città più importante ma non la capitale che è Wellington, quando cinque auto sono al semaforo per loro è traffico. I neozelandesi non conoscono lo stress ma dicono di avere il problema degli spostamenti, troppe isole. Meglio una barca che un’auto. Per recarsi al lavoro c’è chi prende il ferry (un traghettino veloce), chi usa la bici, la moto, o semplicemente i mezzi pubblici. In Nuova Zelanda ci sono due certezze: la vela e il rugby. America’s Cup e All Blacks. Due miti, non solo dello sport. Dicono che quando Dio creò il Mondo dedicò il settimo giorno per sistemare ogni specie animale nel posto giusto. Prima i cavalli nelle praterie, i lupi in montagna, poi gli orsi e via dicendo. Alla fine rimase da sistemare solo il kiwi. Il Signore gli chiese: “e tu che tipo di animale sei? Un uccello, un pollo o una gallina?” il Kiwi rispose offeso: “io sono una specie molto rara. Faccio parte dei volatili ma non ho le ali e quindi non posso volare. Ho il becco per mangiare ma non ho mai fatto del male a nessuno”. C’era un solo posto dove il kiwi poteva vivere indisturbato: la Nuova Zelanda. L’unica parte del mondo dove non si sarebbe mai trovato in pericolo. Questo meraviglioso arcipe-

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[ lago dove rispetto all’Europa si vive a testa all’ingiù, e proprio per questo viene chiamato Down Under (sottosopra) , è un vero Paradiso. Lo stadio di Auckland dove si è tenuta la cerimonia d’inaugurazione e la partita d’esordio degli All Blacks si chiama proprio così: Eden Park. Un vero tempio del rugby. Chi riesce a battere qui gli All Blacks diventa un eroe. In occasione dell’apertura ufficiale della Coppa del Mondo, la città di Auckland è andata in tilt. Tutto bloccato. Alcuni spettatori, parenti dei giocatori neozelandesi, non sono riusciti ad arrivare in tempo allo stadio. Il giorno dopo il Sindaco e il Primo Ministro del Governo neozelandese hanno chiesto scusa in diretta tv a tutto il mondo per non essere riusci-

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ti a gestire la situazione. Si sono messi davanti alle telecamere e con grande umiltà hanno ammesso di aver sottovalutato la portata dell’evento. “Scusate, per noi è un grande onore ospitarvi nella nostra terra” hanno concluso il loro messaggio. Nessuna polemica da parte dell’altra parte politica. Nessuna strumentalizzazione, soltanto scuse. Che bello! Sembra davvero un altro mondo. Hongi (si pronuncia Honghi) è il saluto di benvenuto che i Maori riservano a chi sbarca in Nuova Zelanda. Nella foto l’australiano Samo accolto al suo arrivo. Fronte e naso si toccano per scambiarsi il respiro

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rugby

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RUGBY

WORLD CUP, UN’ATMOSFERA UNICA di Lorenzo Arduini

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rugby

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In Nuova Zelanda la Nazionale azzurra di Rugby sta vivendo un’esperienza unica, disputando gli incontri e gli allenamenti in un ambiente eccezionale.

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a Coppa del Mondo di rugby in Nuova Zelanda, nella terra dei mitici All Blacks. L’appuntamento più importante per gli appassionati della palla ovale è in corso di svolgimento nel momento in cui scriviamo e terminerà con la finalissima in programma il 23 ottobre all’Eden Park di Auckland. Un Paese esattamente agli antipodi rispetto al nostro, con dieci ore di fuso orario di differenza, in grado di esercitare un grande fascino su molti di noi: è naturale infatti avere una cer ta curiosità su chi siano i neozelandesi, su come vivano e in che modo abbiano accolto un evento del genere a casa loro. Evento che manca in Nuova Zelanda da 24 anni, esattamente dalla prima edizione del 1987, ospitata insieme all’Australia. E’ indubbiamente interessante anche indagare sulla cultura spor tiva del popolo neozelandese, cultura sportiva che, come sappiamo, pre-

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senta diverse lacune nel nostro Paese e tanti aspetti da migliorare, soprattutto nel calcio. Sappiamo che la pratica del rugby, già dai suoi albori nell’Inghilterra del XIX secolo, è caratterizzata da un codice di compor tamento incentrato sulla lealtà e sul rispetto dell’avversario in maniera molto più incisiva rispetto ad altri spor t, ed è curioso indagare se sia così anche dall’altra par te del mondo. Abbiamo avuto l’occasione di parlare con alcuni componenti della comitiva azzurra in Nuova Zelanda per approfondire gli aspetti citati sopra e sapere come stiano vivendo la Coppa del Mondo di Rugby dall’interno. Le risposte per quanto riguarda l’atmosfera intorno all’evento sono state estremamente positive, in quanto “non solo il rugby in Nuova Zelanda è lo spor t nazionale, ma è anche uno dei Paesi dove la sua pratica è tradizionalmente più diffusa e seguita a livello mondiale. Se pensiamo poi che non ospitano e non vincono la Coppa del Mondo da 24 anni, è fa-


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rugby

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LA CITTÀ DI NELSON Nelson (in "Lingua māori" māori: Whakatū) è una città della Nuova Zelanda situata nella par te settentrionale dell'Isola Meridionale affacciata sullo stretto di Cook. È capoluogo amministrativo di una delle quattro autorità unitarie del Paese, accentra infatti sia i compiti della "Regioni della Nuova Zelanda" regione sia quelli del distretto. Nelson è un centro ar tistico di un cer to rilievo in Nuova Zelanda: ospita il festival annuale Wearable Ar ts Awards (i cui vincitori hanno il privilegio di vedere esposte le proprie opere al museo apposito, il Wearable Ar ts Museum); altrettanto impor tante il Nelson Ar ts Festival. Nella zona di Nelson sono presenti segni evidenti di un antico insediamento maori, datato all'incirca al 900 d.C. I primi coloni inglesi arrivarono all'incirca nel 1841 al seguito della compagnia coloniale New Zealand Company. Nelson acquisì lo status di città nel 1858, in quanto sede di un vescovo anglicano; il ruolo che ha avuto la chiesa nello sviluppo della città è notevole. La vita economica di Nelson è legata al turismo estivo (attratto grazie alle bellissime spiagge sconfinate), e alla coltivazione. L'agricoltura produce gran parte dei luppoli e tutto il tabacco della Nuova Zelanda; da ricordare anche la coltivazione di vari tipi di frutta.

cilmente immaginabile quale sia l’entusiasmo e l’attesa che ruotano intorno agli All Blacks e all’evento in generale”. Non bisogna poi trascurare la par ticolare posizione geografica della Nuova Zelanda, un arcipelago molto isolato, “dall’altra par te del mondo” per la maggioranza degli abitanti dell’Occidente. “I neozelandesi sono abituati a vivere lontano da tutto, per cui ai loro occhi è straordinario avere la possibilità di ospitare il mondo a casa propria. Loro ne fanno addirittura un motivo d’orgoglio, quindi se uniamo questo aspetto alla passione per il rugby, è naturale che l’accoglienza ed il clima che ci circondano siano assolutamente da prendere ad esempio per ogni evento spor tivo”. Quanto detto è stato notato dalla squadra il giorno stesso dell’arrivo a Nelson, città che si trova nella par te settentrionale dell’Isola

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Meridionale, scelta come quar tier generale dalla Federazione. Sergio Parisse, al suo terzo mondiale a nemmeno 28 anni, ha vissuto l’accoglienza più calorosa della propria carriera quando è sbarcato a Nelson con i propri compagni di squadra ed ha pubblicamente ringraziato i suoi abitanti in occasione della prima conferenza stampa su suolo neozelandese: “E’ stata un’accoglienza incredibile, non ce la aspettavamo: centinaia di persone con le bandiere del nostro Paese, una grande atmosfera”. Per quanto riguarda la cultura spor tiva degli abitanti della Nuova Zelanda, bisogna dire che si tratta di un Paese estremamente sportivo, nel quale la pratica dello spor t è par te integrante della vita di tutti, in par ticolare dei giovani e dei giovanissimi. La Nazionale azzurra, durante gli allenamenti a Nelson, è stata spes-


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so oggetto della visita delle scolaresche della zona. “I bambini vengono accompagnati ad assistere ai nostri allenamenti durante l’orario scolastico e questo la dice lunga sull’impor tanza data allo spor t ed ai suoi valori in questo Paese: qui lo spor t è par te integrante della crescita dei giovanissimi, non è accessorio come da noi, dove l’educazione fisica a scuola ha pochi spazi e poca importanza. I bambini di Nelson naturalmente sono molto contenti di venire, si fanno coinvolgere molto dai nostri allenamenti. Inutile dire poi che il loro entusiasmo è estremamente gradito dalla squadra e da tutto lo staff, ci fanno sentire parte di questa Coppa al cento per cento”. Un’altra curiosità che ci viene spontanea sapere è se ci siano molti italiani a Nelson, dato che il nostro è stato un Paese di migranti. “A Nelson esiste un’ampia co-

rugby

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munità italiana, estremamente unita, formata sia da persone nate in Italia, ma anche da italiani di seconda generazione, nati qui, che magari in Italia non sono mai stati. Da par te loro abbiamo ricevuto un’accoglienza straordinaria, li siamo anche andati a trovare, in quanto è molto interessante conoscere le loro storie e le loro esperienze”. La comitiva azzurra ha par tecipato a diverse attività con la comunità italiana, tra le quali la commemorazione del 28° Battaglione Maori dell’esercito neozelandese. “Non sono molti i nostri connazionali che conoscono la storia di questo battaglione, composto da soldati che hanno dato la vita per liberare il nostro Paese nella Seconda Guerra Mondiale. La Nuova Zelanda era infatti nella coalizione Alleata ed il 28^ Battaglione Maori ha sacrificato la vita per liberare Cassino dai nazifascisti.

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Per noi è stato estremamente significativo e toccante commemorare dei ragazzi che hanno dato la vita per un Paese dalla par te opposta del mondo, a loro sconosciuto”. Ovviamente Nelson non è Auckland, l’ambiente è più tranquillo e rilassato e la pressione è senza dubbio minore. “Naturalmente la Coppa del Mondo nella capitale è una cosa, qui a Nelson un’altra: ce ne siamo accor ti subito, quando abbiamo assistito alla par tita inaugurale degli All Blacks. Allo stadio c’era un clima incredibile, superiore anche all’atmosfera di Parigi quattro anni fa. Nelson è una città piccola, molto carina ed ospitale, qui si entra nel clima dell’evento solo il giorno della par tita. Noi non ci lamentiamo assolutamente di questo aspetto, anzi questo clima più rilassato ci sta consentendo di allenarci al meglio, con poche distrazioni”.


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Rieti 2011 IAAF WORLD CHALLENGER MEETING 41° EDIZIONE

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Luca d’Ambrosio


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VIRTUS ROMA PRONTI AL VIA di Filippo Calabria_foto di Luca d’Ambrosio

Il 9 ottobre inizia la stagione 2011/ 2012 di pallacanestro ed i giocatori blugiallorossi sono motivati per non deludere i propri tifosi. La nuova “casa” della Virtus sarà il Pala Tiziano.

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a Virtus Roma, edizione 2011/2012, si sta allenando, sotto la guida di coach Lino Lardo, in vista della stagione sportiva che inizierà il 9 ottobre. Proprio prima di un allenamento siamo andati a rivolgere alcune domande a quattro giocatori italiani che la Virtus avrà in campo quest'anno e dai quali ci si aspetta molto. Passano un oretta in nostra compagnia il capitano Alessandro Tonolli, Gigi Datome, Andrea Crosariol e il nuovo arrivato in casa Virtus, Anthony Maestranzi. Parliamo con loro di diversi argomenti, dal rapporto con il pubblico alle loro aspettative per la nuova stagione che sta prendendo il via. Iniziando proprio da qui, a rispondere per primo è Gigi Datome. “Sono tornato da poco dall'esperienza con la nazionale, adesso il primo obiettivo è fare gruppo prima possibile, ma non è retorica, dobbiamo parlare la stessa lingua in campo, trasmettere energia ai tifosi, dobbiamo far vedere a tutti la nostra voglia di giocare insieme”. Sulla stessa linea d'onda è Andrea Crosariol. “Mi aspetto che tutti insieme si riesca a giocare bene, di squadra, coinvolgendo tutti ma, ripeto, è importante stare bene in campo e seguire il nostro gioco”. Tony Maestranzi, arrivato da dieci giorni a Roma, ha anche lui le idee molto chiare. “Mi aspetto una squadra giovane, energica e aggressiva proprio come chiede coach Lardo”. Se chiedete ai giocatori Virtus del loro rapporto con la città le risposte saranno tutte eccezionalmente positive, è capitan Tonolli a prendere la parola per primo. “Con Roma ho un rapporto bellissimo, dopo diciotto anni qui mi sento romano a tutti gli effetti, è una città che mi da tanto, chi è romano sa cosa vuol dire vivere qui. Poi, come in tutte le cose, ci sono i pro e i contro, ad esempio le due ore di fila sulla Salaria che trovo ogni tanto le eviterei volentieri. Ma Roma è caratteristica anche per quello”. Gigi Datome, dopo quattro anni nella città eterna, si sente cittadino romano anche lui. “La sento quasi come fosse casa mia, ho i ristoranti e i locali che frequento sempre, i miei amici, mi sento assolutamente a mio agio qui”. Ancora non la conosce bene Tony Maestranzi, che però non ha le idee confuse in proposito. “Io e la mia famiglia siamo stati felicissimi di poter venire a vivere a Roma, è una città ricca di storia e di fascino, poi qui la gente mette veramente tanta passione in tutto quello che fa”. Facendo un piccolo salto nel passato chiediamo a Gigi e a Tonno il ricordo più bello in maglia Vir-

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tus Roma, per il capitano ce n'è più di uno. “Sarebbe facile dire la Supercoppa, perché abbiamo alzato un trofeo, però ci sono state tante soddisfazioni per me in questi anni, mi piace guardare anche oltre il risultato. L'aver giocato una finale scudetto, una finale di Coppa Italia e tante partite importanti, contro grandi squadre, a livello europeo è certamente un ricordo molto positivo”. Più deciso Datome “Sicuramente il periodo delle nove vittorie in fila con in panchina Nando Gentile, eravamo “belli”, giocavamo veramente bene”. Ad Andrea Crosariol invece chiediamo che ruolo pensa di avere in questa Virtus 2011/2012 “ Sicuramente un ruolo importante, con grande impegno in difesa e dando il massimo anche in attacco, voglio dare tutto per questa squadra”. Sul concetto di “dare tutto” in campo torna anche Maestranzi. “Sarà importante giocare insieme, come fanno tutte le squadra che giocano al vertice, mettendoci tutta l'energia che abbiamo e tutta la voglia possibile”. Per concludere chiediamo a Gigi e a Tonno quanto conterà il pubblico del Palazzetto dello Sport, l'ala sarda non utilizza giri di parole. “Vorrei che i tifosi ci seguano sempre e riempiano il Palazzetto, ci piacerebbe avere sempre intorno un'atmosfera molto calda. Giocare al Palazzetto potrebbe sembrare un passo indietro ma sono sicuro che invece potrà essere la nostra arma in più”. Della stessa idea il capitano. “Sarà fondamentale, importantissimo, i tifosi saranno più vicini, certamente un fattore in più a nostro vantaggio”. Giocatori motivati e pronti a coinvolgere i tifosi, con tanta voglia di fare bene e di mettere energia ed intensità in campo, questa è la ricetta per la Virtus Roma 2011/2012, l'appuntamento, per tifare tutti insieme, è, per le gare casalinghe, al Palazzetto dello Sport.

CAMPAGNA ABBONAMENTI 2011 - 2012 PREZZI DELLE TESSERE PARTERRE (settori P1-P2): INTERO: € 1.800,00 ABBONATO VIRTUS: € 1500,00 TRIBUNA CENTRALE (settori T2-T3-T4 e F2-F3-F4): INTERO: € 250,00 ABBONATO VIRTUS: € 200,00 SCONTO UNIVERSITA´: € 200,00 RIDOTTO U16/RIDOTTO FAMIGLIA: € 180,00 TRIBUNA LATERALE (settori T1-T5 e F1-F5): INTERO: € 200,00 ABBONATO VIRTUS: € 180,00 SCONTO UNIVERSITA´: € 180,00

RIDOTTO U16/RIDOTTO FAMIGLIA: € 165,00 CURVA ANCILOTTO NON NUMERATA: INTERO: € 130,00 ABBONATO VIRTUS: € 120,00 SCONTO UNIVERSITA´: € 120,00 RIDOTTO U16/RIDOTTO FAMIGLIA: € 110,00 CURVA NON NUMERATA: INTERO: € 130,00 ABBONATO VIRTUS: € 120,00 SCONTO UNIVERSITA´: € 120,00 RIDOTTO U16/RIDOTTO FAMIGLIA: € 110,00

QUANDO PRIMA FASE RINNOVO (da mercoledì 21 settembre a martedì 4 ottobre): Dedicata esclusivamente agli abbonati della stagione sportiva 10-11 (tariffe Intero, Abbonato Virtus, Ridotto U16, Ridotto Famiglia e

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Sconto Università) che vogliono rinnovare l´abbonamento. I vecchi abbonati potranno comunque usufruire della tariffa agevolata ABBONATO VIRTUS anche nella SECONDA FASE di vendita libera. SECONDA FASE VENDITA LIBERA (da mercoledì 5 ottobre in poi): Durante la quale sarà possibile sottoscrivere nuovi abbonamenti e rinnovare comunque l´abbonamento della scorsa stagione.

DOVE

- Botteghino del Palazzetto dello Sport (Pala Tiziano) di Piazza Apollodoro (orari botteghino dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00) - HELLO TICKET ( www.helloticket.it ): tutti i punti vendita e Online - VIVATICKET( www.vivaticket.it ): tutti i punti vendita e Ondine



SIR ALEX

FERGUSON INCONTRA ROMA

Il Movimento per l’Etica e la Cultura nello Sport ha organizzato il 5 ed il 6 settembre scorsi la visita nella capitale del tecnico dei Red Devils di Lorenzo Arduini

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etica sportiva

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l Movimento per l’Etica e la Cultura nello Sport ha portato a Roma il tecnico del Manchester United Sir Alex Ferguson. La visita di due giorni del plurititolato tecnico scozzese è stata il coronamento di mesi di lavoro ed impegno da parte dei due Soci Fondatori del MECS, Paolo Del Bene e Luigi Capasso, ed è stata organizzata nell’ambito dell’assegnazione del Premio “Tor Vergata – Etica nello Sport” 2011”, Premio che la Commissione ha deciso di conferire a Sir Alex in questa decima edizione. Ferguson è stato a Roma il 5 ed il 6 settembre scorsi, ritirando il Premio lunedì 5 ed incontrando gli studenti dell’Università LUISS Guido Carli martedì 6. Ricordiamo che inizialmente la visita dell’allenatore dei Red Devils era stata programmata per lo scorso gennaio, ma un impedimento di carattere familiare dell’ultimo mo-

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La firma degli autografi all’auditorium di Tor Vergata

Sir Alex a pranzo degusta il vino Carpinelli, partner del MECS

Sir Alex Ferguson visita i locali della LUISS

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mento aveva impedito a Sir Alex di accettare l’invito. Nonostante questo Del Bene e Capasso hanno continuato a mantenere i rapporti con lo scozzese e, lo scorso marzo, sono andati a Manchester per presentargli il Movimento per l’Etica e la Cultura nello Sport ed i progetti che porta avanti da ormai tre anni. In questo modo Ferguson, grazie anche alla sosta dei campionati per le partite qualificazione ad Euro 2012, è stato ben lieto di accettare l’invito per il 5 ed il 6 settembre. La due giorni è stata preparata nei minimi dettagli dal MECS che ha anche organizzato, la sera di lunedì 5 settembre, una serata di gala presso il Grand Hotel De La Minerve, albergo nel quale ha alloggiato Ferguson a Roma. La cena aveva come obiettivo quello di raccogliere fondi per consentire al Movimento di continuare a portare avanti nel migliore dei modi la propria attività.


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etica sportiva

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Il pubblico presente all’Auditorium Ennio Morricone di Tor Vergata

PREMIO “TOR VERGATA ETICA NELLO SPORT” 2011 La cerimonia per il conferimento ad Alex Ferguson della decima edizione del Premio “Tor Vergata – Etica nello Sport” 2011 si è svolta, come accennato sopra, lunedì 5 settembre presso l’Auditorium Ennio Morricone, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo, davanti ad oltre 700 tra studenti, giornalisti ed appassionati. Sono intervenuti anche Damiano Tommasi, Presidente dell’AIC, e Gianni Rivera, Presidente del Settore Giovanile e Scolastico FIGC e del MECS. Il Premio vuole esaltare le qualità morali che sono presenti in molti sportivi elevandoli ad esempio per tutti coloro che a vario titolo partecipano alla grande avventura dello sport. L’iniziativa è nata nel 2002 come corollario ai Corsi di studio in Scienze Motorie dell’Ateneo, i cui docenti sono impegnati a formare figure professionali di alto livello che avranno grandi responsabilità nell’educazione dei giovani. La Commissione del Premio ha inteso riconoscere a Sir Alex quanto fatto in 24 anni di permanenza sulla panchina dei Red Devils, non solo in termini di vittorie, ma soprattutto in termini di diffusione di un messaggio e di uno standard di comportamento incentrati su correttezza, lealtà e soprattutto fair play, principi oggi sempre più rari nello sport attuale. Inoltre il tecnico scozzese ha sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti delle giovani promesse da lanciare con la maglia del Manchester, che ha sempre difeso nei momenti di dif-

Ferguson riceve la targa conferitagli per il Premio

ficoltà. Dall’inizio di questa stagione il manager scozzese ha parlato delle potenzialità dei 'giovani diavoli' già presenti nella rosa, affermando di voler puntare su di loro per continuare a vincere. La mattinata è stata decisamente piacevole, caratterizzata dall’entusiasmo con il quale studenti e non hanno accolto l’illustre ospite. Anche lo stesso Ferguson ha mostrato di gradire il calore della platea ed ha dispensato ai ragazzi consigli su come affrontare la vita alla quale si stanno affacciando “Essere apprezzato è molto bello per me, anche dopo tanti successi”, ha dichiarato Ferguson. “I valori che mi ha trasmesso la mia famiglia sono basati sulla lealtà e sul duro lavoro e sono valori che non mi hanno mai abbandonato. Voi studenti avrete successo se lavorerete duro con umiltà, senza usare scorciatoie. Riuscire a lavorare duro per tutta una vita è una grande qualità, non semplice da conquistare. Inoltre dovete sempre prendere decisioni giuste innanzitutto per voi stessi, si perdono opportunità importanti se non si tiene a mente questo concetto”. Sir Alex si è poi sottoposto alle domande degli studenti, che sono arrivate numerose, e si è prestato volentieri a firmare autografi ai ragazzi ed ai bambini presenti. Nel pomeriggio, dopo pranzo, Ferguson ha fatto visita alla redazione del Corriere dello Sport, media partner del MECS, dove ha tenuto un forum sulla situazione attuale del calcio italiano, i suoi problemi e le azioni necessarie per farlo tornare grande. L’inter vento di Alex Ferguson a Tor Vergata

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etica sportiva

] GALA DINNER Come detto la sera di lunedì 5 settembre il MECS ha organizzato una cena di gala presso il Grand Hotel De La Miner ve, con l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere la propria attività. Tra gli illustri ospiti hanno par tecipato anche il Presidente della Federcalcio Giancarlo Abete e naturalmente Gianni Rivera. E’ stata una serata piacevole nella quale gli ospiti hanno potuto assaggiare i vini della cantina Carpinelli ed assistere ai video dedicati a Ferguson preparati dai collaboratori del Movimento. Sir Alex si è mostrato cordiale e disponibile con tutti, non sottraendosi alle foto ricordo di rito al momento dei saluti.

Gala Dinner presso il Grand Hotel de La Miner ve

INCONTRO CON GLI STUDENTI LUISS Martedì 6 settembre l’incontro di Ferguson con gli studenti LUISS all’Aula Chiesa ha dato il via al progetto “IncontriAMO lo Sport”, portato avanti dal MECS in collaborazione con l’AS LUISS. In questa occasione Sir Alex si è soffermato sulla filosofia di gestione del gruppo, sull’attenzione nei confronti dei giovani e sui modi per far sentire tutti, dal fuoriclasse al magazziniere, parte di un progetto vincente. “A Manchester abbiamo una forte attenzione nei confronti del settore giovanile, mentre in Italia ci si concentra maggiormente sulla prima squadra. Io penso che bisogna partire dalle fondamenta, ossia dai giovani, per creare un forte senso di appartenenza al club ed ottenere fiducia e fedeltà. Io ho avuto la fortuna di trovarmi nel club giusto, il Manchester, che è sempre stato forte, ben costruito e pervaso da grande entusiasmo e forti aspettative”. Sir Alex Ferguson ha ricordato come lui spesso mangi a pranzo in compagnia della squadra, instaurando una relazione personale con tutti i giocatori, non solo con i campioni. “Ogni giocatore può avere un momento negativo, ma bisogna sempre fargli capire la sua importanza all’interno della squadra”. L’allenatore dei Red Devils si è anche soffermato sull’importanza del lavoro e dell’impegno. “Lavoriamo tutti molto sodo e di conseguenza ogni giocatore dà coraggio e motivazione ai compagni. L’etica del lavoro è molto importante per trasmettere alla squadra l’energia necessaria per vincere. Avere la fiducia della squadra è una cosa che deve essere costruita e sviluppata nel tempo: noi ora abbiamo un codice di comportamento che vale per tutti, sia per i giovani che per i grandi campioni”. Molti applausi nel momento della consegna a Ferguson della maglia biancoceleste dell’AS LUISS, a cui è seguita l’immancabile battuta di Sir Alex sulla somiglianza a quella della Lazio.

Il Tavolo dei Relatori alla LUISS

Ferguson omaggiato con la maglietta dell’AS LUISS

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A ROMA LA SESTA PROVA DEL GRAND PRIX DI MARCIA Il prossimo 15 ottobre, a Roma, al via la 6^ prova del Grand Prix di marcia assoluto ed il Trofeo giovanile “Fulvio Villa”, organizzato dall’atletica Fiamme Gialle. Un evento che si colloca nel solco delle celebrazioni dei 100 anni di impegno nello sport della Guardia di Finanza (1911-2011) di Claudio Tranquilli

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uest’anno ricorrono i 100 anni di impegno nello sport della Guardia di Finanza. È, infatti, dal 1911 che le prime Fiamme Gialle iniziarono a cimentarsi, in modo organizzato, in alcune delle più impor tanti gare nazionali, tra cui quelle di marcia, conseguendo da allora numerosi e prestigiosi successi con atleti e tecnici che hanno segnato la storia sportiva italiana. Per questo motivo, nell’ambito del centenario dello Sport nella Guardia di Finanza, le Fiamme Gialle organizzano, per il prossimo 15 ottobre, nella splendida cornice dello Stadio dei Marmi, la 6^ prova del Grand Prix di marcia assoluto ed il Trofeo giovanile Fulvio Villa. Il secolo di agonismo gialloverde sarà, quindi, ricordato proprio dalla marcia perché fu la marcia, nel lontano 1921, a partecipare al “Trofeo Scudo Nelli”, una delle gare di marcia più prestigiose dell’epoca, ed a vincerlo definitivamente nel 1928. L’evento 2011, invece, avrà un rilevante significato tecnico per la presenza di tutti i migliori atleti italiani e di alcuni campioni europei e mondiali tra cui Jesus Garcia Bragado (Spagna), uno dei campioni che ha fatto la storia della marcia mondiale negli ultimi 20 anni, Matej Toth (Repubblica Slovacca), vincitore della coppa del mondo 2010, e Trond Nymark (Norvegia), medaglia d’argento ai mondiali di Berlino 2009. Sarà inoltre l’occasione durante la quale Ivano Brugnetti, Campione Olimpico di Atene 2004, darà l’addio alle competizioni “appendendo le scarpette al chiodo”. L’appuntamento agonistico sarà preceduto da un Campus, tenuto

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presso la struttura del Centro Sportivo della Guardia di Finanza di Castelporziano, titolato “In allenamento verso Roma 2020” ed al quale prenderanno parte le quattro maggiori scuole di marcia italiane: AGR.HINNA Di Napoli; ASD ECOSPORT SB 2000 MONTE ASC di Montescaglioso; ASD ATLETICA DON MILANI di Mottola e ATLETICA 2001 S.Pietro Clarenza. Un Campus che vedrà la parteci-

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pazione di circa 60 persone tra cui i migliori dieci atleti di ogni categoria. I giovani termineranno il Campus con la partecipazione alla prova del Trofeo “Fulvio Villa”, intitolato ad uno dei migliori tecnici della marcia italiana nonché fiduciario tecnico del Lazio. Il Trofeo Villa si svolgerà a cornice delle gare assolute del Grand Prix e sarà aperto a tutte le categorie giovanili.


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Intervista al Presidente della FITET Francesco Sciannimanico, Federazione che si è posta come primo obiettivo la promozione della pratica giovanile

TENNISTAVOLO, UNO SPORT DA GIOVANI di Lorenzo Arduini

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l Tennistavolo, meglio conosciuto come ping pong, è praticato e conosciuto dalla stragrande maggioranza di noi, che magari ci gioca saltuariamente come passatempo, per esempio al mare con i propri figli o con gli amici. Questo è uno spor t, quindi, che nel nostro Paese vede un numero di praticanti, anche molto saltuari, sensibilmente più alto di quello dei tesserati, ovvero di chi lo pratica regolarmente par tecipando a gare ed eventi di natura agonistica. E’ proprio su questo serbatoio di praticanti saltuari, che nella maggioranza dei casi sono ragazzini molto giovani, che la Federazione Italiana Tennistavolo punta per migliorare i risultati a livello agonistico, risultati che peraltro stanno dando un cer to numero di soddisfazioni in questi ultimi anni. Abbiamo parlato di questo e di molto altro in quest’inter vista al Presidente della FITET Francesco Sciannimanico. Presidente, come valuta la diffusione del tennistavolo oggi in Italia? “Da sei anni a questa parte registriamo un incremento annuo del numero dei tesserati di circa il 10%, quindi non posso che essere soddisfatto. Però non dobbiamo dimenticare che dobbiamo lavorare di più per migliorare ulteriormente, dato che in Italia coloro che gioca-

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no sono molti di più rispetto ai tesserati. Dobbiamo quindi concentrare la nostra attenzione sugli appassionati e sugli amatori: quasi tutti conoscono e giocano il cosiddetto ping pong, che però è diverso dal tennistavolo. Intendo dire che per giocare al vertice serve un allenamento costante, bisogna giocare in una certa maniera, con impegno e dedizione, come avviene per tutti gli sport. Il Tennistavolo è una disciplina sportiva vera e propria, non un semplice gioco, è questo concetto che dobbiamo trasmettere con la nostra attività di comunicazione e promozione”. Qual è la situazione dei nostri atleti a livello di vertice? “L’Italia nel recente passato ha conquistato diverse medaglie, in occasione dei Mondiali maschili, di quelli femminili e nei giochi del Mediterraneo. I risultati sono buoni e fanno ben sperare, anche se in questo momento stiamo affrontando un ricambio generazionale, puntando molto sui giovani. Si tratta di una linea precisa che la Federazione sta adottando, grazie anche all’aumento dei fondi a disposizione rispetto al recente passato. Come detto siamo quindi in una sorta di fase di transizione, sia nel maschile che nel femminile, e le medaglie conquistate negli ultimi tornei giovanili ci fanno ben sperare”.

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In che modo, precisamente, state puntando sull’attività giovanile? “La pratica dei bambini e dei ragazzi sta salendo sensibilmente già da alcuni anni e stiamo ottenendo, come detto, risultati soddisfacenti a livello giovanile. Per promuovere il nostro sport in maniera capillare sul territorio la Federazione sta puntando ed investendo molto sia sulle società che sui Comitati Regionali. Oltre alla quantità dell’offerta intendiamo migliorare la qualità dell’insegnamento, investendo sulla preparazione dei tecnici. I risultati di questa linea si stanno vedendo già adesso: mentre fino a qualche tempo fa avevamo due, tre giocatori eccellenti a livello internazionale, oggi abbiamo quindici, venti elementi giovani che magari non vincono sempre delle medaglie ma sono sempre competitivi con i loro pari degli altri Paesi. Questo significa che il lavoro dei nostri tecnici sta funzionando”. Che tipo di benefici può dare la pratica del tennistavolo a bambini e ragazzi, soprattutto a livello di crescita? “A questa domanda non le rispondo nella veste di Presidente Federale, ma in quella di padre, anche perché mi sono avvicinato a questo mondo grazie a mio figlio. Nel tennistavolo, anche se si tratta di uno spor t che non prevede contatto fisico, bisogna lottare con


[ un avversario e la testa aiuta a superare i momenti difficili. La concentrazione e la fiducia in sé stessi necessarie sono valori impor tanti anche nella vita sociale di tutti i giorni. Inoltre questo è uno spor t che consente di viaggiare molto, consentendo di acquisire un’apertura mentale data dalla conoscenza di posti e persone nuove”. Veniamo ai diversi modi di impugnare la racchetta. Come sono nati e si sono diffusi? “I diversi stili nascono dallo spirito di emulazione nei confronti dei campioni che vincono. Ora, per esempio, i cinesi non impugnano quasi più la racchetta come una volta, ossia a collo di bottiglia. Questo è avvenuto quando i cinesi hanno cominciato a perdere le prime partite contro gli europei”. Che importanza date a livello promozionale a manifestazioni come la recente prima edizione della kermesse riminese Sport Days? “Sono manifestazioni fondamentali per far conoscere il nostro sport, come tutti quelli non molto pubblicizzati sui media. Vogliamo sempre essere presenti in manifestazioni che ci permettono di entrare in contatto con la gente. Anche la nostra attività con le scuole, portata avanti attraverso le società sportive, è fondamentale sotto questo punto di vista, in quanto ci consente di entrare in contatto con tanti piccoli potenziali praticanti. Molte società so-

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no entrate stabilmente nelle palestre delle scuole elementari e segnalano ai genitori i bambini che hanno mostrato interesse e passione per la disciplina”. In conclusione è ottimista per il futuro. “Indubbiamente sì, anche perché il Tennistavolo è entrato nei Gruppi Sportivi Militari, che consentono ai nostri atleti di dedicare la maggior parte del tempo all’allenamento. Siamo già entrati nel Gruppo dell’Aeronautica Militare, che ringraziamo, e stiamo lavorando parecchio anche su altre Forze Armate per far entrare i nostri atleti di punta”.

Sports Days Ha ottenuto un grande successo la prima edizione di SPORTS DAYS, la kermesse di 3 giorni dedicata allo sport in tutte le sue forme che si è svolta all'interno del quartiere fieristico riminese dal 9 all'11 settembre 2011. I visitatori sono stati 31.355, con grande affluenza di rappresentanti federali, organismi sportivi e atleti . Dislocata su 12 padiglioni, per 140mila metri quadrati di superficie espositiva, e con il coinvolgimento di 50 organismi sportivi, la manifestazione ha ospitato centinaia di eventi, gare, esibizioni e dimostrazioni.

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UOMINI DI FERRO Panoramica sul Triathlon Superlungo, il cosiddetto Ironman, la versione più estrema della disciplina che prevede tre prove in tre diversi sport di Lorenzo Arduini

n parecchi, soprattutto tra i lettori di Sport Club, conoscono la disciplina del Triathlon, per la quale esiste naturalmente anche un’apposita Federazione Nazionale. Il Triathlon da alcuni anni é anche una specialità olimpica maschile e femminile, con distanze che prevedono 1.500 metri per il nuoto, 40 Km per il ciclismo e 10 Km per la corsa. Non tutti però conoscono la variante più estrema del Triathlon, il cosiddetto Triatholn Superlungo, praticato a livello amatoriale anche dall’alle-

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natore della Roma Luis Enrique: la differenza non risiede nelle prove che restano nuoto, ciclismo e corsa, ma nelle distanze. Quelle ufficiali infatti sono 3800 metri per il nuoto, 180 Km per la corsa in bicicletta e 42,195 Km per la corsa, la classica "maratona" podistica, per la corsa, da percorrere senza soluzione di continuità. Il punto in comune con la versione olimpica del Triathlon è proprio il fatto che queste prove devono essere affrontate una di seguito l'altra, mettendo a dura prova la resistenza degli atleti, che in ogni caso devono per forza arrivare


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al traguardo poiché completare tutte le prove è già una vittoria. La gara deve essere completata entro 17 ore dall'inizio della prima prova, quindi, dato che l’inizio è sempre fissato alle sette del mattino, deve essere completata entro la mezzanotte. Il Triathlon Superlungo è detto anche Ironman, letteralmente “uomo di ferro”, dal modo in cui vengono chiamati gli atleti che riescono a completare questa difficilissima prova. La vittoria naturalmente va all'atleta che copre l'intero percorso nel minor tempo, di fatto colui che giungerà per primo sul traguardo al termine dell'ultima prova, cioè la maratona finale. Mentre nella versione olimpica del Triathlon vengono esaltate le doti di velocità dei vari atleti nella somma delle discipline, nell'Ironman, oltre alla velocità, vengono esaltate, e sono certamente predominanti per il risultato finale, le capacità degli "Ironmans" di resistere alla fatica.

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La storia del Triathlon Superlungo L'idea originale nacque nel 1977, grazie al marine militare John Collins, il quale prese par te a diverse gare di Triathlon nel 1974 e 1975 insieme alla moglie Judy. Decise così di appor tare delle notevoli modifiche alla disciplina, allungando tutte le distanze dei percorsi. La prima gara si svolse nel 1978, e ogni par tecipante ebbe il suo gruppo di suppor to pronto a fornire acqua, cibo e suppor to durante l'evento; il primo Ironman della storia è Gordon Haller, specialista della comunicazione nella marina americana, che completò il percorso in circa undici ore.

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Non vi è dubbio che praticare l'Ironman richiede, oltre che ad un ottima condizione atletica, anche una for te predisposizione mentale, fondamentale per la resistenza alla fatica e soprattutto nella sopportazione del dolore. A renderlo estremamente più duro rispetto al Triathlon olimpico non sono solamente le distanze più elevate, ma anche altri fattori: oltre al già citato orario di inizio delle gare, per esempio, nella prova di nuoto è vietato l’uso della muta, in quanto favorisce il galleggiamento. Per prepararsi ad una prova così impegnativa esistono due approcci, uno seguito dai professionisti, l’altro dai dilettanti: i professionisti si guadagnano naturalmente da vivere con questa attività e le riser vano la maggior par te delle loro giornate. Generalmente si allenano due volte al giorno, la mattina ed il pomeriggio, dedicandosi a tutti e tre gli spor t in ogni allenamento. Chi pratica per passione e diletto ovviamente non può riser vare a questo spor t così tanto tempo: i dilettanti si allenano solo il fine

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settimana, anche lungamente ma con ritmi non eccessivamente alti. Di solito poi gli amatori concentrano la loro attenzione sullo sport dei tre dove rendono meglio, che quasi sempre è anche quello che preferiscono. Praticare l'Ironman è per molti anche uno vero e proprio stile di vita, che consiste nel confrontarsi costantemente con se stessi e con i propri limiti cercando di "spostarli un po’ più avanti". L'atleta simbolo dello stile di vita "sano" dell'Ironman è cer tamente il tedesco Andreas Niedrig, che ha fatto suo il motto "corri per tornare a vivere", pubblicando anche un suo libro dal titolo "Vom junkie zum Ironman" (in Italiano letteralmente "da drogato ad atleta della corsa Ironman"). Il Triathlon Superlungo è uno sport abbastanza ricco all’estero, soprattutto in Germania, dove gira parecchio denaro e c’è una cer ta attenzione anche da par te delle emittenti televisive. Di conseguenza vi è un discreto numero di atleti professionisti. In Italia la situazione è molto diversa, dato che le attenzioni sono


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concentrate quasi totalmente sulla versione olimpica del Triathlon. Basta pensare che esiste qualche gara su distanze Ironman, ma nessuna di esse è inserita nei circuiti ufficiali. I professionisti italiani, che devono andare all’estero per gareggiare, si contano sulle dita di una mano, mentre esiste un discreto numero di dilettanti. L'Ironman è una disciplina estrema ma al tempo stesso "rispettosa": rispettosa della natura (ecocompatibile, le sole energie in campo sono le proprie) , non a caso ha scelto come patria adottiva le "Isole Hawaii" che sono considerate un vero e proprio paradiso terrestre nel mezzo dell'Oceano Pacifico. Alle Hawaii ogni anno si svolge la gara più famosa di Ironman, considerata il "campionato del mondo di Ironman"; ma l'Ironman è anche una disciplina rispettosa dei principi di lealtà spor tiva tra concorrenti in quanto tutti gli atleti devono basarsi esclusivamente sulle proprie forze (ad esempio è vietato stare in scia nel tratto in bicicletta per non ricevere vantaggi da altri atleti).

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AUTUNNO INTERNAZIONALE A CAPANNELLE: IL PREMIO LYDIA TESIO “ECCELLENZA” ITALIANA L’autunno entra nel vivo all’ippodromo di Roma Capannelle, impianto che ha riaperto i battenti i primi di settembre per dare il via ad un’altra entusiasmante stagione con 46 giornate di corse spalmate in quattro mesi. di EquiEquipe/Luca Protettì

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a riunione autunnale ruota intorno a due appuntamenti di grande prestigio internazionale. Il primo, anche in ordine di tempo, è il Premio Longines Lydia Tesio che in Europa rappresenta il banco di prova di fine stagione più importante per le femmine. Quest’anno la corsa intitolata alla “first lady” del galoppo italiano – allevatrice del mitico Ribot - è in calendario domenica 23 ottobre e sarà “griffata” Longines. La maison orologiera svizzera conferma una partnership molto interessante con l’ippodromo di Capannelle perchè diventa nell’occasione “official timekeeper” dell’impianto. Il tempo sarà firmato dunque Longines : due grandi orologi, sistemati uno sul palo di arrivo ed uno nel tondino dove si svolgono le premiazioni, scandiranno il trascorrere della giornata, mentre il sistema di cronometraggio, che misurerà i tempi di tutte le corse, darà la possibilità agli spettatori di conoscere in tempo reale le prestazioni dei protagonisti in pista. L’arrivo di Longines nel tempio italiano del turf accomuna l’ippodromo Capannelle e il premio Lydia Tesio in particolare alle principali realtà ippiche del mondo in un vero e proprio circuito di grandi appuntamenti del galoppo. Longines in-

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fatti dal 2007 è cronometrista e partner ufficiale del prestigioso meeting di Royal Ascot (GB), l’evento ippico per eccellenza riconosciuto a livello globale come sinonimo di eleganza. Ha inoltre mantenuto con successo la partnership nata nel 2002 con il Melbourne Cup Carnival che rappresenta uno tra i più importanti eventi di galoppo nell’emisfero sud. Inoltre Longines è official timekeeper di altre prestigiose realtà ippiche come la Dubai World Cup, il Kentucky Derby a Churchill Downs, il Prix de Diane a Chantilly, il Prix de l’Arc de Triomphe di Longchamp, la Singapore Gold Cup, il Prix Le Marois a Deauville ed il Gran Premio di Baden Baden. Anche il Premio Lydia Tesio rappresenta un traguardo di assoluto prestigio per l’ippica internazionale e ogni edizione registra infatti una costante e numerosa partecipazione di ospiti straniere. A fare da prologo all’evento sportivo ci sarà il tradizionale Premio Longines - Le Signore dell’Ippica”, giunto all’undicesima edizione. Un riconoscimento alle protagoniste femminili del mondo del cavallo che mai come quest’anno avrà il carattere dell’eleganza. La rosa delle premiate come ogni anno sarà eterogenea, con le protagoniste provenienti dai campi più disparati (ippica, equitazione, arte, cinema, politica) ma legate dalla passione per il ca-

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vallo in tutte le sue espressioni. Domenica 6 novembre sarà l’altra giornata clou della stagione d’autunno con la disputa del Premio Roma GBI Racing e del Premio Ribot. La prova è dedicata ai maschi e alle femmine di 3 anni ed oltre, che si daranno battaglia sui 2.000 metri della pista in erba. Si tratta di una corsa di levatura internazionale da oltre cinquant’ anni e costituisce per il galoppo europeo uno degli ultimi grandi appuntamenti del calendario autunnale. Il Premio Ribot, prova di gruppo 2 sul miglio (1.600 metri) per cavalli di tre anni ed oltre, animerà il resto del pomeriggio. L’autunno ippico è anche la stagione in cui la maggiore attenzione è rivolta alla scoperta e alla valorizzazione dei cavalli di due anni, i giovani, che avranno molte occasioni di mettersi in mostra per poi catapultarsi, con il passaggio d'età, nel palcoscenico dei grandi eventi di primavera. Per loro il momento più alto sarà nella giornata del primo novembre con il Premio Berardelli, un vero e proprio summit per i giovani di prospettiva sui 1800 metri. Domenica 13 novembre, invece, i cavalli di due anni dovranno ingaggiare il confronto con i tre anni e gli anziani sulla distanza dei veloci 1.200 metri del Premio Aloisi. Controllate l’orologio, è tempo di fare la storia del turf!


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UN INTENSO FINE ANNO AZZURRO Nei mesi di ottobre e novembre l’Italia sarà protagonista, oltre che sul campo, anche in fase organizzativa con una serie di eventi di rilievo opo due anni torna in Italia il Ladies European Tour con la prima edizione del Sicilian Ladies Italian Open (7-9 ottobre) che permetterà di vedere all’opera non solo le provette azzurre, tra le quali Diana Luna e Giulia Sergas, ma anche mportanti giocatrici straniere, come le inglesi Melissa Reid e Trish Johnson, la gallese Becky Brewerton, la francese Virginie Lagoutte e l’australiana LeeAnne Pace, per citarne alcune, che daranno vita a un evento di alto livello agonistico. Tutto sotto l’egida della Regione Sicilia, che punta molto sul golf per l’incremento del turismo. Una settimana dopo si rinnoverà l’appuntamento con il Roma Golf Open (13-16 ottobre). Due anni fa fu firmato da un Edoardo Molinari in grande spolvero, che da quel momento prese il volo verso la vittoria nella World Cup, i grandi traguardi europei e la Ryder Cup. Ancora una volta sul percorso dell’Olgiata saranno al via i migliori elementi del Challenge Tour, alcuni dei quali avranno l’ultima occasione per essere ammessi alla gara finale, l’Apulia San Domenico Grand Final (2-5 novembre), in Puglia. E’ la manifestazione di maggior prestigio del circuito che si organizzerà per il settimo anno consecutivo al San Domenico Golf e dove sono già passati tanti elementi di ottima caratura. Saranno in campo tre giocatori italiani: il neo pro romano Andrea Pavan, il brianzolo Federico Colombo e il piemontese Alessandro Tadini, tutti con le carte in regola per essere promossi nel tour maggiore. Come nella stagione scorsa il percorso di Savelletri di Fasano sarà teatro di grande golf per

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Giulia Sergas

due settimane perché, subito dopo i giocatori del Challenge Tour, entreranno in scena tutti i più forti pro italiani per disputare il Campionato Nazionale Open (8-11 novembre), la manifestazione italiana più longeva. L’Alps Tour concluderà la sua lunga corsa al Golf Club Pevero per l’Open di Sardegna (19-21 ottobre), new entr y in calendario. Anche in questa isola si guarda al golf come ad un veicolo imprescindibile per la promozione del turismo e il torneo dovrà fare da vetrina. Saranno in palio 70.000 euro, per il montepremi più alto del terzo tour continentale, e anche in questo caso i parte-

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cipanti saranno ben motivati per conquistare una delle cinque ‘carte’ che danno diritto a salire nel Challenge Tour 2012. A parte il Sicilian Ladies Italian Open, tutte gli manifestazioni rientrano nel Pilsner Urquell Pro Tour, nel cui calendario figurano gli eventi che si svolgono sul territorio nazionale allestiti dal Comitato Organizzatore Tornei dei Professionisti della FIG. Il circuito ha quale title sponsor il brand del gruppo Peroni. Major sponsor Piaggio Veicoli Commerciali; fornitori ufficiali: Under Armour e Altea; commercial advisor: RCS Sport; official partner: Creative Italia.


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a cura di Andrea Cecinelli Responsabile comunicazione del Golf Forense

OLGIATA GOLF CLUB Il Parco di Roma vince la Niki European Golf Club Championship Sul percorso dell’Olgiata Golf Club, la squadra del Parco di Roma vince il torneo internazionale per club, “NIKI EUROPEAN GOLF CLUB CHAMPIONSHIP”. Il club romano si è imposto sulle altre 11 squadre partecipanti nel week end iniziato il 16 settembre, con la prima giornata di incontri sul campo del Parco di Roma e conclusosi il 17 con la finale all’Olgiata. La squadra romana ha chiuso con 22 colpi sulla favorita equipe francese del Golf De Saint Donat (Cannes), grazie ad una seconda giornata che ha visto Giorgio De Filippi e Chiara Bandini primeggiare su tutti. Ottima anche la prestazione del giovanissimo francese Thibault Vieilledent che ha vinto la speciale classifica degli juniores. Alla cerimonia di premiazione hanno partecipato il sindaco di Roma Gian-

ni Alemanno, l’assessore regionale alle Politiche per la casa Teodoro Buontempo, il presidente del consiglio comunale per il commercio artigianato e attività produttive, Ugo Cassone, a testimonianza dell’importanza che questo torneo ha raggiunto nel programma sportivo di Roma Capitale. Il torneo, che rientra nell’ambito delle attività dell'associazione Niki's Sport Events Onlus, si è concluso con un’asta di beneficenza per raccogliere fondi da devolvere ad un’iniziativa congiunta con la Fondazione Santa Lucia. Importante anche il supporto di grandi campioni del golf mondiale tra cui Matteo Manassero, Catriona Matthew, Alvaro Quiros, Ernie Els, Andrea Pavan e Jack Niclaus. Il percorso dell’Olgiata sta subendo una restyling ad opera dell’architetto Jim Fazio, uno dei più noti al mondo, con la prospettiva di ospitare importanti competizioni internazionali tra cui le gare olimpiche di golf nel caso in cui Roma dovesse diventare la sede dei Giochi del 2020.

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news dai circoli di golf PARCO DI ROMA Range Rover Golf Challenge Sabato 8 Ottobre, presso gli splendidi green del circolo di Roma Nord, avrà luogo il tradizionale "Range Rover Golf Challenge. Il circuito è ormai giunto alla sua terza edizione e nel 2010 ha im-

ACQUASANTA GOLF CLUB Torneo di Golf Impegnati nel Verde L'iniziativa "Impegnati nel verde" vuole promuovere una maggiore consapevolezza dell'impatto ambientale del golf e un maggior impegno per rendere questo sport sempre più sostenibile. Essere "impegnati nel verde" significa dimostrare una sensibilità ed una responsabilità ambientale. L'obiettivo è diventare sempre più consapevoli degli attributi ambientali dei campi da golf e dimostrare come dei percorsi ben gesti-

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pressionato tutti i suoi partecipanti per numeri e qualità di servizi: sui vari gremì si sono sfidati più di 3000 giocatori in 16 tappe italiane. In 100 invece hanno par tecipato alla splendida finale all'insegna del bel mare e della sabbia cristallina alle Seychelles. Anche quest'anno non mancheranno inoltre i bellissimi premi di buca.

ti possono produrre dei vantaggi per l'ambiente e per la comunità. Il programma Impegnati nel Verde è stato elaborato dall'Ecology Unit della Federazione Europea Golf, in collaborazione con ecologisti, i responsabili della gestione dei tappeti erbosi e con gli esper ti di educazione e interpretazione ambientale di tutta l'europa. A vincere la gara nella 1° Categoria , 1° Netto è stato Roy De Leonardis; 1° Lordo invece per Marcello Grababu. Nella 2° Categoria, 1° Netto per Clarissa Claretti, mentre nella 3° Categoria, 1° netto per Carlo Radice.


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MERCEDES BENZ ROMA GOLF FORENSE PIU’ 2011: LA GARA DEI RECORD di Andrea Cecinelli _ Foto di Silvia Apice e Michela Alessia Marcato he questa fosse la gara più ricca di partecipanti di tutto il panorama golfistico amatoriale laziale non c’erano dubbi; che gli sponsor facessero a gara per accompagnare questa manifestazione era altrettanto chiaro; che la comunicazione che si riscontra per questo torneo fosse paragonabile a quella che viene realizzata per una Major, era per tutti noi evidente. Ma che addirittura questa manifestazione fosse in grado di stabilire il record dei partecipanti nel circolo che con i suoi 108 anni di storia

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è il più antico di Italia (ndr: Anno di fondazione 1903), non era francamente immaginabile. Sotto un sole cocente ben 168 golfisti si sono affrontati al Golf Roma Acqua Santa, per la terza tappa del Mercedes Benz Roma Golf Forense Più, happening golfistico ideato e organizzato dall’Avvocato Nicola Colavita. Nella 1^ CATEGORIA NETTO successo della coppia formata da Andrea D’Onghia e Cesare Valenti. Il Preside della Facoltà di Giurisprudenza della Luiss, il Prof. Roberto Pessi e l’Avv. Paolo Cecchetti hanno trionfato nella CATEGORIA AMICI DEL GOLF FORENSE. La coppia composta da Pier Luciano Pucci e Andrea Segatore si è imposta nella 1° CA-

Telecom Impresa Semplice, sponsor partner del Golf Forense

TEGORIA LORDO. Tra le signore, nella CATEGORIA LADIES, meritata vittoria della coppia formata da Claudia Del Duce e Elizabeth Hamilton. Alla manifestazione hanno preso parte anche il Generale Carlo Alfiero, Presidente del Golf Roma Acqua Santa, il Dott. Carlo Scatena, Presidente della F.I.G. Lazio, il Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma, l’Avv. Livia Rossi, il Dott.

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Alessandro De Montis, il giornalista sportivo Giacomo Crosa, l’A.D. di Her tz Fabio Spaccasassi, l’Avv. Giandomenico Magrone, il Senatore Egidio Pedrini e l’attrice-regista Elisabetta Rocchetti. Appuntamento per la tappa di chiusura del circuito sabato 22 e domenica 23 ottobre all’Olgiata Golf Club. Mercedes Benz Roma Golf Forense Più 2011: La gara dei record.


[ L'attrice-regista Elisabetta Rocchetti

Il Dott. Alessandro De Montis

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L'Avv. Paolo Cecchetti

Le ragazze Golf Forense

Tatiana Soumacht, Mario Pandolfi e Cinzia Pallaro

La storica casa editrice Vallecchi, sponsor partner del Golf Forense

Il Gen.Carlo Alfiero, l'Avv. Nicola Colavita, l'Avv. Livia Rossi e Francesca Mercantini

Giacomo Crosa

Le ragazze del Golf Forense

L'Avv. Nicola Colavita con Giorgia Rossi e Annalisa Romano

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news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici a cura di Lorenzo Arduini

Club deiCircoli Sportivi Storici

Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club Circoli Sportivi Storici

Sport e sani valori per i giovani al Memorial Claudio De Paolis

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i avvia alla conclusione l’attività dei Circoli appar tenenti al Club dei Circoli Sportivi Storici. A settembre, in concomitanza dell’inizio dell’anno scolastico, si è svolta presso il Circolo Tennis EUR la IV edizione del Torneo del Club dei Circoli Sportivi Storici intitolato al piccolo socio del Circolo Claudio De Paolis, prematuramente scomparso, e riservato ai giovanissimi giocatori di Calcio a 5 nelle tre categorie under 10, under 12 e under 14. Il Torneo ha visto vincitrici rispettivamente la giovanissima compagine del CT EUR su quella del TC Parioli; quella del CC Aniene su quella del CT EUR e, infine, nella categoria under 14 quella del RCC Tevere Remo sul TC Parioli. Il Torneo si è svolto sotto il patrocinio di Roma Capitale, particolarmente sensibile agli aspetti forma-

st’ultimo anche Socio Fondatore del Club dei Circoli Sportivi Storici e tra i suoi più convinti e appassionati sostenitori nella sua funzione di coordinatore di iniziative sportive, so-

tivi dell’attività sportiva giovanile e al fianco del Club in numerose manifestazioni. Presente anche la Fondazione Telethon con la quale a suo tempo il Club ha siglato un protocollo di attività comuni per il sostegno della ricerca sulle malattie genetiche, un campo nel quale Telethon ha raggiunto risultati di eccellenza e riconoscimenti a livello internazionale. Le finali si sono svolte in un clima estivo ed i ragazzi, i genitori ed i sostenitori si sono poi ritrovati sulla terrazza del Circolo per le premiazioni: gradita la presenza del Presidente del Club dei Circoli Sportivi Storici Dr. Antonio Buccioni e dell’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura e Sport di Roma Capitale, che ha voluto fare per riconoscimento un omaggio alle squadre vincitrici. I ragazzi sono stati premiati dal Presidente del Circolo ospitante avv. Massimo Grimaldi, alla presenza del Presidente Onorario e Fondatore dr. Bruno Bellotto, que-

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ciali e culturali dei Circoli aderenti che si sono sempre contraddistinti per l’impegno nella promozione e salvaguardia dei valori etici e sociali dello sport.


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CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE LONDRA 2012, AUMENTANO I CANOISTI ED I CANOTTIERI QUALIFICATI Londra è vicina, manca meno di un anno ai Giochi Olimpici e il Circolo Canottieri Aniene già può iniziare a sognare. Questo grazie all’intramontabile Josefa Idem che agli ultimi Mondiali di Canoa a Szeged in Ungheria ha centrato la qualificazione Olimpica per l’ottava volta di seguito. Un’impresa impossibile ma l’anno prossimo a Londra Josefa ci sarà e non si accontenterà solamente di partecipare, bensì di lasciare il segno. Il Presidente Giovanni Malagò ha commentato: “è qualcosa di grandioso e siamo tutti orgogliosi di Josefa. Peraltro è fantastico il suo attaccamento ai colori sociali”. Ci spostiamo ad un altro sport, lo sport che dà il nome al Circolo: il canottaggio. Anche in questo caso si parla già di Olimpiadi. Nel Mondiale preolimpico di Bled gli atleti

CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO DALLA COPPA CANOTTIERI AL 7RAI Dopo la fantastica quinta vittoria consecutiva del CC Lazio categoria assoluti nella 47° Coppa dei Canottieri, si ripar te dal torneo 7RAI. Le squadre del Circolo Sportivo Rai e dei Canottieri Tevere Remo, Canottieri Aniene, Canottieri Lazio, Tennis Club Parioli e Canottieri Roma, si af frontano nella quinta edizione del torneo roma-

dell’Aniene si sono distinti per medaglie, ottime prestazioni e grandi qualificazioni. Gli equipaggi qualificati per i Giochi Olimpici in cui figurano atleti dell’Aniene sono tre: quello di Elia Luini (C.C. Aniene) nel doppio pesi leggeri, in coppia con Bertini (Fiamme Oro) medaglia di Bronzo; quello di Niccolò Mornati (C.C. Aniene) e Lorenzo Carboncini (Fiamme Oro), medaglia di Bronzo nel due senza; infine quello di Andrea Palmisano (C.C. Aniene) nel quattro senza insieme a Paonessa, Fossi e Agamennoni (Fiamme Gialle). Nel due senza Carboncini e Mornati hanno firmato il loro ottavo Mondiale consecutivo assieme con una prestazione da incorniciare. E' il secondo anno consecutivo, invece, che Luini e Bertini salgono sul podio nel doppio pesi leggeri, risultato che conferma le buone sensazioni e di ottimo sprono quando siamo ormai ad un anno dai Giochi Olimpici di Londra. Nel sesto giorno di gare poi è arrivato il primo titolo Mondiale Assoluto del due con di Vincenzo Capelli e Pierpaolo Frattini (tim. Niccolò Fanchi), titolo che porta i colori del Circolo Canottieri Aniene e che fa sperare ad un rientro in equipaggi olimpici per la stagione a venire. Ambra Migliori

no di calcio a sette in programma dal 19 settembre al 6 ottobre presso il Circolo Spor tivo Rai. Le squadre si affronteranno con una formula che quest’anno presenta una novità per rendere ancora più combattute le par tite di apertura: al termine del girone all’italiana la quinta squadra nella graduatoria sarà eliminata dalla seconda fase. Poi, al termine delle due fasi eliminatorie, la Finale Sfidanti designerà la squadra che affronterà il Defender nella finalissima 7Rai. La squadra biancoceleste quasi sempre finalista, ma mai vincitrice, quest'anno ce la metterà tutta per diventare defender.

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REALE CIRCOLO CANOTTIERI TEVERE REMO IL FUTURO È ADESSO Il futuro è già presente per il Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. Dopo lo storico trionfo al Festival dei Giovani è già partita la nuova stagione del remo con l'apertura delle iscrizioni e l'inizio degli allenamenti: già quasi un centinaio sono i ragazzi che frequentano i corsi nel circolo dell'Acquacetosa. Una scuola di prestigio, quella diretta da Daniela Sanna, una delle più titolate d'Italia, come confermano i risultati anno dopo anno. La Tevere Remo, che mai prima nel-

CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO UNA SERATA PER TRE Rievocare emozioni significa renderle sempre vive non solo nei ricordi dei protagonisti, ma anche nel cuore degli appassionati di canottaggio e canoa. Questo è avvenuto nella splendida serata di martedì 13 settembre nel sodalizio di Lungotevere Flaminio 61. Quando le immagini delle finali sono state proiettate sullo schermo, non solo a beneficio di tutti i soci del Tirrenia Todaro, ma anche per offrire il tributo di riconoscenza di tutto il sodalizio per l'impresa di tre giovani campioni, è scoppiato un lungo applauso. Di loro si è parlato molto, ma vederli emozionatissimi in mezzo ai com-

la sua storia aveva conquistato l'ambitissimo trofeo giovanile (ma che da sempre è nell’elite), ha superato società titolatissime, vere corazzate del canottaggio italiano. “Siamo davvero felici per il traguardo raggiunto - spiega Daniela Sanna, che guida la scuola ottimamente coadiuvata da Marco Follaro e da altri giovani istruttori. “Vuol dire che il lavoro svolto ha portato i frutti sperati”. Daniela è sposata con Marco Massai, allenatore della squadra agonistica dello stesso circolo che in 26 anni di carriera ha portato ottanta dei suoi atleti alla conquista di titoli e medaglie fra campionati del mondo e campionati italiani. La passione di Daniela per il canottaggio nasce da ragazzina, quando a 14 anni sale in barca per la prima volta. Comincia così la carriera di Daniela Sanna, che nel 1995 culmina con la conquista del titolo di campiones-

sa italiana nel due senza con i colori del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. Vince da atleta, ma dentro di lei ha già preso il sopravvento un’altra passione, quella per l’insegnamento. Preferisce allenare i giovanissimi per accompagnarli fino all’agonismo, sembra nata apposta per questo: da quando nel 1992 comincia a seguire i ragazzi della Tevere Remo, fino a diventare responsabile della scuola canottaggio del più antico circolo romano, dimostra di saper coniugare perfettamente le grandi capacità professionali e tecniche alla sensibilità necessaria nel gestire atleti adolescenti. Grazie a lei, la Tevere Remo diventa la società numero uno di Roma a livello giovanile, una delle primissime d’Italia. I numeri parlano chiaro: negli ultimi cinque anni la sua squadra ha conquistato oltre 400 medaglie, quasi 200 d’oro. E ora è già comin-

ciata l’avventura 2012: Sanna e la sua equipe sono all’opera, insieme al direttore alle attività sportive della Tevere Remo, Claudio Pallotta, e al DS del canottaggio, Valerio Celesti, per programmare la prossima stagione e tentare di restare ai massimi vertici del movimento giovanile di questo splendido sport. Francesco Padoa

pagni di squadra e coccolati dai soci più anziani è stata un'esperienza davvero unica. Leone Maria Barbaro, campione europeo e mondiale di canottaggio, Silvia de Matteis, finalista mondiale di canottaggio, e Federico Urbani, medaglia di bronzo ai mondiali di canoa da discesa, hanno meritato il plauso e la commozione dei consoci in un crescendo di complimenti che fioccavano da ogni parte. Cosa è stato per loro rivedersi sullo schermo? Certamente un'emozione profonda, ma anche la voglia di continuare sulla strada dell'agonismo. Leone e Federico sono cresciuti nel Circolo, qui hanno mosso le prime palate e pagaiate. Silvia invece è nata alla Roma, ma è al Tirrenia che ha trovato la giusta motivazione. Sono atleti giovani, ma ben guidati dai loro allenatori: non è possibile dimenticare l'impegno e il ruolo del grande Emilio Trivini e l'impegno costante di Stefano Tenderini nel seguire pas-

so passo questi atleti per portarli al massimo risultato possibile. Ora l'eredità di questi allenatori è stata raccolta da Luigi Vanti e da Diana Vitaldi, ad essi spetterà la responsabilità della ulteriore crescita agonistica di questi ragazzi che a tutti gli ef-

fetti possono definirsi ai vertici del canottaggio giovanile. Federico Urbani, invece, deve la sua preparazione a Daniele Petrone: anch'egli grandissimo allenatore dalle ottime doti umane e tecniche. Pino Lattanzi

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CT EUR AL MEMORIAL DE PAOLIS VITTORIA NELLA CATEGORIA UNDER 10 Dal 19 al 23 settembre nel parco monumentale dell’Eur, che ospita i rinnovati impianti del Circolo Tennis Eur, si è svolta la IV edizione Torneo di Calcio a 5 “Claudio De Paolis”. Hanno partecipato i giovani giocatori dei Circoli Storici della Capitale (C.T. Eur, C.C. Aniene, C.C. Lazio, C.C. Roma, R.C.C. Tevere Remo, T.C. Parioli, Spor ting Club Eur) che si sono sfidati in tre categorie: Under 14, Under 12 e, novità di quest’anno, Under 10. Il Torneo ha goduto della vicinanza del Presidente della Commissione Spor t e Politiche Giovanili di Roma Capitale Federico Mollicone ed è stato definito dal Presidente del Club dei Circoli Sportivi Storici Antonio Buccioni il principale avvenimento del Club per le stagioni future. Le par tite si sono svolte in un clima di grande serenità e sono state caratterizzate in campo da un sano agonismo tra bambini e sugli spalti dall’entusiasmo dei geni-

tori che il Presidente del C.T. Eur Massimo Grimaldi ha voluto accogliere di persona nelle serate di gioco. Nell’Under 10 hanno alzato la coppa i giovanissimi calciatori del CT Eur che hanno sconfitto in finale i pari età del TC Parioli, dopo aver disoutato una bellissima par tita. I baby calciatori del Circolo hanno disputato delle ottime prestazioni, anche grazie all’amicizia ed al legame che hanno mostrato di avere tra loro. Nell’Under 12 è stato il CC Aniene ad imporsi nettamente in finale contro il CT Eur, mentre nell’Under 14 hanno trionfato i ragazzi della Tevere Remo dopo una partita mozzafiato contro il Parioli. La cerimonia di premiazione ha previsto dei riconoscimenti per le squadre finaliste, il miglior giocatore, il capocannoniere ed il miglior por tiere di ogni categoria. Quello che più resta impresso di queste giornate sono stati senza dubbio i sorrisi e la gioia di praticare spor t dei bambini di tutti i Circoli, che hanno vissuto un’esperienza diver tente, formativa ed emozionante in un ambiente sano e gradevole come quello del CT Eur. Marco Lepre, ideatore del Torneo, ha voluto ricordare i tre valori fondamentali che questo Torneo intende trasmettere: la Gioventù,

lo Sport e la Memoria. In particolare la Memoria ha un duplice significato: da una par te il Torneo è nato per ricordare un caro compagno di giochi dei bambini del Circolo Tennis EUR, il cui sorriso ha colpito la memoria di tutti i ragazzi; dall'altra la memoria assu-

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me un significato piu' ampio che è quello della Tradizione. La volontà da parte degli organzizzatori del Circolo Tennis Eur è che quel complesso di valori e di idee legate ad una funzione etica dello spor t, non vada perso nelle generazioni future.


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TENNIS CLUB PARIOLI SETTEMBRE, CHE RIENTRO! IL CIRCOLO È CAMPIONE D’EUROPA Si è giocata dal 9 all’11 settembre, sui campi del Tennis Club Parioli, la fase finale del Campionato Europeo di Tennis dei Circoli Centenari, appuntamento entrato a far par te della storia e della tradizione del tennis internazionale. Merito senza dubbio del suo ideatore, Juan Maria Tintorè, grande appassionato di spor t che nel 1994 fondò l’associazione dei circoli centenari. Al via le quattro squadre qualificate: oltre al TC Parioli campione in carica, il TC Kungliga (Svezia), il TC Ginevra (Svizzera) ed il TC Fitzwilliam (Irlanda); a conquistare il prestigioso trofeo, è stata la squadra italiana che è salita sul tetto d'Europa. Protagonisti in campo il capitano/giocatore Edoardo Mazza, premiato come miglior giocatore della manifestazione, e la rosa al completo. Il Parioli, dopo aver battuto in semifinale il circolo Fitzwilliam di Dublino con un perentorio 9 a 0, ha affrontato in finale gli svizzeri del Tennis Club Ginevra vincendo con il punteggio di 6 par tite a 3: vittorie decisive per Ugo Biagianti, 6/2 6/2 su Michael Feldbausch, Elisabetta Morici su Susanna Villaverde 3/6 6/3 10-7, Edoardo Mazza su Gustavo Tiber ti 6/1 6/4, Marco Mencaglia su Morees De Bruyn 6/3 6/2 ed i doppi Testus/Pennacchioli sulla coppia Feldbausch 9/6 e Pescosolido/Mencaglia su Tiberti/Amgwerd. Sabato 10, poi, si è svolta la consueta cena di gala: sono inter venuti il presidente del TC Parioli Maurizio Romeo

che, insieme alla vicepresidente Rossana Ridolfi, accompagnata dal marito Giampaolo Letta, ed ai membri del Consiglio Direttivo Paolo Agnesi, Zibi Boniek e Alberto Casucci, hanno ricevuto le squadre par tecipanti, i soci del Parioli ed i grandi ospiti come Juan Maria Tintorè, Nicola Pietrangeli e Fabrizio Tropiano. Con loro Vincenzo Stipa storico presidente del Tennis Club Parioli.

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DUE PONTI SPORTING CLUB IL CIRCOLO SOTT’ACQUA: CORSI DI APNEA E ARA Da alcuni anni ormai il Circolo Due Ponti offre la possibilità di frequentare corsi specifici di addestramento per l’Apnea Subacquea e corsi ARA tenuti da istruttori qualificati. I corsi di APNEA (Base, Avanzato e Rescue) consentono di affrontare con gradualità il percorso formativo e di raggiungere le basi essenziali per consentire agli al-

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tà. La pratica di alcune tecniche di training autogeno unitamente alla pratica dello Yoga e di specifiche tecniche di respirazione completano il percorso formativo dell’allievo. Immergersi sotto il pelo dell'acqua, anche solo per vedere meglio qualcosa che si è intravisto dalla super ficie e che sembra a por tata di mano, può sembrare semplice. Spesso però, il male che si sente alle orecchie, il tempo di permanenza, possono essere sintomi che impediscono di raggiungere il proprio obiettivo. Inoltre la mancata conoscenza di tecniche, di regole di sicurezza – o peggio la pratica di pericolosi errori - e l’incapacità di riconoscere segnali precisi che ci man-

lievi di conoscere meglio sé stessi ed i propri limiti. Un percorso indispensabile per praticare questo nobile spor t in completa sicurezza personale. I corsi si ar ticolano in lezioni specifiche (secondo la didattica di Apnea Academy fondata dal pluriprimatista mondiale Umberto Pelizzari), sotto la direzione degli istruttori Marco Ciccozzi ed Alber to Polito (www.legrandbleu.it). Il corso di Apnea consente di raggiungere un buon livello di acquaticità, delle specifiche tecniche di compensazione e delle principali tecniche di apnea. La trattazione in aula degli effetti fisiologici e psichici che caratterizzano le immersioni in Apnea garantisce la migliore consapevolezza dell’attivi-

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da il nostro corpo, può significare mettere a serio rischio la propria salute e rovinarci una vacanza. Solamente frequentando un corso di apnea con un istruttore qualificato consente di evitare fastidi e di prevenire problemi anche seri, lasciando spazio al piacere di sentirsi liberi sott'acqua e di raggiungere, con enorme sorpresa, quote e tempi di permanenza non si pensava di poter raggiungere. Alla fine del corso, quasi ogni allievo impara a mantenere apnee di oltre 3 minuti. In realtà è molto semplice. Ma è una disciplina da affrontare seriamente. Anche i corsi ARA sono organizzati per gradi di apprendimento. Il corso Open Water Diver (primo grado) permette di avvicinarsi all'emozionante mondo della subacquea con autorespiratore, in tutta tranquillità e sicurezza, con un metodo di apprendimento che permette a ogni persona di arrivare ad immergersi consapevolmente e con la completa padronanza di ogni situazione. La profondità di 18 metri, permette di raggiungere la maggior par te degli ambienti più affascinanti rendendo ogni immersione unica nel suo genere e uno stimolo irresistibile per quella successiva. Con il successivo corso advanced si riceve l’abilitazione ad imergersi sino a 30 mt di profondità. I corsi affiancano una parte pratica, necessaria a prendere confidenza con le attrezzature e con il comportamento da tenere nell'ambiente, ad una parte teorica nella quale si affronta lo studio delle leggi fisiche, i comportamenti da tenere ed i regolamenti da osservare. Una pratica sicura, con regole da osservare, in un ambiente da conoscere e rispettare. Anche per i corsi di subacquea con autorespiratore il circolo offre l’assistenza di istruttori qualificati sotto la direzione di Alessandro Aragozzini (www.pegasosub.it)


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FUTBOLCLUB GLI YOUNG ORANGE GIÀ AL LAVORO Si ricomincia: dopo due mesi di riposo tornano al lavoro li Young Orange, i ragazzi del calcio a 5 di Futbolclub e Olimpica Roma. Dal 29 agosto hanno iniziato la preparazione precampionato la Serie C Femminile e la C2 Maschile, agli ordini dei “maestri” Riccardo Casini e Riccardo Budoni, mentre tra il 5 e il 12 settembre sono tornati ad allenarsi tutti gli altri gruppi, a par tire dagli Under 21 per finire ai Giovanissimi. Dodici squadre in totale che cercheranno, con un mese di preparazione alle spalle, di par tire alla grande in campionato, il cui inizio è previsto, fat-

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ta eccezione per le prime squadre, a metà ottobre. Un’occasione per tutti i mister di conoscere e amalgamare nuovi e vecchi del gruppo e per i ragazzi di riprendere ritmo par tita e tono muscolare dopo le vacanze estive. Le prime squadre, che inizieranno il campionato il 1 ottobre, sono già scese in campo nel primo turno della Coppa Lazio: la C Femminile contro la Lazio Calcetto, la C2 Maschile contro lo Spinaceto 70. Mentre la Serie D Maschile dell’Olimpica, novità assoluta della stagione 2011-2012, sarà allenata da Stefano Bresin e inizierà anche lei a metà di questo mese. Se da tutte e tre ci si aspetta molto, non da meno sono le previsioni per le categorie inferiori: l’Under 21 del Futbolclub, sempre alle dipendenze di mister Budoni, spera di migliorare il terzo posto dello scorso anno, così come l’Under 21 dell’Olimpica Roma, sotto la guida del

bravissimo Andrea De Fazi, che ha chiuso al quarto posto la passata stagione. Più incerto il destino dell’Under 21 Femminile di Valerio Casciotti, sempre a caccia di giocatrici e di squadre per poter disputare un campionato lungo ed equilibrato. Sensazioni positive si respirano anche per gli Juniores, sia quelli del Futbolclub, allenati dal giovane Daniele Raffaelli, che dai vincitori della Coppa Lazio dello scorso anno dell’Olimpica, sempre di De Fazi. Scendendo di categoria si sorride da entrambi i lati: Simone Borgia, con gli allievi del Futbolclub, ha una rosa ampia da cui attingere mentre De Fazi può contare anche su un buon numero di Allievi per la sua Olimpica Roma, anche loro novità assoluta rispetto allo scorso anno. Infine i Giovanissimi, con mister Marco Carillo che tenteranno di divertirsi e sorprendere tutti dopo il passato campionato. Insomma i presupposti ci

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Il socio del mese Nome: Riccardo Siciliani

Detto: Runner Ruolo: Difensore Piede Preferito: n.p. Pezzo Forte: La corsa Squadra del Cuore: SS Lazio

sono tutti e, in attesa di completare le iscrizioni, sempre aperte, per tutte le squadre, per i ragazzi dai 12 ai 18 anni, un’aria di ottimismo si respira al Futbolclub, in attesa che si dia inizio alle danze. Gianmatteo Colla


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SALARIA SPORT VILLAGE OTTIMO AVVIO DI STAGIONE Stagione iniziata alla grande per il Salaria Sport Village che già a settembre si rende protagonista di una serie di vittorie di prestigio ai Campionati Europei Master di Jalta, in Crimea. Francesco Viola, capitano e allenatore della squadra di atleti Master con i colori del prestigioso circolo di via Salaria, ha infatti portato a casa un paniere ricco di tre bronzi; il primo conquistato negli 800 stile libero, un risultato di grande prestigio essendo stato conquistato nella categoria M25, con tantissimi atleti appena usciti dall’agonismo maggiore. La se-

TENNIS ROMA IN RICORDO DI MARCELLO Al Tennis Roma si è svolto il Memorial Marcello Albanese, storico socio del club romano. Due settimane di tennis, tre tabelloni, 120 iscritti, oltre centoventi match disputati. Così il Tennis Roma ha ricordato un suo socio storico, troppo prematuramente scomparso all'affetto dei suoi cari. Al Memorial Marcello Albanese hanno partecipato attivamente la sua famiglia e particolare i figli Luca e Sofia, presenti sugli spalti per tutto l'arco della manifestazione. E tutto il circolo biancorosso si è stretto intorno al ricordo di Marcello, orga-

Roma tuttincircolo

conda è arrivata nei 200 far falla e la terza nei 400 stile libero. Un inizio di ottimo auspicio, se il buongiorno si vede dal mattino; i campionati hanno visto la partecipazione di oltre 5.000 atleti di tutta Europa, e preludono ai Campionati del mondo di Riccione della prossima estate. Il Circolo di Settebagni, sempre per la categoria Master, si prepara ad ospitare il primo Memorial Paolo Costoli . Sono intanto già iniziati i corsi per tutta la famiglia, dal nuoto, al tennis, al canottaggio alle ar ti marziali ed ai corsi di danza. Già partito anche il campionato di calcio, protagonista sul campo dello stadio del circolo, giocato a tutti i livelli dilettantistici, con i colori del F.C Fidene; dalle gare di Serie D, alla juniores nazionale, campione d’Italia, una girandola di emozioni ogni settimana. Insomma, una nuova stagione all’insegna dello sport e del benessere.

un premio offerto dal maestro Piero Marchiani, Direttore della scuola tennis. Sono stati premiati anche i terzi classificati Pino Angrisani e Andrea Trombetti, mentre la

nizzando il Torneo di Quarta Categoria terminato con la vittoria di Emanuele Gatti (4.1) sul tennista di casa Luca Gallo (4.2) in due set, con il punteggio finale di 64 61. Nella cerimonia di premiazione il presidente Martino ha sottolineato: “Abbiamo voluto organizzare una manifestazione che oltre ad essere una competizione spor tiva avesse anche il significato di testimoniare il ricordo e l'affetto verso Marcello. Le tantissime adesioni dimostrano la bontà dell'iniziativa e che Marcello aveva moltissimi amici”. Il protocollo della cerimonia ha poi previsto la premiazione degli atleti. A Gatti, oltre la coppa del vincitore, è stato offerto un pensiero dalla famiglia Albanese e uno dalla ditta Pozzi Sport. Al finalista Gallo sono andati invece il trofeo messo in palio dal presidente della FederProfessional Roberto Betti per il miglior classificato del circolo, e

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coppa per il miglior classificato junior, offerta da Antonello Ciancio, Presidente della Commissione Sport e Cultura del IX Municipio, è andata a Francesco Dolcetta.



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solidarietà

A Napoli torna

la Race for the Cure Il 9 ottobre appuntamento a Piazza del Plebiscito per la corsa che vuole raccogliere fondi per progetti che intendono combattere il tumore al seno di Marta Centra opo lo strepitoso successo d’esordio dello scorso anno, con oltre 8.000 partecipanti al via, torna a Napoli la “Race for the Cure – di corsa contro i tumori del seno” (minimaratona di solidarietà e di raccolta fondi di 5km abbinata ad una passeggiata di 2km aperta a tutti). In attesa della seconda edizione della gara, in programma domenica 9 ottobre alle ore 10, l’appuntamen-

D

to è fissato già da venerdì 7 ottobre a Piazza del Plebiscito con l’apertura del “Villaggio della Salute”, vero cuore pulsante della manifestazione con tantissime iniziative gratuite all’insegna dello sport, del vivere sano e del benessere psico-fisico. Organizzata dalla Susan G. Komen Italia sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Regione Campania, Comune di Napoli, Provincia di Napoli, CONI, FIDAL, Ministero della Salute e Camera di Commercio di Napoli in col-

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laborazione con IPASVI, la “Race for the Cure” si propone di promuovere l’importanza della diagnosi precoce e di raccogliere fondi per finanziare progetti sul territorio regionale per il benessere psico-fisico delle donne operate, l’aggiornamento degli operatori sanitari e l’acquisto di apparecchiature di diagnosi e cura del tumore del seno. Con i fondi derivanti dall’edizione dello scorso anno sono stati infatti finanziati a settembre cinque importanti programmi di prevenzione sul territorio campano svolti dal-


le associazioni “ANDOS Napoli”, “ALTS”, “Lusamirka”, “Te.C.T.A. Clan H” e “Spesalfa”. Madrina della manifestazione sarà anche quest’anno l’attrice Maria Grazia Cucinotta, sempre presente in tutte le edizioni italiane della Race. Con lei ci sarà anche la collega Rosanna Banfi, madrina delle “Donne in Rosa”, le donne che come lei hanno affrontato personalmente il tumore del seno e che scelgono di rendersi visibili indossando una maglietta ed un cappellino rosa per testimoniare quel cambiamento di mentalità in positivo nei confronti della malattia e del relativo percorso di cura. Non mancheranno poi altri ospiti illustri, tra i quali i calciatori del Napoli, che hanno espresso simpatia fin da subito nei confronti della Race for the Cure. Il weekend della “Race for the Cure” si aprirà dunque ufficialmente venerdì 7 ottobre con il “Villaggio della Salute”, dove i visitatori potranno trovare laboratori educativi sulle norme di prevenzione dei tumori del seno e le buone pratiche su alimentazione, attività fisica e stili di vita. Sarà inoltre allestita un’area dedicata a convegni su temi di diversa natura, in particolare riguardanti i tumori del seno. Nell’occasione verranno comunicati i vincitori del premio “poesia e pRosa”. Per i più dinamici, divertenti momenti dedicati al fitness con stage di spinning, ballo coreografico, kickboxing e molto altro. Verrà inoltre allestito uno spazio dedicato alla bellezza con le esper te make-up ar tist di Revlon. Infine, un’area bimbi con diver tenti animazioni per regalare ai più piccoli momenti magici di giochi e fantasia.

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solidarietà

Domenica 9 ottobre il weekend si concluderà quindi con l’appuntamento canonico della “Race for the Cure”, che è aper ta a tutti e par tirà alle ore 10 dai Piazza del Plebiscito con la gara competitiva di 5km, la non competitiva e la passeggiata di 2km. Alla “Race for the Cure” è possibile iscriversi fin da ora con un contributo minimo di 8 euro recandosi nei punti-iscrizione di Napoli e provincia elencati sul sito www.racefor thecure.it e online, con carta di credito. Questa tappa conclude il percorso di successo che la manifestazione ha ottenuto quest’anno in tutta Italia, cominciando con la XII edizione romana che ha raggiunto nello scorso mese di maggio il risultato record dei 53.000 par tecipanti, seguita dalle edizioni di Bari e di Bologna.

ROMA

BARI

22 maggio

29 maggio

V edizione

XII edizione

0 TI .0I0 11 N A P C TE

0 .5I0 53 ANTI P C E T

PAR

PAR

BOLOGNA 25 settembre V edizione

.00A0NTI 10 TECIP

PAR

NAPOLI 9 ottobre

Per informazioni

II edizione

Comitato Regionale Campania - Susan G. Komen Italia Tel. 081.19562784/85 - napoli.race@komen.it - www.komen.it

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salute

Villa Stuart Sport Clinic: visite di idoneità sportiva

Atleti professionisti e dilettanti: lo sport, in sicurezza di Paolo Brandimarte

Villa Stuart opta per la prevenzione: idoneità sportiva, esami accurati e Servizio d’Urgenza h24

revenzione e tutela della salute. Su questi pilastri si regge “Lo Sport per la Vita, non la Vita per lo Sport”, il progetto ideato da Villa Stuart Sport Clinic ed incentrato sulla visita di idoneità sportiva, con identico tratta-

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mento riser vato ad atleti professionisti e dilettanti. La struttura di Via Trionfale ha messo in atto un’autentica rivoluzione nel campo dell’idoneità sportiva: indagini rigorose e controlli accurati permettono di individuare eventuali anomalie cardiache, troppo spesso responsabili di morti improvvise. La cronaca conferma la neces-

sità di un oculato monitoraggio sanitario: le morti sul campo di Giorgio Castelli, Alessandro Bini e Maurizio Belli Tuzzi insegnano: tutelare la salute dei nostri ragazzi diventa imperativo categorico. Nel dettaglio, il programma di prevenzione sanitaria promosso da Villa Stuart assume i contorni di un vero e proprio check – up: visi-


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salute

sdiroma.it). Ovviamente, gli atleti verranno trattati a Villa Stuar t Sport Clinic, Centro Medico di Eccellenza FIFA, per la prevenzione, il trattamento ed il recupero dei calciatori. I vantaggi del protocollo medico sanitario non finiscono qui: agli atleti verrà rilasciata gratuitamente una card per usufruire del Servizio d’Urgenza Diagnostica, Ortopedia e Traumatologia dello Sport, operativo 24 ore su 24. Alla card è associato un codice personale che consente l’accesso al fascicolo sanitario online, consultabile ed aggiornabile in qualsiasi

momento, sempre dal por tale www.imsdiroma.it. Ancora, per gli atleti diversamente abili è stato allestito un ambulatorio completamente attrezzato, funzionale alle visite ed al rilascio delle certificazioni di idoneità.

IL MEDICO RISPONDE ta d’ingresso con enfasi sulla predittività delle malattie ed interventi correttivi, studio dei dis – paraformismi legati ad appoggio e postura di piedi, ginocchio, bacino e colonna vertebrale, valutazione dietologica ed ecocardiocolordoppler (volto a testare lo stato di salute

@

linea diretta con specialisti in or topedia • fisiatria reumatologia • medicina dello sport • radiologia scienza dell'alimentazione

del cuore, ndr). Il pacchetto prevenzione comprende anche una copertura assicurativa per gli atleti che subiranno infortuni chirurgici nel corso dell’attività sportiva (per maggiori informazioni su costi, federazioni e società sportive aderenti rimandiamo al sito www.im-

Scrivete a:

mtpereira.villastuart@eurosanita.it

L'Istituto di Medicina dello Sport di Roma (Villa Stuart Sport Clinic) Via Trionfale 5952 (Balduina) PER APPUNTAMENTI ED INFORMAZIONI: 06.35528393 - 06.35528394

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appuntamenti

Ai Fori Imperiali

i Giochi di Strada Domenica 23 ottobre dalle ore 10 alle 17 in via dei Fori imperiali la IX edizione dell’evento “La memoria dei Giochi di Strada”: gioco e divertimento per bambini e non solo di Lorenzo Arduini hi di noi da bambino non ha mai giocato con gli amichetti in cortile, al parco o in strada? Chi non ha dato sfogo alla propria fantasia inventando giochi con regole precise da fare anche senza avere a disposizione particolari materiali ed attrezzature? Quasi tutti, credo, e abbiamo dato anche nomi sempre diversi, sempre nuovi ai nostri giochi, al

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Nord come al Sud dell’Italia, ed anche i coetanei degli altri Paesi hanno fatto così. Al giorno d’oggi purtroppo i nostri bambini giocano sempre meno all’aperto, in spazi non delimitati, non potendo così dare libero sfogo alla propria creatività. Tutto questo è stato causato da una serie di motivi, come, da un lato, la concorrenza sempre più spietata del computer e dei videogiochi, dall’altro la possibilità sempre più diffusa di praticare corsi sportivi e

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di altra natura presso strutture ad hoc, pubbliche o private, costose o meno. Da non sottovalutare poi la maggiore pericolosità percepita oggi da genitori e nonni dell’ambiente in cui viviamo, timore che li spinge a dare meno libertà a figli e nipoti di giocare soli all’aria aperta. Non tutti però intendono dimenticare i giochi che hanno segnato intere generazioni: una di essi è Dora Cirulli, Ricercatrice per il Corso di Laurea in Scienze Motorie all’Università Tor Ver-


I giochi proposti

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Tra i giochi nei quali tutti, bambini e non, si potranno cimentare domenica 23 ottobre , dalle ore 10 alle ore 17 in via dei Fori Imperiali, troviamo: • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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appuntamenti

Tiro alla fune Lancio della ruzzola-ruzzolone Birilli Campana Ciclo tappo Bocce Corsa dei sacchi Braccio di ferro Tamburello Salto della corda Pignatta Nizza o Lippa, Trottola Cerchio Indoboard Tennistranier Carrettini Rollerblade Monopattino, Rubabandiera Piastrelle Quattro cantoni Calcio balilla

gata e Docente di un corso sui giochi di strada all’Università del Foro Italico. La Cirulli, con la propria associazione (ASD Giochi di Strada), ha organizzato, per il prossimo 23 ottobre, una manifestazione chiamata “La memoria dei Giochi di Strada”, giunta quest’anno alla IX edizione.Si tratta di una giornata speciale dove chiunque, dalle 10 alle 17, nella cornice di via dei Fori Imperiali, potrà cimentarsi in giochi e passatempi come il rubabandiera, il tiro alla fune, la ruzzola o il gioco della campana. L’evento si ripropone infatti di riportare nel cuore di Roma gli sport, i giochi dei nonni e le tradizioni di una volta. L’intento è quello di raccogliere in un’unica e prestigiosa sede tutti quei giochi, alcuni dei quali divenuti vere e proprie discipline sportive, che affondano le radici nel tempo. Per Dora Cirulli è giusto non disperdere certi valori ed è necessario riproporre tante attività, spesso dimenticate dal grande pubblico,

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portandole a conoscenza dei più giovani, soprattutto di quelli nati e cresciuti nelle città. L’obiettivo dell’Associazione Giochi di Strada è recuperare tutti quegli antichi giochi, che altrimenti andrebbero persi, con la Memoria degli anziani e rilanciarli nelle Scuole d’Italia. ”L’idea mi è venuta nel 2003 ed intende riportare per un giorno i romani ed i loro figli a giocare all’aperto, in strada, senza il problema delle automobili e del traffico”, queste le parole della Cirulli. “Il gioco è un’attività fondamentale per i bambini, in quanto li fa stare insieme, facendoli integrare. Non dobbiamo dimenticare che giocare è semplice, è sufficiente un po’ di fantasia, senza bisogno di grosse attrezzature e senza dover andare in strutture circoscritte e costose”. Dora Cirulli non è contraria a priori all’uso di computer e videogiochi, che ormai sono irrinunciabili nella vita dei nostri figli, ma è convinta che debbano essere affiancati a passatempi di diverso genere. “Sono convinta che una via di mezzo sia la cosa migliore per i nostri bambini. Oggi l’uso del computer è inevitabile, ma bisogna bilanciarlo con attività in grado di stimolare la creatività dei bambini, consentendo loro anche di passare un po’ di tempo all’aria aperta”. Dora entra poi nei dettagli della manifestazione del 23 ottobre. “Molti giochi saranno organizzati in prima persona da me, che mi av-

varrò della preziosissima collaborazione degli studenti che frequentano i miei corsi. Saranno loro infatti che il 23 mostreranno al pubblico il funzionamento dei diversi giochi e li faranno provare ai bambini”. Secondo il parere della Cirulli per non dimenticare questi giochi e passatempi che hanno contribuito a formare la nostra identità culturale è fondamentale il supporto della scuola. “Uno dei miei obiettivi è quello di rilanciare questi giochi anche e soprattutto nelle scuole elementari. La scuola infatti deve fornire ai più piccoli questa grande opportunità di crescita”. Ai Fori Imperiali è invitato chiunque abbia un vecchio gioco da riproporre, lo voglia mostrare e farlo provare al pubblico. Sono invitati a partecipare all’evento anche i singoli Comuni dato che, come tutti noi sappiamo, i giochi e i passatempi sono leggermente o totalmente diversi da luogo a luogo. “Ognuno di noi nella propria infanzia, magari in vacanza, ha giocato con coetanei provenienti da altre città italiane ed ha provato giochi che non conosceva. Anche il gioco fa parte della cultura di una comunità ed è vantaggioso per tutti che venga mostrato e scambiato. Per il futuro sono molto interessata anche ai giochi che fanno e che facevano i bambini degli altri Paesi europei: giocare, non mi stancherò mai di ripeterlo, abbatte le barriere culturali e favorisce la socializzazione”.

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impianti sportivi

Stadi di proprietà

il sogno è pos

La Juventus ha inaugurato ad inizio stagione il nuovo stadio, realizzato con risorse interamente private, senza attendere l’approvazione del disegno di legge sui finanziamenti statali di Marco Trozzi

L

’intera Italia calcistica coltiva un sogno che appare ormai da troppo tempo irrealizzabile: quello di avere degli impianti di gioco moderni, multifunzionali, sul modello di quelli che stanno proliferan-

do nel resto d’Europa, Inghilterra e Germania su tutti. Qualcosa sembra essere cambiato quest’anno quando la Juve, ignorando l’arrivo di una legge che dovrebbe favorire la costruzione di stadi di nuova generazione, ha inaugurato la sua nuova casa: lo Juventus Stadium, struttura idea-

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ta e realizzata (con il contributo di sponsor e del Credito Sportivo) come luogo di aggregazione dove i tifosi hanno la possibilità di assistere alla gara di calcio, ma anche di trascorrere il tempo libero in bar, ristoranti e negozi; in sostanza un luogo dove andare non necessariamente per as-


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impianti sportivi

in Italia,

sibile

sistere esclusivamente all’evento sportivo. La società di Corso Galileo Ferraris ha infatti deciso di bypassare i “canonici tempi italiani” e ha realizzato in completa autonomia il nuovo stadio, che nel giro di qualche tempo le garantirà notevoli introiti e che è già un modello per tutte le società di calcio nostrane. Juventus Stadium: Primo caso in Italia? Molti credono che quello della Juventus sia un caso unico in Italia, ma in realtà questa è un’inesattezza. La prima società ad avere avuto uno stadio privato nel nostro Paese è stata la Reggiana che nel lontano 1995 inaugurò lo stadio Giglio, costruito dal Consorzio 2000 e dalla consociata Unieco, finanziato tramite una formula totalmente innovativa: buona parte dei soldi furono versati da un migliaio di tifosi granata che sottoscrissero degli abbonamenti pluriennali ai quali poi si aggiunsero i contributi della Mirabello 2000 e la Cassa Mutua. Ciliegina sulla torta fu la sponsorizzazione decennale della principale azienda lattiero-casearia di Reggio nell’Emilia, la “Giglio”, da cui il nome dello stadio. Ciò rappresentò un'esperienza unica nel panorama nazionale degli impianti sportivi che però non fu adottato come modello. Quella dello stadio Giglio, infatti, come spesso accede in Italia, non è stata una storia a lieto fine: complice la retrocessione della squadra in serie B il progetto fallì; naturalmente la cosa non

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fu immediata, ma una serie di vicissitudini finanziare non legate ad aspetti sportivi hanno portato alla dichiarazione di fallimento il 29 marzo del 2006 della Mirabello 2000 che ha trascinato con se lo stadio Giglio nel crack della Reggiana. Il ddl incriminato Si diceva che la Juventus ha scelto di non aspettare il disegno di legge che dovrebbe favorire tramite finanziamenti statali e contributi la ristrutturazione di impianti di gioco già esistenti e la costruzione di nuovi; il ddl in questione è datato 7 ottobre 2009 e, come nella più classica delle storie italiane, la proposta non è ancora divenuta legge. Sono dunque due anni che si aspetta una normativa a riguardo che possa favorire lo sviluppo di impianti di gioco moderni. Quello che sorprende è che l’articolo 1 recita: “La presente legge, attraverso la semplificazione e l’accelerazione delle procedure amministrative, ha lo scopo di favorire e di incentivare, mediante un Piano triennale di intervento straordinario, la realizzazione di nuovi impianti sportivi e stadi ovvero la ristrutturazione di quelli già esistenti in cui si sono disputati gli eventi sportivi, secondo criteri di sicurezza, fruibilità e redditività dell'intervento e della gestione economico-finanziaria, in modo che sia garantita, nell'interesse della collettività, la sicurezza degli impianti e degli stadi, anche al fine di prevenire i fenomeni di violenza all'interno e all'esterno dei medesi-


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impianti sportivi

mi, e sia migliorata, a livello internazionale, l'immagine dello sport in vista della candidatura dell'Italia per l'organizzazione di manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale. Per le finalità di cui al comma 1, le opere oggetto della presente legge sono dichiarate di preminente interesse nazionale, di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza. Nonostante dunque nel disegno di legge vengano più volte ripetuti termini come complessi multifunzionali, sicurezza, fruibilità e redditività la classe politica non riesce a trovare un accordo che ai più sembra essere necessario per cambiare definitivamente pagina e per risolvere una situazione francamente anacronistica visti i canoni di modernità di cui avrebbe bisogno “l’azienda” del calcio nazionale. Il sistema nostrano, infatti, accusa un notevole ritardo rispetto ad altre realtà continentali che hanno saputo adeguarsi all’ammodernamento richiesto da un’attività come quella calcistica; il tanto sospirato cambio di marcia nella gestione di alcune situazioni che possa permettere di tenere il passo dei tempi sembra essere ancora un miraggio per un sistema ancora vittima di un’impronta burocrate, vero male del sistema paese nostrano.

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cinema

Tavolo pallina e racchette al cinema Il Tennistavolo è stato rappresentato in diversi film, anche se in una veste più ludica che sportiva nel vero senso della parola. Gli intenditori sono avvertiti di Lorenzo Arduini l Tennistavolo, il cosiddetto ping pong, è considerato da molti un gioco, o comunque un passatempo attivo, più che un vero e proprio spor t. In Italia per esempio molti, soprattutto i ragazzini, lo praticano negli stabilimenti balneari quando sono al mare, oppure nelle sale di gioco degli alberghi quando sono in vacanza in montagna. Naturalmente in realtà la situazione è molto diversa, dato che il ping pong è una disciplina spor tiva olimpica, che prevede manifestazioni di carattere nazionale ed internazionale a livello di ver tice, e corsi

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di avviamento a livello di base, sia per i principianti che per coloro che praticano già da diverso tempo. Nel mondo del cinema però è prevalsa generalmente la prima concezione del tennistavolo, quella, diciamo, giocosa, e lo si può notare dal modo in cui questo sport è stato portato sul grande schermo. Le pellicole nelle quali la pratica del ping pong ha un ruolo centrale o comunque di una certa rilevanza sono infatti nella grande maggioranza dei casi delle commedie, in certi casi anche semidemenziali, dove il tennistavolo non viene rappresentato in una maniera tecnica. Al contrario viene ri-

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prodotto in una veste quasi da cartone animato, con colpi improbabili eseguiti da personaggi che hanno poco in comune con gli atleti veri e propri. Spesso anzi i protagonisti sono ragazzini di dodici o tredici anni e questo la dice lunga sul fatto che il ping pong è visto più come un gioco che come un vero e proprio sport. I tre film presi in esame in questo ar ticolo possono comunque essere apprezzati se si tiene a mente il concetto espresso sopra e possono tranquillamente essere fruiti anche da chi non è appassionato del tennistavolo e ne conosce a malapena le regole.


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cinema

BALLS OF FURY Uscito in Italia direttamente in dvd, “Balls of Fur y” è una commedia semidemenziale statunitense, diretta dal regista dell’apprezzata serie tv “Reno 911!”, ed interpretata fra gli altri da Christopher Walken. Squattrinato ex campione professionista di ping pong, Randy Daytona viene reclutato dall'agente dell'FBI Rodriguez per una missione segreta che si presenta come occasione per potersi vendicare del per fido Feng, asso del tennis da tavolo nonché responsabile dell'uccisione di suo padre. “Balls of Fur y” in realtà non vuole essere un film del cosiddetto filone spor tivo, ma più un’opera dagli spunti comici demenziali, ed in questa dimensione se la cava benino.

FORREST GUMP Liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Winston Groom del 1986, Forrest Gump tratta dell'intensa vita di un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma. Il film, uscito nel 1994, spazia su trent'anni di storia degli Stati Uniti: Forrest comincia a narrare il suo racconto, che inizia nella metà degli anni cinquanta, cioè quando egli stesso era un bambino, mentre la sua storia finisce approssimativamente nel 1982. Nell'esercito Forrest impara a giocare a ping-pong e, ottimo giocatore, viene mandato in Cina come esponente della squadra dell'esercito. Questi incontri placano il clima della Guerra Fredda che grava sulle nazioni. Forrest Gump è stato accolto in modo estremamente positivo sia dalla critica sia dal pubblico, dominando gli Oscar del 1995.

PING PONG Peco/Yukata Hoshino è un ragazzo molto dotato nel Ping-Pong, già da piccolo è una "star" e coinvolge il timido Makoto Tsukimoto. Si avvicina il torneo interscolastico, e fa la sua comparsa "China": diciamo che China ne capisce abbastanza e sembra temibile, e poi c'è la squadra del liceo Kaio, una specie di setta di pelati tipo i cattivi di Karate-kid. Tratto dall'omonimo manga di Tayo Matsumoto, Ping-Pong è un film interessante, quasi la trasposizione cinematografica dei canoni della storia spor tiva alla Holly e Benji: battaglie all'ultimo sangue come se il Ping-Pong fosse una guerra, scontri psicologici allucinanti, i fantastici comprimari che commentano le par tite defilati nella par te più remota della tribuna.

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sponsoring

È uno degli sport più conosciuti e più amati al mondo. E i suoi giocatori sono delle vere e proprie star da inseguire e da imitare. Anche dagli sponsor, che investono milioni di euro sull’immagine del cestita del momento, creando intorno un gigantesco business di Valentina Altavilla

Basket, quando a fare canestro... sono gli sponsor!

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asket & Sponsor: un binomio che non smette mai di vincere. Contratti pubblicitari alle stelle, sponsorizzazioni da capogiro e numeri di share delle par tite trasmesse capaci di fare invidia a qualsiasi spor t. Il basket è, ad oggi, lo spor t che attira il mag-

gior numero di sponsorizzazioni e si pensa che, in futuro, gli investimenti raggiungeranno qualcosa come i 1.468 milioni di euro. In America come in Italia o NBA come la LegaA1: ormai non fa più differenza. Soprattutto sul fronte delle sponsorizzazioni che riguardano i cestisti. Atleti for tissimi che sono diventati, oggi più che mai, anche dei veri personaggi pubblici, pronti a “metterci la faccia” quando

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si tratta di apparire e di farsi “pubblicità”. E la lista è davvero lunga. E cosi, quasi sicuramente, quando si parla di basket, in par ticolare quello statunitense, il primo nome che viene in mente è quello di Kobe Br yant, guardia tiratrice dei Los Angeles Lakers, squadra con cui ha conquistato cinque titoli NBA. Classe 1978, Kobe, conosciuto da tutti come “Black Mamba” (soprannome ispirato ad una


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sponsoring

scena del film Kill Bill) è l’atleta più pagato della Nba con uno stipendio di “soli” 24.806.250 $. Tantissimi, ovviamente, i brand ai quali ha prestato la sua immagine. Nel 2009, ad esempio, ha firmato un accordo con Nubeo per la commercializzazione di orologi di lusso dall’esclusivo nome "Black Mamba”, la cui versione più preziosa costa 285mila dollari. Con il suo principale sponsor poi, la Ni-

ke (che attualmente sponsorizza ben 140 giocatori della principale lega statunitense), il cestista di Filadelfia ha anche creato una linea di scarpe da basket, le “Nike Zoom Kobe”. I modelli, venduti a milioni in tutto il mondo, sono arrivati alla sesta edizione, le Kobe VI. Oltre ad essere, sempre con la Nike, protagonista di numerosi spot tv. In passato, Bryant è stato anche il testimonial della crema di

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cioccolato italiana più famosa al mondo, la Nutella. Tuttavia nel 2003, in seguito alle accuse di stupro da par te di una diciannovenne americana, il brand della Ferrero decise di non rinnovagli il contratto, cosi come fece anche l’Adidas, in quel periodo suo sponsor tecnico personale. Recentemente però, la sua immagine pubblica si è, per cosi dire, “ripulita” e cosi è tor-


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sponsoring

nato ad essere un testimonial appetibile per diverse aziende. Tra queste c’è la Turkish Airlines, la compagnia di bandiera della Turchia, che lo scorso anno ha ingaggiato la stella del basket per la sua campagna promozionale per i prossimi due anni. Anche cinema per Kobe. Nel 2011 infatti, durante l'aper tura dell'AllStar Game a Los Angeles, per il quale è stato il giocatore a ricevere più voti dai tifosi, ha presentato un cor tometraggio diretto da Rober t Rodriguez chiamato proprio "The Black Mamba". Fra gli attori figurano anche Danny Trejo, Bruce Willis e il rapper Kanye West. Infine, il cestista è molto attivo anche per quanto riguarda le attività benefiche. Nel 2009 si è recato in Cina per raccogliere fondi a favore della “Soong Ching Ling Foundation”, fondi destinati a programmi di istruzione e sanità. Non solo. Lo scorso agosto, Br yant ha deciso di donare il suo premio playof f (circa 65mila dollari) a due membri dello staff dei Lakers rimasti senza contratto causa lockout: Chris Bodaken e Patrick O’Keefe. I due, che

facevano parte della divisione video della franchigia losangelina, sono rimasti disoccupati al termine della passata stagione quando sono scaduti i rispettivi contratti. Da un campione del basket di oggi ad una leggenda del basket di “ieri”. Stiamo parlando di Michael Jordan, considerato da molti “il più grande giocatore di basket di tutti i tempi”, oltre che uno degli atleti più sponsorizzati della sua generazione ed il suo ruolo. È ormai noto infatti il suo lavoro commerciale per compagnie quali la Nike, con il brand dedicato Air Jordan. Grazie all'enorme successo globale ed il richiamo generato ha por tato nel tempo l'azienda ad espandere la linea anche a magliette, felpe, pantaloncini, anche non solo prettamente per il parquet, ma anche per la vita di tutti i giorni, dando vita ad una vera e propria sottomarca. La linea ed il suo successo proseguono tuttora, anche dopo il ritiro di MJ. Michael è anche apparso in una campagna promozionale del McDonald's, intitolata "Nothin' but net"

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("niente eccetto la retina"). Oltre a questo, Jordan è stato il protagonista di un popolare spot della Gatorade dei primi anni novanta, con in sottofondo il jingle "Be Like Mike" ("sii come Mike"). Tra le altre aziende per le quali è stato testimonial figurano Coca-Cola, Chevrolet, Ball Park Franks, Rayovac, Wheaties, Hanes e MCI Communication. Non solo America però. Anche in casa nostra abbiamo grandi cestisti e insieme ricercatissimi volti pubblicitari. È il caso, ad esempio, di Marco Belinelli, giocatore NBA e della nazionale di basket italiana. Recentemente è stato scelto come testimonial della Nike per presentare un nuovo modello di sneaker, la Nike Hyper fuse. E c’è anche Stefano Mancinelli cestista dell'Armani Jeans, testimonial della Nike per raccogliere fondi da destinare alla campagna 'Lace Up Save Lives', insieme all'associazione Red, per la ricerca sull'Aids nel continente africano. Ed ancora. Danilo Gallinari, fresco di ritorno in Italia nell’Emporio Armani Milano, squadra che lo ha lanciato e dalla quale si è


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trasferito nel 2008 per approdare in Nba. Il “Gallo” è stato scelto, nel 2009, come testimonial per la Nintendo WII, insieme ad altri spor tivi di livello internazionale nei rispettivi sport. Inoltre, è sponsorizzato anche dal brand di scarpe Reebok che lo coinvolge in diversi eventi, come il Rimini Wellness e numerose campagne promozionali. Danilo è in prima linea anche quando si parla di beneficenza. Infatti, insieme anche ad alcuni atleti dell’Enel Basket Brindisi, è diventato donatore di midollo osseo per l’ADMO. Insieme al calciatore del Milan Gattuso, è stato invece testimonial del Vis (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), per sostenere la ricostruzione delle Opere Salesiane e la rinascita di tutta la società haitiana. Insomma, come abbiamo visto, sono tanti, in campo, i cestisti di grande talento, cosi come tantissimi sono quelli vincenti nei contratti di sponsor e di pubblicità. Come a dire, con gli sponsor, il punto (e anche di più) è sempre garantito.

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Porsche 911

Carrera GTS Cabriolet La rivista mensile CAR ha provato il gioiello di casa Porsche di David Di Castro

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motori

Un’esperienza di guida clamorosa, come ci si aspetta da una 911. Ma al volante della Carrera GTS si capisce subito che questa Porsche non è come tutte le altre uando salgo a bordo di una 911, il mio unico desiderio è quello di non pensare a nulla, mettere il PDK in modalità drive e schiacciare fino in fondo l’acceleratore. Con la Carrera GTS Cabriolet che ho avuto tra le mani, ho fatto questo e molto di più. È veloce, anzi, velocissima, ma quello che mi ha stupito maggiormente è la facilità con la quale si guida e con cui è possibile disporre di tutta la potenza del suo glorioso V6 da 408 cavalli. Osservando la sua nuova carrozzeria, è impossibile non notare la maggiore larghezza della stessa (44 mm), rispetto alle altre Carrera, con la conseguente carreggiata più ampia. Questo la rende certamente più aggressiva nell’aspetto, più piazzata sull’asfalto. Le ruote RS Spyder da 19 pollici, nere anche queste, con serraggio centrale e razze a stella, la fanno apparire ancor più grintosa, sottolineandone l’essenza da supercar purosangue. All’interno l’atmosfera non cambia, è la sportività a regnare sovrana. L’alcantara domina ovunque, il nuovo volante a tre razze Sport Design è una meraviglia, i paddle che gli stanno alle spalle, sempre affascinanti e piacevoli al tatto, i sedili sportivi mi assicurano tutto il confort del mondo una volta seduto, ma soprattutto un grande sostegno laterale. In 20 secondi, tiro giù la cappotta: la voglia di farla andare al massimo è tanta e accendo il mo-

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tore, il quale si presenta con un fragoroso rombo, non chiassoso, ma possente. In città, so già che non potrò metterla sotto torchio, ma solo verificarne l’agilità e l’immediatezza nelle risposte, così mi incammino alla ricerca di lunghi e tranquilli rettilinei, dove poter dare sfogo a tutti i suoi 408 cavalli. Ho guidato una 911 Turbo non molto tempo fa, ma essere al volante di questa ennesima creazione di Zuffenhausen, mi rende sempre felice: non si tratta di un semplice ripasso di una lezione che già si conosce, ma della scoperta di una nuova realtà, seppur simile ad altre già famose. Lo sterzo è leggero e veloce e le risposte alle mie sollecitazioni sono immediate; bastano poche accelerate consecutive per rendermi conto che il concetto di scatto a bordo di una 911 è completamente diverso rispetto a quello di qualsiasi altra auto. Incredibile ma vero, trovo una lingua d’asfalto libera. Mi lancio come un cow boy del west mandando giù a tavoletta il pedale dell’acceleratore e supportato dagli innesti velocissimi del PDK, sento la GTS caricarsi di energia e io mi fomento sempre più. Per un attimo mi dimentico di qualsiasi cosa, ma l’avvicinarsi di alcune curve mi fa tornare alla mente che ai miei piedi c’è un secondo pedale, quello del freno. Lo premo, con un po’ di dispiacere e la GTS quasi plana sulla proiezione di sé stessa sull’asfalto, permettendomi di infilare la prima senza grandi problemi, sfruttando anche il grandioso grip che che il telaio con carreggiata larga mi as-


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motori

Porsche 911 Carrera GTS Cabriolet Scheda tecnica Prezzo Motore

Trasmissione

Prestazioni

Peso

120.716 Euro benzina V6 3.800 cc, 408 cv a 7.300 giri/min, 420 Nm a 4.200 giri/min PDK a 7 rapporti, trazione posteriore 0-100 km/h in 4,4 secondi, 304 km/h, 9,7 km/l, 242 g/km di CO2 1.696 kg

sicura. A metà curva do gas e la Porsche mi restituisce potenza pura mentre esco. Mi rimetto in linea e riprendo la mia corsa sfrenata, avendo la certezza di essere alla guida di un’auto davvero grandiosa. Il sound è coinvolgente e le piccole vibrazioni che si sentono in fase di accelerazione, non certo dovute all’auto ma alle imperfezioni del terreno, rendono il tutto ancor più eccitante. La GTS ti entra dentro e ti conquista in pochi chilometri. Il telaio è equilibrato e questo fa apparire molto più controllabile la 911, anche ad altissime velocità, mentre il sistema frenante ti fornisce quella tranquillità necessaria affinché si vada al massimo senza paura. Decido di osare ancora di più e imposto gli ammortizzatori in modalità Sport, ovvero diventano più rigidi per garantire una guida più agile, ma anche più dinamica. La differenza è evidente, ma la guidabilità rimane invariata. Tiro su la cappotta poiché voglio valutare la silenziosità nell’abitacolo. Parto subito a razzo, mentre decido

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di gestire personalmente la potenza attraverso i paddle dietro al volante. Faccio susseguire le marce mentre ascoltando solo il sound del motore: sembra di essere su un’auto ancora più veloce. Nell’abitacolo il rombo del V6 da 3.8 litri si sente, ma non in maniera fastidiosa, è più un accompagnamento musicale che cresce in maniera direttamente proporzionale rispetto alla velocità. Mi diverto come un pazzo a sbagliare l’ingresso nelle curve che affronto, arrivando quasi sempre lungo in entrata, ma riprendermi è un gioco da ragazzi e bastano pochi spostamenti dello splendido volante per rimettermi subito in posizione, pronto a scattare in uscita. L’imbrunire mi fa capire che è l’ora di tornare. Tornato in città, sento già nostalgia di quel rombo così prepotente: mi muovo con agilità nel traffico metropolitano, la 911 mi asseconda in tutto: rapida nei cambi di direzione, precisa nelle frenate, confortevole al suo interno. Lasciarla nel garage, è un colpo al cuore.


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sport&turismo

La Svizzera sui pattini a rotelle In Svizzera vengono organizzate escursioni pensate per chi ama pattinare immerso nella natura. Una vacanza ideale per tutta la famiglia di Lorenzo Arduini

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a Svizzera è il paese delle Alpi, dei laghi e dei grandi fiumi dell’Europa Centrale. Per due terzi il suo territorio è montuoso, la par te rimanente è occupata da un altopiano compreso fra i 400 ed i 600 m di altitudine che si

estende dal lago di Ginevra a quello di Costanza. Pensando alla Svizzera vengono subito in mente le bellissime montagne che incorniciano questo paese e quindi salite e fatica; pochi sanno però, che il Paese si è dotato di ben nove percorsi ciclabili, ottimamente se-

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gnalati e ser viti, che corrono lungo le valli. Negli anni ’90 infatti, il Governo ha realizzato, attraverso la collaborazione di associazioni ed Enti Locali (Comuni e Cantoni), il Progetto “Svizzera – paese della bicicletta”, con 9 Itinerari Nazionali segnalati e protetti, per complessivi 3.300 km, sostenuto da una ef-


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sport&turismo

ficiente rete di intermodalità con le Ferrovie, pullman, battelli di navigazione, rete alberghiera, ospitalità e informativa. Lungo questi itinerari vengono organizzate bellissime escursioni, della durata di più giorni, alcune delle quali quasi completamente in pianura, quindi adatte a tutta la famiglia. Per esempio una, che prevede l’accompagnatore, par te dal Lago di Ginevra fino a Lucerna sul Lago dei Quattro Cantoni; altre tre, individuali, tutte molto facili, hanno un percorso lungo il Rodano, lungo il Reno e uno addirittura tutto in discesa che attraversa tutta la Svizzera. Poi un viaggio speciale per famiglie, sul lago di Costanza, passando in tre nazioni. I tramonti sui laghi incorniciati dalle montagne vi resteranno nel cuore. La par ticolarità di queste escursioni è che alcune di esse prevedono anche l’utilizzo dei

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sport&turismo

Il viaggio • Durata: 5 giorni / 4 notti • Partenze: ogni giorno dal 1 aprile al 15 ottobre • Livello di difficoltà: facile – 101 km. • Caratteristiche del percorso: quasi tutto in discesa, affascinante, semplice ma spettacolare • Sistemazione: pernottamento e prima colazione • Bagagli: trasportati da albergo ad albergo

Programma • • • • •

1° giorno: Arrivo individuale a Sierre 2° giorno: Sierre - Saillon - ca km 37 3° giorno: Saillon - Monthey - ca km 32 4° giorno: Monthey - Vevey- ca km 33 5° giorno: Vevey, termine dei servizi dopo colazione

pattini a rotelle: infatti questa rete di piste prevede anche delle corsie apposta per i pattinatori, dove chi preferisce pattinare anziché pedalare può farlo senza essere intralciato da ciclisti e pedoni. Queste escursioni danno quindi l’occasione agli amanti del pattinaggio di vivere la natura in un modo nuovo ed originale, stando in compagnia e mantenendosi in forma grazie ad una sana attività fisica. E non dimentichiamoci i bambini: una vacanza di questo genere è sicuramente molto adatta ai più piccoli che potranno diver tirsi pattinando, vedere cose nuove ed interessanti e respirare aria pulita. In questo articolo abbiamo preso come esempio, il percorso numero 2 della rete ciclabile e pattinabile svizzera, quello che si snoda lungo la Valle del fiume Rodano. Questo facile tracciato per pattini a rotelle vi por ta a percorrere circa 100 km dal cantone Vallese fino al lago di Ginevra, ai piedi di un impressionante paesaggio montano, percorrendo piste asfaltate lungo il fiume Rodano. Lungo il percorso si trovano località rinomate, come il castello di Chillon, Montreux o Vevey. Si tratta di un tracciato quasi tutto in discesa, affascinante, semplice ma spettacolare per la presenza di alte montagne. Il percorso pattinato inizia a Sierre, attraver-

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sa la bassa Valle del Rodano fino al lago di Ginevra e ne se segue poi la riva nord fino a Vevey. Il percorso si snoda nel Cantone Vallese su piste prevalentemente pianeggianti, in gran par te sugli argini del Rodano. Il panorama è contraddistinto, da una par te, dalle montagne e, dall'altra, dai vigneti e dai paesini di viticoltori. Il paesaggio cambia completamente quando si giunge sulla sponda del lago dove gli edifici della Riviera, il Castello di Chillon e i vigneti creano uno scenario da car tolina. Il tratto fra Villeneuve e Vevey è uno dei percorsi di skating più interessanti della Svizzera. Su questo percorso, tuttavia, le condizioni dell'asfalto non sempre sono ottimali per i rollerblade mentre alcuni tratti, soprattutto quelli lungo la riva del lago, non sono ad esclusivo uso dei pattinatori, i quali devono dividere lo spazio con ciclisti e pedoni. Lo stabilimento termale di Saillon les Bains sarà una piacevole sosta dopo una giornata trascorsa a pattinare, mentre l'ultimo giorno vi troverete a percorrere la riserva naturale dove il Rodano confluisce nel lago di Ginevra; il lungo lago e il centro storico di Montreux non vi deluderanno, e, se avete voglia di prolungare la vostra vacanza, posate i pattini e prendete la bici per raggiungere in pochi giorni Ginevra.


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golf

Gioca il tuo handicap Non mettere il vestito di un altro… Il golf è uno sport meravigliosamente diverso dagli altri soprattutto per un motivo. Non si gioca contro un avversario ma contro se stessi ed il campo, mettendoci tutti allo stesso livello. Proprio così, sul campo da golf siamo tutti uguali. di Simone Selli

on conta il livello di istruzione, il ceto sociale, l’età, conta solo l’handicap di gioco. E’ un conteggio che concede un vantaggio di colpi sul campo, che permette ai giocatori di diversi livelli, di gareggiare e competere con lo stesso impegno e divertimento. Cosa praticamente introvabile in altri sport. L’handicap va da un massimo di 36 colpi per un principiante fino a zero per il professionista che deve giocare il campo nei colpi stabiliti senza sconti ne vantaggi. Questo è il nodo della questione. Spesso giocatori con handicap alti cercano di giocare il campo nei colpi regolamentari inseguendo performance non appropriate al proprio livello di gioco e alle proprie capacità del mo-

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mento. Il risultato sarà la frustrazione ed un mancato appagamento, dovuto esclusivamente ad una errata tattica di gioco che mette sotto il giocatore sotto uno stress inadeguato. Risultato, score alti, musi lunghi e domeniche rovinate alla ricerca di un gioco al momento irraggiungibile. Come chiedere ad una utilitaria di correre come una fuoriserie, fondiamo il motore e torniamo dal meccanico convinti che la macchina sia guasta. Quello che consiglio al giocatore principiante è di giocare il campo in maniera saggia, equilibrata, consona al proprio livello di gioco. In questo modo il giocatore potrà esprimersi in maniera naturale, agevolando un miglioramento tecnico metabolizzato e graduale. Ai miei allievi faccio sempre una semplice domanda. Mettereste mai il vestito di un'altra persona?

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Questo è quello che succede in campo cercando di giocare come un 5 di handicap. State indossando un vestito altrui che vi sta terribilmente stretto, parecchie taglie più piccolo di quello che la vostra conformazione fisica richiede… Oggi il vostro gioco esprime 30 di handicap, una taglia 54, con l’allenamento ed il migliorare del vostro swing, (una dieta equilibrata) la taglia e l’handicap scenderanno magicamente e presto potrete indossare anche voi una 46… Quando sarete in campo, pensate ad indossare l’abito giusto per voi, farete meno errori, giocherete con più serenità e saggezza, con meno stress, condizione mentale ideale per un abbassamento costante e graduale dei vostri score in gara. Buona pratica…



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fitness

di Fabio Ingargiola Personal Trainer fabioingargiola@yahoo.it

Kettlebell una palestra a portata di mano Il kettlebell, detto anche Girya, è semplicemente una palla di ghisa con una maniglia, o, come dice Pavel Tsatsouline, il più grande allenatore mondiale di kettlebell, “é una palestra completa che si tiene in una mano”

un attrezzo antichissimo, pensate che le prime versioni rudimentali erano già presenti tra i monaci di Shaolin, che le utilizzavano per migliorare forza e resistenza muscolare. I kettlebells furono per molto tempo gli unici strumenti d'allenamento in Russia, utilizzati sia a livello scolastico, sia nell'allenamento sportivo e soprattutto per l'addestramento e l'allenamento dell'esercito russo. Al giorno d'oggi i kettelbell sono utilizzati da numerosissimi preparatori fisici per allenare i propri atleti, utilizzati nell'allenamento delle forze armate e di squadre speciali di

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diversi paesi e da un’infinità sempre crescente di appassionati di allenamento per mantenersi e migliorare la propria condizione fisica. Presenti da anni in tutte le palestre americane, in Italia sono arrivati da poco e sono utilizzati principalmente da squadre sportive, preparatori atletici e veri appassionati d'allenamento. Ma per i più sono oggetti sconosciuti, nonostante sia un attrezzo molto semplice, dal costo contenuto e che funziona realmente. Perché usarlo A prima vista potrebbe sorgere spontanea la domanda: ma qual è la differnza tra questo attrezzo e un manubrio classico? Perché è così efficace?


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fitness

KETTELBELL SWING

Il Kettlebell è imbattibile per condizionare il corpo e controllare la decelerazione. Basti pensare a tutti gli improvvisi cambi di direzione o alle brusche frenate che un calciatore, un tennista o un pallavolista esegue durante una par tita. Se non ci si è preparati a controllare queste forze, la per formance ne risulterà diminuita e aumenteranno i rischi di infor tuni. L'allenamento tradizionale con i sovraccarichi e persino le alzate olimpiche, non preparano il corpo a gestire queste azioni brusche e repentine, poiché durante l'allenamento il peso viene spesso controllato durante la fase negativa oppure viene lasciato cadere deliberatamente. La forma compatta del kettlebell invece gli permette di raggiungere posizioni che altri attrezzi non possono nemmeno approssimare. Questa forma di carico dinamico predispone la muscolatura che circonda e origina dal bacino a contrarsi potentemente. Il kettlebell permette di sviluppare la spinta di bacino, azione che genera potenza in molti gesti atletici. Sia si tratti di un salto, di un calcio o di un pugno, quando que-

ste azioni sono eseguite in maniera esper ta, sono generate dal bacino. Il centro di gravità dei kettlebell, spostato rispetto alla maniglia, gli permette di offrire ineguagliabili effetti in termini di forza, flessibilità e salute dell'articolazione della spalla. La posizione della maniglia rispetto al peso, consente il passaggio dinamico del kettlebell da una mano all'altra. Questi movimenti sviluppano forza dinamica e condizionano il corpo stimolandolo da angolazioni e su piani di lavoro non possibili con altri attrezzi. Il kettlebell risulta uno strumento d'allenamento ideale per chi desidera essere più for te, più esplosivo, più resistente, apparire più tonico e perdere chili di troppo. Tutti possono usufruire delle potenzialità dei kettlebells, dall’atleta professionista a chi si è appena iscritto in palestra. Ottimo per l’allenamento al femminile, sbagliato considerarlo un attrezzo solo per uomini: in particolare permette esercizi molto efficaci per gambe e glutei. Ideali per chi ha poco tempo di andare in palestra e per chi desidera allenarsi nella tranquillità di

casa propria o nel parco sotto casa: non ser ve uno spazio eccessivo, basta ritagliarsi un piccolo spazio, procurarsi un kettlebells (due per svolgere un allenamento piu completo) del peso adatto e si può da subito iniziare ad allenarsi. Il peso del kettlebell viene calcolato con una vecchia unità di misura russa chiamata "Pood". Una kettlebell di 1 Pood equivale a 16 kg. Generalmente i kettlebell si trovano del peso di 4, 8, 12, 16, 24 e 32 kg. In base all'obiettivo che volete raggiungere si potranno organizzare infinite routine d'allenamento. Ottimo inserirlo in esercizi a corpo libero o in circuiti di allenamento con fitball, trx ed ealastici. Con i Kettlebells è possibile svolgere un'infinità di esercizi, sia dinamici che statici, con una sola mano o con due, in equilibrio o in appoggio stabile. La par ticolare forma permette di svolgere anche esercizi che prevedono il lancio dell’attrezzo, il passaggio tra una mano e l’altra o tra un atleta e l’altro. Nella colonna a fianco vengono presentati due esercizi, completi ed efficaci. Buon allenamento.

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E' l'esercizio base con cui chiunque ha iniziato ad approcciarsi con i kettlebell. Piedi a larghezza delle spalle e ben piantati al suolo, afferrare un kettlebell con 2 mani e iniziare a far oscillare frontalmente il kettlebell. L'oscillazione è data esclusivamente dalla spinta delle gambe e del bacino, le braccia assecondano il movimento e la schiena rimane sempre piatta e diritta. I muscoli principalmente coinvolti risultano quelli delle gambe e del bacino (glutei in particolar modo), ma tutto il corpo (in particolar modo addominali e muscoli del dorso) lavorerà intensamente al fine di coordinare e bilanciare il corpo in questo esercizio.Esistono varianti sia con una sola mano, sia con passaggio dinamico da una mano all’altra e in coppia con lancio dell’attrezzo dinamico tra un atleta e l’altro. Eseguire 15 ripetizioni per 3 volte. Recuperare 1' tra ogni serie. KETTELBELL SQUAT PRESS

Esercizio eccellente per far lavorare i muscoli delle gambe, le spalle e i tricipiti. Portare due kettelbell alle spalle, piegare le gambe in accosciata (squat) e contemporaneamente spingere con forza i kettelbell sopra la testa. Ritornare nella posizione iniziale. Oltre ai muscoli gia citati viene sollecitato il lavoro con gli addominali e i paravertebrali per mantenere il busto eretto. Anche questo esercizio permette la variante con una sola mano. Esegui 15 ripetizioni per 3 serie. Recupero un minuto tra ogni serie.


novità ] mode [ tmode endenza desideri novità tendenza esideri clubstyle

novità

CASCO BRIKO PHOENIX MOON

SUUNTO QUEST

Una linea totalmente nuova e ispirata agli astronauti che per primi misero il piede sulla Luna. Design avveniristico e assoluta affidabilità: anche nel casco da neve Moon i progettisti Briko riconfermano l’obiettivo di realizzare prodotti dalle ottime performance. Tra i top di gamma della collezione BRIKO Snow Helmets AI11/12 brilla per design e gusto stilistico il casco Phoenix. Realizzato con una resina speciale resistente agli urti e alle cadute, è proposto in una versione grafica nuova e curata in ogni particolare. Il casco è fornito di un sistema di chiusura micrometrica metallica a facile rilascio anche con i guanti indossati.

E’ sul mercato italiano il nuovo fiore all’occhiello di casa SUUNTO. Il prodotto in questione si chiama QUEST, ed è uno strumento da polso hi-tech capace di coniugare perfettamente tecnologia, funzionalità e stile. QUEST è stato messo a punto espressamente per coloro che si allenano in ambiente outdoor. SUUNTO QUEST è disponibile in due varianti di colore: arancione e nero. In dotazione ha Suunto Movestick Mini e la fascia cardio Suunto Dual Comfort Belt, per un accurato monitoraggio della frequenza cardiaca.

NIKE HYPERFUSE

COSTUMI MIZUNO PHOENIX

Foot Locker e Nike Spor tswear presentano l'innovativa Nike Hyper fuse. Una tecnologia talmente avanzata da ridefinire il libro delle regole sul design delle sneakers. Un nuovo ed innovativo approccio è stato introdotto per realizzare una scarpa senza cuciture, permettendo alla sneaker di essere composta da tre strati individuali: uno dedicato alla stabilità, uno alla traspirabilità ed il terzo alla durabilità. Le donne possono mostrare il loro spor ts-street-style con il modello Nike Dunk Hi SKNY Hyper fuse e Air Max 90 Hyper fuse.

Sempre più nuotatori scelgono i costumi Mizuno per le sessioni di allenamento o per le competizioni ufficiali e, con la stagione A/I 2011, l’offerta di modelli si è arricchita ulteriormente. Alla gamma di costumi da gara e da allenamento uomo e donna è stata aggiunta una serie di tre costumi femminili denominata Phoenix, ispirata al tatuaggio raffigurante l’Araba Fenice che Federica esibisce sul collo. Tra questi spiccano il Phoenix II, il Verona e il Sumire Medium Leg: il primo realizzato in Lycra Xtra Life, un materiale dalla durata superiore rispetto ai normali filati in poliuretano, gli ultimi due in tessuto stretch poliestere, resistente al cloro.

GARMIN EDGE 200

FOTOCAMERA SPEEDO AQUASHOT

La famiglia Edge sviluppata da Garmin per gli appassionati di ciclismo, si allarga con un modello entry level studiato per chi vuole avvicinarsi al mondo della navigazione satellitare in bicicletta. Il 200 memorizza fino a 130 ore di dati corse e scheda le attività per trovare rapidamente il giro più veloce, giro più lungo o l’ultimo. Leggero, snello, facile da usare e con la tradizionale affidabilità Garmin, il nuovo Edge 200 sarà il compagno di viaggio di coloro che danno i primi colpi di pedale con un GPS sul manubrio.

Speedo Aquashot è la videofotocamera compatta pensata per gli amanti delle bellezze del mare o per chi vuole semplicemente divertirsi realizzando qualche scatto o video agli amici in piscina. Bombata, ma non sottile per un uso più confortevole e una presa più sicura in acqua, ha pochi e grandi tasti per un utilizzo semplice ed immediato. Con un acceso colore azzurro sui bordi, per una facile individuazione una volta immersi, è gommata per resistere agli urti, può facilmente galleggiare, e permette di scendere fino a 3 metri di profondità!

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