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Intervista
Foto: Maurilio Boldrini BPE - Francesco Grigolini Fotoexpress INTERVISTA
Nicolò Casale Cin cin Nicola!
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Nicolò Casale premiato dal Comune di Verona con il Cangrande 2021
ALBERTO CRISTANI
Nuova stagione per l’Hellas Verona e nuovo prodotto del vivaio gialloblu che si sta mettendo in mostra sull’ambito palcoscenico della serie A. Una costante, ormai, degli ultimi campionati a dimostrazione che anche il settore giovanile è un bacino fondamentale dal quale attingere per portare sempre più in alto la prima squadra. Ventiquattro anni il prossimo San Valentino, Nicolò Casale si sta confermando titolare inamovibile nello scacchiere di mister Tudor. Un meritato premio raggiunto dopo anni di esperienza sui campi di LegaPro e Serie B a (parziale) chiusura di un percorso iniziato nella formazione Under17 dell’Hellas. Con l’impressione che per Nicolò, fresco di rinnovo in gialloblu fino al 2026, il bello debba ancora venire.
Nicolò, iniziamo dal 21 agosto, prima di campionato e tuo esordio in serie A con la maglia dell’Hellas: ti aspettavi di iniziare da titolare? Che emozioni hai provato?
«Sinceramente no, non me lo aspettavo, ma avevo lavorato duramente per essere pronto per quel momento se si fosse presentata l’occasione».
Un esordio figlio di una gavetta iniziata nel 2017 a Perugia e terminata lo scorso anno a Empoli...
«Quattro anni lontano da Verona, ma ogni destinazione è stata parte del mio percorso di crescita, in piena sintonia con il DS D’Amico e il Club che per 15 anni di Settore Giovanile è stato la mia casa. Di prestito in prestito il Verona ha sempre dimostrato di credere in me, prolungandomi il contratto. Il mio obiettivo era tornare all’Hellas una volta raggiunta una certa maturità calcistica per farlo da protagonista, è stato un percorso graduale, ma penso che sia stata la scelta migliore per me, culminato con la promozione in A con l’Empoli della scorsa stagione».
Cos’è l’Hellas per te, oltre alla squadra per cui giochi e con la quale hai prolungato il contratto sino al 2026?
«Tantissime cose, tantissime persone. Ero sugli spalti da ragazzo, a guardare le partite del Verona al Bentegodi. E oggi sono in campo con la mia squadra del cuore. Da veronese sento una bella responsabilità ogni volta che scendo in campo con questa maglia, mi mette i brividi e mi spinge a dare ancora di più».
Che difensore è Nicolò Casale?
«Cerco di essere sempre umile e concentrato, partendo dall’applicazione negli allenamenti. Ho voglia di crescere e migliorarmi anno per anno, anzi giorno per giorno. Come caratteristiche, credo di avere una struttura fisica funzionale al calcio muscolare di oggi. Ho imparato a giocare sia in una difesa a tre che in una a quattro. Ma penso di avere ancora margini di crescita, e quindi non mi voglio accontentare».
La famiglia quanto ti ha aiutato nella tua crescita professionale?
«Moltissimo. L’ultimo anno in Primavera facevo spesso allenamenti doppi, al mattino con la Prima Squadra e al pomeriggio con i miei compagni, e in quella stagione non sono riuscito a concludere le scuole superiori, cosa cui tenevo mol-
to. I miei genitori mi hanno capito e supportato, e se oggi sono dove sono lo devo a loro, e so che mi staranno vicino anche quando, prossimamente, porterò a termine gli studi. Mi hanno dato tanta fiducia, e io mi sono sempre promesso di ripagarla. Mio papà, poi, avendo anche giocato a calcio, ha sempre capito i miei sforzi, così come anche mia mamma».
C’è un giocatore a cui ti ispiri?
«Cerco di imparare e ‘rubare’ qualcosa dai più bravi».
Quali sono i tuoi hobbies e come impieghi il tuo tempo libero?
«Mi piace tenermi occupato. In particolare, in questo periodo, ho chiesto alla mia ragazza – che è laureata in lingue – di darmi una mano con l’inglese. Voglio migliorarmi e fare lezione con lei mi sembra il modo migliore per farlo».
Sei nato a Negrar, in Valpolicella: quanto sei legato al tuo territorio?
«Sono nato all’ospedale di Negrar, ma sono originario di Balconi di Pescantina, un vero e proprio feudo del tifo gialloblu e comunque sempre in zona Valpolicella. È uno dei paesi della Provincia che più è legato a questi colori, quindi non posso che esserlo anche io».
Valpolicella, terra di grandi vini: che vino è l’Hellas?
«Direi un Amarone: 118 anni di storia, ma un fascino e un piacere senza età».
E Nicolò Casale?
«Un Custoza, ancora giovane e fresco. Con tanta voglia di crescere ancora».
Hai un sogno - o più d’uno - nel cassetto?
«Il mio più grande sogno era giocare col Verona in Serie A, e l’ho realizzato. Per i prossimi sogni c’è tempo, perché adesso arriva il difficile, e cioè confermarmi a questi livelli».
Che anno è stato il 2021 per te?
«Umanamente e sportivamente fantastico, uno dei migliori della mia vita. Prima una promozione in Serie A con l’Empoli tanto inaspettata quanto bella, poi questo splendido avvio di stagione con l’Hellas. Non potrei chiedere di più».
Un saluto e un augurio agli sportivi veronesi e ai tifosi dell’Hellas in vista del Natale e del nuovo anno...
«Spero che ciascun tifoso gialloblu possa passare un periodo di Feste sereno e vicino alle persone che ama. E ovviamente forza Hellas!».
Con Tudor l’Hellas è tornato ad impressionare e ad entusiasmare: cosa ha cambiato il nuovo tecnico?
«Ci ha trasmesso entusiasmo, fiducia, consapevolezza nei nostri mezzi, autostima, ma ci ha anche sollecitato ad essere agonisticamente più ‘cattivi’ e concreti negli allenamenti e nelle gare. Concetti che ci hanno aiutato molto, al pari di una idea di calcio – quella del mister – che bene si addice alle caratteristiche della squadra e che lui ci ha trasmesso bene».
Quest’anno finalmente lo stadio è tornato ad essere... stadio! Quanto vi aiuta la presenza dei tifosi?
«Da veronese so bene cosa può dare il Bentegodi alla sua squadra, è stato un fattore in tutte le gare fin qui disputate. Mi ha colpito anche il modo in cui i nostri tifosi ci fanno sentire la loro vicinanza fuori casa, è bellissimo giocare con il loro supporto».