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MONDIALI DI BASEBALL. 22 nazioni 16 cittĂ 1 finale
Nettuno è perfetto
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Sommario
sommario ottobre 2009 Editoriale
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Focus - Corri per donare il sangue - L’attività sportiva scolastica
Sport Club Editori srl
Diritto d’amore
via Morlupo, 51 ß 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it
in Italia
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Cultura sportiva Pedroia e quella pallina che vola in cielo 10 Formazione Il direttore sportivo 12 Diritto e rovescio
Il contratto di lavoro sportivo
14 Focus Dopo un grande successo 16 Roma 09 60 giorni dopo 20 Cover Il Mondiale di Baseball 26 Pallavolo L’Italia del Volley 30 Polo Uno sport di origini antiche 34 Esercito Tris d’assi 38 Fiamme Gialle Il nuoto militare conquista Montreal
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Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004 Direttore responsabile Luigi Capasso l.capasso@sportclubmagazine.it
Hanno collaborato a questo numero Matteo Cirelli, Fabio Onnis, Carlo Stigliano, Silvia Pittelli, Gianluca Scarlata, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Roberto Cundari, Andrea Tranquilli, Anna Tina Mirra, Alexia Amaricci, Andrea Cecinelli, Daniela Perrone, Gianni Boninsegna, Pietro Malato, Luigia Latteri, Andrea Friedrich, Mattia Morandi Golf Simone Selli Motori Matteo Cirelli Sport&Finanza Marcel Vulpis Rugby Andrea Cimbrico Presidente Onorario Giuseppe Capelli Consiglio di amministrazione Sport Club Editori Luigi Capasso, Giuseppe Capelli e Donatella Fedeli Progetto grafico e Impaginazione Marta Centra grafica@sportclubmagazine.it
42 Rugby La caccia ai Leoni
56 Handball Azzurre sul tetto del mondo
Sport Club Anno VII - n. 52 - Ottobre 2009
Editorialisti Piero Marrazzo, Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Pino Capua, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Daniele Popolizio, Tommaso Mandato
40 Orienteering Campionati Mondiali Junior
48 Sport&finanza
Direttore editoriale Luigi Capasso Direttore commerciale Davide Campanella
Pubblicità
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www.sportclubmagazine.it
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advertising@sportclubmagazine.it
d.campanella@sportclubmagazine.it Redazione Napoli Sportform - Centro Direzionale Is. B/3 - Napoli tel. 081 19562785 - fax 081 19562657 info@sportform.it Fotografie Grazia Neri Stampa Plus Group Srl - Roma Finito di stampare nel mese di settembre 2009
Realizzato da Editrice Capasso srl
Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Editrice Capasso srl
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Editoriale
di Alessandro Cochi Delegato allo Sport del Comune di Roma
Diritto d’amore ochi giorni di ferie e già tanti i temi, gli argomenti e gli impegni che meriterebbero pubblicazione sulla rivista che mensilmente richiede i miei appunti. Nel ringraziare l’editore Luigi Capasso che mette a disposizione dell’Ufficio Sport questa pagina, mi accingo quindi a riempire lo spazio a disposizione. I grandi eventi continuano a vedere protagonista il Comune: i Mondiali di Nuoto appena trascorsi sono stati un successo di organizzazione e di pubblico. Ora, è il turno dei Mondiali di Baseball che si dividono tra Roma (con il suo villaggio) e Nettuno in una sorta di laboratorio di area metropolitana. Realizzare iniziative di questo tipo ha anche la valenza di avvicinare i giovani a sport in Italia meno praticati. Come ha detto Andrea Abodi, direttore generale del Comitato Organizzatore della BWC 2009, questa manifestazione la si può considerare a tutti gli effetti una iniziativa studiata per dare un impulso al mondo del baseball, ancora in crescita nel nostro Paese. Dai grandi eventi al mondo degli appassionati di calcio. Mi viene chiesto di dare anche un parere sulla cosiddetta “tessera del tifoso”. Credo che la gente sia una parte importantissima del mondo del football e le statistiche sulla violenza negli stadi segnano una
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Antiche rivalità superate nella “battaglia” della Tessera del Tifoso
parabola discendente anche grazie alla maturità della stragrande maggioranza dei supporters. Le suggestioni, le coreografie, il calore e la passione del pubblico sono la parte più bella, romantica e sana di questo sport, troppo spesso infangato da ben altre questioni. Spero che le Istituzioni siano disposte ad analizzare anche i suggerimenti che emergono dal mondo della tifoseria. Non vorrei che questo provvedimento nel tempo possa avere l’effetto di allontanare ulteriormente appassionati, le famiglie e giova-
nissimi dagli spalti, piuttosto che avvicinarli in un momento in cui il calcio non ha più quel romanticismo di una volta ed in cui mi riconosco sempre meno. Quel calcio in bianco e nero. Per i colori non c’era altro modo che non fosse lo stadio, pieno. L’Olimpico di Roma con le bandiere sopra la tribuna a ricordare a tutti la classifica, con il marmo bianco travolto dalle ruspe di Italia ’90. Quando le partite iniziavano tutte alle 14:30 e si giocava solo la domenica per il campionato e il mercoledì per la coppa. Quando le ma-
glie erano di lana e i calzoncini erano corti, appena metà coscia e i terzini si distinguevano ugualmente anche senza i nomi sulle maglie. Già, i terzini: quelli come Arcadio Spinozzi il cui libro, scritto insieme alla penna attenta di Stefano Greco, è stato presentato in questi giorni proprio in Campidoglio. “Andiamo”, la voce dell’arbitro nel corridoio, il rumore di tacchetti, le scale dello spogliatoio, il verde, il campo, le porte… Tutto questo, almeno, è rimasto così. Difendiamolo. Come la passione della gente.
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Focus
di Pino Capua Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma
di Piero Marrazzo Presidente della Regione Lazio
Corri per donare L’attività sportiva il sangue scolastica in Italia con grande orgoglio che saluto l'iniziativa della Blood Runner Onlus “Corri per donare il sangue”. Come consulente del Comune di Roma, ma in questo caso, soprattutto come medico, non posso che appezzare gli sforzi di questa organizzazione che insieme all'Azienda Ospedalieri San Camillo – Forlanini e al Centro Regionale di Coordinamento e Compensazione sangue, già da diversi anni si adopera per fronteggiare l'emergenza sangue che affligge Roma. L’insufficienza delle donazioni rispetto al fabbisogno ha orientato la “mission” di Blood Runner nel promuovere la cultura della donazione con una efficace presenza nel mondo dello sport. A tal fine la Onlus organizza da ormai otto anni delle gare podistiche e varie manifestazioni sportive finalizzate ad un'opera di sensibilizzazione verso tale problematica. Purtroppo la maggior parte di noi non comprende questo problema se non viene, sfortunatamente, toccato. Donare il sangue, invece, dovrebbe, per chi può, diventare una sorta di diritto – dovere, una benefica abitudine, oltre che un gesto di solidarietà. Tutti potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo e la disponibilità di questa linfa vitale rappresenta un patrimonio collettivo da cui ognuno può attingere quando è necessario. Donare il sangue non comporta rischi per il donatore che naturalmente deve essere sicuro che non esistano controindicazioni al prelievo, inoltre, può rappresentare un modo per effettuare
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’autunno segna per molti la ripresa dell’attività lavorativa e, per i più giovani, l’apertura dell’anno scolastico: credo che sia il momento più giusto per riflettere insieme sull’importanza che deve avere lo sport nella vita di ognuno e, soprattutto, nella formazione dei ragazzi. La diffusione della pratica sportiva, nel nostro Paese, è il segno evidente dell’importanza che lo sport ha assunto dal un punto di vista sociale, economico e politico. Si tratta di un aspetto integrante della cultura di una società che quindi si sviluppa in simbiosi con i cambiamenti che la contraddistinguono. L’attività sportiva scolastica in Italia, negli ultimi quarant’anni, ha subito notevoli cambiamenti. Si è passati da una concezione scolastica della pratica come mera attività fisica-agonistica ad una maggiormente inclusiva, che privilegi l’aspetto sociale e relazionale. Non c’è dubbio che questa seconda impostazione sia preferibile. Lo sport, infatti, rappresenta un importante agente di partecipazione alla vita di gruppo e di integrazione delle differenze. Ecco perché ritengo che lo sport, nella scuola, debba diventare ancor più parte integrante dell’offerta formativa, in modo che venga praticato in maniera intensiva durante lo svolgimento delle ore scolastiche. Questo obiettivo, pienamente condiviso dalla nostra Regione, si può raggiungere attraverso azioni concrete: noi per
una sorta di utile check – up, perché ad ogni donatore vengono effettuati vari esami di laboratorio per garantire lo stato di salute proprio e del ricevente. Particolarmente interessante il percorso didattico di educazione alla salute e alla solidarietà della Blood Runner rivolto ai bambini della scuola primaria, che lo scorso 20 settembre si sono cimentati in una gara podistica interamente dedicata a loro, “La corsa delle Goccioline” appunto. Lo stesso giorno si è svolta anche la 10 km della Maratona riservata ai più grandi, alla quale hanno partecipato più di 1500 atleti, chiudendo di fatto l'ottava edizione della Blood Runner. Purtroppo siamo ancora lontani dalle cifre che dovrebbero assicurare l'autosufficienza del fabbisogno nazionale di sangue, per questo iniziative come quella della Blood Runner sono oltremodo lodevoli. Gettare presto il seme della solidarietà potrebbe in futuro essere determinate per salvare molte vite.
esempio abbiamo approvato un bando dedicato direttamente agli istituti secondari inferiori e superiori, anche per prevenire fenomeni di disagio giovanile e di bullismo, “liberando la creatività dei ragazzi”, formando il pubblico. In una parola, educando allo sport. Si tratta di un disegno ambizioso e innovativo, rivolto al sistema dell’istruzione: quella rete istituzionale, professionale e umana che quotidianamente si misura con uno dei lavori più importanti e difficili, quello di formare le nuove generazioni, i nuovi cittadini. Si intendono sostenere progetti che pongano al centro dell’attività sportiva il tema della sicurezza in relazione all’ambiente nel quale si pratica la disciplina sportiva; che promuovano la lotta contro l’uso di sostanze dopanti, alcoliche e integratori alimentari e che propongano incontri con protagonisti del mondo dello sport capaci di diffondere modelli di sana competizione, di tolleranza e di accettazione della diversità. È molto sentita la volontà da parte mia di trasmettere presso i futuri cittadini una sana “etica dello sport”, favorendo la crescita culturale, civile e sociale dei giovani. Noi siamo insieme alle scuole per offrire maggiori opportunità agli studenti. Vogliamo infatti scommettere su una scuola che crei nei ragazzi e nelle ragazze della nostra Regione, l’interesse verso nuovi linguaggi ed incentivi la loro voglia di stare insieme praticando sport.
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Cultura sportiva
di Paolo Del Bene Docente del Corso di Laurea di Scienze Motorie Università Tor Vergata
Pedroia e quella pallina che vola in cielo ggi sullo sport grava continuamente l’ombra del doping. Sempre più spesso squadre ed atleti vengono bloccati ed inquisiti e tristemente la faccenda ci stupisce sempre meno. La delusione sportiva più grande a cui oggi possiamo assistere non è una rovinosa sconfitta o l’eliminazione da importanti competizioni, ma vedere atleti a cui teniamo e in cui riponiamo fiducia cadere in questo baratro che priva tutto di senso e ci lascia un vuoto amaro. Lo abbiamo visto nel calcio, nell’atletica, nel ciclismo e ci sono arrivate notizie anche da questi ultimi mondiali di nuoto. Ne abbiamo gia parlato: la competizione cresce, i soldi aumentano e i ritmi spesso diventano insostenibili. Ora però nel Baseball made in Usa arriva una faccia nuova, un ragazzo che sta diventando un
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simbolo dello sport pulito. Il Baseball nel 2000 fu già testimone di un grosso scandalo riguardante doping e steroidi, ma questo atleta californiano ha regalato al gioco una boccata d’aria fresca. Dustin Pedroia gioca seconda base nei Boston Red Sox. E’ alto 1 metro e 70 scarso ed ha una corporatura piuttosto leggera. La prima volta che va in campo come battitore è nel 2007. In confronto agli altri giocatori sembra un ragazzino con la barba mal fatta. Il pubblico probabilmente sorride. Poi Dustin sventola la mazza per la prima volta e spara una palla che è un colpo di cannone verso il cielo. Il pubblico ritira il sorriso e fa la conoscenza con Pedroia. Quell’anno i Red Sox vinceranno il campionato e Pedroia sarà eletto miglior matricola del 2007. Oggi i giocatori di baseball sono atleti impressionanti, sono
scelti in base alla loro altezza e alla loro esplosività muscolare. Un perfetto mix di potenza e velocità. Come in tanti altri sport questo standard competitivo è difficile da raggiungere e da mantenere, e spesso, anche nel baseball, è stato fatto pesante uso di sostanze dopanti. Pedroia appare diverso, ha un fisico ed uno stile di gioco paragonabili a quelle degli anni ‘60, eppure le ha gestite ed allenate in modo da essere competitivo nella Major League dei primi anni 2000. Anzi, Pedroia è più che competitivo, è una delle nuove stelle del gioco. Miglior giocatore della lega nel 2008 e nel 2009. Dustin Pedroia dimostra che la corsa forsennata ai fisici gonfiati artificialmente e al doping per livellarsi ad uno standard condiviso non è l’unica disperata strada per lo sport professionistico. Ridà voce a tutti quegli atleti sani che si
preparano tecnicamente alla competizione. E’ un nuovo simbolo di sport pulito, di grinta, e di impegno. Accettare le proprie caratteristiche, allenarsi e arrivare altissimo ora è di nuovo possibile. Lo è sempre stato, ma Pedroia ci ha aiutato ad accorgercene di nuovo. Il baseball ora sbarca in Italia per usare la metafora del bellissimo spot, a Nettuno vicino Roma. Pensiamo che comunque, si potrà assistere ad un grande evento e sappiamo che sarà per fortuna non dopato dai soldi. Un grande evento sportivo, che promuova un bellissimo sport di squadra. Un grande esempio di tecnica e strategia organizzativa dove gli atleti sudano, si studiano e vincono o perdono ma sempre con stile. E dicevamo… speriamo e ci auguriamo perché no… che un piccolo bambino non si appassioni a questo sport e diventi un campione esplosivo come Pedroia…
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Formazione
a cura dell’Avv. Tommaso Mandato Presidente Sport Form
Il Direttore Sportivo. Sempre più Manager
Daniele Pradé DS dell’A.S. Roma
a figura professionale del Direttore Sportivo, nonostante la costante invadenza dei Presidenti e l’inarrestabile ascesa dei Procuratori, resta sempre affascinante e molto ambita per coloro che si avvicinano allo sport con intenti lavorativi. Il Direttore Sportivo è colui che dirige una compagine sportiva, determinandone gli assetti, le strategie e gli obiettivi e per essere più espliciti, così come recita l’art. 1 del Regolamento dell’Elenco Speciale tenuto presso la FIGC, “il Direttore Sportivo è colui il quale, indipendentemente dalla denominazione, svolge per conto delle Società Sportive professionistiche, attività concernenti l’assetto organizzativo della Società ivi compresa espressamente la gestione dei rapporti anche contrattuali fra società e calciatori o tecnici e la conduzione di trattative con altre Società Sportive, aventi ad oggetto il trasferimento di calciatori e/o la stipulazione delle cessioni dei contratti, secondo le norme dettate dall’ordinamento della Figc”... Pertanto, l’incarico di DS nel mondo del calcio, al momento (successivamente affronteremo le revisioni in corso), può riguardare esclusivamente coloro che, iscritti all’apposito elenco tenuto presso la Figc, a seguito della frequenza ad un corso presso il Centro Tecnico di Coverciano ed il superamento dell’esame finale, svolgono la lo-
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ro attività per conto di club professionistici. Oggi però in effetti, il Direttore Sportivo tende ad essere un vero e proprio manager, soprattutto in un mondo come quello sportivo, nel quale sono e saranno sempre più numerose le Società/Aziende che devono conseguire obiettivi inerenti l’efficacia e l’efficienza in condizioni di equilibrio economico finanziario. Per fare ciò adottano strutture organizzative complesse con una definizione sempre più stringente e professionale delle responsabilità gestionali. Questo vale per i club professionisti ma anche per le strutture dilettantistiche ovviamente con rapporti dimensionali e obiettivi diversificati. Ciò implica che per entrare ed affermarsi nel mondo della di-
rigenza sportiva non è più sufficiente la passione e la conoscenza tecnica ma anche e soprattutto la conoscenza delle tecniche aziendale più evolute e legate alla strategia, al marketing, alla finanza, all'organizzazione. Gran parte delle società hanno compreso questa esigenza e sempre più frequentemente modificano il loro organigramma inserendo funzioni tipicamente aziendali. Ritornando alla figura del Direttore Sportivo nell’ambito calcistico, si accennava che esiste un Elenco Speciale presso la Figc, ed al quale si accede attraverso la partecipazione ad uno specifico Corso che non solo ha una cadenza saltuaria, ma che ha dei parametri di selezione in entrata, davvero severi e peculiari. Direttore Sportivo praticamente può diventarlo solo chi nel calcio ha già operato. Basti pensare ai punteggi attribuiti per i requisiti di ammissione: 5 punti per un calciatore di serie A, 4 per un calciatore di B, 3 per uno di C1, 2 per uno di C2, 1 per uno di D, mezzo per uno proveniente dai campionati dilettantistici; ed ancora 5 per aver collaborato con il “DS titolare” in serie A, 4 per una collaborazione in B, 3 per una in C1, 2 per una in C2. Così come la valutazione al titolo di studio: 10 punti per una laurea specialistica in materie sportive, 5 per una laurea “semplice”, 3 per una scuola media superiore; master da uno a tre punti.
Del resto proprio per la saltuarietà dell’organizzazione del Corso e per la difficoltà di accesso allo stesso, l’associazione di categoria, l’ADISE, recentemente sta portando avanti, con il consenso della LND, un progetto per l’istituzione di una nuova figura manageriale, riferita al mondo dilettantistico, denominata “collaboratore della gestione sportiva”. La riforma prevede la formazione appunto, di soggetti che intendano svolgere, nei sodalizi dilettantistici, i compiti che, in ambito Prof, sono riservati a DS ed ai Segretari, allargando nel contempo, l’attuale elenco dei Direttori Sportivi, ad una seconda categoria, di livello di “base”, che consenta l’esercizio delle prerogative proprie di tale status in ambito dilettantistico. L’obiettivo e l’auspicio è quello che attraverso questa progettualità si riesca ad ottenere un duplice risultato: da un lato il riconoscimento di tutti coloro che sino ad oggi hanno svolto tale mansioni senza poter essere specificamente tesserati, e dall’altro quello di favorire l’incremento delle competenze dirigenziali, con tutti i conseguenti benefici per le società di appartenenza, non ultimo quello di combattere l’abusivismo, attraverso controlli che non permettano lo svolgimento di delicate attività concernenti gli aspetti organizzativi ed amministrativi , da parte di dirigenti privi dell’abilitazione federale.
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Diritto e Rovescio
di Avv. Sabrina Rondinelli Specializzata in diritto dello sport Dottoranda di ricerca Fac.Giurisprudenza “La Sapienza”
Il recesso ante tempus dal contratto di lavoro sportivo nel calcio professionistico a recente storia normativa dell’evoluzione della posizione giuridica del calciatore professionista, nell’ambito dell’ordinamento federale, statale e comunitario mostra una progressiva presa di coscienza da parte del calciatore dei suoi diritti all’interno del mondo sportivo e, di conseguenza, una sua maggiore forza contrattuale nei rapporti con le Società Sportive. Nell’ambito dell’ordinamento statale, nei confronti del lavoratore che contraddistingue la normativa giuslavoristica emerge, con riguardo alla cessazione del rapporto di lavoro, in una serie di limiti posti alla libera re cedibilità da parte del datore di lavoro e nella presenza di strumenti giuridici idonei a tutelare la posizione del lavoratore illegittimamente licenziato. Da un lato, infatti, a partire dalla legge n. 604/1966, non è più concesso al datore di lavoro licenziare liberamente un proprio dipendente, venendo condizionata la legittimità del recesso da parte datoriale alla sussistenza di una giusta causa o di un giustificato motivo di licenziamento. Dall’altro, la tutela apprestata in favore dei lavoratori dipendenti da datori che superino de-
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terminate soglie dimensionali, ovvero tutela reale del posto di lavoro, riconosce al lavoratore, in caso di licenziamento dichiarato illegittimo in sede giudiziale, il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro con conseguente ricostruzione della posizione lavorativa. Tale articolata tutela, apprestata dal legis-
Il contratto del lavoratore sportivo è uno dei pochissimi che può essere recesso dal datore di lavoro senza giusta causa latore italiano contro i licenziamenti illegittimi, non si applica al lavoro sportivo. L’art. 4, L.91/1981, infatti esclude espressamente l’applicabilità al rapporto di lavoro sportivo dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, nonché degli artt. 1,2,3,5,6,7,8 L.n.604/1966. Il Lavoro sportivo, dunque, rientra tra le pochissime ipotesi nelle quali ove il rapporto sia costituito a tempo indeterminato, opera il recesso ad nutum, modalità di scioglimento che non richiede giustificazione e
la cui disciplina risiede negli artt. 2118 e 2119c.c. Dall’applicazione di tali disposizioni al rapporto di lavoro dei calciatori professionisti discende, conseguentemente, che non sussistono, per l’ordinamento statale, limiti di alcun tipo alla volontà di sciogliere il contratto, né particolari aspetti formali da rispettare. Circostanze che, peraltro, sembrano certamente giustificate dalla specialità del rapporto in esame, cui mal si presterebbe, da un punto di vista logico, una disciplina che, in sostanza, limita la facoltà di licenziamento alla ricorrenza di ipotesi di inadempimento contrattuale. Analogamente, l’applicazione delle sopraccitate disposizioni porta all’esclusione di limiti al recesso da parte dello sportivo, il quale potrebbe recedere legittimamente dal contratto di prestazione sportiva anche nel corso del campionato di riferimento. All’interno della disciplina statale, nelle ipotesi usuali di contratti a tempo determinato, è consentita la risoluzione consensuale del vincolo contrattuale, prima della scadenza del termine, oppure il recesso unilaterale ove sussista una giusta causa, ovvero una circostanza che renda impossibile per una delle parti contrat-
tuali la prosecuzione negli impegni originariamente assunti (art.2119 c.c.). Non essendo come ovvio, ipotizzabile ed attuabile una tipizzazione di tutte le possibili eventualità idonee ad integrarne la fattispecie, la ricorrenza di una giusta causa di recesso deve essere accertata in concreto e caso per caso. Si potrebbe, peraltro, ritenere che costituisca ormai, come prassi, una giusta causa di recesso nell’ambito degli sport collettivi e di squadra, come il calcio, l’esclusione reitera-
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ta dalla rosa di prima squadra di un determinato giocatore, esprimendo tale ipotesi una lesione del diritto al lavoro (art.4 Cost). A ciò si aggiunga, altresì, il numerus clausus di ipotesi di giusta causa di recesso delineate dagli accordi collettivi: l’Accordo Collettivo FIGCAIC-LNP per i calciatori professionisti di Serie A e B, per esempio, prevede come causa la morosità della società oltre determinati limiti temporali e che sia il calciatore sia la società abbiano diritto di re-
cedere dal contratto in caso di violazione degli obblighi contrattuali originariamente assunti (ex art.15, 16, 17), con la previsione ulteriore, in favore dell’atleta, del diritto ad ottenere il risarcimento del danno in misura non inferiore al 30 % del compenso lordo annuo (ex art.16). Laddove sia accertata, al contrario, la mancanza di una giusta causa, il recesso è illegittimo, implicando l’obbligo del risarcimento dei danni in favore della parte non inadempiente. Due
sono quindi le possibili eventualità: 1) recesso ingiustificato della società sportiva. In tal caso, la società sarà obbligata a corrispondere al professionista sportivo, ex art.1223 c.c. gli emolumenti retributivi che avrebbe percepito in assenza di risoluzione anticipata del rapporto di lavoro. 2) recesso ante tempus ingiustificato del calciatore. Questi sarà, ugualmente, tenuto al risarcimento del danno verso la società spor-
tiva.In virtù anche della difficoltà di provare in tal caso quali siano in concreto i danni derivabili al club, non può non escludersi il ricorso a strumenti di carattere civilistico, come ad esempio, l’inserimento nel contratto di prestazione sportiva di una multa penitenziale o di una clausola penale. A conclusione di questo mio articolo pur non entrando nel merito della vicenda, mando un saluto al Mister Luciano Spalletti.
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del prof. Daniele Popolizio Resp.le "Progetto Europeo sullo Sport", Direttore Generale CENPIS
ono andati bene direi, per lo meno per quegli atleti che avevamo preparato in modo ottimale anche da un punto di vista psicologico. In effetti ad un’attenta analisi la squadra italiana poteva fare di più, in particolare per le giovani leve e per alcuni atleti veterani, Rosolino su tutti. I nostri tecnici hanno fatto d’altro canto un ottimo lavoro, portando in condizione ottimale a questo Mondiale gli atleti di punta che dovevano portarci le medaglie più importanti. E questo dimostra che la scuola di nuoto italiana è ormai una realtà ben consolidata, anche se spesso ci vengono mosse critiche in merito ai troppi chilometri che facciamo percorrere ai nostri atleti. Avendo avuto il privilegio di supportare da vicino alcuni dei nostri atleti di riferimento vorrei portare la nostra attenzione su un particolare momento troppo spesso sottovalutato o dato per scontato durante una competizione internazionale: il post gara immediato. Mi viene in mente la protagonista principale di questi campionati, che preparo ormai da tra stagioni sportive, Federica Pellegrini. Subito dopo la vittoria dei 400 sl, la gara che Federica stessa ha definito “maledetta”, la nostra atleta era al settimo cielo e si vedeva chiaramente la soddisfazione per un titolo mondiale con un record del mondo che sapeva anche molto di rivincita dopo tutte le chiacchiere sul blocco psicologico avuto in seguito al malo-
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re di Genova. Ebbene l’aspetto psicoogico diviene fondamentale in un momento come questo tanto quanto nella preparazione e nella gestione dello stress emotivo pre-gara; in particolare bisogna pensare che dopo tanto allenamento, pressione della stampa e dell’opinione pubblica, aspettative personali e altrui, paure nascoste di non riuscire fino in fondo…il nemico principale diventa improvvisamente un’emozione speciale: l’euforia, la gioia. In questi momenti due cose sono fondamentali, la possibilità di godersi il successo avuto che sa anche un po’ di impresa, con tutto quello che lo accompagna (stampa, tv, pubblico, persone vicine, attese che crescono…), e la predisposizione a rimettersi in gioco per la gara seguente che incombe. Ma noi questo lo sapevamo e lo avevamo preparato, e lo sottolineo perchè non è comune in un atleta trovare questa capacità di seguire i suoi coach proprio mentre sarebbe giusto godersi il risultato avuto. Dopo i 400 è stato fondamentale recuperare le energie nervose spese e prepararsi ai 200 che iniziavano dopo soli due giorni, ma che con un titolo olimpico alle spalle e il titolo di campione nella gara più complicata avevano tanto il sapore della “gara a rischio”. In questi due giorni il lavoro psicologico è stato mirato all’elaborazione corretta di quanto accaduto, alla sua metabolizzazione rapida, a far sì che la mente di Federica fosse ora pronta a iniziare come un nuovo mondiale dimenticando, anzi direi “congelando” i fatti reali già
Dopo un grande successo
Federica Pellegrini
accaduti. Ecco è importante capire che per un atleta è indispensabile riusicire ad interpretare e re-inquadrare nel modo corretto il risultato acquisito (positivo o negativo che sia), tenendo per sè le emozioni vincenti e lasciando da parte quelle perdenti, ovviamente mantenendo la necessaria lucidità mentale che occorre per sostenere gli “scompensi” emotive che una simile manifestazione comporta. La cosa più complicata è fare tutto questo durante “l’onda emzionale” a cui si è sottoposti, una vera e propria “mareggiata” dalle svariate tonalità emotive. Se l’atleta non riesce a immaganizzare e ri-organizzare queste tempeste emotive sarà molto difficile per lui poterle poi ricreare e incanalare in una nuova energia propulsive, in un’energia vincente. E in questi momenti il lavoro di un’intera stagione ti aiuta a conoscere il sistema psicologico di quell’atleta e dunque le sue reazioni immediate e secondarie, potendo così contenerle in
modo efficace. La collaborazione con il tecnico è basilare in queste fasi, perchè permette di adattare la comunicazione e il lavoro specifico con l’atleta, modulando il tutto in sinergia con la condizione psicologica che cambia di ora in ora. Gestire male queste delicate situazioni significa spesso poi perdere. Filippo Magnini con il suo miglior tempo, Alessia Filippi con il titolo nei 1500 e il bronzo negli 800, Beatrice Adelizzi con un bronzo storico nel sincro e il giovane Giorgetti con uno splendido sesto posto, dimostrano che la preparazione mentale di atleti evoluti rappresenta veramente un valore aggiunto se realizzata con continuità sia dall’inizio della stagione che durante la competizione stessa. Io credo che consista nel sottile confine che separa tutti gli sportive: quello tra il vincere e il perdere, tra diventare campioni e rimanere dei grandi talenti. E Federica Pellegrini e’ ormai di sicuro nella prima parte di questo confine.
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60 giorni dopo di Alessandro Morucci_foto La Presse
Federica Pellegrini
Il Direttore Generale di Roma09 Roberto Diacetti
13th FINA World Championships hanno chiuso i battenti la sera del 02 agosto ma gli echi, positivi, ancora si sentono in giro per la città ed il mondo. Merito di un’organizzazione che ha affrontato mari in tempesta ma che, alla fine, ha portato la nave in porto: una nave accolta da complimenti e gratificazioni. Roberto Diacetti, Direttore Generale di Roma09, non nasconde la sua soddisfazione per la riuscita dell’evento: “Il bilancio non può che esser molto positivo sotto vari aspetti, a cominciare dalla grandissima partecipazione della gente: tra coloro che hanno assistito alle gare e chi ha partecipato alle attività del Village, sono stati stimati qualcosa come 500 mila visitatori. C’è stato un grande riscontro di immagine, sia in Italia che all’estero, ed i complimenti della
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FINA, la Federazione Internazionale, e del CIO, il Comitato Olimpico, ne sono la prova tangibile. Un altro aspetto molto importante è dato dallo sviluppo delle discipline acquatiche e dall’incremento delle richieste per la frequentazione dei corsi di nuoto. Tutto ciò è strettamente legato alle grandi performance che gli atleti, italiani e stranieri, ci hanno regalato nei giorni di gara”. Non sono mancate le polemiche ma alla fine i fatti vi hanno dato ragione: “E’ stato un percorso con molti ostacoli ma le critiche invece di abbatterci ci hanno spronato a lavorare ancora di più e con ancora più passione. Troppe volte c’è stata confusione tra l’organizzazione dell’evento e la questione infrastrutturale. Nella miglior tradizione italiana, abbiamo aperto l’evento tra le polemiche e lo
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Cesar Cielo
abbiamo chiuso tra gli applausi”. Il Comitato Organizzatore ha puntato molto sui giovani: “Ritengo si sia realizzato un giusto mix tra professionalità, con importanti esperienze alle spalle, e junior che con la loro energia, il loro entusiasmo hanno contribuito alla riuscita del Mondiale. Un’unione di competenze tecniche, provenienti dalla Federazione Italiana Nuoto, e di professionisti provenienti da altre esperienze organizzative. Equilibrato anche il ricorso all’outsourcing, utilizzato soprattutto nell’accomodation, nel ticketing, nei trasporti e nel Village. Tutto ciò sempre sotto il controllo del Comitato Organizzatore”. È stato un Mondiale sostenuto dalla Istituzioni: “Sono d’accordo. Vorrei dire grazie al Governo, agli Enti Locali, Regione, Provincia e Comune, al Coni per il sostegno non solo economico ma anche morale, per non averci mai lasciati “soli”. In questa grande unione di in-
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tenti mi piacerebbe ricordare chi con me ha condiviso questa grande avventura: il Presidente Giovanni Malagò, a cui va un ringraziamento particolare, Antonello Panza, che mi ha affiancato nell’ultimo periodo nell’attività di coordinamento, tutto il CDA di Roma09, i soci del Comitato, il Comune e la FIN”. Roma09 ha avuto un grande impatto mediatico ed economico: “I numeri che non mentono mai ci parlano di un’edizione senza precedenti, a cominciare dal sito internet che ha avuto quasi 9 milioni di pagine viste. Ci son state oltre 600 ore di trasmissioni tra dirette di gare e programmi di approfondimento, con oltre 15 miliardi di contatti. Da un punto di vista economico, invece, in abse ad una ricerca effettuata dall’Istituto Piepoli è emerso che c’è stato un apporto medio del giro di affari di circa l’8.6% mentre l’80% delle persone intervistate ha dichiarato che i Mondiali di Nuo-
to hanno migliorato l’immagine di Roma e del suo territorio a livello internazionale”. Non da meno è stato l’impatto agonistico: “E’ naturale che ogni evento sportivo si regga sulle performance degli atleti di casa. La Federazione Italiana Nuoto ha messo in acqua, e valorizzato, una Nazionale estremamente competitiva ancorché giovane e con un grande futuro davanti. La riprova sono le medaglie arrivate da tutte le discipline se si esclude la pallanuoto”. In mezzo a tante soddisfazioni c’è posto per un rimpianto? “Un rimpianto forse no ma c’è magari un pizzico di rammarico sul fatto che a volte le polemiche abbiamo fatto passare in secondo piano il grande lavoro realizzato ed hanno dato, all’esterno, la percezione che l’Organizzazione non fosse all’altezza. Alla lunga, però i fatti ci hanno dato ragione”. Il 2 ottobre si deciderà la sede olimpica del 2016. Se non dovesse vincere Madrid, Roma potreb-
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Alessia Filippi
be cullare un sogno a cinque cerchi per il 2020: “Credo che Roma in più occasioni abbia dimostrato di avere le capacità per poter organizzare un evento di tale portata. Le carte vincenti? Grande coesione di intenti tra Governo, Comune di Roma e Coni; un tavolo di lavoro che coinvolga esponenti del mondo sportivo ed imprenditori che siano in grado di fare lobby a livello internazionale; determinazione e, inutile nasconderlo, un budget adeguato per la candidatura”. Roma sta diventando la capitale dello sport mondiale. La rivedremo presto in un altro evento sportivo? “Lo sport è ormai entrato nel mio DNA e quindi perché no…”. Ci lascia così Roberto Diacetti con una frase in sospeso, con il sorriso che ci ha accompagnato in questi anni e con la certezza che lo ritroveremo quanto prima tra atleti europei, mondiali e, perché no, olimpici…
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Immagini tratte dallo spot della finale di Nettuno
ALL TO BE SAF
Il Mondiale di Baseball pronto a vivere il suo gran finale a Nettuno di Andrea Abodi, Direttore Generale Baseball World Cup
i sta chiudendo un Mondiale, giunto alla sua trentottesima edizione, che ha dato vita al più grande della sua lunga e gloriosa storia. Grande nella sua dimensione organizzativa che per la prima volta è stata “disegnata” a livello continentale, con 7 paesi europei – Spagna, Germania, Croazia, Repubblica Ceca, Svezia, Olanda e Italia - che dal 9 al 27 settembre hanno ospitato la competizione. Grande nel numero delle città coinvolte, ben 25 delle quali 16 solo in Italia. E per continuare in una prima descrizione dei numeri, è stata la World Cup più grande anche per numero di partecipanti – 22 squadre nazionali
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dei 5 continenti – che si sono sfidati in 106 incontri che culmineranno con la finale di Roma (Nettuno). Iniziamo così a raccontare il Mondiale 2009 del quale l’Italia ha ospitato la parte più importante, dedicando questo editoriale a una breve storia della “fabbrica” nella quale un piccolo team di professionisti ha lavorato da un anno a stretto contatto con la Federazione Italiana e con i 16 Comitati Organizzatori Locali, ai quali si è unito uno straordinario esercito di oltre settecento volontari che hanno rappresentato la base fondamentale della manifestazione. Quando si costituì il Comitato Organizzatore
questo Mondiale era un libro bianco, con una intrigante prefazione rappresentata dal fascino internazionale del baseball, dalle tre edizioni che l’Italia aveva già organizzato della World Cup (1978, ’88 e ’98) e dalla lucida passione che il presidente della Federazione Italiana Baseball e Softball, Riccardo Fraccari, ci ha testimoniato fin dal primo incontro. Queste le premesse di una storia tutta da scrivere. Volevamo raggiungere due obiettivi principali: il primo nella fase di preparazione, ovvero costruire questo Evento in modo da permetterne più “porte di accesso” per il pubblico, i media e le aziende, cercando di andare oltre il patrimonio acquisito; l’altro, a consuntivo, di lascia-
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SAFE! re una serie di eredità positive sulle quali fare leva per far crescere ulteriormente il baseball in Italia. Eredità di carattere infrastrutturale, organizzative, promozionali e, perché no, anche finanziarie. E da qui siamo partiti, posando la “prima pietra” proprio occupandoci delle infrastrutture e favorendo la formalizzazione della convenzione tra la Federazione e l’Istituto per il Credito Sportivo, finalizzata all’ammodernamento degli impianti esistenti e alla costruzione di nuovi impianti dedicati al baseball. Al tavolo del Comitato si sono ritrovate professionalità e sensibilità diverse e compatibili al tempo stesso, e questi elementi hanno consentito la elaborazione di un modello di gestione e un progetto di marketing decisamente originali, certamente non riconducibili agli stereotipi tradizionali dei grandi eventi. Un solo presupposto che ha trovato, peraltro, un sistematico riscontro: gioco di squadra. E così è stato a tutti i livelli, con la Federazione e con i Comitati Locali. Abbiamo lasciato al centro, naturalmente, la
componente sportiva, affidandola dal punto di vista organizzativo ai professionisti della FIBS che hanno garantito un livello qualitativo che difficilmente abbiamo riscontrato in altri ambiti sportivi. E attorno al baseball giocato abbiamo costruito quello che impropriamente abbiamo battezzato il “Mondiale a cinque basi”. Impropriamente perché in effetti il campo di baseball di basi ne ha quattro, ma nella imperfezione della nostra sintesi, abbiamo elaborato un progetto che ci ha consentito di coniugare il baseball con cinque elementi di stretta attualità: la diplomazia, l’ambiente, l’arte, la tipicità dei territori e la cinematografia. I cinque progetti, come i cinque continenti rappresentati in questa Coppa del Mondo e come i cinque cerchi olimpici, a richiamare un tema, quello del reinserimento del Baseball nel programma dei Giochi, che il nostro mondo non ha certamente archiviato con le decisioni preliminari sella sessione del Comitato Olimpico Internazionale del mese di agosto. Tutto questo, in ogni caso, sotto il segno della universalità del baseball che ha ispirato lo slogan che ha accompagnato tutta la comunicazione dell’Evento: Il Baseball è Mondiale! In ogni caso, su questa piattaforma multi tematica dei cinque progetti speciali abbiamo come prima cosa costruito il consenso e l’adesione delle figure istituzionali che sono entrate a far parte del Comitato Promotore del Mondia-
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le: i Ministri Frattini, Prestigiacomo, La Russa e Zaia, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta e quello con delega allo Sport Crimi e il Sindaco Alemanno. Ognuna di queste personalità con un ruolo e una funzione nella costruzione della World Cup italiana. Partendo da pochi e semplici spunti, tema per tema, abbiamo sviluppato questi progetti che hanno preceduto il Mondiale e lo accompagneranno al tempo stesso. La diplomazia del baseball si sta sviluppando sull’asse del dialogo e del confronto. Il Ministro Frattini ha incontrato e incontrerà gli Ambasciatori in Italia dei paesi che hanno partecipato all’Evento. Tra alcuni di questi Paesi spesso si avverte proprio la carenza di dialogo – basti pensare a Stati Uniti, Cuba, Nicaragua, Venezuela e poi Cina, Taiwan – e ci auguriamo di poter offrire con il baseball un piccolissimo contributo alla riduzione delle distanze nelle relazioni diplomatiche. Ma il confronto lo abbiamo portato anche in campo, organizzando sul diamante del Centro di Preparazione Olimpica CONI dell’Acqua Acetosa, con la preziosa collaborazione del Ministero degli Esteri, un torneo denominato “Il Diamante dell’Ambasciatore” che ha visto una nutrita e appassionata partecipazione di squadre in campo e di tifosi nelle tribune che ci ha piacevolmente sorpreso. In questa ottica, a luglio abbiamo deciso di far partire il viaggio itinerante della Coppa del Mondo proprio dal G8 dell’Aquila, che si è concluso con uno straordinario successo organizzativo e politico dell’Italia. E di questo successo è stata testimone e piccola protagonista anche la Cop-
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pa del Mondo di baseball, un’opera in oro massiccio prodotta da mani italiane trentanni fa, esposta proprio durante il summit internazionale e ammirata dai Grandi della Terra e dalle migliaia di visitatori della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito. La Coppa del Mondo, per pochi giorni è tornata simbolicamente in Abruzzo, visto che si è giocata anche nello stadio del baseball di Chieti, a testimonianza della volontà di mettere ancora questa martoriata regione, dopo i Giochi del Mediterraneo, al centro dell’attenzione della grande platea internazionale grazie a una manifestazione sportiva. Tra i 5 progetti che caratterizzano questo grande evento, il tema ambientale è fortemente presente in tutta l’organizzazione del Mondiale che la Federazione Internazionale ha voluto qualificare in chiave ambientale, a partire dal logo nel quale compare, non a caso, la denominazione "IBAF Green Event". A questa linea di indirizzo abbiamo dato seguito elaborando, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, un format che ha implicato un'assunzione di responsabilità in ambito ambientale da parte nostra, con l’impegno ad adottare “buone pratiche” nella raccolta e nel contenimento dei rifiuti, nell’utilizzo di materiali riciclati e di energia prodotta da fonti rinnovabili, nello sviluppo di iniziative di mobilità compatibile. E negli stadi che hanno ospitato gli incontri abbiamo distribuito, grazie a ENEL, una lampadina a basso consumo a tutti gli spettatori e ai clienti di bar e ristoranti forniremo tra l’altro piatti e bicchieri in materiale rinnovabile naturale, il mater-bi, fornito
da Novamont, un altro partner di eccellenza. Alle azioni abbiamo associato durante il Mondiale anche una serie di attività di comunicazione e di informazione nelle 16 città della World Cup e a Roma che di questo grande Evento è la Capitale organizzativa e degli eventi speciali. E siamo andati oltre: a fronte dell’intero progetto e del modello di gestione adottato, siamo stati i primi in ambito sportivo ad avere ottenuto la certificazione ambientale UNI EN ISO 14001:2004 e il patrocinio della Campagna sulla Sostenibilità Energetica Europea promossa dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente.Il progetto dedicato all’arte lo abbiamo denominato “Diamanti e Diamanti”, prendendo
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spunto proprio dalla forma del campo di baseball e collegandola con la forma d’arte più preziosa della natura. Durante il Mondiale, nella suggestiva location del Complesso Monumentale di San Michele a Roma, abbiamo organizzato una rassegna curata da Claudio Libero Pisano e denominata “Battiti, tra diamanti e diamanti” per “legare” le emozioni dell’arte e quelle del baseball che ha proprio nella battuta uno dei suoi gesti caratterizzanti. Alle tredici meravigliose chine di Ottorino Mancioli, che come nessuno ha rappresentato le discipline sportive in genere e il baseball in particolare, si uniranno delle istallazioni realizzate ad hoc da una serie di artisti ispirate al nostro sport, alle sue
forme e ai suoi movimenti. Per rimanere in tema artistico, abbiamo sviluppato anche un progetto filatelico, curato da Cesare Ravaldi, con un francobollo celebrativo emesso da Poste Italiane, al quale si accompagnano 7 cartoline dedicate alle città che ospiteranno gli azzurri nella seconda fase e che saranno disponibili in occasione dei sette appuntamenti dell’Italia in questa Baseball Worl Cup. Un Mondiale giocato in 16 città del nostro Paese non avrebbe potuto non “giocare” sulla tipicità e sulla qualità dei territori in chiave enogastronomica e agroalimentare; e noi non ci siamo sottratti al gioco, sviluppando
un progetto che abbiamo denominato “I gusti del Baseball”. In collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e con un gruppo di aziende italiane, abbiamo costruito un percorso che consentirà di promuovere i tesori della nostra terra e della nostra tavola nei sedici stadi che ospiteranno la Coppa del Mondo in Italia e nell’ambito degli eventi speciali. Ultimo, ma certamente non in ordine di importanza, il cinema. Cinema e baseball si sono dati molto reciprocamente, garantendosi meravigliosi spunti e ispirazioni, con fantastiche storie interpretate da artisti straordinari da un lato e grande promozione e diffusione della di-
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sciplina sportiva dall’altro. Come prima iniziativa, abbiamo pensato di recuperare tutto questo valore e collegarlo al Mondiale, programmando di portare nel mese di settembre i più bei film dedicati al baseball in venti scuole medie inferiori delle città “mondiali”, coinvolgendo migliaia di studenti che, siamo certi, ritroveremo sugli spalti ad assistere alle partite della World Cup. E poi abbiamo istituito - in collaborazione con la Federazione Internazionale e la FIBS - l’Oscar del Baseball, un premio speciale che consegneremo all’attore e all’attrice che con le loro interpretazioni hanno contribuito alla diffusione del baseball nel mondo e che inviteremo a Roma per la serata di presentazione della fase finale e delle otto squadre che si contenderanno la Coppa del Mondo. In attesa del lancio della prima palla, la Coppa del Mondo è stata la grande protagonista di questa vigilia. Dopo il G8 dell’Aquila, infatti, il trofeo ha proseguito il suo viaggio ed è stata presentata a Firenze, dove la nazionale azzurra farà il suo esordio in questo Mondiale. Ma la Coppa ha fatto bella mostra di se anche ai Campionati Mondiali di nuoto di Roma, dove è stata apprezzata anche dal presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, per passa-
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re poi nella suggestiva location dei Mercati di Traiano a Roma, dove è stata ammirata e fotografata da decine di migliaia di turisti, affascinati e incuriositi dalla presenza di questa opera d’arte moderna collocata in uno scenario con oltre venti secoli di storia. Poi la Coppa si è spostata nella sede della Provincia di Roma e in Campidoglio, in attesa di passare la sera del 21 settembre dalle mani del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e del Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, a quelle del sindaco di Nettuno, Alessio Chiavetta, con Bruno Conti (nettunese di nascita e romano di adozione) a fare da trait d’union tra i tre rappresentanti istituzionali. Roma in questo periodo estivo è diventata a tutti gli effetti la “capitale” di questo Mondiale. Ad agosto la città si è “vestita” con un chilometro quadrato di immagini della World Cup, con 13 maxiaffissioni collocate nei punti nevralgici della Capitale. Nel Mondiale dei record organizzativi, uno spazio particolare va proprio a questo sforzo comunicativo, il più grande mai prodotto in Italia per una manifestazione sportiva, sforzo nell’ambito del quale il Comitato Organizzatore ha fatto di Roma la scenografia di una campagna pub-
blicitaria di grandissimo impatto. Per promuovere al meglio l’evento e i partner istituzionali e commerciali che lo accompagnano sono nati i Villaggi dedicati alla World Cup e al baseball in generale che stanno facendo un vero e proprio giro d’Italia. Quello a piazza del Popolo, è stato inaugurato all’inizio di settembre, con il tunnel di pratica preso d’assalto da migliaia di bambini, ragazzi, ma anche adulti contagiati dalla febbre per il baseball e dall’ebbrezza che si prova nel colpire e spedire lontano quella palla. Ressa e file che stanno accompagnando anche la presenza della piccola carovana del “roadshow”, partito il 28 agosto e che il 23 settembre concluderà il suo viaggio itinerante che alla fine toccherà 20 piazze italiane. Una carovana composta da uno staff di ragazzi che stanno portando informazioni, giochi, immagini, il tunnel di prova della battuta e il merchandising del Mondiale da un capo all’altro dell’Italia. Nel nostro Mondiale non poteva mancare un tema sociale e la nostra scelta è caduta sulla Fondazione Stefano Borgonovo, una onlus che si dedica all’assistenza domiciliare e ospedaliera dei malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica. Il morbo di Gehrig, ma proprio il richiamo storico a Lou Gehrig, tra i più grandi giocatori della storia del baseball, ha reso “inevitabile” questa scelta che ha contribuito a dare un contenuto nobile a un mondiale che vuole essere ricordato anche in termini di responsabilità sociale. La collaborazione tra il Comitato e la Fondazione sarà finalizzata alla promozione della Fondazione stessa e delle sue attività, alla sensibilizzazione sul tema della SLA e della ricerca, oltre, naturalmente, alla raccolta fondi. Ma l’obiettivo principale che ci siamo posti è di dare continuità a questa collaborazione perché anche e soprattutto nella comunità del baseball l’attenzione su questo tema rimanga viva anche dopo la fine del Mondiale. Come dicevamo all’inizio, questo Mondiale è un libro che giorno dopo giorno stiamo appunto scrivendo a più mani, con il laborioso contributo di tanti soggetti qualificati e con la preziosa collaborazione, insostituibile e volontaria, degli appassionati del baseball che fanno parte dei sedici Comitati Organizzatori Locali delle città italiane nelle quali si giocherà la World Cup. Per rimanere in tema, siamo quasi alla correzione delle bozze di questo libro e alla sua pubblicazione. Siamo pronti a scendere in campo e a battere, confidando in un fantastico fuoricampo.
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L’Italia del Volley
è già Mondiale Dieci città coinvolte, ventiquattro squadre partecipanti, settantotto partite totali, una manifestazione della durata di diciassette giorni. Questi sono solo alcuni dei numeri che riguardano i Campionati del Mondo di pallavolo che saranno ospitati dal nostro Paese per la seconda volta nella storia. di Marco Trozzi
n evento molto atteso, giunto alla sua diciassettesima edizione, che prenderà il via da Milano tra poco meno di un anno, il 24 settembre 2010. L’Italia torna quindi ad organizzare una rassegna iridata 32 anni dopo l’edizione tenutasi a Roma nel 1978, quando la squadra guidata da Carmelo Pittera arrivò seconda alle spalle dell’Unione Sovietica, formazione che all’epoca era la domi-
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natrice assoluta della scena internazionale. Quella medaglia d’argento ottenuta in casa fu una delle prime affermazioni della nazionale azzurra che, dopo circa un decennio, avrebbe conosciuto l’epoca della “generazione dei fenomeni”.
La Formula e le città ospitanti Come detto, quella del 2010 sarà la diciassettesima edizione della rassegna iridata. Una
manifestazione che si giocherà in ben dieci città: Ancona, Catania, Firenze, Milano, Modena, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Verona. Le gare inizieranno il 24 settembre e si concluderanno il 10 ottobre. Tre le fasi della competizione: durante la prima le 24 squadre partecipanti verranno divise in 6 gironi ospitati da altrettante città. Le prime tre classificate avranno accesso al secondo turno, nel quale ci saranno ancora sei raggrup-
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pamenti, in tre città, di tre formazioni ciascuno, passando così da 24 a 18 nazionali totali. Si qualificheranno alla terza fase le prime due di ogni pool (tre composte da quattro squadre) per un totale di 12 formazioni. Da qui inizierà la fase finale: guadagneranno il visto per le semifinali dal primo al quarto piazzamento le formazioni che chiuderanno prime, a quelle per il 5°-8° posto accederanno le seconde ed, infine, giocheranno per il 9º-12 º le terze ed ultime di ogni pool. Sarà Roma ad ospitare la finalissima dei Campionati del Mondo, le altre due sedi (finale 3º-4 º e finale 5 º-6º) verranno rese note il giorno del sorteggio ufficiale che si terrà nella Capitale il 28 ottobre.
Le squadre Saranno ventiquattro le nazionali partecipanti: nove europee (Italia, Russia, Germania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia, Francia, Serbia, Spagna); quattro provenienti dalla zona asiatica (Cina, Australia, Giappone, Iran); tre africane (Egitto, Tunisia, Camerun); tre sudamericane (Brasile, Venezuela, Argentina) e cinque della Norceca (Stati Uniti, Porto Rico, Cuba, Canada, Messico). Italia e Brasile parteciperanno, rispettivamente, come nazione ospitante e come formazione detentrice del titolo di campione del mondo.
Gli impianti di gioco Ancona, Banca Marche Palace, capienza: 6.500 Catania, PalaNesina capienza: 6.000 Firenze, Nelson Mandela Forum capienza 5.500 Milano, Mediolanum Forum, capienza:10.916 Modena, PalaPanini capienza: 5.100 Reggio, Calabria Palacalafiore capienza: 7.200 persone Roma, PalaLottomatica capienza: 10.710 Torino, Isozaki capienza: 12.000 Trieste, PalaTrieste capienza: 6.943 Verona, PalaOlimpia capienza: 6.200
Albo d’oro Nelle precedenti sedici edizioni dei Campionati del Mondo l’Italia è salita sul gradino più alto del podio per tre volte consecutive: dal 1990 al 1998, quando superò in finale, rispettivamente, Cuba, Olanda e Jugoslavia. Nel palmarès azzurro anche un argento conquistato pro-
prio nel Campionato del Mondo giocato in casa nel 1978. La squadra che vanta il maggior numero di successi è l’ex Unione Sovietica che è riuscita ad aggiudicarsi il titolo sei volte (ai quali si aggiungono due argenti e tre medaglie di bronzo). A seguire l’ex Cecoslovacchia (1956 e 1966) e il Brasile che si è imposto nelle ultime due edizioni disputate in Argentina (2002) e Giappone (2006).
Volly, la mascotte Come ogni grande manifestazione che si rispetti anche i Campionati del Mondo di pallavolo hanno la loro mascotte: “Volly”, una rondine che ha stampato sul petto il numero 10. Volly nasce dallo sviluppo di tre concetti chiave di questo sport emersi dopo sondaggi effettuati tra esperti e semplici amanti della pallavolo: la leggerezza (tipica di un gesto come il salto necessario per la schiacchiata), la grinta (peculiarità fondamentale per chi pratica qualsiasi sport) e la coralità (il volley è una disciplina di squadra). Il nome dato alla mascotte è stato assegnato dopo mesi di sondaggi online e votazioni nelle scuole delle dieci città sedi di gara superando la “concorrenza” di Fly, l’altro nome più gettonato, Mimmo, Italo e Gump. La sua presentazione ufficiale (alla quale è stato presente anche il presidente della Fe-
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derazione Internazionale, Jizhong Wei) è avvenuta a Verona il 12 giugno, prima della gara d’esordio della nazionale italiana nella World League 2009 disputata contro la Cina. Da allora Volly ha accompagnato i ragazzi di Andrea Anastasi in tutti i suoi impegni casalinghi, ma è stata presente anche durante i Campionati del Mondo Pre-Juniores tenutisi a Bassano del Grappa e Jesolo tra fine agosto ed inizio settembre.
Operation smile “Sport e solidarietà binomio vincente. E se si regala un sorriso a un bambino che non l’ha mai avuto si raggiunge il risultato più bello che un Mondiale si possa augurare”. È stato questo lo spot con il quale è stato presentato il 15 giugno a Milano nella “Sala Alessi” di Palazzo Marino il progetto “Il Mondiale dei Sorrisi”, che lega il Campionato del Mondo di Pallavolo Maschile 2010 a Operation Smile Italia, una onlus che cura gratuitamente i bambini con malformazioni facciali nei paesi poveri del mondo. Operation Smile Italia è un’associazione che può contare su settemila volontari e medici presenti in ben cinquantuno paesi. I Campionati del Mondo promuoveranno l’attività della onlus organizzando eventi e manifestazioni per la raccolta fondi nelle dieci sedi di gara, ma a tal proposito è doveroso ricordare che è attivo anche un conto corrente bancario attraverso il quale è possibile fare donazioni. Info: www.volley2010.com o www.operationsmile.it. Sito internet Tutte le novità, gli aggiornamenti e gli appuntamenti potranno essere seguiti anche sul sito internet della manifestazione www.volley2010.com nel quale è stata allestita un’area dedicata alla stampa dove i giornalisti possono consultare tutte le informazioni dell’evento.
Televisione Sarà la Rai a trasmettere la rassegna iridata. La tv di stato, infatti, ha acquisito in esclusiva i diritti per la trasmissione della manifestazione sul territorio nazionale. Naturalmente ad un anno di distanza è impossibile conoscere il palinsesto, ma è molto probabile che le partite del sestetto azzurro saranno trasmesse sui canali terrestri, garantendo così la massima visibilità alla nazionale italiana.
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di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Sport
Il Polo, uno sport di origine antiche i deve al gioco del Polo se oggi esistono, e sono anche di moda, le camicie “buttondown”. Quelle con i bottoni sulle punte del colletto, create dalla famosa sartoria dei fratelli Brooks e poi rielaborate da un loro ex-commesso di nome Ralph Lauren, diventato famoso grazie appunto al gioco del Polo tanto da farlo di-
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ventare il suo brand. Quel giorno, quando vennero inventate le camicie con i bottoncini,, doveva essere una partita davvero noiosa e poco interessante se qualcuno, forse leggermente più aristocratico degli altri, si era soffermato più sull’abbigliamento che sul gioco ed aveva notato che non era molto elegante far svolazzare il colletto delle camicie dei giocatori di Po-
lo impegnati in sfrenate galoppate a rincorrere con una mazza una pallina di legno. Le punte del colletto vennero fissate dunque con due bottoni di madreperla e nacquero così – grazie al gioco del Polo - le famose camicie "buttondown". Qualche anno più tardi, agli inizi del '900, la camicia espressamente studiata per chi montava a cavallo venne propo-
sta come capo d'abbigliamento per tutti i giorni da John Brooks, allora presidente della "Brooks Brothers" di New York. Fu un successo inaspettato, la camicia buttondown identificava con personalità un abbigliamento più sportivo rispetto alle camicie tradizionali. La connessione tra gioco del Polo e moda è stata dunque subito molto forte ma tra gli sport eque-
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Nelle foto l’attore Roberto Ciufoli, grande appassionato di Polo, al torneo dell’Argentario
stri il Polo era la disciplina più anticonformista e meno imbacchettata che manteneva comunque inalterato lo stile e l'eleganza di chi va a cavallo. Il grande uso del cuoio nelle divise ed accessori come stivali, pantaloni e selle si mischiava con l'elemento agonistico e meno nobile del gioco, qualcosa che si scatena soltanto durante una partita tra due squadre.
Il Polo è un gioco antichissimo che gli storici fanno risalire addirittura a 2.500 anni fa quando era praticato dai persiani e turcomanni ma l’evoluzione sportiva è da attribuire sicuramente agli inglesi che ne codificarono le regole intorno al 1870. Lo cominciarono a praticare gli ufficiali dell’Impero Britannico di stanza in India e qualche anno più tar-
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di arrivò anche in Argentina grazie a Tom Preston un giovane inglese che era andato a vivere a Buenos Aires. Proprio l’Argentina è oggi la nazione di riferimento per il Polo sia per la qualità dei cavalli, che vengono addestrati secondo tecniche particolari, sia per i giocatori considerati i più forti del mondo. In Italia il Polo arrivò invece tardi. Il primo club venne fondato nel 1924 da Carlo Kupelweiser sull’isola di Brioni, una delle isole della Croazia che allora apparteneva all’Italia. A portarlo a Roma fu invece l’ammiraglio Aimone di Savoia, duca di Spoleto, fratello minore di Amedeo di Savoia, figlio di Emanuele Filiberto ed Elena di Borbone-Orleans. Aimone, re dello Stato Indipendente della Croazia con il nome di Tomislavo II, era capitano di corvetta proprio a Brioni ed era anche il presidente onorario del locale club di Polo. Grande appassionato di cavalli, insieme al capitano Lodi di ritorno nella capitale fondò il Roma Polo Club sui terreni dell’Ippodromo di Villa Glori, alle pendici della collina Parioli dove in quel tempo stava per sorgere uno dei quartieri più aristocratici di Roma. Prima di allora praticavano il Polo soltanto cavalieri stranieri e diplomatici.Il Polo è stato inserito anche nel programma dei giochi olimpici a Londra nel 1908, ad Anversa nel ’20, Parigi nel ’24 e Berlino nel 1936 e non è detto che possa tornarci. Oggi si disputa un’intesa attività internazionale con campionati mondiali ed europei e diversi tornei nelle località più esclusive del mondo come Cortina Winter Polo AUDI Gold Cup che si disputa sul lago ghiacciato di Misurina (www.pologoldcup.org). L'attività è organizzata a livello internazionale dalla Federazione Internazionale Polo (www.fippolo.com) e a livello nazionale dalla Federazione Italiana degli Sport Equestri (www.fise.it). Se ai giocatori di hockey su ghiaccio è richiesta una particolare perizia sui pattini, per quelli del Polo montare a cavallo non può essere certo un problema. Il gioco è molto intuitivo perché si ispira ai principi del calcio. Due squadre formate da quattro giocatori ciascuna, vince chi segna più goals. Il campo è una vera e propria prateria verde, 270 metri per 180. Tra le regole fondamentali quella che disciplina i contatti tra giocatori e cavalli: non si può tagliare la strada al giocatore che sta per colpire la palla, potrebbe essere pericoloso. Rispettare la "linea della sfera", ovvero la traiettoria della palla, è la regola più importante di questo gioco per preservare la salute dei giocatori ma sopratutto dei cavalli. Una lezione di comportamento oltre che di estetica, eleganza e potenza.
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Esercito
Cleri, Dallapè e Grimaldi. A Roma i tre atleti del C.S. Esercito si sono esaltati centrando tre medaglie storiche. A distanza di due mesi dai Mondiali di nuoto, ecco le impressioni dei tre campioni in divisa di Matteo Cirelli
Tris d’assi gli ultimi Mondiali di nuoto di Roma il Centro Sportivo dell'Esercito ha portato sul podio tre suoi atleti. I Caporali Maggiori Valerio Cleri e Francesca Dallapè e il Caporale Martina Grimaldi hanno centrato successi tanto importanti quanto sorprendenti, contribuendo a rendere esaltante il medagliere della nazionale italiana. Un oro, un argento e un bronzo. Un tricolore d'eccezione raggiunto tra l'altro in due discipline in cui l'Italia non era mai stata ai vertici. Il primo posto di Cleri nella 25 km ha sottolineato il crescendo dell'atleta prenestino, mattatore incontrastato nelle gare di fondo. L'argento della Dallapè, in coppia con Tania Cagnotto nel trampolino sincronizzato dai 3m, è stato invece esaltante sia per la grande prestazione che le due tuffatrici hanno confezionato in una finale quasi perfetta, sia perché al termine della gara il tabellone vedeva staccate le azzurre dalle fortissime cinesi di soli 19 punti. Infine, il bronzo della giovanissima Martina Grimaldi (classe 1988) nella 10 km, risultato che proietta la bolognese verso un futuro ancora più roseo.
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Francesca Dallapé
Valerio Cleri (COLORATO DI ORO) A distanza di due mesi dalle gare, pensi più all'oro nella 25km o al quarto posto con “giallo”della 10 km (la Fina che aveva in un primo tempo squalificato l'americano Francis Crippen, per poi ritornare sui suoi passi, n.d.a.)? Beh, penso più all'oro, è chiaro. Ma credo di aver fatto una bella gara anche nella 10 km. Anzi, il quarto posto mi ha fatto entrare in acqua ancora più cattivo per la maratona dei 25 km. Nei tuoi allenamenti usi la cultura del chilometro. Che vuol dire? Molto semplice. Aumentare progressivamente i carichi di lavoro. Nei primi anni di attività mi sono dedicato parecchio alla qualità della bracciata, ma non riuscivo a fare tanti chilometri in allenamento. Da qualche tempo invece sto incrementando i chilometri nuotati. È importante perché nella mia disciplina si rimane in acqua per più di cinque ore e devi essere pronto.
Sei stato l'unico maschio a vincere una medaglia ai mondiali di Roma. Beato fra le donne o soffri un po' di solitudine? No no, si sta benissimo. In verità in spiace molto per le occasioni sfumate dai miei colleghi ai Mondiali. Ma questi sono stati dei Campionati particolari, come lo sono tutte le rassegne che si svolgono nell'anno postOlimpiade. Anche il fenomeno Phelps non ha stravinto come fece a Pechino. E poi c'è stato questo problema con i costumi. Deve essere fatta chiarezza. Nella mia disciplina non c'è questa diatriba, perché i nuovi materiali non aiutano molto nelle gare di resistenza. Ma in piscina la differenza è palese. Sei un Caporale Maggiore. Conclusa la carriera sportiva, pensi di rimanere nell'Esercito? Nell'esercito mi trovo molto bene, e non mi stancherò mai di ringraziare l'Arma per il supporto che mi dà nella pratica della mia disciplina. Ma sono ancora giovane e per adesso voglio pensare solo a migliorarmi e, se possibile, continuare a vincere.
Martina Grimaldi
Francesca Dallapé (ARGENTO) Siete arrivate a Roma forti del titolo di Campionesse europee conquistato a Torino in aprile, e ai Mondiali ve la siete giocata con le cinesi. Ma le asiatiche sono davvero imbattibili? Le cinesi sono ancora avanti rispetto a tutte le altre atlete. Hanno la possibilità di allenarsi in strutture all'avanguardia, stanno molto più tempo in acqua e possono curare ogni minimo dettaglio. In Italia purtroppo non ci sono tanti impianti e dobbiamo districarci fra molte difficoltà. Nonostante questo siamo orgogliose dei nostri risultati. Arrivare prime all'Europeo non voleva per forza dire prendere una medaglia anche a Roma. Nei tuffi è così, un giorno viene tutto a meraviglia e il giorno dopo non te ne viene uno. Noi speravamo in un bronzo, poi è venuto questo fantastico argento. Come si struttura un allenamento in coppia? Nel sincro si ci deve rapportare ad un'altra persona. Per questo non basta fare bene il tuffo, bi-
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Esercito
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sogna essere in piena armonia con la propria compagna. Tania ed io ci siamo allenate molto per aumentare la nostra sinergia e i risultati ci stanno dando ragione. Su Facebook avete un gruppo dedicato che supera i 3000 iscritti. Qual è il ringraziamento più carino che vi è arrivato? Uno in particolare non c'è. La cosa più bella è vedere che tanta gente ci ringrazia per quello che abbiamo fatto. Noi abbiamo fatto la nostra gara, ci siamo allenate per raggiungere un risultato, ma non avevamo mai pensato di poter regalare un'emozione. Quanto è importante avere alle spalle una società come il C.S. Esercito? Devo ringraziare il CS Esercito, così come la Buonconsiglio di Trento, perché mi danno la possibilità di allenarmi con serenità, per cercare di migliorare sempre di più.
Martina Grimaldi (BRONZO) É vero che durante la 25 km sei stata punta da una medusa? Veramente erano più di una. Non era la prima volta che mi capitava, ma a Ostia ho beccato quelle che pizzicavano davvero. Ora che è passato un po' di tempo, ti capita di pensare di più al bronzo della 10 km o alla gara nei 25km, in cui sei arrivata stremata? Penso ad entrambe. Il bronzo è stata una grandissima soddisfazione, non me lo aspettavo proprio. Per quanto riguarda la 25 km, credo che la mia condotta di gara non sia stata impeccabile, e a parte l'incidente con le meduse, penso di non essere riuscita a ricaricarmi dopo la gara dei 10 km. Sei giovanissima eppure hai già partecipato a quattro rassegne mondiali. Quello che si dice, un talento precoce! Ho cominciato a nuotare in piscina quando avevo 6 anni. Mi piace ancora allenarmi al chiuso, ma non sono mai stata una saetta, e così mi sono dedicata al fondo. Nonostante sia già al quarto mondiale però, non mi sento per nulla arrivata. Devo ancora migliorare, continuare ad allenarmi e capire ancora alcune fasi della gara. Per il tuo bronzo hai voluto fare una dedica speciale. Si, Ho dedicato la vittoria alla mia famiglia e a tutti quelli che mi sono stati vicino, ma ho voluto anche ricordare tutti i militari italiani caduti in missione. Faccio parte dell'Esercito, e mi è sembrato giusto rivolgere loro un pensiero.
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Fiamme Gialle
Il nuoto militare
conquista Montreal
Pioggia di medaglie per la nazionale militare affidata, per la prima volta, alla guida della Guardia di Finanza. Successo delle Fiamme Gialle che vince 12 medaglie (8 d’oro e 4 d’argento) di Enrico Morucci
er la prima volta nella storia dello sport militare italiano la Guardia di Finanza ha ricevuto dallo Stato Maggiore della Difesa l’incarico di gestire la partecipazione della nazionale italiana di nuoto e nuoto per salvamento ai Campionati Mondiali Militari svoltosi a Montreal (Canada) nello scorso mese di agosto. La squadra azzurra, di cui facevano parte anche otto atleti
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reduci dai mondiali di nuoto di Roma, era composta da militari dell’Esercito, della Marina Militare, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ed ha ottenuto eccellenti risultati conquistando il primo posto sia nel medagliere del nuoto (17 ori, 11 argenti e 5 bronzi) che in quello del nuoto per salvamento (17 ori, 7 argenti e 10 bronzi). Lo storico successo ottenuto dai militari italiani è stato impreziosito pure da dician-
nove record mondiali CISM, un risultato mai ottenuto prima d’ora da una squadra italiana di atleti in divisa. In particolare, gli atleti delle Fiamme Gialle sono stati protagonisti della vittoria di 12 medaglie (8 d’oro e 4 d’argento), con Francesca Segat vera mattatrice di tutto il gruppo. La giovane atleta gialloverde è riuscita a conquistare cinque medaglie d’oro (100 m., 200 m. farfalla, 200 m. misti, 4x100 misti,
4x100 stile libero) ed una medaglia d’argento (50 m. farfalla) ed ha stabilito ben tre record mondiali CISM (200 m. farfalla, 200 m. misti, 4x100 stile libero). Anche la nazionale militare di nuoto, dopo quella di atletica, ha mostrato di godere di ottima salute e si prepara, nel migliore dei modi, alla 5^ Edizione dei Giochi Mondiali Militari in programma, nel luglio del 2011, a Rio de Janeiro (Brasile)
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Medaglie vinte dalle Fiamme Gialle Atleta
Specialità
Medaglia
Francesca Segat
200 m. farfalla 100 m. farfalla 200 m misti 4x100 mx 4x100 sl
Oro Oro Oro Oro Oro
4x100 mx 4x100 mx 100 m. sl 4x100 sl
Oro Oro Oro Oro
50 m. farfalla 50 m. rana 50 m. sl 200 m. sl
Argento Argento Argento Argento
Francesca Segat Martina Cupone Alessandro Terrin Cristian Galenda Cristian Galenda Andrea Busato Francesca Segat Alessandro Terrin Cristian Galenda Andrea Busato
Medagliere per nazioni Nazione
Oro
Argento Bronzo
Totale
Italia Slovenia Germania Grecia Francia Brasile Corea Canada Estonia
17 4 3 3 3 2 2 -
11 5 5 2 10 1 -
33 11 17 7 3 25 3 2 1
5 2 9 2 13 2 1
Record mondiali CISM stabiliti Fiamme Gialle Atleta
Specialità
Medaglia
Francesca Segat
200m. farfalla
2’09”04
Francesca Segat
200m misti
2’13”92
Francesca Segat
4x100 sl
3’47”01
4x100 mx
3’38”32
Cristian Galenda
100m sl
48”60
Cristian Galenda
4x100 sl
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Martina Cuppone Alessandro Terrin Cristian Galenda
Andrea Busato
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Orienteering
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Natura, istinto e competizione d’alto livello
Dal 5 al 12 di luglio sono andati in scena i Campionati Mondiali Junior di Orienteering nella Valle di Primiero, in Provincia di Trento. 4 le prove: Sprint, Middle, Long Distance e Staffetta ottimamente organizzate dal G.S. Primiero e G.S. Pavione, le società locali di Enrico Morucci
ominio svedese (4 ori) e svizzero (2 ori), tanto per confermare la tradizione. Alcuni nomi resteranno nella storia di quest’edizione, sia per i risultati che per quanto hanno saputo trasmettere ed emozionare. Su tutti svetta Gustav Bergman, ragazzone di 1,90 m in grado di vincere, anzi stravincere, nella long distance e trascinare la sua nazione al successo nella prova a squadre, la staffetta. Forza, sicurezza e vigore atletico le prime cose che sono balzate all’occhio ed hanno colpito di questo atleta che ha quasi giocato con i suoi rivali tanto da urlare al proprio allenatore durante la prova Long : “Gli altri vanno troppo lenti per me”. Ma questi Mondiali hanno visto anche altri protagonisti, lo svizzero Matthias Kibutz, campione del mondo nella Sprint Distance a
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Imer, Martin Hubman un altro rossocrociato quasi sempre a podio e mai vincitore. La prova Middle è andata invece al finlandese Taivanen. Tra le donne Jenny Lonnkwist, altra svedese, ha saputo fare la voce grossa come il suo connazionale Bergman. La fata bionda ha espresso potenza e grazia nell’affrontare boschi scoscesi ed il maltempo, che ha tratti ha imperversato sul Trentino. Maltempo che l’ha costretta a dare forfait nella prova Middle distance, altrimenti il bottino, inteso come medaglie, probabilmente sarebbe stato ancor più pesante e non solo nella Sprint e Staffetta. Gli altri titoli sono stati conquistati da Alexandersson e Bobach. La scuola scandinava si è dunque dimostrata molto competitiva e gli azzurri hanno potuto contrastare solo in parte l’esuberanza di que-
sti super atleti. Nessuna scusa per i nostri leaders Roberto Dallavalle fra gli uomini, Nicole e Carlotta Scalet fra le donne. Gli azzurri hanno dato il massimo ma, ad dir del vero, è stata una lotta ad armi impari, un po’ come se, calcisticamente parlando, il Chievo volesse confrontarsi con i Galacticos del Real Madrid. Pur facendo dei miracoli non sempre è possibile vincere. Eppure i nostri ce l’hanno messa tutta ed a volte il fattore campo, 3 atleti sono proprio di Primiero, è stato quasi un boomerang. Molte le attenzioni e le attese su un gruppo di ragazzi non arriva ai 20 anni, e che, soprattutto all’inizio, hanno pagato lo scotto dell’emozione. L’esordio nella Sprint a Mezzano e Imer, non è infatti stato dei più felici, ma una volta rotto il ghiaccio le cose sono andate meglio. La Federazione ha fatto il massimo per riuscire
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a mettere gli atleti nelle migliori condizioni, facendoli partecipare a diversi campi di allenamento pre evento e mettendo a disposizione uno psicologo dello sport e un’osteopata per rimediare agli acciacchi di gara. Alla fine il miglior risultato è arrivato nella prova a staffetta, con l’11° posto delle ragazze ed il 20° dei maschi. Bravi tutti gli azzurri comunque, guidati da un tecnico di grande esperienza, Jaroslav Kacmarchik, coadiuvato da un ex campione azzurro, Maurizio Ongania. Il Commissario Tecnico, arrivato quest’anno, ora ha tutto il tempo per lavorare avendo la consapevolezza di poter disporre di molti degli azzurri anche il prossimo anno. Un gruppo giovane e ben affiatato che ha dato dimostrazione di serietà e di voglia di imparare. Ora il futuro è nelle loro mani e nelle loro gambe. Altro grande protagonista in Trentino è stato sicuramente lo scenario naturale. Boschi incontaminati, a San Martino di Castrozza, al Passo Rolle e in Val Canali. Un paesaggio verde, alpino, esasperato dal contrasto delle Dolomiti sempre sullo sfondo a vigilare sulla manifestazione. Un bellissimo spot per l’Orienteering, un tasso tecnico di altissimo livello, con tracciatori e cartografi impegnati a dare il meglio di sé. Cartine perfette, realizzate grazie all’innovativa tecnica laser scan, che permette di trasportare su carta nel migliore dei modi il terreno di gara. Insomma un livello tale di accuratezza in tutti i particolari che il Campionato Mondiale Junior non ha avuto nulla da
Donne Sprint: 1. Lonnkvist (Sve), 2. Bobach (Dan) e Novotna (R. Cec), 45. C. SCALET Middle: 1. Alexandersson (Sve), 2. Nydal (Nor), 3. Bobach (Dan), 19. N. SCALET Long. 1. Bobach (Dan), 2. Lonnqvist (Sve), 3. Teini (Fin), 31. N. SCALET. Staffetta: 1. Svizzera 1 (Kirk, Tritschler, Gross) 2. Norvegia 1, 3. Danimarca 1, 17 ITALIA 1 (C. Scalet, Torggler, N. Scalet), 11°. ITALIA 2 (Zanetel, Jagher, Crippa) a 36’53".
Uomini Sprint: 1. Kyburz (Svi), 2. Nykodym (R. Cec), 3. Hubmann (Svi), 26. GENUZIO. Middle: 1. Taivainen (Fin), 2. Sauter (Svi), 3. Indgaard (Nor), 55. DALLAVALLE (Ita) Long: 1. Bergman (Sve), 2. Bobach (Dan), 3. Hubmann (Svi), 56. DALLAVALLE Staffetta: 1. Svezia 1 (Bostrom, Rideflet, Bergman), 2. Svizzera, 3. Danimarca, 21. ITALIA 1 (Dallavalle, Genuzio, Scalet), 40. ITALIA 2 (De Agnoi, Crippa, Baggio) invidiare a quello degli Elite. Ed i complimenti sono fioccati da tutte le parti, per gli organizzatori, una soddisfazione ad ogni prova. Nessuna sbavatura e tante persone da tutta Europa. Oltre ai 400 atleti junior anche 3.000 concorrenti, da 32 nazioni differenti, per la manifestazione che si è svolta parallelamente alla rassegna iridata: La 5 giorni delle Dolomiti. Qui il successo di un super campione, il transalpino Francois Gonon che come la svedese Helena Jansson si sono aggiudicati la kermesse italiana. Un successo in tante forme quello dell’Orienteering a Primiero, dall’inizio alla fine. Dalle spettacolari cerimonie di apertura e chiusura nella piazza principale del paese, alle 4 dirette televisive riservate da Raisportpiù. Un piacevole appuntamento serale per gli appassionati che hanno così potuto ammirarsi una volta tanto in Tv. “Ci siamo aperti al mondo “ ha commentato con
estrema soddisfazione il presidente del Comitato Organizzatore Luigi Zanetel, supportato da Roberto Pradel e da uno staff di 300 volontari. Una macchina organizzativa imponente, per un movimento avviato sempre più alla professionalizzazione e gratificato dalla visita del Presidente del CONI, Gianni Petrucci. “Ho visto tanta passione – ha raccontato Petrucci – e un entusiasmo rari a vedersi. L’Orienteering è uno sport diffuso nei 5 continenti e che sta lavorando bene per riuscire a diventare al più presto Federazione riconosciuta ed in seguito disciplina Olimpica”. La FISO dal canto suo ha ricordato come questo sia comunque uno sport che poggia in pieno sugli ideali olimpici. “Alla base del nostro movimento c’è il Fair Play – ha confermato Sergio Grifoni, presidente federale – ovviamente vincere non dispiace e per questo stiamo lavorando duramente sui giovani”.
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La caccia ai Leoni Il massimo campionato nazionale taglia il traguardo dell'ottantesima edizione, l'ultima con la formula a dieci squadre prima della riforma che - di pari passo con la Celtic League riporterà a dodici il numero delle squadre partecipanti. di Andrea Cimbrico
'addio del Calvisano alla massima serie, e la diaspora di ex giallo neri conseguente, potrà forse garantire una regular-season forse più competitiva: il primo turno, disputato pochi giorni della chiusura di questo numero di Sport Club, ha confermato un certo livellamento dei valori in campo. La Benetton Treviso rimane, ovviamente, la squadra da battere: ad una rosa già validissima e collaudata, coach Franco Smith ha potuto aggiungere pedine di valore, pescando a piene mani dagli ormai ex rivali della provincia bresciana. E così, in Ghirada ci sono il tallonatore Leonardo Ghiraldini, il flanker Alessandro Zanni e l'estremo Luke McLean, tutti stabilmente titolari nell'Italia di Nick Mallett. Forse, i tre azzurri più interessanti: resta da capire come lo staff bianco verde deciderà di impiegarli considerata una rosa già ben coperta proprio nei ruoli di appartenenza dei tre transfughi calvini. McLean, estremo o all'occorrenza apertura, tra i migliori con la Nazionale al tour estivo, lotterà per la maglia numero 15 con “Dingo” Williams o per un ruolo in cabina di regia con Andrea Marcato? Anche per Ghiraldini e Zanni, titolari inamovibili con Calvisano e in Nazionale, la concorrenza si preannuncia spietata. Intanto, nei primi ottanta minuti, è arrivata una vittoria
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sofferta, 12-18, in casa dei Consiag I Cavalieri Prato, una matricola che promette di infastidire più di una delle big. Viadana, grande delusa della scorsa stagione, appare l'avversario più temibile per Treviso: il DS Tonni ha riportato in riva al Po' Carlo Antonio Del Fava, probabilmente una delle seconde linee più rispettate del panorama europeo dopo due stagioni al Bourgoin e altrettante all'Ulster. L'uomo giusto per dare possessi di qualità ai trequarti mantovani, rafforzati dall'arrivo di Matteo Pratichetti che, a ventiquattro anni, è chiamato alla consacrazione definitiva in Super 10 e in maglia azzurra. L'esordio in campionato, però, non è stato dei migliori: complice un'atmosfera magica, in una serata che resterà a lungo nella memoria dei presenti e di tutti i rugbisti italiani, L'Aquila Rugby ha superato i mantovani allo scadere, celebrando con una sorprendente vittoria per 22-20 il ritorno in Super 10 a cinque mesi da terremoto di aprile. Per Rovigo, outsider della scorsa stagione, il 2009/2010 dovrà essere l'anno delle conferme dopo un'estate travagliata, culminata nell'addio al rossoblù da parte di Simone Favaro, ventunenne flanker trevigiano tra i protagonisti dello storico ritorno ai play-off. Ma a Rovigo c'è voglia di confermarsi e innovarsi: anche sul
piano dirigenziale, come testimoniano gli incarichi conferiti a Antonio Pagano (direttore generale) e Enrico Borra (responsabile della comunicazione), due giovani professionisti che potranno dare un apporto importante al club di Susanna Vecchi, sempre intenzionato a valorizzare i giovani italiani come testimoniano gli ingaggi dell'apertura Riccardo Bocchino dalla Capitolina e del minore dei fratelli Pratichetti, Andrea, dal Calvisano. Proprio Andrea è stato tra i migliori in campo nella prima partita, pareggiata 32-32 in casa del Casinò di Venezia dilapidando negli ultimi due minuti di gioco quattordici punti di vantaggio. Il Parma non ha più lo storico sponsor Overmach e ha concluso la collaborazione con Andrea Cavinato, tornato sulla panchina dell'Under 20 azzurra. Al suo posto due allenatori giovani come Andrea “Ciro” Sgorlon e Francesco “Coco” Mazzariol e una rosa molto giovane e molto italiana: strappato Favaro al Rovigo, con un Minto in costante crescita e un Vosawai capace, quando in giornata, di fare la differenza, la terza linea gialloblù non deve temere confronti con nessuno e anche i trequarti, con i neo-azzurri Rubini e Quartaroli, hanno le carte in regola per essere protagonisti. Intanto, i ducali si sono portati subito in testa alla classifica battendo 30-10 la Futura Park
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Rugby Roma nel primo turno. Sull'altra sponda parmigiana, in casa Plusvalore Gran, ci si è dati da fare per allestire una squadra competitiva dopo il ripescaggio nell'elite nazionale. Il gioiello, però, lo si è pescato in casa: Tito Tebaldi, convocato in extremis da Mallett per il tour estivo, ha retto la pressione e finito per impressionare sia contro Wallabies che All Blacks e può essere realmente il numero nove del futuro per il club e per la Nazionale. Occhi puntati anche su Giovanbattista Venditti, diciannovenne ala abruzzese svezzato a Tirrenia e dalla Capitolina: fisicamente l'ala più temibile del campionato, dovrà sgrezzarsi in molti aspetti del gioco per far appieno le proprie potenzialità. Proprio da Tebaldi e Venditti sono arrivati tutti i punti nella prima giornata, chiusa con una sconfitta di misuta, 32-29, in casa del Petrarca. A quasi cinque mesi dal terremoto, L'Aquila torna in Super 10 ripescata dopo aver perso con Prato la finale-promozione della Serie A: il club neroverde ha ingaggiato molti giocatori provenienti dalla Capitolina e, scorrendo la rosa, appare chiaro come il Club del presidente Pasqua possa dire la sua e lottare, forse, per un piazzamento europeo. Myring, Manawatu, Leonardi, Llanos, Nitoglia e capitan Zaffiri possono garantire, sotto la guida di Mascioletti, un importante salto di qualità. L'esordio vittorioso su Viadana è il migliore dei biglietti da visita. Carrera Petrarca Padova e Casinò di Venezia si sono mosse limitatamente sul mercato e, nell'economia di un campionato comunque lungo, potrebbero finire per risentirne. Padova, però, ha il solito inesauribile vivaio a cui attingere per puntellare la rosa e ritrova in cabina di comando un uomo dall'incredibile carisma: Pasquale Presutti è il tecnico giusto per la piazza in maglia nera. Venezia, dopo aver pescato pesantemente dal mercato estero nel 2008/2009, ha sfoltito in modo consistente la propria rosa mantenendo comunque l'ossatura dell'anno passato, con una strizzata d'occhio all'italianizzazione della squadra in vista della riforma 2010/2011. Filosofia analoga a quella della Futura Park Rugby Roma, che - complici gli addii di Calvisano e Capitolina -ha riportato nella Capitale il seconda linea Bernabò e si è assicurata il mediano di mischia Toniolatti, cresciuto nel club di via Flaminia e dal novembre scorso stabilmente nel giro azzurro. Due pedine importanti per tornare provare a essere protagonista nella stagione che coincide con il ritorno sulla scena europea dei bianconeri. La brutta sconfitta all'esordio a Parma può rivelarsi un caso isolato.
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Rugby
Unione Rugby Capitolina, società di valori! Alcuni la chiamano “l'incredibile URC” altri semplicemente “Unione”, sta di fatto che nel club di Via Flaminia si respira la purezza dello stile “old England” di Emilia Maria Pezzini
ata nel 1996 grazie ad un gruppo d'amici con le idee molto chiare sul come dover gestire una società di vertice, per la stagione 2009-2010 l'Unione Rugby Capitolina ha deciso di abbandonare con il team seniores il Super 10 (massima serie del rugby) per dedicare tutte le risorse alla mission principale: quella di formare i giovani. “Come dodici anni fa, torniamo ad investire le nostre risorse solo per promuovere i valori naturali di questo sport, - esordisce il presidente Claudio Tinari con attenzione particolare ai prototipi di condotta che riteniamo più sani per i giovani, ecco, se dovessi coniare uno slogan sarebbe Capitolina …società di valori!”Una società che ai blocchi di partenza si presenterà comunque con un team Seniores (in Serie B), ma solo per dare uno sbocco agonistico
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ai tanti giovani del vivaio, senza spese folli. “Meglio un educatore in più per i ragazzi, che stipendiare uno straniero nel team seniores ! - prosegue Tinari - Basta con l'inseguire un falso professionismo che non porta a nulla se non alla dissipazione di capitali. Vogliamo incrementare le attività sociali al campo in modo che tutti si sentano protagonisti di un progetto vincente, sia gli atleti che le loro famiglie…inoltre la prima squadra, dopo l'esperienza del Super 10 al Flaminio, tornerà a giocare sul nostro campo e questo darà ulteriore linfa allo spirito d'appartenenza consentendo a genitori e figli di gustarsi le partite nella comodità della propria casa !”La scorsa stagione i numeri del minirugby sono stati impressionanti : oltre 500 ragazzi in giro per l'Italia, 12 tornei fatti come società, 131 concentramenti, 155 squadre in campo…
insomma un'annata vissuta alla grande! E poi i risultati sul campo hanno dato ampie soddisfazioni, esaminando i risultati dei vari tornei alla quale l'URC ha partecipato è facile trovarla in cima alle classifiche (a volte anche con più di una squadra per categoria), segno lampante della bontà del lavoro degli allenatori ma anche di un habitat di formazione sano per i ragazzi che si sentono parte integrante di un progetto. Un altro punto a favore della capitolina è il fatto di poter disporre di una propria casa, una struttura modello “old England” con due campi regolamentari (uno in sintetico d'ultima generazione), la palestra, lo spazio bimbi attrezzato, lo shop dove poter acquistare il materiale
tecnico ed il merchandising, la club-house dove i genitori possono trovare accoglienza durante l'inverno ed il ristorante-pizzeria. Non dimentichiamo poi l'attività nel sociale svolta dalla propria Onlus che, con il progetto d'inserimento per i ragazzi con la sindrome di Down o quello nel carcere minorile di Casal del Marmo, è attivissima nel sostegno ai ragazzi con disagi socio-familiari. In questi anni spesso l'Unione Rugby Capitolina è stata presa ad esempio come società ed è per questo che quando si vuol iscrivere per la prima volta un ragazzo ai corsi di rugby è facile che la scelta ricada sul club amaranto-bianco-blu. Nel mese di settembre si sceglie quale sport far praticare ai propri figli, il nostro consiglio è quello d'affacciarsi in Via Flaminia 867 o di contattare la segreteria al numero 06.3335047 info@capitolina.com).
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24° Campionato Forense
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Club news
Dott. Dario Lucchetti Medico Chirurgo Specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa Master II째 livello in Tecniche Complementari in Medicina Riabilitativa
Top Physio Network: una buona notizia per il mondo dello sport! Apre a Roma, in collaborazione con il Polo Ortopedico Villa Stuart Sport Clinic, il primo Centro di Fisioterapia Riabilitazione e Medicina dello Sport dedicato agli atleti del basket
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ott. Lucchetti, come nasce l’idea? Il basket è da sempre lo sport più diffuso nel mondo e da pochi anni si sta diffondendo a macchia d’olio anche in Italia. Il nostro gruppo, da sempre attento e inserito nel mondo dello sport, ha accolto l’esigenza di realizzare un centro specializzato proprio nelle cure dei traumi tipici del basket. Il Centro nasce, in collaborazione con la Casa di Cura Villa Stuart Sport Clinic, per soddisfare a 360° le esigenze dell'atleta. Questa collaborazione è molto importante in caso di infortunio, perché una diagnosi precoce consente l’impostazione del più idoneo percorso medico e riabilitativo per velocizzare il più possibile il rientro in campo dell’atleta. L’idea di un centro riabilitativo con campo di basket a disposizione permette inoltre di recuperare anche il gesto at-
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letico prima di “riconsegnare” l’atleta alla squadra. Quali sono i traumi più comuni? Le articolazioni sono quelle più colpite: caviglia, ginocchio e spalla, ma non sono da trascurare le patologie da sovraccarico che vedono esposta anche la colonna vertebrale!! In poche parole, perché un atleta dovrebbe scegliere proprio il vostro Centro? Nella pratica sportiva agonistica una diagnosi precoce e completa può essere determinante per una ripresa funzionale ed un ritorno all’attività sportiva. I Centri Top Physio sono il risultato della sinergia dei più prestigiosi e consolidati Centri romani specializzati in terapie riabilitative, fisioterapiche, medicina dello sport e la Casa di Cura Villa Stuart, Centro d’eccellenza di diagnostica, ortopedia e traumatologia della sanità ro-
I CENTRI TOP PHYSIO SONO CONVENZIONATI IN FORMA DIRETTA CON: FASI – FASDAQ - UNISALUTE – CASPIE- CASAGIT – EUROPASSISTANCE E LE MAGGIORI COMPAGNIE ASSICURATIVE
mana. Il nostro impegno si traduce quindi in una gestione dell’atleta a 360 gradi: dalla valutazione medica per l’idoneità agonistica, medicina dello sport, diagnostica per immagini, sport trauma center 24 h, chirurgia ortopedica, alla riabilitazione e preparazione atletica. Il Centro è solo per chi pratica agonismo? Direi proprio di no! La nostra esperienza, consolidata in 25 anni di attività a seguito delle nazionali, è a disposizione degli atleti di tutte le categorie e, comunque, chi ha la capacità di gestire e riabilitare un atleta agonista è ovviamente in grado di gestire chiunque!
IL MEDICO RISPONDE
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linea diretta con specialisti in or topedia • fisiatria • reumatologia medicina dello sport • radiologia • scienza dell'alimentazione
Scrivete a: mtpereira.villastuart@eurosanita.it
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Sport&Finanza
Mondiale baseball: budget in area 2.5 mln Mezzi tattici in comunicazione per catturare l’attenzione del grande pubblico di Massimo Lucchese
a macchina organizzativa della Baseball World Cup (7-27 settembre) è entrata nel periodo più cruciale. In attesa di assistere alle gesta dei campioni azzurri del “diamante”, un primo risultato è stato raggiunto in ambito commerciale. Il budget delle sponsorizzazioni, tra pubbli-
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co e privato, supererà i 2.5 milioni di euro. I primi contratti sono stati firmati con Enel (distribuirà 50 mila lampadine a risparmio energetico durante le gare), Mercedes-Benz e Noverca, nuovo operatore virtuale di telefonia mobile. L’azienda di energia elettrica si presenta tra i main partner della manifestazione iridata, do-
po gli investimenti in comunicazione a supporto del Mondiale di nuoto: circa 5 mln di euro (di cui la metà in pianificazione pubblicitaria). Completano il parterre degli investitori l’Istituto per il credito sportivo, acqua Lete, Pepsi/Gatorade, Ald, Novamont, Macron (partner dell’abbigliamento dello staff orga-
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nizzativo), Groupama assicurazioni, SISAL/Matchpoint, Radio Dimensione Suono, Aeroporti di Roma, Centostazioni (Ferrovie dello Stato) e i tre enti locali (comune e provincia di Roma, regione Lazio). Tra le novità anche il debutto di regione Abruzzo, tra i partner istituzionali della fase tricolore. Roma si è trasformata nella “vetrina” mediatica dell’evento. Dallo scorso 4 agosto infatti il trofeo IBAF (Federbaseball internazionale) è ospitato dal comune presso i mercati di Traiano. Un’operazione di immagine fortemente voluta dal sindaco Gianni Alemanno e dal delegato allo sport Alessandro Cochi. La coppa è rimasta ai Fori fino al 21 settembre, quando nel corso di una serata-evento, in programma all'auditorium Parco della Musica, è stata consegnata dal sindaco capito-
lino al primo cittadino di Nettuno (host-city della finale). “Sotto il profilo della comunicazione abbiamo scelto dei mezzi tattici”, ha spiegato a Sport&Finanza, Andrea Abodi – direttore generale del CO della BWC2009. “Abbiamo affisso una serie di murales in dodici punti nevralgici della capitale (tra questi piazza del Popolo, l’Aurelia, corso di Francia, la Flaminia, ecc.). “Il budget a disposizione è nettamente inferiore, per esempio, al Mondiale di nuoto (circa 50 milioni di euro, ndr) e proprio per questo abbiamo scelto dei mezzi alternativi per catturare l’attenzione del grande pubblico”. Sempre in ambito comunicazionale strategiche le collaborazioni con il Corriere dello Sport e Tuttosport, oltre al mensile Sport Club (già presente come sponsor al Mondiale di nuoto
di Roma09) e al portale Sporteconomy.it (sulla web-tv Sporteconomy.tv sono già presenti diverse interviste ai protagonisti dell’evento iridato), che ha dedicato una sezione ad hoc allo sport del diamante. “Sarà una rassegna che rimarrà nella storia di questa disciplina, molto popolare soprattutto in Nord e Centro America”, ha sottolineato Mauro Miccio, presidente del Comitato della fase finale del Mondiale. “Si caratterizzerà come un green event e questo è un posizionamento importante, che verrà replicato da molte altre grandi kermesse sportive. Siamo orgogliosi che questa operazione avvenga in Italia in collaborazione con il ministero dell’Ambiente”. L’evento iridato vedrà coinvolte 16 città tricolori, prima di arrivare alla finale di Nettuno del 27 settembre.
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Sport&Finanza
Calcio: il sistema Italia cerca
di recuperare il tempo perduto
La serie “A” è indebitata per 2 miliardi di euro e non reagisce ai colpi della concorrenza straniera. Primo stadio hi-tech solo nel 2011 con la Juventus, che si affida a ICS di Massimo Lucchese*
pagna e Gran Bretagna ci hanno tolto definitivamente lo scettro di “campionato più bello del mondo”, a colpi di calcio-mercato e di investimenti (non solo in ambito sportivo), che rischiano di scavare un gap sempre più profondo con la nostra massima serie. In poche settimane, di un’estate infuocata, il Real Madrid ha strappato, in giro per il mondo, tutto quello che poteva far sognare la tifoseria delle Merengues. E così in rapida sequenza alla corte del presidente Florentino Perez sono arrivati assi del calibro di Kakà (Milan), Cristiano Ronaldo (Manchester United), Albiol (Valencia), Benzema (Olympique Lyonnais) e Xabi Alonso (Liverpool) e altri calciatori di grido, che fanno del Real la squadra indiscussa da battere in Spagna e in Europa. E in Italia? A parte l’arrivo di Samuel Eto’o (ex Barcellona), che cercherà di far rimpiangere Zlatan Ibrahimovic (da quest’anno in forza al club azulgrana), in casa Inter, gli unici colpi di mercato li ha compiuti la Juventus. Il club piemontese ha acquisito i brasiliani Diego e Felipe Melo e punta a contrastare i nerazzurri per la conquista del titolo tricolore. Sul fronte economico dopo sei anni è tornata in utile (dopo i meno 20 mln di euro della passata stagione) e si presenta forte di un giro
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d’affari di 240 mln di euro. Se la “Vecchia Signora” è tornata definitivamente in auge, dopo il contraccolpo della “B” collegato a Calciopoli, il resto del panorama nazionale è più vicino al tracollo che a reali opportunità di sviluppo. Il sistema calcio italiano è fortemente indebitato: circa 2 miliardi di euro. Non è il livello più alto a livello europeo (la Gran Bretagna è oltre i 3 miliardi di sterline), ma gli inglesi si sono indebitati per ragioni differenti dalle nostre e il sistema bancario del Regno Unito valuta il calcio come un’industria, quello tricolore come un problema da gestire insieme agli ambienti politici (spesso anche a carattere locale). I club Uk di prima divisione posseggono tutti lo stadio, così come i terreni su cui poggiano gli impianti, e le strutture attualmente presenti sono in molti casi di ultima generazione (stadi moderni, hi-tech e rivolti a un pubblico sempre più esigente). Logico, quindi, che le banche britanniche non abbiano problemi a valutare nel modo più corretto gli asset delle squadre della Barclays Premier league e a sostenere i progetti di mediolungo periodo di queste realtà. In Italia per veder nascere il primo stadio di moderna concezione bisognerà attendere il 2011 e, ancora una volta, sarà la Juventus ad aprire le danze (grazie a un’accorta operazione di
finanza con l’Istituto per il credito sportivo, guidato dal presidente Andrea Cardinaletti). Sulla carta questi impianti possono essere un’opportunità reale per i club, ma prima di andare a target passano molti anni (dal momento della concessione delle licenze per la costruzione dello stadio all’inaugurazione), mentre in Europa mediamente non si superano i 3-4 anni. In attesa degli stadi, la serie A tra un anno potrà contare su un nuovo fiume di denaro. Oltre 900 milioni di euro a stagione dai diritti tv assicurati alla Lega calcio per il prossimo quinquennio dall’advisor Infront (agenzia internazionale specializzata nelle attività di sportsmarketing e valorizzazione dei tv-rights). In totale 5 miliardi e 400 milioni di euro per ben sei stagioni (fino al 2016). Un’occasione irripetibile per i presidenti italiani per investire in diverse aree critiche sotto il profilo sportivo/economico (come lo sviluppo dei vivai giovanili, il potenziamento delle attività di marketing e in ambito comunicazionale). In gioco non c’è solo la possibilità di sanare i bilanci, ma, soprattutto, per i top club, di competere a livello internazionale (ormai mediamente con business superiori ai 300 mln di euro). *condirettore dell’agenzia stampa Sporteconomy.it
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America’s Cup: l’unica certezza è che non ci sono certezze
di Alberto Morici*
orse non tutti sanno che agosto è stato un mese molto caldo per le vicende dell’America’s Cup di vela. All’inizio del mese l’imbarcazione di Alinghi è arrivata a Genova per una sessione di allenamenti dopo uno straordinario viaggio di 8 ore in elicottero sopra le Alpi direttamente dal lago di Ginevra. Il 10 agosto è stato il giorno del tanto atteso annuncio della località che ospiterà la sfida del secolo, annuncio che spettava al Defender e che puntuale è arrivato: Ras Al-Khaimah negli Emirati Arabi Uniti. Il giorno di Ferragosto è stato invece il battesimo in acque salmastre dell’imbarcazione svizzera di Ernesto Bertarelli soprannominata The Baby, per contrapporsi al nome del mostro americano DoGzilla (il Godzilla per il Deed of Gift). E gli americani? BMW Oracle Racing, del tycoon dell’information technology Larry Ellison, dopo la cerimonia di presentazione degna di una serata da Oscar con protagonista Harrison Ford, l’eroe Indiana Jones, ha tuonato enfatizzando il rischio per il team USA di attentati terroristici nel piccolo emirato arabo a Sud del Golfo Persico a soli 100 miglia dall’Iran. “Sono preoccupato – ha detto Larry Ellison - per tutte le persone che dovranno seguire l’evento e che potrebbero essere esposte a pericoli per la vicinanza con l'Iran. La Coppa America è un evento di risonanza mondiale e Oracle rappresenta gli Stati Uniti, quindi potrebbe essere un
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facile obiettivo per dei male intenzionati”. Ad Ellison ha risposto Sua Altezza Sheikh Saud Bin Saqr Al Qasimi, principe di Ras Al-Khaimah, che ha dichiarato: "E' emozionante ospitare un evento come l’America’s Cup che renderà omaggio alla capacità degli Emirati Arabi di organizzare eventi sportivi spettacolari. Saremo al centro del mondo e dimostreremo la nostra ospitalità a tutte le persone che vogliono godere in pace della competizione sportiva". Sembra un intrigo internazionale, ma in realtà è solo la storia dell’America’s Cup, l’evento sportivo più antico al mondo, una storia che da sempre ha vissuto di incertezze per l’opinione pubblica in quanto le uniche certezze erano ad uso e consumo dei protagonisti. Era già accaduto infatti nel 1988 che l’America’s Cup si corresse secondo le regole del Deed of Gift (letteralmente atto di donazione, il documento cioè redatto e depositato dal New York Yacht Club, detentore dal 1851 della Coppa, al tribunale di New York da applicare al di sopra delle parti nelle questioni giuridiche di Coppa America) e già allora il mitico Dennis Conner affermò: sarà un’edizione bizzarra e assai incerta”. Mai una predizione fu tanto veritiera e attuale. All’epoca la sfida era tra americani e neozelandesi: Dennis Conner si presentò con un agile catamarano di soli 18 metri mentre il difensore della Coppa con un gigantesco monoscafo neozelandese di 27 metri. Il duello in
acqua fu impietoso e il piccolo catamarano vinse due regate con un distacco di oltre i diciotto minuti. Oggi di certo si sa che la 33ima edizione si correrà a febbraio 2010 e che entrambi gli sfidanti useranno dei multiscafi i cui limiti di lunghezza e larghezza concessi dal Deed of Gift sono di 90 piedi; la cosa curiosa è che gli americani avranno un trimarano mentre gli svizzeri un catamarano e per cui l’incertezza sarà l’esito finale in virtù di scelte progettuali tanto diverse. Alla certezza delle dimensioni delle imbarcazioni corrisponde la certezza del budget multimilionario messo in campo dall’Olimpo della finanza mondiale, quella dei ricchi signori, Larry Ellison (USA) ed Ernesto Bertarelli (SUI), che hanno reso la sfida sportiva più antica al mondo un evento per pochi intimi. Sono finiti forse i tempi della mitica “Azzurra”, la sfida che ha fatto riscoprire gli italiani essere un popolo di navigatori, o forse torneranno mai i tempi per cui anche un piccolo team come quello di Fuxia Challenge che aveva l’ambizione di far competere per la conquista della Coppa un manipolo di donne, avrà l’occasione di partecipare? Quel che è certo che oggi Fuxia Challenge capitanata dalla forte velista Giulia Conti (numero 1 al mondo nella classe 470) punta alle Olimpiadi di Londra 2012 cercando di conquistare una medaglia che riavvicini la vela ai comuni mortali. *redattore di Sailbiz.it
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Sponsoring
La formula del successo Intervista con Riccardo Di Blasio, giovane amministratore delegato in Italia di Emc2, la multinazionale americana leader nel settore tecnologico impegnata in campo sociale e con la passione per lo sport di Matteo Cirelli
'EMC2 è fra le top 50 multinazionali del mondo, che in trent'anni di attività si è posizionata ai vertici di uno dei settori chiave dell'economia. Dottor Di Blasio, Precisamente di cosa si occupa l'azienda?
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La nostra azienda si muove nel mercato della tecnologia, con particolari riferimenti a tutto quello che riguarda l'archiviazione informatica digitale. Il nome deriva dalle iniziali di Egan e Marino, i due fondatori dell'azienda, nonché professori presso l'Mit, l'istituto della tecnologia di Boston nel quale
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“Da qualche anno abbiamo anche incrementato la nostra presenza nel mondo della Formula 1 e precisamente con il Toyota Racing Team, e il nostro brand è visibile sia sugli specchietti delle auto sia sulle tute di Jarno Trulli e Timo Glock.”
lavorò anche Albert Einstein. Anche in onore al grande scienziato fu scelto proprio il nome che rievoca la formula dell'energia. Sono passati 30 anni dalla fondazione dell'Emc2, e siamo orgogliosi del grande cammino che abbiamo fatto. Oggi siamo fra le prime 50 multinazionali del mondo, abbiamo sedi in 172 Paesi, un personale di oltre 41mila unità, e lo scorso anno abbiamo fatturato 15 miliardi di dollari. L'Emc2 non è però attenta solo al profitto, e sia a livello italiano che mondiale, investe molto nell' ambito sociale. In particolare quali sono le attività promosse? Nella sede italiana della Emc ci piace utilizzare il termine di “Passaporto italiano”. Molto spesso le aziende hanno un impatto freddo sul territorio. Piantano un ufficio e pensano al fatturato. Noi la pensiamo in modo diverso. Per questo abbiamo istituito due borse di studio all'interno del Progetto Figi, per la formazione di giovani ingegneri, nelle facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma e del Politecnico di Milano. Inoltre siamo soci del Consorzio Elis, un'iniziativa dell'Opus Dei per programmi di aiuto e formazione dei ragazzi meno fortunati di tutta Italia di provenienza diversa. Come spesso accade, donazioni nell'ambito scientifico si sposano con manifestazioni sportive. È un connubio che vale anche l'Emc2? Esatto. Proprio in quest'ottica da molti anni siamo sponsor della Boston Marathon, la più antica maratona del continente ameri-
cano. Proprio lo scorso anno un rappresentante della Emc Italia, Andrea Danese, partecipò all'evento. Non solo per passione sportiva però, in quanto siamo sponsor dell'ospedale di Boston e aiutiamo la ricerca per la cura della sclerosi multipla, malattia che colpisce anche molti sportivi. Per quell'occasione Andrea portò il ricavato delle donazioni fatte da tutti i dipendenti della nostra azienda. La presenza di Emc2 nel panorama spor-
tivo mondiale però non finisce qui. E non poteva essere altrimenti, dato che la sede principale dell'azienda è a Boston, la città più sportiva degli Stati Uniti. Praticamente tutte le principali attività sportive che si respirano nella capitale del Massachusetts sono legate a noi. Siamo sponsor ufficiali sia della franchigia NFL dei New England Patriots, nel recente passato capaci di vincere il Super Bowl per tre volte (nel 2001, 2003 e 2004), e dei glo-
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riosi Red Sox, una delle squadre più titolate della Major League. Da qualche anno abbiamo anche incrementato la nostra presenza nel mondo della Formula 1 e precisamente con il Toyota Racing Team, e il nostro brand è visibile sia sugli specchietti delle auto sia sulle tute di Jarno Trulli e Timo Glock. Di recente siamo stati a Monza per il Gran Premio e, anche se la gara non è andata benissimo, è stata una gran bella esperienza poter portare i nostri clienti nei box per un incontro molto affascinante con gli ingegneri e i meccanici della Toyota. Non scordiamo però la nostra partnership con i leggendari London Wasps, la squadra di rubgy inglese che nel 2008 ha vinto per la sesta volta la English Premiership. E in Italia, qual è il rapporto della Emc con lo sport?
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“Siamo sponsor della Boston Marathon, non solo per passione sportiva però, in quanto siamo sponsor dell'ospedale di Boston e aiutiamo la ricerca per la cura della sclerosi multipla, malattia che colpisce anche molti sportivi.” Da noi la situazione è un po' diversa. Purtroppo non abbiamo una vasta cultura dello sport e, calcio a parte, sono poche le discipline che hanno un grande seguito. Stiamo cercando però di inserirci negli sport che trovano affinità non la nostra clientela. Rispon-
dono a questa strategia alcune iniziative che stiamo discutendo, come l'organizzazione di un circuito di tornei di golf, che ci piacerebbe chiamare Emc Cup, e l'entrata del nostro brand fra gli sponsor degli Internazionali d'Italia di Tennis, uno degli eventi sportivi più famosi e seguiti del nostro Paese. Sposato con Isabella e padre di Carolina, buon giocatore di tennis e con la passione per la Lazio, a 38 anni lei è già Amministratore delegato e Direttore generale di una delle aziende più conosciute del pianeta. Qual è il segreto del suo successo? Non so se sia un segreto, ma ho cominciato a fare le valigie e a viaggiare per lavoro molto presto. Ho passato cinque anni a Londra, quattro in America Latina e ho avuto anche esperienze in Medio Oriente e Africa. In Italia è difficile emergere. Una cosa che non mi stanche-
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“Alcune iniziative che stiamo discutendo, come l'organizzazione di un circuito di tornei di golf, che ci piacerebbe chiamare Emc Cup, e l'entrata del nostro brand fra gli sponsor degli Internazionali d'Italia di Tennis” . rò mai di dire, è che se oggi ricopro una carica di grande responsabilità in una delle multinazionali più famose del mondo, è anche perché ho avuto il coraggio di andare a fare esperienze all'estero. Infatti, la necessità è quella di ritrovare e premiare il talento delle nostre persone, dei manager: tanta intraprendenza, passione e un pizzico di fortuna, proprio come nello sport. L’Amministratore Delegato EMC2 Riccardo Di Blasio nel box Toyota
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Handball
Beach Handball:
Azzurre sul tetto del mondo Dopo un inseguimento durato 9 anni, e partito dal sesto posto degli Europei di Gaeta 2000, l’Italia femminile del Beach Handball ha emozionato e commosso il mondo della pallamano italiana e non solo portando il tricolore sulla vetta del mondo. di Enrico Morucci
n gruppo di atlete che ha fortemente creduto in un sogno ed un progetto, attraverso tanti risultati importanti ma sfiorando sempre l’acuto finale. Ora no, ora l’Italia è la prima del mondo con simpatia e con capacità tecniche assolute; le “dancing girls”, cosi le hanno chiamate in Norvegia gli speaker della manifestazione, hanno stabilito un primato storico in questa giovane disciplina nata in Italia negli anni novanta. Questa la cronaca di un mese di successi. E’ il 28 giugno 2009, l’Italia femminile del beach handball è nella storia. A Larvik, in Norvegia, infatti, battendo agli shoot-out le padrone di casa nella finalissima disputata davanti a oltre 3.000 spettato-
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ri ed in diretta sulla rete nazionale norvegese, le ragazze di Neukum si sono laureate campionesse d’Europa per la prima volta. Nel prestigioso albo d’oro, l’Italia succede alla Croazia che aveva vinto l’edizione del 2007 disputata proprio in Italia. Il match ha visto l’Italia imporsi per 2-1 dopo i combattutissimi shoot-out e, grazie alla complessiva prestazione nel corso del torneo, l’azzurra Porini e’stata premiata come miglior portiere della manifestazione. “Un risultato storico, che vede per la prima volta una squadra azzurra della pallamano salire sul gradino piu’ alto d’Europa – cosi ha accolto il successo azzurro il presidente della Figh Avv.Francesco Purromuto-. Viene cosi’ premia-
to l’impegno e la passione che le nostre ragazze hanno con serietà e capacità dedicato al beach handball in questi anni. Dopo il bronzo ai Mondiali d’Egitto ed il quarto posto agli Europei di Misano ed ai Mondiali in Spagna, finalmente il meritatissimo primo posto. Grazie alle ragazze ed al tecnico per questo regalo che hanno fatto a tutto il movimento” ha concluso il Presidente federale. Danimarca, Spagna, Polonia, Norvegia e Svizzera si sono inchinate davanti all’Italia nel girone di qualificazione. Poi vittorie contro Ucraina e Svizzera che hanno regalato l’accesso ai quarti di finale. Spagna nuovamente battuta ai quarti e, superata la Croazia in semifinale, il via libera per la finalissima più attesa contro
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le padrone di casa norvegesi. Passa meno di un mese, è il 20 luglio 2009, e ancora una giornata memorabile, da incorniciare, per le azzurre: a Kaohsiung (Taiwan) nell’8^ edizione degli World Games, manifestazione sportiva cui partecipano atleti di discipline non inserite nel programma olimpico, la Nazionale femminile italiana conquista la medaglia d’oro. Nella terza ed ultima giornata di gare, infatti, l’Italia guidata dal ct Neukum prima vince nettamente il match di semifinale contro la Macedonia per 20 (20-19, 19-11) e dopo, nella gara valida per la finale, supera anche la fortissima Croazia agli shoot-out. Le azzurre conquistano cosi una doppietta che non ha eguali e che suggella il primato italiano nel beach handball femminile a livello mondiale. All’oro così meritatamente conquistato si aggiungono inoltre i premi individuali per Carolina Balsanti (migliore realizzatrice) e per Elena Barani (migliore pivot).
Il Beach Handball Il terreno di gioco è lungo 27 metri e largo 12 , ed è delimitato da bande elastiche colorate di 8 cm di larghezza. La porta misura 3 metri di larghezza e 2 di altezza ed è piantata nella sabbia. Il gioco si sviluppa su due tempi (che danno un proprio punteggio) di 10 minuti ciascuno. Ogni tempo inizia con una rimessa in gioco dell’arbitro. L’intervallo è di 5 minuti. Ogni squadra può richiedere un time out per ciascun tempo di gioco. In caso di parità di punti alla fine di un tempo, si usa il metodo del “Golden Goal” (in seguito ad una nuova rimessa in gioco chi prima segna vince la frazione) per assegnare la vittoria. Se la stessa squadra vince tutti e due i tempi vince con il punteggio di 2 a 0. Se ogni squadra vince un tempo, il risultato sarà di 1 a 1; la vittorià si deciderà quindi con gli “Shoot-out” (rigori in movimento ovvero giocatore contro il portiere) e la squadra vincitrice degli shoot-out si aggiudica l’incontro con 2 a 1. Una squadra è composta da 8 giocatori (3 giocatori ed un portiere in campo). Particolare il sistema di assegnazione dei punti: vengono infatti assegnati due punti anziché uno se è il portiere a segnare un gol, due punti saranno assegnati per ogni rigore segnato (tirato da 6 metri) e per finire due punti saranno anche assegnati nel caso di ogni segnatura giudicata dall’arbitro spettacolare (ad esempio in volo o con piroetta).
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Ippica
La ricetta vincente dell’autunno Entra e vinci all’ippodromo di Roma Capannelle per dare il bentornato alla stagione delle grandi corse di EquiEquipe/Luca Protettì
opo la rigenerante sosta estiva il “tempio” romano del galoppo si presenta agli appassionati con il trucco rifatto per affrontare una ‘cavalcata’ lunga dieci mesi durante i quali sarà al centro della scena nazionale ed internazionale. Più di quaranta giornate di corse scandiranno lo scorrere dell’autunno che vedrà sotto la luce dei riflettori le grandi pattern: il Premio Lydia Tesio – Shadwell, in calendario il 25 ottobre, e il Premio Roma – At The Races e il Premio Ribot, l’8 ot-
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tobre, il Premio Guido Berardelli e il Premio Aloisi il primo novembre. Una stagione ricca di novità e conferme, a partire dall’interessante iniziativa “Entra e Vinci”. Da quest’anno il pubblico inizierà a "giocare" appena varcati i cancelli dell’ippodromo. Il biglietto d’ingresso infatti ( 2,50 euro nei giorni feriali e 4 nei festivi, gratuito per quanti non abbiano ancora compiuto i 18 anni) potrà infatti essere convertito in una scommessa dal valore di 2 euro da sfruttare nell’arco della giornata. Le conferme invece ar-
rivano dagli sponsor con il rinnovato legame con importanti realtà ippiche come At The Races e Shadwell che hanno nuovamente scelto di affiancare HippoGroup - Roma Capannelle in occasione dei più significativi appuntamenti in arrivo. At The Races, il blasonato canale satellitare dedicato ai cavalli con una copertura in diretta di corse di galoppo (attualmente attivo da Gran Bretagna, Irlanda, USA, Germania e per il Dubai International Racing Carnival, oltre che su selezionate riunioni di corse dalla Fran-
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Nella pagina accanto l'arrivo del Premio Roma vinto da Estejo. In alto a sinistra il Premio Ribot, Pressing e il fantino Michael Kinane. In alto a destra Vittoria Panizzon e il Presidente Enzo Mei al Premio Le Signore dell'Ippica. Sotto Peter Franceschini e il vice sindaco di Roma Mauro Cutrufo al Premio Roma
cia) sarà title sponsor del Premio Roma, la corsa di Gruppo I di levatura internazionale da oltre cinquant’anni che costituisce l’ultimo grande appuntamento del calendario autunnale europeo. Shadwell, l’organizzazione di allevamento numero 1 nel mondo nel campo dei purosangue con quartier generale in Gran Bretagna e che, creata da Sheikh Hamdan Al Maktoum fa capo alla selezionatissima realtà ippica degli Emirati Arabi, ha analogo ruolo domenica 25 ottobre, nella giornata che vedrà come prova clou il Premio Lydia Tesio Shadwell, anch’essa corsa di Gruppo I ma riservata a femmine di 3 anni e oltre. L’appuntamento, da qualche anno a questa parte è diventato il banco di prova di fine stagione più importante per le femmine. In queste e nelle altre importanti giornate di corse l’ippodromo sfoggerà il look delle grandi occasioni con manifestazioni collaterali per il pubblico ed eventi speciali. Tra questi il più atteso è il “Premio Lydia Tesio - Le Signore dell’Ippica”, una iniziativa istituita in memoria della first lady del galoppo italiano – allevatrice del mitico Ribot – che focalizza l’attenzione sulle protagoniste al femminile del mondo del cavallo. Giunta alla nona edizione la cerimonia di premiazione di quest’anno si svolgerà il 20 ottobre nella splendida cornice di Palazzo Venezia a Roma. Anche quest’anno la rinnovata Terrazza Derby, che affaccia proprio sul palo d’arrivo della pista in erba, ospiterà eleganti parties ad inviti come quelli dedicati al sodalizio con i principali circoli romani. Neofiti ed esperti potranno comunque godere dei molteplici servizi dell’ippodromo: bar, ristoranti, aree
verdi attrezzate, agenzie di scommesse e sopratutto tanto spazio per i bambini. Per i piccoli ospiti l’ippodromo offre un ampio parco giochi e la possibilità di prendere contatto diretto con il mondo del cavallo con i Pony e il battesimo della sella. HippoGroup Roma Capannelle, la società che gestisce l'ippodromo, tramite il ricorso all'Istituto del Credito Sportivo, ha inoltre in programma di effettuare altri interventi volti alla riqualificazione delle scuderie, la creazione di un impianto fotovoltaico e di un campo da destinare ai giovani cavalieri e amazzoni del Pony Club Capannelle. All'interno dell'ippodromo inoltre sono già stati avviati i lavori per la creazione di un nuovo campo da gioco per il Capannelle Cricket Club
che sarà inaugurato la prossima primavera. Ha invece un significativo valore sociale l'accordo stretto con Comune e Prefettura per la presenza in ippodromo di undici cavalli della Polizia Penitenziaria che da luglio, durante la loro normale attività di polizia, pattugliano i parchi dell'Acquedotto e della Caffarella, oltre ovviamente al comprensorio dell'ippodromo. Alla riunione autunnale in piano farà seguito quella tradizionale in ostacoli che dominerà l’inverno e il cui testimone sarà poi preso da quella primaverile che terminerà alla fine di giugno. L’agonismo delle corse, la bellezza dei cavalli, un ambiente immerso nel verde che non rinuncia al glamour, sono gli ingredienti della ricetta “vincente” di Capannelle.
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Poker
Poker sportivo: un’altra estate di successi di Alessandro Morucci
serate di torneo disputate - 25 tavoli di gioco - 13845 presenze ai tavoli - 26 hostess ( 6 a serata) - 60 dealer (20 a serata) - 10 staff bar 30 persone impiegate ogni giorno 24 h dello staff Texas Hold’em Roma - 550 mq area interna - 300 mq area esterna - 2 bar - 14.000 euro donati in beneficenza - 12.000 euro di montepremi aggiunto (versati su conto sisal). L’organizzazione ha proposto tornei ogni sera per 71 giorni inclusi week-end e festivi, un buyin di 10 euro per giocare, un’area fresca e accogliente dove trascorrere qualche ora tra drink e buona musica. Per rendere più accattivante il programma Texas Hold’em Roma, con il sostegno di Sisal Poker, ha introdotto contenuti invitanti come i TORNEI MASTER (un buy-in leggermente superiore, di 20 euro, e premi in palio più ricchi) e una volta alla settimana il MONTEPREMI AGGIUNTO, un incentivo di 1.000 euro versati su conto gioco per il primo classificato al torneo live. Divertimento e agonismo assicurato! La serata più importante dell’evento è stata dedicata alla solidarietà, con il Torneo di Beneficenza organizzato in favore dell’associazione L’Aquila per la vita e L’aquila rugby 1936, con un programma originale e ricchi premi in pa-
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lio, devolvendo in beneficenza l’incasso della serata con il sostegno di Sisal Poker che ha messo in palio un charity bonus di 1.500 euro ogni PRO eliminato (per un totale di 9.000 euro). Hanno infatti preso parte al gioco i Professionisti del Sisal Poker Team Pro, capitanati da Dario "Ryu" Alioto: grande campione nel Poker Texas Hold'Em e Poker Omaha, che ha conseguito nel 2007 il titolo di Campione del Mondo nell’ambito delle famose World Series of Poker. Ad affiancarlo Maurizio Guerra, Gabriele Lepore, Emanuele Marzano, Giorgio Miconi, Andrea Piva. Sono state moltissime le adesioni al Sisal Poker Texas Hold’em Roma Championship, il campionato organizzato nell’ambito della manifestazione che ha premiato i primi 30 classificati ai tornei live ed on-line dell’evento. In palio un ricco montepremi di 10.000 euro. Grande la soddisfazione di Mauro Antonelli (Amministratore Unico di Mororg Srl, società specializzata nella comunicazione integrata) e Stefano Fiore (Presidente della Texas Hold’em Roma), per il riscontro ottenuto. “Siamo felici dello spirito di squadra che siamo riusciti a creare, che ha reso possibile tutto questo per tre anni consecutivi. Abbiamo in serbo tante novità anche per la stagione invernale,
Si è chiuso il 5 settembre il Sisal Poker Texas Hold’em Roma, terza edizione dell’evento estivo promosso dall’associazione Texas Hold’em Roma all’interno della manifestazione “all’ombra del Colosseo”.
che non possiamo ancora svelare ma che siamo certi vi piaceranno!” raccontano... Non resta a questo punto che aspettare, e tenersi aggiornati sul sito dell’associazione www.texasholdemroma.com per scoprire tutte le novità!
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27 GIUGNO - 5 SETTEMBRE 2009 - ROMA, ALL’OMBRA DEL COLOSSEO UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A TUTTI GLI SPONSOR E AGLI AMICI CHE HANNO RESO POSSIBILE TUTTO QUESTO.
www.texasholdemroma.com TITLE SPONSOR
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SPONSOR UFFICIALE
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Golf
Il cielo del golf italiano è sempre più azzurro I successi dei nostri giocatori sono saliti a sedici (due di squadra), equamente distribuiti tra i professionisti e i dilettanti. Francesco Molinari
’estate ha visto emergere gli amateur con le vittorie in campo internazionale di Marianna Causin (Belgio), di Andrea Chiapuzzo (Svizzera) e di Corrado De Stefani (Internazionali d’Italia U16), mentre Paolo Terreni ha portato a otto i titoli dei pro (Uniqa Open in Austria). Ma ci sono state altre imprese che hanno nobilitato ulteriormente il 2009, come ad esempio, la presenza di Diana Luna nella squadra europea di Solheim Cup, prima proette italiana a disputare la versione femminile della Ryder Cup, o il decimo posto di Francesco Molinari nel PGA Championship, quarto major stagionale. “Sarà sicuramente un anno da ricordare - dice il presidente della Federazione Italiana Golf Franco Chimenti - che avrà un suo peso specifico nello sviluppo del nostro golf. I risultati sono stati esaltanti, ma soprattutto hanno rivelato un nucleo
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di Andrea Tranquilli
di giovani che possono essere presi a modello e che offrono un apporto promozionale di rilievo. Alcuni come i fratelli Molinari o Diana Luna, stanno sempre più maturando, altri come Matteo Manassero vanno lasciati crescere con tranquillità, senza pressioni particolari”. I giocatori che ha citato hanno regalato i momenti più esaltanti, ma alle loro spalle c’è altro di buono... “E’ vero, ci sono altri elementi che lasciano ben sperare. Finalmente il golf italiano può contare su un gruppo e non deve più affidarsi agli exploit estemporanei. Per rendersene conto cito un dato: le vittorie individuali sono state conseguite quasi tutte da atleti diversi. Ritengo che sia il frutto più evidente di un paziente lavoro iniziato con la mia presidenza e condotto insieme al Consiglio Federale, che ha portato alla creazione di strutture importanti, da un qualificato staff tecnico a un Comitato Organizzatore che allestisce
tutte le gare nazionali, quindi a un’assistenza per i giocatori a tutto tondo, che inizia sul campo pratica e si conclude con la certezza di poter disputare un certo numero di tornei, indipendentemente dall’avere o meno una categoria europea. Questo è particolarmente importante per i giovani professionisti, che non vengono mandati alla ventura nel loro nuovo mondo”. E intanto siamo quasi a centomila tesserati... “E’ vero. E’ un altro traguardo storico per il nostro golf, ma anche questo non sarà raggiunto per caso. C’è dietro una lunga opera promozionale, svolta in varie fasi, e cominciata con un’impostazione assolutamente innovativa, tendente a portare il golf alla gente e non più ad attenderla, a volte invano, come avveniva in passato. Poi siamo andati in giro per l’Italia con i nostri campi pratica mobili, abbiamo presenziato alle più importanti mani-
Franco Chimenti Presidente FIG
festazioni, abbiamo invogliato il pubblico a seguirci nei grandi eventi internazionali come l’Open d’Italia e infine abbiamo attuato il tesseramento libero. Numericamente gli iscritti sono aumentati di oltre il 50% in otto anni, partendo dai 63.550 d’inizio 2002. Possiamo essere più che soddisfatti, ma non siamo certamente al punto di arrivo”.
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Golf
In alto a sinistra Il Dott. Carlo Scatena durante il cerimoniale di premiazione del Smart Golf Forense Più. Sotto l’Avv. Nicola Colavita
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di Andrea Cecinelli_foto di Damiano Rosa
o Smart Golf Forense Più è arrivato allo sprint finale e come un centometrista in attesa dello start si troverà a dover dare il meglio di se in pochissimo tempo. Il calendario prevede tre tappe in quindici giorni: il 3 ottobre al Parco di Roma Golf Club, il 10 ottobre all’Acqua Santa ed il 17 ottobre all’Olgiata Golf Club. Una vera e propria full immersion per la gioia dei golfisti romani che hanno scelto di
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partecipare sempre in massa a questo circuito – riservato peraltro solo agli esponenti di alcune categorie professionali (n.d.r.: avvocati, notai, magistrati, commercialisti e medici) – decretandone così il successo e facendolo diventare un vero e proprio “cult”. Abbiamo incontrato il Dott. Carlo Scatena, noto imprenditore della Capitale e Presidente del Comitato Regionale Golf Lazio - che ha creduto dall’inizio nella bontà di questa manifestazione
concedendo il patrocinio federale sin dal 2005 - per analizzare più da vicino la situazione del Golf nel Lazio e per cercare di capire meglio il fenomeno Golf Forense. Presidente Scatena, quale è oggi la situazione del Golf nel Lazio? “Abbastanza buona. Avevamo il timore che questa crisi mondiale venisse a bussare anche alla nostra porta, temevamo un decremento di tesserati che al contrario non c’è stato, trasformandosi in un aumento
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In alto Il Dott. Carlo Scatena durante una tappa del Smart Golf Forense Più. Sotto l'Avv. Nicola Colavita ed il Dott. Carlo Scatena
del 2,6% di iscritti contro una percentuale annua che si aggira sull’1,4%. Un momento direi magico per il Golf Laziale”. Lo Smart Golf Forense più come si inserisce nel calendario delle gare federali? Qual'è l’apporto che il Golf Forense può dare allo sviluppo del golf? “Il Golf Forense è ben visto dalla Federazione Lazio, e lo Smart Golf Forense Più è l’unico circuito che patrociniamo. Concediamo molto di rado questi patrocini, ma nel circuito dell’Avvocato Colavita abbiamo voluto investire. Il Golf Forense è un etichetta molto importante da portare all’interno dell’attività federale ed è stato per noi un vero e proprio veicolo promozionale. Le gare del Golf Forense sono ri-
nomate per l’organizzazione sempre molto curata, per la presenza di brand molto importanti e per la quantità di iscritti che affollano le gare, tale da generare liste di attesa molto lunghe. Il Golf Forense è un valore aggiunto per la Federazione”. Come giudica l’operato dell’Avvocato Colavita? “Ha iniziato questo circuito partendo veramente da zero, portandolo ai massimi livelli e dando alla manifestazione una identità molto forte, riuscendo a trovare, anche in un anno di crisi come questo, l’appoggio di sponsor di livello come Mercedes Benz Roma, che con il brand Smart è Title Sponsor della manifestazione, BNL Gruppo BNP Paribas, Acea, Caffè Buscaglione, Acqua Filette solo per citarne alcuni. Tutte Aziende che, come noi, hanno creduto in que-
sto progetto che di anno in anno è sempre più seguito anche dagli organi di comunicazione. Basta vedere di volta in volta la rassegna stampa che circonda questa manifestazione. Direi dunque che l’operato dell’Avvocato Colavita, grazie anche all’apporto logistico di Mauro Antonelli di MorOrg che viene da esperienze organizzative importanti nel mondo del golf, è stato più che eccellente”. Il golf come stile di vita, la sportivita' innanzi tutto. Per esempio, e’ vero che i giocatori si arbitrano da soli? Che messaggio rappresenta? “È l’unico sport dove non esistono gli arbitri o meglio hanno la funzione non di controllo dei giocatori ma di consulenti delle regole da applicare. Il Golf è uno sport che richiede una disciplina ferrea, perché è lo stes-
so giocatore che si assegna le penalità nel momento in cui sbaglia. Ciò è positivo per la disciplina, per lo sviluppo fisico e psichico dei ragazzi. Negli USA è uscito un articolo in cui si sostiene che i migliori giocatori di Golf sono stati anche i migliori studenti nei College. Tutti lo possono praticare il Golf, dai bambini alle persone più anziane, e in più, essendo praticato in 60/80 ettari di verde, mantiene i giocatori a contatto con la natura. Il Golf è un vero e proprio stile di vita”. Lei, oltre ad essere il Presidente del Comitato regionale del Lazio è anche un appassionato golfista. Potendo scegliere, quale gara vorrebbe sempre giocare? “Quella del Golf Forense, ovviamente”.
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Arrabbiarsi
e dimenticare in fretta
di Simone Selli
uel colpo sbagliato all' ultima buca che ti toglie un trionfo meritato, quel ramo dell'albero che come una mano consapevole ti spedisce la pallina in acqua, la tua pallina affondata in bunker sotto la sponda... e avere voglia di rompere tutti i bastoni e farla finita con un gioco spesso punitivo e impietoso... a chi non è capitato? La sensazione è di impotenza, di estrema frustrazione, come in una Eneide moderna, ricorda l'antica lotta contro divinità superiori. Ricordiamoci che è solo golf e possiamo prendercela unicamente con noi stessi. Il vero pericolo soprattutto in gara è quello di farsi divorare da un “ira funesta” che piò in-
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ghiottirci insieme alla concreta possibilità di recuperare al danno nelle buche successive. Diciamo subito che l'arrabbiatura è umana e comprensibile purchè espressa in maniera civile senza valicare mai quella soglia che porta alla maleducazione e che allontana una vera etica sportiva. Sconfitto il bollore quindi, il giocatore ha solo un modo per raddrizzare la situazione, dimenticare. La forza mentale del professionista sta nella capacità di vivere solo il presente, la contemporaneità, solo il colpo che sta giocando. La concentrazione in una gara di golf va usata con parsimonia , è un bene prezioso non infinito, disperdere energie psichiche flagel-
landoci per un colpo sbagliato significa quasi certamente precluderci la possibilità di recuperare nei colpi successivi. Bisogna quindi imparare a considerare come colpo importante solo ed esclusivamente quello che si sta giocando adesso. Tale atteggiamento porta ad un equilibrio mentale di importanza vitale che i professionisti chiamano flow. Smettete quindi di pensare agli errori passati e tantomeno ad una buca ancora da giocare considerata ostica, il colpo che state giocando è la chiave del vostro equilibrio, del recupero del punteggio forse, certamente di una bella giornata di golf che sembrava compromessa.... buona pratica ...
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TUTTINCIRCO news dal circoli di golf
a cura di Andrea Cecinelli - Responsabile del Golf Forense
PARCO DI ROMA GOLF CLUB 1° Trofeo Toro Domenica 13 Settembre, si è svolta nel prestigioso circolo di Roma Nord, il 1° Trofeo Toro Assicurazioni. Un circuito articolato da 11 gare sul territorio italiano. L'obiettivo è
la fidelizzazione di molti clienti praticanti questo sport e il coinvolgimento degli Agenti sui loro territori. Il Trofeo si inserisce in un più ampio quadro di iniziative a sostegno di attività sportive nazionali e locali. La gara, svoltasi sotto un cielo cupo, ha visto prevalere nella Prima Categoria Netto: Francesco Usai; nella Seconda Categoria Netto: Carlotta Minò e nella Terza Categoria Netto Alessandro Martinello.
PARCO DEI MEDICI GOLF CLUB II tappa per il Mercedes Trophy Sul percorso del Golf Club Parco de’ Medici è proseguito il “Mercedes Trophy” con la seconda tappa romana. Folta la partecipazione grazie ad una magnifica
CIRCOLO DEL GOLF ACQUASANTA Gara Audi Autocentri Balduina
OLGIATA GOLF CLUB Nel segno della Volkswagen Si è disputata nel finale della stagione sui green dell’Olgiata Golf Club la gara organizzata dalla famosa casa automobilistica
Volkswagen. In una giornata calda e assolata ha prevalso: nella Prima Categoria 1° netto Alessio Gattamelata; nella Seconda Categoria 1° Netto Walter Di Paoli e nella Terza Categoria 1° Netto Attilio Di Donato. PREMI SPECIALI: 1°Senior- Attilio Di Donato 1°signore-Alice Di Pietro Driving Contest- Filippo Troiani
Domenica 7 giugno si è giocata la gara Audi Autocentri Balduina sul prestigioso percorso Circolo dell’Acqua Santa, il più antico campo da golf d’Italia che nel 2003 ha festeggiato i 100 anni. Campo in ottime condizioni che ha accolto con tee time dalle 8.00 del mattino i 144 giocatori in gara.Sin dalla prima mattina Claudio Lupetti, responsabile Audi della Concessionaria sponsor della giornata di gara è stato presente e ha accolto i numerosi clienti presenti. Da diverse stagioni il concessionario romano è sponsor dell’unica gara nella capitale del circuito Audi quattro Cup, sensibile inoltre alle numerose iniziative Audi nella capitale, come il golf, il polo e la vela. Poco dopo le 11.30 i primi arrivi che si sono sussegui-
giornata di sole che ha permesso ai giocatori di godersi al meglio il verde percorso disegnato da Davide Mezzacane e tracciato dall’americano Peter Fazio. Il responso tecnico ha promosso in Prima Categoria con il primo netto il socio del Circolo ospitante, Danilo Angeluccetti mentre Bruno Fanfoni con 28 colpi si è aggiudicato il Primo Lordo. In Seconda Categoria si è invece distinto Luca Latini.
ti sino alle 18.00. Nell’area adiacente al putting green le ammirate vetture della casa tedesca: le nuove A5 Cabriolet e A4 allroad, S3 bianca e S4 Avant grigio metallizzato. L’accoglienza in tenda ospitalità ha riservato le graditissime palline griffate Audi e la presenza dei referenti della Concessionaria ha permesso ai numerosi interessati di avere notizie tecniche sulle vetture esposte. Alle 18.30 circa la premiazione presenziata da Claudio Lupetti, dal presidente del circolo l’avvocato Alberto Federici e dal direttore Angelo Cori. Oltre ai premi in palio riservati alla prima, seconda e terza coppia classificata, alla prima coppia lordo e alla coppia possessori Audi, Autocentri Balduina ha premiato anche la prima coppia Lady e la prima coppia mista. La giornata si è conclusa con un buffet riservato a tutti i presenti ed un caloroso brindisi ai vincitori che si sono aggiudicati l’accesso alla Finale Nazionale che si disputerà il prossimo 26 settembre sul percorso brindisino del San Domenico Golf.
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TUTTINCIRCO news dal Club dei Circoli Sportivi Storici news dal Club dei Circoli Sportivi Storici
a cura di Matteo Cirelli
Club deiCircoli Sportivi Storici
Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club Circoli Sportivi Storici
Settembre... si riparte uesta ultima parte dell’anno vedrà il Club dei Circoli Sportivi Storici impegnato a organizzare ulteriori eventi tra I Circoli associati, sotto il patrocinio di Autorità pubbliche (Comune di Roma) e private (Istituto per il Credito Sportivo) che hanno già apprezzato e condiviso progetti ed iniziative per favorire la diffusione dei valori dello sport e della cultura soprattutto tra i giovani. Con l’occasione dei Mondiali di nuoto, nel corso dei quali i Presidenti dei Circoli appartenenti al Club sono sta-
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TENNIS CLUB PARIOLI Insieme per l’Abruzzo Gian Marco Moroni, giovane atleta del Tennis Club Parioli, si è laureato campione Italiano della categoria under 11. La manifestazione,
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ti graditi ospiti del Presidente del Credito Sportivo, dr. Andrea Cardinaletti, la città di Roma, grazie anche agli sforzi ed impegni dei vari Circoli,si è dotata di importanti e moderni impianti per la pratica delle discipline natatorie e ciò costituirà un ulteriore contributo tangibile allo sviluppo della attività sportiva sul territorio. Un nuovo impulso alle attività di avviamento allo sport del nuoto che si aggiungerà allle altre attività sportive tradizionalmente praticate presso i Circoli con le scuole calcio, canottaggio, nuoto , tennis e altro frequentate da migliaia di
giovani e giovanissimi. L’impegno nei confronti dei più giovani costituisce il fiore all’occhiello dei Circoli storici, anche sotto l’aspetto culturale e sociale, quali portabandiera e garanti dei valori e delle regole indispensabili per un corretto ed armonioso sviluppo fisico e mentale dei ragazzi. Il Club dei Circoli Sportivi Storici rappresenta il punto di incontro dello spirito comune e della storia dei Circoli associati, operanti per costituzione e missione in favore dello sport dilettantistico e senza alcun fine di lucro, attraverso la conservazione e trasmissione dei
che si è svolta dal 24 al 30 agosto sui campi del Centro federale di Serramazzoni, vedeva impegnati i migliori giovani d’Italia. Partito come testa di serie numero 10 del tabellone, Gian Marco ha sconfitto nel 2° turno il piemontese Lavagno con il punteggio di 60 62, negli ottavi di finale il sardo De Fraia , testa di serie numero 7 per 64 63, nei quarti l’emiliano Dalla Valle, testa
di serie numero 2 per 64 62, in semifinale il veneto Bedolo, testa di serie numero 6 per 64 61 ed in finale, in una partita bella ed avvincente il Lombardo Zanchi, testa di serie numero 5 per 06 62 63. Un titolo prestigioso che riempie d’orgolglio il sodalizio bianco verde e proietta Gian Marco nell’elite del tennis giovanile italiano. Fabio Onnis
principi fondamentali e irrinunciabili dello sport , spesso ignorati e messi da parte per far posto ad una altra “visione”, commerciale e utilitaristica, della pratica sportiva, senza rispetto e senza etica, asservita al culto dell’immagine e del guadagno. Questo è purtroppo oggi il “modello” di riferimento di cui si vedono gli scoraggianti e esecrabili esempi dentro e fuori dai campi di gioco e contro il quale bisogna combattere educando i giovani e riportando l’attività sportiva ai suoi caratteri fondamentali di attività ludica e di crescita e sviluppo dell’individuo.
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news dal Club dei Circoli Sportivi Storici news dal Club dei Circoli Sportivi Storici
CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE Un mondiale “da brividi” Tre medaglie d’oro, una di bronzo, tre record del Mondo, sei record italiani e altrettante finali iridate sono il bilancio del Circolo Canottieri Aniene in questa spettacolare edizione dei Campionati del Mondo di nuoto. La XIII edizione dei FINA World Championships permette di snocciolare numeri da record anche per gli atleti del Circolo Canottieri Aniene. I tredici nuotatori convocati sono riusciti nell’intento di totalizzare ben tre medaglie d’oro, una di bronzo, tre primati del
CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO Campioni italiani di footvolley La sezione Lazio Footvolley con Gianferri e Mazzieri nel mese di agosto ha conquistato il suo primo scudetto . Solo nel dicembre 2008 un gruppetto di soci della Canottieri Lazio , assidui frequentatori del campo di sabbia ideato dal Presidente Rossi sotto Ponte Risorgimento , decideva di costituire un’associazione associata alla polisportiva Lazio che si occupasse solo di questo fantastico sport ad oggi ancora poco conosciuto e giocato in Italia . Nei primi mesi del
Club Circoli Sportivi Storici
dei
mondo, sei record italiani nonché sei finali complessive: un successo che ricalca i fasti dei Giochi di Pechino e mette solide fondamenta per la prossima stagione sportiva (che culminera’ con gli Europei di vasca in lunga, in programma nell’agosto 2010). Lo strapotere di Valerio Cleri nella 25 km in acque libere, le immense emozioni regalateci da Federica Pellegrini nei 200 e 400 stile libero – con vittorie e record del Mondo “frantumati” in scioltezza – il bronzo di Federica Vitale (sempre nella 25 km) nonche’ la splendida finale individuale di Edoardo Giorgetti nei 200 rana e l’eccellente frazione lanciata di Marco Belotti nella 4x200 stile libero rimarranno “istantanee d’eccezione” di un “Mondiale d’eccezione”.
2009 il Presidente Ieradi riusciva a tesserare due tra gli atleti più forti del momento Virgilio Gianferri e Paolo Mazzieri . I ragazzi non hanno tradito le attese e per il secondo anno consecutivo hanno vinto il campionato italiano dominando il ranking dove hanno partecipato anche ex giocatori come Aldair , Agostini , Bianchi ed altri. Per i meno preparati ricordiamo che il Footvolley nato in Brasile , presto disciplina protagonista tra i circoli storici , si gioca sulla sabbia , il campo può essere da 8x8 o 9x9 , la rete è alta 220 cm , il gioco segue le regole del beach volley , ma attenzione non si possono usare le mani . Ciò rende le esibizioni molto spettacolari con i giocatori più ferrati che con tacchi , rovesciate , colpi di spalla ed il famoso tubarao allietano gli spettatori.
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CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO Tirrenia al remo? Tutti al lavoro! All'inizio di settembre parte della squadra master ha raggiunto Vienna in una trasferta che ha coinvolto molti Circoli romani. Buone le prestazioni del gruppo, ma su tutti va segnalata la splendida vittoria del cinquantenne Tornar nel quattro di coppia ca-
CIRCOLO CANOTTIERI ROMA Canottaggio, campioni del Mondo nell’otto pesi leggeri Dopo aver chiuso a luglio una ric-
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tegoria D, insieme a tre master pugliesi della Canottieri ProMonopoli. Era tanto che mancava l'oro nelle trasferte iridate Master del Tirrenia e il tenace Umberto dopo molte edizioni in cui aveva sfiorato il sogno ha centrato il massimo dei risultati. Archiviato il mondiale Master la flotta nerazzura si è rimessa di tutto punto al lavoro per preparare la stagione 2010, stavolta con velleità superiori rispetto alla stagione che si va concludendo, con un gruppo atleti vicino alle 15 unità.
Ma l'appuntamento più vicino, è di quelli che non fa dormire la notte: la Coppa Tevere. Sarà proprio il Tirrenia ad organizzare la regata in quanto Circolo detentore a discapito dell'Aniene che in una finale da urlo dovette inchinarsi ai nerazzurri per soli 70 centesimi di secondo. Come al solito nel gioco delle parti è difficile carpire come i Circoli stanno preparando questa classica giunta alla 22a edizione, ma al Tirrenia il DS D'Elia qualcosa se la lascia scappare <è una gara in cui le motivazioni non mancano mai,
e noi stiamo approcciando con il giusto piglio, con grande rispetto per tutti gli avversari, ma con la consapevolezza che loro ci temeranno al punto da impedirci la vittoria che ci porterebbe al tris da sogno!> . Infatti il Tirrenia viene dalla doppia vittoria del 2007 e 2008. Nulla si sa sulla formazione, ma da indiscrezioni sembrerebbe che non ci sia abbondanza di uomini! Quindi appuntamento al 18 ottobre al Tirrenia Todaro per sapere chi sarà il Circolo più forte della Capitale!
ca stagione di eventi mondani con la grande festa dell’estate animata dalla musica di Guido Lembo e dalla partecipazione massiccia dei soci dello storico club romano, si torna a parlare di sport. Per la precisione di canottaggio con la medaglia d’oro ai mondiali dell’otto pesi leggeri (Mascarenhas, Scala,
Riccardi, La Padula, Goretti, Ceccatelli, Gallo, Vlcek, tim. Lenzi) nelle acque polacche di Poznan. “Siamo partiti forte dando subito dimostrazione del nostro potenziale”, ha dichiarato Bruno Mascarenhas (Canottieri Roma) ai cronisti presenti. “Alla fine il nostro timoniere ha detto “è l’ora di diventare
campioni del mondo”, e così è stato. Si tratta di una vittoria importante che dedico alla mia famiglia e al mio allenatore del Circolo canottieri Roma Luca Migliaccio”. Per Bruno questo trionfo arriva dopo quattro anni dallo storico bronzo conquistato nelle olimpiadi di Atene 2004.
sport club baseball
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T B R U O L P C S e zion o u b i n r dist e ama le n i a tivo oloro chmatori r o e sp tutti c co e a n i z aga voce a ionisti m ss dà imo Il pr ita che t pr ofe u or grat lo sp
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news dai circoli sportivi news dai circoli sportivi news dai circoli sportivi Il socio del mese
cuperare proprio benessere è fondamentale per affrontare al meglio la vita di tutti i giorni. Gli orari delle lezioni pomeridiane sono programmati in funzione degli allenamenti dei bambini della Scuola Calcio, per consentire una più agevole gestione della fase di accompagnamento dei figli al campo. Per iniziare bene la giornata, non mancano però le lezioni nella mattina e, per ben concluderla, le lezioni serali. Obiettivo dei cor-
si è imparare a sfruttare al meglio il proprio tempo rispettando la propria salute. Le attività si dividono in varie tipologie per rispondere alle diverse esigenze e gusti. Dinamic Gym con Emanuela ed Angela, che alternano le lezioni di Pilates Mat Work a quelle di Props. Gli esercizi integrati con piccoli attrezzi e con un lavoro dinamico incentrato su: postura, concentrazione, respirazione, equilibrio e fluidità, sono finalizzati a ren-
dere il corpo più tonico e più armonioso nei movimenti, rilassando la mente. Nelle lezioni di Gyrokinesis poi, si incrementa la potenzialità di movimento della schiena, si migliora la coordinazione, si rinforza la muscolatura e si aumentano la flessibilità e la vitalità di tutto il corpo, con immediato beneficio per la postura. La Posturalgym, con Silvia, ha lo scopo di ristabilire l'equilibrio muscolare prendendo in esame la persona nel suo insieme affinché migliori le capacità propiocettive ed atletiche. La Bodygym con Federica il corso ha per base un lavoro incentrato su potenziamento e tonificazione con esercizi sullo step, pesetti ed elastici , di medio /alto impatto, senza mai dimenticare i principi di Pilates sulla corretta postura. Infine ci sono le famose “Lezioni di Luigi” riservate ai soci ed a chi voglia scatenarsi due volte alla settimana in orari serali con tonificazione e potenziamento in allegria.
instaurato un nuovo rapporto con le Istituzioni cittadine, ricordo che la sede del Circolo è proprietà comunale, sottoscrivendo una nuova convenzione con il Comune e un protocollo d'intesa con il IX Municipio, che ha anche determinato benefici economici nella gestione del Club biancorosso. Ne approfitto per ringraziare la disponibilità sia del delegato allo sport On. Alessandro Cochi e del Presidente del IX Municipio On. Susana Fantino”. Una sinergia fondamentale, quella con le Istituzioni, che ha permesso al circolo di aprirsi alla realtà sociale del territorio, dando l'opportunità a molti giovani del quartiere Appio Latino di avvicinarsi al mondo del tennis. “Abbiamo rinnovato poi le strutture del bar e cucina – continua Martino – e la nuova gestione del ristorante è raccomandata anche dalla guida
gastronomica di Repubblica. I lavori hanno toccato anche gli spogliatoi e sono state realizzate ex novo una palestra e uno spazio per la ginnastica e i giochi per i più piccoli”. Tutto ciò ha portato anche all'iscrizione di oltre 80 nuovi soci. Ma è nell'ambito sportivo che si registrano le più importanti novità. Con un giusto mix d'esperienza e talento, il Tennis Roma è pronto ad affrontare la nuova stagione delle gare a squadre, puntando ai massimi risultati. “Abbiamo tesserato nuovi giocatori di classifica fra 2.2-2.6. - conclude il Presidente – provenienti dalla Francia e dall'Argentina. Insieme ad Alexandre Renard, Mamano Benet, Matias Caceres, Lionel Fabre abbiamo poi una serie di giovani promesse, classificati fra il 3.1 e il 4.3 (Luca Gallo, Luca Albanese, Matteo Tramontana, Giulio Clarioni, Sofia Al-
banese, Serena Zeppa, Nicoletta Di Rocco e Soledad Franchi n.d.a.), che ci consentiranno di essere competitivi nelle varie gare maschili e femminili della prossima stagione”. Oltre alla partecipazione alle gare federali, il Tennis Roma continua a puntare forte anche sui corsi Cast, pre-agonistica e, altra novità, agonistica. Sotto la guida del nuovo maestro e tecnico federale Renato Emili, e degli istruttori-tecnici Alessandro Bigiarelli, Massimiliano Troiani (vice campione italiano Over 40 nel 2007) e Emiliano Privato (classifica 2.2), oltre 150 allievi dal 28 settembre si cimentano sui campi del circolo di Porta Metronia che, d'intesa con il IX Municipio, sta mettendo a punto un progetto-programma per far avvicinare al tennis gli alunni delle scuole medie della zona.
Nome: Stefano Fazi
FUTBOLCLUB La finalissima del Social Eleven “Non solo calcio al Futbolclub” potrebbe essere ormai un nuovo slogan del circolo di Via degli Olimpionici. Ad ottobre, infatti, si festeggerà il secondo compleanno della Futbol Gym. Mentre gli ottocento soci e gli ottocento tesserati della società di calcio riempiono i campi del circolo, mogli, mamme, amiche delle mamme e, perchè no, nonne hanno la possibilità di frequentare i corsi di ginnastica organizzati nella palestra del circolo tenuti da istruttori professionisti. La palestra a vetri aperta sul verde dei campi di calcio a 5, è il luogo ideale per poter svolgere un'attività fisica che aiuti a dimenticare lo stress della città. Dedicare almeno un'ora al giorno a se stessi :imparando a stare bene , e re-
TENNIS ROMA Il Tennis Roma si riprende il futuro In questi ultimi mesi, il Tennis Roma ha prodotto un insieme di iniziative e di realizzazioni oltremodo positive. Un rilancio che è stato possibile grazie all' impegno e alla passione profuso dal Consiglio Direttivo e da tutto il corpo sociale, in particolare dai soci Mario Rocca e dall'architetto Vittore Giacomini. “Sono state realizzate iniziative tese a migliorare e a riportare il Tennis Roma a una presenza organizzativa nel solco della sua tradizione storica – ci racconta il Presidente del circolo Gianvittorio Martino – con l'obiettivo di rinnovare e rilanciare. Si è
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Detto: Stefanino Ruolo: la vecchia “Ala destra” Piede preferito: destro e sinistro…in bicicletta! Pezzo forte del repertorio: l’ordine nell’armadietto!! Squadra del cuore: AS Roma
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SALARIA SPORT VILLAGE Salaria Sport Party Chiusura della stagione estiva in grande stile, al Salaria Sport Village. Martedì 15 Settembre, nel salone del prestigioso circolo sportivo di Settebagni, si è festeggiato l’inizio della nuova stagione con la terza edizione del “Salaria Sport Party”, presentata quest’anno da Marco Liorni, l’evento che vede premiati gli atleti ed i soci che si sono distinti non solo nelle attività sportive. I seicento ospiti, oltre ad assistere ad una serie di performance artistiche, hanno applaudito gli atleti che anche nella stagione 2008/2009 hanno dato lustro al villaggio sportivo con i loro prestigiosi successi, e sono stati premiati dal presentatore della serata, Marco Liorni. Primo della classe, il Team Salaria Nuoto, allenato da Alfredo Caspoli, che non solo ha conquistato l’approdo in Serie A ma ha inanellato una serie di risultati entusiasmanti, con Ombretta Plos, primatista Italiana e finalista agli Europei, premiata anche come atleta dell’anno SSV; Isabella Cerquozzi, Campionessa Mondiale di Salvamento; Delfina Pin-
to, Francesco Di Pippo e Michele Berardi, convocati alle Universiadi. Poi, sul palco è stata la volta dei ragazzi del Calcio a 5 che hanno messo a segno il terzo passaggio di categoria in tre anni, hanno conquistato la Coppa Lazio e che nella prossima stagione affronteranno in campionato nazionale di Serie B. Applausi anche per i fantastici nove del tennis, campioni regionali nella Serie C, che per un soffio hanno mancato la promozione nella Serie superiore. Molti gli ospiti “vip” presenti alla serata, tra i quali: Maria Grazia Cucinotta, Rita Dalla Chiesa, la Contessa De Black, il Principe Carlo Giovannelli, Marina Ripa Di Meana, Federica Balestra, Susanna Pescante e Roberta Beta.
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DUE PONTI SPORTING CLUB Campioni in vista Frequenti visite di atleti italiani hanno ravvivato l’estate del Due Ponti Sporting Club. Conclusi i Mondiali di Nuoto, Massimiliano Rosolino ha fatto la sua graditissima apparizione per un servizio fotografico a bordo piscina. Il campione, accolto da Emanuele e Pietro Tornaboni, ha posato in stile “sirenetto” per la realizzazione di un calendario della Onlus “Mamma Italia” finalizzato alla raccolta fondi per la costruzione di un ospedale pediatrico in Ciad. Anche il calciatore del Parma, Christian Panucci, ha approfittato della sosta del Campionato per tornare a Roma e dare il suo contributo alla realizzazione del calendario curato dall’attrice Valeria Sannino. Più impegnativa, dal punto di vista atletico, la visita della Nazionale femminile di pallavolo: in piena preparazione per i Campionati Europei, che si svolgeranno a fine settembre in Polonia, le altissime e bellissime atlete hanno “invaso” lo spazio fitness per una seduta di allenamento prevalentemente di pesi. Emanuele Tornaboni ha messo a disposizione del preparatore Marco Bracci l’intera area fitness e la piscina, dove le atlete, capitanate dall’affascinante Francesca Piccinini, hanno potuto rilassarsi dopo il pesante allenamento.
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CIRCOLO MAGISTRATI CORTE DEI CONTI Il mese del tennis Salutiamo la stagione sportiva 2007-2008 con gli ultimi due risultati di rilievo: il 5° posto a livello nazionale delle squadre u.14 maschile (Saloli, Tessier) e u.12 maschile (Berrettini M, Cedrone). Si completa cosi’ un altro anno ricco di soddisfazioni per il nostro Circolo; solo per ricordarne le vittorie assolute, era iniziato con Jacopo Berrettini e Matteo Berrettini rispettivamente vincitore e semifinalista dei titoli u.10 e u.12 nel prestigio-
so torneo nazionale a partecipazione straniera “ Lemon Bowl”, e Filippo Saloli, Gianmarco Tessier e Marco Mammoli vincitori del titolo regionale a squadre u.14 maschile.In mezzo, tanti buoni risultati sia nei tornei internazionali, sia nazionali che regionali dei nostri giovani atleti, la maggior parte dei quali ha migliorato la propria classifica ( da segnalare Giacomo Bergamo,Alessandro Fariello, Matteo Berrettini, Riccardo Cedrone, Lavinia Tropiano, Valentina Tommasi, Lodovica Giannini, Alessandro Procopio). E’ ripresa l’attività sociale con la disputa del ranking ( sfide continue tra soci) di cui è attualmente leader Gianmarco Amore. Infine, sono ricominciate tutte le attività della nostra scuola tennis.
CEN TRO SPOR TIVO VILLA FLAMI NIA Holiday sport È partita la stagione
estiva con l’ormai classica iniziativa che riuscirà a mettere d’accordo figli e genitori: stiamo parlando di “ Holiday
Sport “, letteralmente “vacanze sportive”. Un abbinamento che da tanti anni rappresenta la soluzione ideale per tutte quelle famiglie che intendono regalare ai
propri figli una vera vacanza estiva che li aiuti a crescere e a vivere a contatto con gli altri nel segno del rispetto e della lealtà e al tempo stesso gradita dai ragazzi che
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Torneo Pezzana 42 squadre al via di Alessandro Morucci
rende il via ai primi il 25 settembre Torneo Pezzana che con la passione e lo spirito di sempre è giunto alla trentresima edizione. Mai nella storia del Pezzana tante squadre al via: 42 tra Over40 e Assoluti.
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I campi sono sempre quelli splendidi del Circolo della Polizia di via delle Fornaci di Tor di Quinto.Si giocherà ogni Lunedi e Mercoledi per gli Assoluti e Venerdì e Sabato per gli Over 40. Un “Pezzana Point” garantirà unacostante presenza dell’orga-
nizzazione, sarà collegato con pc portatile al web per aggiornare online i risultati e le classifiche sul sito: www.torneopezzana.com. Per il sito ci saranno presto diverse novità con lifting grafici e innovazione nell’architettura
funzionale e sezioni foto e video. Sarà sempre di più un importante punto di riferimentoper tutti. “Ringrazio Sport Club e Luigi Capasso che da sempre sono amici e sostenitori del progetto Pezzana.” ci dice Andrea Ante-
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nucci, presidente dell’ASD Pezzana.”Quest’anno inizia un Torneo speciale per numero di squadre e numero di partecipanti. L’Over40 ha riportato nella famiglia del Pezzana tutti i nostri partecipanti degli anni scorsi. E questo rappresenta per noi una nuova sfida e un orgoglio.” Le squadre campioni in carica da battere sono per gli Assoluti i Jeff (ex-Tokyo) di mister Ricci, capitan Miconi Rocchi e il presidente Alessandro De Rosa; per gli Over40 il Barcellona di Armato e il presidente Capolino. Allora in bocca al lupo al trentatresimo Torneo Pezzana, il calciotto più antico e competitivo della capitale ma anche un torneo dell’amicizia e del corretto spirito agonistico.
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Adidas League:
il bomber Materazzi trascina alla vittoria il Due Ponti di Enrico Morucci
a rappresentativa del Due Ponti ha conquistato l’ Adidas League 2009 battendo in finale i padroni di casa del Futbolclub (bianco) di “soldatino” Di Livio con il punteggio di 3 a 1. Mattatore del match è stato Matteo Materazzi che ha realizzato una tripletta e ha vinto anche la classifica di cannoniere con 22 gol. La squadra del Due Ponti, allenata da Pino Mosconi e Riccardo Teodori, sostenuta dal proprio pubblico accorso numerosissimo, è andata in vantaggio a metà del primo tempo con un’azione di contropiede di Materazzi concluso con uno spettacolare pallonetto. Sul finire del
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tempo, il Futbolclub ha raggiunto il pareggio grazie a una disattenzione difensiva del Due Ponti. La partita è stata molto combattuta ma la squadra del Due Ponti ha sempre mostrato una certa supremazia, tanto da riportarsi in vantaggio all’inizio del secondo tempo. Matteo Materazzi, da ottimo capitano, ha trascinato la propria squadra, che ha mantenuto il vantaggio nonostante una discussa espulsione l’abbia costretta a giocare in dieci. Il capitano ha coronato la bellissima prestazione con uno straordinario colpo di testa che ha messo fine alle speranze dei padroni di casa e ha consentito ai giocatori del Due Ponti di al-
zare al cielo l’ambito trofeo. Alessandro Bernabei è stato premiato come miglior portiere del torneo. Un plauso va a tutti i giocatori che hanno dato un importantissimo contributo, con un grande spirito di squadra, al risultato finale: Luca Monari, Vincenzo Giordano, Andrea Moretti, Stefano Tassone, Matteo Materazzi, Cristian Cetorelli, Massimo Corradi, Alessandro Bernabei, Adriano Perini, Alfredo Ranzani, Luca Lo Voi. Il cammino del Due Ponti verso la vittoria finale è cominciato dal 6° posto in classifica, che ha consentito l’ingresso ai play off, con Futbolclub bianco, Antico Tiro a Volo, Futbolclub blu, C.C. Lazio, C.C. Aniene (in cui gioca
anche il presidente Giovanni Malagò), C.C. Roma, Flaminio S.C., Corte dei Conti, Tevere Remo, Forum (con l’ex romanista Desideri) e Villa Aurelia.
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Il “Three-Peat” del Canottieri Lazio Grande successo per la 45^ edizione della Coppa Canottieri tornata ad essere disputata solo dai circoli storici di Roberto Canocci
e c’è qualcosa che resterà dell’estate romana 2009, è sicuramente il ricordo della 45/a edizione della Coppa Canottieri. Un ricordo dolcissimo per il circolo che ospita il torneo dal 1965. Il Cc Lazio, infatti, è diventato il primo soda-
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lizio capace di vincere la categoria Assoluti per tre anni consecutivi, ripetendo i successi del 2007 e 2008 e impedendo al Cc Aniene di conquistare la “stella”. Biancoceleste anche il capocannoniere del torneo, Alessandro Mola, con 8 reti all’attivo. Ma alla fine, pur battuti 7-3 nel-
la finale degli Assoluti, il torneo concluso lo scorso luglio è un bel ricordo anche per i soci gialloblu, capaci di vincere sia nell’Over 40, al termine di una emozionante finale vinta ai rigori contro il Cc Lazio), sia nell’Over 50, battendo il Rcc Tevere Remo. Bella soddisfazione in
particolare per il presidente Giovanni Malagò, che ha giocato, e quindi vinto, in entrambe le categorie, vincendo anche il titolo di capocannoniere nell’Over 50 segnando 12 gol. Il re dei bomber nell’Over 40 è stato invece Cristian Sarti, dello Sporting Eur, con 13 centri. L’Over
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Nell’altra pagina: Cc Lazio Assoluti A In piedi, da sinistra: Fiocchetti, Baldissoni, Tavano, Minicucci, Montagnani, Ripesi. Accosciati: Civita, Seccia, Mola, Bisogno, Bianchi A sinistra: Cc Aniene Over 50 In piedi, da sinistra: Pagni, Costantini (allenatore), Prosperi, Boggiatto (nuoto), Mariotti, Bonito, Follina, Baiocchi, Albini. Accosciati: Barra, Naldi, Forte, Cucchiara, Malagò In basso a sinistra: Ct Eur Over 60 In piedi, da sinistra: Grimaldi (all.), Ceccano, Marsili, Leuti, Villani. Accosciati: Mulè, Milito, Montefusco, Menichelli, Saladino
60 è stato vinto dal Ct Eur, che si è aggiudicato anche la Coppa Disciplina, mentre la Coppa Babbo Valiani è stata vinta dal Cc Aniene. Riservato solo ai circoli storici, il torneo ha confermato una volta di più di non aver perso il suo fa-
scino, che sa resistere al tempo. Tutti i presidenti di circolo sono stati in prima linea, chi in campo, chi in panchina e chi in tribuna. Nonostante il caldo, la tribuna della Fossa è stata sempre gremita di pubblico e di passione. Nonostante gli imminenti
Mondiali di nuoto, campioni di ieri e di oggi come Domenico Fioravanti e Alessio Boggiatto sono stati spesso presenti, a ulteriore testimonianza, se mai ce ne fosse bisogno, che la Coppa Canottieri è sempre al centro dell’estate romana.
In basso a destra: Cc Aniene Over 40 A In piedi, da sinistra: Rocca, Grisolia, Morra. Accosciati: Gilardoni, De Petris, Meleti, Malagò
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a cura di SPORTFORM
CIRCOLO DEL REMO E DELLA VELA ITALIA L’ultima sfida! …Fino alla prossima Due ragazze d’oro, anzi per meglio dire d’argento. Già, perché Camilla Marino e Claudia Soricelli, portacolori del Circolo del Remo e della Vela Italia, hanno conquistato quest’estate due secondi posti di prestigio nella classe 4.20. Camilla e Claudia, infatti, si sono piazzate alle spalle delle coppie vincenti prima ai Mondiali di categoria in Brasile e poi agli Assoluti che si sono svolti sul Lago di Garda. Già campionesse europee nel 2008, Marino e Soricelli si sono confermate tra le migliori veliste del panorama internazionale e per premiarle dei sacrifici che hanno sopportato e dei risultati conseguiti, il Circolo del presidente Roberto Mottola di Amato
CIRCOLO CANOTTIERI NAPOLI Canottieri sul tetto del mondo Successo dei canottieri giallorossi a Vienna che hanno conquistato con il “quattro con” il titolo mondiale e con un altro equipaggio il quarto posto. I campioni del mondo sono Giuseppe Di Palo, Vincenzo Rapicano, Cristiano Clarizia, e Franco Borrelli. Timoniere il giovane Giuseppe Trapanese, figlio dell'ex portiere della nazionale italiana di pallanuoto Paolo Trapanese ed attuale responsabile della sezione nuoto e pallanuoto del circolo Canottieri. Si sono fatti onore, anche se con minore fortuna, i componenti del “quattro senza” che é invece arrivato quarto. A guidare questo equipaggio il magistrato e vice presidente sportivo della Canottieri, Franco Roberti (nella foto), quindi Antonio Gianni, Giuseppe Di Palo e Cristiano Clarizia. "Un
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ha deciso di organizzare i prossimi campionati italiani Juniores. Così, nel week end a cavallo tra ottobre e novembre le giovanissime partenopee si giocheranno in casa il titolo tricolore. Nelle acque del Golfo vedremo in gara i migliori 25 equipaggi della nostra nazione. Dunque la concorrenza sarà particolarmente agguerrita, ma Soricelli-Marino (allenate da Carolina Rendano, già campionessa mondiale di categoria nel ’2005 a Brest in coppia con Maria Stella Turizio n.d.r.) punteranno dritte al primo posto. A suonare la carica ci pensa proprio Camilla Marino: “Ci teniamo particolarmente a vincere perché sarà la nostra ultima gara in 4.20 prima di passare alla classe olimpica (4.70 n.d.r.). Il rischio è dettato dal fatto che in questo periodo a Napoli ti puoi aspettare qualsiasi condizioni
risultato eccezionale quello che abbiamo ottenuto in Austria a conferma di una grande tradizione e di una grande scuola del canottaggio giallorosso - ha commentato soddisfatto il vice presidente sportivo Franco Roberti - puntiamo molto sul canottaggio a tutti i livelli, ma soprattutto sui nostri giovani campioni come Castaldo, Correale, Motta e Ponti che sotto la guida tecnica di Aldo Calì dovrebbero consentirci il raggiungimento di risultati sempre più prestigiosi e tornare a quei livelli che competono ad un sodalizio prestigioso come la Canottieri Napoli".
Franco Roberti
di vento, per cui ci sarà da stare con gli occhi aperti e poi rivali come Roberta Caputo e Cristina Celli non ci permettono certo di dormire sonni tranquilli. Di sicuro, il fatto che il Circolo si sia impegnato nell’organizzazione di questo evento ci dà
una spinta ulteriore per provare a centrare un risultato di assoluto prestigio. Non capita spesso che Napoli ospiti regate del genere, quindi sentiamo anche un po’ di pressione addosso: non possiamo proprio sbagliare”. Buon vento ragazze.
R.Y.C.C. SAVOIA Il Circolo Savoia, tra passato e presente, guarda al futuro Lo scorso 15 luglio, il Circolo Savoia ha celebrato il suo compleanno numero 116. E' uno dei circoli più antichi del nostro paese, certamente uno dei più prestigiosi. Il suo presidente, Pippo Dalla Vecchia (nella foto, al centro), ha fatto da gran cerimoniere alla cena di festeggiamento organizzata per i soci: "E' bello dice oggi il presidente - celebrare i compleanni di una istituzione antica e nobile come questa. Io lavoro ormai da diciotto anni perché il Savoia sia ogni giorno migliore, ogni giorno più accogliente ed efficiente. Ogni giorno più rispettosa del proprio grande passato e più attenta a quel che avviene in questa città e nel mondo. Intendiamoci, impegnarsi per me non vuol dire solo lanciare la sfida alla Coppa America o organizzare il Trofeo Campobasso. Per me vuol
Pippo Dalla Vecchia
dire anche controllare che nei saloni non ci sia un filo di polvere, che gli orologi alle pareti siano precisi e che nelle toilette ci siano sempre carta e sapone. Un luogo come il Savoia è come se avesse imparato a cancellare il tempo. Noi continuiamo a contare e a celebrare i suoi compleanni, ma qui l'intreccio di passato, di presente e anche di futuro è continuo. Ci muoviamo ricordando le tradizioni, rispettando tutti i soci e i presidenti che ci hanno preceduti. Ma progettiamo, lavoriamo perché il Savoia, ai suoi centosedici anni già trascorsi possa aggiungerne ancora tantissimi”.
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CIRCOLO NAUTICO POSILLIPO Abbuffata di titoli Sbanca la squadra di velocità del Posillipo ai campionati nazionali. Due titoli Senior di società, due titoli U21 e due titoli Junior. Cominciamo dagli Junior: autentico protagonista Raffaele Cicala (nella foto). Prima finale in programma i K2 1000 mt. in coppia con Maurizio Giannini. Prima del passaggio ai 500 la punta rossa della canoa posillipina si affaccia sulla linea immaginaria della testa della gara. Il passo è impressionante, la potenza disarmante. Ininterrotta la cavalcata posillipina e sul traguardo c'è luce tra i nostri e le Fiamme Gialle. A distanza di un'ora, il K1 1000. Raffaele Cicala fa sua la gara negli ultimi 300 mt. quando mette una doppia lunghezza di vantaggio tra sé ed il primo degli avversari: un’autentica ed impressionante dimostrazione di for-
za! Passiamo ai Senior. Grande attesa per lo squadrone di Giuseppe Buonfiglio. Samuel Pierotti resiste a Maximilian Benassi, oro ai Giochi del Mediterraneo di Pescara, fino a 150 dal traguardo e conquista l’argento. Ultima prova in programma quella sui 500 mt. il K4. Insieme a Casadei e Murra, siedono a centro barca Battelli e Pierotti. Grande partenza dei rossoverde e finale di contenimento. Staccati di oltre 1" e mezzo i padroni di casa dell'Idroscalo e terzo gradino del podio assicurato. “Queste sono dimostrazioni di organizzazione e professionalità - spiega Sergio Avallone - che sono il frutto di progetti che un Club non militare, non può non avere. Io ringrazio sempre i miei Atleti e i miei Tecnici Buonfiglio, Sradi, Fabris e D'Avino, con cui ogni giorno ci confrontiamo per ottimizzare le risorse scarse e per produrre il massimo da queste". In chiave tecnica le parole di Peppe Buonfiglio: “Oggi primeggiare
a livello assoluto contro i ‘professionisti’, per noi che di ricco abbiamo soprattutto l'animo, è cosa ardua. Questi titoli sono il risultato di una filosofia vincente che spinge i nostri atleti a guardare non solo all'attività nel paese ma a quella internazionale”.
Politze e i giovani per ripartire Ha ripreso a lavorare il nuovo Posillipo: agli ordini di coach Silipo, la squadra rossoverde si è ritrovata al Circolo per iniziare gli allenamenti. Rispetto alla passata stagione non ci sono i montenegrini Zlokovic e Janovic, rientrati in patria per dare man forte allo Jadran Herceg Novi, l'unico volto nuovo è Marc Politze (nella foto), proveniente dallo Spandau Berlino, capitano della nazionale tedesca. A integrare la prima squadra saranno a turno i giovani del vivaio posillipino: Migliaccio, Renzuto, Riccitiello, Mattiello e Pizzabiocca, quest'ultimo destina-
TENNIS CLUB VOMERO Grande tennis, spettacolo e beneficenza Settembre è stato il mese del grande tennis a Napoli. Sono infatti andati in scena due tornei internazionali, uno maschile e l'altro femminile, che hanno richiamato l'attenzione di tantissimi appassionati. Nella storica cornice del T.C. Vomero si è infatti disputato dal 13 al 20 settembre il Napoli Women’s Tournament (inserito nel circuito mondiale ITF) con un montepremi più che raddoppiato (da 10mila a 25mila dollari) rispetto all'anno scorso ed una entry list di assoluto valore, con ben 23 nazioni rappresentate. Per il Tennis Vomero si è trattato di uno storico ritorno al tennis internazionale femminile: era da 36 anni che al circolo collinare non si disputava un torneo femminile di livello mondiale; gli ultimi si giocarono dal 1971 al 1973, con nell’albo d’oro fuoriclasse del livello della cam-
pionessa di Wimbledon, l’inglese Virginia Wade. Al torneo organizzato da Carlo Alagna hanno partecipato tre top 200 del mondo (Cetkovska della Repubblica Ceka 162, Jozami dell’Argentina 173 e Cabeza-Candela della Spagna 191) e tantissime giocatrici di esperienza internazionale e anche di Fed Cup, come Frederica Pedade, numero 1 del Portogallo, che vanta 15 presenze nel Mondiale per nazioni,
come le georgiane Kalashnikova, Chakhnashvili (52 presenze dal ’98) e Gorgodze, come la greca Gerasimou (30 presenze) e la blasonata tunisina Sfar (67 presenze ed ex top 100 del mondo nel 2001). Al Green Park, invece, l'associazione TennisLife di Enrico Rummo ha dato vita alla Tennislife Cup 2009 – Trofeo Kimbo (inserita nel calendario internazionale Atp) con un montepremi di ben 75mila dol-
to a fare da dodicesimo a Negri dopo il divorzio da Bruno Antonino. "Puntiamo sui giovani, oggi più che mai ha detto Silipo - la pallanuoto italiana attraversa un momento difficile, in mancanza di sponsor non si può investire molto sul mercato. Niente obiettivi alla vigilia, vivremo alla giornata sperando che il mix tra i veterani del gruppo e le giovani promesse, sia quello giusto". In via di guarigione Saccoia e Fiorillo, alle prese quest'estate con infortuni alla spalla.
Marc Politze
lari. L’Associazione Sportiva Tennislife ha mantenuto la promessa fatta un anno fa agli appassionati, costruendo un evento ancora più prestigioso in una stagione davvero difficile, che tuttora si dibatte nella crisi economica mondiale con prospettive ancora poco incoraggianti. Al Green Park è stata ospite anche Paola Cesaroni, la mamma di Federico Luzzi, per raccogliere fondi per l’Associazione Fedelux e la ricerca scientifica sulla leucemia. "Un pensiero caloroso e commosso va all’amico Federico e al francese Mathieau Montcourt, tragicamente scomparsi di recente - ha detto Rummo -, visto che solo un anno fa erano tra i protagonisti nel nostro torneo". La Tennislife Cup – Trofeo Kimbo ha offerto uno spettacolo di grande livello, con i campioni di tutto il mondo (vedi Montanes) ed i migliori tennisti italiani in gara (Starace e Volandri su tutti), che si sono dati battaglia per succedere a Tenconi nell'albo d'oro.
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Cultura sportiva
di Andrea Ceccarelli Psicologo dello sport, Psicoterapeuta, Gruppoanalista
Il “Gruppo” Molti allenatori e giocatori professionisti ne parlano, ma in pochi ne conoscono il vero significato erso la metà del ‘700 il termine “Gruppo” venne a designare non soltanto un insieme di cose, ma anche un insieme di persone. Il primo e più antico significato della parola gruppo è di origine tedesca; “Kruppa”, termine che stava ad indicare un nodo. Il senso di nodo è rimasto all’interno dell’attuale uso del vocabolo, indicando la coesione che spesso presenta un gruppo quando è molto unito, affiatato, intrecciato, proprio come un nodo. Come scrive il prof. Gianni Montesarchio, (2002) docente alla facoltà di Psicologia “La Sapienza” di Roma, nonché gruppoanalista e mio formatore in psicoterapia di gruppo presso la scuola ITER del policlinico Gemelli;… “chiamiamo gruppo non la sommatoria di individualità dialoganti, ma il fitto intrecciarsi di eventi intrapsichici e interpsichici, di emozioni, di mondo interno e mondo esterno, di relazioni. Il Gruppo, a tal proposito, appare come una dimensione a tratti riconosciuta e a tratti sconosciuta, invisibile, una dimensione che costituisce le relazioni intersoggettive”. Il concetto che esprime il prof.
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Montesarchio è chiaro: il gruppo è una cosa sola, è scientificamente “un tutto”. Allora vuol dire che si gioca insieme, si perde insieme, si lotta insieme , ci si “sporca” con la stessa maglia (insieme !!). Alcune società importanti di calcio e non, hanno utilizzato riflettuto su questa sua concezione del gruppo nonché usufruito dei suoi interventi in abito clinico, sportivo, gruppale e organizzativo. Un giocatore di qualsiasi sport di gruppo, prima di sapere che ma-
glia sta indossando e quali obiettivi vorrebbe raggiungere con quel team, dovrebbe, a nostro avviso, prima di agire, “pensare” e “sperimentare” quel senso di coesione, condivisione e appartenenza inevitabili alla riuscita e alla vittoria. Un senso di “appartenenza” che ci proviene dagli archètipi, dalla storia dei grandi gruppi, delle popolazioni e tribù che hanno lottato per difendere i loro territori raggiungere la libertà . Leggete attentamente le
istruzioni prima di indossare quella o un’altra maglia: …….“Per noi la terra è sacra e l’amiamo come il neonato ama il battito del cuore di sua madre. Della terra noi facciamo parte ed essa è parte di noi: i fiori, il cervo, il cavallo, l’aquila, i fiumi sono nostri fratelli; le rocce, i prati , l’uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia; l’acqua è il sangue dei nostri antenati, ci parla di eventi, di ricordi, della vita del nostro popolo.” (Antico canto indiano)
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Libri
Una vita da Arcadio
Arcadio Spinozzi di Stefano Greco
on è facile per me descrivere questo libro, forse perché mi ci sono immerso a tal punto da sentirlo quasi come una parte di me stesso. E in un certo senso lo è, perché in questo libro, partendo dagli appunti raccolti in modo meticoloso da Arcadio Spinozzi in quei suoi sei anni di Lazio, sono racchiuse le mie emozioni di ragazzo innamorato della Lazio quanto e forse addirittura più che della vita. UNA VITA DA LAZIO, appunto. Ho deciso di scrivere questo libro, perché racconta un calcio antico che non esiste più, ma anche perché racconta la storia straordinaria di un giocatore tutt’altro che straordinario. Ma come ripeto sempre, ad una star del calcio moderno di oggi forse non basterebbero cinque vite per vivere quello che ha vissuto Arcadio Spinozzi. Un dramma personale (causato da quello che oggi verrebbe liquidato come un episodio di mala-sanità ) che ha rischiato di stroncargli la carriera sul nascere. La morte evitata
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per quel filo invisibile che guida le nostre vite e che qualcuno chiama destino in uno degli incidenti ferroviari più tragici nella storia di questo Paese. Il coinvolgimento assurdo (al punto da apparire quasi ridicolo) nel rapimento di Emanuela Orlandi. Una carriera costruita in provincia negli anni Settanta tra presidenti folkloristici (con quello del Verona, Garonzi, in testa), compagni di squadra abilissimi nell’accomodare partite e personaggi (Zigoni su tutti) che sembrano usciti da un film di Sergio Leone. Poi, la Lazio, la grande piazza, la “svolta” per qualsiasi calciatore. Invece il Paradiso si trasforma in Inferno nel giro di pochi giorni, con la retrocessione a tavolino. Ma quella svolta all’apparenza negativa, trasforma quei sei anni di Spinozzi nell’ambiente-Lazio in un film meraviglioso, con personaggi (dentro e fuori il rettangolo di gioco) che solo questa città sa regalare: dai tifosi-contestatori del Maestrelli (“Aho, da quando
gioco alla Lazio – disse un giorno Garlaschelli a Spinozzi indicando il gruppetto che lo insultava ad ogni giro di campo – questi non hanno saltato un allenamento. Mai un’influenza, un raffreddore. Niente. So sani come pesci questi”…) ai dirigenti bugiardi e traffichini, dai compagni di squadra talentuosi ma folli (D’Amico su tutti) agli allenatori. E proprio con gli allenatori voglio chiudere, regalandovi dal libro una “chicca” su Juan Carlos Lorenzo. Buona lettura e buona Lazio a tutti… “La domenica, Juan Carlos aveva la rigorosa consuetudine di indossare indumenti prescritti dal suo personalissimo rituale: pantaloni ascellari a cinta ampia; camicia scura con alettoni al collo; scarpe a tacco alto; capelli tirati all’indietro, ricoperti da uno strato di brillantina. Sembrava un matador
in attesa di entrare nell’arena a battersi col toro. Il giorno del derby di campionato si spogliò coi calciatori. Aveva ampie mutande. Le tirò su, fin quasi sotto le ascelle, e cominciò a ballare dimenandosi e mormorando incantesimi. Poi, prese il mangianastri e uscì dallo spogliatoio. Appoggiò l’apparecchio sul banco del minibar e iniziò a muoversi al ritmo di canzoni latino-americane. Attese l’arrivo dei giallorossi. La musica si propagava per tutti gli spogliatoi dell’Olimpico (…). Alla vista dei calciatori della Roma, Juan Carlos portò al massimo il volume e prese a cantare con voce da tenore. Batteva ritmicamente un piede a terra. Nella mano destra protese un bicchiere. La protese verso gli avversari in segno di sfida. I romanisti, vedendo il vecchio in mutande, che cantava a squarciagola e batteva i piedi per terra, lo sguardo truce e il braccio teso, restarono a bocca aperta, sbalorditi. Passato l’attimo di stupore, si infilarono rapidamente nello spogliatoio”…
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